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Il cardinale Juan Landázuri Ricketts: La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II
Il cardinale Juan Landázuri Ricketts: La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II
Il cardinale Juan Landázuri Ricketts: La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II
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Il cardinale Juan Landázuri Ricketts: La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II

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  Questo lavoro s’inserisce nell’ambito delle finalità del “Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II”, volte alla promozione sugli studi e sulla ricerca scientifica di questo importante Concilio Ecumenico, che è stato l’evento più importante nella storia della Chiesa nel XX secolo, confermandone tutta la sua attualità e importanza storica, teologica ed ecclesiale. Nello specifico, vuole rappresentare un contributo per uno studio più approfondito sull’effettivo ruolo che svolse il cardinale Juan Landázuri Ricketts al Concilio Vaticano II, e, in seguito a questo evento, al suo fondamentale e personale contributo per la sua corretta applicazione, nell’Arcidiocesi di Lima e nella Chiesa Peruviana, nel periodo postconciliare. Egli fu capace di accompagnare e guidare i distinti processi di cambiamento all’interno della Chiesa nell’era postconciliare, nello specifico di quella Peruviana, e in buona parte di quella Latinoamericana.
LanguageItaliano
Release dateMay 29, 2018
ISBN9788838246975
Il cardinale Juan Landázuri Ricketts: La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II

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    Il cardinale Juan Landázuri Ricketts - Massimo Zorzin

    Massimo Zorzin

    Il cardinale Juan Landázuri Ricketts

    La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II

    Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura ed Universale sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www.edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.

    Copyright © 2018 by Edizioni Studium - Roma

    www.edizionistudium.it

    ISBN: 9788838246975

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    SIGLE E ABBREVIAZIONI

    PREFAZIONE

    INTRODUZIONE

    I. LA REALTÀ DELLA CHIESA LATINOAMERICANA E PERUVIANA

    1.1. Coordinate storico-pastorali della vicenda ecclesiale latinoamericana

    1.2. Le nuove Diocesi

    1.3. L’organizzazione delle nuove Nazioni

    II. JUAN LANDÁZURI. L’UOMO, IL SACERDOTE, IL VESCOVO

    2.1. Primo periodo: 1913-1939

    2.2. Secondo periodo: 1939-1951

    2.3. Terzo periodo: 1952-1955

    2.4. Le prime pietre miliari del suo episcopato: 1955-1959

    III. IL CONTRIBUTO DEL CARDINALE JUAN LANDÁZURI RICKETTS AL CONCILIO VATICANO II (1962-1965)

    3.1. La fase antepreparatoria del Concilio Vaticano II: 1959-1960

    3.2. La fase preparatoria del Concilio Vaticano II: 1960-1962

    3.3. La Chiesa peruviana presente al Concilio

    3.4. Gli interventi in aula conciliare del cardinale Landázuri

    IV. LA RECEZIONE CONCILIARE NELLA CHIESA PERUVIANA

    4.1. L’Arcidiocesi di Lima di fronte alle grandi sfide contemporanee

    4.2. I «frutti del Concilio» attraverso la Conferenza Episcopale Peruviana

    4.3. Il ruolo del CELAM negli anni 1956-1968

    CONCLUSIONI

    APPENDICE

    1 - Lettera del 17 dicembre 1959 - Indirizzata a José Dammert Bellido, Vescovo ausiliare di Lima, a firma di P. M. Alvarez, M. Sp. S. (Missionari dello Spirito Santo), per proporre il progetto della consacrazione del mondo allo Spirito Santo come atto iniziale del prossimo Concilio Ecumenico.

    2 - Lettera del 26 gennaio 1960 - Indirizzata ai Vescovi della Conferenza Episcopale Peruviana, a firma di p. M. Alvarez, M. Sp. S., per la consacrazione del mondo allo Spirito Santo come atto iniziale del prossimo Concilio Ecumenico.

    3 - Lettera del 14 ottobre 1963 - Indirizzata al Rev. Padre Felipe E. McGregor SJ, Rettore Magnifico della Pontificia Università Cattolica del Perù, Lima, a firma di Juan Landázuri Ricketts, relazionandolo sulla sua partecipazione al Concilio Ecumenico e su alcune decisioni sull’Università.

    4 - Lettera del 1° novembre 1963 - Indirizzata al Rev. Padre Felipe E. McGregor SJ, Rettore Magnifico della Pontificia Università Cattolica del Perù, Lima, a firma di Juan Landázuri Ricketts, relazionandolo sulla sua partecipazione al Concilio Ecumenico e su alcune decisioni sull’Università.

    5 - Lettera del 23 ottobre 1964 - Indirizzata al cardinale Juan Landázuri Ricketts, Arcivescovo Primate del Perù e Gran Cancelliere, Roma, a firma del Rev. Padre Felipe E. McGregor SI, Rettore Magnifico della Pontificia Università Cattolica del Perù, Lima, relazionandolo su alcune questioni dell’Università e complimentandosi per i suoi interventi in aula al Concilio Ecumenico.

    6 - Lettera del 19 novembre 1963, da Roma - Indirizzata al Dott. Victor Andrés Belaunde, Ambasciatore del Perù presso le Nazioni Unite, Lima, a firma di Juan Landázuri Ricketts, in occasione del suo 80° compleanno.

    7 - Lettera dell’11 ottobre 1964, da Roma - Indirizzata a Sua Santità papa Paolo VI, a firma dei cardinali Frings, Léger, König, Meyer, Lefebvre, Ritter, Döpfner, Juan Landázuri Ricketts e di altri cardinali, riguardo alla Dichiarazione sulla libertà religiosa.

    8 - Riferimenti di ogni singola partecipazione del cardinale Landázuri,Ricketts, alle Sessioni I e II, di giugno e di novembre 1961, nella Commissione Centrale del Concilio Vaticano II.

    9 - Riferimenti di ogni singola partecipazione del cardinale Landázuri Ricketts, dalla Sessione III alla Sessione VII, da gennaio a giugno 1962, nella Commissione Centrale del Concilio Vaticano II.

    10 - Elenco dei Vescovi Peruviani presenti alla I Sessione del Concilio Vaticano II, 11 ottobre - 8 dicembre 1962, e dei Vescovi che sono rimasti in Perù.

    11 - Elenco dei Vescovi Peruviani presenti alla II Sessione del Concilio Vaticano II, 29 settembre - 4 dicembre 1963, e dei Vescovi che sono rimasti in Perù.

