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Claudio Spessotto, Mauro Zambon Orlando De Pra Emanuele Toldo - Paola Botter Grache Vianello Miriam Zamai - Il Giardino snc di De Pra O. & C. Il Giardino snc di De Pra O. & C. Mauro Zambon Copertina: Giada Eleonora De Pra Altre: vedasi citazione fonte Grache Vianello - Ponzano TV
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Bioforest onlus
Comune di Pordenone
Provincia di Pordenone
Indice pubblicazione
PREFAZIONE Dott. Gianmichele Cirulli - Presidente S.I.A. Onlus INTRODUZIONE Presidente Pietro Roman - Banca di Credito Cooperativo Pordenonese SAGGIO
Sig. Gabriele Centazzo - Titolare e Designer Valcucine Spa Socio Bioforest Onlus
5. GLI ALBERI ADULTI 5.1 Interventi mirati e solo se necessari (abbandoniamo certe
errate prassi e convinzioni) 5.2 Come rovinare un patrimonio: le potature distruttive
6. GLI ALBERI VETUSTI 6.1 Differenza fra albero adulto e vetusto 6.2 La gestione degli alberi vetusti 7. GLI ESEMPLARI MONUMENTALI 7 .1 Denizione di esemplare monumentale
7 .2 Tecniche di gestione
8. GLI ERRORI DI GESTIONE PI FREQUENTI 8.1 Lo spazio disponibile e la scelta della specie
8.2 8.3 8.4 8.5 La qualit del materiale vegetale Prelievo, trapianto e caratteristiche del terreno Malattie, parassiti e loro controllo Potature errate
13. RESPONSABILIT CIVILE E PENALE DEL PROPRIETARIO E DEL CONDUTTORE 13.1 Responsabilit del proprietario
13.2 Responsabilit del conduttore 13.3 Responsabilit civile e penale
PREFAZIONE
La cultura dellalbero in Italia purtroppo ancora scarsa ed anche se sono stati fatti dei passi in avanti negli ultimi anni la strada per far capire limportanza degli alberi in ambiente urbano e la necessit di garantire cure appropriate ancora lunga. I cambiamenti climatici, oramai riconosciuti ed ammessi dalla comunit scientica, e lo spostamento delle popolazioni sempre pi in agglomerati urbani renderanno la presenza degli alberi in citt ancora pi strategica di quanto non lo sia ora. La S.I.A. (Societ Italiana di Arboricoltura) una Associazione che da quasi venti anni opera per fare cultura dellalbero ed pertanto con estremo piacere ed onore che abbiamo accolto la proposta di un nostro socio (Orlando De Pra) di fornire un contributo per la redazione e diffusione di questo manuale di arboricoltura. un manuale che affronta tutti i principali aspetti di una corretta arboricoltura, sono citati temi che sono dei pilastri fondamentali delle attivit della S.I.A. (sicurezza alberi e stabilit, cure colturali appropriate, alberi monumentali e loro tutela, ecc) e sono citati alcuni personaggi dellarboricoltura mondiale che hanno fatto avvicinare molti di noi a questo mondo facendolo diventare una passione oltre che una professione. L elemento innovativo e degno di nota che, a differenza di tanti altri testi esclusivamente rivolti ad operatori del settore, al mondo della ricerca e dei professionisti, questo manuale ha un taglio divulgativo che lo rende accessibile a tutti, con una particolare attenzione ai proprietari degli alberi, spesso trascurati dimenticando che la cultura dellalbero si fa educando chi opera ma anche e soprattutto chi gli alberi li possiede! la prima volta che alla S.I.A. viene richiesta la partecipazione ad un progetto di questo tipo ed un segnale decisamente positivo per il percorso di crescita dellarboricoltura in Italia e speriamo che sia di stimolo per altre iniziative simili, ci uniamo pertanto con estremo piacere ai prestigiosi soggetti che hanno dato il loro patrocinio per la redazione di questa utile pubblicazione che sar distribuita gratuitamente. Complimenti e che questo manuale possa contribuire a far si che ci siano pi alberi per le citt e pi citt per gli alberi. Dott. Gianmichele CIRULLI
Presidente S.I.A. Onlus
iNTRODUZIONE
Siamo particolarmente lieti di promuovere questa pubblicazione che ha per oggetto un tema molto particolare che, tuttavia, non riteniamo sia rivolta ai soli addetti ai lavori . Il tema della cura e della attenzione alle piante che ci circondano e rendono pi salubre e pi bello il nostro ambiente, uno sguardo attento e progettuale rivolto alle nostre scelte di piantumazione e di intervento sul verde arboreo che elemento a volte trascurato, ma, riteniamo, importantissimo, nel nostro paesaggio sono infatti argomenti che ci coinvolgono tutti ed evidenziano il nostro ruolo e la responsabilit delle nostre scelte. Anche sostenendo questa edizione la Banca di Credito Cooperativo vuole compiere un ulteriore passo che va nella direzione della valorizzazione del territorio in cui opera, della sua cura e della sua bellezza che, anche in modi differenti da quello strettamente economico, lo arricchiscono e lo rendono migliore.
SAGGIO
Quante volte percorrendo strade comunali, provinciali e statali mi sono vergognato per il massacro compiuto contro gli alberi, che con la loro presenza partecipano a creare quellarmonia che viene percepita dalla sensibilit umana come bellezza! Ho dedicato la mia vita a cercare di capire cos la bellezza; ho sempre discusso animatamente con chi dichiara che la bellezza estetica sia un fatto relativo, soggetto alle mode, alla cultura del luogo, ecc. S, tutto questo vero ma solo lo strato superciale della bellezza. Esiste una bellezza profonda che ancestralmente impressa dentro di noi e che ogni uomo possiede, anche luomo della strada. Uno degli elementi di questa bellezza profonda larmonia della diversit. La natura lo insegna: guardate un bosco in autunno, ci sono milioni di foglie, non se ne possono trovare due identiche, ma linsieme in perfetta armonia. Proviamo a inserire in questo bosco un albero con le foglie blu, anche luomo della strada direbbe che stona. Armonia e diversit sono valori assoluti. Pensiamo solo ai disastri dellarchitettura delle case-caserma, tutte uguali, dellUnione Sovietica o di una certa architettura di edilizia popolare italiana. Se vogliamo creare bellezza, non possiamo dissociare diversit e armonia. Anche il Dio creatore ha seguito questa regola: ha elaborato unarchitettura diversa per ogni specie di albero, ogni specie ha una sua forma particolare e caratteristica. Ridurre questa forma a un attaccapanni con le braccia monche lo ritengo un affronto al Creatore. Chi interviene per potare un albero deve avere la sensibilit di capire che sta eseguendo una ristrutturazione su unopera creata da Dio, non un lavoro da manovale ma da artista. Un lavoro da vivere con orgoglio, passione e rispetto. Per questo serve che le scuole di agraria inseriscano programmi di sensibilizzazione estetica perch solo con la conoscenza si pu preservare il patrimonio paesaggistico italiano. Perch cos importante salvare la bellezza in Italia? Molte delle nostre aziende lavorano su commessa conto terzi, oppure realizzano prodotti senza alcun elemento di personalizzazione, dove lunico elemento competitivo il prezzo; con la globalizzazione tutte queste aziende sono destinate a chiudere con perdita di migliaia di posti di lavoro. Dobbiamo assolutamente recuperare terreno nel terziario, turismo in testa. Come possiamo attirare turisti se non con la bellezza italiana? Nel nostro paese viviamo circondati da paesaggi, tesori artistici e architettonici di inestimabile valore, ma non esiste una coscienza tale da considerare tutto questo come il principale capitale da lasciare in eredit alle generazioni future. Chi lo difende? In ogni paese ci dovrebbe essere un sindaco che sente come 8 compito fondamentale la difesa dellarmonia, ma sicuramente pochi dei nostri sindaci si impegnano per la difesa del paesaggio, dellarmonia, della bellezza. Fare politica lunico mestiere per il quale non richiesta alcuna competenza. E come se un muratore potesse mettersi a fare il chirurgo. Purtroppo cos. L Italia piena di sindaci impreparati che permettono lo scempio con potature disastrose che trasformano gli alberi in mostri con le braccia mozzate e le siepi lungo i cigli delle strade, macinate da macchine mostruose, in campi di battaglia. I sindaci o altri responsabili non sanno che questo comportamento anche contro i dettami della costituzione italiana, la pi bella al mondo, che allArt. 9 recita: La Repubblica protegge il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione . Tutta lItalia merita maggior rispetto. Occorre considerare la bellezza come il bene maggiore comune a tutti, come un capitale che di tutti, ma soprattutto delle generazioni future e che rende anche sul piano economico oltre che su quello morale e culturale. Bisogna non distruggere larmonia del rapporto uomo-natura. Bisogna riconsiderare luomo non solo come creatore di lavoro e ricchezza ma anche creatore e fruitore di opere darte, di pensiero, di cultura e di bellezza. Bisogna imparare a godere della bellezza e a indignarci di fronte al suo sfregio. Sig. Gabriele Centazzo
Titolare e Designer Valcucine Spa Socio Bioforest Onlus
COMMENTO
Progettazione, gestione e manutenzione del verde urbano sono aspetti che troppo sovente sono oggetto di scarsa considerazione da parte di proprietari e gestori. Il fatto che un albero sembri l da sempre, fa dimenticare che qualcuno lo ha piantato, e che con il tempo esso cresciuto adattandosi ad un ambiente spesso poco idoneo alle proprie necessit. A questo si aggiunga che le moderne tecniche disponibili permettono quasi a chiunque di mettere mano, o motosega, a queste silenziose ma fondamentali presenze del nostro quotidiano. Naturalmente, nel caso di una seria attivit professionale la complessit degli argomenti trattati rende necessario lapprofondimento puntuale dei singoli aspetti, con una consultazione approfondita di testi specici e la formazione pratica, facilmente accessibile anche grazie alle iniziative delle molte associazioni di categoria presenti sul territorio. Speriamo perci che questo testo costituisca un elemento di base per stimolare gli operatori e chiunque si approcci allargomento con lintento ultimo di salvaguardare un bene prezioso, ma spesso dato per scontato come il nostro verde, che invece merita cure e gestioni attente che permettano a tutti noi di continuare a fruire delle sue molteplici funzioni. perci con viva e vibrante soddisfazione che elogiamo la pubblicazione di questo manuale, che nella sua voluta semplicit comunicativa in grado di introdurre le diverse e complesse problematiche che larboricolture urbano deve affrontare nel suo lavoro quotidiano.
