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8844,8 Km
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About this ebook

Chris e Irina vengono richiamati dalla loro pensione d’oro a Dubai: un F 35, il più avanzato caccia da combattimento del Pentagono, è appena sparito nel mar del Giappone e la Cina ne è entrata in possesso disposta a condividere con Mosca le informazioni sul velivolo.
Per i vertici militari l’occasione è troppo ghiotta tuttavia la CIA e il Pentagono vogliono impedire a tutti i costi che ciò avvenga.
Per questo motivo i due agenti devono recarsi in Cina e recuperare una chiavetta dove sono state archiviate tutte le informazioni ma il viaggio si rivelerà molto più pericoloso del previsto.
Dapprima il loro aereo viene abbattuto sui monti Urali, poi, giunti finalmente nel paese asiatico, per poco non vengono coinvolti in una guerra nucleare nel Mar Cinese Meridionale e infine, dopo essere stati catturati a bordo di una portaerei dovranno sfuggire alla prigione di Guantanamo dove la CIA vuole rinchiuderli a vita se non tradiranno la loro patria rivelando loro tutti i segreti della loro patria.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateAug 22, 2019
ISBN9788831636377
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    8844,8 Km - Giustino Travaglini

    633/1941.

    Capitolo 1

    Kirov

    All’aeroporto internazionale di Dubai era tutto pronto per riportarli a casa.

    Chris e Irina si congedarono dai loro amici Pin e dopo avergli augurato buona fortuna,

    si imbarcarono.

    Erano le prime luci dell’alba, il sole stava appena salendo in cielo illuminando i finestrini del jet messo a disposizione dall’FSB per riavere due dei suoi migliori agenti di nuovo operativi.

    Pietro era diventato il capo di tutte le operazioni estere e il loro legame era dietro la loro motivazione di tornare in pista.

    Ci risiamo fece Chris appollaiandosi su uno dei sedili chiedendo un drink alla hostess;

    Non hai proprio dimenticato le vecchie care abitudini lo riprese Irina sedendoglisi di rimpetto;

    Cosa vuoi farci, amore mio, sono sempre un incorreggibile miliardario prestato ai servizi segreti. Lo sai, se fosse per me, saremmo rimasti in vacanza per tutta la vita ma Pietro e la patria hanno bisogno di noi;

    Lo so benissimo ma questa storia di tornare in servizio, a dirti il vero, mi piace. Diciamoci la verità: non siamo fatti per la vita tranquilla, serena, come due persone normali. Il nostro passato tornerebbe sempre a perseguitarci rispose Irina accendendo il televisore su Russia Today;

    Dopo anni anche la Russia ha i media che si merita. Voglio dire: fino a cinque/dieci anni fa sembrava di essere ancora nell’Unione Sovietica. La cosa non si addiceva molto al XXI secolo;

    I giornalisti e tutto l’apparato informativo hanno un costo non indifferente. Se solo voi miliardari faceste un po’ di più la vostra parte contribuendo maggiormente alle spese della nazione, la cosa sarebbe veramente gradita rispose Irina piccata.

    In primo piano c’era il faccione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America mentre annunciava il ritiro dal trattato INF dichiarando aperta una nuova era di competizione militare i cui principali traget erano Russia e Cina.

    Sarà per quello che ci hanno richiamato? le chiese Chris con aria rilassata;

    Potrebbe essere: tutto sommato adesso siamo in una nuova Guerra Fredda, o, come amano chiamarla ai piani alti, Nuova era di competizione strategica".

    Hanno cambiato il nome ma non la sostanza: siamo tornati in ballo nel Grande Gioco e ci tocca giocare, volenti o nolenti" rispose Irina;

    Pare che la nuova amministrazione statunitense c’è l’abbia particolarmente con la Cina

    disse Chris afferrando una copia di uno dei più famosi quotidiani internazionali fresco di stampa;

    "La cosa non mi stupisce affatto. In termini di parità di potere d’acquisto, il PIL cinese è già il 20% più grande di quello degli Stati Uniti e i loro progressi in tutti i domini sono a dir poco spettacolari.

    Onestamente credo che gli americani si siano svegliati in ritardo.

