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MODERNA GESTIONE DEL VERDE ARBOREO ORNAMENTALE

AUTORI IDEAZIONE PROGETTO GRAFICO COORDINAMENTO E DISEGNI FOTOGRAFIE STAMPA


Claudio Spessotto, Mauro Zambon Orlando De Pra Emanuele Toldo - Paola Botter Grache Vianello Miriam Zamai - Il Giardino snc di De Pra O. & C. Il Giardino snc di De Pra O. & C. Mauro Zambon Copertina: Giada Eleonora De Pra Altre: vedasi citazione fonte Grache Vianello - Ponzano TV
Tutti i diritti sono riservati: vietata la riproduzione anche parziale o con qualsiasi mezzo senza lautorizzazione scritta della C.I.A. degli autori

C.I.A. - Confederazione Italiana Agricoltori di Pordenone


Via Roveredo, 2 - 33170 Pordenone tel./fax 0434/361128 - pordenone@cia.it ISBN 978-88-7200-395-4

con il contributo e patrocinio di:

SIA Societ Italiana Arboricoltori onlus

Banca di Credito Cooperativo Pordenonese

Bioforest onlus

Comune di Pordenone

Provincia di Pordenone

MODERNA GESTIONE DEL VERDE ARBOREO ORNAMENTALE

Indice pubblicazione
PREFAZIONE Dott. Gianmichele Cirulli - Presidente S.I.A. Onlus INTRODUZIONE Presidente Pietro Roman - Banca di Credito Cooperativo Pordenonese SAGGIO
Sig. Gabriele Centazzo - Titolare e Designer Valcucine Spa Socio Bioforest Onlus

4. LA GESTIONE DEGLI ALBERI GIOVANI


4.1 Denizione di albero giovane e le potature di formazione 4.2 Irrigazione, sfalci e concimazioni 4.3 La difesa tosanitaria

5. GLI ALBERI ADULTI 5.1 Interventi mirati e solo se necessari (abbandoniamo certe
errate prassi e convinzioni) 5.2 Come rovinare un patrimonio: le potature distruttive

COMMENTO Lucio Montecchio e Mario Pividori


Universit di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali

6. GLI ALBERI VETUSTI 6.1 Differenza fra albero adulto e vetusto 6.2 La gestione degli alberi vetusti 7. GLI ESEMPLARI MONUMENTALI 7 .1 Denizione di esemplare monumentale
7 .2 Tecniche di gestione

INTRODUZIONE DEGLI AUTORI .c. Claudio Spessotto P


Mauro Zambon P .a. Orlando De Pra - Il Giardino Snc Di De Pra O. & C.

8. GLI ERRORI DI GESTIONE PI FREQUENTI 8.1 Lo spazio disponibile e la scelta della specie
8.2 8.3 8.4 8.5 La qualit del materiale vegetale Prelievo, trapianto e caratteristiche del terreno Malattie, parassiti e loro controllo Potature errate

ORGANIZZATORI E SPONSOR P .a. Davide Vignandel - Confederazione Italiana Agricoltori di Pordenone


Banca Credito Cooperativo Pordenonese - Presidente Sig. Piero Roman Bioforest Onlus - Dott. Leandro Cappellotto Comune di Pordenone Provincia di Pordenone

9. LA CAPITOZZATURA: UN INTERVENTO DA BANDIRE


9.1 Come rovinare un albero e provocarne il declino

CENNI DI BIOLOGIA DELLE PIANTE ARBOREE La morfologia degli alberi


L anatomia degli alberi La fisiologia degli alberi Patologia: la degradazione del legno

10. GLI ALBERI PERICOLOSI 10.1 I diversi tipi di rischio


10.2 Possibili cause di schianto o rotture 10.3 Metodi di valutazione della pericolosit

11. EMERGENZE FITOSANITARIE 11.1 Cancro colorato del Platano


11.2 Tarlo asiatico 11.3 Punteruolo rosso delle Palme 11.4 Morte improvvisa delle Querce

1. LA MODERNA ARBORICOLTURA 1.1 Chi Alex Shigo


1.2 Conoscere per comprendere lentit albero

2. LA REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI ARBOREI 2.1 La progettazione


2.2 Le caratteristiche del postime 2.3 I lavori dimpianto

12. IL VALORE DI UN ALBERO 12.1 Valore economico


12.2 12.3 12.4 12.5 Valore materiale Valore di ricostruzione Valore ornamentale Determinazione del danno

3. LA POTATURA DEGLI ALBERI 3.1 Perch potare?


3.2 Come si taglia un ramo 3.3 Periodi per fare la potatura 3.4 Le ferite da potatura

13. RESPONSABILIT CIVILE E PENALE DEL PROPRIETARIO E DEL CONDUTTORE 13.1 Responsabilit del proprietario
13.2 Responsabilit del conduttore 13.3 Responsabilit civile e penale

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PREFAZIONE
La cultura dellalbero in Italia purtroppo ancora scarsa ed anche se sono stati fatti dei passi in avanti negli ultimi anni la strada per far capire limportanza degli alberi in ambiente urbano e la necessit di garantire cure appropriate ancora lunga. I cambiamenti climatici, oramai riconosciuti ed ammessi dalla comunit scientica, e lo spostamento delle popolazioni sempre pi in agglomerati urbani renderanno la presenza degli alberi in citt ancora pi strategica di quanto non lo sia ora. La S.I.A. (Societ Italiana di Arboricoltura) una Associazione che da quasi venti anni opera per fare cultura dellalbero ed pertanto con estremo piacere ed onore che abbiamo accolto la proposta di un nostro socio (Orlando De Pra) di fornire un contributo per la redazione e diffusione di questo manuale di arboricoltura. un manuale che affronta tutti i principali aspetti di una corretta arboricoltura, sono citati temi che sono dei pilastri fondamentali delle attivit della S.I.A. (sicurezza alberi e stabilit, cure colturali appropriate, alberi monumentali e loro tutela, ecc) e sono citati alcuni personaggi dellarboricoltura mondiale che hanno fatto avvicinare molti di noi a questo mondo facendolo diventare una passione oltre che una professione. L elemento innovativo e degno di nota che, a differenza di tanti altri testi esclusivamente rivolti ad operatori del settore, al mondo della ricerca e dei professionisti, questo manuale ha un taglio divulgativo che lo rende accessibile a tutti, con una particolare attenzione ai proprietari degli alberi, spesso trascurati dimenticando che la cultura dellalbero si fa educando chi opera ma anche e soprattutto chi gli alberi li possiede! la prima volta che alla S.I.A. viene richiesta la partecipazione ad un progetto di questo tipo ed un segnale decisamente positivo per il percorso di crescita dellarboricoltura in Italia e speriamo che sia di stimolo per altre iniziative simili, ci uniamo pertanto con estremo piacere ai prestigiosi soggetti che hanno dato il loro patrocinio per la redazione di questa utile pubblicazione che sar distribuita gratuitamente. Complimenti e che questo manuale possa contribuire a far si che ci siano pi alberi per le citt e pi citt per gli alberi. Dott. Gianmichele CIRULLI
Presidente S.I.A. Onlus

iNTRODUZIONE
Siamo particolarmente lieti di promuovere questa pubblicazione che ha per oggetto un tema molto particolare che, tuttavia, non riteniamo sia rivolta ai soli addetti ai lavori . Il tema della cura e della attenzione alle piante che ci circondano e rendono pi salubre e pi bello il nostro ambiente, uno sguardo attento e progettuale rivolto alle nostre scelte di piantumazione e di intervento sul verde arboreo che elemento a volte trascurato, ma, riteniamo, importantissimo, nel nostro paesaggio sono infatti argomenti che ci coinvolgono tutti ed evidenziano il nostro ruolo e la responsabilit delle nostre scelte. Anche sostenendo questa edizione la Banca di Credito Cooperativo vuole compiere un ulteriore passo che va nella direzione della valorizzazione del territorio in cui opera, della sua cura e della sua bellezza che, anche in modi differenti da quello strettamente economico, lo arricchiscono e lo rendono migliore.

Presidente - Pietro Roman Banca di Credito Cooperativo Pordenonese

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SAGGIO
Quante volte percorrendo strade comunali, provinciali e statali mi sono vergognato per il massacro compiuto contro gli alberi, che con la loro presenza partecipano a creare quellarmonia che viene percepita dalla sensibilit umana come bellezza! Ho dedicato la mia vita a cercare di capire cos la bellezza; ho sempre discusso animatamente con chi dichiara che la bellezza estetica sia un fatto relativo, soggetto alle mode, alla cultura del luogo, ecc. S, tutto questo vero ma solo lo strato superciale della bellezza. Esiste una bellezza profonda che ancestralmente impressa dentro di noi e che ogni uomo possiede, anche luomo della strada. Uno degli elementi di questa bellezza profonda larmonia della diversit. La natura lo insegna: guardate un bosco in autunno, ci sono milioni di foglie, non se ne possono trovare due identiche, ma linsieme in perfetta armonia. Proviamo a inserire in questo bosco un albero con le foglie blu, anche luomo della strada direbbe che stona. Armonia e diversit sono valori assoluti. Pensiamo solo ai disastri dellarchitettura delle case-caserma, tutte uguali, dellUnione Sovietica o di una certa architettura di edilizia popolare italiana. Se vogliamo creare bellezza, non possiamo dissociare diversit e armonia. Anche il Dio creatore ha seguito questa regola: ha elaborato unarchitettura diversa per ogni specie di albero, ogni specie ha una sua forma particolare e caratteristica. Ridurre questa forma a un attaccapanni con le braccia monche lo ritengo un affronto al Creatore. Chi interviene per potare un albero deve avere la sensibilit di capire che sta eseguendo una ristrutturazione su unopera creata da Dio, non un lavoro da manovale ma da artista. Un lavoro da vivere con orgoglio, passione e rispetto. Per questo serve che le scuole di agraria inseriscano programmi di sensibilizzazione estetica perch solo con la conoscenza si pu preservare il patrimonio paesaggistico italiano. Perch cos importante salvare la bellezza in Italia? Molte delle nostre aziende lavorano su commessa conto terzi, oppure realizzano prodotti senza alcun elemento di personalizzazione, dove lunico elemento competitivo il prezzo; con la globalizzazione tutte queste aziende sono destinate a chiudere con perdita di migliaia di posti di lavoro. Dobbiamo assolutamente recuperare terreno nel terziario, turismo in testa. Come possiamo attirare turisti se non con la bellezza italiana? Nel nostro paese viviamo circondati da paesaggi, tesori artistici e architettonici di inestimabile valore, ma non esiste una coscienza tale da considerare tutto questo come il principale capitale da lasciare in eredit alle generazioni future. Chi lo difende? In ogni paese ci dovrebbe essere un sindaco che sente come 8 compito fondamentale la difesa dellarmonia, ma sicuramente pochi dei nostri sindaci si impegnano per la difesa del paesaggio, dellarmonia, della bellezza. Fare politica lunico mestiere per il quale non richiesta alcuna competenza. E come se un muratore potesse mettersi a fare il chirurgo. Purtroppo cos. L Italia piena di sindaci impreparati che permettono lo scempio con potature disastrose che trasformano gli alberi in mostri con le braccia mozzate e le siepi lungo i cigli delle strade, macinate da macchine mostruose, in campi di battaglia. I sindaci o altri responsabili non sanno che questo comportamento anche contro i dettami della costituzione italiana, la pi bella al mondo, che allArt. 9 recita: La Repubblica protegge il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione . Tutta lItalia merita maggior rispetto. Occorre considerare la bellezza come il bene maggiore comune a tutti, come un capitale che di tutti, ma soprattutto delle generazioni future e che rende anche sul piano economico oltre che su quello morale e culturale. Bisogna non distruggere larmonia del rapporto uomo-natura. Bisogna riconsiderare luomo non solo come creatore di lavoro e ricchezza ma anche creatore e fruitore di opere darte, di pensiero, di cultura e di bellezza. Bisogna imparare a godere della bellezza e a indignarci di fronte al suo sfregio. Sig. Gabriele Centazzo
Titolare e Designer Valcucine Spa Socio Bioforest Onlus

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COMMENTO
Progettazione, gestione e manutenzione del verde urbano sono aspetti che troppo sovente sono oggetto di scarsa considerazione da parte di proprietari e gestori. Il fatto che un albero sembri l da sempre, fa dimenticare che qualcuno lo ha piantato, e che con il tempo esso cresciuto adattandosi ad un ambiente spesso poco idoneo alle proprie necessit. A questo si aggiunga che le moderne tecniche disponibili permettono quasi a chiunque di mettere mano, o motosega, a queste silenziose ma fondamentali presenze del nostro quotidiano. Naturalmente, nel caso di una seria attivit professionale la complessit degli argomenti trattati rende necessario lapprofondimento puntuale dei singoli aspetti, con una consultazione approfondita di testi specici e la formazione pratica, facilmente accessibile anche grazie alle iniziative delle molte associazioni di categoria presenti sul territorio. Speriamo perci che questo testo costituisca un elemento di base per stimolare gli operatori e chiunque si approcci allargomento con lintento ultimo di salvaguardare un bene prezioso, ma spesso dato per scontato come il nostro verde, che invece merita cure e gestioni attente che permettano a tutti noi di continuare a fruire delle sue molteplici funzioni. perci con viva e vibrante soddisfazione che elogiamo la pubblicazione di questo manuale, che nella sua voluta semplicit comunicativa in grado di introdurre le diverse e complesse problematiche che larboricolture urbano deve affrontare nel suo lavoro quotidiano.
Lucio MONTECCHIO, Mario PIVIDORI Universit di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi AgroForestali

