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APOCRYPHA
Revue Internationale des litteratures apocryphes
International Journal of Apocryphal Literatures
Directeur de publication
S.C. MIMOUNI
Secretaire de Redaction
M.-J. PIERRE
Comite de Redaction
F. AMSLER, J.-D. DUBOIS, P. GEOLTRAIN,
R. GOUNELLE,S.J. V OICU
Comite scientifique
I. BACKUS,B. BOUVIER, F. BOVON, Z. IZYDORCZYK,
S. JONES,A. LE BoULLUEC, J.-N. PERES,M. STAROWIEYSKI
(A.E.LA.C.)
et
de la Societe pour l'etude de la litterature apocryphe chretienne
(S.E.LA.C. )
BREPOLS
D/1998/0095/87
Imprime en Belgique
ISBN 2-503-50630-5
SOMMAIRE
Verso il testo primitivo dei llal8lKU TOUKtJPlOtJ'
I TlUOU
Racconti dell'infanzia del
Signore Gesu
par SeverJ. V OICU
Neutestamentliche Apokryphen -Bemerkungen zu Geschichte und Zukunft
einer von Edgar Hennecke im Jahr 1904begrtindeten Quellensammlung
par Christoph MARKSCHIES
97
(1505,1513,1515)
133
157
225
263
'.".'
".".".'...". 291
301
Sever!. VOICU
Augustinianum, Rome
L' Histoire de l'enfance de Jesus est un recueil d'episodesconcernant Jesusdepuis l'age de cinq ii l'age de douze ans. Redige en grec aux
alentoursde l'an 200, il a ete traduit en de nombreuseslanguesanciennes
et reecrit plusieurs fois, donnant lieu ii des recensionsassezdifferentes.
Apres avoir presenteet classeles ramifications de la tradition manuscrite
(resumeedans un stemma codicum), l'article evoque d'autres questions
concernantl'histoire de cetapocryphe et met en parallele toutesles recensions utilespour en etablir le textecritique.
Composti in greco verso l'anno 200, i Racconti dell'infanzia del
Signore Gesu sana una seriedi scenetteche presentano Gesubambino
Ira i cinque e i dodici anni di eta. Questo opuscolo e statopiu volfe tradotto e riscritto, dando origine a varie recensionidiverse. Dopo aver passato in rassegnae classificatola tradizione manoscritta (riassuntain uno
sternma codicum), l'articolo si sofferma su altre questioni relative all'origine dell'apocrifo e metre in parallelo tulle le recensioniutili per stabilirne il testacritico.
S.J.VOICU
O.Introduzione
Come molti altri scritti apocrifi, i Racconti dell'infanzia del
Signore Gesu (in greco llat3tKQ 'tau KUPlOU'ITlO'ou)sana stati
tramandati sotto varie forme manoscritte che presentano notevoli divergenze fra di lara. A differenza di quel che e successoin
casi analoghi, questa circostanza ha condizionato fortemente la
loro successivaconoscenzae valutazione.
Infatti, l'edizione piil nota del testo greco, e tuttora la piil
citata, e quella di Tischendorll, il quale perb ebbe la possibilita
utilizzare solo cinque manoscritti la cui attendibilita, per varie
ragioni, lascia a desideraTe.Uno di essirappresenta infatti solo
un riassunto presumibilmente tardivo (forma B; qui di seguito
Gb), che si ferma poco dopo la meta dei Racconti. Degli altri
quattro codici, due finiscono mutili, a qualche riga dall'inizio
l'uno, al capitolo 7 l'altro. Quindi, in definitiva, la recensione A
di Tischendorl (qui Ga) poggia essenzialmentesu due soli codici. Sfortunatamente si tratta di due manoscritti gemelli , in
quanto discendono immediatamente da un medesimo modello
tardivo, e, ancor piil sfortunatamente, questo loro antenato
comune presentava una lacuna di dimensioni rispettabili al cap.
6.2. Se poi si mette in conto il fatto che entrambe Ie forme, Ga e
Gb, dipendono da un raffia secondario della tradizione, il quale
ha subito almeno due serle distinte di interpolazioni, e il tutto e
stato pubblicato sotto il titolo artificiale di Evangelium
Thomae , si pub misurare l'ampiezza di quello che non e esagerato chiamare un disastro sotto il profilo filologico, Ie cui
conseguenze si ripercuotono tuttora sulla comprensione dei
Racconti.
Paradossalmente,Tischendorl stessoha hen poche responsabilita in questa situazione. II titolo sbagliato gli era stato in
qualche misura imposto da alcune edizioni precedenti. Dalla
scarsissimatradizione manoscritta di cui disponeva (e che peraltro sfrutta a fondo), teoricamente avrebbe potuto segnalare e
sanare la lacuna del cap. 6.2 nel testa greco A (Ga), ma, concretamente, avrebbe dovuto districarsi fra Ie lezioni divergenti trasmessedalle due versioni latine (Lm ed Lt) e dal riassunto greco
B (Gb). E altrettanto difficile gli sarebbe stato scoprire che i
cappo1, 10 e 17-18sono interpolati. E pur veTOche queste interpolazioni mancano dall'unica forma antic a sulla quale
Tischendorl aveva informazioni dirette, vale a dire la prima ver-
1. La prima edizione di Tischendorf risale al1852, ma qui vena utilizzata la pill nota seconda edizione, apparsa postuma nel 1876 (C. DE
TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus graecis
et latinis... Ed. altera, Lipsiae, 1876). Comunque, per quanto riguarda i
Racconti la presentazione delle due edizioni rimane sostanzialmentela
stessa.
10
S.J. VOICU
sione latina (Lm)2. Ma questa e anche un guazzabuglio di revisioni the non ne incoraggiano l'utilizzazione critica e ne mascheTallOefficacemente l'importanza. In mancanzadi sussidi estemi,
probabilmente solo una buona stefa di cristallo avrebbe consenlito a Tischendorl di operarvi una distinzione fra lezioni autentithe e innovazioni.
Scoperte documentarie successivehanno arricchito di molto Ie
conoscenzesulla tradizione dei Racconti,mettendo in lute l'esisterna di recensioni testuali pill attendibili. Ma, a hen vedere, la
lara rilevanza e rimasta tutto sommato piuttosto modesta.
Certamente non sana riuscite a impedire una saTtadi canonizzazione delle due forme greche pubblicate da Tischendorl, Ie unithe the (in genere assiemealla versione latina pill tarda) hanno
ottenuto diritto di citta nelle raccolte di apocrifi in lingue moderne3,
Abbastanza spessolavori ed edizioni di questo secolo hanno
manifestato illoro disagio di fronte ai problemi posti da questa
situazione. Valga per tulle l'affermazione di Santos Otero:
Chiunque abbia mai dovuto occuparsi del testa pubblicato da
Tischendorl (suI quale si fondano tulle Ie ricerche svolte finora
in argomento) e consapevoledell'inattendibilita della tradizione
greca 4. Analoghe esitazioni circa la qualita del testa greco
edito vengono espresse anche da Oscar Cullmann, il quale si
accontenta di una soluzione di compromesso: il "Textus recep-
catalano.
4.A. DE SANTOS
OTERO,Vas kirchenslavischeEvangelium des Thomas,
Berlin, 1967(Patristische Texte und Studien 6), p. 148.
11
tus" di Tischendorl (Rec[ensione] A) verra presentato in traduzione tedesca, completato in apparato con richiami e varianti
che rinviano a una redazione pin antica e migliore 5.
Le pagine che seguono costituiscono un primo passoverso il
ritrovamento di quell a redazione pin antica e migliore
vagheggiata dalla ricerca recente. Non si tratta dunque di un
lavoro definitivo: la considerevole ricchezza dell a tradizione
manoscritta e la notevole dispersione linguistica dei Racconti
vietano di consideraTerealistico l'allestimento, in tempi brevi, di
un'edizione critica nel senso tradizionale del termine. Altra, e
pin modesta, e la meta che ci siamo prefissi in questa serle: tracciare un ragionato quadro d'insieme delle varie forme sotto Ie
quali e staiD tramandato l'apocrifo, per poi offrirne un testo che
si lasci aIle spalle il monopolio di quello di Tischendorl e, almeno in parte, i suoi inconvenienti.
Lo strumento principe a tal fine e la comparazionesistematica
di tulle Ie testimonianze attualmente disponibili. Un simile
approccio consente di raggiungere immediatamente risultati
apprezzabili, come una classificazione per molti versi definitiva
di una tradizione manoscritta la cui evoluzione e stata SIcomplessa,ma, tutto sommato, lineare, nonch6 l'individuazione delle
anomalie che caratterizzano ciascuna forma dell'apocrifo. Ne
deriva la possibilita di scrivere una storia sommaria, ma abbastanza coerente, dell a trasmissione del testo, Ie cui lacune si
spera potrannoessere colmate da ricerche ulteriori.
Per quanto riguarda il testo stesso, il confronto tra Ie varie
recensioni dei Racconti consentespesso,moho spesso,di individuare la lezione pin antica e attendibile. Non mancheranno,
certo, i casi in cui sara impossibile, nell' ambito del presentelavoTO,decidere fra varianti contrapposte; ma, in queste materie, gia
il solo ratio di riuscire a individuaTe con chiarezza i problemi
rappresenta un progresso.
5. Ct. SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 351.
II proposito, in se ineccepibile, di offrire un testo pili attendibile viene
frustrato in larga misura dalle smodate preferenze di cui nell'apparato
di Schneemelchergode la versione slava. Peraltro, l'unico passo in cui
questa e indubbiamente superiore al testo greco A (vale a dire quando
ne colma la lacuna al capitolo 6.2) viene riportato in apparato, dando
l'impressione che si tratti di un'interpolazione (0 comunque, di una
variante respinta). Altre lezioni dello slavo sono secondarie; in particolaTe,essendostato tradotto su un modello greco piuttosto tardivo e gia
interpolato, esso non e di nessun aiuto per individuaTe il carattere
avventizio dei cappo1, 10 e 17-18.
12
S.l. VOICU
VERSO IL TESTOPRIMlTIVO
13
qualche interpolazione isolata, viene presentato con criteri uniformi l'intero contenuto di tulle Ie branche della tradizione
dell'apocrifo che hanno un interesse critico immediato, vale a
dire Ie quattro forme greche note e cinque delle sei versioni eseguile direttamente su modelli greci7,escludendo quindi la versione araba, il poema irlandese e i successivi vangeli apocrifi
dell'infanzia siro-arabo e armeno.
Beninteso, questa ricostruzione, che poggia quasi esclusivamente sui documenti pubblicati, va considerata provvisoria. Si
spera che un vaglio sistematicodelle testimonianze tuttora inedite possa non solo colmare Ie lacune nella storia della trasmissione dell'apocrifo, ma anche gettare luce sui punti dubbi del testo
e puntualizzare Ie ipotesi riportate DelIo stemma in merito
all'importanza relativa di ciascuna branca dell a tradizione
manoscritta.
1. Bibliografia
Un'occhiata all' opera di Charlesworth8, che elenca hen 98
contributi, potrebbe far pensare che tutto sia onnai stato detto
in merito ai Racconti. Una secondaocchiata toglie molte illusioni. A fare la parte del leone SOfiaIe traduzioni in lingue moderfie, i cui commenti sono inevitabilmente ripetitivi e, per giunta,
ripropongono semple la forma greca A di Tischendorl (qui di
seguito Ga), seguita, eventualmente, dal greco B (qui Gb), incuranti del fatto che si tratta di un riassunto piuttosto recente, e
inoltre da Lt (di cui si ignorano apparentemente Ie affinita con
la fonna Gd pubblicata da Delatte). Quindi, Ie edizioni modeme
concentrano i loro sforzi su tIe recensioni tardive e interpolate.
L'unica innovazione degna di nota sono concessionioccasionali
alIa versione paleoslava. Rappresentative di questa tendenza
sono tutte Ie ultime raccolte di un certo respir09.
14
S.l. VOICU
Se poi si tralasciano gii articoli di dettaglio 0 quelli il cui legame con i Racconti e piuttosto remota, non vi sofia molti lavori
dedicati ad esaminare sistematicamente l'intera problematica
dell'apocrifo. Il primo sembra esserestato, ne11971,quello di St.
Gero1o,seguito, ne11991,da un nostro articolo11.I risultati delle
due ricerche, in particolare per quanto riguarda Ie ipotesi sulla
struttura originale dell'opera e Ie relazioni tra Ie varie blanche
della tradizione manoscritta, sono abbastanzadiversi. Il presente
lavoro pur seguendo, in linea di massima, l'impostazione della
nostra precedente indagine, la completa su molti punti e se ne
distanzia, spessotacitamente, grazie ad una classificazione pili
soddisfacente della tradizione manoscritta12.Pili recentemente,
l'argomento e stato ripreso con ampiezza da Baars e
Heldermaw3, ma parecchie delle loro ipotesi sull'origine e suI
sensadei Racconti mi appaiono scarsamentepertinenti.
Una bibliografia aggiornata sulle singole forme del testo si
trovera nella Clauis apocryphorum Noui Testamentv4.
Una concordanza del testo greco dei Racconti e stata allestita
di recente, ma abbraccia Ie sole due forme pubblicate da
Tischendorl (Ga e Gb), tralasciando invece il manoscritto di
15
2. La tradizione manoscritta
Sei traduzioni eseguite direttamente suI greco (quattro tardoantiche e due medievali), due sottoversioni (di cui una con
pretese poetiche), una versione armena ipotetica, un paio dirifacimenti, almeno quattro forme greche parecchio diverse e non
molto attendibili: questa e, in sintesi, la complessa tradizione
manoscritta dei Racconti. Non sorprende quindi che, sebbene
quasi tutte queste testimonianze siano note da tempo, i tentativi
di presentarle insieme siano stati sporadici. Apparentemente,
l'esercizio e stato fatto solo due volte, con risultati non sempre
concordanti : da Gero, e da me stesso18.
Nelle pagine seguentiverranno descritte anzitutto, nell'ordine
alfabetico delle rispettive lingue, tutte Ie forme chesi ricollegano
immediatamente alIa tradizione diretta. Per ognuna vengono
indicati i dati suscettibili di guidarne l'utilizzazione critica
nell' ambito della sinossi: diffusione manoscritta, struttura,
problemi testuali, data, rapporto con altri rami della tradizione,
valutazione complessiva.