    Basti vedere a cosa è successo con l’Italia, uno dei loro più stretti alleati";

    Saresti così cortese da aggiornare anche me? A differenza tua, quando vado in vacanza, stacco sul serio la rimbrottò lui;

    Gli italiani sono diventati membri della Belt and Road Initiative. A Washington ci sono rimasti di sasso visto quanto è strategico il paese per loro. Basti pensare alle basi di Aviano e Sigonella, ma non solo rispose lei.

    Intanto il jet era da poco decollato e fu comunicato loro di slacciare le cinture di sicurezza.

    Mamma mia, ne sono successe di cose durante la nostra assenza;

    Decisamente caro Chris rispose Pietro apparendo sullo schermo del televisore situato nell’aereo e cogliendoli si sorpresa.

    Quando imparerai a non farmi prendere un colpo?! disse Irina;

    Non vorrai togliere questo piacere ai nostri amici della CIA rispose Chris;

    Scusate ragazzi ma questi sono tempi difficili e dobbiamo essere attenti a qualsiasi cosa facciamo.

    Si fermò brevemente a riprendere fiato per poi iniziare il discorso.

    Voi come state? Vi siete divertiti a Dubai? Personalmente me lo auguro perché qui sono successe un casino di cose;

    Irina mi stava aggiornando. A quanto sembra gli italiani hanno fatto incazzare gli americani di brutto. I cinesi stanno facendo il delirio disse Chris sorridendo;

    C’è poco da scherzare. La competizione sta raggiungendo livelli di guardia estremamente pericolosi. Adesso si sono messi ad arrestare anche i dirigenti d’azienda cinesi ribatté Pietro;

    Brutta storia. Ma le cose sono messe veramente così male? chiese Irina preoccupata;

    "Peggio di quanto tu possa immaginare. Ci si scanna su ogni cosa.

    Anche all’ONU si guardano in cagnesco.

    Pechino è riuscita ad ottenere il seggio per la supervisione della regione dei grandi laghi in Africa ma l’ambasciatrice americana ha lottato come un leone, fino all’ultimo, per impedirglielo.

    Onestamente non ricordo una tale ferocia durante la Guerra Fredda";

    Allora le cose sono veramente pessime. Come mai ci hai richiamato? Deve essere veramente importante e spero per te che lo sia fece Irina mettendosi il rossetto mentre l’aeroplano sorvolava gli Emirati Arabi Uniti;

    "Non vi avrei mai scomodato ma la cosa è veramente di vita o di morte e potrebbe dare alla Russia un vantaggio sfruttabile per i prossimi decenni.

    Tuttavia ne parleremo faccia a faccia.

    Vi auguro buon viaggio, è stato bello rivedervi anche se per poco.

    Non mi sarebbe stato permesso di contattarvi ma quando si è il capo ci si può concedere dei piccoli strappi alla regola.

    Ci vediamo nei prossimi giorni".

    Detto ciò sparì dallo schermo facendo riapparire il canale di informazione più seguito dalla Russia.

    Irina era rimasta silenziosa e pensierosa da quando il volto del loro amico, nonché nuovo capo, era sparito.

    Chris lo aveva notato ma non aveva ne la voglia e ne la forza di chiederle cosa non andasse.

    Immaginava si trattasse di lavoro ma era sicuro che ne avrebbe avuto abbastanza una volta arrivati in Russia.

    Il jet intanto era uscito dallo spazio aereo emiratino iniziando il loro lungo viaggio verso Mosca.

    Nessuno dei due si rivolgeva la parola ma non volevano rovinare il momento.

    Il sole illuminava i loro volti, già scossi da quelle seppur vaghe notizie appena ricevute.

    Entrambi erano certi di una cosa: sarebbero dovuti tornare a mettere in pericolo le loro vite,

    una volta di più.

    Tuttavia questa volta era diverso: erano stati loro a deciderlo e non erano stati obbligati da nessuno.

    All’inizio avevano staccato gli smartphone facendo i turisti per Dubai prima ed Abu Dhabi poi.

    Ma dopo appena dieci giorni la cosa li aveva stancati.

    La sera, dopo aver fatto appassionatamente l’amore, si guardavano l’un l’altro, non sapendo cosa dirsi.