INTRODUZIONE - Claudio SPESSOTTO


Dire in poche righe lopera svolta da Claudio Spessotto nel verde urbano difcile: la sua conoscenza del settore, e non solo, lhanno portato ad occuparsi del verde a vari livelli in modo professionale, accurato e scientifico. L amore e la cultura per il verde e le piante, unite alla sua capacit di sintesi e chiarezza, sono state le sue qualit per diventare un maestro e un relatore a numerosi convegni e corsi. Riportiamo di seguito una parte di una sua lettera, indirizzata a un giornale locale, che sembra fatta a misura per far comprendere al lettore il suo modo di pensare e lo spirito guida di questo manuale: In realt la mia intenzione era di rendere non ideologico un atteggiamento della pubblica opinione rispetto alla gestione del verde urbano: in scienza e coscienza ho detto quelle cose che in ambito tecnico sono largamente condivise ma troppe volte, per carenza di informazione e formazione, non sono ovviamente patrimonio dei comuni cittadini. Ho sempre tentato, durante il mio lavoro, di perseguire la strada della corretta informazione tecnico-scientica verso le persone diversamente impegnate nella gestione; credo possa far fede il mio impegno profuso nella preparazione di tecnici comunali e provinciali in occasione di corsi e stage da me tenuti in provincia ed anche fuori regione, nonch per tecnici di ditte private. In buona sostanza la mia posizione tende ad affermare la presa di coscienza che il verde urbano e lambiente dove viene predisposto, non pu essere in alcun modo assimilato al verde naturale (bosco e foresta o prato e prateria); la sua fruizione lontanissima da quella in ambito naturale, la sua stessa condizione sottoposta a stress continuamente mutabili per tipologia e intensit, sono questi i parametri che impongono unattenta progettazione e una costante manutenzione (in ci compresi i problemi della salvaguardia in sicurezza dei beni e della incolumit dei cittadini). Sotto questo punto di vista, in questi ultimi anni, lamministrazione comunale di Pordenone ha fatto notevoli progressi, uscendo dalle improvvisazioni che spesso hanno connotato gli investimenti di un recente passato (anni 70-80); ma detto ci, mi auguro ancora - me lo consenta - che si faccia di pi e si migliori soprattutto nel versante della corretta informazione verso il cittadino: per me lunica chiave a consentirci di uscire dalla solita impasse generata dalle posizioni meramente ideologiche che vedono una parte schierata sul mantenimento di un improbabile ambiente naturale urbano, sulla salvaguardia ad ogni costo e contro ogni ragionevolezza di esemplari degradati e pericolosi, e laltra parte schierata verso uninevitabile costante cementicazione. Nella speranza di essere stato in grado di chiarire il mio pensiero e i contenuti dellintervista, la ringrazio per lattenzione e le invio i miei pi cordiali saluti.
Claudio SPESSOTTO

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INTRODUZIONE - Mauro ZAMBON


Questo manuale tratter esclusivamente degli alberi ornamentali, senza considerare gli alberi in foresta e quelli coltivati per produrre legno o frutti; rispetto agli altri, gli alberi ornamentali sono i pi vicini a noi, li ritroviamo spesso nel giardino di casa, lungo le vie e nei parchi cittadini. Proviamo allora a chiederci: Qual il rapporto fra noi e gli alberi ornamentali? . difficile rispondere a questa domanda, che in s contiene altri quesiti, pi semplici, e sui quali bisogna soffermarsi. Cercheremo ora, in tutta onest, di dare una risposta. Interroghiamoci su: Perch continuiamo a piantare alberi vicini casa o in citt? . E cio: Cosa ci aspettiamo da loro? . Soddisfare queste prime due semplici curiosit non difcile per nessuno di noi: piantiamo e coltiviamo gli alberi ornamentali perch essi arricchiscono lambiente in cui sono inseriti, offrendoci dei servizi utili e importanti, come lombreggiamento e leffetto estetico; inoltre ci consentono di realizzare aree verdi per le attivit ricreative, di mitigare certi fenomeni climatici e atmosferici sfavorevoli (caldo intenso, venti impetuosi, inquinamento, polveri, ecc...) e per altre ragioni ancora. Chiarite queste motivazioni basilari, possiamo proseguire chiedendoci: Ma le aspet| Gelso sotto la neve

tative riposte su questi alberi, al momento dellimpianto, con landar del tempo vengono sempre pienamente soddisfatte?. Premesso di essere onesti nelle risposte, come anche in questo caso, dobbiamo ammettere che non sempre le nostre aspettative vengono esaudite completamente. Spesso si pu notare una carenza di tutte quelle riflessioni preliminari sul ruolo e sul servizio dati da una pianta, con il risultato di trovare degli alberi piantati a caso, senza un preciso ragionamento. Col tempo, si sommano poi spesso gli errori di gestione. Facciamo alcuni esempi? Alberi che non proiettano lombra della chioma dove servirebbe ma altrove, alberi che solo dopo un paio di decenni dallimpianto raggiungono dimensioni tali da essere incompatibili nel contesto circostante, alberi sempreverdi (che ombreggiano anche in pieno inverno) posti in aree dove sarebbe utile godere dellirraggiamento solare durante la stagione fredda, alberi potati in modo pesante e maldestro, precludendone definitivamente leffetto estetico, la salute e la durata. Dalle dimostrazioni appena fatte, si evince che il mancato raggiungimento degli obiettivi attesi causato da due tipi di errori: scarsit (o totale assenza) di progettazione ed errori di gestione. Uno sbaglio tipico di progettazione non considerare le dimensioni delle piante in et adulta, mentre un errore di gestione intervenire con potature scorrette, che sgurano irrimediabilmente lestetica e sono dannose per la salute delle piante. Dobbiamo quindi trovare il coraggio per porci questultima domanda: Siamo in grado di realizzare e gestire il nostro verde arboreo ornamentale? . Per non essere impietosi con noi stessi, giudicandoci tout court inidonei al ruolo, possiamo trovare nel nostro territorio degli esempi di successo nella realizzazione e gestione del verde arboreo ornamentale; purtroppo, allo stesso tempo, permangono assai diffusi e ripetuti di anno in anno, parecchi errori di progettazione e di gestione che, solo con un po pi di attenzione e sensibilit, potrebbero essere ridotti signicativamente. Sarebbe un bel passo avanti, per noi singoli e per la nostra societ, riuscire ad evolvere verso un rinnovato approccio allarboricoltura ornamentale, rendendo meno contrastato e pi maturo lesclusivo rapporto tra noi e gli alberi, ricordandone ancora la loro quotidiana vicinanza e presenza. Non come ultima nota, rammentiamo la non gratuit del verde arboreo ornamentale: larboricoltura svolta applicando le tecniche corrette ha dei costi - intesi nel lungo periodo e non riferiti al singolo intervento manutentivo - che risultano inferiori rispetto a una gestione basata sullesecuzione di interventi estemporanei, specie se affidati a soggetti scarsamente qualificati. In questultimo caso, vanno a perdersi lefficacia delle nuove realizzazioni, la salute delle piante, la durata e la funzionalit degli stessi impianti, che devono essere rinnovati con maggiore frequenza. Il presente manuale non nasce con la pretesa di esaurire in pochi capitoli questargomento vasto e articolato, ma spera di porsi come ausilio tanto per il comune cittadino quanto per lamministratore o il pubblico funzionario che devono decidere sul da farsi, sia nel caso di realizzazione di nuovi impianti arborei e sia nella gestione di quelli esistenti.
Mauro ZAMBON

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INTRODUZIONE - Orlando DE PRA


La situazione del verde ornamentale in Italia paragonabile a quella della societ italiana. Tutti sanno cosa fare, tutti sono professori, tutti potrebbero allenare la nazionale, tutti sono bravi arbitri, tutti sono piloti di formula uno... In realt non cos, anzi, sappiamo bene di avere molte mancanze e lacune; pochissime persone riescono a vedere lontano, a guardare in l nel tempo per scrutare e capire come si pu evolvere una situazione... per lo pi tendiamo a pensare al quotidiano. Pochi pensano che il proprio lavoro e il proprio impegno, potranno dare il loro frutto un domani, magari ai nostri figli, figli della societ attuale; il denaro e la notoriet interessano di pi. Questo manuale sar regalato a tutti e credo sia un grande risultato; nasce dalla voglia di informare, specialmente il proprietario di alberi, con lauspicio di avere un giorno un paesaggio pi decoroso. Solo assecondando e rispettando il disegno che la pianta porta in s si potranno avere soddisfazioni alla portata di tutti. Solo assecondando una pianta e rispettando il disegno che porta in se, ci potrebbero essere molte soddisfazioni alla portata di tutti. Sensibilizzare le persone verso una corretta gestione degli alberi signica anche insegnare il rispetto per il paesaggio. Oggi non vorrei avere la necessit di scrivere queste righe, per mi sembra giusto ringraziare chi, a questo progetto, ha lavorato molto e in maniera disinteressata: gli autori Claudio Spessotto e Mauro Zambon. Il Maestro Claudio Spessotto che da poco ci ha lasciato, ha dato un enorme contributo alla conoscenza del mondo vegetale e assieme a Mauro Zambon aveva iniziato questo manuale. Claudio era una persona semplice, con una conoscenza profonda, esponeva i concetti in forma perfetta e completa, con un piacevole erudito e spassoso ottimismo. Il ringraziamento va esteso a tutte le persone che hanno collaborato direttamente, e indirettamente, ma un distinguo per gli autori mi sembra oltremodo doveroso. In tutte le epoche, le piante sono state di riferimento: San Antonio da Padova si dedicava alla contemplazione su una celletta costruita su di un Noce (Juglans nigra); nella bibbia troviamo lOlivo (Olea europaea), il Papiro (Cyperus papyrus), il Cipresso (Cupressus sempervirens), il Fico (Ficus carica), il Melograno, la Quercia, il Cedro, ecc. Ges ci invita ad osservare le piante per avvicinarci a Dio; si narra che Giuda traditore simpicc su di una pianta, lalbero di Giuda (Cercis siliquastrum); Marco Porzio Catone scriveva: Pianta alberi che gioveranno in un altro tempo . Nella pittura gli esempi sono inniti: Vincent Van Gogh con i suoi alberi, i Peschi, i Cipressi.... Vari sono gli aforismi: Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio (William Blake - poeta, pittore, incisore). Spero che gli amministratori, i sindaci, i tecnici, i cittadini decidano di lasciare ai propri e ai nostri gli qualche esemplare che parli nel tempo. Non vogliamo che qualcuno si metta a fare le Riflessioni sulle Ceppaje ovvero Zocche (vedi Pietro Comparetti 1814), ma che ci sia un modus operandi logico e razionale alla guida di chi si occupa di alberi.

Operare in maniera corretta, a regola darte, fin dalla progettazione enormemente pi conveniente. Se questo calcolo fosse fatto non su di un singolo intervento (per esempio la piantumazione), ma su tutto il ciclo di vita della pianta (viale, parco) sconvolgerebbe il modo di intervenire anche dei pi scettici; otterremmo cos un verde composto da soggetti stabili, sicuri, sani, esteticamente belli, con un ciclo di vita molto pi lungo e con minori costi di manutenzione. Un viale o una pianta plurisecolare sarebbero sinonimo di scienza, cultura, paesaggio, storia, turismo, economia, arte. Buona Lettura. De Pra Orlando Il Giardino snc di De Pra O. &. C.

| Ulmus campestris

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CENNI DI BIOLOGIA DELLE PIANTE ARBOREE


Premessa
Questa prima parte dedicata alla spiegazione di com costituito un albero, macro e microscopicamente, come si svolgono le sue principali funzioni vitali e quali fenomeni esso manifesta quando colpito dai suoi nemici naturali. Questi argomenti sono trattati succintamente per consentire, al lettore, una pi agevole comprensione di alcuni concetti ripresi nei capitoli a seguire. Per ovvie ragioni, si cercato di tradurre il linguaggio scientico utilizzando termini pi accessibili anche al lettore meno avvezzo in materia: non vi la presunzione di aver messo completamente a segno tale arduo obiettivo, pertanto le scuse sono dovute a coloro i quali incontreranno delle difcolt di lettura o di comprensione del testo.

Denizione
Un albero un organismo vivente e specificatamente una pianta legnosa perenne, generalmente di grandi dimensioni, che pu raggiungere anche unet considerevole.

La morfologia degli alberi


Un albero schematicamente costituito da: radici, fusto, rami, foglie, gemme. Le radici ancorano la pianta al terreno, spingendosi in profondit e assorbendo da esso lacqua e i sali minerali necessari per la nutrizione. Il fusto si eleva in verticale anche per parecchi metri da terra, ha la funzione di sorreggere i rami principali che a loro volta si dividono ripetutamente in ramicazioni secondarie, formando la chioma. Oltre a questa funzione meccanica di so17

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stegno, il fusto assicura la circolazione della linfa dalle radici verso i rami e le foglie e viceversa. I rami costituiscono la porzione aerea periferica della pianta e si accrescono continuamente allapice per esporre i germogli e le foglie alla luce solare. Le foglie sono il laboratorio chimico dove avviene una delle pi importanti reazioni che condizionano la vita sulla terra: la fotosintesi clorolliana. L acqua, prelevata dal terreno e inviata alle foglie, reagisce con lanidride carbonica presente nellatmosfera e i prodotti nali sono zucchero (glucosio) e ossigeno. importante ricordare che questa reazione avviene con la presenza dellenergia luminosa contenuta nei raggi solari che colpiscono le foglie. Questo lo schema della reazione: 6CO2 + 6H2O + 2808,96 kJ ==> C6H12O6 + 6O2
acqua (672.000 calorie) anidride carbonica glucosio ossigeno

energia solare

Le gemme, inne, sono abbozzi di nuovi rametti allo stadio latente; sono ricoperte da piccole squamette (perule) e di norma si schiudono allinizio di ogni stagione vegetativa per formare un nuovo germoglio.

Dettaglio e sezione di una gemma

Lanatomia degli alberi


La crescita degli alberi avviene in due modi: in senso longitudinale, per lo sviluppo allapice dei singoli rami e delle radici; in senso diametrico nel fusto, nei rami e nelle radici, per lattivit del cambio, che vedremo pi avanti. Queste due aree di accrescimento denite meristemi, sono formate da cellule vitali che si moltiplicano velocemente. Nei meristemi (tessuti formati da cellule non specializzate), cos come nei parenchimi (tessuti formati da cellule specializzate in determinate funzioni), le cellule sono vitali e mantengono la capacit di riprodursi. 18

Viceversa, altri tipi di cellule, che in termini di massa costituiscono la gran parte di un albero, dopo una breve vita volta alla loro specializzazione funzionale risultano morte e di esse rimane soltanto la parete cellulare fortemente ispessita. Per esempio, internamente al fusto e ai rami, troviamo il legno (o xilema), costituito quasi completamente da cellule morte. Il legno pi interno al fusto (durame) svolge essenzialmente una funzione meccanica, garantendo la resistenza dellalbero alle sollecitazioni esterne (la spinta del vento, il peso della neve, ecc). Il legno pi esterno (alburno), prossimo alla corteccia e di pi recente formazione, oltre alla funzione meccanica anzidetta, ha anche quella di trasporto della linfa grezza (composta da acqua e sali minerali) verso le foglie. Direttamente a contatto con il legno, andando verso lesterno del fusto, troviamo il cambio, uno strato sottilissimo di cellule molto vitali, dove avviene laccrescimento diametrale della pianta. Il cambio non facilmente distinguibile a occhio nudo perche si confonde con gli altri tessuti che si trovano esternamente al legno. Durante la stagionale attivit vegetativa, nel cambio avviene una continua e frenetica attivit di divisione cellulare per la formazione di nuove cellule figlie, verso linterno, e verso lesterno del cambio stesso. Le cellule interne subiranno delle modicazioni strutturali e morfologiche per diventare cellule legnose, specializzate nella funzione meccanica e in quella di trasporto della linfa, mentre quelle esterne diverranno cellule del floema. Il oema (o libro) uno strato di cellule vitali, di spessore limitato, che si trova allesterno del cambio e costituisce la parte pi interna della corteccia vera e propria. La funzione del floema di assicurare il flusso della linfa elaborata, composta dallacqua e dalle sostanze nutritive zuccherine formatesi con la fotosintesi e poi ulteriormente trasformate. Nel floema avviene la traslocazione delle sostanze nutritive: esse migrano dalle zone dove sono pi concentrate (cellule e tessuti con funzione di riserva) verso altre aree (cellule e tessuti in accrescimento), dove vengono utilizzate e trasformate in energia e in materiale da costruzione , cio molecole organiche complesse.