All'esame delle singole forme seguira una storia della trasmissione dei Racconti quale la si pub ricostruire sulla base delle
testimonianze disponibili. Lo stemma che chiude il capitolo
rende conto graficamente delle relazioni accertatefra i vari rami
della tradizione manoscritta.
Per l'essenziale questa sezione segue, con gli opportuni
aggiornamenti e in maniera pill dettagliata, la falsariga del mio
precedente articolo19,e in particolare la distinzione fra una tradizione antica e una tradizione recente 2. A quest'ultima
16
SJ. VOICU
appartengono tutte quelle forme (greco, slavo e secondaversione latina) che presentano l'interpolazione dei cap. 1 e 1021.
La tradizione antica dal canto suo sussistesoltanto in alcune traduzioni (arabo, etiopico, siriaco, prima versione latina e
georgiano) che ignorano queste ed altre aggiunte relativamente
recenti, presenti Delle forme greche, nella slavo e nella seconda
versione latina.
2.1.La versionearaba
Con fare un po' misterioso, Moraldi accennava Del 1989 alIa
circostanza che Nella Biblioteca Ambrosiana vi e, non ancora
pubblicato, un codice arabo contenente solo il Vangelo di
Tommaso22.Ritomando due anni pill tardi su questo codice
...non ancora conosciuto , Moraldi ipotizzava inoltre che i
Racconti fossero un testa in siriaco risalente al V secolo e che
fu tradotto in arabo e da qui in etiopico 23.
Nel frattempo la versione araba dei Racconti era stata pubblicata da Noja24sulla base di un manoscritto milanese, il G 11
SUp.25,
presumibilmente da identificare con quello a cui accennava Moraldi. La traduzione francese del testa arabo, apparsa in
precedenza26,conferma parzialmente l'ultima affermazione di
Moraldi, in quanta il testa arabo dipende indubbiamente dalla
681-690.
17
versione siriaca27.Entrambe Ie forme coincidono infatti Delprecisare che la scenetta di 9.1 (= cap. V nella numerazione di Noja)
avviene di sabato e Del parlare, al cap. 13.1 (= cap. VIII Noja),
delle dimensioni del letto: sei cubiti per il siriaco (assieme ad
Lm) e sette cubiti per l'arabo.
Comunque l'arabo non trasmette il testo integrale dell'apocrito, ma una scelta di episodi, per di pill fortemente rimaneggiati.
Tuttavia, non sembra necessario attribuire Ie differenze tra la
forma araba e quella siriaca ad un episodio di censura28.E evidente che l'arabo riutilizza liberamente il suo modello. II risultato e piuttosto una riscrittura che una traduzione. L'arabo aggiunge inoltre due scenette che non si ritrovano in siriaco, ne fanno
parte dei Raccontz"29.
La corrispondenza dei cappodi Noja con la
numerazione utilizzata per la sinossie la seguente: I = 2.1-4; II =
3.1-3a; III = 4.1-5.3; IV = 6.1-2, 6.2a, 2e-f, 7.4, 14-2; V = 9.1-3;
VI = i bambini trasformati in animali3O;VII = 11.1-2; VIII =
13.1-2; IX = 14.1-3; X= 16.1-2; XI = Gesu mischia i colori del
tintore31.
27. Invece, come si vedra in seguito,essendostata eseguita su un model10greco, la traduzione etiopica non deriva affatto da un modello arabo.
28. Tale posizione e stata espressa da NOJA, L'Evangile arabe ,
op.cit., p. 681.
29. Entrambi gli episodi aggiunti si ritrovano invece Del cosiddetto
Vangelo arabo dell'infanzia (cf. M.L. PROVERA,
II vangeloarabo dell'infanzia secondo il ms. Laurenziano orientale (n. 387), Gerusalemme;
1973 (Quademi de La Terra Santa), cappo35 e 39) e sporadicamente
associatiai Racconti.
30. Questo episodio e trasmesso anche da due manoscritti serbi in
appendice alIa versione slava dell'apocrifo (cf. SANTOS
OTERO,Das kirchenslavische Evangelium, op.cit., pp. 145-146); ct. inoltre C. FABRE
V ASSAS,La here singuliere. Les juifs, les chretiens et Ie cochon
(Bibliotheque des scienceshumaines), Paris, 1994.
3L Questo episodio e attestato in greco dal manoscritto mutilo di Parigi
utilizzato da Tischendorl (d. TIsCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit.,
p. 148, apparato), da un manoscritto slavo isolato (cf. GERO,The
Infancy Gospel of Thomas , op.cit., p. 55,nota 1) e da alcuni manoscritti
etiopici, in cui e probabilmente tradotto dall'arabo (cf. V. ARRAS-L.
VAN ROMPAY,Les manuscrits ethiopiens des Miracles de Jesus
(comprenant l'Evangile apocryphe de Jean et l'Evangile de l'enfance
selon Thomas l'Israelite) , in: Analecta Bollandiana 93 (1975),pp. 133146, in part. p. 146). La sua tradizione risale in definitiva a una scenetta
del Vangelo di Filippo di Nag Hammadi (cf. S. GERO, Apocryphal
Gospels: A Survey of Textual and Literary Problems , in W. HAASE
(hg.), Aufstieg und Niedergang der romischen Welt (ANRW). Geschichte
und Kultur Roms im Spiegelder neueren Forschung. Teil II: Principato
25: Religion. 5, Berlin -New York, 1988,pp. 3969-3996,in part. p. 3982).
18
SJ. VOICU
2.2.L'ipoteticaversionearmena
Una versione armena dei Racconti e un po' come l'araba fenice : non essendostata ritrovata finora, non si sa se sia mai veramente esistita. Ma due fragili indizi invitano a non scartarne la
possibilita, sia pure in via ipotetica.
In armeno esiste un lungo Liber de pueritia Saluatoris33,
finora
scarsamentestudiato, ma che riporta parecchi episodi che derivallO in definitiva dai Racconti. Stando aIle ricerche di Hans
Quecke, la forma pubblicata di questo apocrifo utilizza la antica
traduzione armena del Protovangelodi Giacomo ed e stata quindi composta, 0 almeno rivista, in armeno34.Dunque non si pliO
escludere che il redattore del Vangelodell'infanzia abbia utilizzato anche altre fonti armene, e fra queste figurasse anche una
versione, successivamenteperduta, dei Racconti.
A favore dell' esistenzadi una versione armena scomparsadei
Racconti potrebbe militaTe anche l'esistenzadella versione georgiana. Malgrado alcune osservazionidi Garitte35sembrino insiflUMe il contrario, questa non pub derivaTedal siriaco, in quanto
al cap. 6.3 (6.7 nella numerazione di Garitte) il georgiano ha la
lezione giusta fino ad omega , contro il siriaco, che innova con
fino a tau .
Se il georgiano non dipende dal siriaco, pliO esserestato eseguito direttamente suI greco oppure, pin probabilmente, dato
32. Cio non implica in alcun modo che la forma araba sia priva d'interesse.Essa potrebbe contribuire a chiarire il modo in cui alcuni episodi
dei Racconti sono stati utilizzati nel Corano; ct. NOJA,L'Evangile
arabe , op.cit., p. 683; C. SCHEDL,
Muhammad und Jesus.Die christologisch relevanten Texte des Korans neu ilbersetzt und erkliirt, Wien...,
1978,pp. 427-429.
33. Pubblicato da [E. TAYEC'I], Ankanon Girk' Nor Ktakaranac',
Venetik, 1898,pp. 1-126; tradotto in francese da P. PEETERS,
Evangiles
apocryphes. II: l'evangile de l'enfance, redactions syriaques, arabe et
armeniennes,Paris, 1914,pp. 69-286;ct. CANT 59.
34. Le conclusioni di Quecke si trovano in E. DESTRYCKER,
La forme la
plus ancienne du Protevangile de Jacques(Subsidia Hagiographica 33),
Bruxelles, 1961,pp. 372-373.
35. G: GARITTE,Le fragment georgien de l'Evangile de Thomas , in:
Revue d'histoire ecclesiastique51 (1956), pp. 513-520,in part. pp. 517,
note 2-3; 518,note 2-5,ecc.
VERSO IL TESTOPRIMITIVO
19
che si tratta di una traduzione antica, su un intermediario armeno. In quest'ultimo caso, una riconsiderazione del frammento
georgiano a caccia di armenismi di traduzione potrebbe
dimostrare effettivamente l'esistenza di un anello armeno mancante.
2.3. La versione etiopica (= E)
La forma pubblicata da Grebaut36 quale capitolo VIII dei
Ta'amra 'lyasiis Miracoli di Gesu non sembra aver ricevuto
finora l'attenzione che merita. II fatto che abbondi in lezioni singolari e che, in particolare per quanto riguarda la titolatura di
Gesu e di Maria, presenti degli etiopismi evidenti, Ie ha fatto
guadagnareimmeritatamente i qualificativi di rimaneggiamento 37oppure di parafrasi 38,
In tempi pill recenti, questo atteggiamento essenzialmente
negativo, sembra essersiattenuato, dopo la ragionata difesa di
Van Rompay39,il quale mette in rilievo numerosi passi in cui
l'etiopico concorda con Ie altre versioni antiche (siriaco, georgiano e palinsesto latino di Vienna), in opposizione aIle forme tardive rappresentate dill greco, dallo slavo e dalla versione latina
indipendente. Rivedendo la sua precedente presa di posizione,
Gero ammette ormai la possibilita che l'etiopico dipenda direttamente da un modello greco perdut04O.
Tuttavia, il presente lavoro presupponeche questa rivalutazione sia stata troppo timida: l'etiopico non solo dipende direttamente da un modello greco, senzacioe passareper un intermediario arab041,ma questo modello greco sembra addirittura
20
S.J.VOICU
sembra che si sia mai tradotto direttamente dal copto in etiopico (cf.
E. CERULLI,La letteratura etiepica. L' oriente cristiano nell'unita delle
sue tradizioni, 3. ed. (Le letterature del mondo 30), Firenze -Milano,
1968, pp. 27-29). Ne e mai stata dimostrata l'esistenza di traduzioni
dirette dal siriaco in etiopico, nonostante l'ipotesi avanzata da W.
WITAKOWSKI, Syrian Influences in Ethiopian Culture , in:
Orientalia Suecana38-39 (1989-90) pp. 191-202, in part. pp. 194-195
per spiegare Ie somiglianze fra Ie versioni siriaca ed etiopica dei
Racconti.
42. Cib non implica necessariamenteche vi sia una corrispondenzaunivoca tra Ie particelle etiopiche e quelle greche.
21
43. La semplicita della forma etiopica e solo apparente. In realta, presentando Gesu come un apprendista di suo padre, non fa che ribadire
uno dei punti qualificanti dei Racconti: l'autorita che Giuseppe vi esercita costantemente nei confronti di Gesu. L'elemento meraviglioso trasmessodalle altre branche della tradizione haun sensanettamente pill
ortodosso, in quanta riafferma la tradizionale superiorita di Gesu
rispetto a Giuseppe. Anche la differenza fra queste due opzioni dottrinali milita a favore dell'originalita dell'etiopico.
44. II carattere secondario del cap. 12 sembra confermato dal suo probabile collegamento con la parabola del seminatore (cf. Mt 13,8 parr.),
raiche, tranne la chiusa del cap. 19, nessunepisodio delle forme antiche
dei Racconti ha addentellati chiari con il Nuovo testamento. Tra l'altro,
satta il profilo critico, il parallelismo con la parabola confermerebbe il
rapporto fra una misura di semenzae cento misure di raccolto, mentre
l'etiopico, che contrappone cinque chicchi a cinquecento sacchiappare
come un'amplificazione retorica secondaria.
22
SJ. VOICU
23
60.
50. G. GARITTE,Le fragment georgien , op.cit.
51. Anzi, la dipendenza del georgiano dal siriaco sembra esclusa dal
fatto che, in 6.3, il georgiano ha il testo originale da alia ad omega ,
mentre il siriaco porta da alia a tau , una lezione secondaria che,
come si vedra pill gotto, esistevagia nel suo modello greco.
24
S.J.VOICU
dell'insieme della tradizione greca possa migliorare moderatamente l'intelligenza del georgiano e, soprattutto, precisarne
meglio la posizione Delio stemma rispetto agli altri rami della
tradizione antica.
2.5. Le forme greche (BUG 7790, 779p,779pb, 779pc)
La tradizione greca rappresenta una realta complessa...e uniformemente deprimente, in quanta deriva interamente da un
esemplare che oltre ad aver subito l'interpolazione dei cappo1 e
10, e stato riscritto in larga misura. Questo carattere secondario
non vale solo per Ie quattro recensioni utilizzate Del presente
lavoro, ma, dalle analisi, tuttora inedite, di JacquesNoret, appare confermato per il resto della tradizione diretta greca52.Cio
significa che, paradossalemente,Ie forme pin antiche del testa
sana giunte fino ai nostri giorni esclusivamentein lingue diverse
dal grec053.
2.5.1. II greco A di Tischendorf(= Ga; cf RRG 779p)54
Questa forma e fondata su quattro testimoni, tutti insoddisfacenti. Due sono frammentari: 1) una collazione parziale del
Vindob. Phil. gl: 162, ff. 180-187v55,
che giunge fino al cap. 2 (il
resto del testo e andato perso prima della fine del sec. XVIII56);
2) il Paris, A.F. grec 239,che finisce, in maniera anormala, al cap.
7.4.
I due manoscritti completi , il Ronon. Univ. 2702 e Dresd.,
A 187, non 10 sono affatto, poiche presentano una lunga lacuna
tra 6.2 e 6.3, equivalente a piu di un decimo del testo totale.
52. Gli undici manoscritti greci dei Racconti sono elencati da J. NORET,
Pour une edition de l'Evangile de l'enfance selon Thomas , in:
Analecta Bollandiana 90 (1972),p. 412.
53. Questa circostanza pero non autorizza l'ipotesi, di cui si parlera pill
avanti, di un originale siriaco per i Racconti.
54. Pubblicato da TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., pp. 140157.
55. Questa e la segnatura del manoscritto secondo NORET,Pour une
edition , op.cit., mentre TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., p.
xliii; SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium, op.cit., p. 152 e
SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 350 parlano del Vindob. Phil. gr. 144, facendo riferimento ad una collocazione
che non e pill valida da pill di due secoli; ct. H. HUNGER,Katalog der
griechischen Handschriften der OsterreichischenNationalbibliothek. 1.
