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Un'oscena promozione
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Un'oscena promozione

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Pensava che fosse stata scelta per una promozione da manager ma non aveva idea di che tipo di promozione lui avesse in mente.

Quando mi viene offerta una speciale promozione, con un aumento di stipendio per cancellare tutti i debiti di mia madre, posso a malapena pensarc due volte prima di accettare. Essere l'assistente di un bilionario non potrà essere poi così difficile, non è vero?

Solo che il mio capo non si aspetta che faccia solo il caffé. Ignorando il mio background religioso, è come se ogni giorno fosse un gioco per vedere quanto riesca a spingermi oltre il limite.

Xan Sanderlin è un perfetto pervertito, un affascinante peccaminoso pervertito, con un corpo da urlo. Sono convinta che è l'incarnazione del diavolo. Minaccia di licenziarmi se non obbedisco ad ogni suo comando. Mi punisce per cose che nessun'altra donna sopporterebbe. E, malgrado tutti i miei propositi di rimanere pura,inizio a cedere.

Una ragazza può solo solo sopportare pochi sguardi sext e sussurri seduttivi. E, quando mi mette le mani addosso... sento che la mia anima è persa.


 

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateSep 6, 2018
ISBN9781547533039
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    Un'oscena promozione - Sky Corgan

    CAPITOLO 1

    Eccolo, disse il mio collega con un calmo sussurro.

    Non poteva riferirsi a me. Nessuno parla mai con me. Non ho amici qui. Sono rarissimi da trovare quando sembri strana a tutti. Tento di non farmi infastidire da ciò, in quanto qui non contano le amicizie. Questo lavoro, invece, conta. È l’unica cosa importante, l’unica cosa su cui devo concentrarmi mentre sto lavorando.

    Certamente, so di chi stanno parlando. Mr. Xander Sanderlin, CEO della Checkmarks Scholarly, si sta facendo vivo in ufficio per la prima volta da quando ha preso possesso della compagnia tre mesi fa. Lavoro qui da poco più di sei mesi ma l’ultima volta, quando lui venne a farci visita, io ero a casa malata. Non che questo abbia importanza.

    Lui è molto attraente, senza alcun dubbio, ma non sono quel genere di ragazza che presta molta attenzione ad un uomo di bell’aspetto. Non sto reclamando, come le mie colleghe, per dare una piccola occhiata. Loro lo fissano, con uno sguardo inebetito, da lontano come se avesse una qualche strana forma di anomalia. Vedo le loro guance rosee e posso solo immaginare le loro oscene fantasie passare nelle loro menti, pensieri peccaminosi delle donne moderne. Per me, lui è soltanto il mio capo, il viso che ho visto, milioni di volte, sul muro dell’atrio, ora in carne ed ossa. Ed oltre ad essere il mio capo, lui è solo un uomo. Non ha alcun senso trattarlo differentemente, oltre a dargli il rispetto che merita per essere a capo della meravigliosa compagnia per cui lavoro.

    Potrei essere l’unica donna nella mensa a non fissarlo bramosamente, non immaginando come sarebbe averlo come marito. Dubito che questo sia tutto ciò a cui le altre stiano pensando, ma questa è l’unica distanza a cui lascio scorrere le mie fantasie.

    Sono una cristiana devota, molti direbbero fanatica. Ho fatto del mio meglio per rimanere pura, sotto tuti i punti di vista, per onorare la ma eredità Amish. Eppure, mia madre fu scomunicata per avermi avuta al di fuori del vincolo matrimoniale, ma continuiamo a provare a restare allineati a più tradizioni possibili, il che è molto più facile a dirsi che a farsi nella nostra situazione.

    Tutte le altre donne nella stanza stanno fissando Xander Sanderlin ed i suoi ricchi colleghi mentre sono seduti, tutti insieme, a diversi tavoli di distanza. Mi rende perplessa il motivo per cui non siano andati fuori per pranzo. Posso solo immaginare che lui voglia qualche attenzione. La vanità è un peccato, un derivato dell’orgoglio. Ho sentito che non è l’unico peccato di cui Xander Sanderlin è colpevole. Ma ho cose molto più importanti di cui preoccuparmi rispetto ai suoi illeciti. Quello che lui fa non è affare mio finché mi tiene nella sua azienda.

