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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BOLOGNA FACOLTA DI LETTERE E FILOSOFIA

Corso di laurea in Filosofia

Il PROBLEMA DELLESPERIENZA IN WALTER BENJAMIN

Tesi di laurea in Poetica e Retorica

Relatore
prof. Paolo Bagni

Presentata da
Paolo Sensini

Cinque parole chiave: Benjamin, esperienza, materialismo storico, redenzione, rivoluzione

sessione estiva anno accademico 1995-1996

Determinate parole possono ancor sempre, secondo le circostanze, seppellire o disseppellire determinate convinzioni Esiste un punto darrivo, ma nessuna via; ci che chiamiamo via non che la nostra esitazione Franz Kafka

Rari sentieri accompagnano Chi in buie cose viaggia Nelle voci, spalancate Braccia in ginocchio fra ali1

Fritz Heinle

PARTE PRIMA 1. Storia del concetto di esperienza Ci proponiamo qui di analizzare il concetto di

esperienza alla luce degli studi fondamentali compiuti da Walter Benjamin nel complesso della sua opera; tuttavia considerati i limiti che sono posti naturalmente ad una tesi di laurea ci concentreremo specificatamente su quei saggi in cui Benjamin parla esplicitamente dell esperienza , e cio: Sul programma della filosofia futura (1917); Esperienza e povert (1933); Il narratore (1936), Viaggio attraverso linflazione tedesca , (1923-1926) i Manoscritti preparatori alle Tesi di

Le citazioni in esergo sono tratte da Franz Kafka, Confessioni e diari, Milano, 1991, p. 716, 718, e dalle poesie di Fritz Heinle contenute nel numero di Aut -aut, 1982, 189-190, p.41

Filosofia della Storia , 2 nonch sul saggio Di alcuni motivi in Baudelaire in cui egli sviluppa in modo esemplare la tematica della perdita dell esperienza , coagulata attorno alle problematiche filosofiche peculiarmente legate al suo modello interpretativo del contesto metropolitano socio-economico e critico- letterario. Il metodo con cui tenteremo di avvicinarci all opera di Benjamin lo stesso con cui egli defin la modalit operativa propria del critico, e cio se si vuole concepire, con una metafora, lopera in sviluppo nella storia come un rogo, il commentatore gli sta davanti come il chimico, il critico come lalchimista. Se per il primo, legno e cenere sono gli oggetti della sua analisi, per laltro solo la fiamma custodisce un segreto: quello della vita. Cos il critico cerca la verit la cui fiamma vivente continua ad ardere sui ceppi pesanti del passato e sulla cenere del vissuto.
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Se linizio della ricerca verter sulla definizione complessiva dal punto di vista storico ed etimologico della parola e del concetto di esperienza , e sull analisi della trasformazione del concetto di esperienza -in campo estetico-filosofico- dalla sua configurazione materialista, la pre-kantiana parte ad una sar interamente dedicata criticosuccessiva allanalisi

dellespressione di questultima nei saggi sopra citati. Mentre, da un lato, per i romantici e la filosofia speculativa il termine critico significava: oggettivamente produttivo, creativo a ragion veduta ed essere critici voleva dire spingere tanto in alto il pensiero al di sopra di ogni impedimento da far emergere, come per incanto, dal discernimento dei falsi impedimenti, la conoscenza della verit 4 e dallaltro scrivere
2

Tali materiali sono stati gentilmente forniti durante il seminario tenuto dal professor Gianfranco Bonola nellanno 1992; la traduzione a cura del professor Gianfranco Bonola e del professor Michele Ranchetti 3 Walter Benjamin, Le affinit elettive, in Angelus Novus, Torino, 1989, p. 164 4 Walter Benjamin, Il concetto di critica nel romanticismo tedesco, Torino, 1982, p. 45

storia significa citare storia 5, e nel concetto delle citazioni , per, implicito che loggetto storico venga strappato dal suo contesto 6, cos che lesposizione materialistica della storia conduce il passato a parlare in una situazione critica il presente allora, coerentemente con questi assunti, non dovremo comportarci come quei filosofi che fino ad ora avevano pronta sulle loro cattedre la soluzione di tutti gli enigmi, e lo sciocco mondo esoterico non aveva che da spalancare il muso perch gli volassero in bocca le colombe arrostite della scienza assoluta [...] Se non affar nostro la costruzione del futuro e linvenzione di una formula perennemente attuale, tanto pi evidente ci che dobbiamo attuare nel presente, e cio la critica radicale di tutto ci che esiste, radicale nel senso che la critica non si spaventa n di fronte ai risultati ai quali perviene n di fronte al conflitto con le forze esistenti. 7 In questo senso, e solo in questo senso, una critica del concetto di esperienza che sia allaltezza dei tempi dovr farsi carico di sondare questultimo negli aspetti in cui esso si compone: filosofico, estetico, politico e sociale. Ma partiamo dalla domanda pi elementare: che cosa significa esperienza ? L esperienza polivalente, e pu essere determinata nel suo significato soltanto settorialmente; lelemento comune di diversi concetti settoriali di esperienza una specie di parola radicale, di metafora, che esprime la maniera complessa in cui hanno origine le conoscenze umane, e il movimento culturale che comprende quellorigine in forma storicamente specifica. La complessit di quellorigine consiste nel fatto che vi circolano tutte le dimensioni della conoscenza umana: visione, osservazione, contatto vissuto, intuizione, comprensione ecc.
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Walter Benjamin, Parigi Capitale del XIX secolo, Torino, 1986, p. 618 Walter Benjamin, ibidem, p. 610 7 Annali franco-tedeschi, Milano , 1965, Lettera di K. Marx a A. Ruge, p. 80

Anche lorganizzazione della moderna osservazione scientifica rientra nellambito dell esperienza . Laccezione pi semplice di esperienza sembra essere questa: luomo riceve impressioni che generano in lui sensazioni. Questo mondo d esperienza pre-razionale forse alla base dellimmagine che sta dietro il termine di esperienza : si fa un viaggio e se ne ricevono impressioni. Invero la parola esperienza , ex - per - ientia , deriva da ex - per - ire : intende un venire da e un passare attraverso. Ma ci si pu anche mettere in un atteggiamento attivo: cercare situazioni capaci di suscitare impressioni, e poi raccogliere queste ultime. Si apre in questo modo il campo delle percezioni e dellosservazione organizzata. La parola fondamentale esperienza vive innanzitutto nella dimensione del quotidiano. La radice indogermanica di alcune accezioni germaniche e romane di sperimentare [ experiri ] esplorare viaggiando e appropriarsi sperimentalmente - indica gi che l esperienza non esiste indipendentemente dalla persona. Secondo la versione germanica lesperto luomo che ha viaggiato e perci conosce il mondo non solo per sentito dire, ma perch c stato, ha vissuto, sofferto, agito. 8 Secondo la versione latina, lesperto, il peritus, ha come incorporato la conoscenza attraverso tentativi, prove, errori e convalide. L esperienza in questo senso non facilmente trasmissibile; la si trasmette non comunicando qualcosa oggettivamente ma vivendola insieme. La trasmissione di esperienze sentite e vissute esige comunanza di vita. Il problema del concetto di esperienza dato quindi dalla sua complessit: esperienza infatti sia ci che si vive (solo in parte consapevolmente), sia il processo attraverso in cui ci si appropria del vissuto e lo si sintetizza.
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Dietmar Mieth, Alla ricerca di una definizione del concetto di esperienza: che cosa lesperienza?, in Concilium, 14 (1978)

Pochi termini della nostra lingua hanno un contenuto pi stratificato, e si prestano ad una maggiore variet di usi. La parola esperienza assume significati diversi a seconda dei contesti in cui inserita, e ad ogni slittamento di significato corrisponde uno spostamento dei soggetti significanti che lo interpretano. Le stratificazioni di significato che avvertiamo nel termine esperienza rimandano ad una storia articolata, che riguarda tanto il concetto stesso quanto le condizioni della vita materiale e i contesti culturali in cui esso stato utilizzato. A questo punto ci proponiamo di tracciare dal punto di vista etimologico e storico-filosofico levoluzione della parola esperienza , dallantichit fino alla concezione della scienza moderna, mostrando come fosse gi progetto di questultima quellespropriazione dell esperienza che sar poi il tema centrale dei saggi di Benjamin. Nel percorrere la storia del concetto di esperienza , osserviamo subito che Aristotele e gli antichi contrapponevano lempeiria all episteme , un sapere che ciascuno acquisisce in situazioni differenti e che oggetto della prassi ed un sapere di ci che non muta, oggetto della scienza. Unicamente la matematica e lastronomia, in quanto saperi dellimmutabile, di enti contemplati dalla mente o da distanze irrangiungibili, sono epistemai . La sensazione in atto corisponde allesercizio della scienza [...] la sensazione in atto ha per oggetto cose particolari; mentre la scienza ha per oggetto gli universali. Perci il pensare in potere delluomo quando vuole, ma il sentire non in suo potere perch necessario ci sia il sensibile. 9 Nel pensiero greco il sostantivo empeiria pensato in stretta relazione con laggettivo em - peiros , esperto nel senso di pratico

Aristotele, Fisica, Bari, 1991,VII, 3, 274b, 20-21

- empeiros da peira , prova, tentativo, esperimento, peiran echein tinos , avere esperienza di una cosa. 10 In modo particolare Aristotele colloca lempeiria tra la percezione sensibile aistheis dynamis, e il una ricordo facolt - mneme e la tiene distinta dalla conoscenza universale (cio dall episteme ). L empeiria una produttiva acquisita attraverso osservazioni particolari e con laiuto del ricordo: negli uomini l esperienza deriva dalla memoria: infatti, molti ricordi dello stesso oggetto giungono a costituire un esperienza unica. 11 Le esperienze hanno per cos dire il loro ambiente vitale e la loro interpretazione continuit ricordo plasticit della nel ricordo e nella dimenticanza. Per la tradizione soltanto viva dell esperienza attraverso

linterpretazione, la dimenticanza altrettanto importante del perch tutte e due assieme generano la Ma ricordo e dimenticanza pratica. nella dell esperienza . della storia

sottostanno a interessi pratici. La continuit della storia la ricostruzione Loriginalit secondo unintenzione si situazionale dell esperienza realizza

saggezza storica dell esperienza . Nella prassi si acquisisce una conoscenza che punta aldil della prassi stessa, verso una dimensione di distanza dal produrre e dai suoi eventuali risultati; in tal senso l esperienza non nasce in contrasto con la ragione ma costituisce una sorta di sapere pratico nella sfera dei fatti singoli,e, come tale, rappresenta un preliminare della conoscenza razionale in base a principi universali. Nella definizione di Sesto Empirico - detto appunto tale poich egli definisce empirici o metodici i medici che rifiutano ogni dottrina dogmatica e ogni affermazione azzardata relativa ai fatti oscuri e seguono invece i fenomeni cos come si presentano, nonch i bisogni corporei e le indicazioni della natura- emergono i due cardini principali di ogni atteggiamento
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Senofonte in Liddel- Scott, Vocabolario Greco-Italiano, Firenze, 1975 Aristotele, Metafisica, Bari, 1991, I, 1, 980b 25

empiristico:

il

criterio

che

fa

dell esperienza

il

luogo

delloriginaria e genuina evidenza, e il principio metodico che assume come base di ogni sapere i dati sensoriali, sicch si deve procedere dalla sensazione al concetto e non viceversa. Cos Platone osserva che l esperienza consente di procedere con una certa regola, la quale la base di ogni arte ( techne ). 12 Questo empirismo ha ricevuto in seguito sempre nuove modificazioni, ma rimasto nella dottrina della conoscenza come un punto quasi scontato. E importante osservare a tal proposito come solo lesperimento, nella sua ripetibilit, congiunga nella scienza moderna la vicinanza delloggetto sensibile con la certezza; il pensiero classico non conosce un problema dell esperienza come tale, ma ci che si pone per noi come problema dell esperienza , si presenta naturalmente ad esso come problema del rapporto fra lintelletto separato e i singoli individui, fra luno e il molteplice , fra lintelligibile e il sensibile. Infatti dobbiamo pensare che, se per noi oggi non possibile pensare l esperienza senza la conoscenza, fino alla nascita della scienza moderna non solo esperienza e conoscenza avevano ciascuna il proprio luogo, ma diverso era anche il soggetto cui esse facevano capo. Soggetto dell esperienza era il senso comune, presente in ogni individuo - il principio che giudica di Aristotele, la vis aestimativa della psicologia medioevalementre soggetto della scienza il nous o intelletto agente, che separato dall esperienza , impassibile e divino; per essere pi precisi, la conoscenza non aveva un soggetto nel senso moderno di un ego, ma piuttosto il singolo individuo era il sub-jectum in cui lintelletto agente, unico e separato, attuava la conoscenza.

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Platone, Gorgia, 448c, Milano, 1991

E in questa separazione tra esperienza e conoscenza che va visto il senso delle dispute che divisero gli interpreti dellaristotelismo tardo antico e medioevale circa lunicit e la separazione dellintelletto e la sua comunicazione con i soggetti dell esperienza . Intelligenza - nous - e anima - psyche - non sono infatti per il pensiero antico e per quello medioevale, almeno fino a San Tommaso, la stessa cosa, e lintelletto non una facolt dellanima: esso non le appartiene in alcun modo, ma separato, incommisto, impassivo secondo la celebre formula aristotelica, comunica con essa per attuare la conoscenza. Se il pensare come il sentire, consister o in una passione da parte dellintelligibile, o in altro di simile. Perci deve essere impassiva, ma ricettiva della forma e in potenza tale e quale la forma e tuttavia non identica alla forma [...]. Di qui necessario che lintelletto, poich pensa tutte le cose, sia non mescolato, per dominare e cio per conoscere, perch se manifesta la propria forma vicino ad una forma altrui, le fa ostacolo e lintercetter [...] Perci non ragionevole che sia mescolato al corpo [...] La parte intellettiva il luogo delle forme in potenza. [...] Lintelletto in potenza tutti gli intelligibili, ma in atto nessuno prima di pensarli. Deve essere di esso come di una tavoletta, in cui non c niente scritto attualmente. 13 E quindi il pensiero classico non conosce un problema dell esperienza come tale, ma quello del rapporto tra luno e il molteplice. In un modo particolare si presenta il problema dell esperienza nelle qute medioevali. Poich il rapporto tra esperienza e scienza nel mondo cristiano-medioevale governato da un principio che Onorio di Autun formula in modo esemplare
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Aristotele, De Anima, Bari, 1991, III, 429a 10-21, 430a 1-5. Per lo sviluppo della problematica del rapporto tra intelletto separato e singoli individui si rimanda al commento di Aristotele in Averro, Antologia di scritti sullanima, Roma, 1996, pp. 72 seguenti

scrivendo Prima del peccato originale luomo conosceva il bene e il male: il bene per esperienza ( per experientiam ), il male per scienza ( per scientiam ). Ma, dopo il peccato, luomo conosce il male per esperienza , il bene solo per scienza. 14 Del resto lo stesso Benjamin nel saggio Sulla lingua in generale e sulla lingua degli uomini , si situa su di un posizione analoga a quella medioevale, per cui il piano originale del linguaggio quello dei nomi, e quindi la lingua paradisiaca delluomo non pu non essere perfettamente conoscente, cosa che non pu celare neppure la presenza dellalbero della conoscenza. Invero i suoi frutti dovevano dare la conoscenza di ci che bene e di ci che male, e la conoscenza a cui seduce il serpente, il sapere di ci che bene e male, senza nome, , nel senso pi profondo, nulla e senza valore, e questo sapere esso il solo male che conosca lo stato paradisiaco. Il sapere del bene e del male abbandona il nome, una conoscenza estrinseca, limitazione improduttiva del verbo creatore. Il nome esce da se stesso in questa conoscenza, per cui il peccato originale latto di nascita della parola umana. E la Bibbia che introduce il male mediante il concetto di sapere. In quanto trionfo della soggettivit e in quanto spinto dal dominio dellarbitrio su tutte le cose, quel sapere lorigine di ogni concezione allegorica. Per i linguaggi, il nome soltanto un fondamento in cui si radicano gli elementi concreti. ma gli elementi astratti del linguaggio sono radicati nella parola giudicante, nel giudizio. Nel male tout court la soggettivit attinge la sua realt e la vede come un mero rispecchiamento di se stessa in Dio. 15 La qute, cio il tentativo delluomo che pu solo conoscere il bene per scientiam , esprime limpossibilit di unire scienza ed esperienza in un unico soggetto, il segno dellaporia, ovvero
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Per il riferimento a Bacone e alla quete medioevale, cfr. Rosier I., Libera A. de, Intention de signifier et engendrement du discours chez Roger Bacon, in Histoire, Epistmologie, Language, 8/2 (1986), pp. 63-79

letteralmente della mancanza di via. Per questo la qute lesatto contrario di quella scientia experimentalis , il cui progetto gi sognato, alla fine del Medioevo, da Ruggero Bacone, e che trover poi in Francesco Bacone la sua nel codificazione. La scienza sperimentale prese lavvio

Medioevo, giacch appunto Bacone tratta dellex periri e dell experimentum, e perci parla anche di quantit . [...] Lex periri di massima contro ci che predetto in modo normativo e che non dimostrabile. 16 Ruggero Bacone infatti sostiene la necessit di studiare la natura non solo mediante la semplice esperienza sensoriale e il ragionamento astratto, ma anche con lausilio di strumenti tecnici e apparati, e quindi presuppone la costruzione di una certa via alla conoscenza. Lavvicinarsi e il verificare la previsione fatta sulla regola, cos che ladesione alla regola principalmente, e solo questa, determini l oggettualit nel suo ambito e lambito non sia concepibile in altro modo che attraverso il porre in risalto le regole e queste [siano concepibili] solo tramite lesibizione della regolarit (mettere alla prova le possibilit della regolamentazione, sperimentare la natura stessa) e precisamente cos che la regola sia una regola dellordine di misura e della misurabilit possibile (SpazioTempo). [...] Il nudo gurdarsi intorno addiviene ad un osservare che persegue ci che si fa incontro, e precisamente sotto mutevoli condizioni del suo essere incontrato e del suo presentarsi. Perci queste condizioni e il loro stesso cambiamento possono essere nuovamente incontrate e attese ma possono anche venire modificate
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attraverso

un

intervento .

Nellultimo

caso

ci

Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, Torino, 1980, pp. 250-252 Martin Heidegger, Beitrage zur Philosophie (vom Ereignis), Frankfurt am Main, 1989, band 65, p. 162, inedito; abbiamo tradotto da questo volume le pagine 159-166, le quali tracciano una straordinaria sintesi della parola esperienza dalla grecit allesperimento scientifico moderno.

procuriamo esperienze definite attraverso interventi definiti e sotto luso di condizioni del vedere e del determinare pi precise. Si potrebbe qui parlare gi di un ex perimentum senza che sia data la traccia di un esperimento [moderno] e della sua condizione. Questo sempre pi quando le osservazioni vengono riunite, in modo che sono possibili due casi: un indiscriminato accumulo di osservazioni sul solo terreno della loro molteplicit incalcolabile e del loro apparire; e una collezione dettata dallordinamento, il cui principio non sia affatto tratto dagli oggetti osservati [...] Qui essenzialmente lanticipazione alladesione alla regola, dunque a ci che ricorre stabilmente in eguali condizioni. 17 Agli inizi dellet moderna la questione dei modi di ordinare determinati aspetti dell esperienza si biforca in due rami: assistiamo, infatti, da un lato, al tentativo di trasformare l esperienza individuale in una nuova forma di saggezza, consona ad un mondo pieno di pericoli e in continuo mutamento -ed assume cos, talvolta, una tonalit malinconica, come in Montaigne, o diventa acume, agudeza del ingenio , arte sublime di sopravvivenza, come in Balthasar Gracian. Alla separazione dell esperienza e della scienza di cui si detto sopra, del sapere umano e del sapere divino, questa esperienza che l esperienza tradizionale si mantiene fedele, ed proprio esperienza del limite che separa queste due sfere. Questo limite la morte; in tal senso Montaigne dice che il fine ultimo dell esperienza lavvicinamento alla morte, cio un portare luomo a maturit attraverso unanticipazione della morte in quanto limite estremo dell esperienza . L esperienza di cui si occupa Montaigne non rivolta alla scienza; un soggetto informe su cui non si pu stabilire alcun giudizio costante.

17

Martin Heidegger, ibidem, pp. 160-162

Dallaltro lato assistiamo alla trasformazione dell esperienza in met - odos , via comune a tutti e insegnabile a chiunque voglia sottoporsi ad una disciplina rigorosa che tuttavia non umilia la ragione: proprio la scienza moderna che, nella sua ricerca della certezza, abolisce la separazione fra luogo dell esperienza e luogo della conoscenza e fa dell esperienza il luogo, il metodo, ovvero il cammino, della conoscenza, la strada maestra del conoscere. Questa idea rappresenta una svolta imponente: laffermazione di un nuovo principio di legittimazione del sapere, in cui la verit attingibile non pi solo mediante la filosofia o mediante la rivelazione, ma attraverso l esperienza intesa come esercizio metodico dellosservazione, rigorosamente controllato, ripetibile e depurato da ogni tratto soggettivo; la conoscenza che la scienza moderna persegue una conoscenza razionale nella misura in cui prescinde dai pregiuduzi e dalle passioni di ciascuno, dalle deformazioni dovute allapprossimazione dei sensi. E poich i sensi ingannano, il corpo andr completamente disinvestito di ogni rilievo e di ogni responsabilit conoscitiva. Il gesto che demarca ci che razionale da ci che irrazionale, separa al tempo stesso il sano dal malato, il normale dal patologico. 18 Il corpo sensibile va sostituito con il corpo-macchina, il corpo-obbediente ai comandi dello spirito. Fino a tutta let del positivismo e oltre, pur con alcune differenze, il termine esperimento significher per ogni scienziato innanzitutto questo: osservare la realt e sottomettersi alla sua evidenza, elaborando una rete di saperi che congiungano la teoria alla sua verifica metodica mediante esperienze controllate, gli esperimenti. Il primo che usa chiaramente il termine esperimento nel senso di elaborazione tecnica dell esperienza e che ne definisce la

18

G. Canguilhem, Introduzione alla storia delle scienze, Milano, 1973, p. 457

teoria

Francesco avevano confusa.

Bacone

-invero pi

nel o

Medioevo ed meno

nel

Rinascimento experientia, ingenua e

esperimento,

experimentum,

esperienza , equivalente. comporta

significato

Bacone rifiuta sia la deduzione verbalistica sia l esperienza Lesperimento baconiano losservazione e la ripartizione dei dati dell esperienza in modo che su tale base sia possibile formulare unipotesi relativa alle cause del fenomeno indagato. Tale ipotesi va poi sottomessa a prova, ovvero a esperimento stretto, anche con lausilio di strumenti. Lesperimento baconiano unisce dunque, come prescrive anche il metodo sperimentale di Galileo, esperienza e ragione; ma il metodo galileiano si caratterizza per limpiego della matematica, tramite la quale Galileo ridusse l esperienza singola definita attraverso lesperimento alla sua funzione di verificazione o falsificazione di una teoria matematica. La matematica consente infatti di predisporre esperimenti artificiali capaci di provocare la natura a fornire risposte esatte, come nel caso del pendolo fisico in laboratorio per misurarne le oscillazioni e ricavarne le leggi. Allesigenza di razionalizzazione del sapere risponde anche laffermazione di un linguaggio astratto e formalizzato, il linguaggio della matematica come linguaggio scientifico per eccellenza, concentrando lattenzione della scienza sui rapporti misurabili tra i fenomeni, intesi come gli unici suscettibili di una verifica cosiddetta scientifica. La cosa determinante del nuovo esperimento [] prova come ricerca , non l apparecchiatura come tale, ma il porre domande, cio il concetto di Natura . Lesperimento nel senso dellet nuova ex perientia nel senso della Scienza esatta . Poich esatta, allora esperimento. 19 Lesperimento esatto quello che misura, ed possibile dove [vi ] lanticipazione nellambito oggettivo,

19

Martin Heidegger, op. cit., pp. 164, 166

essenziale e definito solo in termini quantitativi ed aderenti ad una regola; e lanticipazione lo determina cos nella sua essenza. 20 I presupposti eesenziali che istituirono i fondatori della scienza moderna per relizzare la loro ambizione sono il progetto matematico della natura - per scoprire attraverso questa via la diversit dei fenomeni, le leggi matematiche che cotituiscono lessenza stessa del cambiamento -, l oggettualit della natura e il suo essere-rappresentato, e la trasformazione dellEssenza della verit dalla essenzialit alla particolarit giacch solo sotto questa presupposizione un risultato particolare pu esigere forza di fondamento e dimostrazione. Il sapere che la scienza moderna definisce non pu essere inteso come un sapere che proviene dall esperienza : [...] la scienza razionale-matematica non sar sperimentale nel senso pi lato [...] Poich la scienza dellet nuova (Fisica) matematica (non empirica), allora essa necessariamente sperimentale nel senso dell esperimento che misura 21; tuttavia la nozione di esperienza vi gioca un ruolo cruciale nella misura in cui al principio tradizionale del rispetto dellauctoritas e della lettera della rivelazione divina si oppone il principio dellindipendenza del ricercatore nella sua osservazione della natura e nella investigazione delle sue leggi. Ora [J etzt] lesperimento non [] solo contro un nudo discorso e la dialettica (sermones et scripta, argumentum ex verbo), ma contro un qualsiasi investigare che segue solo la curiosit di un rappresentare indeterminato (experiri). Ora [J etzt] la differenza [non ] pi nei confronti di nudi discorsi , di raccolta di opinioni , affermazioni che hanno il valore di norma su uno stato di cose , ma nei riguardi di ci che stato ora scritto ,

20 21

Martin Heidegger, ibidem, p. 162 Martin Heidegger, ibidem, p. 163

stabilito e accertato , che cosa si presenta , senza lanticipazione definita che traccia il procedimento Ora [J etzt] lesperimento un pezzo di sussistenza necessario dell esatto , fondato sulla ricerca quantitativa della natura, e non pi solo contro il nudo argumentum ex verbo e contro la speculazione ma contro ogni experiri. 22 La questione viene implicitamente sollevata da Cartesio nelle Regulae ad directionem ingenii , in particolare dalle regole XI e XII, dove viene formulata in termini di transito di unevidenza iniziale attraverso tutti i passaggi del ragionamento. In Cartesio levidenza si trasmette attravero la catena dimostrativa cos da consentire la coesione e la correttezza del ragionamento e di permettere a ciascuno di capire e giudicare secondo il lumen naturale, senza nulla imporre per autorit. E loggettivit e lindiscutibilit dellevidenza che si impone al soggetto e che fonda la scienza come episteme , qualcosa che cartesianamente poggia su un fundamentum inconcussum . Dinanzi al tumulto e alle ansie del mondo, la scienza offre la sicura fortezza di questo fondamento, di una verit indubitabile, da cui poi potr iniziare la strada del concatenamento delle evidenze. A Cartesio va ascritto quellulteriore passo che ha reso possibile la nascita della scienza moderna: nella ricerca della certezza, che certezza e salvezza dellIo, non basta riunificare il luogo della conoscenza con quello dell esperienza ; la radicalit del nuovo metodo richiede anche lespropriazione dei soggetti separati di esperienza e conoscenza e la posizione, al loro posto, di un unico soggetto: la grande rivoluzione della scienza moderna non consistette tanto in una allegazione dell esperienza contro lautorit (dellargumentum ex re contro largumentum ex verbo, che non sono, in realt, inconciliabili) quanto nel riferire conoscenza ed esperienza a un soggetto

22

Martin Heidegger, ibidem, p. 163-166

unico, che non altro che la loro coincidenza in un punto archimedico astratto: lego cogito cartesiano. 23 La verit -in questo senso- sempre una propositio vera, una proposizione vera, vale a dire un giudizio corretto. Il giudizio connexio praedicati cum subiecto, connessione del predicato con il soggetto di cui esso predicato. Ci che, in quanto unit unificante di soggetto e predicato, regge la loro connessione il fondo (Boden), il fondamento del giudizio. Il fondamento d conto della verit del giudizio. Conto si dice in latino Ratio. Il fondamento della verit del giudizio viene presentato come la ratio. 24 Il che significa che esperienza e scienza vengono a interferire in un unico soggetto che universale ed impassibile e nello stesso tempo un ego, riunendo in s le propriet dellintelletto separato e del soggetto dell esperienza ; in tal senso la scienza moderna riattua la congiunzione tra sapere umano e divino, e lavvicinamento dei cieli dellintelligenza pura con la terra dell esperienza individuale la grande scoperta dellastrologia , che fa di essa non gi unavversaria, ma una condizione della scienza moderna; mentre la concezione aristotelica della sfere celesti omocentriche come intelligenze pure, divine, immuni da cambiamento e da corruzione e separate dal mondo terrestre e sublunare, luogo del cambiamento e della corruzione, si inserisce sullo sfondo di una cultura che concepisce esperienza e conoscenza come due sfere autonome, la scienza moderna pot unificare in un soggetto unico scienza ed esperienza solo perch lastrologia aveva stretto in un soggetto unico nel destino cielo e terra, divino ed umano. E solo perch la mistica neoplatonica ed ermetica aveva colmato la separazione tra nous e psyche e la differenza platonica tra luno e il molteplice, con un sistema emanatistico in cui una gerarchia continua di intelligenze,
23 24

Giorgio Agamben, Infanzia e storia, Torino, 1978, p. 13 Martin Heidegger, Il principio di ragione, Milano, 1991, p. 200

angeli, demoni e anime (si pensi ad Avicenna e a Dante), comunicava in una grande catena che parte dallUno e ad esso fa ritorno, fu possibile porre a fondamento della scienza sperimentale un unico soggetto. Soggetto della scienza che in Cartesio prende il nome di esprit (che in francese la parola che pi propriamente corrisponde al latino ego), lo spirito che nella speculazione tardo antica e medievale rappresentava il mediatore universale di questa ineffabile unione tra intelligibile e sensibile, corporeo ed incorporeo. Ma proprio quellesigenza della scienza moderna di enucleare una dimensione oggettiva nel processo conoscitivo che ha comportato, nello stesso momento in cui l esperienza stata posta in auge come via maestra del conoscere, una svalutazione radicale dell esperienza dei singoli, cio del modo in cui ciascuno vive la sua realt concreta. Invero la certificazione scientifica dell esperienza che si attua nellesperimento, che permette di dedurre le impressioni sensibili nellesattezza di determinazioni quantitative e, quindi, di prevedere impressioni future, trasporta l esperienza il pi possibile fuori delluomo: negli strumenti e nei numeri. In questo modo l esperienza tradizionale perde ogni valore: essa incompatibile con la certezza, e un esperienza divenuta calcolabile e certa perde immediatamente la sua autorit, poich non si pu formulare una massima n raccontare una storia l dove vige una legge scientifica; questo processo di espropriazione dell esperienza chiaramente evidenziato in un passo del Novum Organum di Francesco Bacone che recita: l esperienza , se viene incontro spontaneamente, si chiama caso, se appositamente cercata prende il nome di esperimento. Ma l esperienza comune non che una scoperta slegata, un pocedere a tastoni come chi di notte si vada aggirando, [...] mentre sarebbe assai pi utile e prudente aspettare il giorno ed accendere un lume. [...] Lordine vero dell esperienza comincia con laccendere il lume; con esso

poi si rischiara la via, principiando dall esperienza ordinata e matura e non gi da quella saltuaria e a rovescio; prima deduce gli assiomi e poi procede a nuovi esperimenti. 25 In questa frase, l esperienza in senso tradizionale, cio quella che si traduce in massime e proverbi, gi condannata senza appello. La trasformazione del soggetto dell esperienza non lascia immutata l esperienza tradizionale. In quanto il suo fine era di portare luomo alla maturit, cio ad una anticipazione della morte come idea di una totalit compiuta dell esperienza , essa era, infatti, qualcosa di essenzialmente finito, era, cio, qualcosa che si poteva avere e non soltanto fare. Ma una volta che l esperienza sia riferita al soggetto della scienza, essa diventa qualcosa di essenzialmente infinito, un concetto asintotico, per dirla con Kant, qualcosa che si pu solo fare e mai avere: nientaltro, appunto, che il processo infinito della conoscenza. Il soggetto del esperienza si sdoppiato ed perfettamente simboleggiato in un romanzo contemporaneo alle publicazioni di Keplero e Galileo, e precisamente il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes Saavedra; Don Chisciotte rappresenta il vecchio soggetto della conoscenza, che pu solo fare esperienza senza mai averla, mentre Sancho Pancha, il vecchio soggetto dell esperienza , pu soltanto avere esperienza senza mai farla. La distinzione tra verit di fatto e di ragione operata da Leibniz, e secondo cui quando ci si aspetta che domani sorger il sole si agisce da empirici, poich andata sempre cos, fino ad oggi. Solo lastronomo giudica con ragione 26, sancisce ulteriormente la condanna della fine dell esperienza tradizionale. Condanna perch la scienza moderna nasce da una diffidenza senza precedenti nei confronti dell esperienza come
25

Francesco Bacone, Novum Organum sive indicia vera de interpretatione natura, Londinium, 1713 26 Gottfried W. Leibniz, Nuovi saggi sullintelletto umano, Roma, 1982, p. 273

era tradizionalmente intesa, e cio la selva di Bacone, il dubbio di Cartesio e la sua celebre ipotesi di un demone la cui sola occupazione quella di ingannare i nostri sensi; si tratta di una rivoluzione, di uno sconvolgimento generale dellimmagine del mondo. Il dubbio, lincertezza radicale necessitano di decisione; cos Benjamin nel saggio Esperienza e povert , in cui rileva la miseria dell esperienza contemporanea, richiama il gesto decisivo di Cartesio: tra i grandi creatori ci sono stati gli implacabili che per prima cosa facevano piazza pulita. Essi infatti volevano avere un tavolo per disegnare; sono stati dei costruttori. Cos un costruttore fu Cartesio che per prima cosa per tutta la sua filosofia non voleva avere nientaltro che ununica certezza: penso dunque sono e da questa prese le mosse. 27 Dallo sguardo gettato nel perspicillum di Galileo non uscirono certamente sicurezza e fiducia nell esperienza . Il sapere moderno tra Cartesio ed Hegel ha cercato di trovare una via regia alla filosofia, unuscita dallingens sylva o dalla selva delle somiglianze che non fosse un puro errare, ma un sicuro procedere in avanti. Questa , per cos dire, la scena primitiva della separazione tra un esperienza destinata ad essere promossa a scienza, e una larga parte di essa, di cui la vita umana intrisa, destinata a muoversi nelle sabbie mobili; lidea del mettersi in viaggio, del condividere con altri percorsi o rotte, stata la base su cui la letteratura e la filosofia moderna hanno costruito il Bildungsroman o la Fenomenologia , come strada maestra dove ciascuno cammina e nessuno si distingue. Il modello, le immagini della scienza e della ragione, che si costruiscono a partire dalla rivoluzione scientifica, pervadono ogni ambito conoscitivo e di vita.

27

Walter Benjamin, Esperienza e povert, in Critica e storia, Venezia, 1980, p. 205

con

Locke

che

si

ha

lo

sviluppo,

nella

direzione

dellempirismo moderno, di quellempirismo che nella cultura antica aveva trovato il suo luogo nella frattura tra il piano della conoscenza e quello dell esperienza . Lempirismo moderno che muove eccetto da la Locke tent di ricondurre una esplicitamente argomentazione allesperienza , cio alla pura percezione sensibile, ogni sapere, matematica, mediante prevalentemente modulata sulla psicologia della conoscenza. L esperienza era per Locke il materiale della conoscenza e al tempo stesso il criterio ultimo della sua verit; l esperienza sensoriale vanta in lui, oltre che una priorit temporale, anche una priorit logica nella genesi del conoscere, ed egli, rifacendosi alla tradizione del pensiero antico, enunciava tale fatto col principio: Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu. Kant riconosce il significato dellempirismo in quanto teoria della conoscenza come via allo scetticismo. Egli contrappone razionalismo dogmatico ed empirismo scettico con un discorso critico che si basa sulla delimitazione sia della conoscenza sperimentale che di quella razionale. Kant, infatti, mentre identifica il contenuto dell esperienza possibile con la scienza del suo tempo (cio con la fisica newtoniana), pone per con nuovo rigore il problema del suo soggetto. Contro la sostanzializzazione del soggetto in un unico io psichico, Kant comincia infatti col distinguere lio penso, soggetto trascendentale che non pu essere in alcun modo sostanziato o psicologizzato, dalla coscienza psicologica o io empirico. E il vecchio soggetto della esperienza che torna qui a presentarsi autonomamente come io empirico; accanto ad esso, come condizione di ogni conoscenza, sta lio penso, la coscienza trascendentale, cio lunit sintetica originaria della coscienza. Per Kant, il soggetto trascendentale, come non pu conoscere un oggetto, ma soltanto pensarlo, cos non pu

nemmeno conoscere s stesso come una realt sostanziale, che potrebbe essere oggetto di una psicologia razionale. In questo modo, limpostazione pi rigorosa del problema dell esperienza finisce col fondarne la possibilit attraverso la posizione dellinesperibile. A Kant va ascritto, secondo Benjamin, un grande merito, e cio egli lultimo -anzi lunico dopo Platone-, tra tutti i filosofi che non si curano direttamente dellampiezza e delle profondit, a dedicarsi con particolare forza alla giustificazione della conoscenza. maniera Kant e Platone non hanno bandito dalla filosofia identificandola con listanza della listanza della profondit, ma ne hanno reso ragione in una singolare, giustificazione. Il problema della gnoseologia kantiana -e di ogni grande gnoseologia in genere- ha due lati, e solo di uno Kant pot dare una spiegazione valida. In primo luogo il problema della certezza della dignit di un esperienza che era transitoria. Poich linteresse filosofico universale sempre volto insieme alla validit atemporale della conoscenza e alla certezza di un esperienza temporale, che costituisce il suo oggetto pi prossimo se non lunico. 28 Anche se Kant ha voluto trarre i principi dell esperienza dalle scienze, e in particolar modo dalla fisica matematica, in lui sarebbe rapporto sempre non rimasto solo presente con la il vecchio concetto pura, di ma esperienza , che ha la sua caratteristica principale nel suo coscienza contemporaneamente anche con quella empirica. Ma proprio di questo si tratta: dellidea dell esperienza nuda primitiva e naturale, che apparve a Kant come lunica data, anzi lunica possibile -a Kant che condivise in qualche modo lorizzonte mentale del suo tempo [lilluminismo]. 29
28

Walter Benjamin, Sul programma della filosofia futura, in Metafisica della giovent, Torino, 1982, p. 214 29 Walter Benjamin, ibidem, p. 215

Nessun filosofo prekantiano aveva affrontato in questa maniera il compito gnoseologico, anche se in verit nessuno aveva avuto libert di intervento analoga, poich un esperienza che aveva la sua quintessenza nella fisica newtoniana poteva essere trattata con tirannica durezza senza sofferenze. Per lilluminismo infatti non cerano autorit -non nel senso di istanze a cui obbedire acriticamente, ma di forze spirituali che avrebbero potuto dare all esperienza un grande contenuto. Ci che deve intraprendere la filosofia futura sulla base della tipologia del pensiero kantiano la fondazione gnoseologica di un concetto superiore di esperienza . 30 La filosofia futura che Benjamin ha in mente di fondare deve procedere metodicamente (ossia come procede ogni filosofia autentica) riconducendo ad un unico concetto la conoscenza e una nuova immagine del mondo. Se nella teoria un kantiana germe della conoscenza che si ogni elemento nella metafisico patologico esplica

preclusione della conoscenza dellambito intero dell esperienza possibile, in tutta la sua libert e profondit, la filosofia potr svilupparsi se ogni distruzione di questi elementi metafisici presenti nella gnoseologia kantiana porr insieme le basi di un esperienza metafisica compiuta e profonda. Esiste, ed questo il presupposto storico della filosofia futura - il rapporto pi profondo fra quell esperienza di cui neanche lindagine pi profonda pot mai condurre alle verit metafisiche, e quella teoria della conoscenza che non ha ancora saputo determinare in misura soddisfacente il luogo logico della ricerca metafisica. 31 Le insufficienze che si riscontrano relativamente all esperienza e alla metafisica nella si esprimono di allinterno di della stessa gnoseologia forma elementi una metafisica

speculativa (ossia rudimentale). I pi importanti di questi


30 31

Benjamin, ibidem, p. 216 Benjamin, ibidem, p. 217

elementi sono: in primo luogo, una concezione della conoscenza come rapporto che tra soggetti non e ha oggetti comunque intesi concezione Kant superato definitivamente

nonostante tutti gli spunti e i suggerimenti in tal senso; in secondo luogo, il rapporto della conoscenza e dell esperienza con la coscienza empirica, che viene a sua volta superato da Kant solo in una forma incipiente e incompiuta. Ma la coscienza conoscente ha questo carattere di soggetto perch stata concepita in analogia con quella empirica, che ha certamente degli oggetti di fronte a s, tant che indubbio che nel concetto kantiano di conoscenza la parte principale svolta dallidea, ancorch sublimata, di un Io individuale psicosomatico, che riceve le sensazioni per mezzo dei sensi e si forma le sue rappresentazioni sulla base di esse. Ma questultima idea ha carattere mitologico, e il suo contenuto di verit ha lo stesso valore che possiede ogni altra mitologia gnoseologica. Lidea della conoscenza umana sensibile (e intellettuale) concepita sia nella nostra epoca che in quella kantiana e anche prekantiana una mitologia. 32 Concepita com da Kant, in relazione allindividuo umano psicosomatico e alla sua coscienza, anzich come specificazione sistematica della conoscenza, l esperienza a sua volta e in tutti i suoi modi semplici oggetto di questa conoscenza reale e precisamente del suo Se ramo possiamo psicologico;ogni ancora usare esperienza il termine autentica, invece, si fonda sulla coscienza gnoseologica pura (trascendentale). coscienza [questo lo si potr] una volta che sia privato di ogni elemento soggettivo. 33 La gnoseologia futura ha perci il compito di trovare, per la conoscenza, la sfera della neutralit totale rispetto ai concetti

32 33

Benjamin, p. 218 Benjamin, ibidem, p. 219

oggetto e soggetto 34; in altri termini, di determinare la sfera autentica e autonoma della conoscenza, in cui questo concetto non indica pi la relazione tra due entit metafisiche, fermo restando che le condizioni della conoscenza sono quelle dellesperienza. Anzi, questo principio realizzerebbe per la prima volta il suo significato autentico.

