Angmagssalik: Là dove ci sono i pesci - Groenlandia orientale
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Book preview
Angmagssalik - Ottorino Tosti
Lettera al lettore
Caro lettore,
le guide del Dragomanno hanno l'ambizione di farti entrare nello spirito dei luoghi di cui parlano, con un linguaggio semplice e scorrevole.
Non sono fatte per illustrare per filo e per segno luoghi e monumenti che incontrerai durante la tua visita, ma per suscitare dentro di te emozioni che possono scaturire solo dalla conoscenza della storia, della cultura e degli usi della popolazione.
Questa è la ragione per cui nelle guide del Dragomanno molto spesso non troverai fotografie (per questo è sufficiente un breve giro in internet), ma solo schizzi usciti dalla matita di un nostro artista-viaggiatore.
E noi vorremmo che anche tu partecipassi al nostro progetto inviandoci i tuoi pensieri o i tuoi schizzi, se sei un buon disegnatore, quando ti troverai in un certo luogo o davanti a un determinato monumento, e potrai respirarne a pieni polmoni la storia e tutto ciò che di buono o di cattivo questi hanno visto e subìto.
Vorremmo che tu ci comunicassi le emozioni, le immagini, le fantasie che ti suggeriranno. Non solo, ti saremo grati se vorrai comunicarci anche eventuali errori o farci alcune critiche. Il materiale che ci perverrà sarà pubblicato nella sezione del nostro sito web (www.oltre.it) relativa a questo libro e, in una prossima ristampa, ne verrà pubblicata una selezione.
Questo è l'indirizzo al quale inviare il materiale:
guidaangmagssalik@oltre.it
Grazie, buona lettura e buon viaggio!
Colophon
Angmagssalik
là dove ci sono i pesci – Groenlandia orientale
di
Ottorino Tosti
Tutti i diritti riservati
Copyright ©2013 Oltre edizioni (www.oltre.it)
ISBN 978-88-97264-33-0
ISBN cartaceo 978-88-97264-28-6
Titolo originale dell’opera:
Angmagssalik
là dove ci sono i pesci – Groenlandia orientale
di Ottorino Tosti
Collana * il Dragomanno diretta da Raoul Tiraboschi
Chine originali di Mauro Pierri
in copertina: il tupilak
china di Mauro Pierri
progetto grafico:
Sara Paganetto
prima edizione ottobre 2013
Sommario
Lettera al lettore
Colophon
L’autore
Mappa
Introduzione
Quattro passi per la Groenlandia
La costa occidentale
La costa orientale
Angmagssalik
Gli Inuit
I grandi esploratori
Il dramma degli Inuit
La Red House
Indietro nel tempo di un mese...
Dentro il viaggio
Ieri...
Tasiilaq, la 'grande città'
Michelina
Le croci bianche di Qervertivartivit
Isertoq, ossia l'isolamento assoluto
L'orso di Kulusuk
Un canto per il proprio bambino
Il villaggio di Ikasagtovaq
Il vecchio Uma di Nunakitsek
Sermiligaaq, il villaggio più povero
Imapnuliaka la terribile
Iceberg!
La base aereonautica di Ikateq
Licheni
Dentro il ghiacciaio
I fantasmi del Sermilik
Le case di pietra di Akerneraaq
Tiniteqilaaq, un villaggio nel Sermilik
I cani di Tiniteqilaaq
Gli Ingnerssuit
Gudrun la angakok
Il soffio del mondo
La coppia sopra il Piluirsesoq
Gli hot dog di Tiniteqilaaq
Piccoli amici, grandi maestri
Informazioni utili:
quasi un altro viaggio
Come arrivare, dove alloggiare, dove andare
Alcool e vita tradizionale
Il 'problema' Greenpeace
A chi chiedere per conoscere Angmagssalik
Come arrivare
Come muoversi fra i villaggi
Per telefonare
Come pagare
Che ora è?
Documenti da portare
Assistenza sanitaria
Vaccinazioni?
Il clima
Tasiilaq, il capoluogo
Alloggi
Ufficio Postale
Dove acquistare
Taxi
Gli insediamenti lontani
Fine del viaggio: si scende ma con la voglia di ripartire...
Vocabolario
Vocaboli che si possono incontrare nelle letture o passeggiando per Angmagssalik
parole Tunumisiut:
Bibliografia
L’autore
Ottorino Tosti nasce nel 1950 a Genova.
Nel 1973 inizia a dedicarsi alla speleologia, attività che pratica tutt’oggi ricercando ed esplorando grotte nei massicci calcarei delle Alpi Marittime e delle Alpi Apuane.
Verso la fine degli anni 90 inizia ad interessarsi alle grotte nei ghiacciai e questo interesse lo porta a conoscere l’interno dei maggiori ghiacciai dell’arco alpino: dal ghiacciaio dei Forni e del Miage in Italia ai ghiacciai di Morteratsch, della Furka, dell’Oberraar, di Aletsch e del Gorner in Svizzera.
Nel 2008 è per la prima volta in Groenlandia orientale dove predispone un piano per le ricerche speleologiche nei ghiacciai di Angmagssalik, ricerche che dovrebbero essere le prime condotte da italiani in questa remota zona del pianeta.
Nel 2009 si reca nelle Ande settentrionali alla ricerca di resti della civiltà Inca, che qui conobbe il suo periodo di maggior splendore e ricchezza.
Di questi due mondi ha apprezzato gli ambienti naturali e primitivi, ma soprattutto gli abitanti, semplici e genuini e conseguentemente si è affermata in lui la volontà di aiutare le popolazioni che vivono in condizioni di difficoltà e che stanno perdendo la loro cultura originale a seguito della pressione che il mondo occidentale esercita su di loro.
