Una Prof. di ferro: in-segnare per segnare dentro
By Ivana Magini
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“…ora la sentiva così vera e palpitante, finalmente se stessa … Le bollicine non le avevano modificato la serietà dei modi, né abbassato il limite del pudore: avevano solo cancellato il rigore eccessivo, l’espressione distaccata con la quale teneva tutti a debita distanza … probabilmente una distanza di sicurezza che ormai non c’era più.”
I romanzi della scrittrice pesarese IVANA MAGINI rivelano un’esistenza ricca di esperienze diseguali, eppure così legate le une alle altre, che finiscono per comporre i tratti policromi di un unico mosaico. Partono dall’analisi dei propri disagi interiori, per arrivare ad alcune riflessioni che i nostri tempi impongono alla coscienza individuale e collettiva. Ha pubblicato numerose recensioni, oltre 90 poesie e cinque romanzi, che sono:
“Rosa Rosina”, 2010
“Il mondo di Virginia” (Prima parte), 2011
“Il mondo di Virginia” (Seconda parte), 2012
“Urbino ‘68”, 2013
“Una prof. di ferro”, 2015
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Una Prof. di ferro - Ivana Magini
Ivana Magini
Una prof. di ferro
(In-segnare per segnare dentro)
Romanzo
Sampeyre, ‘70
La mia classe è piena di occhi
che mi scrutano, mi scavano dentro.
… I miei ragazzi dal pesante passo
sulle tavole di legno. Falcate da fondisti.
Fuori la neve cancella le orme, chiude
i valichi fino a primavera. Lo sguardo
stretto tra due cime di monti.
Così i pensieri.
Siamo diventati aquile per passare oltre
e volare negli spazi aperti verso la pianura
sempre più lontano, fino laggiù dove la terra
finisce ed incomincia il mare.
Abbiamo affrontato venti contrari e vuoti
d’aria, ma ora sappiamo volteggiare planare
scendere in picchiata e risalire in alto.
La mia classe è piena di ali.
Dedicato ai miei alunni …
tutti figli miei,
prima ancora che diventassi
madre.
Patti chiari
-1-
- Buongiorno ragazzi! Mi chiamo Bianca Vitali e sono la vostra insegnante di Lettere. Per prima cosa, vi auguro un buon anno scolastico! Siamo nuovi in questo glorioso Liceo Scientifico Guglielmo Marconi
: io vengo dall’Istituto Psicopedagogico, voi dalla Scuola Media. Dunque, è il primo anno per tutti, ma sono certa che lavoreremo bene insieme … purché, e sottolineo purché, si mettano subito in chiaro alcune cose fondamentali, irrinunciabili. Come si dice: Patti chiari, amicizia lunga
. E io voglio che la nostra amicizia sia, non dico eterna, ma almeno lunghissima.
Cominciamo col dire che sono, innanzi tutto, un’educatrice. Si definisce educatore colui che contribuisce alla crescita umana della persona.
Parafrasando Lambruschini, quello dell'educatore è un servizio di guida che ripropone il concetto di educazione nel suo significato originale di e-ducere
dal latino: [e] fuori e [duco] condurre. Dunque, io sarò al vostro fianco per aiutarvi ad attraversare questo periodo delicato della vita, in cui cominciate a conoscervi, a scoprire il mondo, a misurarvi con voi stessi e con gli altri.
Ciò detto, vorrei puntualizzare altre due cose. Primo: non accetto nel modo più assoluto l’uso di parolacce o turpiloqui, anche se fanno molto trendy. Secondo: non appena entro in classe, sputate la cicca, la cingomma, la gomma americana, il chewingum o comunque si chiami. Non potrei mai spiegare Dante o Manzoni ad un branco di ruminanti. Voi non vi rendete conto dello spettacolo che offrite a chi vi guardi dalla cattedra. Ma credetemi se vi dico che fareste andar via l’ispirazione perfino a quell’eccelso, ineguagliabile poeta che è il nostro Leopardi!
