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Non la materia che genera il pensiero, il pensiero che genera la materia.

a. Se questa scienza che grandi vantaggi porter all'uomo, non servir all'uomo per comprendere se stesso, finir per rigirarsi contro l'uomo. Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorir, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuder di avere vinto. Colui che vede in se stesso tutte le cose al tempo stesso tutte le cose. La poesia non nasce da le regole, se non per leggerissimo accidente; ma le regole derivano da le poesie: e per tanti son geni e specie di vere regole, quanti son geni e specie di veri poeti. Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ci che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco. L'altezza profondit, l'abisso luce inaccessa, la tenebra chiarezza, il magno parvo, il confuso distinto, la lite amicizia, il dividuo individuo, l'atomo immenso. Chi consistendo nel luogo e nel tempo, liberer le ragioni delle idee dal luogo e dal tempo, si conformer agli enti divini. Dio in ogni luogo e in nessuno, fondamento di tutto, di tutto governatore, non incluso nel tutto, dal tutto non escluso, di eccellenza e comprensione egli il tutto, di defilato nulla, principio generatore del tutto, fine terminante il tutto. [Dio ] Mezzo di congiunzione e di distinzione a tutto, centro ogni dove, fondo delle intime cose. [Dio ] Estremo assoluto, che misura e conchiude il tutto, egli non misurabile n pareggiabile, in cui il tutto, e che non in nessuno neanche in se stesso, perch individuo e la semplicit medesima, ma s. E noi, per quanto ci troviamo in situazioni inique [...] tuttavia serbiamo il nostro invincibile proposito [...] tanto da non temere la morte stessa. Ho lottato, gi tanto, ho creduto nella mia vittoria. gi qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto morire, l'aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille. Verr un giorno che l'uomo si sveglier dall'oblio e finalmente comprender chi veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo. L'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne render conto, sar libero anche qui in questo mondo. Se l'astrologia considera il futuro come fato predestinato e governato dai moti dell'universo evidente che gli esseri viventi - e in specie quelli intelligenti - non possono mutare il corso degli eventi. Non possibile quindi utilizzare le predizioni astrologiche per influenzare il futuro secondo specifiche esigenze.

L'ignoranza madre della felicit e beatitudine sensuale. Chi aumenta sapienza, aumenta dolore. L'amore eroico un tormento, perch non gode del presente, come il brutale amore. Il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanit ed un niente; perch il tempo a l'eternit ha proporzione come il punto a la linea. Chi consistendo nel luogo e nel tempo, liberer le ragioni delle idee dal luogo e dal tempo, si conformer agli enti divini. Dio in ogni luogo e in nessuno, fondamento di tutto, di tutto governatore, non incluso nel tutto, dal tutto non escluso, di eccellenza e comprensione egli il tutto, di defilato nulla, principio generatore del tutto, fine terminante il tutto. [Dio ] Mezzo di congiunzione e di distinzione a tutto, centro ogni dove, fondo delle intime cose. Che non deve n vuole pentirsi e non ha di che pentirsi n ha materia di pentimento, e non sa di che cosa debba pentirsi. Forse tremate pi voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla. [In lode dell'asino] O sant'asinit, sant'ignoranza, | Santa stolticia e pia divozione, | Qual sola puoi far l'anime s buone, | Ch'uman ingegno e studio non l'avanza; | [...] | La santa asinit di ci non cura; | Ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare, | Aspettando da Dio la sua ventura. | Nessuna cosa dura, | Eccetto il frutto de l'eterna requie, | La qual ne done Dio dopo l'essequie. Con questa. Quella cosa, dicono, o devr esser vera o falsa. Se falsa, non pu esser insegnata, perch del falso non pu esser dottrina n disciplina: atteso che a quel che non , non pu accader cosa alcuna, e perci non pu accader anco d'esser insegnato. Se vera, non pu pure pi che tanto essere insegnata: perch o cosa la quale equalmente appare a tutti, e coss di lei non pu esser dottrina, e per conseguenza non pu essre alcun dottore, [...]; o cosa, che altrimente ed inequalmente ad altri ed altri appare, e coss in s non pu aver altro che opinabilit, e sopra lei non si pu formar altro che opinione. L'eroico ingegno si contenta pi tosto di cascar o mancar degnamente e nell'alte imprese, dove mostre la dignit del suo ingegno, che riuscir a perfezione in cose men nobili e basse. Meglio una degna ed eroica morte, che un indegno e vil trionfo. Poi che spiegat'ho l'ali al bel desio, | Quanto pi sott'il pi l'aria mi scorgo, | Pi le veloci penne al vento porgo, | E spreggio il mondo, e vers'il ciel m'invio. | N del figliuol di Dedalo il fin rio | Fa che gi pieghi, anzi via pi risorgo. | Ch'i' cadr morto a terra, ben m'accorgo, | Ma qual vita pareggia al morir mio? Pi facilmente determina e condanna chi manco considera. Cesarino: Come intendi che la mente aspira alto? verbi grazia, con guardar sempre alle stelle? al cielo empireo? sopra il cristallino?

