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Amiche per sempre
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Amiche per sempre

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About this ebook

L'avvocato di successo Molly Reid pensava di essersi lasciata il passato alle spalle. Ma quando il corpo della sua fragile ma amabile compagna di stanza del college, Sarah, viene trovato abbandonato in un campo, Molly si ritrova trascinata nuovamente nel mondo incestuoso del Deveraux College. Alla veglia funebre di Sarah, Molly si confronta con il suo ex fidanzato, un improvvisamente interessato ex pezzo grosso del campus, le compagne antipatiche del college che ancora trattano Molly come la sgualdrina sfigata con la borsa di studio che era stata un tempo, e con la madre di Sarah, la quale forza Molly a prendere i diari di Sarah scritti durante le riabilitazione.

Mentre Molly si fa strada tra le scritte scarabocchiate dei diari di Sarah, scopre che quest'ultima non era una adorabile pazza bensì una donna intelligente ma danneggiata. I diari diventano per Molly un vaso di Pandora di segreti. I segreti di Sarah abbatteranno l'apparenza così attentamente costruita di Molly? 

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJan 28, 2018
ISBN9781507185827
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    Amiche per sempre - Bernadette Walsh

    CAPITOLO UNO

    20 Maggio 2009

    Tirai la stretta gonna di lana nera. Due anni prima, quando avevo compiuto quarant'anni e divorziato da mio marito, avevo fatto ciò che sembrava impossibile, bandire tutto l'abbigliamento di colore nero dal mio armadio. Era davvero sciocco immaginare che un avvocato di Park Avenue potesse sopravvivere senza un tale armamentario, ma io stavo affogando in ragionevoli completi neri da anni. A quel tempo, Sarah aveva approvato la mia scelta di moda. Naturalmente lo fece. Il suo guardaroba da mamma casalinga era un'esplosione di colore e luccichii. Cosa avrebbe detto Sarah se avesse saputo di essere la causa della rottura del mio proposito 'niente nero'? Probabilmente avrebbe roteato gli occhi e detto O' Connor, tutto deve sempre riguardare te?

    Uscii dalla macchina e tirai ancora una volta la gonna trovata in fondo al mio armadio, lo stomaco chiuso all'idea di rivedere il marito di Sarah. Suo fratello. Tutti gli ex alunni del Deveraux College che inevitabilmente sarebbero stati presenti. Dentro e fuori. Avrei porto i miei rispetti e sarei scappata attraverso il George Washington Bridge verso la mia vera vita nell'Upper East Side dove ero un avvocato rispettato e madre di due figli. La mia vera vita dove nessuno si ricordava di Molly O'Connor, la svergognata studentessa con la borsa di studio.

    Naturalmente ero in ritardo, la sala era già strapiena con tutte le persone che sapevo sarebbero venute. Il branco di casalinghe disperate amicone di Sarah i cui nomi non sarei mai riuscita a ricordare. Mr. Reilly, ormai quasi senza capelli. Mrs. Reilly, tutta in ghingheri come sapevo sarebbe stata. I bambini, santo cielo, i bambini. Abbracciai la figlia maggiore, Elizabeth, ma non la vedevo da anni e lei probabilmente non sapeva nemmeno chi fossi. Perché avrebbe dovuto? Sarah ed io ci eravamo trasformate in amiche che si sentivano due volte l'anno al telefono.

    Timothy Reilly, seguito dalla moglie che indossava il mio anello, mi salutò con un bacio freddo accanto alla cassa chiusa. I suoi occhi erano due cavità. I mesi di ricerca, del non sapere, avevano lasciato il segno anche sul formidabile Tim.

    L'orribile duo, Beth e Donna, le nostre compagne di stanza del primo anno, mi intrappolarono in un angolo fuori dal bagno delle signore per avere informazioni ma io come loro non sapevo niente su come Sarah fosse morta. Beth strinse gli occhi come se pensasse che le stessi tenendo all'oscuro, nello stesso modo in cui li stringeva tanti anni prima ogni volta che non le volevo raccontare dove avessi passato la notte. Le mie spalle si curvarono involontariamente in avanti come se fossi di nuovo una diciottenne magrolina con una felpa di nylon da quattro soldi che puzzava di birra della notte prima.

