Padre Pio - beato di Dio - Spiritualità, carismi, miracoli e testimonianze sul santo monaco stigmatizzato di Pietrelcina: Nuova dizione aggiornata con la preghiera per ottenere grazie per intercessione di Padre Pio
By Beppe Amico
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"Nella mia veste di cronista - scrive l'autore nella premessa - citerò quindi queste testimonianze in modo chiaro, attenendomi a quanto gli intervistati mi hanno riferito, cercando di soffocare quell’istinto innato di tutti i giornalisti, di fare lo scoop, di scrivere qualcosa solo perché fa notizia.
In questi venticinque anni che mi separano dal mio primo "contatto" con Padre Pio - scrive ancora l'autore - oltre ad aver raccolto molto materiale inedito su Padre Pio, ho avuto modo di conoscere la sua spiritualità. Con l'aiuto di testimoni attendibili e fonti certe, ho tracciato un nuovo profilo del frate, citando episodi di prima mano vissuti direttamente dai protagonisti.
Tra gli altri ricordiamo le testimonianze dei giornalisti Renzo Allegri e Vittorio Messori, quella dell'attore Andrea Castelli, dell'avvocato Antonio Pandiscia, quella del celebre esorcista Padre Amort e alcuni memoriali inediti di religiosi e figli spirituali.
Nel corso della trattazione dei vari argomenti, ancora miracoli, virtù carismatiche, doni mistici ma anche tanta spiritualità attraverso le pagine del suo Epistolario, attraverso i pensieri giornalieri del mistico più conosciuto del XX° secolo.
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Padre Pio - beato di Dio - Spiritualità, carismi, miracoli e testimonianze sul santo monaco stigmatizzato di Pietrelcina - Beppe Amico
Note
TITOLO
Beppe Amico
PADRE PIO – BEATO DI DIO
Spiritualità, carismi, miracoli e testimonianze sul santo monaco stigmatizzato di Pietrelcina
NUOVA EDIZIONE AGGIORNATA, CON LA PREGHIERA PER OTTENERE GRAZIE PER INTERCESSIONE DI PADRE PIO
NOTE EDITORIALI E COPYRIGHT
Il Signore talvolta ti fa sentire il peso della croce. Questo peso ti sembra intollerabile, ma tu lo porti perché il Signore nel suo amore e nella sua misericordia ti stende la mano e ti dà forza
. (CE, 21, Padre Pio da Pietrelcina).
" Se gli uomini capissero il valore della sofferenza, non chiederebbero più la gioia, ma il dolore (Padre Pio da Pietrelcina).
Dedicato a Padre Pio, che mi ha fatto sperimentare le tenerezze misericordiose di Dio.
Le Fotografie pubblicate in quest’opera sono state gentilmente concesse all’autore con nulla osta alla pubblicazione da Padre Pacifico Giuliano (O.F.M. cappuccino) e sono di proprietà dello stesso. Alcune di esse fanno parte dell’archivio personale di Beppe Amico.
La foto della copertina e della quarta, è tratta da un’opera del pittore Mario Berrino, donata all’autore del presente volume dai coniugi Gianni e Mariarosa Frumento.
Un sentito ringraziamento al Convento Cappuccino di San Giovanni Rotondo, al Superiore Padre Livio Di Matteo e a Padre Gerardo di Flumeri che hanno messo a disposizione dell’autore oltre che tempo e pazienza anche alcune fotografie, documenti e testimonianze.
Autore: Beppe Amico
Edizione stampata: Lulu Enterprise America
Edizione e-book: Streetlib self-publishing
Copertina: Ega web design
Foto di copertina: Attribuzione 3.0 Unported (CC BY 3.0)
Immagini: pixabay.com e vedi nota sopra citata
© Copyright 2019: Proprietà letteraria riservata
DISCLAIMER
Il presente volume non intende prevenire il giudizio della Chiesa, secondo i decreti di Urbano VIII del 15.3.1625 ed è conforme al decreto della S. Congregazione per la Propagazione della fede, in AAS 38 (1966) già approvato da Paolo VI, 14.10.1966, e ai decreti della S. Congregazione dei riti.
