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FACOLT TEOLOGICA DELLITALIA SETTENTRIONALE

PROF. SILVANO MACCHI

METODOLOGIA DELLA RICERCA

Appunti

Anno Accademico 2011-2012 Milano

Premessa
Lasciando ovviamente ad altri corsi penso in particolare al corso di Introduzione alla teologia, ma poi anche a tutte le materie del I anno lo scopo di iniziare al concetto e alla pratica della teologia nelle sue varie ramificazioni (Filosofia, Bibbia, Lingue bibliche, Patrologia, Liturgia, Storia della chiesa, etc.), il presente corso di metodologia della ricerca o pi modestamente, di semplice guida pratica allo studio e alla ricerca, di carattere solo introduttivo, per cos dire aperitivo (si tratta di sole otto ore di lezione) intende predisporre le condizioni ideali per un fruttuoso e non casuale e improvvisato cammino allinterno del curriculum di studi del Ciclo Istituzionale della Facolt Teologica dellItalia Settentrionale (= FTIS) di Milano1. Vale la pena studiare, ma vale la pena ancora di pi studiare bene! La scelta di proporre questo corso solo dopo qualche settimana dallinizio delle lezioni (le prime nella FTIS) e prima dellinizio della prima sessione di esami, intende precisamente aprire uno spazio (anche di confronto) per verificare anzitutto come sta procedendo liniziazione alla teologia (fatiche, difficolt, problemi, suggerimenti, etc.) da parte di chi sta muovendo i primi passi nelluniverso teologico, e insieme creare le premesse per una buona preparazione e resa agli esami. La frequenza al corso per gli iscritti obbligatoria nella misura del 100%; saranno tollerati dietro giustificazione , solo assenze per causa di forza maggiore (malattie e simili). Il corso non si concluder con un esame; n avr un voto espresso in trentesimi. Tutti dovranno consegnare una scheda (un riassunto o una relazione) su un testo loro assegnato2. Successivamente si verr approvati o rispettivamente non approvati (messo a libretto accademico) a procedere dalla partecipazione personale al corso, dallattenzione e dalla vivacit con la quale si vorr interloquire con il docente e con i compagni di corso e dalla valutazione della scheda. In tal senso il corso ha lo stesso valore di tutti gli altri corsi della FTIS e sar indispensabile frequentarlo positivamente con lo spirito di chi vuole ascoltare e imparare. La mancata approvazione del corso di metodologia impedirebbe infatti, da sola pur in presenza

Per lo studente che si appresta a frequentare la teologia suggeriamo tre brevi sussidi di facile reperibilit e di grande utilit. A cominciare da G. COLOMBO, Professione teologo, Glossa, Milano 1996; si tratta di un volumetto espressamente scritto e dedicato agli alunni della FTSI per introdurli al compito della teologia tra fede, chiesa e storia; di pi impegnativa ma stupefacente bellezza il testo di K. BARTH, Introduzione alla teologia evangelica, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1990 (or. 1962), sul compito e sullimpegno che il teologo (non necessariamente di professione) chiamato a dare. Ancora valido infine il breve saggio (circa 20pp) di taglio spirituale su: Teologia, vita intellettuale e perfezione evangelica presente nel volume di R. VOILLAUME, Come loro nel cuore delle masse, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999 (or. 1955). Tre ottime guide tanto per cominciare 2 Si tratta del testo di J. RATZINGER - BENEDETTO XVI, Che cosa teologia?, in SCUOLA DI TEOLOGIA DEL SEMINARIO DI BERGAMO (ed.), Teologia e filosofia. Modelli Figure Questioni. Fs. A. Bertuletti, Glossa, Milano 2008, 3-10.

del superamento di tutti gli altri corsi del curriculum di studio , di non accedere allesame conclusivo di Baccalaureato.

Il programma del corso


Riporto di seguito quanto appare sullannuario accademico della FTIS cos da cogliere immediatamente, con un solo colpo docchio, i contenuti specifici e gli obiettivi del corso. Unitamente ad alcuni strumenti bibliografici (in qualche caso obbligatori) che potranno utilmente integrare, sviluppare e approfondire i diversi capitoli del corso.

METODOLOGIA DELLA RICERCA Prof. SILVANO MACCHI Breve corso introduttorio ECTS 1

Le lezioni sono finalizzate alla preparazione (remota e prossima) degli esami (orali e scritti), della tesi di baccellierato (e virtualmente di licenza e dottorato), ma anche a fornire criteri utili per lorganizzazione e la realizzazione di una qualunque ricerca scientifica (elaborati di seminario, articoli, saggi, etc.). Sono affrontati e analizzati i seguenti argomenti: 1) lo studio della teologia e le sue articolazioni: note; 2) la lezione: come seguire un corso e prendere appunti; 3) il metodo di studio: studio personale e lavoro di gruppo; 3) la biblioteca: conoscenza e utilizzo; 4) i seminari: scopo e svolgimento; 5) gli esami orali e scritti: come prepararsi; la valutazione; 6) i criteri per la stesura di una ricerca: a) le varie tappe del lavoro; b) la scrittura del testo e le citazione di libri, riviste, miscellanee, etc.; sigle e abbreviazioni; utilizzazione di repertori bibliografici; raccolta e schedatura del materiale. Il corso si svolge attraverso lezioni frontali, volte ad interloquire con gli alunni sui modi attraverso i quali studiano, ricercano, si preparano agli esami, stendono una ricerca scritta; si effettuano anche esercitazioni orali e scritte circa la metodologia scientifica di un lavoro scritto.
Bibliografia: R. LESINA (ed.), Il nuovo manuale di stile. edizione 2.0, Zanichelli, Bologna 1994; U. ECO, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano 1998; R. FARINA, Metodologia. Avviamento alla tecnica del lavoro scientifico, LAS, Roma 1996; P. HENRICI, Guida pratica allo studio, Gregoriana, Roma 1992; G. LORIZIO - N. GALANTINO (ed.), Metodologia teologica. Avviamento allo studio e alla ricerca pluridisciplinari, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1994; J.M. PRELLEZO - J.M. GARCA, Invito alla ricerca. Metodologia del lavoro scientifico, LAS, Roma 1998; A. FANTON, Metodologia per lo studio della teologia, FTT - Messaggero, Padova 2009; FTIS, Norme grafiche generali per la composizione dei testi, Milano 2007, 20112 (cfr. testo in www.teologiamilano.it).

