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Gli elefanti impazziti non distruggono la mente Nello stesso scritto Nichiren fa riferimento a un importante passo del Sutra del Nirvana che anche il presidente Toda citava spesso: Bodhisattva, non abbiate paura degli elefanti impazziti! Abbiate paura dei cattivi compagni! Se sarete uccisi da un elefante impazzito non cadrete nei tre cattivi sentieri, ma se sarete uccisi da un cattivo compagno, senza dubbio vi cadrete.11 Il passo completo del Sutra del Nirvana il seguente: Bodhisattva e mahasattva, non abbiate timore degli elefanti impazziti! Quello di cui dovete aver paura sono i cattivi amici! Perch? Perch un elefante impazzito pu distruggere solo il vostro corpo; non pu distruggere la vostra mente. Ma un cattivo amico pu distruggere sia il corpo sia la mente. Un elefante impazzito pu distruggere solo un singolo corpo, ma un cattivo amico pu distruggere infiniti corpi e infinite menti. Un elefante impazzito distrugge solo un corpo impuro e maleodorante, ma un cattivo amico pu distruggere un corpo e una mente puri. Un elefante impazzito pu distruggere il corpo fisico, ma un cattivo amico distrugge il corpo del Dharma. Anche se venite uccisi da un elefante impazzito, non cadrete nei cattivi sentieri, ma se a uccidervi un cattivo amico vi cadrete certamente. Un elefante impazzito nemico soltanto del vostro corpo, ma un cattivo amico nemico della buona Legge. Per questo, bodhisattva, dovete sempre tenervi lontani dai cattivi amici.12 Commentando questo brano Daisaku Ikeda fa notare che per "elefante impazzito" oggi potremmo intendere ad esempio un incidente d'auto. Infatti un incidente, per quanto tragico, alla luce degli insegnamenti buddisti non sar mai grave quanto cadere sotto le influenze di un cattivo amico e abbandonare la pratica buddista. Perch, spiega Ikeda, possiamo trasformare il veleno di qualunque incidente nella medicina della felicit. Ma la cosa pi temibile erodere e distruggere la nostra fede a causa dell'influenza di un cattivo amico.13 Un cattivo amico un'influenza pi pericolosa e subdola di un nemico che si mostra apertamente: qualcosa o qualcuno che conquista la nostra stima e la nostra fiducia e fa in modo di deviarci dalla strada che abbiamo intrapreso. Si presenta come amico ma agisce per minare la nostra fede senza che noi ce ne accorgiamo. Questa influenza ha il potere di accendere la nostra oscurit fondamentale. Occorre sapere che questo ostacolo, che ci allontana dal Gohonzon e dalla comunit dei credenti, del tutto naturale ed un incontro obbligato durante la nostra pratica buddista. peraltro un buon segno perch mostra che la nostra pratica progredisce e aumentano la nostra fede e la nostra comprensione. una forza interiore contraria a quella che stiamo cercando di manifestare con la nostra pratica buddista. Solo sconfiggendola possiamo manifestare la Buddit. Ed questa funzione interiore, questa oscurit, e non la persona che l'ha attivata, la nostra vera e unica nemica. Sconfiggere il male una forma di compassione Spiegando la pericolosa influenza dei cattivi amici il presidente Ikeda chiarisce che assolutamente importante riconoscere il male e quindi lottare contro di esso: Non esiste il bene che non lotta contro il male. Anche sconfiggere il male una forma di compassione. Una delle perle del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi dice: "Se non siamo abbastanza coraggiosi da diventare nemici del male non potremo neanche essere dei buoni amici".14 difficile essere fermi e risoluti nello smascherare i complotti e le macchinazioni e allontanare chi distrugge l'armonia dei credenti, mantenendo al tempo stesso l'atteggiamento del Budda che non prova astio o rancore. Per fare questa cosa, all'apparenza difficilissima e contraddittoria, bisogna aver riconosciuto che quella persona o quella influenza accende il nostro demone interiore che fa di tutto per indebolire la nostra fede e allontanarci dal Buddismo. Il passo decisivo, quando si incontra un cattivo amico, riconoscere e poi sconfiggere la propria oscurit fondamentale. Allora, come per magia, una volta vinto dentro di noi l'odio personale si dissolve, non c' rancore, astio o desiderio di vendetta che fanno male solo a noi stessi e non producono nulla di buono e duraturo. Sar ancora pi evidente ci che giusto e cosa non lo , e saremo lucidi e fermi nel denunciare gli errori, allontanare i cattivi amici o addirittura riuscire a trovare la compassione per correggerli divenendo per loro dei buoni