34

Benjamin, ibidem

Ma

evidentemente

ci

che

caratterizza

il

concetto

della

metafisica non lillegittimit delle sue conoscenze (almeno non per Kant, che altrimenti non avrebbe scritto i Prolegomeni per la metafisica): la sua capacit universale di collegare direttamente l esperienza intera con il concetto di Dio, mediante le idee. E cos si pu anche dire che la filosofia futura ha il compito di scoprire o creare quel concetto di conoscenza che rapporta lo stesso concetto di esperienza solo ed esclusivamente alla coscienza trascendentale, e che per assicura la possibilit logica non solo dell esperienza meccanica, ma anche di quella religiosa, il che non significa affatto che la conoscenza consente lesistenza di Dio, ma solo e precisamente che essa soltanto consente l esperienza di Dio e la sua dottrina. 35 La definizione del concetto di identit -un concetto ignorato da Kantsvolger una parte molto importante nella logica trascendentale: lidentit non presente nella tavola kantiana delle categorie eppure costituisce probabilmente il concetto supremo di una tavola logico-trascendentale, e forse veramente in grado di dare una fondazione autonoma alla sfera della conoscenza, al di l della coppia terminologica soggettooggetto. Gi nella versione Kantiana la dialettica trascendentale indica le idee, su cui si fonda lunit dell esperienza . Per un concetto ritrovata approfondito la ragione di esperienza e la continuit continuit di indispensabile non meno dellunit, e nelle idee deve essere dellunit della quell esperienza non volgare e non soltanto scientifica, ma metafisica. Si deve dimostrare come le idee convergano nel concetto sommo della conoscenza. 36 Se questo vero ci significa che la struttura della verit esige un essere che per la sua estraneit allintuizione somigli a
35 36

Walter Benjamin, ibidem, p. 220 Walter Benjamin, ibidem, p. 224

quello puro e semplice delle cose ma a questo superiore per consistenza. Non in quanto intenzionare determinantesi nellempiria consiste la verit. Lessere sottratto ad ogni fenomenicit, lunico essere a cui spetti questa potenza quello del nome. Esso determina il darsi delle idee. 37 La grande trasformazione e correzione che deve subire il concetto unilateralmente matematico e meccanico della conoscenza potr essere attuata solo se la conoscenza verr rapportata al linguaggio; lidea un che di linguistico, pi precisamente: qualcosa che, nellessenza della parola, coincide col momento in cui questa simbolo [...] Qui non si tratta di una presentazione intuitiva di immagini, piuttosto nella contemplazione filosofica, dal nucleo pi intimo della realt, si libera lidea in quanto parola, parola che di nuovo pretende ai suoi diritti denominativi. 38 Se Kant ebbe coscienza del fatto che la conoscenza filosofica assolutamente sicura a priori, se ebbe coscienza di questi requisiti per cui la filosofia non inferiore alla matematica, invece trascur completamente il fatto che ogni conoscenza filosofica trova la sua espressione esclusivamente nella lingua, e non nei numeri e nelle formule. 39 Nel concetto di conoscenza nato dalla riflessione sulla sua natura linguistica creer un concetto corrispondente dell esperienza , che abbraccer anche settori che Kant non riuscito a collocare nel suo sistema; se Kant infatti instaura un nuovo patto fenomenologico che rende l esperienza dicibile nei nuovi termini della fisica newtoniana e che rende ampiamente sfruttabili le fertili bassure dell esperienza , il processo quello di altre esclusioni, di altri divieti di accesso attraverso

37 38

Walter Benjamin, Il dramma barocco tedesco, Torino, 1980, p. 13 Walter Benjamin, ibidem, pp. 13-14 39 Walter Benjamin, Sul programma della filosofia futura, in op. cit., p. 224

strumenti teorici a zone- come esperienza , la morale, il gustocui si arriva per altre strade. E cos listanza che Benjamin rivolge alla filosofia futura pu essere formulata in ultima analisi in questi termini: sulla base del sistema kantiano creare un concetto della conoscenza a cui corrisponda il concetto dell esperienza la cui conoscenza dottrina. Una filosofia siffatta sarebbe essa stessa teologia, nella sua parte generale, oppure questultima le sarebbe subordinata, nella misura in cui comprende anche elementi di filosofia della storia. 40 Lintera filosofia dunque teoria della conoscenza, solo e precisamente teoria, critica e dogmatica, di ogni conoscenza. Entrambe le parti, quella critica e quella dogmatica, rientrano nellambito della filosofia, e quindi poich la parte dogmatica non coincide -ad esempio- con le singole scienze, si pone naturalmente il problema dalla scienza del confine che separa la filosofia particolare. Ora il significato del termine

metafisico, cos come stato usato, comporta precisamente che questo confine non sia presente; e la trasformazione dell esperienza in una metafisica significa che nella parte metafisica o dogmatica della filosofia -in cui trapassa la parte suprema della teoria della conoscenza, ossia la parte critica- virtualmente inclusa la cosiddetta esperienza . Sul piano metafisico puro il concetto originario dell esperienza passa nella sua totalit in un senso completamente diverso da quello in cui passa nelle sue singole specificazioni, le scienze: ossia immediatamente -dove resta ancora da determinarsi il senso di questa immediatezza contrapposta a quella mediazione. Dire che una conoscenza metafisica significa, in senso rigoroso: si riferisce, tramite il concetto originario della

40

Walter Benjamin, ibidem, pp. 224-225

conoscenza,

alla

totalit

concreta

dell esperienza -

ossia

allesistenza. 41 E nel romanticismo che il procedere critico acquista una strettissima affinit con quello riflettente; nella riflessione del pensiero si trovano impressi i due momenti fondamentali di ogni riflessione: attivit spontanea e conoscenza. In essa, infatti, viene riflesso, pensato, lunico soggetto della
42

riflessione, il pensiero [...] Nella conoscenza del pensiero per mezzo di se stesso inclusa tutta la conoscenza in generale. laurea del 1919 intitolata in Il cui concetto egli d di critica continuit ; questa riflessione di Benjamin contenuta nella sua tesi di nel e romanticismo tedesco

approfondimento agli

spunti critici abbozzati nelle loro linee

guida dal testo sopra menzionato. Per lui, la cultura che il romanticismo elabora e diffonde apre, nella ricerca del senso, la via daccesso all esperienza di s e alla possibilit di essere se stesso; i Romantici presuppongono quel primo originario pensiero materiale, che il senso, come gi pieno... Sulla base di questo assioma, il medium della riflessione diventa il sistema, lassoluto metodologico diventa ontologico. Cos tutto ci che nellassoluto, tutto il reale, pensa; poich pensare, in cui e, questo pensiero quello della riflessione, esso poich questo se suo proprio Ogni pensare una pu pensare solo se stesso, pi esattamente, solo il proprio sostanzialit piena, ne discende che esso, nello stesso momento pensa, conosce stesso. conoscenza autoconoscenza di un essere pensante che non ha affatto bisogno di essere un Io. 43 Ovvero nei Romantici dove c autoconoscenza soppressa la correlazione tra soggeto e oggetto, nel medium della riflessione la cosa e lessenza
41 42

Walter Benjamin, ibidem, p. 227 Walter Benjamin, Il concetto di critica nel Romanticismo tedesco, Torino, 1982, pp.48-49 43 Walter Benjamin, ibidem, p. 49

conoscente trapassano luna nellaltra. La forma pi puntuale del principio fondamentale della teoria che la romantica della conoscenza delloggetto richiede conoscenza

immediata in un grado tanto elevato quanto pu mai esserlo la percezione. 44 In questo senso per i romantici osservare una cosa significa solo stimolarla nella allautocoscienza, in cui il e quindi di lesperimento consiste nellevocazione dellautocoscienza e dellautoconoscenza misura medium conoscenza e percezione coincidono. La legge fondamentale del medium abbraccia quindi anche la sfera della percezione e dellattivit; infatti nella conoscenza del pensiero per mezzo di se stesso (autoconoscenza) inclusa tutta la conoscenza in generale. Il romanticismo fond la sua teoria della conoscenza sul concetto di riflessione, perch tale concetto garantiva non soltanto limmediatezza della conoscenza, ma anche, e nella stessa misura, una peculiare infinit della connessione. 45 La questione dellidentit dei singoli ha potuto ottenere cos nel romanticismo, sulla base di questa infinit della connessione, una risposta che lesatto rovesciamento di quella tradizionale: anzich rimanere fedeli ad un costume, a una legge e dunque ad un orizzonte dato di abitudini e di aspettative, essere-se-stesso ha significato nel moderno affrancarsi da ogni vincolo di appartenenza specifico e particolare, esporsi senza pregiudizi allinfinita variet dei possibili offerti dal mondo e attestare, con questa esposizione, la propria fedelt al senso unitario del mondo in quanto tale. Essere cittadini del mondo, come nellideale cosmopolita della modernit, pu voler dire semplicemente essere senza patria, sradicati e stranieri dovunque; tenersi aperti ad ogni possibilit mondana pu volere dire schivare ogni effettiva realizzazione di s, come accade, da un certo momento in poi, ai protagonisti
44 45

Walter Benjamin, ibidem, p. 53 Walter Benjamin, Il dramma barocco tedesco, op. cit., p. 16

del romanzo di formazione moderno (Bildungsroman). 46

Per i

romantici la forma per eccellenza simbolica il romanzo, giacch caratteristica in questa forma la sua apparente libert e mancanza di regole 47 e quindi la rivelazione assoluta dipendenza dallidea dellarte; dellarte poggia infatti sulla determinazione della sua la teoria romatica dellassoluto

medium della riflessione quale arte, o pi esattamente, quale idea dellarte 48. Il romanzo, lidea della poesia, e in quanto summa di tutto il poetico, una denominazione dellassoluto poetico. Oggetto della critica filosofica di dimostrare che la funzione della forma artistica di rendere quei concreti contenuti storici che stanno alla base di ogni opera significativa contenuti di verit filosofica. 49 Lelemento portante di questa nuova via che diparte dal discorso critico di Kant e dei Romantici, segnatamente con F. Schlegel e Novalis, che listanza di dare senso alla vita prende corpo nel mondo moderno intrecciando due intenzionalit distinte: da un lato il progetto di unificare lintera biografia individuale intorno ad ununica decisione di fondo circa lesistenza come tale - nei termini di Max Weber la storia di tutto ci la storia del passaggio da un mondo del destino ad un mondo della de-cisione e della scelta, da un mondo dellincanto ad uno del disincanto -; dallaltro la volont di mettere ordine nel mondo, superando la caoticit che minaccia di imporsi non appena ci si esponga al mondo senza filtro di un orizzonte familiare e ben delimitato. E qui, dice Benjamin, sta la caratteristica del XIX secolo, la singolare fusione di tendenze individualistiche e collettivistiche che ha, pi di ogni epoca precedente, la tendenza a bollare ogni azione con letichetta dellindividualit, Io, Nazione, Arte, ma deve
46 47

Per il Bildungsroman cfr. Franco Moretti, Il romanzo di formazione, Milano, 1986 Walter Benjamin, Il concetto di critica nel Romanticismo tedesco, op. cit., p. 92 48 Walter Benjamin, ibidem

poi creare negli ambiti pi reconditi del quotidiano gli elementi per una struttura collettiva; e questa e la materia con cui bisogna fare i conti: case popolari, mercati coperti, e poi, pi in l nel tempo, magazzini ed esposizioni. Per quanto il mondo dellindustria non possa essere un oggetto esplicito della riflessione romantica, mentre lo , senza dubbio, quello del filisteismo piccolo-borghese e mercantile, la cultura romantica probabilmente la prima manifestazione dello spirito europeo in cui si riconosce che la fine delle comunit tradizionali, e dei modi di produrre e di vivere pre-industriali, rappresenta tanto la perdita di un certo tipo di legami fra gli uomini, quanto la fine di una complicit, a lungo sperimentata, con il mondo della natura. La nostalgia che fonda il romanticismo la nostalgia di questa complicit. Ma non si costituisce tanto come il desiderio di tornare al passato, quanto come un sogno di armonia rinnovata, dove la memoria indica, pi che il passato in s, la direzione di unutopia. Per molti giovani ebrei tedeschi della generazione di Walter Benjamin, nati cio tutti nellultimo ventennio dellottocento -e ci riferiamo a Franz Rosenzweig, Gershom Scolem, Martin Buber, Franz Kafka, Ernst Bloch, Gyorgy Lukcs, Ernst Toller, Erich Fromm, Leo Lowenthal - il punto di partenza del loro percorso spirituale proprio la cultura romantica. Nello specifico benjaminiano, la sua concezione del romanticismo irriducibile alle idee romantiche classiche , ma la sua critica in chiave tipicamente romantica nei confronti della societ industriale-capitalista, nonch alle concezioni romantiche della religione, dellarte e della cultura, presente nei suoi scritti.

49

Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 189

Come scriver in una lettera a Gershom Scholem del giugno 1917, per lui il romanticismo certamente lultimo movimento che abbia ancora salvato la tradizione. 50 Lunicit e la ricchezza estrema dellopera di Benjamin, si comprende allorquando si considera il suo pensiero non come puramente politico teso o al religioso, solo critico-letterario o semplicemente rinnovamento dellestetica una nuova

marx iana. Lorizzonte ultimo della sua opera

concezione della storia: litinerario spirituale estremamente originale di Walter Benjamin mette in luce laffinit elettiva 51 caratteristica del suo pensiero tra temi messianici e utopicoanarchici che affonda le sue radici nella critica neoromantica del progresso e che si riscontra in altri pensatori a lui coevi ma che in Benjamin raggiunge la sua pi alta espressione filosofica. Se esaminiamo uno dei suoi primi lavori, il discorso La vita degli studenti (1915), possiamo gi percepire labbozzo di tutta la sua visione sociale-religiosa. Contro le informi tendenze progressiste egli celebra il potere critico di immagini utopiche come la rivoluzione francese del 1789 o il regno messianico. Lanarchismo suggerito dallaffermazione che ogni scienza e ogni libera arte sono necessariamente estranee allo stato e spesso nemiche dello Stato. 52 Utopia, anarchismo, rivoluzione e messianismo sono alchemicamente combinati e articolati con una critica culturale neoromantica del progresso e della conoscenza puramente tecnico-scientifica; il passato e il futuro sono direttamente associati in una sintesi tipicamente romantico-rivoluzionaria.
50 51

Walter Benjamin, Lettere 1913-1940, Torino, 1978, p. 29 Per goethe c affinit elettiva quando due esseri o elementi si cercano lun laltro, si attirano, si divorano lun laltro e successivamente riemergono da questa unione intima in una forma mutata e inattesa J:W:Goethe, le affinit elettive, Garzanti, 1985, p.39. Per una approfondita analisi dello statuto concettuale e della trasmutazione dellespressione affinit elettiva, cfr. M. Lowy, Redenzione ed utopia, Bollati Boringhieri 1992, p. 14-21] 52 Walter Benjamin, ibidem, p. 143

Anche i primi scritti di Benjamin sulla teologia ebraica sono ispirati al romanticismo; ci vale soprattutto per il saggio del 1916 Sulla lingua in generale e sulla lingua delluomo che di solito si attribuisce allinfluenza di certe fonti cabbalistiche; la dimensione traduttore , utopico del 1921, messianica che di questa gi i filosofia risultati del della linguaggio si manifesta in uno scritto successivo, Il compito del incorpora discussione sulla kabbalah e della lettura dello studioso di kabbalah J oseph Molitor; la teologia linguistica del giovane Benjamin sembra dunque costituirsi secondo un paradigma messianico-restituzionista di ispirazione cabalistica e romantica, teso alla restaurazione dellarmonia edenica. E con il saggio Per la critica della violenza che compare nella produzione di Benjamin il primo accenno al bolscevismo, direttamente associato allanarcosindacalismo come dottrina rivoluzionaria antiparlamentare. Dopo la scoperta contemporanea del marxismo attraverso Storia e coscienza di classe di Lukcs e del bolscevismo attraverso Asja Lacis, il comunismo diventer centrale nella riflessione politica di Benjamin, e il legame tra idee comuniste e idee libertarie, - e lutopia libertaria di Benjamin, anchessa fondata su una sensibilit neoromantica -, sar sempre presente nel corso della sua evoluzione politica. Se nel cammino spirituale di Benjamin ci sono stati importanti cambiamenti, tuttavia il comunismo e il materialismo storico non sostituirono le sue precedenti convinzioni romantiche spiritualiste e libertarie, ma si fusero con esse dando luogo ad una figura di pensiero singolare. Ed anzi tipico del suo pensiero il rovesciamento dellanarchismo in messianesimo e viceversa, e questa una chiave essenziale per comprendere dal la visione sociale-religiosa esoterica alle Tesi di di Benjamin, Frammento teologico - politico

Filosofia della Storia .

In via generale le concezioni politiche di Benjamin sono influenzate romanticismo restituzioniste: da quei che pensatori sono pi e libertari, alle sue anarchici legati o al anarcosindacalisti profondamente Landauer,

anticapitalista George Sorel,

aspirazioni Tolstoj,

Gustav

Strindberg. Tuttavia le sue idee sono lungi dallessere politiche nel senso abituale del termine. Scholem ha definito anarchismo teocratico la dottrina che era loro comune nel 1919 e il termine teocratico non ha La un significato per politico ma il esclusivamente religioso. chiave comprendere

carattere particolare dellanarchismo di Benjamin il suo rapporto con il messianismo ebraico, una relazione che pu essere illustrata soltanto mediante il concetto sopra citato di affinit elettiva: partendo dalle stesse radici neoromantiche i due pensatori (Benjamin e Scholem) hanno in comune una struttura utopico-restituzionista, una prospettiva rivoluzionariacatastrofica della storia e unimmagine libertaria del futuro edenico. Il rimando alla concezione ebraico messianica della temporalit importantissima. LIsraele biblico ignorava la concezione del tempo come a priori assoluto e lineare, in cui collocare i fenomeni. Esso non sapeva immaginarsi un tempo senza un evento determinato, conosceva cio soltanto un tempo pieno...vi un tempo per generare, un tempo per radunare il bestiame, uno per il re di scendere nel campo. La vita umana insieme di molti tempi in cui accade il manifestarsi di Dio. 53 Cos, scrive Benjamin, certo che il tempo non era appreso dagli indovini, che cercavano di estrarne ci che si cela nel suo grembo, come omogeneo n come vuoto. Chi tenga presente questo, pu forse giungere a farsi unidea del modo in cui il passato era appreso nella memoria: e cio nello stesso. E noto che agli ebrei era vietato indagare il futuro. La Thora e la

53

G. von Rad, Teologia dellantico testamento, Brescia, 1972, vol. II, p. 437

preghiera li istruiscono invece nella memoria. Ci li liberer dal fascino del futuro, a cui soggiacciono quelli che cercano informazioni presso gli indovini. Ma non per questo il futuro diventer per gli ebrei un tempo omogeneo e vuoto. Perch ogni secondo, in esso, era la piccola porta da cui poteva entrare il Messia. 54 La memoria, in cui dobbiamo vedere la quintessenza della loro concezione teologica della storia, libera il futuro dallincanto a cui resta soggetta la magia. Ma non per questo essa fa del futuro un tempo vuoto. Il cardine su cui si muove quella porta [quella da cui pu entrare in ogni secondo il Messia] la memoria. 55 Per gli ebrei leternit non era un prolungamento infinito, vuoto, astratto e lineare del tempo, ma rinviava ad un altro concetto del tempo, diverso dalla categoria kantiana, nozione vuota e formale, ma come inseparabile da tutto il suo contenuto. La prima espressione del tentativo di superare la concezione omogenea, vuota, puramente quntitativa del tempo larticolo sul Trauerspiel e la Tragedia - testo che costituisce la prima esposizione dei temi che saranno svolti da Benjamin nel suo studio sul Dramma barocco tedesco - in cui Benjamin oppone il tempo della storia al tempo meccanico e vuoto degli orologi, che si manifesta nella regolarit di trasformazioni spaziali; quando questo tempo riempito esso diventa significa secondo Benjamin, tempo messianico 56; il che che per Benjamin non si tratta di attendere, ma di

cogliere la possibilit rivoluzionaria offerta in ogni istante storico e in questo senso egli non si collega alla corrente quietista dominante della religione ebraica ortodossa, ma appartiene piuttosto alla tradizione degli acceleratori della fine, la tradizione di cui parla Franz Rosenzweig, di coloro che vogliono forzare lavvento del regno.
54 55

W. Benjamin, in Angelus Novus, op. cit., p.86 W. Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1053v, I 1252 56 W. Benjamin, Metafisica della giovent, op. cit., p. 168 seguenti

Strada a senso unico il primo scritto in cui

la critica

neoromantica del progresso non scompare, ma si carica di una tensione rivoluzionaria marxista. Questo il primo testo in cui Benjamin opponga la rivoluzione alla continuit catastrofica del progresso tecnico assoggettato alle classi dominanti. Lobiettivo della sua critica non la negazione della tecnica ma la sua ridefinizione radicale: piuttosto che dominio della natura essa deve divenire dominio del rapporto tra natura e umanit. I riferimenti allanarchismo e al comunismo rimarrano pi o meno espliciti nel corso di tutta la sua produzione; tra ogni termine dellutopia rivoluzionaria profana e della sfera messianica sacra, tra la storia della redenzione e la storia della lotta di classe, baudelairiano: comunista al rimane sempre una corrispondenza in senso paradiso perduto corrisponde ovvero la societ classi, egualitaria, senza

preistorica,

democratica e non autoritaria, vivente in una armonia edenica con la natura; allespulsione dal giardino dellEden, o alla tempesta che allontana gli uomini dal paradiso verso linferno corrispondono il progresso, la civilt industriale, la societ capitalistico accumulo di mercantile, detriti; la catastrofe del moderna messia e il suo allavvento corrisponde

linterruzione rivoluzionaria-proletaria della storia; e allet messianica, il ristabilimento del paradiso con la sua lingua adamitica, corrispondono la societ senza classi e senza stato e la sua lingua universale. Se non si pu comprendere n il messianismo n lanarchismo di Benjamin senza il terreno culturale romantico che serve da fondamento comune ad entrambi, sarebbe tuttavia sbagliato non vedere anche la dimensione razionalista della sua visione del mondo soprattutto in relazione a Kant e al neokantismo; larticolazione tra romantik e aufklrung costituisce il perno intorno a cui ruota la ricerca di un punto di convergenza possibile tra messianismo ebraico e internazionalismo

proletario, critica romantica della civilt borghese e umanismo rivoluzionario. 2. Il discorso sull esperienza tra XVIII e XIX secolo. Benjamin e il materialismo storico

Sul piano filosofico, il romanticismo trova corrispondenze nellidealismo tedesco, e il concetto di esperienza che si delinea si formula esplicitamente nel pensiero di Hegel, nel quale soggetto e natura sono bens riconosciuti come elementi di una antitesi, ma questa ricomposta come parte di una dialettica, che svela la natura come alterit necessaria da cui la coscienza si differenzia solo per riconciliarsi ad un livello superiore: il concetto assoluto. Il viaggio come spostamento laterale nello spazio diventa viaggio come spostamento assiale nel tempo in direzione del futuro. Per Hegel l esperienza essenzialmente il movimento storico dello spirito, movimento che culmina nel concetto. Il pensiero non separato dall esperienza : c un esperienza del pensare, non solo un pensare l esperienza . NellEnciclopedia Hegel presenta la filosofia kantiana come quella che ha concepito lo spirito solo come coscienza, cio nellopposizione di autocoscienza e coscienza empirica, e non riuscita perci a pervenire al concetto dello spirito come esso in s e per s, cio come unit della coscienza e della autocoscienza. Invero il titolo originario della Fenomenologia dello Spirito suona come: Fenomenologia dello spirito , Scienza dellesperienza della coscienza , l esperienza cessa cio di essere semplicemente un modo o uno strumento o un limite della coscienza e diventa lessenza stessa del nuovo soggetto

assoluto:

cio

la

struttura

del

processo

dialettico

come

movimento; nella sua tipica terminologia, si tratta di un movimento dialettico che la coscienza esercita in lei stessa -e nel suo sapere e nel suo oggetto- in quanto gliene sorge il nuovo vero oggetto
57

. La nozione di esperienza acquista qui il

suo spessore di per-corso. Non a caso il termine con cui Hegel designa l esperienza Erfahrung : l esperienza si fa ancora cammino, iter, odos ( met - odos ) attraverso il quale si raggiunge la verit; infatti il termine tedesco Erfahrung e collegato al verbo erfahren, composto da fahren, viaggiare, e dal prefisso inseparabile er, in cui presente sia lidea del divenire che quella del patire. La verit, si potrebbe dire, torna in cammino, si sposta insieme allorizzonte che circoscrive, condannandosi ad un viaggio infinito. Questo movimento si incarna nella metafora del viaggio, ma non vi si riduce: le figurazioni della coscienza non sono solo icone per cui basti il puro stare a vedere, non sono solo stazioni presso cui si sosta. Esse vanno penetrate, smontate, riplasmate. Questa esperienza [...] un lavoro. 58 L esperienza dunque un percorso, un viaggio, un lavoro. In essa la coscienza si arricchisce, e, se ritorna infine a se stessa non lo fa senza essersi modificata e senza avere modificato il mondo ovvero tale itinerario verso la scienza esso stesso gi scienza, e, secondo il contenuto di questultima, quindi scienza dell esperienza della coscienza. 59 L esperienza il cammino del soggetto che affronta laltro da s e lo trasforma, trasformando se stesso. Scienza dell esperienza della coscienza significa che la coscienza, il nuovo soggetto assoluto, , nella sua essenza, un cammino verso la scienza, una esperienza ( ex - per - ientia , un
57 58

G. W. F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Firenze, 1988, vol. I, p. 76 Dario Borso, Hegel politico dellesperienza, Milano, 1976, p. 17 59 G. W. F. Hegel, op. cit., p. 78

provenire da e un andare attraverso) che gi essa stessa scienza. Esperienza qui semplicemente il nome del tratto fondamentale della coscienza: la sua essenziale negativit, il suo essere sempre gi ci che non ancora. La dialettica manifesta come, nel nuovo soggetto assoluto, lessenza della conoscenza si sia ormai identificata con quella dell esperienza . Il carattere negativo, che era gi implicito nell esperienza tradizionale, in quanto questa era sempre un esperienza della morte, diventa qui la struttura stessa dellessere umano. Per questo l esperienza ora definitivamente qualcosa che si pu solo fare e mai avere: essa non mai intera se non nellapprossimazione infinita del processo globale. Al fenomeno di progressiva trasformazione delle condizioni di vita da una dimensione rurale ad una metropolitana in continua, rapida evoluzione, e che coincide con il passaggio dalle societ tradizionali in cui l esperienza veniva sedimentata e trasmessa come patrimonio collettivo da generazione a generazione a quelle in cui si apre una molteplicit di possibilit, corrisponde nellottocento il tentativo di razionalizzare lo svolgimento e il progresso incessante della civilt umana; ci trova riscontro nel fatto che il processo attivato dalla scienza moderna e dunque dallo scatenamento di tutte le forze produttive sembra essere giunto ad un punto di certezza tale per cui lio che conosce senza corpo, il soggetto conosciuto come un puro oggetto, via via sottomesso e classificato dalle leggi storiche o biologiche o anatomiche, sociali o politiche - ed forse questa assenza di enfasi a costituire leccesso di fantasia che secondo Benjamin caratterizza il XIX secolo, ed qui che va inserita la critica al XIX secolo, che non sia tanto una critica al suo meccanicismo e meccanismo, ma della mania appunto dei suoi mascheramenti fantastici. Il XIX secolo percorso da correnti varie che tutte per si riagganciano a questo tentativo di razionalizzazione

dell esperienza sistematizzabile

da del

intendersi sapere; in

quindi

come

osservazione ricevono

particolar

modo

impulso le scienze sociali - che si sviluppano appunto sotto il segno dell esperienza intesa come osservazione organizzabile in modo sistematico e oggettivo -, le scienze naturali e la psicofisiologia che si costituisce come scienza dei fatti di coscienza. Cos per Comte si tratt essenzialmente di fondare una nuova scienza, la sociologia o scienza empirica dei fenomeni sociali , la cui parte dinamica aveva il compito di studiare il progresso sociale sottomettendone lo svolgimento a leggi in grado di prevederne il comportmento, al pari dellosservazione oggettiva e riproducibile dei fenomeni naturali; il positivismo comtiano e la sua idea del progresso giocano un ruolo fondamentale nei processi di trasformazione della societ ottocentesca e nei suoi atteggiamenti a riguardo della evoluzione, che il positivismo spacciava come una legge rivelata dalla storia. La concezione stessa della storia inaugurata dal positivismo fatta oggetto da Benjamin di particolare attenzione, perch in contrapposizione a tale concezione che egli opporr il metodo materialistico ; egli individua nell immedesimazione in ci che stato - che serve in ultima analisi ad una esposizione che deve farlo rivivere nel presente- la tendenza che si accompagna alla concezione positivistica della storia; limmedesimazione quel processo di lettura della storia per cui ci si toglie di mente tutto quello che si sa sul corso successivo della storia. Questo tipo di proiezione del passato nel presente costituisce, nellambito della storia, il corrispettivo della sostituzione di configurazioni identiche per le trasformazioni del mondo fisico. Questa sostituzione stata evidenziata da Meyerson come fondamento delle scienze naturali nella sua opera De lexplication dans les

sciences . 60 Quella proiezione la quintessenza del carattere propriamente scientifico della storia in senso positivistico. Il prezzo pagato della per questa scientificit memoria la completa eliminazione di tutto ci che possa ricordare la destinazione originaria storia come [Eingedenken]. 61 Benjamin osserva come la falsa vivezza di ci che viene fatto rivivere nel presente dallo storicismo positivista contrassegna la definitiva sottomissione della storia al concetto moderno di scienza. Il proposito di rinvenire le leggi che regolano il corso degli avvenimenti nella storia, non n lunica n la pi sottile maniera di assimilare la storiografia alla scienza naturale. Del medesimo raggiro si rende colpevole, rimanendo per molto pi difficile da smascherare, lidea che il compito dello storico sia quello di far rivivere il passato nel presente. 62 Alla sensibilit del naturalismo che aveva privilegiato lo studio della realt nelle sue basi scientifiche e naturali -e che riconosceva il compito della conoscenza umana non gi nella ricerca delle essenze o di principi superiori, ma nello scoprire le leggi di natura (sul modello della grande legge newtoniana della gravitazione universale), le quali poi non sono altro che descrizioni abbreviate dei fatti stessi, caratterizzate dalla loro capacit di previsione dei fenomeni -, opposero vivace reazione tanto Walter Benjamin quanto unartista cui Benjamin tribut sempre grande attenzione e cio Paul Scheerbart. Scheerbart prende esplicita posizione contro le scienze naturali nel racconto intitolato Il terrore che viene dal vetro , storia fantastica in cui si parla della vetrificazione di una intera fascia di territorio tedesco, delle persone, degli animali e delle cose l presenti; tutto viene improvvisamente ricoperto da una molle massa
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di

vetro

di

cui

nessuno

scienziato

riesce

dare

Meyerson, De lexplicatio dans les sciences, Paris, 1921 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1098r, I 1230s 62 Walter Benjamin, ibidem, Ms 1098r, I 1230s

spiegazione, nemmeno il protagonista del racconto, professore di chimica, che si ritrova a dire: Tutto questo in palese contraddizione con le leggi di natura. Io per ho sempre detto: noi non abbiamo la pi pallida idea delle leggi di natura. Sulla Terra esistono combinazioni tra elementi che noi ignoriamo completamente. 63 Lo stupore e limpossibilit di ridurre ogni fenomeno ad una legge che ne garantisca la riproducibilit conducono, nella fantasia scheerbartiana, il governo a proibire alle universit di parlare dora in avanti di leggi di natura, dato che grazie a quella molle massa di vetro la capacit di ragionamento umana si era dimostrata insufficiente a conoscerne le leggi. 64 E invece sul terreno del superamento dellopposizione kantiana tra io trascendentale ed empirico e sulla sostanzializzazione del soggetto in una psyche , che la psicologia ottocentesca costruisce il mito centrale del XIX secolo: quello di un io psico-somatico che realizza in carne ed ossa quellunione mistica di nous e psyche su cui aveva fatto naufragio la mistica antica. La psicologia cosiddetta scientifica (Fechner, Wundt), cerca di aggirare limpossibilit della psicologia razionale di sostantivare il soggetto e quella della psicologia empirica di superare i limiti di una fisiologia e di raggiungere il soggetto, costruendosi come scienza dei fatti di coscienza . Nei suoi Elementi di psicofisica (1860) Fechner sostenne che ununit di misura dello psichico non potesse essere trovata nello psichico stesso, bens in relazione a risultati della indagine fisica. Egli si preoccup quindi di stabilire le leggi che governano i rapporti tra stimolo fisico e sensazione, e leg il suo nome alla legge secondo la quale la grandezza soggettiva di una sensazione misurata dal logaritmo della grandezza fisica del suo stimolo.
63 64

Paul Scheerbart, Il terrore che viene dal vetro, in Scheerbartiana, Milano, 1982, pp. 174 Paul Scheerbart, ibidem, p. 180

Ma proprio lipotesi del parallelismo psico-fisiologico a tradire la derivazione metafisica della psicologia scientifica (che Bergson a ragione riconduceva allopposizione cartesiana di res cogitans e res extensa, comunicanti nelluomo) e la sua impossibilit di fatto di cogliere il fatto di coscienza, che ha scisso in due, nello stesso tempo come processo fisiologico e come coscienza. Sulla critica della psico-fisiologia ottocentesca e delle scienze naturali Dilthey e Bergson fondano, alla fine del secolo XIX, il loro tentativo di cogliere la vita in una esperienza pura. Ai fatti di coscienza che la psicologia cercava di costruire attraverso la loro sostanzializzazione psicofisica, essi oppongono il carattere non sostanziale, ma puramente qualitativo della coscienza, quale si rivela nell esperienza immediata: la durata pura di Bergson e l esperienza vissuta ( Erlebnis ) di Dilthey. Nellidea di Erlebnis infatti sta tipicamente unimpronta di immediatezza: essa deriva dal verbo erleben, che propriamente significa essere in vita mentre una cosa succede. Lespressione esperienza vissuta usata da Benjamin corrisponde criticamente all Erlebnis di Dilthey. Poich il soggetto umano parte del mondo storico-sociale, distinto dal mondo naturale, la comprensione di questo mondo, che si realizza nelle scienze dello spirito, richiede procedimenti propri diversi da quelli adottati dalle scienze naturali, in cui la differenza tra soggetto e oggetto del conoscere si pone in modo radicale; la fondazione gnoseologica delle scienze dello spirito deve essere elaborata ricorrendo ad una psicologia che muova dallunit interiore immediata del concreto soggetto storico. 65
65

Limportanza del concetto di Erlebnis sta nel fatto che nel suo nome che le scienze storico sociali si distaccano da quelle naturali. Nella prospettiva aperta da Dilthey, le prime differiscono dalle seconde proprio perch il loro oggetto fornito dalle esperienze vissute dagli uomini. Le scienze naturali hanno per oggetto fenomeni materiali, le scienze delluomo produzioni di significato. Il senso comune espulso come prescientifico dalla scienze naturali, ritorna come oggetto del conoscere: infatti il mondo dei significati condivisi, sedimentati e trasmessi allinterno delle societ nel loro vivere nel tempo, lhumus in cui si costistuiscono