Qualche considerazione preliminare


Ricordo sempre, allinizio del corso, un curioso aneddoto di un docente piemontese di metodologia che scrive:
Dallalto del campanile di Coazze, a pochi chilometri da Torino, campeggia ab immemorabili, a caratteri cubitali, la scritta: Ciascuno a suo modo. Lestroso pievano (o chi per lui), lungi dal proclamare uno slogan anarcoide, intendeva proporre ai litigiosi parrocchiani uno stile di comportamento che avrebbe loro consentito di veleggiare indenni tra le increspature della vita quotidiana. Pi che loriginale messaggio mi colp la sua collocazione, accanto cio a un orologio che precisa misura del tempo e ne trasmette indistintamente a tutti la severa scansione: tempo eguale e diverso per ciascuno!3

Mi pare che laneddoto precisi bene lintendimento di questi appunti di lavoro che vogliono suggerire un approccio metodico allo studio scientifico (universitario, di alto livello4) in generale e a quello teologico in particolare. Meto-do-logia significa precisamente questo, gi dal suo significato etimologico: il discorso circa il cammino/la strada/la via (met odn lgos). il cammino che si percorre per giungere ad un obiettivo, ad una meta (in ipotesi la verit). Pi precisamente si tratta di un insieme di tecniche e di procedure (o di indicazioni metodico-pratiche) che si seguono nella ricerca scientifica di una disciplina, che nel nostro caso quella teologica. Detto altrimenti: la metodologia vuole costituire una sorta di guida alla ricerca scientifica, di vademecum per la ricerca personale, in modo tale che ciascuno non la conduca a modo proprio (tanto pi quando si tratta di scrivere un testo quale pu essere una relazione per un Seminario, una tesina di baccalaureato o un altro elaborato scritto), in maniera affrettata, improvvisata, a ruota libera, a caso, come viene viene, appunto senza metodo, senza ordine, sia estetico che etico5! Questo obiettivo risulta particolarmente importante anche alla luce di queste ulteriori considerazioni.

V. FERRUA, Manuale di metodologia. Guida pratica allo studio, alla ricerca, alla tesi di laurea , Piemme, Casale Monferrato (AL) 1991, 9. 4 Uno studio che ovviamente differisce notevolmente da quello di una scuola media superiore che caratterizzato da continui compiti e interrogazioni e da uno stretto dialogo tra docenti e alunni; nellUniversit si procede invece con corsi cosiddetti cattedratici, con seminari, etc., che sotto lapparenza di lasciare lalunno pi libero e recettivo, in effetti richiedono un maggiore e pi personale e responsabile sforzo di assimilazione che ha come sbocco ultimo la verifica desame (orale o scritto). 5 Scrive S. CUCCHETTI, docente di metodologia della Sezione Parallela del Seminario Arcivescovile di Milano, nel suo Appunti di metodologia (di prossima pubblicazione): *+ la precisione e la fatica dello studio personale [deve] trovare manifestazione anche nella precisione formale di un testo scritto, dagli aspetti pi sintattico-grammaticale a quelli pi estetici. La cura di questi particolari forma mentis che dice un pensiero rispettoso degli interlocutori, il desiderio di un dialogo sincero e la disponibilit al confronto e alla critica.

Il cammino che si inizia con i corsi del Ciclo istituzionale, sono per definizione appunto costituiti da corsi istituzionali, cio da corsi che si fanno una volta in vita. Per quanto un edificio sia architettonicamente complesso e magari anche variabile col tempo, le prime fondamenta sono le uniche; ed importante che siano solide, capaci di sostenere e di assestarsi. Da qui la necessit di imparare bene come mettere delle fondamenta che durino! Non solo, ma perch queste fondamenta siano messe bene importante che siano ben affinate ed eventualmente convertite le motivazioni che hanno spinto allo studio della teologia. Se si giunti qui in FTIS, magari perch qualcuno ha intrapreso il cammino del sacerdozio, o perch si vuole diventare insegnante di religione o altro, e dunque per questo debbo studiare la teologia, non va bene. Non posso avere motivazioni solo pratiche, strumentali, dambiente, che giustificano la mia presenza in FTIS, se n lavorer e studier sempre al minimo, perch mi tocca farlo, senza essere seriamente interessato a quanto mi verr proposto; lo faccio solo perch lo devo fare per raggiungere un risultato; se lo spirito fosse questo mi trover ben presto a selezionare le cose che pi mi interessano e altre meno, tralasciando questo e questaltro. Compiendo cos un cammino non proprio esaltante, solo convenzionale e magari anche un po pericoloso, sul filo del rasoio. Iniziare con lo spirito giusto gli studi presso la FTIS vuol dire coltivare latteggiamento di chi si appresta ad incominciare una avventura, una bella avventura, un avventura dello Spirito, nientemeno, da cogliere in tutte le sue sfumature, altezze, profondit, pesi e misure.

