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2 Prima edizione: 1999 Seconda edizione: 2004

Prefazione alla seconda edizione. Questo manuale ha lo scopo di dare una base per chi si accosta alla fotografia senza nessuna base teorica e pratica. La semplicit con cui ho tentato di affrontare e di spiegare gli argomenti fa di questo piccolo manuale una sorta di Bignami in cui si possono trovare le risposte alle domande pi comuni. Non ho la presunzione di pormi sul piano di autori professionisti, ma lintento di fornire un semplice promemoria a chi non ha n il tempo, n la voglia di accostarsi alla fotografia tradizionale con eccessivo dispendio di energie. Non sono trattati argomenti relativi alla fotografia digitale per mancanza di competenza. Chiedo scusa a coloro che hanno esperienza nel campo e che possono ritenere banale questo breve Manuale. La prima edizione stata concepita come dispensa per coloro a cui ho insegnato a fotografare; per questo schematica e sviluppata per argomenti chiusi e per punti. La seconda edizione, corretta e ampliata in alcune parti, si differenzia per essere stata appositamente modificata per gli utenti internet. Cristina Falla

MANUALE PRATICO DI FOTOGRAFIA ANALOGICA


Indice PARTE PRIMA. CONOSCERE LATTREZZATURA E IL SUO FUNZIONAMENTO. Introduzione..Pag. 5 CAP 1. LE MACCHINE FOTOGRAFICHE...Pag. 6 CAP 2. LE OTTICHEPag.10 CAP 3. LE PELLICOLE...Pag. 11 CAP 4. IL FUNZIONAMENTO DELLA REFLEX....Pag. 12 CAP 5. LESPOSIMETRO E LESPOSIZIONE...Pag. 15 CAP 6. LA MESSA A FUOCO...Pag. 16 CAP 7. I FILTRI .Pag. 17 CAP 8. GLI SCOPI DELLA COMPENSAZIONE..Pag.18 CAP 9. LUSO DEL FLASH......Pag. 19 PARTE SECONDA. ALCUNI ASPETTI DELLA REFLEX. IntroduzionePag. 20 CAP 1. LAVORARE CON PRIORIT E AUTOMATISMI....Pag. 21 PARTE TERZA. APPUNTI DI COMPOSIZIONE E CONDIZIONI FREQUENTI DI RIPRESA Introduzione...Pag. 23 CAP 1. LINQUADRATURA...Pag. 24 CAP 2. DIAGONALI, PROSPETTIVA E REGOLARIT.Pag. 25 CAP 3. LUCE DIURNA, LUCE AMBIENTE E LUCE ARTIFICIALE.....Pag.26 CAP 4. FOTOGRAFARE
IN CONDIZIONI DI LUCE SFAVOREVOLE: CONTROLUCE E SCARSA LUMINOSIT.

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CAP 5. IL BRACKETING...........................Pag. 28 Glossario di alcuni dei termini pi usati in fotografia..... Pag. 29 Bibliografia.Pag. 32 Postfazione..Pag.33

MANUALE PRATICO DI FOTOGRAFIA ANALOGICA1

Per immagine analogica si intende la seconda fase di sviluppo del concetto di immagine. Il primo tipo di immagine conosciuta dalluomo quella simbolica o sintetica, in cui il disegno a rappresentare la realt in modo convenzionale e simbolico (si pensi alle incisioni vedutiste del Settecento). Il secondo tipo di immagine nasce con il cinema e la fotografia ed appunto quella definita analogica, cio che rappresenta analogicamente la realt, riportandola dalle tre alle due dimensioni dellimmagine piana. Essa non (relativamente) uninterpretazione della realt, ma la sua pura rappresentazione attraverso il meccanico (secondo il concetto originale della nascita della fotografia come rappresentazione oggettiva del reale). Il terzo tipo quello costituito dallimmagine digitale, lera in cui viviamo, in cui le rappresentazioni grafiche e fotografiche possono alludere alla tridimensionalit.

PARTE PRIMA
CONOSCERE LATTREZZATURA E IL SUO FUNZIONAMENTO

Introduzione. Il segreto per scattare delle belle foto conoscere prima di ogni cosa la propria attrezzatura e il suo funzionamento. Che cosa serve prima di tutto? Cosa serve ad un fotografo soggettivo, non esiste una distinzione tra fondamentali e optional. Diciamo che essenziale possedere un corpo macchina, obiettivi che cambiano secondo il tipo di fotografia che si vuol fare, un flash portatile (per condizioni di luce avverse), un cavalletto stabile (il peso deve essere maggiore della fotocamera con lobiettivo e il flash), un set di pulizia (le lenti sono molto delicate), delle batterie di riserva, del nastro adesivo nero (per le riparazioni demergenza). Tutto ci che si decide di usare dipende solo esclusivamente dai gusti e dalle intenzioni fotografiche.

