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Felicissime Condoglianze
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Felicissime Condoglianze

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About this ebook

Vitulano, ridente cittadina del beneventano, è il palcoscenico di questa commedia che racconta la metamorfosi di due fratelli: Leo e Max. Leo è prossimo al matrimonio e lavora in uno studio legale, non è un brillante avvocato anzi, è sottomesso al suocero, suo datore di lavoro. Max, ancora afflitto dalla prematura scomparsa dei suoi genitori, morti quando i due fratelli erano ancora piccoli in un incidente stradale, cerca di esorcizzare quel dolore. In che modo? Partecipando a tutti i funerali del paese e spacciandosi per l'organizzatore degli eventi funebri. Max è un funeral planner e Saverio, il suo migliore amico, sarà suo socio. Leo e Max, per motivi diversi, faranno scelte, indotte dagli eventi, che cambieranno radicalmente la loro vita. Dal libro è stato tratto l'omonimo film diretto da Claudio Insegno.
LanguageItaliano
Release dateNov 12, 2017
ISBN9788827515969
Felicissime Condoglianze

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    Felicissime Condoglianze - Tonino Scala

    Tonino Scala

    Felicissime condoglianze

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    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Tonino Scala

    Felicissime Condoglianze

    Felicissime condoglianze

    Tonino Scala

    Copyright 2016

    ISBN 978-88-98516-63-6

    Prima edizione ottobre 2016

    Editor: Celeste Napolitano

    dal libro è stato tratto l'omonimo film diretto da Claudio Insegno

    EDIZIONI

    Il Quaderno Edizioni

    Via Croce 112 cap. 80041

    Boscoreale (NA) – IT

    Mail: ilquadernoedizioni@libero.it

    Il prezzo di copertina è a totale copertura dei costi di produzione, distribuzione e mantenimento dell’associazione Il Quaderno edizioni il cui obiettivo è consentire alla stessa la divulgazione della cultura del libro in tutti gli ambiti sociali così come previsto dall’articolo 3 dello statuto.

    La vicenda e i personaggi descritti in questo romanzo sono inventati. I luoghi e alcuni nomi sono reali, anche se molti dettagli sono frutto della fantasia dell’autore. Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistiti o esistenti è puramente casuale.

    Ai nostri figli,

    ai ragazzi di tutte le età,

    che abbiano la forza di inseguire

    sempre i propri sogni

    osando la speranza

    Ho paura della morte, vero, verissimo, ma non è questo il problema.

    Non che mi ritenga indispensabile per l’umanità,

    ma non riesco a immaginare cosa farete senza di me.

    Lo so, vi annoierete maledettamente…insomma, mi preoccupo per voi.

    Introduzione

    È mezzanotte. Squilla il cellulare. "Strano, a quest’ora quest’oggetto infernale è spento o in modalità silenzioso. Di sicuro il solito rompiscatole" penso.

    Guardo il display. È il mio amico Antonio Portella, un bravo produttore cinematografico.

    Cosa sarà successo?

    Rispondo.

    Nulla di grave per fortuna, ha solo una proposta da farmi:

    - Perché non scrivi una commedia sulla morte?

    È pazzo! - penso.

    - Sì. Una commedia, sulla morte - incalza - dai che facciamo un film!

    Mi son sentito come Nanni Moretti nel film Il Caimano. Mi riferisco alla scena in cui Silvio Orlando, nei panni del regista Bruno Bonomo, e Jasmine Trinca, sceneggiatrice, propongono a Nanni Moretti il ruolo di Berlusconi. Nanni rifiuta dicendo che è un film facile, che è il film che tutta la sinistra si aspetta poi continua: Io invece ora sto finendo di scrivere una commedia.

    - Ma ti sembra il momento di fare una commedia? – la risposta di Jasmine Trinca.

    - È sempre il momento di fare una commedia! – il fine-discussione di Moretti

    Insomma, mi son sentito un po’ così, come Nanni, ma alla fine non ho rifiutato la proposta anzi, ho pensato: Ha ragione Moretti, è sempre il momento di fare una commedia!. E così è nata la mia prima commedia.

    Mi sono divertito moltissimo mentre la scrivevo e mi auguro che quest'ilarità che ha coinvolto me, possa contagiare anche voi. Buona lettura.

    Uno

    - Il mattino ha l’oro in bocca… ma io vulesse ‘nu cornetto.

    Il sole si è alzato da un bel po’ su Vitulano, Leo solo ora. Sono le 9,00.

