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LORDINAMENTO GIURIDICO E IL DIRITTO COSTITUZIONALE

Qualunque organizzazione sociale costituisce un ordinamento giuridico; unorganizzazione per essere tale
ha bisogno di regole; tali regole costituiscono il DIRITTO di una data organizzazione, ovvero formano un
ORDINAMENTO GIURIDICO (insieme delle norme giuridiche di un gruppo sociale).
Il diritto si differenzia dal comando morale o religioso perch le regole etiche o i precetti religiosi sono volti a
perseguire la perfezione individuale o un progetto trascendente, le regole giuridiche tendono, invece, a
regolare i rapporti fra i soggetti di unorganizzazione sociale e a tutelare i beni comuni.
DIRITTO: indica in genere un insieme di norme (contenute in un testo ufficiale) applicate imparzialmente da
giudici dello stato a singole controversie con lo scopo di mantenere la pace sociale; il rispetto delle decisioni
(sentenze) dei giudici garantito dalla minaccia dell'uso della forza da parte dello stato. IL DIRITTO UNA
TECNICA D ORGANIZZAZIONE SOCIALE.
Teoria della pluralit degli ordinamenti giuridici
Ogni organizzazione produce diritto ed essa stessa prodotta dal diritto; il diritto non monopolio di alcuna
organizzazione, ma inerisce a qualunque organizzazione: da qui la cosiddetta teoria della pluralit degli
ordinamenti giuridici.
Diritto e organizzazione sociale:
Per quanto riguarda il rapporto tra diritto e organizzazione sociale vi sono diverse teorie:
Teorie normativistiche (Kelsen: Dottrine pura del diritto): sono le regole a costituire lorganizzazione
sociale, prima massa amorfa (Hobbes): una societ ha un ordinamento.
La dottrina di Kelsen si basa sulla concezione del diritto come norma, ossia come "dover essere" che va
nettamente separato dai fondamenti teoretici della realt. Ogni norma pu essere ricondotta a un'altra norma
di ordine superiore che la convalida, fino a giungere alla "norma fondamentale", criterio finale di validit
dell'ordinamento. Una sentenza giudiziaria, ad esempio, convalidata dalla norma che conferisce al giudice
il potere di produrre diritto, mentre la legislazione convalidata dalla costituzione.
Teorie istituzionaliste (Romano, Hauriou): lorganizzazione sociale a porre le regole ed a muoverle come
pedine in una scacchiera (Romano), nei paesi sia di common law (di origine anglosassone, in cui la base
del diritto formata da regole e principi elaborati dai giudici attraverso le sentenze), che di civil law: una
societ organizzata un ordinamento.
La teoria del diritto naturale
Una delle concezioni pi risalenti del diritto la teoria del diritto naturale o giusnaturalismo. Questa teoria
postula lesistenza di un insieme di principi della natura umana, eterni e immutabili, da cui deriva di diritto
naturale. Il diritto positivo, ossia il diritto effettivamente vigente in una societ, soltanto la traduzione in
norme dei principi universali del diritto naturale. Il legislatore segue un metodo deduttivo per elaborare le
norme particolari da quelle universali.
Il diritto come sistema
Ogni ordinamento un sistema in quanto le varie norme e i vari settori del diritto non sono solo parti di un
tutto, ma un insieme di elementi, ciascuno con una propria funzione, coordinata con la funzione degli altri:
Linsieme di pi elementi- imperativi, consuetudini, fatti normativi- accomunati dal fatto di essere tutti
espressione di una determinata organizzazione sociale e coordinati fra loro secondo criteri sistematici.
Ogni ordinamento un sistema:
-completo- non ammette vuoti normativi: lordinamento predispone determinati rimedi per colmare lacune o
vuoti normativi, ossia casi concreti non previsti dal diritto positivo, e permette allinterprete di rinvenire la
norma giuridica applicabile al caso.
-coerente- non ammette contraddizione fra norme: lordinamento non tollera contraddizioni tra le parti che
lo compongono e prevede criteri e meccanismi per risolvere i contrasti tra disposizioni normative stabilite in
tempi diversi o incidenti nella stessa materia, consentendone allinterprete di sciogliere le antinomie e di
individuare la norma che deve essere applicata in concreto.

-ordinato- ha un principio coordinatore che ne assicura lunit: tutte le norme dellordinamento possono
farsi risalire, in ultimo, al potere costituente, cio al momento fondamentale dellordinamento stesso e allatto
che con esso viene posto, la Costituzione .
Linterpretazione del diritto
1. Interpretazione letterale o testuale (quella che emerge dalle parole di un testo scritto)
2. Interpretazione logico-sistematica, in modo da inserire la norma in modo coerente nellordinamento
giuridico (riguarda la connessione fra le parole e il contesto considerato quale sistema).
Distinzione fra disposizione e norma
La disposizione una mera formulazione linguistica, suscettibile a diverse interpretazioni.
Le norme sono il risultato dellinterpretazione:
1.operate da coloro che sono chiamati ad applicare le disposizioni(amministratori o giudici),
2.sulla base di diversi criteri (letterale, logico-sistematico, storico-comparativo)
Ordinamento costituzionale- costituzione- diritto costituzionale
Lordinamento pu costituire un sistema solo se la sua unit e coerenza sono assicurate da un insieme di
principi e valori ispiratori. Unit e coerenza sono quindi garantite dal progetto fondante che la
costituzione. (documento che raccoglie le norme fondanti che il gruppo sociale si dato).
La costituzione pu essere scritta o non scritta, e, se scritta pu essere rigida o flessibile.
Rigida: costituzione che si pu modificare solo con procedimento di revisione aggravato
(approvazione della modifica per due volte di entrambe le camere,e la seconda delibera deve essere
approvata con almeno la maggioranza assoluta).
Per legge di revisione costituzionale si intende una legge che incide sul testo costituzionale,
modificandolo, sostituendo o abrogando le disposizioni in esso contenute. La revisione pu essere anche
totale.
Flessibile: costituzione che pu essere modificata o cui si pu derogare con legge ordinaria.
Non si pu dire che ogni ordinamento ha sempre avuto una costituzione, ma vero che ogni ordinamento
statale ha sempre avuto un proprio diritto costituzionale. Il diritto costituzionale rappresenta quel ramo del
diritto pubblico che studia i principi e le norme fondamentali della vita dello stato, dei cittadini e di tutti gli altri
soggetti della comunit.

Ordinamento costituzionale: Complesso delle norme fondamentali, scritte e non scritte, che danno
forma a ciascun ordinamento e che rappresentano, per cosi dire, il codice genetico che determina
lidentit dellordinamento giuridico stesso.
Costituzione: la carta entrata in vigore il 1 gennaio 1948
Inoltre, lordinamento costituzionale di un paese non si identifica con le sole norme formalmente
costituzionali e le norme di una costituzione non esauriscono i contenuti di un ordinamento costituzionale.
Organi costituzionali: gli organi e i soggetti costituzionali concorrono a delineare laspetto del nostro
ordinamento costituzionale.
Gli organi sono: il Parlamento, il Governo, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale; mentre i
soggetti sono : le Regioni, le Province ed i Comuni.
Per le dottrine normativiste lordinamento costituito dal complesso delle norme vigenti in un determinato
territorio. Nelle norme vigenti sono comprese sia le norme scritte, sia le norme non scritte. I normativisti
tendono ad identificare la costituzione con il documento costituzionale. Vedono nel diritto un sistema di tipo
piramidale che al vertice ha una norma suprema presupposta non posta, si tratta di una norma generale
sulla produzione del diritto in base alla quale si costruisce lintero ordinamento.

Per le dottrine istituzionaliste invece, un ordinamento non coincide con un complesso di prescrizioni
normative. Secondo questa corrente, le prescrizioni normative nascono da una determinata organizzazione
sociale e non viceversa. In altre parole, le norme sono il prodotto di fatti normativi, intervenuti in un certo
momento della storia: linstaurazione di un nuovo ordinamento, una rivoluzione, laffermarsi di una
consuetudine.
Costituzione materiale e formale: La distinzione tra costituzione in senso formale e costituzione in senso
materiale si deve a Costantino Moscati, noto costituzionalista italiano.
Per Moscati la costituzione in senso materiale consiste nei fini e nei valori su cui convergono le forze
politiche prevalenti. La costituzione in senso formale il documento in cui tali principi e tali valori sono
raccolti. Questo documento il sostegno dellintero ordinamento giuridico.
-diritto pubblico: linsieme delle norme che hanno per oggetto lorganizzazione dello Stato, di tutti i suoi
organi, degli enti politici e dei rapporti tra tali organi e i privati.
-diritto privato: linsieme delle norme che regolano i rapporti tra i privati.
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LO STATO

Dal sistema feudale caratterizzato da:


diritto di propriet su cose e persone
dispersione del potere
si passa allo Stato moderno (trattato di Westfalia, 1648= Pace di Vestfalia,Trattato di pace, siglato il 24
ottobre del 1648, che sanc la fine della guerra dei Trent'anni e stabil un nuovo equilibrio politico-religioso in
Europa.)
Gli Stati moderni si affermano allorch in varie parti dellEuropa alcuni ordinamenti conquistano
progressivamente autonomia ad identit. Tale processo si svolge in un una duplice direzione:
1 autonomia esterna rispetto agli ordinamenti universali del sacro Romano Impero e del Papato,
2 supremazia interna nei confronti degli ordinamenti particolari, feudali corporativi e municipali
Lo Stato caratterizzato da:
1. Politicit: lordinamento statale ha come fine la cura di tutti gli interessi generali che riguardano una
determinata collettivit stanziata su un determinato territorio;
2. Sovranit: vale a dire la sua supremazia rispetto ad ogni altro potere costituito al proprio interno e la
sua indipendenza rispetto a poteri esterni;
3. Monopolio della forza legittima: in grado di agire senza resistenze al proprio interno e senza
interferenze dallesterno.
Lesercizio di poteri sovrani sul proprio territorio incontra dei limiti:
- limiti di fatto derivanti dai processi di globalizzazione che rendono difficile il controllo delle
informazioni e la circolazione dei capitali e delle risorse;
- limiti giuridici derivanti dallordinamento internazionale che, in seguito al Secondo conflitto
mondiale, orientato alla protezione dei diritti umani.
Si ha quindi uno Stato quando una popolazione si sottopone ad un potere politico per dare vita ad un
ordinamento in grado di soddisfare i suoi interessi generali.
In questo modo una popolazione diviene un popolo, ovvero un insieme di persone legate dal fatto di
condividere tutte unuguale cittadinanza ( uguale diritti e doveri).
Per aversi uno Stato devono essere compresenti:
1.un popolo
2.un territorio
3.un governo sovrano
Non si ha uno stato:
1. quando c un popolo senza territorio (rom= zingari)
2. quando un popolo non sovrano su un territorio (palestinesi)

Stato: Organizzazione politica e giuridica di una collettivit su un dato territorio.


C una concezione dello Stato inteso come comunit politica, la quale, in quanto organizzata, costituisce
lordinamento giuridico statale. Suoi elementi fondamentali sono lo Stato, la sovranit, il popolo, il potere
politico e la costituzione. Due aspetti fondamentali sono:
- il popolo la fonte di legittimazione di ogni potere statale;
- il corpo elettorale il titolare dei poteri sovrani.
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Vi inoltre la concezione secondo cui lo Stato una pura costruzione giuridica.
In questa ottica:
- il territorio il solo ambito di validit delle norme;
- il popolo la sola sfera personale di validit delle norme;
- la forza dello Stato data dallefficacia delle norme.
Il massimo teorico del costituzionalismo di matrice liberale fu il filosofo inglese John Locke. Secondo queste
teorie, gli uomini possiedono tre diritti: alla vita, alla libert e alla propriet. Allo scopo di salvaguardare tali
diritti hanno anche il diritto (strumentale al perseguimento dei primi) a difendersi e ad offendere, Per farlo in
modo efficace essi trasferiscono per contratto tali diritti ad unautorit sovrana: ecco perch si parla di
dottrine contrattualiste.
Le origini del concetto che pone lo stato al di sopra di tutto, derivano dalla filosofia hegeliana. Secondo
Hegel, il popolo, cio gli individui, che ricevono identit dallo stato, e pertanto senza lo stato lindividuo non
ha identit e il popolo solo una moltitudine informe. Per questo, per il cittadino, non si tratta di difendersi
dallo stato, ma di identificarsi con esso. lo stato che viene prima (e anzi assorbe) lindividuo.
Marx: dottrine marxiste (abbattimento dello Stato liberale come sovrastruttura istituzionale strumentale al
dominio della classe egemone borghese)
a
lo Stato come strumento di dominio della classe egemone
b carattere strutturale: statalizzazione dei mezzi di produzione per debellare borghesia tramite lo Stato
espressione della dittatura del proletariato.
c Partito Unico, esso assume una funzione educativa.
d Politica: associata sin dagli inizi alle istanze della classe operaia, il cui programma pu essere
riassunto nel seguente modo: abolire le classi, giungendo cos a una reale eguaglianza sociale;
porre le risorse economiche sotto il controllo diretto delle classi lavoratrici; limitare il diritto di
propriet; incoraggiare una nuova morale basata sulla solidariet e la cooperazione.
Le forme di stato riguardano il modo in cui si atteggia il rapporto fra i cittadini ed il potere politico, vale a dire
il rapporto fra governanti e governati, nonch i fini ultimi che si pone lordinamento (riguarda tutto il popolo).
Le diverse forme di stato:
lo stato assoluto
- si caratterizza per la legittimazione del sovrano direttamente da Dio;
- accentramento in capo al sovrano e ai suoi delegati di tutto il potere pubblico senza distinzione fra le
diverse funzioni;
- rigida divisione in classi sociali e riconoscimento allaristocrazia, per lo pi di origine feudale, di una
condizione particolare grazie a privilegi, immunit, franchigie e cos via. (rif. pag. 38 39)
lo stato liberale
- contrassegnato da una base sociale ristretta perch il diritto di voto riservato a coloro che possiedono
un determinato censo o determinate capacit ( detto anche stato monosclasse)
- riconosce, per, a tutti i cittadini i diritti di propriet e di libert, che vengono garantiti da regole di diritto
generali e astratte, vincolanti anche per la pubblica amministrazione e tutelate da giudici indipendenti (per
queste ragioni viene definito stato di diritto).
lo stato liberaldemocratico (che in diversi paesi europei si caratterizza come stato sociale)
- si sviluppa dallo stato liberale e si comincia a delineare agli inizi del 900. Si estende il suffragio universale
ai ceti esclusi (in Italia il suffragio universale maschile si raggiunge nel 1912) porta non solo al
riconoscimento dei diritti politici a tutti i cittadini maggiorenni, ma favorisce lorganizzazione dei cittadini in
partiti politici e in sindacati al fine di meglio rappresentare e tutelare i ceti pi deboli: quindi diventa uno stato
pluriclasse nel quale non si possono ignorare i bisogni delle classi popolari.
lo stato fascista

- si ispirava alla concezione autoritaria dello stato propria della destra hegeliana (valore assoluto dellautorit
dello stato, diritti tutelati solo in quanto conciliabili con gli interessi statali, impostazione organi-cistica e
corporativa della vita economica)
lo stato socialista
- si ispirava alla concezione della lotta di classe propria delle teorie marxiste-leniniste (direzione dello stato
affidata al partito espressione della classe operaia, collettivizzazione dei mezzi di produzione, libert
riconosciute solo in quanto funzionali alla costruzione di una societ socialista)
lo stato confessionale
- sono quegli ordinamenti che non accettano il principio della separazione della sfera religiosa da quella
civile. Questi ordinamenti, fondano la loro legittimazione su basi religiose del potere statale e sulla correlativa
attribuzione di efficacia giuridica ai precetti religiosi.
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LO STATO E GLI ALTRI ORDINAMENTI. LORDINAMENTO INTERNAZIONALE

Secondo la teoria della pluralit degli ordinamenti giuridici, il diritto non monopolio dello Stato, ma inerisce
a qualsiasi corpo sociale organizzato.
Il diritto internazionale, quella parte del diritto che regola la vita della comunit internazionale. Pu
essere definito come il diritto della comunit degli Stati, quindi un diritto al di sopra di essi e dei loro
ordinamenti interni che disciplina la convivenza fra gli Stati.
Nasce nel 1648 con il Trattato di Vestfalia ( data della nascita dello Stato moderno).
Esso si differenzia rispetto agli altri ordinamenti statuali in quanto la sua base sociale costituita non da
persone fisiche, da esseri umani, ma esclusivamente da stati, cio da entit collettive.
Diritto internazionale generale: dobbligo per tutti i soggetti dellordinamento;
Diritto internazionale pattizio: trattati o accordi che vincolano solo gli Stati che vi prendono parte.
RAPPORTI TRA ORDINAMENTO INTERNAZIONALE E ORDINAMENTI STATALI
La concezione monista: Tende a ridurre ad unit ordinamento internazionale e ordinamento statale,
indicando quale dei due ha il primato rispetto allaltro.
Il primato dellordinamento internazionale sostenuto da Kelsen come sorta di governo mondiale.
La concezione dualista: Ordinamento Statale e ordinamento internazionale sono ordinamenti indipendenti
e separati, ciascuno dei quali compie autonomamente le proprie valutazioni giuridiche.
Ci che interessa ora il procedimento di adattamento del diritto interno agli obblighi di diritto
internazionale. Questi obblighi possono avere origine pattizia ovvero consuetudinaria.
Ratifica: istituto giuridico mediante il quale un soggetto (in questo caso lo Stato) fa propri gli effetti di un
accordo concluso con terzi dal proprio rappresentante (nel caso italiano i trattati li negozia il Governo).
Nel caso dellordinamento italiano la ratifica un atto presidenziale che in alcuni casi deve essere
autorizzato con legge dal Parlamento. (Art. 80).
Ladattamento dellordinamento interno allordinamento internazionale, cio ai vincoli che esso impone, pu
aver luogo in forme diverse:
a)atto normativo (atto avente forza di legge) che modifichi direttamente- sopprimendo o innovandolordinamento in conformit allaccordo;
b)ordine di esecuzione scaturisce dallemanazione di una legge ad hoc, prevista dallordinamento
italiano al fine delladattamento dellordinamento interno allordinamento internazionale. Essa svolge
2 funzioni:
1. autorizzare le ratifica del trattato
2. ordinare il consequenziale adattamento dellordinamento interno.
c)Adattamento automatico, come prevede la nostra costituzione ART. 10 (Lordinamento giuridico
italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute). Appena una
norma di diritto internazionale entra in vigore, immediatamente diventa norma del diritto interno.

Nel 1950 stata firmata a Roma, dai paesi aderenti al Consiglio dEuropa unorganizzazione con la finalit
di promuovere i principi dello stato di diritto - la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti delluomo
e delle libert fondamentali, la c.d. CEDU, allo scopo di consentire ai singoli la possibilit di accedere
direttamente a istanze internazionali. Questa evoluzione dovuta a forme pattizie, si basa cio su una serie
di trattati vincolanti per le sole parti contraenti.
Dopo la seconda guerra mondiale si sono andate affermando organizzazioni internazionali regionali
costituite da gruppi di stati allo scopo specifico del mantenimento della pace in determinate aree sotto forma
di alleanza nei confronti di stati membri: esse richiamano la Carta dellONU (la quale infatti prevede
espressamente la possibilit di intese regionali) e tendono a configurarsi come strumenti di autotutela a
carattere collettivo.
Esempi:

LOrganizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) a cui partecipa anche lItalia dal 1949
raccoglie insieme agli USA e al Canada i paesi non neutrali dellEuropa occidentale e 10 paesi
dellEuropa centro-orientale (26 in tutto). Lart. 5 del Trattato stabilisce il principio di mutua
assistenza fra gli alleati in caso di attacco armato contro uno stato membro.
Il Consiglio dEuropa, istituito nel 1949 con sede a Strasburgo, comprende 46 stati europei con il
compito di garantire lapplicazione della CEDU - Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
delluomo e delle libert fondamentali.

LOrganizzazione delle Nazioni Unite (ONU), retta e creata dalla Carta di San Francisco del 26 giugno 1945,
e sottoscritta da 50 paesi, nata subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, con lo scopo di rilanciale
il progetto fallito della Societ delle Nazioni creata a sua volta dopo la fine della I guerra mondiale.
I suoi principali organi sono:
- lAssemblea generale
- Consiglio di Sicurezza
- Corte internazionale di giustizia
- Segretario generale
Nel sistema ONU, luso della forza centralizzato, cio affidato al solo Consiglio di sicurezza: i singoli stati
non possono farvi ricorso, salvo il caso di attacco armato dal quale difendersi o dal quale difendere uno stato
aggredito (legittima difesa) e solo a titolo temporaneo, finch il Consiglio di sicurezza non abbia preso le
misure necessarie, come previsto dallart. 51 della Carta dellONU.

