Sie sind auf Seite 1von 18

LAnticristo secondo Soloviev

23 gennaio 2014
Stampa Stampa
Il Card. Biffi ci spiega, utilizzando la tesi
formulata da Soloviev in un suo racconto,
quale potrebbe essere il clima culturale in
cui si afferma lAnticristo: quello in cui il
cristianesimo viene ridotto ad una serie di
valori
(pacifismo,
ecologismo,
ecumenismo, filantropismo) negando
per la persona divina di Ges Cristo.
VLADIMIR SERGEEVIC SOLOVV
nasce a Mosca il 16 gennaio 1853. Poeta,
scrittore, filosofo e critico letterario,
considerato il pi grande filosofo russo e
lOrigene dei tempi moderni. I tre dialoghi
e il breve racconto dellAnticristo (di cui si
parla in questa pagina) il suo testamento
spirituale dato alle stampe lanno della
morte (1900). Studioso dei Padri della
chiesa e delle scienze occulte, delle
teologie orientali e dei sistemi di tipo
gnostico, Solovv per Hans Urs von
Balthasar autore della pi universale

creazione speculativa dellet moderna, il


pensatore che pu essere considerato,
accanto a Tommaso dAquino, come il pi
grande
artefice
di
ordine
e
di
organizzazione nella storia del pensiero.
Sullanticristo e sul romanzo di Solovv,
il Cardinale Biffi aveva gi svolto una
dettagliata relazione il 4 marzo del 2000 in
una conferenza organizzata dal centro
Culturale E. Manfredini e dalla Fondazione
Russia Cristiana. Il testo del suo intervento
stato poi riportato per intero nel libro
Pinocchio,
Peppone,
lAnticristo
(Cantagalli 2005). In quellintervento
Ricordando le parole profetiche del filosofo
russo, il Cardinale di Bologna aveva detto:
Soprattutto stupefacente la perspicacia
con cui (Solovev) descrive la grande crisi
che colpir il cristianesimo negli ultimi
decenni del Novecento, crisi che Soloviev
vede come lAnticristo che riesce a
influenzare e a condizionare un p tutti,
quasi emblema, ipostatizzazione della
religiosit confusa e ambigua di questi
nostri anni. LAnticristo un sar convinto
spiritualista, un ammirevole filantropo, un

pacifista
impegnato
e
solerte,
un
vegetariano osservante, un animalista
determinato e attivo. E ancora, ironizzava
il Cardinale Biffi, quellAnticristo sar
anche un esperto esegeta: la sua cultura
biblica gli propizier addirittura una laurea
honoris causa a Tubinga. Soprattutto, si
dimostrer un eccellente ecumenista,
capace di dialogare con parole piene di
dolcezza, saggezza ed eloquenza.
Ma chi lAnticristo? Una potenza
politica, religiosa, una persona influente?
Non lo sappiamo, per siamo chiamati alla
continua vigilanza. In tutto il Nuovo
Testamento vi sono continui riferimenti alla
figura dellAnticristo e della sua incessante
azione nel mondo per allontanare i Figli di
Dio da Dio. Nella Seconda Lettera ai
Tessaolnicesi, cos lApostolo San Paolo
descrive la figura dellAnticristo: Nessuno
vi inganni in alcun modo! Prima infatti
dovr avvenire lapostasia e dovr esser
rivelato luomo iniquo, il figlio della
perdizione, colui che si contrappone e
sinnalza sopra ogni essere che viene detto
Dio o oggetto di culto, fino a sedere nel