    12 - Elenco dei Vescovi Peruviani presenti alla III Sessione del Concilio Vaticano II, 14 settembre - 21 novembre 1964, e dei Vescovi che sono rimasti in Perù.

    13 - Elenco dei Vescovi Peruviani presenti alla IV Sessione del Concilio Vaticano II, 14 settembre - 8 dicembre 1965, e dei Vescovi che sono rimasti in Perù.

    14 - Elenco degli interventi in aula conciliare di tutti i Vescovi Peruviani durante le quattro Sessioni del Concilio Vaticano II .

    15 - Elenco degli interventi scritti di tutti i Vescovi Peruviani durante le quattro Sessioni del Concilio Vaticano II .

    FONTI E BIBLIOGRAFIA

    Fonti inedite

    Fonti edite

    Riviste

    Studi e Letteratura

    Monografie

    INDICE DEI NOMI

    CULTURA

    Studium

    124.

    Religione e società / 23.

    Massimo Zorzin

    IL CARDINALE JUAN LANDÁZURI RICKETTS

    La Chiesa Peruviana e Latinoamericana nel periodo del Concilio Vaticano II

    Prefazione di Philippe Chenaux

    SIGLE E ABBREVIAZIONI

    AAS Acta Apostolicae Sedis , Città del Vaticano

    AD I/ Acta et Documenta Concilio Oecumenico Vaticano II Apparando, Series I, Antepraeparatoria, Typis Polyglottis Vaticanis,1960-1961

    AD II/ Acta et Documenta Concilio Oecumenico Vaticano II Apparando, Series II, Praeparatoria, Typis Polyglottis Vaticanis, 1964-1995

    AS Acta Synodalia sacrosancti concilii oecumenici Vaticani II, Typis Polyglottis Vaticanis, 1970-1980

    ASV Archivio Segreto Vaticano

    ACEP Archivio Conferenza Episcopale Peruviana

    AAL Archivio Arcidiocesano di Lima

    ASOFM Archivio Storico Generale Curia Generalizia Frati Minori

    ASANT Archivio Storico Pontificia Università Antonianum

    ASDESC Archivio del Convento de Los Descalzos di Lima

    PREFAZIONE

    Ripartire dagli archivi: questa era la scommessa che stava alla base del grande progetto di ricerca sugli archivi dei padri conciliari, lanciato nel 2010 dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II della Pontificia Università Lateranense, in vista della ricorrenza del cinquantesimo anniversario del Concilio e che ha portato all’organizzazione di due grandi Convegni internazionali a Roma, nel 2012 e nel 2015 [1] . La necessità di ripartire dagli archivi obbediva alla considerazione seguente: dopo la conclusione della Storia del concilio Vaticano II (1995-2002), diretta dal prof. Giuseppe Alberigo, il dibattito sul Concilio si era, per così dire, focalizzato sulla questione dell’ermeneutica, cioè dell’interpretazione dell’evento Vaticano II e delle sue decisioni. Nel suo discorso alla Curia romana del 22 dicembre 2005, Benedetto XVI aveva operato una distinzione tra due interpretazioni del Concilio: la prima, erronea, definita come «ermeneutica della discontinuità e della rottura», che «ha causato confusione» nella storia della Chiesa; la seconda, giusta e feconda, definita come «ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità», che invece «ha portato frutti». L’insistenza del magistero romano sulla continuità fra gli insegnamenti del Concilio e la grande tradizione della Chiesa contrastava con la lettura della storiografia propensa a sottolineare, al contrario, la novità del Vaticano II come evento di transizione epocale nella storia bimillenaria della Chiesa cattolica [2] . L’intento non era tanto quello di scrivere una contro-storia del Concilio Vaticano II, quanto piuttosto (più modestamente) quello di riprendere l’indagine storica sulla base di una documentazione la più larga possibile e senza a priori di tipo ideologico, evitando di strumentalizzare la storia del Concilio per fini estranei alla storia stessa, e tentando di arrivare ad una comprensione più equilibrata e più condivisa del Vaticano II.

    La sfida più impegnativa che si pone allo storico, a livello dell’interpretazione dell’evento conciliare, è quella del cambiamento di maggioranza tra l’inizio e la fine del Concilio. Per spiegare questa inversione di tendenza, senza cadere nella trappola dell’ipotesi complottistica, il ricorso alla categoria dell’esperienza conciliare appare fondamentale. Come detto varie volte da Giovanni Paolo II, il Concilio «ha avuto un significato unico e irripetibile per tutti coloro che vi hanno preso parte» [3] . Esso ha rappresentato, per molti vescovi, non solo una straordinaria esperienza di comunione fraterna sotto la guida dello Spirito Santo, ma anche una scuola di aggiornamento teologico. Come i padri conciliari hanno vissuto il Concilio? Quale è stata la loro esperienza personale dell’evento? In quale misura questa esperienza conciliare ha condizionato il loro modo di concepire la Chiesa, il loro modo di essere Vescovo? Bisogna parlare di una semplice evoluzione, oppure di una vera e propria conversione? Il poter documentare questi passaggi, attraverso lo studio attento e rigoroso delle fonti a disposizione, rappresenta sicuramente uno dei compiti più interessanti della ricerca storica attuale sul Concilio. La risoluzione del grande enigma interpretativo (che cosa è successo nel Vaticano II?) passa attraverso la ricostruzione precisa e meticolosa dell’attività dei suoi protagonisti, delle loro reti di contatto e di opinioni e dell’evoluzione del loro pensiero tra il 1962 e il 1965.

