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Uno sguardo attraverso
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Uno sguardo attraverso

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Una mostra "fotografica" a Londra, sulla condizione delle spose bambine nello Yemen, per Alison è come un "pugno nello stomaco". Da qui inizierà a cambiare il suo stile di vita, volgerà il suo sguardo dentro di sé, rivivendo tutte le emozioni che aveva seppellito per anni, cambierà più volte città, cercherà di capire se stessa attraverso lo scambio epistolare con un'amica immaginaria. Non ci sono rivoluzioni estreme, non ci sono effetti a sorpresa o momenti scioccanti, nessun deus ex machina, non si deve risolvere nessun mistero!!!: libertà, poesia, sincerità: questo è lo spirito del diario di Alison che ho raccolto e cercato di non snaturare, lasciando tutte le contraddizioni e le imperfezioni. L'unico filtro che ho lasciato è la pioggia che Alison ama sopra ogni cosa, durante le sue passeggiate nei borghi di Londra, nei cimiteri abbandonati, nei parchi dimenticati da tutti. La pioggia la bagna, la tocca con delicatezza, sfiora la sua anima facendole ricordare "quanto siamo fragili". Alison - Giovanna non è laureata, non ama leggere, non ama il cinema, non ama la musica, odia le mostre, odia gli italiani, odia gli inglesi, odia tutti. Ma poi si alza una mattina e ama le stesse persone e le stesse cose che ha odiato per anni! Pazzia? Paura? Solitudine? Forse. Alison non ha mai seguito schemi, non è mai andata a votare, non è iscritta sui social, non ama le convenzioni e molto molto altro...Spero di non aver disegnato un "profilo psicologico" ( che palle queste identikit a tutto tondo) ma di essere riuscito a catturare dei punti e, appunto, gli sguardi... di questa adulta - bambina, con i quali altri "Esseri umani", che vivono situazioni-dolorose, possano identificarsi e ricordare loro che nessuna disperazione è così assoluta da non lasciar spazio ad uno spiraglio di luce!

Biografia: Alessandro Gatta scrittore, giornalista, autore e regista. Collabora dall'età di 15 anni con la RAI, pubblica negli anni '90 biografie musicali per Gremese e nel 2009 esce il libro sulle dipendenze "Schiavi per non morire" e Il racconto "Il volo: storia di un suicidio annunciato". Nel 2014, sempre per Gremese, pubblica in Italia, in Francia, in Inghilterra e negli USA il libro su Sophia Loren: La forza di un sogno.
LanguageItaliano
Release dateDec 1, 2016
ISBN9788822872951
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    Uno sguardo attraverso - Alessandro Gatta

    ....sordo......

    PRIMO CAPITOLO

    Quei sorrisi di ghiaccio

    Luglio 1995, LONDRA...PIOGGIA

    Vedere quegli occhi è stato un colpo fortissimo!!!

    Avevo appena 20 anni quando i miei amici mi portarono, contro la mia volontà, a vedere Quella mostra fotografica nei pressi di Camden Road. Mi annoiavo a fare quel genere di cose, volevo andare al Limelight la famosa chiesa sconsacrata vicino leicester square dove mi scatenavo in balli senza sosta tutte le domeniche pomeriggio, lì mettevano musica bella e c'era gente davvero cool, avevo imparato questo termine e lo ripetevo sempre, dicevo solo REALLY? and YOU ARE VERY COOL (questo il mio rapporto con la lingua inglese durante la fantastica estate del 1995) . Ero felice, spensierata e mi sentivo bella. Bionda, tacchi altissimi , magliettine di tutti i colori, pantaloni rossi stretti stretti. Nella capitale Uk andavano di moda le Boots: scarponi arcobaleno con il doppiofondo, io ero letteralmente innamorata di quei carrarmati. George, il mio fidanzato di allora portava le Travel Fox costavano poco, solo 50 sterline (sarebbero lire 180.000) mentre le mie costavano 200 sterline (circa lire 500.000). Dati importanti per me che all'epoca ero solita calcolare anche i centesimi, vista la vita carissima dell'Inghilterra e di Londra in particolare, vi ricordo che una sterlina corrispondeva quell'anno a lire. 3.300...insomma una vera tragedia per una ragazza che aveva in mente solo i vestiti, le serate folli e quello che credevo fosse Amore, si si ...insomma i fidanzati!!! Non ero mai stata sola, senza fidanzatino e senza i pensieri su un eventuale stronzetto a cui dare corda, non sapevo vivere. In Inghilterra ho scoperto per la prima volta il vero senso del rapporto di coppia : allegria, complicità, scopate, benessere. Tutto ciò era in netta contrapposizione con quello che era il concetto italiano di relazione amorosa: litigio quotidiano, sospetti, discorsi noiosi e affermazione di sè e della proria superiorità sempre e comunque. Ma di questo ve ne parlerò in seguito! o forse no....