    Sembrava che lo Short Hills Mall avesse rigurgitato tutto il suo contenuto su Beth e Donna, erano entrambe l'immagine dell'abbigliamento da lutto raffinato e costoso — décolleté nere alte e borsa firmata abbinata. Probabilmente erano andate a fare shopping insieme e avevano pianificato il loro outfit per il grande evento nel momento in cui avevano sentito la notizia della scomparsa di Sarah. L'orribile duo, come le avevo ribattezzate al primo anno, erano due melliflue e viziate mogli dei sobborghi, esattamente come era destino. Senza dubbio incutevano terrore nel cuore delle rispettive associazioni genitori-insegnanti. Con la mia gonna della misura sbagliata e le ragionevoli ballerine, ero ancora una volta quella fuori luogo.

    Non sei in contatto con Tim ? Ti dovrà aver detto qualcosa?

    Non vedo Tim da anni e ho saputo del funerale solo tramite la email degli ex-alunni, dissi.

    Davvero? Le sopracciglia di Donna si alzarono e quasi incrinarono la sua fronte di ghiaccio. Sarah si comportava sempre come se voi due foste ancora migliori amiche. L'ultima volta che l'ho vista al centro commerciale mi disse che vi incontravate sempre per pranzo in città.

    E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho parlato con lei. Sarah e Chip si erano separati?

    Non lo sapevi? chiese Beth.

    No. Guardai verso Chip Shields e sfortunatamente incrociai i suoi occhi. Si passò la lingua sulle labbra carnose e annuì nella mia direzione. I suoi occhi dalle palpebre pesanti, ancora sensuali anche se ora erano incastonati in un volto diventato grasso, dissero, "Io ti conosco. Io ti ho assaggiato." Lo stesso sguardo che mi aveva lanciato mentre in piedi nel mio vestito porpora da damigella d'onore acchiappavo il bouquet di sua moglie. E non per la prima volta, rimpiansi quella notte nella sua stanza al secondo anno. Anche dopo decenni, non potevo dimenticare l'odore sgradevole delle lenzuola, la sensazione del suo fiato caldo sul mio collo.

    Sfuggii all'orribile duo e parlai con i due giovani monaci francescani del Deveraux College. La famiglia Reilly era sempre stata una grande donatrice del Deveraux e Mr. Reilly insieme a tre dei suoi cinque figli erano ex alunni; questa probabilmente era la ragione per cui il college aveva mandato due dei loro sempre meno numerosi frati. Anche nella morte, i Reilly erano in prima fila.

    I giovani frati nelle loro tuniche ruvide e i loro sgraziati sandali marroni mi riportarono indietro ai tempi del Deveraux College in un modo che le facce gonfie dei miei ex compagni non potevano fare. Il solo essere vicina ai loro visi puliti mi fece pensare alla brezza di montagna e al conforto che i loro predecessori fornivano nel buio del confessionale quando i peccati del fine settimana diventavano troppo pesanti da sopportare. Conforto. Questi due esili monaci, infagottati nelle loro tuniche grezze, erano in grado di dare conforto agli ex alunni sulla quarantina, feriti com'erano da divorzi, disappunto e ora dalla morte?

    Guardai il mio orologio di diamanti — un regalo che mi ero fatta per i miei quarant'anni. Avevo superato di trenta minuti il tempo che mi ero imposta. Cos'era successo all'entrare e uscire O' Connor?