Lucio MONTECCHIO, Mario PIVIDORI Universit di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi AgroForestali
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tative riposte su questi alberi, al momento dellimpianto, con landar del tempo vengono sempre pienamente soddisfatte?. Premesso di essere onesti nelle risposte, come anche in questo caso, dobbiamo ammettere che non sempre le nostre aspettative vengono esaudite completamente. Spesso si pu notare una carenza di tutte quelle riflessioni preliminari sul ruolo e sul servizio dati da una pianta, con il risultato di trovare degli alberi piantati a caso, senza un preciso ragionamento. Col tempo, si sommano poi spesso gli errori di gestione. Facciamo alcuni esempi? Alberi che non proiettano lombra della chioma dove servirebbe ma altrove, alberi che solo dopo un paio di decenni dallimpianto raggiungono dimensioni tali da essere incompatibili nel contesto circostante, alberi sempreverdi (che ombreggiano anche in pieno inverno) posti in aree dove sarebbe utile godere dellirraggiamento solare durante la stagione fredda, alberi potati in modo pesante e maldestro, precludendone definitivamente leffetto estetico, la salute e la durata. Dalle dimostrazioni appena fatte, si evince che il mancato raggiungimento degli obiettivi attesi causato da due tipi di errori: scarsit (o totale assenza) di progettazione ed errori di gestione. Uno sbaglio tipico di progettazione non considerare le dimensioni delle piante in et adulta, mentre un errore di gestione intervenire con potature scorrette, che sgurano irrimediabilmente lestetica e sono dannose per la salute delle piante. Dobbiamo quindi trovare il coraggio per porci questultima domanda: Siamo in grado di realizzare e gestire il nostro verde arboreo ornamentale? . Per non essere impietosi con noi stessi, giudicandoci tout court inidonei al ruolo, possiamo trovare nel nostro territorio degli esempi di successo nella realizzazione e gestione del verde arboreo ornamentale; purtroppo, allo stesso tempo, permangono assai diffusi e ripetuti di anno in anno, parecchi errori di progettazione e di gestione che, solo con un po pi di attenzione e sensibilit, potrebbero essere ridotti signicativamente. Sarebbe un bel passo avanti, per noi singoli e per la nostra societ, riuscire ad evolvere verso un rinnovato approccio allarboricoltura ornamentale, rendendo meno contrastato e pi maturo lesclusivo rapporto tra noi e gli alberi, ricordandone ancora la loro quotidiana vicinanza e presenza. Non come ultima nota, rammentiamo la non gratuit del verde arboreo ornamentale: larboricoltura svolta applicando le tecniche corrette ha dei costi - intesi nel lungo periodo e non riferiti al singolo intervento manutentivo - che risultano inferiori rispetto a una gestione basata sullesecuzione di interventi estemporanei, specie se affidati a soggetti scarsamente qualificati. In questultimo caso, vanno a perdersi lefficacia delle nuove realizzazioni, la salute delle piante, la durata e la funzionalit degli stessi impianti, che devono essere rinnovati con maggiore frequenza. Il presente manuale non nasce con la pretesa di esaurire in pochi capitoli questargomento vasto e articolato, ma spera di porsi come ausilio tanto per il comune cittadino quanto per lamministratore o il pubblico funzionario che devono decidere sul da farsi, sia nel caso di realizzazione di nuovi impianti arborei e sia nella gestione di quelli esistenti.
Mauro ZAMBON
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Operare in maniera corretta, a regola darte, fin dalla progettazione enormemente pi conveniente. Se questo calcolo fosse fatto non su di un singolo intervento (per esempio la piantumazione), ma su tutto il ciclo di vita della pianta (viale, parco) sconvolgerebbe il modo di intervenire anche dei pi scettici; otterremmo cos un verde composto da soggetti stabili, sicuri, sani, esteticamente belli, con un ciclo di vita molto pi lungo e con minori costi di manutenzione. Un viale o una pianta plurisecolare sarebbero sinonimo di scienza, cultura, paesaggio, storia, turismo, economia, arte. Buona Lettura. De Pra Orlando Il Giardino snc di De Pra O. &. C.
| Ulmus campestris
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Denizione
Un albero un organismo vivente e specificatamente una pianta legnosa perenne, generalmente di grandi dimensioni, che pu raggiungere anche unet considerevole.
stegno, il fusto assicura la circolazione della linfa dalle radici verso i rami e le foglie e viceversa. I rami costituiscono la porzione aerea periferica della pianta e si accrescono continuamente allapice per esporre i germogli e le foglie alla luce solare. Le foglie sono il laboratorio chimico dove avviene una delle pi importanti reazioni che condizionano la vita sulla terra: la fotosintesi clorolliana. L acqua, prelevata dal terreno e inviata alle foglie, reagisce con lanidride carbonica presente nellatmosfera e i prodotti nali sono zucchero (glucosio) e ossigeno. importante ricordare che questa reazione avviene con la presenza dellenergia luminosa contenuta nei raggi solari che colpiscono le foglie. Questo lo schema della reazione: 6CO2 + 6H2O + 2808,96 kJ ==> C6H12O6 + 6O2
acqua (672.000 calorie) anidride carbonica glucosio ossigeno
energia solare
Le gemme, inne, sono abbozzi di nuovi rametti allo stadio latente; sono ricoperte da piccole squamette (perule) e di norma si schiudono allinizio di ogni stagione vegetativa per formare un nuovo germoglio.