CAP. 1 LE MACCHINE FOTOGRAFICHE ANALOGICHE. La compatta. il formato di macchina fotografica a 35 mm che lavora in maniera automatica, rapida, istintiva. Lideale per il rapporto peso-prezzo, poich al giorno doggi esistono macchine compatte dotate di zoom dottima qualit. lideale per chi vuole fare una fotografia senza star l a pensarci troppo. Ottima in condizioni estreme, perch occupa poco spazio. Comporta per dei limiti: misura unesposizione media, non permette di intervenire sullimpostazione di tempi e diaframmi e spesso porta un errore di parallasse, in altre parole ci che si vede nel mirino non corrisponde esattamente a ci che lobiettivo fotografa. Le macchine moderne hanno una correzione di questerrore nel mirino, in cui sono disegnate delle vignettature che indicano il termine del fotogramma sullimmagine reale inquadrata. La reflex 35 mm SLR (Single Lens Reflex) Il sistema comunemente chiamato reflex monobiettivo ha un funzionamento basato sulla presenza di una serie di specchi chiamati pentaprisma, montati allapice del corpo macchina, e di uno specchietto interno che si alza per permettere lesposizione della pellicola. Attraverso questo sistema appunto di riflessione, limmagine che lobiettivo (il fuoco) percepisce quella reale percepita dallocchio umano al mirino (il valore rappresentato dal 98% di fedelt d'immagine). Il pentaprisma permette allimmagine di non essere proiettata capovolta dalle lenti dellobiettivo (si tenga presente che la macchina fotografica percepisce la luce e limmagine esattamente come locchio umano e quindi capovolta). Lo specchietto posto tra le tendine dellotturatore e lobiettivo ha un movimento basculante sincronizzato con le tendine dellotturatore (che sono delle lamine metalliche che si muovono lateralmente o diagonalmente) e determinato dal tempo dotturazione selezionato manualmente o automaticamente sul corpo macchina.

Le medio formato 6x 6, 6 x 7, 6 x 9. Il medio formato il formato professionale che utilizza pellicole da 120 mm, il cui fotogramma risulta quadrato (appunto 6 x 6 cm). Non hanno pentaprisma e quindi limmagine appare capovolta. Sono utili per forti ingrandimenti grazie allelevata precisione del dettaglio e perch dotate di un vano porta rullini intercambiabile (si pu quindi passare da colori a bianconero senza difficolt, solo cambiando il vano). Sono utilizzate prevalentemente per la fotografia di paesaggio e di architetture da fotografi professionisti. Altri formati.

Panoramiche. Coprono ampi campi visivi (fino a 180), senza per altro storcere limmagine. Ne esistono tre tipi: ad obiettivo e film fisso, a film fisso e obiettivo mobile, a film e obiettivo mobili. Le moderne macchine APS e digitali permettono di fare fotografie panoramiche selezionando lapposita funzione.

Grandi formati. Sono macchine che utilizzano pellicole piane e che hanno una fedelt di dettagli eccellente. Sono utilizzate per la fotografia in architettura e per il rilievo architettonico.

A sviluppo istantaneo. la classica Polaroid, permette quando si impara, di vedere subito gli errori, oppure utilizzata dagli artisti per ottenere, mediante elaborazioni, fotografie di tipo impressionistico o pittorico.

A Telemetro. Sono macchine molto particolari, lesempio eclatante la prestigiosa Leica. Non sono dotate di pentaprisma e quindi comportano un errore di parallasse (vedi supra), corretto mediante vignettature sul mirino. Per la messa a fuoco, usano un sistema chiamato stigmometro: al centro del mirino presente un insieme di cunei incrociati che, al centro del vetro smerigliato, spezza limmagine. Limmagine correttamente a fuoco quando le linee che la compongono non appaiono spezzate.

Il banco ottico. Sono fotocamere usate solo in campo professionale, soprattutto per le fotografie di architetture, usano pellicole piane. Il banco ottico costituito da due piastre montate su un binario e collegate tra loro tramite un soffietto; lotturatore centrale, situato nellottica, e accoppiato alle lamelle del diaframma. Lobiettivo montato sulla piastra anteriore, mentre su quella posteriore montato il porta pellicola. Per la messa a fuoco si muove la piastra anteriore lungo il binario, avanti e indietro. La possibilit di inclinare la piastra anteriore permette di correggere le distorsioni prospettiche delle linee cadenti dei soggetti.

La biottica. Monta due obiettivi, uno per la ripresa e uno per linquadratura. Le biottiche, non pi molto diffuse, lavorano sulluso di specchi interni inclinati. Le fotocamere Aps (Advanced Photo System). Lavorano su un formato di pellicole diverse dal normale. Sullemulsione vengono registrati dati relativi allo scatto e altre informazioni digitali. Il rocchetto della pellicola pi piccolo del normale. Una volta sviluppata, la pellicola Aps viene riavvolta nel rocchetto e riconsegnata al cliente.

Le usa e getta. Sono fotocamere compatte in materiali plastici rivestiti in cartone, costituite da un mirino, un foro per la ripresa e una pellicola. La qualit dellimmagine ottenuta fortemente limitata, sia per il tipo di ripresa che per la definizione dellimmagine. Sono molto economiche e adattissime alle situazioni di emergenza.

Principali differenze tra fotocamere analogiche e fotocamere digitali. Nella fotocamera digitale limmagine non viene registrata su una pellicola, ma, attraverso un microcomputer, direttamente in pixel in un file su una scheda di memoria. Le fotocamere digitali permettono di visualizzare subito limmagine scattata e decidere se mantenerla o cancellarla. Attraverso le macchine digitali si possono trasferire immediatamente le immagini su computer, tramite porte seriali e USB o attraverso adattatori simili a floppy disk nel quale viene inserito il

microchip che contiene le immagini scattate. Esistono macchine digitali compatte o a ottiche intercambiabili, a zoom ottico e digitale. Il mercato delle fotocamere digitali in ampio sviluppo: escono sempre nuovi modelli sempre pi sofisticati che coprono ormai quasi tutte le funzioni delle pi sofisticate fotocamere reflex; il problema della qualit di stampa ad ingrandimenti spinti resta ancora il loro limite maggiore. Il vantaggio rappresentato dallimmediatezza (sono utilissime per la fotografia documentaria) e per la possibilit di applicare immediatamente effetti speciali alle fotografie (uso di filtri, bianco e nero, ecc.), non che la possibilit di scegliere in un secondo momento quali immagini stampare.

