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Zurim
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Zurim

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About this ebook

Su un pianeta che orbita intorno a tre soli di colore diverso, che influenzano non solo la vita e il carattere di ogni abitante, ma anche le scelte politiche e religiose della collettività, lo stato di Solinda è uscito da poco, sconfitto, da una guerra lunga e sanguinosa con altri pianeti vicini. Ridotto ad una debole repubblica, sottoposta al controllo delle potenze straniere che hanno vinto la guerra, e retta dalle tre Corporazioni che si rifanno ai tre astri, Solinda attraversa uno dei periodi più bui della sua storia.
Goldan Zurim inizia, quasi per caso, la sua carriera politica in questa situazione e, nel giro di diversi decenni, riesce a realizzare il sogno di ripristinare un impero, in realtà più una sorta di monarchia costituzionale, forte, indipendente ed amato dal popolo. Zurim è il racconto della carriera, ma ancor più della vita, di quest'uomo illuminato, forte e debole allo stesso tempo, capace di scelte difficili, a volte impopolari, più spesso ancora dannose per la sua stessa carriera, pur di raggiungere il sogno di un mondo migliore da vivere.
A ben pensare, però, la differenza dal nostro mondo non è poi grandissima, e numerosi sono gli elementi che richiamano la situazione politica del nostro Paese e dell'Europa: come non riconoscere gli USA nelle ex-colonie, le discussioni sul referendum monarchia-repubblica, i progetti di riforma costituzionale analoghi a quelli della Carta del Potere di cui si parla nel romanzo? E poi finanziamenti illeciti, urne elettorali disertate, "giochetti" per far passare le riforme...
Maurizio J. Bruno
LanguageItaliano
Release dateApr 4, 2012
ISBN9788866900306
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    Zurim - Alberto Vezzoso

    Vitale, www.supervale.it

    INTRODUZIONE

    Questa storia è ambientata a Solinda, uno sterminato arcipelago che costituisce uno dei principali Stati del pianeta Entropia.

    Il sistema sociale di questi Stati, il loro sviluppo tecnologico, il loro modo di vivere e di pensare sono molto differenti dai nostri e quindi, per esigenza di chiarezza, può essere utile fornire alcune spiegazioni.

    In primo luogo Entropia subisce l’influenza di un complesso sistema formato da tre Corpi Celesti: Yelda, Grendal e Roda. Yelda è analogo al nostro Sole per dimensioni e temperatura mentre Roda, una stella rossa, ha dimensioni molto grandi ma una temperatura molto bassa. Grendal, infine, si caratterizza per una luce intensissima dal particolare colore verde.

    Gli effetti sulla vita del pianeta Entropia causati dai tre Corpi sono molto marcati. Non si tratta solo di suggestioni, dell’alternanza delle stagioni, delle forti escursioni termiche stagionali o delle prepotenti maree; chi nasce in un certo periodo dell’anno ha caratteristiche fisiche e psichiche leggermente ma visibilmente differenti da chi nasce in un’altra stagione.

    Tutto ciò ha avuto come conseguenza la creazione di un sistema sociale basato su tre differenti Corporazioni, le rappresentanti nel pianeta dei tre Corpi Celesti.

    Ogni singolo abitante, infatti, a seconda della data del suo concepimento, appartiene ad una delle tre Corporazioni, all’interno della quale avrà le sue amicizie, la sua carriera e la sua storia. La vita è quindi regolata dalla Corporazione e dai suoi rappresentanti, i Sacerdoti che hanno un ruolo politico e religioso. Religione e politica, infatti, non sono distinte e sono indicate nella loro lingua con il medesimo termine: ardila.

    Vale la pena soffermarsi anche sul calendario di Entropia. Questo è molto complesso, dal momento che tiene conto della rotazione apparente di tre diverse stelle attorno al pianeta. Giacché il mese di concepimento determina l’appartenenza alle Corporazioni dei nuovi nati, il calendario è di importanza fondamentale e merita una spiegazione.

    Il giorno rappresenta il periodo con cui Yelda apparentemente ruota attorno ad Entropia mentre l’anno rappresenta il ripetersi della rotazione apparente di Roda attorno al pianeta.

    Roda, il Corpo Rosso, ha un moto apparente grazie al quale è presente per circa sei mesi in cielo. Garantisce agli abitanti di Entropia circa sei mesi di luce anche se tenue e non particolarmente calda. Roda, inoltre, influenza le maree di Entropia.