Con Dilthey e Bergson assistiamo alla crisi del modello interpretativo ottocentesco basato sulla semplice osservazione, giacch ora entra in gioco la consapevolezza della problematica del soggetto in ogni operazione conoscitiva. L esperienza ora una relazione, un rapporto tra soggetto e oggetto: Esperienza vien detto quel movimento dove limmediato, il non sperimentato, cio lastratto, appartenga allessere sensibile o al semplice solo pensato, si venga alienando, e poi, da questa alienazione, torna a se stesso; cos soltanto ora, dacch anche propriet della coscienza, limmediato presentato nella sua effettuale verit. 66 L esperienza uno spazio-tempo in cui la linea di demarcazione tra il soggetto e loggetto diventa problematica. 67 Tutta la filosofia della vita, cos come buona parte della cultura sullo scorcio del XIX secolo, compresa la poesia, sono volte a catturare senso questa esperienza vissuta quale si rivela allintrospezione nella sua immediatezza preconcettuale. Il interno, che era per Kant, in s privo di valore conoscitivo e non esprimeva altro che limpossibilit dell io trascendentale di conoscere se stesso, diventa ora la sorgente dell esperienza pi autentica.
le esperienze. In tale senso lesito pi immediato delle posizioni diltheyane rappresentato dalla sociologia di Weber radicalmente antipositivista, che si definisce come sociologia comprendente essendo il suo oggetto lagire umano in quanto dotato di senso. A questa esperienza corrisponde lesperienza dello scienziato che mediante unazione interpretativa ricostruisce il senso che plausibilmente e tipicamente intenzionato nellagire dei soggetti intorno a cui egli fa ricerca (M. Weber, Economia e Societ, Milano, 1995). Bergson esercit dal canto suo una critica alla scienza di estrema attualit, se vero che Ilja Prigogine, studioso delle strutture dissipative e premio Nobel per la chimica nel 1977, a tali critiche fa esplicito riferimento come ad un campo ancora da esplorare. Bergson invero scrive che in fisica, il qualitativamente nuovo, linnovazione, non possono trovare posto, e in ci esprime una delle conseguenze essenziali del progetto di matematizzazione della natura proprio della scienza moderna. In tal modo la nozione di creativit viene considerata ora molto importante in un orizzonte scientifico in cui il caso e la novit non sono pi accidenti marginali. I. Prigogine, La nuova alleanza, metamorfosi della scienza, Torino, 1982, pagina 92 66 G. W. F. Hegel, in op. cit., p. 29 67 Anche lo strumento di misura usato nellesperimento turba loggetto naturale, non tanto perch esso sia adoperato da osservatori umani, quanto perch esso stesso un oggetto naturale e fisico, e pertanto sottoposto alle medesime leggi fisiche della teoria in base alla quale lesperimento viene predisposto: in tal senso gioca un ruolo fondamentale nella fisica moderna il principio di indeterminazione di Heisenberg

La critica dello psicologismo e dellempirismo produce in realt due posizioni complementari: da una parte sta appunto lo storicismo di Dilthey, in cui la fondazione gnoseologica delle scienze dello che spirito muova viene elaborata ricorrendo a quella del psicologia dallunit interiore immediata

concreto soggetto storico; la dialettica che, hegelianamente, inquietudine, viene dissolta dallo storicismo diltheyano in divenire e movimento amorfi, naturalizzato nellimmagine ricorrente del flusso di esperienza e dellonda che succede allonda, in cui lindividualit campeggia sullo sfumato di una universalit allusa, mai percepibile, che si perde nellindistinto. Di fronte al reale immiserirsi dell esperienza , dovuto alla rottura della tradizione, al dissociarsi di progresso e arcaicit, Dilthey, al pari di Bergson, ha elaborato una strategia complementare di arricchimento dell esperienza e di connesso occultamento della frattura della tradizione. A condizione di ridurre il futuro a semplice al di l del presente, diventava possibile riconciliare il passato con il presente, nella misura in cui il comprendere ci che altri uomini avevano fatto nel tempo e la storia eliminavano la miseria, toglievano le limitazioni soggettive. Dallaltra parte sta invece il neo-kantismo di Natorp e Cohen, che Benjamin ben conosceva, e che lelaborazione di una teoria generale dell esperienza che comporta che le forme, luniversale, matematica. In particolar modo inteso a a Cohen si ricollega il il socialismo storico neokantiano, riformare materialismo sono separate dalla storia, dallindividuale, analogamente a quanto accade al platonismo dei numeri in

attraverso letica kantiana, e che intende il progresso come perfettibilit infinita. A tale proposito, contro le dottrine della socialdemocrazia, Benjamin avr a dire: Il progresso non sta in nessun rapporto con linterrompersi della storia. Questo

interrompersi

viene

pregiudicato

dalla

dottrina

della

perfettibilit infinita. 68 Benjamin inoltre individua in tale modo le caratteristiche dellideale educativo socialdemocratico: la fede nella scienza, la fede nella logica della storia, lemancipazione da ogni metafisica e mistica. 69 Da una parte, dunque, una individualit troppo concreta, storicamente determinata, ma senza alcuna trascendenza, che fa riferimento a Dilthey, dallaltra come complemento quella di una universalit vuota, che non ha mai termine, quella del neokantismo. Lo sforzo di Benjamin al contrario volto a costruire una dialettica in cui il movimento si strutturi in forme, diventi intelligibile, interrompa la mediazione infinita, in cui universalit e individualit coincidono immediatamente; in questo senso estremamente importante lappoggio al proprio pensiero che Benjamin trova in Leibniz da cui mutua lidea di monade, che permette di rinchiudere la ricchezza del mondo e del divenire in una struttura individualizzata, in un punto di vista singolo che non contrasta con luniversale, ma ne seleziona una angolatura. La scoperta di Leibniz e il suo nesso con Rosenzweig sono in Benjamin relativamente precoci: le idee sono stelle, in contrasto con il sole della rivelazione. Non brillano nel giorno della storia, operano solo invisibilmente in esso. 70 Il concetto di monade, fondamentale in Leibniz e nato in associazione alla discontinuit dei numeri interi, rappresenta per Benjamin una sorta di dottrina delle idee. La monade, la contrazione della realt in uno, limpoverimento che si mostra nella vera ricchezza: lidea monade significa: ogni idea contiene limmagine del mondo. 71

68 69

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 480 1-3, I 1243 Walter Benjamin, ibidem, Ms 395v, II 1357 70 Walter benjamin, Lettere, op. cit., pp. 371,371 71 Walter Benjamin, Il dramma barocco tedesco, op. cit., p. 31

La storia e la variet del mondo non vengono in tal modo cancellate ma radicate in una prospettiva, dal centro della monade stessa, senza la quale resterebbero molteplicit incoerenti e movimento senza senso. La struttura monadica connette realmente luniversale con lindividualit del punto di vista nellorizzonte di simultaneit delle immagini della Jetzt Zeit , che significa letteralmente tempo-ora, ed ci che stereoscopicamente raggruma passato, presente e futuro, e che contiene in s limmagine del tempo storico messianico. 72 A sostegno della ricerca di coincidenza immediata di universalit e individualit interviene in Benjamin anche il metodo filologico che, lungi dal dare lapparenza della fatticit compatta che incanta lo studioso, svanisce nella costruzione delloggetto in una prospettiva storica, che poi la nostra esperienza nella storia, costruzione che non privilegia la struttura rispetto al particolare, poich sia luno che laltro sono sempre carichi di storicit; per questo il metodo storico un metodo filologico che ha a suo fondamento il libro della vita. Leggere quello che non mai stato scritto, ha detto Hoffmansthal. 73 La storia pu essere quindi paragonata ad un testo, e per essa pu valere ci che un autore contamporaneo a Benjamin dice dei testi letterari, e cio che il passato vi ha depositato immagini che si potrebbero paragonare a quelle che vengono fissate da una lastra fotosensibile. Solo il futuro ha a
Il termine Jetzt-Zeit nella struttura del pensiero di Benjamin riveste unimportanza fondamentale: esso composto da Jetzt istante, ora, e Zeit, tempo, e significa epoca attuale, presente. Nella storia del linguaggio filosofico esiste una differenza precisa tra Jetzt e Augenblick, ed Heidegger in Essere e Tempo a puntualizzare questa differenza (Essere e tempo, Torino, pagina 491-492); Augenblick, attimo, e Jetzt, istante, ora, sono completamente eterogenei, appartengono a due diversi progetti di vita e a due differenti atteggiamenti rispetto al tempo; luno, Augenblick (attimo), rimanda al tempo e al presente autentico, laltro, Jetzt (istante o ora), rimanda al continuum del tempo e al presente inautentico -proprio della concezione volgare del tempo, o che lo stesso heideggerianamente- della metafisica occidentale. Benjamin, nelle tesi d una torsione tutta sua al concetto di Jetzt-Zeit, funzionalizzata allelaborazione del concetto di storia, o pi precisamente, secondo unespressione di Lukcs, allimpostazione del problema del presente come problema storico. 73 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 470, 1-4, I 1238
72

sua disposizione acidi abbastanza forti da sviluppare questa lastra cos che limmagine venga ad apparire in tutti i suoi dettagli. 74 Salvare il dettaglio, il piccolo, il particolare, e, a partire da esso, stare nella struttura complessiva delle forme un insegnamento che Benjamin raccoglie oltre che dalla filologia e dallidea leibniziana di monade anche dalla Psicopatologia della vita quotidiana di Freud, che lavora sui residui della realt, dai romanzi di Proust e di J oyce, per la ridondanza dei particolari, ed ancora da Rosenzweig e da Focillon, da una cui frase, e dalla modalit con cui viene citata da Benjamin estrapolata dal suo contesto storico e caricata di esplosivit millenarista, si accede pianamente della storia: alla far sua concezione non materialistico - teologica momento. Per spiegare questa citazione dobbiamo pensare che il metodo storico utilizzato da Benjamin fa appello alla storiografia tradizionale nella misura in cui richiede che lo storico sia una sorta di veggente rivolto allindietro; ma mentre linterpretazione tradizionale del compito dello storico ritiene che egli stesso, trasferendosi interamente in un passato remoto, profetizzi quello che per questultimo era ancora futuro, ma che nel contempo diventato anchesso passato, cio si immedesimi nella storia, a produrre uno storicismo placidamente narrativo come era quello di Foustel de Coulanges; dallaltro lato linterpretazione materialistica assegna ancora allo storico il compito di volgersi allindietro, ma davanti al passato che si allontana rapidamente, davanti alle vette degli eventi precedenti che ne arginano la vista e che vanno sempre pi dileguandosi nella notte dei tempi che egli deve accendere il data,

intervenire passivamente nella cronologia, ma precipitare il

74

Lautore cui Benjamin si riferisce Monglond

proprio sguardo di veggente, cio deve voltare le spalle al proprio tempo e fare del presente loggetto della propria profezia, attualizzando nel presente determinati attimi del passato, che in tal modo possono ottenere un grado di attualit pi alto che al momento della loro esistenza; e quanto pi lo spirito si spinge nel passato, tanto pi aumenta la massa di ci che ancora non divenuto storia. Nel concetto di presente inteso come oggetto intenzionale di una profezia sta precisamente il fondamento dell attualit della storiografia autentica, la presentificazione e compenetrazione dialettica di circostanze che appartengono al passato la prova di verit dellagire presente; come dice Turgot questo concetto di un presente che costituisce loggetto intenzionale di una profezia un concetto interamente ed essenzialmente politico 75, giacch prima che noi ci siamo potuti informare su un dato stato di cose, questo si gi trasformato pi volte; cio la profezia si rivolge ad un futuro che esso stesso gi divenuto passato. Lattualizzazione di determinati attimi del passato nel presente si traduce nellimmagine secondo la quale laccadere che circonda lo storico e a cui egli prende parte, sar sempre al fondo della sua esposizione come un testo scritto con inchiostro simpatico; la storia cio, si frantuma in immagini, non in storie, e quindi si presenta al lettore come costituita di citazioni discontinue sulla pagina e nel tempo; chi invece va a frugare nel passato come in un ripostiglio di esempi e di analogie, non ha ancora la minima idea di quanto, in un dato attimo, dipenda dalla sua attualizzazione 76; la storiografia autentica si oppone al credo dello storicismo basato su quella curiosit che spinge alla ricerca lo storico e affascina il lettore e il cui risultato che il fatto resta integro, intatto, poggiato sulla castit della storia e sul crasso positivismo di questa confessione di fede
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Walter Benjamin, ibidem, Ms 471, I 1237s Walter Benjamin, ibidem

che apparenza 77; ledificio storico che cos si ricostruisce quella storia universale cui Benjamin si oppone in quanto reazionaria, giacch una storia senza principio costruttivo, legata allidea di progresso e di cultura, e che quindi inserisce tutti i singoli istanti della storia dellumanit allinterno della catena del progresso piegandoli al comune denominatore della cultura, dellilluminismo, dello spirito oggettivo, ovvero di quella cultura che costruita dai vincitori nella storia e dai dominatori che ad essi si appellano. In tal senso la storia universale cos concepita e attuata mira alla costruzione della continuit, non ha armatura teoretica, e non soggiace a nessun altro principio se non al puro procedimento additivo che mobilita la massa dei fatti, per riempire il tempo omogeneo e vuoto. Meglio non si potrebbe caratterizzare il metodo al quale si contrappone il metodo materialistico. 78 A fondamento della storiografia materialistica, infatti, sta un vero principio costruttivo, che ha come base la struttura monadologica della storia, in forza della quale il materialista fa saltare dal decorso omogeneo della storia unepoca determinata. Con ci egli si distacca in modo inconfondibile dallo storico universale, [poich] il suo oggetto [quello del materialista storico] monadologico. 79 A fondamento della vera storia universale sta quel principio costruttivo che consente di rappresentare questa storia nelle storie parziali. Contro lo storicismo [che] culmina, in linea di diritto, nel concetto di una storia universale, che fa muovere ci che immobile, tende ad arrestare ci che in movimento, contro le possibili interpretazioni storicistiche o essenzialistiche della dialettica e del marxismo, Benjamin si appella alla storiografia materialistica, che da questa [cio dalla storia universale intesa
77 78

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1097 1-13, I 1230 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 442 1-8, I 1248 79 Walter Benjamin, ibidem, Ms 450, I 1250s

in senso reazionario], sotto il profilo metodologico, si distacca pi nettamente che da ogni altra; mentre lo storicismo fa valere limmagine eterna del passato, il materialismo storico fa valere una determinata esperienza del passato, e in ci sta la rottura del momento epico, placidamente narrativo dello storicismo; in questa rottura vengono liberate tutte quelle poderose energie che rimangono imbrigliate nel cera una volta dello storicismo. Il compito del materialista storico mettere in opera l esperienza della storia, che per ogni presente un esperienza originaria, 80 nella misura in cui un dato di fatto, in quanto causa-effetto, non si costituisce per questo come dato storico, ma lo diventa postumamente, tramite avvenimenti che possono esserne separati da millenni. E solo lo storico che muove da questa considerazione che cessa di lasciarsi scorrere tra le dita il succedersi degli avvenimenti come un rosario, che non stabilisce pi un nesso causale tra i diversi momenti della storia, come vuole fare quella storiografia che intenzionata a ricostruire la storia come continuit degli eventi, ma che fa saltare fuori dalla continuit degli eventi un particolare fatto storico, congiungendolo in tal modo con il presente in una sorta di attualizzazione messianica 81 -e non attraverso la pura immedesimazione con esso a prescindere dal momento attuale. Esiste un punto preciso nellimmagine storicistica della storia, in cui il materialismo storico si apre una breccia, e questo punto perfettamente sintetizzato in un detto di Gottfried Keller: La verit non ci potr sfuggire; e questo perch unimmagine irrecuperabile del passato, che minaccia di svanire con ogni presente che non abbia riconosciuto di essere chiamato in causa da essa. La lieta novella che lo storico reca col batticuore al passato viene da una bocca che forse, gi
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Walter Benjamin, ibidem, Ms I 1244, II 481 14-15 Per lo svolgimento di tale concetto si rimanda al capitolo 2, paragrafo 1

nellattimo in cui si apre, parla nel vuoto. La salvazione del passato che viene compiuta dallo storico pu essere messa in opera solo come salvazione di qualcosa
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che

gi

irrimediabilmente perduto nellattimo seguente.

Proprio perch il metodo storiografico di cui Benjamin fa il puntello della sua analisi un metodo che non vuole trovare nessi causali tra i vari fenomeni ma che strappa gli eventi dal loro contesto per ricongiungerli e legittimarli nellattualit dellora, esso di fatto cerca di individuare una connessione espressiva nellambito di ogni manifestazione della realt umana; tale metodo si applica quindi anche alla nuova realt sociale, quella della grande metropoli, delle prime architetture industriali, delle prime macchine, ma anche dei primi grandi magazzini e delle prime reclames. 83 La prima tappa di questo cammino quella di assumere il principio del montaggio nella storia, erigere le grandi costruzioni sulla base di minuscoli elementi ritagliati con nettezza e precisione 84, e scoprire nellanalisi del piccolo momento particolare il cristallo dellaccadere totale. Ci implica la rottura con il volgare naturalismo storico, poich la ricerca deve appropriarsi del materiale nei particolari, deve analizzare le sue differenti forme di sviluppo e deve rintracciarne linterno concatenamento. Solo dopo che stato compiuto questo lavoro, la vita materiale si presenta ora idealmente riflessa come un a priori. 85 Il compito del critico dunque collegarsi a qualunque forma della coscienza pratica e teorica, recente e del passato remoto, e dalle forme proprie della realt esistente che si vanno rapidamente modificando sviluppare la vera realt come loro dovere e loro scopo finale.

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Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 448, I 1247s Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 595 N 1a, 7 84 Walter Benjamin, ibidem, p. 597, N 2, 6 85 K. Marx, Il Capitale, Roma, 1980, p. 45

N Bergson n Dilthey muovono, - nellanalisi che Benjamin compie nel saggio su Baudelaire -, dalla vita delluomo in societ, ma si richiamano alla poesia, o meglio ancora alla natura e alla fine, di preferenza, allepoca mitica; quindi Benjamin sostiene che ci che Dilthey nella sua ricerca di un esperienza autentica non coglie che l esperienza stessa nella modernit si trasformata nella sua struttura 86. Nella sua ricerca dell esperienza egli, come Bergson, respinge ogni determinazione storica dell esperienza . Con ci egli evita anzitutto ed essenzialmente di doversi avvicinare a quell esperienza da cui sorta la sua stessa filosofia, o contro la quale, piuttosto, essa stata mobilitata: che quella ostile, accecante, dellepoca della grande industria. 87 E gi qui si presenta lenunciazione programmatica del percorso di Benjamin che sempre si svolger in relazione ed opposizione costruttiva con il progresso e la tecnica della societ moderna e che vaglier la crisi e leclissi della nozione tradizionale di esperienza nellapprofondimento di quelle linee essenziali che sono interne al mondo capitalistico. In questo senso Walter Benjamin ha scritto che il successo del termine Erlebnis , che il termine introdotto da Dilthey per designare l esperienza , corrisponde al venire meno delle condizioni storiche che rendevano possibile e ovvio pensare all esperienza come Erfahrung - che il termine usato da Hegel per designare la medesima. Lo slittamento tra i due termini che designano l esperienza , trova la sua ragione nel processo storico cui sottoposto lindividuo borghese e che da intendersi come crisi della soggettivit e come rovina dell esperienza intesa in senso tradizionale. A partire da un certo momento, infatti, le forme di vita avevano perso la loro intimit e la loro semplicit e ci
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W. Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, in Angelus Novus, op. cit., p.88 W. Benjamin, ibidem, p. 88-89; i corsivi sono nostri

trova riscontro in una borghesia che ha perduto tutti i suoi gesti e la consapevolezza di questi. Unepoca che ha perduto i suoi gesti , per ci stesso, da essi ossessionata, per gli uomini cui ogni naturalezza stata sottratta, ogni gesto diventa una ricerca infinita. E quanto pi i gesti perdono la loro disinvoltura sotto lazione quotidiani di potenze divennero invisibili; estranei tanto come pi la la vita diventa di indecifrabile, fino al punto in cui, quando i gesti pi semplici e geticolazione marionette, allora lumanit - cui la propria stessa esistenza corporea era oramai divenuta sacra nella misura in cui si era fatta impenetrabile - fu pronta per il massacro. E in questa fase che la borghesia, che pochi decenni prima era ancora saldamente in possesso dei suoi simboli, cade vittima dellinteriorit e si consegna alla psicologia. Nietzsche il punto in cui, nella cultura europea, questa tensione polare da una parte verso lo scancellamento e la perdita del gesto, e dalaltra, verso la sua trasfigurazione in un fato raggiunge il suo culmine. Poich solo come un gesto in cui potenza e atto, naturalezza e materia, contingenza e necessit diventano inscindibili, intellegibile il pensiero delleterno ritorno, in cui tutto rimane uguale ma nella perdita di identit 88. Cos parl Zarathustra di Nietzsche rappresenta il balletto di una umanit che ha perduto i suoi gesti, e per la quale lesperienza tradizionale sostituita da quella che ha solo la parvenza di unesperienza ; ed ecco che dalla fine del secolo scorso, la
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Si noti come la Commedia dellarte conosceva dei canovacci, istruzioni destinate agli attori, perch ponessero in essere delle situazioni in cui un gesto umano sottratto alle potenze del mito e del destino poteva finalmente avvenire. Non si comprende nulla della maschera comica se la si intende semplicemente come un personaggio depotenziato e indeterminato. Le maschere sono non personaggi ma gesti figurati in un tipo, costellazioni di gesti. Nella situazione in atto, la distruzione dellidentit della parte va di pari passo con la distruzione dellidentit dellattore. Fra testo ed esecuzione si insinua la maschera come misto indistinguibile di potenza ed atto, e ci che avviene sulla scena non lattuazione di una potenza, ma la liberazione di una potenza ulteriore, e il gesto il punto di incrocio di potenza ed atto, di generale e particolare, di testo ed esecuzione. E un pezzo di vita sottratto al contesto della biografia individuale e un pezzo di arte sottratto alla neutralit estetica: prassi

filosofia ha compiuto una serie di tentativi per impossessarsi della vera esperienza , in contrasto con quella che si deposita nella vita regolata e denaturata delle masse civilizzate 89, guidate da meccanismi oscuri e anonimi che espongono la societ al rischio del conformismo che sempre pi in procinto di sopraffarla. Sempre pi finiscono col prevalere in esse istinti gregari, che sostituiscono e pervertono la continuit della tradizione, ne fondano una nuova forma di apparenza: Uno strano paradosso: la gente, quando agisce, pensa solo al pi gretto interesse personale, ma al tempo stesso pi che mai condizionata nel suo comportamento dagli istinti della massa. E ora pi che mai gli istinti della massa sono divenuti insensati ed estranei alla vita
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; cos nei grandiosi dipinti di Ensor

magistralmente rappresentata questa teoria di personaggi, i borghesucci mascherati carnevalescamente, che si rotolano per le strade delle grandi citt, in una immagine di orrenda e caotica renaissance che in realt il sintomo pi macroscopico del totale impoverirsi dell esperienza ; lestraneit alla vita dellistinto della massa ha piegato lo stesso patrimonio dei modi di dire della borghesia ad un livello estremo di volgarit e stupidit, la crisi, la rovina, la perdita non si sono concretizzate nellaccettazione di un contraccolpo epocale, sicch lo smarrito aggrapparsi ai miti di sicurezza e possesso dei decenni passati impedisce alluomo medio di cogliere i notevolissimi e del tutto nuovi elementi di stabilit che stanno alla base della situazione del suo tempo. Soltanto un calcolo che accetta di trovare nel declino la sola la ratio dellattuale congiuntura per potrebbe, quanto abbandonando snervante meraviglia

quotidianamente si ripete, accogliere i fenomeni di decadimento


pura. Non valore duso e nemmeno di scambio, il rovesciamento della merce, che lascia precipitare nella situazione i cristalli di questa comune sostanza sociale. 89 W. Benjamin, ibidem, p. 88 90 W. Benjamin, Viaggio attraverso linflazione tedesca, in Strada a senso unico, Torino, 1983, pp. 15, 16

come il puro e semplice dato stabile, e solo un segno di salvezza come qualcosa di straordinario, ai limiti del portentoso e dellincredibile. 91 Se la soggettivit realizzata e l esperienza autentica hanno significato sempre un legame saturo di ricordo biografico e di memoria collettiva e il succedersi delle generazioni era involto e legato nella tradizione, ora si assiste ad una rovina dellidea di esperienza tradizionale intesa come dote che sedimenta nel corso della vita, e i cui portatori erano per eccellenza i vecchi. Una volta erano gli anziani che trasmettevano ai giovani la fiaccola dell esperienza ; allorch l esperienza della vita era cos ristretta da potere essere tesaurizzata con let, i vecchi, i sapienti per eccellenza, potevano weberianamente morire sazi della vita: nei nostri libri di lettura cera la favola del vecchio che, sul letto di morte, d ad intendere ai figli che nella sua vigna nascosto un tesoro...scavarono, ma del tesoro nessuna traccia. Quando per giunge linverno, la vigna rende come nessuna altra nellintera regione. I figli si rendono allora conto che il padre aveva lasciato loro un esperienza : non nelloro sta la fortuna, ma nelloperosit. Si sapeva anche con precisione cosa fosse esperienza : sempre le persone pi anziane lavevano comunicata ai pi giovani. Concisamente, con lautorit della vecchiaia, nei proverbi; prolissamente, con la sua loquacit, nei racconti...ma dove andato a finire tutto questo? Dove oggi i moribondi pronunciano parole ancora cos durevoli, da tramandarsi, come un anello, di generazione in generazione? ...Chi vorr mai anche solo tentare di cavarsela con la giovent, rimandando alla propria esperienza . 92 Oramai la discontinuit storica, la rapidit delle trasformazioni, il fossato che si produce tra le generazioni troppo profondo perch l esperienza possa rimanere un fatto di tradizione sedimentata
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W. Benjamin, ibidem, pp. 14, 15 W. Benjamin, Esperienza e povert, op. cit., p. 203

nella memoria collettiva. L Erfahrung infatti, cio l esperienza tradizionalmente intesa, possibile solo quando esiste un esperienza accumulabile, che si sedimenta con il tempo, che lenisce il viaggio della vita - laggettivo tedesco erfahren, esperto, indica luomo che ha viaggiato e che perci ha acquistato una conoscenza diretta delle cose della vita ed diventato capace -; la nozione di erfahren implica sia un certo movimento che il suo resultato, un processo che si dilata nel tempo, un processo in cui la memoria attiva come facolt di connettere i diversi vissuti in un plesso dotato di senso. L esperienza ( Erfahrung ) non si confonde in Benjamin con l esperienza vissuta ( Erlebnis ) [Benjamin per intendere l esperienza usa il termine tradizionale Erfahrung ]; mentre la prima un tratto culturale radicato nella tradizione e dunque in un fatto collettivo, la seconda si colloca ad un livello psicologico immediato, che non ha affatto lo stesso significato. L esperienza nel senso di processo di sedimentazione in cui la memoria attiva nella riconnessione dei vissuti in una struttura dotata di senso, richiamata in un passo delle Confessioni di un oppiomane in cui De Quincey scrive che in un istante, in un batter di palpebra, ogni atto, ogni svolgimento della sua vita passata rivisse, presentandosi non come una successione, ma come parte di una coesistenza. Quella luce cadde sullintero cammino della sua vita, gi gi fino alle ombre dellinfanzia, come la luce forse, che avvolse lapostolo predestinato sulla via di Damasco. Pure quella luce lo accec per un certo tempo; mentre la sua le trasfuse una sovrumana facolt visiva e la sua coscienza divenne in un unico istante onnipresente ad ogni lineamento di quella infinita rassegna. 93 L Erlebnis di contro non il vissuto nel senso della profondit del senso e delle risonanze di un evento nel soggetto: al

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T. de Quincey, Confessioni di un oppiomane, Milano, 1979, p. 118

contrario il vivere un evento esclusivamente al livello dellattenzione consapevole. In questo senso il concetto di Erfahrung pi selettivo di quello di Erlebnis : l esperienza come Erfahrung ha bisogno di tempo, di una durata, non l esperienza puntuale, ci che vividamente si impone alla coscienza, ma piuttosto il sedimentare di contenuti nella memoria e il loro ritornare come autocoscienza. L Erlebnis esperienza nel senso di un dato della coscienza: in essa il mondo non affrontato, ma risolto in una evidenza puntuale; attraverso il suo concetto ci che si coglie linteriorizzazione del mondo allinterno di una coscienza, non il processo di trasformazione del mondo e di se stessi nella prassi, accolto nella nozione di Erfahrung ; l Erfahrung esercizio, acquisizione, capacit di elaborazione e da circa cento anni si assiste, per Benjamin, ad una perdita di coscienza storica e ad una caduta dell esperienza come qui intesa. Il testo in cui il motivo del venire meno dell esperienza pi esplicito il saggio Di alcuni motivi in Baudelaire , dove si parla dell esperienza - Erfahrung come di un fatto di tradizione, nella vita privata come in quella collettiva. Essa non consiste tanto di singoli eventi esattamente fissati nel ricordo, quanto di dati accumulati, spesso inconsapevolmente, che confluiscono nella memoria. 94 La memoire involontaire connessa all Esperienza ( Erfahrung ) non allesperire immediato ( Erlebnis ) (Freud!).
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L esperienza intesa come Erfahrung

dunque una sintesi: un passato sintetizzato e reso disponibile per il presente, come una tradizione. Ma questa sintesi non il prodotto esclusivo del singolo individuo: dove c esperienza nel senso proprio del termine, determinati contenuti del passato

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W. Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, in op. cit., p. 88 W. Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1093r, 11, 15 32-34 I 1183

individuale entrano in congiunzione, nella memoria, con quelli del passato collettivo. 96 Ma proprio la possibilit di connettere i vissuti in un insieme continuo e significativo per il soggetto, che posta in crisi per prima dal procedere della modernit. Se ci che scompare, come mostra Benjamin, l Erfahrung , quella che scompare l esperienza nel senso in cui si pu dire di un uomo che ha esperienza . Ci vero perch avere esperienza significa innanzitutto sapere come andranno a finire le cose; ma nella continuit e velocit delle modificazioni che investono lambiente sociale in cui gli uomini trascorrono la propria vita l esperienza che patrimonio degli anziani costantemente messa fuori gioco dal mutare delle condizioni: nessuno pu pi legittimamente sapere come vanno a finire le cose, perch le cose in questione non sono pi le stesse. Se lambiente sociale, politico ed ecomomico muta incessantemente, sono lo stesso consolidamento e la stessa legittimit di un sapere tradizionale ad andare in frantumi. Nei contesti dove il mutamento pi rapido, questo processo non mette in discussione solo il legame tra le generazioni e la possibilit della trasmissione di una esperienza , ma la stessa possibilit di sedimentare un sapere valido una volta per tutte nel corso di una vita. E il valore stesso dell esperienza che decade: le azioni dell esperienza sono cadute, e si direbbe che continuino a cadere senza fondo. 97 La riduzione del singolo ad una sorta di afasia 98, nella misura in cui comporta una separazione dei vissuti dalla possibilit di un accesso cosciente alle loro tracce mnestiche mediato dal ricorso a
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rappresentazioni

culturali

condivise

depositate

in

una

W. Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, op. cit., p. 88 W. Benjamin, Esperienza e povert, in op. cit., p. 98 A questo proposito una trattazione che partendo da un punto di vista differente giunge tuttavia a posizioni molto simili a quelle benjaminiane rappresentata dallo scritto di Roman Jacobson intitolata Il farsi e il disfarsi del linguaggio, Torino, 1971

memoria collettiva, il tema conduttore sviluppato nelle prime pagine del saggio sul Narratore, dove si evidenzia molto bene il tema della degradazione o della perdita dell esperienza prodotta dallet moderna - idea questa che appare molto presto negli scritti di Benjamin; gi in Sul programma della filosofia futura (1917) si parla gi del carattere mediocre e piatto dell esperienza proprio dellepoca dei lumi e, pi in generale dei tempi moderni, carattere mediocre posto in connessione con la decadenza dellarte del narrare e con la perdita della libert della conversazione, associata alla modificazione delle condizioni di vita da un registro tipicamente rurale ad uno metropolitano. Se prima, tra persone che conversavano, era ovvio interessarsi dellinterlocutore, ora questo interesse sostituito dalle domande sul prezzo delle sue scarpe o del suo ombrello; inevitabilmente si insinua in ogni discorso il tema delle condizioni di vita, dei soldi. E in primo piano non stanno tanto i crucci, i disagi del singolo, dove forse gli interlocutori potrebbero aiutarsi a vicenda, quanto la disamina dellinsieme. E come se si fosse prigionieri in un teatro e si dovesse seguire, volenti o nolenti, lo spettacolo che viene rappresentato, volenti o nolenti se ne dovesse fare loggetto di pensieri e parole. 99 Il rapporto di partecipazione tradizionalmente inteso tra narratore e ascoltatore ben chiarito ne Il viaggiatore incantato di Nikolaj Ljeskv: Ah, signori, quando si ricordano queste cose dellinfanzia, e si impadroniscono dellanima, allora vien persino male al fegato, a pensare dove si andati a finire... Il narratore tacque e chin il capo. Nessuno lo disturb; tutti, sembrava, erano penetrati dal rispetto per il dolore ridestato da quegli ultimi ricordi... 100 Lelemento che Benjamin sottolinea con particolare forza nel saggio
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sul

Narratore

lincapacit

delluomo

moderno,

100

W. Benjamin, Viaggio allinterno..., op. cit., p. 18 Nikolj Ljeskv, Il Viaggiatore incantato, Milano, 1965, pp. 112-113

espropriato della esperienza e del suo stesso contenuto, di fare e trasmettere esperienza ; infatti larte epica di narrare volge al tramonto perch il lato epico della verit viene meno. 101 Mentre infatti nella cultura tradizionale il quotidiano costituiva la materia prima dell esperienza che ogni generazione trasmetteva alla successiva - giacch l esperienza ha il suo necessario correlato non nella conoscenza ma nella autorit, cio nella parola e nel racconto - nel mondo moderno ogni autorit ha il suo fondamento nellinesperibile; la dimensione delluomo moderno che quella che Heidegger chiamava impropriet, Uneigentlichkeit 102, non convive pi semplicemente con lessere-proprio, Eigentlich , delluomo, ma resasi autonoma, si sostituita interamente ad esso rendendolo impossibile; ci significa che il capitalismo non era rivolto solo allespropriazione dellattivit produttiva, ma anche e soprattutto allalienazione del linguaggio stesso, della stessa natura linguistica o comunicativa delluomo, di quel Logos in cui un frammento di Eraclito identifica il comune. I proverbi e le massime tradizionali lasciano il posto allo slogan, che la nuova forma di comunicazione nel suo carattere sensazionalistico e alla rclame che il segno di come lambiente oggettivo degli uomini assume sempre pi apertamente la fisionomia della merce. La produzione letteraria di Nikolj Ljeskv, cui appunto dedicato il saggio sul Narratore, si svolge allinsegna della comunicabilit dell esperienza , della trasmissione di saggezza vissuta attraverso lo strumento orale della narrazione,poich il patrimonio dellepica ci che si lascia tramandare oralmente. 103 In tutti i suoi racconti c sempre un narratore che, per avere direttamente vissuto la storia o per averla a sua
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W. Benjamin, Il narratore, in Angelus Novus, op. cit., p. 251 Martin Heidegger, Essere e Tempo, paragrafi 25-38 103 W. Benjamin, Il Narratore, op. cit., p. 251

volta ricevuta in dono da altri, la tramanda allinterlocutore, la ripone nella sua memoria perch essa possa divenire fonte cui attingere le preziose esperienze vissute da altri uomini. La narrazione una forma in qualche modo artigianale di comunicazione che non mira a trasmettere il puro in s dellaccaduto, come uninformazione o un rapporto; ma cala il fatto nella vita del relatore e torna ad attingerlo da essa; in questo senso la narrazione una lavorazione di cui pu dare forse la migliore idea il proverbio, se lo si considera come ideogramma di un racconto. Si potrebbe dire che i proverbi sono rovine che stanno al posto di antiche storie, e in cui, come ledera intorno a un resto di muro, una morale si avvolge intorno ad un gesto. 104 Nel Viaggiatore incantato del narratore Ivan Severjanyc si dice: eppure, nonstante questo aspetto bonario, occorreva un certo spirito dosservazione per avvertire in lui un uomo che aveva visto molte cose e aveva, come si dice, un passato 105 ; e di lui si pu certamente dire che ha vissuto giacch la sua biografia fatta di passare di prova in prova come giusto che sia dell esperienza . 106 Qui si ritrova nella figura di Ivan luomo che sa orientarsi sulla terra senza impegnarsi troppo a fondo in essa; questo un tratto caratteristico della narrazione, che implica, apertamente o meno, un vantaggio. Tale utile pu consistere una volta in una morale, unaltra in una istruzione di carattere pratico, una terza in un proverbio o in una norma di vita: in ogni caso il narratore persona di consiglio per chi lo ascolta. 107 Cos sempre ogni singolo racconto inserito in un contesto temporale, che pu essere ricondotto al corso della storia naturale o al piano divino, in modo tale che comunque al racconto giunga la legittimazione della realt vissuta. Che il
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W. Benjamin, ibidem, p. 257 N. Ljeskv, op. cit., p. 35 106 N. Ljeskv, ibidem, p. 59

corso del mondo sia determinato dalla provvidenza o puramente naturale, comunque fuori dalle categorie storiche, nella misura in cui il narratore rimane fedele alla poesia ingenua, ad una et del mondo che non esiste pi, e il suo occhio non si stacca dal quadrante davanti a cui , secondo i casi, la morte il primo della fila o lultima ad arrivare. I racconti di Leskov infatti si concludono o traggono linfa dalla morte del personaggio cardine o di una comparsa che avvia la narrazione: lautorit dell esperienza trova la sua ragione nella morte, che come naturale compimento della vita e quindi della biografia umana, suggella ogni singolo momento di questa e la consegna in eredit ai posteri; in tal modo la storia che si vuole narrare contiene in s perfettamente conclusa l esperienza e la saggezza che questa trasporta. La nitidezza dellintento della narrazione si traduce sempre in un tratto particolare della prosa, scarna, asciutta, ma al contempo chiarificatrice e luminosa come un lampo nel cielo buio; la sua essenzialit racchiude in s implicitamente la purezza del segno, la forza di evidenza e di maestosit che il gi vissuto consente di donare alla prosa. Daltronde lavarizia di particolari un tratto della narrazione, che vuole lasciare aperte per chi ascolta infinite possibilit interpretative, romanzo, della senza ridurle Se alla la certezza narrazione lapidaria ama il dellinformazione giornalistica, nemica acerrima, ancora pi del narrazione. meraviglioso, la notizia che viene da lontano, che sia la distanza spaziale di paesi stranieri o quella temporale della tradizione 108, nasce spesso dalla tradizione popolare o dai viaggi, e quindi apre spazio e possibilit allimmaginazione, la notizia giornalistica inquadra perfettamente lavvenimento, e giungendo anche dallaltra parte del mondo, toglie allevento laura di mistero e di esotismo che spesso invece avvolge la
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W. Benjamin, Il narratore, op. cit., p. 250 W. Benjamin, ibidem, p. 253

narrazione. E infatti gi la met dellarte del narrare lasciare libera la storia, nellatto di riprodurla, da ogni sorta di spiegazioni. In ci Ljeskv un maestro [...] Il nesso psicologico degli eventi non imposto al lettore, che rimane libero di interpretare la cosa come preferisce; e con ci il narrato acquista unampiezza di vibrazioni che manca allinformazione 109; tutto questo perch nel narratore si sono conservati in forma diversa, e per cos dire secolarizzara 110 i caratteri del cronista, -che il narratore della storia- il quale, ponendo dovere storico. alla dare Al base una posto della narrazione storica il piano dello imperscrutabile della salvezza divina, evita in anticipo di spiegazione della dimostrabile, compito spiegazione dimostrabile subentra