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CAP 2. LE OTTICHE Le ottiche, o pi comunemente obiettivi, si dividono in tre gruppi sulla base della distanza focale (vedi Glossario): grandangolari, normali e teleobiettivi. I Grandangolari. I grandangolari hanno un piano focale (distanza lente-pellicola) inferiore ai 35 mm. Man mano che il valore minore, pi il campo ripreso ampio e maggiori sono le distorsioni. Caso estremo il fish-eye, un obiettivo che arriva quasi a raggiungere i 180 di ripresa, con una distorsione delle linee verticali tale che rimane diritta solo quella centrale. Gli obiettivi grandangolari sono utili soprattutto nella fotografia di paesaggio: attenzione per che essendo il loro campo cos alto si rischia di includere troppo nellimmagine rendendone meno chiara la lettura. Durante luso di grandangolari bisogna prestare attenzione anche a filtri spessi e paraluce, che creano una fastidiosa vignettatura agli angoli del fotogramma. Gli Obiettivi standard o normali. Lobiettivo che ha una focale media comodo e versatile, utile in ogni situazione e per quasi tutti i generi di fotografia. utile nel paesaggio, nel ritratto, ma anche nella macrofotografia (grazie alla sua luminosit e al fatto che non ha un'eccessiva focale). abbastanza luminoso e leggero. La focale degli obiettivi standard o normali va dai 35 ai 70 mm. I Teleobiettivi. Ce ne sono di tutte le dimensioni e sono utilissimi per la foto sportiva, astronomica, paesaggistica. Attenzione per al loro peso e alla loro scarsa luminosit. Quando si usa un teleobiettivo sarebbe sempre meglio avere un appoggio stabile o un cavalletto. Un accorgimento che pi gli obiettivi sono lunghi pi limmagine tende da essere appiattita (cio diminuisce la profondit di campo). Zoom e ottiche fisse. Si definiscono zoom quegli obiettivi che portano in se varie ottiche, con la possibilit di passare da una focale allaltra senza dove necessariamente cambiare obiettivo (es. 70-210 mm, ecc.). Obiettivi decentrabili. Sono obiettivi che si possono spostare dallasse normale dellinnesto, permettono di non ruotare la fotocamera e di correggere le linee cadenti (ad esempio quando si fotografa da basso un palazzo). Sono una risposta economica alle fotocamere di medio e grande formato.

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CAP 3. LE PELLICOLE. Esistono tre principali famiglie di pellicole (e si differenziano per il tipo di sviluppo): colori, diapositive, bianconero. Le pellicole per bianconero si distinguono in: pancromatiche (ugualmente sensibili a tutti i colori dello spettro). cromogenee: sono pellicole per stampe in bianco e nero da sviluppare nei bagni per pellicole a colori (es. la XPI della Ilford). Si stampano su carta colore. Le pellicole a colori si dividono in: pellicole per luce naturale (diurna) pellicole per luce al tungsteno (artificiale). Pellicole allinfrarosso: esistono in bianconero o a colori e registrano limmagine sulla base del calore specifico e riflesso dei corpi. Le pellicole per diapositive possono essere sia a colori, che in bianco e nero, sia per luce artificiale, che per luce naturale. Si differenziano per lemulsione e per il tipo di trattamento nei bagni di sviluppo. Le pellicole si possono classificare anche in base alla sensibilit o velocit del film, il cui valore espresso in ASA (American Standard Association), ISO (International Standard Association) o DIN (Detusche Industrie Norm). Si definiscono lente quelle pellicole che hanno sensibilit uguale o inferiore ai 64/50 ASA e veloci quelle che hanno una sensibilit uguale o superiore a 400 ASA. Pellicole lente (inferiori ai 64 ASA). Hanno felice applicazione in macrofotografia e paesaggio, poich se sottoposte in stampa a forti ingrandimenti presentano colori pi saturi e granulosit quasi nulla. Di chiamano lente perch richiedono tempi lenti di esposizione. Pellicole veloci (superiori al 400 ASA). Hanno felice applicazione in condizioni di luce difficili (interni, notturni) e nella fotografia sportiva perch richiedono tempi veloci di esposizioni e diaframmi molto chiusi. Sottoposte a vari ingrandimenti presentano perdita nella fedelt dei colori e molta granulosit. La latitudine di posa di una pellicola indica la resistenza che la pellicola ha nellessere tirata, cio sottoposta ad una sensibilit diversa da quella prevista sulla confezione. Si prestano ad essere tirate le pellicole in b/n e le pellicole per diapositive.

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CAP 4. IL FUNZIONAMENTO DELLA REFLEX Cosa avviene su di una reflex o su una macchina fotografica qualsiasi quando si preme il pulsante?

