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Questioni di carta e di pizzo
Questioni di carta e di pizzo
Questioni di carta e di pizzo
Ebook54 pages41 minutes

Questioni di carta e di pizzo

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About this ebook

*** RACCONTO BREVE ***

Mina lavora presso un'agenzia pubblica, curando la comunicazione tra ente e cittadino.
Ma come fare a dimostrarlo al suo arcigno capo, miss Larosa, che tutto il giorno la bombarda con post-it contenenti ordini perentori, sgridandola in continuazione, mettendola a disagio, chiamandola 'Mina vagante'?
Effettivamente la ragazza vive con la testa tra le nuvole perché, mentre affronta un piano razionale di lavoro, la sua mente corre alle fantasie di pizzo e vestiti da sposa, che confeziona nei suoi momenti liberi. Una sera decide di uscire con Sandra, una sua collega, dopo molte insistenze, e da quel momento la sua vita ha una svolta sconcertante.
Si ubriaca, balla la lap dance sul tavolo e bacia un perfetto sconosciuto. Ma al risveglio, ha trovato un'amica del cuore che la porta a fare una scelta per il futuro e trovare anche l'amore.
LanguageItaliano
PublisherTherry Romano
Release dateJun 8, 2012
ISBN9788863699227
Questioni di carta e di pizzo

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    Questioni di carta e di pizzo - Therry Romano

    4

    1

    Mina

    Un quadrato. Giallo.

    Più squadrato di così... tutto punte e angoli, niente curve.

    Prigioniera.

    Sì, decisamente prigioniera di un misero quadrato giallo che da mesi infestava la sua vita: un post-it!

    Al solo vederlo si rimescolavano gli organi interni, e una forza misteriosa la costringeva a scattare in piedi, nonostante i sudori freddi, per correre nella direzione in cui quel maledetto quadrato giallo la inviava.

    Da non credere! La sua vita minacciata da uno stupido pezzo di carta.

    Mina sospirò, non sapendo se delusa o depressa.

    Eh no, quel tempo infinitesimale che le occorreva per decidere non ce lo aveva. Doveva eseguire quello che il quadrato ‘capo della sua vita’ le chiedeva, una sorta di: ‘Comanda padrone e io ti obbedirò!’

    Solo che in questo caso il ‘padrone’ era una lei: Emily Larosa!

    Cognome sublime, profumato, intenso che faceva venire in mente la primavera, il colore tenue, la morbidezza dei suoi petali… Sigh!

    Tutto da rifare!

    No, Emily concentrava in lei tutto quello che non era per nulla simile a una rosa.

    Era… brutta!

    Ma come si fa a definire la ‘bruttezza’?

    Mina inclinò la testa cercando di capire se il suo sentimento fosse ispirato dal rancore che provava verso il suo capo, ma decise che ‘brutta’ era di per sé un complimento se diretto a Emily.

    Avete presente quelle prugne rugose, un po’ rinsecchite che sono state su un davanzale per qualche giorno in attesa che diventino più morbide, mentre non fanno altre che essere più secche, più aspre, più legnose?

    Ecco, il viso di Emily aveva quella forma, ma non il colorito.

    No, quello era più sbiadito, tendente al marrone, per le troppe lampade abbronzanti che faceva e, mentre l’obiettivo era diventare una tenue sfumatura cacao, il suo tendeva leggermente al color… cacca!

    Fortuna che almeno copriva il suo odore sotto la scia del costosissimo profumo Chanel che utilizzava a litri, per ostentare la sua ricchezza e la sua brama di potere.

    E che dire dei suoi vestiti? Erano…

    Non aveva tempo di pensare ai suoi vestiti, perché un ciclone con i capelli rosso fuoco (osceni! Non c’era altro termine per descriverli.) e un taullier verde acido, proruppe nell’ufficio, urlando:

    «Dov’è quella ‘Mina vagante’ ? Si è persa all’interno dei suoi pensieri? Doveva essere qui da circa… Ah! Sei qui.»

    Gli occhi nocciola di Emily la trapassarono, scivolando sul suo fisico minuto, fasciato in un jeans e una camicetta style english (la ‘mise dei poveri’ , come adorava chiamarla. Sigh!), le scarpe da ginnastica alte e comode, e i capelli neri legati in una sobria treccia che le pendeva da un lato.

    Dimenticando di colpo i vestiti e il resto del mondo chiamato ‘Emily Larosa appassita’ , Mina scattò in piedi, con la punta della matita già puntata contro il suo notes.

    «Buongiorno miss Larosa.» salutò con un tono molto formale, accennando a un lieve cenno del capo.

    «Come mai quell’aria dismessa? Hai di nuovo dimenticato qualcosa mentre sondavi il tuo mondo dorato? » l’apostrofò la donna, appoggiando malamente la borsa di marca in equilibrio precario sulla sedia e prendendo una serie di foglietti lasciati sulla scrivania.

    Mondo dorato? Ma non esiste il mondo dorato, lo sapevano tutti!

    Mina si perdeva solo dietro metri di tulle, organza, pizzo e…

    Ah sì, doveva rispondere!

    «Assolutamente no!» rispose con una nota di carattere nella voce, portando avanti il mento e cercando di apparire professionale. «Mi aveva inviato un post-it per chiedere…»

    «A proposito, elimina

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