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Il contenuto di quest’opera è puramente teoretico ed illustrativo e non intende sostituirsi alle terapie mediche. Coloro che sanno o sospettano di essere affetti da patologie organiche (fisiche) o psicologiche, sono invitati a rivolgersi ad un medico per le opportune diagnosi e terapie. Non possiamo garantire che l’applicazione dei consigli contenuti in questo libro possano realmente recare benefici.
PREGHIERA A SAN PIO
Per ottenere grazie dal santo di Pietrelcina
O Santo Padre Pio, che sei stato elevato alla gloria degli altari per aver portato la croce di Gesù Redentore e aver amata la Madre celeste con venerazione, ascolta la nostra confidente preghiera come quando accoglievi i penitenti al tuo confessionale.
Presenta a Gesù le nostre suppliche, perché ci liberi dai peccati e da ogni male e intercedi per noi presso Maria che veneriamo come tenera Madre e potente Regina.
Stendi la tua mano sulle nostre case e benedici chi ti ama e chiede la tua protezione, perché nel nome di Gesù, Giuseppe e Maria, viviamo nella pace e nel bene della vita che non muore.
Santo Padre Pio, intercedi per noi presso Dio e prendici per mano, perché anche noi giungiamo alla gloria dei Santi, in Cristo Gesù, nostro Salvatore che vive e regna nei secoli eterni.
Amen.
Pater, Ave e Gloria
PREMESSA
Sono passati ormai più di vent’anni dal mio primo contatto
con Padre Pio; un vissuto intenso, pregno di emozioni ancora molto vive in me, forse, segno di un autentico incontro con il Datore di ogni bene.
Ora mi chiedo: Quest’esperienza così ricca e coinvolgente, ha portato buoni frutti, ha contribuito alla mia edificazione personale, ha contribuito a operare nella carità prestando soccorso ai fratelli bisognosi, ha alleviato qualche sofferenza, ha consolato Gesù nei dolori della sua passione? Sarà Dio ad esprimere un giudizio su quanto è accaduto in questo tempo, su come io abbia messo a frutto i talenti che mi ha dato. In quell’ormai lontano giorno mi ero offerto come strumento nelle sue mani dicendo al Signore le stesse parole che Maria aveva pronunciato all’angelo: - "Eccomi... si faccia di me, secondo la tua parola, la tua volontà, la tua gloria".
Il mio trasporto verso questa meravigliosa figura di religioso, ora come allora, è ancora viva e provo sempre la gioia di cooperare al progetto del Padre, la sento preponderante e urgente in me ed è sicuramente una priorità, così importante da costituire forse l’affare più importante della mia vita
.
Non è bello parlare di se con auto-citazioni della propria vita spirituale, ma dovrò farlo per far comprendere ai lettori il senso di questo progetto editoriale.
Fin dai tempi della mia verde spiritualità ho cercato di adottare il motto: Prima la gloria di Dio, poi la mia salvezza eterna, infine le cose temporali
. Se in parte ci sono riuscito lo devo certamente alla bontà del Signore ed un pochino anche ai miei lettori che mi hanno seguito nel corso dei miei itinerari spirituali
.
Quando uscì il mio primo lavoro sul frate stigmatizzato, non mi sarei mai immaginato tanto accoglimento da parte del pubblico. Ero alla mia prima esperienza come scrittore, avevo mille timori e paure. Non credevo di poter essere all’altezza di quel compito così importante.
Eppure, il libro, ha avuto una buona accoglienza e in pochi mesi è andata esaurita la prima edizione e l’editore con il quale avevo allora pubblicato il libro, ha provveduto a fare una seconda ristampa, e poi una terza e poi una quarta ed una quinta ed una sesta.
Eppure, prendendo a prestito una frase di Paolo VI, che il Pontefice pronunciò parlando di Padre Pio non sono un personaggio famoso, né uno sportivo, né un politico di successo...
e allora che cosa è accaduto?
Difficile dirlo con certezza. Forse quel proposito espresso intimamente al Padre in un afoso pomeriggio di agosto di qualche decennio fa, quando avevo finito il mio primo libro su Padre Pio, è stato da lui gradito, forse rientrava nel Suo misterioso progetto nel quale spesso tutti noi, talvolta nostro malgrado, veniamo coinvolti.