Non certo, ma procedendo al profondo della mente, per cui non fia mistiero massime aprir gli occhi al cielo, alzar alto le mani, menar i passi al tempio, intonar l'orecchie de simulacri, onde pi si vegna exaudito; ma venir al pi intimo di s, considerando che Dio vicino, con s e dentro di s pi ch'egli medesimo esser non si possa; come quello ch' anima de le anime, vita de le vite, essenza de le essenze: atteso poi che quello che vedi alto o basso, o incirca (come ti piace dire) degli astri, son corpi, son fatture simili a questo globo in cui siamo noi, e nelli quali non pi n meno la divinit presente che in questo nostro, o in noi medesimi. Nessuna potenza et appulso naturale senza gran raggione. Accade in color che amano la verit e la bont [...] s'adirano tanto contro quelli che la vogliono adulterare, guastare, corrompere [...], come son trovati di quelli che si son ridutti sino alla morte, alle pene ed essere ignominiosamente trattati da gli popoli ignoranti e sette volgari. La differenza tra la causa formale universale, la quale una anima per cui l'universo infinito, come infinito, non uno animale positiva ma negativamente, e la causa formale particulare moltiplicabile e moltiplicata in infinito La prima e principal forma naturale, principio formale e natura efficiente, l'anima de l'universo: la quale principio di vita, vegetazione e senso in tutte le cose, che vivono, vegetano e sentono. Non cosa s manca, rotta, diminuta e imperfetta, che, per quel che ha principio formale, non abbia medesimamente anima, bench non abbia atto di supposito che noi diciamo animale. E si conchiude, con Pitagora e altri, che non in vano hanno aperti gli occhi, come un spirito immenso, secondo diverse raggioni e ordini, colma e contiene il tutto. Gli peripatetici e altri filosofi da volgo, bench nominano forma sustanziale, non hanno conosciuta altra sustanza che la materia. La potenza coincide con l'atto e l'universo tutto quello che pu essere, quanto da altre raggioni, si conchiude ch'il tutto uno. Da questo possiamo inferire una essere la omniforme sustanza, uno essere il vero ed ente, che secondo innumerabili circostanze e individui appare, mostrandosi in tanti e s diversi suppositi. Lo ente, logicamente diviso in quel che e pu essere, fisicamente indiviso, indistinto ed uno; e questo insieme insieme infinito, immobile, impartibile, senza differenza di tutto e parte, principio e principiato. L'universo tutto centro e tutto circonferenza. Chi ha ritrovato quest'uno, dico la raggione di questa unit, ha ritrovata quella chiave, senza la quale impossibile aver ingresso alla vera contemplazion de la natura. Gli contrarii veramente concorreno, sono da un principio e sono in verit e sustanza uno. Amor, per cui tant'alto il ver discerno, | Ch'apre le porte di diamante e nere, | Per gli occhi entra il mio nume; e per vedere | Nasce, vive, si nutre, ha regno eterno. | Fa scorger quant' ha il ciel terr'ed inferno, | Fa presente d'absenti effigie vere, | Repiglia forze, e, trando dritto, fere, | E impiaga sempre il cor, scuopre ogn'intero. | O dunque, volgo vile, al vero attendi, | Porgi l'orecchio al mio dir