    Mentre fisso il mio sandwich il mio appetito sparisce appena inizio a pensare al mio futuro, o meglio, alla mancanza di esso. La maggior parte dei giorni tento di essere positiva, di vedere tutto il buono che c’è nella mia vita, le cose di cui dovrei essere grata. Un’ immagine di mia madre nel suo letto d’ospedale appare improvvisamente nella mia mente. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo, sussurrando a me stessa, Hai un lavoro magnifico e stabile. Hai un tetto sopra la testa. Hai Dorothy e Ruby che si prendono cura di mamma. Dio ha un piano per te. Lui non ti darebbe più di quanto tu non possa sopportare. Tutto è come lui vuole che esso sia. Tutto ha un perché.

    Quando riapro gli occhi, mi sento meglio. La fede mi avrebbe fatto affrontare un altro giorno, come aveva già fatto in passato. Ho solo bisogno di mettermi nelle mani di Dio e lui si prenderà cura di tutto il resto. E devo finire il mio sandwich. Sono fortunata di poter permettermi questo cibo e non dovrei sprecarlo.

    Il pranzo è più veloce di quanto vorrei e sono di nuovo al piano produzione. Correggo tests per vivere. Non è un lavoro eccitante, ma neppure particolarmente difficile. La maggior parte del lavoro è trattato dai computers. Io controllo solo i segni che i computer non possono decifrare; capire se il bambino rientra in A o B quando scarabocchia fuori dalle righe. È tutt’altra cosa rispetto al lavoro manuale che sento dovrei fare per rimanere in linea con le mie origini religiose, ma i lavori sono difficili da trovare e questo mi permette di avere una paga decente. Sono anche la prossima sulla lista per essere promossa a manager del mio dipartimento, ma solo perché il mio manager attuale sta per andare in pensione e nessun altro vuole ricoprire la sua posizione perché le ore di lavoro sono dannatamente lunghe. Tutto sommato, non posso lamentarmi. È il primo lavoro che ho avuto con potenziali di crescita. Prima di qui, ho lavorato per un piccolo ranch occupandomi degli animali ed aiutando in giardino, ma la paga era bassa e le ore di lavoro erano sporadiche. Quando mia madre si è ammalata, sapevo di aver bisogno di più di quanto loro potevano offrirmi.

    Ruby mi ha candidata per questo lavoro senza che io lo sapessi o che le dessi il consenso. Non appena è arrivata la chiamata per procedere con un colloquio, lei ha fatto del suo meglio per convincermi che avevo bisogno di mettere da parte le mie convinzioni abbastanza a lungo per pagare le spese mediche di mia madre ed aiutare con le spese della casa. Divisiamo un piccolo appartamento con due camere con altre due ragazze e, con mia madre fuori gioco, dovevo prendermi carico delle spese di due persone. Sembrava che, al tempo, non ci fosse altra scelta, quindi ho rimandato indietro la mia angoscia e sono andata al colloquio. Fortunatamente non era richiesta nessuna esperienza. Sono stata assunta quasi subito ed il resto è storia.

    Il lavoro è totalmente differente da ciò a cui sono abituata ma non posso dire che non mi piaccia. Stare seduta tutto il giorno davanti ad un computer è molto più facile di pulire stalle e strappare erbacce. Inizialmente, pensai che quando mia madre sarebbe stata meglio, sarei ritornata al lavoro manuale ma, con un’imminente promozione all’orizzonte, non sono sicura che sia ancora una buona idea. Questa promozione potrebbe cambiare la mia vita. Questo lavoro ha cambiato la mia vita.  E se tutto accade per una ragione... forse questo è quello che Dio vuole per me.

