Un ventennio perduto: 1994 2014
()
About this ebook
Related to Un ventennio perduto
Related ebooks
Quale sinistra? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFino a quando?: Dialoghi fra abisso e speranza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa dittatura occulta: E altri interventi culturali nell'epoca della «contestazione» Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl flagello della sinistra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsE se... Il Regno delle due Sicilie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’italia al tempo dei populismi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa rivolta delle Coscienze. Siamo troppi, inutili e dannosi? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNote 2012: Opinioni, riflessioni, considerazioni, pubblicate sul quotidiano Libertà dal “piacentino di Sicilia” Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'interiorità sovrana Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Risorgimento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelle Eloquenti Distopie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn viaggio con il morto da Milano alla Puglia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDark Italy.: Cronache dal lato oscuro del belpaese Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna nazione incompiuta: L’Italia: dal sistema dei partiti alla crisi della democrazia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsC'è ancora quella voglia di cambiare il mondo? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa rivoluzione liberale: Saggio sulla lotta politica in Italia Rating: 0 out of 5 stars0 ratings2010-2015 Cronache di un cambiamento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRiscontri. Rivista di cultura e di attualità: N. 2: (Maggio-Agosto 2021) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUomini e problemi del Mezzogiorno d’Italia nell’Ottocento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPandemia Capitale: Postapocalittici&Disintegrati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEpidemie e controllo sociale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsE nondimeno l'anarchia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPerché non si stava meglio quando si stava peggio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa rivoluzione blu. Idee per una nuova destra. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDietro le Quinte: Le manipolazioni e gli inganni del potere: rivelazioni sul governo invisibile che controlla il pianeta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsP&m - parassiti e mestatori Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPatrioti illuminati: Giganti italiani contro l’egemonia culturale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa regola Tolkien Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa concezione della politica in Tommaso Campanella Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA Voi la Leopolda, a Noi il Social Forum Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Teaching Methods & Materials For You
101 Conversations in Simple Italian: 101 Conversations | Italian Edition, #1 Rating: 5 out of 5 stars5/5101 Conversations in Intermediate Italian: 101 Conversations | Italian Edition, #2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria della Figa Rating: 4 out of 5 stars4/5101 Lezioni d'italiano da un minuto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConversando in italiano - Coinvolgenti attività di conversazione per insegnanti di lingua italiana Rating: 4 out of 5 stars4/5Sveglia! Oltre 100 attività di conversazione e giochi per insegnanti di lingua italiana Rating: 5 out of 5 stars5/5Proverbi Italiani: I migliori proverbi italiani, divisi per regione, nella lingua dialettale e con il loro significato Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTest e quiz attitudinali e di logica per concorsi pubblici: Guida ai test psico-attitudinali per concorsi pubblici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Arte di Comunicare Rating: 5 out of 5 stars5/5Sì, parlo italiano! 2: E-Book Rating: 1 out of 5 stars1/5Imparare il tedesco - Bilingue (Testo parallelo) Racconti Brevi (Tedesco e Italiano) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGrammatica viva Rating: 3 out of 5 stars3/5Inglese Per Principianti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCreatività - Istruzioni per l'uso Rating: 4 out of 5 stars4/5Manuale di Grammatica Inglese di Base Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsItaliano Per Principianti - Basico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa lingua Italiana: breve storia e approcci glottodidattici come L2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLife. La mia storia nella Storia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsChimica: tavola periodica degli elementi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale Dell'Intelligenza Emotiva 2.0 Di Travis Bradberry, Jean Greaves, Patrick Lencion Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa storia semplice e divertente Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLaboratorio di Scrittura Creativa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNote di un poliglotta. Consigli pratici per studiare una lingua straniera. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl metodo di studio: Quando, quanto, cosa, come e perchè studiare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGuida alle abitudini intelligenti: 36 piccoli cambiamenti nella vostra vita di cui vi sarà grato il cervello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsImparare il portoghese - Testo parallelo - Racconti Brevi (Italiano - Portoghese) Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Un ventennio perduto
0 ratings0 reviews
Book preview
Un ventennio perduto - Andrea Mannone
9788890983481
Prememessa
Premessa
Noi in genere intendiamo per storia una narrazione di fatti, di avvenimenti che si sono succeduti nel tempo. E’ un modo indubbiamente assai riduttivo di concepire la storia, che non può essere ridotta a "Res Gestae, ma va intesa, piuttosto, come
Memoria Rerum Gestarum", ossia, come presa di coscienza del proprio passato.