Sezione del tronco e i suoi tessuti

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Procedendo ancora verso lesterno del fusto, sopra il floema troviamo un particolare tessuto meristematico (il cambio suberofellodermico), specializzato nel produrre nuove cellule che col tempo diventano cellule del sughero; questultime costituiscono lo strato pi esterno della corteccia e sono cellule morte nella cui parete depositata una sostanza cerosa impermeabile (la suberina). Il sughero protegge il fusto dalla disidratazione, oltre che da danni fisici e dallingresso dei patogeni. Nella corteccia troviamo inne delle aree spugnose, note come lenticelle; esse permettono gli scambi gassosi tra linterno del tronco e lambiente esterno, consentendo la respirazione delle cellule vive presenti allinterno. La crescita in lunghezza degli alberi avviene agli apici dei germogli e delle radici. In queste due regioni si trovano i meristemi di accrescimento, dove le cellule pi prossime allapice si moltiplicano velocemente, mentre quelle immediatamente sotto si accrescono in senso longitudinale e quelle appena pi lontane subiscono il processo di Sezioni di apici differenziazione, radicali che porta alla loro specializzazione funzionale (andando cos a costituire, per esempio: peli radicali nelle radici, foglie, gemme ascellari, tessuti conduttori dellinternodo nei germogli).

tre il rimanente 95% viene liberato in atmosfera, per lo pi come vapore. La traspirazione fogliare avviene a livello degli stomi, essi sono paragonabili a delle valvole che, chiudendosi o aprendosi completamente, sono in grado di regolare la perdita dacqua in base alla disponibilit presente nel terreno (per esempio: quando lacqua scarseggia gli stomi tendono a chiudersi quasi completamente e lattivit della pianta si riduce di conseguenza). Il movimento dellacqua, dal terreno-radici alle foglie-atmosfera, simile ad un sistema a pompa, dove la pianta svolge la funzione di pompaggio Dettaglio foglia | regolando costantemente la portata in base alle condizioni ambientali circostanti (disponibilit di acqua nel terreno, temperatura e umidit relativa dellaria atmosferica, presenza di vento che aumenta la disidratazione, ecc...). L effetto pi negativo di uno stress idrico prolungato lindebolimento delle piante, che ne abbassa le difese naturali e le predispone allattacco da parte dei patogeni. Parlando ora della nutrizione di una pianta, essa avviene mediante lassorbimento delle sostanze necessarie dallambiente. I principali elementi di cui una pianta ha bisogno per vivere sono i seguenti: idrogeno (H), ossigeno (O), carbonio (C), azoto (N), zolfo (S), fosforo (P), potassio (K), calcio (Ca), magnesio (Mg) e ferro (Fe). Le piante introducono lidrogeno e lossigeno sotto | Carenze nutrizionali forma di acqua; lossigeno necessario per la respirazione inoltre assorbito sotto forma gassosa dallatmosfera; il carbonio viene anchesso assorbito dallatmosfera sotto forma di anidride carbonica (CO2). Tutti gli altri elementi sono presenti nel terreno come sali minerali disponibili per la pianta. L azoto si trova sotto forma di sali ammoniacali o di nitrati, lo zolfo sotto forma di solfati, il fosforo sotto forma di fosfati. Il potassio, il calcio, il magnesio e il ferro vengono assorbiti sotto forma di nitrati, solfati, fosfati, ecc.... La carenza di uno solo o pi di questi elementi minerali contenuti nel terreno in forma salina (esclusi quindi lidrogeno e lossigeno che costituiscono lacqua e il carbonio, prelevato in atmosfera) deter21

La siologia degli alberi


Il usso linfatico ascendente assicura il costante rifornimento di acqua e sostanze minerali necessarie; lacqua prelevata dal terreno e portata al livello delle foglie per mezzo di una combinazione di fattori che ne permettono il trasporto ad altezze notevoli (si pensi alle decine e decine di metri di altezza delle sequoie e delle douglasie). Il pi importante di questi la traspirazione, essa avviene a livello fogliare e consiste nellevaporazione di gran parte dellacqua che raggiunge le foglie. Si pensi che solo il 5% dellacqua prelevata dal terreno utilizzata dalla pianta, men20

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mina nelle piante un arresto della crescita e varie alterazioni del colore delle foglie. Oltre agli elementi fin qui elencati, ve ne sono altri indispensabili per la vita delle piante, seppure in dosi piccolissime (pochi milligrammi per litro di soluzione); tra questi ricordiamo il boro (B), lo zinco (Zn), il molibdeno (Mb), il rame (Cu), il manganese (Mn). Questi vengono deniti microelementi e sono legati a grosse molecole enzimatiche, divenendo cos essenziali per la loro funzione catalitica. L attivit vegetativa delle piante non lineare, varia cio nellarco dellanno in funzione dei diversi periodi stagionali. Nel nostro clima temperato la variazione evidente: durante linverno si verifica un periodo di completo riposo vegetativo; a primavera si assiste alla ripresa vegetativa, a cui segue un periodo di intensa attivit, con crescita sostenuta fino allinizio-met dellestate, per poi rallentare nella tarda estate e quindi fermarsi nuovamente verso lautunno-inverno. Tutto ci influenzato sia dalle temperature sia dal fotoperiodo, cio la durata giornaliera delle ore di luce, notoriamente maggiori destate. La pianta, come gi detto, svolge la fotosintesi e da essa ricava il glucosio come prodotto energetico. Il glucosio pu essere utilizzato direttamente, nella fase di crescita intensa, ma viene anche trasformato in sostanza di riserva, a cui attinge nei momenti di bisogno. La trasformazione avviene aggregando numerose molecole di glucosio (monosaccaride) e costituendo lamido (polisaccaride), caratterizzato da molecole grosse e pesanti, contenenti molta energia nei loro legami chimici. L amido viene immagazzinato nelle cellule parenchimatiche di riserva, immerse tra le cellule del legno, in senso assiale e radiale, formando un reticolo tridimensionale. Il tipico momento in cui la pianta attinge alle sostanze di riserva quello della oritura e del germogliamento, in primavera, quando non ha iniziato la fotosintesi, non avendo ancora formato le foglie e le altre parti verdi. Quindi, linizio della stagione vegetativa un momento critico per la pianta, che deve fare largo impiego di queste sostanze accumulate. Si spiega cos perch in questo periodo sono assolutamente da evitare tutte le azioni che vanno ad intaccare lequilibrio della pianta (non si deve potare in questa epoca!). Viceversa, la pianta tende ad accumulare nuovamente le sostanze di riserva in piena estate e fino allautunno, quando diminuisce il ritmo di crescita. In questo periodo le potature, ovviamente eseguite con criterio, non incidono sensibilmente sulla siologia della pianta. Sono le potature scriteriate - intendendo quelle molto intense - e gli eventi naturali estremi (trombe daria, temporali di forte intensit) a causare la perdita dellequilibrio che la pianta, per sua natura, tende sempre a raggiungere e mantenere. Una pianta possiede una precisa proporzione tra lo sviluppo dellapparato radicale e quello della sua parte aerea, formata dal fusto, dai rami e dal fogliame. Capita spesso di vedere la parte aerea ridimensionata dallasporto di una consistente massa di materiale vitale, contenente energia, e ridotta cos la supercie e la capacit fotosintetizzante. Se la riduzione operata troppo intensa, la pianta faticher a ristabilire un nuovo equilibrio e ridurr quella parte dellapparato radicale che non pi in grado di alimentare a sufficienza; tender, inoltre, a ricostituire il pi possibile la biomassa aerea rimossa, attingen22

do direttamente alle sostanze di riserva e quindi indebolendosi progressivamente. Se lo squilibrio ridotto, la pianta riuscir a ristabilire il proprio assetto siologico in un certo tempo, senza eccessivi dispendi energetici e con limitato stress come nel caso delle potature ben eseguite. Nei casi pi gravi come con la capitozzatura (drastico e indiscriminato taglio del fusto, branche e rami di un albero) la pianta potr, molto lentamente, raggiungere un nuovo equilibrio ma in pessime condizioni, cio si presenter molto indebolita e poco reattiva nei confronti dei suoi nemici naturali, che saranno favoriti nellaggredirla e nel portarla verso un declino irreversibile. La capitozzatura e le potature drastiche al pari degli eventi naturali, causa di gravi menomazioni alla struttura aerea dellalbero, si ripercuotono sulla sua fisiologia e favoriscono lingresso di malattie e parassiti, primi fra tutti i funghi agenti di carie.

Patologia: la degradazione del legno


La carie del legno la modicazione strutturale dei tessuti legnosi dovuta alla digestione fungina di una o pi componenti della parete cellulare; essa determina la graduale diminuzione di elasticit, resistenza e volume Carie del legno | del legno colpito, con effetti diretti sulla portanza e sulla stabilit. I polisaccaridi (cellulosa ed emicellulose) costituenti la parete cellulare sono ridotti a monosaccaridi mediante la degradazione chimica operata dagli enzimi emessi dal fungo. Il monosaccaride (glucosio) derivante lalimento per il fungo; anche la lignina, altro componente della parete cellulare, viene degradata. Gli agenti di carie non sono parassiti in senso stretto (attaccano la parete delle cellule xilematiche, gi morte) ma saproti; per consuetudine, per, comparendo e vivendo su piante vegete, sono considerati dei parassiti. A seconda dellaspetto, della consistenza dei tessuti alterati e delle componenti digerite, la carie viene principalmente Carie bianca | distinta in carie bianca e carie bruna. La carie bianca si ha per opera di funghi che digeriscono tutte le componenti (lignina, cellulosa, emicellulose); a sua volta, viene ulteriormente suddivisa in fibrosa quando vi una digestione sequenziale (inizialmente lignina ed emicellulose, in seguito anche la cellulosa), e in non fibrosa quando la digestione delle diverse componenti simultanea. La carie bruna (detta anche cubica, perch il legno si presenta spaccato in cubetti o prismi) determina la 23

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| Linea di compartimentazione

rimozione rapida della cellulosa e delle emicellulose, con la lignina parzialmente modicata. Quando una pianta arborea subisce una ferita, viene subito attaccata da funghi cosiddetti pionieri , che non danno origine alla carie del legno, ma vivono di essudati (zuccheri e acqua); essi determinano solo un colore anomalo nel legno colonizzato, senza modicarne le caratteristiche meccaniche. La pianta generalmente reagisce a questa presenza dei funghi pionieri ma, se la risposta troppo debole e inefficace, avviene lingresso dei funghi cariogeni. Viceversa, quando la pianta reagisce efcacemente, si ha la compartimentazione dei tessuti colonizzati dai funghi pionieri. Con la compartimentazione, la pianta blocca linfezione e la circoscrive, evitando il suo progredire e impedendo linstaurarsi della carie. La compartimentazione data della creazione di barriere di contenimento dellinfezione, costituite da un accumulo di tannini o di fenoli (dipende dalle specie arboree) nei raggi midollari; allo stesso tempo la pianta reagisce con la subericazione delle cellule di alcuni anelli annuali e lostruzione dei vasi xilematici (tillosi). L epoca della ferita (stagione) e la sua dimensione sono fondamentali per una compartimentazione pi o meno buona. Quando la carie molto avanzata, il tessuto legnoso degradato diventa inconsistente e viene in genere rimosso dalla sua sede originaria ad opera di insetti o per altre cause meccaniche; si aprono cos delle cavit, anche di una certa ampiezza, nel fusto o nelle branche dellalbero. I fenomeni di carie del legno riducono la stabilit delle piante arboree, che molto spesso rimangono vitali per lungo tempo e creano, in ambiente ur24

bano, un costante rischio per le persone e le cose. In chiusura di questa parte riguardante la patologia del legno, ricordiamo il fenomeno noto come cuore bagnato o legno bagnato (wet wood). Pur non essendo particolarmente diffusa, questa alterazione comporta lemissione di un usso linfatico maleodorante dal fusto dellalbero colpito, ma pu anche rimanere pi o meno confinata nel legno interno (durame), senza dare luogo a manifestazioni esterne particolarmente evidenti. Si tratta di uninfezione batterica che causa la fermentazione della linfa e determina un anormale accumulo di acqua e di gas (metano e anidride carbonica) internamente al fusto. Le piante colpite non deperiscono velocemente: seppure indebolite dallo scompenso siologico, causato dalla pressione interna alterata dallaccumulo di gas, dalla presenza di sostanze tossiche e dallinnalzamento del pH, possono convivere per molti anni con il problema. Diversamente dalla carie, questa patologia non incide sulla consistenza e resistenza meccanica del legno interessato, che si presenta molto umido, di colore anomalo e maleodorante.

Essudato batterico |

| Esempio di compartimentazione

Sezione trasversale di un ramo di Quercia dove si notano le infezioni del legno ben compartimentate

| Esempio di cavit

Carie e cuore bagnato nel fusto di un Tiglio

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1. LA MODERNA ARBORICOLTURA
1.1. Chi Alex Shigo
Quella che oggigiorno deniamo arboricoltura moderna corrisponde al progresso nelle nuove acquisizioni scientiche - in materia di siologia delle piante arboree e di patologia del legno - applicato alla tecnica di gestione degli alberi coltivati a scopo ornamentale. Queste conoscenze di base trovano ampio fondamento nelle teorie formulate da Alex Shigo (8 Maggio 1930 - 6 Ottobre 2006), professore statunitense che, per lintera vita lavorativa, si dedic a studiare gli alberi in ambiente naturale (foresta) e in ambienti articiali (in citt, lungo le strade, nei parchi urbani, ecc...). Il grande lavoro di Alex Shigo ha fornito, al settore dellarboricoltura, una nuova interpretazione del modo di vivere e di svilupparsi degli alberi, nonch delle loro modalit di reazione ai vari tipi di stimoli esterni a cui sono sottoposti.

Tutto questo non significa andare alla ricerca di una complessit fine a s stessa, ma una lucida applicazione di un meccanismo di causa-effetto, cos riassumibile: pi comprendiamo il modo di vivere e di reagire degli alberi, pi aumentano le possibilit di interagire positivamente con loro, determinandone le migliori condizioni di vita fin dal momento dellimpianto e, successivamente, intervenendo in maniera appropriata in caso di necessit dettate dal loro vivere in ambiente articiale, fonte di unesposizione continua ai disturbi delle attivit umane.

