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SCRITTURA: COMPETENZA E SUPPORTI SCRITTOR FRA EGEO, EGITTO E VICINO ORIENTE NEL II MILLENNIO A.C.

Massimiliano Marazzi P.U.F. | Revue d'assyriologie et d'archologie orientale


2013/1 - Vol. 107 pages 1 13

ISSN 0373-6032

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Pour citer cet article :

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Marazzi Massimiliano, Scrittura: competenza e supporti scrittor fra Egeo, Egitto e Vicino Oriente nel II millennio

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REVUE
ET
e CVII VOLUME CIe eVOLUME CIII VOLUME

DASSYRIOLOGIE
ORIENTALE
2013 2007 2009

DARCHOLOGIE

SCRITTURA: COMPETENZA E SUPPORTI SCRITTOR FRA EGEO, EGITTO E VICINO ORIENTE NEL II MILLENNIO A.C.
DI

Massimiliano MARAZZI

1. TAVOLETTE, PAPIRI, PERGAMENE E SIGILLATURE In un contributo pubblicato alcuni anni orsono coglievo loccasione per specificare le differenze esistenti, per quanto attiene alluso dei supporti scrittor e alle pratiche di sigillatura, fra la tradizione egea e quella presente nel mondo vicino orientale antico nel corso del II millennio a.C., rilevando come, nella sua generalit, il mondo egeo, e specificamente quello minoico, appaia molto pi vicino a quello egiziano, soprattutto nel rapporto fra sigillatura e documento scritto.1 Una serie di nuovi elementi, mi inducono in questa sede a ripensare anche alcuni aspetti della letterariet micenea rispetto a quella minoica ed egiziana/vicino-orientale, sia in relazione al dibattuto problema del rapporto fra documento scritto e pratica della sigillatura dello stesso, sia, pi in generale, per quanto concerne lesistenza (o quanto meno, la circolazione) di supporti scrittor altri rispetto a quelli archeologicamente attestati per via diretta: e cio le tavolette dargilla, predisposte e redatte in diversi formati e secondo specifici layouts.2 Prima di entrare nello specifico della tematica vale la pena riassumere schematicamente lo stato odierno delle conoscenze, anche in relazione a quanto puntualizzato nel contributo sopra ricordato (cf. nota 1 con gli ulteriori riff. Alla nota 2). 1. Appare oggi ormai definitivamente acquisito (seppure per via indiretta) che nella Creta minoica dei Primi e dei Secondi Palazzi (quindi fra il XIX e il XV sec. a.C.), accanto alle limitate
1. Marazzi 1996; a questo contributo si rinvia per tutta linformazione bibliografica generale del rapporto fra testo e sigillatura sia per lambiente egeo, che per quelli egiziano e vicino-orientale; successivamente cf. anche Marazzi 2000. 2. Un recente quadro in proposito per lambiente egeo offerto in Hallager 2005, cui segue la messa a punto, con particolare riferimento a quello miceneo in Marazzi i.c.s.; per la sigillatura in ambiente egiziano, oltre a quanto gi dettagliatamente indicato in Marazzi 1996, cf. ancora Allen 2002, per la nuova edizione dei papiri di Heqanakht, il cui testo III rappresenta uno degli esempi meglio conservati di pratica di sigillatura degli inizi del Medio Regno, e Hahn 2010.

Revue dAssyriologie, volume CVII (2013), p. 1-13

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testimonianze epigrafiche su tavoletta (o su altri supporti scrittor dargilla come le cd. roundels e su alcune tipologie di cretule stesse), fosse ampiamente diffusa la pratica delluso tanto della pergamena, quanto del papiro. Daltra parte, le pur non molte iscrizioni, verisimilmente di carattere votivo/dedicatorio, incise su arredi sacri o oggetti di prestigio, sembrano essere indice di una competenza scrittoria non limitata semplicemente alla sfera amministrativa.

Fig. 1. Procedura di piegatura (a-b), legatura e sigillatura (c) dei supporti pergamenacei in ambiente minoico (c sulla base di Hallager 1996)

