Ore 3:32 - Una nuova alba
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Ore 3:32 - Una nuova alba - Liliana Giassi
633/1941.
Adonide Gialla
Guardo l’orizzonte alla ricerca di punti di riferimento ma tutt’intorno tace, non c’è più niente ormai, non c’è nessuno.
L’Aquila.
Una città sotto molti aspetti turistica, grazie alle visite presso il Castello Spagnolo del XVI secolo, la basilica rinascimentale di San Bernardino, la fontana medioevale delle 99 cannelle e nel periodo invernale meta per appassionati sciatori.
Quote che sfiorano i 3000 metri ricche di flora e vegetazione, con varietà di piante ad alta densità biologica.
L’Adonide Gialla è la pianta che amo cercare tra prati e pascoli aridi nel periodo primaverile.
Una pianta ormai rara, in grado di crescere ad altezze di 1250 metri. Una pianta che a causa dei cambiamenti climatici dovuti alle ere glaciali è stata costretta a migrare dall’Asia ad ambienti naturali idonei al suo abitat.
Il suo nome fa riferimento ad Adone, un giovane bellissimo della mitologia Greta, amato da Afrodite. Di lui si parla in molte tradizione, una delle quali legata al ciclo delle stagioni.
Si narra infatti che alla sua nascita, Adone, venne rapito da Afrodite, nascosto in una cassa e consegnato alla regina degli inferi Persefone che non volle però restituirlo. Zeus dovette dirimere la contesa, stabilendo che Adone potesse stare per una parte dell’anno con Persefone e per una parte con Afrodite, costituendo di fatto le due stagioni annuali rispettivamente di inverno ed estate. La storia di Adone finì con la sua morte a causa di un cinghiale mandatogli contro, mentre cacciava, da Ares, amante della stessa Afrodite. Adone risplendeva di una bellezza unica, dalla quale prese il nome questo bellissimo fiore.
Altri invece narrano della storia di Adone come un bellissimo cacciatore amato da Venere e ucciso da un cinghiale durante una battuta di caccia. La dea, appresa la notizia, accorse dal suo amato e trasformò il suo corpo in uno splendido fiore.
Ad ogni modo, qualunque sia la sua storia, la bellezza di questa pianta erbacea sta nei suoi meravigliosi petali gialli, un fiore alto 30cm, provvisto di una radice scura con fusti ramificati e foglie addensate sotto infiorescenze solitarie all'apice dei rami, con corolle di circa 5 cm di diametro che sprigionano la loro bellezza in poco più di 15 petali.
Petali gialli che riflettono i raggi del sole creando affascinanti giochi di luce.
Una pianta velenosa in ogni sua parte, ricca di glicosidi cardioattivi usata in campo farmacologico per diminuire la pressione arteriosa, le nevrosi cardiache e la tachicardia.
Adonide Gialla, la rappresentazione perfetta del mio amore segreto.
Un amore conteso tra Persefone e Afrodite, un amore raro che non puo’ morire al freddo delle alte cime montuose, un amore velenoso in ogni sua parte.
L’ Aquila è la città in cui sono nata, in cui sono cresciuta.
Una piccola metropoli protetta da una particolare zona montuosa, 59 quartieri che nascondono storie di tutti i giorni..e tra le tante, la mia.
Era Luglio, ormai..
Il sole sembrava non voler tramontare e le serate erano infinitamente lunghe.
Tutte le volte che il livello di distruzione mentale aumentava, Michela faceva il possibile per andare al mare.
L’acqua era l’unico luogo in cui si sentiva libera, serena.
Si lasciava galleggiare in quel senso di vuoto, osservava l’immensità del cielo, il solo guardare in alto faceva si che i polmoni si riempissero di fresco.
Una sensazione di pace indescrivibile, uno stato di sicurezza interiore che la portava ogni volta a credere che al ritorno non avrebbe avuto più bisogno di lui..
la sua famiglia era tutto ciò che le serviva per essere felice
accadeva oggi, come accadeva sette anni prima.
All’epoca il suo ruolo di amante
era ancora agli inizi.
Aveva conosciuto Paolo in ufficio.
Lui era il suo capo, lei una spalla su cui piangere.
Paolo si trovava in una situazione sentimentale straziante, da pochi mesi aveva appreso che la moglie lo tradiva con un collaboratore, ma succube come solo un uomo può esserlo, lottava controcorrente per far si che la moglie tornasse con lui.
Per Michela quel posto di lavoro era tutto ciò di cui necessitava per sentirsi felice, era il suo sogno, viveva in ufficio dallo splendore che esplodeva nel suo cuore. Viveva con quelle persone tanto perfette, dalle vita perfette e piano piano iniziava a perdersi in un mondo completamente diverso dal suo.
Soldi, ovunque soldi, la bella vita, le cene, i vestiti.
Tutte cose poco interessanti ai suoi occhi, credeva ancora nell’amore, nella gioia delle piccole cose.
E come spesso le accadeva, non riuscendo a stare lontana dai guai, si perse dietro ai problemi del suo capo.
Un dolce 30enne, tradito dalla moglie e sbattuto fuori casa, con due figli adorabili e una vipera al suo fianco.
Maria, la persona più crudele e cattiva che Michela avesse mai conosciuto.
Una persona incapace di sorridere, egocentrica, egoista e piena di se’, del suo oro, del suo uomo-schiavo.
E il suo odio immenso per Michela.
Troppi sorrisi al suo dolce maritino che per un attimo si era permesso di non darle le solite infinite attenzioni di piccola principessa sul pisello.
Bastava una parola e tutto ciò che desiderava era suo.
In quel periodo Michela e Paolo passavano spesso le nottate a parlare, lui soffriva e lei desiderava cicatrizzargli il cuore.
Lo amava e aveva capito quanto fosse strano quel sentimento, così profondo da far si che lei volesse soltanto la sua felicità.
Aveva capito che in quel momento ciò di cui Paolo aveva bisogno per essere felice, era poter tornare dalla sua famiglia, dai suoi figli.
Si fece da parte e dopo pochi mesi lasciò il posto di lavoro.
Era l’inizio di una nuova esistenza
, Paolo era tornato a casa e Michela cercava di ricominciare da capo una vita in un nuovo posto di lavoro.
Ma, come era solita fare, prima di investire nuovamente tutte le sue energie in un progetto, aveva bisogno di una vacanza.
Era certa che partire per il Marocco le avrebbe fatto dimenticare tutto.
Tutte le notti, però, in ogni stramaledetta notte, Paolo bussava alla porta dei suoi sogni. Le sue parole, i suoi baci.
Ad ogni risveglio pregava affinchè sparisse dalla sua testa.
Un sogno inutile, pensava.
Rifletteva sulle persone che si incontrano nella vita, senza sapere il perché.
Persone.
Pensava a Paolo, al perché era andata così.
Perché, proprio nel momento in cui aveva deciso di cambiare vita partendo per Londra, si era imbattuta in quel posto di lavoro; perché lui così tanto vicino a lei, perché così in simbiosi.
Sembrava si conoscessero da sempre.
Cercava di capire perché una persona come lui fosse stata messa proprio in quel frangente di vita.
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