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Un Popolo di Artisti: Musica, pittura, teatro e altro ancora a Damanhur
Un Popolo di Artisti: Musica, pittura, teatro e altro ancora a Damanhur
Un Popolo di Artisti: Musica, pittura, teatro e altro ancora a Damanhur
Ebook78 pages41 minutes

Un Popolo di Artisti: Musica, pittura, teatro e altro ancora a Damanhur

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L’arte come linguaggio spirituale capace di risvegliare le potenzialità creative di ogni essere umano.
Un viaggio attraverso le diverse espressioni artistiche damanhuriane, in cui le creatività dei singoli si armonizzano, a creare un’identità culturale che diventa racconto del mito di un nuovo popolo.

LanguageItaliano
PublisherDEVODAMA
Release dateJun 16, 2017
ISBN9788899652708
Un Popolo di Artisti: Musica, pittura, teatro e altro ancora a Damanhur

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    Un Popolo di Artisti - Stambecco Pesco

    Damjl

    Arte di popolo

    È impossibile visitare Damanhur e non accorgersi di come l’arte rappresenti un valore fondante della vita dei damanhuriani. Un po’ ovunque, sia nelle Comunità più grandi sia in quelle più piccole, vi sono pitture sulle pareti esterne delle case, mosaici o statue, e spesso lo sguardo è attratto da locandine di imminenti spettacoli o concerti organizzati da cittadini delle comunità.

    Nei territori natura e arte si fondono, alla continua ricerca di un’armonia che possa costituire lo sfondo visivo di una quotidianità permeata di bellezza e significati.

    Dare e creare significati è principio fondante di una Comunità in cui la spiritualità viene intesa come capacità di cogliere e leggere il senso di ogni cosa, tracciando e ripercorrendo i fili che collegano l’essere umano all’universo e alle altre creature che lo abitano. Allo stesso modo, la creazione del significato è alla base dei processi artistici di ogni cultura e popolo, cioè il trascendere quello che le cose, gli oggetti, le azioni sono, e addentrarsi nel campo del simbolo, della metafora, del senso che l’artista attribuisce alle cose stesse, reinventandole e riscoprendole per sé e per gli altri: i fruitori, il pubblico. Un oggetto artistico è prezioso se colpisce, se sposta, se produce un’emozione, un modo di pensare che prima non c’era, se raggiunge lo spirito, se crea quell’unione in cui artista e fruitore si riconoscono come parte della stessa umanità.

    I damanhuriani definiscono se stessi un popolo, cioè un insieme di persone provenienti da etnie e culture differenti che condividono forti ideali e vita quotidiana: popolo non per nascita ma per scelta, e non a caso la scelta è un altro dei principi fondanti della filosofia damanhuriana.

    Da sempre, le tappe che segnano la nascita e la formazione di un popolo sono scandite dalle opere artistiche che esso ha creato per raccontare la propria storia, le proprie quotidiane esperienze, l’interezza di un vissuto condiviso che può essere visto, toccato e che può divenire eredità tangibile per le future generazioni: "I simboli si tramandano meglio sulla pietra incisa che sulla carta stampata.

    Le parole, nel tempo, si trasformano, cambiano di valore, mentre il simbolismo sovrapposto su una figura è in grado di mantenersi in maniera molto più densa".¹

    L’arte, allora, diventa il crogiolo di una cultura collettiva, il racconto del mito di quel popolo; arte come creazione di un’identità culturale e non solo come espressione del singolo artista.

    L’arte, in Damanhur, vuole essere un’arte di popolo, il tentativo, da parte degli artisti, di trascendere le proprie individualità e di immergersi nei valori di popolo. Per dar vita a questa identità collettiva e alla sua espressione originale, gli artisti si riconoscono in un pensiero comune e, insieme, creano un tessuto connettivo dal quale derivano i canoni generali dell’arte damanhuriana, canoni che vengono poi declinati secondo la sensibilità e l’estro individuale. La forza di lavorare in gruppo permette di avere una visione più ampia e ognuno arricchisce l’opera secondo il proprio punto di vista, la propria sensibilità, le proprie competenze professionali e artistiche.

    L’artista damanhuriano vuol dare valore alla propria unicità e, al contempo, alla propria capacità di essere e partecipare, con gli altri, a una creazione unitaria. L’arte cresce se cresce l’artista, se quest’ultimo diventa medium di un atto creativo che è anche arte di popolo. È l’unità ispirazione-artista-osservatore che dà preziosità alla creazione, che arricchisce il senso di collaborazione, il saper integrare e fondere linguaggi diversi.

    E questi linguaggi creano e raccontano il mito del popolo.

    In questo modo, l’arte ritorna alla

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