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Un nuovo domani
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Un nuovo domani

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About this ebook

Will, giovane liutaio, si sta dirigendo a corte come ogni mattina quando viene incantato da una scena emozionante: un gruppo di cavalieri che galoppa a grande velocità su un pascolo fiorito. Il ragazzo da sempre è affascinato dall’imponenza dei soldati, ma il suo rifugio nella musica non gli ha permesso di diventare uno di loro.
Quell’incontro non sarà l’ultimo, bensì solo il primo: insieme a una compagnia di vivaci cavalieri e a Kira, una bella ragazza alla quale il destino rubò l’amore, intraprenderà un avventuroso e avvincente viaggio alla scoperta di se stesso. E dalle esperienze dei cavalieri imparerà il vero significato della parola amicizia e del valore della vita…
Un nuovo domani è un romanzo travolgente, che mescola azione e riflessione, dolcezza e tensione, portandoti in un mondo lontano e fantastico.

“Ti ho condotto sulla via della musica in quanto sotto il peso di un’armatura non avresti retto che per più di pochi secondi e il tuo animo, così innocente e buono, non sarebbe mai stato capace di abituarsi agli orrori con cui i soldati hanno imparato a convivere”.
Will abbassò lo sguardo e il maestro continuò:
“Comunque io non voglio impedirti nulla, sei padrone di te stesso e libero di fare ciò che vuoi; se il tuo cuore ti dice di seguire i cavalieri, perché rimanere qui a corte?”.
LanguageItaliano
Release dateDec 22, 2017
ISBN9788867933464
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    Un nuovo domani - Elisa Schiumarini

    cuore.

    Capitolo I

    Percorrendo la via principale, si seguiva un intreccio di viottoli e si giungeva a un’abitazione in legno chiaro.

    Il piccolo balcone era adornato con fiori colorati che facevano risaltare un ricamo in ferro battuto, che univa le sbarre della terrazza.

    La casa si trovava lontana del centro del paese ed era vicina al limitare della foresta: in questo luogo abitava Will, il menestrello più famoso della corte.

    Il ragazzo era cresciuto al villaggio e aveva imparato a suonare in tenera età, col tempo la sua fama crebbe e tale la bravura: il ragazzo si ritrovò così a essere considerato il migliore.

    Quella mattina si svegliò di buon’ora, aprì la finestra e assaporò il frenetico risveglio del villaggio: le vie brulicanti di gente, le grida dei mercanti che presentavano le loro merci, i bambini che giocavano per le strade e il soave cinguettio degli uccelli che rendeva fresca l’atmosfera.

    Il ragazzo uscì di casa e si diresse dal suo cavallo, sistemato in un apposito recinto costruito dietro casa.

    Canticchiando una canzone, sellò il suo destriero, montò in sella, uscì dal borgo e si diresse al piccolo galoppo verso il castello.

    Per evitare di attraversare la via principale durante la giornata di mercato, decise di passare per il sentiero dietro casa sua il quale conduceva direttamente alla foresta.

    Questa strada secondaria era frequentata da pochi in quanto ai suoi lati vi erano folti cespugli di rovi che infastidivano i cavalli: il destriero di Will, però, non si curava affatto di questi inconvenienti e proseguiva al trotto tranquillo.

    Dopo poco il ragazzo arrivò in un pascolo colmo di fiori e lì si fermò per osservare lo spettacolo che si dipingeva davanti ai suoi occhi: una moltitudine di papaveri e fiordalisi si estendeva ricoprendo tutta la superficie del prato.

    Il ragazzo sospirò e chiuse gli occhi: stava immaginando di udire una dolce sinfonia suonata dalle piccole teste dei fiori che ondeggia-vano al vento, quando un rumore di zoccoli lo fece trasalire.

    Aprì gli occhi e vide un gruppo di cavalieri galoppare a forte velocità attraverso il pascolo.

    Li osservò con meraviglia: i cavalli alzavano una nuvola di petali azzurri e rossi che si perdevano nel vento, volando in varie direzioni.

    Will era solito udire racconti sulle gesta dei cavalieri e conosceva bene i loro valore e coraggio ma non aveva mai visto un drappello così da vicino: quegli uomini erano l’emblema del valore e della fierezza.

    Spronando il cavallo, seguì i cavalieri e si immaginò di cavalcare al loro fianco, indossando una splendente armatura.

    Questo pensiero, però, svanì all’istante e prese posto la consapevolezza delle sue paure più profonde legate alla guerra e alla violenza: nonostante l’idea di voler essere un cavaliere l’ammaliasse, Will non riusciva a togliersi dalla mente una scena che gli aveva sconvolto l’esistenza.