Se così fosse sono felice, perché ho assecondato gli impulsi della grazia facendo, almeno una volta, la Sua volontà, forse esattamente ciò che davvero Egli desiderava in quel momento e a giudicare da ciò che poi è accaduto devo proprio ammettere di essermi trovato con un gran tesoro fra le mani, quello di Padre Pio che nel frattempo è stato anche elevato agli onori degli altari.
Un animo trafitto dall’amore di Dio, come ero io allora, credetemi, a stento riesce a trattenere le lacrime. Sono quindi d’accordo con la miriade di santi e in particolare con Santa Teresa d’Avila la quale affermava a gran voce che Dio solo basta
.
Da quando mi sono avventurato in questo secondo viaggio nei misteri del santo Padre Pio, ho fatto mie le parole di Padre Paolino da Casacalenda che nelle sue memorie scriveva: Lascio a tanti e tanti altri il compito di radunare fatti e memorie e tutto quello che può meglio illustrare la vita del Padre Pio in modo che, dopo la sua morte, si possa scrivere una biografia veramente degna di lui e che risponda a tutte le esigenze non solo storiche, ma anche ascetiche, nel senso che le anime possano, nel leggerla, ricavare molto profitto e ringraziare il Signore che è mirabile nei suoi santi
(Le mie memorie, 26 novembre 1955, p. 216).
Fin dall’inizio fu proprio questa la motivazione che mi spinse a realizzare questo mio secondo lavoro su Padre Pio. Aiutare i tanti che lo desideravano ad avvicinarsi alla spiritualità e al messaggio d’amore del cappuccino stigmatizzato, seguirne la sua spiritualità ed imitarne le virtù.
Nel corso di questi venticinque anni ho letto molto su Padre Pio. Tanti libri degni di nota, altri meno interessanti dal punto di vista spirituale. Condivido infatti le opinioni di molti suoi biografi ma non quelle che si riferiscono a pettegolezzi, scandali e fanatismi intorno alla figura del santo cappuccino. Sono infatti del parere che non giova a nessuno evidenziare gli scandali che hanno contraddistinto la figura di questo grande religioso con insistente bramosia. Credo che sia molto meglio scrivere la vita del frate tracciandone un profilo soprattutto spirituale e che possa in qualche modo edificare le anime.
Ciò che conta infatti, è la sua spiritualità, il suo messaggio d’amore, il significato profondo delle cinque piaghe che lo martoriarono nel corpo e nell’anima per cinquant’anni.
La composizione di qualsiasi libro religioso, così come lo fu per i Vangeli scritti dagli Apostoli che conobbero Gesù e da quelli che si avvicinarono a lui grazie alle testimonianze dei primi cristiani, dovrebbe rifuggire la pericolosa tentazione che spinge l’autore a riferire fatti che stimolano e accontentano la sola curiosità umana.
Le testimonianze offerte dai Vangeli si attennero solo a ciò che poteva edificare le comunità a cui i testi sacri erano destinati, evitando di enfatizzare episodi sulla vita di Gesù che non erano necessari a diffondere la sua Parola di vita.
Così come per i sacri testi, qualunque opera religiosa dovrebbe avere il precipuo scopo di porre in evidenza quelle circostanze e quegli elementi di ordine spirituale, che possano portare frutto e far crescere la fede contribuendo ad orientare il cammino di conversione dei nostri fratelli.
Quindi, nel caso specifico di Padre Pio, fatti che contribuiscano ad avvicinarsi alla figura del frate stigmatizzato per amarlo e farlo conoscere meglio nella prospettiva di avvicinarsi con fiducia a Gesù, nostro Signore e Salvatore al di fuori del quale - dicono i santi Padri della Chiesa - non può esservi salvezza.
Vorrei precisare fin d’ora che non desidero né giudicare il pensiero di altri, né il valore delle altrui opere che ritengo meritevoli ed esaurienti, ma solo fornire una nuova chiave di lettura dei fatti che hanno riguardato Padre Pio, perché sono convinto che non è importante sottolineare gli errori di coloro che possono aver sbagliato ma adoperarsi a correggerli con fraterna carità senza la presunzione di imporre la propria idea e il proprio punto di vista.