    Eravamo poveri ma considerando la crisi economica degli anni 2010, a 20 anni ero più ricca di adesso e soprattuto più infelice. Si, avete letto bene non è un errore di scrittura ero proprio pallosa, troppo concentrata su di me, contraddittoria, col cazzo che mi potevo definire la classica adolescente in crisi! No. Ero proprio una stronza. Insomma non mi vengono altri termini, provate ad immaginare una bionda ex campionessa di ginnastica artistica ( pensate ad un fondoschiena perfetto e a delle gambe super allenate e scolpite!!!), 1.72 ( non altissima se considerate le stangone che poi sono arrivate negli anni 2000) sempre vestita da Dio, sempre incazzata, simpatica quando beveva o si faceva qualche cannetta, quindi tutte le sere!!!.... Non ero quella che si può definire una troietta perchè non potevo sputtanarmi, ci tenevo molto all'immagine e nel paese in provincia di Brescia dove ero cresciuta, una ragazza zoccola finiva per essere emarginata, non considerata, non invitata alle feste! Erano anni vissuti senza paranoie particolari, le canne e l'alcol alimentavano questa leggerezza, io volevo solo una cosa: distrazione, distacco da me stessa, non volevo contatti con Giovanna. Non volevo relazionarmi con me stessa. Mai.

    Mi stancavo di tutto ma non delle meravigliose scarpe Boots. George era come me. Biondo, non altissimo, fisico scolpito, rasato, occhi tra il verde e il blu, scuro di pelle, e con un piercing sul sopracciglio sinistro. Considerando il fatto che fosse scozzese e io da terrona complessata e provinciale mi aspettavo che gli Inglesi ( ancora non avevo capito tra l'altro che se uno scozzese lo scambi per inglese si infastidisce molto, ancora non si parlava dell'indipendenza dall'inghileterra e comunque io non leggevo i quotidiani e non vedevo la tv!) fossero tutti bianchi, slavati, tristi e freddi. George aveva pure le lentiggini belle, sembravano dipinte, perfette sul naso e poi sparse sulle guance. Sembravamo due pop star!!! ma non di quelle che scimmiottano i divi un pò sfigatelle... no no. Noi eravamo davvero due cantanti pop-rock, ci sentivamo star e anche la gente ci credeva...Spendevamo tutti i soldi guadagnati nei pub, dove lavoravamo come camerieri, in vestiti e accessori da sfoggiare nelle serate, e anche nei pomeriggi per la classica passerella a Soho square e lungo la old compton street. Stavano cambiando i mondi musicali per i giovani: la musica elettronica e la trance music aveva sostituito il rock degli anni settanta e il locale più fico era il trade ( li si calavano tutti !!! la maggior parte dei presenti assumeva ecstasy mdma ecc ecc e poppers all'ordine del minuto , speed, acqua e poco alcol, nel 1995 il crack ancora non prendeva piede o per lo meno io non me lo ricordo!). IL luogo della perdizione si trovava a Brixton che negli anni '90 era ancora un quartiere poco raccomandabile, c'erano tante gang di ragazzini che se li guardavi negli occhi menavano forte e ti minacciavano di morte se non consegnavi loro tutti i tuoi beni che nel mio caso erano 5 pounds in pratica. Io li calcolavo sempre! me li portavo nella tasca sinistra della minigonna e quando li vedevo incazzati e urlanti avvicininarsi, facevo finta di avere paura e poi mollavo loro i miei averi! Era diventata una scena da fiction e alla fine mi divertiva da matti quella recita ! Io amavo di più il DTPM, per una serie di motivi ( vi lascio immaginare la natura di questi motivi!!!) e poi si trovava a Coven Garden ( un quartiere bellissimo al centro di Londra sulla piccadilly line, la linea blu da non confondere con la striscia blu!, quella delle persone da evitare! pubblicità anti-AIDS degli anni '90) e io vivevo li non perchè fossi ricca ma era capitato così, eravamo in 15 in un appartamentino sopra il teatro dove rappresentavano CATS da non so quanti anni. Mi sono divertita tantissimo, la sera non sapevo mai con chi mi toccava dormire, il divano viola era quello più ambito, dormivi sola e avevi sotto di te solo Claudia l' anoressica che in pratica viveva fissa sotto il divano perchè non usciva mai. Io non sono mai andata a vedere Cats, anche se era lì sotto, e ci veniva gente da tutto il mondo. Non amavo il musical, mi faceva più schifo dell'opera lirica che ero andata a vedere con mio zio a 12 anni. Tre ore di noia mortale, ecco, se dovessi vendicarmi di qualcuno proporrei come tortura 8 ore di opera lirica al giorno per 15 giorni e 5 ore di musical per altri 15. Questa ero io. Giovanna che sarebbe diventata da lì a poco ALISON.