2. LA REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI ARBOREI


2.1. La progettazione
La realizzazione di nuovi impianti arborei comporta sempre una progettazione, soggetta a variazioni notevoli, per complessit, in base allampiezza dellarea verde da realizzare, alle caratteristiche climatiche ed ambientali e dei risultati estetici e funzionali che sintendono raggiungere. In ogni caso, il fatto di piantare uno o pochi alberi richiede comunque una progettazione semplificata ma con dei passaggi chiari e costanti; questo senza voler intendere la progettazione come produzione di consistenti progetti cartacei, fatti di numerose tavole e di approfondite relazioni tecniche, anche per lavori di minima entit. Per esempio, solo il fatto di chiedersi quali saranno in et adulta le dimensioni di un albero di una certa specie, ci spinge a vericare la disponibilit di tutto lo spazio necessario al suo libero sviluppo, nellarea individuata come sede dimpianto. Quando scopriamo che lo spazio richiesto scarso o troppo ridotto, dobbiamo n da subito pensare di impiegare unaltra specie arborea avente dimensioni, in et adulta, compatibili con lo spazio disponibile oppure, se proprio vogliamo quella specie, dobbiamo prevedere di allevare il nostro albero in forma obbligata, impostandolo n da giovane e mantenendolo
Giovani Platani allevati in forma obbligata

1.2. Conoscere per comprendere lentit albero


Molto sinteticamente, queste acquisizioni scientiche ci aiutano a comprendere i meccanismi di difesa adottati dalle piante arboree quando subiscono laggressione da parte di organismi patogeni che possono causarne il deperimento e/o la morte (funghi con diverso grado di patogenicit); allo stesso tempo possiamo trarre delle utili indicazioni per intervenire correttamente nellesecuzione di determinate operazioni - in primo luogo le potature - evitando cos di esporre eccessivamente le piante allattacco di patogeni, preservandone il pi possibile lo stato sanitario. Perci, combinando le conoscenze anzidette con quelle di fisiologia vegetale - in particolare quelle inerenti allequilibrio energetico proprio di ogni singola pianta - e, tenendo conto delle necessit dintervento dettate da una gestione a fini ornamentali in ambiente urbano, si pu giungere a definire, di caso in caso, il miglior compromesso tecnico atto a garantire lesecuzione dei lavori di manutenzione nel rispetto della fisiologia e dellintegrit sanitaria delle piante. Partendo dalle considerazioni n qui esposte, quale condizione essenziale nellottica di unarboricoltura moderna , troviamo le conoscenze relative alle esigenze ecologiche delle singole specie arboree; esse ci devono guidare nella scelta delle piante pi adatte da utilizzare per i nuovi impianti, tenendo presenti le caratteristiche dellambiente dove esse verranno collocate (clima, terreno, altitudine, ecc...). L arboricoltura moderna, quindi, tende a porsi come strumento dapproccio evoluto e scienticamente corretto nel campo della coltivazione degli alberi ornamentali, richiedendo le conoscenze di base proprie di alcuni ambiti delle scienze biologiche, nonch la necessaria esperienza acquisita sul campo da parte dei tecnici che se ne occupano. 26

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cos per il resto della sua vita attraverso adeguate potature. In questa situazione la specie arborea scelta dovr sottoporsi a potature frequenti e allallevamento in forma obbligata, dati da ben considerare prima di arrivare a una decisione denitiva. Lo stesso procedimento dovr essere applicato anche alle capacit del nostro albero (o di tutti quelli che intendiamo impiegare, nel caso dimpianti polispecifici di una certa dimensione) di adattarsi allambiente in cui sar collocato (intendendo con ci il clima, il terreno, la disponibilit idrica, ecc...). Gli elementi di valutazione di tipo sico e biologico, cos raccolti, dovranno integrarsi con quelli di ordine architettonico, vale a dire il portamento della pianta, la forma della chioma, il colore del fogliame, il tipo e lepoca di fioritura, la sua dislocazione spaziale, lutilizzo come singolo esemplare o in gruppi di pi esemplari, ecc... . Inne, per completare gli elementi di valutazione preliminare, indispensabili per una progettazione accurata, andranno esaminati gli aspetti funzionali che la compagine arborea dovr assicurare, come per esempio lombreggiamento di aree specifiche, loscuramento di determinati scorci (effetto barriera visiva), il filtraggio e lattenuazione di rumori, di polveri, del vento, ecc. Solo unattenta progettazione, che sappia coniugare le esigenze biologiche, architettoniche e funzionali, pu portare alla realizzazione di aree verdi arborate dotate di unarmonia propria, data dal corretto sviluppo delle piante e dalla loro concordanza sul piano estetico e funzionale.

La progettazione, inne, si deve occupare anche di tutte le opere accessorie collegate agli aspetti siologici e sanitari degli alberi: da quelle pi dirette come il sistema dirrigazione, ad altre meno evidenti ma comunque inerenti come limpianto dilluminazione, con i relativi cavidotti interrati, la dislocazione di elementi di arredo (panchine, tavoli, fontane), dei percorsi pedonali e delle altre aree in vario modo pavimentate; da non dimenticare di prevedere degli spazi daccesso per i mezzi pesanti (autogr, autocarri) che potranno alloccorrenza raggiungere larea verde senza arrecare particolare danno.

2.2. Le caratteristiche del postime


La progettazione dovrebbe occuparsi anche di denire preventivamente le caratteristiche dimensionali e qualitative delle piante da utilizzare. Questi ultimi concetti sono legati alla morfologia della pianta e alla sua integrit complessiva ovvero lassenza di traumi e lesioni che ne possano precludere lo sviluppo futuro.

A destra: Piante di Osmanthus in vaso Sotto: vivaio

Risultato della progettazione di un parco urbano

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In definitiva, unaccurata progettazione la base fondamentale sulla quale realizzare con successo i nuovi impianti arborei. Sarebbe auspicabile fondere le conoscenze tecniche acquisite e lesperienza accumulata nel tempo dai progettisti e dai tecnici che si occupano di realizzazione e manutenzione, per evolvere verso forme ancor pi mature e complete di approccio allarboricoltura. In questo caso listituzione di un Libretto dimpianto , come gi peraltro esiste in altri settori delle costruzioni e dellimpiantistica, che indichi, fin dallorigine, la scansione temporale e la tipologia degli interventi manutentivi necessari, servirebbe a garantire il corretto sviluppo e la durata nel tempo dellimpianto. Con questo strumento di programmazione il proprietario avrebbe a disposizione unutilissima traccia per pianificare economicamente e materialmente gli interventi per almeno i due decenni successivi alla realizzazione dellimpianto stesso.

2.3. Lavori dimpianto


Per quanto riguarda i lavori dimpianto, merita soffermarsi su poche, ma importanti, attenzioni da porre: preparazione della zolla radicale della pianta prima dellinterramento, profondit dimpianto, posa dei pali tutori, legatura della pianta al palo tutore. Prima di procedere allinterramento della zolla radicale dobbiamo verificare lidoneit della buca e quindi le dimensioni dello scavo: devono essere pi ampie del volume della zolla, almeno il doppio del diametro, in modo da riempire tutto lo spazio vuoto circostante con terreno di buona qualit miscelato con materiali inerti come la pozzolana, allo scopo di garantire una buona circolazione idrica e dellossigeno. Anche la natura del terreno dove si pianta influisce sullo sviOperazioni di corretta messa a dimora di alberature

| Esempio di alberatura di prima scelta

Per quanto riguarda i parametri morfologici va rispettato il rapporto/proporzione fra la circonferenza e laltezza/dimensione dellalbero; inoltre non dovrebbero presentarsi difetti come: piante eccessivamente late, doppie punte, chioma asimmetrica, fusti biforcati, contorti o curvati, lesioni, strozzature e scortecciature sul fusto e sui rami, ferite da potature volte alla mera commercializzazione ( frequente che piante non correttamente formate in vivaio vengano adattate al momento della vendita). necessario perci che il progettista conosca quale sia lofferta disponibile sul mercato vivaistico, non solo a breve raggio (entro la provincia o la regione); si potranno cos scegliere le piante che per morfologia e sviluppo saranno pi idonee allo scopo pressato. Per esempio, vi sono differenze sostanziali tra gli alberi da collocare come esemplare unico, a libero sviluppo e senza limiti di spazio, e gli alberi da porre in lare ai margini di viali o strade. I primi hanno una forma pi tendente al naturale, con chioma pi espansa e inserita relativamente in basso, mentre i secondi si presentano con un fusto libero da rami per una certa altezza e la loro chioma contenuta lateralmente per mezzo di adeguate potature di formazione, favorendone lo sviluppo in altezza. In funzione del loro utilizzo, il vivaismo propone diverse soluzioni di allevamento dei giovani alberi da trapiantare, anche restando allinterno della medesima specie. 30

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luppo dellalbero nei primi anni dopo il trapianto: se il terreno eccessivamente compatto e argilloso o prevalentemente ciottoloso-ghiaioso e drenante, esso va rimosso, riportando al suo posto un ampio volume di terreno di buona qualit dove andr collocato lalbero. La prima operazione sulla zolla prevede la rimozione dellinvolucro di contenimento, questo pu essere di vario materiale (telo di juta, di plastica traforata, ecc) e delleventuale rete metallica sottostante. Non sempre questa semplice operazione viene svolta, con il risultato di impedire un corretto sviluppo dellapparato radicale negli anni seguenti il trapianto. Il mercato vivaistico oggi propone anche alberi allevati in vasi o contenitoEsempio di ssaggio scorretto dei pali tutori: visti ri di plastica, di una certa ampiezza, che al momento dellimpianto e visti dopo 7/8 anni una volta estratti dal contenitore sono dalla messa a dimora dellalbero pronti alla messa a dimora. Un breve cenno va alla profondit dimpianto: lalbero andrebbe ricollocato allo stesso livello precedente (verificare il segno del terreno sul fusto) o appena un po pi in basso (2-3 cm al massimo). Spesso si vedono dei trapianti effettuati a una profondit sensibilmente maggiore dellorigine determinando condizioni di sofferenza per la pianta, che deve ricostituire parte dellapparato radicale pi vicino alla superficie del terreno Per quanto concerne la posa dei pali tutori, essa va eseguita in funzione delle dimensioni e della massa dei soggetti arborei da sostenere, evitando soluzioni economiche e scarsamente efcaci (come il singolo esile paletto che dondola assieme alla pianta e poi si spezza). Un altro sistema di ancoraggio che si pu adottare quello a scomparsa, cio lancoraggio a terra sulla zolla. I sistemi sono diversi ed uno dei pi diffusi prevede di ssare verticalmente intorno alla zolla tre pali in legno posti a
Esempi corretti di piantumazioni e ssaggio dei pali tutori

triangolo (massima ottimizzazione delle forze elastiche che agiscono al colletto) e successivamente bloccando in orizzontale i pali stessi con tre tavole in legno poste ai loro vertici. Merita un cenno, la legatura tra pianta e palo tutore: troppo spesso sono uniti insieme formando un tuttuno; questo determina, col dondolio della spinta del vento, lo sfregamento tra i due, il distacco della corteccia dellalbero e la messa a nudo del legno Esempio negativo di piantumazione eseguita sottostante con conseguente degrado prima della realizzazione delle opere edili: dovuto allazione di funghi cariogeni. notare gli alberi ricoperti di cemento La corretta tecnica di legatura prevede linterposizione, tra pianta e palo tutore, di un inserto in materiale morbido ed elastico, cos da evitare lo sfregamento e lasportazione della corteccia; molte volte sufciente utilizzare lo stesso legaccio elastico, in plastica morbida, usato per la legatura, facendolo passare pi volte tra il palo e il fusto dellalbero, per creare uno strato elastico di separazione. Al momento del posizionamento dellancoraggio (tutori esterni o scomparsa) si pu posare nella parte superiore della zolla un tubo microforato collegato con un tubo a T esterno per distribuire lacqua dove serve e cio nella zona di affrancamento evitando perdite per ruscellamento e ottimizzando in modo efcace la distribuzione dellacqua. Nel caso sia presente un impianto dirrigazione con ala gocciolante auto compensante, la stessa dovr essere posta allinterno del tubo microforato e collegata alla linea nello stesso modo. Non si realizza quasi mai ma di fondamentale importanza il posizionamento di una fascia salvacambio nella zona del colletto ad esempio con tubo corrugato o con altro materiale plastico che ha la funzione di proteggere il fusto dalle ferite causate dalle operazioni di sfalcio erba.

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3. LA POTATURA DEGLI ALBERI


3.1. Perch potare?
Tra gli argomenti che alimentano il dibattito - e talora accese discussioni - in tema di alberi ornamentali, quello delle potature senzaltro prevalente sugli altri. Pu un albero vivere e svilupparsi senza essere potato? S, senzaltro! L albero in grado di autoregolarsi e trovare il giusto equilibrio nellambiente in cui si trova. Ma allora, perch continuiamo a fare le potature? Solo per perdere tempo e denaro? La risposta va data ragionando per gradi, facendo un discorso logico e razionale sullentit albero. L albero ornamentale non nasce spontaneamente, come quelli nel bosco, ma piantato dalluomo: sinizia con una pianta allevata in vivaio, che poi viene collocata in un determinato posto e per dei motivi precisi (se c la progettazione...). Il processo appena descritto ha ben poco o quasi nulla di naturale ma completamente artificiale, creato dalluomo; senza lintervento delluomo un albero in citt, l dove
| Quercia cresciuta in forma libera Esempio di viale alberato |

si trova, di quella determinata specie e variet, non ci sarebbe mai arrivato da solo! L uomo pianta e diffonde gli alberi ornamentali per ricavare quei servizi che essi sono in grado di fornire (ombreggiamento, effetto estetico, influenza sul microclima, ecc...); spesso la diffusione degli alberi allinterno delle citt, o comunque in contesti di forte antropizzazione, genera delle situazioni conflittuali tra le piante e le opere o le attivit umaEsempio di autopotatura | ne. Si tratta quindi di trovare una forma di compromesso fra le necessit delle piante (siologiche e sanitarie) e le altre esigenze imposte dal contesto urbanizzato (contenimento delle dimensioni, altezza di inserimento dei rami e conformazione della chioma, garanzia di stabilit strutturale per limitare il pericolo di schianto dellintera pianta o di distacco di rami, ecc...). Le esigenze di ordine pratico richiedono il ricorso alla potatura, mentre i motivi di carattere estetico e funzionale ne confermano lindispensabilit. Per esempio, la potatura, su piante in via di sviluppo, ha lo scopo di individuare e favorire le future branche primarie e il cimale principale dellalbero, mediante lasporto di quei rami che, in attesa del loro naturale declino e disseccamento (cio lautopotatura, che la pianta farebbe comunque), rimarrebbero in competiPotatura su pianta vetusta | zione con i rami pi vitali sottraendo spazio e luce alla chioma, addensandola eccessivamente. L effetto cercato quello di una crescita armonica e simmetrica, con la creazione di una struttura ben conformata e robusta, difcilmente raggiungibile lasciando le piante al loro libero sviluppo, senza alcun intervento. La potatura degli alberi ornamentali non assimilabile a nessunaltra potatura praticata sugli altri alberi, come quelli coltivati per produrre frutti (melo, pero, ciliegio, ecc...) o legno (pioppo, noce, altre varie specie di latifoglie...), visti i diversi obiettivi da raggiungere. L albero ornamentale deve presentarsi - secondo la specie e la variet - ben conformato dal punto di vista estetico e tale 35

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caratteristica deve integrarsi con le sue condizioni di salute e di resistenza ai fattori biotici (parassiti e patogeni) e abiotici (vento, temperature, tipo di terreno, disponibilit idrica, ecc...). Le potature ben eseguite sono in grado di guidare lalbero verso lacquisizione di questi risultati, dai primi anni che seguono il trapianto, fino alla maturit e quindi alla senescenza. Molto importanti, per la perizia e la cura richieste, sono le potature su piante vetuste e senescenti, dove lobiettivo primario quello di ottenere il migliore compromesso fra delle esigenze opposte: quella di non intaccare la residua funzionalit fisiologica e di non accelerare i processi degradativi in atto, laltra di garantire la resistenza statica per evitare lo schianto naturale o la caduta di branche o spezzoni di grossi rami, con i rischi derivanti in ambiente urbano.

| Esempi di collare di un ramo

3.2. Come si taglia un ramo


Esaminando la corretta tecnica di potatura degli alberi ornamentali, si nota un modo di operare relativamente semplice: il ramo da tagliare deve essere asportato completamente, con un taglio alla base, evitando in ogni caso di lasciare al suo posto un moncone sporgente. In tal caso, lalbero non sarebbe in grado di rimarginare la ferita sul moncone e questo, disseccandosi, diverrebbe una via dingresso per i funghi agenti di carie del legno, che col tempo, avrebbero modo di insediarsi in profondit nel fusto.

