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VENERD 5 FEBBRAIO 2010

L'"OPEN SPACE" DI ETTORE


GARZIA

L'ultimo decennio della musica (2000-2009) Parte Prima: Classica e contemporanea

Ettore Garzia

Mi pare d'obbligo pubblicare come primo articolo un resoconto dei migliori cd usciti nel primo decennio del
nuovo secolo. L'analisi abbraccia tutti i macrogeneri musicali (classica, jazz, rock, ambient, newage,
elettronica, ecc.) sebbene la musica moderna odierna sia spesso un miscuglio di questi generi. Cercher di
dividerli per ceppo di appartenenza.
Partiamo dalla musica classica.
Un solo concetto vorrei esprimere per farvi capire come la penso in materia: la tonalit che aveva dominato la
scena musicale per secoli e che aveva raggiunto il massimo espressivo nel tardo ottocento con un livello di
esplorazione notevole, aveva permesso ai musicisti di esprimere una serie di sentimenti come la
contemplazione della natura delle cose, l'esaltazione della bellezza, la percezione serena anche degli
accadimenti negativi, etc. Questa tendenza viene gradualmente soppiantata all'inizio del 1900 dall'atonalit che
dava la possibilit agli artisti di esprimere sensazioni nuove e decisamente pi libere a livello artistico, come il
senso dell'arcano, la spazialit, l'angoscia, la rabbia, l'avventura etc.. L'atonalit ha poi costituito l'apripista per
il serialismo e le altre culture musicali del novecento. Questo per dire che non sempre queste produzioni erano
godibili, anzi talvolta il livello di sperimentazione seppur eccelso comprimeva vistosamente le emozioni
suscitabili nell'ascoltatore.
La musica di questo decennio passato ricalca stilemi, generi e riproposizioni che appartengono a questa
fondamentale contrapposizione: vi per un ulteriore elemento di contaminazione che non solo espressione
della creativit dei musicisti, ma soprattutto determinato dalle accresciute possibilit di comporre grazie al
miglioramento della tecnologia e dell'interazione di quest'ultima con gli strumenti. Certo che nell'ambito della
critica e nel pensiero di coloro che seguono le evoluzioni della classica si fa sempre pi strada l'idea che
l'originaria purezza, austerit si stia miscelando con le istanze provenienti da altri generi musicali, processo
che era iniziato gi nei decenni scorsi e che in questo continua. Quindi, assistiamo, su tutta la stampa
specializzata, alla frequente rivisitazione dei modelli storici della musica classica, che spesso accecano la
variet e la freschezza dei compositori odierni: tuttavia il decennio 2000-2009 si pu considerare positivo, non
particolarmente innovativo forse anche a causa dei cattivi elementi che l'hanno contraddistinto (penso alle
conseguenze della strage delle Torri Gemelle, alla permanente crisi economica che ha colpito anche la cultura
musicale) ma che ha evidenziato una crescita dei paesi che tipicamente non sono i luoghi della cultura classica
dove invece i miglioramenti del tenore di vita sono stati indispensabili per un progresso veloce delle arti tra cui
anche quella musicale. Basti pensare all'Est orientale che si presenta sempre pi all'altezza della situazione
grazie ad alcuni autori di primaria importanza di provenienza cinese, Tan Dun -Water Passion after Saint
Matthew, Sony 2002-, Bright Sheng -China Dreams;Flute Moon;Postcards, BIS 2000-, Evelyn Chang -Poets
form the East, Avie Record 2009-, che ripropone oltre ad autori come Ma Shui Long anche autori poco
conosciuti come Leonid Desyatnikov di Stalingrado o la bulgara Dobrinka Tabakova. Oppure di provenienza
giapponese come Takashi Yoshimatsu -Symphony n. 5, Chandos 2001-, Hosokowa Toshio -Voiceless Voice
of Hiroshima, Col Legno 2002- ma l'apporto viene anche da altri generi come il rock ad esempio con il ritorno di
Ryuichi Sakamoto alla composizione al piano -Back to the basic, Sony 2002- dimostra di avere un'ottima
preparazione neoclassica.
I riferimenti alle influenze della wordl music si devono prendere in considerazione anche nell'ultimo (ed uno dei
pochi) lavori compositivi del Kronos Quartet -Floodplain, Nonesuch 2009-che infila una serie di suggestioni
culturali che provengono soprattutto dai paesi medio orientali nonch da alcuni paesi africani. Inoltre continua
la insistente riscoperta dei lavori di Lou Harrison, di cui in parte discepolo Robert Kyr -Violin Concerto trilogy,
New Albion R. 2005-.
La musica corale continua a rivestire grande interesse e i lavori migliori arrivano dai soliti mostri di bravura
contemporanei: John Rutter -Mass of the children, Collegium 2003-, Eric Whitacre -The complete acappella
works, Hyperion 2001-, entrambi inserendo nelle partiture elementi di novit. Ma la vera rivoluzione, a mio
modesto parere la compie Karl Jenkins, un ex musicista di jazz-rock che si dedica alla composizione
utilizzando stilemi che sono molto vicini alla new age, e d alle stampe una serie di lavori modernissimi
introducendo tralatro elementi tradizionali del suo paese (Galles). -The armed man, Virgin 2001/This land of
ours, Emi 2007-.
Numerose ed incommensurabili sono le registrazioni che rielaborano o riscoprono il patrimonio storico della
musica medievale e rinascimentale ed veramente da ammirare il lavoro dei gruppi che s'impegna allo scopo
(Hillard Ensemble, ecc); ritengo molto interessante l'operazione fatta da Ambrose Field & John Potter -Being
Dufay, Ecm 2009- che si impegnano a riproporre l'era gotica ed in particolare Dufay con un spirito ed una
strumentazione diversa ed affascinante.
Tra la musica sacra, notevoli sono i lavori di Osvaldo Goljov -La Pasion segun San Marcos, Hanssler Classics