LORDINAMENTO DELLUNIONE EUROPEA

Fra gli ordinamenti giuridici con i quali quello italiano intrattiene rapporti, una posizione fondamentale ha
lUnione Europea. Essa nasce il 1 novembre 1993 a seguito dellentrata in vigore del Trattato sullUnione
europea: Trattato di Maastricht.
LUE frutto di un processo durato oltre 40 anni:
Trattato di Parigi (1951) che diede vita alla Comunit europea del carbone e dellacciaio (CECA) fra
BELGIO- FRANCIA- GERMANIA- ITALIA- LUSSEMBURGO- PAESI BASSI.
Essi, inoltre, hanno dato origine ad altri 2 comunit nel
Trattato di Roma (1957) (TCE) comprendente:
1.Comunit economica europea (CEE)
2.Comunit europea dellenergia atomica(CEEA) o (EURATOM).
La CECA, la CEE e lEURATOM erano le tre Comunit europee.
Trattato di Bruxelles (1965) Fusione degli organi istituzionali: le tre comunit ebbero in comune gli esecutivi
( la Commissione e il Consiglio) ed un bilancio unico.
Prevalenza della CEE quale comunit non settoriale.
I trattati europei

Atto unico europeo (1986):


- Ha come obiettivo lo sviluppo del mercato unico europeo;
- Rafforza il ruolo del Parlamento europeo (cooperazione in politica estera)
- Rafforza la capacit del Consiglio di decidere (x maggioranza e non pi x unanimit)
Trattato di Maastricht (1992): (PILASTRO I ) riunisce nell'unica cornice dell'Unione europea le tre Comunit
(EURATOM, CECA, CEE) e le cooperazioni politiche istituzionalizzate nei settori della politica estera, della
difesa, della polizia e della giustizia (PILASTRO II). Istituisce inoltre l'unione economica e monetaria (leuro),
introduce nuove politiche comunitarie (istruzione, cultura) e amplia le competenze del Parlamento europeo
(procedura di codecisione) (PILASTRO III).
Trattato di Amsterdam (1997) amplia le competenze dell'Unione: istituisce una politica comunitaria in
materia di occupazione, comunitarizza una parte delle materie che prima facevano parte della cooperazione
nel campo della giustizia e degli affari interni, adotta misure destinate ad avvicinare l'Unione ai cittadini e
rende possibile una cooperazione pi stretta tra taluni Stati membri (cooperazione rafforzata). Esso estende
la procedura di codecisione e i casi di voto a maggioranza qualificata, e semplifica e rinumera gli articoli dei
trattati.
Trattato di Nizza (2001): rivolto ad emendare tutti i precedenti accordi per adattare la struttura e il
funzionamento delle istituzioni europee (risalenti alla fondazione della Comunit Europea) allampliamento e,
in particolare, per dotarle di maggiori poteri decisionali ed esecutivi. Il Trattato di Nizza stabil i criteri di
trasformazione dei principali organi istituzionali dellUnione: il Parlamento, il Consiglio, la Commissione, la
Corte di giustizia, la Corte dei conti, il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni (tutti destinati
a cambiare per numero di membri e funzioni). A Nizza fu infine proclamata la Carta dei diritti fondamentali
dellUnione, che costituiva un primo passo verso una vera e propria Costituzione europea.
Dalla comunit allunione: gli Stati membri

Dal 1951: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi (6)
Dal 1973: Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda (9)
Dal 1981: Grecia (10)
Dal 1986: Portogallo, Spagna (12)
Dal 1995: Austria, Finlandia, Svezia (15)
Dal 1Maggio 2004: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia,
Slovenia, Ungheria (25)
Candidati (4): Bulgaria e Romania (dal 2007), Croazia, Turchia.
Le istituzioni politiche dellU.E.
Consiglio dei ministri
Il Consiglio dei ministri il principale organo legislativo. Composto dai rappresentanti degli stati membri, di
solito ministri, ha il compito di preparare i lavori del Consiglio e di eseguire i mandati che quest'ultimo gli
affida. La presidenza del Consiglio affidata a turno a uno degli stati membri e ha la durata di sei mesi.
Lattivit del Consiglio si divide in tre pilastri. Il primo comprende le politiche comunitarie in materia di
agricoltura, trasporti, energia, ambiente, ricerca e sviluppo, per le quali il Consiglio si attiva su proposta della
Commissione. Il secondo pilastro comprende la politica estera e la sicurezza; il terzo la giustizia e gli affari
interni. Su queste materie il Consiglio ha potere di decisione e di iniziativa.
La Commissione europea
La Commissione, composta di 25 membri (uno per Stato), l'organo esecutivo dell'Unione, ma suo anche
il compito di avanzare le proposte legislative. Essa vigila sulla corretta applicazione dei trattati europei e
delle decisioni adottate in base a essi. In ambito amministrativo la Commissione gestisce i fondi comunitari e
gli aiuti agli altri paesi. La Commissione europea ha un organico di 15.000 persone, di cui un terzo addetto
ai servizi di traduzione e di interpretazione.
I poteri della Commissione sono in particolare:
a) poteri elusivi di iniziativa
b)potere di vigilanza e controllo- anche segnalazione dei privati- sugli stati membri sullapplicazione del diritto
comunitario
c) gestione ed esecuzione dei finanziamenti comunitari (bilancio)

d) rafforzamento del ruolo del Presidente che nomina e revoca i commissari


e) poteri esecutivi (amministrazione e regolamento) del diritto comunitario
Parlamento europeo
Parlamento europeo Organo che rappresenta i popoli dei paesi dell'Unione Europea, eletto a suffragio
universale dal 1979 dai cittadini degli stati membri. Le elezioni si svolgono ogni cinque anni e tutti i cittadini
dell'UE hanno diritto di votare e di candidarsi, dovunque vivano all'interno dell'UE. Le ultime elezioni si sono
svolte nel giugno 2009.
Il Parlamento europeo dispone per le sue attivit di tre sedi: Bruxelles (Belgio), Lussemburgo e Strasburgo
(Francia).
Lussemburgo sede degli uffici amministrativi, ovvero del Segretariato generale. Le riunioni generali del
Parlamento, dette sessioni plenarie, si svolgono a Strasburgo e talvolta a Bruxelles. A Bruxelles si tengono
inoltre le riunioni di comitato.
Il Parlamento ha tre funzioni principali:
1. condivide con il Consiglio il potere legislativo in molti settori dintervento. Lelezione diretta del PE
da parte dei cittadini contribuisce a garantire la legittimit democratica del diritto europeo.
2. esercita il controllo democratico sulle altre istituzioni dellUE e in particolare sulla Commissione.
Ha il potere di approvare o respingere la nomina dei commissari e ha diritto di censura sulla
Commissione nel suo insieme.
3. condivide con il Consiglio il potere di bilancio dellUE e pu quindi incidere sulle spese comunitarie.
Alla fine della procedura, adotta o respinge il bilancio nel suo complesso.
La Corte di giustizia e il Tribunale di primo grado
La Corte di giustizia delle Comunit europee stata istituita nel 1952 dal trattato CECA (Comunit europea
del carbone e dellacciaio) e ha sede a Lussemburgo.
La sua funzione garantire che la legislazione dellUE sia interpretata e applicata in modo uniforme in tutti i
paesi dellUnione e che la legge sia quindi uguale per tutti.
La Corte vigila inoltre affinch gli Stati membri e le istituzioni agiscano conformemente alla legge e ha il
potere di giudicare le controversie tra Stati membri, istituzioni comunitarie, imprese e privati cittadini.
costituita da un giudice per ciascuno Stato membro, in modo da rappresentare tutti i 27 ordinamenti
giuridici nazionali dellUE.
La Corte si avvale dellassistenza di otto avvocati generali, che hanno il compito di presentare,
pubblicamente e con assoluta imparzialit, conclusioni motivate sulle cause sottoposte alla Corte.
I giudici e gli avvocati generali sono personalit dindubbia imparzialit, in possesso delle qualifiche o della
competenza richieste per ricoprire le pi alte cariche giurisdizionali nei paesi di origine. Sono nominati alla
Corte di giustizia in base ad un accordo congiunto tra i governi degli Stati membri, e rimangono in carica per
un periodo rinnovabile di sei anni.
Per coadiuvare la Corte nella gestione del gran numero di cause portate in giudizio e per offrire ai cittadini
una maggiore tutela giuridica, stato creato nel 1988 un Tribunale di primo grado. Questo Tribunale, che
affianca la Corte di giustizia, competente per pronunciarsi su determinati tipi di cause, quali azioni
promosse da privati cittadini, societ e alcune organizzazioni, e su ricorsi inerenti al diritto della concorrenza.
Anche questo tribunale composto da un giudice per ogni Stato membro.
Il Tribunale della funzione pubblica dell'Unione europea si pronuncia in merito alle controversie tra le
Comunit e i suoi agenti. composto da sette giudici ed affiancato al Tribunale di primo grado.
La Corte di giustizia, il Tribunale di primo grado e il Tribunale della funzione pubblica designano ciascuno, fra
i rispettivi giudici, il proprio presidente con mandato triennale rinnovabile.

Lordinamento dellunione europea si fonda prima di tutto sui TRATTATI, i quali sono stati conclusi per una
durata illimitata (art. 51 TUE) e costituiscono le c.d. fonti originarie o primarie del diritto comunitario; e
poi sul complesso di norme adottate sulla base dei trattati, seguendo il procedimento di produzione fissato
nel TCE. Sono queste norme c.d. fonti derivate le quali, ovviamente, devono essere compatibili coi trattati
sia sotto il profilo formale sia sotto il profilo sostanziale: hanno, dunque, rispetto ai trattati, carattere
secondario.
Principi dellUnione Europea:
A) Trasparenza delle decisioni collettive;
B) Il principio di sussidiariet: se un obiettivo non pu essere conseguito da uno stato membro, allora, e
solo allora, la Comunit pu intervenire; viceversa, se la Comunit non pu fra meglio dello stato
membro deve astenersi dal farlo.
C) Obiettivi generali:
- Occupazione e sviluppo equilibrato
- Difesa comune
- Mantenimento della pace
- Sviluppo e consolidamento della democrazia e dello stato di diritto
- Cittadinanza europea: riconosciuta di diritto a tutti i cittadini di uno stato membro, conferisce: la
libera circolazione e soggiorno nel territorio degli stati membri, lelettorato attivo e passivo nelle
elezioni comunali ed europee nello stato in cui si risiede, il diritto di rivolgersi al Mediatore europeo,
ecc
D) La parit tra uomini e donne
E) Protezione dellambiente
La Carta dei diritti fondamentali
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (UE) costituisce la sintesi dei valori condivisi dagli Stati
membri dell'UE e riunisce per la prima volta in un unico testo i diritti civili e politici classici e i diritti economici
e sociali. La carta stata adottata ufficialmente a Nizza nel dicembre 2000 dai presidenti del Parlamento
europeo, del Consiglio e della Commissione, e rappresenta un impegno politico, senza effetto giuridico
vincolante. Grazie alla visibilit e alla chiarezza che la carta conferisce ai diritti fondamentali, essa
contribuisce a sviluppare il concetto di cittadinanza dell'Unione ed a creare uno spazio di libert, sicurezza e
giustizia.
La carta comprende un preambolo introduttivo e 54 articoli, suddivisi in sette capi:

capo I: Dignit

capo II: Libert

capo III: Uguaglianza

capo IV: Solidariet

capo V: Cittadinanza

capo VI: Giustizia

capo VII: Disposizioni generali.

Il diritto comunitario derivato


Il diritto comunitario derivato contiene gli strumenti utili ad attuare le politiche comunitarie.
Essi sono:
1. Regolamenti: atti normativi (leggi) obbligatori in tutti i loro elementi, direttamente applicabili in tutti gli
stati membri;

2. Direttive: atti che vincolano lo stato membro per quanto riguarda il risultato da raggiungere, ma
lasciano libero lo stato di determinarne i mezzi;
3. Decisioni: si tratta di atti normativi obbligatori in tutti i loro elementi per coloro a cui sono destinati e
riguardano argomenti precisi. Le decisioni creano regole concrete al pari di un contratto, una
sentenza, un provvedimento amministrativo;
4. Raccomandazioni e pareri: Si tratta datti comunitari non vincolanti con i quali gli organi comunitari
rivolgono consigli, suggerimenti.
Sono tre i procedimenti fondamentali per la formazione del diritto comunitario derivato:
1. Codecisione: prevede una vera e propria condivisione del potere legislativo tra il Parlamento e il
Consiglio dell'Unione europea; la proposta parte dalla Commissione e poi devono concorrere al
testo sia il Parlamento europeo sia il Consiglio, in caso di persistente disaccordo tra i due colegislatori, viene convocato un "comitato di conciliazione", composto da rappresentanti del Consiglio
e del Parlamento assistiti dalla Commissione, al fine di raggiungere un accordo. Quest'ultimo
sottoposto in terza lettura al Parlamento e al Consiglio per la sua adozione finale;
2. Cooperazione: La proposta della Commissione inviata in prima lettura al Consiglio e anche al
Parlamento europeo. L'obiettivo di richiedere il parere del Parlamento consiste nel far s che egli
possa trasmettere al Consiglio il suo parere sulle proposte della Commissione prima dell'adozione
della "posizione comune", nell'interesse di una fattiva partecipazione al processo legislativo. Il
Parlamento pu apportare modifiche alla posizione comune del Consiglio, ma, a differenza di quanto
avviene nella procedura di codecisione, la decisione finale spetta al solo Consiglio;
3. Consultazione: Il Parlamento europeo consultato prima dell'adozione di un atto normativo.
La consultazione parlamentare in alcuni casi obbligatoria perch lo richiede la base giuridica e la
proposta non pu diventare legge se il Parlamento non ha espresso un parere. In altri casi la
consultazione facoltativa e la Commissione si limita a suggerire che il Consiglio consulti il
Parlamento.
Procedure intergovernative: Procedure specificatamente rivolte a lasciare agli stati membri il pieno
controllo del procedimento.
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LE FONDI DEL DIRITTO

Si chiamano fonti del diritto linsieme dei fatti (gli eventi naturali o sociali) e degli atti (le attivit umane
consapevoli e volute) abilitati dallordinamento giuridico a produrre norme giuridiche.
Requisiti delle norme giuridiche sono:
La generalit (riferite ad una pluralit di soggetti);
Lastrattezza (ripetibile nel tempo).
TIPI:

Le fonti di produzione, producono il diritto oggettivo, fanno nascere nuove norme giuridiche;
Le fonti di cognizione sono documenti o fatti attraverso i quali data notizia delle fonti di
produzione del diritto (Es: Gazzetta Ufficiale).
Si chiamano fonti sulla produzione quelle norme che disciplinano i modi di produzione del diritto oggettivo,
individuando i soggetti titolari di potere normativo, i procedimenti di formazione, gli atti prodotti. Le fonti sulla
produzione hanno la funzione di individuare:
i soggetti abilitati a stabilire norme giuridiche mediante fatti o specifici atti fonte
le procedure che a tal fine questi soggetti devono seguire
i modi mediante i quali le norme prodotte devono o possono essere portate a conoscenza dei destinatari.
LE FONTI DI PRODUZIONE SI DISTINGUONO IN:
Fonti atto: documenti scritti (la costituzione, la legge, il regolamento, ecc..)
Fonti fatto: fatti sociali o naturali considerati idonei a produrre diritto; comportamenti di uso comune
(consuetudini, fonti comunitarie)
QUALI SOGGETTI CONCORRONO A PRODURRE DIRITTO

Nello stato liberale: la legge del parlamento la fonte che esprime il pi alto comando normativo,
dunque giuridicamente supremo (fonte primaria); il governo del re pu esercitare un potere
normativo in esecuzione della legge, in forma di regolamento (fonte secondaria)

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Nello stato liberaldemocratico: la costituzione rigida la fonte suprema dellordinamento


giuridico, superiore ad ogni altra fonte, innanzitutto alla legge; il potere normativo distribuito fra
molteplici soggetti a livello sia verticale sia orizzontale (pluralismo istituzionale, apertura
allordinamento internazionale, pluralismo sociale)

La Costituzione la massima fonte sulle fonti. Essa per non stabilisce direttamente tutti i processi di
produzione del diritto ma si limita a determinare solo quelli pi importanti: gli atti fonte primari. In questo
modo viene a costituirsi un sistema chiuso. Ci significa:
Non sono configurabili atti fonte primari al di l di quelli espressamente previsti dalla Costituzione
Ciascun atto normativo non pu disporre di una forza maggiore di quella che la Costituzione ad esso
attribuisce
Agli atti fonte primari va riconosciuta forza di legge (art. 77 e art. 134 Cost.).
La forza di legge comprende due profili:
PROFILO ATTIVO-> Capacit di innovare al diritto oggettivo subordinatamente alla Costituzione intesa
come fonte suprema, abrogando o modificando atti fonte equiparati o subordinati.
PROFILO PASSIVO-> Capacit di resistere allabrogazione o modifica da parte di atti fonte che non
siano dotati della medesima forza, in quanto espressione del medesimo processo di produzione normativa.
Una legge ordinaria del parlamento ha la capacit attiva di abrogare altra legge o atto fonte equiparato
(uguale valore) ed ha la capacit passiva di resistere allabrogazione da parte di un atto regolamento
subordinato (valore inferiore).
Gli atti fonte secondaria costituiscono invece un sistema aperto.
Lindividuazione degli atti fonte secondari lasciata alla disponibilit dei soggetti titolari di potest
normative primarie, sia pure nel rispetto dei limiti costituzionali esistenti (riserva di legge)
Gli atti secondari devono essere deliberati sulla base di una previa norma di legge (principio di legalit)
Lordinamento giuridico come sistema
1.Unit dellordinamento
Tutte le norme possono farsi risalire, in ultimo, al potere costituente, cio al momento fondante
dellordinamento e allatto che con esso viene posto, la Costituzione.
2.Coerenza dellordinamento
Lordinamento non tollera contraddizioni tra le parti che lo compongono e prevede criteri e meccanismi per
risolvere le antinomie normative, cio i contrasti tra norme, e consentire allinterprete di individuare la norma,
lunica norma, che deve essere applicata in concreto.
3.Completezza dellordinamento
Lordinamento predispone determinati rimedi per colmare le lacune o vuoti normativi, cio casi non previsti
dal diritto positivo, e permettere allinterprete, anche quando sembri mancare qualsiasi disciplina giuridica, di
rinvenire la norma applicabile al caso concreto.
Come ordinare le fonti del diritto
La successione delle fonti nel tempo: criterio cronologico
La sovraordinazione o sottordinazione delle fonti: criterio gerarchico
Lambito territoriale o materiale di operativit delle fonti: criterio della competenza
LA RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE NORMATIVE: CRITERIO CRONOLOGICO
In caso di contrasto tra norme poste da fonti equiparate, prevale e deve essere applicata la norma posta
successivamente nel tempo.
La norma precedente abrogata da quella successiva (la norma abrogata non invalida)
Labrogazione, presupponendo un contrasto tra norme entrambe valide, non elimina la norma precedente
ma ne circoscrive nel tempo lefficacia.
LEFFICACIA DELLA LEGGE NEL TEMPO: La legge non dispone che per lavvenire: essa non ha effetto
retroattivo.
Gli atti normativi valgono, di norma, solo per il futuro
Il divieto di efficacia retroattiva derogabile per effetto di una legge successiva che disponga diversamente
La retroattivit della legge, ove disposta, riguarda solo i rapporti pendenti, non i rapporti esauriti

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Il divieto di retroattivit assoluto e inderogabile per le leggi in materia penale (art. 25.2 Cost.)
LABROGAZIONE DELLE LEGGI: Le leggi non sono abrogate che da leggi posteriori per dichiarazione
espressa del legislatore, o per incompatibilit tra le nuove disposizioni e le precedenti o perch la nuova
legge regola lintera materia gi regolata dalla legge anteriore.
Abrogazione espressa (per volont del legislatore)
Abrogazione per incompatibilit (tacita)
Abrogazione per nuova disciplina dellintera materia
LA RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE NORMATIVE: CRITERIO GERARCHICO
In caso di contrasto tra norme poste da fonti non equiparate, prevale e deve essere applicata la norma
posta dalla fonte di rango superiore.
La norma di rango inferiore invalida e deve essere eliminata dallordinamento mediante annullamento.
Lannullamento, a differenza dellabrogazione, determina la perdita di efficacia non solo per il futuro ma
anche per il passato.
LA RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE NORMATIVE: CRITERIO DELLA COMPETENZA
In caso di contrasto tra norme poste da fonti ordinate dalla Costituzione secondo differente competenza,
prevale e deve essere applicata la norma posta dalla fonte competente (con esclusione di qualsiasi altra
fonte)
La norma non competente invalida e deve essere eliminata dallordinamento mediante annullamento.
Lannullamento, a differenza dellabrogazione, determina la perdita di efficacia non solo per il futuro ma
anche per il passato.
Per interpretazione del diritto si intende quell'attivit intellettiva mediante la quale si accerta o si attribuisce
un dato significato ad un enunciato, consentendo all'operatore del diritto (magistrato, avvocato, giurista etc.)
di ricavare da detta interpretazione una norma, vale a dire una regola che possa essere applicata al caso o
alla questione che si intende risolvere.
-Interpretazione letterale o testuale, che attribuisce alle disposizioni il significato proprio delle parole, cosi
come risulta dalluso comune e dalle connessione sintattiche fra le stesse;
-Interpretazione teleologica, secondo lintenzione del legislatore;
-Interpretazione sistematica, che inserisce la disposizione da interpretare in un contesto pi ampio e alla luce
di questa sistemazione le attribuisce un significato specifico.( inserisce la norma in modo coerente
nellordinamento giuridico considerato).
Ogni qualvolta un caso concreto non possa essere risolto applicando una norma preesistente
nell'ordinamento giuridico, si configura una lacuna del diritto.
Le lacune si riempiono applicando lo strumento dellanalogia, che consiste nellapplicare a un caso non
previsto una disciplina prevista per casi simili.
Lart.12 distingue due tecniche:
Le lacune colmate per analogia legis: quando la laguna pu essere colmata rinviando alla disciplina di
casi simili o materie analoghe;
Le lacune colmate per analogia iuris: fa ricorso ai principi generali dellordinamento.
Limiti dellanalogia:
Il divieto di analogia per le leggi penali e per le leggi speciali
Il criterio di stretta interpretazione
Linterpretazione autentica
Interpretazione effettuata con legge direttamente dal legislatore, con riferimento ad un testo legislativo gi
vigente di dubbio significato. Le leggi di interpretazione autentica sono leggi retroattive dato che il significato
stabilito dal legislatore riguarda una disposizione entrata in vigore prima della legge interpretativa.
Dal momento dellentrata in vigore della legge di interpretazione autentica, linterprete deve applicare la
legge secondo il senso prescritto dal legislatore.
La gerarchia delle fonti

