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Sollecitazioni residue in saldatura

Le sollecitazioni residue in saldatura sono il campo di sollecitazioni che resta in un


materiale dopo che sono state effettuate operazioni di saldatura e sono stati rimossi tutti
i carichi esterni. In realt queste sollecitazioni esistono anche dopo l'esecuzione di
una brasatura, ma, data la loro entit notevolmente minore di quella correlata alle saldature,
generalmente non vengono considerate.
Nel corso dell'operazione di saldatura il materiale viene sottoposto ad un ciclo
termico estremamente severo, che lo porta dalla temperatura iniziale fino alla temperatura
di fusione e lo riporta alla temperatura ambiente in un tempo relativamente breve. Nel corso
del riscaldamento il materiale aumenta di volume e cambia di forma a causa del diverso
riscaldamento delle varie parti, invece, quando la temperatura diminuisce, il materiale non
pi libero di assumere il volume iniziale, in quanto adesso vincolato all'altra parte su cui
stata effettuata la saldatura e dagli altri vincoli esterni imposti alla struttura da saldare. Le
sollecitazioni residue sono provocate anche dalla presenza di vincoli sulle parti da saldare,
vincoli che devono essere inseriti per evitare che la struttura sia eccessivamente deformata
nel corso delle operazioni di saldatura (vedi foto). Questo fatto pu comportare problemi, in
quanto vincoli molto iperstatici tendono a ridurre le deformazioni della struttura dopo
saldatura, ma aumentano le sollecitazioni residue, quindi il progettista della saldatura
spesso deve arrivare a un compromesso fra le due diverse necessit. La parte elastica delle
deformazioni scompare con il ritorno della struttura alla temperatura ambiente, invece la
parte plastica, non potendo annullarsi, genera uno stato di sollecitazioni, quindi
sollecitazioni residue, entro la struttura. Il campo delle sollecitazioni residue si estende per
tutta la lunghezza del giunto, e per una larghezza dipendente dalla geometria del giunto e
dal procedimento di saldatura.
I principali parametri che interessano le sollecitazioni residue sono:
Geometria del giunto (a T, a L o piano)
Spessore delle due parti da saldare
Apporto termico specifico del procedimento
Numero di passate
Geometria del cianfrino
Natura dell'eventuale materiale d'apporto
Le sollecitazioni residue non sono provocate da carichi (forze o momenti) esterni, quindi
devono essere globalmente equilibrate, ovvero:

dove la sollecitazione in un punto, dA una qualsiasi area infinitesimale nel pezzo


saldato e z la distanza da un qualsiasi punto di riferimento.

Deformazione di una lamiera dopo saldatura, nel corso della saldatura i bordi della lamiera
non erano vincolati

Sollecitazioni termiche nel corso di una saldatura fra due lamiere piane in acciaio di uguale
spessore
Nella figura a fianco sono riportati gli andamenti delle sollecitazioni longitudinali x (dove x
l'asse della saldatura ed y l'asse perpendicolare a esso) in funzione della distanza dalla
saldatura stessa, naturalmente si suppone che le sollecitazioni siano simmetriche rispetto
all'asse x. Nel corso della saldatura di due lamiere la situazione di sollecitazione termica
varia, inizialmente (punto D) la lamiera non sollecitata, quando il bagno di saldatura
raggiunge il punto interessato (C) non si hanno sollecitazioni nel metallo liquido, mentre le
parti adiacenti al bagno sono soggette a sollecitazioni di compressione, che, allontanandosi
dalla linea di saldatura, diminuiscono fino a invertire i segno (trazione). Man mano che il
materiale raffredda e solidifica (B) le sollecitazioni nel cordone di saldatura aumentano ed
assumono valori positivi (trazione), tuttavia sono limitate, finch la temperatura resta
relativamente elevata, dalla sollecitazione di snervamento del materiale alla temperatura
corrente. Quando il processo di raffreddamento finito (A) la sollecitazione residua ha un
valore sensibilmente elevato ed di trazione sul cordone di saldatura (zona fusa) e di
compressione a partire da una certa distanza (valutabile in base ai parametri di saldatura ed
allo spessore della lamiera), per poi decrescere in valore assoluto asintoticamente.
Le sollecitazioni residue in direzione trasversale alla saldatura (y) sono generalmente
minori delle sollecitazioni in direzione longitudinale (y), ed hanno un andamento
generalmente simmetrico rispetto al punto medio della saldatura, con compressione alle
estremit e trazione al centro. Queste sollecitazioni sono legate a condizioni di vincolo
trasversale molto severe. In genere non possibile trovare distribuzioni caratteristiche
come quelle presentate sopra per le sollecitazioni longitudinali in acciai.
In pochi casi sono di interesse tecnico le sollecitazioni in direzione dello spessore della
saldatura (z), in genere rivestono interesse solo nel caso di forti spessori e di materiali
soggetti a rottura fragile.
Misura delle sollecitazioni residue
Le sollecitazioni residue vengono misurate con diversi metodi, che, generalmente,
distruggono il provino su cui sono effettuate le misurazioni stesse (prove distruttive), i
metodi di controllo non distruttivi per le sollecitazioni residue non sono ancora