Uno sguardo generale alla teologia e al curriculum degli studi


1. Se il credere (la fede) una forma del sapere/una forma della conoscenza umana, pi precisamente quella forma della conoscenza che consente di sapere la verit, di entrare in rapporto con la verit (ovviamente la verit di cui luomo vive, e non solo quella di cui si discetta), si potrebbe definire la teologia come il discorso, dunque la critica (e lautocritica se necessario) intorno alla verit o come il discorso che vuole conoscere, riflettere e argomentare la verit di cui luomo vive. Verit che originariamente e ultimamente Ges Cristo: Io sono la via e la verit e la vita (Gv 14,6). Chi un professore di teologia? si chiedeva il filosofo S. Kierkegaard : uno che professore di teologia per il fatto che un altro stato crocifisso!6 (connotazione cristologica e antropologica della teologia). Una verit (Ges Cristo) a cui non si accede, per cos dire, proceduralisticamente o in maniera neutra e positiva (non basta essere informati di tutto su Ges per credergli), ma attraverso i legami nel nostro caso intellettuali, ovvero quelli della scientia che nascono tra coloro che credono. Non a caso nel momento del processo ebraico intentato a Ges dopo il suo arresto, di fronte al sommo sacerdote che lo interroga, Ges stesso cos risponde: Perch interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ci che ho detto loro; ecco loro sanno che cosa ho detto (Gv 18,21). Parole che dicono della necessaria (ed efficace) mediazione testimoniale della chiesa, della tradizione, attraverso la cui lunga, laboriosa e anche complessa vicenda giunge la noi, la notizia, il discorso su e di Ges (connotazione comunitaria ed ecclesiale della teologia). 2. Sotto questo profilo c una logica complessiva nellarticolato e vasto curriculum degli studi teologici? Perch studiare filosofia (tanta nei primi due anni), a quale titolo? O liturgia o diritto canonico o le discipline storiche o le cosiddette scienze umane (peraltro assenti nellattuale curriculum della FTIS a differenza che negli ISSR)? Non basterebbe soffermarsi sulla Bibbia (corsi di introduzione ed esegesi), sulla storia del dogma cristiano (la teologia sistematica o dogmatica) e delletica (la morale) e della spiritualit cristiana (insomma, per dirla con termini medievali, pi affectus fidei che intellectus fidei)? Qualche annotazione al riguardo cos da suggerire, soprattutto al principiante degli studi nella FTIS, linteresse e lapprezzamento delle molte discipline che compongono la mappa della teologia. La filosofia, per es., un'altra forma di conoscenza della verit (o almeno dovrebbe esserlo), unaltra voce che nel passato, come oggi, ha assiduamente indagato la condizione umana, la storia, Dio; e la teologia, fosse solo per questo motivo 7, non pu
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K. BARTH, Introduzione alla teologia evangelica, 190. Lasciamo qui impreterito il complesso problema epistemologico del rapporto filosofia-teologia, di cui si d conto oltrech nei corsi di filosofia, anche in quello, o forse soprattutto in quello, di teologia fondamentale e nei corsi di teologia sistematica. Come anche il tema dellispirazione che la filosofia ha

non tenere conto delle diverse voci della cultura, cos come non pu non tenere conto del linguaggio con cui parla la cultura alta, se vuole farsi comprendere. Lo stesso ragionamento vale per le scienze umane, le quali, al di l dei loro limiti, sono di grande interesse, in quanto mettono in luce aspetti della realt umana (psicologia e sociologia soprattutto) precedentemente ignorati e da cui non si dovrebbe prescindere (al di l del fatto che appunto la collocazione delle scienze umane nel c urricolo teologico resta problema tuttora irrisolto). Spetterebbe in tal senso che almeno i corsi di filosofia sviluppino (penso al corso di introduzione alla filosofia contemporanea e al corso di antropologia filosofica) le potenzialit di tali nuove discipline. La teologia ha poi ovviamente il compito di evidenziare i nessi, di intessere le reciproche relazioni, di sottolineare lo sfondo storicamente situato di ci di cui il credente vive (e muore). Ecco la ragione per cui si cerca di prendere visione della concreta visione della vita di fede della chiesa nel corso del tempo (il tempo dei Padri, la storia in generale della chiesa/dei credenti, la storia della teologia, la nascita e levolversi di una liturgia e preghiera cristiana e anche di un diritto a tutela dei fedeli, la pastorale, la vita cristiana dei singoli, ovvero la spiritualit). Questo ovviamente comporta la conoscenza approfondita dei diversi fermenti culturali, delle tensioni, delle chiarificazioni, del passato come del presente, e quindi anche la conoscenza della fede vissuta e pensata da tutte le generazioni di credenti che hanno dato origine alla traditio ecclesiae: a partire dalle Scritture ispirate e canoniche (lanima della teologia, DV 24) fino ai pi complessi e, per cos dire, centrali, trattati di sistematica e morale. Si tratta dunque di un articolato curriculum di studio volto allobiettivo di far percepire riflessamente e organicamente il tutto del cristianesimo e di predisporre le condizioni per operare una sintesi compiuta al termine del Ciclo istituzionale con lesame di baccellierato.

esercitato nella formulazione del dato o del dogma cristiano, ispirandone appunto le categorie riflessive (platonismo, aristotelismo, tomismo, etc.).

Delimitazioni di questo corso di metodologia e precisazioni


Indicate le finalit del corso, bene chiarire e delimitare il profilo formale e contenutistico di questo corso, peraltro gi suggerito dal programma di cui sopra. Ho usato in precedenza sia laggettivo scientifico che il sostantivo metodo (studio scientifico, metodo scientifico, ricerca scientifica, etc.). Si tratta di due parole importanti, che hanno una lunga e complessa storia. Ovviamente questo corso non intender occuparsi del profilo per cos dire teorico (epistemologico) della metodologia teologica o filosofica o biblica o storica. Anche in questo caso il nostro corso ha un ambizione pi modesta. Sia permesso solo qualche accenno. Dellaggettivo scientifico oggi certamente si abusa. Soprattutto le forme della comunicazione pubblica abusano di questo aggettivo. Cosa vuol dire scientifico? Nella sensibilit comune scientifico un sapere indubitabile, del quale non si pu dubitare. Ma esiste un sapere indubitabile? Nei tempi moderni il termine usato per dire di ogni sapere che non consente dubbi: usato anzitutto per le scienze della natura. Il referente, il punto di riferimento privilegiato per sapere cos scientifico sono le scienze cos dette dure, le scienze della natura (la fisica, la chimica, la biologia, la biochimica). Queste scienze hanno il grandissimo vantaggio di avere sospeso ogni interrogativo a proposito del senso di tutte le cose; le scienze della natura non si occupano dei significati; si occupano dei fatti: di spazio e di tempo, di traiettorie e di accelerazioni, senza farsi tante domande. E proprio questa sobriet dellinterrogazione garantisce alle scienze dure (alle scienze della natura) una progressione, un accumulo di risultati che certo non si conosce nellambito delle antiche discipline sapienziali (la filosofia, la teologia). Sono scienze astratte; astratte nel senso di privilegiare unottica parziale, pregiudizialmente definita, e non considerare tutto il resto. Dunque nel caso delle scienze della natura, scientifico lapproccio caratterizzato dal fatto di sospendere le domande relative al senso: tale sospensione consente al sapere di progredire in maniera assai pi sicura e in maniera cumulativa. Nel Novecento poi sono nate le altre scienze, quelle che specialmente nei paesi cattolici si chiamano le scienze umane (la psicologia, la sociologia, lantropologia culturale). Laggettivo qui usato per il sapere relativo ai fatti umani (prima delle cos dette scienze umane, lapproccio, il modello del sapere scientifico era polarizzante per la storiografia; il grande secolo della storiografia stato lOttocento; nel Novecento le scienze umane).

