Outdoor Canoa Whitewater
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Book preview
Outdoor Canoa Whitewater - Augusto fortis
AUGUSTO FORTIS
OUTDOOR CANOA WHITEWATER
500 ITINERARI
Guida a colori per scoprire l’Italia e il mondo
con i migliori percorsi per tutti
Global Whitewater activities
KAYAK – FLOATING
TUBING - HYDROSPEED – SUP
SIT ON TOP – SIT INSIDE – RAFTING
World Whitewater. Global guide
Presentazione di Thomas Schmid
AbelBooks
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI
Il libro è dedicato ad Andreas Palmas, morto durante la discesa sul Karnali River in Nepal.
Ringraziamenti: Maurizio Pattoglio, Manfred Hoffmann, Ulrich Maurer, Michael Donner, Sylvia Hacher, Franz Gruber, Nils Schreiner, Enrica Gobetti
Progetto editoriale e realizzazione: Augusto Fortis
Copertina e quarta di copertina di Augusto Fortis
Foto di copertina: la discesa di un corso d’acqua selvaggia, assicura grandi soddisfazioni, ma è da godersi con rafforzata attenzione.
Impaginazione a cura della Casa Editrice
Proprietà letteraria riservata
© 2016 AbelBooks
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:
AbelBooks – Piergiorgio Leaci Editore
Via Milano 44
73051 Novoli (Le)
ISBN 9788867521500
INDICE GENERALE
- Dediche e ringraziamenti
- Presentazione di Thomas Schmid
- Introduzione
Capitolo 1
- Classificazione internazionale delle difficoltà
- Le imbarcazioni per l’Outdoor Whitewater
- Le compagnie commerciali, di Whitewater
- Il territorio, la geologia, la geografia e i regimi idrici
- La portata dei fiumi
- La salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico
- Note tecniche generali nelle schede per la descrizione dei percorsi
Capitolo 2
- I percorsi nel Continente Europeo
- Itinerari, ambiente e territorio
- Schede tecniche dei percorsi
Capitolo 3
- I percorsi nel Continente Asiatico
- Itinerari, ambiente e territorio
- Schede tecniche dei percorsi
Capitolo 4
- I percorsi in Australasia (Oceania)
- Itinerari, ambiente e territorio
- Schede tecniche dei percorsi
Capitolo 5
- I percorsi nel Continente Africano
- Itinerari, ambiente e territorio
- Schede tecniche dei percorsi
Capitolo 6
- I percorsi nel Continente Americano
- Itinerari, ambiente e territorio
- Schede tecniche dei percorsi
Capitolo 7
- I fiumi e i corsi d’acqua superficiali
Capitolo 8
Raduni e manifestazioni
- In Europa
- In America negli Stati Uniti (USA)
- In Africa (Marocco Alto Atlante)
Capitolo 9
La Sicurezza in canoa kayak
- Trasporto di un infortunato
- Avvertimenti
- Equipaggiamento
- Studio tecnico del percorso
- La segnaletica della Whitewater
Appendici
- Dizionario dei termini tecnici più usati
- Le compagnie di rafting nel mondo
- Bibliografia
- Elenco delle librerie on-line, che trattano libri di Whitewater
- Elenco siti web di Whitewater
- R.C.O. River Conservation Organization
- Organizzazioni mondiali esperte in sicurezza
- Elenco delle riviste di Outdoor nella pratica Whitewater river
- Federazioni Internazionali di Canoa Kayak (I.C.F.)
- Elenco in Italia dei club di Whitewater river canoa-kayak-rafting-hydrospeed
- Elenco delle scuole in Italia, di Whitewater river
- Cartografia (Italy)
- Notizie utili (Italy)
- Sommario dei percorsi nei cinque continenti (schede monografiche)
PRESENTAZIONE
Oggi, si sta affermando sempre di più lo specifico canoista il cui obiettivo principale è il percorso di acqua viva con difficoltà oltre la media, fino all’estremamente difficile. Questo cambiamento di mentalità, ha fatto sì, che la scala delle difficoltà si sia in questi ultimi anni, notevolmente spostata in avanti. Capita così che un tratto di fiume giudicato negli anni sessanta del secolo scorso, di quarta classe, oggi sia valutato di secondo superiore, al massimo di terzo grado. Cambiando i criteri di valutazione delle difficoltà, si sono anche modificati in modo sostanziale l’equipaggiamento e i materiali per la sicurezza, con la relativa didattica d’insegnamento.
Una vacanza sull’acqua viva è un’esperienza entusiasmante e profondamente istruttiva. S’impara a non inquinare o compromettere il territorio che ci ospita, e al rispetto dell’ambiente. Scegliendo le giuste attrezzature per i diversi percorsi, si scoprono i segreti della natura, e si capisce come valutare le capacità dei compagni e le difficoltà del percorso.