"Del resto, non sapere che cosa è successo prima che tu sia nato, equivale ad essere un ragazzo. Che cosa è, infatti, la vita di un uomo se non si riallaccia con la vita di quelli venuti prima di noi, attraverso la memoria storica?" (Cicerone, De Oratore, 2, 36).
Queste cose diceva Cicerone già duemila anni fa, quasi a volerci dire come la Memoria intesa come esperienza del ricordare fa parte integrante della vita dell’uomo, perché lo àncora al passato, gli consente di interpretare il presente, e di progettare il futuro. Un messaggio che giunge ai posteri come una sorta di Memento e che ancora oggi conserva tutta intatta la sua validità e attualità.
Ma diventare uomini è una prova dura e difficile che impegna l’uomo con tutto se stesso nella lotta di ogni giorno tesa al raggiungimento di "… quella capacità di comprendere la vita e soprattutto il posto che vi teniamo nei nostri rapporti con gli altri". A tal fine " non c’è bisogno di divorare libri, enciclopedie o intere biblioteche… basta vivere da uomini, cercare, cioè, di spiegare a se stesso il perché delle proprie azioni e di quelle altrui, basta tenere gli occhi aperti, curioso su tutto e su tutti, sforzarsi di capire ogni giorno il Tutto di cui siamo parte; basta comprendere e penetrare la vita con tutta la nostra forza di passione, di volontà di tensione ideale e morale. Che è come dire: non poltrire, non impigrire" (A. Gramsci).
Di qui la necessità della Memoria storica per diventare persone mature e coscienti di sé. Certuni, però, non diventano mai uomini, ma rimangono…
"Obbedendo ad un ordine di Zeus, Prometeo plasmò gli uomini e le bestie. Ma quando Zeus si accorse che le bestie erano molto più numerose degli uomini, gli ordinò di disfare un po’ di bestie per ridurle a uomini. Prometeo eseguì l’ordine. Ecco perché tutti coloro che la forma umana non l’avevano ricevuta originariamente, si ritrovarono con un corpo di uomo e l’anima di una bestia. Ecco una favola buona per un uomo grossolano e bestiale."
(Esopo, Prometeo e gli uomini.)
Introduzione
Introduzione
Il decadimento della politica nel nostro paese non scaturisce solo dalla indegnità e dalle nefandezze della casta. Il decadimento origina in primo luogo dal degrado civile sociale e culturale che ha caratterizzato la nostra società nel corso di questi ultimi venti anni.
Un ventennio in cui il paese si è venuto a trovare senza più un saldo ancoraggio al suo retroterra storico, politico già a partire dal problema stesso della sua Tenuta
. Nonostante sia trascorso un secolo e mezzo dalla sua Unità, bisogna onestamente riconoscere che questo popolo non ha ancora una storia condivisa. Questo popolo non ha ancora rimarginato le sue ferite ataviche, dalla questione meridionale, alla guerra civile fascisti-antifascisti, fino a Mani pulite. Il venir meno di una memoria storica, di un passato comune si è ulteriormente accentuato e aggravato in questi ultimi anni nei quali la lega si è spinta fino a contestare lo stesso Risorgimento, l’Unità d’Italia, il Tricolore. Si aggiunga, altresì, che l’avvento di un bipolarismo irriducibile, insanabile, inconciliabile, di infima bassezza politica, ha radicalizzato divisioni e contrapposizioni in un processo di progressiva escalation conflittuale in cui le coalizioni cosiddette di destra e di sinistra solo in apparenza sono state alternative l’una all’altra. In realtà, si sono rivelate ciò che veramente sono: il Giano Bifronte
, ossia, le due facce uguali e diverse di uno stesso corpo: il potere.