    Frutto di una Tesi di Dottorato, discussa alla Pontificia Università Lateranense nell’ottobre del 2017, il volume di Massimo Zorzin sulla figura dell’arcivescovo di Lima, il cardinale Landázuri Ricketts (1913-1997), fa proprie questi interrogativi di fondo. L’autore non si è lasciato scoraggiare dalla difficoltà (per non dire dall’impossibilità) di accedere alla fonte principale della sua ricerca (la maggiore parte dell’immensa documentazione privata del cardinale Landázuri, per sua espressa volontà, fu «distrutta e bruciata»), ma ha saputo superare l’ostacolo con tenacia e intelligenza sfruttando al massimo le risorse archivistiche esistenti (come il fondo Vaticano II nell’Archivio Segreto Vaticano), e riuscendo ad ottenere il permesso di consultare fondi altrettanto preziosi (come i verbali della Conferenza Episcopale Peruviana). L’indagine non si limita alla figura del cardinale Landázuri Ricketts, ma allarga lo sguardo all’insieme dell’Episcopato Peruviano e, direi anche, all’insieme dell’Episcopato Latinoamericano (CELAM). Da questo punto di vista, il volume offre un contributo significativo alla nostra conoscenza della storia della Chiesa Latinoamericana negli anni travagliati del Concilio e dell’immediato post-concilio. Esso non si presenta solo come il punto di arrivo di una ricerca compiuta, ma anche come un sicuro punto di partenza per molte ulteriori ricerche su questo affascinante argomento. La ricerca storica sulla Chiesa Latinoamericana e il Concilio Vaticano II è soltanto ai suoi inizi. Ultimo merito del volume di Massimo Zorzin sta nel fatto di non focalizzarsi sul contributo dei Vescovi Peruviani al Concilio, ma di interessarsi anche al modo con cui venne recepito il Concilio nella diocesi di Lima e nella Chiesa Peruviana dopo il Concilio. Le pagine dedicate ai lavori della rinnovata Conferenza Episcopale Peruviana durante gli anni 1966-1969, basate sui verbali della medesima, sono tra le più interessanti e le più nuove del volume. A livello interpretativo, la ricerca di Massimo Zorzin viene a confermare l’ipotesi alla base di due grandi Convegni sugli archivi dei padri conciliari organizzati negli anni 2012 e 2015, cioè che il Concilio è stato all’origine di una vera e propria conversione per molti vescovi. Lo zelo pastorale del cardinale Landázuri nell’attuare le decisioni del Concilio è emblematico di uno spirito nuovo (la Chiesa dei poveri) che ha pervaso tutta la Chiesa Latinoamericana e che troverà ad esprimersi nella Conferenza di Medellín (1968), di cui l’arcivescovo di Lima fu uno dei grandi protagonisti. La decisione di lasciare la sua sontuosa e ricca residenza di Javier Prado e di far costruire una residenza più modesta nella località di Santa Catalina, nel quartiere popolare di La Victoria, dove rimarrà fino alla fine della sua vita, è la manifestazione più eclatante della trasformazione operata dallo spirito del Concilio.

    PHILIPPE CHENAUX

    Membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Docente stabile

    di Storia della Chiesa e Direttore del Centro di Studi e Ricerche

    sul Concilio Vaticano II presso la Pontificia Università Lateranense.


    [1] P. Chenaux (a cura di), Il Concilio Vaticano II alla luce degli archivi dei padri conciliari, Lateran University Press, Città del Vaticano 2015; P. Chenaux - K. Plamen Kartaloff (a cura di), Il Concilio Vaticano II e i suoi protagonisti alla luce degli archivi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017.

    [2] G. Alberigo, Transizione epocale. Studi sul concilio Vaticano II, Il Mulino, Bologna 2009.

    [3] K. Wojtyla, Alle fonti del rinnovamento. Studio sull’attuazione del Concilio Vaticano II, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2007, p. 3.

    INTRODUZIONE

    Questo lavoro s’inserisce nell’ambito delle finalità del Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II, volte alla promozione sugli studi e sulla ricerca scientifica di questo importante Concilio Ecumenico, che è stato l’evento più importante nella storia della Chiesa nel XX secolo, confermandone tutta la sua attualità e importanza storica, teologica ed ecclesiale [1] . Nello specifico, vuole rappresentare un contributo per uno studio più approfondito – e per una più dettagliata e rigorosa ricerca storiografica – sull’effettivo ruolo che svolse il cardinale Juan Landázuri Ricketts – che fu Arcivescovo di Lima dal 6 maggio 1955 al 30 dicembre 1989 – al Concilio Vaticano II, e, in seguito a questo evento, al suo fondamentale e personale contributo per la sua corretta applicazione, nell’Arcidiocesi di Lima e nella Chiesa Peruviana, nel periodo post-conciliare. Egli fu capace di accompagnare e guidare i distinti processi di cambiamento all’interno della Chiesa nell’era post-conciliare – nello specifico di quella Peruviana, e in buona parte di quella Latinoamericana – al punto che il nuovo volto della Chiesa che si ebbe al termine del suo mandato – a livello particolare e nazionale – gran parte si deve al modo con il quale egli svolse il suo ministero pastorale. A tutt’oggi, sulla figura del cardinale Landázuri, non esistono specifici lavori storiografici sulla sua partecipazione al Concilio, se non quelli pubblicati negli Acta Synodalia del Concilio Vaticano II [2] . Uno tra i primi lavori, invece, che tratta della sua attività nel periodo post-conciliare, è quello di Roberto Varda Palma, dal titolo Los obispos rojos de Latinoamérica , del 1971. Nel breve capitolo dedicato al cardinale Landázuri, l’autore sostiene che «egli cominciò a occuparsi seriamente dei problemi sociali del suo Paese dopo la Conferenza di Medellín». Mentre, quattro anni prima, nel 1967, Maria Rosario Araoz aveva pubblicato il suo libro, intitolato La Missione di Lima , e in questo saggio evidenziava, invece, come Monsignor Landázuri, avesse avuto a cuore il problema della questione sociale già prima della Conferenza di Medellín. Qualche anno più tardi, lo storico gesuita Jeffrey Klaiber, che è stato uno tra i più prestigiosi docenti dell’Università Cattolica di Lima, aveva scritto due importanti saggi, il primo, dal titolo Religión y revolución , nel 1980 e, il secondo, nel 1988, più famoso e utilizzato per anni come testo di studio presso la stessa Università, dal titolo La Iglesia en el Perú . Mentre è del 1980, anche questo di un certo interesse, il pregevole saggio di Catalina Romero, Iglesia en el Perú: compromiso y renovación . Entrambi questi lavori presentano Landázuri – anche se in modo forse troppo sintetico – come la figura che facilitò il passaggio della Chiesa peruviana da una condizione preconciliare a una prospettiva più coerente con lo spirito del Concilio.