    Grendal compare due volte all’anno e rimane visibile in cielo per circa venticinque giorni. La sua è una luce molto calda ed intensa. Quando è in cielo provoca forti aumenti della temperatura e disturbi alle comunicazioni.

    Infine, Yelda sorge e tramonta ogni giorno, ma rimane in cielo solamente per qualche ora. Il periodo di assenza di Yelda (Yundalak) è quindi più lungo di quello della sua presenza. Quando non ci sono né Roda né Grendal in cielo, quindi, il pianeta Entropia è molto buio e freddo.

    Di anno in anno tuttavia la situazione celeste non è uguale e ci sono diversi scostamenti dalla situazione originale. La situazione si ripete, infatti, identica solamente nell’arco di diciannove anni. Questo lasso di tempo è chiamato periodo.

    In linea di principio la suddivisione temporale è un periodo di diciannove anni ed un anno di trecentoquattro giorni, diviso in dodici mesi.

    Tuttavia ci sono molti scostamenti che non permettono una definizione così semplice, giacché i moti di rivoluzione non hanno esattamente queste proporzioni. Per questo tra la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo anno sono stati introdotti dei giorni in più (fase di transizione) che variano dai quattro ai dodici giorni, a seconda degli anni.

    Infine, al termine del periodo vi è un'ulteriore fase di transizione di fine periodo che può arrivare anche a centocinquanta giorni.

    La suddivisione in mesi, rappresentata nella tabella sottostante, dipende dalla posizione relativa dei tre Corpi in cielo; il Corpo dominante determina la Corporazione di appartenenza dei concepiti in quel mese.

    Il periodo di transizione inizia al termine di Marlen durante il quale si attende, dopo che Grendal è sorto in cielo, che i tre Corpi si allineino.

    Altro elemento caratteristico degli abitanti di Entropia è la complessa sessualità. Tanto i maschi quanto le femmine, infatti, sono soggetti ad un ciclo di variazione delle concentrazioni degli umori che sono scambiati durante un rapporto. Il ciclo riparte dopo ogni rapporto sessuale ed ha un periodo dipendente dalla data di nascita. Considerando che per poter contrarre rapporti sessuali piacevoli è indispensabile che i due compagni abbiano concentrazioni analoghe, la società è rigidamente monogama ed i matrimoni avvengono solo all’interno della stessa corporazione.

    Le femmine, inoltre, se si astengono per troppo tempo dai rapporti sessuali, entrano nella fase di renda e sono destinate alla morte.

    Ultimo elemento da notare è che ad Entropia, soprattutto in alcune Corporazioni, la donna è l’elemento dominante sia socialmente, sia fisicamente. Gli uomini sono fisicamente più piccoli e generalmente non si dedicano all’ardila.

    Questi sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la società di Solinda. Altri saranno esposti nel corso di questa storia, altri forse saranno solamente accennati giacché, ai fini del racconto, non sono strettamente necessari.

    A Sua Altezza Imperiale Luce Desdena, Serenissima Imperatrice di Solinda

    Altezza Imperiale,

    mi permetto di disturbarla consegnandole queste pagine per ottemperare all’ultima volontà di Goldan Zurim, morto nella yundalak scorsa, poche ore dopo il tramonto di Grendal dopo quindici anni dalla Sua incoronazione.

    Le chiedo di considerare queste pagine una semplice opera di fantasia, un romanzo, illustratomi nelle sue grandi linee dallo stesso Cancelliere Zurim poco prima che questi si trasferisse in modo permanente in terra straniera e rielaborato da me, con altrettanta fantasia, imprecisione, inesattezza nel corso di questi anni.

    Quale credito dare a cosa ho scritto spetta solo a Lei che è libera di considerare Zurim una persona ormai priva di senno, o il sottoscritto un essere spregevole che si burla di Sua Altezza Serenissima e come tale meritevole di essere punito. La prego solamente di non considerare questo testo, i cui fatti non sono verificabili né da me né da altri, una verità storica, ma un’opera in grado di farle inquadrare al meglio la figura di un individuo che, nel bene e nel male, è stato un punto di riferimento per la nostra Solinda e per la rinascita dell’Impero.

