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Una vita precaria: Viaggio semiserio all'interno di una coscienza lavorativa ferita
Una vita precaria: Viaggio semiserio all'interno di una coscienza lavorativa ferita
Una vita precaria: Viaggio semiserio all'interno di una coscienza lavorativa ferita
Ebook68 pages42 minutes

Una vita precaria: Viaggio semiserio all'interno di una coscienza lavorativa ferita

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About this ebook

In tempi lavorativi difficili ecco a voi una comoda guida per sopravvivere....si spera....alle mille distorsioni della nostra società. Attraverso le disavventure del protagonista imparerete, ridendo, a evitare certe fregature.

Paolo Bozzo è un giovane autore genovese che cerca di mettere l'anima in ogni suo testo . Di solito risulta molto facile identificarsi nei suoi personaggi. Ma attenti a non ritrovarci troppo di voi stessi.

 
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateJul 12, 2018
ISBN9788893454094
Una vita precaria: Viaggio semiserio all'interno di una coscienza lavorativa ferita

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    Book preview

    Una vita precaria - Paolo Bozzo

    Ringraziamenti

    Introduzione

    Ricordo ancora nitidamente quanto la stanchezza mi annebbiasse la mente mentre le gambe, con movimento necessario ed abituale, scendevano le scale dello studio dove allora lavoravo. Pochi secondi, pochi scalini ed eccomi sbattere contro il muro di freddo invernale che in certi quartieri di genova sembra ancora piu duro. Ritrovarsi in strada con pochi pensieri è certamente una bella condizione spesso sottostimata dai più, poiché come è noto non sappiamo neanche di avere denti finchè non iniziano a farci male. Quel giorno comunque non era proprio uguale agli altri, quel giorno

    Mi accorsi di essere seguito ed affiancato da una collega, e che collega per me!

    Mi ritrovavo allora in quell’assurda situazione che spesso si crea tra un uomo ed una donna, situazione che può portare al nulla come ad una storia e naturalmente io pensavo che sarebbe divenuta una storia (la forza del mio eterno ottimismo).

    Non ricordo bene che cosa ci fossimo detti durante quel breve cammino fatto assieme, ma ricordo perfettamente i suoi bellissimi occhi sorridenti ed il suo assomigliare, come molte donne del resto quando fa molto freddo, più ad un pupazzo tutto coperto che ad un essere umano. Tuttavia quell’essere umano lo conoscevo bene, almeno fisicamente, perché mi ronzava sempre attorno al lavoro e mi aveva iniziato a far battere il cuore come mai nessuna prima di allora.

    Ricordo quei giorni concitati, ricordo gli inviti alle terme e quant’altro, ricordo di avere ben compreso che lei fosse una mia possibile anima gemella. Alla soglia dei trent’anni avevo un lavoro con contratto a tempo indeterminato e oltre ad aver incontrato questa meraviglia gestivo una compagnia teatrale che mi dava molte soddisfazioni.

    Faccio una gran fatica a capire come sia stato possibile perdere tutto questo, quanto sia stato beffato dal destino e dalla altrui cattiveria, alla luce anche del fatto che, se ben ci pensiamo, quella situazione che ora mi sembra paradisiaca, fosse in realtà una situazione normalissima di una persona normalissima, o almeno lo era, prima di questa grande crisi economica ed emotiva che noi tutti ora stiamo vivendo.

    Per raccontare prima a me stesso che a voi a quale fermata del treno devo scendere, o almeno su che treno sto viaggiando, dovrò ora affrontare molti episodi precedenti o successivi che vi ispireranno, almeno spero, momenti di sorriso (non mi offendo tranquilli) e di riflessione (se piangete sul libro meglio così si rovina e ne dovete comprare un altro) nella convinzione di raccontare non una storia speciale, ma normale ma ugualmente degna di essere raccontata.

    ( Rappresentazione poco credibile della mia datrice di lavoro)

    Un lavoro da cani con un cane al tuo fianco

    Alla fine del ventesimo secolo, tralasciando le esplosioni atomiche di kenshiriana memoria, mi iscrissi alla facoltà di Scienze Politiche di Genova che mi aprì la via al periodo più felice della mia prima giovinezza, ma quando i riflettori della mia festa di laurea si spensero definitivamente mi ritrovai davanti al dilemma lavoro con in mano una laurea nel frattempo diventata utile solo per lavorare con il pulcino pio (senza offesa per l’eminente pennuto che gode tuttora della mia infinita stima).

    Così, tra lavoretti e ricerche mi ritrovai per le mani un’occasione lavorativa all’apparenza d’oro, o meglio, me la ritrovai grazie alla intraprendenza dei miei genitori che avevamo chiesto ad una loro conoscente a cui stavano vendendo una casa di famiglia se potesse fare qualcosa per me. So bene che alcuni di voi storceranno il naso ecco il solito raccomandato, ma vi chiedo voi non sareste andati al colloquio allo studio di questa signora? Già perché ho dimenticato di dirvi che

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