Ed è quindi in questo spirito che mi accingo a scrivere quest’opera che riproporrà molti episodi inediti della vita del frate e probabilmente anche concetti e fatti già noti ma che osserveremo da altre prospettive; cercheremo di affrontare l’intera vicenda della vita terrena dello stigmatizzato del Gargano con un taglio nuovo. Non desidero certo aprire polemiche nei confronti di quegli autori che scrissero per accontentare la sola curiosità umana, né avere presunzione di completezza; fin dal principio non mi sono affidato alle mie sole forze, né alla mia piccola e verde spiritualità ma ho pregato lo Spirito Santo di illuminarmi effondendo in me quei sentimenti necessari allo svolgimento di un compito così delicato, implorandolo di tenermi lontano dalla tentazione e dall’inganno.
Molto mi ha colpito anche il pensiero di Padre Domenico Mondrone, tratta da "Civiltà Cattolica: Sarà bravo il biografo che vorrà domani fissare a chiare linee la fisionomia vera di Padre Pio, liberarla dalle ombre che avevano minacciato di offuscarla, e mostrarne la vita e l’attività nella sua genuina affascinante limpidezza. Siamo sicuri che il meglio da dire è quello che rimane tuttora inedito
. (Domenico Mondrone S. I. in La civiltà cattolica 119 (1968) IV, pp. 147-148). Mi chiedo infatti a che giova gettare ombre e dubbi su fatti ed eventi accaduti intorno a Padre Pio?
Potrebbero scalfire minimamente la sua santità? No, certamente, ma a suo tempo hanno ostacolato il suo processo di beatificazione, che dopo la morte di mons. Maccari, a quanto pare uno dei maggiori oppositori di Padre Pio durante gli anni della seconda persecuzione, si era sbloccato improvvisamente, tanto che la commissione teologica nell’aprile del 1997 aveva espresso parere favorevole sulle virtù eroiche della vita di Padre Pio e nel maggio dello stesso anno la Congregazione della Causa dei santi aveva accelerato l’iter della sua beatificazione, proclamndo poi definitivamente santo Padre Pio nel maggio del 1999.
Troppi figli spirituali, tutti ormai, desideravano che fosse innalzato agli onori degli altari e i suoi devoti ogni giorno si domandavano quando questo sarebbe accaduto. Il primo passo era stato compiuto e forse proprio grazie alla preghiera incessante dei milioni di fedelissimi figli spirituali che hanno implorato Dio per questa giusta causa.
Devo in ultimo però, anche un ringraziamento particolare ai numerosi lettori che hanno ben accolto il mio primo volume su Padre Pio. Mi hanno incoraggiato a proseguire questa mia ricerca, a continuare lo studio sul serafino di Pietrelcina. Il loro contributo e le loro lettere sono state determinanti per spingermi a scrivere questa seconda opera sul frate stigmatizzato.
Nel corso della stesura di queste pagine citerò alcune di queste lettere che qualche mio lettore mi ha autorizzato a pubblicare. Molti mi hanno fornito materiale inedito su Padre Pio, su cui sarà incentrato questo libro. Grazie al loro contributo sarò in grado di portare nuovi elementi di valutazione del grande mistero che è sempre aleggiato sul Santo del Gargano, sui suoi carismi, le sue opere, i suoi miracoli.
In questi venticinque anni oltre ad aver raccolto molto materiale inedito su Padre Pio, ho compiuto anche un cammino spirituale, sono cambiato e maturato nella fede, ho capito cose che all’inizio non avevo ancora compreso.
Condivido pienamente il pensiero di don Pierino Galeone [¹] che parla della credibilità di chi annunzia il messaggio di Padre Pio. Ecco una sua meditazione a proposito:
" E noi, che parliamo del messaggio di preghiera dell’umile frate di Pietrelcina, non possiamo fare sfoggio di umana sapienza e ancor meno di nostre inesistenti virtù, ma presentare con semplicità e verità i suoi insegnamenti, i suoi desideri, le sue vie per ricalcare le orme, imitarne le virtù e vivere insieme la sua singolare missione.