    Nel 1994, quattro anni dopo aver lasciato l’incarico di Arcivescovo di Lima, fu pubblicato un suo libro autobiografico, dal titolo Recuerdos de un pastor al servicio de su pueblo, nel quale egli stesso descriveva i momenti più importanti della sua vita e del suo ministero pastorale. Lo stesso cardinale Landázuri scrisse anche alcuni articoli sulla I Conferenza Episcopale Latinoamericana di Rio de Janeiro del 1955, sul Concilio Vaticano II, sulla II Conferenza Episcopale Latinoamericana di Medellín del 1968, e sul Sinodo dei Vescovi del 1974. Una parte di questo materiale – il solo che fu rinvenuto tra le sue carte personali dopo la sua morte, avvenuta il 16 gennaio 1997 – fu pubblicata in un fascicolo, dal titolo Momentos de la vida de la Iglesia [3] . In questi suoi brevi appunti, emergeva – come sempre testimoniato dal suo esempio di vita – la ferma e costante volontà del cardinale di progredire, insieme alla Chiesa, e sempre sotto la guida del Papa, verso il rinnovamento spirituale e istituzionale della Chiesa locale e nazionale, a conferma di quello che è sempre stato il suo principale impegno come Pastore di quella Chiesa – di Lima in particolare – e di quella Peruviana, in generale. Per quanto riguarda, purtroppo, il resto dell’immensa documentazione privata del cardinale Landázuri, per sua espressa volontà fu distrutta e bruciata, stando a quanto dichiarato dal suo Segretario personale di allora, il dottor Manuel Merino, cosa che mi è stata poi confermata personalmente nel corso dell’intervista fatta a lui lo scorso anno [4] . Pertanto, allo stato attuale, l’unica documentazione che si è dimostrata essere attendibile, come sicura e certa fonte storica ai fini della nostra ricerca, è risultata essere principalmente quella inedita – rinvenuta presso l’Archivio della Conferenza Episcopale Peruviana – e relativa ai verbali delle Assemblee della Conferenza Episcopale Peruviana (nello specifico dal 1959 al 1974); le poche Lettere originali, custodite presso l’Archivio della Pontificia Università Cattolica di Lima, e presso l’Archivio Storico dell’Istituto Riva Argüero di Lima; e quella – seppur circoscritta a pochi Documenti originali, ma non fondamentali per questa specifica ricerca – custodita presso l’Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Lima [5] . Alcuni giorni dopo la morte del cardinale, p. Gustavo Gutiérrez, in un suo articolo Presencia del Cardenal Landázuri, elaborò un breve – ma chiaro e preciso – profilo del cardinale, in cui metteva a fuoco soprattutto l’intensa spiritualità francescana che sempre guidò la vita di Landázuri, l’energia con la quale intraprese la sua attività pastorale, e, soprattutto, l’importanza che aveva rappresentato il Concilio Vaticano II nel suo governo episcopale e nella sua paternità spirituale. Nel 1998 il Dott. Gustavo Noriega pubblicò un’interessante monografia, dal titolo El Cardenal amigo, in omaggio a questo grande Pastore. Egli, amico e uomo di fiducia di Landázuri, fu messo a capo – come laico – della Cancelleria dell’Arcivescovato e, in seguito, nominato esecutore testamentario del cardinale. Anche i lavori di Fernando Armas Asín, Iglesia, Sociedad y Política de 1950 a nuestros días: un esquema de interpretación histórica, pubblicato nel 1999, e quello di Catalina Romero e Laura Elías, Los Padres Columbanos en el Perú 1952-2002, pubblicato nel 2007, contribuirono entrambi a fornire un’ulteriore testimonianza sull’importante ruolo che il cardinale Landázuri ebbe nella Chiesa Peruviana, soprattutto quello da lui svolto nel periodo post-conciliare.

    Una maggiore attenzione su questo tema, invece, è stata rivolta a due interessanti Tesi di ricerca sul cardinale Landázuri, entrambe di p. Serapio Ríos Juárez, peruviano, e sacerdote religioso del Terz’Ordine Francescano. La prima, svolta nel 2007, in occasione del decennale della sua scomparsa, che ha come titolo La Eclesiología del Cardenal Landázuri, e l’altra, del 2013, in occasione del centenario della sua nascita, dal titolo El Cardenal Landázuri y el Concilio Vaticano II. In entrambe le Tesi, a nostro avviso, è stato svolto un pregevole lavoro di ricompilazione storica – in termini soprattutto cronologici e di riferimenti delle Riviste e dei Quotidiani di allora [6] – che avevano pubblicato, durante gli anni del suo magistero episcopale, i resoconti e le interviste sulla sua partecipazione al Concilio, delle principali attività pastorali realizzate, e delle importanti decisioni che erano state prese dalla Conferenza Episcopale Peruviana per l’applicazione dei nuovi orientamenti conciliari, e che si sono rivelate utili e importanti ai fini della nostra ricerca e studio [7] . Avendo potuto visionare, presso l’Archivio della Conferenza Episcopale Peruviana, numerosi fascicoli di Documentazione ancora inedita – tuttora in fase di catalogazione e, ci si augura, anche di digitalizzazione – questo ha consentito d’individuare, tra i tanti, anche quelli riguardanti gli Acta delle riunioni delle Assemblee della Conferenza Episcopale Peruviana, dal 1946 a oggi, comprensivi dei verbali integrali, redatti per ogni singola riunione che costituiva ogni Assemblea. Questo inatteso – ma provvidenziale – rinvenimento di tali inediti documenti, ha fatto sì che prendesse corpo l’idea di pensare e di elaborare una rilettura di quel preciso periodo storico della Chiesa Peruviana, attraverso le minuziose descrizioni dei principali momenti vissuti durante le riunioni di queste importanti Assemblee. Si è potuto comprendere meglio – e più chiaramente – quale importanza e significato abbia avuto il Concilio Vaticano II nella vita e nel magistero pastorale del cardinale Landázuri, ma soprattutto il concreto ruolo che svolse – sia nella sua Arcidiocesi di Lima sia nella Chiesa Peruviana – nel promuovere, sostenere, e portare a compimento, tutte le iniziative da lui avviate per un reale rinnovamento conciliare tra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70. Un’ulteriore sfida per gli storici e i ricercatori – come auspicabile e necessario completamento di questo specifico lavoro di studio – potrebbe essere anche quella della ricerca del ruolo rappresentato – e svolto – da ciascuno dei Vescovi Peruviani che hanno partecipato al Concilio, così come dei successivi cambiamenti operati nelle Diocesi a loro affidate – alla luce proprio del rinnovamento conciliare – attraverso il loro magistero e le azioni pastorali nel periodo post-conciliare. Per la prima volta la presenza dei Vescovi peruviani – ma anche di tutti quelli latinoamericani – nelle quattro Sessioni del Concilio fu veramente importante, e rinnovata, in ciascuna di queste quattro Sessioni, dalla naturale vitalità di un vero e costruttivo organo di collegialità, che si arricchiva costantemente di nuovi membri. In un certo qual modo, il Vaticano II offrì loro la possibilità di presentare al Concilio – e di condividere con gli altri padri conciliari – quello che già stavano vivendo nel CELAM da più di sette anni, e che era stato auspicato, fin dall’inizio, nella Prima Conferenza dell’Episcopato Latinoamericano di Rio de Janeiro del 1955. Un’indagine più completa, come s’ipotizzava prima, riguardante la partecipazione di tutti i Vescovi peruviani – e, volendo, anche di tutti quelli latinoamericani – ricostruendo non solo la loro storia generale, ma soprattutto il loro ruolo, e il contributo concreto che fu da loro prodotto al Concilio, era stata proposta già alcuni anni fa dal prof. Carlos Salinas Araneda [8] , ma essa è ancora agli albori, mentre un iniziale e ben documentato lavoro di ricerca è stato svolto solo in Brasile e in Cile più di vent’anni fa [9] . Alcuni studi, invece, si sono soffermati solo sulle personalità di alcuni vescovi latinoamericani, tra questi, quello sui cileni Manuel Larraín [10] e Raúl Silva Henríquez; sui brasiliani Helder Câmara e Aloisio Lorscheider [11] ; sull’ecuadoregno Leonidas Proaño; sul messicano Sergio Méndez Arceo, e sul peruviano José Dammert Bellido [12] . Tuttavia resta ancora da esplorare altro materiale custodito non soltanto nel Fondo Concilio Vaticano II, presso l’Archivio Segreto Vaticano, ma anche negli Archivi Diocesani, delle Conferenze Episcopali Nazionali dell’America Latina, e degli Ordini o Congregazioni religiose dalle quali provenivano molti di questi Presuli.