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Anche luomo dunque diventa oggetto di inquisizione, di ricerca scien tifica; non soltanto i fatti di natura, ma anche i fatti umani, oggetto di una inquisizione scientifica. Come detto, le scienze della natura progrediscono perch sospendono la domanda a proposito del significato di tutte le cose; se uno non si chiede perch (cosa vuol dire), il sapere descrittivo diventa molto pi sicuro e rapido e cumulativo. Ora lo si fa anche con le scienze umane. Ma si pu? possibile un sapere positivo senza interrogazione a proposito dei significati, per riferimento ai fatti umani? Fatti umani vuol dire fatti per loro natura significativi, portatori di significati (fatti intenzionali). davvero possibile una scienza a proposito dei fatti umani? Una scienza percepita a monte rispetto a chi sono io e a ci di cui io vivo? Questa la cosa importante e sottile, ma difficile da chiarire: la teologia (e tutte le altre discipline correlate) parla soltanto se tu entri dentro lo studio della teologia; il sapere teologico un sapere che chiede di essere compreso come la storia che mi interpreta, che mi dice la verit. Questo il sapere scientifico in senso forte; nellaltro senso si tratta solo di un sapere scientifico superficiale, parziale e ripeto astratto. Cos per il sostantivo metodo; cos il metodo? La cultura moderna ha un po il mito del metodo. Non a caso la storia del pensiero moderno inaugurata dal famosissimo Discorso sul metodo di Cartesio del 1637 (e prima ancora da Galileo [1564-1642], attraverso la riduzione della realt a puro fatto quantitativo e matematico). Cartesio in quel testo dichiarava di voler proporre in quelle pagine, ai suoi lettori, soltanto il cammino da lui seguito nella ricerca della verit, con la speranza che potesse servire loro nel tentativo di ciascuno di darsi un proprio personale ed esclusivo metodo di conoscenza. La ricerca del metodo da allora diventato una delle caratteristiche qualificanti di quel progetto ambizioso di un sapere critico che caratterizza molte discipline (la filosofia, la storia, la filologia, la Bibbia, etc.). Ma appunto: cosa vuol dire in tal senso conoscenza metodica? Vuol dire applicare nella propria ricerca un metodo, ossia un complesso di regole che dovrebbero garantire per cos dire linfallibilit del proprio sapere (del conoscere). possibile un metodo infallibile per la comprensione della verit? possibile, anche in questo caso, determinare le regole per raggiungere la verit a monte rispetto al cimento personale? Non ha forse la questione del metodo una consistenza puramente mitologica? Non forse vero che ogni sapere che si occupa del senso di tutte le cose di necessit non metodico; non suscettibile cio di essere garantito da una procedura formale, che sia definita a monte rispetto al confronto con le cose stesse?

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Debbo entrare io in quello che andr via via scoprendo, imparando, analizzando; non esiste un metodo infallibile; cos come non esiste un sapere puro, scientifico di cui posso essere sicuro se io non vi entro. Anche le indicazioni (di carattere molto pratico e possibilmente agili) che verranno fornite da questo corso non saranno infallibilmente certe e sicure a prescindere dalla passione, dalla tenacia e dal personale coinvolgimento dellalunno. Si diranno e si daranno regole per lo studio e la ricerca, ma queste ovviamente non possono sostituire il soggetto!

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Lo studio e le sue modalit: la lezione pubblica


Cominciamo da qui. Dalle lezioni e dai requisiti essenziali per entrare con profitto nella dinamica del lavoro intellettuale richiesto dalla FTIS. La FTIS offre anzitutto a tutti gli studenti (del ciclo istituzionale) dei corsi; meglio dei corsi di base, fondamentali (specie nel primo triennio), necessari per progredire, e corsi di approfondimento (nellultimo bienno); tutti corsi che vanno frequentati obbligatoriamente (nella misura minima dei 2/3, pena la non possibilit di accedere agli esami; se ci sono problemi di questi tipo, avvertire subito la segreteria dellimpedimento a seguire, e si vedr se e come provvedere altrimenti; imparare insieme ad usare bene i pcpoint con impronta digitale, evitando di fare i furbi). Ma perch i corsi sono obbligatori? Non basta il libro, la bibliografia per lesame, le eventuali dispense del docente? Senza voler fare della retorica, la ragione per la quale la FTIS ha istituito la obbligatoriet della frequenza ai corsi sta nellaccentuato carattere di laboratorio, di artigianato per cos dire, che dovrebbe avere liniziazione della teologia. La teologia (la conoscenza) un vissuto, e non una mera trasmissione di nozioni, informazioni, concetti, etc. Il libro, la dispensa o altro non aiuta a pensare! Il libro non pensa per me e non posso dialogare con un libro. Nel corso invece presente una persona (il docente) che mi aiuta a capire Certo alla fine servono e luno e laltro. Ma poi, come seguire un corso cattedratico o magisteriale? La fase iniziale del cammino teologico presumo comporta una inevitabile fatica: si tratta di adattarsi ad una situazione nuova e inconsueta che per un verso possiede tutto il fascino della scoperta di mondi nuovi ma che per un altro verso richiede circospezione, determinazione e gradualit. Dando per scontato che per ogni ricerca intellettuale indispensabile essere guidati una passione, da un desiderio, da una curiosit, da una aspettativa (senza troppo idealizzarla, pena cocenti delusioni), da una domanda (e non da presunzione!), da una simpatia (e questo a maggior ragione per la disciplina teologica); a parte le prescrizioni fisiche (alimentazione, riposo, non arrivare quindi gi stanchi o assonnati, respirazione, postura) e ambientali (ordine, silenzio, aerazione, illuminazione, temperatura, un posto in aula che favorisca) che debbono essere ottimali , si possono riassumere le caratteristiche per un proficuo lavoro intellettuale nelle seguenti disposizioni: 1) capacit di ascoltare: ossia seguire un corso con attenzione, senza distrarsi (cosa da non confondersi con gli sforzi muscolari); senza perdersi via; ben concentrati e mossi solo dal desiderio di voler ascoltare e capire (e l dove non si capisce, annotare);