Aggiungo un ultimo concetto: posso trasformarmi, di volta in volta, a seconda delle circostanze, in vostra madre, amica, confidente, in pubblico ministero o avvocato difensore. Ma non facciamo confusione tra i rispettivi ruoli. Voi continuate ad essere degli alunni, io rimango sempre la vostra insegnante e, come tale, pretendo rispetto…
Cosa sono quelle facce preoccupate? In sostanza vi sto parlando del principio dell’autorità. Un concetto superato? Non direi, anche se mi rendo conto che, oggi, non sia facile da accettare. Però, ve lo dico per esperienza: solo così può funzionare tra di noi.
Ragazzi, avremo molte cose da condividere perché, non c’è niente da fare … Come ripeto sempre: ‘la vita passa per la scuola’ …
- Cosa vuol dire?
- Chi ha parlato?
- Angelini Luciana… sono qui.
- Angelini, cerca di ricordare il complemento di moto per o attraverso luogo. Intendo dire che, in senso figurato, ‘la vita passa per o attraverso la scuola’.
Certo, il mio compito presenta sfide nuove, un tempo sconosciute. Ne prendo atto. D’altra parte, la vostra generazione è molto diversa da quella che l’ha preceduta, che poi sarebbe la mia. Voi siete nati sotto il segno della chiocciol@.it
-2-
- Ma cominciamo a conoscerci: Angelini Luciana… Ah, tu sei quella di prima…
- Angelotti Claudio.
- Presente.
- Balestrieri Miasako.
- Presente.
- Sei molto graziosa. Da dove vieni?
- Le mie origini sono giapponesi, ma sono venuta a Pesaro appena nata, con i miei genitori adottivi.
- Ho capito. Proseguiamo con l’appello
- Benelli Emilia.
- Presente.
- Bocci Michele.
- Presente
La porta si spalancò di colpo, facendo trasalire la prof. e catturando l’attenzione della classe. Dondolava sulle gambe, aveva un’aria spavalda e, in bocca, la gomma americana masticata con accanimento … il ragazzo passò davanti alla cattedra, dirigendosi verso l’ultimo banco rimasto vuoto. I compagni lo osservarono in silenzio, curiosi e divertiti. Il molleggiato fece cadere lo zaino sul banco, quindi spostò rumorosamente il seggiolino. Ma non fece in tempo a sedersi che la prof. …
- Ragazzi, avete visto qualcuno? Mi è parso di sentire un rumore, ma non vedo nessuno!
Con palese compiacimento, gli alunni afferrarono al volo il senso delle sue parole.
- Bocci, mi puoi aiutare?
- E’ entrato un somaro.
- Cioè?
- E’ un ripetente che viene dalla sezione B. Non so altro.
- Mattioli… chi è Mattioli?
- Sono qui, prof.
- Per favore, spiega al tuo compagno ‘invisibile’ cos’ha dimenticato.
- Avrebbe dovuto bussare, prima di entrare.
- Bene! Allora, tu, ripeti il tuo ingresso! Prendi lo zaino e ricomincia da principio. Il primo ciak non è venuto bene!
… Toc toc … E il ragazzo, con aria leggermente seccata, ripeté i passi e i gesti precedenti.
- Benelli. Chi è Benelli?
- Sono io.
- Secondo te, va bene così?
- No, prof. Doveva aspettare che lei dicesse: Avanti
!
- Giusta osservazione. Tu, esci di nuovo! Mi dispiace, ma bisogna rigirare la scena!
Toc toc …
- Avanti!
Con aria soddisfatta, l’alunno raggiunse la sua postazione.
- Ve l’ho spiegato subito, prima ancora di iniziare l’appello. Su due cose non transigo: il rispetto e la buona educazione. Dunque, anche abbonando le scuse per il considerevole ritardo, manca una cosa fondamentale. Perciò, tu, esci ancora una volta e ripeti il tuo ingresso trionfale … certo che me ne fai sprecare di pellicola!
Toc toc …
- Avanti!
- Buongiorno, prof.
- Buongiorno, caro! Guarda, laggiù c’è un banco libero.
Interdetto, sfinito, il ragazzo si diresse verso il banco indicatogli, l’unico disponibile, del resto. Si sedette in silenzio, ormai vinto ma, nello stesso tempo, calamitato, affascinato, conquistato … l’occhio fisso rivolto alla cattedra, mentre quella ‘donna straordinaria’ riprendeva l’appello.