    Ad entrambi, nel profondo delle loro anime, mancava l’FSB, ma nessuno dei due aveva il coraggio dirlo all’altro.

    Non volevano essere la causa dell’infelicità dell’altro.

    Quando avevano ricevuto la telefonata di Pietro, il quale implorante chiedeva loro di rientrare in servizio, sembrò una sorta di benedizione dal cielo.

    Era bastato guardarsi l’un l’altro per capire cosa fosse giusto fare.

    Si erano gustati la loro fetta di paradiso e gli era anche piaciuto ma l’azione, il brivido, l’avventura avevano oramai penetrato le loro ossa contaminando anche il singolo globulo rosso.

    Avevano deciso, senza rimpianti, di abbandonare i loro amici cinesi e rimettersi in pista.

    Infatti anche il rapporto di coppia stava risentendo della mancanza dell’avventura.

    Così si erano conosciuti e il loro amore si era sviluppato.

    Avevano imparato ad apprezzarsi proteggendosi a vicenda.

    I coniugi Pin, nonostante il loro paese fosse ai nastri di partenza di una furibonda competizione con gli Stati Uniti per la supremazia mondiale, avevano deciso di non rientrare in servizio.

    I loro figli erano abbastanza grandi per potersela cavare da soli e poi avevano dato alla loro patria molti anni della loro vita.

    Per entrambi il sipario era calato già da un pezzo e la parentesi di Parigi era stato un fuori programma imprevisto.

    Il loro superiore aveva accettato la loro decisione, rammaricandosi tuttavia per la perdita di due tra i più valorosi agenti mai avuti al Ministero della Pubblica Sicurezza.

    Tuttavia in Cina era in atto un ringiovanimento a tutti i livelli e questo avvantaggiò la fuoriuscita dei coniugi dal mondo dello spionaggio.

    Irina e Chris si erano molto affezionati senza dimenticare le innumerevoli volti nelle quali i due cinesi avevano slavato loro la vita.

    Un certo grado di insicurezza li aveva pervasi apprendendo di non poter contare sulla copertura dei due esperti agenti mandarini.

    Ma se ne erano dovuti fare una ragione.

    A differenza di Parigi, questa volta non erano gelosi: per la prima volta decidevano da soli il loro destino.

    Intanto Russia Today continuava a parlare del presidente americano: in studio alcuni analisti analizzavano le mosse per capire quanto fosse determinato a ripristinare una corsa agli armamenti.

    Secondo alcuni era solo una mossa negoziale per portare soprattutto la Cina al tavolo delle trattative.

    Secondo loro i cinesi erano il vero obiettivo della nuova amministrazione statunitense ma la Russia, in quanto paese alleato di Pechino e superpotenza militare globale era stata naturalmente coinvolta.

    Il jet stava attraversando le limpide acque del Golfo Persico scintillanti ai raggi del sole.

    Troppe volte, in nome del profitto chiamato petrolio in quella regione si erano tinte di rosso,

    avevano sentito le urla di ragazzini innocenti che scappavano dai bombardamenti di potenze straniere e ostili presenti lì solo per ingrassare il portafoglio di qualche loro azionista.

    Ecco cosa succede quando ci si militarizza troppo esordì improvvisamente Irina;

    Cosa intendi dire? le chiese perplesso Chris;

    "Quando ero nell’FSB ho sempre pensato che la Russia dovesse rinunciare ad una postura militare aggressiva, sedersi ad un tavolo e consegnare, insieme alle altre potenze mondiali, tutte le armi nucleari.

    In questo modo nessuno potrebbe coinvolgerci in un’altra corsa agli armamenti";

    Secondo me ti sbagli le rispose guardandola in modo gentile come si fa con un bambino che non capisce di cosa sta parlando;

    "Allora sentiamo, signor Kuznetsov, il grande esperto militare, quale sarebbe secondo lei la soluzione? Hai visto cosa sta succedendo? Amo il mio paese ma sono molto realista: Cina e Stati Uniti hanno molto più denaro da spendere rispetto a noi.

    Non possiamo permetterci di tenere il loro passo e alla fine saremo costretti a schierarci con uno o l’altro.