2. Per quanto attiene alluso di supporti di tipo pergamenaceo, la loro esistenza chiaramente, seppure indirettamente, testimoniata dallo studio delle impronte rimaste sui retri di una specifica classe di cretule, i cd. flat-based nodules (o cretule ad apposizione diretta a base piatta), che permettono altres di ricostruire, con una certa attendibilit, la procedura di piegatura e legatura del documento prima dellapposizione della cretula stessa sulla sua superficie. Tale pratica, attestata gi a cominciare dallepoca dei Primi Palazzi (e verosimilmente connessa con entrambi i sistemi scrittor allepoca in uso: geroglifico e Lineare A), diviene ampiamente diffusa durante let neopalaziale, quando la scrittura Lineare A appare il principale (se non lunico) medio scrittorio in uso (cf. fig. 1).3 3. Per quanto attiene ai possibili supporti di tipo papiraceo, esiste fino a oggi soltanto una testimonianza certa, sempre in forma indiretta, connessa con il tipo di sigillatura che doveva con questi
3. La migliore trattazione in proposito resta certamente quella contenuta in Hallager 1996, in particolare alle pp. 135ss.; ulteriori aggiornamenti si possono trovare nellaccurata trattazione manualistica di Krzyszkowska 2005, e W. Mller in CMS II,8, 1 (2002), pp. 24ss.

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essere collegata: sul manto esterno di una cretula sigillata di tipo pendulo a un foro (cd. single hole hanging nodule) di Fests stata infatti rilevata limpronta lasciata da una superficie papiracea; ci ha portato alla verisimile conclusione che la cretula, originariamente pendente da un legamento applicato a chiusura attorno a un rotolo (?) di papiro, fosse rimasta casualmente poggiata sullo stesso.4 4. La stretta connessione fra mondo minoico ed egiziano e la diversit rispetto allarea delle scritture cuneiformi per quanto concerne scelta di supporti scrittor e pratiche di sigillatura degli stessi, appare quindi evidente: la sigillatura apposta sempre su una cretula che, vuoi per applicazione diretta al supporto testuale, vuoi per plasmatura attorno a un legamento da questo pendente, media il rapporto fra sigillo e documento (per l'ambiente egiziano paradigmatico il caso del cd. documento III dell'archivio di Heqanakht illustrato alla fig. 2).

Fig. 2. Procedure di piegatura e sigillatura in ambiente egiziano (sulla base di James 1962; lesempio rappresentato dalla lettera III dellarchivio di Heqanakht)

5. Gli unici casi simili effettivamente documentati in ambito cuneiforme (e segnatamente hittita) appaiono infatti verificarsi soltanto quando la procedura dellapposizione del sigillo avviene nei confronti di particolari supporti: documenti redatti su tavoletta cerata, oppure nelleccezionale caso delle cd. Landschenkungsurkunden, dove allapposizione del sigillo direttamente sul corpo della tavoletta dargilla, si affianca quella su cretule a un foro, plasmate attorno a dei legamenti pendenti dal centro del lato inferiore della tavoletta stessa e ancorati allinterno di essa (cf. l'esempio alla fig. 3).5

4. La notazione di Fiandra 1994, cf. gi ead. 1968; sulla stessa linea anche Hallager 1996, in particolare alle pp. 159ss. 5 . Su questo specifico aspetto si rinvia a quanto gi dettagliatamente illustrato in Marazzi 2002, e successivamente 2007; va qui ribadito che, forse, lunico supporto testuale di ambiente minoico che si incontra direttamente con la sigillatura pu essere ritenuto quello rappresentato dalle cd. roundels (per le quali fondamentale resta il lavoro di Hallager 1996, oltre ai contributi gi esplicitati in Marazzi 1996); qui per la sigillatura sembrerebbe avere funzione preminentemente procedurale e non di garanzia.

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Fig. 3. Casi di cretula di tipo pendente connessa con documenti su tavoletta di argilla, di legno e bronzea (da Marazzi 2002)

6. Sulla situazione micenea si rinvia alle recentissime opere di sintesi di Palaima 2003, 2004 e 2011. 7. Per tutta la problematica delluso procedurale della cretula in ambito miceneo si rinvia a quanto di recente illustrato in Marazzi i.c.s. (ibid. i principali riff. bibl.). 8. A tale proposito si rinvia al fondamentale saggio di Palaima 1987; cf anche quanto illustrato in Hajnal 2007, Melena i.c.s. e Marazzi 2013.