-3-
- Quando vi chiamo, invece di rispondermi, alzate la mano, così mi sarà più facile individuarvi e imparare la vostra collocazione.
Cardinali Romina.
Dubaku Samir. Tu di dove sei?
- Etiopia.
- A giudicare dall’accento, sei in Italia da poco.
- No, è perché in casa parliamo solo la nostra lingua.
- Di questo discuteremo in un altro momento.
Fabbri Carolina
Federici Paolo
Francesconi Elisa
Gambini Tiziana
Lazzari Franco
Leonardi Italo
Magnani Eva
Mattioli Chiara
Orazi Agostino
Paci Ennio
Pierucci Rinaldo
Polidori Mirella
Ruggeri Stefania
Somma Gennaro
Subramani Nisha … Tu da dove vieni?
- Sono venuta in Italia all’età di cinque anni. La mia famiglia è originaria dell’India. Proviene da Bombay.
- Bene! …
- E, per finire, Zanetti … dulcis in fundo! Finalmente possiamo presentarci: Io sono Bianca Vitali, la tua insegnante di Lettere.
- Piacere! Zanetti Giorgio detto Giò.
- Se non sbaglio, sei più grande dei tuoi compagni.
- Ho diciassette anni compiuti.
- Quante classi hai ripetuto?
- Due, perché …
Si interruppe a motivo del brusio che si era sollevato in classe, insieme a risatine e commenti a mezza voce del tipo: Abbiamo fatto un bell’acquisto
! … Che figura! …
Al posto suo, mi sotterrerei"!
- Silenzio! Cos’è questo chiasso? Quando, prima, ho parlato di rispetto, non mi riferivo solo a quello che mi spetta, ma anche a quello che dovete avere tra di voi, l’uno per l’altro.
- Non fa niente prof. – si schernì Zanetti -
- Invece, fa. Eccome che fa! … Concludi quello che stavi dicendo.
- Quando ci siamo trasferiti negli Stati Uniti, ho ripetuto la 1° Elementare per via della lingua. Poi, l’anno scorso, quando siamo rientrati in Italia, in seguito alla morte di mio padre, ho avuto delle difficoltà ad inserirmi nella 1° Liceo.
- … Cos’è? Adesso non ride più nessuno? Non è forse meglio conoscere le cose fino in fondo, prima di emettere un giudizio? Ricordatevelo, la prossima volta!
- Cosa ne pensi, tu che ti agiti tanto? Ti chiami?
- Pierucci… e penso che lei ha ragione.
- Penso che lei ‘abbia’ ragione: Pierucci, riconciliati col congiuntivo!
- In TV hanno detto che si usa sempre meno, specie nella lingua parlata.
- Oggi, anche persone di cultura lo sostituiscono sempre più spesso con l’indicativo. Purtroppo è vero! E siccome ciò che si ascolta con una certa frequenza finisce per diventare familiare, perfino orecchiabile, accidentalmente può capitare anche a me di fare la stessa cosa, senza rendermene conto. Tuttavia, un errore rimane un errore, perciò rassegnatevi: in 1°A continueremo ad usare il congiuntivo, sia allo scritto che all’orale. Spero di essere stata chiara!
Ma torniamo al nostro caro Zanetti Giorgio detto Giò. Sappi che, per qualunque cosa, puoi contare su di me. Comunque, spero che, d’ora in avanti, tu non abbia più problemi o rallentamenti nel corso dei tuoi studi.
In effetti, da quel giorno, non avrebbe più fatto parlare di sé in senso negativo. Sarebbe diventato il paladino della giustizia e della verità, la spada sguainata alla maniera degli antichi cavalieri, in difesa di una nobile fanciulla che, a dire il vero, nobile non lo era mai stata e fanciulla non lo era più. Soprattutto, non sembrava affatto indifesa! Eppure, nel corso dell’anno scolastico, la dedizione di quel ragazzo alla sua prof. del cuore si sarebbe rivelata preziosa.
Vi presento i miei
-1-
Ma chi era quella tremenda prof. toccata loro in sorte?
Terminato il primo giorno di scuola, gli alunni della 1°A iniziarono la caccia alla notizia.
Bianca Vitali era sposata, aveva figli, dove abitava, quali erano i suoi interessi, chi frequentava, quali erano i suoi parenti ascendenti e discendenti?