non fallace, | Apri, apri, se pu, gli occhi, insano e bieco. | Fanciullo il credi, perch poco intendi; | Perch ratto ti cangi, ei par fugace; | Per esser orbo tu, lo chiami cieco. La offesa fu privata, la vendetta pubblica. Voglio che siano considerate due sorte di forme: l'una, la quale causa, non gi efficiente, ma per la quale l'efficiente effettua; l'altra principio, la quale da l'efficiente suscitata da la materia. La materia della natura non ha forma alcuna assolutamente; ma la materia dell'arte una cosa formata gi della natura. La medesima materia (voglio dir pi chiaro) il medesimo che pu esser fatto o pur pu essere, o fatto, per mezzo de le dimensioni ed extensioni del suggetto, e quelle qualitadi che hanno l'essere nel quanto; e questo si chiama sustanza corporale e suppone materia corporale; o fatto (se pur ha l'essere di novo) ed senza quelle dimensioni, extensione e qualit; e questo si dice sustanza incorporea, e suppone similmente detta materia. Ad una potenza attiva tanto di cose corporali quanto di cose incorporee, over ad un essere tanto corporeo quanto incorporeo, corrisponde una potenza passiva tanto corporea quanto incorporea, e un posser esser tanto corporeo quanto incorporeo. Se dunque vogliamo dir composizione tanto ne l'una quanto ne l'altra natura, la doviamo intendere in una ed un'altra maniera; e considerar che se dice nelle cose eterne una materia sempre sotto un atto, e che nelle cose variabili sempre contiene or uno or un altro; in quelle la materia ha, una volta, sempre ed insieme tutto quel che pu avere, ed tutto quel che pu essere; ma questa in pi volte, in tempi diversi, e certe successioni. dunque l'universo uno, infinito, inmobile. Una, dico, la possibilit assoluta, uno l'atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo ed ottimo; il quale non deve posser essere compreso; e per infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato, e per conseguenza inmobile. Se il punto non differisce dal corpo, il centro da la circonferenza, il finito da l'infinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo affirmare che l'universo tutto centro, o che il centro de l'universo per tutto, e che la circonferenza non in parte alcuna per quanto differente dal centro, o pur che la circonferenza per tutto, ma il centro non si trova in quanto che differente da quella. Ogni produzione, di qualsivoglia sorte che la sia, una alterazione, rimanendo la sustanza sempre medesima; perch non che una, uno ente divino, immortale. E' per virt dell'amore che tutto prodotto, e l'amore in tutto: si manifesta come forza e vita nelle cose viventi, e ci da cui le cose viventi traggono forza e vita ed il vigore stesso delle cose viventi. Con grande efficacia operano i medici in cui moltissimi confidano; i malefici, che pure non toccano chi li disprezza, penetrano in chi li teme. Colui che da una diversa visione della cosa pi commosso, non teme le angustie della morte. Duplice il movimento delle cose: naturale e preternaturale; quello naturale proviene da principio intrinseco; quello preternaturale da principio estrinseco; naturale quello che armonizza con la natura, la solidit, la generazione; al contrario il preternaturale, duplice: violento, contro natura, oppure ordinato e coordinabile, non in contrasto con la natura.