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In ambiente miceneo le cose stanno in maniera decisamente diversa. Per quanto ci indicano la documentazione epigrafica e sfragistica, non solo la sigillatura non si incontra mai con il documento scritto, ma questo sembrerebbe limitarsi al solo supporto della tavoletta dargilla. Solo in un numero limitato di casi, brevi iscrizioni possono aggiungersi sulla superficie della cretula sigillata; ma qui non la sigillatura che si appone al testo, bens il fenomeno contrario: sulla cretula, plasmata attorno a un legamento pendente da un bene e sigillata, si appone in specifici casi la breve notazione scritta che fornisce, attraverso indicazioni onomastiche, toponimiche o relative al tipo e/o al titolo della movimentazione del bene, unaggiunta informativa rispetto a quella gi mediata (per convenzione) dalliconografia impressa dal sigillo.6 La stessa tipologia delle cretule, daltra parte, appare ben diversa e strettamente connessa con ben precise procedure antieffrazione/garanzia di (contenitori di) beni (ivi comprese le tavolette stesse) in movimento da e verso spazi/luoghi monitorati da un potere centrale.7 A monte di tutto ci appaiono essere elementi ideologicamente fondamentali che occorre subito chiarire:8 a. la literacy micenea, diversamente rispetto agli ambiti letterati fin qui considerati, appare non solo limitata al controllo e monitoraggio delle amministrazioni dei centri territoriali di potere politico, ma altres a uno specifico aspetto dello stesso: quello del movimento, afflusso / immagazzinamento / distribuzione di specifici beni (ivi compresa la manodopera con questo connessa) legati a particolari ambiti produttivi; b. la tipologia dei supporti scrittor e delle cretule, il layout sotteso alla redazione dei documenti su di essi presenti, e financo le convenzioni ortografiche che informano il sistema scrittorio utilizzato (la cd. Lineare B, derivata nelle sue linee essenziali dal sillabario minoico Lineare A) sono strettamente finalizzati e sviluppati per questo compito; c. siamo quindi di fronte a un tipo di letterariet strettamente connessa con le necessit di una comunicazione specialistica, in relazione alla quale supporti, regole ortografiche, organizzazione spaziale dello scritto non sono il portato di incapacit o incompetenza (e tantomeno di inadeguatezza del sistema

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scrittorio utilizzato) a una resa strettamente glottica della lingua parlata, bens di scelte ben precise delluso dello strumento scrittorio in un ambito socialmente e politicamente marcato; d. non esistono quindi editti, composizioni storiche o trattati nella specifica letterariet testimoniata dai documenti su tavoletta dargilla in Lineare B; e ci a prescindere, contrariamente a quanto spesso erroneamente si voluto affermare, dalle possibilit testuali cui il sillabario B, in quanto sistema notazionale fonetico a base sillabica, sarebbe in grado di dar vita. Insomma, se luso di tale sillabario da parte delle amministrazioni micenee, quindi linsieme delle convenzioni ortografiche che ne determinano lapplicazione, risulta poco (o talvolta punto) disambiguante sotto il profilo fonologico e morfosintattico, ci non deriva n dalle caratteristiche strutturali del sistema scrittorio, e neppure da una presunta incapacit (o peggio ancora incompetenza) degli estensori. Per quanto attiene alla diffusione in ambiti extra-amministrativi dello strumento scrittorio, le pochissime ed equivoche testimonianze fino a oggi attestate,9 non sono purtroppo diagnostiche, anche se, come nel caso delle iscrizioni dipinte su vaso, confermano che la concentrazione delluso della scrittura su tavolette dargilla per scopi di mero monitoraggio amministrativo, redatte secondo layouts di tipo diagrammatico e un alto grado di convenzionalizzazione quanto a dispositivi ortografici, rappresentano una scelta di atteggiamento e non una forma di incapacit. A fronte di questo quadro resta il problema, dibattuto gi fin dagli inizi degli studi miceneologici, se effettivamente sia immaginabile, pur nellambito di una literacy finalizzata al controllo e al monitoraggio amministrativo, luso di supporti scrittor di tipo diverso, a un livello pi duraturo della memoria delle informazioni. Le tavolette micenee, infatti, pur nella loro estrema raffinatezza, soprattutto quanto a capacit di mettere in atto, attraverso diversificati dispositivi diagrammatici e meccanismi procedurali, unorganizzata memorizzazione di grandi basi di dati, presentano un ciclo di vita estremamente breve. La loro durata allinterno dei cd. archivi centrali non supera il ciclo dei due anni, rimanendo cos un dispositivo estremamente effimero e indissolubilmente legato alla gestione del contingente. 10 Daltra parte, che le nascenti burocrazie micenee abbiano avuto esperenza diretta e abbiano potuto verisimilmente anche sperimentare la scrittura su supporto pergamenaceo/papiraceo, appare fatto oggi ormai acclarato, come si illustra qui di seguito; resta da vedere se esistono tracce, e di che genere, per un uso pi ampio e consolidato di tale materiale scrittorio. 2. PAPIRO E PERGAMENA FRA EGITTO ED EGEO Come sopra accennato, esistono ragioni per affermare che, almeno in un caso, luso del supporto pergamenaceo sia stato direttamente conosciuto, se non anche praticato, dallambiente scrittorio miceneo. Infatti, secondo la revisione archeologica e filologica effettuata alcuni anni orsono da J. Driessen della cronologia del lotto di tavolette cnossie provenienti dallarea della cd. Room of Chariot Tablets (RCT), questo particolare e unico corpus epigrafico andrebbe attribuito alla prima fase di occupazione del centro cretese da parte di lites grecofone, e cio attorno alla met del XV sec. a.C. (in termini di cronologia relativa fra il Tardo Minoico II e IIIA1).11
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9. Riteniamo, in linea con van Alfen 1998 e 2008, che le iscrizioni dipinte su giara a staffa rientrino nelle manifestazioni epigrafiche connesse con la pratica amministrativa, anche se sotto il profilo del supporto e della tecnica redazionale rappresentano certamente un elemento interessante di ampliamento della pratica scrittoria; per quanto concerne le ulteriori tracce di diffusione extra-amministrativa della scrittura, a parte le restanti iscrizioni dipinte su vaso che non rientrano nella categoria sopra indicata, si possono ricordare liscrizione sul sigillo da Medeon, quelle su amuleto e sigillo da Bernstorf, e quelle su pietra e ceramica da Dimini, per una trattazione dettagliata delle quali si rinvia a quanto considerato in Marazzi 2013, cap. I, 2.2.3. Problematiche 2 iscrizioni particolarmente antiche: luna proveniente dal circolo A delle tombe a pozzo da Micene, incisa su metallo; laltra da Kafkania, incisa su ciottolo in forma bustrofedica, da strati della fine del Mesoelladico; per entrambe, la cui arcaicit le connette pi con la tematica dei processi di insorgenza della scrittura di tipo lineare in Grecia, si veda quanto gi considerato in Marazzi 2010. 10. Per tutte queste problematiche si rinvia a quanto dettagliatamente illustrato in Marazzi 2013, cap. I. 11. A tal proposito si rinvia a Driessen 1990 e 2000.