Limmagine che catturata dallobiettivo passa attraverso le lenti, si riflette sullo specchietto, passa al pentaprisma dove viene ulteriormente riflessa e giunge al mirino diritta, come appare nella realt. Quando si preme il pulsante di scatto lo specchietto si ribalta (infatti non si vede nel momento dello scatto il soggetto che si sta fotografando), lasciando passare la luce che colpisce, attraversando lotturatore aperto, la pellicola. Limmagine latente, quella che impressiona la pellicola ma che non visibile fino a dopo lo sviluppo, capovolta rispetto alla realt. Affinch limmagine venga registrata come immagine latente sulla pellicola, questa devessere esposta, ovvero colpita da una quantit di luce per un determinato periodo di tempo. Separiamo per un attimo il rapporto stretto tra tempo e diaframma. Lesposizione, quindi, non altro che il rapporto tra tempo di otturazione (ovvero il lasso di tempo che intercorre tra lapertura e la chiusura dellotturatore) e il diaframma. Lotturatore un dispositivo di protezione del film, situato tra la pellicola e lo specchietto, che per permette anche lesposizione; pu essere centrale ( situato nellobiettivo, simultaneo al diaframma) o piano (a tendina), composto da due lamine opache o due tendine in tessuto, le tendine non si muovono simultaneamente. Per capire meglio lesposizione proviamo ad analizzare separatamente il tempo e il diaframma.

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Analizziamo il tempo dotturazione, che possiamo brevemente definire come quel valore che indica il tempo desposizione della pellicola alla luce proveniente dallobiettivo e quindi dallesterno. I tempi, espressi in frazione di secondo, si definiscono:

lunghi o lenti: dal 1/30 di secondo al tempo di posa B.

La posa B la possibilit di lasciare aperto lotturatore finch viene mantenuto premuto il pulsante di scatto ovviamente si presuppone luso di un cavalletto o di un supporto e di un pulsante di scatto flessibile. B, infatti, deriva da "bulb, la peretta, antenato dei nostri scatti flessibili. Lo scatto flessibile costituito da un cavetto con a unestremit linnesto per il pulsante di scatto della reflex (le macchine meccaniche hanno la possibilit di avvitare lo scatto flessibile al pulsante, mentre le reflex pi moderne hanno un collegamento elettronico), mentre allaltra hanno un pulsante;

medi: sono i tempi ai quali di solito sono sincronizzati i lampeggiatori (flash) e vanno dal 1/60 a 1/125; brevi o veloci: sono quei tempi superiori al 1/250 di secondo.

Analizziamo poi il diaframma (costituito da un insieme di lamelle): questo determina la quantit di luce che entra nellobiettivo e che colpisce la pellicola. Si indica con f/ e ha valori compresi tra 1,8/2.8 a 32/36 (a seconda del tipo dobiettivo e della marca). Al numero minore indicato da f/: corrisponde unalta quantit di luce che colpisce la pellicola (numero basso = diaframma aperto), al numero maggiore corrisponde la maggiore chiusura delle lamelle del diaframma, quindi la minor quantit di luce che colpisce la pellicola (numero alto = diaframma chiuso).

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Compensazione tempo-diaframma. La combinazione di tempi e diaframmi si chiama compensazione quando, per determinate scelte, si decide di raggiungere lesposizione corretta operando su entrambi i fattori. Lo spazio tra due tempi o tra due diaframmi contigui si chiama stop. Si lavora, invece, in priorit quando si sceglie di mantenere costante un determinato tempo o un determinato diaframma e si raggiunge la corretta esposizione variando solamente laltro valore. Esempio pratico. Misurando lesposizione, risulta corretta con i valori f/5.6 e 1/125. Essa equivale a: f/4 e 1/250, f/8 e 1/60, ecc. Scopo: si vuole raggiungere la massima profondit di campo (diaframmi chiusi) senza sovraesporre o sottoesporre limmagine finale; per ogni valore (stop) che si fa aumentare (e quindi chiudere) sulla scala dei diaframmi, corrisponde uno stop sulla ghiera dei tempi, in maniera inversamente proporzionale. Il valori del diaframma influiscono sulla profondit di campo; i valori dei tempi sulla registrazione dei movimenti del soggetto impresso sulla pellicola (vedi Gli scopi della compensazione)

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CAP 5. LESPOSIMETRO E LESPOSIZIONE. Lesposimetro un apparecchio che serve per misurare la luce. Le reflex moderne sono tutte munite desposimetro incorporato. Le reflex completamente manuali hanno una lettura esposimetrica su tutta limmagine inclusa nel fotogramma, la lettura avviene automaticamente e si basa sul valore medio tra la misurazione delle alte luci e delle zone dombra. Questi esposimetri sono a luce riflessa. Esistono esposimetri che vengono posti al posto del soggetto e rivolti verso la fotocamera, questi misurano la luce incidente. Alcune macchine sono dotate di lettura esposimetrica a spot, in altre parole nella porzione centrale dellimmagine. Questo tipo di lettura esposimetrica pu essere indirizzata o sulle alte luci o sulle ombre, tenendo presente che ogni volta che si fa unanalisi di questo tipo sarebbe necessario farlo su entrambi i fattori per controllare la differenza desposizione, altrimenti si rischia di perdere eventuali dettagli. Lesposizione corretta, nel caso degli esposimetri interni delle reflex, dato da un LED luminoso verde, da un ok, da un galvanometro posto al centro di una scala di valori, o da una linea di riferimento, che si orientano col premere il pulsante a met. Sovraesposizione. quando la coppia tra tempi e diaframmi fa s che la luce che colpisce il fotogramma sia eccessiva. Il risultato sono immagini lattiginose, bianchi bruciati, colori opaci. Per correggere la sovraesposizione si chiude il diaframma (salendo con i numeri della scala f/), oppure si diminuisce il tempo dotturazione (per esempio passando da 1/125 a 1/250). Unimmagine pu risultare sovraesposta anche a causa di un inganno esposimetrico dovuto alla presenza di bianco, cosicch limmagine risulter chiara e i colori sbiaditi. Sottoesposizione. quando la coppia tra tempi e diaframmi fa s che la luce che colpisce il fotogramma sia insufficente. Si pu correggere aprendo il diaframma o aumentando il tempo dotturazione. Unimmagine sottoesposta risulter buia. Ovviamente possibile fare uso creativo dellesposizione sovrasponendo o sottoesponendo a piacere, molte volte luso di una determinata esposizione la chiave della particolarit di una fotografia. Per questo a chi inizia a fotografare si consiglia di disinserire gli automatismi, solo cos si riesce a capire il funzionamento della propria macchina fotografica. Luso degli automatismi solo di carattere pratico.

