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Interpreti di Nietzsche

Dieci anni fa, nel presentare in un catalogo di Adelphi la nuova edizione delle opere di Nietzsche, il mio amico Colli ed io scrivemmo che il solo fatto di partecipare insieme a tale impresa non implicava che gli editori dessero la stessa interpretazione del pensiero di Nietzsche. Ricordo ci, per dichiarare pubblicamente il mio dissenso sostanziale dalle affermazioni di Giorgio Colli, contenute nellintervista apparsa sul Corriere della Sera del 23 luglio 1974. poich anchio sono uno dei principali responsabili del risveglio attorno al pensatore tedesco e almeno per un 50, laltro italiano che riscopre Federico , vorrei dire brevemente in che cosa dissento dal mio amico. Io, a differenza del Nietzsche di Colli (e probabilmente di Colli medesimo), non sono contro la storia. Affermo anzi che Nietzsche come del resto egli stesso ha detto era ben deciso a non fare a meno del senso storico, la cosiddetta malattia del mondo moderno, anche quando scrisse lInattuale sulla storia. Studiare Nietzsche, poi, vuol dire, secondo me, studiarlo nella storia, ricorrendo a quello che Delio Cantimori chiamava il buon vecchio metodo storico. Ma proprio nellapplicazione di tale metodo, che serve a una lettura critica di Nietzsche, si trovano, a mio parere, tutti gli argomenti per distruggere alle radici le farneticazioni antistoriche che sono servite a strumentalizzare Nietzsche da parte della destra razzista e nazista. Questo il dissenso di fondo tra Colli e me, dissenso che si riflette sullinterpretazione di Nietzsche che anche io vado maturando e che peraltro non ci impedisce, come i fatti dicono di lavorare insieme, nel rispetto reciproco delle nostre opinioni. Mazzino Montinari (Vallombrosa) [Corriere della Sera, 30.7.1974]

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