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Un particolare dellArco di Tito a Roma

LINEDITO

In difesa della libert


Un intervento di Arendt mai pubblicato in Italia sui diritti dei popoli e la Realpolitik
HANNAH ARENDT
SE LA TERRIBILE CATASTROFE DELLEBRAISMO EUROPEOE LEDIFFICILI ETRISTIBATTAGLIEPERCOSTITUIRE UN ESERCITO E OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DEGLI EBREI come alleati delle Nazioni Unite

faranno finalmente capire a noi ebrei che facciamo parte dei popoli oppressi di questa terra, nonostante tutti i nostri milionari e i nostri filantropi, e che i nostri Rothschild hanno pi chance di diventare mendicanti o venditori ambulanti di quante ne abbiano i nostri mendicanti e venditori ambulanti di diventare dei Rothschild, se insomma questa guerra ci politicizzer ficcandoci finalmente in testa che la lotta per la libert tuttuno con la lotta per lesistenza, allora e soltanto allora, i nostri nipoti potranno commemorare i morti senza vergogna e con un lutto vivo. I popoli che non fanno la storia ma la subiscono soltanto tendono a considerarsi le vittime di un accadere superiore, insensato, inumano; tendono a starsene immobili aspettando miracoli che non arriveranno mai. Se nel corso di questa guerra non ci sveglieremo da questa apatia, non ci sar pi posto per noi in un mondo futuro; forse i nostri nemici non riusciranno a sterminarci completamente, ma ci che rester di noi sar poco pi di un cadavere vivente. Gli ideali politici dei popoli oppressi possono essere soltanto la libert e la giustizia; la loro forma organizzativa pu essere soltanto democratica. Che quegli ideali e quella forma appaiano oggi compromessi nel mondo della nostra

Da quasi cinquantanni una generazione dopo laltra manifesta apertamente il proprio disprezzo per le idee astratte e la propria ammirazione per la bestialit concreta

POLITICA EBRAICA

Hannah Arendt pag. 306 euro 26 Cronopio

Una raccolta di saggi e interventi che costituiscono la testimonianza della genesi del pensiero politico di Hannah Arendt durante lesilio parigino e i primi anni del soggiorno in America. Tra i temi trattati: giovani e questione ebraica, e linteressante analisi sulla preistoria dellantisemitismo in Germania

cultura e che siano stati trascinati nel fango da una bohme priva di radici uno degli ostacoli pi seri alla costruzione di una politica ebraica e non solo ebraica. Da quasi cinquantanni una generazione dopo laltra manifesta apertamente il proprio disprezzo per le idee astratte e la propria ammirazione per la bestialit concreta. Libert e giustizia sono considerati concetti per vecchi decrepiti; lgalit-libert-fraternit della Rivoluzione francese testimonia impotenza e mancanza di volont di potenza, nel migliore dei casi un pretesto per arricchirsi. La cosiddetta giovane generazione, la cui et oscilla fra i venti e i settantanni, pretende dai propri uomini politici la scaltrezza ma non la convinzione, lopportunismo ma non i principi, la propaganda ma non la politica. Ricava la sua visione del mondo da una vaga fiducia nei grandi uomini, nel sangue e nel suolo, negli oroscopi. La politica che nasce da questo tipo di mentalit viene chiamata Realpolitik. Luomo daffari finito in politica, convinto che la politica sia soltanto una gigantesca transazione economica con gigantesche occasioni di perdite e guadagni, e il gangster che dichiara quando sento la parola cultura, tiro fuori la pistola sono le sue figure centrali. Solo quando le idee astratte sono state sostituite da speculazioni bancarie concrete, il diritto astratto ha potuto cedere facilmente il passo al revolver concreto. Ci che sembrava una ribellione nei confronti di tutti i valori morali ha prodotto una sorta di idiozia collettiva: chiunque sia in grado di vedere oltre la punta del proprio naso viene considerato uno che vaneggia. Ci che sembrava una ribellione contro lo spirito ha prodotto

labiezione organizzata: la violenza vale pi del diritto. Lannientamento della democrazia e lidolatria di forme di organizzazione dittatoriali sono particolarmente nefasti per la politica dei popoli piccoli e oppressi che non hanno altra risorsa che limpegno convinto di ciascun singolo. Tale politica non pu in alcun modo fare a meno di quella convinzione democratica che Clemenceau, al momento dellaffaire Dreyfus, aveva cos definito: la vicenda di uno la vicenda di tutti. Nella dittatura lindividuo non politicizzato nonostante tutte le uniformi che gli fanno indossare perch in essa il singolo ha perduto la coscienza di una responsabilit che oltrepassi la conservazione della propria vita. In una colonna di SA in marcia si pu uccidere chiunque per ordine superiore senza che la colonna interrompa la sua marcia. Ognuno pronto a marciare sul cadavere del compagno. E se lopportunismo degli uomini daffari ha atomizzato e soffocato popoli e nazioni in una politica di cricche e famiglie, il dispotismo spinge latomizzazione fino a quella logica conclusione nella quale i figli denunciano i propri padri, i vicini e gli amici per ottenere vantaggi o sicurezza personale. La politica ebraica, sempre che esista, viene fatta quasi interamente da persone cresciute in questa idolatria opportunistica del successo e del potere e che per giunta non sono nemmeno diventate potenti! Il loro orrore per i principi, la loro paura di puntare sulla cosa sbagliata, la loro ammirazione per i potenti della terra e la riluttanza a mobilitare le forze del proprio popolo hanno reso impossibile che si costruisse un esercito ebraico. Se, nellimmane confusione in cui si trova attualmente il mondo intero, non si vuole rischiare niente, si pu star certi di perdere tutto. Il tempo dei compromessi finito. Chi oggi pensa ancora di poter vivere in ginocchio, imparer a proprie spese che meglio vivere e morire in piedi. Non abbiamo bisogno di opportunisti della Realpolitik, ma certo non abbiamo neanche bisogno di Fhrer. La nostra difficolt sta nel fatto che miriadi di organizzazioni e di burocrati riescono a impedire che i democratici radicali parlino al popolo; e il nostro popolo, sempre che non stia gi dietro a un filo spinato, talmente demoralizzato da centocinquantanni di dominio filantropico che ricomincia a fatica a comprendere la lingua della libert e della giustizia.

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