Voi non avete bisogno di parole - dice ancora don Pierino Galeone - Voi volete vedere Dio concretamente nelle opere dei Santi veri. Voi siete affamati di Dio, per questo desiderate ardentemente sentire parlare di Padre Pio, nel quale tanti hanno contemplato il volto di Cristo.
Lasciar vedere Dio nei suoi Santi è il dono più grande che Egli possa fare a un popolo. E far rivedere Dio agli altri, mediante l’imitazione dei suoi santi, è il dono più bello che un popolo possa fare a Dio ed ai suoi Santi.
Si ha bisogno di testimoni convinti e convincenti, aperti alla molteplicità dello Spirito, ma chiusi alla equivocità del mondo ed all’ambiguità della materia.
Padre Pio, santo vero, ha bisogno di tanti e santi testimoni, come Egli lo è stato di Cristo, che continuino a parlare di Lui con i fatti, più che con le parole, alla generazione presente ed agli uomini di ogni tempo".
Questo perciò è un libro che farà nuovamente parlare la gente, un’opera che proporrà le testimonianze inedite di coloro che hanno avuto la grande fortuna di conoscere il Padre, di ricevere la sua benedizione, di ascoltare la sua Messa, di parlare con lui.
Io sono solo un povero cronista e solo in questa veste mi riconosco. Citerò quindi queste testimonianze in modo chiaro, attenendomi a quanto gli intervistati mi hanno riferito, cercando di soffocare quell’istinto innato di tutti i giornalisti, di fare lo scoop , di scrivere qualcosa solo perché fa notizia.
Ciò che conta per me è la gloria di Dio e il bene delle anime ed anche questo mio secondo lavoro su Padre Pio, è un omaggio a colui che mi ha portato sulla via dritta e mi ha fatto sperimentare le tenerezze misericordiose del Padre.
Nel corso della trattazione dei vari argomenti, ancora miracoli, virtù carismatiche, doni mistici ma anche tanta spiritualità attraverso le pagine del suo Epistolario, attraverso i pensieri giornalieri del mistico più conosciuto del XX° secolo.
L’Autore
CAPITOLO 1°
DALLA GIOVINEZZA ALLE STIMMATE
Non credo sia necessario scrivere altro sulla vita di Padre Pio; tutti noi lo conosciamo, sappiamo chi è, sarebbe superfluo fare un’altra biografia. Ciò che ci interessa maggiormente è indagare sul periodo della giovinezza, forse il meno noto al grande pubblico, investigare sulle abitudini della sua famiglia, sulla sua vocazione, su come si sia sviluppata nel corso degli anni.
Ma andiamo per gradi, cominciamo dall’inizio.
Gherardo Leone scrive che il futuro papà di Padre Pio, Grazio Forgione "era un giovanotto della valle. Di statura inferiore alla media, ma ben piantato sulle gambe...simpatico, cordiale, amava le liete compagnie...Grazio era innamorato d’una certa Maria. Ma quando si trattò di concludere non se ne fece più nulla. La scusa ufficiale fu che alla ragazza i genitori non volevano dare in dote un certo forno. Ma forse già da tempo egli aveva posto l’occhio su un’altra ragazza del Castello, Maria Giuseppa De Nunzio.(Padre Pio, infanzia e prima giovinezza - Gherardo Leone, pag. 19 - Ed. La Casa Sollievo della Sofferenza).
Usanze della famiglia Forgione
Le abitudini della famiglia Forgione erano comuni a quelle di tutti gli abitanti di Pietrelcina, piccolo centro che sorge nella parte meridionale del Sannio in provincia di Benevento. Il paese, in particolare ai tempi di Padre Pio, era ubicato in una delle tante vallette caratteristiche della zona, tra campi e pascoli. Il sostentamento della gente di allora era principalmente costituito dall’attività agricola, l’allevamento del bestiame e il pascolo delle greggi.