Il paese ha smarrito il suo orizzonte di senso e di valori: l’uomo, il singolo, l’individuo è ciò che conta; l’immagine è quella che vince; la comunicazione è quella che convince; comandare è meglio che ogni altra cosa. Soldi, sesso e successo! Questo il dio uno e trino della società di questi anni.
Insomma, una Italietta popolata da piccoli uomini e piccole donne da salotti tv, incipriati, incerottati, imbellettati, come immagine comanda. Del politico è avvenuto né più e né meno quel che avviene del pesce: come il pesce non vive fuori dall’acqua, così il politico non sopravvive fuori dall’apparizione mediatica.
L’esposizione mediatica è diventata l’elemento vitale, essenziale del suo esser-ci. Di qui, il suo snaturamento, il suo diventare sempre più attore e maschera del teatrino mediatico, e sempre meno figura politica in vicinanza e consonanza col sentire, con i bisogni, con le aspirazioni, con le ansie di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.
Nell’Italietta di questo ventennio, tra i requisiti indispensabili e imprescindibili di un politico, c’è la comunicazione, fino a teorizzare che fare politica serve sì, ma fino ad un certo punto. Anzi, per i più alti pensatori di questa scuola, essere politico o far politica significa essere l’ultimo romantico di un tempo che non è più.
Comunicatore e affabulatore: questa è e deve essere la virtù maliarda, magica e fascinosa del politico della società dell’Immagine. Un tempo si diceva épater le bourgeois
. Oggi si potrebbe dire: épater le voyeur
, cioè, il gonzo, il guardone del video, il vidiota. Ma è possibile che la politica, in ultima istanza, si riduca a gettare polvere negli occhi? A specchietto delle allodole? Non è una offesa alla intelligenza dell’uomo e della sua divina facoltà? Pensare, riflettere, ragionare.
Purtroppo, questa realtà più virtuale che reale nella quale siamo stati avvolti come in un magico involucro, ha financo generato l’illusione che Democrazia è potere del popolo
, che il popolo è sovrano. In realtà, si tratta di una sovranità rituale, formale, tutt’altro che decisionale, perché gli addetti ai lavori fanno rientrare dalla finestra ciò che il popolo si è recato a votare; perché deputati e senatori sono stati già eletti nelle segrete stanze delle segreterie di partito; perché le decisioni cruciali e vitali per le sorti di un popolo, di una nazione non stanno più di casa qui in Italia, ma altrove. Insomma, Passata la festa, (la kermesse elettorale) gabbatu lu santu
. Perché? "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare".
Alle soglie degli anni 90
Alle soglie degli anni ‘90
Con l’avvento della cosiddetta II° Repubblica, lo scenario della politica italiana non è più quello cui abbiamo assistito a partire dalla seconda metà del novecento per circa un cinquantennio fino ad arrivare agli anni novanta:
a) finisce l’URSS;
b) finisce il mondo bipolare;
c) finisce la guerra fredda;
d) cade il muro di Berlino.
Si tratta di avvenimenti epocali, destinati a segnare e a cambiare dal profondo anche la cultura politica e democratica del nostro paese. La politica in Italia, prima della caduta del muro di Berlino, era davvero espressione di grandi tensioni e contrapposizioni politiche, etiche e ideali.
La società italiana era come spaccata in due dal macete
dell’ Ideologia
: o si stava di qua o si stava di là; o eri di una parrocchia o eri della parrocchia opposta, con la conseguenza di tutte quelle logiche drastiche, rigide e schematiche che alimentavano e stavano alla base dei concetti di sinistra e destra.
La stessa contrapposizione dei due grandi partiti DC contro-PCI era l’aspetto fenomenico della spaccatura manichea della politica nel nostro paese: da una parte il Bene
, dall’altra parte il Male
; da una parte, la Libertà
, dall’altra parte, la illibertà
; da una parte, Cristo
, dall’altra parte, l’ Anticristo
.
Oggi, invece, le cose non stanno più così. La politica non corre più lungo il crinale di grandi scelte, o di grandi opzioni ideali e valoriali; insomma non è più quel mondo di logiche conflittuali e tradizionali di un tempo, ma si viene sempre più delineando e configurando come uno spazio sempre meno dualista e sempre più pluralista.