Il corretto modo di eseguire la potatura di un ramo prevede, come prima operazione, un taglio dincisione (A), a distanza di 10/15 cm. da quello definitivo, praticato nella parte inferiore del ramo, procedendo dal basso verso lalto per circa 1/3 della sezione, e poi un altro taglio (B), dallalto in basso, praticato a poca distanza dal primo, cos da recidere il ramo evitando che la corteccia, nella sua parte inferiore, possa slabbrarsi. Dopo questa operazione, quindi laver tolto la quasi totalit del peso del ramo che gravava sulla sua base, si deve tagliare il moncone rimasto, facendo attenzione a rispettare il collare di inserzione del ramo (C), ovvero la sede di produzione dei tessuti necessari alla chiusura della ferita generata con la potatura. Per quanto riguarda le tecniche di contenimento dei rami (per accorciarli e per contenerne la vigoria), si pratica il cosiddetto taglio di ritorno; esso consiste nellasportare la parte terminale del ramo, per una certa lunghezza, fino in prossimit di una ramificazione laterale, lasciata allo scopo di sostituire lasse principale che viene tolto. La dimensione, in diametro, del ramo secondario che andr a sostituire la porzione di ramo asportato dovr essere allincirca 1/3 di questultimo e non inferiore (non devesserci uneccessiva sproporzione tra ci che viene rimosso e ci che rimane in sostituzione: un esile rametto non pu sostituire - dal punto di vista fisiologico e funzionale - un ramo esageratamente pi grosso). Questa tecnica consente di trarre dei buoni risultati sotto molti punti di vista: estetico, funzionale, siologico e sanitario. La pianta non viene sottoposta a uno stress imPunto corretto di taglio per lasportazione di un ramo nel rispetto del collare

Potatura scorretta: rami secondari troppo esili

Potatura scorretta: formazione del moncone

Sopra: sequenza corretta delle operazioni di un taglio di un ramo Sotto: esempi scorretti di taglio di un ramo

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provviso, spogliandola eccessivamente di legno giovane e fogliame, riuscendo a vegetare normalmente, senza particolari scompensi. Va inoltre ricordata una buona pratica di prolassi tosanitaria non sempre eseguita con scrupolo dagli operatori: le lame o gli organi taglienti degli attrezzi impiegati nella potatura andrebbero sempre disinfettati prima di iniziare a potare un albero; essi potrebbero veicolare propaguli o organi di disseminazione di organismi nocivi depositatisi durante un precedente utilizzo su piante malate. Per fare ci, sufciente sterilizzare la lama degli attrezzi impiegati per via chimica (soluzione acquosa di sali dammonio quaternario al 2% o di ipoclorito di sodio al 5%) oppure per via sica, mediante un veloce surriscaldamento con la amma di un cannello a gas, senza mai esagerare, per non stemperare lacciaio.

3.3. I periodi per fare la potatura


Un cenno particolare va fatto alle epoche pi adatte per la potatura: il periodo tardo invernale, no a poco prima della ripresa vegetativa (indicativamente, nei mesi di febbraio e marzo) e quello estivo (luglio-met agosto) sono quelli in cui la pianta in grado di reagire in maniera appropriata perch non si trova n in riposo vegetativo (come in pieno inverno) n in attivit di crescita (come in primavera, da aprile a giugno).
Sopra a sinistra: potatura corretta su Cedro colpito da fortunale - Susegana (TV) Sotto a sinistra: potatura corretta su un Carpino Sopra a destra: cantiere dopo la potatura di un viale di Tigli - Pordenone (PN) Sotto a destra: esempio di Tigli potati a testa di salice (Spilimbergo - PN) - Intervento da eseguire periodicamente, ogni 2-3 anni al massimo

Sopra, a sinistra: potatura ben eseguita su Sophora japonica. Sopra, a destra: potatura per eseguita su Quercia

Potatura di contenimento su Pioppo cipressino: a sx prima dellintervento, a dx a intervento quasi ultimato. Si noti come siano state mantenute le caratteristiche estetiche dellalbero pur avendone ridotto la sagoma complessiva (altezza e larghezza).

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potatura corretta appena eseguita su una conifera

1 - Callo di cicatrizzazione e quasi completa chiusura della ferita 2 - Formazione del callo di cicatrizzazione su una ferita da potatura molto ampia = cicatrizzazione non avvenuta 3 - Conseguenze derivate dallasporto di una grossa branca o ramo = cavit e carie

La stessa conifera dopo due anni dalla potatura (anche le conifere si possono potare purch si operi in modo corretto)

Viceversa, i periodi sconsigliati sono proprio quello primaverile e quello autunnale-invernale; potando in autunno o in pieno inverno, le ferite da potatura saranno esposte per alcuni mesi, senza le difese naturali prodotte in modo veloce quando la pianta in attivit.

3.4. Le ferite da potatura


A proposito delle ferite causate dalla potatura, esse divengono spesso fonte di danno irreparabile per le piante quando dalle stesse si avviano i processi di carie del legno oppure quando fungono da vie di penetrazione di patogeni molto aggressivi (caso tipico il fungo Ceratocystis platani mbriata, agente del cancro colorato del Platano).
Platano: capitozzatura con ferite di grande ampiezza Effetti di una potatura errata = riscoppi su Ippocastano

Per limitare il pi possibile questo tipo dinfezioni fungine, oltre a operare in maniera tecnicamente corretta i tagli, rispettando il collare dinserzione al fusto o alle branche principali, oltre ad eseguire la potatura in epoca favorevole per limmediata reazione difensiva della pianta, dobbiamo considerare lampiezza delle ferite, che varia in funzione delle dimensioni dei rami tagliati. Le ferite di piccola dimensione ( 1-2 cm, no a 6 cm) vengono rimarginate agevolmente, in una o due stagioni, attraverso la produzione del callo di cicatrizzazione e di nuova corteccia. Le ferite pi ampie di 6-7 cm tendono a richiudersi dopo vari anni quando va bene, ma spesso la loro chiusura rimane parziale. Le ferite molto ampie ( > 12-15 cm) sono destinate, salvo rari casi, a non rimarginare mai completamente, innescando fenomeni di carie profonda nel legno del fusto o delle grosse branche. Secondo questultime considerazioni, si consiglia di non rinviare per troppo tempo le potature, soprattutto quando sono tecnicamente necessarie: un ramo quando raggiunge le dimensioni massime ( 6 cm circa), oltre le quali la chiusura della ferita diviene pi difcile, andrebbe potato al pi presto. Questo esempio ci fa capire come una cura costante delle alberate sia il metodo migliore per preservarne la funzionalit. Nella realt di tutti i giorni, purtroppo, per motivi culturali, organizzativi ed economici la gestione 41

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attenta e puntuale poco praticata, mentre rimane molto diffusa quella degli interventi estemporanei - non inseriti in alcuna pianicazione e talvolta nemmeno tanto ragionati - con il risultato di agire sulle piante in notevole ritardo e in modo pesante, esponendole a stress e innescando in esse i gi citati fenomeni degradativi a carico del legno strutturale, compromettendone la stabilit e la durata. Un ultimo cenno riguarda il trattamento delle ferite da potatura: limpiego di mastici per ricoprire le ferite oggigiorno vivamente sconsigliato, grazie alle numerose osservazioni che confermano un loro effetto negativo a lungo termine. Una buona pratica la disinfezione delle Esempio di ferita ricoperta ferite, subito dopo la loro apertura, spruzzando da mastice: pratica da evitare su di esse dei prodotti rameici in soluzione acquosa. Per nire, un elemento importante - e ogni attento proprietario di alberi non dovrebbe rinunciare - vericare la preparazione tecnica dei soggetti ai quali afda i lavori di potatura, affinch sia riscontrata lesperienza necessaria per la corretta esecuzione. Ci valido non solo per la potatura, ma anche per qualsiasi altra operazione inerente con larboricoltura (dalla progettazione alla realizzazione dellimpianto e alle successive cure). Tra le varie cose da chiedere a unimpresa operante nellarboricoltura ornamentale, ricordiamo quella di farsi elencare alcuni lavori signicativi gi realizzati, potendo cos verificarne lesecuzione; limpresa inoltre pu appartenere a unassociazione di categoria e questo elemento potrebbe essere una garanzia di preparazione professionale. meglio difdare delle persone che promettono soluzioni rapide e denitive, specie quando la complessit del caso richiede degli approfondimenti diagnostici e strumentali, poich si spenderebbero dei soldi per niente e talvolta peggiorando le cose.

4. LA GESTIONE DEGLI ALBERI GIOVANI


4.1. Denizione di alberi giovani e le potature di formazione
Quando parliamo di alberi giovani possiamo intendere quelli che si trovano nellintervallo di tempo che va dallattecchimento completo e segue il trapianto fino allo stadio sub-adulto, cio quando laccrescimento annuale viene progressivamente a ridursi per poi stabilizzarsi in una crescita pi lenta e regolare, tipica dellalbero adulto. Questo periodo pu variare in funzione della specie, della sua longevit e della rapidit di sviluppo. Una Quercia e un Pioppo, per esempio, hanno ritmi di crescita e longevit differenti, da cui deriva una diversa durata dello stadio giovanile. In ogni caso, per praticit, possiamo mediamente considerare come tale un periodo di circa 20 anni dal momento del trapianto. Le potature da eseguirsi sugli alberi giovani, come gi accennato nel capitolo 3, sono nalizzate a predisporre, cio a formare, la futura pianta adulta. Esse sono volte a dare una buona conformazione strutturale allalbero: adeguata altezza dinserimento della chioma sul fusto, adeguata distribuzione spaziale delle branche primarie sul fusto e loro corretto inserimento sullo stesso, soppressione di doppie cime o fusti codominanti. Queste operazioni di potatura impostano la giovane pianta verso la sua forma definitiva, che sar mantenuta nellet adulta, evitando cos di intervenire, troppo in l nel tempo, con interventi drastici e penalizzanti per la sua integrit sanitaria, siologica ed estetica.

4.2. Irrigazione, sfalci e concimazioni


Nei primi anni dopo il trapianto e lattecchimento degli alberi, di norma le cure principali possono riassumersi in irrigazioni, sfalci dellerba (quando non c pacciamatura) concimazioni e difesa tosanitaria (solo se strettamente necessaria!). L irrigazione, in particolare, assume estrema rilevanza fin dal trapianto, dato che le radici dellalbero sono connate entro la zolla originaria e il processo di espansione dellapparato radicale nel nuovo terreno circostante deve ancora avvenire. Proprio per questo bisogna porre la massima attenzione a non portare a stress idrico le piante in via di attecchimento, garantendo il necessario apporto prima del manifestarsi dei classici sintomi di sofferenza (appassimento e avvizzimento fogliare). Questo assolutamente dobbligo durante la prima stagione vegetativa, nel post trapian43

Piante in sofferenza |

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to, ma assume enorme importanza anche nelle stagioni seguenti, fino a quando lalbero non abbia espanso e sviluppato a sufficienza lapparato radicale. Nellalbero gi ben sviluppato e avviato verso let adulta, le irrigazioni di soccorso sono necessarie in occasione di eventi siccitosi di una certa intensit, commisurate alle caratteristiche e agli adattamenti delle diverse specie arboree (igrolia o xerolia) e alla natura fisica del terreno (drenante o con buona capacit idrica), anche perch non sempre troviamo alberi della specie pi adatta per vivere nellambiente dove sono stati posti. Per quanto riguarda lo sfalcio dellerba nellarea sottochioma, esso assume molta importanza negli alberi giovani, poich le erbe sono in grado di esercitare una certa concorrenza nellassorbimento dellacqua e dei nutrienti contenuti nel terreno. Un giovane albero, appena trapiantato, se rimane circondato da erbe di vario tipo (si pu avere un tappeto erboso contenuto, ma spesso capita di vedere erbe infestanti di grande sviluppo) si vede sottrarre buona parte degli elementi vitali di cui ha bisogno. Il contenimento delle erbe deve essere costante, oppure si pu prevedere la pacciamatura di unarea circolare con unampiezza proporzionata allo sviluppo della pianta. La pacciamatura, normalmente eseguita con materiale organico a lenta decomposizione (cortecce, fogliame, bre vegetali) o con materiale inerte (ghiaia, pomice), ha lo scopo di impedire o contenere lo sviluppo delle erbe, di accumulare uno strato di humus superciale e quindi garantire una maggiore disponibilit idrica allalbero. Danni da decespugliatore Nel caso di controllo delle erbe mediante lo sfalsu Pino domestico cio, particolare attenzione va posta quando si opera in prossimit del colletto della pianta ( frequente la scortecciatura, quasi sempre involontaria, dovuta alluso del decespugliatore con filo di plastica). Anche le radici aforanti dal terreno, tipiche di piante gi ben sviluppate, possono essere danneggiate dallo sfalcio con la macchina rasaerba o con il decespugliatore, quando laltezza di taglio molto bassa.
Scavi in prossimit dellapparato radicale

| Pacciamatura di unaiuola

La scortecciatura e lasportazione di tessuti vivi per pu favorire lingresso di vari agenti patogeni ai quali lalbero non sempre in grado di rispondere efficacemente. Pertanto, la prevenzione consiste nel porre la massima attenzione nellesecuzione delle operazioni di sfalcio e in qualsiasi altro intervento: meglio evitare le ferite inutili! Per quanto attiene le concimazioni, le piante arboree non hanno le stesse esigenze di concimazione di quelle erbacee; la concimazione, se intesa come quella praticata nellorto di casa o in unaiuola fiorita, controproducente per gli alberi. L azoto, in particolare, da evitare poich stimola eccessivamente il rigoglio vegetativo, inducendo una crescita rapida a scapito della solidit meccanica e della resistenza alle avversit (gelo, vento, parassiti e patogeni). Le concimazioni, aumentando la concentrazione di nutrienti nel terreno, espongono maggiormente le piante allo stress idrico. Di norma la concimazione eseguita allatto del trapianto, con concimi a lenta cessione, in grado di garantire allalbero, per i primi anni, gli elementi necessari; in seguito la pianta trova da sola le sostanze nutritive disponibili nel terreno, creando col tempo un proprio equilibrio di crescita.