A dire il vero, non scoprirono un granché.
Noi, invece, abbiamo la possibilità di saperne di più. Entriamo in punta di piedi nella sua privacy…
- Zia Erminia, sei sicura di quello che vuoi fare? Hai considerato bene ogni cosa?
- Non ti preoccupare, Bianca! E’ già da un po’ che rifletto sulla mia situazione e, ad un certo punto, mi sono detta: Cosa ci sto a fare in questa casa dove tutto mi ricorda il passato?
E’ anche molto grande e tenerla in ordine mi costa una gran fatica. Ormai comincio ad avere i miei acciacchi e poi, tu lo sai, non sono mai stata una di quelle donne che passano tutto il giorno a pulire e a strofinare. Non nuoto nell’oro, ma il mio povero Tonino, che Dio l’abbia in gloria, mi ha lasciato una discreta rendita. Allora mi sono informata e ho saputo che potevo permettermi la retta di un pensionato, praticamente una villa signorile, con vista panoramica, personale qualificato, assistenza medica di prim’ordine ecc. ecc. ecc. E poi è a meno di mezz’ora dalla città. Mi verrai a trovare, qualche volta, non è vero?
- Sempre, tutte le volte che potrò … Però, zia, non avrei mai pensato che ti saresti rassegnata a lasciare la tua casa. Ancora sei in gamba, sei autosufficiente.
- Innanzitutto, nessuno mi costringe, è una mia libera scelta, fatta consapevolmente adesso che ancora la mente mi funziona. Mi spaventa molto di più l’idea che, con l’andar del tempo, dovrei assumere una cameriera e poi una badante. Sarei circondata e, magari, comandata a bacchetta da estranei, prigioniera in casa mia … Figuriamoci! Se avessi avuto dei figli, le cose sarebbero state differenti, ma così … La parente più affezionata sei tu e so che, se rimanessi qui, potrei fare affidamento su di te. Però hai il tuo lavoro, la tua bambina, i tuoi grattacapi. No, sono sicura di aver fatto la scelta giusta!
- Hai già visitato il posto?
- Si capisce! Per questo ti dico che non ha niente a che vedere, niente in comune con i normali ospizi per anziani che, a dire la verità, sembrano l’anticamera del camposanto. Si tratta di una struttura enorme, recentemente rimessa a nuovo secondo criteri modernissimi. Io ho l’onore di essere tra le prime ospiti. E, comunque, i posti non sono molti. Meglio! Vuol dire che non diventerà mai un luogo sovraffollato!
Bianca si sentì rinfrancata da quelle notizie. Ora aveva la certezza che zia Erminia avesse ponderato la sua scelta e disposto ogni cosa con cognizione di causa.
- Beh, adesso sono più tranquilla … forse perché mi sono fatta contagiare dal tuo entusiasmo. Mi piace questa tua positività, questa tua voglia di ricominciare. Non vedo l’ora di conoscere la magnifica, nuova dimora!
- Allora, ti farò sapere al più presto la data precisa della partenza.
- Ti accompagnerò volentieri, quando arriverà il grande momento.
- Grazie! Se puoi, vieni a trovarmi qualche giorno prima, così mi aiuterai a preparare i bagagli, a selezionare le cose necessarie, visto che non posso portarmi via tutto il guardaroba!
- Hai già pensato cosa fare della casa e dei mobili?
- Per niente! Una cosa alla volta! Per ora lascio tutto com’è. Andando avanti vedremo …
Era così, zia Erminia, la sorella di suo padre: carattere fiero e volitivo, parlare schietto, intelligenza viva. Anche anticonformista, specie se rapportata alla sua generazione. Crescendo, Bianca era stata spesso paragonata a lei. Ancora le sembrava di sentire la voce di sua madre che diceva
- Ha preso da zia Erminia. Speriamo bene!
-2-
A volte si sentiva sola, la prof. … In effetti, ne aveva tutte le ragioni. Purtroppo, a parte zia Erminia, non aveva altri parenti in città. Aveva perduto i nonni da diversi anni, due cugini a cui era molto legata erano andati a lavorare in Veneto; infine, i genitori si erano trasferiti a Termoli, al seguito della sorella minore che aveva