    Sullo scomparso Cancelliere, mi permetta tuttavia una considerazione maturata negli anni. Frequentare un personaggio importante, viverne assieme le speranze e le difficoltà quotidiane disorienta. Lo smarrimento aumenta quando tu sei pienamente convinto che l’immagine pubblica sia la realtà e che la persona che tu inizi a servire sia davvero la leggenda dipinta dagli olovisori. Tremi di fronte a lui, ne temi il giudizio, convinto che ogni sbaglio ti sarà fatale. Ti aspetti da lui solo parole di saggezza. Giorno dopo giorno, però, le certezze svaniscono. Quell’individuo è irascibile, irrequieto, a volte mediocre. Di fronte a questo reagisci in modo scomposto. All’inizio c’è ostinazione e pensi no, lui è perfetto, queste sono debolezze marginali e non ti vuoi arrendere, vuoi che la tua percezione precedente coincida con la realtà. Poi c’è disillusione. Il tuo sogno si infrange ed il padre della patria ti pare solo una costruzione olovisiva dei centri di potere, l’essere corrotto che tanti hanno descritto. La terza fase è il cinismo. Ti senti parte del gioco, lavori anche tu per costruire una realtà che non esiste, fai anche tu parte dell’ardila, del potere che gli altri vogliono abbattere; disprezzi le persone che, come te in passato, hanno creduto in un sogno tanto bello quanto irreale.

    Possono esserci gli imprevisti, le tragedie, gli eventi catastrofici. Portano dolore, affanno, ma, ho imparato a mie spese, ti permettono di avere una visione completa delle persone che ti stanno intorno. Solo vedendoli affrontare le crisi ne vedi il coraggio, il rigore indipendentemente dagli sbagli compiuti.

    A partire da quello che è stato definito l’anno del terrore, ho cominciato a conoscere Goldan Zurim in una dimensione nuova, inattesa, comprendendo l’animo di quello che per alcuni è stato un Grande Sacerdote ed il Restauratore dell’Impero, per altri solo un individuo corrotto, arrampicatore ed incapace di comprendere le esigenze di Solinda. Ritengo che abbia dato all’Impero più di quanto abbia ricevuto.

    Qualunque cosa pensi di queste pagine, La prego di considerare la possibilità, ora che è morto, di rendergli onore.

    Nel salutarla mi inchino a Sua Altezza di cui ho l’onore di essere obbediente ed umile servitore,

    Demin Palids

    Primo Assistente del Cancelliere del Minor Consiglio Golan Zurim fino al 32 di Gelsum del IV anno del XVI Periodo

    A seguito degli eventi del 32 di Gelsum, io e gli altri assistenti di Zurim fummo convocati al Tempio di Grendal. Fummo chiamati separatamente e nessuno di noi conosceva la ragione della convocazione. Fu con stupore che vidi solo i miei sette colleghi, gli altri assistenti personali di Zurim, e nessun altro al tempio. Tutti noi eravamo inquieti ma al tempo stesso consapevoli che stesse accadendo qualche cosa di grosso. In Consiglio era successo di tutto quel giorno e la confusione era massima. .

    L’incertezza fu spazzata via dall’arrivo del veicolo di rappresentanza di Goldan Zurim. Ci guardammo attoniti, capendo che era stato lui l’autore della convocazione e domandandoci come mai non fosse al Palazzo della Fenice, in attesa di comprendere come si sarebbero risolti gli eventi.

    Anche le guardie al cancello furono sorprese del suo arrivo e fu con vivo stupore che ci dissero che il Reggente voleva vederci nel sacrario.

    Ci dirigemmo lì tutti assieme a passo normale, interrogandoci e facendo ipotesi su quello che voleva e su cosa stesse accadendo. Quando arrivammo era ancora inginocchiato a pregare di fronte all’altare di Grendal.

    Quando entrò nel sacrario, ci scrutò con i suoi occhi blu, con intensità.

    – So che non sapete come andrà a finire – ci apostrofò sorridendo – io lo so già, invece.

    Continuò a guardarci compiaciuto del fatto che fosse più informato di noi.

    – Volete saperlo? È finita. Tra qualche ora vi abbandonerò per sempre; prima dell’alba rossa sarò lontano da questo posto e noi non ci rivedremo più. È giusto dirvi grazie per tutto quello che avete fatto per me, devo dirvi che non vi dimenticherò mai, ma sapete che non sono bravo in queste cose e, soprattutto, ho molta fretta. Prima di andare via, ho ancora qualche favore da chiedervi.

    Da una delle pieghe della sua tunica prese alcuni fogli scritti a mano e ce li consegnò.

    – Qui c’è una lista di documenti, dossier che è necessario fare sparire. Di questi non deve restare traccia. Non devono solamente essere rimossi, devono diventare nulli e inesistenti – disse enfatizzando le ultime parole. È importante – sottolineò dopo una pausa.