Oggi si è perso il vero significato antico del navigare. Con Internet, si sta comodamente seduti nella propria stanza navigando da un posto all’altro del mondo, scoprendo nuovi spazi lontani da casa in pochi minuti. Una navigazione, cui manca però l’acqua, la scoperta, il rischio, le difficoltà, la paura, i timori dell’imprevisto. Questo è ormai il significato moderno che si dà al navigare. Navigare sul serio invece, significa imparare a leggere il fiume, ad amarlo, assecondarlo, farselo amico, praticando una disciplina sportiva impegnativa ma straordinaria, alla portata di tutti. Ci si mette alla prova nello scoprire i propri limiti, favorendo la produzione di adrenalina, per il gusto della scoperta e per l’amore della natura.
In Europa e nel mondo, ogni giorno si scoprono centinaia di nuovi percorsi di acqua selvaggia. Questo successo incoraggiante è dovuto al fatto che quest’attività si pratica all’aria aperta, dove giovani e adulti si possono misurare con l’avventura delle rapide.
Senza una ricognizione preventiva del percorso tuttavia, nessun canoista serio si lancerebbe mai in una discesa senza aver preso le sue brave informazioni su qualcuno che il percorso l’ha già disceso in precedenza. Dietro ad una curva, una recente piena, può aver creato una rapida, dove prima non c’era, o può esserci in agguato un tronco galleggiante: la pubblicista è venuta in aiuto di tutti quelli che vogliono cimentarsi con le acque selvagge possibili e impossibili.
L’avventura sportiva di navigazione delle acque selvagge, si può fare in diversi modi e con differenti tipi d’imbarcazioni e di tecniche, a secondo dei percorsi che si decide di intraprendere.
In tema di guide di Whitewater, si stanno delineando in questi ultimi anni, due posizioni opposte; da un lato ci sono quelli che si oppongono a questi strumenti conoscitivi, che secondo il loro parere, diminuiscono di molto lo spirito di avventura e di dimensione ludica di quest’attività sportiva; dall’altra parte invece ci sono quelli che essendo alle prime armi con poca esperienza, desiderano frequentare solo itinerari sicuri, già ampiamente descritti e collaudati.
Augusto Fortis, è uno dei massimi esperti mondiali nell’Outdoor dell’acqua viva. In questo contesto di scoperta e di avventura Outdoor per tutti, ben s’inserisce questa sua nuova guida, che offre una chiara visione dei più bei percorsi nel mondo, con una trattazione organica, ricca di meticolose pagine tecniche e di osservazioni ecologiche, che sicuramente contribuiranno a incrementare il già notevole successo di questa pratica Outdoor.
Thomas Schmid
INTRODUZIONE
Attraverso lo sport e l’avventura, intendendo con questo soprattutto un’avventura umana, la natura può essere usata come strumento per andare incontro a se stessi e agli altri. Il concetto di Outdoor è un modo di pensare e di essere; esso si basa sulla capacità dell’individuo di frequentare ambienti incontaminati, spesso ostili, dove l’individuo mette alla prova le proprie capacità. Superare i nostri orizzonti, è una pratica antica tipica della nostra specie.
Nel nostro paese, l’Outdoor nella Whitewater river, sta avendo, soprattutto tra i giovani, un discreto successo. Il suo maggior pregio, è quello di essere un’attività ecologica. Speriamo che il diffondersi oltre un certo limite, non comporti però un’inevitabile violenza sulla natura. Noi frequentatori dell’acqua viva, vogliamo mantenere la purezza dei nostri percorsi. Il timore è quello che, pubblicizzando questi itinerari, si potrebbe arrivare alla fine, agli stessi risultati oggi ottenuti con la pratica d’altri sport di massa.
È ovvio che sia insensato, fare affidamento per la discesa di un corso d’acqua selvaggia, a delle descrizioni troppo dettagliate. Ci si deve accontentare a dei suggerimenti, valutando di volta in volta, in modo molto critico, le situazioni con i propri occhi. Non si può negare che descrizioni troppo dettagliate, sottraggono a chi fa la discesa, una grossa porzione d’avventura. L’avventura deve far parte integrante di queste attività Outdoor.
Vivere Outdoor a contatto con l’acqua viva, significa sviluppare nella persona che la pratica, lo spirito di avventura, valorizzando l’abilità motoria e la resistenza psicologica, scoprendo i segreti della natura umana, proponendo un incontro spettacolare e molto gratificante con la natura all’aria aperta. Cosi, dopo aver percorso centinaia di chilometri su questi fiumi, li radunammo in questa raccolta. I percorsi secondo il nostro criterio devono essere gratificanti, attuali e di difficoltà non eccessive. Questo volume, si propone quindi come un manuale/guida, per conoscere e affrontare e scoprire i percorsi del mondo, nei diversi climi e territori, in tutte le stagioni, con itinerari con ogni grado di difficoltà, tra cui predominano quelle medie, adatte a un vasto numero d’appassionati di acque selvagge.