tempio di Dio, additando se stesso come


Dio. Non ricordate che, quando ancora ero
tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora
sapete ci che impedisce la sua
manifestazione, che avverr nella sua ora.
Il mistero delliniquit gia in atto, ma
necessario che sia tolto di mezzo chi finora
lo trattiene. Solo allora sar rivelato lempio
e il Signore Ges lo distrugger con il soffio
della sua bocca e lo annienter allapparire
della sua venuta, liniquo, la cui venuta
avverr nella potenza di satana, con ogni
specie di portenti, di segni e prodigi
menzogneri, e con ogni sorta di empio
inganno per quelli che vanno in rovina
perch non hanno accolto lamore della
verit per essere salvi. E per questo Dio
invia loro una potenza dinganno perch
essi credano alla menzogna e cos siano
condannati tutti quelli che non hanno
creduto alla verit, ma hanno acconsentito
alliniquit. (2Ts 2, 3-12) Lapostolo
Giovanni, nella sua Prima Lettera e
nellApocalisse, riferendosi allAnticristo lo
descrive come colui che non riconosce che
Ges Cristo Figlio di Dio negandone la
divinit: Chi il menzognero se non colui

che nega che Ges il Cristo? Lanticristo


colui che nega il Padre e il Figlio. (1Gv
2,22)
***

Lammonimento profetico di Vladimir


S. Soloviev - Card. Biffi
Meditazione tenuta il 27 febbraio 2007
dellarcivescovo emerito di Bologna Card.
Giacomo Biffi durante gli Esercizi Spirituali
quaresimali alla Curia romana e a Papa
Benedetto XVI e pubblicata sul quotidiano
Il Foglio del 15 marzo 2007.
Alla fine del secolo XIX la mentalit pi
diffusa prevedeva per il secolo che stava
per iniziare un avvenire di progresso, di
prosperit, di pace. Gi Victor Hugo, sul
finire dellOttocento, aveva profetizzato:
Questo secolo stato grande, il prossimo
secolo sar felice.

1. Solovv non si lascia contagiare da


tanto laicistico candore e, nella sua ultima
opera, I tre dialoghi e il racconto
dellAnticristo, datata alla Pasqua del
1900, pochi mesi prima di morire, prevede
che il secolo XX sar contrassegnato da
grandi guerre, da grandi rivoluzioni cruente,
da grandi lotte civili. Sul finire del secolo, i
popoli europei persuasi dei gravi danni
derivati dalle loro rivalit daranno origine,
egli dice, agli Stati Uniti dEuropa Ma i
problemi della vita e della morte, del
destino finale del mondo e delluomo, resi
pi complicati e intricati da una valanga di
ricerche e di scoperte nuove nel campo
fisiologico e psicologico, rimangono come
per laddietro senza soluzione. Viene in
luce soltanto un unico risultato importante,
ma di carattere negativo: il completo
fallimento del materialismo teoretico. Ci
non comporter per lestendersi e
lirrobustirsi della fede. Al contrario,
lincredulit sar dilagante. Sicch, alla fine
si profila per la civilt europea una
situazione che potremmo definire di vuoto.
In questo vuoto appunto emerge e si

afferma
la
dellAnticristo.

presenza

lazione

2. Pi che la vicenda immaginata da


Solovv nella quale lAnticristo prima
viene eletto presidente degli Stati Uniti
dEuropa, poi acclamato imperatore
romano, si impadronisce del mondo intero,
e alla fine si impone anche alla vita e
allorganizzazione delle Chiese mette
conto di richiamare le caratteristiche che
sono qui attribuite a questo personaggio.
Era dice Solovv un convinto
spiritualista. Credeva nel bene e perfino in
Dio, ma non amava che se stesso. Era un
asceta, uno studioso, un filantropo. Dava
altissime dimostrazioni di moderazione, di
disinteresse e di attiva beneficenza. Nella
sua prima giovinezza si era segnalato
come dotto e acuto esegeta: una sua
voluminosa opera di critica biblica gli aveva
propiziato una laurea ad honorem da parte
dellUniversit di Tubinga. Ma il libro che gli
ha procurato fama e consenso universali
porta il titolo: La via aperta verso la pace e
la prosperit universale, dove si uniscono
il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli

antichi con un vasto e audace radicalismo


di esigenze e direttive sociali e politiche,
una sconfinata libert di pensiero con la pi
profonda comprensione di tutto ci che
mistico, lassoluto individualismo con
unardente dedizione al bene comune, il pi
elevato idealismo in fatto di principi direttivi
con la precisione completa e la vitalit delle
soluzioni pratiche. E vero che alcuni
uomini di fede si domandavano perch non
vi fosse nominato nemmeno una volta il
nome di Cristo; ma altri ribattevano: Dal
momento che il contenuto del libro
permeato dal vero spirito cristiano,
dallamore attivo e dalla benevolenza
universale, che volete di pi?. Daltronde,
egli non aveva per Cristo unostilit di
principio. Anzi ne apprezzava la retta
intenzione e laltissimo insegnamento. Tre
cose di Ges, per, gli riuscivano
inaccettabili. Prima di tutto le sue
preoccupazioni morali. Il Cristo
affermava col suo moralismo ha diviso gli
uomini secondo il bene e il male, mentre io
li unir coi benefici che sono ugualmente
necessari ai buoni e ai cattivi. Poi non gli
andava la sua assoluta unicit. Egli uno

dei tanti; o meglio diceva tra s stato


il mio precursore, perch il salvatore
perfetto e definitivo sono io, che ho
purificato il suo messaggio da ci che
inaccettabile alluomo di oggi. Soprattutto,
non poteva sopportare il fatto che Cristo
fosse vivo, tanto che istericamente si
ripeteva: Lui non tra i vivi e non lo sar
mai. Non risorto, non risorto, non
risorto! marcito, marcito nel
sepolcro.
3. Ma dove lesposizione di Solovv si
dimostra particolarmente originale e
sorprendente e merita la pi approfondita
riflessione nellattribuzione allAnticristo
delle qualifiche di pacifista, di ecologista, di
ecumenista.
I. Gi s visto che la pace e la
prosperit sono gli argomenti del
capolavoro letterario del nostro eroe. Ma
sono idee che egli riuscir anche ad
attuare. Nel secondo anno di regno, come
imperatore romano e universale, potr
emettere il proclama: Popoli della terra! Io
vi ho promesso la pace e io ve lho data. E

proprio a questo proposito matura in lui la


coscienza della sua superiorit sul Figlio di
Dio: Il Cristo ha portato la spada, io
porter la pace. A ben capire il pensiero di
Solovv su questo punto, giover citare
quanto egli dice nel terzo dialogo per bocca
del
Signor
Z.,
linterlocutore
che
rappresenta lautore: Cristo venuto a
portare sulla terra la verit, ed essa, come
il bene, innanzitutto divide. C dunque
dice Solovv la pace buona, la pace
cristiana, basata su quella divisione che
Cristo venuto a portare sulla terra
precisamente con la separazione tra il
bene e il male, tra la verit e la menzogna;
e c la pace cattiva, la pace del mondo,
fondata sulla mescolanza o unione
esteriore di ci che interiormente in
guerra con se stesso. Quanto al pensiero
sulla guerra nel senso pi comune e ovvio
del termine, ricordiamo che il primo dei tre
dialoghi solovviani tutto dedicato alla
critica del pacifismo tolstojano e della
dottrina della non-violenza. La guerra vi
si afferma certamente un male, ma
bisogna riconoscere che, sia nella vita dei
singoli sia in quella delle nazioni, si danno

situazioni in cui alla violenza malvagia non


basta rispondere con gli ammonimenti e le
buone parole. Possiamo dire che, secondo
Solovv, mentre gli ideali di pace e di
fraternit sono valori cristiani indiscutibili e
vincolanti, tali non possono essere ritenuti il
pacifismo e la teoria della non-violenza che
finiscono col risolversi troppo spesso in una
resa sociale alla prevaricazione e in un
abbandono senza difesa dei piccoli e dei
deboli alla merc degli iniqui e dei
prepotenti.
II. LAnticristo sar poi anche un
ecologista o almeno un animalista. Sono
termini moderni che ovviamente Solovv
non usa; ma la sua descrizione
abbastanza chiara: Il nuovo padrone della
terra egli precisa era anzitutto un
filantropo, pieno di compassione, non solo
amico degli uomini ma anche amico degli
animali. Personalmente era vegetariano,
proib la vivisezione e sottopose i mattatoi
a una severa sorveglianza; le societ
protettrici degli animali furono da lui
incoraggiate in tutti i modi.