    – Fece cenno a come procedere, a dove si trovava il materiale, chiese anche di poter vedere la Guardiana di Giornata, la più alta autorità presente al Tempio. Poi si rivolse a me.

    – Quanto a te, Demin, mi devi aiutare a fare un lavoro più delicato. Andiamo nel mio ufficio, ti spiegherò.

    Goldan si sedette al tavolo delle riunioni e con un cenno mi ordinò di fare altrettanto.

    – C’è stata molta confusione nell’ultimo Periodo – si spiegò – pare che ormai qui a Solinda nessuno sia in grado di discernere il bene dal male. Forse perché ai più mancano tutti gli elementi di valutazione del nostro passato, forse perché sono tutti impazziti. Prima di partire, voglio mettere in chiaro le cose, raccontare la mia verità. Tu devi solo ascoltare, imparare. Senza registrazioni, solo le tue orecchie. Ti dirò poi cosa fare. Quella che ti sto per raccontare è la storia del Secondo Impero, la mia storia. Sei pronto? – concluse dopo una pausa.

    Annuiì.

    Zurim si alzò, andò a prendere un calice di bredolvant, si mise a sorseggiarlo iniziando a raccontare.

    CAPITOLO I

    Il 1° Grendun dell' VIII Anno del XXII Periodo della II Era fui proclamato rappresentante dell’Assemblea delle Corporazioni della Repubblica di Solinda. Comincerei da lì.

    Grendal era sorto solo da pochi giorni in cielo ma i suoi raggi verdi avevano già arroventato il clima. Stare fermi, immobili nel cortile del nostro Tempio mentre Ermel Carmax, primo Gran Sacerdote maschio del Grendàtal di tutti i tempi, celebrava il rito, fu un’impresa. Certo, c’era anche emozione ma, dopo appena un’ora, il mio unico desiderio era terminare la cerimonia in fretta. Occorsero però più di quattro ore prima che Carmax sgozzasse il drodol sacrificale facendone bere il sangue a me e agli altri trentuno eletti.

    Come mai entrai a far parte dell’ardila? Fu un caso; il successo elettorale del Grendàtal alle elezioni generali. Grazie al fascino di avere un Gran Sacerdote maschio e al fiuto di Carmax i nostri consensi aumentarono oltre ogni aspettativa, ponendo fine alla nostra lunga crisi.

    La mia Corporazione, infatti, era in crisi da cinque Periodi, cioè da quando aveva trascinato Solinda nella Guerra Planetaria contro i nostri vicini Samergor e Ungard per conseguire l’unificazione di Entropia sotto le insegne imperiali.

    Forse avremmo potuto vincere quella guerra, ma l’intervento delle nostre ex colonie Valida, Speranza e Nuova Entropia cambiò il corso della storia con efferata violenza; ci furono morti, saccheggi, distruzioni. Il nostro esercito, composto in prevalenza da figlie e figli di Roda, fu quasi annientato.

    Sulle nostre macerie nacque la repubblica, la Casa Imperiale perse il trono e la Corporazione Verde fu bandita dalla vita ardilìca fino all’inizio del XX periodo.

    Forse quindi è meglio cominciare da lì, dal periodo in cui il Grendàtal era bandito. Cosa significava essere Grendalist? Le industrie, le fabbriche, le compagnie agricole legate a Grendal, non essendo più rappresentate, entrarono in crisi. Anche la gente comune ebbe grosse difficoltà e moltissimi Grendalist preferivano evitare di concepire i loro figli nei mesi di Grendun e Grendart, quelli dedicati al Corpo Verde, in modo che diventassero figli di Yelda piuttosto che di Grendal.

    Non tutti, però. Io fui partorito nel mese di Grendart, quando Grendal era ben visibile nel cielo! Nonostante il Grendàtal fosse già stato riammesso alla vita ardilìca, eravamo considerati con molta diffidenza e venivamo visti come spocchiosi e propensi al cinismo. Per contro, noi ci consideravamo un’élite: persone con un forte senso dell’onore e dominate da un grande desiderio di rivalsa.

    Per quanto mi riguarda, fiero di essere Grendalist, praticavo il culto senza fanatismo e fui regolarmente iniziato al termine del mio primo Periodo di vita. Dopo avere, sotto l’occhio vigile delle sacerdotesse, atteso al mio primo rapporto sessuale, fui tatuato con il marchio verde, diventando così membro adulto della Corporazione.