    Questo lavoro si divide, pertanto, in quattro capitoli. Nel primo capitolo – come giusta premessa per comprendere meglio quanto sarà poi sviluppato in quelli successivi, in modo da poter realizzare un utile affresco di fondo – s’intende presentare l’evoluzione della Chiesa in America Latina, descrivendo la realtà della Chiesa Latinoamericana e, nello specifico, di quella Peruviana, attraverso alcune tappe più significative – sia storiche sia pastorali – della sua vicenda ecclesiale, della sua identità cristiana, consapevoli della profonda influenza che il periodo coloniale ha esercitato sulla Chiesa attuale [13] . Quello, poi, che ne è conseguito, relativo cioè all’atteggiamento della Santa Sede di fronte all’Indipendenza Latinoamericana, e del suo nuovo interesse per l’America Latina, che si tradusse, inizialmente, nel Concilio Plenario della Chiesa Latinoamericana, che si svolse a Roma, nel 1899, e, soprattutto – poi – nella Prima Conferenza dell’Episcopato Latinoamericano, che si svolse a Rio de Janeiro, nel 1955 [14] . Il nostro punto di riferimento vuole essere quello di vedere, nel suo spaccato, il contesto ecclesiale della Chiesa Peruviana – e Latinoamericana – alla vigilia del Concilio Vaticano II, facendo riferimento alla recezione del suo annuncio e della sua preparazione. Nel secondo capitolo, ci si è soffermati – in primo luogo – sugli aspetti biografici più importanti e significativi della vita di Juan Landázuri [15] , e – nello specifico – della sua formazione, sia umana sia religiosa, ma soprattutto della sua esperienza e degli incarichi da lui ricoperti nell’Ordine Francescano dei Frati Minori [16] ; della sua nomina, prima come Arcivescovo coadiutore, (1952), e poi come nuovo Arcivescovo di Lima (1955); della realtà ecclesiale della sua nuova Arcidiocesi e delle sue prime azioni pastorali, tra cui – le più significative per la nostra ricerca – la Missione di Lima, nel 1957; la Lettera Pastorale collettiva di tutto l’Episcopato Peruviano, quella Sulla grave questione sociale nel Perù, nel 1958; le Settimane Sociali in Perù, quella del 1959 a Lima, e quella del 1961 ad Arequipa; il XVIII Concilio Provinciale Limense del 1959, che sono state le principali, tra le tante iniziative pastorali da lui intraprese, nei suoi primi anni di ministero pastorale, e che ci presentano un ulteriore spaccato della realtà ecclesiale – Arcidiocesana e Peruviana – prima dell’apertura del Concilio Vaticano II.