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Le fonti atto del sistema costituzionale italiano sono cos classificabili:


la Costituzione e le leggi costituzionali e di revisione: si pongono al vertice della piramide delle fonti del
diritto riconosciute dal nostro ordinamento;
le fonti comunitarie: vale a dire i trattati istitutivi, i regolamenti, le direttive e le decisioni; si tratta di atti che,
una volta immessi nel nostro ordinamento, occupano una posizione di preminenza rispetto alla legislazione
ordinaria statale;
le fonti dell'ordinamento statale: rientrano in questa sezione le leggi ordinarie e gli atti aventi forza di
legge (decreti legge e decreti legislativi), il referendum abrogativo e i regolamenti interni degli organi
costituzionali; ad un gradino inferiore si pongono i regolamenti dell'esecutivo, che non possono essere in
contrasto con le fonti legislative ordinarie;
le fonti regionali: in questo caso il riferimento agli Statuti regionali (per i quali, dopo la riforma della L.
cost. 1/1999, si parlato addirittura di fonti paracostituzionali), alle leggi regionali e ai regolamenti
regionali;
le fonti locali, vale a dire gli Statuti comunali e provinciali e i regolamenti approvati dagli stessi enti;
le fonti esterne all'ordinamento, vale a dire quelle che vengono recepite nell'ordinamento costituzionale
italiano in virt dell'appartenenza del nostro Paese alla Comunit internazionale.
La Costituzione e le leggi costituzionali
Caratteristica essenziale della Costituzione la sua rigidit in quanto di fronte ad essa, tutti gli altri atti fonte
sono subordinati e inoltre non pu essere modificata da una semplice legge ordinaria.
Esiste per uno speciale procedimento di revisione costituzionale, caratterizzato da:
Le leggi di revisione costituzionale: modificano, mediante emendamento, aggiunta o soppressione, il
testo della Costituzione
Le leggi costituzionali: affiancano il testo della Costituzione, pur non facendone parte, nelle materie
coperte da riserva di legge costituzionale (artt. 71.1, 96, 116.1, 132.1, 137.1 Cost.) o in altre materie
disciplinate nelle forme dellart. 138 Cost.
Il procedimento di formazione delle leggi di rango costituzionale diverso rispetto a quello delle leggi
ordinarie. Esso prende il nome di Procedimento aggravato e consiste in:
Duplice deliberazione da parte di ciascuna camera ( Camera dei Deputati e Camera del Senato =
Parlamento), la seconda a distanza non inferiore a tre mesi
Approvazione in seconda deliberazione a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera;
Possibilit di richiedere, entro tre mesi dalla pubblicazione notiziale del testo di legge approvato dal
Parlamento, il referendum costituzionale da parte di 500 mila elettori, 5 consigli regionali, 1/5 dei
componenti di una camera;
In alternativa, approvazione in seconda deliberazione a maggioranza dei due terzi ( maggioranza
qualificata) dei componenti di ciascuna camera, senza possibilit di richiedere il referendum.
Limiti della revisione costituzionale:
1.Limite espresso: la forma repubblicana non pu essere oggetto di revisione costituzionale (art.
139 Cost.)
Le fonti comunitarie
Con l'adesione dell'Italia alla Comunit europea la categoria delle fonti primarie include ora anche gli atti
adottati dalle istituzioni comunitarie. La Comunit Europea, in quanto organizzazione sovranazionale, pu
adottare, attraverso i propri organismi, atti vincolanti per gli ordinamenti giuridici degli Stati membri. Infatti,
l'art. 249 del Trattato CE stabilisce che le istituzioni comunitarie sono abilitate ad emanare regolamenti,
direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri, chiarendo altres come solo le prime tre tipologie di atti
abbiano carattere vincolante. In particolare:
il regolamento ha portata generale; esso obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in
ciascuno degli Stati membri;
la direttiva vincola lo Stato membro cui rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva
restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma ed ai mezzi;
la decisione obbligatoria in tutti i suoi elementi per i destinatari da essa designati; le decisioni sono atti
aventi portata concreta, che possono indirizzarsi ad uno Stato membro o ad altro soggetto (persona fisica o
giuridica), vincolanti per il destinatario; acquistano efficacia con la semplice notifica ai destinatari (art. 254).

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le raccomandazioni e i pareri: si tratta di atti comunitari non vincolanti con i quali gli organi comunitari
rivolgono consigli, suggerimenti, ecc..
La legge ordinaria dello Stato: Le leggi ordinarie sono leggi deliberate dal Parlamento secondo il
procedimento disciplinato, nelle sue linee essenziali, dagli artt. 70 e ss. Cost. e sono le fonti pi
frequentemente utilizzate quando lordinamento intende regolare lazione umana.
Leggi formali e materiali:
Per leggi in senso formale si intendono quegli atti deliberati dalle due Camere o dagli altri organi cui
costituzionalmente attribuita la funzione legislativa (Consigli regionali e Consigli provinciali di Trento e
Bolzano) secondo il procedimento disciplinato dagli articoli 70 e ss. Cost., dai regolamenti parlamentari, dagli
Statuti regionali e dai Regolamenti dei Consigli Regionali e Provinciali.
Per leggi in senso materiale si intendono tutti gli atti a contenuto normativo, indipendentemente dagli organi
che li pongono in essere e quale che sia il procedimento della loro formazione (anche gli atti aventi forza di
legge del Governo rientrano in questa categoria).
Riserve di legge e principio di legalit:
La Costituzione e le altre leggi costituzionali possono riservare determinate materie o oggetti alla legge. In
un regime a Costituzione rigida ci rappresenta un limite per lo stesso legislatore che: a)non pu consentire
a fonti di rango secondario (in pratica i regolamenti dell'esecutivo) di intervenire nella disciplina di queste
materie, se non in modo assai marginale; b)deve regolare compiutamente i settori da disciplinare: in modo
da limitare la discrezionalit delle autorit amministrative e giurisdizionali chiamate a concretizzare il dettato
legislativo.
Rispetto alla riserva di legge diverso il vincolo che al legislatore pone il principio di legalit. In base a
tale principio, infatti, i pubblici poteri possono esercitare determinate competenze solo se esse vengono loro
esplicitamente attribuite da una norma di legge.
La diversa portata dei due istituti tende, per a ridursi se si accoglie un'accezione sostanziale del principio
di legalit: in questo caso il principio impone alla legge di determinare anche le linee fondamentali della
materia in cui il pubblico potere deve essere esercitato, avvicinandosi, cosi, alla riserva di legge relativa.
ATTI CON FORZA DI LEGGE
Gli atti con forza di legge sono atti normativi che pur non avendo la "forma" della legge sono equiparati nella
scala gerarchica delle fonti alla legge formale ordinaria. Gli atti aventi forza di legge possono dunque
validamente abrogare la legge formale (hanno la stessa forza attiva della legge) ed essere abrogati dalla
legge o da altro atto con forza di legge (hanno la stessa forza passiva della legge).
Gli atti con forza di legge possono essere previsti solo dalla Costituzione (o da leggi costituzionali); esiste un
principio costituzionale secondo cui il sistema degli atti con forza di legge chiuso e la legge ordinaria non
pu creare fonti ad essa concorrenziali: qualsiasi tentativo del legislatore ordinario di introdurre atti con forza
di legge risulterebbe, dunque, illegittimo.
La Costituzione prevede i seguenti atti con forza di legge:
il decreto legislativo (art. 76 Cost.);
il decreto legge (art. 77 Cost.);
il referendum abrogativo (art. 75 Cost.);
i decreti del Governo in casi di guerra (art. 78 Cost.).
Le leggi costituzionali con cui sono approvati gli Statuti delle Regioni speciali ne hanno aggiunto un altro:
i decreti di attuazione degli Statuti speciali.
Gli atti normativi del governo aventi forza di legge sono:
1.DECRETO LEGISLATIVO emanato dal Governo per delega del Parlamento (Legge di delegazione) che lo
autorizza a svolgere la funzione legislativa nelle materie indicate ed entro i limiti determinati.
Con la legge di delegazione o legge delega , il Parlamento indica al Governo:
o

la materia oggetto della delega sulla quale il Governo potr eccezionalmente legiferare;

il termine entro il quale il Governo deve fare uso di questa potest legislativa;

i princip normativi e i criteri direttivi che il Governo dovr seguire nellemanare il decreto legislativo.

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Il Governo, in osservanza al contenuto della legge di delegazione, delibera il testo normativo che verr poi
emanato con Decreto del Presidente della Repubblica, pubblicato, come le leggi, sulla Gazzetta Ufficiale ed
entrer in vigore trascorso il periodo di vacatio legis (15 giorni).
2.DECRETI LEGGE:
- Adozione del decreto legge solo in casi straordinari di necessit ed urgenza
- Presentazione del decreto legge alle Camere per la conversione lo stesso giorno in cui adottato e
riunione delle Camere, anche se sciolte, entro i successivi cinque giorni
- Durata di solo 60 giorni e dunque efficacia provvisoria del decreto legge, con perdita di efficacia sin
dallinizio se non convertito in legge (decadenza ex tunc)
- Divieto di reiterazione del decreto legge non convertito (sent. Corte costituzionale 360/1996)
REFERENDUM ABROGATIVO
Il referendum abrogativo previsto all'art. 75, Cost., ed il pi importante strumento di democrazia diretta:
il mezzo attraverso il quale il corpo elettorale pu abrogare, totalmente o parzialmente, una legge o un atto
avente forza di legge dello Stato.
FONTI LEGISLATIVE SPECIALIZZATE
Costituiscono una categoria scientifica autonoma in cui vengono incluse a fini espositivi fonti tra loro diverse,
che nulla hanno in comune se non l'atipicit rispetto a tutte le altre fonti primarie (qualcuno parla di fonti
atipiche).
Tra le fonti speciali rientrano:
- Leggi di esecuzione dei Patti lateranensi (art. 7 Cost.) cui spetta di disciplinare i rapporti fra lo Stato
e la Chiesa cattolica;
- Leggi che disciplinano i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica (art.
8 Cost.);
- Leggi che staccano una provincia o un comune da una regione per aggregarli ad unaltra;
- Leggi di amnistia e indulto;
- Leggi che stabiliscono i principi fondamentali nelle materie di competenza legislativa concorrente;
- Leggi che stabiliscono forme e condizioni particolari di autonomia per le regioni ordinarie;
- Decreti legislativi di attuazione degli statuti delle regioni speciali.
Le fonti degli organi costituzionali
-Regolamenti parlamentari: sono fonti di diritto che disciplinano lorganizzazione e le funzioni spettanti alle
Camere e regolano i rapporti delle Camere con altri organi.
-Regolamenti della Corte Costituzionale: regolamento interno atto a disciplinare lesercizio delle sue funzioni.
-Regolamenti della Presidenza della Repubblica: regolamento interno riguardante lorganizzazione e il
funzionamento amministrativo dellapparato burocratico servente.
-Regolamento del Consiglio dei Ministri.
-Regolamento della presidenza del Consiglio.
Le fonti secondarie
I REGOLAMENTI
I regolamenti sono fonti secondarie del diritto, ossia subordinate a quelle primarie e riguardano una categoria
eterogenea di atti normativi di competenza del governo, dei ministri, degli organi centrali e periferici della
Pubblica Amministrazione, delle regioni e degli enti locali.
PRINCIPIO DI LEGALITA E PRINCIPIO DI PREFERENZA DI LEGGE
La potest regolamentare, per essere legittimamente esercitata, deve trovare fondamento in una norma di
legge che attribuisca al titolare il relativo potere ( principio di legalit).
Il contrasto tra norma di regolamento e norma di legge deve essere risolto dal Giudice Ordinario in base al
principio di preferenza della norma di legge con disapplicazione conseguente dellatto regolamentare;
Spetta invece al Giudice Amministrativo dichiarare linvalidit del regolamento contrario alla legge e
annullarlo con sentenza.
I regolamenti dellesecutivo possono classificarsi in:
1. regolamenti del governo

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2. regolamenti ministeriali
3. regolamenti interministeriali
1) I regolamenti governativi sono approvati dal Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato
che deve pronunciarsi entro 45 giorni dalla richiesta e sono emanati sotto forma di Decreto del Presidente
della Repubblica. Essi sono:
1. regolamenti di esecuzione rendono pi agevole lapplicazione di una legge ,decreto legislativo o
regolamenti comunitari ( tutte fonti primarie );
2. regolamenti di attuazione o integrazione per attuare o integrare leggi e decreti legislativi recanti norme
di principio ( esclusi quelli regionali )
3. regolamenti indipendenti per disciplinare materie dove manchi una norma di rango legislativo, purch
non sia materia riservata alla legge;
4. regolamenti di organizzazione per disciplinare organizzazione e funzionamento delle amministrazioni
pubbliche sulla base della legge ( riserva art. 97 cost. ) i pubblici uffici sono organizzati secondo
disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e limparzialit dellamministrazione
5. regolamenti di delegificazione ( detti anche autorizzati o delegati )
1 a. in virtu di una delega di legge :
2 b. determinano labrogazione di vigenti norme di legge
3 c. hanno lo scopo di semplificare e razionalizzare i processi di produzione del diritto
2) decreti ministeriali e interministeriali necessaria unapposita legge che autorizzi lesercizio del potere
regolamentare.
I regolamenti interministeriali sono adottati in materia di competenza di pi ministri mentre quelli ministeriali
riguardano un solo ministro.
Entrambi sono subordinati ai regolamenti del governo e devono essere comunicati al Presidente del
Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.
LE FONTI DEL DIRITTO REGIONALE
Statuti delle regioni ordinarie
1 Leggi regionali
2 Regolamenti regionali
GLI STATUTI
Lapprovazione degli statuti consta di 2 fasi, una necessaria e laltra eventuale
La fase necessaria riguarda lapprovazione dello statuto da parte del Consiglio Regionale che avviene con
due successive delibere a distanza non inferiore ai due mesi ;
In ogni deliberazione lo Statuto deve essere approvato dalla maggioranza assoluta dei componenti ( art.
123.2 cost. ( lart. 138 prevede in prima battuta solo la maggioranza qualificata )
La fase eventuale riguarda il possibile intervento del corpo elettorale mediante referendum ( art.123 cost )
La procedura di approvazione aggravata, fa dello statuto regionale UN ATTO FONTE
SOVRAORDINATO rispetto alla legge regionale.
LA CORTE COSTITUZIONALE dovr valutare la conformit delle leggi regionali rispetto allo statuto
potendosi prefigurare lipotesi di incostituzionalit derivata :
LEGGE REGIONALE
E approvata nelle forme previste dallo statuto regionale. Incontra gli stessi limiti generali previsti per la legge
statale ( rispetto costituzione, ordinamento comunitario e trattati internazionali )
Lart. 117 cost. individua le materie esclusive dello Stato, quelle concorrenti con le regioni stabilendo che
ogni materia non espressamente riservata alla potest legislativa dello Stato competenza residuale delle
regioni.
Per quanto concerne la potest legislativa concorrente, spetta alle regioni in primis la potest legislativa,
salvo la determinazione dei principi fondamentali riservati alla legislazione statale, anche se non
necessaria una legge ad hoc, ma sufficiente riferirsi alla legislazione esistente.
Quanto alla potest legislativa residuale, essa sembra una potest esclusiva e questo la equiparerebbe
per forza normativa alla legge ordinaria statale.
Con la riforma del titolo V della Cost. sono scomparsi importanti limiti come es. LINTERESSE NAZIONALE
REGOLAMENTI REGIONALI
La potest regolamentare spetta allo stato nelle materie di competenza esclusiva, salvo delega alle
regioni, mentre per tutte le altre materie essa spetta alle regioni.

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Prima delle Legge costituzionale 1/1999, il Consiglio regionale era titolare della potest regolamentare. A
seguito della modifica dellart. 121.2 e 4 cost. il consiglio regionale esercita la potest legislativa attribuita
alle regioni mentre il PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE promulga le leggi ed emana i
regolamenti regionali.
Da qui si pu dedurre che la potest regolamentare sia attribuita anche allesecutivo secondo modalit e
forme che saranno stabilite nello statuto.
Quanto alla collocazione nel sistema delle fonti: i regolamenti regionali sono subordinati sia alla legge statale
che regionale e possono intervenire in materie degli enti locali ma sono cedevoli nel momento in cui gli enti
provvedano con propri regolamenti.
STATUTI SPECIALI
La costituzione stabilisce che alcune regioni dispongano di forme e condizioni particolari di autonomia ,
secondo I rispettivi statuti adottati con legge costituzionale.
(Sicilia, Sardegna, Valle dAosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia)
Le fonti locali
Statuti comunali o provinciali: approvati dal consiglio comunale o provinciale con procedimento aggravato.
Regolamenti comunali o provinciali: adottati dal consiglio comunale o provinciale, tranne i regolamenti
sullordinamento degli uffici e dei servizi adottati dalla giunta comunale o provinciale.
Le fonti di espressione di autonomia collettiva
I contratti collettivi di lavoro destinati a disciplinare il rapporti di lavoro fra datori di lavoro e lavoratori.
I contratti collettivi di lavoro di diritto comune, stipulati ai sensi del codice civile, che vincolano solo gli
aderenti alle organizzazioni, imprenditoriali e sindacali, che li stipulano.
I contratti collettivi di lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
Le fonti esterne riconosciute
Si ha quando, sulla base di determinati criteri di collegamento tra lordinamento interno e altri ordinamenti, si
attribuisce a fonti normative esterne lattitudine a produrre norme giuridiche nellordinamento interno.
Ladattamento automatico alle norme generalmente riconosciute dellordinamento giuridico
internazionale (art. 10.1 Cost.): rinvio mobile o rinvio alla fonte
Lordine di esecuzione contenuto nelle leggi di ratifica dei trattati internazionali: rinvio fisso o rinvio alla
disposizione
Le norme di diritto internazionale privato (l. 218/1995): fonti sulla produzione o norme interne di
riconoscimento
Le fonti fatto
La consuetudine (o uso) la fonte fatto per eccellenza, la quale consta di due elementi: uno oggettivo e
l'altro soggettivo. L'elemento oggettivo si identifica con la ripetitivit di un determinato comportamento nel
tempo, mentre quello soggettivo con la convinzione da parte di coloro che rispettano la norma, che tale
comportamento obbligatorio.
Le fonti di cognizione
Si definiscono fonti di cognizione gli atti scritti, non aventi forza normativa (a differenza delle fonti di
produzione), volti esclusivamente a rendere conoscibile il diritto oggettivo.
Atti con valore conoscitivo legale o privilegiato (Gazzetta Ufficiale della Repubblica, Bollettino ufficiale delle
regioni, albo pretorio degli enti locali)
Atti con valore meramente notiziale
Testi unici
Testi che raccolgono atti normativi preesistenti che, sebbene posti in tempi diversi, disciplinano la stessa
materia, allo scopo di unificare e coordinare le norme giuridiche da essi prodotte.
Testi unici normativi: atti aventi natura innovativa deliberati dal governo in forma di decreti legislativi
sulla base di una legge di delegazione del Parlamento

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Testi unici compilativi: atti aventi natura conoscitiva redatti dal governo sulla base di una mera
autorizzazione del Parlamentare o su iniziativa autonoma del governo.
La pubblicazione degli atti normativi
Tutti gli atti normativi devono essere necessariamente pubblicati nelle forme previste dalla legge:
Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Allo scopo di darne notizia la Gazzetta Ufficiale pubblica:
- Leggi e regolamenti delle regioni e delle province autonome;
- Direttive e regolamenti dellUnione Europea Pubblica;
- Il testo integrale delle sentenze della Corte costituzionale.
LENTRATA IN VIGORE DEGLI ATTI NORMATIVI:
Il termine ordinario il quindicesimo giorno seguente alla pubblicazione dellatto
Latto stesso pu prevedere un termine diverso, pi lungo o pi breve (es.: la presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale).
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I DIRITTI FONDAMENTALI

Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789)


Il primo riconoscimento giuridico delle libert fondamentali fu la Dichiarazione dei diritti delluomo e del
cittadino, con la quale i rappresentanti del popolo francese proclamarono nel 1789 quelli che essi
consideravano i diritti naturali, inalienabili e sacri delluomo. (nel 1791 fu inserita nella Costituzione).
Nella prima met dellOttocento si affermarono cos le libert civili, cio quelle libert che rivendicavano il
valore autonomo dellindividuo nei confronti dellautorit dello stato (libert negative); dette anche libert di
prima generazione:
- Libert personale
- Libert di domicilio
- Libert economiche
- Diritto di propriet
- Libert di pensiero
- Libert religiosa
- Ecc..
Dalla seconda met dellOttocento si affermarono, invece, i diritti politici (libert dello stato); dette anche
libert di seconda generazione:
- Diritto di voto attivo e passivo
- Diritto di associazione in partiti e sindacati
- Diritto di riunione
- Ecc..
Laffermazione di queste libert coincise con la trasformazione dello stato in liberaldemocratico,
contraddistinto dallemergere del ruolo politico e sociale del proletario urbano.
Nella prima met del Novecento si reclama lesigenza di riequilibrare le disparit sociali e dunque si
affermano i diritti sociali (libert mediante lo stato); dette anche libert di terza generazione:
- Diritto allistruzione
- Diritto alla salute
- Diritto alla previdenza sociale
- Ecc..
Nella seconda met del Novecento , lo sviluppo culturale, economico e tecnologico ha portato alla
formazione di nuovi diritti (diritti di quarta generazione) definiti anche diritti della persona che riguardano
la dignit delluomo e sono legate
- Alla tutela dellambiente

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- Informazione
- Nuove tecnologie informatiche
- Procreazione artificiale
- Bioetica
- Ecc..
Con lespressione diritti umani, invece, si vuole indicare i diritti che lordinamento internazionale, sotto la
spinta delle Nazioni Unite, si sforza di riconoscere a tutti i popoli e a tutte le persone.
Allo scopo di realizzare pi efficaci mezzi di tutela per i diritti dei cittadini sono state istituite diverse autorit
garanti.
Sono soggetti di diritto coloro che godono della capacit giuridica.
Il nostro ordinamento riconosce come soggetti di diritto
- Le persone fisiche (singoli individui)
- Le persone giuridiche (una pluralit di persone fisiche: associazioni-fondazioni-societ)
La capacit giuridica si acquista con la nascita mentre la capacit di agire si acquista con la maggiore et.
Le situazioni giuridiche soggettive nelle quali un soggetto pu venirsi a trovare possono essere favorevoli o
sfavorevoli.
Situazioni giuridiche favorevoli sono:
1.Il potere giuridico la possibilit astratta di ottenere determinati effetti giuridici: potere di accedere alle
cariche elettive;
2.Il diritto soggettivo il potere di agire di un soggetto a tutela di un proprio interesse riconosciuto
dall'ordinamento giuridico. Esso si divide in
- Diritto assoluto, nei confronti di tutti i soggetti (Es: diritto di propriet)
- Diritto relativo, nei confronti di uno o pi soggetti (Esempio relativo ad un contratto)
3.Linteresse legittimo una situazione soggettiva di vantaggio di cui gode il titolare rispetto alla tutela del
proprio interesse. Chi portatore di un interesse legittimo ha bisogno che il suo interesse coincida con uno
specifico interesse pubblico.
Situazioni giuridiche non favorevoli sono:
1.Gli obblighi ovvero comportamenti che un soggetto deve tenere per rispettare un diritto altrui;
2.I doveri ovvero comportamenti dovuti indipendentemente dallesistenza di un corrispettivo diritto altrui, per
la tutela dellinteresse collettivo.
3.Le soggezioni ovvero la situazione di chi soggetto ad un potere.