III. LAnticristo infine si dimostrer un


eccellente ecumenista, capace di dialogare
con parole piene di dolcezza, saggezza ed
eloquenza. Convocher i rappresentanti di
tutte le confessioni cristiane a un concilio
ecumenico da tenere sotto la sua
presidenza. La sua azione mirer a
cercare il consenso di tutti attraverso la
concessione dei favori concretamente pi
apprezzati. Se non siete capaci di mettervi
daccordo tra voi dir ai convenuti
dellassise ecumenica spero di mettere
daccordo io tutte le parti, dimostrando a
tutti il medesimo amore e la medesima
sollecitudine per soddisfare la vera
aspirazione
di
ciascuno.
Attuer
praticamente questo disegno, ridonando ai
cattolici il potere temporale del Papa,
erigendo per gli ortodossi un istituto per la
raccolta e la custodia di tutti i preziosi
cimeli liturgici della tradizione orientale,
creando a vantaggio dei protestanti un
centro di libera ricerca biblica lautamente
finanziato. un ecumenismo esteriore e
quantitativo, che gli riuscir quasi
perfettamente: le masse dei cristiani
entreranno nel suo gioco. Soltanto un

gruppetto di cattolici con a capo il Papa


Pietro II, un esiguo numero di ortodossi
guidati dallo staretz Giovanni e alcuni
protestanti che si esprimono per bocca del
professor Pauli resisteranno al fascino
dellAnticristo. Costoro arriveranno ad
attuare
lecumenismo
della
verit,
radunandosi in ununica Chiesa e
riconoscendo il primato di Pietro. Ma sar
un ecumenismo escatologico, realizzato
quando ormai la storia pervenuta alla sua
conclusione: Cos racconta Solovv si
comp lunione delle Chiese nel cuore di
una notte oscura su unaltura solitaria. Ma
loscurit della notte venne a un tratto
squarciata da un vivido splendore e in cielo
apparve un grande segno: una donna
vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle.
4. Qual allora lammonimento
profetico che arriva ai nostri tempi da
questa specie di parabola del grande
filosofo russo? Verranno giorni, ci dice
Solovv, quando nella cristianit si tender
a risolvere il fatto salvifico, che non pu
essere accolto se non nellatto difficile,

coraggioso, concreto e razionale della


fede, in una serie di valori facilmente
esitabili sui mercati mondani. Da questo
rischio dobbiamo guardarci. Anche se un
cristianesimo che parlasse solo di valori
largamente condivisibili ci renderebbe
infinitamente pi accettabili nei salotti, nelle
aggregazioni sociali e politiche, nelle
trasmissioni televisive, non possiamo e non
dobbiamo rinunciare al cristianesimo di
Ges Cristo, il cristianesimo che ha al suo
centro lo scandalo della croce e la realt
sconvolgente
della
risurrezione
del
Signore. Questo pericolo vorrei
aggiungere nella societ dei nostri tempi
non puramente ipotetico. Don Divo
Barsotti ha detto una parola tremenda, ma
di attualit incontestabile: in molte
proposte, in molte iniziative, in molti
discorsi delle nostre comunit egli
afferma Ges Cristo una scusa per
parlare daltro. Il Figlio di Dio crocifisso e
risorto, unico Salvatore delluomo, non
traducibile in una serie di buoni progetti e
di buone ispirazioni, omologabili con la
mentalit mondana dominante. E una
pietra, come egli ha chiaramente detto di