Augusto Fortis
CAPITOLO 1
CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE DIFFICOLTA’
La classificazione internazionale delle difficoltà di seguito riportata, si articola in sei gradi o classi, anche se da più parti del mondo si chiede alla Federazione Internazionale (I.C.F.) di alzare i gradi, analogamente a quanto avvenne anni qualche anno fa con l’alpinismo.
Al momento, la (I.C.F.) non ritiene di alzare i gradi, ritenendo la sesta classe, il limite della praticabilità.
Classe 1 - facile. Piccole rocce sul fondo che generano onde basse e regolari.
Corrente non troppo forte, rapide visibili dall’imbarcazione, pendenza lieve. Le rapide non sono mai troppo strette, ne ostruite da massi e non presentano problemi sulla linea da seguire.
Esempio. Ammer (Germania) da Rottenbuch a Peibenerg, con idrometro a 90 al paese di Weiltheeim.
Classe 2 - media difficoltà con morte ben delimitate, con pochi ostacoli facili da evitare. La linea da seguire con questa classe, è evidente.
Esempio, Stura di Demonte (Italia) da Festiona a Moiola, con idrometro a 70 a Gaiola.
Classe 3 - moderatamente difficile, rapide moderatamente difficili, intervallate da laghetti, con onde e buchi che possono far immergere completamente l’imbarcazione, e bloccare la discesa. Per affrontare la terza classe, bisogna sapere fare senza esitazione, le manovre d’ingresso in morta, e l’appoggio a valle. Occorre padronanza dell’eschimo e una buona esperienza, che consenta di affrontare vere rapide con disinvoltura.
Esempio, Inn (Austria) nell’Imster-Schlucht, con idrometro a 200 al paese di Haiming.
Classe 4 - difficile rapide violente. Buona tecnica in acque mosse. Le onde sono grandi e irregolari, vi sono buchi da evitare e da superare nel verso giusto. Le rapide sono molto dure e il loro superamento richiede esperienza. Nuotare in questa classe, diventa pericoloso, vi sono buchi che trattengono e i compagni spesso non possono intervenire subito. Prima di affrontare un tratto di quarta classe, è norma prudenziale sbarcare e fare una ricognizione a piedi. È da notare che, la quarta classe, non presenta rapide molto più violente della terza classe, ma è la lunghezza e la continuità della stessa, a far aumentare il grado di difficoltà.
Esempio: Otztaler Ache (Austria) nella gola boschiva, con idrometro a 120 al paese di Tumpen.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=X2m1oUFQFek
Nella classe 5, occorre molta tecnica in acque mosse e grande esperienza nell’eseguire le manovre. Le buche sono molto profonde e tendono a trattenere la persona che ci cade dentro. Sui percorsi estremamente difficili, in caso di ribaltamento, è obbligatorio conoscere la tecnica dell’eskimo - come nella foto sopra - dove il discesista in kayak dopo il ribaltamento, con questa manovra, recupera la posizione iniziale.
Classe 5 - estremamente difficile. Molta tecnica in acque mosse, occorre grande esperienza nell’eseguire le manovre. Le zone di morta sono ribollenti e instabili. Le buche sono molto profonde e tendono a trattenere la persona che ci cade dentro. Grossi massi ostruiscono i passaggi. Questi sono stretti e molto violenti.
Esempio. Inn (Svizzera) nella gola di Brail, con idrometro a 110 al paese di Tarasp.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=z70zVwRKeKk
Classe 6 - limite della praticabilità. Più difficile della classe 5. Esempio. Otztaler Ache (Austria) nel tratto fra Langenfeld e Umhusen con idrometro a 120 al paese di Tumpen.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=hFEQJ9ZuBfk
http://www.youtube.com/watch?v=VhVutD_7nTs
http://www.youtube.com/watch?v=X7YOjFJbgw8
Negli USA, di recente si sta adottando, in via sperimentale, una classe per la valutazione dei salti e delle cascate. Questa classe denominata: Class U or rapid or falls, se sarà confermata dalla I.C.F. sarà posta oltre la sesta classe.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=Fo943ucyZYc
L’estremo, chi pratica quest’attività, deve possedere notevoli capacità tecniche, abbinate a doti di resistenza psicofisica non comuni. Qui, il rischio è assoluto e non prevede compromessi tra la vita e la morte.
Tutte le rapide oltre il sesto grado sono considerate estreme. È una sfida con se stessi e con l’acqua viva.
Sul sito www.youtube.com (account: sport-kayak estremo), oppure http://www.bing.com/videos/search?q=yotoube+kayak+estremo&qpvt=yotoube+kayak+estremo&FORM=VDRE, è possibile visionare alcuni filmati realizzati in tutto il mondo, da canoisti estremi.