linterpretazione, che si occupa non dellesatta concatenazione di determinati eventi, ma del modo in cui si inseriscono nel grande e imperscrutabile corso del mondo. 111 E una storia rimarr impressa nella memoria dellascoltatore tanto pi quanto minore sar lanalisi psicologica, poich non c nulla che assicuri pi efficacemente le storie alla memoria di quella casta concisione che le sottrae allanalisi psicologica. E quanto pi chi le narra rinuncia al chiaroscuro psicologico, tanto maggiore sar il loro diritto ad un posto nella memoria di chi le ascolta e tanto pi completamente si assimilano alla sua esperienza sicch lascoltatore volentieri torner egli stesso a narrarle. Questo processo di assimilazione, che si svolge nel profondo, richiede uno stato di distensione che diventa sempre pi raro. Se il sonno il culmine della distensione fisica, la noia quello della distensione spirituale. La noia luccello incantato che cova luovo dell esperienza ... I suoi nidi, le attivit intimamente collegate alla noia, sono gi
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W. Benjamin, ibidem W. Benjamin, ibidem, p. 260 111 W. Benjamin, ibidem

scomparsi nelle citt, e decadono anche nelle campagne. Cos si perde la facolt di ascoltare, e svanisce la comunit degli ascoltatori... Larte di narrare storie si perde, poich non si tesse e non si fila pi ascoltandole...Quanto pi dimentico di s lascoltatore, tanto pi a fondo si imprime in lui ci che ascolta. 112 La casta concisione comporta che le descrizioni paesaggistiche non siano troppo cariche, l nella steppa dove lo sparto folto, pur sempre pi allegro: almeno qua e l per i valloni spicca la salvia con le sue foglie cangianti, e il timo e lassenzio rompono quel biancore; e invece l sempre quello scintillio...Nella steppa, quando lerba sincendia in qualche punto, ogni cosa si agita: si levano a volo ottarde e beccacce e chiurli della steppa ... 113, e che neanche le descrizioni fisiche siano particolarmente ridondanti. Ancora nel Viaggiatore incantato , Ivan viene presentato come un uomo immenso, con una faccia bruna e aperta e con capelli fitti e lanosi color bronzo: tale era lo strano riflesso dei suoi capelli brizzolati [...] Ma era nel vero senso della parola un cavaliere antico, un tipico, bonario cavaliere dellepopea russa, che ricordava il vecchio Ilija Muromez [eroe di antichi canti popolari russi] nel quadro bellissimo di Vereshiaghin o nel poema di Alessandro Tolstoj. 114 Non solo nel tratto rapido contenuto spessore, sapidit, risalto immediato della figura che pare sbalzata sulla pagina, ma c anche il richiamo, peraltro continuo in Ljeskv, alla Russia popolare dei canti e delle fiabe, alla Russia arcaica della tradizione, elementi che in Benjamin ricoprono una posizione non certamente marginale, giacch nellarcaico che si trovano i semi del futuro ancorch privi di sapore; la lingua stessa di Ljeskv spesso si appoggia alla cultura
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W. Benjamin, ibidem, p. 255 N. Ljeskv, op. cit., p. 110 114 N. Ljeskv, ibidem, p. 35

semplice del popolo ( skaz ) per creare immagini di forte risalto e potenza espressiva. La duttililt del linguaggio di Ljeskv, la sua energia descrittiva sono tali che i singoli particolari spesso assumono unevidenza iperreale come nel racconto Il mancino -storia del fabbro di Tula incaricato dallimperatore Nicola I di rendere ancora pi strabiliante una piccola pulce dacciaio brunito inglese, dotata nel suo interno di un meccanismo a molla, che, caricato con sette giri di chiave, la faceva ballare - quando si presenta la filastrocca di oggetti in cui contenuta la pulce: il diamante, la tabacchiera doro, lo scrignetto di madreperla, il panno verde, o il pugno di Platov, cosacco al servizio del re, cos terribile nocchiuto e tutto ricoperto di cicatrici, attaccato al resto Dio sa come.
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In questo racconto contenuta lidea della narrazione come un mestiere artigianale fatto di strati sovrapposti ed elaborati come gli oggetti artigianali, forgiati con pazienza eterna; cos sono i minuti ferri messi alla pulce inglese, la meraviglia aggiunta alla meraviglia, e per i quali il fabbro di Tula aveva costruito e ribattuto i chiodini tanto piccoli da dovere essere osservati con il microscopio, e che susciteranno lo stupore dellimperatore: i maestri di Tula avevano compiuto unopera strabiliante...Platov strapp via la fodera verde, apr lo scrignetto, tir fuori dallovatta la tabacchiera doro e dalla tabacchiera doro la nocciola di diamante e vide: la pulce inglese giaceva l, [nella nocciola di diamante]e cera anche la chiave nella nocciola per il meccanismo nel pancino... girarono la pulce [sulla pancia] e limperatore comebbe guardato nel vetro del microscopio subito divenne raggiante e disse: lo sapevo che i miei russi non mi avrebbero tradito. Guardate, per favore: questi briganti [gli artigiani] hanno messo i ferri alla pulce inglese!. 116 Larte del
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N. Ljeskv, Il mancino, Livorno, 1990, p. 39 N. Ljeskv, ibidem, pp. 37-47

fabbro e larte della narrazione nascono da quella sfera artigianale tracciata in modo estremamente profondo nelle parole di Valry, riportate da Benjamin nel saggio sul narratore. Valry parla delle cose perfette della natura, perle immacolate, vini pieni e maturi, creazioni veramente compiute che chiama lopera preziosa di una lunga serie di cause luna simile allaltra. Luomo un tempo imitava questo paziente operare della natura producendo miniature, avori profondamente intagliati, pietre dure levigate e scolpite, smalti e pitture ottenute dalla sovrapposizione di una serie di strati sottili e trasparenti; ma tutte queste produzioni di una fatica industriosa e tenace sono praticamente scomparse, ed finito il tempo in cui il tempo non contava pi. Luomo odierno non coltiva pi ci che non si pu semplificare ed abbreviare 117, e quindi neanche la narrazione che nasce dalla sovrapposizione di strati sottili e trasparenti ha pi ragione dessere, quella narrazione in cui le figure come quella del fabbro di Tula sono fatte mito personificato dalla fantasia del popolo e in cui si ricostruisce con assoluta fedelt lo spirito di unepoca, tramandabile, come in un racconto epico, alle generazioni a venire. E come se il venir meno negli spiriti dellidea di eternit coincidesse con la crescente avversione per i lavori lunghi e pazienti 118; il venire meno dellidea delleternit corrisponde ad un occultamento della morte, e quindi anche ad una decadenza della narrazione che dalla morte trae la sua autorevolezza. I luoghi meravigliosi in cui Ljeskv ci conduce con la sua narrazione sono quelli della Russia dei poveri, dei servi della gleba, religiosi e pii di una pietas naturale che nulla ha di mistico, e che conquistano la loro santit con l esperienza pratica e quotidiana delle cose della vita; i personaggi sono
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W. Benjamin, Il Narratore, in op. cit., pp. 256, 257 W. Benjamin, ibidem, p. 257

portatori di una saggezza popolare e di tradizioni che si oppongono alla scienza -su questo -disse- non c che dire, noi alle scienze non ci siamo accostati, ma siamo lealmente fedeli alla patria nostra 119- di una scienza popolare per unarte popolare - la nostra scienza semplice: il Salterio e il Libro dei sogni, ma di aritmetica non ne sappiamo niente 120 -, di un sentimento forte verso la Russia, le sue tradizoni e la sua religione: ...la nostra fede russa la pi giusta e come credettero i nostri averi, cos anche devono credere i nipoti. 121 Cos il fabbro di Tula del racconto Il Mancino incarna questo spirito pratico ed insieme fortemente religioso, arguto e saggio, che morir come un santo eroe per la sua patria esalando, come ultime parole, istruzioni precise sulla pulitura delle canne dei fucili al punto che se a tempo debito le parole del mancino fossero state riportate allimperatore la guerra in Crimea avrebbe avuto tutto un altro andamento 122. E Platov, incarna invece la Russia della vodka e del tabacco, dei cosacchi del placido Don, fortemente attaccatti alla loro terra; uomo pratico, come pratici ed osservatori sono tutti questi personaggi, che registrano fedelmente gli avvenimenti perch diventino materiale ed esperienza per altri. La piet di Ljeskv per le sue creature - che devota partecipazione alla vicenda secolare del suo popolo - in opposizione alla supremazia della nobilt, alla lentezza della burocrazia, alla corruzione del clero. Cos Ivan del Viaggiatore incantato un servo figlio di servi -e qui si definisce la rigidit sociale della Russia- ma al tempo stesso un giusto, un pio, un ortodosso fedele -notiamo che Ljeskv sosteneva la chiesa ortodossa, e la sua attenzione per lelemento fiabesco e popolare
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contribuiscono

rafforzare

questo

aspetto;

in

N. Ljeskv, Il Mancino, in op. cit., p. 56 N. Ljeskv, ibidem, p. 55 121 N. Ljeskv, ibidem, p. 57

particolare nel Viaggiatore incantato Ljeskv fa sostenere a Ivan la dottrina origeniana dellapocatastasi rifiutata dalla chiesa romana, secondo cui laccesso al Paradiso consentito a tutte le anime: Non accetto quello che dite, che non si perdona nellaltro mondo ai suicidi. E che nessuno preghi per loro, son pure storie.
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Lartista del toupet e Il Viaggiatore incantato ricostruiscono la vicenda di un uomo che con le sue azioni quotidiane si conquistato il diritto ad essere annoverato tra i giusti. Emblematica la presentazione dellartista del toupet -servo di un nobile signore di Orel, incaricato di pettinare il conte e di acconciare e truccare gli attori della sua compagnia teatralevittima della massa irrispettosa della libera creativit 124, affermazione programmatica e paradigmatica della funzione della narrazione. Lartista, essere quasi superiore, uomo con delle idee, trucca i servi della gleba, gli attori del Conte, trasforma in splendore ci che abbruttito dalla diseguaglianza tra gli uomini; come giustamente nota Benjamin lidea della prosa coincide con lidea messianica della storia universale (Ljeskv).
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Sono i vinti che si trasformeranno in vincitori per rifluidificare nella memoria collettiva l esperienza che hanno sedimentato e che continuano incessantemente a sedimentare, di contro ai nobili incapaci persino di tenere a posto i propri capelli. Nello stupore dellarte nobile si cela laltrettanto grande nobilt di un giovane sensibile e coraggioso che a diritto entrer nellolimpo dei giusti in cui il narratore stesso si identifica, giacch egli, come un saggio, ha consiglio, poich gli dato riferirsi ad una intera vita che comprende, in s, non solo la propria esperienza , ma non poca di quella degli altri.
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N. Ljeskv, ibidem, p. 72 N. Ljeskv, Il Viaggiatore incantato, op. cit., p. 36 124 N. Ljeskv, Lartista del toupet, Palermo, 1992, p. 14

Tutti i personaggi buoni trasportano con s una caratteristica importante, quella dell esperienza pratica, della memoria, - e la memoria ( Gedachtnis ) la facolt epica per eccellenza, ci che consente allascoltatore disinteressato di conservare ci che narrato. Ci che fonda la catena della tradizione, che tramanda laccaduto il ricordo ( Erinnerung ), che lelemento musale dellepica in senso lato- della saggezza di vita vissuta, importante per potere trasmettere ad altri la propria esperienza pratica o quella sedimentata nel corso della vita collettiva; luomo del popolo trascina con s la saggezza del popolo semplice: ...non tradire mai la gente semplice:perch la gente semplice, bisogna averne riguardo, la gente semplice patisce sempre 126; rimane qui quella sorta di utopia messianica che Benjamin ha voluto scorgervi. Per tornare alla questione della perdita dellesperienza in relazione ai processi delle caratteristici di della vita modernit, delluomo la modificazione condizioni della

metropoli, limpossibilit di sedimentare i vissuti in una memoria collettiva, comportano, come tratto essenziale delle culture delle societ moderne la consapevolezza della relativit di tutti i costumi, di tutti i valori, di ogni spiegazione del mondo, a meno di non interpretarli nella loro reale storia, e cio quella del materialismo storico. Non si tratta solo del fatto che il progresso sposta continuamente i confini di ci che noto e di ci che ignoto, facendo mutare le condizioni di esistenza, le regole sociali,e le spiegazioni dei fenomeni. Si tratta del fatto che parte integrante della condizione moderna la nozione che il mondo pu essere compreso in una pluralit di modi, non solo per la consapevolezza dellesistenza di molte tradizioni, ma per la stessa moltiplicazione dei linguaggi e delle teorie disponibili.
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W. Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 484, 19-20, I 1234 N. Ljeskv, Lartista del toupet, op. cit., p. 49

Luomo

senza

qualit

essenzialmente

luomo

delle

possibilit: per lui nulla saldo, cio nulla pu essere descritto o spiegato in un solo modo. La scoperta delluomo senza qualit che il vero s una illusione ottica; piuttosto il s un interminabile oggetto di riflessione. Al di fuori di una relazione con il mondo e con gli altri, esso sfugge ad ogni determinazione. La nozione di modernit nasce in riferimento alla nozione di una accelerazione del tempo senza precedenti, tale per cui il valore di ogni tradizione si riduce proporzionalmente allo scacco di ogni aspettativa fondata sul passato. In questo senso Benjamin, attraverso Baudelaire, sensibile innanzitutto al carattere della modernit per cui questa promuove atteggiamenti affini allo spirito dellallegoria. La propensione allegorica di Baudelaire probabilmente il tratto della sua poesia che per primo ha affascinato Benjamin (a questo proposito assai significativa ed esplicativa la sezione dedicata a Baudelaire nel volume su Parigi, capitale del XIX secolo). Se latteggiamento melanconico di chi sensibile allallegoria coglie in ogni figura ci che gi rovina nel nuovo, ci che eterno nelleffimero lallegoria pi tenacemente radicata l dove la caducit e leternit si scontrano direttamente
127

si

mostra

come

allegoria permanente: che cos la modernit? Essa ci che vi di poetico nello storico e di eterno nel transitorio, cio, nel senso stretto della parola, il significar altro ( allon agoreuein ). Il principio motore di questa accelerazione si pu cogliere nella logica del modo di produzione capitalistico e nella conseguente divisione del lavoro, nonch inscindibilmente da tale logica nel corrispettivo piano culturale. Questo intreccio ci che esprime un tratto fondativo di questepoca: la spaesatezza come destino mondiale. 128
127 128

Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 239 Martin Heidegger, Lettera sullumanismo, in Segnavia, Milano, 1994, p. 292

Come ha scritto Koselleck il tempo accelerato, ossia la nostra storia, abbrevia gli spazi dell esperienza , li priva della loro stabilit, e in tal modo mette continuamente in gioco nuovi elementi ignoti; cos, a causa della complessit di questi fattori sconosciuti, persino il presente si sottrae alla nostra esperienza . 129 In uno dei suoi saggi Benjamin coglieva lemblema della fine dell esperienza tradizionale, fra gli altri, nella prima guerra mondiale. Infatti non si era visto, alla fine della guerra, che la gente tornava dal fronte ammutolita, non pi ricca, ma pi povera di esperienza comunicabile? [...] E ci non stupisce. Perch mai esperienze furono pi radicalmente smentite di quelle strategiche dalla guerra di posizione, di quelle economiche dallinflazione, di quelle fisiche dalla guerra dei materiali, di quelle morali dai detentori del potere. Una generazione che era ancora andata a scuola con i tram a cavalli si trovava, sotto il cielo aperto, in un paesaggio in cui nulla era rimasto immutato fuorch le nuvole, e sotto di esse, in un campo di correnti ed esplosioni micidiali, il minuto e fragile corpo delluomo.
130

Se gli uomini tornavano dal fronte ammutoliti perch quello che restava degli anni sul fronte era vissuto certamente, ma un vissuto che non poteva essere detto perch, nel linguaggio della cultura disponibile, mancavano le parole per comprenderne il senso dellorrore. Non cera nessuna memoria collettiva cui i vissuti potessero congiungersi. Questa condizione fu avvertita in modo singolarmente intenso da chi partecip alla prima guerra mondiale; ma non tipica solo di quella generazione: tipica di tutti coloro che si trovano a vivere in un mondo in mutamento perpetuo, dove i contenuti della cultura disponibile sono
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costantemente

resi

obsoleti

dal

mutamento

delle

Reinhart Kosellek, Futuro passato, Genova, 1986, p. 125 Walter Benjamin, Il Narratore, in Angelus Novus, op. cit., p. 248

condizioni di vita, sicch i contenuti del passato depositati nella memoria del collettivo come categorie, espressioni, frasi fatte, istruzioni di comportamento e valori, attese, giudizi confermati da una tradizione, nel corso del conflitto si separano radicalmente dal vissuto dei singoli, costretti a confrontarsi con un ambiente nel quale nulla rimasto immutato. Per comprendere che cosa significhi propriamente lidea di una fine dell esperienza in Benjamin importante considerare come per la sedimentazione dei vissuti nell esperienza ( Erfahrung ) sia decisivo laccesso di questi oltre la sfera della coscienza. Nel saggio su Baudelaire, Benjamin si rif esplicitamente alle formulazioni freudiane contenute in Al di l del principio di piacere , che stabilisce una correlazione fra la memoria (nel senso della mmoire involontaire) e la coscienza [...] La formulazione fondamentale di Freud alla base di tutti gli sviluppi successivi sulla teoria della memoria formulata nellipotesi che la coscienza sorga al posto di unimpronta mnemonica. Essa sarebbe quindi contrassegnata dal fatto che il processo della stimolazione non lascia in essa, come in tutti gli altri sistemi psichici, una modificazione duratura dei suoi elementi, ma sbollisce, per cos dire nel fenomeno della presa di coscienza. La formula basilare di questa ipotesi che presa di coscienza e persistenza di una traccia mnemonica sono reciprocamente incompatibili per lo stesso sistema. Residui mnemonici si presentano invece spesso con la massima forza e tenacia quando il processo che li ha lasciati non mai pervenuto alla coscienza. Tradotto nella terminologia proustiana: parte integrante della mmorie involontaire pu diventare solo ci che non stato vissuto espressamente e consapevolmente, ci che non stato insomma un esperienza vissuta ( Erlebnis ). Tesaurizzare impronte durevoli come fondamento della memoria di processi stimolatori, riservato, secondo Freud, ad altri sistemi, che bisogna pensare diversi

dalla coscienza. Secondo Freud, la coscienza come tale non accoglierebbe tracce mnemoniche. Essa avrebbe invece unaltra e importante funzione: quella di servire da protezione contro gli stimoli [...] La ricezione degli chocs agevolata da unallenamento nel controllo degli stimoli [...] Che lo choc sia captato e parato cos dalla coscienza, darebbe, allevento che lo provoca, il carattere dell esperienza vissuta in senso stretto, e sterilizzerebbe incorporandolo questo evento per l esperienza del poetica, ricordo direttamente nellinventario

consapevole [...] Quanto maggiore la parte dello choc nelle singole impressioni; quanto pi la coscienza deve essere continuamente allerta nellinteresse della difesa dagli stimoli; quanto maggiore il successo con cui essa opera; e tanto meno esse penetrano nell esperienza ( Erfahrung ); tanto pi corrispondono al concetto di esperienza vissuta ( Erlebnis ). La funzione peculiare della difesa dagli chocs si pu forse scorgere, in definitiva, nel compito di assegnare all evento, a spese dellintegrit del suo contenuto, un esatto posto temporale nella coscienza. Sarebbe questo il risultato ultimo e maggiore della riflessione. 131 Queste osservazioni di Benjamin sul rapporto tra choc ed Erlebnis , se devono a Freud la loro qualificazione analitica -e Freud vede nella capacit dellorganismo di proteggersi contro gli stimoli, uno dei fondamenti stessi del suo processo di civilizzazione -, discendono direttamente, in termini di analisi sociale, dal rapporto simmeliano tra Nervenleben , vita nervosa, e Vertsand , dominio dellintelletto. 132 Se la guerra mondiale costituisce il momento eclatante dei processi che portano alla sostituzione del sedimentare dell esperienza con una collezione di chocs, tuttavia Benjamin altrettanto attento di Simmel a
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Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, in Angelus Novus, op. cit., pp. 94-97 Il riferimento a Sigmund Freud in Opere, Torino, 1989, Vol. 9, p. 193 seguenti 132 Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito, Roma, 1995, pp. 33-59

cogliere i dettagli dellambiente oggettivo della metropoli moderna, di quellintera vita quotidiana degli uomini che tende a configurarsi come successione ininterrotta di urti, di collisioni, di eventi la cui successione reversibile e non necessaria come i colpi dei dadi sui tavoli da gioco, dove l esperienza non ha modo di sedimentare. Il rapporto tra choc ed Erlebnis , cos come chiarito da Benjamin, del tutto coerente con quel fondamentale fenomeno del rivelarsi della razionalit - intesa come ipertrofia della coscienza nel senso di aumentata capacit organizzativa dellintelletto - associata allintensificazione della vita nervosa e che va letto nella prospettiva delle mutate condizioni sociali in cui il cittadino si trova a vivere, in una metropoli in frenetica evoluzione. La situazione quotidiana del cittadino di una metropoli moderna caratterizzata precisamente dal fatto che il singolo si trova a fronteggiare una molteplicit di chocs di varia natura, che lintelletto, o la coscienza secondo la terminologia freudiana adottata da Benjamin, sterilizza dai loro effetti potenzialmente traumatici, impedendo loro laccesso alla sfera della memoria profonda e confinandoli in quella periferica dell Erlebnis ; infatti l esperienza delluomo moderno, tipicamente compresa come l esperienza nella metropoli, un esperienza frammentata e che l esperienza si frammenti deriva, innanzitutto, dal frantumarsi dei mondi stabili relativamente chiusi e culturalmente omogenei che costituivano le comunit tradizionali Ci si dimentica sempre con quale rapidit nel corso di questi ultimi secoli siano cambiate tante cose. Negli anni Trenta del secolo scorso il vecchio Goethe non conosceva ancora le rotaie delle ferrovie a vapore. Da allora sono passati meno di cento anni, e tutta la terra ricoperta di rotaie. [...] Ci dicono che limpiego domestico dellelettricit sia troppo costoso. Si dimentica tuttavia che i progressi della tecnica diventano ogni

giorno pi rapidi; vero che la tecnica si sviluppa soprattutto nelle officine e nei laboratori scientifici e preferisce non far parlare troppo di s. Ci non significa per che il fervore del progresso tenda a diminuire. Cos Benjamin nel saggio oggetti tedesca acutamente degli di
133

Viaggio lo

attraverso spaesamento il cui

linflazione delluomo incognito dalla

focalizza

nellutilizzo meccanismo

quotidiani

funzionamento

sgancia

luomo

consapevolezza delluso; egli osserva come con linvenzione dei fiammiferi verso la fine del secolo scorso, comincia una serie di innovazioni tecniche che hanno in comune il fatto di sostituire una serie complessa di operazioni con un gesto brusco, come ad esempio accaduto con il telefono, dove al posto del moto continuo con cui bisognava girare la manovella dei primi apparecchi, subentra lo stacco del ricevitore. Fra i gesti innumerevoli di azionare, gettare, premere, eccetera, stato particolarmente grave di conseguenze lo scatto del fotografo. Bastava premere un dito per fissare un evento per un periodo illimitato di tempo. Lapparecchio comunicava allistante, per cos dire, uno choc postumo. 134 A esperienze tattili di questo genere si affiancavano esperienze ottiche, come quella che suscita parte degli annunci di un giornale, ma anche il traffico delle grandi citt, oltre all esperienza della folla della metropoli che pone ciascuno a contatto con le persone pi diverse in relazioni che per il loro stesso numero si fanno in gran parte anonime, ed entro ogni relazione i vissuti riguardano cerchie diverse di relazioni e sfere discrete di attivit, che non possono essere comprese alla luce di nessuna memoria collettiva unica. Il tema del rapporto fra il singolo e la folla nel traffico della strada esplicitato nel saggio su Baudelaire attraverso la
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Paul Scheerbart, Architettura di vetro, Milano, 1982, pp. 67, 71 Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, in Angelus Novus, op. cit., p. 107

citazione della prima parte di un racconto di Poe, Luomo della folla , racconto che si snoda lungo le strade della metropoli, nella luce tetra e confusa dellilluminazione a gas. Benjamin si sofferma sul modo in cui Poe descrive come la folla si muova, con gesti bruschi, scatti, urti. Pi oltre Benjamin dir che muoversi attraverso il traffico comporta per il singolo una serie di chocs e collisioni. Negli incroci pericolosi, percorso da contrazioni in rapida successione, come dai colpi di una batteria. 135 Luomo della folla si muove a scatti secondo gesti stereotipati, e in realt somiglia ad un automa; il suo comportamento dettato dalla necessit di reagire velocemente, di muoversi in fretta, di controllare e di parare gli chocs a cui fatto oggetto. Gi Nietzsche in un passo conosciuto e citato da Benjamin scriveva che il tempo del moderno il prestissimo; le impressioni si cancellano. Subentra una specie di adattamento a questo eccessivo accumularsi delle impressioni: luomo disimpara ad agire, si limita ormai a reagire agli eccitamenti dellesterno . 136 Con una formulazione pi contemporanea ma non per questo meno veritiera potremmo dire che il campo della storia era il memorabile, la totalit degli avvenimenti le cui conseguenze si sarebbero manifestate a lungo. Inseparabilmente, la conoscenza avrebbe dovuto durare, e aiutare a comprendere almeno in parte ci che sarebbe successo di nuovo: un possesso per leternit, dice Tucidide. In tal modo la storia era la misura di unautentica novit; e chi vende la novit ha tutto linteresse a fare sparire il modo di misurarla. Quando limportante si fa riconoscere socialmente come ci che istantaneo e lo sar ancora nellistante successivo, altro e identico, e che sar sempre sostituito da unaltra importanza istantanea, possiamo
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Walter Benjamin, ibidem F. Nietzsche, Opere, Milano, 1964, vol. VII, 2, 114-115

anche dire che il metodo usato garantisce una sorta di eternit di questa non-importanza, che parla cos forte. 137 Nella metropoli moderna le istantanee esperienze vissute dagli individui non possono essere comprese alla luce di una memoria collettiva unica per la rapidit delle trasformazioni e lanonimato dei contatti umani, ma a ben vedere la stessa costituzione di una tradizione allinterno del soggetto che si fa problematica. I vissuti si collocano gli uni a fianco degli altri in modo discontinuo giustapposti, come avventure separate le une dalle altre, parate al limite della coscienza e impedite allaccesso degli strati profondi di quel regno dal quale possono riemergere attraverso il tempo come contenuti di una mmoire involontaire. La trasformazione della vita in una successione di sequenze spaesanti il contrario di ci che inteso nellidea di esperienza come per-corso: in questidea ci che conta non tanto ogni avventura in s ma il suo inserimento in una peregrinazione dove ogni tappa compresa e sviluppata in quella successiva, e dove il collegarsi delle singole stazioni rappresenta lestrinsecarsi del s. La discontinuit dei vissuti si fa radicale e non elaborata: questi si compongono e si scompongono esperienza nella rinuncia ad ogni ordine, puzzle nella di sua esperienze vissute ( Erlebnis ) che non danno luogo a nessuna ( Erfahrung ): luomo metropolitano, ricchezza mai vista prima di esperienze ( Erlebnis se) cos il pi povero di esperienza ( Erfahrung ). La fine dell esperienza viene in questo senso a discendere da una sorta di chiusura della memoria profonda allaccesso dei materiali del vissuto quotidiano, una divaricazione tra inconscio e intelletto in cui lo stesso carattere eccessivo dei contenuti dei vissuti che fa si
Guy Debord, Commentari alla societ dello spettacolo, Milano, 1990, p. 22. Nella traduzione italiana dello scritto di Debord la citazione da Tucidide appare come: unacquisizione per sempre. Tuttavia per rimanere pi fedeli alla formulazione originaria di Tucidide, si seguita la traduzione italiana di Guido Donini de Le Storie, Torino, 1991, dove lespressione ktema te es aiei [I, 22, 4] resa come un possesso per leternit.
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che essi siano inincorporabili nell esperienza . Parati per cos dire, al di fuori della possibilit di accedere alla memoria, essi restano come chocs, a cui la cura dellelaborazione negata, sostituita da una sorta di cancellazione Il processo di organizzazione degli stimoli, di sublimazione dello choc, cui costretto luomo della metropoli in questa successione istantanea di eventi, direttamente integrato in quello pi generale della spiritualizzazione di cui parlava lo stesso Simmel. Ma mentre in Simmel la giustificazione ideologica arretrata della metropoli permetteva unanalisi delle ideologie della metropoli tutta centrata sui valori tradizionali dellumanesimo storicistico, Benjamin coglie il processo di organizzazione degli stimoli nel costituirsi stesso dellideologia contemporanea, secondo quella che in Marx costituisce la critica della teoria del progresso, dove il progresso definito dallo sviluppo delle forze produttive degli individui, ovvero il proletariato e con questo la questione del criterio viene soltanto riportata al punto di partenza.
138

La condizione

delluomo metropolitano, luomo moderno, caratterizzata dal fatto che nel gesto quotidiano lambiguo ha preso il posto dellautentico, ogni cosa ha perso la sua naturale fisionomia in un inarrestabile processo di mescolamento; se il rapporto del cittadino con la folla fonte di piacere nella misura in cui per Benjamin lebrezza del numero legata alla scoperta del sempre uguale in grandi masse che caratterizza le immagini della modernit - in esse il soggetto borghese tende a svanire nel depotenziamento che connesso alla scoperta della sua infinita ripetibilit - nello stesso momento fonte di un sentimento di minaccia, cos come lebbra compenetrazione di strada e abitazione, di paesaggio e stanza produce una familiarit universalistica che conferisce allincomprensibilit delle

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Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 475, I 1238s

metropoli unapparenza conciliante, ma che in realt svanisce dinanzi al minaccioso della grande citt, costituito dalla sua inintelligibilit e ai suoi luoghi selvaggi. La citt, da oasi di pace civile, stata sopraffatta dallinsicurezza che precipita luomo in quella situazione intricata e in sommo grado paurosa in cui egli costretto ad accogliere in s, tra i guasti della pianura deserta, i parti delarchitettura cittadina. 139 Al posto delle illusioni concilianti si sostituisce la spaesatezza di un individuo presentato nella moltiplicazione del sempre uguale che testimonia langoscia dellabitante della metropoli di non riuscire, nonostante tutta la sua eccentrica singolarit, a spezzare il cerchio magico del tipo, e con questo il segno dellintroiettamento nei comportamenti umani dei processi di razionalizzazione che investivano la societ; nella meccanicit automatica del movimento e nelluniformit dellaspetto concentrata la perdita dellindividualit. Cos per Benjamin tutta l esperienza lirica contemporanea pu essere analizzata come un grande simbolo del generale processo di razionalizzazione dellesistenza; tale esperienza lirica tenterebbe infatti di ricondurre lesplodere del Nervenleben alla misura dellangoscia, della memoria, dell esperienza vissuta in genere: infatti lo sviluppo unilaterale delle capacit intellettuali, cio lipertrofia della coscienza, il corrispettivo di un mondo fondato sulla razionalit, sulla tecnica e sul denaro; cos come la razionalit tecnica riduce i fenomeni a entit misurabili, il denaro, equivalente universale di tutte le merci, rende ogni cosa comparabile nella riduzione al suo prezzo. Tecnica, denaro e intelletto si combinano nella trasformazione del mondo in insieme di entit manipolabili; ci favorisce il progresso, ma a costo di una crescente astrazione
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Walter Benjamin, Viaggio attraverso linflazione tedesca, in Strada a senso unico, op. cit., p. 20; a questa straordinaria analisi di Benjamin fanno riscontro la descrizione della

dalla concreta qualit delle cose, dal loro valore duso e dal loro valore simbolico e affettivo sinch le differenze si cancellano. La stessa poesia di Baudelaire trova il proprio luogo sullo sfondo di questa crisi dell esperienza , ed anzi lo choc si colloca nella poesia di questultimo in un posizione di assoluto privilegio, ma nel senso di una demitizzazione dello choc stesso. Se infatti fare esperienza di una cosa significa toglierle la sua novit, neutralizzare il suo potenziale di choc, la merce e il maquillage, cio linesperibile per eccellenza, esercitano su Baudelaire un fascino irresistibile. In Baudelaire un uomo espropriato dell esperienza si offre senza alcuno schermo alla ricezione degli in chocs; una e la poesia di trasforma questa facendo espropriazione ragione sopravvivenza,

dellinesperibile la sua condizione normale. Il nuovo, in questo nuovo senso, ci di cui non si pu fare esperienza , e Baudelaire aspira a fare di questa ricerca dellinesperibile il luogo comune che un tempo poteva essere creato solo attraverso una secolare accumulazione di esperienza , che ora viene meno nella misura in cui l universo percettivo delluomo viene investito da una serialit di chocs e di segnali non assimilabili dall esperienza tradizionale, la discontinuit diviene modo di essere e di vedere, di porsi in rapporto con laltro, e tutto questo significa che luomo perde in definitiva i suoi gesti. E quando lepoca si accorse di quello che stava perdendo, allora cominci il precipitoso tentativo di recuperare in extremis i gesti perduti: il romanzo di Proust, la grande poesia dello Jugendstil da Pascoli a Rilke, e in particolare modo il cinema muto -e il mutismo ne il tratto essenziale nella misura in cui fa riferimento alla gestualit pura, come il mutismo della filosofia, esposizione dellessere nel linguaggio delluomo quotidianit, dello spaesamento e della miseria sociale presenti in Sein und Zeit e nei romanzi di J. Roth, ed a questi contributi che dovremmo proficuamente ancora rivolgerci.

tracciano il cerchio magico in cui lumanit cerc per lultima volta di evocare ci che le stava sfuggendo di mano per sempre. Il cinema esprime quindi le modalit percettive della modernit e l esperienza sensoriale delluomo della folla la progenitrice immediata della rappresentazione cinematografica. La discontinuit diviene modo di essere, di vedere, di porsi in relazione con laltro, e quindi l esperienza si configura in termini generali come un montaggio disparato, al di fuori dell esperienza tradizionale. Perfino la tecnica della recitazione sembra riflettere nel cinema la scomposizione in frammenti dell esperienza ; mentre lattore teatrale poteva ancora identificarsi col suo personaggio e offrirlo al pubblico con laura dellirripetibile, la prestazione [dellattore cinematografico] non mai unitaria, bens composta di numerose singole prestazioni e a scomporre la recitazione dellinterprete in una serie di episodi montabili sono le necessit elementari dellapparecchiatura. 140 Alla recitazione cinematografica appartiene un effetto naturale di straniamento, che invece nel teatro pu derivare solo da unintenzione estetica consapevole, come quella dei drammi di Brecht, che si risolve nella radicale afasia dei personaggi senza memoria e senza mondo; l esperienza si trasforma in un oggetto perduto. 3. Critica del progresso e delle dottrine del progresso Come abbiamo notato pi sopra, lanalisi di Benjamin delle condizioni di vita delluomo nella metropoli moderna si situa nellottica della critica del progresso capitalistico aperta da Marx . Si tratta di una riflessione fondamentale sulla modernit, che ha le radici nei primi scritti di Benjamin e la cui portata
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Walter Benjamin, Lopera darte nellepoca della sua riproducibilit tecnica, Torino, 1991, p. 33

molto pi vasta e significativa di un semplice commento sullattualit politica. E nel contesto generale di questa filosofia della storia fondata sulla critica pi radicale e pi profonda delle illusioni progressiste, che occorre integrare, per portarle ad un grado di consapevolezza critico maggiore, le osservazioni di Benjamin sul declino dell esperienza . Ci che Benjamin rifiuta appassionatamente e ostinatamente il mito mortalmente pericoloso che lo sviluppo tecnico porter automaticamente un miglioramento della condizione sociale e della libert degli non uomini, debbano e che far i socialisti che e la il socialdemocrazia altro seguire

movimento irresistibile dello sviluppo materiale per istituire una societ emancipata: egli intimamente convinto che senza una interruzione rivoluzionaria del progresso tecnico cos come si produce nel capitalismo lesistenza stessa dellumanit in pericolo. Inoltre sempre pi propenso a credere che il progresso capitalistico industriale abbia determinato un grado notevole di regresso sociale e che abbia trasformato la vita umana moderna esattamente nel contrario del paradiso compiuto, cio in un inferno: il concetto di progresso va fondato nellidea della catastrofe. Che tutto continui cos la catastrofe. Essa non ci che di volta in volta incombe, ma ci che di volta in volta dato: coos Strindberg:linferno non nulla che ci attenda, ma la nostra vita qui. 141 In Strada a senso unico Benjamin chiarisce in modo inequivocabile il modo in cui ha inteso la tecnica: il grande sforzo per la conquista del cosmo si compiuto per la prima volta in maniera planetaria, ossia nello spirito della tecnica,
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e si compiuto nella prima guerra mondiale, ove masse umane, gas, energie elettriche sono state gettate in campo, correnti ad
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Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 614, N 9a, 1 Walter Benjamin, Strada a senso unico, op. cit., p. 68

alta frequenza hanno attraversato le campagne, nuovi astri sono sorti nel cielo, spazio aereo e abissi marini hanno risuonato di motori, e da ogni parte si sono scavate nella madre terra fosse sacrificali. Ma poich lavidit dei profitti della classe dominante ha pensato di soddisfare nella tecnica la propria volont, la tecnica ha tradito lumanit ed ha trasformato il banchetto nuziale in un mare di sangue. Il dominio sulla natura, cos insegnano gli imperialisti, il senso di tutta la tecnica [...] E cos la tecnica non sarebbe dominio sulla natura: ma dominio del rapporto tra natura e umanit. 143 Il concetto benjaminiano della tecnica non critico ma utopico. Ad essere criticato il tradimento dellutopia perpetrato nella realizzazione dellidea della tecnica. Per questa ragione Benjamin non si rivolto alle possibilit della tecnica ma al tempo in cui la tecnica in quanto tale rappresentava solo una possibilit, al tempo in cui sua vera idea (cio il dominio non sulla natura, ma sul rapporto uomo-natura) era ancora posto nellorizzonte del futuro. La critica delle dottrine del progresso affrontata contemporaneamente a quella sullafasia - precedentemente svolta - nel saggio Il narratore dove Ljeskv salutato, attraverso una citazione di Tolstoj, come il primo scrittore che abbia denunciato gli inconvenienti del progresso economico 144, e come uno degli ultimi narratori che siano rimasti fedeli allet aurea in cui gli uomini vivevano in armonia con la natura e con essa com-pativano. Straziante in tale senso limmagine in cui Ljeskv descrive i cavalli che scalciavano e sgroppavano, e guardavano sempre il cielo come uccelli. Persino faceva compassione a guardarli, certuni proprio si vedeva che se ne sarebbero volati via, ma non avevano le ali. 145
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Walter Benjamin, ibidem Walter Benjamin, Il narratore, op. cit., pp. 256-261 145 N. Ljeskv, Il viaggiatore incantato, op. cit., pp. 50-51