    Sempre allegri e con quei look adatti a tutte le circostanze originali e colorati. Non c'era ancora il mitico e dozzinale Primark ( la catena di vestiti a basso prezzo che dal 2010 ha spopolato in tutta l'inghilterra!) e a Londra ancora si andava per mercatini tipo portobello o il più popolare e italianizzato market di Camden Town. Io, quando le finanze lo permettevano, compravo ad oxford street e ai nuovi negozi che stavano aprendo nella new bond street ( quando si inaugurò il pret a porter di Giorgio Armani, mi sembra fosse il 1997.............mmmmm ero stra felice!!!). George era più cool di me, mentre Io mi costruivo fica lui lo era sempre e comunque naturalmente. Per me tutti gli anglosassoni erano così: eleganti, eroi dell'immagine, ballerini, trandy. Ero innamorata di lui, del suo sguardo da bello e dannato, della sua allegria, del suo modo di essere....Mi sembrava di vivere un sogno. Nessuno mi aggrediva. Nessuno mi giudicava. Nessuno mi rimproverava! Non credevo si potesse vivere senza questi elementi che per me erano come il cibo, ossia facenti parte del rituale quotidiano, come le botte che prendevo da bambina e la paura che vivevo passando accanto alle case degli zingari nei pressi delle fontane pubbliche di Montichiari (Brescia).

    Ora vivevo a Londra e avevo realizzato tutti i miei sogni!

    Luoghi meravigliosi, pub unici, musica pazzesca, mi sembrava di toccare il cielo con un dito e quell'impegno pesante .... insomma quella cazzo di mostra fotografica non ci voleva proprio.... mi ricordava le pippe scolastiche, noiose e ridontanti della professoressa di italiano, quella che ci portava ai musei. Io figurati non ero mai entrata alla National Galery......con quel vecchiume...che palle!!!.. Quando la mia scuola di lingua inglese aveva organizzato il tour alla national io ero scappata con un uomo tutto il giorno. Si chiamava Billy era americano e di colore, era un bono vero, e restammo tutto il giorno insieme fino alle 3. am ( del mattino!). George era dispiaciuto, ma non di non avermi visto quella sera, figuratevi!!! Era molto deluso dal fatto che non avessi avuto un rapporto sessuale con il tipo: amava quando gli raccontavo dei miei rapporti extraconiugali ( si fa per dire!!!) , invece con il bel machone di colore ...niente di fatto. Solo chiaccherata e musica. Accadeva spesso a Londra che la gente ti parlasse per educazione o senza secondi fini. Tutto il parallelismo a cui ero abituata in Italia all'improvviso era sparito...in terra straniera . Chi voleva scopare, scopava. Chi voleva vivere in coppia, come me e George, lo faceva. Chi amava la coppia aperta la viveva. Tutto mi sembrava più semplificato, a tratti più severo per via della puntualità e delle regole quotidiane ma nello stesso tempo la vita era veramente più facile: EASY!!!

    In italia le mie amiche

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