Il sito www.extremsportman.com propone anche per la canoa-kayak, video di discese estreme.
Di seguito sono elencati alcuni siti Web con filmati di discese estreme.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=uNXh9gXDd2Y
http://www.youtube.com/watch?v=LAzCYGT7GhQ
http://www.youtube.com/watch?v=2mN6OFkqE2k
http://www.youtube.com/watch?v=nsd6p_zzeE0
http://www.youtube.com/watch?v=SnOUU55qigY
http://www.youtube.com/watch?v=Fo943ucyZYc
http://www.youtube.com/watch?v=sgYOmNTq62E
http://www.youtube.com/watch?v=yFqz6Ap05_A
http://www.youtube.com/watch?v=inpSdhvtzZk
http://www.youtube.com/watch?v=D3NZ45e9llI
https://www.youtube.com/watch?v=opXw172B58E
http://www.bing.com/videos/searchq=yotoube+kayak+estremo&qpvt=yotoube+kayak+estremo&FORM=VDRE
Per i grandi esperti, vengono anche organizzati i campionati mondiali di canoa estrema. Risorse web video: http://www.youtube.com/watch?v=XeW2WUQ6Sbg
Da segnalare sulle Alpi una competizione estrema su una distanza di 6 km e un dislivello di 200 m, che si svolge in Francia a La Berard, sul Vènèon, un percorso con acqua glaciale di grande potenza, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, dal titolo "Derby du Vènèon". Il percorso, uno dei più completi ed esigenti al mondo, premia gli atleti più forti, sia dal punto di vista tecnico che di endurance. Alla manifestazione lo scorso anno, erano presenti 150 atleti provenienti da trenta paesi, che si sono cimentati sulla rapida denominata "Wellerbrucke" di grande difficoltà e pendenza, lunga 200 m, dopo una selezione avvenuta il giorno precedente cui sono stati ammessi solo quarantotto canoisti in una sola manche della durata di un minuto.
I partecipanti, al termine del difficile percorso, dovevano, di corsa e con canoa in spalla, risalire da un ripido sentiero al fondo della gola, fino al traguardo. La sicurezza è l’obiettivo primario dell’organizzazione. Si accede alla gara, con una selezione rigorosa il giorno prima della gara, nel tratto compreso tra il paese di La Berarde e la rapida "delle fotografie". Il percorso iniziava al paese di La Berard e terminava al ponte romano di Champhorent a un’altitudine di 1500 m.
In Austria sul fiume Otz in Tirolo, il 5 e il 6 ottobre 2012 si è svolto il Campionato Mondiale di Canoa Estrema. Denominato Adidas Sickline www.adidas-sickline.com/en/. Altre manifestazioni si svolgono in ogni parte del mondo come il Wildwater Gran Prix - Big Water Boater Cross. Risorse web video:
https://www.youtube.com/watch?v=JMwlQ92K02U
In Francia, la rapida estrema più nota è la Malafosse, sul tratto superiore del fiume Durance a monte di Briançon nelle Hautes Alpes, poco a valle della confluenza della Clarèe; rapida lunga circa 500 m con notevole dislivello ed enorme potenza dell’acqua, sulla quale sono svolte spesso, competizioni internazionali di discesa estrema.
In Italia, la rapida estrema più nota è il salto di Mondrone, sulla Stura di Ala, nelle valli di Lanzo nel Piemonte Centrale, discesa per la prima volta dal canoista estremo torinese Pietro Berga, nel maggio del 1993. Risorse web video: http://clip.zostojsiab.com/cWdOMVJxeGpuLWc1
Durante le manifestazioni di discesa estrema, cui partecipano di solito i migliori specialisti mondiali di questa specialità, gli organizzatori predispongono sul percorso del personale di salvataggio. Ai partecipanti è fatto firmare un documento di scarico di responsabilità. Raramente sono fatti dei test preliminari per la verifica delle capacità tecniche dei partecipanti, per cui spesso queste manifestazioni registrano incidenti mortali. Sulla rapida Malafosse, sopra citata, una lapida riporta un elenco di persone decedute.
La rivista: Gulliver Outdoor Magazine, www.gulliver.it, nata nel 1995, nella sezione "estremi" si occupa anche di canoa- kayak estremo, sui fiumi di tutto il mondo. Il sito in lingua inglese www.kayaksession.com e quello italiano www.ckfiumi.net, spesso propongono video di discese estreme. Alcuni siti web, come www.jdsport.com e siti correlati, propongono a chi ne ha le capacità tecniche, discese estreme in Italia e nel mondo, di canoa, kayak, rafting, hydrospeed.