    Intransigente, ma non fanatico, partecipavo all’ardila in modo passivo. Andavo al Tempio quando era previsto e ovviamente sostenevo il Grendàtal alle elezioni. Un po’ di indignazione intellettuale per come era considerata la nostra Corporazione chiudeva il mio impegno. Non militavo direttamente, anzi. Terminati gli studi, avevo intrapreso un’attività di restauro di monumenti antichi che aveva avuto un discreto successo. Un lavoro che mi interessava poco ma che aveva il vantaggio di permettermi di vivere più che decorosamente, oltre a darmi una certa dignità intellettuale, come era dovere di tutti i nati sotto l’influenza del Corpo Verde.

    Quella casuale elezione, invece, sconvolse la mia vita.

    Come dicevo, quella vittoria fu merito del Gran Sacerdote Carmax. In appena dieci anni di Sacerdozio, era riuscito ad allontanare l’immagine della Corporazione colpevole della guerra e a far emergere la sensazione che il Grendàtal fosse il grande combattente delle ipocrisie e contraddizioni degli Yeldelist che ormai da più di cinque periodi governavano indisturbati.

    Per la prima volta molti elettori non sostennero la Corporazione di appartenenza, ma, sfruttando la segretezza del voto, introdotta cinque Periodi prima dalla Carta Repubblicana, votarono per la Corporazione che più gli piaceva. Ottenemmo in questo modo ottantacinque eletti nell’Assemblea, trentadue in più rispetto alle elezioni di sei anni prima.

    Tra quei trentadue, c’ero anch’io, Goldan Zurim. Non lo stesso di oggi, però. Quello era ancora capace di provare emozioni, di amare una moglie e avere amici sinceri come Anid Olescan.

    Pochi ricordano questo mio amico. Ne parlo perché avrà un’importanza significativa nella storia che mi appresto a raccontare. È stato rappresentante del Grendàtal, eletto insieme a me con le stesse modalità. È stato anche un ottimo corrispondente di guerra. Anid era per molti versi eccezionale, più passionale e intrepido di me. Si era già distinto come inviato in quei piccoli paesi di Entropia eternamente in guerra tra loro. Fu la nostra esperienza nell’Assemblea che ci allontanò. Io non sopportavo i suoi vaneggiamenti visionari, lui la mia tendenza al compromesso ad ogni costo. Ero io in difetto. Tuttavia a causa della mia sete di non so che cosa, le incomprensioni continuarono fino alla rottura dei nostri rapporti, qualche anno dopo la mia ascesa al potere.

    Quattro anni prima della mia elezione tuttavia, io, Anid e Jèmina eravamo molto amici e formavamo un trio inseparabile.

    Jèmina era già una cantante, ma non era ancora popolare. Quando io e Anid la vedemmo cantare in un locale ne rimanemmo subito impressionati: suonava la cetringa e la sua musica era particolare, un ibrido tra antico e moderno. Ricordo nitidamente il nostro incontro. Era vestita con un abito bianco, scalza, seduta vicino alla sua cetringa e attorniata dal suo gruppo, tutti uomini in nero, capelli neri loro, capelli rossi, lucenti, lei; la luce insieme alla sua negazione. La coreografia era, nella sua semplicità, bellissima: il bene circondato dal male, la luce dalle ombre. Le canzoni erano belle, lei lo era di più. Era lucente. I suoi capelli rossi, i suoi occhi verde scuro sembravano sprigionare luce, il suo sorriso era radioso. Non metteva in soggezione ma anzi, riusciva a farti sentire a tuo agio.

    Cercammo in tutti i modi di conoscerla. Aspettammo che uscisse. I soliti complimenti, qualche battuta: diventammo amici. Si formò in poco tempo un sodalizio apparentemente indistruttibile forse proprio grazie alla nostra diversità. Io ero acuto, intelligente ma tradizionalista e conservatore. Anid era idealista, desideroso di combattere le ingiustizie che commetteva il governo di Solinda. Poi c’era Jèmina, l’artista trasgressiva e irriverente che disprezzava leggi, convenzioni e regole ardiliche.

    Anche lei, come Anid e me, aveva il tatuaggio di Grendal marcato nel braccio. Tuttavia la sua appartenenza alla Corporazione non era astrologica, ma puramente convenzionale. Infatti, era nata nel periodo di transizione, tra Marlen e Grendun, durante il

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