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CAP 6. LA MESSA A FUOCO. La messa a fuoco avviene attraverso luso del mirino, unarea vignettata al centro del vetrino di messa a fuoco. Pu avvenire in vari modi: alcune macchine fotografiche hanno al centro del mirino uno stigmometro (vedi fotocamere a telemetro), altre hanno una serie di microprismi che permettono di vedere quando limmagine perfettamente a fuoco. Le macchine autofocus mettono automaticamente a fuoco sul centro del mirino. Lavorando con questo automatismo non possibile mantenere il soggetto a fuoco fuori dal centro dellimmagine se non con luso del blocco della messa a fuoco, che non tutte hanno.

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CAP 7. I FILTRI. I filtri sono dei vetrini, in cellulosa o vetro, da montare davanti allobiettivo per ottenere determinati effetti. Possono essere a vite in vetro o semplici lamine di resina montabili attraverso supporti standard. Ci sono tre famiglie principali di filtri: di correzione, creativi e per il bianco e nero. I filtri di correzione sono quei filtri che correggono le condizioni normali desposizione. Agiscono sullassorbimento della luce e possono correggere dominanti cromatiche dovute a fattori di illuminazione e ambientali. Il filtro arancio il filtro di correzione per le dominanti bluastre o verdastre. Il filtro blu il filtro di correzione per le dominanti rosse. Il polarizzatore, agendo sulla luce riflessa dai corpi, toglie i riflessi e influisce sulla saturazione dei colori. Il filtro grigio neutro permette di togliere degli stop quando si vuole fare uso creativo dellesposizione ma le condizioni di luce non lo permettono (luminosit elevata), cio assorbono la luce senza modificare i colori. Il filtro magenta serve per togliere le dominanti della luce al tungsteno. I filtri creativi sono quei filtri che influiscono sullimmagine creando qualcosa che in condizioni normali non c (filtri graduati per il cielo, multi immagine, a stella, ecc.) I filtri per il bianco e nero sono filtri colorati che, a seconda appunto del colore, rafforzano lassorbimento di determinate lunghezze donda e quindi di colori e sono: giallo (cielo), arancione (toni gialli e bruni), rosso (aumentare i contrasti), verde (vegetazione).

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CAP 8. GLI SCOPI DELLA COMPENSAZIONE La scala dei diaframmi: la profondit di campo Si pensi di usare il meccanismo di compensazione e di scattare unimmagine per ogni coppia di valori, mantenendo a fuoco sempre il medesimo soggetto e senza variare linquadratura. I risultati saranno immagini apparentemente uguali, stessa luce, stessa inquadratura, stesso soggetto. Per c una differenza si va da una messa fuoco selettiva (solo il soggetto a fuoco) ad una messa fuoco che va dallosservatore allinfinito. Questo il risultato della variazione del diaframma. Pi questo viene chiuso pi aumenta la porzione di immagine a fuoco. La chiusura massima del diaframma porta alla messa a fuoco dallocchio allinfinito. possibile capire a priori quanta porzione di immagine rester a fuoco prima e oltre il soggetto durante la composizione della fotografia. sufficiente guardare la ghiera di messa a fuoco di un obiettivo meccanico (non in tutte le marche): tra la scala dei metri e la scala dei diaframmi, in alcune ottiche segnata unaltra scala; alla linea centrale corrisponde il valore in metri, alle linee laterali disposte simmetricamente a quella centrale sono segnati i valori dei diaframmi; andando al leggere il diaframma scelto si pu vedere in metri fino a dove corrisponde la messa a fuoco. La variazione dei tempi di posa. determinante per alcuni effetti speciali. Come le striature di unauto veloce, i fari di un veicolo nella notte, limmagine ferma di una goccia dacqua, lacqua di una cascata come il cotone, unazione congelata. Essa determina il mosso volontario (da non confondere con il mosso accidentale di alcune immagini) e la scelta di fermare unazione. Pi i tempi sono lunghi pi il movimento di un corpo avr unimmagine lunga (scia) sul fotogramma, pi i tempi sono brevi pi unazione veloce potr essere bloccata.