Codices historici, Codices philosophici et philologici, Wien 1961
(Museion n.F. IV; 1), p, 265.
56. Ct. NORET, Pour une edition , op.cit.
25
Questa lacuna, che e esclusivadi questi due testimoni viene designata come 6.2a-6.2fnella sinossi. Avendo questi manosCritti
subito non solo l'interpolazione dei cappo1 e 10, ma anche quella dei cappo17-18,possiamo solo rimpiangere che la forma greca
A di Tischendorl sia diventata una sorta di textus receptus 57
che, essendola pill tradotta e commentata, ha condizionato fortemente Ie ricerche sui Racconti.
Una Iettura attenta dell'apparato critico di Tischendorl rivela
che questi testimoni non brillano per la correttezza del lara
greco e che su pill punti il testa della sua edizione e congetturaIe.
2.5.2. II greco B di Tischendorf8 (= Gb; cf BHG 779pb)
Questa forma, che e stata pubblicata sulla base di un solo
manoscritto, i1 Sinait. gr: 453 (XIV-XV s.), e un riassunto della
forma recente , che si estende fino all'episodio della tavola
allungata (cap. 13 di Ga). Sebbene attesti formalmente solo Ie
interpolazioni dei cappo1 e 10, il greco B dovrebbe derivaTeda
un esemplare che ha gia subito l'aggiunta dei cappo17-18. Cio
emerge con evidenza dagli improperi rivolti al figlio di Anna net
cap. 3.2 e dalla chiusa del cap. 3.3, esclusivi di quella fase tardiva
del testa.
Un secondo esemplaredella stessaforma del testa e stato scopeTta da Joseph Paramelle in un manoscritto tardivo, il Sinait.
gr: 53259.Cio potrebbe indicaTeche la forma Gb e stata prodotta
in ambito palestinese, 0 addirittura nella stesso monastero di
Santa Caterina.
L'ipotesi, emessada Camey60che Gb possa avere un qualche
rapporto privilegiato con i1 poema irlandese, non ha alcun fondamento, in quanta quest'ultimo dipende con ogni probabilita
dalla prima versione latina, e quindi fa parte dei testimoni della
forma antica .
163.
59. Ct. P. GEHIN,Heuristique des manuscrits grecs , in: Bulletin de
l'AELAC 3 (1993), 11-17,in part. p.14.
60. a. J. CARNEY,The Poems of Blathmac, Son ofca Brettan, together
with the Irish Gospel of Thomas and a Poem on the Virgin Mary,
Dublin, 1964(Irish Texts Society 47), pp. xvi-xvii.
26
S.J.VOICU
tradizione.
2.5.4. Il manoscritto di Gerusalemme(= Gs)
11Sabait. gl: 259, che riporta i Racconti ai ft. 66r-72r, e stato
trascritto nellO89-90 da un Gerasimo monaco e presbitero per
conto di un Basilio ciambellano65.Per quanto riguarda la struttu-
27
28
S.J.VOICU
29
30
S.l. VOICU
te.
Su alcuni punti il testa pubblicato di Lt sembra aver subito
l'influsso della prima versione latina (Lm-Lv).
2.7.4. Due sole traduzioni latine
Nonostante il fatto che Lm abbia subito numerosi rimaneggiamenti e che in qualche punta il testa pubblicato da Tischendorl
sembri aver subito l'influsso di Lt, una sua comparazione sistematica con i frammenti tramandati dal palinsesto di Vienna
mette in luce che queste due forme derivano da un'unica traduzione. Tuttavia, malgrado la sua eccezionaleantichita, il manoscritto vindobonense non pub essereil capostipite di questa versione, poiche al f. 135r presenta un errore che pub essersi
prodotto solo in ambito latino, cioe la trasformazione di tantam
(Lm 31, 2) in santam.
La data di questaversione antica e quindi anteriore al palinsesto e va riportata probabilmente almeno al IV secolo. Peraltro,
questa traduzione non e stata eseguita direttamente sulla forma
originale dei Racconti,poiche almeno ai cappo6.3,9.1 e 13.1 presenta errori congiuntivi con la versione siriaca, e quindi entrambe derivano da uno stessoantenato greco, gia successivoall'archetip081.
Dalla comparazione sistematica che segue, in cui il corsivo
indica i passi in cui Lm e identico ad Lv, emerge che la traduzione tardiva Lt non presenta affinita evidenti con Ie altre due
forme latine.
2.2
<...> INFANTESPLURIMILUDEBANTCUM EO (Lv f.176r)
(...) infantes plurimi erant cum eo (Lm 27, linn. 4-5)
(...) hoc fecit Iesus inter pueros Iudaeorum (Lt 4.2a).
2.3
ET CUM UIDISSET EUM QUIDAM IUDEUS CUM INFANTffiUS HAEC
FACIENTEM PERUENIT AD JOSEPH PATREM <SUUM ET> TRAXIT
maggiore.
31
4.2
<...> HABITARE
AU<T...>(Lv f.171r)
(...) habitare nobiscum in hoc municipio. Aut (...) (Lm 29, linn.
11-12)
(...) Recede de loco isto, et (...) doce eum orare (Lt 5.1b).
5.1
<...> ET ACCESSIT AD INFANTEM IH(ESU)M ET MONEBAT ILLU(M)
DICENS: UT QUID HEC FACIS ET DOLENT <I>STI <E>r2 ODIUNT
NOS ET DIXIT INFANS IH(ESU)S SI NO(N) SAPIENTES ERANT
SERMO<NES> (Lv f.l71v)
Accessit autem Joseph ad Iesum et monebat eum dicens: Ut
quid talia facis? Jam multi dolentes contra te sunt, et propter te
habent nos odio, et molestias hominum sustinemus propter te.
Respondens Jesus dixit ad Joseph: Nullus filius sapiens est (...)
7.1
ET DIDASCALVS ZACCIAS PAVEFACTUS AD TANTAM83 NOMINATIONE(M) VERB I EXCLAMAVIT DICENS 0 MIHl CONSIDERE DIU (Lv
f. 135r)
32
S.J.VOlCU
8.
<...> FRUcruOSA UIDENTCAECIFRUcruOSA IUDICII (Lv f. 132r;
Fructificent infructuosi et videant caeci (...) (Lm 31.4b)
Omnes nunc non videntes videant, et non intelligentes intelli.
9.1
ET UNA DIERUM IESUS SABBATO85 LUDEBAT CUM INFANTIBUS IN
SOLARIO ET UNUS DE INFANTIBUS CECIDIT ET MORTUUS EST ET
CUM UIDISSENT CETERI INFANTES FUGERUNT ET CONPREENSUS(Lv
f. 132r-v)
14.3
33
2-5)
Una autem die cum ascenderetin domo quadam cum infantibus, coepit ludere cum eis Jesus. Unus autem de istis pueris
irruit per posticum, qui statim mortuus est. Et cum hoc vidissent
infantes, Dronesfugierunt; Jesusautem remansit in domo ilia (Lt
7.1).
4.
<LAMEN>TABAT ILLUM NON ESSECONSCIUMLITTERARUM ET
ADDUXIT ILLUM AD MAGISTRUMET MAGISTERDICEUAT ILLI DIC
ALFA (Lv f.142r)
(...) ducebant eum ad magistrum ut doceretur ab eo scientia
humana. Et tunc coepit magister imperiose eum docere dicendo :
Dic Alpha (Lm 38.1b)
considerabat eum tradere ad discendum litteras. Et tradidit
ilIum ad alium doctorem ut eum doceret (...) Et cum scripsisset
ei primum versiculum, quod est a et b (...) (Lt 12.1).
14.2
ET IESUS DIXIT DIC MIHI PRIMO QUID EST ALFA ET EGO TIUI
DICAM BETA ET MAGISTERIRATUS PERCUSSITEUM IN CAPITE ET
CONFESTIMRUIT ET MORTUSESTMAGISTER(Lv f. 142r-v)
Jesus veTO dixit ei: Tu mihi dic prius quid sit Betha, et ego
dicam tibi quid sit Alpha. Et ob hoc magister iratus percussit
legum, et mox postquam percussit eum mortuus est (Lm
38.1c)
Dixit lesus ad magistrum : Si vere magister es et vere scis litterag, dic mihi fortitudinem de a, ego autem dicam tibi fortitudinero de b. Tunc furore repletus magister eius percussit eum in
capite. lesus autem iratus maledixit eum, et subito cecidit et
mortuus est (Lt 12.2).
ETJESUS
REGRESSUS
ESTAD <...> (Lv f. 142v)
Et Jesusreversus est ad matrem suam domum (...) (Lm 38.2a)
Jesusautem regressusest in domum suam (...) (Lt 12.3a).
Per i paragrafi 19.1-2,tramandati parzialmente dal f. 141r-v di
Lv, non e possibile eseguire una comparazione a tre. Secondo
infatti il testa di Tischendorf, Lm non riporta la scena di Gesu
tra i dottori della legge. Resta da vedere se essasia scomparsa
34
S.J.VOICU
89. Meriti che vanno comunque temperati alIa luce delle manchevolezze
segnalate dai recensori; cf. GERO,The Infancy Gospel of Thomas ,
op.cit., pp. 53-55; H.G. LUNT, On the Apocryphal Gospel of St.
Thomas, in Pristapnipredavanja,prilozi i bibliografija na novite C1enovi
na MakedonskataAkademija na Naukite i umetnostite,Skopje,1970,pp. 99105[riassuntoin macedone:p. 105].Sulla diffusione dei Raccontiin ambito
slavo d. anche G. KRuSlEV,Mjastoto na Detstvo Isusovo v rannohristijanskatatradicija i apokrifnata kniZninana srednovekovnaBiiIgarija , in:
Palaeobulgarica/ StarobU/garistika,
15 (1991),3,pp. 91-101.
90. Cf. LUNT,On the Apocryphal , op.cit., p. 102.
35
36
S.J.VOICU
XIII-XIVe talmente rimaneggiata da renderne aleatoria l'utilizzazione nell' ambito della sinossi.
L'esatto valore critico del siriaco costituisce un problema delicato. Esso e indubbiamente un eccellente rappresentante della
tradizione antica, ma attesta alcune lezioni che si ritrovano solo
nella prima versione latina. Al cap. 6.3 solo S (rappresentatoqui
da SP)ed Lm hanno la lezione da alfa a tau , mentre la tradizione greca e il georgiano trasmettono da alfa a omega96.
Un altro caso in cui il siriaco e la prima versione latina (stavolta attestata sia da Lm che da Lv) si oppongono chiaramente al
resto della tradizione manoscritta si trova in 9.1. Queste due
forme sono Ie uniche che precisano che Gesu giocava con altri
bambini di sabato. In 13.1 invece il siriaco ed Lm aggiungono, contro tutti gli altri testimoni, che illetto era di sei cubiti .
Se si accetta l'ipotesi, gia esposta,dell'autonomia dell'etiopico
rispetto aIle altre versioni dei Racconti, la discussionee chiusa:
il siriaco e la prima versione latina hanno almeno tIe errori
congiuntivi e quindi dipendono, in ultima analisi, da un unico
manoscritto greco.
Questa spiegazionerimane tuttavia in piedi anche se la posizione privilegiata dell'etiopico dovesse rivelarsi inconsistente.
La sostituzione di omega con tau al cap. 6.3 pub essere
soltanto la correzione di uno scriba consapevoleche l'educazione di Gesu doveva essersisvolta in ambito ebraico. Invece, l'aggiunta dell'indicazione di sabato al cap. 9.1 potrebbe essere
una semplice ripresa del cap. 2.2-4, il cui contesto e abbastanza
simile, poiche entrambi presentano dei bambini che giocano con
Gesu. La precisazione sulle dimensioni delletto Del cap. 13.1
sembra secondaria,poiche una sua omissione volontaria appare
poco spiegabile.
Comunque, il ratio che la prima versione latina e il siriaco,
vale a dire due tra Ie forme piu antiche dei Racconti,attestino a
loro volta l'esistenza di un comune antenato greco distinto
dall'archetipo, antenato la cui esistenzanon pub esseresuccessiva al IV secolo, milita a favore di una data ancor piu alta per
l'apocrifo, il cui terminus ante quem andrebbe quindi spostato
hen prima della secondameta del IV secolo, quando viene men-
96. La lezione delI'etiopico <da alia fino alIa fine) sembra secondaria. Apparentemente si tratta di una soluzione di ripiego di fronte al
fatto che nel sillabario etiopico non c'e una lettera che possatrascrivere
omega in maniera accettabile. Se la lezione originaria fosse stata tau il
problema non si sarebbeposto in etiopico.
37
97. In questa sezione verra trascurato di nonna il fatto che uno stesso
episodio pub aver assunto,Delcorso della trasmissione del testa, tonne
diverse (in genere pill lunghe), a causa di operazioni di riscrittura. Ne ci
si inoltrera nella preistoria dei Racconti,che sembra indicare che l'apocrifo e raccogliticcio e che, in particolare, il cap. 19,desunto dill Nuovo
testamento, si differenzia nettamente dai capitoli precedenti.
98. Questa affennazione ovviamente non riguarda il georgiana, poiche
questo finisce mutilo al cap. 7.2, ed e quindi impossibile determinare
satta quale farIna presentassei capitoli successivi.
38
S.l. VOICU
3.1.La tradizioneindiretta
Essendo i Racconti la pill antica raccolta di episodi non canonici relativi alIa fanciullezza di Gesu, non sorprende particolarmente che siano diventati una fonte privilegiata per apocrifi pill
tardivi sull'infanzia. I contesti in cui e avvenuto illaTa reimpiego
sana abbastanzadiversi e finora sana stati scarsamentestudiati.
In questa sezione si parlera solo delle riutilizzazioni avvenute in
ambito orientale, tralasciando tutte quelle forme occidentali,
come il Libellus de natiuitate sanctaeMariae (cf. CANT 52) 0 il
Liber de infantia Saluatoris(cf. CANT 53) che dipendono in ultima istanza dal Vangelodello Pseudomatteo(cf. CANT 51).