    Dovremo abbandonare la nostra postura di neutralità in questo conflitto.

    Già stanno portando la loro rivalità nell’Europa occidentale, in pratica alle nostre porte.

    Non voglio conflitti interni per questa storia";

    Un antico proverbio recita: potresti non interessarti alla guerra, ma la guerra è interessata a te.

    Irina non aveva capito cosa volesse dire: a suo parere Chris era un civile coinvolto in un gioco molto più grande di lui che non ne afferrava in fondo la gravità.

    "Adesso te lo spiego: ance se la Russia non partecipasse a questa corsa agli armamenti, essendo vitale per la sopravvivenza del paese avere delle forze armate in grado di proteggere il paese,

    il governo è costretto dagli eventi storici a muoversi nella direzione della competizione.

    In partica è la storia in questo caso a dare le carte.

    Noi siamo solo spettatori, possiamo prendere atti di quanto ci dice e farci trovare pronti per gli eventi che accadranno.

    Inoltre reputo la Russia assolutamente preparata per questa competizione";

    "Invece ti sbagli. Non lo siamo affatto. L’ultima volta che pensavamo di potercela fare è finita in una tragedia di proporzioni bibliche.

    Non voglio veder ripetere la cosa.

    Sarebbe troppo traumatico e non lo potrei accettare";

    "Capisco il tuo stato d’animo ma credo che il nostro paese con la giusta dose di intelligenza e fortuna possa riuscire.

    Inoltre il nostro obiettivo non deve essere quello di vincere, bensì rimanere quantomeno all’altezza degli altri due contendenti e possibilmente garantire la deterrenza in caso di aggressione ai nostri confini nazionali.

    Sono d’accordo con te quando dici che la Russia non ha i mezzi per battere Cina e Stati Uniti ma non deve essere certo quello il nostro scopo.

    Inoltre negli ultimi quarant’anni Pechino ha mostrato al mondo il più grande miracolo economico della storia dell’intera umanità.

    Non mi dispiacerebbe se il nostro paese copiasse qualcosa da loro".

    Irina non rispose ma si trovava allineata con quanto Chris aveva appena detto.

    In fondo la Russia non era direttamente coinvolta con quella gara.

    A ben pensarci, seppure in molti pensavano nelle alte sfere che la Cina fosse il nemico, erano gli Stati Uniti ad aver comminato le sanzioni economiche dopo i fatti in Ucraina e ad aver espando la NATO ad est, dopo aver promesso il contrario.

    La Cina, dal canto suo, aveva investito cifre miliardarie nel paese aiutandolo ad uscire da una recessione che stava diventando strutturale.

    Facendo due calcoli, non era difficile capire da che parte stare.

    Si mise un copri-occhi per aiutarla a dormire: il viaggio era ancora lungo e la giornata si preannunciava ricca di eventi.

    Chris invece era dell’umore opposto: si sentiva elettrizzato, euforico.

    Quando era ragazzo aveva studiato attentamente la Guerra Fredda e avendo vissuto negli Stati Uniti per molto tempo era venuto a contatto, grazie al cinema, con quel mondo fatto di spie ed intrecci.

    Certo, aveva vissuto avventure con Irina ma questa volta lo sentiva diverso.

    Non era solo un episodio isolato.

    Era ben conscio di come l’annuncio del presidente USA riportava le lancette indietro nel tempo.

    Non sarebbe stato un periodo passeggero ma qualcosa di molto più duraturo e profondo.

    Lui era dentro il gioco e sarebbe stato assolutamente determinato a portare la sua squadra alla vittoria, a qualsiasi costo.

    Iniziò a ripensare ai suoi domestici, adesso diventati liberi.

    Quando aveva lasciato la Russia per Dubai li aveva congedati ringraziandoli per il servizio svolto, dato loro una lauta somma di denaro ed una lettera di raccomandazioni.

    Voleva essere felice con Irina e non si sarebbe mai aspettato quella situazione.

    Prese il suo smartphone e più di una volta pensò di chiamarli ma alla fine desistette.

    Lui e Irina potevano farcela benissimo da soli, si disse.

    Spense il televisore e si mise a pensare mentre guardava fuori dal finestrino.