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2) volont di dialogare con il docente: ossia entrare in dialogo con quanto viene proposto dal docente (anche quando si in duecento a seguire un corso); magari anche (se necessario) in garbata e umile contestazione o anche solo per chiarire i punti pi oscuri dellesposizione del docente (o dei testi di riferimento); informandosi prima della lezione di quanto verr poi proposto dal docente durante la lezione; arrivando dunque alla lezione con qualche domanda dentro, cos da fare interventi mirati, ordinati e pertinenti, sia durante la lezione che eventualmente dopo (magari nellintervallo: senza per assediare e sfinire il docente) oppure nellorario di ricevimento del docente. 3) capacit di seguire: di seguire, sintende, il docente l dove egli ti vuole portare con la sua spiegazione; concentrando in particolare lattenzione verso tutto ci che nuovo e magari inaspettato e spiazzante; 4) capacit di scrivere: ossia di prendere appunti personalmente anche l dove c una dispensa o un testo di riferimento in modo da conservare i frutti della propria attenzione e ritornarci sopra successivamente. Se poi il docente dovesse seguire (o deprecabilmente, leggere) un testo quasi letteralmente, annotando il testo 8. In ogni caso prendendo appunti (che un arte difficile e che non si impara dalloggi al domani) coerenti con lo svolgersi del discorso: non bisogna scrivere tutto quello che il docente dice (per essere sicuri di non perdere neanche una virgola!) n allopposto non prendere alcun appunto (fidandosi troppo di s e della propria memoria), ma imparare a scrivere mano a mano con parole proprie (magari utilizzando anche codici e abbreviazioni9) quello che si capisce (!) dalla lezione che sta svolgendo il docente; in particolare trascrivendo organicamente i passaggi fondamentali, le suddivisioni del discorso e gli eventuali rimandi ai testi, da ritrovare successivamente. Sotto questo profilo scarsamente produttivo ricopiare o rifarsi ad appunti altrui, che riflettono sempre un punto di vista diverso dal proprio. Cos come improduttivo sarebbe rimandare la rilettura degli appunti immediatamente prima degli esami. Lideale sarebbe
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importante imparare anche qualche tecnica di lettura/studio attiva. Bisogna anzitutto leggere bene il testo e comprenderlo. Poi, per riferimento a cosa sottolineare: non si deve sottolineare troppo o tutto un testo/una dispensa/i propri appunti (e nemmeno sottolineare nulla): la sottolineatura deve essere intelligente; si devono perci evidenziare i contenuti essenziali, le espressioni pi importanti del testo, le parole-chiave, cos da facilitare la percezione visiva di quanto deve emergere in primo piano, oltrech facilitare la memorizzazione. Quanto al come sottolineare: la sottolineatura deve essere ovviamente chiara (tracciare una linea con matita o evidenziare a colori). Si consiglia poi di sfruttare anche i margini esterni delle pagine per indicare parole di sintesi sullargomento letto (premessa, affermazione, tesi, etc.). Ci sono poi segni convenzionali che si possono utilmente mettere ai margini delle pagine, quali: affermazione molto importante; | affermazione significativa; affermazione veramente centrale; ! affermazione decisiva o di effetto, ? affermazione discutibile oppure oscura; p. 28sembra in contraddizione con quanto si asserisce a p. 28. 9 Per es.: T= teologia; F= filosofia; Xto= Cristo; Xa= chiesa; xni= cristiani; etc.

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rileggere e riorganizzare (tralasciando il superfluo) gli appunti presi giorno per giorno e il pi presto possibile (a caldo), nelle ore dedicate allo studio personale. Segnalo inoltre che non pare di grande utilit il registrare le lezioni (al di l del fatto che bisogna sempre chiedere il permesso al docente e a meno che non si voglia ascoltare una lezione che si persa). In generale, non se ne vede proprio la ragione lutilit si perde solo del tempo (si raddoppiano i tempi) e non ci si concentra come si deve durante la lezione, incentivando un ascolto passivo (delegando al registratore lattenzione). Molto meglio utilizzare il tempo per leggere, dopo la lezione, gli appunti o il testo/dispense.

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Lo studio e le sue modalit: lo studio privato


Come si assimila, si personalizza, ci si appropria personalmente dellinsegnamento di un corso magisteriale? Lo studio infatti principalmente il momento dellassimilazione personale. Anche in queste caso, diamo poche ma essenziali regole, concentrandoci sullo studio privato (lasceremo quindi sullo sfondo la possibilit di studiare insieme, in gruppi spontanei di lavoro, qualora questo dovesse facilitare il processo di apprendimento: comunque, non meno di due e non pi di sei). 1) Anzitutto, se vale un esempio alimentare, non basta aver mangiato per nutrirsi (si potrebbe anche star male per il troppo mangiare, fare indigestione), bisogna anche digerire, assimilare, rielaborare creativamente e responsabilmente, appropriandosi in modo personale di tutto quanto si ascoltato e messo per iscritto. 2) importante in questa direzione essenzializzare quanto ricevuto: non si deve afferrare tutto, ricordare tutto (ci sono infatti concetti essenziali e importanti e particolari secondari); bisogna imparare una capacit di sintesi 3) Imparare progressivamente la padronanza dei termini: si tratta di una delle prime difficolt per chi si avventura per la prima volta nello studio filosofico-teologico. Per questo utile appuntare sempre la nuova terminologia (magari in un quaderno-rubrica a mo di glossario) e a poco a poco elaborare una lingua e un lessico che, senza essere gergale e criptico (barbaro!), possa essere usato correntemente e correttamente. 4) Fare degli esercizi per riesprimere, ripensare e appropriarsi quanto studiato; sia a voce che per iscritto; non basta leggere e rileggere (si dimentica facilmente tutto o quasi); occorre uno sforzo attento di rielaborazione e di confronto critico, magari traducendo il tutto, con parole proprie e col proprio modo di pensare, in uno schema, o in un riassunto10 della/e lezione/i (ottimo metodo di studio, indubbiamente molto utile per cominciare a formare in s la capacit di sintesi concettuale) che sia logico, fondato e intelligibile. Compilare degli schemi una delle attivit pi importanti per lassimilazione dei contenuti di un testo/dispensa. Uno schema ben fatto permette infatti di fotografare i concetti principali, di metterli in rapporto e di facilitare cos la memoria a immagazzinare il tutto. 5) leggere attivamente e creativamente altre opere (specie le fonti primarie e i classici di cui si occupa il corso, e che sono sorgente di grandi soddisfazioni intellettuali e
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Per imparare a fare bene i riassunti con parole proprie sono essenziali questi passaggi: 1) chiedersi di cosa sta parlando un testo (qual lidea generale); 2) tracciare le parti (due -tre, etc.) da cui composto un testo, evidenziandole con tre idee essenziali per ciascuna parte.