La graduatoria delle difficoltà in classi o gradi, stabilita dalla Federazione Internazionale di Canoa-Kayak (I.C.F.), si riferisce soltanto alle difficoltà legate al fiume. La classificazione è suscettibile di modifiche ed è puramente teorica. L’ambiente del fiume è in continuo mutamento, sia a causa delle variazioni di livello dell’acqua, sia a causa dell’intervento dell’uomo. In questa graduatoria resta sempre una parte di soggettività legata al livello tecnico del praticante e all’evoluzione delle attrezzature e delle pratiche sportive. La valutazione del grado di difficoltà di un fiume richiede sempre la massima attenzione. Durante la discesa bisognerà poi tenere presente alcuni parametri che non sono presi in considerazione nella classificazione delle difficoltà, quali: la durata del percorso, le condizioni meteo, l’isolamento in gole.
LE IMBARCAZIONI PER L’OUDTOOR WHITEWATER
Battelli pneumatici - Si trasportano facilmente in una sacca da portare in spalla come uno zaino.
Di piccole dimensioni rispetto al raft, è di facile trasporto anche in occasione dei trasbordi. È un’imbarcazione pneumatica a metà fra il raft e il kayak, dotata di grande maneggevolezza, con un galleggiamento analogo ai comuni gommoni.
Si trasporta facilmente in una sacca da portare in spalla come uno zaino. Di piccole dimensioni rispetto al raft, è di facile trasporto anche in occasione dei trasbordi; è detta anche canoa pneumatica o battello pneumatico. È un’imbarcazione a metà fra il raft e il kayak, dotata di grande maneggevolezza, con un galleggiamento analogo ai comuni gommoni.
Rafting - È costituita da materiale sintetico che la rende inaffondabile e molto leggera, con una forma che la rende facilmente manovrabile anche da chi non possiede la conoscenza della complessa tecnica di guida delle canoe e dei kayak.
Risorse web:
http://it.wikipedia.org/wiki/Rafting
Il termine inglese "raft" significa zattera e quasi certamente questa è l’origine non solo etimologica del gommone fluviale come lo intendiamo noi oggi. È un’imbarcazione pneumatica di grande potenzialità per la navigazione in acque di grande volume, introdotta in Italia nel 1985 presso la scuola di canoa della val Sesia. Imbarcazione molto usata soprattutto dalle compagnie di rafting.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=8ki063qwR4E
http://www.youtube.com/watch?v=X-c1n2l6z64
http://www.youtube.com/watch?v=9QDJSXCCeGY
http://www.youtube.com/watch?v=IcqdiagRhvU
http://www.youtube.com/watch?v=cPlxfzJi3IU
http://www.youtube.com/watch?v=fNlHgHa04So
Risorse web:
http://www.extremewaves.it/it/rafting.html
http://www.correrenelverde.com/rafting/raftingitalia.htm
http://www.federrafting.it
http://www.raftingitalia.it/
http://www.raftingcenter.it/Attivita/Rafting?p=rafting
La differenza sostanziale fra una canoa e un raft è che la prima è in grado di fare acrobazie fra le rapide, mentre il raft, più lento e ingombrante non si presta a particolari acrobazie.
Il raft è formato da un canotto gonfiabile detto gommone
in grado di galleggiare perché riempito d’aria, privo di parti rigide.
Hydrospeed - Si pratica sui fiumi con discreta portata, utilizzando una specie di bob, l’hydrospeed appunto. Divertente nuoto pinnato fluviale, fu introdotto per la prima volta in Europa, in Francia sul fiume Durance nelle Hautes Alpes, nel 1980. L’attrezzatura prevede una muta spessa cinque millimetri, rinforzata sulle ginocchia e sui gomiti e un casco con mentoniera.
In Francia, esiste anche una versione pneumatica dell’hydrospeed, detta hydrosac.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=1YCL4p977tA
http://www.youtube.com/watch?v=75PL2W1Sx6U
http://www.youtube.com/watch?v=2A36hbf586I
http://www.youtube.com/watch?v=w9NGSQ8uyAM
http://www.youtube.com/watch?v=4zrH2EnZqjw
http://www.youtube.com/watch?v=ykoV_g0-_yc
Risorse web:
http://it.wikipedia.org/wiki/Hydrospeed
Canoa canadese - Imbarcazione usata nell’America settentrionale dagli indiani nativi. Fu introdotta in Europa dal barone La Hontau alla fine del 1700. Gli indiani, per costruire questa imbarcazione, usavano una struttura di legno, che ricoprivano con corteccia di betulla, cucita con radici impermeabilizzate e resina di pino. La canadese, a differenza del kayak, è spinta da una pagaia semplice, che seppur nella sua semplicità di realizzazione e di varietà di forme, risponda a specifiche esigenze tecniche.