Viceversa, altri tipi di cellule, che in termini di massa costituiscono la gran parte di un albero, dopo una breve vita volta alla loro specializzazione funzionale risultano morte e di esse rimane soltanto la parete cellulare fortemente ispessita. Per esempio, internamente al fusto e ai rami, troviamo il legno (o xilema), costituito quasi completamente da cellule morte. Il legno pi interno al fusto (durame) svolge essenzialmente una funzione meccanica, garantendo la resistenza dellalbero alle sollecitazioni esterne (la spinta del vento, il peso della neve, ecc). Il legno pi esterno (alburno), prossimo alla corteccia e di pi recente formazione, oltre alla funzione meccanica anzidetta, ha anche quella di trasporto della linfa grezza (composta da acqua e sali minerali) verso le foglie. Direttamente a contatto con il legno, andando verso lesterno del fusto, troviamo il cambio, uno strato sottilissimo di cellule molto vitali, dove avviene laccrescimento diametrale della pianta. Il cambio non facilmente distinguibile a occhio nudo perche si confonde con gli altri tessuti che si trovano esternamente al legno. Durante la stagionale attivit vegetativa, nel cambio avviene una continua e frenetica attivit di divisione cellulare per la formazione di nuove cellule figlie, verso linterno, e verso lesterno del cambio stesso. Le cellule interne subiranno delle modicazioni strutturali e morfologiche per diventare cellule legnose, specializzate nella funzione meccanica e in quella di trasporto della linfa, mentre quelle esterne diverranno cellule del floema. Il oema (o libro) uno strato di cellule vitali, di spessore limitato, che si trova allesterno del cambio e costituisce la parte pi interna della corteccia vera e propria. La funzione del floema di assicurare il flusso della linfa elaborata, composta dallacqua e dalle sostanze nutritive zuccherine formatesi con la fotosintesi e poi ulteriormente trasformate. Nel floema avviene la traslocazione delle sostanze nutritive: esse migrano dalle zone dove sono pi concentrate (cellule e tessuti con funzione di riserva) verso altre aree (cellule e tessuti in accrescimento), dove vengono utilizzate e trasformate in energia e in materiale da costruzione , cio molecole organiche complesse.
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Procedendo ancora verso lesterno del fusto, sopra il floema troviamo un particolare tessuto meristematico (il cambio suberofellodermico), specializzato nel produrre nuove cellule che col tempo diventano cellule del sughero; questultime costituiscono lo strato pi esterno della corteccia e sono cellule morte nella cui parete depositata una sostanza cerosa impermeabile (la suberina). Il sughero protegge il fusto dalla disidratazione, oltre che da danni fisici e dallingresso dei patogeni. Nella corteccia troviamo inne delle aree spugnose, note come lenticelle; esse permettono gli scambi gassosi tra linterno del tronco e lambiente esterno, consentendo la respirazione delle cellule vive presenti allinterno. La crescita in lunghezza degli alberi avviene agli apici dei germogli e delle radici. In queste due regioni si trovano i meristemi di accrescimento, dove le cellule pi prossime allapice si moltiplicano velocemente, mentre quelle immediatamente sotto si accrescono in senso longitudinale e quelle appena pi lontane subiscono il processo di Sezioni di apici differenziazione, radicali che porta alla loro specializzazione funzionale (andando cos a costituire, per esempio: peli radicali nelle radici, foglie, gemme ascellari, tessuti conduttori dellinternodo nei germogli).
tre il rimanente 95% viene liberato in atmosfera, per lo pi come vapore. La traspirazione fogliare avviene a livello degli stomi, essi sono paragonabili a delle valvole che, chiudendosi o aprendosi completamente, sono in grado di regolare la perdita dacqua in base alla disponibilit presente nel terreno (per esempio: quando lacqua scarseggia gli stomi tendono a chiudersi quasi completamente e lattivit della pianta si riduce di conseguenza). Il movimento dellacqua, dal terreno-radici alle foglie-atmosfera, simile ad un sistema a pompa, dove la pianta svolge la funzione di pompaggio Dettaglio foglia | regolando costantemente la portata in base alle condizioni ambientali circostanti (disponibilit di acqua nel terreno, temperatura e umidit relativa dellaria atmosferica, presenza di vento che aumenta la disidratazione, ecc...). L effetto pi negativo di uno stress idrico prolungato lindebolimento delle piante, che ne abbassa le difese naturali e le predispone allattacco da parte dei patogeni. Parlando ora della nutrizione di una pianta, essa avviene mediante lassorbimento delle sostanze necessarie dallambiente. I principali elementi di cui una pianta ha bisogno per vivere sono i seguenti: idrogeno (H), ossigeno (O), carbonio (C), azoto (N), zolfo (S), fosforo (P), potassio (K), calcio (Ca), magnesio (Mg) e ferro (Fe). Le piante introducono lidrogeno e lossigeno sotto | Carenze nutrizionali forma di acqua; lossigeno necessario per la respirazione inoltre assorbito sotto forma gassosa dallatmosfera; il carbonio viene anchesso assorbito dallatmosfera sotto forma di anidride carbonica (CO2). Tutti gli altri elementi sono presenti nel terreno come sali minerali disponibili per la pianta. L azoto si trova sotto forma di sali ammoniacali o di nitrati, lo zolfo sotto forma di solfati, il fosforo sotto forma di fosfati. Il potassio, il calcio, il magnesio e il ferro vengono assorbiti sotto forma di nitrati, solfati, fosfati, ecc.... La carenza di uno solo o pi di questi elementi minerali contenuti nel terreno in forma salina (esclusi quindi lidrogeno e lossigeno che costituiscono lacqua e il carbonio, prelevato in atmosfera) deter21
mina nelle piante un arresto della crescita e varie alterazioni del colore delle foglie. Oltre agli elementi fin qui elencati, ve ne sono altri indispensabili per la vita delle piante, seppure in dosi piccolissime (pochi milligrammi per litro di soluzione); tra questi ricordiamo il boro (B), lo zinco (Zn), il molibdeno (Mb), il rame (Cu), il manganese (Mn). Questi vengono deniti microelementi e sono legati a grosse molecole enzimatiche, divenendo cos essenziali per la loro funzione catalitica. L attivit vegetativa delle piante non lineare, varia cio nellarco dellanno in funzione dei diversi periodi stagionali. Nel nostro clima temperato la variazione evidente: durante linverno si verifica un periodo di completo riposo vegetativo; a primavera si assiste alla ripresa vegetativa, a cui segue un periodo di intensa attivit, con crescita sostenuta fino allinizio-met dellestate, per poi rallentare nella tarda estate e quindi fermarsi nuovamente verso lautunno-inverno. Tutto ci influenzato sia dalle temperature sia dal fotoperiodo, cio la durata giornaliera delle ore di luce, notoriamente maggiori destate. La pianta, come gi detto, svolge la fotosintesi e da essa ricava il glucosio come prodotto energetico. Il glucosio pu essere utilizzato direttamente, nella fase di crescita intensa, ma viene anche trasformato in sostanza di riserva, a cui attinge nei momenti di bisogno. La trasformazione avviene aggregando numerose molecole di glucosio (monosaccaride) e costituendo lamido (polisaccaride), caratterizzato da molecole grosse e pesanti, contenenti molta energia nei loro legami chimici. L amido viene immagazzinato nelle cellule parenchimatiche di riserva, immerse tra le cellule del legno, in senso assiale e radiale, formando un reticolo tridimensionale. Il tipico momento in cui la pianta attinge alle sostanze di riserva quello della oritura e del germogliamento, in primavera, quando non ha iniziato la fotosintesi, non avendo ancora formato le foglie e le altre parti verdi. Quindi, linizio della stagione vegetativa un momento critico per la pianta, che deve fare largo impiego di queste sostanze accumulate. Si spiega cos perch in questo periodo sono assolutamente da evitare tutte le azioni che vanno ad intaccare lequilibrio della pianta (non si deve potare in questa epoca!). Viceversa, la pianta tende ad accumulare nuovamente le sostanze di riserva in piena estate e fino allautunno, quando diminuisce il ritmo di crescita. In questo periodo le potature, ovviamente eseguite con criterio, non incidono sensibilmente sulla siologia della pianta. Sono le potature scriteriate - intendendo quelle molto intense - e gli eventi naturali estremi (trombe daria, temporali di forte intensit) a causare la perdita dellequilibrio che la pianta, per sua natura, tende sempre a raggiungere e mantenere. Una pianta possiede una precisa proporzione tra lo sviluppo dellapparato radicale e quello della sua parte aerea, formata dal fusto, dai rami e dal fogliame. Capita spesso di vedere la parte aerea ridimensionata dallasporto di una consistente massa di materiale vitale, contenente energia, e ridotta cos la supercie e la capacit fotosintetizzante. Se la riduzione operata troppo intensa, la pianta faticher a ristabilire un nuovo equilibrio e ridurr quella parte dellapparato radicale che non pi in grado di alimentare a sufficienza; tender, inoltre, a ricostituire il pi possibile la biomassa aerea rimossa, attingen22
do direttamente alle sostanze di riserva e quindi indebolendosi progressivamente. Se lo squilibrio ridotto, la pianta riuscir a ristabilire il proprio assetto siologico in un certo tempo, senza eccessivi dispendi energetici e con limitato stress come nel caso delle potature ben eseguite. Nei casi pi gravi come con la capitozzatura (drastico e indiscriminato taglio del fusto, branche e rami di un albero) la pianta potr, molto lentamente, raggiungere un nuovo equilibrio ma in pessime condizioni, cio si presenter molto indebolita e poco reattiva nei confronti dei suoi nemici naturali, che saranno favoriti nellaggredirla e nel portarla verso un declino irreversibile. La capitozzatura e le potature drastiche al pari degli eventi naturali, causa di gravi menomazioni alla struttura aerea dellalbero, si ripercuotono sulla sua fisiologia e favoriscono lingresso di malattie e parassiti, primi fra tutti i funghi agenti di carie.