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A parte la ricontestulizzazione cronologica,12 il dato pi interessante rappresentato dal fatto (gi allorigine rilevato da J. Weingarten (1988), e dettagliatamente puntualizzato poi dallo stesso Driessen (2000) ) che, in associazione con queste pi antiche tavolette micenee in Lineare B, presente un certo numero di cretule di tipo minoico, cio a base piatta, proprie della sigillatura diretta su documenti pergamenacei. Come lanalisi dettagliata di tali cretule ha ben messo in evidenza,13 fra le cretule a base piatta classiche, correnti in et neopalaziale, e quelle rinvenute nel contesto della RCT, corrono alcune differenze che pertengono soprattutto alle forme di legamento che doveva tenere insieme il supporto scrittorio susseguentemente alla sua piegatura. Daltra parte, anche fra la sigillatura diretta di supporti papiracei e pergamenacei attestata in ambiente egiziano e minoico corrono differenze (come illustrato sopra alle figg. 1-2): come stato dettagliatamente analizzato da E. Hallager,14 la sigillatura in ambiente minoico di supporti scrittor pergamenacei ha proprie caratteristiche molto particolari, pertinenti sia alle fasi di legatura del supporto piegato (che prevedono una legatura anche successiva allapposizione della cretula), sia allaccomodamento della cretula sul supporto stesso. Luso minoico, infatti, si caratterizza per il fatto che la cretula in qualche modo ingloba almeno in parte, al momento della sua apposizione, il supporto nella sua larghezza. Questo punto ha, a mio vedere, una particolare rilevanza: esso significa che ci che collega ambiente egeo ed egiziano non il modello di una specifica pratica scrittoria e sigillatoria, bens quello della diffusione di un certo uso di materiale scrittorio e del rapporto della sua autentificazione/garanzia attraverso lapposizione della cretula sigillata. Un simile rapporto di trasmissione del modello scrittorio (nel senso delluso di un certo supporto) e procedurale e non della specifica procedura formale, va tenuto ben presente al momento dellindividuazione di possibili tracce di supporti deperibili anche in ambiente miceneo. Daltra parte, che questi siano i meccanismi che sembrano improntare i fenomeni di trasmissione della literacy fra ambito minoico e miceneo, ben visibile anche sulla base del confronto fra i due segnari (quello A e quello B) e la pratica della redazione testuale su tavolette dargilla.15 3. PERGAMENA NEL MONDO MICENEO? Il possibile uso di supporti scrittor deperibili (quindi archeologicamente non testimoniabili per via diretta) stato, come gi detto, a pi riprese ipotizzato da diversi studiosi nella storia degli studi micenologici.16 Il problema, a ben vedere, si pone per a diversi livelli qualitativamente diversi, che occorre, per correttezza metodologica tenere distinti; e cio: 1. se effettivamente esistano tracce, dirette o indirette che siano, dellutilizzo di un tale supporto; 2. se tale uso fosse effettivamente parte essenziale (e nello specifico terminale) delle correnti procedure di monitoraggio messe in atto, attraverso la redazione di tavolette di specifico formato e layout (e cretule), dai funzionari/scribi delle amministrazioni centrali micenee; 3. se con lesistenza di tali supporti siano da connettere anche forme altre di literacy, esorbitanti rispetto a quella comunicazione specialistica, cui sopra si accennava, e se, di conseguenza, sia possibile ipotizzare la declinazione del sistema Lineare B con una testualit di tipo pi diffuso, magari anche attraverso lapplicazione di regole ortografiche e convenzioni grafiche dedicate. Come si vedr pi avanti, a tali quesiti non possibile rispondere in forma completa e soddisfacente, dal momento che le tracce in nostro possesso (o almeno quelle che, chi scrive, ritiene
12. Sulla quale oggi vi un sostanziale accordo in ambito miceneologico; si vedano tuttavia le riserve espresse da I. Pini in CMS II,8, 1 (2002), pp. 4ss., e Hallager 2005. 13. Cf. le gi ricordate note di W. Mller in CMS II,8, 1, pp. 38ss. 14. Per la piegatura, legatura e sigillatura in ambiente minoico si rinvia sempre a Hallager 1996, pp. 135ss. e 245ss.; per quello egiziano, fondamentale resta quanto illustrato da James 1962, in particolare per la piegatura e legatura, sulla base della lettera III trovata intatta, pp. 45ss. 15. Si veda in questo senso quanto a suo tempo gi illustrato in Palaima 1990. 16. Cf. a tal proposito Driessen 1999, e, in una prospettiva pi ampia, Palaima 2011.