sufficientemente sviluppati per coprire tutte le esigenze. I valori di gradiente di


sollecitazione in prossimit della saldatura possono arrivare a 140 GPa/m, quindi queste
misure richiedono una forte risoluzione spaziale e precisione di posizionamento. La AWS
(American Welding Society) classifica le tecniche di misura in tre campi:
Rilassamento delle sollecitazioni (stress relaxation), cio misurare la deformazione
della struttura con estensimetri elettrici o meccanici una volta che in una certo
volume le sollecitazioni sono state riportate a zero.
Diffrazione, possono essere usati tanto raggi X quanto neutroni, ci che rilevante
che la lunghezza d'onda dell'agente rivelatore sia prossima alla distanza
reticolare del materiale.
Misura con metodi acustici o magnetici
Generazione di cricche sia con l'immissione del campione saldato in atmosfera
di idrogeno sia con effetti di corrosione sotto sollecitazione.
Rilassamento delle sollecitazioni [modifica]
Quando si scarica un corpo, anche se ha subito nella fase di carico sollecitazioni tali da
portarlo in campo plastico, le deformazioni durante lo scarico sono elastiche, quindi
possibile misurare lo stato di sollecitazione iniziale misurando la deformazione (elastica)
che si ottiene dopo lo scarico senza dover prima valutare la storia di carico del corpo. Con
questi metodi di misura (distruttivi) il corpo viene tagliato in pezzi o vengono rimosse parti
sollecitate del corpo stesso, la deformazione viene misurata con estensimetri o con sistemi
di reticoli o con vernici fragili. Queste metodologie si basano su diversi modi di
asportazione di volume dal corpo sollecitato.
Il metodo pi semplice, supponendo che lo stato di sollecitazione sia biassiale, applicare
3 estensimetri (generalmente a 60 o a 45 fra loro) su una superficie piana abbastanza
ristretta perch, una volta asportata dalla parte saldata, si possa ritenere che lo stato di
sollecitazione sia nullo. Quando si taglia la superficie dalla struttura, gli estensimetri
mostreranno due deformazioni di spostamento (x e y) ed una deformazione di distorsione
(xy). Da queste deformazioni, conoscendo le caratteristiche elastiche del materiale,
supposto isotropo e omogeneo (E e ), possibile ottenere lo stato di sollecitazione (x,
y e xy). Effettuando misure su entrambe le facce di una lamiera possibile risalire allo
stato di flessione della lamiera stessa.
Altri metodi prevedono il posizionamento di estensimetri sulla superficie saldata e
l'effettuazione di fori (metodo Mathar-Soete) o solcature (metodo Gunnert) in prossimit
degli estensimetri, misurando quindi il rilassamento dello stato di sollecitazione.
Diffrazione [modifica]
La diffrazione misura direttamente lo stato di deformazione locale del reticolo cristallino del
materiale saldato, in quanto permette di confrontare le distanze reticolari degli atomi in un
campione totalmente privo di sollecitazioni con quelle del campione saldato. Dallo stato di

deformazione locale e dalle caratteristiche meccaniche ed elastiche del materiale base