Nel 2008 al ritorno del suo primo viaggio in Groenlandia crea il ‘progetto ItaliAmmassalik’, con l’intendimento di promuovere la conoscenza di questo dimenticato mondo artico e creare un ‘ponte’ fra il loro e il nostro mondo.
Successivamente, raggiunta una dimensione tale da non poter più venire seguito da una sola persona, nel 2009 il Progetto diviene associazione (www.italiammassalik.it).
Dal 2008 ha compiuto altri 3 viaggi in Angmagssalik, arrivando ad avere una buona conoscenza del luogo, della storia e delle tradizioni.
Attualmente continua le sue esplorazioni dei mondi sotterranei. Coordina l’associazione da lui promossa come Presidente e diffonde con conferenze e mostre fotografiche la conoscenza degli Inuit di Angmagssalik.
Mappa
Introduzione
Canto di un vecchio cacciatore
Quando mi accade di pensare alla mia fanciullezza
e ricordare tutte le vecchie memorie di quei giorni,
allora la gioventù sembra il tempo
in cui ogni cibo era succoso e tenero
e nessuna preda troppo veloce per il cacciatore.
Ora, ho soltanto le vecchie storie
e i canti da ricordare.
Nelle belle sere d'estate Genova si tinge di rosso.
Prendono vita allora le chiassose casette del centro storico accatastate l'una sull'altra, la tranquillizzante torre medievale degli Embriaci, le guglie festose del Castello d'Albertis, la mole austera della cattedrale di Carignano.
Poi, via via che il sole cala all'orizzonte, sulle alture che fanno corona a un mare intensamente azzurro, il rosa del tramonto cede il posto al grigio della sera e rimane solo il bagliore dei vetri delle case ottocentesche che si arrampicano sulle colline addormentandosi nel verde del parco di Righi.
I suoni della città si acquietano, si ode ancora per poco il garrire delle rondini che compiono teoremi nel cielo azzurro, poi scende il silenzio. Nell'aria un leggero chiarore permane per alcuni minuti, poi sul mare rimane solo il riflesso di un sole lontano che porta altrove la propria luce.
Ogni volta che passo sulla strada sopraelevata, nel punto in cui essa costeggia il porto, volto lo sguardo verso le colline e osservo il tramonto illuminare le ultime ore del giorno. Mi basta quello sguardo fugace a pervadermi di una grande pace.
Lenta e rosata sale su dal mare la sera di Liguria,
scriveva Vincenzo Cardarelli di questa terra calda ed accogliente,
s'accendon le finestre ad una ad una come tanti teatri. Sepolto nella bruma il mare odora. Le chiese sulla riva paion navi che stanno per salpare.
Quella sera di luglio, era il 2006, stavo seduto ad un tavolino dello Sheraton di Genova, a pochi passi dall'aeroporto, e mentre godevo del garrulo stridere delle rondini ascoltavo una cara amica che aveva viaggiato intensamente nei paesi artici del Canada, della Groenlandia, della Siberia e mi stava raccontando storie incredibili di popolazioni di cui neppure conoscevo l'esistenza.
Dalla tarda mattinata a quelle ore serali avevamo girato lungamente per Genova, eravamo stati nei vicoli dimenticati del centro storico, poi alla spianata di Castelletto, il più bel balcone su Genova, a osservare oziosamente il mare scintillante di mezzogiorno.
Non faceva ancora caldo, quel caldo estivo così opprimente, per me che amo le bufere e il freddo asciutto. Era piacevole sentire sulla pelle il soffio delicato del vento caldo e leggermente umido che veniva dal mare.
Poi avevo accompagnato questa cara amica all'aeroporto e le avevo tenuto compagnia in attesa del volo che l'avrebbe portata per l'ennesima volta a Novosibirsk, in Siberia. Così, per spendere bene gli ultimi momenti insieme, aveva iniziato a raccontarmi le meraviglie che aveva visto e conosciuto lassù nel nord del mondo.
Sai quante piccole etnie di poche centinaia d'individui vivono nel nord e si portano dietro un grande bagaglio di tradizioni millenarie? Sono decine. Sono un immenso patrimonio culturale. Purtroppo sono in via d'estinzione, travolti dal mondo moderno che non dà loro più spazio per vivere secondo le tradizioni che si sono formate sin dalla preistoria. Sai che gli Oroci sono solo 884? Vivono lungo il fiume Amur, sulla costa dello stretto Tartaro. Fino a pochi decenni fa vivevano in villaggi di 5 o 6 abitazioni dove abitavano, in ciascuna, due o tre famiglie, e celebravano ancora la 'Festa dell'orso'. Accanto alla casa c'era una piccola costruzione di legno, dove veniva allevato un orso, che sarebbe stato poi ucciso durante una grande festa che, ogni inverno, si teneva per onorare i defunti. I Nganasany sono anche loro poco più di 880 e sono stanziati nella parte più settentrionale della Siberia, tra il 70° e l'80° parallelo. Un tempo erano grandi allevatori di renne, da cui traevano il cibo e le pelli per vestirsi.
Ero così affascinato da quei racconti che neppure il rombo degli aerei in partenza e in arrivo disturbava il suono delle sue parole.
Anzi, erano piccoli rumori di sottofondo che davano un tocco di esotismo a quei racconti. Lanciavano la fantasia a immaginare pericolosi viaggi in terre lontane, difficili atterraggi su piccole piste di aeroporti di frontiera, incontri con popoli sconosciuti.
Mi raccontò anche del misterioso popolo dei Sichirtja, che casuali rinvenimenti archeologici, solo da pochi anni, hanno fatto uscire dalla