Per chiarire chi sono i titolari delle situazioni giuridiche soggettive bisogna far ricorso al concetto di cittadino
e di straniero.
o

Cittadino il civis, colui che partecipa della vita pubblica della comunit. Come tale il cittadino
titolare di diritti e soggetto delle decisioni. Cittadinanza la condizione giuridica di chi (il cittadino)
appartiene ad un determinato Stato; pi propriamente l'insieme dei diritti (e relativi obblighi) che
l'ordinamento giuridico riconosce al cittadino.

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Modalit di acquisto della cittadinanza:

per nascita in base:

a) alla cittadinanza di uno dei genitori (ius sangiunis)


b) al territorio se nato da genitori entrambi apolidi o ignoti (ius soli)

per estensione (ius communicatio) : ad es. minore adottato, coniuge straniero di cittadino libero

per concessione (o naturalizzazione) in presenza di una serie di requisiti (straniero residente da 10


anni; cittadino dellUnione europea residente da almeno 4 anni, ecc..)

per beneficio di legge (militari o impiegati stranieri al servizio dello Stato)

Modalit di perdita:

per espressa rinuncia (italiano residente in uno Stato estero di cui diveda cittadino)

di diritto (militari o impiegati in Stato estero- ambasciatori)

Il contrario del cittadino lo straniero. Lo straniero colui che non cittadino italiano e non apolide (ossia
privo di cittadinanza); extracomunitario colui che non cittadino italiano o di altro stato appartenente
allUE.
La condizione giuridica dello straniero regolata dalla legge in conformit delle norme e dei trattati
internazionali. Esso:

Gode dei diritti inviolabili della persona umana (art. 2 cost; d. Igs. 286/1998)

In quanto lavoratore regolarmente soggiornante, ha gli stessi diritti dei cittadini.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese leffettivo esercizio delle libert democratiche
garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto dasilo nel territorio della Repubblica, secondo le
condizioni stabilite dalla legge:

-diritto di asilo sulla base delle condizioni oggettive del paese di provenienza
-diritto di rifugio politico in base a persecuzioni personali

Inoltre:

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divieto di estradizione per motivi politici (art. 10.4 Cost. =Non ammessa l'estradizione dello
straniero per reati politici.) o in caso di condanna a morte, tranne nei casi di genocidio (es. gerarchi
nazisti)

Espulsione , atto con cui si allontana il soggetto dal territorio italiano. prevista come misura
-

amministrativa, in caso di ingresso irregolare

a titolo di misura di sicurezza o sanzione sostitutiva da parte del giudice.

per motivi di ordine pubblico o sicurezza disposta dal Ministro dellinterno.

Lart. 2 della Costituzione


Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalit, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidariet politica, economica e sociale. Ai diritti inviolabili sono riconosciute le seguenti caratteristiche:
- assolutezza ( riguarda tutti)
- inalienabilit (non possono essere trasferiti)
- imprescrittibilit ( il mancato esercizio di essi non comporta lestinzione)
- irrinunciabilit
I diritti inviolabili sono riconosciuti a tutti gli uomini in quanto tali, non ai soli cittadini; alcuni di essi competono
anche al nascituro.
Principi fondamentali della costituzione sono:
- il principio personalista, in base al quale esiste una sfera della personalit fisica e morale di ogni uomo
che non pu essere lesa da alcuno;
- il principio pluralista, che garantisce alle formazioni sociali i medesimi diritti degli individui.

I diritti della personalit sono:

diritto alla vita:

- prima della nascita: tutela del concepito (aborto, fecondazione assistita); in Italia laborto possibile entro
90 giorni.
- dopo la nascita : divieto pena di morte, art. 27 Cost

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Diritto allintegrit fisica: le leggi civili consentono la donazione di sangue e il trapianto di organi ,
vietando per gli atti di disposizione del proprio corpo che siano contrari alla legge (es: non si pu
vendere un proprio organo)

Diritto allonore: tutela dellintegrit morale della persona

Diritto allidentit personale: diritto di essere se stesso

Diritto al libero orientamento sessuale

Diritto alla privacy

Diritto allobiezione di coscienza: diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero

Diritto del minore ed essere inserito in una famiglia

Diritto allabitazione

I doveri costituzionali

La Repubblica richiede ladempimento dei doveri inderogabili di solidariet politica, economica e sociale.
- Dovere di mantenimento istruzione ed educazione nei confronti dei figli
- Dovere di difesa della patria
- Dovere di concorrere alle spese pubbliche
- Dovere di fedelt alla Repubblica

I DIRITTI FONDAMENTALI NELLA COSTITUZIONE, NELLA CEDU E NELLA CARTA DELLUNIONE


EUROPEA

Diritti relativi alla sicurezza personale

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Diritti a esprimersi, a ricercare e a insegnare

Diritti della societ

Diritti delle formazioni sociali

Diritti attinenti ai rapporti economici

Diritti sociali

Diritti relativi alla sicurezza personale

1. libert personale (art. 13 Cost.= La libert personale inviolabile).


Non ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, n qualsiasi
altra restrizione della libert personale, se non per atto motivato dell'autorit giudiziaria e nei soli
casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessit ed urgenza, indicati tassativamente
dalla legge, l'autorit di pubblica sicurezza pu adottare provvedimenti provvisori, che devono
essere comunicati entro quarantotto ore all'autorit giudiziaria e, se questa non li convalida nelle
successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. punita ogni
violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libert. La legge
stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
2. Libert di circolazione e di soggiorno art. 16 Cost.= Ogni cittadino pu circolare e soggiornare
liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via
generale per motivi di sanit o di sicurezza. Nessuna restrizione pu essere determinata da ragioni
politiche. Ogni cittadino libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli
obblighi di legge.
3. Libert di domicilio (art. 14 Cost.= Il domicilio inviolabile).
Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla
legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libert personale.
Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanit e di incolumit pubblica o a fini economici e fiscali
sono regolati da leggi speciali.
4. Libert di segretezza della corrispondenza art. 15 Cost.= La libert e la segretezza della
corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione pu
avvenire soltanto per atto motivato dell'autorit giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.

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I diritti a esprimersi, a ricercare, a insegnare

1. Libert di manifestazione del pensiero, diritto allinformazione e libert della stampa (art. 21 Cost. =
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro
mezzo di diffusione. La stampa non pu essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si pu procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorit giudiziaria nel caso di delitti, per
i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la
legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorit
giudiziaria, il sequestro della stampa periodica pu essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria,
che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorit giudiziaria.
Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo
di ogni effetto.
La legge pu stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento
della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon
costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
2. Libert di religione e di coscienza (art. 19 Cost. = Tutti hanno diritto di professare liberamente la
propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di
esercitarne in privato o in pubblico il culto, purch non si tratti di riti contrari al buon costume.)
3. Libert dellarte e della ricerca scientifica (art. 33 cost. = L'arte e la scienza sono libere e libero ne
l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e
gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parit, deve
assicurare ad esse piena libert e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli
alunni di scuole statali.
prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione
di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, universit ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi
nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.)
4. Libert della scuola e nella scuola (art. 33 Cost.), diritto allistruzione e diritto allo studio (art. 34).
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi pi alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

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I diritti della socialit

1. Libert di riunione (art. 17 Cost. I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorit, che possono vietarle
soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumit pubblica.
2. Libert di associazione (art. 18 Cost. I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza
autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici
mediante organizzazioni di carattere militare.

I diritti delle formazioni sociali

1. Famiglia -art. 29 Cost.= La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societ naturale fondata
sul matrimonio. Il matrimonio ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti
stabiliti dalla legge a garanzia dell'unit familiare. -art. 30 Cost. = dovere e diritto dei genitori
mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacit dei
genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del
matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternit. -art. 31 Cost. = La Repubblica agevola
con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti
relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternit, l'infanzia e la
giovent, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
2. Le minoranze linguistiche (art. 6 Cost.)
3. Le comunit religiose: Chiesa cattolica (art.7 Cost. = Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno
nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le
modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione
costituzionale) e confessioni religiose diverse dalla cattolica (art. 8 Cost. = Tutte le confessioni
religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento
giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le
relative rappresentanze).
4. Organizzazioni sindacali (art. 39 Cost.) e diritto di sciopero (art. 40 Cost.) La Costituzione riconosce
ai lavoratori il diritto di associarsi in sindacati per tutelare in forma collettiva i propri diritti ed interessi
economici. Il principale strumento di lotta sindacale lo sciopero, ovvero lastensione dal lavoro di
una determinata categoria professionale o, nel caso dello sciopero generale, di tutti i lavoratori.

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Diritti attinenti ai rapporti economici


Lattenzione dedicata alla vita economica non si limita ai rapporti di lavoro, ma si estende anche al
riconoscimento della libert di iniziativa economica privata. Le iniziative di carattere economico dei
cittadini incontrano per dei limiti: non possono infatti andare contro lutilit sociale o recare danno alla
sicurezza, alla libert e alla dignit umana. Allo stesso modo la propriet privata tutelata dalla legge, ma
se ne deve assicurare la funzione sociale. I poteri pubblici sono presenti nelleconomia e svolgono un ruolo
di indirizzo delle relazioni economiche. E anche possibile che limpresa pubblica si sostituisca a quelle
private nella gestione di servizi pubblici essenziali, nella produzione di energia o in altri settori di interesse
generale. Negli ultimi anni in corso un processo di privatizzazione delle imprese pubbliche, anche in
conformit agli indirizzi della politica economica europea, tendenzialmente contraria ad uneccessiva
presenza del settore pubblico nelle attivit economiche.
I diritti sociali
Tra i diritti garantiti dalla Costituzione si distinguono inoltre i diritti sociali, ovvero quelli improntati a
eliminare le disuguaglianze esistenti all'interno della societ, garantendo ai soggetti delle posizioni attive di
pretesa nei confronti dei poteri pubblici. Essi sono:
1. Diritto al lavoro (artt. 4 e 35-37 Cost.)
2. Diritto alla salute (art. 32 Cost.)
3. Diritto allassistenza e alla previdenza (art. 38 Cost.)
1.Il diritto al lavoro
Una posizione preminente nella scala dei valori costituzionali conferita al lavoro. La Costituzione si apre
con la formula: LItalia una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
A tutti i cittadini spetta il diritto al lavoro, secondo le proprie possibilit e le proprie preferenze, anche al fine
di concorrere al progresso spirituale e materiale del Paese.
Il diritto al lavoro soprattutto un diritto sociale, perch il suo effettivo riconoscimento dipende dallimpegno
dei poteri pubblici nella tutela del lavoro. A questo scopo la Repubblica garantisce:

una retribuzione proporzionata e sufficiente;

il riposo settimanale e le ferie annuali;

leguaglianza tra lavoratori e lavoratrici;

la tutela della maternit per le lavoratrici;

lassistenza per gli inabili, gli anziani e le vittime di infortuni sul lavoro.

La legge che ha provveduto a garantire i diritti dei lavoratori nei confronti dei datori di lavoro lo Statuto dei
lavoratori, del 1970.
2.Il diritto alla salute
Assistenza sanitaria Insieme di servizi prestati a livello sociale, soprattutto da istituzioni governative, allo
scopo di salvaguardare e migliorare la salute della popolazione. Essi comprendono quattro aree principali di
intervento: la tutela della salute fisica e mentale, la prevenzione delle malattie, l'assistenza sanitaria e la
riabilitazione dei malati e degli invalidi. L'inclusione di queste quattro aree d'intervento tra le priorit da
osservare da parte delle istituzioni sanitarie pubbliche stata ratificata su scala mondiale nel 1948, quando
l'Organizzazione mondiale della sanit (OMS) ha sancito che per salute si debba intendere non solamente
l'assenza di una malattia o di un'infermit, bens uno stato globale di benessere fisico, mentale e sociale.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivit, e
garantisce cure gratuite agli indigenti.

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Nessuno pu essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La
legge non pu in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
3.il diritto allassistenza e alla previdenza
Art. 38 Cost. = Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha il diritto al
mantenimento ed allassistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di
infortunio, malattia, invalidit e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto alleducazione ed allavviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti previsti o integrati dallo Stato.

Oltre al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico attuando prevenzione, diagnosi, cura e
riabilitazione delle malattie tramite lestensione dellassistenza sanitaria a tutti i cittadini, lo Stato si pone
lobbligo di garantire un adeguato benessere socio-economico mediante interventi erogati per sostituire,
integrare o ripristinare la capacit economica di ciascuno, attivando gli istituti di assistenza e previdenza
sociale.

1) Assistenza sociale.
Consiste in prestazioni di vario genere indirizzate al sostegno di ogni persona, lavoratore o no, che si trovi in
uno stato di bisogno.
Essa viene attuata direttamente dagli organi di pubblica amministrazione e attinge i propri mezzi dal
finanziamento pubblico (imposte fiscali).
Tipici interventi di assistenza sociale sono lassegno, la pensione o lindennit di accompagnamento per gli
invalidi civili, i ciechi ed i sordomuti oppure la pensione sociale per gli ultra sessantacinquenni.

2) Previdenza sociale.
Si tratta di uno strumento di politica sociale destinato a prevenire condizioni di bisogno di soggetti esposti ed
economicamente indifesi in quanto totalmente dipendenti dal lavoro quotidiano; riservato alle classi
lavoratrici, le quali fruiscono di determinate prestazioni al fine di riparare le conseguenze dannose derivate
da alcuni eventi previsti ed individuati dal legislatore.
I rischi assicurati sono rappresentati dagli infortuni del lavoro e malattie professionali, dallinvalidit o inabilit
al lavoro, dalla tubercolosi, dalla disoccupazione involontaria e dalla vecchiaia. evidente che le
assicurazioni sociali, essendo dirette alla copertura di determinati rischi e solo di questi, forniscono le
prestazioni economiche e sanitarie quando il rischio si realizzato, ossia quando il soggetto diventa malato,
infortunato, invalido o disoccupato, perci lintervento ha il carattere riparatore di un danno in atto, ma privo
di una reale efficacia preventiva del danno stesso.
Il finanziamento delle prestazioni previdenziali basato su un fondo alimentato dai contributi assicurativi
versati in parte dal soggetto assicurato ed in parte dal datore di lavoro (salario previdenziale o differito)
eventualmente integrati dallo Stato.
La garanzia della tutela dei rischi data dalla obbligatoriet ed automaticit dellassicurazione.

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Lassicurazione infatti obbligatoria in quanto le disposizioni legislative impongono liscrizione del lavoratore
per il fatto stesso dellinstaurarsi del rapporto di lavoro, per cui la mancata iscrizione del lavoratore
dipendente da parte del datore di lavoro realizza un fatto antigiuridico sanzionabile.
Lautomaticit dellassicurazione realizza un dispositivo che garantisce le prestazioni assicurative anche nel
caso in cui i contributi non siano stati versati, lasciando allEnte assicuratore lonere di acquisire la
contribuzione assicurativa, senza che per questo vengano lasciati i lavoratori senza prestazioni assistenziali.

Il principio di uguaglianza ART.3 COST.


Tutti i cittadini della Repubblica italiana sono uguali di fronte alla legge anche se appartengono a razze
diverse, se parlano lingue diverse, se credono in un Dio diverso e sono di sesso diverso.
Luguaglianza significa non che tutti sono o debbano essere uguali ma che le differenze esistenti tra le
persone non possono essere motivo di discriminazione e di trattamento differenziato. La libert di
manifestare il proprio pensiero garantita al cristiano come al musulmano e al buddhista.
Il principio di uguaglianza fa s che debbano essere eliminati o rimossi gli ostacoli sia fisici che morali che si
frappongono ad una effettiva uguaglianza, perci strettamente legato al concetto di giustizia, in quanto
implica la necessit di regolare con leggi, a volte particolari e specifiche, il miglioramento delle condizioni dei
meno abbienti e dei pi deboli.
Eguaglianza in senso formale (art. 3.1 Cost.)
Eguaglianza davanti alla legge
Eguaglianza come divieto di discriminazioni (sesso, razza, lingua, religione,
opinioni politiche, condizioni personali e sociali)
Eguaglianza come divieto di parificazioni e di differenziazioni irragionevoli
Eguaglianza in senso sostanziale (art. 3.2 Cost.)
Promozione delleguaglianza

LORGANIZZAZIONE E LESERCIZIO DEL POTERE POLITICO

La forma di governo rappresenta il modo attraverso cui viene organizzato ed esercitato il potere politico,
ovvero lindividuazione dei soggetti nei quali risiede la capacit di esercitare la funzione di indirizzo politico.
Secondo il costituzionalismo moderno, la funzione di individuare i fini politici e di tradurli in comandi (leggi), la
funzione di eseguire tali comandi e la funzione di garantirne lapplicazione, devono essere attribuite ad
organi diversi, di qui la classica separazione dei poteri.
La moderna classificazione delle forme di governo si sviluppata nella cornice dello stato ottocentesco,
liberale e nazionale. Il modello primogenito quello della monarchia inglese che fra Sei e Settecento, a
seguito della Rivoluzione, si fa, da assoluta a monarchia costituzionale a causa del progressivo affermarsi
della supremazia del parlamento. Da qui derivarono negli Stati Uniti la repubblica presidenziale con un
governo presidenziale, nella stessa Gran Bretagna il governo parlamentare ed in Francia, dopo la
rivoluzione, con la restaurazione e la Costituzione del 1830 la monarchia orleanista, caratterizzata da un
governo che doveva rispondere sia al parlamento che al re (dualismo). Nel primo dopoguerra con la nascita
del costituzionalismo e la razionalizzazione del parlamentarismo nacque la forma di governo semipresidenziale (repubblica di Weimar, Austria, Finlandia). Nel secondo dopoguerra si affermano forme
diverse di governo: governo presidenziale, governo direttoriale, governo parlamentare, governo semipresidenziale.
Governo presidenziale: Il governo presidenziale nasce negli Stati Uniti sulla base della prima Costituzione
scritta (federale e presidenziale) redatta a Filadelfia nel 1787. Tale Costituzione si basa sulla divisione dei
poteri del presidente (nel quale lesecutivo si identifica) e del Congresso (cio il parlamento bicamerale). In

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nessun caso il presidente pu sciogliere il Congresso. Il Congresso non pu liberarsi del presidente, tranne
in caso di messa in stato daccusa (il c.d. impeachment). Tale forma di governo rimasta sostanzialmente
inalterata anche in virt del procedimento rigido e assai complesso che previsto per la modifica della
Costituzione.
Governo parlamentare: Proprio in Inghilterra, la monarchia costituzionale evolse verso quello che sarebbe
stato chiamato governo parlamentare. I tre eventi cruciali di tale evoluzione furono:
a) allinterno del governo di sua maest emerse la figura del primo ministro;
b) facendo ricorso allistituto dellimpeachment ( anche solo minacciandolo) la Camera dei Comuni pose le
basi del rapporto fiduciario che divenne poi istituto costituzionale per cui il governo non poteva continuare a
governare se gli veniva a mancare la fiducia del parlamento,
c) la Camera dei Comuni progressivamente si organizz in due parti contrapposte, che diventeranno nel
corso dellOttocento prima due vere e proprie fazioni, poi due partiti via via pi simili a quelli attuali.
Governo direttoriale: Il governo direttoriale nasce sulla base dei modelli di governo collegiale sperimentati
durante la Rivoluzione Francese. Esso stato introdotto in Svizzera verso la met del secolo XIX. Vertice
dello stato e potere esecutivo coincidono come negli Stati Uniti, ma in Svizzera sono affidati ad un organo
collegiale, non monocratico che eletto dal parlamento. N il parlamento pu imporre le dimissioni
allesecutivo, n lesecutivo pu sciogliere le camere.
Governo semi-presidenziale: Fra le due guerre mondiali il costituzionalismo conobbe unepoca di grande
fervore creativo: il crollo degli imperi centrali (Germania, Austro-Ungheria) e la Rivoluzione dottobre in
Russia avevano portato alla nascita di numerosi stati nazionali tutti impegnati a darsi costituzioni nuove di
zecca. Fu la stagione della prima razionalizzazione del parlamentarismo, con tentativi di disciplinare
giuridicamente forme di governo che riecheggiassero il parlamentarismo inglese. Alcuni modelli rilanciarono
il dualismo: la repubblica di Weimar nel 1919 (poi travolta dal nazismo), quella austriaca nel 1920 e quella
finlandese nel 1919 (e fino al 2000). Esse erano caratterizzate dal fatto che univano le caratteristiche del
governo parlamentare (rapporto fiduciario) con la presenza di un capo dello stato direttamente elettivo e
dotato di attribuzioni giuridiche rilevanti, in grado alloccasione di influire sulle scelte politiche fondamentali.
Erano primi esempi di governo semi-presidenziale.
Forme di governo moniste o dualiste: Si possono dire dualiste quelle forme di governo fondati su due
pilastri, ad esempio la monarchia orleanista nella quale il governo rispondeva sia al parlamento che al re.
Fino a che non si arriv al suffragio universale di fatto si pensava che il parlamentarismo (anche in Italia) non
potesse che essere dualista, ossia basato sulla rappresentanza e sulla corona. Stranamente fu proprio in
Inghilterra, patria della monarchia istituzionale, che invece il governo assunse la forma del monismo,
basandosi, cio, solo sulla maggioranza parlamentare.
Forme di governo a direzione monocratica: Che si tratti forme di governo presidenziali o parlamentari, la
maggior parte delle forme di governo attuali (ad eccezione, ad es. della Svizzera) sono caratterizzate
dallemergere di un vertice monocratico (cio non collegiale) direttamente o indirettamente rappresentativo, il
quale assume la direzione politica del governo dettandone le scelte di fondo, scegliendo i ministri che
collaborano con lui e assumendone la responsabilit davanti al corpo elettorale, davanti al parlamento o,
spesso, davanti ad entrambi.
Forme di governo a direzione duale: Il caso principale quello del modello semi-presidenziale nel quale
convivono un presidente (per lo pi direttamente eletto) con rilevanti poteri costituzionali anche dindirizzo e
un capo del governo vertice dellesecutivo e responsabile di tutto il resto davanti al parlamento. Un tipo di
governo a direzione duale quello francese.
Forme di governo a direzione collegiale: Si tratta di forme di governo nelle quali una direzione
monocratica da un lato non prevista dalla Costituzione, dallaltro non si affermata per via di fatto In questi
casi la collegialit, propria di quasi tutti gli esecutivi moderni (ad eccezione delle forme di governo
presidenziali), non conosce gerarchizzazione e le scelte principali sono affidate tutte alle deliberazioni
dellorgano collegiale ovvero ad altre forme di composizione negoziata dei diversi interessi rappresentati
allinterno dellorgano esecutivo. E il caso a) del classico governo direttoriale, come in Svizzera, dove i
ministri si alternano per un anno ciascuno nellesercizio delle necessarie funzioni di presidenza dellorgano e
di rappresentanza esterna, ma anche il caso di molti governi parlamentari di coalizione nei quali il
presidente dellorgano collegiale (Consiglio dei Ministri) non il primo ministro, ma u primis inter pares (ad
es. anche in Italia fino agli anni 90).