Risorse web:
http://it.wikipedia.org/wiki/Canoa_(imbarcazione)
Le canoe canadesi aperte sono adatte ai facili percorsi sui laghi e sui fiumi con poche difficoltà. In genere hanno forma asimmetrica tale da poter essere condotte da entrambi i lati, in punta o in coda, senza alcuna variazione di prestazione. La discesa delle rapide impegnative con la canadese aperta, si possono affrontare solo dopo aver acquisito grande dimestichezza con l’acqua viva.
Le prestazioni di una canoa canadese, dipendono dal disegno del suo scafo. Possono essere singole o doppie; sono così suddivise:
- Fluviali: Whitewater river, hanno bordi rialzati alti, discreta capacità di carico, poco veloci ma manovrabili, fondo poco arcuato. Sono adatte per fiumi fino alla classe 3.
- Turismo: Touring, sono adatte ai principianti con poco talento. Sono molto stabili e maneggevoli. Il loro impiego è in prevalenza sui laghi e sui fiumi con acqua piatta. Adatte per la pesca e la fotografia. Possiedono buona capacità di carico, con fondo piatto.
- Avventura e spedizioni: Whitewater river – sport, grande capacità di carico e robustezza, ideale per lunghe spedizioni sui fiumi e sui laghi. Veloce e manovrabile. Bordi abbastanza alti, fondo arcuato. Possono essere chiuse con copri pozzetto, o aperte.
- Acqua viva – Whitewater, questa imbarcazione è la più adatta per discendere i fiumi dalla classe 3 fino alla classe 5. Bordi alti ma non troppo, fondo arcuato, sia su singola sia su doppia. Sedili a sella con cinghie. Possibilità di effettuare la manovra dell’eskimo. Possono essere chiuse con copripozzetto, o aperte.
Fra la fine del Seicento e l’inizio dell’Ottocento, con la colonizzazione dei pionieri, la canoa si modificò nei materiali di costruzione. Si cominciò così a utilizzare una tecnica più sofisticata nella lavorazione del legno, con una struttura interna di doghe ricoperte da sottili strisce inchiodate. La canadese aperta è senza dubbio l’espressione più idealizzata dell’andare per fiumi.
Nei giorni nostri, i materiali di costruzione di queste imbarcazioni sono molto vari; si va dalla plastica del polietilene molto robusta ma pesante, al Royalex, un composto formato da strati di laminati a collegamento incrociato di vinile, plastica ABS e ABS espanso a cellule chiuse, e infine al legno e alluminio. Per il trasporto di queste imbarcazioni sul tetto delle vetture, dato il peso maggiore rispetto al kayak, occorrono delle barre porta tutto molto robuste, fissate con dei rivetti. Ogni barra deve avere una portata singola di 90 kg, compreso il suo peso, non devono sporgere dall’ingombro della vettura, e devono essere provviste di un ancoraggio per fissare delle cinghie di corda statica di almeno 8 mm di diametro. Sono assolutamente sconsigliati gli elastici.
L’abbigliamento consigliato per la canadese aperta, è analogo a quello di altre attività in acqua viva, ed è in funzione delle difficoltà da affrontare e dalla temperatura esterna e quella dell’acqua, e può andare da una felpa in pile fino a una muta in neoprene. Utili gli scarponcini in neoprene con suola in Vibram, per i trasbordi.
La pagaia della canoa canadese, a differenza del kayak, ha una sola pala. Essa è composta dall’asta, dal pomello dell’impugnatura e dalla pala vera e propria. L’intersezione tra l’asta e la pala si chiama angolo. Esse sono suddivise in:
- Pagaie di velocità
- Pagaie di acqua piatta
- Pagaie di acqua mossa
Il materiale di costruzione della pagaia varia secondo le prestazioni. Possono essere di fibra di carbonio, di legno o di plastica. La forma della pala, è la caratteristica fondamentale della pagaia, perché serve a trasmettere all’acqua la spinta per il governo e la propulsione. La pagaia ideale, deve essere leggera, robusta e durare nel tempo.
Si consiglia di visionare il seguente sito: www.aican.it (Associazione Italiana Canoa Canadese), per trovare compagni che abbiano la stessa passione, e il forum al sito: https://groups.google.com/forum/#aboutgroup/canoacanadese per scambiarsi idee e consigli sull’uso di questa imbarcazione.
Kayak - Imbarcazione di origine eschimese; era usata per il trasporto delle merci e per la caccia.