    Mr. Sanderlin passeggia per il corridoio mentre lavoriamo. Va a spasso attraverso la produzione, con altri uomini in giacca e cravatta, avanzando senza fretta e fermandosi di tanto in tanto per chiacchierare con gli altri. Si fermano alla mia scrivania e, quando do un’occhiata oltre alla mia spalla vedo degli occhi verdi scuri puntati su di me. Sfodero il mio sorriso più educato prima di ritornare a fissare il mio monitor. Le mie guance prendono spontaneamente fuoco appena ripenso all’immagine incorniciata del suo viso nell’atrio e realizzo che non gli rende assolutamente giustizia.

    Capisco adesso quello che le altre donne hanno visto per tutto questo tempo ma che in un certo modo mi sono persa. Ancor peggio lo sento. Il primo fremito di un qualcosa di proibito.

    Non posso guardarlo di nuovo. Le mie dita tremano leggermente mentre tento di concentrarmi su quello che sto facendo. È una A. È senza dubbio una A. Faccio un respiro profondo e annuisco a me stessa prima di selezionare la risposta corretta e passare al successivo.

    Non capisco cosa stia succedendo. Guardare un uomo non mi ha mai fatta sentire così prima. C’era molto potere dietro a quegli occhi. Nel modo sicuro in cui stava nel suo completo che gli calzava a pennello, con le mani infilate nelle tasche. È strano come in una frazione di secondo tu possa incamerare così tanto nella memoria. La sua pronunciata linea del mento. L’ombra della barba, dei capelli scuri che lo fanno sembrare sballato di rettitudine.

    Wow. Proprio wow. È riuscito persino a far agitare Miss brava ragazza, se ne spunta fuori una delle mie colleghe.

    Faccio del mio meglio per ignorarla, rifiutando di ammettere la verità, ossia che ho provato qualcosa quando ho incontrato il suo sguardo. Qualcosa che non posso aspettare di dimenticare.

    Sono preoccupata per il resto delle ore successive. Ogni volta che chiudo gli occhi vedo Xander Sanderlin fissarmi. La sua voce profonda mi sta impercettibilmente attirando. Mi contorco sulla mia sedia, sentendo la parte più profonda di me svegliarsi.

    Poi apro gli occhi e non vedo nient’altro se non lo schermo davanti a me ed il lavoro che ho sotto mano. 

    Sarà già passato domani. Devi solo lasciarlo svanire.

    Christiana. Il mio manager deve ripetere il mio nome per due volte prima che finalmente gli risponda.

    Hm? Oh, sì signore? lo esaminai.

    Il signor Sanderlin ha chiesto di vederla nel suo ufficio.

    Sta ancora reggendo in mano il ricevitore del telefono fisso come se anche lui fosse scioccato di passarmi la notizia quanto io lo sono di riceverla.

    Io? Indico me stessa stupidamente. Non penso che ci sia un’altra Christiana sull’intero piano riservato alla produzione.

    Il signor Sanderlin ha persino un ufficio qui? Penso tra me e me prima che il manager si offra di accompagnarmi.

    Mi chiedo cosa vuole, dico distrattamente non appena prendiamo l’ascensore per raggiungere un piano su cui non sono mai stata.

    Non lo so.

    C’è un corridoio costeggiato da uffici. Ci fermiamo alla fine di questo. Non ci sono targhe sulle porte che indichino chi sta all’interno ma, quando il mio manager bussa, la risposta non tarda ad arrivare.

    La porta si apre e tutto ciò che provai prima che tentai di soffocare è riaffiorato in superficie. Posso a malapena incrociare lo sguardo di Xander prima che ringrazi il mio manager per avermi accompagnata e poi lo congeda per farlo tornare al piano produzione.

    Entra. Mi tiene la porta aperta.

    Serro la mano di fronte a me, avanzando ansiosamente nell’imponente ufficio vuoto tranne che per una scrivania ed un paio di sedie. È ovvio che è un ufficio di riserva. Non ci sono foto alle pareti. Non ci sono scartoffie sulla scrivania che facciano sembrare che sia stata utilizzata. Non c’è nemmeno un computer. La semplicità dell’ambiente dovrebbe farmi sentire come a casa. Ma invece, mi fa soltanto sentire vulnerabile.

    "Ho fatto qualcosa di

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