99. La posizione del modello da cui e stato tratto il riassunto Gb, che si
interrompe al cap. 13, non e determinabile direttamente per quanta
riguarda i cappo17-18.La sua appartenenzaa questa rase sembra pero
assicuratadal fatto che Gb presenta gia il cap. 10fra i cappo9 e 11.
39
3.1.3.
40
S.J.VOICU
3.2.Testimonianze
esteme
II pill chiaro indizio della notevole (e precoce) diffusione
dei Racconti nell'antichita cristiana rimane la lara stessatra-
41
tini.
3.2.1. Epifanio di Salamina
In merito alIa questione dei miracoli che Gesu avrebbe compiuto da bambino (ma pill possibilista di Crisostomo e di altri
autori pill tardivi), nel Panarion, composto verso il 376106,
Epifanio di Salaminadichiarache:
(Gesu)nonha affatto compiutodei miracoliprima di iniziare a predicaTe,tranne forse quelli che si raccontaabbiaratio
per gioco quando era bambino
11passo di Epifanio e ambiguo, in quanto non afferma esplicitamente che Ie sue informazioni provengono da un' opera
scritta (e tanto meno poi che si tratti proprio dei Racconti).
Per questo motivo non si pub escludere che Epifanio si limiti a
riecheggiare una tradizione orale relativa a qualche episodio
isolato.
3.2.2.GiovanniCrisostomo
La prima menzione inequivocabile dell'apocrifo risale alIa
fine del IV secolo e il primo autore che ne attesta chiaramente
l'esistenza e Giovanni Crisostomo, il quale, commentando Gv. 1,
31 ( sono venuto a battezzare affinche (Gesu) si manifesti a
Israele ), prosegue:
Percio ci e chiaro che quei segni, che chiamano dell'infanzia
di Cristo (tU crllJ.lE1.a
EKE1.
va, a 7tatOtKu Elval </>acrttot)
Xptcrtot), sono menzogneri ed invenzioni di alcuni impostori
(In Iohannem homilia 17..PG 59, 110,linn. 52-54).
II commento crisostomiano e stato pronunciato probabilmente ad Antiochia, quindi fra i1386 e i1398, Non ci sono particolari
motivi per dubitare che Crisostomo intend a parI are proprio
42
SJ. VOICU
dell'apocrifo.
3.2.4.GiorgioSincello
Sempre in ambito greco, a cavallo fra I'VIII
e il IX secolo,
Giorgio Sincello rinvia a un titolo simile, assieme a una descrizione che consente di riconoscere
con una ceria precisione
il
contenuto
dell'apocrifo:
Kat aAAOtC; 1tatOtKQ 'toD O'ill'tflPOC;
O'uYYEypa1t'tat, EV oiC; at ~EXPt OillOKa'toDc; Xp6vou 'tflC; Ka'tQ
O'apKa liAtKlac; au'toD 'toD 't(i)vllO aLWVillV 1totll'toD E~1tPt</>EpOV'tat
eau~a'touPylatl11.
43
113. G. v: N. BENESEVIC,
Drevne-slavjanskaja Kormroja XIV titulov
bel tolkovaniju. SyntagmaXIV titulorum sine scholiis secundumversionem palaeo-slovenicam...,Sanktpeterburg, 1906,p. 713.
114. De receptionehaereticorum: PG 86/1, 22 C. La qualifica di manichei applicata a questi testi non risponde necessariamentea un dato
storieD. Spesso agli occhi dei bizantini il manicheismo appare come il
prototipo di tutti quei movimenti che contestano l'autorita dello stato e
della chiesama non per ragioni dogmatiche,hens! politiche.
115. SANTOSOTERO,Das kirchenslavischeEvangelium, op.cit., pp. 20-
21.
116. La sua riutilizzazione in ambito buddista verra discussanella X
sezione 5, relativa alia provenienza dei Racconti.
44
S.J. VOICU
Questo brevissimo resoconto indica solo che la scenettacircolava, ma nessun particolare consente di agganciarla esplicitamente ai Racconti. Su un punto tuttavia i due apocrifi sembrano
coincidere: nel conferire un ruolo di particolare rilievo a
Giuseppe, considerato vera padre di Gesu dan' Epistula apostolorum, e come dotato di una certa autorita su Gesu dai Racconti.
117. Tradotto suI testo di J.-N. PERES, L'Epftre des apotres, accompagnee du Testament de notre Seigneur et noIre Sauveur Jesus-Christ
(Apocryphes 5), Tumhout, 1994, p. 65. 11testa e problematico, in quanto c'e una soluzione di continuita fra Ie menzioni di alfa e di beta.
Questa anomalia puo essere vista come segno dell'esistenza di una
quarta forma dell'episodio, oppure, piu probabilmente, come it sintomo
di un ennesimo problema di trasmissione nell' ambito dell'Epistula
apostolorum stessa. Se infatti si congetturasse una lacuna per omoioteleuto <Dimmi prima cio che e <alfa, e allora ti diro cio che e> beta),
si ritrova una precisa convergenza, non solo con la citazione d'Ireneo,
ma anche con Ie formulazioni dei Racconti ai cappo 63 <Coloro che
non conoscono l'alia, come insegneranno il beta? Ipocriti! Insegnate
prima l'alia e allora vi crederemo in merito al beta) e 14.1-2 <il maestro gli disse: Di' alia". E Gesu gli disse: Dimmi prima cio che e alia
e io ti diro beta").
118. Aduersus haereses I 20, 1 : A. ROUSSEAU-L. DOUTRELEAU, Irenee
de Lyon, Contre les Heresies, livre I. Edition critique. I: Introduction,
notes justificatives, tables; II: Texte et traduction (Sources chretiennes
263), Paris, 1979, II, pp. 288-289.
45
E impossibile accertare se il vescovo di Lione si riferisca proprio ai Racconti,ma e degno di nota che parti di scritture apocrife e spurie e che il passomenzioni esplicitamenteil disegnodella
lettera alfa, suIle cui proprieta l'apocrifo si dilunga al capitolo 6.4.
3.4.2. Altre testimonianze
I cappo6.3-4e 14.1-2sembranopresentarequalche affinita con
un antico trattato sapienziale, la Saggezzadi Ahikar in merito
aIle lettere dell'alfabetol19.
II cap. 11 (Gesu che porta l'acqua Del mantello) e molto simile
a una scenetta di un'opera per la quale e stata ipotizzata un'origine giudaica, il cosiddetto Apocryphon Ieremiae,nella quale il
protagonista e Esdra120.
Per il nome del maestro del cap. 6, Zaccheo, e stato ipotizzato
che possa trattarsi di una reminiscenza del nome del rabbino
Gionata bell Zakkai121.
Secondo Evans122i cappo 16 e 13 dei Racconti potrebbero
avere dei paralleli giudaici, nella figura di Hanina bell Dosa.
4. Data e carattere
II problema della data e a un tempo semplice e complesso.
Semplice, nella misura in cui e facile convincersi che i Racconti,
con Ie lara singolarita (e in particolare la lara estraneita al dettato del Nuovo Testamento) non possono essere tardivi. Complesso, quando si tratta di proporre una data precisa, di fronte
all'insufficienza delle testimonianze utilizzabili. Non sorprende
quindi che a un certo punta Gero affermi con tono rassegnato
che a meno di nuove scoperte, dobbiamo presupporre che Ie
prime versioni del nostro (apocrifo) attuale non sono state
messeper iscritto prima del V secolo123.
46
S.l. VOICU
latina.
Non basta: l'esame dettagliato di queste due recensionirivela
che entrambe fanno capo a un unico intermediario greco perduto, gia successivo all'archetipo. Cib emerge da quei passi Dei
quali it siriaco e la prima traduzione latina si accordano in correzioni ignorate dal resto della tradizione manoscritta (e in particolare dalla pill attendibite traduzione etiopica). Al cap. 6.3, Ie
due forme presentano la lezione da alfa a tau , che innova
rispetto al testo originale da alfa a omega. Al cap. 9.1, solo it
siriaco e la prima versione latina precisanoche Gesu giocava di
sabato con altri bambini. Gli stessi testimoni aggiungono, al
cap. 13.1,che illetto che Giuseppe doveva fabbricare era di sei
cubiti .
Due traduzioni gia esistenti attorno all'anno 400 e una revisione (sia pure, come in questo caso, marginale) del testo originale
193.
VERSO IL TESTOPRlMrnVO
47
48
SJ. VOICU
128. E sotto questo aspetto l'autore dei Racconti si differenzia nettamente dal quello del Protovangelodi Giacomo.
129. Giuseppe viene descritto come falegname sia dal Vangelo di
Matteo (13, 55) sia dai Racconti al cap. 13. Tuttavia W.-D. KOHLER,Die
Rezeption des Matthiiusevangeliums in der Zeit vor Ireniius (Wissenschaftliche Untersuchungen zum Neuen Testament 2, 24), Tiibingen,
1987,pp. 449-450appare poco convinto dell'esistenza di un legame preciso fra i due scritti in merito a un particolare attestato, ad esempio,
anche da Giustino, Dialogo con Trifone 88,8: Gesu, che era ritenuto
figlio del carpentiere Giuseppe (...) passava lui stesso per carpentiere
(...) ha fabbricato, come opere di carpenteria, aratri e gioghi
(G. VISONA,S. Giustino, Dialogo con Trifone (Letture cristiane del
primo millennio 5), Milano, 1988,p. 280).
49
50
S.J.VOICU
5.
51
Provenienza
Formalmente i Racconti si presentano come un'opera unitaria,
govemata da un quadro cronologico che mette in scenaGesn fra
i cinque e i dodici anni. Ma i singoli episodi appaiono slegati fra
di loro, e quindi questo quadro e forge solo poco pin di una patina, che non nasconde l'eterogeneita dei materiali impiegati da
un autore sui generis, e rende molto difficile attribuire una
valenza ideologica precisa al testo, dal quale sembranoemergere
tendenze diverse. Sotto questo profilo, il problema dell'origine
dell'apocrifo sembra ridursi in ultima analisi all'individuazione
delle sue fonti (di cui si e gia parlato).
Thttavia, sia pure tra molte incertezze,due indizi possonoforDire qualche ragguaglio sulla sua diffusione.
Il primo investe la relazione tra i Racconti e il Protovangelodi
Giacomo. Apparentemente fra i due testi esisteuna certa continuita cronologica : il secondofinisce con la strage degli Innocenti,
i primi iniziano presentando Gesn all'eta di cinque anni. E i vangeli dell'infanzia pin tardivi (armeno, siriaco-arabo e Pseudomattea) non si sono lasciati sfuggire l'occasione di utilizzare in
successioneentrambi gli apocrifi.
Ma ne l'impianto ideologico, ne 10 stile (tranne, forse, la
comune mancanza di pretese letterarie), e nemmeno l'atteggiamento delle due opere verso la Bibbia, e, in particolare, verso il
Nuovo Testamento favoriscono l'ipotesi di un'identita di autor~.
E, nella misura in cui gli scarsi dati disponibili consentono di
ricostruirla, la loro trasmissione successiva si oppone anche
all'ipotesi di una comunanza di origine in sensolato (come se un
apocrifo fosse stato composto con l'intento di completare l'al-
tro).
52
S.J.VOICU
53
6. La lingua dell'origiuale
Nelle sezioni precedenti si e dato sempre per scontato che i
Racconti siano stati composti in greco. Tuttavia, Peeters145
aveva
postulato che la redazione originale fosse quella siriaca. Anche
se la sua autorevole presa di posizione e probabilmente da attri-
141. Cf. J.H. WALKER, An Argument from the Chinese for the
Antiochene Origin of the Didache , in F. L. CROSS
(ed.), Studiapatristica. VIII. Papers presented to the Fourth International Conference on
Patristic Studies...Oxford, 1963 (Texte und Untersuchungen 93), Berlin,
1966,pp. 44-50.
142. Cf. F. BOYaN, La suspension du temps dans Ie Protevangile de
Jacques, in ID., Revelationset ecritures.Nouveau Testamentet litterature apocryphe chretienne.Recueil d'articles (Le monde de la Bible 26),
Geneve, 1993,pp. 253-270,in part. p. 261.
143. J.D.M. DERRETT,Homer in India: the Birth of the Buddha , in:
Journal of the Royal Asiatic Society s.lII, 2 (1992),pp. 47-57.
144. Z.P. THUNDY,Buddha and Christ.. Nativity Stories and Indian
Traditions (Studies in the History of Religions 60), Leiden..., 1993.
145. PEETERS,
Evangilesapocryphes.II, op.cit., pp. xvii-xviii.
54
S.J.VOICU
146. Dei quali ci si puo fare solo un'idea molto approssimativa,trattandosi di uno dei passi pill rimaneggiati in tutti i rami della superstite tradizione greca.
147. In 6.3, per rendere pill realistica la scena,due rami della tradizione
manoscritta introducono occasionalmente lettere ebraiche al posta di
quelle greche. Oltre all'antenato delle versioni siriaca e latina, che sostituisce omega con tau , il Paris, A.F. grec 239 recita: comincio
<dalla> prima lettera, alef. Gesu poi dice la seconda lettera: <,Beth,
ghimel , e gli disse tutte Ie lettere fino alia fine (TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p. 145,apparato).
55
beta figurano in tutti i rami della tradizione, mentre l'occasionale scomparsadi omega dal cap. 6.3 e facilmente spiegabile.
La sua sostituzione, in latino e in siriaco, con tau , nome
dell'ultima lettera dell'alfabeto ebraico, e un tentativo di dare un
tocco di realismo alla scena da parte di un revisore. In etiopico
invece di omega si parla di tutte Ie lettere fino alla fine ,
poiche nel sillabario ge'ez non c'e un modo accettabile di rendere la lettera.
Anche l'utilizzazione nel titolo di un termine come 7tUlOl1Ca,
tipicamente greco e difficilmente traducibile (al punto che tutte
Ie traduzioni semplificano in infanzia, giovinezza, adolescenza), si oppone all'ipotesi di un originale siriaco.