Risorse web:
http://it.wikipedia.org/wiki/Canoa/Kayak
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=D5oLCh6nEUo
Ne furono creati diverse varietà, dai Korkayak dei Chukchi, agli Umiat degli Auletini, Yuit e Inuit, in tutto circa sessanta varietà d’imbarcazioni. Oggi, gli studiosi di storia del kayak eschimese, le hanno suddivise in dodici grandi famiglie, in base al loro utilizzo, alle tecniche di caccia e alla facilità di trovare il legname adatto alla loro costruzione. Gli eschimesi Aleutini – il cui nome deriva dalla parola chukchi, che significa nella loro lingua isolani
, sono una famiglia degli Inuit, con i quali condividono comuni radici linguistiche - furono molto abili come pagaiatori in acque mosse, avendo dovuto affrontare in Groenlandia, le terribili condizioni climatiche e le tempeste del Mare di Bering; il loro kayak denominato Bajdarka con la sua prua bifida era un gioiello d’ingegneria nautica. Sappiamo invece poco della loro tecnica di pagaiata e di conduzione di queste imbarcazioni. Essi occupano tuttora, la catena d’isole che formano il ponte fra la Siberia e l’Alaska, attraverso il quale, i loro antenati, arrivarono per la prima volta nell’Emisfero Occidentale, circa quindici mila anni fa.
Nel 1767, l’esploratore inglese David Crantz, nel suo libro dal titolo History of Greenland
ci fa un’ampia descrizione della tecnica di eskimo degli eschimesi della Groenlandia, mentre circa un secolo dopo nel 1893, l’esploratore Fridof Nansen, con il libro Eskimo Life
- con belle pagine correlate di molti disegni -, ci fornisce ulteriori testimonianze. Preziosi furono poi gli scritti di Joelle Robert Lamblin, all’inizio del 1900, che riprende in modo dettagliato le tecniche di eskimo dei cacciatori groenlandesi.
In Groenlandia, sulla costa est nella regione di Angmagssallik, i kayak raggiunsero alti livelli di specializzazione per la caccia alla foca. Gli eschimesi che vivevano nell’attuale Canada, gli Ammassalimiut, raggiunsero alti livelli di tecnica, sia nella costruzione dei kayak, che nella manovra di eskimo, - al fine di recuperare la posizione dopo il capovolgimento -, per non correre il rischio di rimanere impigliati nella lunga corda che portava l’arpione, usato per la caccia alle foche e agli animali marini. Molte di queste manovre di eskimo, furono trasmesse da un cacciatore di foche, un certo Manasse Mathaeussen, che prima di morire, trasmise alle generazioni future le sue conoscenze, facendo sì che queste tecniche non fossero cancellate per sempre con l’avvento delle imbarcazioni a motore.
Il kayak si diffonde ed è conosciuto in Europa per merito di Gino Watkins, a capo della British Artic Air Route Espedition del 1931. Egli fu il primo europeo a essere accettato come allievo dai nativi groenlandesi, imparando da questi le diverse tecniche di caccia. Morì proprio durante una battuta di caccia in solitario. Le sue osservazioni furono riprese dall’amico F. Spencer Chapman nel suo libro Watkins’ Last Expedition
, e anche con un filmato. In tempi recenti, la fondazione in Groenlandia, Qaannat Kattuffiat
e la successiva fusione con la Qajaqusa
, con il lavoro di Greg Stammer in USA, hanno dato un notevole impulso al recupero dell’antico mondo del kayak artico.
Nonostante quindi la sua origine eschimese e certamente marina, il kayak moderno si è rilevata una delle imbarcazioni fluviali più idonee ad affrontare le rapide dei fiumi e dei torrenti.
Risorse web video:
http://www.youtube.com/watch?v=yFqz6Ap05_A
Il kayak moderno, è un’imbarcazione fluviale coperta, lunga in genere dai 2 ai 4 metri secondo il suo utilizzo, spinta da una pagaia doppia.
I canoisti, in tutto il mondo, negli anni passati, approfondendo la tecnica delle manovre in acqua mossa, e perfezionando le norme sulla sicurezza fluviale, furono i primi negli anni sessanta del secolo scorso, a esplorare i corsi d’acqua, aprendo la strada ai raft.
Le canoe e i kayak, a secondo del loro utilizzo vengono a loro volta così suddivisi, con la terminologia in inglese e in francese:
Rando-Loisir, sono imbarcazioni da turismo fluviale, da usare con poche difficoltà tecniche; si dividono in:
- Sit Inside1
- Sit Inside 2
- Sit on Top 1
- Sit on Top 2
- Gonflables
- Plaints
Le Eau Vives, Whitewater, sono imbarcazioni sportive per acque mosse, con elevate difficoltà tecniche; si dividono in:
- Creek
- River Running
- River Play
- Freestyle
Tubing - si pratica sui fiumi con un discreto livello d’acqua. Consiste nel discendere il fiume con una grossa camera d’aria, usando una pagaia doppia per avanzare e per mantenere la direzione.
Floating - consiste nel discendere fiumi o torrenti muniti, di un grosso salvagente che permette il galleggiamento.
Stand Up Paddle (SUP) - si tratta di discendere i corsi d’acqua in piedi su di una plancia rigida lunga 3 m e larga 0.90, muniti di una lunga pagaia a una sola pala. Richiede una buona dose di equilibrio.