    Il terzo capitolo tratta del contributo del cardinale Landázuri al Concilio Vaticano II, nello specifico di quello della prima fase del Concilio, chiamata Antepreparatoria – unitamente all’Episcopato Peruviano – e di quella dei singoli interventi in aula conciliare del cardinale Landázuri durante le quattro Sessioni del Concilio [17] . Della fase Antepreparatoria – nella quale Landázuri non fece parte, perché la Commissione Antepreparatoria era composta solo da membri della Curia Romana – e in una sintesi dei loro contenuti più peculiari ai fini della nostra ricerca, si farà un’analisi delle proposte, o vota, pervenute alla Santa Sede da parte dell’Episcopato Peruviano, nel distinguere e analizzare queste proposte secondo specifici parametri di valutazione [18] . Considerando l’immenso territorio, e soprattutto la conformazione geografica del Perù, bisogna tenere in debito conto quello delle aree geografiche dalle quali giungevano le diverse risposte, perché questo può contribuire – e aiutare – a comprendere il reale contesto etnico, sociale, culturale, storico e religioso che le ha condizionate e motivate; soprattutto, la provenienza geografica degli stessi Vescovi, cioè, tra quelli nativi del Perù e quelli stranieri – che erano prevalentemente tutti religiosi missionari – e, pertanto, con una formazione fortemente e più eurocentrica. Inoltre, si deve anche tenere conto che già la realtà dell’Arcidiocesi di Lima – dove era iniziata da oltre un decennio una forte e continua immigrazione, proveniente soprattutto dalla Selva e dalla Sierra Peruviana – costituiva da sola un caso particolare. La seconda parte del capitolo – relativa alla Chiesa Peruviana presente al Concilio – ci porta a conoscere l’esatta composizione dell’Episcopato peruviano durante le quattro Sessioni conciliari [19] – un dato storico, che finora non era ancora stato definito con esattezza – ma soprattutto per una migliore conoscenza e un approfondimento sul contenuto degli interventi che fece il cardinale Landázuri in aula conciliare [20] . La sua partecipazione, in prima persona, a tutte le principali fasi e tappe conciliari, l’ha visto come vero protagonista in molte delle discussioni che si svolsero durante l’assise conciliare, a nome anche dell’Episcopato Peruviano, del quale si era fatto lui stesso paladino al Concilio [21] . Il quarto capitolo intende descrivere le principali attività di rinnovamento conciliare che svolse il cardinale Landázuri, insieme a tutto l’Episcopato Peruviano da lui guidato, dopo la conclusione del Concilio. Attraverso un’attenta e accurata rilettura dei verbali delle riunioni delle Assemblee della Conferenza Episcopale Peruviana – come già anticipato, tuttora inediti e mai pubblicati integralmente – che si sono svolte durante il periodo conciliare, e soprattutto quelle svoltesi nei primi anni post-conciliari, possiamo individuare un importante, e significativo, spaccato della storia della Chiesa Peruviana di quel tempo. Non si tratterà solo di conoscere realmente come e quando furono applicate le nuove norme conciliari negli anni successivi al Concilio, bensì sapere quale sia stato il concreto contributo, il ruolo chiave che il cardinale Landázuri ha saputo svolgere all’interno della Conferenza Episcopale – e insieme a lui tutto l’Episcopato peruviano – alla luce di una fedele e oggettiva rilettura delle fonti archivistiche. Questa parte di nuova storia scritta, intende presentare una delle tante e peculiari caratteristiche di un grande uomo e Pastore, sulle cui spalle gravava – soprattutto come Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, carica che ha ricoperto per trentatré anni consecutivi – la grande responsabilità di saper orientare e di guidare la giusta e corretta applicazione delle norme conciliari, anche a livello nazionale. Si vedrà pertanto – già dalle prime riunioni – che le sue prime azioni furono soprattutto quelle di educare l’Episcopato Peruviano a saper lavorare insieme, con metodo e conoscenza reciproca, ma sempre con l’intento di ricercare il bene comune, quello della Chiesa e del gregge a loro affidato, accompagnandolo per mano nell’applicare insieme questo rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II. In Appendice vengono riprodotti, trascritti integralmente, sette Documenti inediti, di Lettere in originale – quattro di queste a firma autografa del cardinale Landázuri – utili ai fini di questa ricerca, e finora mai utilizzati dagli studiosi; i riferimenti di ogni singola partecipazione del cardinale Landázuri alle Sessioni nella Commissione Centrale; gli elenchi dei Vescovi Peruviani che hanno partecipato a ogni singola Sessione conciliare, (compresi quelli che erano rimasti in Perù); l’elenco degli interventi in Aula conciliare di tutti i Vescovi Peruviani durante le quattro Sessioni conciliari, e l’elenco degli interventi scritti di tutti i Vescovi Peruviani durante il Concilio Vaticano II.

    Concluso questo lavoro, sento il dovere di ringraziare quanti, che in vario modo, hanno contribuito alla realizzazione del presente studio. A S. E. Monsignor Lino Panizza Richero, OFM Cap. – Vescovo di Carabayllo dal 1997 – per la sua personale stima e fiducia che mi ha sempre manifestato in questi anni, nel sostenere e incoraggiare questo specifico lavoro di ricerca sul cardinale Landázuri – del quale si vogliono celebrare con questo lavoro di ricerca e studio, come sincero omaggio e riconoscimento del suo Ministero e contributo Episcopale, i vent’anni della sua scomparsa – e con il quale, come missionario, p. Lino Panizza collaborò a livello pastorale fin dal suo arrivo in Perù, nel 1970. A S. E. Monsignor Salvador Piñeiro García Calderón, attuale Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, che ha autorizzato e consentito alla consultazione dell’Archivio della Conferenza Episcopale Peruviana, e soprattutto della Responsabile dell’Archivio stesso, la sorella Hilda Fabio, che fin da subito mi ha offerto la più completa e professionale collaborazione. Alla dott.ssa Laura Gutiérrez Arbulú, Direttrice dell’Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Lima, che, con l’autorizzazione di Sua Eminenza il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne – attuale Arcivescovo di Lima e Primate del Perù – ha permesso la consultazione dei Documenti originali ivi custoditi. Per l’importante sostegno e amicizia di p. Mauro Vallejo Lagos OFM, Ministro Provinciale della Provincia Missionaria di san Francesco Solano del Perù, che mi ha messo a completa disposizione gli Archivi del Convento de Los Descalzos di Lima, fornendomi sempre preziosi e utili consigli per questa mia specifica ricerca. Al prof. José Antonio Benito Rodriguez, dell’Università Cattolica Sedes Sapientiae di Carabayllo, per il suo fondamentale contributo e sostegno nell’iniziare la mia ricerca nell’Arcidiocesi di Lima, e porre così le solide basi di questo lavoro; al p. Serapio Ríos Juárez, che mi ha messo a disposizione le sue Tesi di ricerca come base di lavoro, fornendomi anche ulteriore materiale per la ricerca stessa, e al compianto p. Armando Nieto SJ, recentemente scomparso, che ha saputo motivarmi e consigliarmi sulla conoscenza della storia ecclesiale del Perù. Un grazie molto particolare alla carissima amica Maria Teresa Landázuri, nipote del cardinale: la sua amicizia, disponibilità e sostegno mi hanno molto spronato e aiutato durante tutto il mio soggiorno in Perù, e soprattutto a farmi conoscere più da vicino la importante figura del cardinale Landázuri. Al dott. Piero Doria, curatore del Fondo Concilio Vaticano II presso l’Archivio Segreto Vaticano, che mi ha sostenuto e aiutato in tutte le fasi della mia ricerca a Roma. All’avv. Giovanni Maria Migliori e al prof. Gianluca Orsola, per il loro prezioso e generoso sostegno, nel curare la corretta traduzione in italiano di tutti i testi in latino, fondamentali alla ricerca stessa. Ai miei Relatori, i professori Chenaux, De Palma e Sguazzardo, che mi hanno seguito in questi due anni di comune e appassionante lavoro. A tutti Voi esprimo la mia profonda gratitudine per essere giunti insieme fino a questo traguardo. Desidero precisare, inoltre, che, quando non è indicato esplicitamente, le traduzioni dallo spagnolo sono le mie e, a quanti, che involontariamente ho dimenticato di citare, a tutti loro giunga il mio sincero grazie.