    Mi inginocchiai di fronte alla bara e posai la mia mano sul suo liscio mogano. Mormorai i rimasugli di quel che restava della mia educazione cattolica. Un Padre Nostro. Un Gloria. Qualsiasi cosa mi distraesse dal fatto che sotto le mie mani giacevano le ossa sparpagliate di Sarah. La grande e bella Sarah Reilly, con i suoi lunghi capelli castano chiaro e le sue gambe ancor più lunghe. Sarah, che aveva sempre il meglio di tutto, abbandonata in un campo, alla mercé di mangiatori di carogne. Chi l'avrebbe mai potuto immaginare.

    Ero rimasta troppo a lungo e dietro di me si era formata una fila. Nella mia testa dissi Mi dispiace Sarah. Mi dispiace che sia finita così. Mi alzai troppo velocemente e inciampai. John Reynolds — tra tutti i presenti — mi acchiappò.

    O’Connor, stai bene?

    Il meraviglioso John Reynolds, a differenza del suo ex compagno di stanza Chip, aveva sconfitto il tempo. Se possibile, il grigio alle tempie e un po' di peso in più alla sua corporatura di un metro e ottanta, miglioravano il suo aspetto da star del cinema. E naturalmente ci ricascai. Proprio come avevo fatto decine di volte al college, soltanto che allora gli rovesciavo birra da quattro soldi sui suoi jeans costosi. Era come se persino essere nell'orbita di John Reynolds mi facesse perdere l'equilibrio. A me e a metà delle ragazze del Deveraux.

    Annuì. Sì, sto bene. Grazie

    Senza lasciarmi il braccio, John mi guidò all'angolo. Sei sicura di stare bene, O’Connor? Sei pallida. Vuoi un bicchiere d'acqua?

    Sto bene. Mi liberai dalla sua presa. Nessuno mi chiama più in quel modo tra l'altro.

    Chiamarti come? O’Connor?

    Sì. Mi chiamo Molly Reid ora.

    Qualche fortunato ha finalmente catturato la sfuggente Molly O’Connor? Mi piacerebbe stringergli la mano. E' qui?

    No, siamo divorziati. Mantengo il nome per i bambini.

    Per cui fai ancora la sfuggente, Molly?

    Mi rifiutati di sorridere. Dopotutto eravamo a una veglia. Per nulla. Sono troppo vecchia per farlo.

    Gli occhi blu di John fissarono i miei. A me sembri sempre la stessa. Ancora bellissima. E anche brillante, ne sono sicuro. Fai ancora pratica come avvocato?

    Sì, in città. Contenzioso titoli alla Harper, Sherman & Reid. E tu? Non hai frequentato la facoltà di legge?

    Sì, sono subentrato nell'ufficio di mio padre a Newark. Non esattamente Park Avenue, ma me la cavo.

    E tua moglie? E' un avvocato?

    Ex-moglie. E no, non lavora. Ha appena avuto un altro figlio con il suo nuovo marito.

    A quanto pare siamo entrambi un po' sfuggenti.

    John rise. Puoi dirlo forte. Hey, ti andrebbe di—

    La madre di Sarah mi si avvicinò. Molly, cara, potresti venire un attimo fuori nella mia macchina? Ho qualcosa per te.

    Naturalmente, Mrs. Reilly. John, è stato un piacere vederti di nuovo, dissi.

    Mrs. Reilly non disse nulla mentre camminavamo verso il parcheggio. Mi aveva sempre reso nervosa e, dopo che Tim Reilly aveva rotto il nostro fidanzamento nei primi anni novanta, era stata molto fredda le poche volte che l'avevo incontrata. Che diavolo poteva avere per me?

    Mrs. Reilly aprì velocemente il bagagliaio e tirò fuori una scatola piena di quaderni. Non ero sicura che saresti venuta, Molly. Se non lo avessi fatto li avrei bruciati. Ne ho sfogliati alcuni e, beh, non penso che Chip dovrebbe vederli. Non è ciò che Sarah avrebbe voluto.

    Cosa sono?

    I diari di Sarah. Li ha lasciati nella mia cantina quando stava liberando la casa che quel bastardo la stava obbligando a vendere.