    Da bambino, viveva al villaggio insieme alla sua famiglia: la madre era una musicista e fu lei ad introdurlo alla vita di corte, mentre il padre era un messaggero reale.

    Will trascorse un’infanzia serena e tranquilla fino a quando, una mattina d’estate, il villaggio venne attaccato e saccheggiato: in quella furente battaglia persero la vita i suoi genitori.

    Da quel momento, Will si rifugiò nella musica e nelle sue melodie era solito unire all’ispirazione datagli dal canto degli uccelli, alcune note cupe, dettate da un oscuro ricordo che aveva segnato il suo cuore in modo indelebile.

    Dopo poco arrivò nei pressi del portale della fortezza e al passo, la varcò.

    Capitolo II

    Will scese di sella e lasciò il cavallo legato a un’anella nella facciata principale del castello.

    Nel contempo, una guardia gli si avvicinò:

    Buongiorno Will, faresti meglio a sbrigarti, la festa è quasi iniziata.

    Salve Messere, ma di che festa stai parlando? chiese il ragazzo mentre prendeva il liuto dalla sella.

    Oggi sono tornati i nostri cavalieri, continuò la guardia, e il Re ha deciso di fare loro una sorpresa!.

    Will sorrise e mettendo una mano sulla spalla dell’uomo disse:

    Allora che aspetti? Aprimi il portone!.

    La guardia annuì e corse a sganciare il chiavistello.

    Grazie amico disse Will salendo i gradini di corsa.

    Si ritrovò davanti la sala reale piena di tavoli imbanditi con pietanze di ogni tipo, attorno ai quali sedevano nobili vestiti riccamente: donne adornate come candelieri e uomini impeccabili, che si gettavano sui cibi.

    La tavola reale era decorata da una candida tovaglia che scendeva fino a terra; Re Richard era seduto al centro di essa e accanto a sé vi erano due posti vuoti.

    Con lo sguardo osservava la sala con nobiltà e fierezza, come un’aquila sorvola imponente i cieli, consapevole di esserne la regina.

    I commensali erano seduti ai tavoli disposti attorno al Re, in mo-do che tutti potessero conversare con lui.

    Will si avvicinò al gruppo dei musici e si sedette:

    Ehi Will, pensavamo non saresti arrivato in tempo, disse un ragazzo con in mano un flauto,

    No, non potevo dimenticarmi di questa importante festa! finse Will sorridendo.

    Il Re volse lo sguardo verso i musici e quando vide Will lo salutò con un cenno del capo, al quale il ragazzo rispose con un inchino.

    Si sistemò accanto agli altri musici e iniziò ad accordare il liuto: era trepidante perché la guardia l’aveva informato dell’arrivo dei cavalieri e lui non vedeva l’ora che entrassero.

    Dopo poco il portone si spalancò: Re Richard si ripulì le mani nel-la tovaglia, i commensali si alzarono in piedi e si voltarono per am-mirare il gruppo di soldati attraversare la sala.

    Un paggio reale gridò:

    Date il benvenuto ai Cavalieri di Mountbag!.

    Will si era avvicinato al tavolo reale per vedere meglio e questi notandolo, lo richiamò:

    Ehi Will, vieni a conoscere i nostri cavalieri.

    Il ragazzo imbarazzato si fece largo tra gli ospiti e si avvicinò al Re.

    Avanti, non essere timido! gli disse il sovrano, posandogli una mano sulla spalla.

    Will non era intimidito ma alquanto intimorito: i cavalieri se ne stavano lì, in gruppo a parlare, mentre lui, il cantastorie di corte, con un liuto in mano era incapace di iniziare una conversazione.

    Il Re si accorse dell’imbarazzo di Will e gli disse:

    Adesso ti faccio conoscere una persona; dato che non ti presenti ai soldati, ti aiuterò io. Poi a gran voce, gridò:

    Kira, vieni qua!.

    In quell’istante, una persona si allontanò dal gruppo e si diresse verso il Re: era una ragazza con lunghi capelli scuri che facevano da contorno a un viso duro ma dolce allo stesso tempo.

    Kira si avvicinò al Re e gli chiese:

    Zio, dimmi, perché mi hai chiamato?.

    Volevo presentarti… la ragazza lo interruppe e voltandosi verso Will, chiese:

    E tu chi sei? No ti ho mai notato a corte.

    Will si sentì invadere da una vampata di imbarazzo e cercando di trovare le parole per dire una semplice frase di presentazione, iniziò a balbettare:

    "Io,

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