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Evoluzione della forma di governo nellordinamento italiano dallUnit ad oggi


Lordinamento statutario nacque con i caratteri giuridici della monarchia costituzionale, ma immediatamente i
presidenti del consiglio di nomina regia (soprattutto Cavour) ritennero utile avvalersi del sostegno
parlamentare. Per cui, fino allavvento del fascismo, il regime italiano fu un governo parlamentare dualista
che rispondeva bene alle teorizzazioni del parlamentarismo in voga a cavallo tra lottocento e il novecento,
quando si riteneva che non si potesse fare a meno dellintervento della corona a garanzia dellunit dello
stato e della nazione. Segu il regime fascista.
Nel cinquantennio repubblicano, nato cio allindomani della seconda guerra mondiale, del referendum
relativo alla scelta tra monarchia e repubblica e della fase costituente, la tipologia del governo repubblicano
fu un governo parlamentare a direzione plurima dissociata in quanto ciascun ministro rispondeva pi al
proprio partito che non al presidente del Consiglio, nellambito di governi di coalizione. Nella seconda met
degli anni Settanta questo modello inizi ad andare in crisi per cui, anche a seguito di referendum e con
riforme elettorali conseguenti, si arriv a governi di legislatura a direzione monocratica.
Negli anni Novanta le principali trasformazioni furono quelli della trasformazione del sistema elettorale da
proporzionale in maggioritario che portarono al suddetto tipo di governo di legislatura a direzione
monocratica. Ci ha comportato una maggioranza ed un presidente del consiglio eletti nella logica della
competizione politica diventata decisamente bipolare. Per siamo ancora in fase di trasformazione o
transizione, infatti lultima riforma elettorale del 2005 (sperimentata nelle elezioni politiche del 2006)
attualmente messa in ulteriore discussione.
8

LA SOVRANITA POPOLARE

Lordinamento italiano si fonda sul principio che il popolo costituisce la fonte di legittimazione di ogni potere
costituito. Al corpo elettorale riservata la concreta possibilit di concorrere a decidere su questioni politiche
di fondo, secondo la formula della democrazia governante.
Lo Stato rappresenta uno degli strumenti della sovranit popolare, altri soggetti possono essere:
- regioni, province e comuni
- gli enti sovranazionali
- associazioni politiche e sindacali
- istituti di partecipazione popolare

Il popolo in senso giuridico linsieme di tutti coloro che sono legati allordinamento giuridico da un vincolo
particolare che si chiama cittadinanza. Il vincolo di cittadinanza determina un vero e proprio status giuridico,
vale a dire una somma di diritti e di doveri che da esso derivano: i diritti e i doveri politici sono quelli pi
direttamente legati alla cittadinanza, mentre gli altri si applicano a tutti i soggetti.
Invece popolazione data dallinsieme di tutti coloro che si trovano entro i confini di un qualsiasi ente
territoriale (cittadini, stranieri, apolidi)
Il concetto di nazione quello che unifica e accomuna per tradizioni, storia, lingua, religione, origini etniche
un insieme di persone fisiche.

Diritto di votare Art 48 Cost.


Del diritto di partecipare alle votazioni, e del voto, tratta innanzitutto lart. 48 della Costituzione, il quale
stabilisce 4 principi fondamentali:
a) Sono elettori tutti i cittadini che hanno raggiunto la maggiore et.

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b) Limitazioni al diritto di voto possono essere previste solo dalla legge, per incapacit di agire o per
coloro che hanno subito una condanna definitiva;
c) Il voto definito dovere civico.
d) La legge stabilisce requisiti e modalit per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero
e ne assicura l'effettivit.
Il voto :
Personale, deve essere espresso dal cittadino di persona senza deleghe
Uguale, ogni voto ha lo stesso peso
Libero, senza costrizioni
Segreto, che garantisce il voto libero
Il popolo ha la capacit di concorrere alle decisioni collettive in forma diretta oppure attraverso la selezione di
propri rappresentanti.

ELETTORATO ATTIVO: il diritto di votare


ELETTORATO PASSIVO: il diritto di essere votati e dunque di venire candidati

LE ELEZIONI
Il corpo elettorale elegge:
630 deputati
315 senatori
I presidenti delle regioni e i consiglieri regionali
I consiglieri circoscrizionali
I componenti del Parlamento europeo (78)
LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
Disciplina le modalit di indizione delle elezioni, (chi, secondo quale procedimento) le modalit con cui si
presentano le candidature, la disciplina delle campagne elettorali e della propaganda politica, le modalit di
funzionamento dei partiti, ecc..
Complesso di norme e di meccanismi che regolano le elezioni e danno forma alla rappresentanza politica.
Ogni sistema elettorale si compone di due elementi fondamentali: la ripartizione del corpo elettorale in
suddivisioni territoriali, i collegi, e un meccanismo di trasformazione dei voti in seggi.
Bisogna distinguere lelezione di un organo monocratico da quella di un organo collegiale.

Organo monocratico - formule di elezione: colui che ottiene la maggioranza dei voti
Organo collegiale - formule di elezione: liste di candidati ove quella che ottiene pi voti vince
SISTEMA PROPORZIONALE E SISTEMA MAGGIORITARIO
La formula elettorale che trasforma i voti in seggi pu essere maggioritaria o proporzionale.
Sistema proporzionale: Il sistema proporzionale prevede una corrispondenza percentuale fra i voti ottenuti
dai diversi partiti e i seggi che vengono loro assegnati. Tale sistema serve a tutelare le minoranze, che si
garantiscono, in tal modo, una rappresentanza. Il sistema per difetta nel fatto che favorisce la
frammentazione politica, con conseguente necessit di coalizioni fra pi partiti che si fanno la guerra al
momento del voto e che vanno al governo per raggiungere i loro obiettivi che spesso non coincidono con
quelli degli alleati.
Sistema maggioritario: I sistemi elettorali maggioritari possono essere uninominali o plurinominali.
Nei sistemi maggioritari uninominali, il seggio viene attribuito solitamente al candidato che ha ottenuto la
maggioranza relativa (inferiore al 50%) dei voti. I voti riportati dai candidati degli altri contrassegni elettorali

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restano del tutto inutilizzati. il sistema prevalente in Inghilterra. Una variante importante data dal sistema
maggioritario uninominale a "doppio turno" alla francese. In questo caso, al primo turno vengono eletti i
candidati che hanno riportato una certa percentuale di voti (ad esempio il 51%); al secondo turno
(ballottaggio), il candidato che ottiene pi voti. La sfida, al secondo turno, sempre bipolare. I partiti sono
obbligati a concordare tra loro i ritiri che massimizzano le possibilit di vittoria dei candidati rimasti in lizza. I
ritiri sono anche congegnati in modo da introdurre un correttivo al meccanismo maggioritario, riflettendo la
forza politica dei rispettivi partiti.
Nei sistemi maggioritari plurinominali, la lista che ha riportato la maggioranza relativa dei voti ottiene la
maggioranza assoluta dei seggi, oppure si aggiudica un "premio" (il "premio di maggioranza"), cio un
numero di seggi superiore a quello proporzionale al risultato conseguito. In generale, i sistemi maggioritari
incoraggiano il raggruppamento delle forze politiche in due grandi partiti o coalizioni di partiti e favoriscono la
formazione di maggioranze di governo pi compatte e stabili. Il sistema proporzionale e il sistema
maggioritario possono essere variamente combinati in sistemi misti.
Referendum: Voto mediante il quale un popolo si pronuncia direttamente su questioni specifiche di grande
rilievo. il pi importante strumento di democrazia diretta negli stati contemporanei.
La costituzione prevede due principali tipi di referendum.
Referendum costituzionale
Pu essere promosso entro tre mesi dalla pubblicazione di una legge costituzionale, nel caso in cui questa
non sia stata approvata nella seconda votazione dalla maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna
Camera.
Titolari del diritto di chiedere il referendum costituzionale sono:
a) 1/5 dei componenti di ciascuna delle due Camere;
b) 500.000 elettori;
c) 5 consigli regionali.
Hanno diritto al voto tutti i cittadini elettori della Camera. Quale che sia il numero dei partecipanti al voto, se
la legge ottiene la maggioranza dei voti validi ci viene attestato dalla Corte di Cassazione e il Presidente
della Repubblica promulga. Se prevalgono i no la legge non promulgata ed come se il Parlamento non
lavesse mai approvata. Non previsto un quorum strutturale.
Referendum abrogativo ART.75 COST.
Viene richiesto al corpo elettorale se vuole abrogare una legge o un articolo.
Titolari del potere di richiedere un referendum abrogativo sono:
a) 500.000 elettori;
b) 5 consigli regionali.
Una volta che la Corte Costituzionale abbia dichiarato ammissibile il quesito referendario che si chiesto di
sottoporre agli elettori, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice il
referendum che si deve tenere tra il 15 aprile ed l 15 giugno. Perch la consultazione abbia un esito
favorevole allabrogazione devono partecipare al voto la met pi uno degli aventi diritto e la proposta deve
ottenere la maggioranza dei voti favorevoli.
Ai sensi dellart. 75.2 della Costituzione sono inammissibili i referendum aventi per oggetto leggi:
Tributarie;
Di bilancio;
Di amnistia e di indulto;
Di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
I partiti
I partiti politici sono previsti dallart. 49 della Costituzione, che riconosce ai cittadini il diritto ad associarsi
liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Da questa
formulazione vanno messi in evidenza due aspetti:
a) secondo la Costituzione non sono i partiti a determinare la politica nazionale; sono i cittadini che tutti
insieme partecipano a questa funzione sovrana di indirizzo, avendo il diritto di avvalersi anche dello
strumento specifico dellorganizzazione libera in partiti;

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b) questo concorso deve avvenire con metodo democratico.


I partiti sono tutelati tramite la Legge sul finanziamento dellattivit dei partiti, poi esteso anche ai comitati
promotori dei referendum.
Lattuale legislazione elettorale mira a favorire le coalizioni di partiti cui le forze politiche sono di fatto
obbligate.
Altri istituti di partecipazione politica
I cittadini hanno a disposizione ulteriori istituti e forme di partecipazione diretta. Fra questi la petizione
(prevista dallart. 50 della Costituzione): ciascun cittadino pu presentarne anche individualmente e i
regolamenti delle due Camere dispongono che siano esaminate in commissione. Pi rilevante liniziativa
legislativa popolare ex art. 71.2 della Costituzione, che prevede che cinquantamila elettori possano
presentare un progetto di legge redatto in articoli ad una delle due Camere.

IL PARLAMENTO

La capacit di rappresentare la societ di cui erano espressione era stata la primigenia funzione dei
parlamenti. Quando il regime costituzionale divent parlamentare di tipo monista lesecutivo dipendeva
ormai, prima di tutto, dal rapporto fiduciario instaurato con il parlamento, che aveva funzione legislativa
nellambito della divisione dei poteri. Progressivamente, la stessa funzione legislativa vene ridimensionata, in
compenso le assemblee diventarono la sede dove, davanti all opinione pubblica, si rappresentava lo scontro
politico fra chi governa e chi si oppone sia in forma diretta sia attraverso lazione dei gruppi parlamentari.
Fino a dopo la prima guerra mondiale tutti i parlamenti furono bicamerali e se si eccettuano Stati Uniti e
Svizzera da un lato e Belgio e Francia dallaltro, una delle due camere era espressione monarchica. Il
bicameralismo poteva essere differenziato (nel quale cio i due rami avessero funzioni in parte diversificate,
oltre ad essere formati in modo radicalmente diverso) e paritario (senza cio che una camera prevalesse
sullaltra), oppure indifferenziato e paritario, che viene anche definito bicameralismo perfetto.
Il nostro Parlamento il diretto erede del Parlamento dellItalia monarchica previsto dallo Statuto Albertino
nel marzo 1848.
Il Parlamento subalpino previsto dallo Statuto albertino era un parlamento bicamerale costituito da una
camera sede della rappresentanza nazionale (allora caratterizzata da un suffragio particolarmente ristretto) e
di una camera alta di nomina regia.
Quello statutario era stato pensato come bicameralismo differenziato (camere aventi funzioni in parte
differenti e formate differentemente), ma anche tendenzialmente paritario (nessuno dei due rami prevale
sullaltro).
Entrambi condividevano la funzione legislativa; la Camera aveva il potere di mettere in stato daccusa i
ministri e il Senato di giudicarli.
Durante il fascismo il Parlamento italiano non fu pi espressione del corpo elettorale ma nacque la Camera
dei fasci e delle corporazioni che era organo di nomina governativa e partitica.
Il Parlamento repubblicano nato dalla Costituzione fu bicamerale, in cui inizialmente il Senato durava in
carica 6 anni e la Camera dei Deputati 5, ma la loro durata fu poi parificata in cinque anni.
Il Parlamento approvato dalla Costituente bicamerale perfetto, ossia paritario e indifferenziato.
Il Parlamento italiano un organo costituzionale complesso formato da due Camere che durano in carica
ciascuna 5 anni: la Camera dei deputati che consta di 630 componenti, tutti eletti dai cittadini maggiorenni e
il Senato della Repubblica che consta di 315 componenti eletti dai cittadini che abbiano compiuto 25 anni,
pi un ristretto numero di senatori a vita (5 nominati dal presidente della Repubblica per altissimi meriti nel
campo sociale, scientifico, artistico o letterario art. 59 Cost. - e tutti coloro che sono stati presidenti della
Repubblica).
Lelezione avviene a suffragio universale e diretto: universale perch il diritto di voto riconosciuto a tutti i
cittadini; diretto perch sono ritenute escluse forme di elezione di secondo grado.
Possono essere eletti (elettorato passivo) tutti i cittadini che abbiano compiuto nel giorno delle elezioni
rispettivamente 25 anni di et per la Camera dei deputati e 40 per il Senato della Repubblica e che siano
elettori.
La legge (ex art. 65 Cost.) prevede casi di ineleggibilit e una serie di incompatibilit. In sostanza, sussiste
incompatibilit quando la legge vieta di detenere contemporaneamente due cariche; si parla di ineleggibilit
quando il cittadino, in ragione della carica o dellufficio che ricopre al momento della candidatura o che aveva
ricoperto entro termini stabiliti dalla legge, non pu essere eletto.

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I senatori a vita hanno inciso poco, dato il loro numero cos limitato. La durata della carica presidenziale (7
anni) e il fatto che possano essere eletti alla presidenza solo cittadini che abbiano compiuto 50 anni (art. 8485 Cost.) fa s che i senatori ex presidenti siano pochi. Quanto a quelli di nomina presidenziale, lart. 59
Cost. stato interpretato nel senso che essi devono essere in tutto cinque, e non che ciascun presidente
durante il proprio mandato ne possa nominare cinque.
12 deputati e 6 senatori, eletti da due speciali circoscrizioni estero, rappresentano i cittadini che non
risiedono in Italia (art. 56-57 Cost.); pu essere eletto nelle circoscrizioni estero solo chi risiede e vota
allestero.
Le Camere durano in carica 5 anni e non possono essere prorogate se non per legge nel solo caso in cui il
paese sia in stato di guerra (art. 60 Cost.); il potere di deliberare lo stato di guerra dato alle Camere
dallart. 78 Cost.
I poteri delle Camere sono prorogati fino al momento in cui non si riuniscono le nuove Camere (entro 20gg
dal voto, il quale deve avvenire non oltre 70gg dalla cessazione delle precedenti ma non prima di 45gg art.
61 Cost.).
Questa disposizione ha lo scopo di garantire la continuit nellesercizio delle funzioni parlamentari. Si pensi
al caso in cui il Governo, per necessit od urgenza, adotti un decreto legge; siccome lo stesso perde di
valore se non convertito in legge entro 60gg, il Governo deve, ex art. 77 Cost., presentare alle Camere il
disegno di legge per la conversione. Nel caso in cui le Camere siano sciolte, queste si riuniranno in via
straordinaria entro 5gg per la discussione del disegno di legge e potranno decidere se procedere subito o
lasciare che se ne occupino le nuove Camere con il rischio che il provvedimento decada.
Listituto descritto si chiama prorogatio; un istituto che viene dal diritto romano e serve a coprire il vuoto
che potrebbe altrimenti verificarsi nellesercizio di funzioni affidate a organi per i quali lordinamento prevede
la periodica sostituzione delle persone fisiche che vi sono preposte.
Una o entrambe le Camere possono essere sciolte in anticipo (art. 88 Cost. Presidente della Repubblica).
Il Parlamento in seduta comune:

Elegge, con il concorso dei delegati regionali, il Presidente della Repubblica, assiste al suo
giuramento e lo pu mettere in stato di accusa;
Elegge un terzo dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura;
Elegge un terzo della Corte Costituzionale, nonch i 45 cittadini fra i quali estrarre i giudici aggregati
ai fini del giudizio daccusa contro il Presidente della Repubblica.

Lorganizzazione ed il funzionamento delle Camere sono disciplinate da norme costituzionali, regolamentari


e, in piccola misura, legislative: il complesso di tali disposizioni, nonch delle consuetudini e delle prassi
instauratesi costituiscono quella branca del diritto costituzionale che va sotto il nome di diritto parlamentare.
Ogni Camera adotta il proprio regolamento, per cui dotata di autonomia organizzativa. Il regolamento
parlamentare disciplina lorganizzazione interna della camera a cui si riferisce e stabilisce le norme per il suo
funzionamento.
Ogni camera elegge tra i suoi componenti il proprio presidente e lufficio di presidenza. Il
presidente dirige i lavori dellassemblea e sovrintende tutta lorganizzazione interna. Inoltre:
- Il presidente della camera presiede il parlamento in seduta comune;
- Il presidente del senato supplice il Presidente della Repubblica in caso di suo impedimento.
Lufficio di presidenza composto, oltre che dal presidente, dai vicepresidenti, dai questori e dai
segretari.
La conferenza dei presidenti, organo collegiale, che comprende il presidente dellassemblea e i
presidenti di tutti i gruppi parlamentari, il cui compito principale quello di predisporre lordine del
giorno.
Le giunte, organi collegiali che svolgono funzioni specifiche:
- Giunta per il regolamento, interpreta il regolamento;
- Giunta delle elezioni, accerta la regolarit delle elezioni;
Le commissioni parlamentari:
- Commissioni permanenti, con funzioni relative al procedimento legislativo;
- Commissioni speciali, con compiti specifici;
- Commissioni dinchiesta;
- Commissioni bicamerali, commissioni congiunte tra deputati e senatori, che hanno compiti di
controllo in particolari settori della vita politica o amministrativa.

