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IL TESTO NARRATIVO

Il testo narrativo un testo in cui viene raccontata una storia, cio una serie di vicende che si sviluppano nel tempo e ruotano intorno a uno o pi personaggi.

Le forme
I testi narrativi possono presentarsi in forme diverse: il mito la narrazione di eventi riguardanti le origini di un popolo e ha per protagonisti divinit ed eroi; la fiaba la narrazione di fatti fantastici caratterizzati da due elementi: eccezionalit e magia. Si differenzia per alcuni aspetti dalla favola, in cui spesso protagonisti sono animali in grado di parlare, aventi gli stessi caratteri degli uomini, con i loro difetti e le loro qualit; la leggenda un racconto, in genere immaginario, di vicende riguardanti la vita di personaggi famosi, che hanno lasciato unimpronta nel campo della storia o in quello religioso; la novella un racconto non eccessivamente lungo, che tratta fatti reali o immaginari, accaduti in un arco di tempo alquanto breve, con un limitato numero di personaggi; il romanzo un racconto di ampia estensione, che narra di fatti reali o immaginari, accaduti in un lungo lasso di tempo, con un proporzionato numero di personaggi. I filoni del romanzo sono numerosi, i pi noti sono: il romanzo storico, il romanzo davventura, il romanzo naturalista e verista, il romanzo di fantascienza, il romanzo epistolare, il romanzo psicologico, il romanzo autobiografico, il romanzo giallo o poliziesco.

La struttura
Ogni testo narrativo presenta una struttura-tipo, articolata sostanzialmente in cinque momenti. Ogni vicenda deve necessariamente partire da una situazione iniziale, il cui equilibrio si rompe a causa di un evento che spinge i personaggi a entrare in azione. Attraverso la naturale evoluzione della vicenda, che si pu svolgere nei modi pi diversi e articolati, si giunger a uninevitabile ricomposizione dellequilibrio, migliore o peggiore di quello iniziale, ma da questultimo sicuramente differente. Tale equilibrio costituir la situazione finale e cio la conclusione della storia.

Fabula e intreccio
Esistono due modi fondamentali per narrare una storia: in base allordine naturale degli eventi, cio riferendo i fatti secondo lordine in cui si sono verificati nella realt; in base a un ordine artificiale, che modifica la successione reale dei fatti, presentando prima gli eventi che cronologicamente o logicamente verrebbero dopo.

Si distinguono pertanto due diversi piani narrativi: la fabula (o storia), che rispetta lordine naturale degli eventi, e lintreccio (o narrazione), che dispone gli eventi secondo la scelta arbitraria dellautore.

Le sequenze
In ogni testo narrativo possibile individuare delle sezioni, dei segmenti che presentano unomogeneit di contenuto e di struttura: sono le cosiddette sequenze. Le sequenze cambiano quando entra in scena un nuovo personaggio o c una variazione di tempo e di luogo; esse possono essere: narrative, in cui si racconta la vicenda vera e propria; descrittive, volte alla descrizione di un personaggio o di un ambiente etc.; riflessive e dialogiche, occupate rispettivamente da una riflessione (del narratore o del personaggio) e da un dialogo. La scomposizione in sequenze un momento fondamentale dellanalisi di un testo narrativo.

Il narratore e la focalizzazione
Il narratore ricopre un ruolo di grande rilievo nellambito di un testo narrativo: la voce cui lautore (colui che ha materialmente scritto il testo) affida il compito di raccontare. Il narratore pu relazionarsi ai fatti che narra in modi diversi, distinguendosi in narratore esterno e narratore interno: il narratore esterno (o eterodiegetico) non prende parte ai fatti che racconta, ma, quale voce narrante, li riferisce dallesterno utilizzando la terza persona; il narratore interno (o omodiegetico) coincide con uno dei personaggi della vicenda e, quale io narrante, racconta in prima persona i fatti ai quali partecipa o ha partecipato, in veste di personaggio principale o secondario oppure come semplice testimone. A seconda dei punti di vista da cui il narratore guarda alle vicende narrate, possibile distinguere tre diversi tipi di focalizzazione: focalizzazione interna, quando il narratore interpreta il punto di vista di uno dei personaggi da unangolatura inevitabilmente ristretta e limitata; focalizzazione esterna, quando il narratore spettatore esterno dei fatti che racconta e pertanto si limita a registrarli senza aggiungere giudizi n fornire informazioni su quanto accade (il punto di vista, in questo caso, oggettivo); focalizzazione zero, quando il narratore onnisciente e quindi sa tutto, compreso gli antefatti della storia, i sentimenti e i pensieri pi nascosti dei suoi personaggi (la sua ottica illimitata).

Tempo e spazio
Nelleconomia (ordine che regola la disposizione delle varie parti) di un testo narrativo, grande importanza assume la dimensione temporale: gli eventi narrati si collocheranno naturalmente in una determinata epoca storica (il tempo dello storia) e la narrazione stessa si snoder in un certo arco di tempo (la durata della storia). chiaro che la durata narrativa degli eventi narrati (corrispondente grosso modo al tempo necessario per la lettura del testo) non coincide quasi mai con la loro durata reale, cio