    [1] Il Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II è sorto, nel 1998, all’interno della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, nello specifico, nel corso di specializzazione in Ecclesiologia, indirizzo Storia, e il suo Direttore è il prof. Philippe Chenaux, Docente di Storia della Chiesa. La caratteristica peculiare dell’insegnamento e della ricerca, esercitati nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, consiste nel marcato riferimento all’eredità dottrinale e alla prospettiva teologica del Concilio Vaticano II, riproposte e sviluppate da tutti i Pontefici del periodo postconciliare. La speciale sezione in Storia intende fornire una proposta di metodo e di strumenti che aiutino a riflettere e ad indagare sulla Chiesa e sulla teologia sotto la legge della storia, nella consapevolezza che storia/storicità è una categoria fondamentale della fede cristiana e della Chiesa di Cristo, e dunque della teologia, e pertanto propone di offrire i criteri per una corretta teologia della storia, con l’elaborazione di genuine categorie storiche teologiche, grazie ad una rigorosa indagine sulla storia della fede.

    [2] Gli interventi in aula conciliare del cardinale Landázuri durante le quattro Sessioni conciliari furono dieci, e nelle seguenti Congregazioni Generali: la V, del 23 ottobre 1962, su De sacra liturgia ( AS, I/I, 375-376); la XV, del 9 novembre 1962, su De sacra liturgia ( AS, I/II, 407-408); la XXII, del 19 novembre 1962, su De fontibus revelationis ( AS, I/III, 170-171); la XLIII, dell’8 ottobre 1963, su De ecclesia ( AS, II/II, 314-317); la LXV, del 12 novembre 1963, su De episcopis ( AS, II/V, 45-48); la XCII, del 1° ottobre 1964, su De divina revelatione ( AS, III/III, 185-187); la CVI, del 21 ottobre 1964, su De ecclesia in mundo huius temporis ( AS, III/V, 266-269); la CXX, dell’11 novembre 1964, su De accommodata renovatione vitae religiosae ( AS, III/VII, 436-439); la CXXXII, del 21 settembre 1965, su De ecclesia in mundo huius temporis ( AS, IV/I, 561-563); e la CL, del 15 ottobre 1965, su De vita et ministerio presbyterorum ( AS, IV/IV, 783-785).

    [3] Il modesto materiale che è stato rinvenuto è tuttora custodito presso l’Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Lima. Un elenco completo della documentazione – in tutto sono 33 i documenti catalogati – non è stato inserito nel presente studio, ma è disponibile per un eventuale e specifico lavoro di ricerca e studio.

    [4] Intervista al dott. M. Merino, del 4 marzo 2016. Durante questi anni trascorsi a Lima, si è avuta la possibilità di intervistare anche altri personaggi, sempre tra quelli che sono stati i più stretti collaboratori del cardinale Landázuri in quel periodo. Tra questi, il p. Vicente Guerrero op. – che al momento dell’intervista era già alla soglia dei 99 anni di età, ma ancora lucido di mente e in buona salute fisica – e che fu il Segretario Generale della Caritas in Perù, dalla sua costituzione e per circa vent’anni, il quale ha confermato anche quanto mi è stato poi detto dal dott. Merino, riguardo alla documentazione da conservare, che, cioè, l’ordine del cardinale era di discrezione e di mantenere sempre il segreto su tutto ciò che veniva detto e fatto nelle riunioni ma, soprattutto, che si doveva bruciare tutto qualora lui fosse venuto a mancare (Intervista a p. Vicente Guerrero, del 17 febbraio 2016). L’11 settembre 2017 p. Vicente Guerrero è serenamente spirato, presso la Casa di Cura del Convento di s. Rosa da Lima, a Lima, alla venerabile età di 100 anni, compiuti lo scorso 10 giugno.

    [5] Come sarà illustrato in seguito, gli Archivi Storici della Curia Generalizia dei Frati Minori e della Pontificia Università Antonianum – entrambi a Roma – non hanno potuto fornire la documentazione utile ai fini di questa specifica ricerca. Attraverso le Cronache Conventuali della Provincia Missionaria di san Francesco Solano in Perù (anni 1932-1952), custodite presso l’Archivio del Convento de Los Descalzos a Lima, è stato possibile, invece, ripercorrere almeno i momenti più significativi e importanti, come francescano, della vita di Landázuri, fino alla sua nomina ad Arcivescovo di Lima.

    [6] In particolare si tratta delle Riviste cattoliche più autorevoli e prestigiose di Lima e del Perù. Quelle direttamente collegate all’Arcidiocesi di Lima sono «El Amigo del Clero», «Documenta» e «RENOVABIS», e quelle collegate alla Conferenza Episcopale Peruviana, «Páginas» e la «Revista Teológica Limense», che riportano anche le interviste, i commenti e i resoconti delle diverse attività pastorali nell’Arcidiocesi di Lima e nella Chiesa Peruviana. Inoltre, il quotidiano «El Comercio», che aveva pubblicato, in esclusiva, e fin dall’inizio dei lavori conciliari, le varie cronache del Concilio, soprattutto quelle che riguardavano l’attività svolta dal cardinale Juan Landázuri.

    [7] Tutti i riferimenti a queste Riviste cattoliche dell’Arcidiocesi di Lima, riportati nel presente studio, sono stati tratti dal pregevole lavoro di studio e di ricerca di p. Serapio Ríos Juárez, che ringrazio nuovamente per avermi messo a disposizione i suoi lavori di studio. Per un ulteriore approfondimento sul tema da lui svolto, si veda: S. Ríos Juárez, La Eclesiología del Cardenal Landàzuri, ISET Juan XXIII, Lima 2007, e Id., El Cardenal Landàzuri y el Concilio Vaticano II, PUCP, Lima 2013.