Rimane irrisolto it problema dellivello linguistico dell'originaIe. Quel monumento all'orrore che e il manoscritto di Gerusalemme e stato prodotto da uno scriba Ie cui credenziali in
materia di sintassie di ortografia greca non erano proprio impeccahill. Un'occhiata all'apparato critico dell'edizione di Delattel48
rivela immediatamenteche anche il manoscritto di Atene ha subito un trattamento analogo. E dall'apparato di Tischendorf149si
deduce che, nonostante un abbozzo di normalizzazione, i due
manoscritti di base del testa greco A non sono in condizioni molto
migliori. A questo punto e difficile sottrarsi alIa sensazioneche
non di decadenzasi tratta, bensi di un'opera redatta in una lingua
senzapretese, non priva di analogie con quella del papiro Bodmer
del Protovangelodi Giacomopubblicato da de Strycker5,
7. La questionedeltitolo
Almeno fin dall'edizione di Fabricius151i Racconti hanno subito una curiosa metamorfosi. Nonostante la testimonianza unanime della tradizione manoscritta, cominciano a esserepubblicati
satta il titolo di Evangelium Thomae, ignorato ancora da
Cotelier52. Questa nuova designazionee il risultato di un'equa-
56
S.J.VOICU
57
159. SANTOS
OWRO, Das kirchenslavische Evangelium, op.cit., pp. 2021. Si noti invece che, sia la lista, sia il manoscritto Jac (uno dei pill
attendibili secondo 10 stemma di p. 36) coincidono nell'utilizzare 10
stessotermine slavo per infanzia . Inoltre, la scelta di Santos Otero
nasconde un altro problema, pill interessante: in ambito slavo si aveva,
magari per vie traverse, una conoscenza effettiva del Vangelo di
Tommasodi Nag Hammadi, oppure la lista slava e la sempliceripresa di
qualche lista bizantina?
160. Anche se, mosso dalla stessalogica,J. DORESSE,
Les livres secrets
des gnostiquesd' Egypte. II: L' Evangile seton Thomas ou les paroles
secretesde Jesus,Paris, 1959,pp. 128-131elencava alcuni indizi di affinita tra il Vangelodi Tommaso di Nag Hammadi e i Racconti,la loro
consistenza e talmente scarsa che vengono semplicemente negati da
SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 352.
161. Per questa incredibile costruzione, totalmente campata in aria, ct.
SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium,op.cit., pp. 16-17.
162. DOBSCHUTZ,
Das Decretum Gelasianum,op.cit., p. 51.
58
S.J.VOICU
Un'interpolazione
a Timoteo di Costantinopoli,
pubblicata da
Combefis ma non confermata
dalla versione slava163, menziona
fra Ie opere manichee sia 9. II vangelo secondo Tommaso , sia
13. I cosiddetti llatOtlCu 'tOU KUpLOU 164.
La stessa distinzione viene mantenuta dalla lista slava menzionata da Santos Otero, che distingue tra Vangelo di Tommaso
e Infanzia di Cristo 165.
Si aggiunga che nessuna testimonianza antica collega in qualche
modo i due scritti e che Ie menzioni di Tommaso nel titolo dei
Racconti non possono essere primitive, in quanta rimangono circoscritte a un piccolo gruppo di testimoni affini ed eccezionalmente tardivi:
8ffi~a 'lcrpallAL'tou </>tAOcr6<t>OU
Pll'tu EL<;'tu natOtlCu 'tOU
lCUPLOU
(Greco A 166); }:;uyypa~~a 'tOUQylOU anoO"tOAoU 8ffi~a nEpl
't11<;natOtlCl1<; avacr't<p>oCPl1<; 'tau lCUPLOU(Greco B167); Tractatus
de pueritia Iesu secundum Thomam (seconda versione latinal68).
Peraltro, Ie recensioni pill antiche dell'apocrifo
non menzionano affatto Tommaso. II cap. 1, l'unico nel quale 10 si ritrova e in
cui si presenta come autore dello scritto, e infatti frutto di un'interpolazione
tardiva, che risale soltanto al capostipite della tradizione greca superstite.
La sua mancanza in tutti i testimoni
della tradizione
antica fa cadere qualsiasi collegamento
tra
l'apocrifo e Tommaso169.
Esaminando
la base manoscritta
dei Racconti, si pub notaTe
anche che 10 scritto non viene mai qualificato
come Vangelo .
Inoltre, Ie varie forme del titolo sana eccezionalmente
simili, sia
nella tradizione diretta che in quella indiretta. II siriaco parla di
Infanzia
del Signore Gesu 170; Garitte traduce con Pueritia
163.Cf. BENESEVIC,
Drevne-slavjanskaja,op.cit., p. 713.
164. De receptionehaereticorum: PG 86/1, 22 C.
165. SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium,op.cit., p. 20.
166. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p.141.
167. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p.158.
168. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., p. 164.
169.11cap. 1 manca in tutte Ie versioni antiche. In etiopico e nella prima
traduzione latina, la particolare trasmissione di queste due recensioni,
nel quadro di apocrifi pili ampi, non consente di scartare, in linea di
principia, l'ipotesi di una sua soppressioneassiemea quella del titolo.
Ma tale spiegazione e semplicemente improponibile nelle altre due
forme antiche, vale a dire in siriaco e in georgiana,nelle quali la scomparga del primo capitolo (se questo avessefatto parte del testa originaIe) non avrebbe avuto nessunagiustificazione.
170.11titolo, molto inglese,posta da WRIGHT,Contributions, op.cit., p.
6, in testa alia sua traduzione : The Gospel of Thomas the Israelite, or,
The History of the Childhood of Our Lord e redazionale e non rispecchia la semplicita della formulazione siriaca.
59
60
S.J.VOICU
8.1.Premessa
Per comporre questa sinossi delle varie forme dei Racconti
sana stati utilizzati tutti i rappresentanti delle quattro traduzioni
antiche, tulle Ie forme greche accessibilie la secondaversione
latina. Altre recensioni sana state escluse, in quanta di scarsa
utilita per una presentazioneunitaria del testa.
In caso di divergenza fra i vari testimoni, i criteri di scelta fra
lezioni contrapposte possonoessereenunciati come segue:
1) Ie versioni antiche (siriaco, etiopico, georgiana, latina dello
Pseudomatteo/palinsesto di Vienna) prevalgono sui testimoni
greci (Gs, Gd, Ga, Gb), per quanta riguarda il contenuto e il
sensadi ciascunparagrafo ;
2) la dove la testimonianza delle versioni non vi si oppone per
ragioni di contenuto, la traduzione rispecchia, fin dove e possibiIe, la fraseologia del greco (di preferenza quella di Gs) ;
3) in caso di divergenza fra Ie versioni, la variante prescelta e
costituita di norma dall'accordo fra Ie due recensionimenD danneggiate: etiopico e siriaco;
4) un problema particolare e costituito dalla versione etiopica.
Qualche sua lezione singolare non sembra essereuna corruttela,
hens! piuttosto la forma pill antica del testa (d. i casi gill menzionati dei cappo 13 e 2.4; oppure 10 spostamento in appendice
del cap. 12, come se si trattasse di un'aggiunta posteriore alIa
redazione dei Racconti);
5) Dei paragrafi the compaiono solo Dei rami bassidella tradizione, vale a dire in greco e nella versione latina pill recente, la
preferenza va di norma alle forme di Gs, altrimenti, nell'ordine,
a Ga 0 all'accordo fra Gd e Lt.
Le lezioni respinte attestate da due 0 pill testimoni, quindi utilizzabili per una lara classificazione,sana trascritte fra parentesi
quadre ([ ...D.
Tolti alcuni passi in cui la tradizione appare particolarmente
ingarbugliata, l'apparato e negativo. Talvolta tuttavia essonon e
completo: Dei punti in cui un testimone e staiD rimaneggiato al
punta da diventare praticamente inutile, Ie sue lezioni sana state
ignorate, oppure sana state trascritte in appendice all'apparato
stesso (cio vale segnatamente per Lm e per Gb). Tali lacune
dell'apparato sana indicate da asterischi (*) nella lista dei testimorn the segueil testa di ciascunparagrafo.
Poiche la sinossi si prefigge di recuperare Ie unita significative del testa, in armonia con la distinzione ormai classica fra
readings e renderings , l'apparato trascura anche tutte
quelle varianti che rispecchiano Ie esigenze sintattiche della
61
lingua d'arrivo (distinzione tra frase participiale e frase relativa, opposizione fra paratassi e ipotassi, assenza0 presenza di
articoli 0 possessivi,ecc.). Esso ignora quasi semple Ie espressioni distintive di una determinata area culturale (ad esempio,
la tendenza dell'etiopico a designare Gesu sotto la forma il
signore Gesu , con effetti inattesi in una traduzione in lingua
modema).
8.2.Le recensioniutilizzate
E: versione etiopica, da S. GREBAUT,Les miracles de Jesus:
texte ethiopien (Patrologia Orientalis 12, 4), Paris, 1917,pp. 625
[75]-641 [91].
Ga: testa greco A, da C. DE TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus graecis et latinis... Ed. altera,
Lipsiae, 1876,pp. 140-157.
Gb: testa greco B (in realta un riassunto che finisce al cap.
11), da C. DE TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus graecis et latinis... Ed. altera, Lipsiae, 1876, pp.
158-163.
Gd: testa greco dall'Atheniensis 355 (recensione fortemente
interpolata all'inizio, apparentata a Lt), da A. DELATrE,
Anecdota Atheniensia. I, Liege, 1927,pp. 264-271.
Gs: testa greco dal Sabait. 259; testimone greco menD interpalata, transcritto da JacquesNoret.
K: versione georgiana, mutila dopa il cap. 7, 2, da G.
GARITrE, Le fragment georgien de l'Evangile de Thomas ,
Revue d'histoire ecclesiastique
51 (1956)pp. 513-520.
Lm : versione latina antica, recensionein appendice al Vangelo
dello Pseudomatteo(omette il cap. 19; vedi anche Lv), da C. DE
TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus
graeciset latinis... Ed. altera,Lipsiae, 1876,pp. 93-112.
Lt: versione latina recente (deriva dalla forma greca rappresentata da Gd), da C. DE TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,
adhibitis plurimis codicibus graeciset latinis... Ed. altera,Lipsiae,
1876,pp. 164-180.
Lv : versione latina antica, frammenti del palinsesto di Vienna
(vedi anche Lm), da G. PHILIPPART,
Fragments palimpsestes
latins du Vindobonensis 563 (ve siecle 1)... , Analecta
Bollandiana 90 (1972)pp. 391-411.
S: versione siriaca, da W. WRIGHT, Contributions to the
Apocryphal Literature of the New Testament...,London, 1865,
pp. 6-11 ; per Ie lacune dei cappo6 e 8, cf. P. PEETERS,
Evangiles
apocryphes. II: L'evangile de l'enfance, redactions syriaques,
arabe et armeniennes,Paris, 1914,pp. 304-308(= SP),e inoltre la
collazione parziale di F. Rilliet (= Sf).
62
S.l. VOlCU
8.3.II testo
llt. Raccontidell'infanziadelsignoreGesu
SKGabsLt:om. GdELm
Racconti-infanzia Gabs Crisostomo ecc.: Infanzia SKLt 7tu\'O\'1(cl
?) Signore: nostro s. K
Forme secondarie: Detti di Tommaso israelita filosofo su
eventi dell'infanzia del Signore Ga; Lettera del santo apostolo
Tommaso sulla vita infantile del Signore Gb; Le opere meravigliose dell'infanzia del nostro signore e salvatore Gesu
Cristo Gs; Trattato sull'infanzia di Gesu secondo Tommaso
Lt; il titolo delle edizioni: Vangelo di Tommaso,non ha riscontro nella tradizione manoscritta ed e dovuto a una confusione con quello di Nag Hammadi, favorita dall'interpolazione
del cap. 1.
Egitto.]
Gd
[0.3. Essendo poi giunti in Egitto, arrivarono a casadi una vedova e vi trascorsero un anno.]
Gd (264, 7-8) Lt (1, 3)
63
Gd (265,2-7)Lt (2,2)
Dissel-disse2:disse Gd che una-grano: una mano (Xt1pa <
Xllpa) piena di grano. L'ho mostrato a tOTOe ho sparso il
grano che net pericolo tolgono di mezzo (?) Lt
[0.7. E Gesu non si allontana finche: non si compl cia che aveva
detto. II maestro, vedendo che Ie parole di Gesu erano diventate
opera, ordina che venisse cacciato dalla citta assieme a sua
madre.l
64
SJ. VOICU
65
Lm
giocava + [dopo una pioggia] Gds(GbLt)
al guado: -E recintava: recintava e indirizzava K,' riceveva
e recintava S; riuniva Ga; agitando riuni Gs acque: + sporche
Gds; + spingendole in canali S chiare: pure e c. S,' pure e sane
Gs
GabdsLt
2.2. Poi prendendo argilla morbida dall'acqua, ne fece dodici
passeri(d. Gn 2,7?). Era sabato [...]. E molti bambini giocavano
con lw.
S (6,9-11) E (1b) Lm (27a) KGa (2,2) Gs* (66v) Gd (265, 2628) Lt (4, 2) Gb* (3, 1a)
Poi prendendo: E avvene che poi mentre tutti guardavano
plese Lm morbida: -Lt; pulita Gd dall'acqua SK: -Ga; dal
fango (Gs? E); dalla pozzanghera GdLt; dalle pozzanghere
che aveva fatto Gesil Lm; + pulita K giocavano EKLvGa(d):
erano SLmGs(Lt) E-lui: tra (giocando con Gd) i bambini
degli Ebrei GdLt
sabato: + [quando Gesil (- Gas) fece COStLmGdLt]
GasLmGdLt
2.3. Ma vedendolo uno degli ebrei assieme ai bambini mentre
faceva queste cose, ando da Giuseppe suo padre e accusoGesu,
dicendogli: Di sabato ha fatto fango e modellato dei passeri,
cia che non e lecito di sabato (cf. Mt 12,2).
66
SJ. VOICU
67
3.2. E quando Gesu vide cio che era successo,gli disse: Che il
tuo germoglio sia senzaradice, e il tuo frutto sia arido, come un
ramo tagliato dal vento .