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I gruppi parlamentari: in ciascuna camera i deputati e i senatori si suddividono in gruppi parlamentari, a


seconda del partito di appartenenza. Nella camera dei deputati per formare un gruppo sono necessari
almeno 20 membri, mentre nel senato almeno almeno10.
Il parlamento chiamato a svolgere: la funzione legislativa, la funzione di indirizzo, di controllo politico e di
controllo finanziario sul governo.
Funzione legislativa
la funzione legislativa consiste nel produrre le leggi e compete per lo stato unicamente al parlamento.
Procedimento legislativo
La formazione delle leggi ordinarie comprende diverse fasi:
Iniziativa, ovvero una proposta di legge che pu essere presentata:
- Governo ( disegni di legge)
- Membri delle camere
- Consigli regionali
- Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro
- Popolo, 50.000 elettori
Discussione e approvazione, in cui il progetto assegnato ad una commissione in base alla
competenza.
Promulgazione, una volta che la legge stata approvata sullo stesso testo da entrambe le camere,
deve essere promulgata entro 30 giorni dal presidente della Repubblica.
Pubblicazione, dopo la promulgazione la legge deve essere pubblicata entro 3 giorni sulla Gazzetta
ufficiale.
Entrata in vigore, dal momento della pubblicazione decorre un certo periodo di tempo ( di norma 15
giorni) chiamato Vacatio legis, trascorso il quale la legge diventa obbligatoria per tutti.
Le procedure di indirizzo
Accanto agli indirizzi in forma di legge, le Camere concorrono a determinare lindirizzo generale del paese e
compiono pi specifiche scelte di indirizzo facendo ricorso a strumenti diversi. I principali sono quelli che
riguardano il rapporto fiduciario: il dibattito e la votazione sulla mozione di fiducia al nuovo governo; i dibattiti
e le votazioni sulle eventuali questioni di fiducia poste dal governo nel corso del suo mandato; i dibattiti e le
votazioni sulle eventuali mozioni di sfiducia presentate dallopposizione ai sensi dellart. 94 della Cost. Altri
strumenti sono:
Le mozioni, che sono lo strumento che serve a provocare una deliberazione su un qualsiasi
argomento;
La risoluzione, che ha le stesse finalit della mozione, ma che pu essere presentata come atto
dindirizzo alla conclusione di un dibattito parlamentare;
Gli ordini del giorno di istruzione del governo, atti di indirizzo blandi che sono in genere
presentati nel corso dellesame di un progetto di legge o di una mozione.
Anche lapprovazione del bilancio viene considerato un atto dindirizzo.
Le procedure di controllo
Sono gli strumenti di cui i parlamentari dispongono per ottenere informazioni e per accrescere la conoscenza
di qualsiasi materia di pubblico interesse.
Le interrogazioni consistono in una domanda rivolta al governo per chiedere informazioni o conferma di
informazioni gi note. Possono essere svolte anche in forma orale, una volta la settimana e con la
trasmissione in diretta televisiva, col governo che risponde subito (interrogazioni a risposta immediata).
Linterrogante deve limitarsi a dire se soddisfatto della risposta o no, e perch, in pochi minuti. Non si apre
alcun dibattito.
Le interpellanze sono domande per sapere dal governo perch si comportato in un certo modo e cosa
intende fare in ordine a questo o quellaspetto della sua politica. Linterpellante pu replicare pi a lungo che
nel caso dellinterrogazione, pu presentare una mozione per innescare un dibattito vero e proprio, al
termine del quale la camera detta suoi indirizzi.
La Costituzione prevede direttamente la possibilit per ciascuna camera di istituire, con propria
deliberazione, vere e proprie commissioni dinchiesta. Lart. 82 Cost. stabilisce che queste:
- abbiano per oggetto materie di pubblico interesse;

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- siano composte in modo da rispecchiare la proporzione tra i gruppi;- dispongano degli stessi poteri dellautorit giudiziaria.
Le commissioni dinchiesta rappresentano lo strumento pi incisivo per approfondire la conoscenza di grandi
fenomeni sociali o per controllare loperato delle pubbliche amministrazioni.
I lavori parlamentari sono improntati al metodo della programmazione, nel senso che si cerca di cadenzarli
secondo criteri concordati dalla conferenza dei capigruppo, su proposta del governo, della maggioranza e
delle opposizioni.
Il principale strumento tecnico che permette la concreta applicazione del metodo della programmazione il
c.d. contingentamento dei tempi, in base al quale, di norma, tutti i procedimenti in assemblea devono
concludersi entro una data prefissata, sicch, decisa questa e decise le sedute che i presidenti dei gruppi si
dichiarano disposti a tenere, il tempo disponibile ripartito in quote fra governo, relatori, rappresentanti dei
gruppi, eventuali parlamentari che intervengono a titolo personale, in modo da far s che effettivamente, in tal
giorno alla tale ora, la decisione finale venga assunta.
Oggi la stragrande maggioranza delle votazioni avvengono in forme diverse ma sempre a scrutinio palese:
ci rende impossibili attacchi improvvisi al governo da parte di componenti della stessa maggioranza, come
accadeva frequentemente in passato.
Chi allopposizione tende con frequenza a far ricorso allostruzionismo; cio allutilizzo esasperato di tutte
le facolt previste dal regolamento allo scopo di ritardare o impedire che lassemblea deliberi.
Lart. 64 Cost. d ai membri del governo il diritto di partecipare a qualsiasi riunione e di far udire la propria
voce; lart. 72 Cost. permette al governo di ottenere in qualunque fase del procedimento legislativo che sia
seguito quello ordinario, evitando la sede legislativa; lart. 77 Cost., attribuendogli il potere di legislazione
durgenza, conferisce al governo la possibilit di incidere sullordine del giorno delle Camere; lart. 94 Cost.
pone alcune
condizioni volte ad evitare imboscate parlamentari contro il governo; infine sempre lart. 94 Cost. chiarisce
che il governo non ha lobbligo giuridico di dimettersi se viene battuto da un semplice voto contrario.
Un istituto tipico dei governi parlamentari la questione di fiducia che consiste nellannuncio formale fatto
dal governo, nellimminenza di una qualsiasi votazione parlamentare, che esso la considera tanto rilevante ai
fini del proprio indirizzo che si dimetter nel caso in cui lassemblea si pronunci in modo difforme rispetto alle
proprie indicazioni.

10 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Ogni ordinamento statale conosce una figura istituzionale che lo rappresenta nella sua interezza e nella sua
unit: sia nei confronti con gli altri stati, cio nellordinamento internazionale, sia, al tempo stesso, anche al
suo interno.
Questa figura si usa chiamare capo dello stato, espressione che richiama lidea di colui che sta in posizione
pi alta di tutti: e in effetti, fin a tempi relativamente recenti, le funzioni di capo dello stato si sono identificate
con quelle proprie dei sovrani.
Oggi non pi cos anche se le monarchie restano numerose: circa un terzo sul totale degli stati censiti.
In qualche raro caso capo dello stato un organo collegiale (in Svizzera il consiglio federale al vertice
dellordinamento); quasi sempre si tratta di un organo monocratico.
Il capo dello stato pu essere (A) un presidente della repubblica di estrazione direttamente o indirettamente
rappresentativa; (B) un monarca di estrazione ereditaria, ovvero, in qualche caso, titolare di altra carica
nobiliare (ad es. Granduca del Lussemburgo) o altro titolo ancora (ad es. limperatore del Giappone).
Il presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune integrato da 58 delegati
regionali (tre per ciascuna regione; la Valle dAosta ne ha uno solo).
Lart. 83 Cost. richiede una maggioranza qualificata (2/3 del collegio composto da 1003 membri pi i senatori
a vita) nelle prime tre votazioni; la maggioranza assoluta dalla quarta in poi.
Unico requisito che si tratti di un cittadino che abbia compiuto i 50 anni di et e che goda dei diritti politici e
civili (art. 84 Cost.).
Va da s che la carica non compatibile con nessuna altra. Il presidente gode di un assegno e di una
dotazione finanziaria entrambi fissati per legge.
La durata della carica di sette anni (art. 85 Cost.).
Quale che sia la ragione per la quale il presidente non sia in grado di adempiere temporaneamente alle sue
funzioni, lesercizio si esse passa al presidente del Senato della Repubblica (art. 86 Cost.): listituto viene
chiamato supplenza.

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Nellipotesi di una semplice visita allestero, ancorch prolungata, il supplente far bene a limitarsi ad atti di
ordinaria amministrazione.
Ma nel caso in cui, ad esempio, a causa di una seria malattia o di un grave intervento che lasci per sperare
in una ripresa dellesercizio delle funzioni (senza che si configuri perci lipotesi di cui allart. 86 Cost., che
prevede lindizione delle elezioni per sostituire il presidente in caso di inadempimento permanente oltre
che di morte o di dimissioni), si pu anche pensare a un pieno esercizio della supplenza.
Il presidente che cessa per qualsiasi ragione dalla sua carica, rimozione da parte della Corte Costituzionale
esclusa, diventa senatore di diritto e a vita, a meno che vi rinunci (art. 59 Cost.).
Il presidente della Repubblica il capo dello Stato e rappresenta lunit nazionale (art. 87 Cost.): si tratta di
una figura che non ha funzioni di indirizzo politico, bens di garanzia.
Il testo costituzionale assegna poteri rilevantissimi e largamente incidenti sullesercizio sia delle funzioni
esecutive sia delle funzioni legislative sia perfino delle funzioni giudiziarie: ma con il corollario, per nulla
marginale, dellart. 89 Cost., in base al quale gli atti del presidente non sono riconosciuti come validi se non
sono controfirmati da un componente del governo (controfirma).
Lart. 89 Cost. fa riferimento alla necessaria controfirma dei ministri proponenti, che ne assumono la
responsabilit (per gli atti aventi valore legislativo necessaria anche la controfirma del presidente del
Consiglio dei ministri).
Questo riferimento ai ministri proponenti sembra quasi indicare che non si tratti di atti propri del presidente:
nel testo del progetto di costituzione cera scritto, invece, ministri competenti (e di solito viene interpretato
cos).
La questione non marginale: perch la stessa controfirma da parte di un componente del governo o da
parte del presidente del Consiglio pu assumere in un caso, significato implicito di proposta; nellaltro, di
mera assunzione di corresponsabilit e, in qualche modo, di controllo, alla stregua di una garanzia giuridicocostituzionale.
Sta di fatto che la previsione dellobbligo di controfirma per tutti gli atti del presidente ha confuso le cose, e
spiega perch da oltre cinquantanni si disputa intorno al carattere, sostanziale o meramente formale, di
molti dei suoi poteri.
I poteri che la Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica sono:
In ordine alla rappresentanza esterna. Il presidente accredita e riceve i rappresentanti diplomatici;
ratifica i trattati (art. 87 Cost.); dichiara lo stato di guerra (art. 87 Cost.); effettua le visite ufficiali
allestero, sempre accompagnato da un componente del governo, per lo pi il ministro degli affari esteri.
In ordine allesercizio delle funzioni parlamentari. Il presidente della Repubblica nomina fino a 5
senatori a vita (art. 59 Cost.); pu convocare le Camere in via straordinaria (art. 62 Cost.); indice le
elezioni e fissa la prima riunione delle nuove Camere (art. 87 Cost.); pu inviare messaggi alle Camere
(art. 87 Cost.); pu sciogliere le Camere o una di esse, non potendolo fare negli ultimi sei mesi del
mandato (art. 88 Cost.).
In ordine alla funzione legislativa. Il presidente promulga le leggi approvate dal Parlamento (art. 73 e
85 Cost.) e pu con messaggio motivato (che accompagna latto di rinvio) chiedere una nuova
deliberazione (art. 74 Cost.); autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge del governo
(art. 87 Cost.).
In ordine alla funzione esecutiva e di governo-indirizzo. Il presidente nomina il presidente del
Consiglio e, su proposta di questo, i ministri (art. 92 Cost.); accoglie il giuramento del governo (art. 93
Cost.) e ne accetta le dimissioni; emana i decreti aventi forza e valore di legge, nonch i regolamenti del
governo (art. 87 Cost.); nomina i funzionari dello Stato di grado pi elevato (art. 87 Cost.); ha il comando
delle forze armate; presiede il Consiglio supremo della difesa (art. 87 Cost.); dispone con decreto
motivato lo scioglimento di consigli regionali e la rimozione di presidenti di regione.
In ordine allesercizio della sovranit popolare. Indice i referendum previsti dalla Costituzione (art. 87
Cost.); inoltre dichiara lavvenuta abrogazione della legge sottoposta a referendum in caso di esito
favorevole.
In ordine allesercizio della giurisdizione costituzionale, ordinaria ed amministrativa. Nomina un terzo
dei giudici della Corte costituzionale (art. 135 Cost.); presiede il Consiglio superiore della magistratura
(art. 87 e 104 Cost.); pu concedere la grazia e commutare le pene (art. 87 Cost.).
Liniziativa della grazia spetta in effetti sia al ministro sia per prassi consolidata allo stesso presidente. E
tuttavia ai fini della validit del decreto di concessione della grazia a un detenuto resta, ovviamente, lobbligo
di controfirma da parte del ministro, il che permette a questi di bloccare il provvedimento nel caso in cui non
lo condivida.
Vi sono poi alcuni atti che si ritiene il presidente possa compiere senza controfirma: pu dimettersi; pu fare
dichiarazioni informali in pubbliche occasioni, a mero titolo di manifestazione di personali opinioni (c.d.

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esternazioni); esercita le funzioni di presidente degli organi collegiali su indicati (CSD Consiglio supremo
di difesa e CSM Consiglio superiore della magistratura).
Ai fini dellesercizio delle sue attribuzioni, la legge ha istituito un apparato organizzativo autonomo che
risponde direttamente al presidente e che consiste in ununica struttura, il segretariato generale della
presidenza della Repubblica.
Tale apparato consta di un segretario generale, che posto a capo di una struttura relativamente snella (900
persone con un bilancio di 145 milioni di euro lanno), il cui personale di ruolo ridottissimo, mentre pi
consistente il personale in posizione di comando o di fuori ruolo.
Lart. 90 Cost. prevede una forma di irresponsabilit del presidente per tutti gli atti compiuti nellesercizio
delle sue funzioni, a meno che non si sia macchiato di due reati: alto tradimento e attentato alla Costituzione.
La prima ipotesi vuole identificare la fattispecie di una vera e propria collusione con potenze straniere; la
seconda vuole identificare non gi qualsiasi violazione della carta costituzionale, ma solo quelle che siano
tali da mettere a repentaglio caratteri essenziali dellordinamento.
invece pacifico che il presidente risponda come ogni altro cittadino per tutte le azioni compiute fuori
dellesercizio delle sue funzioni.
Il procedimento per far valere la responsabilit del capo dello Stato per alto tradimento e attentato alla
Costituzione si articola in due fasi:

La prima la messa in stato daccusa da parte del Parlamento in seduta comune con voto
a maggioranza assoluta;

La seconda il giudizio della Corte costituzionale: in questo caso integrata da 16


componenti estratti dallelenco di 45 compilato dallo stesso Parlamento ogni 9 anni.
Il procedimento di accusa parlamentare si articola a sua volta in due fasi: listruttoria e la decisione.
Listruttoria condotta dal comitato parlamentare per i procedimenti daccusa cui spetta il compimento di una
prima serie di indagini in relazione alle denunce trasmesse dal presidente della Camera.
Tale attivit preliminare pu concludersi o con un provvedimento di archiviazione per manifesta infondatezza
delle accuse, o con una relazione da presentare al Parlamento in seduta comune contenente le conclusioni
cui giunto il comitato, favorevoli o contrarie allaccusa. Dopo latto daccusa, con decisione della Corte
costituzionale, il capo dello Stato pu essere sospeso dalla carica in via cautelare.
Il giudizio della Corte in composizione integrata si divide in istruttoria, dibattimento e decisione. Attraverso
liniziale fase istruttoria si acquisiscono tutti gli elementi di prova ritenuti utili per la decisione.
Successivamente si apre il dibattimento, durante il quale le parti discutono sulle risultanze dellistruttoria e
fanno le loro richieste. Infine la Corte si riunisce in camera di consiglio per la decisione finale, che potr
essere di assoluzione o di condanna.
In caso di condanna potranno essere applicate le pene previste dalla legislazione vigente. Inoltre potranno
essere applicate le sanzioni civili, amministrative e costituzionali adeguate al caso.
La Costituzione non prevede limiti alla rielezione del presidente uscente.
Sul potere di scioglimento necessario dire alcune parole in pi.
Il costituente ne discusse molto e lo circond di una cautela significativa che si aggiunge al consueto obbligo
di controfirma: lobbligo di consultare previamente i presidenti delle due Camere, il cui parere non
vincolante (art. 88 Cost.); inoltre viet lo scioglimento negli ultimi sei mesi di mandato del presidente (il c.d.
semestre bianco, art. 88 Cost.).
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IL GOVERNO

Il governo il potere esecutivo; un organo complesso. Secondo lart. 92 Cost. il governo della
Repubblica composto da un organo collegiale e da una pluralit di organi individuali:

presidente del Consiglio dei ministri

ministri

Consiglio dei ministri.


Il presidente del Consiglio ha un compito di direzione della politica generale del governo, della quale
porta personale responsabilit politica. In particolare:
o ha il compito di mantenere lunit dellindirizzo politico ed amministrativo;
o pu promuovere e coordinare lattivit dei ministri;
o il suo potere giuridico chiave la proposta al presidente della Repubblica dei nomi dei ministri;
o lunico a poter proporre la questione di fiducia al consiglio; rappresenta il governo nei rapporti con
gli altri organi costituzionali;
o controfirma qualsiasi atto deliberato dal Consiglio e presenta alle Camere i disegni di legge
diniziativa governativa;

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ha il potere di porre il segreto di stato; ha lalta direzione e la responsabilit politica dei servizi di
sicurezza;
o promuove e coordina lazione del governo in materia di rapporti con il sistema delle autonomie;
o promuove e coordina lazione del governo relativa alla partecipazione dellItalia allUE ed
responsabile dellattuazione degli impegni assunti in quella sede.
Il presidente del Consiglio ha sede in Palazzo Chigi. dotato di una struttura composta di numerosi
dipartimenti, uffici e servizi e diverse migliaia di dipendenti e collaboratori. Questa struttura ha il nome di
presidenza del Consiglio (art. 95 Cost.).
Il Consiglio dei ministri assume tutte le deliberazioni relative alla funzione di indirizzo politico:
determina la politica generale del governo e dirime eventuali conflitti di competenza fra ministri. In
sintesi:
decide sulla proposta del presidente del Consiglio di porre la questione di fiducia;
decide le linee di indirizzo sulla politica internazionale e comunitaria;
delibera sulla presentazione dei disegni di legge e su tutti gli atti normativi;
decide sulle nomine al vertice di enti, istituti o aziende di carattere nazionale di competenza
dellamministrazione dello Stato;
delibera su inviare alla Corte costituzionale una legge regionale o se sollevare conflitto di
attribuzione contro un altro potere dello Stato o contro una regione;
decide in ordine alluso del potere di annullamento di atti amministrativi illegittimi a tutela dellunit
dellordinamento.
I singoli ministri costituiscono il vertice delle amministrazioni cui sono preposti, e degli atti di queste
sono responsabili. I ministeri sono 14. Tuttavia, allatto della formazione del governo possono essere
nominati in numero non limitato ministri i quali non siano a capo di alcun dicastero, ma esercitino
funzioni a loro delegate dal presidente del Consiglio che ne resta il titolare: sono questi i ministri senza
portafoglio, i quali siedono a pieno titolo in consiglio dei ministri al pari di quelli che di portafoglio sono
dotati. Tutti i ministri rispondono insieme degli atti del Consiglio dei ministri.
o

La legislazione vigente prevede una serie di altri organi costituzionalmente non necessari che integrano
la composizione dellorgano complesso governo. Si tratta di:
comitati di ministri che facolt del presidente del Consiglio istituire con compiti sostanzialmente
istruttori, fra questi il consiglio di gabinetto, organo di supporto politico del presidente, composto da
ministri di particolare importanza per il dicastero che guidano e, soprattutto, per il partito che
rappresentano;
uno o pi vicepresidenti del Consiglio dei ministri;
una serie di sottosegretari di stato, i quali hanno il compito di coadiuvare il ministro e, su sua delega,
esercitare determinate funzioni che a lui appartengono. Fra i sottosegretari alla presidenza del Consiglio,
uno viene nominato segretario del Consiglio dei ministri ed responsabile del verbale. Fra gli altri
sottosegretari, su proposta del presidente del Consiglio, il Consiglio dei ministri pu individuarne non pi
di dieci che assumano il titolo di
viceministro. I viceministri possono, senza diritto di voto, partecipare al Consiglio dei ministri per riferire
su questioni di loro competenza. Su proposta sempre del presidente del Consiglio, infine, il Consiglio dei
ministri pu deliberare la nomina di
uno o pi commissari straordinari del governo, ai quali siano affidati specifici progetti o particolari
funzioni di coordinamento fra diverse amministrazioni statali.
Il governo si costituisce per nomina del presidente della Repubblica (art. 92 Cost.). Il presidente della
Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questi, i singoli ministri.
Il governo deve godere della fiducia di entrambe le Camere; questa fiducia non presunta, ma deve essere
ottenuta dal governo nominato che si deve presentare alle Camere entro 10 giorni dal giuramento.
Il presidente della Repubblica consulta a tale scopo le forze politiche al fine di trarne i necessari
orientamenti. Le consultazioni presidenziali precedenti la formazione del governo devono considerarsi una
prassi consolidata, pur non previste in alcuna norma scritta.
La prassi che il presidente della Repubblica, anche una volta esperite le sue consultazioni, non nomini
subito il presidente del Consiglio, ma affidi lincarico a formare il governo alla personalit prescelta. La
persona incaricata, a sua volta, in genere nella necessit di compiere proprie consultazioni finalizzate alla
conclusione del patto di maggioranza fra le forze cui appartiene o che comunque trattano con lui il sostegno
parlamentare.
Il presidente della Repubblica procede alla nomina formale solo nel momento in cui, sciolta la riserva con la
quale il presidente incaricato aveva accettato, appunto, lincarico di formare il governo, questi gli presenta la
lista dei ministri.