Nel cosmo, quanto liga Dio, Demone, Animo, Natura, Sorte e Fortuna, e, per ultimo, Fato. Liga con arte l'artefice: il bello dell'artefice arte. Potrai capire come un medesimo principio naturale sia parimenti prossimo alla virt e al vizio. L'antichit chiam grande demone questo amore che padre di tutti i sentimenti, tutti i desideri e tutti gli effetti. Tra le ligature, maggiori sono quelle che ligano non i bruti, ma gli uomini; gli ingegni pi vivaci, non i pi semplici, poich quelli dispongono di maggiori facolt e possibilit, a pi parti, circostanze e fini mirano, e dunque da maggiori brame sono condotti. Scarsa brama, sollecitata da naturale pulsione, liga l'uomo torpido, dal cibo limitato e rozzo. Non lo ingentilisce l'eloquio, n eros lo solletica, non la musica o la pittura, n altre delizie di natura. Questo animale che chiamiamo Amore, per il pi suole assalire colui ch'ha poco da pensare e manco da fare. buon segno quando le cose vanno per la mente: guardati che la mente non vadi essa per le cose, perch potrebbe rimaner attaccata con qualch'una di quelle, ed il cervello, la sera, indarno l'aspetterebbe a cena. I savi vivono per i pazzi, ed i pazzi per i savii. Si tutti fussero signori, non sarebbono signori: coss, se tutti saggi, non sarebbono saggi, e se tutti pazzi, non sarebbono pazzi. Il mondo sta bene come sta. L'uomo, senza l'argento ed oro, come uccello senza piume, ch chi lo vuol prendere, sel prende, chi sel vuol mangiar, sel mangia. E non quel che noi siamo e quel che noi facciamo, che ne rendi onorati o disonorati, ma s ben quel che altri stimano, e pensano di noi. forza che gli doni e grazie sien divisi, a fin che l'uno abbi bisogno dell'altro, e, per conseguenza, l'uno ami l'altro. A chi concesso il meritare, sii negato l'avere; a chi concesso l'avere, sii negato il meritare. Ligato sono da parecchie cose; sento dunque che parecchi mi ligano, perch diverse e distinte sono le gradazioni del bello. Da ignoranti che siamo, pi ci lasciamo ligare da chi astuto, che da un amico autentico, sicch le ligature ed il magistero di chi liga si fondano e si consolidano nell'artificio. Tre sino le porte per le quali il cacciatore di anime osa ligare: vista, udito, mente o immaginazione. Pensa che, pi delle bestie, gli uomini sono suscettibili di ligature; uomini bestiali e storditi non si prestano a ligature eroiche, diversamente da chi ha attinto un'anima pi limpida. Pu essere ligato soprattutto ci che ha in chi liga qualcosa di suo, perch, attraverso quel qualcosa di suo, chi liga lo comanda.

I contemplativi, tralasciando l'aspetto delle cose sensibili, vengono ligati a cose divine; i voluttuosi, col vedere, calano alla provvisione di cose tangibili; i morali sono tratti col godimento dei colloqui. Ci che liga ad amore o ad odio, o a disprezzo, al di sotto di ogni razionale atteggiamento, qualcosa di inconscio. Chi vuol sapere massimi secreti di natura, riguardi e contempli circa gli minimi e massimi de gli contrarii e oppositi. Profonda magia saper trar il contrario dopo aver trovato il punto de l'unione. A questo tendeva con il pensiero il povero Aristotele, ponendo la privazione (a cui congionta certa disposizione) come progenitrice, parente e madre della forma; ma non vi pot aggiungere. Non ha possuto arrivarvi, perch, fermando il pi nel geno de l'opposizione, rimase inceppato di maniera che, non descendendo alla specie de la contrariet, non giunse, n fiss gli occhi al scopo; dal quale err a tutta passata, dicendo i contrarii non posser attualmente convenire in soggetto medesimo. Se io, illustrissimo Cavalliero, contrattasse l'aratro, pascesse un gregge, coltivasse un orto, rassettasse un vestimento, nessuno mi guardarebbe, pochi m'osservarebono, da rari sarei ripreso e facilmente potrei piacere a tutti. Ma per essere delineatore del campo de la natura, sollecito circa la pastura de l'alma, vago de la coltura de l'ingegno e dedalo circa gli abiti de l'intelletto, ecco che chi adocchiato me minaccia, chi osservato m'assale, chi giunto mi morde, chi compreso mi vora; non uno, non son pochi, son molti, son quasi tutti. Ottavo, da quel che nessun senso nega l'infinito, atteso che non lo possiamo negare per questo, che non lo comprendiamo col senso; ma da quel, che il senso viene compreso da quello e la raggione viene a confirmarlo lo doviamo ponere. Ecco la raggion della mutazion vicissitudinale del tutto, per cui cosa non di male da cui non s'esca, cosa non di buono a cui non s'incorra, mentre per l'infinito campo, per la perpetua mutazione, tutta la sustanza persevera medesima ed una. [...] e verremo certamente pi grandi che que' dei che il cieco volgo adora, perch dovenerremo veri contemplatori dell'istoria de la natura, la quale scritta in noi medesimi, e regolati executori delle divine leggi, che nel centro del nostro core son