possibile risalire allo stato di sollecitazione presente nel materiale. Questa metodologia ha
il vantaggio rispetto a quella di rilassamento delle sollecitazioni di essere non distruttiva,
tuttavia non generalmente applicabile a strutture di grosse dimensioni, in particolare la
diffrazione neutronica (che fornisce i risultati pi affidabili), richiedendo una sorgente
neutronica ad alta intensit (quindi un reattore nucleare) non pu essere applicata
estesamente.
I raggi X o i neutroni inizialmente vengono fatti diffrangere da un campione privo di
sollecitazioni interne (in genere questi campioni si ottengono o da polvere del materiale
base o da cubetti di piccole dimensioni trattati termicamente), successivamente vengono
fatti diffrangere dal campione in cui si vogliono misurare le sollecitazioni residue,
ottenendo in entrambi i casi misure delle distanze atomiche entro il reticolo, dalla differenza
fra questi valori si pu risalire allo stato di sollecitazione nel provino, conoscendo i valori
del tensore di elasticit del materiale. Se lo stato di sollecitazione biassiale sono
necessarie almeno tre misure con diversi angoli di incidenza. In questa tecnica riveste una
particolare importanza la misurazione delle temperature a cui vengono effettuate le due
prove, dato che una variazione di temperatura modifica i parametri reticolari dei materiali.
La diffrattometria a raggi X (lunghezza d'onda 0,05-0,23 nm) permette di misurare le
sollecitazioni sulla superficie del manufatto saldato (profondit dell'ordine di 10 M) e pu
essere usata anche sul campo, per avere la possibilit di misurare le sollecitazioni nel
corpo del manufatto necessario sezionarlo (quindi diventa un tecnica distruttiva).
Invece la diffrattometria neutronica permette la misurazione delle sollecitazioni nel corpo
del manufatto (profondit massima da 20 mm per le leghe di W a 300 mm per le leghe di Al),
ma, per i motivi gi indicati, non pu essere usata sul campo. Un vantaggio delle
misurazioni per diffre<zione neutronica la possibilit di misurare anche stati di tensione
triassiali, ruotando opportunamente il rivelatore rispetto al punto in cui vien effettuata la
misura.
Metodi acustici e magnetici
I metodi acustici si basano sulla differenza di velocit delle onde acustiche nei materiali a
seconda dei parametri reticolari, in genere vengono usate onde ultrasonore (210 MHz)superficiali. Il fatto che la misura debba necessaria mente essere fatta su un volume
piuttosto elevato implica che il risultato non pu essere puntuale, ma fornisce la media
delle sollecitazioni (o deformazioni) sul volume esaminato. Inoltre questo metodo richiede
una taratura molto precisa con blocchi campione che siano quanto pi simili possibile al
materiale da esaminare anche a livello microstrutturale.
I metodi magnetici sono applicabili solo ai materiali ferrosi o alle leghe di nickel, cio ai
materiali che presentano variazioni della permeabilit magnetica in funzione dello stato di
sollecitazione. Analogamente alle misure con onde acustiche queste misurazioni sono

fortemente influenzate dalla microstruttura del materiale e permettono un'analisi dello stato
di sollecitazione solo sulla superficie della struttura.
Generazione di cricche
Queste tecniche permettono solo valutazioni qualitative (non quantitative) dello stato di
deformazione del manufatto. In genere le cricche vengono generate per immissione del
materiale in atmosfera di idrogeno (in questo caso deve trattarsi di acciaio ferritico) o per la
generazione di cricche per corrosione sotto sollecitazione (stress corrosion), metodo usato
generalmente per acciai austenitci e leghe di nickel. Il vantaggio di questo metodo risiede
nel fatto che possibile effettuare le cvalutazioni anche su geometrie di saldatura molto
complesse.
Effetti delle sollecitazioni residue
Le sollecitazioni residue non hanno effetto sulla rottura per carichi imposti, purch il
materiale sia sufficientemente duttile, dato che, un aumento locale della sollecitazione oltre
il limite di snervamento provoca una deformazione locale che ridistribuisce il carico stesso.
Invece in altre situazioni le sollecitazioni residue, sommandosi alle sollecitazioni provocate
dai carichi sulla struttura, possono aumentare il rischio di un collasso della struttura stessa
Tipicamente le sollecitazioni residue hanno effetti negativi sui seguenti fenomeni:
Materiali in condizioni di poter subire rotture per frattura fragile
Strutture soggette ad instabilit euleriana
Strutture soggette a carichi affaticanti
Materiali soggette a cricche sotto sollecitazione
Frattura fragile [modifica]
Si intende per frattura fragile (o frattura instabile) la frattura dovuta alla propagazione
di cricche in particolari condizioni di geometria (presenza di intagli) e con carichi localizzati
che portano il (KI) ad un valore superiore a quello critico del materiale. Uno dei primi punti
che fu evidente quando inizi lo studio dei fenomeni di frattura (1921[1]) fu che, in presenza
di saldature, le sollecitazioni provocate dai carichi esterni che portavano al collasso della
struttura potevano essere sensibilmente inferiori a quelle ricavate sperimentalmente con
provini intagliati.
Se l'estremit della cricca si trova in una regione in cui sono presenti sollecitazioni residue
di trazione, le sollecitazioni residue si sommano alle sollecitazioni di trazione provocate dai
carichi esterni ed alle sollecitazioni di picco provocate dall'apice della cricca e,quando la
temperatura inferiore alla temperatura di transizione duttile-fragile, portando ad una
propagazione instabile della cricca per carichi inferiori a quelli che si avrebbero in un
provino non saldato.