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Il presidente del Consiglio nominato prima della fiducia parlamentare e, su sua proposta, il presidente
nomina gli altri ministri. Questo vuol dire che il Parlamento chiamato a giudicare insieme i vari elementi
della formazione del governo: presidente del Consiglio, compagine ministeriale, programma.
il presidente nominato a controfirmare il proprio decreto presidenziale di nomina; subito dopo vengono
firmati i decreti di nomina dei ministri (sempre controfirmati dal nuovo presidente del Consiglio);
contestualmente, presidente del Consiglio e ministri giurano davanti al presidente della Repubblica (art. 93
Cost.). Col giuramento il governo entra in carica e i singoli suoi componenti prendono letteralmente
possesso dei loro uffici, assumendo tutte le responsabilit che la Costituzione e le leggi ad essi
attribuiscono.
La correttezza costituzionale impone che un governo in attesa di fiducia limiti la propria attivit alla c.d.
ordinaria amministrazione rinunciando cio alle iniziative di rilievo politico.
Le fasi successive alla formazione del governo prevedono: il completamento della formazione del governo
mediante la nomina dei sottosegretari e dei viceministri; la stesura del programma che verr presentato
entro 10 giorni alle Camere dal presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri; infine
la presentazione alle Camere che avviene alternativamente una volta in un ramo e una volta nellaltro,
senza che il presidente debba ripetere il suo discorso due volte. Il dibattito, invece, si svolge parimenti in
entrambe le Camere e si conclude con lapprovazione di una mozione di fiducia, per prassi presentata dai
capigruppo della maggioranza, che non motivata, ma si limita a far riferimento alle dichiarazioni
programmatiche del presidente. Va da s che il governo deve ottenere la maggioranza semplice dei voti,
fermo il quorum strutturale della met pi uno dei componenti; la votazione avviene mediante scrutinio
palese e appello nominale per diretta previsione costituzionale.
Il governo, come vertice del potere esecutivo, costituisce lorgano pubblico che realizza le c.d. politiche
pubbliche; i programmi di azione che unautorit pubblica progetta e cerca di realizzare per perseguire i fini
che essa stessa o altra autorit ha selezionato.
In particolare, il governo in senso stretto, anche lorgano che detiene, in ultima analisi, la facolt di far
ricorso alla forza coercitiva legale. Sua la responsabilit di mantenere lordine interno e della difesa della
comunit verso lesterno.
Il prodotto dellazione dei pubblici poteri sono servizi per i cittadini, opere pubbliche ed altre utilit della pi
variegata natura.
La predisposizione, prima, e la gestione, una volta votato dal Parlamento, del bilancio dello Stato uno dei
compiti principali del governo.
In diversi ambiti il governo non ha solo compiti di progettazione, di promozione, di assistenza, di controllo, di
eventuale intervento sostitutivo, ma assume il compito di realizzare direttamente le proprie politiche. Si tratta
di compiti che vanno via via restringendosi. Dopo le riforme degli anni 90 essi riguardano prevalentemente
ambiti quali la pubblica sicurezza, la giustizia, la difesa, la tutela dellambiente, i beni e le attivit culturali di
rilevanza nazionale, le grandi infrastrutture, il riequilibrio dello sviluppo economico sul territorio, alcune
limitate politiche sociali, la promozione del commercio estero.
Il governo risponde del proprio operato a vario titolo. Prima di tutto, esso legato ovviamente da un rapporto
di responsabilit politica in senso tecnico-giuridico con il Parlamento: ciascuna delle due Camere pu
sfiduciarlo, votando una mozione ad hoc, oppure anche negando la fiducia quando il governo che la
sollecita ponendo la questione di fiducia.
Ciascun ministro risponde dal punto di vista politico anche individualmente.
Sotto il profilo della responsabilit civile e amministrativa i membri del governo rispondono alla stregua di
coloro che sono preposti a pubblici uffici.
Per quel che riguarda la responsabilit penale occorre distinguere fra reati commessi dai membri del
governo nellesercizio delle funzioni e tutti gli altri reati: per i primi prevista una disciplina diversa da quella
ordinaria, per i secondi il ministro giudicato come ogni altro cittadino.
Questa disciplina speciale prevede:
Le indagini preliminari sono affidate a un collegio composto di tre magistrati; questi sono estratti a
sorte ogni due anni fra tutti quelli del distretto competente che hanno anzianit almeno quinquennale
di magistrato di tribunale; ove il collegio non disponga larchiviazione, gli atti sono trasmessi alla
camera competente;
Lautorizzazione deliberata dal Senato;
Il tribunale del capoluogo del distretto territorialmente competente giudice naturale in primo grado;
Lautorizzazione pu essere negata solo ove la camera competente reputi a maggioranza dei
componenti che linquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente
rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico. Tale valutazione
comunque insindacabile.

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Il governo cessa dalle sue funzioni nel momento in cui un nuovo governo giura nelle mani del presidente
della Repubblica. Tuttavia, dal momento in cui esso entra in crisi, elementari norme di correttezza
costituzionale impongono che si attenga alla c.d. ordinaria amministrazione, ovvero ai c.d. affari correnti.
prassi che il presidente del Consiglio dimissionario indirizzi ai propri ministri una lettera circolare che
specifica ci che essi possono e debbono fare in pendenza della crisi.
La crisi di governo conseguenza delle dimissioni di questo e, in particolare, del presidente del Consiglio
dei ministri. prassi che questi convochi il consiglio per annunciare il suo intendimento, ma non richiesta
alcuna deliberazione, le dimissioni essendo un atto individuale ed anzi, nella sostanza, la minaccia di farvi
ricorso costituisce uno degli strumenti principali di influenza politica del presidente del Consiglio.
Si usa invece chiamare rimpasto la semplice sostituzione di pi ministri senza mutamento del programma e
dellindirizzo di governo n crisi.
Solo in caso di approvazione da parte di una delle Camere di una mozione di sfiducia, il governo
obbligato a dimettersi.
In base ai regolamenti parlamentari, potendo il governo porre la questione di fiducia in occasione di una
qualsiasi deliberazione parlamentare, il voto contrario equivale in questo caso ad approvazione di una
mozione di sfiducia: e dunque determina lobbligo di dimissioni.
In tutti questi casi il voto avviene con voto palese e appello nominale.
In parte diverso, il caso dei governi che cessano dalle loro funzioni non per dimissioni di natura politica, ma
per dimissioni conseguenti allavvio di una nuova legislatura. I governi in carica hanno sempre presentato le
loro dimissioni allindomani del voto.
Naturalmente, una volta date le dimissioni, anche questi governi sono tenuti ad attenersi allordinaria
amministrazione.
Quanto ai singoli ministri, la nostra Costituzione non ne prevede la revoca. Il regolamento della Camera e la
prassi anche del Senato ammettono la mozione di sfiducia individuale contro un singolo ministro.

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GLI ORDINAMENTI REGIONALI E LOCALI

In origine lordinamento italiano era fortemente accentrato sul modello napoleonico. I prefetti erano le figure
chiave: rappresentavano il governo nelle province del Regno, controllavano le amministrazioni locali ,
garantivano lordine ecc.
Nei primi decenni del XX secolo le cose cominciarono a mutare perlomeno nei grandi centri del nord, ma il
fascismo con la legislazione comunale e provinciale del 1934 spinse laccentramento al massimo grado.
I costituenti adottarono un sistema intermedio fra quello accentrato e quello federale: il modello
regionale.
Le regioni non costituiscono lo Stato come nel modello federalistico, ma non sono nemmeno
semplici enti amministrativi: esse sono piuttosto enti dotati di poteri legislativi (potest legislativa
concorrente).
Il nostro ordinamento prevede due tipi di regioni: le regioni a statuto ordinario (15) e le regioni a statuto
speciale (Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle dAosta, Friuli Venezia Giulia.
A parte le regioni autonome a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano, lordinamento
regionale trover concreta attuazione solo a partire dal 1970.
Tale ordinamento, pur attribuendo alle regioni rilevanti poteri, lasciava che esse rimanessero esclusivamente
enti territoriali con competenze amministrative e legislative compresse al potere statale, che manteneva sia
la funzione legislativa (leggi quadro), sia la funzione di indirizzo e di coordinamento delle regioni stesse.
La riforma costituzionale del 2001
Nel corso del 2001 e' stato modificato il titolo V della parte seconda della costituzione italiana ( ossia la parte
dedicata a comuni, province e regioni) attraverso la riscrittura di molti articoli e l'introduzione di nuove norme
che hanno determinato un sostanziale ampliamento dei compiti e delle funzioni attribuite a questi
soggetti.
In particolare , ora , secondo il nuovo art. 114 " La Repubblica costituita dai Comuni, dalle Province, dalle
Citt metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
I Comuni, le Province, le Citt metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e
funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

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Roma la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento."
I punti piu' importanti della riforma costituzionale possono essere cosi sintetizzati :

La funzione legislativa attribuita alle regioni risulta fortemente ampliata.Infatti ,mentre in precedenza la
costituzione indicava le aree di competenza, in materia legislativa, attribuite alle regioni, ora la
costituzione definisce , in modo analitico, le aree nelle quali lo Stato ha potere legislativo esclusivo ( ad
es. in materia di politica estera) e quelle nelle quali Stato e regione concorrono insieme . In tutte le
materie non espressamente indicate dalla costituzione vale il seguente nuovo principio secondo cui
"Spetta alle Regioni la potest legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla
legislazione dello Stato" ;

Le funzioni amministrative, organizzative e finanziarie degli enti locali sono state anch'esse ampliate
con l'attribuzione , a questi enti, di maggiori poteri, autonomie e responsabilita' ;

E' stato introdotto il cd."federalismo fiscale" poiche' art. 119 afferma che "I Comuni, le Province, le Citt
metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa". Gli enti locali possono
dunque stabilire e applicare tributi propri e sono chiamati a compartecipare al gettito di tributi erariali
riferibili al loro territorio.:E' tuttavia previsto che sia introdotto un fondo perequativo , ossia finalizzato a
riequilibrare le differenze tra regioni, per le zone pi svantaggiate. Allo Stato e' comunque attribuito il
compito di rimuovere gli squilibri sociali ed economici, destinando risorse aggiuntive in favore di
determinati enti locali;

Infine, i rapporti tra stato e enti locali risultato ridistribuiti anche mediante un minore potere di controllo
sulle regioni da parte dello Stato e l'ampliamento dei poteri di intervento normativi delle regioni in alcuni
settori fondamentali , come tutela ambientale e istruzione .

Le modifiche costituzionali del 2001 sono state sottoposte a referendum confermativo e i cittadini italiani
hanno espresso la loro volonta' a favore dell'introduzione di questa rilevante riforma il 7 ottobre 2001.
La generalit delle funzioni amministrative spetta in primo luogo ai Comuni e solo in seconda battuta a
Province, Regioni e Stato sulla base dei seguenti principi:

Sussidiariet (il livello di governo superiore interviene solo quando lamministrazione inferiore non
sia in grado di assolvere da sola al compito);
Differenziazione (enti di pari livello possono avere competenze diverse);
Adeguatezza (le funzioni devono essere affidate ad enti che offrano livelli adeguati di efficienza).
Con la legge costituzionale n.3/2001 le differenze tra i due tipi di regione si sono affievolite. Dal nuovo testo
si ricava che tutte le regioni godono di unautonomia che si realizza nelattribuzione del potere di
approvazione dei propri statuti senza intervento alcuno dello stato. Inoltre ciascuna regione pu trattare con
lo stato forme e condizioni particolari di autonomia.
Gli statuti regionali stabiliscono la forma di governo che la regione intende attribuirsi e determinano i
principi fondamentali del suo funzionamento e della sua organizzazione.
La forma di governo regionale
La Costituzione prevede (art. 121.1) i seguenti organi regionali: Consiglio regionale, Giunta, Presidente.
Lart. 123.4 prevede anche il Consiglio delle autonomie locali.
Il Consiglio regionale esercita la funzione legislativa;
la Giunta esercita la funzione esecutiva.
Il Presidente della Regione:
Rappresenta la Regione;
Dirige la politica della giunta e ne il responsabile;

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Promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali;


Dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione.
La Costituzione prevede lelezione diretta e a suffragio universale del Presidente. Egli ha il potere di
nominare e revocare i componenti della giunta (art. 122.4).
Nei suoi confronti il Consiglio regionale pu esprimere la sfiducia mediate mozione motivata.
In caso di approvazione della mozione di sfiducia o di rimozione, impedimento permanente, morte o
dimissioni volontarie del Presidente si dimette anche la Giunta e si scioglie il Consiglio, in base al principio
aut simul stabunt, aut simul cadent (art. 126.3).
La forma di governo degli enti locali
Si basa sullelezione popolare diretta del sindaco e del presidente della Provincia, i quali durano in carica 5
anni e possono essere rieletti consecutivamente solo una volta.
Nei comuni fino a 15000 abitanti ogni candidato sindaco collegato ad una lista di candidati consiglieri
comunali.
Lelettore esprime un voto per il sindaco e la lista ad esso collegata, oltre ad un voto di preferenza per uno
dei candidati della lista.
Il candidato che ottiene il maggior numero di voti eletto sindaco.
La lista collegata ottiene automaticamente i 2/3 dei seggi. Gli altri seggi vengono distribuiti in base al
principio proporzionale.
Nei comuni con oltre 15000 abitanti lelettore pu esprimere il voto anche per una lista diversa da quelle
collegate al candidato sindaco che ha scelto (voto disgiunto).
Il candidato che ottiene la maggioranza assoluta diventa sindaco. Diversamente, si procede ad un secondo
turno fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
I seggi vengono ripartiti secondo il sistema proporzionale, ma al sindaco viene comunque attribuito un
premio di maggioranza.
Lelezione del presidente della provincia molto simile a quella del sindaco nei Comuni con oltre 15000
abitanti.
Per tutte le elezioni negli enti locali prevista una clausola di sbarramento del 3%.
13 LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Nel diritto italiano, la pubblica amministrazione rappresenta l'insieme degli organi e delle attivit volte al
perseguimento di obiettivi e compiti ritenuti di pubblico interesse. Fanno parte della pubblica amministrazione
il governo e i singoli ministeri (amministrazioni centrali), con i loro apparati, gli enti locali (Comune e
Provincia) e le Regioni, gli enti pubblici che operano nel campo dei servizi sociali (Azienda sanitaria locale;
enti previdenziali), la scuola.
Lattivit della pubblica amministrazione si esplica in funzioni pubbliche e in servizi.
Costituiscono funzioni pubbliche le attivit giuridiche che la PA svolge nellinteresse generale della
collettivit, come la riscossione delle imposte e la gestione degli uffici di polizia ; i servizi pubblici sono quelle
attivit che la PA mette a disposizione dei singoli cittadini, come listruzione, i trasporti, la sanit.
Lattivit amministrativa stata classificata in
1. Amministrazione attiva: vi rientrano quelle attivit dirette alla realizzazione delle finalit di pubblico
interesse;
2. Amministrazione consultiva: d pareri, consigli, chiarimenti alle autorit che devono provvedere su
determinati fatti;
3. Amministrazione di controllo: comprende quelle attivit dirette a sindacare loperato
dellamministrazione attiva.
Lattivit amministrativa quellattivit mediante la quale gli organi statali provvedono alla cura concreta degli
interessi pubblici ad essi affidati. Essa riguarda:
La conservazione dellordine e della sicurezza interna
La sicurezza esterna
La finanza pubblica, prelievi di imposte, contributi, tasse.
Il benessere materiale della collettivit, mediante la gestione di servizi pubblici come trasporti,
poste, telefoni;
Il benessere sociale della collettivit, mediante listruzione, la previdenza e lassistenza.
La PA deve essere indipendente da qualsiasi influenza politica. Inoltre essa caratterizzata da una serie di
principi:

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Principio di legalit: lattivit amministrativa sempre finalizzata al beneficio di un interesse pubblico;


Principio di imparzialit: la PA svolge la sua attivit nel rispetto della giustizia e deve ammettere tutti i
soggetti al godimento dei pubblici servizi, senza operare favoritismi;
Principio di buon andamento dellamministrazione: consistente nel garantire lefficacia dellattivit
amministrativa e leconomia dellazione amministrativa con il minor sacrificio possibile;
Principio di ragionevolezza: la PA deve evitare decisioni arbitrarie e irrazionali;
Principio della trasparenza: inteso come limmediata e facile controllabilit di tutti i momenti e i
passaggi delloperato della PA, al fine di garantire limparziale svolgimento.
Lunit organizzativa dellamministrazione centrale rappresentata dai ministeri, cui preposto un ministro.
Ad esso spettano compiti di amministrazione diretta nonch compiti di indirizzo e vigilanza nei confronti degli
enti che operano nello stesso settore. Questi sono i ministeri:
1. Ministero degli affari esteri
2. Ministero dellinterno
3. Ministero della giustizia
4. Ministero della difesa
5. Ministero delleconomia e delle finanze
6. Ministero dello sviluppo economico
7. Ministero del commercio internazionale
8. Ministero delle comunicazioni
9. Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
10. Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare
11. Ministero delle infrastrutture
12. Ministero dei trasporti
13. Ministero dei lavoro e della previdenza sociale
14. Ministero della salute
15. Ministero della pubblica istruzione
16. Ministero delluniversit e della ricerca
17. Ministero per i beni e le attivit culturali
18. Ministero della solidariet sociale
14 LE GARANZIE GIURISDIZIONALI
Nel diritto moderno il compito di applicare la legge al caso concreto spetta a un'autorit giudiziaria dello
stato, la magistratura, che amministra la giustizia nel nome del popolo. I giudici, nominati per pubblico
concorso, decidono in base alle leggi chi abbia ragione tra due parti che sono in lite, oppure stabiliscono se
un imputato sia colpevole o innocente, infliggendogli nel caso di colpevolezza una pena proporzionata al
reato commesso.
Tale impostazione risponde a un principio, che andato affermandosi con il progredire della civilt, secondo
cui la persona che ha subito un torto non pu farsi giustizia da s n pu vendicare privatamente l'offesa
ricevuta cos come avveniva nell'antichit. Oggi, chi ha subito un torto ha il diritto di chiedere giustizia, ma lo
deve fare nelle giuste sedi; se esistono infatti elementi validi per sostenere tale richiesta, un magistrato,
investito del caso, celebra in tribunale un regolare processo, davanti al quale la persona offesa ha il dovere
di presentarsi per dimostrare di avere ragione (anche servendosi di un avvocato e impiegando i mezzi di
prova che la legge gli consente di utilizzare). Il magistrato, dopo aver esaminato i fatti e le prove, decide
pubblicamente con una sentenza. Nel caso in cui la sentenza sia sfavorevole alla persona offesa, questa
pu fare appello contro di essa, cio richiedere a un giudice di grado superiore (normalmente la Corte
d'Appello) di riesaminare il caso e modificare la sentenza di primo grado. Se anche la sentenza di secondo
grado della Corte d'Appello a lui contraria, il cittadino pu ricorrere alla Corte di Cassazione per chiedere di
verificare che sia stata correttamente applicata la legge.
In alcuni casi, il diritto civile ammette che due persone, se lo vogliono, possano risolvere le proprie
controversie incaricando un privato di dichiarare chi dei due abbia torto e chi ragione. Questa procedura,
chiamata arbitrato, molto diffusa nelle controversie in materia contrattuale ma invece vietata nel diritto
penale.
Magistratura: L'insieme degli organi civili, penali e amministrativi dello stato che svolgono la funzione
giurisdizionale. La Costituzione, nell'art. 104, definisce la magistratura come "organo autonomo e
indipendente da ogni altro potere". L'indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello stato quello

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esecutivo e quello legislativo fondamentale in quanto ha come finalit prima quella di tutelare i giudici da
pressioni che possono derivare sia da parte degli altri organi dello stato sia eventualmente da parte di privati.
Per garantire l'indipendenza dell'autorit giudiziaria stato istituito un organo, il Consiglio superiore della
magistratura, il quale, occupandosi dell'autogoverno della stessa, ne garantisce anche l'indipendenza. I
magistrati possono essere nominati solo attraverso concorso, sono soggetti soltanto alla legge e non
possono essere sollevati dal servizio senza il loro consenso e neppure trasferiti in altra sede.
Uno dei principi fondamentali che riguardano la magistratura quello dell'indipendenza dei giudici, senza il
quale verrebbe meno la garanzia di imparzialit degli stessi. Il giudice infatti libero da qualsiasi vincolo
gerarchico o potere superiore. Un altro principio di grande importanza quello della garanzia del giudice
naturale, secondo il quale nessuno pu essere giudicato da un organo giudiziario diverso da quello
competente per legge; in altre parole, le competenze del giudice sono fissate a priori e non in ragione del
sorgere delle singole controversie. Altro principio fondamentale che riguarda la magistratura, ma posto
dalla Costituzione a tutela di tutti i cittadini, quello secondo cui "tutti possono agire in giudizio per la tutela
dei propri diritti e interessi legittimi"; questo significa che il diritto di agire in giudizio riconosciuto a tutti in
modo indistinto dalla Costituzione. Un altro principio molto importante, che influisce sulla struttura stessa del
processo, quello secondo cui il giudice non pu decidere un giudizio senza prima avere ascoltato le ragioni
di tutte le parti. Questa sicuramente da considerarsi una garanzia a un giudizio imparziale e fondato. Il
giudizio si deve svolgere in modo equo, cio garantendo a tutte le parti la possibilit di difendersi e far valere
le proprie ragioni in modo adeguato. I processi, inoltre, devono essere resi pubblici; tale requisito
fondamentale in uno stato democratico fondato sulla sovranit popolare.
Il giudice, nell'esercizio della funzione giurisdizionale, si avvale della collaborazione di alcuni uffici che
assolvono determinate funzioni. Il cancelliere svolge come attivit principale quella di occuparsi della
documentazione dell'attivit giurisdizionale, per cui redige i verbali dei procedimenti, aiuta il giudice a
stendere i provvedimenti e le decisioni, provvede all'iscrizione delle cause a ruolo, invia le comunicazioni di
cancelleria ecc. L'ufficiale giudiziario svolge funzioni di grande importanza soprattutto nel processo
esecutivo. Infine c' il consulente tecnico, che uno specialista di cui si avvale il giudice quando chiamato
a decidere su questioni per le quali richiesta una competenza particolare e specifica extragiuridica.
La magistratura linsieme degli organi civili, penali e amministrativi che nel loro complesso costituiscono il
potere giudiziario. In nome del popolo italiano, tali organi applicano la legge al caso concreto, esercitando
cos la funzione giurisdizionale. Si divide in ordinaria e speciale
Magistratura ordinaria
La Magistratura ordinaria si distingue in civile, quando giudica rapporti privati, e in penale, quando accerta la
responsabilit di reati contro la persona o il patrimonio e definisce la pena.
Organi della magistratura civile sono:

Il Giudice di pace (organo monocratico che decide in primo grado


Il Tribunale (organo che giudica in primo grado in composizione monocraticao in composizione
collegiale a seconda del tipo di causa; in secondo nei confronti delle decisioni del giudice di pace)
La Corte di appello (organo collegiale con competenze nel processo di secondo grado)
La Corte di cassazione ( organo collegiale con competenze nel processo di riesame, cosiddetto
terzo grado)

Organi della magistratura penale sono:

Il Pubblico ministero (promuove lazione penale e rappresenta la pubblica accusa)


Il Giudice per le indagini preliminari ( decide sul rinvio a giudizio o sullarchiviazione e autorizza le
misure limitative della libert personale)
Il Giudice di pace (dal 1 gennaio 2002 decide nel processo in primo grado)
Il Tribunale (organo collegiale con competenze nel processo di primo grado)
La Corte dAssise (organo collegiale con competenze nei reati di particolare gravit nel processo di
primo grado)
La corte di appello e di Assise dappello (organi collegiali con competenze nel processo di
secondo grado)

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La corte di cassazione (organo collegiale con competenze di riesame o di cosiddetto terzo grado)

Il Tribunale per i minorenni un organo collegiale, con competenze sia civili sia penali, nel processo di
primo grado a carico di minori dei 18 anni. E composto da un giudice di tribunale e da due consulenti, un
uomo e una donna, in genere psicologi, psichiatrici e assistenti sociali.