inscolpite. E chi mi impenna, e chi mi scalda il core? | Chi non mi fa temer fortuna o morte? | Chi le catene ruppe e quelle porte, | Onde rari son sciolti ed escon fore? | L'etadi, gli anni, i mesi, i giorni e l'ore | Figlie ed armi del tempo, e quella corte | A cui n ferro, n diamante forte, | Assicurato m'han dal suo furore. | Quindi l'ali sicure a l'aria porgo; | N temo intoppo di cristallo o vetro, | Ma fendo i cieli e a l'infinito m'ergo. | E mentre dal mio globo a gli altri sorgo, | E per l'eterio campo oltre penetro: | Quel ch'altri lungi vede, lascio al tergo. Nel spacio infinito o potrebono essere infiniti mondi simili a questo, o che questo universo stendesse la sua capacit e comprensione di molti corpi, come son questi, nomati astri; ed ancora che (o simili o dissimili che sieno questi mondi) non con minor raggione sarebe bene a l'uno l'essere che a l'altro; perch l'essere de l'altro non ha minor ragione che l'essere de l'uno, e l'essere di molti non minor che de l'uno e l'altro, e l'essere de infiniti che di molti. L onde, come sarebbe male la abolizione ed il non essere di questo mondo, coss non sarebbe buono il non essere de innumerabili altri. Io dico Dio tutto infinito, perch da s esclude ogni termine ed ogni suo attributo uno ed infinito; e dico Dio totalmente infinito, perch tutto lui in tutto il mondo, ed in ciascuna sua parte infinitamente e totalmente: al contrario dell'infinit de l'universo, la quale totalmente in tutto, e

non in queste parti (se pur, referendosi all'infinito, possono esser chiamate parti) che noi possiamo comprendere in quello. La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governati, e la dimostrazione per gli contemplativi che sanno governar s ed altri. Nelle cose da contemplare, se coss volete doi principii attivi di moto: l'uno finito secondo la ragione del finito soggetto, e questo muove in tempo; l'altro infinito secondo la raggione dell'anima del mondo, overo della divinit, che come anima de l'anima, la quale tutta in tutto e fa esser l'anima tutta in tutto; e questo muove in istante. Uno dunque il cielo, il spacio immenso, il seno, il continente universale, l'eterea regione per la quale il tutto discorre e si muove. Ivi innumerabili stelle, astri, globi, soli e terre sensibilmente si veggono, ed infiniti ragionevolmente si argumentano. L'universo immenso ed infinito il composto che resulta da tal spacio e tanti compresi corpi. Si pu prendere in considerazione la causa per la quale non solo l'azione concerne le cose vicine, ma pure quelle remote per il senso; mentre, in concreto, ogni cosa si verifica mediante la comunione dello spirito universale, tutto in tutto e in ogni parte del mondo. Corpo continuo in verit il corpo insensibile, cio lo spirito aereo ovvero etereo, attivissimo, ed efficacissimo, come quello mai collegato all'anima, per la somiglianza per cui pi recede dalla rozzezza della ottusa sostanza sensibile dei composti. La quarta ligatura l'anima del mondo, ovvero spirito cosmico, che accoppia ed unifica il tutto al tutto, e cos ogni cosa si apre ad ogni cosa, come gi detto. La nota sentenza di Ippocrate: Il pi efficace dei medici quello in cui molti hanno fede, in quanto liga molti, o coll'eloquio, o con l'aspetto, o con la notoriet. Ci riguarda non solo il medico, ma anche ogni genere di mago, e quale che sia il titolo di potere, perch chi opera ligature difficilmente con altri mezzi potr suscitare l'immaginazione. Ed i teologi credono ed ammettono e predicano su colui che per s pu compiere ogni cosa, ma che non era in grado di curare quelli che non avevano fede in lui, e l'esauriente spiegazione di simile impotenza va riportata all'immaginazione, che egli non fu in grado di ligare; i famigliari, infatti, cui la sua modesta origine ed educazione erano note, spregiavano ed irridevano il medico e il profeta: di qui il proverbio Nessun profeta riconosciuto nella sua terra. dunque pi facile, per qualcuno, ligare colui che meno noto, per mezzo dell'opinione e della disponibilit della fede, per la quale la potenza dell'anima si predispone in una certa maniera, si apre, si esplica, come se, per accogliere il sole, aprisse finestre che in altro frangente manterrebbe sigillate, e vien dato accesso a quelle impressioni che l'arte del ligatore esige, onde imporre successive ligature, come la speranza, la compassione, il timore, l'amore, l'odio, l'indignazione, l'ira, la gioia, la pazienza, lo spregio della vita, della morte, della fortuna, e tutti gli altri affetti, le cui forze dall'anima trasmigrano nel corpo, per modificarlo. Chi nulla ama non ha da temere, o sperare, o vantarsi, a andar fiero, osare, umiliarsi, emulare, adirarsi, o provare altri sentimenti del genere. Tanti sono i generi e le diversit del bello, tanti, si intende, sono i generi e le diversit delle ligature.