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significative) permettono di affrontare soltanto il primo punto e proporre possibili scenari quanto al secondo. Tali tracce si possono riassumere come segue: - alcuni particolari retri di cretula, fino a oggi, a mio parere, non adeguatamente considerati nella loro significativit; - alcuni elementi lessicali forniti gi da tempo dalla documentazione in Lineare B (e rilevati sporadicamente da alcuni studiosi); - due testimonianze attinenti al patrimonio logogrammatico della Lineare B, delle quali luna gi conosciuta in passato, ma ora cronologicamente meglio contestualizzata, laltra relativamente nuova, proveniente dalla documentazione recentemente messa in luce a Thebes. Il tutto collegabile in qualche modo alle pi recenti riflessioni sulla lavorazione, nellEgitto del Medio e Nuovo Regno, delle pelli animali per la produzione di supporti scrittor.17 Andiamo quindi nellordine a verificare tali tracce. 3.1. le cretule La pubblicazione di una serie di volumi relativamente recenti da parte dellquipe del CMS, relativi alle cretule di et micenea da Cnossos (CMS II,8, 2002), Pylos (Tonplomben 1997), Thebes (CMS CMS V S1B, 1993) e Chania (CMS V S1A, 1992, e CMS V S3,1, 2004), con particolare attenzione per le caratteristiche dei retri, ha messo in evidenza una serie di casi in cui cretule sigillate ad apposizione diretta (cd. Objektplomben) portano chiare tracce di possibili oggetti/supporti scrittor in pelle/pergamena chiusi per mezzo di un legamento.18 In tutti i casi il rapporto fra il possibile elemento pergamenaceo sigillato e lapposizione della cretula non presenta le caratteristiche di piegatura, legatura e sigillatura proprie della tradizione minoica, bens quelle pi generali che caratterizzano lambiente egiziano e solo alcuni rari casi ricorrono in quello minoico: lapposizione della cretula non ingloba il supporto sigillato, bens si appoggia semplicemente sulla sua superficie che, cos, contiene per intero la cretula. E evidente come unaccurata disamina dei retri di tutte le sigillature ad apposizione diretta condotta in questa prospettiva resti ancora da fare; tuttavia, gli esempi qui addotti sembrano quanto meno confermare, con un buon margine di verisimiglianza, che elementi di tipo pergamenaceo sigillati dovevano circolare in tutti i maggiori centri micenei, anche se, certamente, non dovevano rappresentare una percentuale particolarmente rilevante come il caso dei flat-based nodules minoici. 3.2. Le testimonianze epigrafiche Dalle testimonianze epigrafiche delle tavolette in Lineare B non si ricava molta informazione, tranne, come vedremo, in un solo caso (ma anche questo in un contesto frammentario; cf. lo schema delle testimonianze alla Tab. 1). Conosciamo, infatti, sia il termine per pelle conciata di-pte-ra/ra3 /diphthera/ (Tab. 1.A.1-3) sia quello di una categoria di funzionari/artigiani (?) di-pte-ra-po-ro/po-ro-i /diphthera-phoros/ (Tab. 1.B.1-4) che in qualche modo con tali manufatti erano in una qualche relazione.19
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17. A tal proposito la letteratura piuttosto variegata. Qui faremo riferimento in primis ai tre classici lavori di Lucas 1948, Diringer 1953 e Red 1972; pi di recente Mller 2007. Per le trattazioni specifiche pi recenti, fondamentali sono van Driel-Murray 2000, Schwarz 2000,Veldmeijer 2008. 18. Ricordiamo, ad esempio, per Pylos lesemplare Tonplomben 1, Nr. 23A, per Thebes CMS V S1B Nr. 354; a questi si aggiungono quelli di Chania CMS V S1A Nr. 141, e CMS V S3,1 Nr. 103, la cui attribuzione allorizzonte miceneo tuttavia messa in dubbio dallo scavatore (cf. Hallager 2005, pp. 252s.); si veda la discussione di W. Mller in Tonplomben p. 58s., CMS II,8 p. 32s., e ibid. Mller-Pini p. 67ss.; in CMS II, 8 pp. 38ss., a cura sempre di W. Mller, anche unaccurata disamina delle differenze fra i flat based nodules (Pckchenplomben) tipici dellet palaziale minoica e quelli provenienti dalla RCT. 19. Cf. in proposito DizMic s.v. di-pte-ra e di-pte-ra-po-ro; GEW, DELG e da ultimo EDG s.v. .