    La hostess passò chiedendo se desiderasse qualcosa ma declinò l’offerta con un cenno del capo.

    Guardava Irina riposare ma non poteva fare a meno di chiedersi cosa lo spingesse in quella vita.

    Amore forse?

    Dipendenza da adrenalina?

    Cosa poteva avere di tanto anormale dal provare piacere nel mettere a repentaglio la sua incolumità?

    Scosse la testa tentando scacciare quelli e altri cattivi pensieri.

    Il dado era oramai tratto.

    Mentre l’aereo attraversava l’Iran portando indietro i suoi due amici, Pietro si trovava a Kirov per una importante riunione di intelligence.

    Entrò con passo frettoloso nella sede dei servizi, affannandosi come se fosse un novellino alle prime armi e non il capo di tutta la baracca.

    L’ascensore lo portò direttamente all’ultimo piano, dove aveva il suo ufficio.

    Entrato, due alti generali lo attendevano.

    Appena entrò si alzarono in piedi in segno di rispetto.

    Da quando dirigeva l’intelligence, Pietro aveva dimostrato grande capacità di analisi.

    Un esempio della sua audacia era stata dimostrata quando aveva impedito alla CIA di impossessarsi di un siluro nucleare affondato al largo del circolo polare artico.

    In quella situazione, contro tutti i pareri, aveva fermato ogni operazione di ricerca dell’arma, perché sosteneva che la Russia, impegnandosi in tale ricerca, avrebbe dato la possibilità agli americani di localizzarne esattamente la posizione.

    Siccome gli Stati Uniti non avevano una grande presenza nella regione, non potevano sapere dove cercare con precisione e l’Artico non è luogo dove poter andare allegramente a cercare un’arma così complessa.

    Al Cremlino lo avevano additato per pazzo e qualcuno ne aveva proposto addirittura il licenziamento per alto tradimento ma era sempre il capo e quindi alla fine la spuntò.

    Infatti gli americani, inconsapevoli di dove cercare, non riuscirono mai a localizzare l’arma e una volta passata la bufera, l’FSB poté riprendersi il siluro dopo aver messo in quarantena l’intera zona.

    Per quell’impresa venne premiato con una medaglia al valoro militare.

    Salve signori. Accomodatevi pure disse ai militari facendoli sedere su due poltroncine adiacenti la sua scrivania.

    La stanza non era diversa dagli altri uffici nei quali aveva lavorato: vi erano la foto del presidente della federazione e quella del primo ministro, la bandiera della Russia e quella dell’FSB.

    L’unica particolarità era dovuta da una piccola aquila bicefala dorata poggiata sulla scrivania.

    Non solo l’animale rappresentava il simbolo della nazione ma era un regalo ricevuto dai genitori per la promozione ottenuta.

    "Come avete saputo, i nostri partner americani hanno voluto ritirarsi dall’INF.

    Questa è una brutta notizia. Da tempo sospettavamo di nuove pulsioni da Guerra Fredda provenienti da Washington ma adesso la cosa è ufficiale.

    Il coinvolgimento di Pechino rende la cosa un valzer a tre e non so se avete ben capito la pericolosità della situazione";

    "Signor Gregorovich, siamo sicuro di poterci pienamente fidare di Pechino?

    Certamente la Cina ha dimostrato di essere un grande partner commerciale e non solo: i loro investimenti nel 2014 ci hanno salvato dalla bancarotta, ma sono estremamente mercantilisti e riluttanti ad impegnarsi sul piano militare" disse uno dei due generali;

    "Tuttavia bisogna riconoscere che sanno come fare economia.

    La loro Nuova Via della Seta sta riscuotendo un enorme successo nel mondo.

    Ad oggi circa 125 paesi ne hanno aderito ed altri sono in procinto di farlo.

    Inoltre sono anche leader mondiali nelle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e i nostri oligarchi hanno grandi possibilità di finanziare le loro startup e i nostri giovani posso lavorare lì tranquillamente.

    La cosa sarebbe impossibile negli stati Uniti o nel Regno Unito" rispose l’altro.

    I tre si guardarono attentamente negli altri prima che Pietro riprendesse la parola.