    Sono la persona giusta per leggerli? Sicuramente sua sorella o qualcuna delle sue altre amiche....

    Le amiche di Sarah sono tutte un branco di cervelli di gallina, per essere sincere, e non credo che Sarah vorrebbe che la sua sorellina li leggesse.  No, Molly, tu sei la sua sola amica assennata. L'unica che non ha mai voluto niente da lei. Mi posso fidare di te. Leggili o bruciali, a questo punto non m'importa. So che farai la cosa giusta con questi.

    Non li dovrebbe vedere la polizia?

    La polizia? Quegli incompetenti? Per favore. Ho sfogliato alcuni dei diari e non credo ci sia niente in essi che possa aiutare la polizia. Io voglio che li abbia qualcuno che amava Sarah, che l'amava veramente e la capiva. Sarah e io, beh, lo sai, non vedevamo le cose nello stesso modo. Ho bisogno di fare un'ultima cosa buona per la mia bambina, e credo che dare questi diari a te lo sia.

    Io, uh, non lo so.

    Sotto lo strato di fard, la pelle di Mrs. Reilly era grigia. Prendili, Molly.

    E così feci.

    CAPITOLO DUE

    21 Agosto 1985

    ––––––––

    Nel momento in cui raggiungemmo Binghamton il chiacchiericcio nervoso di mia madre era andato a diminuire a poco a poco. Le nocche bianche contro il volante, mia madre, che non aveva mai guidato la sua scassata cinque porte Chevy lungo l'autostrada del Long Island se poteva evitarlo, aveva guidato quattro ore lungo ponti e autostrade, il suo lieve accento irlandese distorto da un'allegria forzata. Guarda le colline, Molly, non sono bellissime? Mi ricordano casa Abbiamo già percorso un centinaio di miglia? Beh, non era così difficile

    Ma Binghamton la sconfisse. Il punto a metà strada, così ci aveva detto la mia consulente scolastica del liceo, Mrs. Koenig. Quattro ore di infiniti su e giù per le colline lungo la Route 17 fino a Binghamton. Una breve sosta per far benzina e poi altre quattro ore di viaggio. La recente permanente di mia madre le cadeva sulle spalle, il suo viso di una strana sfumatura di verde. Infine ebbi pietà di lei e presi le chiavi dopo che avemmo fatto rifornimento. Da quando avevo preso la patente l'anno precedente, avevo guidato io per la maggior parte delle volte. Ero, come mi definiva mia madre in continuazione, un' autista sicura di sé. Proprio come tuo padre.

    In un sacco di cose ero proprio come tuo padre. Impaziente, meditabonda, potevo aggiustare qualsiasi cosa, e mentre condividevo gli zigomi alti e il mento appuntito di mia madre, avevo ereditato i colori scuri da Irlandese di mio padre — occhi nero carbone e folti riccioli scuri. Dal  modo in cui mia madre parlava di mio padre, con un misto di dispiacere ed affetto, la maggior parte delle persone che non ci conosceva bene immaginava che fosse morto. La chiesa ci aveva persino incluso nel suo annuale cestino natalizio per vedove e orfani con mia infinita vergogna. Ma il Capitano Jack O' Connor era vivo e vegeto e abitava nel Queens vicino alla caserma dei pompieri con la sua seconda moglie e i loro quattro figli. Sebbene, per quanto riguardava il mio inesistente fondo per il college, Jack O' Connor era come se fosse morto. Questo era il motivo per cui io e mia madre ci ritrovavamo nella nostra Chevy cinque porte sfrecciando lungo la Route 17 salendo e scendendo una stramaledetta collina dopo l'altra fino alla mia destinazione. Il Deveraux College. 

    Non Georgetown o Notre Dame o il Boston College o persino Fordham, i quali mi avevano accettato tutti quanti e garantivano una borsa di studio parziale. Parziale non era sufficiente. Con il suo stipendio di stenotipista di tribunale e

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