4.3. La difesa tosanitaria


La difesa tosanitaria dei giovani alberi varia in funzione di alcuni fattori: specie arborea, andamento climatico stagionale (piovosit, temperature, ecc...), situazioni predisponenti dati dallambiente urbano, ecc.... Quindi i trattamenti con prodotti fitosanitari sono da eseguirsi soltanto nei casi di malattie che minaccino gravemente la salute dellalbero oppure di infestazioni di parassiti che determinino - come effetto secondario - un evidente impatto sulle attivit umane (gran numero dinsetti che si 45

Danni alla parte basale del tronco

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| Processionaria del Pino

| Cameraria dellIppocastano

spostano ben oltre le piante, imbrattamento dovuto alle emissioni di melata dalle piante) oppure un pericolo per la salute umana (processionaria del pino). Non devono invece destare allarme le manifestazioni, come ad esempio maculature o lievi decolorazioni fogliari, tipiche di molte malattie della chioma, poich non sempre rappresentano una minaccia per la salute delle piante. In ogni caso, prima di decidere cosa fare, bene consultare un tecnico preparato in malattie delle piante, essendo la materia molto complessa e considerando la continua evoluzione della legislazione regolante limpiego dei principi attivi contenuti nei prodotti tosanitari. Ricordiamo, inne, tra le pratiche a ridottissimo impatto ambientale - particolarmente indicate in ambiente urbano - limpiego dellendoterapia, cio la tecnica basata sulliniezione diretta nel tronco dei prodotti tosanitari. Dalla sua prima diffusione in Italia - risalente a circa un ventennio fa - ad oggi, le varie tecniche di endoterapia si sono progressivamente evolute, soprattutto con lo scopo di ridurre i problemi legati allinvasivit del metodo stesso (i fori praticati nel fusto, le pressioni esercitate nei vasi xilematici, ecc...). Essa rimane sempre una risorsa irrinunciabile per tutti quei casi in cui vi sia limpossibilit di eseguire i trattamenti tosanitari convenzionali, quelli cio tramite aspersione sulla chioma con macchine irroratrici. Lendoterapia devessere esclusivamente impiegata in situazioni particolari e comunque dopo presa visione da personale specializzato.

5. GLI ALBERI ADULTI


5.1. Interventi mirati e solo se necessari (abbandoniamo certe errate prassi e convinzioni)
Quando lalbero raggiunge let adulta un organismo che continua un suo lento sviluppo allinterno di un equilibrio molto preciso basato sul rapporto fra energia prodotta dalla fotosintesi clorolliana, disponibilit di nutrienti salini e acqua proveniente dalle radici, disponibilit di riserve accantonate durante la stagione vegetativa. L albero regola la sua sopravvivenza dentro questi parametri e ne modifica le singole parti, in funzione dellandamento climatico e di altri eventi ambientali, limitando o ampliando lemissione di rami, foglie, fiori, frutti e crescita dellapparato radicale, ricercando sempre quellequilibrio dei vari fattori che gli consentir il proseguimento della propria esistenza in quel luogo. Appare subito evidente che ogni fatto e/o evento che vada a toccare uno degli elementi dellequilibrio, impone allorganismo di reagire per contrastare leffetto prodotto sullarmonia generale. Una concimazione eccessiva, di alcuni componenti, ne stimoler articiosamente la reazione inducendolo, per esempio, a produrre una quantit di foglie
Bagolaro |

| Mal bianco su Acero

BITE, recentemente brevettato dallUniversit di Padova, uno strumento endoterapico manuale che permette la somministrazione di liquidi senza ricorrere alla produzione di fori, i quali spesso sono allorigine di successive infezioni da parte di microrganismi responsabili di marcescenze interne e della conseguente perdita di stabilit dellalbero stesso.

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superiore a quella che potrebbe essere sostenuta dallapparato radicale, richiedendo una maggiore quantit dacqua allapparato radicale e al suolo che non sarebbero in grado di fornire. anche da sfatare lidea che dopo le operazioni di potatura, oppure al ne di recuperare un albero adulto, scarsamente vitale, basti concimare: non quasi mai vero. Intanto difcile che il concime raggiunga efficacemente lapparato radicale di un albero adulto ed inoltre, poich di norma lapparato radicale di un albero adulto si esteso in funzione dellequilibrio gi pi sopra ricordato, se manifesta sintomi di carenze nutrizionali ci evidenzia lincapacit del suo apparato radicale di raccogliere dal terreno ci che gli sarebbe necessario; quindi, anche fornendogli nutrimento attraverso il concime, lalbero non sar in grado di assorbirlo. Una potatura mal eseguita o eccessiva stimoler lalbero a ripristinare la quantit di rami e foglie presenti prima delloperazione, con un consumo eccessivo di riserve e quindi squilibrando la corretta funzionalit dellapparato radicale e del sistema di difesa, inoltre compromettendone denitivamente la forma ideale. Gli interventi di potatura, qualora ritenuti improrogabili, devono essere attentamente valutati in funzione delle dimensioni raggiunte dallalbero e comunque eseguiti mantenendo la forma ideale per la specie (unica eccezione gli alberi potati n da giovani in forma obbligata); inoltre da evitare il taglio di grosse branche al fine di ridurne, con ununica operazione, le dimensioni. Un albero adulto quindi un organismo che, in quel luogo e in quelle condizioni, ha raggiunto e mantenuto, per un lungo periodo, un suo intrinseco equilibrio fra energie disponibili per la crescita e lenergia utilizzata per sopravvivere (costituzione delle riserve); in quellambiente ha esteso lapparato radicale secondo le proprie dimensioni della chioma e la fertilit del terreno; risulta evidente che qualsiasi intervento che muti uno o pi di questi parametri lo pu mettere in condizioni di stress .

e in questa occasione si procede a tagli eccessivi sia nella quantit che nella qualit (intensi tagli della chioma, tagli di grosse branche, capitozzi). Con tali operazioni scriteriate sintroduce una situazione di forte squilibrio fisiologico dal quale la pianta pu riprendersi oppure entrare in una fase di lenta degradazione, che vede la comparsa di ricacci e di rami epicormici (a bassa resistenza meccanica) che spesso si seccano e cadono dopo aver raggiunto velocemente una discreta dimensione; inoltre possono insediarsi, nelle grosse ferite di potatura, funghi di carie che degradano il legno, provocando spesso delle cavit o dei disseccamenti distali su grossi rami. Gli interventi su piante adulte vanno attentamente studiati, limitati e graduati nel tempo (in pi stagioni) dando alla pianta il tempo, dopo ogni intervento, di ristabilire un nuovo equilibrio.

Esempi di potature scorrette e devastanti

5.2. Come rovinare un patrimonio: le potature distruttive


Sugli alberi adulti sono continuamente attuati interventi che potremmo denire distruttivi. Ci di norma avviene perch, anzich intervenire con gradualit nel corso delle stagioni, si procrastinato ogni intervento di regolazione della chioma no al momento in cui divenuto assolutamente necessario (invasivit dei rami, occlusione di foglie nelle caditoie, timore di schianti di grosse branche)
Tentativo di mettere al riparo la coscienza potatura distruttiva

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6. GLI ALBERI VETUSTI


6.1. Differenza tra albero adulto e vetusto
Per stabilire la differenza fra un albero adulto e uno vetusto necessario conoscere alcune caratteristiche distintive delle due condizioni. Innanzitutto si deve tener conto del fatto che ogni specie arborea ha una sua fase temporale entro la quale nasce, cresce, deperisce e muore; per esempio i Pioppi iniziano generalmente a deperire dopo 80/100 anni, molte Querce superano agevolmente i 200 anni ed alcuni esemplari si spingono molto oltre, alcune Cupressacee possono facilmente superare i 500 anni; ovviamente, per quanto riguarda let massima, si tratta di esemplari che hanno trovato un ambiente a loro favorevole e non hanno subito particolari azioni di disturbo. Unaltra caratteristica distintiva riguarda lemissione dei nuovi rami: negli esemplari giovani avremo la comparsa di germogli con crescita rigogliosa e che si allungano fortemente durante la stagione, creando internodi (distanza fra gemme nello stesso ramo) molto distanziati (secondo la specie); durante la fase adulta tale fenomeno raggiunge un suo equilibrio e per molti anni non si vedranno cambiamenti signicativi, si stabilizzer il rigoglio delle gemme e la distanza degli internodi si manterr pressoch costante. Nella stagione della vetust si potr notare una certa diminuzione del rigoglio delle gemme, un accorciarsi degli internodi (i rametti non si allungano pi come in precedenza) e se tali fenomeni vengono accompagnati anche da una diminuzione della dimensione delle foglie (microllia) si in presenza dei sintomi di vetust.

6.2. La gestione degli alberi vetusti


In funzione dellintensit dei fenomeni descritti si pu stabilire se si di fronte o meno a un fenomeno di deperimento reversibile o irreversibile, quindi stabilire se valga la pena di programmare degli interventi di mantenimento delle condizioni vitali o provvedere allespianto e sostituzione. Poich gli interventi su alberi vetusti implicano operazioni spesso molteplici e tecnicamente impegnative (ricostruzione sommaria della storia dellesemplare, indagine topatologica, eventuale risanamento di cavit, messa in sicurezza statica, concimazioni mirate mediante pali iniettori, potature molto accurate, ecc) logico che siano effettuati su piante di un certo pregio sia per la specie rappresentata, sia per il valore storico o paesaggistico e talora per ragioni affettive. In generale su vecchi alberi, non ancora giunti in fasi di deperimento, gli interventi saranno limitati alla pulizia dei seccumi (rami secchi), al mantenimento in buona salute della chioma e dellapparato radicale, a potature molto accorte e limitate sulla quantit di verde asportato, a eventuali apporti di concimi con formulazione completa di microelementi in dosi limitate ma che raggiungano efficacemente lapparato radicale laddove possibile.

| Esempio di analisi su albero vetusto

Quercia plurisecolare Lignano Sabbiadoro (Udine)

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7. GLI ESEMPLARI MONUMENTALI


7.1 Denizione di esemplare monumentale
Un esemplare arboreo raggiunge lo status di albero monumentale quando risponde ad alcune caratteristiche precise: appartenente a specie pregiata, dimensioni raggiunte, et documentata e qualit del sito (archeologico, storico, paesaggistico). In termini giuridici, la denizione dettagliata di albero monumentale contenuta nel nellarticolo 7 della Legge 14 gennaio 2013, n10, Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani . approvato dal Senato il 21 dicembre 2012.

8.2. La qualit del materiale vegetale


Il secondo errore pi frequente riguarda la qualit delle piante da mettere a dimora: molto frequentemente esse sono scelte in funzione di aspettative esclusivamente estetiche ed inoltre non vengono scelte previo un controllo in vivaio delle condizioni dellesemplare determinate dalle potature di formazione e di allevamento; in sostanza manca la verica sulla presenza di errori fatti in vivaio inerenti alla loro formazione giovanile (potature tardive con innalzamento articioso dei palchi, ferite da potatura non rimarginate, difetti di forma come per esempio la formazione di tronchi secondari, doppi germogli apicali, palchi asimmetrici, ferite sul tronco con evidenza del legno, ecc).

7.2. Tecniche di gestione


Sugli alberi deniti monumentali le operazioni di manutenzione divengono ancora pi delicate ma solitamente si limitano, e debbono limitarsi, al controllo sulla presenza di parassiti o di infezioni fungine, al mantenimento delle condizioni ideali per la pianta rispetto allinsolazione, alla compattazione del terreno, allapporto dacqua, alla protezione da urti (danni meccanici) di qualsiasi tipo su parti del colletto e del tronco. Le potature saranno particolarmente limitate allasportazione del secco e solo se strettamente necessario saranno eliminate piccole porzioni di chioma (rami dominati o deperienti), interventi pi importanti solo se richiesti da ragioni di sicurezza statica (branche la cui proiezione ricade su percorsi frequentati da persone o che mettono a rischio pregiati manufatti).

Verde = esempio di albero proporzionato Rosso = esempi di alberi con difetti

8. GLI ERRORI DI GESTIONE PI FREQUENTI


8.1. Lo spazio disponibile e la scelta della specie
Il primo errore avviene al momento dellimpianto quando sono scelte delle essenze inadatte al sito (per le dimensioni raggiungibili a maturit) o inadatte per la tipologia del terreno e le condizioni dellambiente (ombreggiamento da fabbricati, coperture di asfalti o cementi che limitano lapporto idrico, impossibilit di fornire alla pianta unaiuola di dimensioni compatibili con le esigenze della specie). Questo errore pu essere evitato solo ponendo molta attenzione al momento della progettazione del nuovo impianto o dellimpianto sostitutivo di uno gi esistente; si dovranno scegliere le essenze in funzione degli spazi realmente disponibili nella loro maturit e prevedere per esse un sistema dirrigazione di soccorso. Questa parte della progettazione dovrebbe essere sempre afdata a un arboricoltore che collabori strettamente con chi deputato ai lavori edili. 52
Albero proporzionato Albero non proporzionato lato Albero non proporzionato astone lante Diverse punte prevalenza di rami laterali Rametti a mazzo Ripresa laterale del fusto a pipa Doppia punta Vegetazione scarsa sui rametti dellultimo anno

Prevalenze laterali Sviluppo eccessivo dei rami dellanno

Sviluppo eccessivo dei rami dellanno (succhioni). Forte presenza di calli e ricacci sul tronco (probabile sintomo di eccessi di concimazione o di assenza di trapianti)

Sviluppo asimmetrico Tronco storto Prevalenza di rami laterali

Prevalenza di rami laterali dal punto innesto Perdita dellasse centrale

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Esempio di fusti codominanti: la corteccia che rimane inclusa tra i fusti, per un lungo tratto, determina una struttura meccanicamente poco resistente soggetta a rottura

8.3. Prelievo, trapianto e caratteristiche del terreno


Il terzo errore riguarda il prelievo della pianta in vivaio e la sua posa nel luogo di trapianto. Nel momento in cui si estirpa un esemplare arboreo, si perde una quantit pi o meno elevata di radici (comunque sempre elevata per la fisiologia dellalbero), si deduce quindi che unoperazione da commisurare alle dimensioni raggiunte dal soggetto e da attuare con una grande attenzione per poter conservare una zolla - contenente parte dellapparato radicale che dovr riformarsi - di dimensioni sufficienti e formata in modo da contenere delle radici di una certa dimensione, tagliate, rilate e possibilmente disinfettate sui tagli principali. Per evitare questi errori sar opportuno controllarne lesecuzione. Le zolle sono poi racchiuse in sacchi di juta, reti plastiche o di metallo, in ogni caso tali protezioni andranno tolte al momento della posa nella buca dimpianto.