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20. Alle opere gi cit. alla nota 17, si aggiunga a tal proposito quanto contenuto in Ld IV s.v. Pergament e V s.v. Schreibmaterial; inoltre Weber 1969. 21. Distinguiamo in questa sede fra pergamena stricto sensu e supporto pergamenaceo derivato da una particolare lavorazione della pelle animale precedente alla met del I mill. a.C.; cf. per tutti quanto contenuto nelle opere gi citt. alle note 17 e 20, cui si pu aggiungere di Curci 2003.

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Di fatto, come il caso anche per la terminologia in ambiente egiziano,20 non vi differenza nel lessico greco, e tantomeno in quello specifico miceneo, fra pelle animale lavorata (o conciata) per la manufatturazione di oggetti e pelle animale lavorata per lottenimento di un supporto di tipo pergamenaceo.21 E questo traspare con evidenza proprio dalle testimonianze riportate alla Tab. 1, A.1-2; mentre per quanto riguarda i personaggi collegati con il pellame lavorato, Tab. 1, B., le fonti micenee indicano solo il loro coinvolgimento a livello di rimesse/distribuzioni. Tab. 1 A. di-pte-ra/ra3 1. PY Ub 1315 Bernab 2011 Lista di forniture di elementi in cuoio diversi per carro: oltre alle diphthrai, cavezze (po-qe-wi-ja), briglie (a-nija); le prime, nello specifico, risultano differentemente trattate quanto al colore: rosse (e-ru-ta-ra) e gialle (ro-usi-je-wi-ja). 2. PY Ub 1318 Lista di assegnazione di pellami diversi (vaccini wi-rino e caprini) a diversi ateliers per la produzione di oggetti in cuoio (fra cui sacchi, cinghie, calzature); il tipo di pellame lavorato diphthera specificamente definito aidza (a3-za, di capra). 3. TI Uh 12 Godart-Olivier-Killen Testo mutilo; associazione con fichi. 1983 B. di-pte-ra-po-ro/po-ro-i 1. PY Ea 814 Assegnazione di una parcella di terreno a un certo o-ke-u definito come diphtheraphoros (nom. sing.). 2. PY Fn 50 Assegnazioni di quantit di orzo a diverse categorie di funzionari/artigiani tra i quali anche uno qualificato come diphtheraphori (dat. sing.). 3. PY Un 219 Assegnazione/offerte di prodotti non chiaramente identificabili a specifici funzionari/personale di culto e divinit 4. KN C 954 Weilhalter 2005, p. Lista di persone/funzionari fornitori di animali (per 80s. celebrazioni religiose?), fra le quali i di-[pte-ra-]po-ro-i (in dat. plur.). C. DIPTE 1. KN U 8210 Melena 1977 DIPTE in associazione (alla r. 1. soprastante) con re-u-ka Pugliese Carr. 1976 (/leukai/) e si-ki-ro (/skirr/ str.?). Chadwick-Killen 1963 2. KN X 9740 Contesto lacunoso, leggibile solo DIPTE preceduta da we, parte finale di parola in lacuna. D. *180 KN U 172 Contesto lacunoso; *180 seguito da numerale (nel caso 1) e preceduto dal possibile antroponimo ke-ti-ro. E. *180+DI TH Wu 429 Su cretula, faccia . *180+DI supra sigillum; sulla faccia . o-pa.