S (6,27-7,3) E (3c) Lm (28, linn. 6-10) KGa (3, 2) Gs (66v)
Gd (265,37-266,3) Lt (4, 3b) Gb (2, 2b)
Gesu: -Gd era successo: aveva fatto LmGs; + si adiro e
Gad; sconvolto Lt gli disse: disse a quel ragazzo que aveva
distrutto Ie sue pozze Lm ramo : + del bosco tot) ~uJ..ou?)S
68
S.l. VOICU
tagliato-vento : privo di spirito E; + che non esiste pin S chevento (S): Che il tuo seme sia sterile e arido; che il germoglio del tuo frutto diventi come un ramo privo di vita E; 0
legno, 0 albero che assieme ai suoi rami si e inaridito, bruciato
assieme alIa progenie per la potenza dello spirito di Giona K
cheZ-vento: [ 0 seme perverso d'iniquita, 0 figlio della
moTte, opificio di Salafia, veramente il frutto del tuo seme
sara senza vigore, e Ie tile radici senza umidita e i tuoi rami
aridi, e non porteranno frutto Lm; Senza radice (sia) il tuo
frutto e arido il tuo germoglio, come un ramo tagliato da uno
spirito venerabile (7tVEuj.ta'tt'ttl.tl! < 7tv. j3tal! = vento violento ?) Gs; Sodomita (Ingiusto Ga), empio e stupido. Cosa ti
hanno fatto di male Ie mie pozze e Ie mie acque ? Ecco ti prosciugherai come un albero e non avrai ne foglie ne radici ne
frutto Gad(Lt); Empio e trasgressore. Cosa ti hanno fatto
di male Ie pozze e Ie hai svuotate? Non andrai per la tua strada, e ti prosciugherai come il ramo che tieni Gb] GabdsLmt
3.3.E subitoquelragazzosiprosciugo.[...]
S (7,3-4) E (3d) Lm (28c) KGa (3,3) Gs (67r) Gd (266, 3-6)
Lt (4, 3c) Gb (2, 3)
subito: + mentre tutti guardavano Lm si prosciugo
SE(KLm)Gs: cadde prosciugandosiK; + e mon Lm
prosciugo: + [del tutto. Gesu invece si allontano e ando a
casadi Giuseppe. I genitori di colui che era stato prosciugato10
sorressero piangendo la sua giovinezza e 10 portarono da
Giuseppee gli rimproverarono : Hai un figlio simile che opera
cose simili Ga; E cadendo si prosciugo subito. Giungendo i
suoi genitori 10 sorressero subito moTto. Si adirarono contro
Giuseppe dicendo: Hai un figiio simile e guarda cio che ci fa.
Insegnagli a benedire e a non maledire Gd; prosciugatosi
subito, cadde per terra e mono I suoi genitori 10 sorressero
moTto e maledicevano Giuseppe dicendo: Ecco cio che ha
fatto tuo figlio; insegnaglia pregare e a non bestemmiare Lt;
E camminando, dopo un po' spiro. E vedendo, i bambini che
giocavano con lui si meravigiiarono e andandoseneriferirono al
padre del moTto. E accorrendotrovo il bambino moTto e se ne
ando rimproverando Giuseppe Gb] GabdLt
4.1. E di nuovo Gesu andava con suo padre, e un ragazzo,correndo, 10 colpi alIa spalla. E Gesu gli disse: Non andrai per la
tua strada . E cadendo subito, mort. E gli astanti esclamarono
69
Lm
4.2. E i genitori di colui che era moTto andarono da Giuseppe
e gli dissero: Poiche hai un figlio simile, non puoi abitare
con noi nel villaggio. Oppure insegnagli a benedire e a non
maledire. [...]
S (7,9-12) E (4) Lm (29) KGa (4, 2) Gs (67r) Gd (266,10-15)
Lt* (5, 1) Gb (4,2)
genitori: parenti ELm morto : + 10piansero e si lamentarono su di lui e E andarono da: rimproverarono Ga; si adirarono con Gs Giuseppe: + suo padre Gs El-dissero : E dissero a
Giuseppe GdLt Poiche-villaggio: Porta via Gesu da questo
posto; non pub infatti abitare con noi in questo luogo Lm;
Non vivere con noi in questa citta Gb nel villaggio : -KGd e a
non maledire: -S; oppure vattene E
maledire: + [Uccide infatti i nostri bambini Ga; + Uccide
infatti tutti i nostri bambini e tutto cib che dice diventa opera
compiuta Gb: + Ha reso infatti storoi i nostri bambini Gd: +
70
S.J. VOlCU
forza.
S (7, 22-23) E (5) Lm* (29) KGa* (5,2) Gs* (67r) Gd (266,
20-21) Lt (5, 2-3) Gb (5)
[E avendo visto ebbero molta paura ed esitavano e dicevano sui suo conto che ogni cosa che diceva, sia buona, sia cattiva, era un' opera e diventava un miracolo Ga; ed esitavano
furenti. Vedendo Gd; e camminando (O1E1tOpEUOV
< 011l1tOpouv)
dicevano: Tutte Ie parole che provengono dalla sua bocca si
realizzano Lt; Avendo loro (i8ovtE<; < iO<lJv)visto che Gesu
aveva ratio COStGs] Gad(s)Lt
l'orecchio: Ie orecchie e Ie guance E con forza: -KGdLt
All'istante Gesu prese il bambino moTto per l'orecchio e 10
liTO su da terra di fronte a tutti e videro Gesu che oarlava con
VERSO IL TESTOPRIMmvo
71
5.3. Gesu gii disse: Ti bastera cercarmi e trovare : non hai agito
consaggezza.
[...]
S (7,23-26) E (5) Lm (om.) KGa (5,3) Gs (67r-v) Gd (266, 2124) Lt (5, 3) Gb* (5b)
Gesu: + adiratosi Ga; + sconvolto Lt; adirandosi s'infurio
Gd cercarmi e trovare KGs: comandarmi cercarmi?) e trovarmi S; cercare e non (Kat ~1l < ~E Kat) trovare (E)Ga;
vedermi e non scorticarmi (?) Gd; vedermi, non toccarmi Lt
non-saggezzaS(Ga): [+ Non sai cio che e tuo? Non mi rattristaTe Ga; Ma tu hai conosciuto perfettamente, hai dimenticato E; 1\1 ora hai potuto ricevere la scienzanelle mani K; e
non credere che la ferita sia ignoranza materiale (?). E non mi
hai conosciuto chiaramente, cio che sono per te. Vedi (?) di
non rattristarmi. Sono tuo infatti e a te sono stato assegnato
Gs; Non sai chi sono e sto presso di te Gd; Tu infatti non sai
chi sono io : se 10sapessi,non mi rattristeresti. E sebbeneora
sia con te, sono stato fatto prima di te Lt]
Ma Gesu guardandolo gli disse: Basta! Gb
72
S.J.VOICU
K
Non-ammaestri: [Hai un bambino saggio, e ha cervello.
Ecco, dammelo affinche imparl lettere e io gli insegni assieme
alle lettere tutta la scienzae il modo di rlvolgersi ai pill anziani
e onorarli come antenati e padri e ad amare i coetanei Ga;
Hai un ragazzoassennatoe ha un buon cervello, ma dammelo
affinche imparl lettere e io gli insegni ogni scienza affinche
non sia rlbelle Gd; Hai un bambino saggio,portalo ad imparare Ie lettere; quando sara esperto nella studio delle lettere,
allora gli insegnero con onaTe, affinche non sia stolto Lt]
GadLT
...affinche imparl la scienzae il timore umani? Ma veda che
tu e Maria volete piuttosto amare vostro figiio che Ie tradizioni degli anziani del popolo. Conveniva infatti piuttosto che voi
onorlate i presbiteri di tutta la chiesa di Israele, affinche abbia
carita reciproca con i bambini e in mezzo a lara imparl la dottrlna giudaica Lm
Insegna lettere . E disse costui : Consegnamelo,fratello,
e io insegnero la Scrlttura e convincero a benedire tutti e a
non maledire Gb
73
74
S.J.YOICU
6.2d. Di nuovo rispose dicendo : Perche vi meravigliate, 0 piuttosto non credete, poiche vi ho delta di sapere quando siete
nati? Ma so anche altre case. Udendolo furono azzittiti, e non
potevano replicaTe. Avvicinandosi a lara disse: Ho voluto
prendervi in giro, poiche vi meravigliate di sciocchezzee siete
immaturi e poco intelligenti .
S (8, 23-26; SP300) E (8) Lm* (30,4) K* (6,4) Ga (om.) Gs
(68r) Gd (267, 9-18) Lt (6, 4) Gb* (6,2-3)
75
nuovo : + Gesu S; + il signore Gesu E; + il ragazzo Gs credete: rimanete (E1t1cr-r'l'j-rt< cI1t1crtt'itt) Gd poiche-nati:
Sana case vere. Quando siete nati voi e i vostri padri e i
padri dei vostri padri, so esattamente e anche prima che il
Mondo fosse creato Gs; Veramente so quando siete nati SiR
voi SiR i vostri padri e vi dico qualcosa di meraviglioso:
quando infatti il Mondo fu creato, io sana e colui che mi ha
inviato a voi Gd cose: + che conosco da mio Padre, poiche
egli mi conosce E Udendolo : + i giudei parlare COStGd furono azzittiti: si adirarono (EeUJ.LWellcrav
< E<j>1J.Lc!Jellcrav)
Gd
disse: saltava dicendo Gsd vi-sciocchezze e: -E siete immaturi e : -Gsd
E rispondendo Gesu disse loro: Vi meravigliate poiche
queste case vengono dette da un bambino? Perche allora
non credete me in cio che vi ho detto? E poiche vi ho detto
che so quando siete nati, tutti vi meravigliate; vi diro di piu,
affinche vi meravigliate di piu. Abramo, che voi chi am ate
padre vostro, io l'ho vista ed ho parlato con lui ed egli mi
ha visto (cf. Gv 8,56-58). E avendo udito tacquero, e nesSUllO di lara osava parlare. E disse lara Gesu: Sono stato
fra di voi assieme ai bambini, e non mi avete conosciuto. Ho
parlato con voi come se taste prudenti e non avete compreso la Mia voce, poiche siete piu piccoli di me e di poca
fede Lm
76
S.l. VOICU
6.3. Allora Gesu recito tutte Ie lettere da alfa a omega, con grande intelligenza. Poi aggiunse: Coloro che non conosconol'alfa,
come insegneranno il beta? Ipocriti! Insegnate prima l'alfa e
allora vi crederemo in merito al beta )).
S (SP304) E (9) Lm* (31,2) K (6, 6) Ga (6, 3) Gs (68v) Gd
(267,29-35) Lt (6, 6) Gb* (7,1)
Allora: + cessatal'ira Gsd a omega KGsad: a tau SLm(Lt);
alIa fine E con-intelligenza: dalla disposizione si distingue.
Dimmi prima cia che e tau e io ti dira cia che e alef Lm poi: +
guardando fisso il maestro Gsa(bdLt) l'alfa: + secondonatura
Gsadbeta: tau Lm Ipocriti: -K; 0 pigrizia (0 pigritas < hypocrita) Lt prima: -E allora-beta: + E allora inizia a chiedere i
nomi delle singole lettere Lm; + poi inizia a interrogaTe il
maestro sulla prima lettera, e non poteva rispondergli G(sa)d;
allora ti dira del beta. E quando il dottore inizia a parlare della
prima lettera, non pote dare nessunarisposta Lt
77
tera, e vedi che Gsa(d) ha-dritta: ha molti angoli e segniaguzzi, spessi, sottili, sporgenti, allungati, raccolti, sottili, ornati,
semplici, quadrati, dalla punta inclinata 0 storta, doppi, 0 piegati sui lati, 0 riuniti a tre a tre, 0 coronati, 0 che si toccano S;
ha molti triangoli, (?), allargati (?) e storti, raccolti e sporgenti, frastagliati (?), dritti per tre volte, piantati (all'insu?) e piegati all'ingiu E; e triangolare, allungata, voltata, piegata
dall'alto, attorcigliata, (?), (?), simmetrica (?) K; ha molti triangoli, frastagliati, (?), intermedi (?), raccolti, protesi, eretti,
stesi, ricurvati (?) Lm
ha-dritta: ha (+ due GdLt) regole e un divisorio che vedi
aguzzi (simmetrici Ga), ascendenti,raccolti, (+ allargati, sporgenti Gs), innalzati, danzanti (?) (che raggiungela cima Ga), e
poi finisce in punta (?) (a forma di freccia (?) Gs),triplici, (+ a
due tagli, dello stesso disegno, della stessalarghezza G(d)s),
dello stesso genere (?), subordinati e poggiati (bilanciati (?)
ed equilibrati G(d)s), della stessamisura, (+ simili Gs). Hai Ie
regole dell'alfa Gasd(Lt)
7.2. Portatelo via da me, vi chiedo. Egli non dovrebbe stare sulla
terra. Veramente e degno di una grande croce.XE capacedi bruciare anche il fuoco. Credo che sia nata prima del diluvio di Noe.
Quale sella l'ha parlato? Quale ventre l'ha generato? Quale
madre l'ha allevato? (cf. Lc 11,27) 10 non riesco a sopportarlo.
Sana grandementestupefatto e ho ingannato me stessoconsapevolmente. Sventurato me che ho creduto di avere un discepolo,e
ho trovato un maestro!
78
SoloVOICU
S (SP306) E (9) Lm* (31,3) KGa (7, 2) Gs (69r) Gd (268, 714) Lt (6, 9-10)Gb* (7,2)
Portatelo: portalo GsadLt E capace-fuoco: colui che potra
rivelare questo bambino e istruirlo (?) E bruciare SK: domare
(Lvm)Gsa; domare tutti e calmare il mare (il mare: -Gd)
GdLt seno-allevato E: seno... generato... madre... allevato S;
ventre... portato... madre... generato Lm( K?); seno... generato... ventre... allevato Gs; seno... portato... ventre... allevato
GaLt; madre... generato... chi l'ha allevato Gd Io-consapevolmente: 10 ignoro. Ahime fratello, (amico Ga; amici GdLt)
perdo il senna, non seguo (il-seguo: -GdLt) la ragione
Gs( a)dLt ho ingannato-consapevolmente: e non riesco a
capacitarmi S Sventurato : ire volle sv. Gsa creduto di : lottato
per (1iyrovl~6~llv< 1'1YOVl!llv)
Gad trovato: + in questo discepolo S
vi chiedo-croce: ti chiedo (- Gs) fratello (+ Giuseppe Ga).