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CAP 9. LUSO DEL FLASH. Il flash o lampeggiatore utile in condizioni di luce sfavorevole, per la macrofotografia e per creare effetti un po particolari. In linea di massima, fatta eccezione per la macro, il flash non deve essere la fonte di luce principale. Per quanto potente esso sia (la potenza determinata dal numero guida), pu risultare inefficace negli spazi ampi, perch ha un raggio di illuminazione di pochi metri. Il fill-in. Contrariamente a quello che pensa un fotografo alle prime armi, il flash non viene usato solamente per illuminare stanze buie o di notte. Il fill-in luso di un lampeggiatore per schiarire zone dombra in un soggetto; viene utilizzato soprattutto nel ritratto. Molte volte, infatti, un soggetto, per quanto illuminato dalla luce naturale, pu risultare buio sullo sfondo ( il caso di una fonte luminosa alle spalle di esso, come per esempio un tramonto o lacqua), perch lesposimetro misura la luce globalmente. Si effettua cos una lettura dellesposizione sullo sfondo e poi si posiziona il flash in maniera tale che illumini il soggetto in maniera apparentemente naturale. Dipingere con il flash. Il flash pu essere utilizzato per illuminare ambienti completamente bui. Poggiando la macchina su di un cavalletto si apre lotturatore sul tempo B, poi con il flash si procede illuminando le zone che interessano. La sincronizzazione del flash sulla seconda tendina. Innanzi tutto non possibile su tutte le apparecchiature. Il flash in condizioni normali lampeggia sullapertura della prima tendina. Sincronizzarlo sulla secondo permette, con luso di tempi lunghi, di fermare un soggetto in movimento alla fine del suo percorso. Immaginiamo di fotografare unauto in corsa. Se il flash parte sulla prima tendina, lauto percorrer ancora un pezzo di fotogramma fino alla successiva chiusura della seconda. Cos sembrer che invece di andare avanti essa vada in retromarcia. Sincronizzando il lampeggiatore sulla seconda tendina, lauto verr praticamente congelata alla fine della scia che ha lasciato sul fotogramma.

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PARTE SECONDA
ALCUNI ASPETTI
DELLA

REFLEX

Introduzione. In questa parte del manuale viene spiegato luso medio degli automatismi delle macchine fotografiche analogiche.

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CAP 1. LAVORARE CON PRIORIT E AUTOMATISMI. Esistono macchine meccaniche o a esposizione manuale, automatiche e semiautomatiche. Le macchine meccaniche sono le pi semplici e lavorano solo in manuale. Le automatiche hanno programmi di autofocus, priorit di tempi e diaframmi, programmi automatici e la possibilit di lavorare in manuale. Le semiautomatiche lavorano o in priorit di diaframmi o manualmente. Sarebbe inutile tentare di spiegare il funzionamento di ogni tipo di macchina fotografica. A seconda della marca e del modello cambiano funzioni, leve e pulsanti. Per capire bene il funzionamento della propria macchina necessario sapere luso di ogni sua singola parte e quindi leggere il libretto di istruzioni. PRIORIT DI TEMPI. segnata con Tv sui display delle macchine fotografiche, sulle leve operative o sulle rotelle delle funzioni. Lavora semplicemente dando la possibilit di scegliere un tempo di esposizione e lasciare che la macchina fotografica scelga il diaframma relativo al tempo scelto, anche se la luce varia in continuazione. In alcune macchine la scelta del tempo avviene tramite un consiglio sul display, bisogner poi chiudere o aprire il diaframma a seconda del valore consigliato o tramite pulsanti e levette, o direttamente sulla ghiera dellobiettivo; altre macchine automatiche cambiano automaticamente il valore. Questa priorit viene utilizzata raramente e solo se non interessa la profondit di campo. PRIORIT DI DIAFRAMMI. segnalata con Av sui display delle macchine fotografiche, sulle leve operative o sulle rotelle delle funzioni. Lavoro sullimpostazione del fotografo di un del diaframma desiderato, la macchina in questo caso sceglie automaticamente il tempo necessario per la correttezza dellesposizione. utile soprattutto per la sua praticit e la rapidit di applicazione. spesso usato quando non si ha il tempo materiale di osservare le variazioni dellesposimetro. GLI AUTOMATISMI. Le reflex automatiche hanno i programmi divisi in simboli (il fiore per la macro, lomino per il ritratto, la montagna per il paesaggio, ecc.). Queste sono semplici agevolazioni per la scelta da parte

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della macchina fotografica della coppia tempo diaframma. Ad esempio per la macrofotografia la macchina sceglier un coppia di valori tale da dare meno importanza allo sfondo (diaframmi aperti). Con il semplice automatismo la macchina tender a scegliere tempi e diaframmi medi.

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Parte Terza
APPUNTI DI COMPOSIZIONE E CONDIZIONI FREQUENTI DI RIPRESA

Introduzione. Per una bella fotografia non basta una giusta esposizione. Unimmagine va costruita a tutti gli effetti. La cosa fondamentale guardare bene nel mirino se ci sono elementi di disturbo (es. un ramo) e se questi sono eliminabili e se il soggetto scelto inquadrato dalla posizione migliore (nel caso del paesaggio). In questa parte i temi della composizione sono appena accennati per conoscenza.

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CAP 1. LINQUADRATURA. Locchio umano ha delle priorit di lettura. Unimmagine viene letta da sinistra a destra e dallalto in basso. Su unimmagine locchio concentra dei punti dattenzione. (fig. 1)

Contrariamente a ci che si pu pensare il punto focale dellocchio umano non al centro dellimmagine, ma allincrocio delle sezioni auree del rettangolo. La sezione aurea, definita da Vitruvio, la linea che divide unimmagine in 1/3 e 2/3. Fu utilizzata anche nelle composizioni di quadri (Piero della Francesca). Per questo consigliabile evitare di porre lorizzonte, in una veduta, al centro. Unimmagine tale poco leggibile. Se lorizzonte posto in alto si fa risaltare il terreno, se posto in basso risalter il cielo. Il soggetto al centro accettabile se esso occupa quasi completamente il fotogramma (macrofotografia e ritratto), o se lo sfondo non fornisce fonte di disturbo.