    [8] Ci si riferisce al suo contributo al Convegno sui 50 anni dal Concilio Vaticano II, tenutosi, presso la Pontificia Università Lateranense, nel 2012, durante il quale, il prof. Salinas presentò un’interessante relazione dal titolo Il catasto degli archivi dei padri del Concilio Vaticano II in America Latina. I primi risultati e prospettive di ricerca, dalla quale ha anche preso spunto l’idea di questo specifico studio e ricerca sul cardinale Landázuri e sulla Chiesa Peruviana. Per un approfondimento sul tema, si possono consultare i volumi che raccolgono gli Atti del Convegno del 2012 e quello che si è svolto nel 2015: P. Chenaux (a cura di), Il Concilio Vaticano II alla luce degli archivi dei padri conciliari, Lateran University Press, Città del Vaticano 2015; P. Chenaux - K. Plamen Kartaloff (a cura di), Il Concilio Vaticano II e i suoi protagonisti alla luce degli archivi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017.

    [9] Sul Brasile: L. J. Baraúna, Fondo Vaticano II en Brasil, in J. O. Beozzo, Cristianismo e iglesias de América Latina en vísperas del Vaticano II, Departamento Ecuménico de Investigaciones, San José, Costa Rica 1992. Sul Cile: C. Salinas Araneda, El catastro de los archivos de los padres del concilio Vaticano II en América Latina. Primeros resultados y perspectivas de investigación, Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, Chile y Pontificio Comité de Ciencias Históricas, 2012.

    [10] J. Dammert Bellido, El aire fresco del Concilio Vaticano II, in «Páginas», 136/1995, Lima 1995.

    [11] L. J. Baraúna, Fondo Vaticano II en Brasil, in J. O. Beozzo, Cristianismo e iglesias de América Latina en vísperas del Vaticano II, Departamento Ecuménico de Investigaciones, San José, Costa Rica 1992.

    [12] J. A. Benito, El Concilio Vaticano II, 50 años después, Paulinas, Lima 2012.

    [13] Per la stesura di questo capitolo, in Perù si sono potuti consultare solo i lavori d’importanti studiosi e ricercatori stranieri – molto apprezzati in America Latina, e soprattutto in Perù – e principalmente quello di J. Klaiber, La Iglesia en el Perú del 1996; quello svolto da diversi ricercatori del CEHILA, in E. Dussel et Alii, Historia general de la Iglesia en América Latina, VIII, Perú, Bolívia y Ecuador, del 1987 (entrambi solo in lingua spagnola); e quello di E. Dussel, Storia della Chiesa in America Latina (1492- 1992), questo testo reperibile anche nella traduzione italiana del 1992, mentre pochissimi sono i lavori di autori italiani. Come ha ben esposto il prof. G. La Bella – nel suo saggio del 2005, sulla storia del cattolicesimo in America Latina – è che fino a quella data, è risultato che «la storiografia italiana sulla storia del cattolicesimo in America Latina è caratterizzata da un’indubbia povertà rispetto a quella spagnola, tedesca e anglo-americana. Non sono molti gli storici che, soprattutto in ambito contemporaneo, hanno indirizzato le loro ricerche allo studio della vita e alla presenza del cattolicesimo nel nuovo continente. Gli studi italiani sulla storia della Chiesa nell’America Latina sono segnati, inoltre, da un marcato squilibrio cronologico tra le diverse epoche. Solo negli ultimi anni sono apparsi in Italia una serie di lavori su diversi aspetti del cattolicesimo latinoamericano con contributi di sicuro valore e spesso con prospettive innovative» (La Bella, La Chiesa cattolica fra romanizzazione e americanizzazione, cit., p. 208).

    [14] Nello specifico di questa ricerca, sono da ricordare, nell’ambito dei rapporti Stato e Chiesa, il pregevole lavoro di Alberto Filippi sul pensiero politico dell’indipendenza ispano-americana e la Santa Sede: A. Filippi, Bolívar, il Pensiero Politico dell’Indipendenza Ispano-americana e la Santa Sede, del 1997; nonché il lavoro di Willi Henkel, sulla Chiesa in America Latina tra ’800 e ’900: W. Henkel, La Chiesa in America Latina, in Storia della Chiesa, XXIV, Dalle missioni alle Chiese locali (1846-1965), del 1990. I riferimenti di queste opere sono citati nel contributo del saggio di G. La Bella, La Chiesa cattolica fra romanizzazione e americanizzazione, p. 210.

    [15] Per una più esatta ricostruzione cronologica della sua vita, è stato fondamentale il libro autobiografico del cardinale Landázuri, Recuerdos de un Pastor al servicio de su pueblo, del 1994; ma soprattutto si sono dimostrate utili – per meglio conoscere la sua personalità e la sua formazione religiosa e spirituale – le numerose interviste ai Frati Minori del Convento de Los Descalzos di Lima (molti dei quali erano stati suoi studenti), e alla copiosa documentazione delle Cronache Conventuali, rinvenuta presso il loro Archivio di Lima e di Ocopa, messami gentilmente a disposizione dal P. Provinciale, p. Mauro Vallejo ofm, per la loro consultazione.

    [16] Presso l’Archivio Storico Generale della Curia Generalizia dell’Ordine dei Frati Minori a Roma, con il prezioso supporto del suo Direttore, p. Priamo Etzi ofm, si è potuto consultare il corposo e ben catalogato Fondo Landázuri. Questo Fondo, però, raccoglie solo la documentazione – dattiloscritta e con le firme in originale – relativa al periodo del suo mandato come Definitore Generale per l’America Latina (settembre 1951-giugno 1952), oltre che ad alcuni pochi altri documenti, con riferimento specifico alla sua nomina ad arcivescovo, del giugno 1952. Nonostante che il cardinale Landázuri – quando era a Roma per motivi legati al suo incarico, durante gli anni del suo lungo episcopato – abbia sempre alloggiato presso la Curia Generalizia dei Frati Minori, purtroppo è risultato che non vi è alcuna traccia documentabile in Archivio del suo passaggio. Anche se questo elenco non è stato inserito nel presente studio, è comunque disponibile per un eventuale lavoro di ricerca più specifico, considerando l’importanza – non solo storica – del ruolo che Landázuri svolse come Definitore Generale per l’America Latina.

    [17] Il 15 giugno 1960, Giovanni XXIII decise di nominare Monsignor Landázuri membro della Commissione Centrale Preparatoria – la fase successiva a quella Antepreparatoria – dalla quale è stato ricavato un elenco con tutti i

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