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che in certo senso restano indimenticabili), recensioni, articoli, quotidiani, cos da entrare in contatto con le fonti primarie o derivate dello studio e approfondire le proprie conoscenze; in tal senso sar molto utile sia farsi consigliare dal docente che andare in biblioteca (vedi pi avanti), sfogliare le riviste11 e i libri nuovi che arrivano; come pu essere utile cominciare a costituire un proprio archivio personale (cfr. pi avanti), cos da conservare quanto letto e studiato. Un discorso a parte meriterebbe lo studio a gruppi o insieme (in ogni caso non siano pi di sei) volto a condividere (specie con chi fa pi fatica), a suddividere e a controllare la qualit dello studio. Studio che, in ogni caso, non pu e deve sostituire quello privato.

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Tra gli strumenti cui pu essere utile abbonarsi fin dallinizio del cammino teologico, consiglio, tra le riviste, le seguenti: 1) Teologia (anche se un po troppo specialistica per il principiante); 2) Il Regno Documenti e Il Regno - Attualit (molto utile per laggiornamento); 3) Rassegna di Teologia; 4) La Scuola Cattolica; 5) La Civilt Cattolica; 6) Concilium.

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Lo studio e le sue modalit: i Seminari


Allinterno delle lezioni e dello studio meritano un accenno particolare i seminari, ossia i corsi svolti in forma seminariale su alcune tematiche particolari della filosofia o della teologia. Si tratta di corsi diretti, guidati e coordinati da un docente, con un programma fisso concentrato su tema o un libro o un autore, composto da pi partecipanti (che non debbono meno di 4-5 e non pi di 12-15). A differenza dei corsi magisteriali, i seminari hanno il preciso obiettivo di avviare, iniziare alla ricerca scientifica, mediante un coinvolgimento pi diretto e critico (magari anche creativo e propositivo) degli studenti nel lavoro-filosofico e teologico o pi semplicemente di affinare la propria metodologia di studio (come nel caso dei seminari del Ciclo istituzionale, che non sono propriamente dei seminari di ricerca)12. Fondamentale nei Seminari la presenza di tutti a tutte le riunioni. Essi normalmente si svolgono nella seguente maniera: a) il docente suggerisce e introduce nelle prime ore del seminario la tematica di cui ci si occuper, indicando la bibliografia di riferimento e suggerendo le possibili piste entro cui inserire il lavoro degli studenti; b) nelle ore successive del seminario, sono i partecipanti al seminario che espongono (oralmente), in tempi proporzionalmente brevi, con una relazione (preparata con cura) i risultati della ricerca loro assegnata dal docente; pu essere utile che ciascun alunnorelatore fornisca prima dellesposizione orale ai colleghi almeno lo schema del proprio intervento, cos che questi lo possano seguire pi facilmente. c) lesposizione orale normalmente seguita dalla discussione fra i partecipanti al seminario, dando dunque tempo allascolto di eventuali osservazioni dei colleghi e del docente. Pu essere steso, utilmente, volta per volta, anche un verbale delle discussioni. d) le conclusioni del docente al termine del seminario, volta comporre insieme le tessere del mosaico che stato via via composto dai partecipanti. d) i partecipanti al seminario sono tenuti infine a raccogliere in un testo scritto (la lunghezza di tale prova si attesta sulle 6-10 pagine, esclusa la bibliografia: cfr. pi avanti le norme per redigere un testo scritto) il frutto della loro ricerca, della loro esposizione orale e della discussione che ne seguita; il testo verr consegnato poi al docente il quale

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I seminari scrive Henrici nascono dai dipartimenti di Storia e Filologia delle Universit tedesche dell800, precisamente per iniziare gli alunni ai metodi della ricerca e della critica filologico-storica; si trasferirono poi anche nei campi della filosofia e della teologia (P. HENRICI, Guida pratica allo studio, 19).

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valuter complessivamente limpegno, la partecipazione e il valore della relazione (orale e scritta) dei partecipanti con un voto espresso in trentesimi.

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Le fonti: la biblioteca e larchivio personale


Dopo aver ascoltato il docente, seguito il corso con attenzione, si tratta di accedere e avvicinarsi direttamente ai dati offerti nel corso delle lezioni. il tema del ricorso e dellaccesso diretto alle fonti13 di ci che si sta via via conoscendo e approfondendo: fonti della Scrittura, del Magistero, della tradizione cristiana (depositum fidei) che sono le tre fonti principali per la teologia; ma anche fonti della Filosofia, etc. Luogo deputato al reperimento delle fonti anzitutto la Biblioteca della propria (e/o di altre) universit.