Risorse web:
http://www.kanumagazin.de/sup
Questa imbarcazione, nata per surfare sulle onde dell’oceano, trova ora impiego anche come imbarcazione fluviale. Di recente è stata progettata e costruita dall’Egalis, la versione SUP gonfiabile per fiume, adatta a fiumi di volume senza rapide ostruite.
Sit on Top – Sit Inside - imbarcazioni da turismo, formate da una plancia inaffondabile di plastica stampata con un galleggiamento neutro, auto svuotanti, provviste nella parte posteriore di un vano per alloggiare il bidone stagno. Possono essere a uno a due posti.
Sono imbarcazioni molto stabili spesso usate dalle compagnie commerciali per far discendere i percorsi fluviali con difficoltà non eccessive, ai clienti che non possiedono specifiche competenze tecniche. Infatti, dopo un capovolgimento, si risale con facilità sull’imbarcazione, senza doversi fermare per lo svuotamento.
Si prestano inoltre per il turismo nautico sia in mare sia sui fiumi, con la possibilità di alloggiare nel bidone stagno con il necessario per il campeggio nautico, nell’apposito vano nella parte posteriore dell’imbarcazione. Si manovrano con una pagaia a doppia pala come il kayak.
Catamarano pneumatico fluviale (Cataraft) - imbarcazione fluviale pneumatica costituita da due cilindri e da quattro coni che racchiudono le punte, la cui costruzione è più semplice di quella di un raft, non occorrendo materiali pregiati e tagli complicati. I cilindri sono uniti da leggeri tubi di alluminio. Nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica, queste imbarcazioni sono molto diffuse; sono assemblate sul posto a basso costo, usando anche rami di betulla al momento del gonfiaggio. Queste rudimentali imbarcazioni sono costruite con tale perizia da permettere la discesa anche di percorsi difficili. Nelle competizioni europee e mondiali, questi equipaggi spartani riescono di solito a piazzarsi nei primi posti, lasciando dietro di loro, avversari dotati di un bagaglio tecnologico molto più sofisticato.
Packraft - imbarcazione che sta entrando di recente a pieno titolo nel mondo della canoa, aprendo avventure e orizzonti nuovi. Leggerissimi, robustissimi e ormai tecnicamente vicini alle prestazioni di un kayak rigido hanno portato una ventata nuova, e in giro per il mondo vi è molta fibrillazione davanti a questa novità.
Di recente si è svolto il primoWhitewater packrafting meeting. Il raduno di questa imbarcazione, è stato ospite del 38° Raduno internazionale Estivo della Federazione Italiana Canoa Turistica F.I.C.T. www.canoa.org dal 1-16 agosto 2015. presso il Camping Du Lac -Les Iscles Eygliers - Hautes Alpes. Francia.
Risorse web:
http://packraftingitalia.jimdo.com/Whitewater-packrafting-meeting
Risorse Web video di questa manifestazione:
https://youtu.be/uT8hpQY33Fo
Le discipline agonistiche della canoa a livello internazionale
Nel campo agonistico dell’ICF (Federazione Internazionale di canoa) http://www.canoeicf.com, mail: info@canoeicf.com le discipline della canoa sono suddivise come indicate di seguito:
- Canoe Sprint
- Paracanoe
- Canoe Slalom
- Canoe Wildwater
- Canoe Marathon
- Canoe Polo
- Dragon Boat
- Canoe Freestyle
- Canoe Ocean Racing
LE COMPAGNIE COMMERCIALI DI WHITEWATER
Le compagnie commerciali di Whitewater.
Sono strutture di solito poste sulle sponde dei fiumi sui quali operano, che mediante il pagamento della prestazione, con l’ausilio di personale diplomato e competente, permettono a chi lo desidera, di conoscere e di apprezzare in tutta sicurezza tutti i piaceri dell’acqua viva.
La prestazione prevede l’affitto di tutto il materiale per la discesa, il trasporto e il recupero dei mezzi, e l’assicurazione. Sui siti web:
www.yumping.it/kayak
www.yumping.it/canoa
www.yumping.it/rafting
www.yumping.it/hydrospeed
è possibile trovare le compagnie commerciali che operano in Italia.
Se la discesa prevede un pernottamento sul fiume, questo è fatto o presso campeggi, oppure presso apposite aree attrezzate che la compagnia di Whitewater possiede lungo il fiume, dove ai clienti sono offerti servizi igienici, ristoro e la possibilità di pernottare in tenda o presso ostelli.
I professionisti dell’acqua viva.
Grazie al loro accompagnamento, è possibile scoprire in tutta sicurezza i piaceri dell’acqua viva. La Francia, a livello europeo, possiede la migliore struttura per selezionare gli specialisti d’acqua viva. Possedere un brevetto di monitore rilasciato dal CRF (Moniteur sports d’eau vive), rappresenta, per chi lo possiede, un vanto e una sicura possibilità d’impiego presso le scuole di tutta