Let - dice Ljeskv - in cui luomo poteva credersi in armonia con la natura, finita. Schiller chiamava questa et del mondo lepoca della poesia ingenua cui il narratore rimane fedele. 146 Laffinit di Ljeskv con lo spirito della favola profonda e densa di significati, giacch il vero narratore il narratore di fiabe, che sempre sanno indicare la via laddove il consiglio sembra pi arduo, e che ci informa delle prime disposizioni prese dallumanit per scuotere lincubo che il mito le faceva gravare sul petto. 147 Il meglio - ha insegnato la favola anticamente allumanit, e insegna ancora oggi ai bambini-, affrontare le potenze del mondo mitico con astuzia e impertinenza. E nelluniverso dell esperienza collettiva, pre-capitalistica, degli ambienti popolari e artigianali che nascono la narrazione e il racconto di fate (che Benjamin oppone al mito), il cui incantesimo liberatore non introduce la natura in forma mitica, ma accenna alla sua complicit con luomo liberato. 148 Il disincanto del mondo, analizzato da Max Weber in rapporto con lera capitalistica, significa e la per Benjamin il declino dell Erfahrung collettiva rottura dellincantesimo

liberatore, a vantaggio di un nuovo scatenamento dellincubo mitico distruttore della complicit tra uomo e natura, a cui Benjamin reagisce auspicando al pi presto la bonifica dei territori e lestirpamento, con lascia affilata della ragione della follia e del mito che adesca dal fondo della foresta. La critica su progresso nutre - nellarticolo su Fuchs del 1937
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- la polemica di Benjamin contro il positivismo e contro la natura sono infatti condizionate anche dallo stadio

socialdemocrazia positivista: le domande che lumanit pone alla


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Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, op. cit., p. 261 Walter Benjamin, ibidem, p. 267 148 Walter Benjamin, ibidem 149 Walter Benjamin, Parigi..., p. 592, N 1,4 150 Walter Benjamin, Lopera darte...., op. cit., pp. 79-125

raggiunto dalla sua produzione. E questo il punto su cui fallisce il positivismo, contro il quale Benjamin fa parlare Dimier che si pronuncia contro il concetto dei progressi del genere umano: nella natura fisica levoluzione non indefinita; ha un termine. La ghianda diventa quercia, e nulla pi...La specie, lungi dal sopravvivere allindividuo, comincia col morire con lui, ...cos, non essendo il soggetto di nessuna continuit, essa non pu essere il soggetto di nessun sviluppo di cui lindividuo non ha la nella minima storia idea...Alla dello chimera dellevoluzione portata spirito...da

Comte...manca non solo ogni fondamento, ma anche ogni apparenza, se si prendono degli esempi dalla natura fisica...E dunque gratuito spacciare levoluzione per una legge rivelata dalla storia; essa non vi nemmeno abbozzata. Questa lenta formazione della morale e della ragione, che ci danno a credere, non risulta da nessuna testimonianza...Nulla dunque cos simile quanto lumanit di tutti i tempi 151; nello sviluppo della tecnica il positivismo pot cio riconoscere solo i progressi della scienza naturale, non i regressi della societ, non rendendosi conto che a condizionare questo sviluppo concorre in modo decisivo il capitalismo. E allo stesso modo, anche a quei teorici socialdemocratici che erano positivisti, sfugg che questo sviluppo rendeva sempre pi precario latto, che peraltro si dimostrava sempre pi urgente, con cui il proletariato avrebbe dovuto impadronirsi della tecnica stessa, essi, aggiunge ancora Benjamin - non riconobbero il lato distruttivo di questo sviluppo, perch si erano estraniati dal lato distruttivo della dialettica 152, che appare l dove il pensiero si arresta in una costellazione satura di tensioni, e che la cesura del movimento del pensiero. Il suo non un luogo qualsiasi ma va cercata l dove la tensione tra gli opposti dialettici al
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Water Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1079 14-31, I 1230 Walter Benjamin, ibidem, Ms II 474s

massimo. Per questo limmagine dialettica lo stesso oggetto storico costruito nellesposizione materialistica della storia. Essendo identica alloggetto storico, essa giustifica la sua estrapolazione dal continuum del decorso storico. 153 Benjamin oppone all evoluzionismo socialdemocratico e alle sue piatte illusioni ottimiste, che ignorano i pericoli della tecnica moderna soprattutto in relazione con la guerra, la prospettiva della incipiente barbarie, che era balenata a Engels in La condizione della classe operaia in Inghilterra, e a Marx nella prognosi sullo sviluppo capitalistico. 154 E infatti il substrato sociale di questa esperienza infernale rappresentato dalla marcia inarrestabile della universalizzazione dei rapporti capitalistici fissato nella descrizione della grande citt del giovane Engels, in cui la brutale indifferenza, il crudele isolamento di ogni singolo nei suoi interessi privati, risulta tanto pi odioso ed offensivo, quanto pi questi singoli sono compressi nel minimo spazio. 155 Se lespansione capitalistica appare come il libro aperto delle forze dellessere umano 156, allora lo solo nella forma del capovolgimento. Lenorme crescita delle forze produttive umane avviene in conseguenza del fatto che riduce il singolo alla astrazione dei rapporti sociali di produzione. Gli individui diventano maschere di carattere della loro appartenenza di classe, i cui modi di comportamento si approssimano a quelli dellautoma, e la metropoli stessa assume il volto minaccioso di una mitica coazione a ripetere. 157

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Walter Benjamin, Parigi..., p. 618, N 10a, 3 Walter Benjamin, Lopera darte..., op. cit., pp. 89-100 155 Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, op. cit., p. 101 156 Karl Marx, Manoscritti Parigini, Torino, 1968, p. 55 157 Questa diagnosi, oltre che nei manoscritti parigini, esplicitamente affrontata anche nell Ideologia tedesca

E proprio a partire dal marx ismo e da scritti di autori come Turgot e J ochmann che Benjamin formuler ci che nel Passagenwerk chiama la teoria critica della storia, il cui punto di vista mette laccento altrettanto sulla regressione che su un progresso qualsiasi nella storia; come abbiamo precedentemente fatto notare vi un concetto di presente che, secondo Benjamin, costituisce loggetto intenzionale di una profezia, e qui sta allindietro. 158 Come Turgot aveva definito tale il senso esoterico del detto che lo storico un profeta rivolto presente politico, anche in J ochmann lo sguardo di veggente si accende davanti al passato che si allontana rapidamente, il veggente volta le spalle al futuro; ma proprio questo rapporto di veggente con il futuro [che] un elemento obbligato dellatteggiamento dello storico che sia determinato, come ha stabilito Marx , dalla situazione sociale della societ. 159 Loriginalit del metodo di Benjamin rispetto a quello di Marx , secondo lo stesso Benjamin, sta nel fatto che mentre per Marx (o, meglio dellinterpretazione materialistica della storia che F. Engels attribuisce a Marx nella nota lettera a J . Bloch sfera della cultura, di solo il quel compito di di punto di Benjamin carattere vista che
160

) si

tratta di esporre connessioni causali tra sfera delleconomia e consiste sopprime nellesposizione materialista connessioni espressivo:

radicalmente la separazione di struttura e sovrastruttura perch si pone come oggetto unico la prassi nella sua coesione originale cio come monade - (monade, nella definizione di Leibniz, una sostanza semplice, cio senza parti) 161 -; si tratta, in altre parole, del tentativo di afferrare un processo
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Walter Benjamin, Manoscritti preparatori, op. cit., Ms 472 10-19, I 1235 Walter Benjamin, ibidem, Ms 485, I 1245s 160 K. Maex, F. Engels, Scritti sullarte, Bari, 1967, p. 63 161 Per un preciso chiarimento di questo aspetto anche in rapporto alla querelle tra Adorno e Benjamin, cfr. le due lettere - la prima di Adorno a Benjamin del 10 novembre 1938 e la risposta di Benjamin ad Adorno del 9 dicembre 1938, in Walter Benjamin, Lettere, op. cit.,

economico come un protofenomeno ben visibile, dal quale procedono tutte le manifestazioni vitale dei Passages ( e in questa misura del XIX secolo). 162 Ancora in Parigi Capitale del XIX secolo Benjamin si sofferma sul metodo di analisi utilizzato nello studio dei Passages , che sono esplorati dalla loro origine fino al loro declino; lorigine dei mutamenti dei Passages colta nei fatti economici e questi fatti, considerati dal punto di vista della causalit, cio come cause, non sarebbero affatto un protofenomeno - lo diventano solo in quanto, nel proprio stesso svolgersi - meglio sarebbe detto nel loro dipanarsi - fanno sorgere dal loro seno la serie delle concrete forme storiche dei passages, come la fogli dispiega da s lintero regno dellempirico mondo vegetale. Lobiettivo metodico dellanalisi
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benjaminiana

la

dimostrazione di un materialismo storico che annichilisca in s lidea del progresso, e proprio qui il materialismo storico ha tutte le ragioni per distinguersi nettamente rispetto alle forme tradizionali del pensiero borghese. 164 Benjamin riconosce infatti che il concetto di progresso ha potuto avere una funzione critica allinizio ma che dal XIX secolo, quando la borghesia ha conquistato posizioni di potere, questa funzione scomparsa; da qui la necessit di sottoporlo ad una critica immanente attraverso il materialismo storico, il cui concetto principale non il progresso ma lattualizzazione ( Jetzt - Zeit ).
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E per la loro comune ostilit al progresso che Benjamin accosta, nel Passagenwerk Baudelaire e Blanqui. Nel suo saggio sullesposizione universale del 1855, Baudelaire denuncia rabbiosamente lidea del progresso come un fanale perfido, una idea grottesca che fiorita sul terreno marcio della fatuit
pp. 371, 376 - commentate criticamente in G. Agamben, Infanzia e storia, op. cit., pp. 117127 162 Walter Benjamin, Parigi..., op.cit., p. 595, N 1a, 6 163 Walter Benjamin, ibidem, p. 599, N 2a, 4 164 Walter Benjamin, ibidem, p. 596, N 2,2

moderna e grazie alla quale i popoli si addormentano sul cuscino della fatalit nel sonno rimbambito della decrepitudine. Se Baudelaire ha potuto dominare Parigi nella sua poesia , secondo Benjamin, grazie alla sua distanza critica nei confronti del soggetto che risultava dalla sua ostilit frenetica nei confronti del progresso; il suo spleen (tedio) in realt il sentimento che corrisponde alla catastrofe permanente. Benjamin condivide in gran parte i sentimenti dellautore di Les fleurs du mal . In una nota su Baudelaire, redatta probabilmente verso il 1938, egli d una dimensione anticapitalistica a questa critica: questa svalutazione dellambiente umano ad opera delleconomia di mercato ha avuto un impatto profondo sulla sua esperienza storica [...] niente pi spregevole che fare entrare in gioco lidea di progresso contro questa esperienza [...]. La storia ha mostrato successivamente quanto avesse avuto ragione nel non dare fiducia al progresso tecnico. 166 Nel Passagenwerk Benjamin collega linizio del processo di deperimento dell esperienza con lavvento della manifattura e della produzione di merci. Ma evidentemente con lo sviluppo dellindustria moderna che questo impoverimento raggiunge il punto pi basso. Benjamin esamina qui e nelle tesi del 1940 l esperienza inospitale e accecante dellepoca della grande industria, basandosi direttamente sulle analisi del Marx del Capitale . In virt delladdestramento disciplinare operato dalla macchina, i lavoratori sono obbligati a coordinare i loro movimenti a quello uniformemente costante di un automa. Loperaio subisce una profonda espropriazione e il suo lavoro impermeabile all esperienza ; la perdita dell esperienza in Benjamin cos strettamente legata alla trasformazione in automa: i gesti ripetitivi, privi di senso e meccanici dei lavoratori alle prese con la macchina, si ritrovano nei gesti da
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Walter Benjamin, ibidem Walter Benjamin, G. S., vol I, 3, pp. 150, 151 seguenti

automi dei passanti nella folla descritti da Poe e Hoffmann. Gli uni e gli altri non conoscono pi l Erfahrung ma solo l Erlebnis , e in particolare lo chochErlebnis , l esperienza vissuta memoria. In questo senso la fine figura dell esperienza del mestiere corrisponde artigiano e allesaurimento della dello choc, che provoca in essi un comportamento reattivo, da automi che hanno completamente liquidato la loro

allespansione prima in Inghilterra - studiata da Engels -, poi in successione, nel continente europeo della grande manifattura e dunque del processo di valorizzazione capitalistico. Nel racconto di Ljeskv Il mancino - conosciuto da Benjamin vi lesaltazione di quel mestiere artigiano che, con il sorgere delle prime fabbriche, luomo moderno non coltiva pi, giacch ci che non si pu semplificare ed abbreviare in unidea non interessa pi. Significativa a questo proposito la conclusione del racconto, o meglio della cronaca: Ormai tutto ci roba daltri tempi e antica leggenda, per quanto non della notte dei tempi, ma queste leggende non necessariamente vanno obliate, non ostante la forma favolosa e il carattere epico delleroe eponimo. Il vero nome del mancino - che lartigianocome quello dei geni pi alti, perduto per sempre per la posterit; di maestri come il favoloso mancino, ora, credo, a Tula non ce ne siano pi: le macchine hanno appianato i dislivelli dei talenti e delle note naturali e il genio non lotta pi contro la diligenza e lapplicazione. Propiziando la crescita del guadagno le macchine non favoriscono larditezza dellartista che talora superava di gran larga misura il sempre uguale in quantit industriale prodotto dalla macchina. Certo gli operai sanno apprezzare i vantaggi che vengono loro dallapplicazione pratica della meccanica, ma ricordano orgogliosamente i tempi

andati e li amano. Questo il loro epos, ricco per di pi di umanit. 167 Lautentico artista rimane ad osservare ci che era fatto manualmente dalluomo e in cui si era cristallizzata la saggezza artigianale di intere generazioni, la pratica di un popolo che oramai con il progresso e lavvento della tecnica che travolge gli individui e la natura, svuotandoli di ogni concreta qualit, viene stritolata e occultata dalla falsa pretesa di progresso di cui si ammanta la borghesia e dei suoi falsi profeti. Alla figura del mestiere artigiano si sostituisce lapprendimento dellesecuzione di brevi mansioni ripetute e sempre uguali,

cio la divisione del lavoro e il ritmo della produzione a catena. Non per nulla Marx mostra come, nel mestiere, la connessione dei momenti lavorativi continua. Questa connessione, resa autonoma e oggettivata, si ripresenta alloperaio di fabbrica nel nastro automatico. Il pezzo da lavorare entra nel raggio dazione delloperaio indipendentemente dalla sua volont; e altrettanto libermente gli si sottrae [...] Nel rapporto con la macchina gli operai apprendono a coordinare i loro propri movimenti a quello uniformemente costante dellautoma. 168 La figura dellautoma, incontrata nei passi sulla folla, ritorna qui dunque come aspetto essenziale del lavoro produttivo nelle condizioni dellindustria automatizzata. Citando Marx , Benjamin scrive ogni lavoro alla macchina esige ... un precoce tirocinio deloperaio. 169 Questo tirocinio va per distinto dallesercizio. Lesercizio, solo decisivo nel mestiere, aveva ancora una funzione nella manifattura. Sulla base della manifattura ogni particolare ramo della produzione trova nell esperienza la forma tecnica ad esso conforme, e la

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N. Ljeskv, Il mancino, op. cit., p. 75 Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, op. cit., pp. 110-111 169 Walter Benjamin, ibidem, p. 111

perfeziona lentamente. 170 Ma la stessa manifattura produce, daltra parte, in ogni mestiere che essa investe, una classe di operai cosiddetti non specializzati, che lazienda di mestiere escludeva rigorosamente [...] Loperaio non specializzato quello pi Il profondamente suo lavoro degradato dal tirocinio della macchina. impermeabile all esperienza .

Lesercizio non vi ha pi alcun diritto. Ci che il lunapark realizza nelle sue gabbie volanti e in altri divertimenti del genere non che un saggio del tirocinio a cui loperaio non specializzato sottoposto nella fabbrica. 171 Il moderno tirocinio delloperaio specializzato non lesercizio. E un allenamento al meccanismo stimolo-risposta. Non pi in gioco la continuit e neppure la sedimentazione del sapere, ovvero non pi una questione di esperienza . Limmagine dello choc viene rapportata alle funzioni produttive stesse del sistema: la ripetizione, l esperienza del sempre uguale che sta alla base dellimmagine della folla, dello chocErlebnis che essa produce, Benjamin la ritrova nel lavoro delloperaio, nel processo del lavoro industriale. Nel regno della merce lumanit recita la parte del dannato perch il nuovo ripetitivo e fittizio della produzione mercantile tanto poco capace di fornirgli una soluzione liberatrice, quanto una moda nuova di rinnovare la societ. La modernit agli occhi di Benjamin inferno, da una parte in quanto catastrofe in permanenza, - come recita il passo di Strindberg sopra citato dallaltra in quanto ripetizione disperante delle pene eterne e sempre nuove. E questo il destino delloperaio, prigioniero della catena di montaggio, che Benjamin, citando Engels, paragona a Sisifo, personaggio della mitologia greca condannato alleterno ritorno della stessa punizione. Donde anche lanalogia tra liscrizione allingresso delle fabbriche
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Walter Benjamin, ibidem Walter benjamin, ibidem pp. 111- 112

menzionata da Marx e quella che orna le porte dellinferno dantesco: Per me si va nella citt dolente, per me si va ne letterno dolore, per me si va tra la perduta gente. 172 La formalizzazione dei rapporti sociali allinterno della folla, lequivalenza generale della merce che essi esprimono, si ritrovano nellintervento delloperaio sulla macchina. La folla riconduce cos al momento della produzione, al lavoro: limmagine dello choc rivela il proprio statuto di classe. Questo momento ci riporta al tema dello scatto meccanico come continuit dallambiente brutale del lavoro, fatto di rotture continue e di giustapposizioni illogiche, come avviene nella catena di montaggio della grande fabbrica, al suo corrispondente nellambiente domestico e pi in generale della vita quotidiana delluomo; in campo artistico il cinema secondo Benjamin la sola arte capace di esprimere adeguatamente l esperienza della tecnica e i suoi effetti sulla percezione frammentata; in un passo di Parigi Capitale del XIX secolo, Benjamin definisce il cinema come lestrinsecazione di tutte le forme di visualizzazione dei
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tempi

dei

ritmi

prefigurati delle macchine moderne.

E nella prospettiva della tecnica intesa nel senso

di tendere

allarmonia della natura e dellumanit, che il cinema educa il sensorium umano alle nuove forme di vita latenti nella tecnica. Grazie alla rappresentazione cinematografica in cui implicita lonnipresenza in ogni fase dellapparato tecnologico, luomo moderno integra la tecnica nella propria quotidianit invece di subirla e tra le funzioni sociali del cinema, la pi importante quella di istituire lequilibrio tra luomo e lapparato tecnico. Attraverso il continuo addestramento percettivo, parando le imagini delle schermo che gli si offrono con la stessa subitaneit degli choc e degli scatti meccanici, luomo si
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Dante, Divina Commedia, Inferno, Canto III, 1-3 Walter Benjamin, Parigi..., p. 516, K 3,3

dispone a conoscere e a padroneggiare le macchine moderne; questa valutazione di Benjamin nasce dalla considerazione che generalmente il pubblico si un esaminatore, ma un esaminatore distratto; nella ricezione cinematografica ogni oggetto, ogni gesto, appare in un baleno, presto dissolto: mentre , gi nellattimo della sua morte. 174 Labilit, incessante novit, ricezione distratta colpiscono anche ogni oggetto che si rivesta della forma di merce, creando nuovo una epifania fantasmagorica. Procedendo in questa direzione, va tenuto presente che la fine dell esperienza corrisponde infatti alla generalizzazione della figura della merce. La fine dell esperienza coincide, in questo senso, con il predominio crescente del carattere astratto delle merci prodotte nel capitalismo, al predominio del valore di scambio sul valore duso e non il suo contrario. Lo svelamento del segreto della merce stato la chiave che ha aperto al pensiero il regno incantato del Capitale, ( probabile che Marx si sia ricordato dellimpressione provata nel palazzo di cristallo durante lesposizione universale di Londra del 1851, quando scriveva la sezione del Capitale che porta il titolo il carattere di feticcio della merce e il suo segreto) che questo ha sempre cercato di occultare esponendolo in piena vista. Senza lidentificazione di questo centro immateriale, in cui il prodotto del lavoro, sdoppiatosi in un valore duso e in un valore di scambio, si trasforma in una fantasmagoria che insieme cade e non cade sotto i sensi, tutte le successive indagini del Capitale non sarebbero probabilmente state possibile. Le esposizioni mondiali trasfigurano il valore di scambio delle merci, creano una fantasmagoria in cui luomo entra per lasciarsi distrarre. 175 Non a caso i grandi magazzini segnano definitivamente il destino dei passages, che consistevano in un insieme di diversi
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e ricreando sempre di

Walter Benjamin, Lopera darte..., op. cit., p. 46 Walter Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo, in Angelus Novus, op. cit., p. 152

negozi singoli e di locali. Il grande magazzino lultima avventura del flneur, e in questa possibilit di esistenza decaduta diventa visibile lo stretto legame tra limmedesimazione e la merce. Quando tutte le corde saltano, quando sul desolato orizzonte non compare nessuna vela o nessuna soggetto unultima cresta isolato, cosa. donda invaso E dellesperire dal taedium immediato, vitae, Lo allora al resta ancora schema

limmedesimazione. 176 comprende lesperire

dellimmedesimazione

immediato

( Erlebnis ) proprio della merce e quello proprio del cliente. Lesperire immediato proprio della merce limmedesimazione nel cliente. Limmedesimazione nel denaro. La nel virtuosa nella cliente di limmedesimazione del cliente questa merce.

immedesimazione la prostituta. Lesperire immediato proprio limmedesimazione Limmedesimazione nella merce limmediatezza nel prezzo (nel valore di scambio). 177 Ed proprio negli anni Venti che il processo di mercificazione comincia ad investire la figura umana; osservatori non certo benevoli del fenomeno non poterono fare a meno di cogliere in esso un aspetto positivo: la mercificazione del corpo umano, mentre lo piegava alle ferre leggi della massificazione e del valore di scambio, sciogliendolo cos dalla doppia catena del destino biologico e della biografia individuale, lo rendeva per la prima volta perfettamnte comunicabile e integralmente illuminato. Cos nacquero le osservazioni di Krakauer sulle girls e quelle di Benjamin sulla decadenza dell aura . Nei balletti delle girls, nelle immagini della pubblicit, nelle sfilate delle mannequins, della si compiva figura il secolare dai suoi processo di emancipazione umana fondamenti

teologici, che gi si era imposto su scala industriale, allinizio


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Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1053 cv 4, I 1179 Walter Benjamin, ibidem, Ms 1952 cv 1, I 1178

del XIX secolo, quando linvenzione della litografia e della fotografia aveva incoraggiato la diffusione a buon mercato delle immagini pornografiche. Qui la merce mostrava la sua segreta solidariet con le antinomie teologiche che Marx gi aveva intravisto. La mercificazione disancora il corpo dal modello teologico della Genesi, a immagine e somiglianza, e salva la somiglianza, lidea. Per questo la figura umana e il ritratto declinano dallarte: afferrare una unicit compito del ritratto, ma per cogliere una qualunquit occorre lobiettivo fotografico. Non il corpo stato tecnicizzato, ma la sua immagine; cos il corpo glorioso della pubblicit diventato la maschera dietro la quale il fragile, minuto corpo delluomo continua la sua esistenza precaria. Cos il capitalismo vuole confinare nello spettacolo le appropriazioni delle trasformazioni storiche della natura umana; e lo fa tanto con il corpo umano quanto con linformazione. Sul piano della trasmissione della cultura, laffermarsi dellinformazione al posto di altre modalit di comunicazione, e in particolare della capacit di narrare, corrisponde a quel processo di astrattizzazione in cui, perci perduta la capacit dei per parafrasare Marx, singoli di il rapporto tra persone mediato da cose (il Capitale) e va rapportarsi direttamente senza frapporre tra essi degli oggetti che ne sublimano il rapporto. La diffusione della stampa ha per Benjamin un ruolo centrale in questo processo, infatti se la stampa si proponesse di far si che il lettore possa appropriarsi delle sue informazioni come di una parte della sua esperienza , mancherebbe interamente il suo scopo. Ma il suo intento proprio lopposto, ed essa lo raggiunge. E quello di escludere rigorosamente gli eventi dallambito in cui potrebbero colpire l esperienza mancanza di del ogni lettore. I principi tra le dellinformazione singole notizie) giornalistica (novit, brevit, intelligibilit, e, soprattutto, connessione

contribuiscono a questo effetto non meno dellimpaginazione e della forma linguistica


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, cosa questa che nella sua globalit

dilaziona sempre pi la capacit delluomo di comprendere il mondo circostante e dunque farne esperienza . Lo stesso tema viene affrontato anche nel saggio Il narratore ; qui linformazione come nuova forma di comunicazione si oppone, ancora di pi che il romanzo, alla narrazione; essa si afferma grazie alla stampa che uno dei principali strumenti della borghesia nel capitalismo avanzato. Ci che trova massimamante ascolto tra il pubblico non pi la notizia che viene da lontano, ma linformazione che trova un aggancio immediato e che pu essere immediatamente controllata. Inoltre la stampa, ogni mattino, informa delle novit di tutto il pianeta, e cos vengono a mancare quelle storie singolari e significative, e che spesso attingono al meraviglioso, che sono il nerbo della narrazione; mentre la narrazione lascia aperte infinite possibilit interpretative, la notizia, linformazione, proprio perch immediatamente verificabile, contiene gi in s implicita la spiegazione dellevento. Benjamin riprende qui temi di Karl Kraus che a loro volta trovano una straordinarria affinit con le affermazioni di Debord sul carattere sostanziale dei messaggi dei media: E la stampa un messaggero? No, levento. Un discorso? No, la vita. Essa avanza una pretesa che i veri eventi siano le notizie sugli eventi, ma provoca anche questa sinistra identit, onde sorge sempre lapparenza che i fatti debbano essere prima riferiti e poi compiuti. 179 Benjamin si riferisce ovviamente al contesto sociale e politico degli anni trenta quando questo tipo di tendenza si stava appena delineando in tutti gli stati europei, e che trova un preciso riscontro anche in altri e acuti osservatori di questo periodo.
178 179

Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, op. cit., p. 92, 93 Walter Benjamin, Avanguardia e Rivoluzione. Saggi sulla letteratura, Torino, 1974, p.109

Dopo sessantanni di approfondita accelerazione di questo processo (nel campo giornalistico, ovviamente, ma nel mediatico in generale), possiamo affermare che sul piano delle tecniche, quando limmagine costruita e scelta da qualcun altro diventata il rapporto principale dellindividuo col mondo, che egli prima guardava da s da ogni luogo in cui si poteva andare, evidentemente non si ignora che limmagine regger tutto; questo perch allinterno di una stessa immagine si pu giustapporre senza contraddizioni qualunque cosa. Il flusso delle immagini travolge tutto, e analogamente qualcun altro a dirigere a suo piacimento questa sintesi semplificata del mondo sensibile; a scegliere dove andr la corrente e anche il ritmo di ci che dovr manifestarsi in essa, come eterna sorpresa arbitraria, senza volere lasciare tempo alla riflessione, e prescindendo completamente da ci che lo spettatore ne pu capire o pensare. L esperienza dei moderni tende dunque a costituirsi come esperienza dellespropriazione, comunicazione su di un fatto, e la realt sempre pi la piuttosto che non il fatto in se

stesso. Uno sviluppo di questo tema sta nellosservazione secondo cui il soggetto del mondo moderno tenderebbe a ridursi in buona misura ad uno spettatore del mondo e in questa esperienza concreta della sottomissione permanente sta la radice psicologica delladesione cos generale a ci che presente; adesione che arriva a riconoscergli ipso facto un valore sufficiente. Ovviamente il discorso spettacolare tace, oltre a ci che propriamente segreto, tutto ci che non gli conviene. Isola sempre da ci che mostra la cornice, il passato, le intenzioni, le conseguenze. Quindi totalmente illogico. Dato che nessuno pu pi contraddirlo, lo spettacolo ha diritto di contraddirsi da s, di rettificare il suo passato. 180

180

Guy Debord, op. cit., p. 32

Cos Benjamin in Strada a senso unico illumina magistralmente e con poche battute questa situazione, dicendo che non senza motivo si suole parlare di nuda miseria. Il lato pi deleterio della sua esibizione -che cominciata a divenire abitudine sotto la legge del bisogno e tuttavia rende visibile un millesimo soltanto della miseria nascosta - non la compassione, o non la meno spaventosa coscienza di personale immunit che si fa strada nello spettatore, ma la vergogna di costui. Impossibile vivere in una citt tedesca dove la fame costringe i pi miserabile a campare delle banconote con cui i passanti cercano di coprire una nudit che li ferisce [...] Qui non c nulla da sperare finch ogni pi atroce, ogni pi nero destino, discusso ogni giorno, anzi ogni ora dalla stampa, analizzato in tutte le sue finte cause e finte conseguenze, non aiuta nessuno a scoprire le forze oscure che si sono assoggettate la sua vita. 181 Ogni occhiata del giornale ci rivela che l esperienza cade sempre pi in basso, che non solo limmagine del mondo esterno, ma anche quella del mondo morale ha subito da un giorno allaltro trasformazioni che non avremmo mai ritenute possibili. Sul piano dei modi di pensiero delle popolazioni contemporanee la prima causa della decadenza dipende chiaramente dal fatto che qualunque discorso mostrato nello spettacolo non lascia nessuno spazio alla risposta; e, la logica, si era formata socialmente soltanto nel dialogo.

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Walter Benjamin, Strada a senso unico, op. cit., pp. 16-17

PARTE SECONDA 1. Il materialismo come metodo esoterico della teologia autentica: il problema della redenzione Da quanto finora visto la diagnosi di Benjamin sembra univoca: l esperienza , ad un sapere come possibilit dei soggetti e di di lasciar sedimentare vissuti nella profondit della memoria, di accedere fondato del sullesercizio, senso del riappropriarsi cammino consapevolmente proprio

commisurandolo alla luce di una memoria collettiva, in via di sparizione, o forse gi sparita. Tuttavia Benjamin parla della grande opera di Proust, Alla ricerca del tempo perduto , (di cui egli era anche traduttore insieme a Franz Hessel) come di unimpresa intesa a restaurare al presente la figura del narratore. Ma restaurare la figura del narratore, come il saggio su Ljeskv indica senza ambiguit, corrisponde esattamente a restaurare la possibilit di comunicare esperienza , possibilit data dalla facolt preliminare di accedere ai materiali depositati nella sfera della mmoire involontaire. Se la possibilit che almeno una parte dei vissuti aggirino la soglia difensiva della coscienza desta, e sprofondino nella sfera della mmoire involontaire per lui fosse davvero della radicalmente in estinte, quanto di per l esperienza non ci sarebbe secondo Benjamin scampo. Poich loggetto un essere conoscenza oggetto idee. Il determinato nellintenzione concettuale, non la verit. La verit a-intenzionale formato comportamento che le si addice perci non una intenzione del conoscere, bens un risolversi e uno scomparire in essa. La verit la morte dellintenzione. 182

182

Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., pp. 12-13

La sua opera infatti costellata di esempi ed indicazioni che confermano la possibilit di una esperienza nel cuore della modernit, se per esperienza , intendiamo l attimo mistico in cui il simbolo accoglie il senso nel suo interno nascosto e, se cos si pu dire, boscoso. 183 Tale possibilit corrisponde a situazioni nelle quali noi riusciamo a penetrare il mistero [...] nella misura in cui lo troviamo nella vita quotidiana, grazie ad unottica dialettica che riconosce il quotidiano come impenetrabile, limpenetrabile come quotidiano. 184 Queste situazioni costituiscono delle illuminazioni profane, sorte di sorgenti a getto intermittente, e vi sono illuminazioni profane, come leggere, pensare, attendere, passeggiare. Esse lo sono non meno del consumo di oppio, del sogno, dellebbrezza. Per tacere di quella pi terribile droga (noi stessi) che prendiamo in solitudine. 185 L esperienza delloppio a cui probabilmente Benjamin si riferisce magistralmente allusa in un breve passo tratto dalle Confessioni di un oppiomane in cui De Quincey rivela che il vero motivo di stupore non la simultaneit con cui gli avvenimenti passati della vita, sebbene in realt successivi, si presentano nel loro pauroso schieramento di rivelazione. Non fu questo che un fenomeno secondario; il pi arcano rappresentato dalla resurrezione stessa e dalla possibilit di resurrezione di ci che tanto a lungo aveva dormito nella polvere. Un drappo, fitto come loblio, era stato gettato dalla vita sopra ogni traccia di queste esperienze; pure, dun tratto, al segnale di un razzo lanciato dal cervello, il drappo si solleva e rivela tutte le profondit della scena. Questo era il mistero maggiore e ormai di questo mistero non si pu dubitare, poich

183 184

Benjamin, ibidem, p. 169 Benjamin, Avanguardia e Rivoluzione, op. cit., p. 23 185 Benjamin, ibidem

esso rinnovato, e migliaia di volte rinnovato, dalloppio per coloro che ne sono le vittime. 186 L esperienza individuale, anche nel tempo della povert, si costituisce dunque per Benjamin quando essa riesce a destarsi a contatto con queste sorgenti a getto intermittente. Ci ripreso negli splendidi testi di Infanzia berlinese . Qui, parlando della sua frequentazione da bambino del cortile di casa attraverso gli sguardi lanciati dal balcone in cui era deposto, Benjamin parla delle cariatidi che sostenevano il balcone soprastante che potevano abbandonare per un momento il loro posto per cantare [...] una canzone che niente, vero, conteneva di ci che pi tardi mi aspettava, ma tuttavia recava la parola magica in virt della quale sempre poi latmosfera dei cortili esercit su di me una sorta di malia. 187 Lo sguardo delladulto non cerca di identificarsi nostalgicamente con lo sguardo del bambino, si volge piuttosto a quei momenti in cui al bambino si annunci per la prima volta il futuro. Nell Infanzia Berlinese si parla di quello choc con cui una parola ci impietrisce, al pari di un tanfo dimenticato nella nostra stanza. Come questo risveglia in noi quella lontananza che era qui, ci sono egualmente parole o silenzi che ci schiudono quella stessa invisibile lontanaza: il futuro che in noi non lha dimenticata. 188 Al contrario di Proust Benjamin non fugge il futuro, ma invece lo evoca in quell esperienza infantile nei cui turbamenti esso ha lungamente covato per poi essere sepolto nel presente. Il tempo perduto di Benjamin non il passato, ma il futuro. 189 Proust ascolta i suoni che provengono dal passato, Benjamin quelli che anticipano un futuro che intanto divenuto esso stesso passato. A differenza di Proust, che va alla ricerca del
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T. de Quincey, op. cit., p. 118 Walter Benjamin, Infanzia berlinese, Torino, 1980, 1982, p. 110 188 Walter Benjamin, ibidem

tempo perduto, del passato, per sottrarsi, nel ritrovamento di questo tempo, nella coincidenza di passato e presente, al potere del tempo stesso, Benjamin non vuole liberarsi della temporalit, non vuole contemplare le cose nella loro essenza astorica, ma mira ad una esperienza e ad una conoscenza storica; per respinto nel passato, in un passato, tuttavia, che non concluso, ma aperto e promette un futuro. Benjamin era consapevole della distanza che lo separava da Proust e nello stesso senso in cui la malia del dj vu costituisce la base dellopera proustiana, il suo opposto costituisce quello dell Infanzia Berlinese , e cio levocazione degli attimi segnati da uno choc, che poi il lavoro della memoria benjaminiana; questo concetto ben esposto in un passo di Strada a senso unico in cui si dice che il ricordo, simile a raggi ultravioletti,indica ad ognuno nel libro della vita una postilla che invisibile, come profezia, interpreta il testo. 190 In questo diverso modo di esperire il tempo fondata anche la differenza formale delle opere di Proust e di Benjamin; mentre il poeta del dj vu alla ricerca di quegli attimi in cui le esperienze dellinfanzia tornino ad illuminarsi e deve quindi raccontare tutta una vita, Benjamin pu invece prescindere dalle esperienze successive e dedicarsi a quegli attimi dellinfanzia in cui celato un segno premonitore del futuro. Col passato, se veramente lo si vuole salvare, si deve avere un rapporto libero e momentaneamente compartecipato come hanno i bambini con il proprio gioco. Oggi, - e questo pu essere molto utile anche per gli adulti - si pu sperare di superare il radicale errore che consiste nel supporre che il contenuto rappresentativo del suo giocattolo determini il gioco del bambino, poich in realt
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Peter Szondi, in nota a Walter Benjamin, Immagini di citt, Torino, p. 103 Walter Benjamin, Strada a senso unico, op. cit., p. 42; questa frase ritorner in senso storico-filosofico nella sua ultima produzione, scritta da Benjamin poco prima della morte; ad esempio nei Manoscritti Preparatori (ms 1099, I 1232), si legge: il materialista storico, che

capita piuttosto il contrario...Poich quanto pi i giocattoli sono attraenti nel senso attuale, tanto pi sono lontani dallarnese per il gioco; quanto pi limitazione vi si manifesta incondizionatamente, tanto pi portano lontano dal gioco. 191 Sappiamo infatti che Benjamin per tutta la vita stato affascinato dallinfanzia, collezionando libri e giocattoli, e di lui e della sua intera vita si pu forse dire che non c niente che egli fece pi volentieri che unire fraternamente nelle sue costruzioni, le materie pi eterogenee 192, come egli stesso ebbe a dire del mondo del bambino. Non casuale che tra i suoi oggetti preferiti vi fossero quei globi di vetro in cui racchiuso un paesaggio sotto la neve che, quando viene scosso, torna ad animarsi; ci che questi globi preservano dagli avvenimenti esterni pu essere stato per lallegorista Benjamin la rappresentazione non del passato, ma del futuro. Il vero presente storico , in questo senso, non che il passato di immagini impressionate che si sviluppano simultaneamente e si mantengono provvisoriamente immobili sulla soglia del tempo -questo concetto Benjamin lo mutua da quello di attimo della II Inattuale di Nietzsche che recita chi non sa mettersi a sedere sulla soglia dellattimo, non sapr mai cosa sia la felicit. 193 A questo concetto di un presente che non passaggio, ma in cui il tempo sta in bilico ed giunto ad arrestarsi 194, il materialista rivoluzionario non pu rinunciare, poich esso definisce quel presente nel quale di volta in volta si scrive storia. Il presente di Benjamin proprio questo presenteattimo, la Jetzt-Zeit che la percezione istantanea di questo rivelarsi simultaneo del passato, del suo concentrarsi in una grandiosa abbreviazione. La canzone dell Infanzia Berlinese indaga la struttura della storia, pratica a suo modo una specie di analisi dello spettro. Come il fisico constata un raggio ultravioletto, cos egli constata una forza messianica nella storia. 191 Walter Benjamin, Storia culturale del giocattolo, in Critiche e recensioni, op. cit., p. 66 192 Walter Benjamin, ibidem p. 65 193 F. Nietzsche, Opere, cit., vol. III, t. 1, p. 24

cui abbiamo fatto cenno pi sopra - non contiene nulla di ci che il futuro riserba, ma segna in modo indelebile i modi in cui questo stesso futuro verr percepito. In questo senso, l esperienza , la cui possibilit non qui messa in discussione, consiste in una messa in congiunzione del presente e del passato tale per cui il presente vede riflesso se stesso nelle immagini remote come il futuro del proprio passato cio come un futuro anteriore poich non che il passato getti la sua luce sul presente o il presente la sua luce sul passato, ma immagine ci in cui quel che stato si unisce fulmineamente con lora ( jetzt ) in una costellazione. In altre parole immagine la dialettica nellimmobilit [ Stillstande ]. Poich, mentre la relazione del presente con il passato puramente temporale, continua, la relazione tra ci che stato e lora ( jetzt ) dialettica: non un decorso ma unimmagine discontinua, a salti. Solo le immagini dialettiche sono autentiche immagini; e il luogo, in cui le si incontra, il linguaggio. 195 La ricerca del tempo perduto e di ci che ne ha preso il posto non meno legata alla lingua del tentativo di appropriarsi di ci che si viene trovando. Nomi e immagini sono i due poli di questo campo di forze. Limmagine soltanto una firma, il monogramma dellessere, non lessere stesso dentro il suo involucro. Eppure, la scrittura non comporta in s, nulla di ancillare, e durante la lettura non cade via come una scoria. Essa fa parte di ci che viene detto in quanto ne la figura. 196 Il linguaggio anticipa sempre luomo parlante, scavalcandolo allinfinito verso il passato, e, insieme, verso il futuro; la storia la cifra dellombra che vela laccesso delluomo al piano dei nomi. La trasparenza, linfondatezza del linguaggio, fonda, insieme, la teologia e la storia: finch luomo non potr trovare
194 195