Si aggiunga al gi detto, che amore, con cui amiamo, brama con cui ogni cosa brama, mediazione fra bene e male, brutto e bello (non dunque non brutto e non bello), ma buono e bello in rapporto a una certa comunicazione e partecipazione L'animo umile, prono all'omaggio, liga l'animo superbo; il superbo ama colui dal quale si vede magnificato, a maggior ragione quando chi loda grande. Con questa filosofia l'animo mi s'aggrandisse, e me si magnifica l'intelletto. Per, qualunque sii il punto di questa sera ch'aspetto, si la mutazione vera, io che son ne la notte, aspetto il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano la notte. Sotto una scorza umana sono celati animali ferini. Conviene forse che un'anima bestiale abiti un corpo di uomo come se questo fosse una dimora cieca e ingannevole? Dove sono le leggi che per diritto governano la natura?... Vi scongiuro, per i ministri menzogneri che proteggono il volto degli errori, per l'alta potenza dei custodi che sono presidio della natura, strappando da ciascuno individuo di specie bestiali le sembianze umane, fate s che questi esseri si mostrino nelle loro figure esteriori e veritiere. Quella [dei cani] la stessa razza di barbari che condanna e attacca tutto quanto non intende: cos adesso questi cani, vili e smascherati per tali dal loro stesso aspetto, latrano contro tutti gli sconosciuti, anche se vengono con intenti benefici, mentre si fanno pi miti con quelli che conoscono, per quanto siano malvagi e scellerati. Ricorda che Prometeo non fu gradito agli dei, o perch costui, spargendo i tesori degli dei, sembrava incitare al torpore il genere umano, ovvero perch costui faceva comune promiscuamente a degni e indegni una cosa eccellentissima. Sebbene all'anima sia presente un'immagine non dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a questa, ma dobbiamo rivolgerci a questa immagine come guardando attraverso di essa. abbastanza chiaro con quanta pi facilit e limpidezza si manifestino in noi i sensi interni, allorch sono assopiti quelli esterni. Per una contrazione che richiama l'atto intellettivo nell'immagine della cosa da conoscere l'animo si espone a sogni divini, visioni e rivelazioni; niente in verit difficile per chi veramente intende. Non v' alcun ente artificiale che abbia il suo fondamento fuori della natura. La matematica, che ci insegna a fare astrazione dalla materia, dal moto e dal tempo, ci rende capaci di intendere e contemplare le specie intellegibili. La prima quella magia che attraverso la credulit della fede ovvero attraverso non lodevoli specie di contrazione mortifica il senso [...] la seconda quella magia che attraverso una fede regolata ed altre lodevoli specie di contrazione [...] corregge l'errante, rafforza ed acuisce il debole e l'ottuso. Per virt del grande demone (che l'amore) attraverso lo spirito l'anima si congiunge al corpo, attraverso l'anima si congiunge allo spirito una forza pi separata e divina, e attraverso un numero pi o meno grande di enti intermedi tutte le cose dell'universo sono connesse e concatenate a tutte le altre.

C' una sola semplice forma [...] la quale senza diminuzione si comunica a tutte le cose [...] Questa forma universale dell'essere luce infinita [...] Attraverso questa forma che in diversi modi si comunica ai diversi enti secondo diverse figure si esplica la materia.

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