a) La Biblioteca ovviamente importante conoscere la Biblioteca centrale delluniversit, poich essa rappresenta il sussidio principale da utilizzare nel proprio lavoro di studio e di ricerca. Pi la si conosce, prendendo dimestichezza con essa, e meglio la si utilizza. La biblioteca composta sostanzialmente da libri e pubblicazioni periodiche (riviste e giornali); pu raccogliere anche altri documenti non bibliografici (microfilm, etc.). Linsieme dei materiali raccolti in una biblioteca a disposizione dei lettori si chiama fondo bibliografico, reperibile attraverso lo schedario sia cartaceo che elettronico (on-line). La raccolta delle pubblicazioni periodiche (riviste e giornali) riceve invece comunemente il nome di emeroteca. Di solito le Biblioteche, come quella della FTIS, dispongono infine di una sala di lettura o di consultazione, dove gli alunni oltre a poter studiare indisturbati, possono trovare i testi (fondamentali) a cui accedere direttamente.

b) Larchivio personale Le fonti di studio e di ricerca andrebbero raccolte e schedate, specie in vista della ricerca personale (tesi, saggi, etc.). Come raccogliere le fonti? appunto il tema dellarchivio personale di cui ogni studente che inizia il cammino universitario si dovrebbe via via dotare.
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Le fonti (o documenti) si distinguono in fonti primarie o originarie (fonti di.) e fonti secondarie o derivate (fonti su); per es. in campo biblico fonte primaria pu essere il libro dell Esodo (magari in lingua originale); fonte secondaria un commentario al libro dellEsodo; ancora, nel campo della tradizione, fonte primarie sono le Confessioni di Agostino, mentre fonti secondarie sono i commenti o gli studi a margine delle Confessioni. Nel campo del magistero, fonte primarie sono, per es., i testi del concilio Vaticano II o un enciclica di un papa, mentre fonti secondarie sono i commenti e gli studi relativi. E cos via.

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Larchivio personale pu essere costituito sia: - in forma cartacea (utilizzando schede in cartoncino, 7,5x10cm, in formato uniforme); - che in forma elettronica, attraverso appositi programmi di archiviazione elettronica. Sia nelluno, come nellaltro caso, importante distinguere due possibili forme di archiviazione: - le schede bibliografiche: esse raccolgono il patrimonio bibliografico posseduto personalmente o consultato in biblioteca o in cui si imbattuti leggendo una recensione, scorrendo lindice di una rivista, etc. Tali schede normalmente procedono in ordine alfabetico, in base al nome degli autori o dei curatori del libro o della rivista (Angelini G.; Barth K., Balthasar von H.U., etc.). Esempio (per un libro): CODA Pietro C1

Teo-logia. La parola di Dio nelle parole delluomo. Epistemologia e metodologia teologica (Sapientia christiana, 2) Pontificia Universit Lateranense - Mursia Roma 1997, pp. 285

Esempio (per un articolo di rivista o di Dizionario): ANGELINI Giuseppe Uomo, verit, cultura Teologia 35 (2010) 447-477. A2

- le schede di contenuto: anchesse raccolgono il patrimonio bibliografico posseduto o consultato, ma a procedere, in ordine alfabetico, dal titolo della fonte o dellargomento (Fenomenologia, cristologica, teologia della scrittura, Dio, etc.). A loro volta le schede di contenuto si suddividono in:

a) schede di citazione. Es:

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LA FEDE DI GESU F1 _______________________________________________ CODA Piero (Teo-logia, 1997) _______________________________________________ Occorre *+ ridisegnare il problema della fede in un ottica cristologica: che non significa soltanto lovvia concentrazione della fede cristiana su Ges Cristo *+, ma pi radicalmente, la considerazione della centralit della fede di Ges, riconoscendo a questa espressione il suo senso anche soggettivo (p. 95).

b) e schede di riflessione. In queste schede si possono annotare brevi riassunti di un libro/articolo, avendo cura di indicare sempre il rimando esatto. Ci si pu limitare a poche parole (quando si ha a disposizione facilmente il testo) oppure si pu fare un riassunto pi accurato.

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Per la ricerca bibliografica: altri strumenti


Se la Biblioteca della FTIS e il proprio archivio personale rimangono strumenti essenziali per la propria ricerca scientifica di autori, volumi, saggi, etc., nondimeno lera internet mette a disposizione altri validi aiuti per la ricerca. Tali aiuti sono assolutamente fondamentali specie nella fase preparatoria alla stesura di un elaborato scritto in teologia, segnatamente per il baccellierato o la licenza o il dottorato. Prima di intraprendere un qualsiasi sforzo di studio infatti necessario informarsi su quanto scritto sul tema prescelto, raccogliendo tutte le informazioni del caso (ovviamente sempre sotto la guida esperta del docente che aiuter a selezionare e a vagliare). Segnaliamo tra le possibili fonti di informazione e di ricerca i seguenti strumenti: - Il catalogo della Biblioteca dellUniversit Cattolica consultabile attualmente in www.millenium.unicatt.it. - Il sito della Pontificia Universit Gregoriana (www.unigre.it) con preziosi links per laccesso ad altre importanti biblioteche ecclesiastiche romane. - Il sito della fantastica Libreria del Congresso di Washington (www.lcweb.loc.gov): la pi grande del mondo. Ci sono poi siti dedicati a singoli argomenti: filosofia, bibbia, etc. che possono essere facilmente reperiti nella rete. Sotto il profilo cartaceo lEphemerides Theologicae Lovanienses. Elenchus bibliograficus pubblicato dalla Katholieke Universiteit (Leuven), mette a disposizione anno per anno dei volumi utilissimi che raccolgono tutto quanto viene pubblicato nel mondo nellarea della teologia.

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Gli esami: come prepararsi?