| Linea di compartimentazione
rimozione rapida della cellulosa e delle emicellulose, con la lignina parzialmente modicata. Quando una pianta arborea subisce una ferita, viene subito attaccata da funghi cosiddetti pionieri , che non danno origine alla carie del legno, ma vivono di essudati (zuccheri e acqua); essi determinano solo un colore anomalo nel legno colonizzato, senza modicarne le caratteristiche meccaniche. La pianta generalmente reagisce a questa presenza dei funghi pionieri ma, se la risposta troppo debole e inefficace, avviene lingresso dei funghi cariogeni. Viceversa, quando la pianta reagisce efcacemente, si ha la compartimentazione dei tessuti colonizzati dai funghi pionieri. Con la compartimentazione, la pianta blocca linfezione e la circoscrive, evitando il suo progredire e impedendo linstaurarsi della carie. La compartimentazione data della creazione di barriere di contenimento dellinfezione, costituite da un accumulo di tannini o di fenoli (dipende dalle specie arboree) nei raggi midollari; allo stesso tempo la pianta reagisce con la subericazione delle cellule di alcuni anelli annuali e lostruzione dei vasi xilematici (tillosi). L epoca della ferita (stagione) e la sua dimensione sono fondamentali per una compartimentazione pi o meno buona. Quando la carie molto avanzata, il tessuto legnoso degradato diventa inconsistente e viene in genere rimosso dalla sua sede originaria ad opera di insetti o per altre cause meccaniche; si aprono cos delle cavit, anche di una certa ampiezza, nel fusto o nelle branche dellalbero. I fenomeni di carie del legno riducono la stabilit delle piante arboree, che molto spesso rimangono vitali per lungo tempo e creano, in ambiente ur24
bano, un costante rischio per le persone e le cose. In chiusura di questa parte riguardante la patologia del legno, ricordiamo il fenomeno noto come cuore bagnato o legno bagnato (wet wood). Pur non essendo particolarmente diffusa, questa alterazione comporta lemissione di un usso linfatico maleodorante dal fusto dellalbero colpito, ma pu anche rimanere pi o meno confinata nel legno interno (durame), senza dare luogo a manifestazioni esterne particolarmente evidenti. Si tratta di uninfezione batterica che causa la fermentazione della linfa e determina un anormale accumulo di acqua e di gas (metano e anidride carbonica) internamente al fusto. Le piante colpite non deperiscono velocemente: seppure indebolite dallo scompenso siologico, causato dalla pressione interna alterata dallaccumulo di gas, dalla presenza di sostanze tossiche e dallinnalzamento del pH, possono convivere per molti anni con il problema. Diversamente dalla carie, questa patologia non incide sulla consistenza e resistenza meccanica del legno interessato, che si presenta molto umido, di colore anomalo e maleodorante.
Essudato batterico |
| Esempio di compartimentazione
Sezione trasversale di un ramo di Quercia dove si notano le infezioni del legno ben compartimentate
| Esempio di cavit
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1. LA MODERNA ARBORICOLTURA
1.1. Chi Alex Shigo
Quella che oggigiorno deniamo arboricoltura moderna corrisponde al progresso nelle nuove acquisizioni scientiche - in materia di siologia delle piante arboree e di patologia del legno - applicato alla tecnica di gestione degli alberi coltivati a scopo ornamentale. Queste conoscenze di base trovano ampio fondamento nelle teorie formulate da Alex Shigo (8 Maggio 1930 - 6 Ottobre 2006), professore statunitense che, per lintera vita lavorativa, si dedic a studiare gli alberi in ambiente naturale (foresta) e in ambienti articiali (in citt, lungo le strade, nei parchi urbani, ecc...). Il grande lavoro di Alex Shigo ha fornito, al settore dellarboricoltura, una nuova interpretazione del modo di vivere e di svilupparsi degli alberi, nonch delle loro modalit di reazione ai vari tipi di stimoli esterni a cui sono sottoposti.
Tutto questo non significa andare alla ricerca di una complessit fine a s stessa, ma una lucida applicazione di un meccanismo di causa-effetto, cos riassumibile: pi comprendiamo il modo di vivere e di reagire degli alberi, pi aumentano le possibilit di interagire positivamente con loro, determinandone le migliori condizioni di vita fin dal momento dellimpianto e, successivamente, intervenendo in maniera appropriata in caso di necessit dettate dal loro vivere in ambiente articiale, fonte di unesposizione continua ai disturbi delle attivit umane.
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cos per il resto della sua vita attraverso adeguate potature. In questa situazione la specie arborea scelta dovr sottoporsi a potature frequenti e allallevamento in forma obbligata, dati da ben considerare prima di arrivare a una decisione denitiva. Lo stesso procedimento dovr essere applicato anche alle capacit del nostro albero (o di tutti quelli che intendiamo impiegare, nel caso dimpianti polispecifici di una certa dimensione) di adattarsi allambiente in cui sar collocato (intendendo con ci il clima, il terreno, la disponibilit idrica, ecc...). Gli elementi di valutazione di tipo sico e biologico, cos raccolti, dovranno integrarsi con quelli di ordine architettonico, vale a dire il portamento della pianta, la forma della chioma, il colore del fogliame, il tipo e lepoca di fioritura, la sua dislocazione spaziale, lutilizzo come singolo esemplare o in gruppi di pi esemplari, ecc... . Inne, per completare gli elementi di valutazione preliminare, indispensabili per una progettazione accurata, andranno esaminati gli aspetti funzionali che la compagine arborea dovr assicurare, come per esempio lombreggiamento di aree specifiche, loscuramento di determinati scorci (effetto barriera visiva), il filtraggio e lattenuazione di rumori, di polveri, del vento, ecc. Solo unattenta progettazione, che sappia coniugare le esigenze biologiche, architettoniche e funzionali, pu portare alla realizzazione di aree verdi arborate dotate di unarmonia propria, data dal corretto sviluppo delle piante e dalla loro concordanza sul piano estetico e funzionale.
La progettazione, inne, si deve occupare anche di tutte le opere accessorie collegate agli aspetti siologici e sanitari degli alberi: da quelle pi dirette come il sistema dirrigazione, ad altre meno evidenti ma comunque inerenti come limpianto dilluminazione, con i relativi cavidotti interrati, la dislocazione di elementi di arredo (panchine, tavoli, fontane), dei percorsi pedonali e delle altre aree in vario modo pavimentate; da non dimenticare di prevedere degli spazi daccesso per i mezzi pesanti (autogr, autocarri) che potranno alloccorrenza raggiungere larea verde senza arrecare particolare danno.
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In definitiva, unaccurata progettazione la base fondamentale sulla quale realizzare con successo i nuovi impianti arborei. Sarebbe auspicabile fondere le conoscenze tecniche acquisite e lesperienza accumulata nel tempo dai progettisti e dai tecnici che si occupano di realizzazione e manutenzione, per evolvere verso forme ancor pi mature e complete di approccio allarboricoltura. In questo caso listituzione di un Libretto dimpianto , come gi peraltro esiste in altri settori delle costruzioni e dellimpiantistica, che indichi, fin dallorigine, la scansione temporale e la tipologia degli interventi manutentivi necessari, servirebbe a garantire il corretto sviluppo e la durata nel tempo dellimpianto. Con questo strumento di programmazione il proprietario avrebbe a disposizione unutilissima traccia per pianificare economicamente e materialmente gli interventi per almeno i due decenni successivi alla realizzazione dellimpianto stesso.
