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Orvieto in ricette
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Orvieto in ricette

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About this ebook

70 ricette tipiche della tradizione umbra e di Orvieto spiegate in modo semplice e veloce, riprese dai menù dei migliori ristoranti e trattorie. Antipasti, Primi, Zuppe, secondi contorni e dolci passando per i gustosi umbrichelli al ragù di cinghiale, lumachelle, tozzetti e molti altri. In ogni ricetta viene suggerito il vino migliore da abbinare, curiosità legate alla tradizione del piatto e i consigli degli chef, che svelano alcuni dei loro trucchi per realizzare al meglio i piatti e farti gustare i sapori della migliore tradizione italiana. #orvietoricette
LanguageItaliano
Release dateSep 30, 2015
ISBN9788898190553
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    Orvieto in ricette - Lo Sportello del Cittadino

    Associazione Lo Sportello del Cittadino

    ORVIETO in Ricette

    70 piatti tipici della cucina tradizionale umbra

    Table of Contents

    ORVIETO in Ricette 70 piatti tipici della cucina tradizionale umbra

    Premessa

    Introduzione

    Ringraziamenti

    Antipasti

    BISCOTTI CON L’ANICE

    BAFFO CON SALVIA E ACETO

    FOCACCIA CON I CICCIOLI DI ORVIETO

    FRITTATA AL TARTUFO BIANCO

    LUMACHELLE

    PIZZA GIALLA DI ORVIETO

    STRUTTO E FRICCIOLI O CICCIOLI

    ARVOLTOLI O TORTUCCE

    COPPA

    CROSTINI AI FEGATINI DI POLLO

    CROSTINI AI FUNGHI

    FRITTATA DI VITABBIE O VITALBA

    PANZANELLA

    PIZZA DI PASQUA AL FORMAGGIO

    TORTA AL TESTO

    Primi piatti

    RAGÙ DI CINGHIALE

    OMBRICHELLI DEL FUNARO

    UMBRICHELLI AL SUGO D’OCA

    PAPPARDELLE AL CINGHIALE

    TAGLIATELLE CON LE RIGAGLIE DI GALLINA

    UMBRICHELLI CACIO E PEPE CON VENTRESCA

    CIRIOLE ALLA TERNANA

    PASTA E FAGIOLI

    POLENTONE CON IL SUGO DI MAIALE

    SPAGHETTI AGLI ASPARAGI SELVATICI

    STRANGOZZI AL TARTUFO NERO

    STRASCINATI O PENCHI

    SUGO DI LEPRE O CINGHIALE

    TAGLIATELLE AL RAGÙ DI AGNELLO

    UMBRICELLI ALLA MANIERA DEL TRASIMENO

    Zuppe

    MINESTRONE ALL’ORVIETANA

    MINESTRA DI CECI

    ZUPPA DI CECI E CASTAGNE

    ZUPPA DI FARRO

    Secondi piatti

    BACCALÀ ALL’ORVIETANA

    BISTECCA DEL CURATO

    CINGHIALE

    CONIGLIO A PORCHETTA

    GALLINA ‘MBRIACA

    PALOMBA ALLA LECCARDA

    PICCIONE IN SALMÌ

    SALSICCE ALL’UVA

    AGNELLO AL TARTUFO NERO

    ANGUILLA DI FIUME ALLO SPIEDO

    BACCALÀ CON LE CASTAGNE

    CINGHIALE ALLA CACCIATORA

    CONIGLIO ALL’ETRUSCA

    FILETTO AL TARTUFO NERO

    POLLO ALLA CACCIATORA

    REGINA IN PORCHETTA

    SPIEDINI MISTI DI SPOLETO

    TEGAMACCIO DEL TRASIMENO

    Contorni

    BANDIERA O PEPERONATA UMBRA

    CARDI O GOBBI IN UMIDO

    FAGIOLI ALL’UCCELLETTO

    PATATE SOTTO LA CENERE

    PATATE CON SALVIA E ACETO

    Dolci

    CASTAGNOLE

    CIAMBELLONE AL VINO

    FRITTELLE DI SAN GIUSEPPE

    FRITTELLONE

    MACCHERONI DOLCI

    MARITOZZI CON IL MOSTO

    TORTA DI ORVIETO

    DOLCE CON LE NOCCIOLE

    PAMPEPATO

    ROCCIATA

    TOZZETTI UMBRI

    Copyright © 2013 – Ass. Lo Sportello del Cittadino

    Tutti i diritti sono riservati - Riproduzione vietata

    Finito di stampare marzo 2013

    Seconda ristampa agosto 2013

    Presso Tipografia Ceccarelli

    Grotte di Castro (VT)

    Non c’è futuro se non si conoscono le proprie radici.