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Pi interessante invece quanto suggerisce il contesto nel quale lo stesso lessema diphthera espresso per mezzo del monogramma DI+PTE (codificato nella tabella dei logogrammi micenei con il nr. *247); si tratta della tavoletta cnossia U 8210 (qui Tab.1.C.1), sulla quale particolare attenzione era gi stata a suo tempo indirettamente richiamata da Pugliese Carratelli (1976), ma soprattutto successivamente da Melena (1977; cf. anche nella stessa direzione Ruijgh 1970 pi specificamente, come Pugliese Carratelli 1976, su di-pte-ra-po-ro). Qui, pur in contesto lacunoso, al di sopra di DIPTE compaiono le due espressioni re-u-ka, da intendere come /leukai/ bianche, chiare (verosimilmente da concordare con DIPTE seguito dal numerale 11) e si-ki-ro /skirr/ (al caso strumentale?) da intendere probabilmente, sulla base della tradizione lessicografica greca, come gesso, terra calcarea biancastra.22 Avremmo quindi, con una certa verisimiglianza, la registrazione di: 11 pezzi di pelle animale chiari/bianchi (trattati) con terra calcarea/gessosa.

*180

*180+DI

DIPTE

Nessuna delle singole tracce fin qui analizzate pu da sola testimoniare sicuramentre della circolazione di supporti scrittor pergamenacei nel circuito della testualit micenea; linsieme e linterrelazione delle stesse, per, ci fa propendere per una risposta positiva al primo dei tre interrogativi che ci si posti allinizio di questa sezione. Meno certa appare la risposta al secondo quesito. Infatti,
22. Cf. gi Chadwick-Killen 1963, poi Melena 1976 e i.c.s. al 11.3.2.2.3.; pi in generale quanto contenuto in GEW, DELG e da ultimo EDG s.v. .

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Ora, a prescindere da quanto ci pu dire la tradizione classica e medievale sulla manifattura della pergamena, lelemento pi interessante fornito dalla documentazione incrociata (archeometrica, iconografica ed epigrafica) di ambiente egiziano, ben evidenziata da Van Driel-Murray (2000), la quale indica come, se di concia stricto sensu non si pu parlare, il trattamento specifico con laggiunta di sostanze gessose delle superfici di pelli animali destinate alla produzione di supporti di tipo pergamenaceo, fosse gi ampiamente acquisito nel corso del II mill. a.C. in questa prospettiva che assumono un particolare significato le due testimonianze logogrammatiche alla Tab. 1.D-E; il loro contesto di fatto per luna (KN U 172) lacunoso, per laltra (TH Wu 429) molto indefinito, trattandosi di iscrizione su cretula, dove, daltra parte, la specifica o-pa (che indicherebbe un qualche genere di lavoro dovuto nei confronti dellamministrazione centrale; cf. da ultimo Montecchi 2010, con ampi riff. bibl.) pu essere attribuita a qualsiasi tipo di manufatto. Ci che fa di queste due testimonianze punto di interesse rappresentato (come indicato acutamente in Melena i.c.s., 11.3.3.5.6., al nr. *180) per dal fatto che da un lato il logogramma *180 ha un suo corrispettivo anche nel sistema Lineare A (dove per altro sembrerebbe confermato il suo riferirsi a un qualche prodotto derivante di pelle animale, cf. Schoep 2002, p. 133), e che fino a tempi recenti la sua unica attestazione appariva proprio allinterno di quel corpus cnossio proveniente dalla gi pi volte ricordata Room of Chariot Tablets (Driessen 2000, p. 141); dallaltro che la sua seconda attestazione, acquisita grazie ai recentissimi ritrovamenti epigrafici tebani, si presenta in legatura con il sillabogramma DI. Ora noi sappiamo che tali aggiunte fonetiche possono rinviare sia alla specifica nominazione del logogramma (definendone la sillaba iniziale) allinterno del suo campo semantico generale, sia a una caratteristica/qualit/funzione delloggetto/bene esplicitato dal logogramma stesso. In questo caso privilegeremmo una interpretazione di pelle lavorata per/del tipo diphthera.