Per quanto riguarda i parametri morfologici va rispettato il rapporto/proporzione fra la circonferenza e laltezza/dimensione dellalbero; inoltre non dovrebbero presentarsi difetti come: piante eccessivamente late, doppie punte, chioma asimmetrica, fusti biforcati, contorti o curvati, lesioni, strozzature e scortecciature sul fusto e sui rami, ferite da potature volte alla mera commercializzazione ( frequente che piante non correttamente formate in vivaio vengano adattate al momento della vendita). necessario perci che il progettista conosca quale sia lofferta disponibile sul mercato vivaistico, non solo a breve raggio (entro la provincia o la regione); si potranno cos scegliere le piante che per morfologia e sviluppo saranno pi idonee allo scopo pressato. Per esempio, vi sono differenze sostanziali tra gli alberi da collocare come esemplare unico, a libero sviluppo e senza limiti di spazio, e gli alberi da porre in lare ai margini di viali o strade. I primi hanno una forma pi tendente al naturale, con chioma pi espansa e inserita relativamente in basso, mentre i secondi si presentano con un fusto libero da rami per una certa altezza e la loro chioma contenuta lateralmente per mezzo di adeguate potature di formazione, favorendone lo sviluppo in altezza. In funzione del loro utilizzo, il vivaismo propone diverse soluzioni di allevamento dei giovani alberi da trapiantare, anche restando allinterno della medesima specie. 30
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luppo dellalbero nei primi anni dopo il trapianto: se il terreno eccessivamente compatto e argilloso o prevalentemente ciottoloso-ghiaioso e drenante, esso va rimosso, riportando al suo posto un ampio volume di terreno di buona qualit dove andr collocato lalbero. La prima operazione sulla zolla prevede la rimozione dellinvolucro di contenimento, questo pu essere di vario materiale (telo di juta, di plastica traforata, ecc) e delleventuale rete metallica sottostante. Non sempre questa semplice operazione viene svolta, con il risultato di impedire un corretto sviluppo dellapparato radicale negli anni seguenti il trapianto. Il mercato vivaistico oggi propone anche alberi allevati in vasi o contenitoEsempio di ssaggio scorretto dei pali tutori: visti ri di plastica, di una certa ampiezza, che al momento dellimpianto e visti dopo 7/8 anni una volta estratti dal contenitore sono dalla messa a dimora dellalbero pronti alla messa a dimora. Un breve cenno va alla profondit dimpianto: lalbero andrebbe ricollocato allo stesso livello precedente (verificare il segno del terreno sul fusto) o appena un po pi in basso (2-3 cm al massimo). Spesso si vedono dei trapianti effettuati a una profondit sensibilmente maggiore dellorigine determinando condizioni di sofferenza per la pianta, che deve ricostituire parte dellapparato radicale pi vicino alla superficie del terreno Per quanto concerne la posa dei pali tutori, essa va eseguita in funzione delle dimensioni e della massa dei soggetti arborei da sostenere, evitando soluzioni economiche e scarsamente efcaci (come il singolo esile paletto che dondola assieme alla pianta e poi si spezza). Un altro sistema di ancoraggio che si pu adottare quello a scomparsa, cio lancoraggio a terra sulla zolla. I sistemi sono diversi ed uno dei pi diffusi prevede di ssare verticalmente intorno alla zolla tre pali in legno posti a
Esempi corretti di piantumazioni e ssaggio dei pali tutori
triangolo (massima ottimizzazione delle forze elastiche che agiscono al colletto) e successivamente bloccando in orizzontale i pali stessi con tre tavole in legno poste ai loro vertici. Merita un cenno, la legatura tra pianta e palo tutore: troppo spesso sono uniti insieme formando un tuttuno; questo determina, col dondolio della spinta del vento, lo sfregamento tra i due, il distacco della corteccia dellalbero e la messa a nudo del legno Esempio negativo di piantumazione eseguita sottostante con conseguente degrado prima della realizzazione delle opere edili: dovuto allazione di funghi cariogeni. notare gli alberi ricoperti di cemento La corretta tecnica di legatura prevede linterposizione, tra pianta e palo tutore, di un inserto in materiale morbido ed elastico, cos da evitare lo sfregamento e lasportazione della corteccia; molte volte sufciente utilizzare lo stesso legaccio elastico, in plastica morbida, usato per la legatura, facendolo passare pi volte tra il palo e il fusto dellalbero, per creare uno strato elastico di separazione. Al momento del posizionamento dellancoraggio (tutori esterni o scomparsa) si pu posare nella parte superiore della zolla un tubo microforato collegato con un tubo a T esterno per distribuire lacqua dove serve e cio nella zona di affrancamento evitando perdite per ruscellamento e ottimizzando in modo efcace la distribuzione dellacqua. Nel caso sia presente un impianto dirrigazione con ala gocciolante auto compensante, la stessa dovr essere posta allinterno del tubo microforato e collegata alla linea nello stesso modo. Non si realizza quasi mai ma di fondamentale importanza il posizionamento di una fascia salvacambio nella zona del colletto ad esempio con tubo corrugato o con altro materiale plastico che ha la funzione di proteggere il fusto dalle ferite causate dalle operazioni di sfalcio erba.
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si trova, di quella determinata specie e variet, non ci sarebbe mai arrivato da solo! L uomo pianta e diffonde gli alberi ornamentali per ricavare quei servizi che essi sono in grado di fornire (ombreggiamento, effetto estetico, influenza sul microclima, ecc...); spesso la diffusione degli alberi allinterno delle citt, o comunque in contesti di forte antropizzazione, genera delle situazioni conflittuali tra le piante e le opere o le attivit umaEsempio di autopotatura | ne. Si tratta quindi di trovare una forma di compromesso fra le necessit delle piante (siologiche e sanitarie) e le altre esigenze imposte dal contesto urbanizzato (contenimento delle dimensioni, altezza di inserimento dei rami e conformazione della chioma, garanzia di stabilit strutturale per limitare il pericolo di schianto dellintera pianta o di distacco di rami, ecc...). Le esigenze di ordine pratico richiedono il ricorso alla potatura, mentre i motivi di carattere estetico e funzionale ne confermano lindispensabilit. Per esempio, la potatura, su piante in via di sviluppo, ha lo scopo di individuare e favorire le future branche primarie e il cimale principale dellalbero, mediante lasporto di quei rami che, in attesa del loro naturale declino e disseccamento (cio lautopotatura, che la pianta farebbe comunque), rimarrebbero in competiPotatura su pianta vetusta | zione con i rami pi vitali sottraendo spazio e luce alla chioma, addensandola eccessivamente. L effetto cercato quello di una crescita armonica e simmetrica, con la creazione di una struttura ben conformata e robusta, difcilmente raggiungibile lasciando le piante al loro libero sviluppo, senza alcun intervento. La potatura degli alberi ornamentali non assimilabile a nessunaltra potatura praticata sugli altri alberi, come quelli coltivati per produrre frutti (melo, pero, ciliegio, ecc...) o legno (pioppo, noce, altre varie specie di latifoglie...), visti i diversi obiettivi da raggiungere. L albero ornamentale deve presentarsi - secondo la specie e la variet - ben conformato dal punto di vista estetico e tale 35
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caratteristica deve integrarsi con le sue condizioni di salute e di resistenza ai fattori biotici (parassiti e patogeni) e abiotici (vento, temperature, tipo di terreno, disponibilit idrica, ecc...). Le potature ben eseguite sono in grado di guidare lalbero verso lacquisizione di questi risultati, dai primi anni che seguono il trapianto, fino alla maturit e quindi alla senescenza. Molto importanti, per la perizia e la cura richieste, sono le potature su piante vetuste e senescenti, dove lobiettivo primario quello di ottenere il migliore compromesso fra delle esigenze opposte: quella di non intaccare la residua funzionalit fisiologica e di non accelerare i processi degradativi in atto, laltra di garantire la resistenza statica per evitare lo schianto naturale o la caduta di branche o spezzoni di grossi rami, con i rischi derivanti in ambiente urbano.