Il quarto errore di norma commesso al momento del trapianto e consiste nel non considerare le esigenze del soggetto arboreo: esso stato prelevato da un determinato luogo avente determinate caratteristiche del terreno (spesso sabbioso e/o sciolto) e poi posto a dimora in altro luogo con terreno decisamente diverso (argilloso e pesante, ghiaioso, povero di humus). Di solito si pensa di ovviare la cosa ponendo nella buca una gran quantit di sostanza organica (torba, stallatico, compost, concime di fondo, ecc), nulla di pi falso; necessario invece mescolare unalta quantit di terreno originato dalla buca e mescolarlo con una bassa quantit di sostanza organica ed una bassissima quantit di concime. Ci consentir allalbero di diffondere al massimo, anche oltre le pareti della buca, il suo apparato radicale mentre, al contrario, se adottata la prima soluzione esso tender a sviluppare le radici solo allinterno delle pareti della buca dove trova pi facilmente i principi nutritivi, producendo nel corso del tempo un affastellamento delle radici al quale faranno seguito facili marciumi radicali con conseguente deperimento del soggetto. Lo stato del terreno in cui posto a dimora un albero, al di l delle esigenze speciche e vincolanti di alcune essenze, deve innanzitutto soddisfare alcune condizioni come non essere eccessivamente compattato, essere di buona permeabilit allacqua (non produrre ristagni) e avere una discreta fertilit.

8.4 Malattie, parassiti e loro controllo


Per quanto riguarda eventuali malattie parassitarie, fungine o da insetti, una pianta in vivaio di norma non ne risente se non in caso di patogeni sfuggiti al conduttore, poich in vivaio i trattamenti fitosanitari possono essere eseguiti con una certa efcacia e tempestivit. Un altro discorso quando le piante sono inserite nel luogo dimpianto definitivo: esse si trovano in un ambiente molto semplificato e favorevole allo svilupparsi di malattie speciche, facilitate dal fatto che in un ambiente semplicato un patogeno non trova concorrenti o avversari biologici. In ambiente urbano inne sono molto frequenti le malattie indotte da condizioni di stress (eccessivo calore da riflesso di superfici e/o scarsa aerazione, aridit, infertilit del suolo, compattamento da calpestio o transito di veicoli), da urti per vandalismo o accidentali, dalla presenza temporanea dinquinanti nellaria o versati nel suolo. Tutte queste situazioni vanno attentamente valutate da esperti che potranno anche determinare i modi con i quali porre possibilmente rimedio al danno.
Effetti-conseguenze dei danni fatti sulla parte basale del tronco

Scavi in prossimit dellapparato radicale

Apparto radicale: zona del colletto e cordoni principali

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Oggi sono a disposizione diverse tecniche utilizzabili in ambito urbano per combattere funghi ed insetti dannosi per le piante, senza produrre inquinamento, disturbo e/o danni alle persone (trattamenti antiparassitari per iniezione sia al tronco che eventualmente al terreno per aerazione e concimazione). Da far notare che i pi frequenti problemi parassitari sono determinati da potature errate o da urti contro i tronchi da parte di mezzi meccanici o da operazioni di taglio dellerba. I danni prodotti da tali operazioni consistono principalmente nellapertura di ferite che possono scoprire il legno sottostante alla corteccia e quindi, in tali situazioni, possono trovare facile accesso i funghi degradatori del legno con conseguente innesco della carie .

Esempio di potatura scorretta eseguita in ritardo (rami troppo grossi) e senza il rispetto del collare

8.5. Potature errate


Il quinto errore, ultimo s ma non per importanza, commesso con le frequenti potature eseguite in funzione delle esigenze del proprietario e non del soggetto arboreo. Va sottolineato che un albero, in condizioni ottimali di crescita, regola la sua forma in funzione di precise necessit siologiche (rapporto fra quantit di energia prodotta dalle foglie e quantit di energia accantonata nelle riserve) e non ha mai bisogno di potatura; come affermato dal prof. Shigo: Un albero resta vitale finch la produzione di nuovi tessuti in nuove posizioni supera il decadimento dei tessuti invecchiati . Ogni eccessiva o errata asportazione di materiale costringe il soggetto arboreo a rivedere sia la produzione del nuovo apparato generatore di energia, sia la quantit di energia da accantonare nelle riserve. Diviene cos facilmente comprensibile come interventi attuati su alberi adulti, solo perch il loro sviluppo inizia ad interferire con esigenze riguardanti gli spazi da loro occupati, arrivino normalmente fuori tempo massimo e, per recuperare gli spazi, si arrivi a danneggiare fortemente il soggetto arboreo con potature eccessive e/o sbagliate. Sarebbe stato molto meglio intervenire nelle annate precedenti, regolando con accuratezza e gradualit lo sviluppo dellalbero, mantenendolo in buona salute e senza danneggiarlo. Quindi la potatura non va mai eseguita con lunico fine di ridurre drasticamente la dimensione raggiunta dallesemplare arboreo, ma con lo scopo di condurre lalbero ad un suo proprio sviluppo regolare, mantenendone il pi possibile lequilibrio siologico. Avremo cos delle potature apparentemente limitate nelle dimensioni (non si dovrebbe mai asportare una quantit superiore al 30% della massa verde) ma che garantiranno il contenimento della crescita e il suo sviluppo equilibrato nello svolgersi degli anni. Se invece vogliamo stimolare lo sviluppo di unalberatura, sia in altezza che in larghezza, possiamo eseguire una potatura di sfoltimento della chioma; tale operazione permette anche di alleggerire ed arieggiare la pianta. 56

Si consiglia di associare a questo tipo dintervento una potatura di contenimento per favorire la crescita della chioma in direzione del tronco. Vediamo ora, succintamente, le cose che si possono fare e quelle che non si devono fare nelle potature. Quando necessario potare un albero doveroso chiedersi, prima di tutto, qual lepoca pi adatta per eseguire tale operazione, evidenziando che le potature, influendo sullequilibrio fisiologico, possono dare risposte diverse in base allepoca in cui si effettuano, alcuni esempi possono far comprendere meglio la cosa. Potature effettuate nel periodo di riposo della pianta (autunno dopo la caduta delle foglie) stimoleranno lemissione di molti nuovi germogli e una ricrescita tendente a recuperare lapparato fogliare eliminato; le potature eseguite durante il periodo vegetativo, sul verde come si dice in gergo, ridurranno la chioma senza stimolare eccessivamente lemissione di nuovi rami (dovrebbero comunque essere eseguite oltre la ne di giugno e no alla prima decade di agosto nella nostra area). Da sottolineare che tagli di una certa dimensione cicatrizzano con difcolt se eseguiti in periodo autunno-vernino, al contrario, invece, dei tagli eseguiti sul verde. I tagli di una certa dimensione vanno eseguiti lasciando intatto il cosiddetto collare senza lasciare monconi, rispettando la regola del taglio di ritorno (vedasi foto capitolo 3), evitando di rilare il taglio a raso sul tronco o sulla branca e conservando il pi possibile la forma di specie dellalbero. necessario comprendere molto bene che lalbero (di qualsiasi specie) crea nel tempo una gerarchia delle sue gemme, che costituiscono il suo patrimonio futuro di sviluppo; lintervento di potatura, se mal eseguito, sconvolge tale gerarchia ed il soggetto arboreo reagir tentando di ripristinare una nuova gerarchia. Tagliare un apice vegetativo fa si che, tolte le gemme cosiddette dominanti, lorganismo vegetale cerchi una nuova dominanza facendo sviluppare gemme sottostanti alle dominanti eliminate, ricercando fra di esse una nuova dominanza, al ne di recuperare la sua forma di specie e nel fare ci viene costretto ad adattarsi ad una nuova forma con grande dispendio di energia. Ecco che si comprende come la potatura debba essere larte di condurre, cor57

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rettamente per lalbero, il percorso della linfa dalle radici alle foglie e viceversa dalle foglie alle radici . Attraverso le gure schematiche, qui accanto, possiamo ora vedere le cose che si possono fare e quelle che non si devono fare nelleseguire le potature.

induce a reagire fortemente con lemissione di rami epicormici (solitamente poco resistenti e vitali) inducendo il germogliare confuso delle gemme dormienti alla ricerca di una nuova gerarchia delle stesse, essendo stata distrutta quella che lalbero manteneva prima dellintervento di capitozzatura. Si tratta di un intervento sempre effettuato sugli alberi adulti che, al contrario, potrebbero sopportare solo delle potature molto limitate. La situazione di squilibrio (stress) cos creata espone lalbero aad agenti fungini di degradazione del legno o a quelli che attaccano lapparato radicale, anchesso indebolito dalle condizioni indotte dalloperazione di esagerata potatura.
Sotto: esempi di potature distruttive. A destra: effetto di un capitozzo e del conseguente attacco fungino su un Tiglio

Effetti della capitozzatura |

9. LA CAPITOZZATURA: UN INTERVENTO DA BANDIRE


| Esempio di capitozzatura

9.1. Come rovinare un albero e provocarne il declino


La capitozzatura consiste nel taglio eseguito sul cimale di un albero, di grossi rami o addirittura di cime di tronchi secondari, al ne di abbassare laltezza dellesemplare arboreo o di diminuirne una presunta pericolosit statica rispetto al vento o per indurlo ad emettere fogliame nelle parti pi basse della chioma. Questa operazione distruttiva nei confronti dellintegrit del soggetto arboreo per tutta una serie di motivi riguardanti la fisiologia dellalbero, la sua struttura, la sua resistenza agli attacchi da parte di patogeni; inoltre si riduce fortemente la capacit vitale dellalbero poich lo si 58 59

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10. GLI ALBERI PERICOLOSI


Prima di parlare di alberi pericolosi pu essere utile cercare di capire la differenza tra pericolo e rischio. Un albero pu essere pericoloso se ha difetti significativamente correlati al cedimento; se una persona passa in prossimit di un albero quando si verifica levento pericoloso (cedimento), rischia di farsi male. Il pericolo tanto maggiore quanto pi lalbero difettato. Il rischio tanto maggiore quanto maggiore la probabilit che si verichi un evento dannoso a cose o persone.

10.1. I diversi tipi di rischio


La pericolosit di un albero pu derivare da molti fattori che riassumiamo di seguito. A) Caduta di rami e/o branche secche. Durante la crescita un soggetto arboreo tende autonomamente ad eliminare, con lautopotatura (smettendo di fornire nutrimento) rami e branche che rimangono in zone dombra poich dominate da altre strutture superiori; si tratta di un fenomeno naturale che, qualora divenisse importante per la sicurezza di fabbricati o di persone frequentanti larea, andrebbe prevenuto mediante una accorta potatura di selezione dei rami vitali e non dominati. B) Caduta di branche di notevole dimensione, con schianti improvvisi. Il termine schianto spesso usato in modo diversi ed poco chiaro anche se molto espressivo. In sica si parla, genericamente di cedimenti e, per quanto riguarda gli alberi, questi possono essere suddivisi in ribaltamento della zolla (ma anche slittamento o scivolamento a seconda della forma di cedimento che si verica) ed in rottura del tronco o dei rami. Tale fatto si determina solitamente a causa di intensi eventi meteorici; in tali casi la sollecitazione indotta pu essere talmente forte da superare la resistenza meccanica del legno.
Zelkova di Latisana: schianto dellintera pianta Zelkova di Latisana: il responsabile

Sebbene gli eventi meteorici eccezionali non possano essere prevedibili facilmente e per loro natura sfuggano alla possibilit di predisporre azioni preventive efcaci, si deve osservare che molto spesso i cedimenti sono comunque dovuti a difetti pi o meno ben visibili come la presenza di cavit, decolorazioni della corteccia con legno morto sottostante, carpofori fungini appartenenti a funghi agenti di carie del legno; se questa situazione si presenta, sorge la necessit di un intervento (dopo verica tecnica specialistica) per eliminare la struttura colpita da tali fenomeni. C) Schianto dellalbero intero o (rottura parziale del tronco). Una tale drammatica evenienza accade quando esistono, in concomitanza, alcune condizioni: grave degradazione dellapparato radicale e ancoraggio dello stesso insufciente (scarsit di terreno a disposizione rispetto alle dimensioni della pianta, terreno non adatto allapparato radicale, formazione irregolare dellapparato radicale a causa di un cattivo impianto o sopravvenienza di condizioni avverse).

10.2. Possibili cause di schianto o rotture


L albero pu essere paragonato ad una barca a vela dove lo scafo lapparato radicale e la vela lintera chioma; se la vela subisce un forte vento lei si adatta piegandosi ma invia una gran parte della forza subita, attraverso il tronco, a tutto lapparato radicale e lo scafo pu rollare un po ma pu anche rovesciarsi e come si dice in gergo marinaro far scuffiare lintera struttura. Il paragone nautico il modo pi diretto per far capire quanto un albero sia una struttura altamente organizzata che di fronte ad una sollecitazione (vento) cerca di dissiparla al suo interno e scaricarla sul terreno. Tutti i tipi di cedimento sono sempre e comunque un fatto esclusivamente meccanico. Il tronco o i rami si rompono o la zolla si ribalta quando la sollecitazione determinata dai carichi relativi al peso proprio, alleccentricit, ai carichi aggiuntivi come vento, neve, supera la capacit di resistenza del tessuto legnoso nella sezione considerata. Questo fenomeno pu verificarsi sia in alberi privi di difetti strutturali, allorquando i carichi che lalbero o una sua parte subisce sono estremamente consistenti (come nel caso di venti molto intensi o di una nevicata considerevole) che, molto pi frequentemente, in albero o loro parti che presentano dei difetti strutturali signicativi o hanno subito unazione di degradazione del tessuto legnoso ad opera di agenti di carie.

Claudio e la Zelkova di Latisana: evitiamo di perdere la nostra storia

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| Carie sulla parte basale del fusto

Fungo a mensola (Ganoderma applanatum) alla base del tronco

La carie pu insorgere in vari modi: a seguito di una ferita che ha distrutto la corteccia, esponendo i tessuti legnosi sottostanti poi infettati dalle spore di un fungo agente di carie, oppure attraverso infezioni vericatesi entro piccole discontinuit (fessure da spacco per crescita o per gelo) della corteccia, o direttamente attraverso infezioni nella zona, molto delicata, del colletto e dei cordoni radicali. Le carie spesso si manifestano con la presenza di carpofori fungini emergenti dalla corteccia e molto ben visibili; la loro presenza, in modo particolare quelli di alcune specie, segnala che il fenomeno ha raggiunto il culmine del suo sviluppo e i danni arrecati alla parte di legno colpita sono gi di notevole entit e possono essere tali da compromettere seriamente la stabilit dellalbero, che pertanto deve essere considerato a rischio di cedimento.