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finch non vi saranno tracce pi consistenti delluso effettivamente diffuso di supporti pergamenacei (magari da un riesame accurato dellintero corpus delle cretule ad applicazione diretta di sicura attribuzione cronologica), risulta difficile postulatre, come di recente proposto da Driessen (1999), un utilizzo coerente e costante a un livello alto della burocrazia amministrativa dei centri micenei della memorizzazione su supporto organico. Quanto al terzo punto, chi scrive ritiene, almeno sulla base delle conoscenze di cui oggi disponiamo, troppo limitate le testimonianze dellapplicazione dello strumento scrittorio in ambito miceneo al di fuori di quella che qui abbiamo definito come letterariet specialistica. Pur non escludendo la possibilit di un uso della scrittura per una testualit diffusa, e ribadendo che il sistema lineare B in s, in quanto sistema notazionale,23 non rappresenterebbe certo uno strumento inadeguato al riguardo, preferisce optare ancora per una visione delluso dello strumento scrittorio di tipo specializzato e settoriale, allineandosi con quanto gi sottolineato a suo tempo in proposito da M. Liverani e T.G. Palaima in due contributi ancor oggi fondamentali.24

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23. Sul concetto di sistema notazionale differente da quello corrente di sistema scrittorio, si rinvia a quanto discusso in Harris 1995 e 1996. 24. Cf. Liverani 1985 e Palaima 1987, cui si aggiunge recentemente Hajnal 2007.

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RIASSUNTO
Luso del papiro e della pelle animale adeguatamente conciata (una forma che anticipa la pi tarda classica permamena) quale supporti scrittor appare ampiamente diffuso, gi a cominciare dalla prima met del II millennio, non solo nellEgitto faraonico, ma anche nella Creta di et Proto- e Neopalaziale. Anche le pratiche della sigillatura (sealings practices?) di questi stessi supporti appaiono accomunare mondo egiziano e minoico, distinguendoli da quelle che sono le pratiche correnti di scrittura e sigillatura in ambito vicino-orientale. Anche per lambiente grecomiceneo, che deriva la propria scrittura (la cd. Lineare B) direttamente dalla Creta minoica attorno al XV sec. a.C. e per il quale testimoniata quale unico supporto scrittorio la sola tavoletta dargilla per registrazioni della durata di non pi di due anni, stato da diversi studiosi postulato luso di supporti scrittor organici per la conservazione di documenti sul lungo periodo. Sulla base di un riesame di alcune testimonianze sfragistiche e di alcuni lessemi e logogrammi contenuti nel corpus in Lineare B, si puntualizza lo stato odierno delle nostre conoscenze in proposito.

ABSTRACT
The use of papyrus and properly tanned animal skin (forms that precede the later classical parchment) as writing supports seem to be widely spread, starting already from the first half of the second millennium, not only in Pharaonic Egypt, but also in Proto- and Neopalatial Crete. Even the practices of sealing of such media seem to be in common in both the Egyptian and the Minoan worlds, distinguishing them from the contemporary practices used throughout the Near East. For what concerns the Greek-Mycenaeans, which derived their writing system (cd. Linear B) directly from Minoan Crete around the fifteenth century BC, the use of the sole clay tablet, as writing support for recordings of a duration of no more than two years, is testified. The use of organic media has been postulated by several experts for documents to be preserved over longer periods of time. Based on a review of some sphragistic evidences and some lexemes and logograms contained in the Linear B corpus, the present state of our knowledge on the subject is pointed out.

RSUM
L'usage de papyrus et de peaux animales correctement tannes (forme qui prcde le parchemin classique postrieur) comme support d'criture semble tre largement rpandu, ds la premire moiti du deuxime millnaire, non seulement en gypte pharaonique, mais aussi en Crte Proto- et Nopalatiale. Les pratiques de scellement sur ces supports semblent tre communes l'gypte et au monde minoen, les distinguant des pratiques contemporaines utilises partout dans le Proche-Orient. En ce qui concerne les Grecs-Mycniens, dont le systme d'criture (le Linaire B) drive directement de la Crte minoenne autour du quinzime sicle av. J.-C., l'usage de la tablette d'argile, comme support de l'crit pour des enregistrements d'une dure de pas plus de deux annes est attest. Lusage de support en matire organique a t postul par plusieurs experts pour des documents devant tre conservs sur des priodes de temps plus longues. L'tat de nos connaissance sur ce sujet est expos en se basant sur l'examen de preuves sphragistiques et de quelques lexmes et logogrammes contenus dans le corpus en Linaire B. Universit degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli, Italie

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