    Premessa

    Seduta in Confaloniera sul muretto che costeggia la rupe con il vuoto dietro le spalle ed il verde dei giardini davanti, mi godo il sole primaverile della bella Orvieto.

    È l’unico punto in cui le vertigini non mi assalgono, uno di quei luoghi noti, sicuri, legati a tanti ricordi, in cui, anche se di spalle, vedo tutto il bello della valle che si perde fino alle colline della Rocca, Benano, Castel Viscardo, Allerona, del monte Peglia. Il sole tramonta proprio lì, dietro Viceno ed illumina tutta la conca verde su cui si staglia la rupe di Orvieto.

    Alle mie spalle il rumore lontano dei treni che passano, delle macchine e tutto intorno mille uccellini che cinguettano, le grida dei bambini che giocano, il rumore dell’acqua aperta che esce dalla fontanella. Davanti a me il viale alberato, tanti piccoli ciclisti che si rincorrono, la palla, le altalene, le signore che passeggiano, i ragazzi innamorati seduti sulle panchine che si guardano negli occhi, ridono, si abbracciano. Odore di tiglio in fiore, di erba appena tagliata, di gelsomino e poi odore di soffritto, di carne alla brace, di cucina orvietana. Dentro le vecchie case del centro storico è ora di preparare la cena.

    Chiudo gli occhi e il pensiero va alle tante nonne orvietane che il giovedì ed il sabato mattina vanno al mercato.

    È l’alba ed Orvieto a volte è coperta da una leggera nebbiolina che ovatta rumori e colori. Girando nei vicoli sembra di essere piombati in un romanzo di Jane Austen e ci si aspetta da un momento all’altro di veder apparire dietro un angolo qualche signora con lunghi abiti, grembiuli e cestino per il mercato.

    In quest’atmosfera surreale si intravede una delle nostre nonnine che con la sua borsa si appresta a raggiungere Piazza del Popolo. I capelli bianchi sono pettinati perfettamente e la gonna al ginocchio non ha nemmeno una piega. Attenta ad ogni dettaglio. La borsa al braccio sinistro ed il carrello per la spesa trascinato a destra. Cammina piano ma non indugia tra i sanpietrini. La strada la farebbe anche ad occhi chiusi.

    È quasi sotto la Torre del Moro. La campana suona la mezzora: nove e trenta. Questa mattina ha fatto un po’ tardi. Generalmente si parte presto per scegliere per prima la verdura più fresca al banco del bolsenese. «Carote, carciofi, insalata, funghi, tutti freschi e belli mi raccomando!».

    Continua a camminare. Inizia a sentire il vociare della gente, le grida dei venditori, l’odore del mercato. La grande Piazza del Popolo è strapiena di gente e di banchi dei commercianti. Si ferma un attimo e prende fiato prima di infilarsi dentro il bazar orvietano. Formaggi, pesce, tende e tovaglie. Ma lei va diritta per la sua strada verso il banco della frutta e verdura: il bolsenese. Non c’è niente da fare, da Bolsena vengono i fruttivendoli forniti dei prodotti più buoni. Lei ormai ha questa teoria e non si può farle cambiare idea perché lo ha sperimentato con anni di spesa.

    Già piena di buste la nostra nonna fa sosta obbligata al forno per un bel filoncino di pane. Tante volte mi sono ritrovata con amici che erano passati a visitare la bella Orvieto e magari di fronte ad una bruschetta o ad un crostino nero mi chiedevano se tutto il pane di qui fosse rigorosamente sciapo. Rassegnati turista perché il pane a Orvieto è così e a noi ce sa tanto bono!.

    Dalla grande piazza del Popolo piena di gente, tra le grida del pescivendolo e l’odore di porchetta, la nostra nonna s’infila in un vicolo stretto e si affaccia poco dopo alla porta della macelleria. Cosa ha deciso di comprare? Pé pietanza oggi ha deciso di preparare qualcosa di diverso dal suo pollo arrosto che è sicuramente uno dei suoi piatti forti. Ma oggi la

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