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CAP 2. DIAGONALI, PROSPETTIVA E REGOLARIT. Col rinascimento viene riscoperta la prospettiva. In fotografia la prospettiva centrale, angolare, aerea o dal basso sempre interessante da affrontare; essa pu diventare il soggetto principale dellimmagine (una strada) oppure guidare locchio verso uno dei punti dattenzione. La prospettiva aerea data dal risultato del cambiamento di temperatura tra terra e aria e risulta come laffievolirsi dellimmagine allorizzonte; fu usata la prima volta da Leonardo. In fotografia la prospettiva aerea pu essere sfruttata per dare profondit di campo. Costruire una fotografia sulle diagonali del fotogramma senza dubbio un modo per dare dinamismo ad unimmagine, pu essere un modo anche questo per guidare lattenzione verso il soggetto. Il modulo. La fotografia modulare interessante. Un modulo che si ripete pu diventare texture, la natura e larchitettura ne sono piene. Lessenzialit. Le immagini essenziali sono le pi chiare, ma non sempre quelle con molte cose sono da escludere (vedi le texture). Limportante imperare a scegliere la situazione in cui applicarla.

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CAP 3. LUCE DIURNA, LUCE AMBIENTE E LUCE ARTIFICIALE. La temperatura della fonte di luce influisce molto sulla dominanza cromatica dellimmagine. Luci come le lampade o le candele donano allimmagine una dominante rossastra. Le luci al neon o le lampade al tungsteno, invece, donano dominanza verdastra. Esistono apparecchi chiama termocolorimetri, per altro molto costosi, che analizzano la temperatura esatta della luce, misurandola in gradi Kelvin. Conoscendo la temperatura della luce possibile applicare filtri di correzione adeguati. In caso contrario si tenga presente comunque il tipo di sorgente luminosa e la sua entit. Una dominante rossa non troppo intensa in alcuni casi non poi cos fastidiosa.

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CAP 4. FOTOGRAFARE IN CONDIZIONI DI LUCE SFAVOREVOLE: CONTROLUCE E SCARSA LUMINOSIT. Purtroppo fatta eccezione per la foto di studio e per lo still-life, in cui il fotografo a decidere la luce con lampade e flash, quando si fotografa allaperto, bisogna adattarsi alle condizioni di luce. Si sappia comunque che per dare rilievo alle forme del paesaggio sconsigliabile fotografare a mezzogiorno, quando il sole allo zenit e le ombre scarseggiano. Sono invece pi adatte le ore del mattino e del tardo pomeriggio. Molte volte per ci si trova a dover fotografare dove luce in realt ce n poca. In questo caso bisogna procurasi un appoggio stabile e leggere lesposizione normalmente, sapendo che per facile muovere. Il movimento meccanico dellotturatore crea un movimento alla mano impercettibile, ma percettibile poi sulla fotografia. Se si in possesso di un appoggio stabile, con luso di tempi lunghi, consigliabile luso di uno scatto flessibile o dellautoscatto, al fine di scongiurare ogni tipo di movimento non intenzionale. Controlucecon il sole. Se si vuole includere il sole deve, allalba o al tramonto, necessario leggere lesposizione in una zona di cielo vicina, ma escludendolo dallimmagine; impostata la coppia tempi-diaframmi scelta, si pu poi includere nuovamente il sole nellimmagine: cos si avr lesposizione corretta.

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CAP 5. IL BRACKETING Il Bracketing un modo per ottenere in un controluce (per esempio) limmagine migliore. Si pratica, infatti, variando lesposizione (nel caso del paesaggio meglio variare il tempo, piuttosto che il diaframma). Si ottiene scattano pi di una foto sullo stesso soggetto (numero dispari) in modo che risultino fotografie con la differenza di uno stop desposizione luna dallaltra. Per esempio, con cinque scatti di Bracketing, si legger lesposizione e poi si scatter una foto sottoesposta di due stop, una di uno stop, quella corretta, una sovraesposta di uno stop e una sovraesposta di due stop. Alcune macchine hanno la possibilit del Bracketing nei programmi.