Non sopporto infatti il (la severita del GadLt) suo sguardo,ne
la chiarezza delle sue parole (+ mai Ga?; la-parole: la sua
parola Gd(Lt). Certamente questo bambino non e mortale
GsadbLt Credo-Noe : Forse (- GdLt) questo bambino esisteva
prima della creazione del mondo GsadLt
7.3. Non ho tregua. Fuggiro da questo villaggio. Non possoguardarlo. 10 che sono un vecchio sono stato vinto da un bambino.
Vedo nei suoi occhi l'intelligenza e l'eloquenza della sua bocca e
l'espressionedel suo linguaggio. [...]
S* (SP306, lacunoso) E (9) Lm* (31,3) Ga (7, 3) Gs (69r) Gd
(268,14-19) Lt (6, 10) Gb (7, 3)
Non ho tregua E: Amici, non posso resistere S; Che diro?
Non posso resistere alle parole di questo bambino Lm
Fuggiro : non posso fuggire E lo-bambino S: + E posso forge
dire di esserestato vinto quando <...> l'inizio di niente <...>
(?) S; + poiche non posso trovare ne un inizio ne una fine a
cio che dice. E difficile trovargli un inizio Lm; 10 sono molto
meravigliato dall'eloquenza della sua bocca e non posso comprendere cio che ha detto questo bambino (?) E Vedo-l'intelligenza: <...> davanti ai miei occhi (?) S; certo vi dico che
davanti ai miei occhi l'azione di questo bambino Lm l'eloquenza-linguaggio: La voce e l'espressione del suo linguaggio
annunciano qualcuno che e grande S; l'inizio delle sue parole
e la fine dell'intento non sembrano avere niente in comune
con gli uomini Lm
VERSOIL TESTOPRlMmVO
79
GsadLt
un1 : -E non 10so : creatore di ogni cosa Gd
non so se sia un mago 0 un dio. Certo l'angelo di Dio parla
in lui Lm
80
S.J.VOICU
9.1. E un giorno [... di sabato Gesil giocava suI tetto con altri
bambini. E uno dei bambini cadde e morl. E vedendo gli altri
bambini, fuggirono. E Gesil rimase solo.
S (9, 13-16) E (10) Lm (32) Ga (9,1) Gs (69v) Gd (268, 29-32)
Lt (7, 1) Gb (8, 1)
giorno : + [di sabato] SLmv
un giorno EGdLt; dopo molti giorni Gs; dopo qualche giorno Ga con-bambini: -SGa suI tetto: -Gd; in una casa (Lt); +
di una casa (+ di due piani) LmGb bambini2: -E; + che giocavano con lui Ga bambini3: -S cadde: + dal tetto Gad; + per la
porta Lt vedendo: + il cadavere Gd fuggirono: andarono a
casalorD Gs bambini2-sol0: uno dei bambini spinse ne spinse
un altro dal tetto per terra e mori Lm(Gb); + suI tetto (+ da
cui era staiD precipitato il bambino Gb) Gdb; + in quella casa
Lt
81
82
S.J. VOICU
83
11.1. E quando Gesu aveva sette anni, sua madre 10invio a prendele acqua. E in mezzo alIa folIa, la brocca avendo ricevuto un
colpo siruppe.
S (9,25-28) E (11) Lm (33) Ga (11, 1) Gs (69v) Gd (269, 8-10)
Lt (9, 1) Gb (10)
Gesu: -Gab; il bambino G. Gs; il bambino Gd sette SEGs:
sei LmGabdLt sua madre: Maria s. m Gb; la Theotokos Gd
prendere acqua: con la brocca a p. a. alIa fonte assieme ai
bambini Lm; + e a portarla a casa,dandogli una brocca Ga; +
dalla fonte Gb E-folla: E al pozzo vi era molta folIa Gsd;
Giunto Gesu alIa fonte 0 al pozzo, vi era molta folIa Lt; E
nelI'agitazione in cammino E; E mentre andava Gb avendocolpo: -EGadLtGb E-ruppe: E avvene che dopo aver presQ
l'acqua uno dei bambini 10 colpi e scossela brocca e la ruppe
Lm
E i bambini ebrei e caldei andarono al fiume al tramonto a
prendere acqua e a lavare la scuola. E mentre camminavano
insieme verso il fiume, riempirono Ie loro brocche con acqua,
e la brocca di Esdra si ruppe (Apocryphon leremiae.. KUHN,
pp. 309-310).
11.2. E Gesu stendendoi1 mantello con cui era vestito, 10 riempi
d'acqua e 1aporto a sua madre. E Maria si meravig1ioe custodiva ne1suo cuore tutto cio che aveva vistoX(cf. Lc 2,19.51).
S (9, 28-31 + Ril1iet) E (11) Lm (33) Ga (11, 2) Gs (70r) Gd
(269,10-13) Lt (9, 2) Gb* (10)
10 riempi d'acqua: prese Del mantello tanta acqua come
nella brocca Lm a-madre: -S; + Maria GdLt Maria: sua
madre Maria S; -Lm
E Maria-visto: Maria (sua madre GdLt; + la santa
Theotokos Gd), avendo visto il segnoche avevafatto Gesu, 10
bacio dicendogli: Signore (+ Dio nostro Gs), (+ ascoltami e
Lt) benedici (salva Lt) miD (nostro Gs) figlio . (+ Temevano
infatti che qualcuno 10 maledicesse Gs) GsdLt; vedendo sua
madre il segno che era avvenuto, 10bacio, e conservavain se i
misteri che gli vedeva fare Ga
E andandoalIa fonte stegeit suo mantello e prendendo acqua
dalla fonte 10 riempi, e poi porto l'acqua a sua madre. Costei
vedendone fu meravigliatae abbracciandolo10bacio Gb
E quando Esdra tint di parlare COSt,
sceseall'acqua, riempi
d'acqua come una brocca la sua veste, se la mise guIle spalle e
ando con i bambini (Apocryphon leremiae..KuHN, p. 310).
84
S.J.VOICU
Ga
E inoltre semino cinque chicchi di orzo E
E di nuovo un certo giorno usci Delcampo e prese un po' di
grano dal granaio di sua madre e 10semino Lm
85
86
S.l. VOICU
VERSOn. TESTOPRlMmvO
87
88
SJ. VOICU
15.1. ...E
ancora un altro maestro disse a Giuseppe:
Dammel0 e 10ammaestrero. :
S (10, 22-23) E (14) Lm* (39, 1) Ga (15, 1) Gs (7Ov)Gd (270,
11-15)Lt (13, 1): om. Gb
[E dopo qualche giorno Gsd; Dopo molti altri giorni Lt;
dopo qualche tempo Ga] GsdaLt
ancora-altro: -S maestro-Giuseppe: essendo (+ buon Gd)
amico di Giuseppe, gli disse GadLt Giuseppe: + suo padre Gs
Dammelo : dammi tuo figlio E
ammaestrero: + [come si cleve. E prese Gesu E; (+ Orsu
Gs), fratello (- GaLt), dammelo (portami il bambino Ga) a
scuola (a.s.: -GdLt), e potro (affinche possa Gs; + forse
Ga) insegnargli Ie lettere con dolcezza (molt a d. Lt; molta
pazienza Gd). E Giuseppe gli (- Ga) disse: Se osi, fratello
(- Lt), prendilo con sicurezza (c.s.: e ammaestralo con
molta gioia Gd; per ammaestrarlo. Avvenga con gioia Lt;
con te Ga> GsadLt E (+ il maestro GsLt), avendolo presQ
(a.p.: + andava Lt; avendo presQ per mano il bambino, 10
porto Gs) con molto timore e incertezza, e il bambino camminava volentieri (e-volentieri: e 10 teneva con gioia Lt)
GsadLt
E gli ebrei chiesero di nuovo per la terza volta a Maria e
a Giuseppe di portarlo con dolcezza da un altro maestro.
Timorosi del popolo e della prepotenza dei principi e delle
minacce dei sacerdoti, Giuseppe e Maria 10 portarono di
nuovo a scuola, sapendo che colui che aveva una scienza
perfetta dal solo Dio nulla poteva imparare da un uomo
Lm
89
90
S.J.VOICU
91
92
S.J.YOICU
Ga (18,1)Gd (271,10-13)
Dopo-disse: In un'altra occasione,essendocaduto un muratore dal tetto, mono SopraggiungendoGesu disseat moTto Gd
93
om. LmtGb
E-madre: Giungendo (+ Maria Ga) sua madre Gad dice:
disse Gs addolorati e afflitti (NTG D it syc)ti cercavamo SGs:
addolorati (NTG) ti cercavamo Gad; sofferenti ti cercavamo
io e tuo padre E Gesil-dicendo: disse (dice Gd) loro Gesil (Gd) Gad cercavate: cercate (~lltE1tE < E~lltE1tE)Gad sapete
94
S.l. VOICU
VERSOIL TESTOPRIMmvO
95
,
STEMMA
DELLA TRADIZIONE
MANOSCRITTA
(archetipo)
II-III
III-IV
E S
V?V?
Lv
V?
K
V?
I
Arabo
?
Irlandese
Lm
VIII
(greco)
VII-VIII?
+ 1 e 10
11
Gs
+ 17-18
XI
XI?
'
Slavo,
' + 0
XII
-6'Ta-f
(Gb) ~
Ga
XV
XV
Gd
XV
'.,:
~.
Lt
ChristophMARKSCHIES
Priedrich-Schiller-Universitat
Jena
NEUTESTAMENTLICHE APOKRYPHEN
BEMERKUNGEN ZU GESCHICHTE
UND ZUKUNFf EINER
VONEDGARHENNECKE
1M JAHR 1904BEGRUNDETEN
QUELLENSAMMLUNG*
On prepare actuellement une edition revue des Neutestamentliche Apokryphen in deutscher Ubersetzung <Les Apocryphes du Nouveau Testament traduits en allemand ), ouvrage qui avail ete publie pour la premiere fois en 1904 par Edgar H ennecke. L' etat actuel des recherches et les
objections faites contre Getouvrage ont necessite une revision de sa conception generale; Ie present article esquisse l'histoire de l' ouvrage et discute Ie
concept des apocryphes du Nouveau Testament . A ce propos on voit
qu'il n'est pas possible de trouver d'exactes limites de temps pour Ie materiel a l'aide d'une definition des apocryphes du Nouveau Testament
orientee exclusivement vers l'histoire des formes, et que -egalement par
d'autres raisons -la disposition qui en resulte est impraticable pour etablir
une edition. Par contre, la notion d' apocryphes chretiens proposee par
Eric Junod et d'autres est plus utilisable lorsqu'on en fixe plus precisement
Ie cadre temporel. Sur la base de cette decision devraient sefonder la conception et la structure de la nouvelle edition de l'ouvrage de Hennecke sous Ie
titre: Antike christliche Apokryphen in deutscher Ubersetzung (Apocryphes chretiens traduits en allemand).
Gegenwiirtig wird eine neue Aufiage der erstmals 1904 van Edgar
HenneckeherausgegebenenNeutestamentliche
Apokryphen in deutscher
Ubersetzungvorbereitet.Der Forschungsstandund Einwiinde gegendiesesWerk machteneine Uberpriifung seinerGesamtkonzeptionnotwendig;
der Aufsatz stellt die Geschichtedes Werkesdar und diskutiert sein Kon-
* Die folgenden Uberlegungen wurden auf der Jahrestagungder "Association pour l'etude de la litterature apocryphe chretienne" in Dole am
21.6. 1996vorgetragen. Frau Kollegin ANNA MARIA SCHWEMER
(Tubingen) und den Herren Kollegen HENGEL(Tubingen), SCHNEEMELCHER
(Bad Honnef) und WALTER(Jena) danke ich fur einige freundliche
Gespriiche; den Teilnehmerinnen und Teilnehmem der Tagung fur ihre
Hinweise und Anregungen.
98
C. MARKSCHIES
Gegenwartig wird die siebente Auflage der bekannten QuellensammlungNeutestamentlicheApokryphen in deutscherUbersetzungvorbereitet. Der seit der letzten Auflage van 1990/1997
weiter vorangeschritteneForschungsstand,
das tibeTneunzigjahrige
Alter der GrundkonzeptiondesWerkesund Einwiinde gegenseine
letzte Gestalt roacheDErwagungen zu Geschichte und Zukunft
dieser QuellensammlungdUTCh
ihren ktinftigen Herausgebernotwendig. Dies geschieht, wie der Titel bereits anzeigt, in zwei
Abschnitten: Begonnen wird mit Bemerkungen zur Geschichte
der Sammlungvan Edgar Henneckeund Wilhelm Schneemelcher,
darauf folgen Erwagungen tiber ihre Zukunft.
I Neutestamentliche
Apokryphen -die Quellensammlung
von Edgar Henneckeund Wilhelm Schneemelcherin den
Jahren 1904-1990
An die Geschichte der zuletzt 1990/1997in sechsterAuflage
erschienenenTextsammlung NeutestamentlicheApokryphen 1
zu erinnern, heiBt zunachst an den Begriinder dieser Sammlung
erinnern, an den niedersachsischenPfarrer und Harnack-Schiller
Edgar Hennecke,geboren am 13. April 1865in Osterodeam Harz,
NEUrESTAMENTLICHE APOKRYPHEN
99
1895his 1935 Pfarrer in Betheln (Hannover), verstorben in Gottingen am 25. Mai 19512.Mustert man sein Schriftenverzeichnis,
so fallen als Forschungsschwerpunkte neben del sogenannten
apokryphen Literatur 3 (dazu gehort auch ein themenbezogenes corpusarticuli in del zweitenAuflage desLexikons Die Religion in Geschichteund Gegenwart4)Arbeiten zur (vor allemniedersachsischen)Territorialkirchengeschichte aufS.