Il corretto modo di eseguire la potatura di un ramo prevede, come prima operazione, un taglio dincisione (A), a distanza di 10/15 cm. da quello definitivo, praticato nella parte inferiore del ramo, procedendo dal basso verso lalto per circa 1/3 della sezione, e poi un altro taglio (B), dallalto in basso, praticato a poca distanza dal primo, cos da recidere il ramo evitando che la corteccia, nella sua parte inferiore, possa slabbrarsi. Dopo questa operazione, quindi laver tolto la quasi totalit del peso del ramo che gravava sulla sua base, si deve tagliare il moncone rimasto, facendo attenzione a rispettare il collare di inserzione del ramo (C), ovvero la sede di produzione dei tessuti necessari alla chiusura della ferita generata con la potatura. Per quanto riguarda le tecniche di contenimento dei rami (per accorciarli e per contenerne la vigoria), si pratica il cosiddetto taglio di ritorno; esso consiste nellasportare la parte terminale del ramo, per una certa lunghezza, fino in prossimit di una ramificazione laterale, lasciata allo scopo di sostituire lasse principale che viene tolto. La dimensione, in diametro, del ramo secondario che andr a sostituire la porzione di ramo asportato dovr essere allincirca 1/3 di questultimo e non inferiore (non devesserci uneccessiva sproporzione tra ci che viene rimosso e ci che rimane in sostituzione: un esile rametto non pu sostituire - dal punto di vista fisiologico e funzionale - un ramo esageratamente pi grosso). Questa tecnica consente di trarre dei buoni risultati sotto molti punti di vista: estetico, funzionale, siologico e sanitario. La pianta non viene sottoposta a uno stress imPunto corretto di taglio per lasportazione di un ramo nel rispetto del collare
Sopra: sequenza corretta delle operazioni di un taglio di un ramo Sotto: esempi scorretti di taglio di un ramo
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provviso, spogliandola eccessivamente di legno giovane e fogliame, riuscendo a vegetare normalmente, senza particolari scompensi. Va inoltre ricordata una buona pratica di prolassi tosanitaria non sempre eseguita con scrupolo dagli operatori: le lame o gli organi taglienti degli attrezzi impiegati nella potatura andrebbero sempre disinfettati prima di iniziare a potare un albero; essi potrebbero veicolare propaguli o organi di disseminazione di organismi nocivi depositatisi durante un precedente utilizzo su piante malate. Per fare ci, sufciente sterilizzare la lama degli attrezzi impiegati per via chimica (soluzione acquosa di sali dammonio quaternario al 2% o di ipoclorito di sodio al 5%) oppure per via sica, mediante un veloce surriscaldamento con la amma di un cannello a gas, senza mai esagerare, per non stemperare lacciaio.
Sopra, a sinistra: potatura ben eseguita su Sophora japonica. Sopra, a destra: potatura per eseguita su Quercia
Potatura di contenimento su Pioppo cipressino: a sx prima dellintervento, a dx a intervento quasi ultimato. Si noti come siano state mantenute le caratteristiche estetiche dellalbero pur avendone ridotto la sagoma complessiva (altezza e larghezza).
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1 - Callo di cicatrizzazione e quasi completa chiusura della ferita 2 - Formazione del callo di cicatrizzazione su una ferita da potatura molto ampia = cicatrizzazione non avvenuta 3 - Conseguenze derivate dallasporto di una grossa branca o ramo = cavit e carie
La stessa conifera dopo due anni dalla potatura (anche le conifere si possono potare purch si operi in modo corretto)
Viceversa, i periodi sconsigliati sono proprio quello primaverile e quello autunnale-invernale; potando in autunno o in pieno inverno, le ferite da potatura saranno esposte per alcuni mesi, senza le difese naturali prodotte in modo veloce quando la pianta in attivit.
Per limitare il pi possibile questo tipo dinfezioni fungine, oltre a operare in maniera tecnicamente corretta i tagli, rispettando il collare dinserzione al fusto o alle branche principali, oltre ad eseguire la potatura in epoca favorevole per limmediata reazione difensiva della pianta, dobbiamo considerare lampiezza delle ferite, che varia in funzione delle dimensioni dei rami tagliati. Le ferite di piccola dimensione ( 1-2 cm, no a 6 cm) vengono rimarginate agevolmente, in una o due stagioni, attraverso la produzione del callo di cicatrizzazione e di nuova corteccia. Le ferite pi ampie di 6-7 cm tendono a richiudersi dopo vari anni quando va bene, ma spesso la loro chiusura rimane parziale. Le ferite molto ampie ( > 12-15 cm) sono destinate, salvo rari casi, a non rimarginare mai completamente, innescando fenomeni di carie profonda nel legno del fusto o delle grosse branche. Secondo questultime considerazioni, si consiglia di non rinviare per troppo tempo le potature, soprattutto quando sono tecnicamente necessarie: un ramo quando raggiunge le dimensioni massime ( 6 cm circa), oltre le quali la chiusura della ferita diviene pi difcile, andrebbe potato al pi presto. Questo esempio ci fa capire come una cura costante delle alberate sia il metodo migliore per preservarne la funzionalit. Nella realt di tutti i giorni, purtroppo, per motivi culturali, organizzativi ed economici la gestione 41
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attenta e puntuale poco praticata, mentre rimane molto diffusa quella degli interventi estemporanei - non inseriti in alcuna pianicazione e talvolta nemmeno tanto ragionati - con il risultato di agire sulle piante in notevole ritardo e in modo pesante, esponendole a stress e innescando in esse i gi citati fenomeni degradativi a carico del legno strutturale, compromettendone la stabilit e la durata. Un ultimo cenno riguarda il trattamento delle ferite da potatura: limpiego di mastici per ricoprire le ferite oggigiorno vivamente sconsigliato, grazie alle numerose osservazioni che confermano un loro effetto negativo a lungo termine. Una buona pratica la disinfezione delle Esempio di ferita ricoperta ferite, subito dopo la loro apertura, spruzzando da mastice: pratica da evitare su di esse dei prodotti rameici in soluzione acquosa. Per nire, un elemento importante - e ogni attento proprietario di alberi non dovrebbe rinunciare - vericare la preparazione tecnica dei soggetti ai quali afda i lavori di potatura, affinch sia riscontrata lesperienza necessaria per la corretta esecuzione. Ci valido non solo per la potatura, ma anche per qualsiasi altra operazione inerente con larboricoltura (dalla progettazione alla realizzazione dellimpianto e alle successive cure). Tra le varie cose da chiedere a unimpresa operante nellarboricoltura ornamentale, ricordiamo quella di farsi elencare alcuni lavori signicativi gi realizzati, potendo cos verificarne lesecuzione; limpresa inoltre pu appartenere a unassociazione di categoria e questo elemento potrebbe essere una garanzia di preparazione professionale. meglio difdare delle persone che promettono soluzioni rapide e denitive, specie quando la complessit del caso richiede degli approfondimenti diagnostici e strumentali, poich si spenderebbero dei soldi per niente e talvolta peggiorando le cose.
Piante in sofferenza |
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to, ma assume enorme importanza anche nelle stagioni seguenti, fino a quando lalbero non abbia espanso e sviluppato a sufficienza lapparato radicale. Nellalbero gi ben sviluppato e avviato verso let adulta, le irrigazioni di soccorso sono necessarie in occasione di eventi siccitosi di una certa intensit, commisurate alle caratteristiche e agli adattamenti delle diverse specie arboree (igrolia o xerolia) e alla natura fisica del terreno (drenante o con buona capacit idrica), anche perch non sempre troviamo alberi della specie pi adatta per vivere nellambiente dove sono stati posti. Per quanto riguarda lo sfalcio dellerba nellarea sottochioma, esso assume molta importanza negli alberi giovani, poich le erbe sono in grado di esercitare una certa concorrenza nellassorbimento dellacqua e dei nutrienti contenuti nel terreno. Un giovane albero, appena trapiantato, se rimane circondato da erbe di vario tipo (si pu avere un tappeto erboso contenuto, ma spesso capita di vedere erbe infestanti di grande sviluppo) si vede sottrarre buona parte degli elementi vitali di cui ha bisogno. Il contenimento delle erbe deve essere costante, oppure si pu prevedere la pacciamatura di unarea circolare con unampiezza proporzionata allo sviluppo della pianta. La pacciamatura, normalmente eseguita con materiale organico a lenta decomposizione (cortecce, fogliame, bre vegetali) o con materiale inerte (ghiaia, pomice), ha lo scopo di impedire o contenere lo sviluppo delle erbe, di accumulare uno strato di humus superciale e quindi garantire una maggiore disponibilit idrica allalbero. Danni da decespugliatore Nel caso di controllo delle erbe mediante lo sfalsu Pino domestico cio, particolare attenzione va posta quando si opera in prossimit del colletto della pianta ( frequente la scortecciatura, quasi sempre involontaria, dovuta alluso del decespugliatore con filo di plastica). Anche le radici aforanti dal terreno, tipiche di piante gi ben sviluppate, possono essere danneggiate dallo sfalcio con la macchina rasaerba o con il decespugliatore, quando laltezza di taglio molto bassa.