Gli esami sono (normalmente) fonte di panico, ansia, notti insonne, fobie e patologie varie. Cominciamo a dire questo. Gli esami sono un bene o un male necessario? Indipendentemente dalla risposta che ciascuno pu dare, essi in ogni caso non sono lo scopo dello studio: lo studio non finalizzato agli esami ma alla conoscenza14! E allora perch farli? Perch si tratta di verifiche parziali (e anche artificiali) di ci che stato assimilato e capito; verifiche che oggettivano lo studio compiuto (correggendo eventuali difetti o lacune) e anche il modo con cui lo si esprime con parole proprie (capacit espressiva sia orale che scritta). Dal punto di vista della loro preparazione si soliti distinguere tra una preparazione remota e una preparazione prossima. 1) La preparazione remota coincide sostanzialmente con lo studio privato e regolare (quando i contenuti trasmessi sono ancora freschi) lungo tutto il semestre o lanno del corso, comprensivo dei propri appunti, della composizione di schemi e riassunti via via raccolti, come anche degli approfondimenti personali (senza limitarsi quindi al minimo: a ci che va portato allesame). Se c stata questa preparazione remota agli esami baster poco, talvolta pochissimo tempo, per prepararsi allesame. Se non c una preparazione remota allesame, se non ci si applicati con costanza, con calma e con continuit durante lo svolgimento del corso, si rischia di imparare (magari a memoria) tutto dun fiato i contenuti di un corso, che poi subito verranno dimenticati; si rischia pertanto di studiare inutilmente. Dunque non aspettare le ultime settimane o gli ultimi giorni prima dellesame per prepararsi. 2) Quanto alla preparazione prossima allesame, oltre ad avere la testa libera e riposata senza passare notti in bianco a studiare forsennatamente; una giornata di relax vale pi di tre giornate passate a ripetere affannosamente , bisogna distinguere tra esame ed esame: ci sono esami (corsi) pi impegnativi, oggettivamente, o in ogni caso pi vasti e altri meno: un conto fare un esame di filosofia o di teologia o di Bibbia, altro conto lesame di liturgia o di storia della chiesa, etc.

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SENECA, Vitae, non examini discimus (Non per la scuola, ma per la vita si impara). la pratica della vita la verifica della teoria degli studi.

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Ma soprattutto lo sforzo maggiore dovr essere messo nel ripercorrere tutta la materia del corso in poco tempo, cercando di padroneggiare consapevolmente gli argomenti. Bisogna poi distinguere le due modalit desame: quello orale e quello scritto. 1) Lesame orale: certo lesame pi competitivo (si in due); una sorta di gara o meglio di comunicazione della propria intelligenza e del proprio pensiero (pi che della propria memoria, che importante ma che non va sopravvalutata) e dunque momento nel quale riflettere e pensare/riflettere bene alle domande che vengono fatte e alle risposte che sono date (ancora: primato del pensiero, e non della memoria). inoltre un esame nel quale intervengono diversi motivi di discrezionalit: la personalit dello studente; che linguaggio usa; quale il modo di esporre15; come si padroneggia una situazione difficile o imprevista (una domanda che non si capisce; un vuoto di memoria; una lacuna nella preparazione). Importante per il buon esito di un esame orale certo un buon inizio del dialogo, superando leventuale primo minuto di panico o blocco. Come importante essere preparati ad una eventuale domanda libera (su quale punto vuoi essere esaminato?).. Quando per non si sa rispondere ad una domanda del docente meglio dirlo chiaramente e subito, evitando divagazioni, esposizioni a vuoto o parlando daltro o altri escamotage un poco infantili. Pregando il docente che passi ad altra domanda. 2) Lesame scritto: pu essere in forma di quiz o di domande brevi; in tal caso, dopo aver riletto bene le domande o i quesiti, dare risposte concise, brevi, precise. Pu essere anche in forma di un tema da svolgere, secondo un tempo pi lungo e disteso; in questo senso si consiglia di pensare sempre alla domanda con calma, rileggendola bene, compilando poi una possibile schema o piano della risposta (introduzione, svolgimento e conclusione) da articolare per iscritto; per poi passare al componimento dello scritto (utilizzando unimpaginazione gradevole e una calligrafia che sia leggibile!). Unultima cosa: sia nel caso dellesame orale o dello scritto, mantenere sempre un certo fair-play (bisogna anche saper perdere!), uno spirito sportivo (non passare un esame non un dramma), una imparzialit di giudizio, oltre ovviamente ad essere leali e corretti (specie nellesame scritto che sempre a rischio di copiature!). Un esame non un giudizio sulla vita o sulla intelligenza o sulla propria persona! Ma lo ripeto la valutazione di quei soli 15-20 minuti di durate dellesame (orale). Anche ad un buon studente pu capitare di fare un cattivo esame, n basta fare buoni esami per essere un buon studente.
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Evitare il pi possibile inutili interiezioni e appendici impertinenti (tipo: cio.., niente, s, allora si potrebbe dire che, su questo aspetto la mia opinione che) o un intercalare improprio (tipo: dunque, vero, vede, no, mi consenta di aggiungere).

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Infine, rifiutare il voto e rifare lesame? Beh, dipende

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La ricerca scritta (elaborati di seminario, tesi, saggi)


Rimangono, da ultimo, alcuni accenni su come stendere un elaborato scritto (i criteri da seguire, le attenzioni da avere, i passi da compiere) in maniera metodologicamente corretta e su come documentare le proprie fonti allinterno dellelaborato (citazioni, note, bibliografia, indici, abbreviazioni). Rimando per questo al fascicolo qui allegato (pubblicato anche on-line sul sito della FTIS) dove si danno le nozioni di base sia di tipo genetico che di tipo grafico su come nasce, si sviluppa e si consegna un testo scritto. A tale allegato rimando per una lettura personale, attenta e puntuale, specie in occasione dellelaborazione di un testo per un Seminario, o in vista della stesura della tesi di Baccellierato (e in ipotesi anche di Licenza e di Dottorato), pregando gli studenti di seguirla e rispettarla nel corso del loro lavoro di ricerca. Qui mi limito ad osservare solo questi due aspetti. Nel caso dellelaborato scritto, la prima difficolt che si presenta precisamente che si tratta di uno scritto. E lo scritto, si sa, a differenza dellorale (dove si pi abili , disinvolti e dove c sempre il docente che guida) ha le sue esigenze di linearit, di logicit, di chiarezza espositiva, e non ultimo di correttezza grammaticale, etc. Non basta il talento personale Si tratta poi, ed una seconda difficolt, di uno scritto che ha per oggetto non una poesia, o una ricetta, o una preghiera o un pensiero spirituale, ma la teologia nel suo complesso che ha le sue regole, la sua metodologia appunto, il suo linguaggio. Che vanno imparate al meglio!

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APPENDICE

Per la ricerca scientifica e la composizione dei testi (Baccellierato, Licenza, Dottorato, Diploma in Spiritualit e saggi in generale)

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