10.3. Metodi di valutazione della pericolosit


Le valutazioni sulla reale pericolosit di un albero sono complesse e richiedono una considerevole preparazione tecnica; un albero sano, senza la presenza dei fenomeni precedentemente illustrati, che vegeta in un terreno profondo e fertile ed in uno spazio sufficiente per il suo sviluppo, non mai pericoloso solo per laltezza raggiunta e perch oscilla fortemente ad ogni refolo di vento! La sua struttura si evoluta proprio per resistere piegandosi alla forza del vento, quindi valutare la sua reale pericolosit diviene un fatto tecnico che oggi si avvale di strumenti molto avanzati di analisi delle sue reali condizioni (TAC sonica, Resistograph, Radix, inclinometri, estensimetri ed accelerometri, Resistori di trazione, ecc) e questi strumenti vengono usati di norma solo dopo che lalbero stato valutato da esperti attraverso la tecnica VTA (Visual Tree Assessment). La valutazione VTA, attraverso la raccolta di osservazioni codicate, in grado di valutare le condizioni vegetative, tosanitarie e di stabilit strutturale di un albero, reali condizioni di una pianta, osservando e raccogliendo tutte le informazioni inerenti allarea dimpianto, allapparato radicale, al tronco e alle branche, allapparato fogliare, nonch quelle riguardanti la presenza di patogeni fungini o fenomeni di carie. Tutti i dati raccolti consentono poi di classicare le piante sulla base della propensione al cedimento (ex FRC) elaborate dalla S.I.A. Onlus.

| Carpoforo (Poliporus squamosus)

Carpoforo fungino (Laetiporus sulphureus) sul fusto

Carpofori (Schizophyllum commune) lungo il tronco

In questa foto : corrispondenza fra la sezione del tronco e il graco A sinistra: indagine strumentale con tomografo

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11. EMERGENZE FITOSANITARIE


Tra le emergenze tosanitarie che interessano il verde arboreo ornamentale, segnaliamo quelle pi temute, per il loro notevole impatto e per la non remota possibilit di una loro accidentale introduzione nel nostro territorio, quando non gi presenti. Ricordiamo perci al lettore che, qualora dovesse imbattersi in sintomi simili a quelli delle malattie qui sotto riportate o manifestazioni di non facile interpretazione, importante segnalare il caso al Servizio fitosanitario regionale dellERSA.

11.1. Cancro colorato del platano


Il cancro colorato del platano una malattia mortale gi molto diffusa in provincia di Pordenone e in quelle limitrofe; colpisce solo il platano e nessunaltra specie arborea. Non vale la pena di soffermarsi sul ciclo biologico del fungo (Ceratocystis platani), agente della malattia, mentre importante ricordare che la sua diffusione operata involontariamente soprattutto dalluomo. Qualsiasi tipo di trauma o lesione esterna subita dalla pianta di platano, mediante lasporto della corteccia e mettendone a nudo il legno, una potenziale via di penetrazione per il fungo. Le potature sono un potente mezzo di diffusione della malattia, soprattutto quando si passa da una pianta malata a unaltra sana senza la disinfezione degli attrezzi da taglio. Anche i traumi diversi dalle potature sono degli efcaci diffusori della malattia: gli sfalci dellerba sulle banchine stradali, attuati con testate trincianti portate dal trattore e azionate da braccio idraulico, ne sono un esempio poich molto spesso lattrezzo sbatte contro il colletto delle piante ferendole leggermente. L unico mezzo per contrastare il dilagare della malattia la profilassi, cio ladozione di tutti gli accorgimenti per ridurre notevolmente le probabilit di contagio e di diffusione del fungo nellam| Cancro colorato del platano biente. Ricordiamo che questa malattia soggetta a lotta obbligatoria in tutta Italia, disciplinata dal Decreto del Ministero delle Politiche agricole e forestali del 29/02/2012. Prima di eseguire qualsiasi intervento manutentivo su piante di platano bene assicurarsi quale sia il loro stato di salute, rivolgendosi al Servizio tosanitario regionale competente in materia. 64

| Anoplophora - ovoposizione

| Anoplophora - larve

Anoplophora - fori su radice aforante

11.2. Tarlo asiatico


Il tarlo asiatico (Anoplophora glabripennis e Anoplophora chinensis) un coleottero xilofago (si nutre di legno) di grosse dimensioni che, allo stadio di larva, vive a spese di diverse specie di latifoglie, nelle quali scava profonde gallerie nel fusto, nei rami e nelle radici aforanti dal terreno. Nel giro di pochi anni in grado di debilitare gravemente lalbero, innescando quindi processi degradativi del legno, no alla morte. Non anAnoplophora cora presente in provincia di Pordenone, ma un focolaio fori su fusto importante gi attivo da alcuni anni in quella di Treviso, pi precisamente nellarea di Cornuda. Si avvisa pertanto chiunque riscontri, su piante di latifoglie, dei grossi fori circolari simili a quelli in gura di segnalarlo al Servizio tosanitario regionale.

11.3. Punteruolo rosso delle palme


Sebbene le palme siano poco diffuse da noi (e non siano botanicamente degli alberi), merita citare il punteruolo rosso (Rynchophorus ferrugineus), un loro parassita gi parecchio diffuso in altre regioni, specie nel sud Italia. Il punteruolo rosso sinsedia nella parte pi vitale della palma, ovvero la parte centrale della chioma, dove avviene laccrescimento delle nuove foglie. Non attualmente segnalato in 65
Punteruolo rosso delle palme |

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provincia di Pordenone, ma leventuale improvviso disseccamento della chioma delle palme dovrebbe far sospettare una sua presenza, pertanto tale circostanza andrebbe prontamente segnalata al Servizio tosanitario regionale.

Naturalmente la quantificazione in termini monetari, ancorch si stiano elaborando sistemi di calcolo, estremamente difcile e complessa ed in questa sede non il caso di proporla.

11.4. Morte improvvisa delle querce (o Peronospora del rododendro)


La morte improvvisa delle querce una malattia provocata da un oomicete (Phytophthora ramorum) che causa grave deperimento e morte di numerose piante arbustive (specialmente camelie, azalee, rododendri e viburni) e anche delle querce. La malattia non stata ancora segnalata in Italia, ma la sua possibile comparsa molto temuta, vista la sua presenza in diversi Paesi europei. In caso di sintomi di difcile interpretazione su piante di quercia (di varie specie) necessario rivolgersi al Servizio tosanitario regionale.

12.2. Valore materiale


Il valore materiale di un albero si desume normalmente in base ai costi di mercato di un esemplare equivalente per specie e di pronto effetto (quando ha raggiunto le dimensioni di un albero giovane per quella data specie); al di sotto di tale misura, i valori variano ancora di molto se si tratta di piante con et di due, tre anni o pi e abbiano subito varie operazioni di formazione e regolazione.

12.3. Valore di ricostruzione


Il valore di ricostruzione quello generalmente attribuito per ragioni di rarit di specie, storiche, paesaggistiche, estetichee non essendoci un mercato che ssa un valore bisogna ricorrere allestimo per attribuire un valore ad un bene senza mercato.

A sinistra: manifestazione della malattia sul fusto di una Quercia A destra: manifestazione della malattia sotto la corteccia di una Quercia

12. IL VALORE DI UN ALBERO


12.1. Valore economico
Un tempo, lunico valore economico riconosciuto a un albero ornamentale era quello legato alla legna da ardere o al legname da opera eventualmente ricavabile, mentre oggi tale valore tiene conto anche della sua capacit nel fornire ombra utile per abbattere le temperature urbane, nellassorbire la CO2 (anidride carbonica) e alcuni gas tossici, nellemettere ossigeno, abbattere le polveri sottili e, in buona sostanza, nella sua capacit, a seconda della specie, di migliorare le condizioni ambientali in ambito urbano. 66 67

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12.4. Valore ornamentale


Il Valore della funzione ornamentale dellalbero lattribuzione di un prezzo alla sua capacit di valorizzare il luogo in cui vegeta, rendendolo pi bello e gradevole. Costituisce un aspetto della pratica estimativa assai importante, grazie alla considerazione sempre maggiore che viene dedicata al verde urbano ed alla consapevolezza della sua importanza per il miglioramento della qualit della vita. A partire dallimpianto e con il passare degli anni, un soggetto arboreo acquisisce un maggior valore in funzione delle dimensioni e delle sue caratteristiche. Inoltre, avendo una durata di vita pluriennale ed essendo oggetto di cure colturali manutentive, esso rappresenta un bene patrimoniale. Pertanto, stabilire il valore ornamentale dellalbero in funzione della specie e localizzazione, aggiornandolo nel tempo in funzione del suo sviluppo, stato di salute e delle attivit manutentive correlate, permette di monitorare landamento economico del Patrimonio Arboreo di una citt. Pu essere utilizzato come: indicatore rispetto allefficacia della gestione ambientale del verde urbano; parametro economico nel valutare le conseguenze nella realizzazione di opere infrastrutturali che possono interessare il patrimonio arboreo e nel adottare criteri progettuali adeguati; strumento per valutare lindennizzo nel caso di danni causati da lavori e incidenti o nel caso di interventi infrastrutturali che coinvolgano lalbero.

13. RESPONSABILIT CIVILE E PENALE DEL

PROPRIETARIO E DEL CONDUTTORE

13.1. Responsabilit del proprietario


Si parla, in questo capitolo, della responsabilit civile e penale con riferimento a danni a manufatti e/o persone, causati da schianti di alberi collocati in ambiti urbani, in lari stradali, a ridosso di conni fra edici, in parchi urbani aperti alla frequentazione pubblica, ecc. utile affermare inizialmente che la responsabilit, rispetto agli eventuali danni materiali arrecati a terzi dalla caduta di un albero, sempre del proprietario (c.c. Art. 2051 e art. 2043 per beni demaniali di limitata estensione, parchi, lari stradali). Se il fenomeno stato provocato da un evento straordinario e imprevedibile e comunque il proprietario aveva assunto tutte le iniziative di manutenzione atte a mantenere in buone condizioni lalbero, onde prevenire gli schianti il pi possibile in condizioni normali, il fatto potr risolversi in sede di contenzioso esclusivamente con un equo indennizzo (anche con luso di una formula assicurativa).

13.2. Responsabilit del conduttore


Qualora il proprietario affidi la custodia (con prova scritta dellaffidamento, con definizione molto completa e precisa dei limiti e delle libert dazione del custode) e la conduzione della manutenzione dellalbero a una persona di sua fiducia, tale persona assume in s la responsabilit di eventuali danni arrecati dallalbero, salvo il caso in cui venisse accertata leccezionalit e limprevedibilit dellevento. Nel caso in cui il proprietario o il custode afdi la valutazione della pericolosit di un soggetto arboreo a un perito: se il proprietario e/o il custode dimostra di aver seguito le indicazioni fornite dal perito e ci nonostante la pianta ha causato un danno, questi potr rivalersi, dopo aver pagato i danni, nei confronti del perito; non potr invece rivalersi nel caso in cui, con apposita perizia del tribunale, venga stabilito che non abbia affatto seguito le indicazioni ricevute.

12.5. Determinazione del danno


Il danno uguale alla differenza fra il valore ornamentale dellalbero sano e il valore ornamentale dellalbero danneggiato. I metodi di calcolo estimativo possono essere diversi e vengono applicati dal perito in funzione della situazione.

13.3. Responsabilit civile e penale


Per quel che riguarda le responsabilit penali per lesioni colpose (art.590 c.p.) e omicidio colposo (art. 589 c.p.), si ricorda che la responsabilit penale personale, non si risponde per fatto altrui; gli imputati possono essere solo persone fisiche e le persone giuridiche (le amministrazioni pubbliche, le societ private, ecc) queste possono essere chiamate in sede penale solo come responsabili civili e quindi obbligate al risarcimento del danno. Il singolo individuo, se ritenuto responsabile 68 69

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di lesioni o di omicidio colposi, subir una pena e potr anche dover risarcire il danno in causa civile. In conclusione, si pu affermare che la responsabilit civile di un danno si manifesta (nei confronti del proprietario o del custode) solo nei casi in cui venga accertata la mancata o linsufficiente azione di prevenzione del danno (riduzioni di chioma, operazioni di risanamento fitosanitario, ecc); non si manifesta nei casi in cui il danno sia accaduto a causa di un evento imprevedibile ed eccezionale (trombe daria, tempeste di eccezionale intensit e non prevedibili, ecc). La responsabilit penale accertata sempre escludendo il fatto eccezionale e imprevedibile, e durante laccertamento acquisiscono importanza rilevante i fatti collegati alle manutenzioni a carico del proprietario e delleventuale custode, volte alla per la messa in sicurezza della pianta causa che ha causato il danno.

CITAZIONE DELLORIGINE E/O FONTE DELLE FOTO UTILIZZATE Pag. 5, 8, 9, 10, 11 in alto dx, 13 in alto, 14 in basso, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 29, 30, 31, 32, 33 al centro, 34, 36, 40, 41, 42, 43, 44, 45 - immagine o scansione di disegni a mano tratti da Il Giardino snc di De Pra O. & C. Pag. 13 in basso, 14 in alto e in mezzo, 46 - immagine tratta da archivio foto Mauro Zambon Pag. 7 - immagine tratta dal sito www.amailtuoverde.it/cat/frutteto/332 Pag. 11 in basso sx - immagine tratta dal sito www.barbatella.it/nutrizione-vite.php Pag. 28 - immagine tratta dal sito www.marcelloparisini.org/cancrocolorato.html Pag. 33 in alto - immagine tratta dal sito www.comune.monzuno.bologna.it Pag. 33 in basso - immagine tratta dal sito www.forestry-dev.org Pag. 37 - immagine tratta dal sito www.ciaccimagazine.org/?p=8620 Pag. 38 - immagine tratta da Prezziario verde 2005 Associazione Florovivaisti Bresciani Pag. 47 prima in alto a dx - immagine tratta dal sito www.agronotizie.imagelinenetwork.com Pag. 47 seconda in alto a dx, prima in basso sx - immagine tratta dal sito www.provincia.bz.it Pag. 47 in basso al centro - immagine tratta dal sito www.photos.eppo.org/index.php Pag. 48 in alto a sx - immagine tratta dal sito www.palmerasyjardines.com Pag. 48 in basso prima a sx - immagine tratta dal sito www.forestry.gov.uk Pag. 48 in basso prima a sx - immagine tratta dal sito www.cisr.ucr.edu/sudden_oak_death.html

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