    "La Cina, come ha esplicitamente detto il presidente, ad oggi, è il primo e più grande alleato della federazione e così dobbiamo considerarla.

    Sicuramente non è un paese ostile e la forte influenza che esercita in Asia, Africa e America Latina, nonché in Europa, deve essere per noi un monito.

    Detto ciò, dobbiamo far si che le nostre forze armate siano pronte ad agire in qualsiasi contesto per prevenire qualsiasi problema presente e futuro".

    I due militari annuirono senza fiatare.

    A quel punto Pietro tirò fuori un foglio scritto in mandarino e tradotto in russo.

    Gli ufficiali presenti inforcarono gli occhiali per poter leggere.

    Mio Dio, ma è la verità? esclamò uno dei due incredulo: portava capelli e baffi grigi nonché un anello dorato al dito, simbolo di appartenenza al braccio dei militari a cui apparteneva.

    Quella era un’usanza mutuata dalle forze armate statunitensi e non tutti al Cremlino ne erano entusiasti ma secondo alcuni quel cimelio creava senso di appartenenza rendendo le truppe maggiormente compatte eliminando, di conseguenza, anche i casi di diserzione.

    "Non ci posso credere. Sarebbe una delle operazioni di intelligence più clamorose della storia dello spionaggio.

    Ma possiamo fidarci? Sembra troppo bello per essere vero" affermò l’altro.

    Giovane, alto, magro, capelli neri e occhi azzurri, portava anche lui un anello al dito ma di colore diverso.

    Da poco tempo era entrato a far parte dei servizi segreti militari ma dimostrava grande piglio e carattere.

    "Il nostro ambasciatore a pechino ha confermato la veridicità di quanto scritto qui.

    Adesso siamo in contatto con i cinesi per capire se sono disponibili o meno a condividere con noi questo.

    Sicuramente le cancellerie occidentali saranno in pressing su di loro per tagliarci fuori.

    Dobbiamo essere cauti e fare bene i nostri calcoli o perderemmo una opportunità storica";

    "Al diavolo i britannici.

    Siamo noi a fornire il gas ai cinesi non loro, siamo noi a dargli accesso all’Artico non loro"

    disse l’ufficiale anziano eruttando rabbia verso quelli che considerava i più grandi nemici del suo paese;

    "Tuttavia c’è la questione del 5G in ballo.

    A quanto ne so il governo inglese darà luce verde alle aziende cinesi per costruire l’infrastruttura di rete lì.

    Il loro parere positivo è fondamentale per farli avanzare nella costruzione globale della nuova rete ad altissima velocità.

    Se Downing Street dice che le aziende cinesi non sono pericolose daranno un colpo durissimo agli Stati Uniti e alla stessa reputazione della CIA" replicò il giovane.

    Pietro aveva ascoltato entrambi ma si trovò d’accordo col giovane.

    "Sono d’accordo con Nikolovich.

    Pechino ha investito troppo e non vuole perdere la faccia con questa storia del 5G.

    Se Londra dovesse offrire la possibilità di costruire tale infrastruttura nel regno Unito in cambio di questo, non so quanto i cinesi penseranno al gas.

    Lo possono sempre comprare da altri ma non vogliono assolutamente perdere la gara tecnologica con gli USA.

    Certo non adesso che sono in vantaggio e hanno una possibilità concreta di guidare finalmente il mondo in qualcosa di high tech";

    Allora come ne veniamo fuori? chiese Vlad, l’anziano generale che aveva passato una vita in marina prima di poter avere un ruolo di maggiore rilievo nella capitale Mosca;

    Cosa vogliono da noi i cinesi di così importante da poter rendere la nostra partecipazione a questa cosa imprescindibile? chiese Pietro alzando con la mano destra il foglio con su scritto le informazioni appena ricevute.

    "Ci sarebbe l’acqua del fiume Baikal.

    Vogliono estrarla e portarla in Cina.

    Abbiamo bloccato di recente il progetto perché c’era il rischio concreto di prosciugarlo.

    Ma non penso possa eguagliare quello che hanno loro in mano";

    "Ci serve qualcosa di veramente tosto.

    Una cosa a cui non

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