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2001- che propone una rilettura "originalissima" e moderna del tema della passione secondo Marco, Peteris
Vasks -Pater Noster, Dona nobis pacem, Missa, Ondine 2007- e di John Tavener -The veil of the temple, RCA
2005-che si ripropone con un'opera titanica con pi orchestre e cori e che cerca un connubio tra religioni
diverse con tutti i rischi che quest'operazione comporta.
Il minimalismo continua a vivere nelle opere di Gavin Bryars -I have heard it said, CBC 2002- Philip Glass Violin Concerto, Naxos 2000-/Naqoyqatsi (col.son.) Sony 2002, Terry Riley -Atlantis Nash, Sri Moonshine
2002 e con il Kronos Quartet -Requiem for Adam, Nonesuch 2001/The Cusp of magic,Nonesuch 2008, John
Adams -Road Movies, Nonesuch 2004/On the trasmigration of souls -Nonesuch 2002, Phil Niblock -Touch
food, Touch 2003/Touch Three, Touch 2006, Rhys Chatam -A crimson grail (for 400 electric guitars), Table of
elements, 2005-, John Luther Adams -The light that fills the world, Cold Blue Label 2002/Red Arc-Blue Veil,
Cold Blue Label 2007, Peteris Vasks -Symphony n. 2 & Violin Concerto, Ondine 2003/Viatore, Wergo
Germany 2008.
Nell'ambito dell'atonalit si sottolineano i lavori al piano di Elliot Carter -Oppens plays Carter, Cedille 2008,
Thomas Ads -Asyla, Emi 2002-Magnus Lindberg -Clarinet Concerto, Ondine 2005-Frederick Rzewski -36
Variations on the people su Rzewski plays Rzewski, cofan.Nonesuch 2000-, lo scomparso Lepo Sumera Symphony n. 6/Cello Concerto, Musica profana, Bis 2003.
La musica spettrale si arrichisce dei lavori di Tristan Murail -The complete piano music, Metier
2005/Gondwana, Dsintgrations,Time and again -Disque Montaigne, 2003, Olga Neuwirth -Clinamen/Nodus;
Construction in space, Kairos 2002/ Chamber Music, Kairos 2001/Instrumental-Inseln aus "Bahlamms fest",
Kairos 2001, e l'interessante riproposizione di autori in qualche modo appartenenti all' Institut de recherche et
coordination Acoustique/Musique di Parigi (IRCAM) come Marc Andr Dalbavie, Gyorgy Kurtag, Brent
Sorensen -Shadows of silence, Emi,2009- fatta da Leif Ove Andsnes.
Nella sezione song cycle/lied/opera, da ricordare il lavoro di Kaija Saariaho -L'amour de loin, Philips 2002,
quelli di Osvaldo Goljiov -Ainadamar, Deutsche Gramophon 2003/Ayre, Deutsche Gramophon 2005, lavori in
cui svetta la voce del soprano Dawn Upshaw, Valentin Silvestrov in Silent Songs Ecm 2004.
James Dillon con -The book of elements, Nmc records 2004- e Michael Finnissy con Etched bright with
sunlight, Metronome 2003, tengono alta la scuola della new complexity. Mentre David Maslanka con
Symphony n. 5, Albany Records 2002 e Richard Danielpour con -Vox Populi (insieme ad altri autori) Ride,
Klavier 2004- rinverdiscono i concerti per Band/Wind Instruments. Per Danielpour significativo anche il lavoro
orchestrale in "In the arms of the beloved", Koch 2007.
Particolare enfasi in questo decennio viene data dalla stampa soprattutto ai prodotti classici che si rifanno alla
corrente del neo romanticismo: in particolare notevoli sono i lavori di John Corigliano con -The Red Violin
Concerto, Sony 2007- eseguito dal noto violinista Joshua Bell, Jennifer Higdon con -City scape, Concerto for