Scavi in prossimit dellapparato radicale
| Pacciamatura di unaiuola
La scortecciatura e lasportazione di tessuti vivi per pu favorire lingresso di vari agenti patogeni ai quali lalbero non sempre in grado di rispondere efficacemente. Pertanto, la prevenzione consiste nel porre la massima attenzione nellesecuzione delle operazioni di sfalcio e in qualsiasi altro intervento: meglio evitare le ferite inutili! Per quanto attiene le concimazioni, le piante arboree non hanno le stesse esigenze di concimazione di quelle erbacee; la concimazione, se intesa come quella praticata nellorto di casa o in unaiuola fiorita, controproducente per gli alberi. L azoto, in particolare, da evitare poich stimola eccessivamente il rigoglio vegetativo, inducendo una crescita rapida a scapito della solidit meccanica e della resistenza alle avversit (gelo, vento, parassiti e patogeni). Le concimazioni, aumentando la concentrazione di nutrienti nel terreno, espongono maggiormente le piante allo stress idrico. Di norma la concimazione eseguita allatto del trapianto, con concimi a lenta cessione, in grado di garantire allalbero, per i primi anni, gli elementi necessari; in seguito la pianta trova da sola le sostanze nutritive disponibili nel terreno, creando col tempo un proprio equilibrio di crescita.
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| Cameraria dellIppocastano
spostano ben oltre le piante, imbrattamento dovuto alle emissioni di melata dalle piante) oppure un pericolo per la salute umana (processionaria del pino). Non devono invece destare allarme le manifestazioni, come ad esempio maculature o lievi decolorazioni fogliari, tipiche di molte malattie della chioma, poich non sempre rappresentano una minaccia per la salute delle piante. In ogni caso, prima di decidere cosa fare, bene consultare un tecnico preparato in malattie delle piante, essendo la materia molto complessa e considerando la continua evoluzione della legislazione regolante limpiego dei principi attivi contenuti nei prodotti tosanitari. Ricordiamo, inne, tra le pratiche a ridottissimo impatto ambientale - particolarmente indicate in ambiente urbano - limpiego dellendoterapia, cio la tecnica basata sulliniezione diretta nel tronco dei prodotti tosanitari. Dalla sua prima diffusione in Italia - risalente a circa un ventennio fa - ad oggi, le varie tecniche di endoterapia si sono progressivamente evolute, soprattutto con lo scopo di ridurre i problemi legati allinvasivit del metodo stesso (i fori praticati nel fusto, le pressioni esercitate nei vasi xilematici, ecc...). Essa rimane sempre una risorsa irrinunciabile per tutti quei casi in cui vi sia limpossibilit di eseguire i trattamenti tosanitari convenzionali, quelli cio tramite aspersione sulla chioma con macchine irroratrici. Lendoterapia devessere esclusivamente impiegata in situazioni particolari e comunque dopo presa visione da personale specializzato.
BITE, recentemente brevettato dallUniversit di Padova, uno strumento endoterapico manuale che permette la somministrazione di liquidi senza ricorrere alla produzione di fori, i quali spesso sono allorigine di successive infezioni da parte di microrganismi responsabili di marcescenze interne e della conseguente perdita di stabilit dellalbero stesso.
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superiore a quella che potrebbe essere sostenuta dallapparato radicale, richiedendo una maggiore quantit dacqua allapparato radicale e al suolo che non sarebbero in grado di fornire. anche da sfatare lidea che dopo le operazioni di potatura, oppure al ne di recuperare un albero adulto, scarsamente vitale, basti concimare: non quasi mai vero. Intanto difcile che il concime raggiunga efficacemente lapparato radicale di un albero adulto ed inoltre, poich di norma lapparato radicale di un albero adulto si esteso in funzione dellequilibrio gi pi sopra ricordato, se manifesta sintomi di carenze nutrizionali ci evidenzia lincapacit del suo apparato radicale di raccogliere dal terreno ci che gli sarebbe necessario; quindi, anche fornendogli nutrimento attraverso il concime, lalbero non sar in grado di assorbirlo. Una potatura mal eseguita o eccessiva stimoler lalbero a ripristinare la quantit di rami e foglie presenti prima delloperazione, con un consumo eccessivo di riserve e quindi squilibrando la corretta funzionalit dellapparato radicale e del sistema di difesa, inoltre compromettendone denitivamente la forma ideale. Gli interventi di potatura, qualora ritenuti improrogabili, devono essere attentamente valutati in funzione delle dimensioni raggiunte dallalbero e comunque eseguiti mantenendo la forma ideale per la specie (unica eccezione gli alberi potati n da giovani in forma obbligata); inoltre da evitare il taglio di grosse branche al fine di ridurne, con ununica operazione, le dimensioni. Un albero adulto quindi un organismo che, in quel luogo e in quelle condizioni, ha raggiunto e mantenuto, per un lungo periodo, un suo intrinseco equilibrio fra energie disponibili per la crescita e lenergia utilizzata per sopravvivere (costituzione delle riserve); in quellambiente ha esteso lapparato radicale secondo le proprie dimensioni della chioma e la fertilit del terreno; risulta evidente che qualsiasi intervento che muti uno o pi di questi parametri lo pu mettere in condizioni di stress .
e in questa occasione si procede a tagli eccessivi sia nella quantit che nella qualit (intensi tagli della chioma, tagli di grosse branche, capitozzi). Con tali operazioni scriteriate sintroduce una situazione di forte squilibrio fisiologico dal quale la pianta pu riprendersi oppure entrare in una fase di lenta degradazione, che vede la comparsa di ricacci e di rami epicormici (a bassa resistenza meccanica) che spesso si seccano e cadono dopo aver raggiunto velocemente una discreta dimensione; inoltre possono insediarsi, nelle grosse ferite di potatura, funghi di carie che degradano il legno, provocando spesso delle cavit o dei disseccamenti distali su grossi rami. Gli interventi su piante adulte vanno attentamente studiati, limitati e graduati nel tempo (in pi stagioni) dando alla pianta il tempo, dopo ogni intervento, di ristabilire un nuovo equilibrio.
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Sviluppo eccessivo dei rami dellanno (succhioni). Forte presenza di calli e ricacci sul tronco (probabile sintomo di eccessi di concimazione o di assenza di trapianti)
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Esempio di fusti codominanti: la corteccia che rimane inclusa tra i fusti, per un lungo tratto, determina una struttura meccanicamente poco resistente soggetta a rottura
Il quarto errore di norma commesso al momento del trapianto e consiste nel non considerare le esigenze del soggetto arboreo: esso stato prelevato da un determinato luogo avente determinate caratteristiche del terreno (spesso sabbioso e/o sciolto) e poi posto a dimora in altro luogo con terreno decisamente diverso (argilloso e pesante, ghiaioso, povero di humus). Di solito si pensa di ovviare la cosa ponendo nella buca una gran quantit di sostanza organica (torba, stallatico, compost, concime di fondo, ecc), nulla di pi falso; necessario invece mescolare unalta quantit di terreno originato dalla buca e mescolarlo con una bassa quantit di sostanza organica ed una bassissima quantit di concime. Ci consentir allalbero di diffondere al massimo, anche oltre le pareti della buca, il suo apparato radicale mentre, al contrario, se adottata la prima soluzione esso tender a sviluppare le radici solo allinterno delle pareti della buca dove trova pi facilmente i principi nutritivi, producendo nel corso del tempo un affastellamento delle radici al quale faranno seguito facili marciumi radicali con conseguente deperimento del soggetto. Lo stato del terreno in cui posto a dimora un albero, al di l delle esigenze speciche e vincolanti di alcune essenze, deve innanzitutto soddisfare alcune condizioni come non essere eccessivamente compattato, essere di buona permeabilit allacqua (non produrre ristagni) e avere una discreta fertilit.
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Oggi sono a disposizione diverse tecniche utilizzabili in ambito urbano per combattere funghi ed insetti dannosi per le piante, senza produrre inquinamento, disturbo e/o danni alle persone (trattamenti antiparassitari per iniezione sia al tronco che eventualmente al terreno per aerazione e concimazione). Da far notare che i pi frequenti problemi parassitari sono determinati da potature errate o da urti contro i tronchi da parte di mezzi meccanici o da operazioni di taglio dellerba. I danni prodotti da tali operazioni consistono principalmente nellapertura di ferite che possono scoprire il legno sottostante alla corteccia e quindi, in tali situazioni, possono trovare facile accesso i funghi degradatori del legno con conseguente innesco della carie .
