seppe, lo rimprover a lungo. Oppure quando, pi grande, studente a Montefia- scone, dimostrando un carattere ribelle e contestatore, prese posizione contro i prelati che dirigevano il seminario Barba- rigo. Per questo suo atteggiamento fu espulso e mandato a studiare a Roma, dopo aver trascorso un breve periodo a Gradoli. Non era ancora sacerdote, che fece richie- sta di avere il canonicato della collegiata di S. Maria Maddalena con la relativa pre- benda. Gli fu accordato, e negli anni suc- cessivi, anche se ormai era a Roma in altre faccende affaccendato, continuava a pretendere, con richieste al vescovo, di riscuotere quanto dovuto, per il canonica- to che ancora teneva presso quella colle- giata. Aiut i giovani di Gradoli che volevano affrontare gli studi in seminario e diede una dote per le ragazze indigenti da marito. Non tralasci infine di fare un legato, amministrato dal priore parroco: con parte della somma pens alla propria anima, stabilendo che nellanniversario della sua morte si celebrasse una messa funebre, dove i partecipanti poveri avreb- bero ricevuto una prebenda. Con un altro lascito si preoccup delle chiese rurali di Gradoli: SantAntonio, San Michele Arcan- gelo, San Pietro ed altre, per permettere di sostenere i lavori necessari e poterle cos mantenere nel tempo. Ogni qualvolta ritornava a Gradoli, soleva anche scrivere versi di profonda poesia verso questa terra che gli aveva dato i natali. Per la sua morte ebbe solenni esequie nella stessa basilica del Laterano, poi fu trasportato a Gradoli come suo desiderio. Il fratello Nazzareno si preoccup di far erigere, allinterno del cimitero, un mau- soleo a lui dedicato. Nel centenario della sua morte si costituito un comitato celebrativo, gui- dato dal dott. Attilio Mancini, che ha pro- grammato una serie di eventi nel corso del- lanno e invitato le massime autorit reli- giose per dare il giu- sto risalto a questa figura. forcassi@katamail.com Itinerari farnesiani a palazzo N el pomeriggio di sabato 24 maggio il palazzo Farnese di Gradoli ha tenuto a bat- tesimo il primo dei cinque incontri di cultura, storia ed enogastronomia per sco- prire la Tuscia organizzati dalla casa editrice Annulli. Lo ha fatto con la presen- tazione del libro pubblicato dalla stessa casa editrice e gi recensito da Romualdo Luzi nella rubrica TusciaLibri della Loggetta n. 88 di lug-set 2011: Itinerari farnesiani in Tuscia, di Giuseppe Moscatelli e Giacomo Mazzuoli (Grotte di C. 2010, 165 p. a colo- ri). La relazione stata tenuta dallo stesso Moscatelli, uno dei due autori, che da solo o in cooperazione con lo stesso Mazzuoli ha al suo attivo diverse pubblicazioni. Con questultima opera ci viene proposta una interessantissima guida turistica di tutto il territorio del Ducato di Castro e la Contea di Ronciglio- ne, che com noto furono, nella Tuscia, il fiore allocchiello della famiglia Farnese. Una guida a tutto tondo, di scorrevole let- tura, ch oltre alle indicazioni degli itine- rari con cui raggiungere le varie localit, da profondo conoscitore della storia di questa potente famiglia, Moscatelli immerge il lettore, con convincente pro- priet di linguaggio, nel pieno del Rinasci- mento attraverso aneddoti, curiosit e tratti di storia alla scoperta di tutto ci che sa di Farnese. Eccoci allora sulla sommit della Rocca di Valentano da cui si scorge tuttintorno un panorama di indescrivibile bellezza, o ad ammirare, laggi nel lago, lisola Bisentina che custodisce le spoglie del capostipite e altri membri discendenti, o la superba rocca di Ischia di Castro e per- ch no, a fare un salto tra le rovine della citt di Castro. Spostandoci verso la parte orientale della provincia ci troviamo nella citt di Ronci- glione, eretta a contea, ad ammirare la fontana degli unicorni, per poi raggiunge- re il vero gioiello della famiglia pervenuto- ci intatto nella struttura e negli affreschi: il palazzo Farnese di Caprarola! E, visto che non sono distanti, lasciamoci pure andare ad ammirare il castello di Carbo- gnano, per un tempo residenza di Giulia la Bella (sorella di Paolo III), o la porta dingresso di Castel S. Elia, o i bastioni delle mura di Nepi, tanto per citare alcuni monu- menti che il libro riporta con dovizia di particolari, per poi giungere a Viterbo passando da Porta Faul fino a palazzo Farnese, prima del quale la via farnesiana, (oggi via Cavour) delimitata dagli stemmi posti allinizio e al termine. N si pu fare a meno di un salto alla basilica della Madonna della Quercia, sul cui bellissimo soffitto risalta lo stemma far- nesiano di Paolo III: gigli azzurri su campo oro. Ovunque, nei loro possedimenti, soprattutto Alessandro sr (papa Paolo III) e Alessandro jr, suo nipote, hanno lasciato tante e importanti testimonianze della loro potenza e del loro mecenatismo. E Moscatelli, con buon gusto ed abile penna, ce ne tratteggia la vita e le funzioni. Poi, come se non fosse bastata la presentazione del libro a farci respirare aria cinquecen- tesca, al termine abbiamo potuto visitare lammirevole museo dei costumi farnesiani. Al secondo piano nobile si trovano abiti da cerimonia riccamente rifiniti con filamenti doro e dargento, ma anche costumi di popolani, ricostruiti con assoluta fedelt attraverso losservazione di stampe, quadri rinascimentali e soprattutto degli affreschi dellomonimo palazzo di Caprarola. Le stoffe utilizzate sono il velluto, il broccato e la seta. Nella sala delle armi e delle armature presente un campionario di strumenti bellici. Nella sala della tessitura fanno bella mostra di s un telaio di fine 800 originale, e altri utensili per la lavorazione della lana e della canapa. La visita proseguita ad ammirare altre sale dai soffitti lignei a cassettoni decorati, attualmente in fase di restauro, perch ospiteranno gli uffici comunali. Infine, tanto per tener fede al titolo Sapore e Sapere dato al ciclo dincontri, prima del commiato i presenti hanno potuto gustare un buon bic- chiere di aleatico offerto dallazienda La Carcaia di Galassi e Mancini, ben coniugato ad unottima pasticceria secca. Giuseppe Bellucci L oggetta L la apr-giu 2014 dalla Tuscia Stemma cardinalizio di D. Ferrata Giuseppe Moscatelli