JULIO RAMON RIBEYRO
A spasso
nel mondo
interrotto
di Vittorio Giacopini
imuove come un Dante (tabagista) tra
ibeatie gliappesie gliaddannati. Julio
Ramon Ribeyro, attorno ai cinquan-
Panni, attraversava ormai le strade di
Parigi come se fosse l'unico ancora in status
viatoris, ¢ il solo vivo, al cospetto di presenze
(sfuggenti)giaassegnateaundestinobloccato
—leternita—e prive diautenticaesistenza, e di
spessore. In una pagina di queste eccezionali
Prosas Apatridas tale sensazione di estraneita
assolutaeirrevocabileéespressa,anzi proprio
scolpita, alla perfezione. Nonsisentesuperio-
re Ribeyro, ma abbandonato. «Ho I'impres-
sionesemprepiunettacheilmondosistiapro-
gressivamente spopolando... per strada non
incontriamo altro che sagome, figure, simbo-
li... [framumenti, i flash abbaglianti, le rifles-
sioni, leilluminazioniraccoltein Scritti Apolidi
nascono da questa condizione di estrema (e
rassegnata) distanza daun mondo di occasio-
ni,incontri, sognie progettie confusiideali gia
al tramonto, Come Dante, Ribeyro non giudi-
canessunomasiimbatte soltantoin chihagia
subito un giudizio finale, e non ha piu storia.
Vale per gli altri, anime ferme in status reci-
pientis pro meritis, ombre bloccate; vale - in
parte - anche per lui, ed é doloroso.
Scritti apolidi fa di questa sensazione finale
dispaesamento un metodo e un programma
dilavoro.«Vivereinmezzoaifantasmi»,muo-
versiin un mondo interrotto dove «lepersone
disuccessocercanoeincontranosololeperso-
né disuccesso ei falliti sono falliti»: da questa
situazione, Ribeyrotrael'occasione per ripen-
sarealsuolavoro discrittore(ediuomo)senza
ilusioni. Apatridas non tanto perché scritte in
esilio ma perché inascrivili a un genere preci-
s0,e senza unoschema(nonsononéracconti,
né pagine di diario, né aforismi) queste prose
rappresentano forse una forma arrischiata di
confessione ma senza concessioni all’intimi-
smo, Ribeyroeun disperatoallegro, eundisil-
luso. Laverita é che trai “fantasmi” che incon-
traeincuisiimbatte dicontinuocen’éunoche
gli appare allo specchio, ogni mattina. E una
questione di etaeun modo per restare onestie
non barare, Sarebbe sciocco negare l'eviden-
za, prendersi in giro: «a una certa eta....la vita
comincia a sembrarci insulsa, lenta, sterile,
senza attrattive, ripetitiva, come se ogni gior-
no non fosse che il plagio del precedente».
Giornialloravissuticome“plagio” dialtrigior-
ni,ripetizioni. Dascrittore-dauomochelavo-
ra«alpuntodiconvergenzatravisibileeinvisi-
bile» — Ribeyro parte da questo smacco per
tentareunbilanciotraperditeeprofitti(edéun
azzardo). A differenza di troppiautori diargu-
te sentenze e stucchevoli aforismi, Ribeyro fa
sul serio, tremendamente. Scrive pensando e
pensa scrivendo (non capita a tutti) e muove
sempredal quelluogoappartatoeinafferrabi-
le dove arte e esistenzasiincrociano e smenti-
scono, divergonoesiscontrano,sisovrappon-
gono. Nella forma difforme delloscritto“apo-
lide” - un enigma - cerca «l’unico modo... per
comunicare con lo scrittore che é dentro di
me». Per farlo, habisognodibereedifumare(e
di pensare), «Dopo qualche bicchiere, lui
emerge. Esentolasuavoce...un po’ monocor-
de. Laregistroecercoditrattenerlafinchénon
diventa sempre pil! confusa e finisce per
scomparire quando mi ritrovo ad affogare in
un mare di nausea, tabacco e bruma». La veri-
ta, che il Ribeyro di Scritti Apolidi éun uomo
allegro(edisperato) che vive lasua vita diindi-
viduoediscrittore ormainellascissione(trasé
eisuoilopassati,etraséeglialtri). Lagrandez-
zadellibro sta nel fare di questo scaccol’occa-
sione di un consuntivo lucido e spietato. C’e
un’energia quasi misticae allucinataeamarae
senza luce in queste pagine, e chile voglialeg-
gere come un florilegio di massime e precetti
sappia che sbaglia strada e di grosso, perde
tempo. Di collezionisti di perle di saggezza
prét-a-porter, di parassiti della letteratura e
dell’arteépienoilmondo. Ribeyrononsirivol-
gealoro;neppurelidedesta, d'altra parte. Sili-
mitaaignorarli, questi fantasmi.
2 RIPROGLIONE RISERVATA,
Julio Ramon Ribeyro, Scritti apolidi,La
Nuova Frontiera, Roma, pagg. 131, € 15,00