Esempio di potatura scorretta eseguita in ritardo (rami troppo grossi) e senza il rispetto del collare
Si consiglia di associare a questo tipo dintervento una potatura di contenimento per favorire la crescita della chioma in direzione del tronco. Vediamo ora, succintamente, le cose che si possono fare e quelle che non si devono fare nelle potature. Quando necessario potare un albero doveroso chiedersi, prima di tutto, qual lepoca pi adatta per eseguire tale operazione, evidenziando che le potature, influendo sullequilibrio fisiologico, possono dare risposte diverse in base allepoca in cui si effettuano, alcuni esempi possono far comprendere meglio la cosa. Potature effettuate nel periodo di riposo della pianta (autunno dopo la caduta delle foglie) stimoleranno lemissione di molti nuovi germogli e una ricrescita tendente a recuperare lapparato fogliare eliminato; le potature eseguite durante il periodo vegetativo, sul verde come si dice in gergo, ridurranno la chioma senza stimolare eccessivamente lemissione di nuovi rami (dovrebbero comunque essere eseguite oltre la ne di giugno e no alla prima decade di agosto nella nostra area). Da sottolineare che tagli di una certa dimensione cicatrizzano con difcolt se eseguiti in periodo autunno-vernino, al contrario, invece, dei tagli eseguiti sul verde. I tagli di una certa dimensione vanno eseguiti lasciando intatto il cosiddetto collare senza lasciare monconi, rispettando la regola del taglio di ritorno (vedasi foto capitolo 3), evitando di rilare il taglio a raso sul tronco o sulla branca e conservando il pi possibile la forma di specie dellalbero. necessario comprendere molto bene che lalbero (di qualsiasi specie) crea nel tempo una gerarchia delle sue gemme, che costituiscono il suo patrimonio futuro di sviluppo; lintervento di potatura, se mal eseguito, sconvolge tale gerarchia ed il soggetto arboreo reagir tentando di ripristinare una nuova gerarchia. Tagliare un apice vegetativo fa si che, tolte le gemme cosiddette dominanti, lorganismo vegetale cerchi una nuova dominanza facendo sviluppare gemme sottostanti alle dominanti eliminate, ricercando fra di esse una nuova dominanza, al ne di recuperare la sua forma di specie e nel fare ci viene costretto ad adattarsi ad una nuova forma con grande dispendio di energia. Ecco che si comprende come la potatura debba essere larte di condurre, cor57
rettamente per lalbero, il percorso della linfa dalle radici alle foglie e viceversa dalle foglie alle radici . Attraverso le gure schematiche, qui accanto, possiamo ora vedere le cose che si possono fare e quelle che non si devono fare nelleseguire le potature.
induce a reagire fortemente con lemissione di rami epicormici (solitamente poco resistenti e vitali) inducendo il germogliare confuso delle gemme dormienti alla ricerca di una nuova gerarchia delle stesse, essendo stata distrutta quella che lalbero manteneva prima dellintervento di capitozzatura. Si tratta di un intervento sempre effettuato sugli alberi adulti che, al contrario, potrebbero sopportare solo delle potature molto limitate. La situazione di squilibrio (stress) cos creata espone lalbero aad agenti fungini di degradazione del legno o a quelli che attaccano lapparato radicale, anchesso indebolito dalle condizioni indotte dalloperazione di esagerata potatura.
Sotto: esempi di potature distruttive. A destra: effetto di un capitozzo e del conseguente attacco fungino su un Tiglio
Sebbene gli eventi meteorici eccezionali non possano essere prevedibili facilmente e per loro natura sfuggano alla possibilit di predisporre azioni preventive efcaci, si deve osservare che molto spesso i cedimenti sono comunque dovuti a difetti pi o meno ben visibili come la presenza di cavit, decolorazioni della corteccia con legno morto sottostante, carpofori fungini appartenenti a funghi agenti di carie del legno; se questa situazione si presenta, sorge la necessit di un intervento (dopo verica tecnica specialistica) per eliminare la struttura colpita da tali fenomeni. C) Schianto dellalbero intero o (rottura parziale del tronco). Una tale drammatica evenienza accade quando esistono, in concomitanza, alcune condizioni: grave degradazione dellapparato radicale e ancoraggio dello stesso insufciente (scarsit di terreno a disposizione rispetto alle dimensioni della pianta, terreno non adatto allapparato radicale, formazione irregolare dellapparato radicale a causa di un cattivo impianto o sopravvenienza di condizioni avverse).
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La carie pu insorgere in vari modi: a seguito di una ferita che ha distrutto la corteccia, esponendo i tessuti legnosi sottostanti poi infettati dalle spore di un fungo agente di carie, oppure attraverso infezioni vericatesi entro piccole discontinuit (fessure da spacco per crescita o per gelo) della corteccia, o direttamente attraverso infezioni nella zona, molto delicata, del colletto e dei cordoni radicali. Le carie spesso si manifestano con la presenza di carpofori fungini emergenti dalla corteccia e molto ben visibili; la loro presenza, in modo particolare quelli di alcune specie, segnala che il fenomeno ha raggiunto il culmine del suo sviluppo e i danni arrecati alla parte di legno colpita sono gi di notevole entit e possono essere tali da compromettere seriamente la stabilit dellalbero, che pertanto deve essere considerato a rischio di cedimento.
In questa foto : corrispondenza fra la sezione del tronco e il graco A sinistra: indagine strumentale con tomografo
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| Anoplophora - ovoposizione
| Anoplophora - larve
provincia di Pordenone, ma leventuale improvviso disseccamento della chioma delle palme dovrebbe far sospettare una sua presenza, pertanto tale circostanza andrebbe prontamente segnalata al Servizio tosanitario regionale.
Naturalmente la quantificazione in termini monetari, ancorch si stiano elaborando sistemi di calcolo, estremamente difcile e complessa ed in questa sede non il caso di proporla.
A sinistra: manifestazione della malattia sul fusto di una Quercia A destra: manifestazione della malattia sotto la corteccia di una Quercia
di lesioni o di omicidio colposi, subir una pena e potr anche dover risarcire il danno in causa civile. In conclusione, si pu affermare che la responsabilit civile di un danno si manifesta (nei confronti del proprietario o del custode) solo nei casi in cui venga accertata la mancata o linsufficiente azione di prevenzione del danno (riduzioni di chioma, operazioni di risanamento fitosanitario, ecc); non si manifesta nei casi in cui il danno sia accaduto a causa di un evento imprevedibile ed eccezionale (trombe daria, tempeste di eccezionale intensit e non prevedibili, ecc). La responsabilit penale accertata sempre escludendo il fatto eccezionale e imprevedibile, e durante laccertamento acquisiscono importanza rilevante i fatti collegati alle manutenzioni a carico del proprietario e delleventuale custode, volte alla per la messa in sicurezza della pianta causa che ha causato il danno.
CITAZIONE DELLORIGINE E/O FONTE DELLE FOTO UTILIZZATE Pag. 5, 8, 9, 10, 11 in alto dx, 13 in alto, 14 in basso, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 29, 30, 31, 32, 33 al centro, 34, 36, 40, 41, 42, 43, 44, 45 - immagine o scansione di disegni a mano tratti da Il Giardino snc di De Pra O. & C. Pag. 13 in basso, 14 in alto e in mezzo, 46 - immagine tratta da archivio foto Mauro Zambon Pag. 7 - immagine tratta dal sito www.amailtuoverde.it/cat/frutteto/332 Pag. 11 in basso sx - immagine tratta dal sito www.barbatella.it/nutrizione-vite.php Pag. 28 - immagine tratta dal sito www.marcelloparisini.org/cancrocolorato.html Pag. 33 in alto - immagine tratta dal sito www.comune.monzuno.bologna.it Pag. 33 in basso - immagine tratta dal sito www.forestry-dev.org Pag. 37 - immagine tratta dal sito www.ciaccimagazine.org/?p=8620 Pag. 38 - immagine tratta da Prezziario verde 2005 Associazione Florovivaisti Bresciani Pag. 47 prima in alto a dx - immagine tratta dal sito www.agronotizie.imagelinenetwork.com Pag. 47 seconda in alto a dx, prima in basso sx - immagine tratta dal sito www.provincia.bz.it Pag. 47 in basso al centro - immagine tratta dal sito www.photos.eppo.org/index.php Pag. 48 in alto a sx - immagine tratta dal sito www.palmerasyjardines.com Pag. 48 in basso prima a sx - immagine tratta dal sito www.forestry.gov.uk Pag. 48 in basso prima a sx - immagine tratta dal sito www.cisr.ucr.edu/sudden_oak_death.html
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