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 444, I 1250 Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 588, N 2a, 3 196 Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 228

fondo nel linguaggio, ci sar tramandamento dei nomi; e finch ci sar tramandamento dei nomi, ci saranno storia e destino. Questo campo di tensione in cui la realt oscilla tra nome e immagine ha bisogno di distanza, di lontanaza temporale o spaziale. Per chi viaggia nel proprio passato nome e realt nuovamente si disgiungono. Sia che il nome sia sopravvissuto alla realt e ora la sostituisca come sua ombra nel ricordo, sia che in quelle esperienze del finora mai provato sia stato presente il nome prima ancora che ne fosse esperita la realt, o sia stata presente l esperienza che ancora non aveva avuto nome, cos da restare misteriosa come quella glossa che accompagna come profezia il libro della vita. 197 Il viaggio nella lontananza non agisce diversamente dal viaggio nel passato, perch sempre un viaggio nella lontanaza che riconduce al tempo in cui il consueto non era ancora tale, alle esperienze quindi del finora mai provato; questo ritorno alle sensazioni primigenie si fa possibile per Benjamin, nel corso della sua vita, nel paese straniero, giacch in patria -quella patria che lo allontaner obbligandolo alla condizione di esuleera perduto. Quale diversit rispetto al tono sconsolato con cui Scheerbart presenta il viaggio delluomo moderno! Al giorno doggi si viaggia per puro nervosismo. Si continua a cercare qualcosa di diverso. E bench si sappia che tutti gli alberghi e tutti i giardini pubblici e tutti i villaggi di alta montagna e tutte le localit balneari si rassomiglino maledettamente tra loro, lo stesso ci si mette in viaggio. Si viaggia, bench si sappia che anche altrove non si trover niente di meglio. 198 Anche il singolare desiderio di Benajmin di potersi perdere in una citt comprensibile perch dopo che abbiamo imparato ad orientarci in un luogo, quella prima immagine che ce ne eravamo fatti non potr mai pi essere riproposta. In grazia di
197 198

segreta

Walter Benjamin, Strada a senso unico, op. cit., p. 42 Paul Scheerbart, Architettrua di vetro, in op. cit., p. 118

questa immagine, che non deve andare perduta perch racchiude in s il futuro, la capacit di sbagliare direzione diventa un desiderio cos anche la strada sulla quale Benjamin ora, a Parigi, va alla ricerca di Parigi, la medesima che deve percorrere il nativo per descrivere la propria citt: un viaggio nel passato. 199 Quindi piuttosto che riscoperta nel passato delle tracce del proprio destino, l esperienza la capacit di restituire al mondo delle cose la voce nella quale ascoltare la canzone cui la nostra esistenza stata sensibile. Tempo prima, -nella Premessa gnoseologica al Dramma barocco tedesco -, Benjamin aveva potuto esprimere il concetto fondamentale della Jetzt-Zeit in questi termini: Lorigine sta nel flusso del divenire come un vortice e trascina dentro il proprio ritmo il materiale di provenienza. In ogni fenomeno di origine si determina la figura, nella quale sempre di nuovo unidea si confronta col mondo storico, finch esso agisce compiuto nella totalit della sua storia. 200 Per comprendere appieno il significato di questa proposizione, non resta che chiarire la sfumatura semantica che assume in Benjamin il termine origine. Egli, in un frammento dei PassagenWerk scrive: durante lo studio dellesposizione simmeliana del concetto di verit in Goethe mi apparve con molta chiarezza che il mio concetto di origine nel dramma barocco una rigorosa e cogente trasposizione di questo fondamentale concetto di Urphnomen trasposto dal contesto pagano della natura a quello ebraico della storia. 201 Se da una parte l Urphnomen di Goethe, in quanto evento propriamente naturale, lespressione in s spaziale-naturale (origine) dellidea di nel fenomeno, in quanto dallaltro evento l Ursprung
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Benjamin,

Peter. Szondi, in nota a Immagini di citt, op. cit., p. 115 Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 24 201 Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 598, N 2a, 4

propriamente storico, espressione in s temporale-storico delleterno del tempo. E di capitale importanza, dunque, concepire lorigine nellimpianto benjaminiano, non come una categoria logica , ma come categoria storica . 202 Perci lorigine non sta nella sfera dei fatti ma si riferisce alla loro pre- e post- storia che nel fatto medesimo appaiono grazie alla sua esposizione dialettica; infatti ogni fatto storico esposto dialetticamente si polarizza e diventa una campo di forze in cui si svolge il confronto tra la sua pre- e post- storia. 203 E il presente che determina nelloggetto del passato, per afferrarne il nocciolo, il punto in cui si scindono la sua pre- e post- storia. Questo passaggio trova la propria originaria matrice in un paragrafo di Leibniz di cui noi sappiamo Benjamin avesse conoscenza e che recita poich questo corpo [la monade], per la connessione di tutta la materia nel pieno, esprime tutto luniverso, anche lanima, in quanto rappresenta quel corpo che le appartiene scorta in modo particolare, rappresenta Benjamin tutto pu luniverso. 204 Sulla dellindicazione leibniziana, affermare in un altro frammento dei Passagen Werk che la struttura monadologica delloggetto della storia a richiedere che esso sia sbalzato fuori dal continuum del corso storico. Esso viene alla luce solo nelloggetto estrapolato in questo modo e lo fa nella figura del conflitto storico che forma linterno (e, per cos dire, le viscere) delloggetto storico e nella quale entrano in scala ridotta tutte le forze e gli interessi. 205 E la struttura stessa della monade intesa come cristallo del fatto storico che implicitamente comporta che essa, nella polarizzazione dialettica che mette in gioco passato e futuro attualizzati nel presente, sia densa di storia fino a scoppiare; e proprio questo
202 203

Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 24 Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 610, N 7a, 1 204 G. W. Leibniz, La monadologia, Firenze, 1985, 65, pp. 173-174

carattere di compiutezza della struttura monadica - che connette realmente luniversale con lindividualit del punto di vista nellorizzonte di simultaneit delle immagini della Jetzt-Zeit -, sorregge lidea che alla base della storiografia materialistica stia un principio costruttivo dialettico vale a dire che il materialista affronta un oggetto storico unicamente dove esso si presenta singolo come fatto monade. 206 Ci in una sta a significare e che in unindagine materialistica la continuit epica, che colloca ogni posizione temporale spaziale rigorosamente definita e non modificabile, andr in frantumi a vantaggio di una coerenza costruttiva possibile solo in presenza di una armatura teorica, come quella del Capitale di Marx, che consenta di catturare nella rete della filosofia gli aspetti pi attuali del passato; ed qui che la costruzione di un fatto storico si distingue La nettamente, ricostruzione in un procedere il solo di tipo piano materialistico, da ci che abitualmente viene definita la sua ricostruzione. implica dellimmedesimazione, cio del fare rivivere ci che stato nel presente; la costruzione invece presuppone la distruzione, il momento critico, cio il forzare e il frantumare la continuit della storia che non viene pi pensata come un tessuto costruito sul mero nesso di causa ed effetto, ma tutto di genere dialettico, ed possibile che per secoli sono andati perduti certi fili che il corso attuale della storia riprende di colpo e quasi inavvertitamente. 207 Il materialista storico non aspira ad una esposizione omogenea n continua della storia; infatti poich la sovrastruttura retroagisce sulla struttura, risulta che una storia omogenea, ad esempio, delleconomia, esiste tanto poco, quanto una storia della letteratura o della giurisprudenza 208; e cos al
205 206

Walter Benjamin, Parigi...op. cit, p. 616, N 10, 3 Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, in Angelus Novus, op. cit., p. 85, tesi XVII 207 Walter Benjamin, Lopera darte nellepoca della sua riproducibilit tecnica, op. cit., p. 93 208 Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 610, N 7a 2

presente

dello in

storico modo

le

differenti

epoche una

del

passato

interessano

differente,

sicch

continuit

dellesposizione della storia impossibile. La monade, per il principio costruttivo che la fonda, rimanda non solo a Leibniz, ma anche al Marx dell Introduzione al 57 in cui egli scrive che la societ borghese la pi complessa e sviluppata categorie organizzazione che esprimono i storica suoi della rapporti produzione. e che Le fanno

comprendere la sua struttura, permettono quindi di penetrare al tempo stesso nella struttura e nei rapporti di produzione di tutte le forme di societ passate, sulle cui rovine e con i cui elementi essa si costruita, e di cui si trascinano in essa ancora residui parzialmente non superati [...] Il capitale la potenza economica della societ borghese che domina tutto. Esso deve costituire il punto di partenza come il punto di arrivo [...] Sarebbe dunque inopportuno ed erroneo disporre le categorie economiche nellordine in cui esse si trovano luna con laltra nella moderna societ borghese, e che esattamente linversa di quella che si presenta come loro relazione naturale
209

corrisponde alla successione dello sviluppo storico.

Lindagine di questa filiera di nessi , infatti, compito e fondamento di quella nuova scienza della storia che non ha pi come oggetto un groviglio di puri dati di fatto, bens quel gruppo definito di fili che rappresenta la trama di un passato nellordito del presente 210 e che in questo modo viene a dare lidea della citabilit del suo oggetto che quindi si presenta come un attimo dellumanit in cui il tempo deve essere arrestato. Ecco qui magicamente forgiata sulla duttile lamina dell esperienza la concezione materialistica della storia; qui il
209

K. Marx, Lineamenti fondamentali di critica delleconomia politica, Firenze, 1968 , pp. 32-35 210 Walter Benjamin, Eduard Fuchs, il collezionista e lo storico, in op. cit., p. 93

concetto di presente comprende larticolarsi di vari tempi del passato nellordito del proprio tempo. Ma in Benjamin c qualcosa di pi rispetto a Marx, c un innesto , del tutto originale, della teologia sulla concezione materialistica della storia ; della come teologia ebbe a dire Gershom Secondo Scholem un Intendo il del marxismo , nel senso di Benjamin, come il metodo esoterico autentica . 211 frammento Passagenwerk nella rimembranza [ Eingedenken ] noi facciamo una esperienza che ci impedisce di concepire la storia in modo radicalmente ateologico 212 poich la rimembranza la quintessenza della concezione teologica della storia tra gli ebrei; per questo Benjamin pu dire che il mio pensiero sta alla teologia come la carta assorbente allinchiostro. Ne completamente imbevuto. Se dipendesse, tuttavia, dalla carta assorbente, non resterebbe nulla di ci che scritto. 213 Il nuovo concetto benjaminiano di storia fondato sulla dialettica di passato e futuro, di messianismo e memoria; labbandono del presente non avviene attraverso un sorpasso puro e semplice del passato e della puntualit dellistante vissuto, il presente non si determina attraverso la funzione di un punto che scorre lungo una rotta infinita, ma attraverso la sincronia, la simultaneit delle immagini. Non pi solamente il passato che si attualizza nel presente, ma le tre dimensioni temporali, passato, presente e futuro sono stereoscopicamente compresenti nella attualizzazione della Jetzt-Zeit , che in quanto tale, si configura come un momento di arresto. Nel volgersi indietro profetico del veggente contenuta limmagine dialettica come fulmine sferico che corre lungo lintero orizzonte del passato; lo storico un profeta rivolto allindietro che scorge il proprio tempo nel medium dei destini trascorsi. Ma proprio il presente nel quale
211 212

Gershom Scholem, Storia di unamicizia, Milano, 1992, p. 262 Walter Benjamin, Parigi..., p. 611, N 8, 1 213 Walter Benjamin, ibidem, N 7a, 7

si scrive storia ad esere oggetto di una profezia, che non annuncia qualcosa che verr, fa soltanto sapere che cosa ha suonato la campana [was die Glocke geschlagen hat] 214; questo presente non un passaggio, ma in esso il tempo sta in bilico e si arresta. La storia infatti oggetto di costruzione il cui luogo non il tempo omogeneo e vuoto, ma quello pieno di tempoora[ Jetzt-Zeit ] 215 in cui coalescono e si confrontano in una posizione in condizione di arresto, passato presente e futuro, e in cui le cose sono ripristinate nel loro giusto luogo; larresto dellaccadere come lasta della bilancia, che oscilla, ma molto debolmente, ed nel miracolo di questa immobilit esitante, che non movimento repentino e neanche fissit assoluta, che contenuto il tremito leggero, impercettiblie, con cui [listante] attesta di vivere. 216 E qui, nellidea dellarresto come momento dialettico tra passato e futuro nella condizione di immobilit dellattimo presente, che sta la valenza messianica del materialismo di Benjamin, poich lavvento del Messia coincide con un fermarsi dellaccadere sulla soglia del tempo; in quel momento si modifica non lo statuto ma il senso e il limite delle cose. trova Questo una profondo sentire messianicorivoluzionario folgorante cristallizzazione

nellaffermazione secondo cui nel momento della redenzione, si fanno accesibili ambiti del divino mai apertisi prima, sicch lo stadio della redenzione sar infinitamente pi ricco e pi perfetto di ogni stato originario. 217 Questa lettura dellaccadere messianico Benjamin la mutua dalla parabola, udita da Scholem, che lo stesso Benjamin aveva raccontato una sera a Ernst Bloch e che questi trascrisse in Tracce . 218 Essa profetizza che per instaurare il regno della pace non necessario
214 215

Walter Benjamin,Manoscritti Preparatori , Ms 444, I 1250 Walter Benjamin, ibidem, Ms 443, I 1249s 216 Henry Focillon, Vie des Formes, Paris, 1934, p. 18 217 Gershom Scholem, Concetti fondamentali dellebraismo, Genova, 1995, p. 146 218 Ernst Bloch, Tracce, Milano, 1989, p. 216

distruggere tutto e dare inizio a un mondo completamente nuovo, basta spostare solo un pochino questa tazza o quellarbusto o quella pietra, e cos tutte le cose. Ma questo pochino cos difficile da realizzare e la sua misura cos difficile da trovare che, per quanto riguarda il mondo, gli uomini non ce la fanno ed necessario che arrivi il Messia. 219 La sua missione realizzare il compito che langelo della storia, le cui ali sono prese nella tempesta del progresso non pu realizzare, e cio destare i morti e ricomporre linfranto formula che rinvia secondo Scholem al concetto cabalistico di Tikkun , termine polisemico che significa insieme redenzione, restituzione, riparazione, riforma, ristabilimento dellarmonia perduta. Sulle tendenze razionalistiche dellebraismo - per cui nei giorni del Messia il mondo non cesser di seguire il suo corso naturale, anzi tutto nel mondo proceder secondo il suo andamento abituale, e il Messia non si legittimer con miracoli o segni cosmici, ma per il successo storico della sua azione - si innesta in Benjamin il contenuto utopico della redenzione messianica mutuato dalla kabbalah, che consente di intendere tale redenzione in modo non restaurativo nella misura in cui, pur rimanendo nella storia, lunit ripristinata non pi solamente quella iniziale, ma nella redenzione dallintimo del

219

Nella redazione di Benjamin essa suona: Fra gli chassidim si racconta una storia sul mondo a venire, che dice: l tutto sar proprio come qui. Come ora la nostra stanza, co sar nel mondo a venire; dove ora dorme il nostro bambino, l dormir anche nellaltro mondo. E quello che indossiamo in questo mondo, lo porteremo addosso anche l. Tutto sar com ora, solo un po' diverso. Se la tesi secondo cui lAssoluto identico a questo mondo non una novit -nella sua forma estrema essa stata enunciata dai logici indiani nellassioma: fra il Nirvana e il mondo non c la pi piccola differenza, nuovo al contrario il piccolo spostamento che la storia introduce nel mondo messianico, e che ha luogo non nelle cose, ma alla loro periferia, nellagio fra ogni cosa e se stessa. Per dirla con San Tommaso, laureola un supplemento che si aggiunge alla perfezione -qualcosa come un tremare di ci che perfetto; questo impercettibile tremito del finito, che ne indetermina i limiti e lo rende capace di confondersi, di farsi qualunque, il piccolo spostamento che ogni cosa dovr compiere nel mondo messianico. La sua beatitudine quella di una potenza che viene dopo latto, di una materia che non resta sotto la forma, ma la circonda e laureola

mondo risplenderanno bagliori fino a quel punto non ancora emanati dalla loro sorgente. 220 Questa sulla visione scorta messianica dellinterrompersi che al della pensiero storia non nellattimo presente della Jetzt-Zeit viene da Benjamin spiegata della considerazione appartiene solo il movimento delle idee ma anche il loro arresto, e quando il pensiero si arresta di colpo in una costellazione carica di tensioni, le impartisce un urto per cui esso si cristallizza in una monade. 221 Il materialista storico coglie la costellazione in cui la propria epoca venuta a incontrarsi con una ben determinata epoca precedente, e fonda cos un concetto di presente come tempo-ora in cui sono inframmezzate schegge del tempo messianico. 222 In questora ( jetzt ) la verit carica di tempo fino a frantumarsi, e questo frantumarsi la morte dellintentio 223, che coincide con la nascita dellautentico tempo storico, il tempo della verit e laddove il passato carico di questo esplosivo, del tempo-ora [ Jetzt -Zeit], lindagine materialista accosta la sua miccia al continuum della storia. Con questo procedimento essa ha in mente di far saltare fuori dal continuum quellepoca determinata, quella vita determinata, quellopera determinata, e in questo modo il frutto nutriente della comprensione storica contiene nel suo interno il tempo. 224 E il commento alla realt, che per Benjamin una interpretazione nei particolari, quei piccoli particolari che contribuiscono a formare la struttura, che sono carichi di storia e che purtuttavia in genere giacciono dimenticati nel ripostiglio della memoria degli sconfitti, questo commento alla realt che

220 221

Gershom Scholem, I concetti fondamentali dellebraismo, op. cit., ibidem Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, in op. cit., p. 85, tesi XVII 222 Walter Benjamin, Manoscritti preparatori, Ms 1104, I 1251s 223 Walter Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 13 224 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 443, I 1249s

richiede

un

metodo

di

analisi

molto

particolare,

quello

esoterico della teologia autentica. Il passato, in questo senso, porta con s un indice segreto che lo rimanda alla redenzione ed nella felicit che massimamente vibra questidea, giacch possiamo respirare la felicit solo nellaria che abbiamo respirato, tra le persone che hanno vissuto con noi 225; la nostra vita un muscolo che ha sufficiente forza per contrarre lintero tempo storico in maniera tale che ogni concetto del presente partecipa del concetto di giorno del giudizio. Il detto apocrifo di un vangelo: giudicher ognuno l dove lo trover - getta una luce assai particolare sul giorno del giudizio finale. Ricorda una annotazione di Kafka: il giorno finale uno stato demergenza [ Standrecht ] 226. Ma vi aggiunge qualcosa: il giorno del giudizio, secondo questo detto, non si distinguerebbe dagli altri giorni. Questo detto evangelico fornisce ad ogni modo il canone per il concetto presente che lo storico fa proprio. Ogni attimo lattimo del giudizio su certi attimi che lhanno preceduto 227 e se ogni epoca in rapporto diretto con Dio, lo in quanto tempo messianico di una qualche epoca precedente. 228 Il nuovo compito che Benjamin delinea
225 226

Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 622, 623, N 13a, 1 C qui il richiamo anche se rovesciato alla concezione schmittiana della sovranit; se per Carl Schmitt, teorico del diritto conservatore, il sovrano decide sullo stato deccezione, ha il potere legittimo di sospendere la validit della legge, e quindi paradossalmente dentro e fuori dalla stessa, qui la tesi coniugata con lidea del tempo messianico, per cui lo stato messianico quello che produce lo stato demergenza, che trasporta in atto ci che in Schmitt esisteva solo potenzialmente. E nel Dramma Barocco Tedesco che Benjamin mutua da Carl Schmitt il concetto di sovranit come fondato, in ultima analisi, sui poteri dittatoriali dello Stato di eccezione poich esso [il barocco ] ha di fronte, antitetica allideale storico della restaurazione, lidea della catastrofe. E in base a questa antiteticit viene coniata la teoria dello stato deccezione [...] Compito del tiranno la restaurazione dellordine nello stato deccezione: una dittatura, la cui utopia sar sempre di porre, al posto dellinstabile divenire storico, la ferrea costituzione delle leggi di natura. Sia la critica reazionaria che quella anarchica rifiutano i miti liberali e percepiscono lo stato deccezione come il nocciolo dellordine politico. 227 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 483 8-23, I, 1245 228 Ms 1816 -1819 cv 8, I 1174 ; gi Karl Barth, nella sua Lettera ai Romani, osserva che il messianico non un altro tempo della storia, vive in esso come giudizio, un giudizio continuo incessante di ogni istante della storia. Probabilmente Benjamin conosceva Barth indirettamente attraverso la recensione positiva che fece al numero del 1936 della rivista di Henry Corbin, in cui era contenuto un articolo dello stesso sulla teologia dialettica. Mentre

quello di portare in atto listante messianico che produce lo stato deccezione [ Aufnahme zu Stand ] effettivo; lattimo dellarresto messianico un istante di giudizio e ci significa che non c una storia divina particolare, ma che tutta la storia della religione si svolge nel mondo, e in quella che si chiama storia della salvezza ogni attimo il giudizio finale per ci che accaduto in qualche attimo precedente, e quindi il messianico giudizio continuo, e perci senza regola, senza posizione di una norma. 229 Il giudizio finale, das jungste Gericht, novissima dies, anticipa sempre la legge, le sempre pi giovane, stando al di qua o al di l di essa. 2. Redenzione e Rivoluzione In definitiva potremmo dire che unidea della storia che si fosse liberata dello schema della progressione in un tempo omogeneo e vuoto, riporterebbe finalmente in campo le energie distruttive del materialismo storico, che per tanto tempo sono state paralizzate, e renderebbe possibile il vacillare delle tre posizioni pi importanti dello storicismo, e cio lidea della storia universale [intesa in senso reazionario]- che possibile in quanto tale, nella sua pienezza di storia messianica in cui ogni attimo ricollocato nel suo giusto luogo e il passato quindi citabile in ciascuno dei suoi momenti , solo laddove esista una lingua universale, intesa in senso teologico come nel Medioevo o logico come in Leibniz -, limmagine epica della storia - cio la sua narrabilit come continuit causale di eventi - e lidea dellimmedesimazione nel vincitore - che torna sempre a vantaggio dei dominatori del momento. Linventario
per in Benjamin il giudizio messianico si riferisce al passato, nella teologia dialettica la krisis al presente 229 Qui la posizione di Benjamin in contrasto con le tesi schmittiane secondo le quali la sovranit come stato deccezione una legge che sta dentro e fuori se stessa; mentre la regola si limita a vivere dello stato di eccezione, qui lo stato di eccezione diventa la regola

del bottino che i vincitori mettono in mostra davanti agli sconfitti la cultura, patrimonio di valori considerato indipendente non dal processo di produzione in cui nacquero i valori, ma da quello in cui essi perdurano, e che servono cos allapoteosi del dominatore e allasservimento dei vinti, che come una preda, sono trascinati nel trionfo, sommersi dalla polvere. Ma proprio perch i piccoli particolari della storia, i ritagli, le pezze, vengono accantonati in nome del vincitore, proprio perch nella cultura determinati attimi della storia vengono cancellati, proprio per questi motivi il materialismo storico non pu considerare la storia altrimenti che come una costellazione del pericolo, e solo lelaborazione di questo nuovo concetto critico del presente , in cui nulla di ci che si verificato vada perduto , pu fondare e dare al soggetto storico la possibilit di articolare storicamente il passato e di andare verso un futuro, che non sia solo uno sguardo pi grande sul cumulo di rovine che cresce davanti agli occhi dellangelo spinto dalla tempesta del progresso 230, e di scardinare quellidea di storia universale legata al progresso e alla cultura; in tal modo si rimetter in discussione ogni vittoria che sia toccata, nel tempo, ai dominatori. La legittimazione dello storico quindi dipende dalla sua netta consapevolezza della crisi in cui, di volta in volta, entrato il soggetto della storia. Questo soggetto non qualcosa di trascendentale, ma il soggetto della storiografia , in linea di diritto, quella parte dellumanit la cui solidariet abbraccia tutti gli oppressi 231 e la tradizione degli oppressi fa della classe operaia la classe redentrice. Solo per la classe operaia si d la conoscenza storica, e per lei unicamente, nellattimo storico. Con questa definizione si conferma la liquidazione del momento epico nellesposizione della storia. Alla memoria involontaria - e ci la distingue dalla
230 231

Questa immagine contenuta nelle Tesi di Filosofia della Storia, in op. cit., tesi IX, p. 80 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 484, 10-13, I 1234

memoria volontaria - non si offre mai un decorso di eventi, ma solo unimmagine. 232 Il presente concepito come Jetzt-Zeit , limmagine del passato che balena nelladesso ( jetzt ) della sua riconoscibilit , secondo ricordo le sue determinazioni [...] viene soggetto La ulteriori, storia in unimmagine senso rigoroso del ( Erinnerung ) che al

unimmagine

dalla della

memoria storia

involontaria del

[ unwillkrliches Eingedenken ], unimmagine che si presenta improvvisamente nellattimo pericolo. 233 Ma la rimembranza da sola in quanto tale impotente a trasformare il mondo: uno dei grandi meriti di Baudelaire agli occhi di Benjamin proprio il riconoscimento disperato Baudelaire di questa impotenza. Analizzando a perdu il son verso di le printemps adorable odeur!,

Benjamin scrive che il crollo e la sparizione dell esperienza a cui ha - in un tempo lontano - partecipato ammesso nella parola perdu. [...] E ci che rende questo verso di Baudelaire infinitamente sconsolato. Per chi non pu fare pi alcuna esperienza , non c conforto. 234 Benjamin individua il superamento di questa impotenza nella rivoluzione proletaria che pu e deve operare linterruzione messianica del corso del mondo. 235 Vi qui un privilegio assoluto accordato allapproccio di Marx 236 in una poich egli, nellesperire lalienazione, penetra dimensione

essenziale della storia, [perci] la concezione marxista della storia superiore ad ogni altra storiografia. 237 Questa istanza metodologica e politica pu, nellistante della sua praticabilit, nutrendosi
232 233

della

forza

della

rimembranza,

restaurare

Walter Benjamin, ibidem, Ms 474, I 1242s Walter Benjamin, ibidem 234 citato in M. Lwy, op. cit., p. 130 235 W. Benjamin, Tesi di filosofia della Storia, in op. cit., p. 82, tesi 12 236 A tale riguardo Benjamin si pronuncia direttamente nella prima Tesi sul concetto di Storia che verr pi oltre introdotta 237 Martin Heidegger, Lettera sullumanismo, in op. cit., p. 292

l esperienza perduta , abolire linferno della merce, spezzare il cerchio malefico del sempre identico, liberare lumanit dallangoscia mitica e gli individui dalla condizione di automi. Se dalla reificazione non si pu pi dedurre immediatamente la disposizione rivoluzionaria del proletariato, compito del materialista storico intraprendere una valorizzazione dialettica delle merce, immagini in oniriche il collettive pi e provocare lattimo integrale del risveglio dallapparenza fantasmagorica della quanto compito proprio dell esperienza dialettica dissolvere lapparenza del sempre uguale, anche solo quella della ripetizione della storia Questa visione dell interruzione redentrice della continuit della storia incarnata agli occhi di Benjamin da Blanqui il cui nome ha fatto tremare col suo timbro metallico il secolo precedente 238; il presupposto fondamentale della sua attivit non mai stata la fiducia illusoria nel progresso ma la decisione di mettere fine allingiustizia presente. Blanqui in connessione con Nietzsche permette a Benjamin di rappresentare la necessit della rottura del tempo omogeneo e vuoto del progresso in cui ogni attimo cancella il precedente e insieme lo ripete nella coazione a movimenti sempre uguali 239, ma al contempo, anche, di superare i limiti della teoria dell eterno ritorno, in quanto essa stessa interna a ci che si proponeva di vincere poich il destino, il vero ordine delleterno ritorno, soltanto impropriamente, parassitariamente pu essere definito temporale, le sue manifestazioni cercano piuttosto
238 239

il

tempo

spazio 240;

leterno

ritorno

trasforma

W. Benjamin, Tesi di filosofia della storia, in op. cit, p. 82, Tesi 12 Citando alcuni passi del Capitale sul lavoro meccanico delloperaio, gi Lukcs commenta il tempo perde cos il suo carattere qualitativo, mutevole, fluido: esso si irrigidisce in un continuum esattamente delimitato, quantitativamente misurabile, riempito da cose quantitativamente misurabili (le operazioni reificate del lavoratore, oggettivate meccanicamente ed esattamente separate dalla sua personalit umana complessiva): in uno spazio; Gyorgy Lukcs, Storia e coscienza di classe, Milano, 1988, p. 116 seguenti 240 W. Benjamin, Il Dramma barocco tedesco, op. cit., p. 133. In questo senso interessante ricordare come nella Gaia Scienza alla domanda del demone: Vuoi tu che questo istante

laccadere storico in articolo di massa e suscita per incanto lidea speculativa (o la fantasmagoria) della felicit 241. Nel balenare del passato nel presente nellora della sua riconoscibilit, nella frantumazione della vuota omogeneit della dimensione temporale lineare, e nel superamento dellidea delleterno ritorno invece la classe oppressa pu liberarsi dalla trappola del continuum , scrivere storia per proprio conto, poich sussiste un nesso strettissimo tra lazione storica di una classe e il concetto che questa classe ha non solo della storia futura, ma anche della storia passata; ci solo apparentemente in contraddizione con la constatazione che la coscienza di una discontinuit storica la peculiarit delle classi rivoluzionarie nellattimo della loro azione. Nellidea del discontinuum sta il fondamento della vera tradizione, e la storia ha il compito non solo di impossessarsi della tradizione degli oppressi, ma anche di istituirla
242

poich

le

rivoluzioni

simboleggiano

lo

scardinamento del continuum col dare inizio ad un nuovo computo degli anni, cio ad un nuovo calendario. Cos come in Israele, il passaggio primordiale verso la comprensione della propria esistenza storica e verso la concezione dellunit teologica del tempo, si attua in un primo momento nella trasformazione del calendario cananeo in cui le festivit divennero commemorazione di avvenimenti storici. Questo operare nel tempo di Dio non trascorre nel passato, ma vive nelle generazioni successive come giorno in memoria cui ha ritornante inizio un dellidentit collettiva. 243 Il

calendario funge da sintesi accelerata della storia ed in fondo, sempre questo giorno che ritorna sotto forma dei giorni festivi, che sono giorni della memoria. I calendari, infatti, non
torni infinite volte?, viene pronunciata la risposta Si, lo voglio. Decisivo qui lo spostamento messianico che cambia integralmente il mondo lasciandolo quasi intatto, giacch tutto rimane uguale ma ha perduto la sua identit. 241 Walter Benjamin, Parco Centrale, in Angelus Novus, op. cit., pp. 132, 140 242 Walter Benjamin, Manoscritti preparatori, Ms 488 2-3, I 1246

misurano il tempo come gli orologi 244, e in questo senso per la tradizione delle classi oppresse e per la classe rivoluzionaria nel momento dellazione, il tempo non omogeneo e vuoto come quello degli orologi dei campanili contro i quali i rivoltosi sparano, ma eterogeneo, qualitativamente differenziato, discontinuo; non vuoto ma riempito con il tempo attuale o il presente ( Jetzt-Zeit ) che fa esplodere la continuit della storia. In opposizione alla realt alienata del mondo del sempre-uguale la felicit data dalla memoria involontaria, non la si pu trovare nellartificialit dellerleben o nella forma della propriet inalienabile senza distruggerla; nelle immagini del desiderio che hanno il carattere ambivalente di passato remoto indistinto legato ad un futuro indistinto e sono precisabili solo quando passato e futuro entrano in congiunzione nellora dello jetzt - che sta lidea della felicit. Nel quadro di questa concezione qualitativa-attiva del tempo possibile aprire il campo storico alla novit utopica irriducibile allaccumulazione meccanica, ripetitiva, quantitativa. La fiducia nellaccumulazione quantitativa sta alla base tanto dellottusa fede nel progresso quanto della fiducia nella base di massa. 245 E nelle Tesi di filosofia della storia che Benjamin formula nel modo pi denso di significati la sua visione della rivoluzione come interruzione redentrice della continuit della storia; questa concezione messianica - rivoluzionaria calata nella storia, in nuce 246 in tutto il cammino intellettuale di Benjamin,
243 244

M. Noth, Storia dIsralele, Brescia, 1975, p. 11 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1055v, I 1250 245 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1105, 3-5, I 1232 246 Uno dei primi scritti in cui queste vedute rivoluzionarie che anticipano la dialettica tra messianismo, rivoluzione e teologia, si manifestarono con tutta la loro carica esplosiva il saggio Per la critica della violenza, direttamente ispirato dalle riflessioni sulla violenza di Sorel. In questo testo Benjamin esprime il proprio disprezzo assoluto per le istituzioni statali come la polizia, massima degenerazione possibile della violenza, o il parlamento; egli approva senza riserve la critica antiparlamentare radicale e ampiamente giustificata dei

rappresenta per il suo ultimo sforzo in un momento storico caratterizzato dalla vittoria nazional-socialista, dal fallimento della socialdemocrazia patto tra tedesca e e francese, nonch dal che mostruoso Stalin Hitler; linsegnamento

Benjamin vuole trasmettere che bisogna giungere ad un concetto di storia in base al quale la situazione eccezionale in cui viviamo costituisca la regola, sicch allora avremo di fronte, come nostro compito storico, la creazione della situazione eccezionale; e ci migliorer di molto la nostra posizione nella lotta contro il fascismo. La superiorit che questo ha nei confronti della sinistra trova, non da ultimo, la sua espressione nel fatto che essa gli muove contro in nome della norma storica, di una sorta di condizione media della storia. 247 La rivoluzione degli oppressi associata alla figura del Messia che non viene solo come redentore, ma anche come vincitore sullanticristo 248, il cui volto attuale secondo Benjamin appunto quello del terzo Reich. Questo messianismo storico si situa agli antipodi di ogni storicismo progressista, il Messia interrompe la storia, non viene alla fine di una evoluzione. 249 Tale modalit messianicorivoluzionaria di accostarsi al passato consente quindi di affrontare questultimo non in modo storiografico, ma in modo politico, con categorie politiche; infatti il concetto di Jetzt-Zeit istituisce una connessione tra storiografia e politica, identica a quella teologica tra memoria e redenzione; se questo presente, la Jetzt-Zeit , che si deposita in immagini che si possono chiamare dialettiche, e che rappresentano unidea che salva dellumanit, il legame tra l Erfahrung , la teologia e il

bolscevichi e degli anarcosindacalisti, tuttavia Benjamin si separa da Sorel collocandosi sul piano della teologia messianica: la violenza rivoluzionaria, in quanto violenza pura e immediata, una manifestazione della violenza divina, distruttrice del diritto e che si oppone cos alla violenza mitica fondatrice del diritto come alla violenza conservatrice del diritto 247 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 488 6-18, I 1246 248 Questo richiamo contenuto nelle Tesi di Filosofia della Storia, in op. cit., p. 78, Tesi VI

materialismo storico l Eingedenken [rimembranza, memoria], distinto dall Andenken , legato al semplice vissuto ( Erlebnis ). Questa connessione tra esperienza , memoria e teologia si esplica chiaramente in riferimento alluomo ridotto ad automa che ha perduto tutta lesperienza ( Erfahrung ) e tutta la memoria; in una conferenza del 1930, Benjamin aveva gi manifestato il proprio interesse per il dualismo risolutamente religioso tra la vita e lautoma che si trova nei racconti fantastici di Hoffmann, Poe, Kubin e Panizza. Questa osservazione si riferisce tra laltro ad un testo di Poe intitolato Il giocatore di scacchi di Maelzel , testo che ha ispirato la Tesi prima di filosofia della storia, dove Benjamin mette in scena un fantoccio automa in veste da turco, con in bocca una pipa e che doveva vincere ogni partita a condizione che un nano gobbo guidasse la mano del burattino. 250 La conclusione filosofica del giocatore di scacchi di Maelzel la seguente: assolutamente certo che le operazioni dellautoma sono regolate dallo spirito e non da altro. Ci che Poe chiama spirito, nel testo di Benjamin diviene la Teologia , cio lo spirito messianico senza il quale la rivoluzione non pu trionfare n il materialismo storico vincere la partita, in opposizione alle concezioni materialiste volgari (meccaniciste) del che progresso basta della socialdemocrazia come andare e del comunismo automatico, conduce staliniano, che concepiscono lo sviluppo delle forze produttive, economico per miglioramento avanti e irresistibile, illimitato, e dello sviluppo tecnico come corrente seguire che automaticamente alla crisi finale del capitalismo e alla vittoria del proletariato 251, che non trov nessuna corrispondenza storica con la propria coscienza di un nuovo inizio poich per
249