s e come noi raramente abbiamo il


coraggio di ripetere : su questa pietra, o
(affidandosi)
si
costruisce
o
(contrapponendosi) ci si va a schiantare:
Chi cadr su questa pietra sar
sfracellato; e qualora essa cada su
qualcuno, lo stritoler (Mt 21,44).
5. Qualche chiarificazione a questo
punto si impone. indubitabile che il
cristianesimo sia prima di ogni altra cosa
avvenimento; ma altrettanto indubitabile
che questo avvenimento propone e
sostiene dei valori irrinunciabili. Certo non
si pu, per amore di dialogo, sciogliere il
fatto cristiano in una serie di valori
condivisibili dai pi; ma non si pu neppure
disistimare i valori autentici, quasi fossero
qualcosa di trascurabile. Occorre dunque
un discernimento. Ci sono dei valori
assoluti o, come dicono i filosofi,
trascendentali : tali sono, ad esempio, il
vero, il bene, il bello. Chi li percepisce e li
onora e li ama, percepisce, onora, ama
Ges Cristo, anche se non lo sa e magari
si crede anche ateo, perch nellessere
profondo delle cose Cristo la verit, la

giustizia, la bellezza. Ci sono valori relativi


(o categoriali), come il culto della
solidariet, lamore per la pace, il rispetto
per la natura, latteggiamento di dialogo
eccetera. Questi meritano un giudizio pi
articolato, che preservi la riflessione da
ogni ambiguit. Solidariet, pace, natura,
dialogo possono diventare nel non cristiano
le occasioni concrete di un approccio
iniziale e informale a Cristo e al suo
mistero. Ma se nella sua attenzione essi si
assolutizzano fino a svellersi del tutto dalla
loro oggettiva radice o, peggio, fino a
contrapporsi allannuncio del fatto salvifico,
allora diventano istigazioni allidolatria e
ostacoli sulla strada della salvezza. Allo
stesso modo, nel cristiano, questi stessi
valori solidariet, pace, natura, dialogo
possono
offrire
preziosi
impulsi
allinveramento
di
una
totale
e
appassionata adesione a Ges, Signore
delluniverso e della storia; , per esempio,
il caso di san Francesco dAssisi. Ma se il
cristiano, per amore di apertura al mondo e
di buon vicinato con tutti, quasi senza
avvedersene stempera sostanzialmente il
fatto salvifico nella esaltazione e nel

conseguimento
di
questi
traguardi
secondari, allora egli si preclude la
connessione personale col Figlio di Dio
crocifisso e risorto, consuma a poco a poco
il peccato di apostasia, si ritrova alla fine
dalla parte dellAnticristo.
6. Nella prefazione a I tre dialoghi
Solovv racconta che, ai suoi tempi, in
qualche governatorato della Russia aveva
cominciato a diffondersi una nuova
religione,
che
aveva
estremamente
semplificato la sua attivit di culto. I suoi
adepti dopo aver praticato in qualche
angolo buio nella parete dellisba un buco
di media grandezza applicavano ad esso
le labbra e ripetevano molte volte con
insistenza: isba mia, buco mio, salvatemi!.
In questa incredibile aberrazione nota
Solovv cera almeno il pregio di un uso
corretto dei termini: lisba la chiamavano
isba e il buco lo chiamavano buco. Nel
nostro mondo c invece di peggio,
continua implacabilmente il filosofo.
Luomo ha perduto lantica schiettezza. La
sua isba ha ricevuto la denominazione di
regno di Dio in terra; quanto al buco, si

cominciato a chiamarlo nuovo vangelo.


(Qui la polemica con Tolstoj scoperta e
addirittura feroce). Ma il cristianesimo
senza Cristo e senza la buona notizia di
una reale e personale risurrezione poi la
stessa cosa di uno spazio vuoto, come un
semplice buco, praticato in una isba di
contadini. In conclusione, a me pare che
anche e soprattutto oggi siamo alle prese
con la cultura della pura e semplice
apertura, della libert senza contenuti, del
niente esistenziale. Questa la pi grande
tragedia del nostro tempo. Ma la tragedia
diventa ancora pi grande quando a questo
niente, a queste aperture, a questi
buchi si attribuisce per amore di dialogo
qualche ingannevole etichetta cristiana.
Fuori di Cristo persona concreta, realt
viva, avvenimento c solo il vuoto
delluomo e la sua disperazione. In Cristo,
che il plroma del Padre, luomo trova la
sua pienezza e la sua sola speranza.
(fonte: http://holyqueen.altervista.org)

Das könnte Ihnen auch gefallen