Magistratura speciale
La Magistratura speciale destinata a risolvere specifiche controversie indicate tassativamente dalla legge;
si distingue in amministrativa, che accerta e giudica i rapporti in cui parte la Pubblica Amministrazione, e
non amministrativa, che accerta e giudica i rapporti in particolari ambiti.
Organi della Magistratura speciale amministrativa sono:

Il Tribunale amministrativo regionale (organi collegiali competenti nel processo di primo grado)
Il Consiglio di Stato (organo collegiale competente nel processo di secondo grado)
La Corte dei Conti (organo collegiale cui spettano diverse funzioni consultive, di controllo e
giurisdizionali)

Organi della Magistratura speciale non amministrativa sono:

Il Tribunale Militare (competente in tempo di pace per i reati minori commesse dagli appartenenti
alle forze armate)
Il tribunale delle acque pubbliche ( organo competente per le controversie relative al patrimonio
idrico dello Stato)

CSM o Consiglio superiore della magistratura


Organo che, secondo quanto disposto dalla Costituzione italiana (artt. 104-107), ha il compito di tutelare
l'indipendenza e l'autonomia dei giudici nei confronti dei superiori per gerarchia e degli altri poteri dello stato
(il potere esecutivo e il potere legislativo). Il CSM presieduto dal presidente della Repubblica ed
composto da magistrati ed esperti di diritto eletti dal Parlamento tra i professori universitari di materie
giuridiche e gli avvocati con quindici anni di servizio.
Tra le funzioni principali del CSM vi quella di decidere sulle assunzioni, le promozioni, i trasferimenti e i
provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati.

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LA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE

Le forme tipiche di garanzia della costituzione sono:


1. Il procedimento di revisione costituzionale. Esso assicura che le decisioni intorno a quali debbano
essere le regole costituzionali siano prese mediante procedimenti aggravati di deliberazione;
2. La giustizia costituzionale, che assolve il compito di risolvere le controversie in ordine
allapplicazione di quelle regole.

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Fra i sistemi di controllo di costituzionalit la divisione principale tra:


Sistema diffuso, in cui il controllo di costituzionalit affidato a tutti gli organi giudiziari, i quali in
caso di contrasto con la costituzione disapplicano la legge con efficacia limitata al caso in esame,
Sistema accentrato, in cui il controllo di costituzionalit affidato ad un unico tribunale costituzionale
istituito ad hoc. A differenza di quello diffuso il sindacato accentrato caratterizzato dal fatto che quel
tribunale decide in via definitiva e con efficacia erga omnes, espungendo dallordinamento le orme
incompatibili con la costituzione, non solo disapplicandole.
Quanto ai modi di attivazione della giurisdizione costituzionale,si pu distinguere tra:
Controllo preventivo e controllo successivo, a seconda che la pronuncia avvenga prima dellentrata
in vigore dellatto la cui legittimit costituzionale in discussione (come in Francia) e dopo (come in
Italia)
Controllo in via diretta (o in via dazione) o invia indiretta (o in via incidentale) a seconda che sia
consentito, ai soggetti legittimati a farlo, di impugnare direttamente o indirettamente (solo in certi
ambiti e a certe condizioni) gli atti che si assumono contrastanti con la costituzione.
La Costituzione italiana ha introdotto un modello di giustizia costituzionale che per certi versi accentrato,
essendo stata istituita la Corte Costituzionale; per altri diffuso perch tutti i giudici possono attivarne lo
scrutinio di costituzionalit. Per questo si definisce modello misto. Esso combina controllo accentrato da un
lato e accesso diretto (ricorso in via dazione, detto anche in via principale) e indiretto (ricorso in via
incidentale, detto anche in via deccezione) dallaltro.
Vi sono due modi di accesso al giudizio di legittimit costituzionale:
1.

Laccesso diretto in via dazione da parte dello Stato contro leggi regionali e delle regioni avverso
leggi dello Stato
2. Laccesso in via incidentale che si ha quando la questione di legittimit costituzionale sorge nel
corso di un iudizio (l.cost. n. 1/1948).
Lart.134 della Costituzione circoscrive il sindacato di costituzionalit alle leggi e agli atti, aventi forza di
legge, dello Stato e delle Regioni. Oggetto di controllo sono dunque:
- Le leggi ordinarie dello Stato
- Le leggi regionali e le leggi delle province autonome di Trento e Bolzano
- Gli atti aventi forza di legge dello Stato
- Le leggi costituzionali e le leggi di revisione costituzionale, secondo linterpretazione prevalente.
Nel nostro sistema sono sottoposti al controllo della Corte Costituzionale esclusivamente gli atti normativi
primari sia di rango ordinario che di rango costituzionale.
La Costituzione pu rilevare:

Vizi formali, che attengono allatto in quanto tale e si hanno quando un atto legislativo non rispetta le
regole che disciplinano il procedimento di formazione o anche la forma di pubblicazione

Vizi sostanziali, che attengono al contenuto di un atto normativo, indipendentemente da come


stato formato. Un atto legislativo incostituzionale per vizio sostanziale quando: 1) il suo contenuto
lede la disciplina desumibile da una o pi orme costituzionali; 2) il suo oggetto non rispetta lambito
materiale di competenza assegnato allatto legislativo da una o pi norme costituzionali (vizio
sostanziale per incompetenza).
La giurisprudenza della Corte include tra i vizi che possono dar luogo ad illegittimit costituzionale anche il
c.d. vizio di irragionevolezza della legge. Il principio di ragionevolezza e il correlativo vizio sono considerati
strumenti utili a valutare (e sanzionare) tutte le ipotesi d atti normativi contrari alla funzione generale del
diritto e della Costituzione.

Il processo incidentale
Affinch si possa adire ad un giudizio in via incidentale la corte Costituzionale richiede due requisiti:
Requisito soggettivo, ossia lesistenza di un giudice, incardinato nellorganizzazione della
magistratura ordinaria o amministrativa

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Requisito oggettivo, ossia lesistenza di un giudizio in senso tecnico, ovvero di attivit qualificabile
come esercizio di una funzione giurisdizionale.
Un secondo aspetto riguarda chi nel corso del processo, soleva la questione di legittimit. Secondo la legge,
essa pu essere:
Sollevata su istanza di una delle parti del giudizio (parti private o pubblico ministero)
Rilevata dufficio da parte dello stesso giudice innanzi al quale pende il giudizio principale.
Devono essere precisati i termini della questione di costituzionalit individuando:
Le disposizioni della legge o dellatto avente forza di legge dello Stato o di una regione, viziate da
illegittimit costituzionale (c.d. oggetto)
Le disposizioni della Costituzioni o delle leggi costituzionali che si assumono violate (c.d.
parametro).

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Affinch la questione sollevata possa accedere al giudizio della Corte Costituzionale necessario che il
giudice a quo accerti preliminarmente lesistenza di due condizioni di ammissibilit e cio che la questione di
costituzionalit sia rilevante e che si non manifestamente infondata.
Deciso il rinvio alla Corte, il giudice a quo provvede a notificare lordinanza sia alle parti sia al pubblico
ministero, se presente. Qualora in discussione sia la legittimit di una legge statale, prevista la notifica
anche al Presidente del Consiglio, se si tratta di legge regionale va notificata anche al presidente della giunta
regionale; lordinanza altres comunicata ai presidenti delle camere o al presidente del consiglio regionale.
Lordinanza va pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e, quando occorre, nel Bollettino ufficiale
delle regioni coinvolte.
Entro 20 giorni dalla notifica, le parti del processo a quo possono costituirsi innanzi alla Corte; lo stesso
termine vale per lintervento in giudizio el presidente del consiglio dei ministri o del presidente della giunta
regionale.
Trascorsi i 20 giorni dalla notifica, il presidente della Corte nomina un giudice istruttore e relatore,
convocando poi la Corte entro i 20 giorni successivi per la discussione della questione, in vista della
decisione definitiva.
Il processo in via dazione
Il giudizio in via diretta o in via dazione si apre direttamente mediante:

Ricorso dello Stato contro le leggi regionali che eccedano la competenza della regione

Ricorso della regione contro leggi e atti aventi forza di legge dello Stato o contro leggi di altre regioni
che ledano la sua sfera di competenza.
Il ricorso, quale atto introduttivo del giudizio, deve essere congruamente motivato al fine di evidenziare con
chiarezza la questione e lo specifico interesse sotteso.
Quanto alla titolarit del ricorso, lazione del governo richiede la delibera del Consiglio dei ministri, cui segue
liniziativa del presidente del consiglio, mente per la regione necessaria una delibera della giunta regionale.
Sotto il profilo sostanziale del ricorso, lo Stato pu impugnare leggi regionali per qualsiasi vizio di legittimit
costituzionale, invocando qualsivoglia parametro costituzionale; invece le regioni possono impugnare leggi
dello Stato o di alta regione solo nellipotesi di invasione della competenza ad esse assegnata da norme
della Costituzione o da norme legislative interposte, come i decreti di attuazione degli statuti speciali o le
norme di trasferimento delle funzioni statali.
Tipologia delle sentenze
Le sentenze di merito della Corte possono essere classificate secondo pi criteri, alternativi e concorrenti:
innanzitutto, secondo lesito del giudizio che pu essere di accoglimento o di rigetto della questione di
costituzionalit.
Una seconda classificazione delle decisioni di merito si fonda sulla distinzione tra disposizione e norma e si
parla di sentenze interpretative: sono quelle in cui il rigetto (interpretative di rigetto) o laccoglimento della
questione (interpretative di accoglimento) dipende da quale norma, fra le diverse possibili, la Corte ricava dal
testo sottoposto al suo esame
Unaltra classificazione comprende solo sentenze di accoglimento, chiamate sentenze manipolative.
Leffetto manipolativo da riferirsi al fatto che esse producono vere e proprie innovazioni del sistema
normativo. In particolare vanno considerate le seguenti decisioni:
- Sentenze di accoglimento parziale. La Corte accoglie la questione dichiarando illegittima una parte
di una disposizione o uno dei possibili significati (norme) ricavabili da essa.
- Sentenze sostitutive. Costituiscono unipotesi intermedia tra le parziali e le additive in quanto la
Corte dichiara illegittima una certa norma, che viene eliminata (come nelle parziali), e
contemporaneamente la sostituisce con unaltra norma che essa individua nella sentenza e
aggiunge al testo (come nelle additive).
- Sentenze additive o aggiuntive. Sono quelle decisioni che dichiarano illegittima una disposizione
nella parte in cui non prevede una certa norma la cui esistenza necessaria per rispettare la
Costituzione e che viene aggiunta al testo dalla Corte.
- Sentenze additive di principio. Questo tipo di decisioni mitiga gli effetti delle additive semplici. La
Corte si limita infatti ad individuare il principio generale in base al quale una certa materia va
disciplinata: non impongono una disciplina specifica, ma lasciano al legislatore la possibilit di
scegliere come attuare quel principio.

Conflitti di attribuzione

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Sul piano soggettivo i conflitti possono classificarsi in due categorie:

Conflitti tra poteri dello Stato, ossia tra poteri appartenenti al medesimo soggetto (lo Stato), definiti
conflitti interorganici;

Conflitti tra stato e regioni e fra regioni, ossia tra soggetti costituzionali diversi e dotati di personalit
giuridica distinta, definiti conflitti intersoggettivi.
Tali conflitti hanno per oggetto una controversi sulla competenza in cui pu venire in contestazione:

La titolarit della competenza che ciascun organo o soggetto in conflitto rivendica come propria
(vindicatio potestatis)

Lillegittimo esercizio di una competenza da parte di un organo o soggetto cui consegue la


menomazione della sfera di attribuzione di un altro organo o soggetto (cattivo uso del potere).
16 LORDINAMENTO ITALIANO E LA SUA EVOLUZIONE
Come tutti i fenomeni sociali, lordinamento giuridico espressione della societ e cambia con il cambiare
della societ. La societ italiana sia in epoca statutaria sia ancor pi in epoca in epoca repubblicana ha
conosciuto cambiamenti che non esagerato definire spettacolari: essi non potevano non riflettersi sul suo
ordinamento giuridico e sulla sua costituzione.
LItalia unita ebbe nello Statuto che re Carlo Alberto aveva concesso il 4 marzo 1848 la sua prima carta
fondamentale.
Lo Statuto volle delineare una monarchia costituzionale nella quale il potere esecutivo fosse saldamente in
mano al re; nella quale il potere legislativo fosse condiviso dal re e da due Camere, una rappresentativa
(Camera dei Deputati) e una di nomina regia vitalizia (ma non ereditaria, il Senato del Regno); nella quale
anche la giustizia emanasse dal re e fosse amministrata in suo nome. I ministri del re erano responsabili,
ma non si specificava davanti a chi, e in ogni caso questa responsabilit era originariamente concepita solo
a copertura dellinviolabilit del re. Erano previsti tutta una serie di diritti e doveri fondamentali e la religione
cattolica era proclamata religione di stato e gli altri culti erano tollerati.
Ci fu una prima fase pseudo-parlamentare in cui Mussolini govern in modo non molto diverso rispetto ai
suoi predecessori, ma i segnali di unevoluzione verso la dittatura ci furono subito. Fu istituita la milizia
volontaria per la sicurezza nazionale (c.d. milizia fascista) e furono varate limitazioni alla libert di stampa.
Con la legge elettorale del 1923 (c.d. legge Acerbo) Mussolini ebbe oltre il 70% dei seggi. Tale legge
rafforzava notevolmente il ruolo del Presidente del Consiglio. Gli enti locali furono ridotti ad enti autarchici al
cui vertice cera un podest di nomina prefettizia. Fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato;
furono sciolti i partiti politici; la carta del lavoro e le leggi corporative vietarono lo sciopero e la serrata,
istituirono il giudice del lavoro ed imponevano contratti validi erga omnes stipulati da sindacati riconosciuti
dallo stato. Fu istituito il Gran Consiglio del fascismo, vertice collegiale del Partito Nazionale Fascista, unico
organo deputato a proporre il nome del presidente del consiglio al re. Una nuova legge elettorale affidava di
fatto al Gran Consiglio la scelta dei membri della Camera. Furono instaurati i Patti Lateranensi tra Stato e
Chiesa cattolica; furono approvati nuovi codici di pubblica sicurezza, penale e procedura penale, le
cosiddette leggi razziali ed alla fine fu soppressa la Camera dei Deputati e fu sostituita da una Camera dei
Fasci e delle Corporazioni.
Alla fine della seconda guerra mondiale si raggiunse il c.d. compromesso istituzionale a seguito del quale
Vittorio Emanuele III rinunci allesercizio di tutti i suoi poteri affidando questi al principe ereditario Umberto,
nominato luogotenente generale del Regno e fu decisa la convocazione di unAssemblea Costituente cui
deferire anche la scelta tra monarchia e repubblica (d.l.lgt. n. 151/1944, detto anche prima costituzione
provvisoria). Circa un anno dopo (aprile 1945) fu istituita unassemblea indirettamente rappresentativa, la
Consulta nazionale, col compito di fornire pareri al governo, con particolare riferimento alla legge per
lelezione della Costituente.
Nel marzo del 1946 si decise di far scegliere tra monarchia e repubblica dal corpo elettorale d.lgs.lgt
n.98/1946 detto seconda costituzione provvisoria).
Il 2 giugno 1946 i cittadini votarono a un tempo per il referendum istituzionale (scegliendo la repubblica) e
per eleggere la Costituente in base ad una legge elettorale proporzionale.
Lassemblea costituente si insedi il 25 giugno e tre giorni dopo elesse Enrico de Nicola capo provvisorio
dello stato.
La Costituente affid a unapposita Commissione per la Costituzione composta da 75 membri scelti con
criteri proporzionali (la c.d. Commissione dei settantacinque) la redazione di un testo base. Questa

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commissione elesse come presidente e relatore Meuccio Ruini e fu strutturata in te sottocommissioni (diritti
e doveri dei cittadini, ordinamento costituzionale della repubblica a sua volta suddivisa in due sezioni
potere esecutivo e potere giudiziario - e diritti e doveri economico-sociali. Ai fini del coordinamento
formale del testo fu nominato un comitato di redazione di 18 costituenti. Il testo base fu presentato in
Assemblea nel gennaio 1947 e lapprovazione finale avvenne il 22 dicembre 1947.
La carta costituzionale entr in vigore il 1 gennaio 1948.
Le fasi della storia costituzionale repubblicana
La si pu sostanzialmente dividere in quattro fasi:
La prima fase caratterizzata dalla questione dellattuazione della Costituzione con riferimento sia alla
parte organizzativa sia alle sue norme in materia di diritti e libert (1948 1968);
Una seconda fase caratterizzata da una prima crisi politico-istituzionale con il manifestarsi di una
sostanziale incapacit del sistema politico di farvi fronte efficacemente e in tempi adeguati (1968
1979).
Una terza fase consumate tutte le formule politiche possibili, caratterizzata dal tentativo tardivo di
aggiornare ed adeguare le istituzioni, con aggiustamenti che non mettessero per in discussione n
le basi dellordinamento il ruolo delle principali forze politiche (1979 1991).
Una quarta fase successiva al fallimento del tentativo del decennio precedente caratterizzata, in un
contesto internazionale radicalmente modificato dal crollo del comunismo sovietico, da una seconda
e pi profonda crisi politico-istituzionale e dallavvio di una serie di trasformazioni. Si tratta della fase
tuttora in corso.
Le principali tappe del riformismo istituzionale
Per decenni (fino alla seconda met degli anni Settanta le forze politiche furono ferme nel respingere
qualsiasi ipotesi di revisione costituzionale.
Nella seconda met degli anni Settanta, di fronte alle evidenti difficolt di funzionamento del sistema politicoistituzionale, durante la VII legislatura (1976 1979) fu il Partito Socialista a porre il problema di una grande
riforma e da allora il tema allordine del giorno della politica istituzionale.
Ben tre sono state le commissioni parlamentari bicamerali tra il 1983 ed il 1998.
Sono rimaste per serie difficolt per una revisione organica.
Alla vigilia delle elezioni politiche 2001 fu approvata la revisione dellintero Titolo V della Costituzione (Le
Regioni, le Province, i Comuni). Lapprovazione avvenne per la maggioranza qualificata necessaria per
evitare un referendum costituzionale. Questo venne prontamente richiesto da parte dal prescritto numero di
parlamentari.
Il referendum conferm la legge di riforma costituzionale.
Pi complessiva la legge di revisione approvata dal governo di centro-destra, che fu per poi bocciata dal
referendum costituzionale successivo del 2006.
La principale riforma stata quella riferita al Titolo V della Costituzione (vd. risposta precedente) che
rivedeva il rapporto tra i poteri dello Stato e quelli delle Regioni, delle Province e dei Comuni.
Restano per ancora aperte alcune importanti questioni, soprattutto riferite alla parte II della Costituzione e
precisamente:
- La riforma dellattuale bicameralismo perfetto;
- Una messa a punto della forma di governo in modo da integrare efficacemente la legislazione
elettorale, in particolare per quanto riguarda i poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri,
chiarendo nel contempo il ruolo del Presidente della Repubblica;
- Una correzione equilibrata dellart. 117 con riferimento alle competenze legislative di Stato e regioni,
tenuto conto anche delle osservazioni critiche che sono state fatte sulle soluzioni approvate nel
2001.

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