Vi analogia tra la concezione messianica della storia di Benjamin nelle tesi e certe idee avanzate da Rosenzweig in La stella della Redenzione, Genova, 1986 250 E la Tesi I di filosofia della storia, in Walter Benjamin, Tesi di Filosofia della Storia, in op. cit., p. 75 251 Walter Benjamin, Tesi di Filosofia della Storia, op. cit., p. 81, Tesi XI

lei non ebbe luogo nessun ricordo. La socialdemocrazia assegn alla classe operaia il ruolo di redentrice delle generazioni future e recise cos il nerbo della sua forza. 252 Questo fu lerrore fatale nella concezione socialdemocratica della storia, che la classe operaria doveva apparire come redentrice nei confronti delle generazioni future, mentre essa deve dare prova della sua forza redentrice rispetto alle generazioni che la hanno preceduta. Cos la classe disapprese a questa scuola [quella della socialdemocrazia] sia lodio che il sacrificio. Poich entrambi traggono alimento pi dalla vera immagine degli avi asserviti che dallimmagine ideale della posterit liberata. La frase: nessuna gloria ai vincitori, nessuna piet ai vinti, cos efficace perch esprime pi una solidariet con i fratelli morti che una solidariet con i posteri. 253 Se lideale assoluto della socialdemocrazia era listituzione di una societ senza classi, nella tesi XVIIa inedita scoperta, pochi anni orsono, Benjamin tratteggia nitidamente lautentica concezione di Marx di tale societ in opposizione a quella volgare sostenuta dai socialdemocratici. Infatti Benjamin afferma che nellidea della societ senza classi Marx ha secolarizzato lidea del tempo messianico. E cos andava bene. I disastri ebbero inizio quando la socialdemocrazia E questa elev era tale idea a ideale. Nella dottrina la filosofia scolastica del partito

neokantiana lideale veniva definito come un compito infinito. dottrina socialdemocratico - da Schmidt a Stadler fino a Natorp e Vorlnder. Una volta definita la societ senza classi come un compito infinito, il tempo omogeneo e vuoto si trasform in una anticamera nella quale si poteva attendere lavvento della situazione rivoluzionaria. In realt non vi un attimo che non rechi in s la propria chanche rivoluzionaria. Il pensatore
252 253

Walter Benjamin, Manoscritti preparatori, ms 466r, I 1236s Walter Benjamin, ibidem

rivoluzionario ne trae conferma dal potere delle chiavi che tale attimo possiede nei confronti di una determinata stanza, fino ad ora chiusa, del passato. Lingresso in questa stanza coincide esattamente con lazione politica, ed in questo che tale azione, per quanto distruttiva, si viene a riconoscere come unazione messianica. La societ senza classi non la meta finale del progresso nella storia, ma ne piuttosto linterruzione tante volte fallita e finalmente attuata. 254 Leco della tesi della convergenza di messianismo e politica che nella Jetzt-Zeit attualizza ci che la socialdemocrazia riponeva nella societ senza classi come un compito infinito e che il dogma religioso erigeva nel pensiero teocratico del Regno di Dio- si ritrova in nuce nel Frammento teologico politico databile probabilmente ai primi mesi del 1919 255, in cui si afferma che lordine del profano deve essere orientato sullidea di felicit e la relazione di questordine con il messianico uno dei punti dottrinali essenziali della filosofia della storia...poich nella felicit ogni essere terrestre aspira al suo tramonto, ma solo nella felicit esso destinato a trovarlo. [...] Alla restitutio ne in integrum spirituale, che conduce porta allimmortalit, corrisponde una mondana, che

alleternit di un tramonto e il ritmo di questa mondanit che eternamente trapassa, e trapassa nella sua totalit, non solo spaziale, ma anche temporale, il ritmo della natura messianica la felicit. Poich la natura messianica, per la sua eterna e totale caducit. Tendere a questa [...] il compito della politica mondiale [...]. 256 Analizzando le idee che elettivamente si con-fondono nel pensiero di Benjamin, Scholem osserva che lidea messianica
254 255

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1098, I 1231 Per la questione della sua datazione si rimanda al commento al Frammento TeologicoPolitico contenuto nelledizione italiana in Il concetto di critica nel romanticismo tedesco, Torino, 1982, p. 172

che

continua

svolgere

nellultima

parte

dellopera

di

Benjamin un ruolo prioritario, riveste in lui un carattere profondamente apocalittico e distruttore, dove il principio di distruzione appare come un aspetto della redenzione, che si manifesta nellimmanenza e si realizza attraverso la storia del lavoro umano. Scholem riferisce questa problematica soprattutto al saggio Il carattere distruttivo , ma i Manoscritti Preparatori per le Tesi di Filosofia di Storia sono lespressione pi sorprendente di questo concetto messianico rivoluzionario di distruzione che intreccia la lotta di classe con la redenzione, Marx con Necaev, il materialismo storico e Dostoevskij, che Benjamin considerava come uno dei grandi anarchici del secolo diciannovesimo: Forza dellodio in Marx. Desiderio di lotta della classe operaia. Connettere la distruzione rivoluzionaria con lidea della redenzione. (Necaev, I demoni). 257 Nella parentela stabilita tra passato remoto e futuro messianico, e in cui la classe oppressa gioca il ruolo di attualizzatrice nel presente storico attraverso appunto il carattere rivoluzionario e quindi distruttivo, speculare il rapporto che si stabilisce tra arcaico e novissimum . Larcaico, il dimenticato, imprigionato in noi, sempre presente immutato, irrigidito, nel singolo o nella collettivit e uno choc, o la rottura di una tradizione lo fanno risorgere, lo riportano alla luce. In tale immagine concettuale dellarcaico confluiscono, sia le teorie di Bachofen - lopera di Bachofen, sottolinea Benjamin, stata ispirata da fonti romantiche, ed essa ha attirato lattenzione di pensatori marx isti e anarchici a causa della sua evocazione di una societ comunista allalba della storia - e di Klages sulla preistoria e sul ctonismo, sia la concezione di Freud sullapparato psichico nel quale il tempo si presenta come campo di forza di istanze
256

Walter Benjamin, Frammento Teologico-Politico, in Il concetto di critica nel Romanticismo tedesco, Torino, 1982, pp. 171, 172 257 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 449 1-3, I 1241

contrastanti (luna che non conosce il tempo, laltra che lo esperisce) che ha come risultante un tempo quale coesistenza di coesistenza e successione . La rivoluzione assume il carattere non gi di continuazione del progresso, ma di interruzione del progresso e di attualizzazione dell Erfahrung pre-istorica (Bachofen interessante per Benjamin proprio perch attinge da quellhumus preistorico in cui le classi sono un concetto assente); riconciliando di nuovo luomo con la natura, la rivoluzione mondiale render nuovamente possibile l esperienza della societ senza classi della preistoria, forma secolarizzata dellera messianica, del paradiso perduto e ritrovato, quello da cui ci allontana la tempesta del progresso. Movendo dalla condizione sociale tardo-borghese, irrigidita e prigioniera del principio di individuazione, Benjamin cerca la strada delle perdute, originarie categorie del sociale. Se lesistenza della societ senza classi non pu essere pensata entro lo stesso ordine temporale della lotta per essa, purtuttavia il concetto di presente nel senso che dobbligo per lo storico necessariamente definito da questi due ordini temporali; senza un esame condotto a partire dalla societ senza classi, del passato si d solo un centone storico; per questo il futuro redento legato alla rest aura zione di un paradiso perduto, sul modello delle societ arcaiche dell Urgeshichte che sono cos quelle dellarmonia tra luomo e la natura, infranta dal progresso e da ristabilire nella societ emancipata del futuro. Depositate nellinconscio collettivo, le esperienze di questa societ producono, compenetrandosi col nuovo, lutopia.
258

Per Benjamin non si tratta dunque di rest aura re la comunit primitiva, ma di ritrovare, attraverso la rimembranza collettiva, l esperienza perduta dellantico egualitarismo antiautoritario e

258

Walter Benjamin, Angelus novus, op. cit., p. 147

antipatriarcale, e di farne una forza spirituale nella lotta rivoluzionaria dellavvenire per in listituzione della al societ mondo senza classi contrapposizione capitalistico

moderno, dominato dalla merce, luogo per eccellenza della ripetizione, del sempre identico travestito da novit, del mito angosciante e infernale delleterno ritorno (che quello della ripetitivit infinita). La rivoluzione dunque al tempo stesso utopia dellavvenire e redenzione messianica, poich la concezione autentica del tempo storico riposa interamente sullimmagine della redenzione. 259 Rivolta apparentemente verso il passato, la ricerca benjaminiana dell esperienza perduta si orienta alla fine verso lavvenire messianico rivoluzionario. Ursprung ist das Ziel [nota Karl Kraus], lorigine il fine esergo alla XIV delle Tesi di filosofia della storia, quella che definisce la rivoluzione come un balzo di tigre nel passato - lespressione di questa struttura significativa. Anche in Parigi Capitale del XIX secolo Benjamin si riferisce ai sogni del futuro come sempre accoppiati con elementi provenienti dalla storia arcaica , cio da una societ senza classi. La societ senza classi non lo scopo finale del progresso storico, ma la sua interruzione cos spesso mancata e finalmente attuata, di contro alla societ senza classi della socialdemocrazia che diventa ci che fonda e guida tutto il divenire storico, senza mai essere essa stessa raggiunta in una esperienza . Questa dimensione legata al recupero della societ pre-istorica, che non ha come orizzonte il mito, ma che integra ludicamente il passato nel presente ed ha unidea creativa della riconciliazione futura, rappresentata per Benjamin da Fourier. Egli, in Parigi capitale del XIX secolo, paragonato a Paul Scheerbart come esempio paradigmatico della congiunzione tra

259

Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 632, N 13a, 1

il vecchio e il nuovo in una utopia che d nuova vita ai simboli primitivi del desiderio; in uno scritto a lui dedicato come recensione del romanzo Lesabendio 260, composto nel 1919, Benjamin afferma che il suo libro colmo ovunque dellintelligenza, della concezione e dellidea. 261 In una lettera a Werner Kraft Benjamin scriveva: Su questo nostro pianeta sono andate in rovina, nel sangue e nellorrore, gi moltissime civilt. Come naturale, bisogna augurargli di sperimentare una civilt che abbia lasciato alle proprie spalle sia il sangue che lorrore. E anzi, sono propenso a ritenere, come Scheerbart, che il nostro pianeta non faccia altro che attendere una tale civilt. 262 La figura di Scheerbart, pressoch sconosciuta alla maggioranza dei suoi contemporanei, e che Benjamin venne a conoscere grazie al dono che Scholem gli fece del romanzo Lesabendio , riveste nelle considerazioni politiche di Benjamin una notevole importanza; disgraziatamente il saggio Il vero politico [ Der wahre Politiker ] che Benjamin scrisse avendo Scheerbart e la sua produzione a modello andato perduto, ne rimangono significativo solo il tracce compito che del per politico denunciano in modo da come era inteso

Benjamin, se vero che le due parti che dovevano costituire il lavoro si intitolavano Distruzione della violenza e Teologia senza scopo ; e cio un azione pratica tesa a restituire alluomo la propriet dei suoi gesti e delle sue esperienze, e in questo sta la ricerca di quella felicit immanente che lo stesso ritmo della natura messianica. 263

260 261

Paul Scheerbart, Lesabendio, Pordenone 1991 Walter Benjamin, Paul Scheerbart: Lesabendio, in Il Concetto di critica nel Romanticismo tedesco, op. cit., p. 128 262 Walter Benjamin, Lettere, op. cit., 263 Walter Benjamin, Frammento Teologico-Politico, in op. cit., p. 172

Il

procedimento tra il

di

Benjamin, passato

invero, nel

caratteristico tessere e

del

romanticismo dialettici

rivoluzionario,

consiste

rapporti lavvenire

precapitalista

postcapitalista, larmonia arcaica e larmonia utopica, lantica esperienza perduta e la futura esperienza liberata, movimenti che non si risolvono in una oscillazione tra due poli ma in un arresto che dialetticamente li com-prende entrambi. 264 Come Benjamin, anche Scheerbart era un personaggio eccentrico e marginale, e proprio da questa sua privilegiata condizione di marginalit gli fu possibile sferrare un attacco duro e al tempo stesso lucido alla societ del suo tempo, che voleva per essere anche un pronunciarsi senza riserve per essa; egli rifugge dallimmagine umana tradizionale solenne, nobile, fregiata di tutte le offerte sacrificali del passato, per rivolgersi al nudo uomo del nostro tempo, che strillando come un neonato, se ne giace nelle sudicie fasce di questepoca 265 e per il quale aspira allarcaico nella sua forma di comunitarismo e assenza di classe. Cos egli nella sua Architettura di vetro , scrive che non siamo alla fine, bens allinizio di unera della civilt. Dalla tecnica e dalla chimica possiamo attenderci ben altri miracoli veramente straordinari. Non dimentichiamolo mai. Questa sicurezza dovrebbe infonderci un coraggio sempre nuovo; essere legati allantico in certi casi unottima cosa; almeno si preservano le cose antiche. Anche noi siamo legati allantico -non vogliamo, infatti, che siano abbattute le piramidi dellantico Egitto.

Il legame tra romanticismo e messianismo documentato non solo dallinteresse di Benjamin per gli scritti mistici e cabalistici di pensatori romantici come Franz von Baader e Franz Joseph Molitor, ma soprattutto dalla sua tesi di laurea Il concetto di critica nel romanticismo tedesco (1919); in essa si trova quel passo che capitale per comprendere la sua filosofia messianica della storia in gestazione: egli oppone linfinito temporale qualitativo del messianismo romantico, per cui la vita dellumanit un processo di realizzazione e non semplicemente di divenire, allinfinito temporale vuoto caratteristico dellideologia moderna del progresso 265 Walter Benjamin, Esperienza e povert, in op. cit., p. 205

264

Aspiriamo per anche al nuovo - con tutte le nostre forze - e possano queste forze crescere sempre pi. 266 La felicit di Scheerbart tuttavia non sulla terra miserevole, tra quegli uomini che hanno un unico pensiero, il buon pasto serale che essi si attendono di vedersi servire dai domestici nelle cattedrali e nei palazzi 267, e che si lanciano in grande orde, a migliaia, luno contro laltro e [che] si arrecano con armi da fuoco ed aguzzi pezzi di ferro le pi orrende ferite per le quali i pi muoiono. 268 La sua felicit altrove, e cio in un universo che non risulti soggetto al perbenismo filisteo, alle leggi del militarismo, dei duri bisogni materiali, dellEros in quanto avvilente fardello che vincola a sopravvivere a questa storia. Il suo ideale quello di realizzarsi come artista architetto del vetro e letterato-, per attuare una vita capace di realizzare pienamente gli individui, contro la pura curiosit della scienza e del progresso, e contro la costruzione utilitaristica che ha represso la costruzione artistica. In questo la sua attenzione per il vetro gioca un ruolo fondamentale, se nella Architettura di vetro dedicher unintera sezione allo studio del valore di tale materiale nel campo della fisica e dellastronomia, scienza nobile e non certo piegata allutilitarismo spiccio e a cui egli volger sempre la propria attenzione nel mentre distoglie lo sguardo dalle bassezze della Terra. 269
266 267

Paul Scheerbart, Architettura di vetro, op. cit., pp. 139, 149 Paul Scheerbart, La nuova vita; apocalisse architettonica, in Scheerbartiana, Milano,, 1982, p. 158 268 Paul Scheerbart, Lesabendio, op. cit., p. 13; nel romanzo scritto nel 1913 Scheerbart preconizza il conflitto mondiale che sarebbe scoppiato di l ad un anno 269 La sezione cui facciamo riferimento la numero 95, nella quale si parla della scoperta di Doppler che consiste nello spostamento verso linfrarosso e lultravioletto delle righe di Fraunhofer associato allavvicinarsi e allallontanarsi della luce; questo effetto riscontrabile grazie al vetro ed documentabile attraverso il fissaggio forografico degli spettri luminosi. Scheerbart considera fondamentale questa scoperta giacch grazie ad essa fu possibile valutare la velocit dello spostamento di stelle scarsamente luminose. Laltro effetto cui Scheerbart fa cenno leffetto Zeeman, che si ottiene per effetto di un campo magnetico su di una fiamma, e che mostra le righe di Fraunhofer triplicate. Questa triplicazione dellimmagine permette di dedurre lesistenza di campi magnetici di cui si dimostrata la presenza nei

E in Lesabendio - storia dellastro Pallas e dei suoi abitanti, i pallasiani, che, da sempre dediti allabbellimento artistico del loro pianeta, improvvisamente scoprono la parte nascosta del loro astro, e cominciano cos la costruzione di una altissima torre che connetta il corpo del pianeta alla sua testa - che, a detta di Benjamin, Scheerbart ci tramsmette una delle sue immagini pi seducenti, immagine calata nel mondo astrale e fantastico creato appunto da un uomo scettico e disilluso nei confronti di unepoca sorretta dalla facile fiducia nel progresso, sempre accompagnato dal pervertimento delle conoscenza scientifiche e dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e umane: tale immagine quella di una umanit postasi in accordo con la propria tecnica e pronta a servirsene umanamente. Ci sarebbe possibile a due condizioni e cio che gli uomini rigettino lidea grossolana di essere chiamati a sfruttare le forze della natura, e che si convincano, invece, che la tecnica, liberando gli uomini, sarebbe in grado di liberare fraternamente la creazione interna. La storia, che prende il nome dal proprio eroe, Lesabendio, quella dei pallasiani, esseri che vivono organizzati in comunit, asessuati e che nascono da gusci di noce che si trovano nelle profondit dellastro. Quando nascono si autonominano, ovvero prendono nome dalle prime parole che balbettano e che sono il residuo della loro permanenza prenatale in un mondo pacificato e universale, dove anche la lingua data nella sua unicit; non infatti casuale che essi siano poi in grado di conversare con esseri appartenenti ad altri pianeti. E qui sta anche, secondo Benjamin, lessenza della prosa, che di perire, di essere
vortici solari e che spiegano la costituzione delle macchie solari. Per inciso si noti che le righe di Fraunhofer sono righe scure che si presentano nello spettro del sole e delle stelle, e tutte le volte che i raggi luminosi emessi da una sorgente passano attraverso mezzi gassosi o altri mezzi capaci di assorbire particolari lunghezze donda. Le righe di Fraunhofer sono dovute alla mancanza di tali lunghezze donde nello spettro finale e che dovuto allassorbimento che la parte pi esterna, gassosa, del Sole e delle stelle esercita sullo spettro emesso dal nucleo centrale incandescente

compresa,

dissolta,

distrutta

senza

ritorno,

interamente

sostituita dallimmagine o dallimpulso. Nel momento in cui la parola abbia raggiunto la perfetta trasparenza a se stessa, poich dice e intende oramai solamente se stessa, la parola resituita allidea non conosce passato n ripetizione, quella lingua che, avendo bruciato in s ogni presupposto e ogni nome, non ha pi nulla da dire, ma semplicemente parla. La molteplicit delle storie analoga alla molteplicit delle lingue. La storia universale nel suo senso odierno pu essere sempre e solo una specie di esperanto. Lidea di storia universale unidea messianica, la sua lingua la prosa integrale che ha fatto saltare i vincoli della scrittura ed compresa da tutti gli uomini, cos come dai fortunati della lingua degli uccelli. 270 Nella lingua si riflette anche la questione della tecnica e lidea di un suo utilizzo positivo; lo stesso Benjamin che nel saggio Esperienza e Povert fa riferimento al fatto che le amabili creature dellastro Pallas si interessino del problema di che cosa apportino loro i telescopi, gli aereoplani, i missili, cio le invenzioni delluomo. La loro disposizione nei confronti della tecnica diversa da quella che luomo ha e ci si dimostra anche nel linguaggio dei pallasiani, totalmente nuovo, e che caratterizzato dalla disposizione per larbitrario elemento costruttivo in contrapposizione allorganico. Nel linguaggio non c nessun rinnovamento tecnico ma la mobilitazione dello stesso al servizio delle lotte o del lavoro; in ogni caso al servizio della trasformazione della realt, non della sua descrizione. 271 Infatti nel romanzo la tecnica ci che combatte tutto quel che vecchio, che aiuta la creatura nella definizione di una condizione di vita sempre pi raffinata ed intellettuale; le
270

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 470 15-28, I 1238; nella tradizione popolare i Sonntagskinder, i bambini nati di domenica, avrebbero il dono di sapere comunicare con gli uccelli.

macchine sgravano luomo dalla fatica e alla fine tutti si davano da fare unicamente per inventare macchine sempre migliori. Unattivit intellettuale
272

poco

poco

sostitu

dappertutto quella manuale.

La tecnica inglobata nei pallasiani - in Lesabendio sono gli abitanti dellastro Pallas - affinch essi non debbano gravare sulla natura; cos i loro occhi si trasformano alloccasione in microscopi o in telescopi ed ogni pallasiano aveva moltissime mani, mani tozze e mani pi agili e fini. Fra queste ultime cerano anche quelle provviste di dita capaci di scrivere proprio come una penna stilografica. 273 La tecnica non deve schiacciare n luomo n la natura, e nemmeno larte tant che loccupazione dei pallasiani consiste nellabbellimento del pianeta attraverso la costruzione di architetture luminose e cristalline - e qui gi si delinea quellinteresse per larchitettura di vetro che far di Scheerbart lantesignano dellespressionismo architettonico di un Bruno Taut o degli stessi Le Corbusier, Giedion e Gropius, e che trover la sua codificazione ne Larchitettura di vetro del 1914. Tutto questo finch Lesabendio, uno degli abitanti dellastro, spinto dalla curiosit, non scopre che lass, oltre la ragnatela di nubi che di notte scende a velare lastro, Pallas, il pianeta a forma di botte cava, continua ad esistere in un cono mai prima scoperto. Lastro Pallas in realt un astro binario; e comincia cos la tensione dellessere verso il superiore, verso laltra parte di s, tensione che si attua nella costruzione di una immensa torre che deve congiungere le due parti dellastro. Ecco che appare la dualit delluomo, e la tecnica ingloba in s quellarte che era stata lunica occupazione degli abitanti dellastro, e viene asservita allo slancio delluomo verso il
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Walter Benjamin, Esperienza e povert, in op. cit., p. 206 Paul Scheerbart, Lesabendio, op. cit., p. 194 273 Paul Scheerbart, ibidem, p. 44

superno, al tentativo di afferrare laltra parte che giace immobile in ciascuno di noi. Gi la presentazione di due degli artisti pallasiani, Labu e Manesi, lesplicitazione della molteplicit dei punti di vista ridotta a regolarit-irregolarit, oggettivo-soggettivo. Ma ferma restando la molteplicit, ognuno cerca laltro da s al punto che la morte in senso dolorosamente umano non esiste; esiste per converso lintroiettamento della di un essere nella in un altro, nella lassorbimento divesit alterit,

ricomposizione del sistema binario; cos infine Peka e Manesi, i due artisti che di tecnica non vogliono sapere nulla, si dissolvono nellarchitetto-artista, Lesabendio, in colui che ha travasato larte nella tecnica per servire lo scopo pi nobile della creatura, cercare laltro da s che contemporaneamente un in s. La resistenza allestetico che vince in questa dialettica non al fine di affermare unintrinseca bellezza dello stile ingegneristico, n ha di mira una sintesi immanente di arte e tecnica; lestetico sospeso dalle necessit costruttive e la tecnicit si risolve senza residui in esse. Lassorbimento di Peka che e Manesi in Lesabendio significa che il principio la dellornamento, lespressivo, vive solo se accolto in un interno conosce unicamente unestrema concentrazione, concentrazione su un unico progetto: quello di ricongiungere attraverso la torre il corpo dellastro Pallas con la sua testa, un progetto che compiendosi trapassa in un altro e cio il sobrio costruttivo che, senza residui, si risolve nel simbolico. C qui, vorremmo dire, unutopia non nel senso moderno ma messianico, come laltro lato delle cose, laltra possibilit di esistenza, caratteristica cos come in Scheerbart anche del pensiero di Benjamin; in un luogo utopico dove ogni cosa non annientabile, dove tutto ha la sua forma compiuta 274 , l dove

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Paul Scheerbart, ibidem, p. 67

tutto perfetto si introduce una possibilit, un altrimenti dove tutto finito per sempre, e che il piccolo spostamento che riguarda non lo statuto delle cose, ma il suo senso e i suoi limiti e questa legge suona cos: la vera interpretazione coglie la superficie pi esteriore delle cose, la loro sensorialit pi pura, linterpretazione superamento del senso. 275 Il superamento dellopposizione di soggetto e oggetto, lanullamento del limite, peraltro gi evidente nelle prime battute del romanzo in questione; a proposito dellastronomo terrestre che ha scoperto lastro Pallas si dice: eppure incredibilmente strano che il nome dellastronomo terrestre con cui chiamato il nostro astro, suoni eguale e identico al nome che noi gli abbiamo dato. 276 C qui una tensione, uno sforzo verso la condizione originaria, la storia universale di una umanit redenta. E Lesabendio ne la chiave; egli, lartista tecnico alfine si dissolve nellastro di testa, decide di non sopravvivere alla sua creazione, cio alla torre che doveva consentire lunione tra le due parti dellastro. Lautodistruzione dellartista-architetto diviene la metafora di una umanit che si pone in sintonia con la sua tecnica e che accetta di scomparire in vista di un progetto che trascende costantemente sia la soggettivit umana che la tecnica. In tal senso Benjamin ebbe a dire che Lesabendio il vero politico perch decide di non sopravvivere alla propria creazione dal momento che lidea del sacrificio non pu affermarsi senza quella della redenzione. 277 Nel sacrificio c sempre la fiducia nel futuro e bisogna sprigionare le forze distruttive che stanno nellidea di redenzione. 278 Con la dissoluzione di Lesabendio nellastro di testa i pallasiani conoscono il dolore e la beatitudine della dissoluzione in ci
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Walter Benjamin, Paul Scheerbart: Lesabendio, in op. cit., p. 128 Paul Scheerbart, Lesabendio, op. cit., p. 15 277 Walter Benjamin, Manoscritti preparatori, Ms 482 16-21, I 1244s

che pi grande, e in questo il carattere distruttivo tanto amato da Benjamin come strumento di recupero dell esperienza , quel fondo di umorismo che ha in s la potenza deflagrante del nuovo che stritola la vacuit del vecchio -il dolore mai prima vissuto dai pallasiani si tramuta proprio per questo in una pantomima comica, almeno per chi conosca tale sensazione per averla vissuta. Nel recupero dell esperienza i caratteri distruttivi -in cui loblio pi completo del passato condizione di possibilit del futuro -procedono pi radicalmente, secondo Benjamin, dell Erinnerung che ricongiunge passato e presente, poich i caratteri distruttivi non fanno altro che portare a compimento un processo gi avanzato di distruzione, di cui per, in genere, si rifiuta di prendere coscienza Il carattere distruttivo non vede niente di durevole. Ma proprio per questo vede dappertutto delle vie [...] Poich dappertutto vede delle vie, egli stesso sta sempre ad un incrocio. Nessun attimo pu sapere cosa il prossimo reca con s. Lesistente lui lo manda in rovina non per amore delle rovine, ma per la via che vi passa attarverso. 279 Per me - Scheerbart fa dire ad uno dei personaggi del romanzo - come se fossimo sempre in una strada sbagliata. In realt non abbiamo mai la sensazione che quello che facciamo sia giusto. C sempre unaltra via che conduce alla meta in una zona apparentemente migliore. 280 Lutopia si costruisce quando tutti convergono su di unidea pi grande, si concentrano appunto su quellunico progetto, ma far ci non comporta ancora lasciare cadere il nostro particolare pensiero, e cos bisogna guardare alle cose che ci stanno vicine e contemporaneamente mirare a ci che sta in alto.
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Walter Benjamin, ibidem, ms 488 4-5, I, 1246 Walter Benjamin, Il carattere distruttivo, in Critica e storia, op. cit., p. 202 280 Paul Scheerbart, Lesabendio, op. cit., p. 199 281 Paul Scheerbart, ibidem, p. 184

E solo quando lIdea vince, quando la redenzione si attua e Lesabendio si dissolve nellastro di testa, che le due parti del pianeta si avvicinano e si compenetrano, che le due facce della stessa medaglia si ricompongono in una sola e allora non pi possibile guardare al particolare, ma solo alluniversale sicch di quanto mi sta pi vicino - scand lentamente Lesabendio nel pensiero- purtroppo non posso conoscere nulla. Tuttavia non voglio sapere perch non posso. Osservo quanto lontano: questo per me sufficiente. 282 Fino a giugere al momento in cui uno degli artisti del pianeta dice che una fortuna che noi abbiamo finalmente scoperto ci che nascosto dietro alla nube di ragnatele. 283 Quel ci che interrroga il nome, al di l non ci sono pi domande; giunti al limite del che il pensiero non ha pi oggetto, sperimenta lassenza di un ultimo oggetto. Proprio lassenza di un ultimo oggetto della conoscenza ci salva dalla tristezza senza rimedio delle cose. Qui il superamento intellettuale del momento tecnico giunto al culmine, poich loggettivit e riottosit del processo tecnico diventata il simbolo di una idea reale. Il lavoro della tecnica lespressione pi evidente di quellinterpretazione casta e severa degli eventi che legata alla loro superficie pi esteriore e pura. 284 Gli intrecci dellamore, i problemi della scienza e dellarte la stessa prospettiva etica sono interamente esclusi, per potere sviluppare, tramite i fenomeni pi puri e inequivocabili della tecnica, limmagine utopica di un mondo spirituale astrale. Di ci che pi grande - delladempimento dellutopia - non si pu parlare, ma solo testimoniare. 285 E alla fine della Torre, scarna, di pali dacciaio non rimane che lIdea, il simbolo. Solo i grattacieli in costruzione mostrano ardite idee costruttive, e leffetto di questi scheletri dacciaio che si
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Paul Scheerbart, ibidem, p. 244 Paul Scheerbart, ibidem 284 Walter Benjamin, Paul Scheerbart: Lesabendio, op. cit., p. 129

stagliano contro il cielo sconvolgente. Con il rivestimento delle facciate tale effetto scompare completamente, lidea costruttiva senso e che banali. le sta alla base della dei creazione casi, oggi, eppure artistica annientata e soffocata per lo pi da un caos di forme prive di Nel migliore risultano queste esclusivamente dimensioni grandiose,

costruzioni avrebbero potuto essere qualcosa di pi di una semplice manifestazione delle nostre possibilit tecniche. 286 Se in Lesabendio larte si travasa nella tecnica per servire un nobile ideale, il decorativo si travasa nel tecnico che combatte ogni vecchio interno semplificandolo e riducendolo al massimo, tuttavia proprio qui Scheerbart definisce l Architettonico puro come il principio cristallino, larte della ritmica dello spazio e della superficie. Larchitettura non ha mai questa forma scheletrica; essa vuole sempre la compattezza. 287 Larchitettura ventilata da Scheerbart quella utopica del vetro; lutopia scheerbartiana legata alla solarit, alla luce che trionfa su tutto e che sa vincere la notte stessa; larchitettura di vetro, eliminando la chiusura degli spazi in cui viviamo, permetter alla luce del sole di penetrare nelle stanze [...] il nuovo ambiente che in tal modo ci creeremo dovr portarci una nuova civilt. 288 Cos i nuovi architetti - nei confronti dei quali Scheerbart si situa come anticipatore- e cio Giedion, Mendelshon, Taut, Le Corbusier, trasformano la dimora delluomo anzitutto in uno spazio di transito attraversato da tutte le pensabili forze e onde di luce e di aria. 289
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Walter Benjamin, ibidem, p. 130 Mies van der Rohe, citato in L. Hilbersheimer, Architettura a Berlino negli anni Venti, Milano, 1981, p. 93 287 Paul Scheerbart, Lesabendio, op. cit., p. 147 288 Paul Scheerbart, Architettura di vetro, op. cit., p. 15 289 Luso del vetro in Scheerbart non ha alcuna valenza funzionale, viene meno ad un compito in quanto puro ornamento. E ci che trasforma la luce nel colore, il filtro della luce; lattenzione per il colore il segno dello sganciamento dalla funzione, attenzione al momento non rappresentativo dellimmagine. Forma e materia cristallina non rivestono in

Allarchitettura di vetro Scheerbart ascrive la capacit di sfidare il tempo e la consunta cultura della civile Europa dei mattoni, al di fuori anche dei meccanismi di produzione e nellemancipazione dal lavoro e dalle costrizioni della soffocante quotidianit borghese; egli sostiene infatti che bisogna vincere la forza dellabitudine. [...] Tutto ci che nuovo deve combattere una dura battaglia contro tradizioni profondamente radicate; non c altra via se si vuole che il nuovo riesca ad imporsi 290; e tale architettura simboleggia lallegoria di un stato di ritrovata purezza collettiva e di una cosmica, universale liberazione. Ci costituisce per molti versi il prodotto di una cultura antebellica impregnata di residui tardoromantici, una cultura fiduciosa nelle possibilt pressoch sconfinate dellartista e della tecnica. L Architettura di vetro ricopre una posizione di privilegio nel saggio di Benjamin Esperienza e povert, dove limpoverimento dell esperienza a cui si assisteva nella societ dellepoca viene colto come un positivo atto di barbarie, come una povert che pu rappresentare il punto di inizio di una nuova costruzione; a questa povert da intendersi in un senso nuovo auspicata da Benjamin allude il vetro in quanto nemico di ogni aura e di ogni privilegio, in quanto materiale peculiare di spazi in cui difficile lasciare tracce, tale quindi da strappare gli uomini al vecchio ideale borghese dellinteriur; in questo modo tale materiale sarebbe in grado di consumare la fine della scissione reificante tra soggetto e oggetto tipica del pensiero borghese e di preparare la strada ad un rapporto che si prefigura come trasparente, perch la particolarit delle forme di produzione della tecnica che il loro progresso e la loro riuscita sono

Scheerbart un puro significato simbolico, ma prevalentemente ornamentale, e qui, nella sovranit dellimmaginazione, sta la differenza con lIch-Kristall che la noetica trasparenza che informa lessenza grafica della pittura kleeiana 290 Paul Scheerbart, Architettura di vetro, p. 25

proporzionali alla trasparenza del contenuto sociale (di qui larchitettura di vetro). 291 Questo atteggiamento positivo che si coglie in Esperienza e Povert nei confronti di un materiale privo di aura , non deve stupire n fare immaginare una oscillazione tra due posizioni accettazione entusistica del nuovo e ripiegamento sul vecchio che in realt in Benjamin non esiste nella misura in cui queste due posizioni interagiscono dialetticamente tra di loro. Latteggiamento di Benjamin si pu spiegare se si pensa che nel saggio Lopera darte nellepoca della sua riproducibilit tecnica che il tema della crisi dell esperienza collegato attraverso il motivo della decadenza dellaura 292 allanalisi di fenomeni che riguardano modificazioni nei processi tecnici di produzione e riproduzione degli oggetti artistici. Come Benjamin scriveva in una celebre lettera ad Adorno, nel rapporto che l esperienza tradizionale stabilisce con le cose, vi un momento umano che non viene creato dal lavoro. 293 Questo momento corrisponde alla capacit di percepire un aura delle cose, coincidente a sua volta con il sedimento di senso che luso e la memoria vi lasciano sedimentare. Ci che in questione in Benjamin nella constatazione del venire meno dell aura delle cose non per lobiettivazione dell aura e dellapparenza artistica nelluniverso tecnico, ma il
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Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., N 4,6 p. 602 E bene osservare che, una volta tanto, Benjamin non aveva pescato il concetto di aura solo in testi mistico- esoterici, ma anche in uno scrittore francese, oggi ingiustamente dimenticato, di cui egli apprezzava invece linsolita intelligenza, pur diffidando, naturalmente, delle sue goffe idee politiche: Lon Daudet. Il suo libro La melancholia [ora disponibile in lingua italiana, Palermo, 1989] contiene una meditazione sullaura che meriterebbe una non provvisoria riesumazione. In particolare la definizione che Daudet vi d di Baudelaire come pote de laura quasi certamente la fonte di uno dei motivi centrali de grande studio banjaminiano su Baudelaire. Anche le considerazioni di Benjamin sullodore sono anticipate dallintuizione di Daudet che l olfatto quello dei nostri sensi che pi vicino allaura e il pi adatto a darcene unidea o una rappresentazione. Le allucinazioni dellodorato sono le pi rare e le pi profonde di tutte. Inoltre il passo dellOpera darte nellepoca della sua riproducibilit tecnica in cui si parla delle vecchie fotografie come mezzi di captazione dellaura, ha un precedente nelle considerazioni di Daudet sulla fotografia e sul cinema come trasmettitori di aura. G. Agamben, Stanze, Torino, 1977, p. 53 293 Walter Benjamin, Lettere, op. cit., p.399-400

disvelamento di come la tecnica riveli, sia pure in forma stravolta e mistificata, lessenza medesima dellarte, unessenza che nel mondo della tradizione non poteva non rimanere nascosta. Per spiegare questa affermazione bisogna pensare che Benjamin non distolse mai lo sguardo dallinfanzia e che proprio grazie a questa sua predilezione egli fiss con ammirevole tempestivit i tratti salienti della riproducibilit tecnica dellopera darte. Se vero che Benjamin cap subito le nuove condizioni di produzione della cultura, questo accadde perch non si precluse un accesso all esperienza del bambino, traendo anzi da essa insegnamenti sulle tendenze fondamentali del suo tempo.Egli, a proposito del gioco, afferma che nullaltro, la levatrice di ogni abitudine. che Mangiare, devono dormire, vestire, nel lavare, piccolo sono corpo abitudini essere iniettate

guizzante in forma ludica, secondo il ritmo di brevi versi. Labitudine nasce come gioco, e in essa, anche nelle sue forme pi rigide, sopravvive fino alla fine un piccolo residuo di gioco [...] Nel gioco, infatti, loscuro impulso alla ripetizione agisce con una violenza che appena minore di quella con cui opera listinto sessuale nellamore[...] In effetti, ogni esperienza pi profonda, vuole insaiabilmente, fino alla fine di tutte le cose, la ripetizione e il ritorno, il ripristino di una situazione originaria da cui ha preso le mosse [...] Non gi un fare come se, ma un fare sempre di nuovo, la trasformazione dell esperienza pi sconvolgente in unabitudine, ci che costituisce lessenza del gioco. 294 Nei Passagenwerk egli stesso afferma inequivocabilmente che solo losservatore superficiale pu negare che tra il mondo della tecnica e luniverso simbolico della mitologia giochino delle corrispondenze...Ogni infanzia, nel suo interesse per i fenomeni tecnici, nella sua curiosit per
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Walter Benjamin, Giocattolo e gioco in Ombre Corte,Torino, 1993, pp. 90, 91. Le sottolineature sono nostre

ogni sorta di invenzioni e di macchinari, lega le conquiste della tecnica agli antichi universi simbolici. Non c niente nel campo della natura che per definizione si sottragga a questo legame. Solo esso non si forma nell aura della novit, ma in quella dellabitudine. Nel ricordo, nellinfanzia e nel sogno. 295 Solo colui che si era soffermato a lungo sul gioco infantile, caratterizzato dalla inesauribile iterazione degli stessi gesti, poteva intendere lesatta serialit degli oggetti su grande scala, che contraddistingue non solo lindustria culturale, ma ogni anfratto dell esperienza . In questa serialit si intravede, infatti, la medesima esigenza di protezione e di orientamento che guida quella iterazione. Ma la ripetizione del gioco del bambino, che serve a superare il terrore di certe esperienze originarie, nelladulto si rovescia; se la ripetizione nelladulto il tentativo di proteggersi dallo choc della novit, tuttavia la sua esperienza resta ripetitiva, non consegue labitualit. L esperienza apotropaica del bambino nelladulto non cede il posto al riparo pi sofisticato della consuetudine comunitaria, alla ripetizione ludica la riproducibilit tecnica oppone la coazione a ripetere della merce e del lavoro salariato; e proprio quando la povert ammantata di esperienza divenuta la regola, forse solo nel perpetuo ritorno delluguale si pu scorgere lunica occasione concessa per cominciare qualcosa che sia veramente nuovo, proprio come i bambini che considerano ogni singola iterazione del medesimo gioco irreversibile, come una unicit priva di aura , come la possibilit di cavare dalla povert di esperienze qualche cosa. Per questo Benjamin abbraccia con sollievo tutto ci che nuovo pur nascendo dal sempre uguale, perch nella breccia che provoca nella falsa tradizione istituita dalla borghesia coglie il riconoscimento della caducit del nuovo, che lapparenza che si obiettiva