    È ai piedi del letto. Sbadiglia. Il suo stomaco brontola. La mattina è sempre così. La prima cosa che pensa non appena Morfeo lo lascia, è il cibo che serve a colmare non solo la pancia.

    Senza calzini, con la luce del sole che penetra dalle finestre chiuse, con i piedi nudi e freddi su un pavimento antico, vissuto e umido, è seduto sul bordo del letto, è strafatto. Quel refrigerio al tatto dei piedi lo aiuta non poco: appena qualche secondo per riprendersi, e la sua giornata ha inizio.

    Cerca le pantofole, le trova, le indossa. Finalmente un po’ di calore. Si alza, lo fa lentamente. Con la sicurezza di un elefante in una cristalleria, s’incammina in quello che sembra un lungo rettilineo vuoto. Quando era piccolo, insieme al fratello giocavano con le macchinine su quella breve superficie, che da bambino però sembrava immensa. Quello spazio diventava un autodromo, ma lui non è una Ferrari a quest’ora, e nemmeno una Cinquecento. Altro che rettilineo! Era solo un piccolo corridoio di una casa di paese, trafitto dai raggi di un sole stanco, quasi fosse pure lui spossato dopo una notte appena passata.

    Le pareti son spoglie, nessun quadro, nessun mobile a intralciare il suo cammino: meno male! A prima mattina di sicuro sarebbe inciampato.

    Lentamente peregrina in quello che sembra un lungo percorso: sono solo pochi metri prima di raggiungere la cucina.

    S’affaccia nella prima camera sulla sinistra. Una montagna di coperte e vestiti fa immaginare, a primo acchito, che Max stia ancora dormendo nel suo disordine. Leo guarda quella sagoma con tenerezza e preoccupazione. Poi sgrana un po’ gli occhi e si accorge che il fratello è già sceso.

    - ‘O saccio io dove è andato! – dice con un sorriso misto tra rabbia e affetto. Leo immagina cosa stia facendo l’uomo che più di ogni altro conosce nella vita.

    Quella di suo fratello non è una camera, sembra piuttosto il negozio di un rigattiere, tenuta in un ordine scomposto che Leo guarda con disgusto e ammirazione:

    - Ma comme fa a trovare le cose!

    La cucina è assolata, e Leo mette le mani davanti agli occhi non ancora abituati alla luce del giorno. La sua mente va al cornetto, ma nella dispensa solo biscotti al cioccolato, merendine economiche e buonissime, e l’immancabile Nutella, delizia per il palato non solo di Leo.

    - La Nutella non deve mai mancare in casa, è la benzina per iniziare bene la giornata.

    La macchinetta tre tazze è lì in bella vista, pronta per essere usata. Prima però una visita in bagno, la prima, solo per un bisogno veloce e una prima sciacquata di faccia: ne serviranno altre per svegliarsi.

    La muntagnella di caffè è pronta per esser rinchiusa in quell’involucro di alluminio. Pochi minuti e diventerà nettare nero e caldo, in grado di svegliare anche i morti. Due biscotti con la Nutella, una merendina, un po’ di latte accompagnato da quel caffè caldo e profumato, e la notte sembra finalmente allontanarsi.

    - Nella vita puoi risparmiare su tutto – dice Leo addentando un biscotto strapieno di quella crema divina – ma sulla Nutella nun se po’ sparagnà!

    Una doccia veloce, una barba fatta in fretta, una guardatina allo specchio che non fa mai male, la solita giacca e cravatta, e giù per le scale. Non tante, a dire il vero.

    Leo abita da sempre nella piccola e accogliente casa di famiglia, con il fratello Max. Più che fratello però, fa da padre, da madre, da amico, da tutore.

    Max non si è mai ripreso da quel brutto incidente che ha visto coinvolti, quando i due erano ancora piccoli, i loro genitori: schiantati sul colpo. Una ferita ancora aperta nei due, che Leo ha a malincuore dovuto accettare, ma che ha segnato Max.

    Il rapporto con la morte è la cosa più complessa che un uomo debba affrontare. Ognuno lo fa a modo suo, e Max ha trovato il suo, alquanto singolare, per considerare quella tappa alla quale prima o poi tutti dovranno arrivare.

    Due

    C’è una regola non scritta, una consuetudine, un uso, un costume. Sì, proprio un costume. Nulla a che vedere con quello di carnevale, sia chiaro. Sempre di abito si tratta, ma di altro tipo. È una sorta di divisa non divisa , un abito che fa il monaco. Dove vuoi arrivare, direte voi. Da nessuna parte. Ma quando incontrate per strada un uomo

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