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Glossario di alcuni dei termini pi usati in fotografia. ASA: sigla di American Standard Association, misura la sensibilit delle pellicole. Corrisponde al valore ISO. Autofocus: messa a fuoco automatica da parte dellobiettivo. B: simbolo di un valore di otturazione in corrispondenza del quale lotturatore rimane aperto finche si mantiene premuto il pulsante di scatto. Bracketing: tecnica consistente nel riprendere pi immagini con esposizioni maggiori o minori per aumentare la probabilit di ottenere un risultato accettabile. Carta grigia: carta che riflette al 18% la luce che la colpisce, usata come riferimento per la misurazione della luce riflessa con un esposimetro manuale. Clip test: metodo utilizzato per controllare lesposizione corretta del film. Si sviluppa un pezzo della pellicola per vedere se il film va o no tirato. Cross-screen: tipo di filtro che provoca ad ogni punto luce una stellina. Contrasto: differenza di intensit luminosa tra parti chiare e scura di negativi, diapositive o stampe. Controluce: illuminazione con fonte di luce di fronte alla fotocamera. Definizione: misura della finezza dei dettagli. Densit: misura dellintensit di unimmagine su una pellicola. Diaframma: cerchio di lamine scorrevoli contenuto allinterno dellobiettivo che permette di controllare la quantit di luce durante lesposizione della pellicola. Difetto di reciprocit: perdita di sensibilit del film che causa sottoesposizione se il film esposto per pi di un secondo. DIN: sigla di Detusche Industrie Norm. misura la sensibilit delle pellicole. Corrisponde al valore ISO. Diottria: misura il potere di ingrandimento di una lente (addizionale). Distanza iperfocale: distanza minima a cui risulta a fuoco un soggetto quando questo a fuoco sullinfinito. Dominante cromatica: tonalit di colore innaturale causata dalluso di pellicole in condizioni non adatte. Emulsione: strato della pellicola sensibile alla luce. Errore di parallasse: inquadratura erronea causata dal fatto che nelle fotocamere non SRL il mirino si trova ad una certa distanza dallobiettivo. Esposimetro a luce incidente: viene posto in prossimit del soggetto e rivolto verso la fotocamera, misura la luce incidente.

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Esposimetro a luce riflessa: si basa sul valore medio tra la misurazione delle alte luci e delle zone dombra, cio la luce riflessa dal soggetto. Esposizione: quantit di luce che colpisce il film. f: misurazione dellapertura del diaframma. Fattore di un filtro: quantit di luce assorbita. Field camera: apparecchio fotografico di grande formato. Filtro UV: trattiene i raggi ultravioletti. Flash a bulbo: flash che utilizza dei bulbi contenenti un sottile filo metallico che brucia. Fill-in (flash di riempimento): uso del flash per schiarire zone dombra o diminuire i contrasti. Fotomontaggio: insieme di pi fotografie combinate in una sola. Grana: granulosit delle particella dargento o di colore che compare in ingrandimenti spinti. High-key: immagine dominata da tonalit chiare Highlight: parti chiare o alte luci. Immagine latente: limmagine che si imprime sul film e che compare con lo sviluppo. Internegativo: negativo intermedio ottenuto da una diapositiva per la realizzazione di una stampa. IR: infrarosso Iride: tipo di diaframma celle fotocamere reflex che permette di mettere a fuoco. ISO: sigla di International Standard Association. misura la sensibilit dei film. Kelvin: unit di misura per la temperatura dei colori Key-reading: lettura esposimetrica ottenuta sulla parte pi importante del soggetto. Latitudine di posa tolleranza del film ad essere esposto a valori diversi dalla sensibilit per cui concepito. Lente di correzione: correzione applicata al mirino per i difetti di vista. Lettura sostitutiva: lettura della luce su un soggetto con la stessa luminosit del soggetto scelto, se questo inaccessibile. Low-key: tipo di immagine in cui prevalgono tono scuri Lunghezza focale: campo focale del campo focale dellobiettivo. Messa a fuoco selettiva: uso delle caratteristiche sfocature dellimmagine dovuta a diaframmi aperti per dare risalto a un soggetto. Mired: unit di misura dellequilibrio cromatico di un film. Numero guida: potenza del flash (permette di ottenere lesposizione). Obiettivo catadiottrico: obiettivo che accompagna luso di specchi alluso di lenti tradizionali. Ombra: parte pi scura di unimmagine Otturatore: disposizione di protezione del film che permette per anche lesposizione.

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Otturatore centrale: otturatore dellobiettivo, simultaneo al diaframma. Otturatore piano (a tendina): composto da due lamine opache o due tendine in tessuto. Permette lesposizione ma non si muovono simultaneamente. Prova a contatto: provino effettuato in camera oscura, ponendo il negativo a contatto con il foglio e esposto alla luce. Pulling: sottosviluppo di un film. Pushing: sovrasviluppo o tiraggio di un film. Riflessi interni: riflessi chiari nellimmagine dovuti ai componenti ottici (esagoni chiari) Schiarente: bagno per ridurre densit di negativi e stampe. Servoflash: collega diversi flash senza cavo Sincronizzatore di flash: il lampeggiatore funziona nel preciso attimo di apertura dellotturatore. Still-life: ripresa di nature morte o oggetti. Stop: unit di misura dellesposizione. Teleconverter: il duplicatore di focale, serve per aumentare la focale dellobiettivo. Temperatura cromatica esprime il colore della luce che colpisce il film. Tiraggio: vedi pushing TTL: Through-the-lens, il nome proprio degli esposimetri incorporati delle reflex Velocit di sincronizzazione del flash: velocit massima di compatibilit tra flash e otturatore. X: indica il tempo di sincronizzazione del flash.

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Riferimenti bibliografici J. HEDGECOE, Fotografare il paesaggi: teoria e tecnica della fotografia allaperto. Milano, 1990. M. LANGFORD, Basic Photography. London, 1986, Milano, 2001. P. SORLIN, I figli di Nadar. Torino, 2001.

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Postfazione alla seconda edizione. Note dellautore. La presente versione sar seguita da una nuova edizione corredata da immagini ed esempi, per facilitare la comprensione dei concetti. in realizzazione un breve trattato sulla composizione, che affronter in maniera approfondita i temi enunciati nella Parte Terza. Per informazioni e chiarimenti, contattate fotobycryss@virgilio.it

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