quella che essi avrebbero se accadessero realmente (fatta eccezione per le sequenze dialogate o scene nelle quali durata narrativa e durata reale coincidono). Il narratore, per ovvie ragioni, contrae o altera il tempo reale, e per farlo si avvale di un ampio numero di espedienti tecnici, riconducibili a quattro tipologie fondamentali: il sommario: periodi pi o meno lunghi vengono sintetizzati in poche righe; lellissi: interi periodi di tempo, anche molto lunghi, vengono del tutto ignorati (in tal caso, si potranno trovare espressioni come lanno successivo, dieci anni dopo etc.); lanalisi: periodi di tempo perlopi molto brevi vengono dilatati, abbracciando un tempo narrativo pi ampio di quello reale; la digressione: la narrazione sinterrompe per dare modo al narratore di soffermarsi sulla descrizione dei personaggi, dei luoghi o del contesto storico della vicenda. Il narratore, inoltre, potr interrompere il racconto dei fatti per narrare qualcosa che accaduto prima (analessi o flash-back) oppure per anticipare quanto avverr in seguito ( prolessi). La scelta dei luoghi in cui inserire le idee e le azioni dei personaggi di un testo narrativo non casuale; essa piuttosto il frutto di una precisa scelta funzionale alleconomia generale della narrazione: un luogo ha una funzione narrativa quando non funge da semplice sfondo alla vicenda ma interagisce con essa, mentre ha una funzione simbolica se viene utilizzato per esprimere unidea o un concetto in relazione alla situazione narrativa e ai personaggi. Gli stessi luoghi intervengono spesso in funzione della caratterizzazione psicologica di questi ultimi, riflettendone un modo dessere o rappresentandone una particolare situazione emotiva.

I personaggi
Ogni testo narrativo presenta generalmente un vero e proprio sistema di personaggi, ciascuno dei quali ricopre un determinato ruolo, pi o meno importante. A seconda del ruolo, i personaggi di un testo narrativo si distinguono in: personaggi principali, che svolgono un ruolo centrale nella vicenda e sui quali si concentra maggiormente lattenzione; personaggi secondari, che hanno un ruolo di secondo piano, ma talvolta possono incidere sensibilmente sulla situazione o sul comportamento dei personaggi principali; comparse, che servono solo a definire un ambiente o una situazione e non incidono minimamente sullo sviluppo della vicenda narrata. Oltre ad avere un ruolo, i personaggi ricoprono, nellambito della vicenda narrata, anche una specifica funzione, in base alla quale si possono riconoscere: il protagonista (o eroe o soggetto): il personaggio principale, che si pone al centro della narrazione anche quando non compare direttamente in scena; lantagonista: il personaggio che contrasta il protagonista e gli si oppone concretamente o sul piano psicologico. Spesso lartefice della rottura dellequilibrio iniziale; laiutante: il personaggio che assiste, aiuta e protegge il protagonista, sostenendolo nella realizzazione delle sue imprese;

loppositore: il personaggio che di solito laiutante dellantagonista e vi si unisce nel tentativo di ostacolare il protagonista; il destinatore: il personaggio che propone al protagonista lo scopo da perseguire (si pensi, nelle fiabe, al re che spinge leroe a compiere unimpresa in cambio di un premio); il destinatario: il personaggio in cui si materializza loggetto del contendere tra protagonista e antagonista (nella stessa fiaba potrebbe essere la principessa che il re concede in moglie alleroe, se questi avr realizzato la propria impresa).

Un ultimo modo di classificare i personaggi quello basato sulla distinzione tra personaggi statici e personaggi dinamici: i personaggi statici sono quelli che nel corso della storia non subiscono mutamenti di alcun tipo, n fisici, n psicologici, n di condizione sociale; i personaggi dinamici sono quelli che si modificano o dal punto di vista fisico o dal punto di vista psicologico o ancora passano da uno stato sociale a un altro.

Le forme del discorso


Per riferire le parole o i pensieri dei suoi personaggi, il narratore pu scegliere tra diverse tecniche, che utilizzer a seconda delle esigenze o in base alleffetto da conseguire. Tra esse ricordiamo: il discorso diretto: il narratore cede la parola al personaggio riportando tra virgolette () quanto dice e collocandosi momentaneamente in secondo piano; se il discorso del personaggio non introdotto da un verbo dichiarativo (disse: ; rispose: etc.), si ha il discorso diretto libero, che sortisce un effetto di maggiore immediatezza; il discorso indiretto: il narratore riporta indirettamente le parole del personaggio, inserendole nel tessuto narrativo con frasi dipendenti da un verbo dichiarativo (dicono che; comment che etc.); il discorso indiretto libero: il narratore riporta le parole del personaggio indirettamente, ma senza utilizzare verbi dichiarativi per introdurle; il discorso raccontato: il narratore si limita a riassumere in maniera sommaria i discorsi del personaggio. Nel riferire i pensieri dei suoi personaggi, il narratore pu ricorrere sia alle tecniche utilizzate per i discorsi sia ad altri espedienti di registrazione pi elaborati e suggestivi: il monologo: senza alcuna mediazione da parte del narratore, vengono trascritte le parole del personaggio che pronuncia discorsi rivolti a se stesso ( contemporaneamente emittente e ricevente del messaggio); il monologo interiore: il discorso viene proposto con le medesime modalit del monologo, ma non pronunciato. Il personaggio pensa tra s e s, esprimendo le proprie idee pi intime e i sentimenti pi nascosti (la durata narrativa, in questi casi, si estende notevolmente, anche se concretamente non succede nulla); il soliloquio: il personaggio parla ancora da solo, ma si rivolge idealmente a un interlocutore lontano dalla scena;

il flusso di coscienza: il personaggio traduce in parole il flusso dei propri pensieri e delle proprie sensazioni pi intime; linconscio che tenta di venire a galla e si materializza in immagini spesso frammentarie e confuse, del tutto prive di rigore logico.

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