Carichi affaticanti
L'effetto sui carichi affaticanti tale che il numero di cicli che porta al collasso in un
provino saldato tende ad aumentare nelle zone in cui le sollecitazioni residue sono di
compressione, mentre tende a diminuire nelle zone in cui sono presenti sollecitazioni
residue di trazione. Spesso opportuno asportare il sovrametallo per ridurre le
sollecitazioni sulla superficie, zona da cui generalmente si originano le cricche che,
aumentando di dimensioni, portano alla frattura per fatica.
Instabilit elastica
La presenza di sollecitazioni residue di compressione pu portare ad una riduzione dei
carichi che portano a collasso per instabilit euleriana, particolarmente su strutture sottili
(colonne di piccolo diametro o lamiere sottili). Data la natura delle sollecitazioni residue in
saldatura, che sono in parte di compressione ed in parte di trazione non possibile dare
una regola generale per tenere conto dei loro effetti su questo fenomeno.
Cricche sotto sollecitazione [modifica]
In alcuni materiali e particolarmente nelle leghe di nickel possibile che sostanze
specificatamente aggerssive (per esempio gli ioni Cl- per gli acciai inossidabili austenitici)
attacchino il materiale fra i grani metallici (corrosione intergranulare), soprattutto in
presenza di uno stato di sollecitazione. Da questi attacchi lungo il bordo dei grani si
formano cricche particolarmente insidiose, in quanto estremamente sottili (cricche da
corrosione sotto sollecitazioni - SCC - stress corrosion cracks). In presenza di sollecitazioni
residue, la possibilit di attacchi simili notevolmente esaltata, tanto che possono avvenire
anche senza la presenza di una causa esterna di sollecitazioni.
Considerando l'andamento delle sollecitazioni residue, le cricche provocate da questo
campo di sollecitazione sono longitudinali nella zona termicamente alterata (ZTA), mentre le
cricche trasversali generalmente sono originate nel metallo base, sebbene possano
estendersi anche nella ZTA.
Riduzione delle sollecitazioni residue
Considerando che spesso le sollecitazioni residue possono essere dannose per la stabilit
della struttura, nel corso della progettazione di una struttura saldata necessario studiare
le metodologie per ridurle sia in corso di saldatura sia successivamente all'effettuazione
della saldatura stessa.
Indipendentemente da tutte le altre precauzioni, la prima cosa da considerare, nella fase
stessa della progettazione della saldatura, di fare in modo di vincolare le parti da saldare
in modo tale da alimentare il ritiro, cio in modo che sia il ritiro stesso, che avviene quando
il materiale solidifica, a portare la struttura alla geometria voluta. Questo naturalmente non
sempre possibile, anche in considerazioni delle tolleranze richieste dal manufatto una
volta completato.

Studio della sequenza di saldatura


Generalmente uno studio accurato delle sequenze di saldatura pu permettere di ridurre
(mai di eliminare totalmente) le sollecitazioni residue. Per esempio, se si deve effettuare una
saldatura su tutta la circonferenza di un tubo di grande diametro, indicati con i numeri da 1
a 4 (in sequenza) i quadranti della circonferenza, opportuno saldare con la sequenza:
1,3,2,4, in modo da evitare di saldare due quadranti di seguito(quindi vincolando 180 di
circonferenza).
Passate multiple
Effettuare un certo numero di passate a basso apporto termico (quindi con minore volume
di deposizione) invece di una singola passata ad alto apporto termico riduce le
sollecitazioni residue. Tuttavia, nel caso di passate multiple, necessario prendere
opportune precauzioni nel corso della prima passata, dato che nel corso del
raffreddamento, la prima passata ha la sezione minima in tutta la saldatura, quindi in essa
c' la massima concentrazione di linee di sollecitazione.
Trattamenti dopo saldatura [modifica]
Il trattamenti termici dopo saldatura (PWHT), portando il materiale a temperature elevate,
riducono le sollecitazioni residue al valore della sollecitazione di snervamento del materiale
alla temperatura massima del trattamento. Infatti le sollecitazioni residue, essendo
sollecitazioni dovute ad una deformazione impedita, sono limitate dalla sollecitazione di
snervamento, che, ridistribuendo il flusso del materiale, impedisce un ulteriore incremento
dello stato di sollecitazione.
Se non possibile (per esempio per le dimensioni del manufatto) effettuare un PWHT totale,
possono essere utili riscaldamenti localizzati (calde di ritiro) sulla superficie pi allungata,
che, portandola da alta temperatura (600-800 C per l'acciaio ferritico) permette un
ricalcamento di questa superficie, dovuto agli effetti elastici della superficie opposta.

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