amici. Un cuore puro Per sviluppare la compassione necessaria per far questo, il nostro cuore deve essere assolutamente puro, senza odio, invidia o rancore. Se uno amico di una persona ma manca della compassione di correggerla, in realt un suo nemico. Ma se la corregge e la rimprovera un ascoltatore della voce che difende l'insegnamento del Budda, un vero discepolo del Budda. Chi la libera dal male sta agendo come genitore.15 La parola chiave di questo passo "compassione". Solo se si ha veramente a cuore una persona, se le si vuole veramente bene, si pu tentare di correggerla. Perch denunciare le malefatte o le idee errate e indicare la strada corretta anche e soprattutto nell'interesse di coloro che commettono questo genere di azioni.16 L'arma indispensabile e insostituibile per intraprendere questa lotta la fede. Da essa si originano tutti gli altri requisiti necessari alla vittoria come il coraggio, la saggezza e la compassione. Scrive il presidente Ikeda citando
la Raccolta degli insegnamenti orali: "Questa parola 'fede' una spada affilata che taglia l'oscurit fondamentale o ignoranza". Solo attraverso la fede possiamo sradicare queste tendenze negative distruttive. Nam-myoho-renge-kyo l'arma fondamentale per sconfiggere i demoni. Sfidando la negativit con il Daimoku, possiamo purificare noi stessi e conseguire la Buddit. Possiamo trasformare perfino i "cattivi amici" (cio le influenze negative) in "buoni amici" (influenze positive). Incontrare grandi ostacoli un'opportunit per accumulare benefici e ottenere l'Illuminazione.17 Ecco allora cosa succede se riconosciamo e utilizziamo la loro presenza per rinforzare ancora di pi la nostra fede: anche le cattive influenze si trasformano in buoni amici. Non serber rancore verso quelli che mi hanno perseguitato. Anche le persone malvagie saranno buoni amici per me.18 Con lo stato vitale del Budda tutto pu essere usato positivamente per la crescita personale e per la realizzazione di kosen-rufu. I migliori alleati per il raggiungimento della Buddit Proprio come spiega Nichiren nel Gosho contenuto in questo numero (p. 54): Devadatta ebbe il posto supremo fra i buoni amici del Tathagata Shakyamuni. Anche in quest'epoca non sono gli alleati, ma i potenti nemici, coloro che aiutano una persona a progredire. [...] Per quanto mi riguarda, i miei migliori alleati per il raggiungimento della Buddit sono Kagenobu, i preti Ryokan, Doryu e Doamidabutsu, Hei no Saemon e il signore di Sagami. Provo gratitudine [lett. "provo gioia"] al pensiero che, senza di loro, non avrei mai potuto diventare il devoto del Sutra del Loto.19 Per concludere opportuno ricordare che il compito di ciascuno di noi, il compito di ogni buddista, quello di diventare noi stessi dei buoni amici per le persone che ci circondano, curando costantemente la nostra fede, indicando ai nostri amici il Gohonzon e rimanendo sotto la guida del maestro per discernere in ogni occasione cosa bene e cosa male. In questo modo continueremo a rendere la Soka Gakkai quel genere di indispensabile influenza positiva di cui parla Nichiren Daishonin, quel gruppo di compagni che si sforzano insieme per approfondire la fede, la pratica e lo studio, che si incoraggiano l'un l'altro e lavorano insieme per il progresso di kosen-rufu: La Soka Gakkai afferma con semplicit e chiarezza il presidente Ikeda - principalmente un gruppo di buoni amici.20 Note 1) I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia, RSND, 1, 531. 2) SDL, 425. 3) RSND, 1, 531. 4) cfr. La nuova rivoluzione umana, vol. 26, cap. 1, puntata 60, di prossima pubblicazione. 5) RSND, 1, 24. 6) Il corpo e la mente delle persone comuni, RSND, 1, 1000. 7) RSND, 1, 531. 8) Recitare il Daimoku del Sutra del Loto, WND, 2, 211. 9) Daisaku Ikeda, Il Gosho e la missione di kosen-rufu, Esperia, vol. 1, p. 201. 10) Risposta a Sairen-bo, RSND, 1, 275. 11) Ibidem, vedi anche Risposta a Hoshina Goro Taro, RSND, 1, 140. 12) Citato in Dizionario del Buddismo, Esperia, p. 94. 13) Daisaku Ikeda, Il Gosho e la missione di kosen-rufu, Esperia, vol. 1, p. 200. 14) Daisaku Ikeda, La nuova rivoluzione umana, vol. 26, cap. 1, puntata 59, di prossima pubblicazione. 15) L'apertura degli occhi, RSND, 1, 259. 16) Daisaku Ikeda, Il Gosho e la missione di kosen-rufu, Esperia, vol. 2, pp. 118-119. 17) Ibidem, vol. 1, p. 191. 18) Perch non c' protezione da parte degli di celesti, WND, 2, 432. 19) Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 685. 20) Daisaku Ikeda, Il Gosho e la missione di kosen-rufu, vol. 2, pag. 200.