orchestra, Telarc 2004, Nicholas Bacri con -Une prire, RCA Victor Europe 2004.
Una nuova corrente coniata da un giornalista britannico si fa apprezzare: i "new tonalists" che ripropongono
temi impressionistici con un accento moderno del tutto particolare; tra i tanti lavori quelli pi interessanti sono
quelli di Ned Rorem con -Three symphonies, Naxos 2003/Flute Concerto, Naxos 2006 e soprattutto il vincitore
del premio Pulitzer Prize for Music, Paul Moravec con -Tempest Fantasy, Naxos 2007/The time
gallery,Protean fantasy,Ariel Fantasy, Naxos 2006.
Tra i polistilisti James MacMillan -The Wordl's ramsoning; The confession of Isobel Gowdie, LSO 2003,
Michael Torke con -An American abroad/Jasper, Rapture, Naxos 2003, Steven Hartke con -Clarinet
Concerto, Naxos 2003/The Horse with the Lavander Eye, Chandos 2009, il giovane compositore ed
arrangiatore Nico Muhly con -Speaks volumes, Bedroom Comunity 2007. Molto interessanti sono anche i
lavori recenti di Valentin Silvestrov -Bagatellen und serenaden, Ecm 2007/Nostalghia: Piano Works, Hanssler
Classics 2006/Metamusik, Postludium Ecm 2003/Symphony n. 6, Ecm 2007, agganciato dalla critica mondiale
alla corrente della new semplicity che era appannaggio di Rihm e Gorecki, ma i suoi lavori contengono chiari
riferimenti alla musica impressionista di fine secolo ottocento, inizio novecento. Particolarmente austero poi il
lavoro ai violini fatto dalla compositrice Mary Ellen Childs con -Dream House, Innova 2007, e quello angelico
di Phil Kline -Unsilent night, Cantaloupe 2001-fatto sull'elettronica, entrambi comunque influenzati dalle arti
visive. In generale, bisogna dire comunque che in questo decennio un p appanato il collage classicoelettronica, forse pi a causa della crisi di identit di quest'ultima.
Come gi ribadito, vi una parte consistente della critica musicale che ritiene che possa rientrare nel genere
anche le contaminazioni fra generi e quindi non possiamo ignorare il filone modern classical cos definito che
mischia movimento classico (soprattutto romantico-impressionista) e l'ambient, ammodernando le strutture di
Erik Satie (Max Richter , Peter Broderick , Hauscka, etc.) oppure i forti legami tra classica e new age non solo
con i lavori di Karl Jenkins gi menzionati, ma anche con Kevin Keller ed altri musicisti di estrazione classica.
Inoltre continuano le mediazioni dal rock (in particolare dal post-rock), mentre meno forti sono le interazioni tra
classica e jazz che comunque godono della pubblicazione di una serie di lavori su Tzadik (l'etichetta di John
Zorn) di alcuni artisti al confine e di una nuova splendida serie di pianisti (Fred Hersch, V. Tsabropoulos, ecc.).
Di questo per ne parleremo nella sede specifica.
N.B. Le segnalazioni su dischi ed opere sono state fatte in base al materiale registrato ed esistente: come
sanno tutti gli appassionati di classica moderna, vi tanto "catalogo" da registrare, e ci sono ancora opere
risalenti anche a decenni fa che non sono mai state incise su disco, almeno per i compositori "meno
conosciuti".
Diritti Riservati - Pubblicato da Ettore Garzia a 20:47
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