Ma i sommovimenti, gli sconvolgimenti di un’epoca non afferiscono soltanto alla sfera, all’ordine politico e ideologico di una storia, di un tempo, ma si ripercuotono e si riverberano anche all’interno di una visione e concezione del vivere economico e sociale del nostro paese.
In particolare, gli eventi cruciali di questi ultimi decenni, col craxismo
prima e col berlusconismo
poi, sono stati il trionfo, l’apoteosi di una ben precisa Ideologia
economica e sociale: liberismo e mercatismo.
Tutto è diventato rampantismo, competizione selvaggia nel nome della Deregulation
a cui ha finito per omologarsi e convertirsi una larga parte di classe politica e dirigente anche di sinistra, che non ha disdegnato di adagiarsi e curvarsi alla logica del mercato e della finanza. Non a caso, sulla scena politica irrompono altre figure, altri personaggi, altri attori: uomini di finanza, di affari, managers e super-managers.
La politica viene relegata sempre più sola e soletta in un cantuccio e, per contro, si fa sempre più spazio all’all’avvento della New Economy: operazioni in borsa, scalate bancarie, acquisizioni azionarie con tutte le nefandezze e scelleratezze varie perpetrate dalla finanza tossica. Ciò ha portato al declino del prestigio sociale del lavoro, inteso come attività operosa, laboriosa e produttiva e alla corsa al denaro che nasce e si riproduce dal denaro.
E’ la corsa sfrenata alla finanziarizzazione dell’economia che affida il processo di arricchimento più alla speculazione che alla produzione. Insomma, un capitalismo da Raider
e arrampicatori che alcuni eminenti dirigenti politici di sinistra hanno salutato e cantato come capitani coraggiosi
.
Oggi a distanza di più di vent’anni, bisogna oggettivamente riconoscere che le cose sono cambiate. Panta rei
, tutto scorre, tutto passa: liberismo, mercatismo, individualismo. Un’epoca è finita: quella degli anni novanta, degli spiriti vitali, o per meglio dire, degli spiriti animali del liberismo oltranzista, un’epoca nella quale Stato, società, welfare, solidarietà, dignità e diritti del lavoro non avevano diritto di cittadinanza. Esistevano solo gli individui e il loro più sfrenato Laissez faire
.
Come mai è potuto accadere tutto ciò? E’ potuto accadere perché sono venute meno le grandi identità politico-ideologiche e soprattutto perché si sono notevolmente affievoliti e indeboliti quelli che un tempo erano i forti e solidi legami di classe e ceto sociale in base ai quali i partiti regolavano e determinavano le loro strategie. Nascevano così i partiti leggeri, liquidi, i partiti ectoplasma.
Ma un partito è partito se declinato e correlato a precise realtà e identità sociali che possono essere poste a fondamento di esso, se rappresenta, cioè, interessi, bisogni, aspirazioni, tensioni e volizioni di ben precisi ceti sociali e una volta che li ha individuati, riconosciuti e localizzati si candida a rappresentarli. La sinistra, purtroppo, da questo punto di vista, è stata assente, e oggi finalmemente- meglio tardi che mai- accenna a qualche esame autocritico:
"… Vorrei capire se noi siamo in grado di mettere al centro della discussione qual è l’idea delle sinistra di cui questo paese ha bisogno. A furia di compatibilità economiche, rigore, austerità, noi abbiamo smarrito un pezzo della nostra identità, della nostra anima, della nostra autonomia culturale. Io non difendo a spada tratta tutto quello che noi abbiamo fatto nel corso di questi anni. Non sono tra quelli che dice che le cose che ha fatto il pd per definizione sono giuste. Io penso che dobbiamo chiudere il ventennio della storia di questo paese e lo dobbiamo fare uscendo non da destra, ma da sinistra.
Se dovessi dire cosa metto nella valigia di questi ultimi vent’anni, mi porto appresso, direi, non moltissime cose; direi l’ulivo, direi l’euro,… abbiamo bisogno di una svolta profonda e radicale e di una alternativa per il futuro di questo