I più fortunati potevano contare sui frutti che si potevano ricavare dalla terra che possedevano e sull’aiuto dei braccianti del luogo. Grazio, era un piccolo proprietario terriero. Possedeva alcuni appezzamenti, alcuni lotti di terreno dove sorgeva la casa paterna della moglie Giuseppa in Vico Storto Valle, nella quale andarono ad abitare subito dopo essersi sposati e poi un altro appezzamento poco lontano da Pietrelcina, dove c’erano i campi che Grazio lavorava dalla mattina fino alla sera e dove sorgeva una masseria in cui la famiglia Forgione trascorreva gran parte della giornata, soprattutto durante il periodo estivo. Questa località si chiamava Piana Romana.
La proprietà era attigua a quella di alcuni parenti, gli Scocca. Questi, spesso si incontravano con i Forgione, condividendo le poche sostanze che avevano a disposizione, aiutandosi così vicendevolmente.
La vita contadina era molto dura, spesso Grazio era costretto ad alzarsi in piena notte, sbrigare le faccende più importanti e partire con l’asino verso la campagna. Lo attendeva una dura giornata di lavoro. La sera quando il sole stava per tramontare, rientrava e portava con sé alcuni prodotti dei campi che lui stesso coltivava, un po’ di verdura, alcuni frutti raccolti dagli alberi del suo frutteto.
Anche mamma Peppa si alzava presto, soprattutto quando doveva preparare il formaggio o fare il pane. I figli, il primogenito Michele, Francesco, le sorelle, due delle quali erano morte prima della nascita del futuro Padre Pio, si davano da fare con qualche lavoretto aiutando come potevano la famiglia; faccende di casa e pascolo del gregge ma quest’ultimo era un compito che solitamente svolgeva Francesco; le femmine di casa Forgione invece, aiutavano nei campi, oppure in casa.
La famiglia di Padre Pio viveva in modo semplice e onesto ed era assai legata alle tradizioni del paese, soprattutto quelle religiose che seguiva con partecipazione ed interesse. Le ricorrenze erano sacre e nessuno di loro mancava ad esempio alla festa della Madonna della Libera, A Madonnella nostra
come la chiamava Padre Pio, la cui devozione popolare era legata ad un miracolo che avevano ottenuto i pietrelcinesi dalla Vergine: Ella liberò, nel 1854, il paese dal colera.
" La festa vera e propria - scrive Gherardo Leone - si fa invece in agosto e dura tre giorni... Al tempo dei Forgione usavano offrire le primizie del raccolto alla Madonna, con una cerimonia suggestiva che la faceva chiamare anche Madonna dei carri
(Padre Pio, infanzia e prima giovinezza - Gherardo Leone, pag. 43, Ed. Casa Sollievo della Sofferenza 1984).
Molte altre erano le ricorrenze del piccolo centro sannita: l’ultima domenica di aprile, ad esempio, si festeggiava l’Incoronata, l’otto maggio la festa della Torre, si ricordava persino San Michele Arcangelo con una celebrazione veramente trionfante [²] .
E’ parere di molti storici di Padre Pio che la devozione a San Michele, che il frate avrebbe poi tanto raccomandato anche ai suoi futuri figli spirituali, fosse cominciata fin da allora. I Forgione oltre ad osservare con scrupolosa attenzione tutte le ricorrenze del paese natio, partecipavano anche alle devozioni che si festeggiavano fuori dalle mura di casa. Grande, ad esempio, era la devozione a San Nicola, che si ricordava nel mese di maggio a Bari.
I Santi Cosma e Damiano invece si celebravano a settembre e Grazio non rinunciava mai ad andare a Benevento per onorarli e chiedere la loro intercessione.
Francesco, durante tutta la sua infanzia dimostrò di avere un grande interesse per le funzioni religiose ed era felice di parteciparvi. Era persino disposto a rinunciare al pranzo pur di andare in chiesa. Spesso vi si recava anche da solo, durante le ore della giornata o quando ritornava dal pascolo.
Molte volte con il permesso del sagrestano si fermava a pregare per delle ore. L’attrazione per le cose sacre già si faceva sentire e di lì a poco, il piccolo sarebbe stato arricchito da Dio di grandi grazie.
Numerose furono le visioni e i fenomeni soprannaturali