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Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 597, N 2a, 1

nell effimero, e che costituisce lessenza stessa della verit; in questo senso ai processi di tecnicizzazione qui colto ma come e un di atto colletivizzazione si tenta di dare un volto rivoluzionario e il dissolversi povert dell esperienza esperienze viene positivo poich se questa povert di esperienze non solo nelle private nelle esperienze dellumanit in generale 296, questo significa una specie di nuova barbarie, intesa come un nuovo positivo concetto di barbarie. A cosa mai indotto il barbaro dalla povert di esperienze? E indotto a cominciare da capo; a iniziare dal Nuovo; a farcela con il Poco, a costruire a partire dal Poco e inoltre a non guardare n a destra n a sinistra. 297 Benjamin apprezza con particolare fervore quegli uomini implacabili che hanno o hanno avuto il coraggio di fare piazza pulita del vecchio e di sgombrare il tavolo per potere disegnare qualche cosa di nuovo; non a caso sia in Scheerbart che in Klee Benjamin ammirava un tratto particolare della loro arte, lespressionismo del segno, che in Klee si traduce nel dominio dellimmagine attuato non attraverso il colore ma per il tramite della forma lineare, e quindi del segno, e che in Scheerbart si sostanzia nella prosa, quella prosa che Benjamin da sempre ammir, e che staglia sullo sfondo bianco della pagina la frase, che cos, nella sua scarna purezza, nella sua povert densa di significato , intende un mondo fantastico e difficilmente dimenticabile: Violetto era il cielo. E verdi erano le stelle. E anche il sole era verde. 298 E daltra parte i disegni di Kubin che accompagnano Lesabendio, e che Scheerbart non sembrava troppo apprezzare giacch a suo dire comunicavano ai pallasiani unansia e una tensione interna che non erano nelle sue intenzioni, ebbene quegli stessi disegni rimandano agli uomini
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Walter Benjamin, Esperienza e povert, in op. cit., p. 204 Walter Benjamin, ibidem, pp. 204-205 298 Paul Scheerbart, Lesabendio, op. cit., p. 9

di Klee, a quegli uomini che sono fatti di linee pure, che sono in certo modo larchetipo di ogni rappresentazione. Klee si era ispirato al modello ingegneristico e in questo, secondo Benjamin, starebbe il carattere distruttivo eccezionalmente nuovo della sua arte, giacch le figure nellespressione dei loro lineamenti, carrozzeria, obbediscono obbedisce allinterno alle piuttosto necessit che del allinteriorit -come una buona macchina, soprattutto nella principalmente motore 299 Sia Klee che Scheerbart agli occhi di Benjamin avevano una totale mancanza di illusioni nei confronti della loro epoca, e tuttavia senza riserve si pronunciarono per essa, per il nuovo che da essa sorgeva, per ricostruire da quel poco che avevano tra le mani una nuova possibilit per l esperienza . Dal punto di vista storico in Esperienza e povert presente lo sforzo di pensare su una posizione assai disincantata la possibilit del rivolgimento rivoluzionario -dopo il patto tedesco sovietico del 1939, Benjamin romper definitivamente con la mostruosa variante staliniana del comunismo, condannata nelle tesi del 1940 con unallusione trasparente ai politici in cui avevano sperato gli avversari del fascismo [che] giacciono a terra e ribadiscono la disfatta col tradimento della loro causa. 300 Benjamin tenta di redigere un resoconto delle perdite storiche del capitalismo per mezzo delle trasformazioni del collettivo pensato come spazio corporeo, tant che la trasparenza che Benjamin apprezza quale principio sovrano dellarchitettura vagheggiata da Scheerbart sembra invitare a ritrovare listinto alla trasparenza negli stessi rapporti sociali e umani e questo perch tutti i rapporti umani di una qualche consistenza sono investiti da una chiarit penetrante, quasi insopportabile, a cui difficilmente riescono a reggere. Perch stando da un lato il
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Walter Benjamin, Esperienza e povert, op. cit., p. 205 Walter Benjamin, Tesi di Filosofia della storia, op. cit., p. 80

denaro in modo rovinoso al centro di tutti gli interessi dellesistenza, ed essendo dallaltro proprio questa la barriera contro cui naufragano pressoch tutti i rapporti umani, ecco che scompaiono pi e pi, nellambito naturale come in quello morale, fiducia spontanea, pace e salute. 301 Sicch nellutopia di Scheerbart Benjamin ha non soltanto visto un insulto al pi convenzionale umanesimo borghese, ma ha anche visto saltare il rapporto di sopraffazione delluomo sulluomo che scaturisce da quello delluomo sulla natura, e che sembra avere raggiunto il punto pi alto del suo sviluppo in un momento in cui la crisi economica alle porte, dietro di esse unombra, la guerra che avanza. Star saldi divenuto oggi affare dei pochi potenti, che, lo sa Iddio, non sono pi umani dei molti; nella maggior parte dei casi pi barbari, ma non alla buona , maniera... Talvolta il singolo pu cedere un po' di umanit a quella massa, che un giorno gliela render con interessi e interessi raddoppiati. 302 Nel Passagenwerk e nella Tesi XI sul concetto di Storia Benjamin lega strettamente labolizione dello sfruttamento delluomo sulluomo alla fine dello sfruttamento della natura da parte delluomo; nel Passagenwerk egli sottolinea chiaramente che la metamorfosi del lavoro in gioco proposta da Fourier secondo la quale il lavoro, lungi dallo sfruttare la natura, in grado di sgravarla dalle creature che dormono latenti nel suo grembo 303 presuppone forze produttive altamente sviluppate che solo oggi, per la prima volta, sono a disposizione dellumanit grazie al livello tecnico-scientifico cui essa giunta; questa possibilit di totale sgravamento dal lavoro e del lavoro gi adombrata da Marx in uno straordinario e quasi profetico passo intitolato Frammento sulle macchine , in cui
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Walter Benjamin, Viaggio attraverso linflazione tedesca, in op. cit., p. 16 Walter Benjamin, Esperienza e povert, op. cit., p. 208 303 Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, in op. cit., p. 82, Tesi 11

egli vede realizzata la societ comunista nel momento in cui tutte le forze della natura e della scienza sono incarnate nel sistema di macchine; cos luomo, da un lato finalmente liberato dalla disumanit del lavoro, e dallaltro dallavidit vampiresca del padrone, ricongiungendo finalmente, oggeto rinato, natura e tecnica. 304 Questa tecnica deve tendere allarmonia della natura e dellumanit, di contro alla tecnica negativa che nasce dallimpotenza originaria delluomo di fronte alla natura e dal tentativo di attenuarne la minaccia; tale tecnica negativa conserva un legame di continuit con la magia arcaica, che gi prefigura la ragione strumentale e il suo sforzo di dominare lestraneit del cosmo e che mira al reale asservimento della natura alluomo. E proprio lo sviluppo tecnico che rende pi visibile il passato arcaico perch esso non pi sorretto dalla tradizione. Il volto arcaico dellepoca si svela oggi -come nel barocco allinizio dellet moderna - pi velocemente e con il rapido ritmo della tecnica, a cui corrisponde una caduta altrettanto rapida della tradizione, viene pi presto di prima alla luce la partecipazione dellinconscio collettivo, il volto arcaico di unepoca, anzi gi quello della prossima epoca. 305 Benjamin ha in mente una situazione storica precisa, che quella dellUnione Sovietica dove al futuro si giunge attraverso il riscatto del passato irredento e una frenetica opera di modernizzazione, lopera di di accelerazione ha talmente del tempo il storico, corso che degli conduce ad un veloce abbandono del presente, e in tal senso Lenin accelerato avvenimenti della sua epoca che la sua presenza diventa presto passato, la sua immagine rapidamente remota. 306 NellUnione Sovietica non soltanto la tecnica o l esperienza traumatica
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K. Marx, Lineamenti fondamentali di critica delleconomia politica, in op. cit., Firenze, 1968, p. 387-411 305 Walter Benjamin, Materiali Preparatori, Ms 467, 1-6, I 1235s

della Guerra Mondiale a provocare il distacco dalla tradizione e il risaltare dellarcaico, ma un fattore politico, la Rivoluzione , che ha luogo in un Paese che ha negato nei fatti le teorie del progresso e dello sviluppo lineare e quindi il risalto dellarcaico connesso con un momento rivoluzionario in cui il volto del passato viene alla luce e si attualizza nella rottura del corso della storia. E quando il passato arcaico privo del suo legame con il futuro, non riscattato dalla spinta al futuro, ma legato soltanto alla categoria ideologica del progresso, che allora provoca orrore, perturbante. Estremamente significativo a tale proposito il racconto di Ljeskv Una lady Machbeth del distretto di Mtesnk 307, storia di due amanti, Caterina e Sergio, bruciati dal desiderio oltre che dalla frenesia per il denaro e che per questo si macchieranno di molteplici delitti che li precipiteranno nella spirale della brutalit umana; il ritorno allarcaico dei sentimenti qui non prelude allidea di un miglioramento nel presente, di un progresso costruttivo e di una raffinamento esistenziale, anzi vuole essere recupero della condizione primitiva delluomo stravolta nel disprezzo sarcastico per il denaro vile; c nei personggi limmagine dellefferatezza, dellarcaicit quasi disumana dei sentimenti che si traduce in una condizione analoga a quella delluomo primitivo [che] d sfogo alla sua natura bestiale, si abbruttisce, ride di s, del prossimo, di ogni sentimento buono. 308 Sulluomo ridotto ad una condizione di primitiva barbarie si erge soverchia la natura, con la sua vita rigogliosa e spontanea, che ancora scandisce con il suo ritmo naturale lesistenza umana: ...attraverso i rami del melo che stavano davanti a lei,
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Walter Benjamin, Immagini di citt, op. cit., p. 52 N. Ljeskv, Una lady Machbeth del distretto di Mtsenk, Firenze, 1987 308 N. Ljeskv, ibidem, p. 88

carichi di fiori,[poteva vedere] il cielo azzurro, sereno nel quale splendeva chiara la luna piena. I raggi della luna filtravano attraverso le foglie e i fiori del melo dai cui rami bianchi contorti cadde una pioggia di fiori bianchi, freschi. Cess quella pioggia. Pass quella notte primaverile. La luna si nascose dietro il tetto inclinato degli alti magazzini. Guard la terra di sbieco, facendosi sempre pi opaca. 309 Ed alla fine del racconto che si compie in modo esemplare questo scambio tra natura ed uomo, naturalit ed abbruttimento delluomo, rivincita della natura sulluomo e sulla condizione umana: Il temporale infuriava. Dalle nuvole grigie, che il cielo, appena cominci toccava a fioccare rendeva la ancora neve. pi terra, invadevano

Liquefacendosi

impraticabile la strada fangosa. Apparve una striscia scura, plumbea, di cui non si distingueva la fine: era il Volga. Sul Volga soffiava un vento impetuoso, agitando le onde nere, immense, che si sollevavano lentamente 310, ed in quel Volga alla fine Caterina si getta per esserne definitivamente inghiottita, e per ritrovare infine listinto primitivo supremo, quello della morte. Se appunto larcaico sganciato dalla sua attualizzazione riconduce luomo in una situazione primitiva e perturbante, con Baudelaire, nella Parigi Capitale del XIX secolo , che il contrasto stridente nella complementariet di progresso e coazione a ripetere, di innovazione e di arcaico, di apparente modernit e di apparente barbarie si fa conclamato. Larcaicit, limmobilismo, lorrore di una classe sono complementari allo sviluppo parossistico del progresso; in questo senso Baudelaire

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N. Ljeskv, ibidem, pp. 36, 37, 42 N. Ljeskv, ibidem, p. 90

tiene in mano, nello Spleen e nella Vita anteriore , gli elementi dissociati della vera esperienza storica. 311 Ma, paradossalmente, e nello proprio di nel perturbante, e di nellimplicazione scambio immemorabile

familiare, di lontano e di desiderato, che si rivela per contrasto la felicit; la fede nel progresso, un compito infinito della morale, e lidea delleterno ritorno sono complementari. Sono le irresolubili antinomie di fronte alle quali va sviluppato il tempo storico. Questo il punto decisivo della storia dellimmagine in Benjamin, il suo carattere al tempo stesso dialettico e involontario. La forza rammemorante dellanima pu insediarsi solo nella mancanza e nella perdita introdotte dallaccelerazione storica del tempo che attacca al passato linsegna dellirrevocabilit. L immagine dialettica il tentativo di replica a questa paradossalit con altra di ordine superiore: poich la possibilit del ricordo si apre sorprendentemente l dove la storia procede alla cancellazione del passato, la felicit nasce dalla perdita / eterno resta solo ci che perduto - sono parole del Brand di Ibsen, citate da Benjamin in una lettera giovanile a Carla Seligson, del 5 giugno 1913. Solo il recupero, il riscatto, la redenzione, permette la felicit, occorre ritrovare il futuro nel passato, trasformare la distanza in vicinanza (o, come nell aura , unapparizione unica di una lontanaza, per quanto possa essere vicina). Per questo la felicit non pu albergare nel progresso lineare del tempo, che sopprime ed oblia le tappe precedenti, che senza memoria involontaria, e nemmeno nelleterno ritorno, sebbene questo sia un tentativo di saldare insieme i due principi antinomici della felicit: quello delleternit e quello dell ancora una volta 312;
311

Walter Benjamin, Materiale Preparatorio a Charles Baudelaire, in Gesammelte Schriften, band I, 3, p. 1169 312 Walter Benjamin, Parco Centrale, in op. cit., p. 140

la felicit sta nella memoria involontaria, giacch si desidera ci che si perduto e che non conosciamo se non oscuramente, ma verso cui non potremmo, seppure involontariamente, orientarci, se in qualche modo non lo avessimo esperito, come dire che le immagini della mmoire involontaire non vengono solamente senza essere state chiamate, in esse si tratta piuttosto di immagini che non avevamo mai visto prima di ricordarle. 313 Non ostante la impossibilit di conciliazione in Baudelaire di elementi ctonici e di elementi moderni, -qui il moderno si trasforma in spleen e la vita anteriore, laspetto ctonio, genera orrore -, in lui Benjamin coglieva quella passione distruttiva, germogliata proprio da questa frattura tra le due dimensioni del passato e del presente, passione distruttiva che egli percepisce come il clima di unautentica umanit. 314 E il momento distruttivo che demolisce la storia universale, elimina il momento epico, abolisce limmedesimazione nel vincitore di coloro che dominano. Di fronte all universo dannato, votato al sempre identico dellindustria, del macchinismo, della merce, della moda, dello chocerlebnis che riduce gli uomini alla condizione di automi privi di memoria e di Erfahrung , lermeneutica benjaminiana scopre nella poesia di Baudelaire una forma sottile di resistenza a questo progresso devastatore: levocazione liberatrice dell esperienza perduta e dellet delloro. Nelle societ primitive o precapitaliste, dove c esperienza nel senso proprio del termine, determinati contenuti del passato individuale entrano in congiunzione, nella memoria, con quelli del passato collettivo. I culti con i loro cerimoniali, con le loro feste [...], realizzavano di continuo la fusione tra questi due materiali della memoria. 315
313 314

Walter Benjamin, Materiali Preparatori, Ms 754, II 1064 Walter Benjamin, ibidem, Ms 480 4-14, I 1234s 315 Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, in op. cit., p. 93

E proprio questo aspetto dell Erfahrung che si trova al centro delle corrispondenze di Baudelaire e gli permettono di opporsi radicalmente alla catastrofe moderna; limportante che le correspondances fissano un concetto di esperienza che ritiene in s elementi cultuali. Solo facendo propri questi elementi, Baudelaire poteva valutare appieno il significato della catastrofe di cui egli, come moderno, si trovava ad essere testimone. 316 Lessenza della metafora non sta nel riconoscere analogie esistenti, ma nellinventare analogie non esistenti. Ci che la metafora crea al di l di questa alternativa. Certo, non riproduce il reale, ma neppure vuole inventare le analogie, bens scoprirle. Ch essa ha origine dalla convinzione che il mondo si regga su corrispondenze, che si tratta di evocare. 317 E in questo contesto che riappare la figura dellangelo edenico del passato, nella misura in cui le correspondances sono le date del ricordo. Non sono date storiche, ma date della preistoria. Ci che rende grandi e significativi i giorni di festa, lincontro con una vita anteriore.[...] Il passato mormora nelle corrispondenze; e l esperienza canonica di esse ha luogo anchessa in una vita anteriore. 318 Lo sguardo del Metaforico si rivela essere quello del Teologo. Benjamin un discepolo degli emblematicisti del barocco, di cui egli ha trattato nellopera Origini del dramma tedesco . Come in loro, anche in Benjamin ci che sembra pura maestria e che una volta si apprendeva dai libri, invece esegesi della creazione. 319 Lidea delle corrispondenze lutopia attraverso la quale un paradiso perduto appare proiettato nellavvenire. In questo senso in Benjamin si tratta di rafforzare forme di razionalit che non hanno radici prossime, che non hanno tradizione, mediante
316 317

lenergia

propulsiva

dellebbrezza

Walter Benjamin, ibidem, p. 117 Peter Szondi, in Walter Benjamin in Immagini di citt, op. cit., p. 113 318 Walter Benjamin, Di alcuni motivi in Baudelaire, op. cit., p.118

dellilluminazione, per fare scattare il futuro. Distruzione e redenzione procedono insieme. Nei luoghi in cui la tradizione si interrompe, in cui la via trionfale dei vincitori appare sbarrata, lebbreza aiuta a tracciare altre strade, a distruggere non per amore di distruzione ma per il nuovo che da essa sorge. Se la temporalizzazione storica quel movimento con il quale la ratio calcolante procede, come scriveva Simmel nella Filosofia del denaro, allabolizione insieme con la tradizione anche della facolt del ricordo come dote peculiare dellanima, al tempo stesso essa ci che, proprio rompendo il vuoto continuum della tradizione, facendo tabula rasa del passato, apre quello spazio della discontinuit nella quale solo possibile il recupero di altre immagini del passato, fuori da quelle consegnate dalla tradizione medesima. Per questo Benjmin riserva attenzione ai surrealisti - perch per loro i caratteri distruttivi dellarte sono importanti, nella misura in cui rappresentano un conquistare le forze dellebbrezza per la rivoluzione 320, e il surrealismo la morte del secolo scorso nella commedia 321 , a pittori come Klee o ad artisti quali Scheerbart, come gi si detto. In ogni vera opera darte c un momento in cui spira su chi vi penetra unaria fresca, e in questo senso larte pu servire alla autentica definizione del progresso, che non di casa nella continuit del corso del tempo, ma nelle sue interferenze, l dove il veramente nuovo si rende percepibile con la sobriet del
Peter Szondi, in Immagini di citt, op. cit., p. 113 Walter Benjamin, Avanguardia e Rivoluzione, op. cit., p. 23. Benjamin considera i surrealisti come gli eredi pi eminenti della tradizione libertaria - in linea col comunismo nellopposizione allottimismo dilettantesco e beato della socialdemocrazia e ai quali egli dedica un saggio. Nellottica del tentativo del recupero dellesperienza, i surrealisti avevano concepito unarte fondata sul frammento, lo choc, la sorpresa: il cinema porta a compimento le loro intuizioni (Bildraum, spazio immaginativo). Se le inquadrature colpiscono lo spettatore con la stessa rapidit di uno choc, lintera esperienza della visione assume un carattere traumatico, la coscienza occuper in essa un posto trascurabile. Lio viene ridotto in stato di impotenza, e ci permette che i singoli elementi della percezione vengano ad aggregarsi e comporsi con modalit simili 321 Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 605, N 52, 2
320 319

mattino 322; qui ancora c la ripresa dei temi trattati in riferimento alla caduta dellaura: la novit della produzione artistica il disvelamento di quella realt non pi celata sotto il velo dellapparenza conservatrice. Se l esperienza nel senso tradizionale qualcosa che, nel suo manifestarsi non meno che nella modalit del suo depositarsi nella memoria, reca tracce di un lavoro collettivo nell esperienza di cui i vecchi erano depositari, era la voce di una generazione, o meglio ancora del senso comune di un intero gruppo sociale, che si trovava espressione come cesura -, il nei del recupero confronti vecchio e dell esperienza manifesta come manifesta

dellabitudine e della ripetizione sterile di parti prefigurate, si annientamento repentino insorgere, in suo luogo, di un nuovo che dal vecchio di distingue solo perch si modificato non lo statuto ma il limite delle cose. La storia della cultura come tale deve venire a cadere per essere integrata nella storia delle lotte della classe oppressa e sconfitta, piegata e sottomessa alla cultura creata dai vincitori. E infatti tutto ci che del patrimonio culturale il materialista storico pu abbracciare con il suo sguardo, tutto ci che gli stato tramandato come scienza - tutto ci ha inevitabilmente unorigine che egli non pu considerare senza orrore, perch deve la propria esistenza non solo alla fatica di coloro che lhanno creato, ma anche alla schiavit senza nome dei loro contemporanei. Non mai un documento di cultura senza essere un documento di barbarie. L dove lo storicismo celebra geni ed eroi, il materialista storico mantiene le distanze, dovesse anche ricorrere alle molle per il fuoco 323, e come, in s, la tradizione non immune dalla barbarie, non lo

322 323

Walter Benjamin, ibidem, p. 615, N 9a 7 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1073v, I 1248s

nemmeno il processo della tradizione per cui passato dalluno allaltro. 324 Il carattere distruttivo si situa allora come una reazione al pericolo che minaccia tanto il contenuto della tradizione quanto il suo destinatario, il vinto; cos mentre il flusso di coscienza al quale lio e lErlebnis sono sempre presenti lanalogo della tradizione intesa come un continuum, al quale la coscienza storica deve sempre aderire nel far valere limmagine del passato, la tradizione si costituisce invece per Benjamin come un discontinuum in cui ci si aggrappa a quegli scogli, a quegli spuntoni che offrono un appiglio a chi voglia spingersi oltre, e che la tradizione intesa come continuit cancella nellonore tributato a quegli elementi del passato che sono gi entrati a fare parte del suo influsso postumo. Mentre lidea del continuum livella al suolo ogni cosa, lidea del discontinuum il fondamento della vera tradizione. La coscienza di una discontinuit storica la peculiarit delle classi rivoluzionarie nellattimo della loro azione. 325 Siamo diventati poveri. Abbiamo ceduto un pezzo dopo laltro delleredit umana, spesso abbiamo dovuto depositarlo al Monte di Piet, ad un centesimo del valore, per riceverne in anticipo la monetina dellattuale. 326 Lo storicista ha creduto di accumulare la ricchezza della storia e dell esperienza , ma poi ci si accorge che anchegli ha riscosso solo la monetina dellattuale. Il materialista storico rinuncia al passato e alleredit in senso passivo e patrimoniale per scegliere la povert dell esperienza odierna come punto di inizio; in questo senso altrettanto forte quanto limpulso distruttivo limpulso della salvazione della storiografia autentica, che salva il passato non tanto dalloblio o dal dispregio in cui esso tenuto, quanto da un
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Walter Benjamin., ibidem, Ms 447/1094, I 1240s Walter Benjamin, ibidem, Ms 469, I 1236 326 Walter Benjamin, Esperienza e povert, in op. cit., p. 208

determinato modo della sua tradizione; e che il modo in cui esso stimato come uneredit, e che pi disatroso di quanto potrebbe esserlo la sua scomparsa, perch in tal modo la storia della cultura accresce il peso dei tesori che gravano sulle spalle dellumanit, ma non le d la forza di scuoterseli di dosso e quindi di prenderli in mano-; per questo sono significativi in Benjamin i momenti e gli autori in cui si manifesta, attraverso loblio o il riemergere della preistoria, la rottura della tradizione; in cui lapparenza della continuit vien scardinata dallinterno, a partire dalla memoria involontaria; in cui saltano i parametri del tempo cumulativo, delleredit culturale che si accresce solo. Da qui limportanza, oltre che di Baudelaire, di Klee, di Scheerbart anche di Kafka, la [cui] opera una malattia della tradizione. 327 Dove si rendono visibili le malattie della tradizione, la malta del tempo storico si sgretola e accanto alle fondamenta arcaiche si intravede la possibilit di un nuovo inizio; tutto ci equivale ad una rinuncia alle Erlebnisse per una felicit povera. Solo in questo modo c speranza di fare fruttare il magro tesoro dell esperienza attuale e la memoria [ Eingedenken ][] come il filo di paglia, la pi piccola garanzia alla quale si aggrappa chi sta per annegare. 328 E il concetto di tempo storico che sta in opposizione allidea di un continuum temporale, il tempo storico lo spazio della salvazione dei fenomeni come salvazione innanzitutto del passato; nel tempo storico che il ricordo si articola e questo ricordo, a sua volta, non che unimmagine involontaria. Larticolazione del tempo storico nel movimento rammemorante dellanima si determina in Benjamin come un tentativo consapevole di arrestare la fuga emorragica del tempo fuori dallo spazio della memoria, che il suo
327 328

contrassegno

nella

modernit

cristiano-borghese.

Walter Benjamin, Lettere, op. cit., p. 347 Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 477 54-5, I 1243

Quellaccelerazione

della

storia

che

si

determina

in

et

illuministica nella rottura con la tradizione ed il configurarsi della possibilit di ununica storia universale che, in quanto unit di evento e rappresentazione, raccolga in direzione del futuro, come progresso, tutte le finora sparse energie spirituali dellumanit il rovescio dellidea di tempo storico, quale Benjamin la ha concepita nelle tesi. La vera immagine del passato infatti guizza via, balena una volta per sempre nel momento della sua riconoscibilit; se tale immagine autentica, essa lo deve alla sua fugacit, e qui contenuta la sua unica possibilit. Proprio perch caduca e un soffio basta a spazzarla via, molto dipende da questa verit. A prendere il suo posto, infatti, pronta lapparenza che va pi daccordo con leternit. 329 Per ricostituire si la tradizione allinterno al del discontinuum di realt Benjamin richiama proprio concetto

dellapparenza, ossia al presentarsi di un fenomeno in forma inevitabilmente distorta o rovesciata, fino a quando non viene capovolta, almeno teoricamente, la situazione che la produce. Quando si attua il capovolgimento, allora il suo apparire rovesciato pu essere giustificato e spiegato allinterno della struttura dacciaio della teoria perch pu darsi che la continuit della tradizione sia unapparenza. Ma allora proprio la permaneza di questa apparenza di permanenza fonda in essa la continuit. 330 Ma proprio perch il capovolgimento non si ancora attuato, le figure nelle quali l esperienza si costituisce, per Benjamin, anche nel cuore della modernit, appartengono soltanto al regno dellinvolontario. La continuit infatti non pu apparire finch il nemico non avr smesso di vincere e sinch i vinti di sempre non sono in grado di capovolgere lo stato di cose
329 330

Walter Benjamin, ibidem, Ms 440, I 1247 Walter Benjamin, ibidem, Ms 469, I 1236

esistenti, di ritrovare la memoria involontaria della propria storia, di opporre la propria tradizione continuamente interrotta, soffocata e ctonica a quella trionfante e consolidata degli avversari; lErinnerung , il ricordo, che connette i vinti allindietro, lungo la catena delle generazioni, alla storia della redenzione, del riscatto collettivo in un messianismo secolarizzato, in una sorta di risveglio; nel suo nucleo pi profondo lidea benjaminiana di esperienza connessa alla figura del risveglio; nella congiunzione di presente e passato operata dall esperienza il passato si desta, e i contenuti dei desideri rimossi -la voce dei vinti, nella storia dei popoli come in quella delle pulsioni- liberano la loro carica di progettualit per il futuro; dai posteri non pretendiamo ringraziamenti per le nostre vittorie, ma la memoria delle nostre sconfitte. Questa consolazione: consolazione che si d solo per quelli che non hanno pi speranza di consolazione. 331 [Brecht, Ai posteri] Ricordo e risveglio sono strettamente affini, giacch il risveglio la svolta copernicana e la dialettica della reminiscenza; la svolta copernicana nella visione storica la seguente: si considerava il passato come un punto fisso e si assegnava al presente lo sforzo di avvicinare a tentoni la conoscenza a questo punto fermo. Ora questo rapporto deve capovolgersi e il passato deve diventare il rovesciamento dialettico, lirruzione improvvisa della coscienza risvegliata. 332 Il risveglio un articolato e composito rivolgimento del sogno nel mondo della veglia. Il nuovo metodo della scienza storica insegna a penetrare con la rapidit e lintensit del sogno nello spirito del passato, per esperire il presente come mondo della veglia, a cui, in ultima analisi si riferisce ogni sogno; solo attraverso la dialettica possibile il recupero degli elementi onirici al risveglio, esemplare per il pensatore e vincolante per lo storico.
331 332

Walter Benjamin, ibidem, Ms 446, 12-16, I 1240 Walter Benjamin, Parigi.., op. cit., p. 508, K 1,2

In questo modo la politica consegue il primato sulla storia , i fatti divengono qualcosa che ci ha colpito proprio in quellistante, fissarli compito del ricordo [ Erinnerung ]. 333 Il risveglio forse la sintesi della tesi della coscienza onirica e dellantitesi della coscienza desta? Il momento del risveglio sarebbe allora identico all ora (jetzt) della conoscibilit in cui le cose indossano la loro vera -surrealisticafacciata. Similmente in Proust importante come tutta la vita sia in gioco nel punto di rottura -dialettico in grado supremo- della vita, il risveglio. Proust comincia con unesposizione dello spazio di chi si desta. 334 Il cinema -almeno in alcune sue varianti- pu a ben diritto rientrare in questa ottica del risveglio e del recupero dell esperienza . Per capire in che modo pensiamo allo stupefacente lavoro di Aby Warburg il quale, negli stessi anni in cui compare il cinema muto, avvia quelle indagini che avevano come centro il gesto come cristallo di memoria storica, il suo irriggidirsi in un destino e il tentativo degli artisti e dei filosofi per affrancarlo da esso attraverso una polarizzazione dinamica. Warburg lasci incompiuto il suo atlante Mnemosyne , che rappresenta non un immobile repertorio di immagini fotografiche, ma una rappresentazione in movimento virtuale dei gesti dellumanit occidentale. Le singole immagini vanno considerate piuttosto come fotogrammi di un film che come realt autonome, nello stesso senso in cui Benjamin ebbe una volta a paragonare limmagine movimento dialettica che, se a quei sfogliati quadernetti precursori del rapidamente, producono

limpressione del movimento, e nei quali da bambini potevamo ammirare le arti di un pugile, di un nuotatore o di un giocatore

333 334

Walter Benjamin, ibidem Walter Benjamin, Parigi..., op. cit., p. 600-601, N 3a, 3

di tennis 335; in essi le immagini scorrono come nella mmoire involontaire, come quella vita intera, che, come sovente sentiamo dire, sfila davanti agli occhi dei morenti, [e che] si compone precisamente di queste piccole immagini. 336 E non certamente casuale che la sezione di Strada a senso unico in cui contenuto il saggio Viaggio attraverso linflazione tedesca , sia intitolata Kaiserpanorama , dove il Kaiserpanorama una sorta di antenato del cinema; in esso le immagini si susseguivano dentro stereoscopi a cui gli spettatori avevano accesso singolarmente. Il recupero dell esperienza mediato dalla memoire involontaire diventa un fatto singolo, del singolo soggetto atomizzato nella frenesia angosciante della citt, colto in una parabola ideale della sua esistenza che lo immortala spettatore della nuda miseria, stupido e vile nella vuotezza dei modi di dire, cieco dinnanzi ad una situazione che si configurava come una situazione di stabile miseria, e che, solamente nel recupero quasi cinematografico dei frammenti della propria esperienza e dei propri gesti pu ricostituire l esperienza . Tale recupero pu e deve divenire un fatto collettivo, ma necessaria una totale convergenza verso un progetto grande e che rompa definitivamente lordine produttivo che la stessa borghesia ha messo in opera. Come ha mostrato Deleuze 337, le immagini cinematografiche non sono pose eterne, come le forme del mondo classico, ma ogni immagine da una parte la reificazione e lo scancellamento di un gesto, dallaltra ne conserva intatta la dynamis (come ad esempio una al qualunque ricordo di fotografia cui si sportiva). impossessa la La prima corrisponde memoria

involontaria, la seconda allimmagine che balena nellaffiorare della memoria involontaria. Il cinema riconosce le immagini
335 336

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 754, II 1064 Walter Benjamin, ibidem 337 Gilles Deleuze, Limmagine- movimento, Milano, 1984, p. 213

alla patria del gesto; secondo la bella definizione implicita in Traum und Nacht di Beckett, esso il sogno di un gesto. Introdurre in questo sogno lelemento del risveglio il compito del regista. Nellimmagine dialettica bisogna fare posto al sogno di una cosa -nonostante la liquidazione del mito nellimmagine dialettica (analogia tra sogno e fiaba). 338 Questo perch in ogni immagine sempre allopera una sorta di ligatio, un potere paralizzante che occorre disincantare, ed come se da tutta la storia dellarte si levasse una muta invocazione verso la liberazione dellimmagine nel gesto. E quanto in Grecia era espresso dalle leggende sulle statue che spezzano i legami che le trattengono e cominciano a muoversi; ma anche lintenzione che la filosofia affida all idea , che non affatto, secondo linterpretazione comune, unarchetipo immobile, ma piuttosto una costellazione in cui i fenomeni si compongono nel gesto. Di qui non solo la prossimit tra gesto e filosofia, ma anche tra filosofia e cinema. Il primo effetto del cinema di creare un attimo darresto, nel flusso incessante, isolando un particolare e sbalzandolo in primo piano con la dinamite dei decimi di secondo ho fatto saltare questo mondo simile ad un carcere; cos noi siamo ormai in grado di intraprendere tranquillamente avventurosi viaggi in mezzo alle sue sparse rovine. Col primo piano si dilata lo spazio, con la ripresa al rallentatore si dilata il movimento. sguardo del flaneur passiva baudelairiano, delluomo che non folla si ma
339

In questo modo il cinema pu incorporare integralmente lo rassegna tenta di all esperienza della

riscattarne linsensatezza, pur condividendone lambiguit. Con la sua stessa tecnica, esso tenta di montare ununit di significato nel flusso incessante e discontinuo delle

338 339

Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 1816-1819, cv 12, I 1174 Walter Benjamin, Lopera darte..., op. cit., p. 41

inquadrature. La tecnica del montaggio letterario si riflette positivamente, per Benjamin, nel montaggio cinematografico. Esempio illuminante il film surrealista Un chien andalou di Buuel in cui le immagini sono frutto di associazioni mentali, di impulsi dellinconscio; la discontinuit della rappresentazione sottolinea lassurdit del reale, linquadratura iniziale del taglio dellocchio evidenzia la rottura e la rivolta del regista nei confronti della fruizione tradizionale. Il cinema si fa cos sintomo espressivo e insieme antidoto possibile alla distrazione dispersa, in cui avviene l esperienza moderna; infatti se siamo pi o meno abituati al gesto di afferrare laccendisigari o il cucchiaio, non sappiamo pressoch nulla di ci che effettivamente avviene tra la mano e il metallo [...] qui interviene la cinepresa con i suoi mezzi ausiliari. 340 Le tecniche del primo piano, del rallentamento, dellaccelerazione, rivelano un inconscio ottico che dilata e divide anche il pi semplice dei gesti rendendolo presente allo spirito, gesto che la vera cellula originante del cinema critico-espressivo, e che lo strappa alla ricezione distratta del cinema spettacolare. Infatti quelle stesse tecniche che permettono lapparire delle immagini di sogno, possono favorire la disidentificazione e il risveglio da esse e infine la loro interpretazione nellattimo dellintegrazione alla psiche desta. In questo senso il cinema pu avere un significato politico; cos come il socialismo non sarebbe mai venuto al mondo se si fosse solo voluto destare lentusiasmo dei lavoratori per un ordine delle cose genericamente migliore; che Marx abbia voluto offrirgliene uno in cui le loro stesse condizioni di vita sarebbero migliori, mostrandogli come esso sia anche lordine pi giusto, questo che fa la forza e lautorit del movimento. 341 Per larte vale esattamente la stessa cosa, poich
340 341

Walter Benjamin, ibidem, p. 42 Walter Benjamin, Parigi.., op. cit., p. 517, K 3a, 1

in nessuna epoca, per quanto utopica possa essere, si potr mai conquistare le masse ad unarte superiore, ma sempre solo ad unarte che sia loro pi vicina, e una cosa del genere non pu riuscire per quasi nessuna delle forme propagandate dallavanguardia borghese. 342 Il modello insuperato di tale dialettica del risveglio in cui limmagine assume valore politico il cinema di Ejzenstein, in cui la massa che vede se stessa, avrebbe dovuto compiere un salto qualitativo nella propria coscienza di s e dunque passare dal punto di vista delloggetto manipolabile a quello del soggetto del proprio destino. E qui che limmagine dialettica va definita coma la memoria involontaria dellumanit redenta 343; nel momento in cui il passato si contrae nellattimo, nellimmagine dialettica, esso entra a far parte della memoria [Erinnerung] involontaria dellumanit redenta 344 e solo allumanit redenta spetta secondo Benjamin- tutto il suo passato.
345

Forse il modo migliore di concludere con un maestro di saggezza popolare molto apprezzato da Benjamin a cui lasciamo lultima parola: Nulla pi istruttivo che osservare come nella vita umana tutto strettamente collegato, [...] osservare come perfino una cosa sbagliata o proibita pu essere riabilitata quando ci sia di mezzo luomo giusto o la donna giusta, insomma osservare come nel grande incessante mutamento delle cose ogni singolo evento scompaia, frammischiandosi, sicch non si pu pi recuperarlo, e tuttavia rimane accaduto e non va mai perso, sia cosa buona o sia cosa cattiva. 346

342 343

Walter Benjamin, ibidem Walter Benjamin, Manoscritti Preparatori, Ms 491 7-18, I 1233 344 Walter Benjamin, ibidem, Ms 491 7-18, I 1233 345 Walter Benjamin, Tesi di Filosofia della Storia, op. cit., p. 76, Tesi 3 346 Johann Peter Hebel, Storie di calendario,Venezia, 1996, pp. 310-311

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Una lady Machbeth del distretto di Mtsenk, Firenze, 1987 Redenzione ed utopia, Torino, 1982 Storia e coscienza di classe, Milano, 1988 Il Capitale, Roma, 1980 Lideologia tedesca, Roma, 1991 Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica, Firenze, 1968 Manoscritti economico-filosofici del 1844, Torino, 1968 Scritti sullarte, Bari, 1967 Il romanzo di formazione, Milano, 1986 Opere,vol. III, VII, Milano 1964 Gorgia, Milano, 1991 La stella della redenzione, Genova, 1986 Architettura di vetro, Milano, 1982 Lesabendio, Pordenone, 1991 Concetti fondamentali dellebraismo, Genova, 1995 La metropoli e la vita dello spirito, Roma, 1995 Economia e societ, Milano, 1995

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