100
C. MARKSCHIES
NEUl'ESTAMEN1LICHE APOKRYPHEN
101
102
C. MARKSCHIES
fen, den Begriff apocrypha als Gegenbegriff zu scriptura canonica zu verwenden-so findet man esbeispielsweisebei demspatantiken Haresiologen Filastrius, Bischof van Brescia am Ende des
vierten Jahrhunderts14;ahnlich schon bei Hieronymus15.Strittig
blieb nuT,ob diese Schriften ganz zu verwerfen waren oder mindestens dochniitzlich und gut zu lesen: DasRecht, alsgemeinsamenTitel eiDer solchenSammlung den des Apokryphen zu setzen, kann seinem Gebrauche seit Hieronymus entnommen
werden, wonach alles AuBerkanonische darunter zu verstehen
ist 16.Unter der Zeitangabe Mitte des dritten Jahrhunderts
selbst versuchte Hennecke dagegen wahl auf eine leider recht
unprazise Weise den damaligen Konsens der Kanongeschichtsforschung zu formulieren. Das liest man anderswo besser: Der
damalige Hallenser Privatdozent Johannes Leipoldt zeigte beispielsweise vier Jahre nach der ersten Auflage der Neutestamentlichen Apokryphen in seiner Kanongeschichte17
viel deutlicher, daB es gerade zur Zeit des Origenes -wie dieser selbstja
auch direkt beschreibt -neben eiDer relativ fest definierten und
allgemein rezipierten Gruppe der O~OA.O'You~Eva
auch erne hinsichtlich ihrer Kanonizitat umstrittene Menge van av'ttA.E'Y6~Eva
und schlieBlich van nicht rezipierten Texten18gab. Henneckes
'vorlaufiger AbschluB' bezieht sich also auf die van Origenes als
O~OA.O'You~Eva
bezeichneten Schriften, auf den Vierevangelienkanan, die Apostelgeschichte, die Paulusbriefe und schlieBlich
NEUTESTAMEN11..ICHE APOKRYPHEN
103
18. Vgl. Origenes, horn. I in Luc. 1,1: multi conati sunt scribere evangelia, sed non omnes recepti (FChr 4/1, 60,10f. SIEBEN) und H.J. VOGT,
Das Kirchenverstiindnis des Origenes (BBK 4) K51n, B5hlau Verlag, 1974,
109f. -Zu der quasi statistischen Dokumentation bei Origenes Th. ZAHN,
Art. Kanon des Neuen Testamentes, RE IX (19003), (768-796) 787f.;
H. FREIHERRVON CAMPENHAUSEN,Die Entstehung der christlichen Bibel
(BHTh 39), Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck) 1968,354-376.
19. Die Spatdatierung van A.C. SUNDBERG(Canon Muratori: A FourthCentury List, HThR 66, 1973, 1-41) hat jetzt erneut zu begriinden versucht
G.M. HAHNEMAN, The Muratorian Fragment and the Development of the
Canon, Oxford 1992. Erste kritische Stellungnahmen in den Rezensionen
vonR.F. HULL,JECS3, 1995,89-91 undJ.-D. KAESTLI, Laplace duFragment de Muratori dans l'histoire du canon. A propos de la these de Sundberg et Hahnemann, cristianesimo nella storia 15, 1994, 609-634.
20. Th. ZAHN, Geschichte des neutestamentlichen Kanons 11/1, Erlangen/Leipzig, A. Deichert'sche Verlagsbuchhandlung Nachf., 1892 = Hildesheim, Georg alms Verlagsbuchhandlung, 1975, 157-172; W. SCHNEEMELCHER, Art. Bibel III. Die Entstehung des Kanons des Neuen
Testaments und der christlichen Bibel, TRE VI (1980 = 1993), (22-48) 42
sowie B.M. METZGER,Der Kanon des Neuen Testaments. Entstehung, Entwicklung, Bedeutung, Dusseldorf, Patmos Verlag, 1993, 292.
2L Vorwort zu E. HENNECKE,NTApo I, Tubingen, 19041,5*-6*. -Dieser
Eingrenzung auf die Jahre bis ca. 254 n.Chr. hat sich ubrigens explizit
angeschlossen W. BAUER, Das Leben Jesu im Zeitalter der neutestament-
104
C. MARKSCHIES
lichen Apokryphen, Tubingen,J.C.B. Mohr (Paul Siebeck),1909= Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1967,1. -MAJELLA FRANZMANNkann jetzt ihre parallele Studie auf ein Textcorpus stutzen: Jesusin
the Nag Hammadi Writings, Edinburgh, T&T Clark, 1996; vgl. abeTihre
Bemerkungen zum Thema CanonicalUniquenessand the Apocrypha
(p.9-11).
22. Dazujetzt G. SCH6LLGEN,
Pseudapostolizitatund Schriftgebrauchin
den erstenKirchenordnungen. Anmerkungen zur Begriindung des frtihen
Kirchenrechts, in : Stimuli. Exegeseund ihre Hermeneutik in Antike und
Christentum,FS fur Ernst Dassmann,hg. v. G. SCH6LLGEN
und C. SCHOLTEN(JbAC. Ergbd. 23), Munster,AschendorffscheVerlagsbuchhandlung,
1996,96-121und zuvor D.G. MEADE,Pseudonymityand Canon.An Investigation into the Relationship of Authorship and Authority in Jewishand
Earliest Christian Tradition (WUNT39), Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Sie-
beck),1986,203-207.
NEUIESTAMENn-ICHE
APOKRYPHEN
105
verdankte:
Der ausdrucklichen Abwehr des Irrtums,als ob diese Sammlung
ills erne Art Schriftenkorpus neben clemneutestamentlichenzu gelten das Recht h1itte,sollie es nach clemGesagtennicht bedtirfen. Die
Zusammensetzungh1itte ebenso gut mit anderer Einteilung und in
etwas anderem Umfange vorgenommen werden konnen. 31.
Hennecke lieB auBerdemden Satz,daB die einzelnenSchriftstucke diesel Sammlung einander nach Gehalt und geschichtlicher Bedeutung gegenseitigferner stUDdeDals die neutestamentlichen Bucher untereinander genommen, fell drucken nachdemer zuvor ausfiihrlich den sehr unterschiedlichenGrad an
Autoritat, Verbreitung und die differenten Gattungen betont
hatte32.
DaB das von Hennecke so in einer charakteristischenMischung
ausPragmatismusund grundsatzlichemAnspruch geboteneMaterial ein buntes Bild ergab, wurde nicht our vom Herausgeber
29. AscJes (J. FLEMMING,aaO., 292-305); 5Esr (H. WEINEL,aaO., 305311),6Esr (DERS.,aaO.,311-318)sowie Sib. VI 1-28; VII; III 1-45; III 6392; VIII 1-106.107-216.218-250.251-323.324-336.337-358.359-428.429455.456-479.480-500;I 319-359.360-400;II 34-153.238-347;III 372. 776;
V 256-259; XII 28-34; XIII 7f. 100-102 rnit Fragrnenten (J. GEFFCKEN,
aaO.,318-345).
30. E. HENNECKE,
Handbuch zu den NeutestamentlichenApokryphen,
Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck), 1904,v: -Zur Aufgabe des Handbuchesvgl. ausdernVorwort: NachJahresfristreiht sich nunrnehrdern
Textbande 'NeutestarnentlicheApokryphen' das daselbstS. Vangekundigte 'Handbuch' rnit den naheren Literaturangaben, Nachweisenfur die
Ausfiihrungen in den Einleitungen und Erlauterungen der Vebersetzung
an (p. V). Allerdings wurden, wie das Register p. 604 zeigt, zwolf weiteTe Textgruppen rnitgeteilt, darunter Neutestarnentliches aus dern
Koran (p. 165-171)oder ein Barnabasspruch (p. 205 = A. RESCH,
Agrapha. Aussercanonische Schriftfragmente [TV 30/3-4], Leipzig,
J.C. Hinrichs'sche Buchhandlung, 19062,p. 282f. Apokryphon Nr. 77[63]).
31. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, TUbingen, 19041,VII.
32. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, TUbingen, 19041,VII.
106
C. MARKSCHIES
510,478.
35. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, Tllbingen 19242,IV:
36. Vorwort zu E. HENNECKE,NTApo I, Tiibingen 19242,IV: Bemerkenswerterweisetiihrt H. ein Kriterium aus der Theologie seinesLehrers
Harnack ein, wenDer yon einem ursprunglichChristlichen spricht, das
dUTChallseitige Beziehung auf Gott und die Seele ...sogar vermannigtacht und in gewissemSinne bereichert werden kann.
37. W. BAUER.CWI8.1904. 779.
NEUrESTAMENn..ICHE APOKRYPHEN
107
und Auslegungen der Presbyter des Irenaus sowie die Kirchenordnungen einsortiert wurden). Weiter wurden z.B. die Ausspriiche des Montanusund seinerProphetinnen, die OdenSalomos und die Sextus-Sentenzen,eine christlich iiberarbeitete
Spruchsammlungaus der paganenEthik38,integriert39.
Mit dieser Reaktion auf die Kritik am Apokryphen -Begriff
der erstenAuflage war freilich zwanzigJahre nach ihrem ErscheiDenin der zweiten Auflage die Grenze der urspriinglichen Sammlung neutestamentliche Apokryphen vollends gesprengt;
Hennecke hatte seine Sammlung in Richtung eiDer Zusammenstellung aller kleineren christlichen Werke his zur Mitte des
dritten Jahrhunderts erweitert, die nicht zu einem gedachtenCorpus der entstehenden wissenschaftlich-theologischenLiteratur
gezahltwerdenkonnten. Diese Entwicklung seinerSammlungmuB
man historischals problematischeinstufen; sie provoziert u.a. auch
die Frage, warurn dann ausclem Bereich der Papyrusliteratur, die
der Wiener Bibliothekar Charles Wesselyzwischen1906und 1924
publiziert hatte40,nicht wenigstenseinige christliche Hymnen aufgenommen worden waren -urn nUTauf eine Textgattung hinzuweisen,die sich zujener 'grauen' Gruppe Stimmen der Kirche
rechnen laBt. Der Verdienst seiner Sammlung lag jedoch unbestritten darin, daB sie teilweise relativ unbekannte und entlegen
publizierte Schriften in Ubersetzung erstmals einem Publikum
bekannt machte, das ohne diese Ausgabe van den oft sehr aufschluBreichenTexten gar nichts erfahren hatte.
Als der wesentlichkonsequentereErbe desformgeschichtlichen
Teils der Definition Henneckes van 1904erwies sich im selben
Jahre 1924 ein englischer Forscher, namlich Montague Rhodes
38. H. CHADWICK,
The Sentences
of Sextus.A Contribution to the History
of Early Christian Ethics(TaS5), Cambridge,CambridgeUniversity Press,
1959; R.A. EDWARDS/R.A.WILD, The Sentencesof Sextus(SBLTT 22.
Early Christian Literature Series5), Chico,ScholarsPress,1981; F. WISSE,
NHC XII,l : The Sentencesof Sextus,in : Nag Hammadi CodicesXI, XII,
XIII, ed. by Ch.W. HEDRICK(NHS 28), Leiden u.a.,E.J. Brill, 1990,295327; P.-H. POIRIER,Les Sentencesde Sextus (NH XII,l) (BCNH.T 11),
Quebec,Les Pressesde l'Universite Laval, 1983,7-94. -VgI. hierzu auch
G. DELLING,Zur Hellenisierung des Christentums in den Spriichendes
Sextus, in : Studien zum Neuen Testamentund zur Patristik. FS Erich
Klostermann,hg. von der Kommission ffir spatantike Religionsgeschichte (TV 77), Berlin, Akademie-Verlag 1961,208-241.
39. Montanus: G. FICKER(aaO.,425-429); OdSal: H. GRESSMANN
(aaO.
437-472)sowie die Sextus-Sentenzen:J. KROLL(aaO.,630-643).
40. Ch. WESSELY,
Les plus anciensmonuments du Christianisme. Ecrits
sur Papyrus, 2 Bde., (PO 4/2 bzw. 18/3), Paris, Firmin-Didot et Cie,1906
bzw. 1924= Tumhout, Editions Brepols, 1985.
108
C. MARKSCHIES
NEUTESTAMEN1LICHE APOKRYPHEN
109
110
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seit 1981
I, TtibinI, Ttibin-
19593,6.
NEUTESTAMENTLICHE APOKRYPHEN
111
112
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NEUTESTAMEN11JCHE APOKRYPHEN
113
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C. MARKSCHIES
NEUfESTAMENTLICHE APOKRYPHEN
115
Nach Schneemelcherfuhrt also der angesichtsdes abgeschlossellenKanons gewandelte Sitzim Leben der Literatur zu eiDer
gewandelten Form und ist an dieser auch deutlich ablesbar.
Uberblickt man die vier verschiedenenApokryphendefinitioDenin den sechsAuflagen der NeutestamentlichenApokryphen
in deutscherUbersetzung, so fallt die zunehmendeBetonungund
Prazisierungdes formgeschichtlichenAspektes auf, oboe daBdeswegen die zeitliche und organisatorische Bedeutung des Kanons
zurucktritt. Was Hennecke eher pragmatisch setzte, versucht
SchneemelcherduTchArbeit am Apokryphenbegriff zu begrunden. Kurt Rudolph hat diesesVerfahren wohl ein wenig zu scharf,
abeTim Grunde doch treffend beschrieben,als er Schneemelchers
Absicht in der letzten Auflage so charakterisierte : Der Begriff
'apokryph' werde enttheologisiertnod entschiedenfur seineliterarhistorische Verwendung eingetreten68.Es ist deutlich, daBdie
Bemerkung Philipp Vielhauers, der alte Apokryphen -Begriff
werde our faute de mieux beibehalten69,auchSchneemelchers
Meinung widerspiegelt, letzterer sich abeTnichtsdestowenigerurn
eine neue -namlich formgeschichtliche-Absicherung diesesuberkommenen theologischenNormbegriffs bemuht hat. Zudem trifft
man an diesem Punkt auf eine Art von europaischem Forschungskonsens:Elliot meint in seiner Einleitung zur Neubearbeitung von Montague Rhodes James Apocryphal New Testament : Even the word 'apocrypha' in the title is not ideal! The
(...) meanings of apocryphal (...) are also not ideal for the books
included here (...), but it is in this modern senseof the word that
is applied faute de mieux to the documents in this collection. 70
116
C. MARKSCHIES
Man hat diesen Versuch Schneemelchers, den alten Apokryphen -Begriff formgeschichtlich zu emeuem, teilweise recht
heftig kritisiert. Sovermutete beispielsweiseder norwegischeReligionshistoriker Einar Thomassen,eswerde bier nachtraglich eine
bunte Sammlung yon Texten, die zu hochst unterschiedlichen
Zeiten und in unterschiedlichen soziologischen Situationen und
theologischen Kontexten enstandensind, yom Standpunkt der
etablierten Kirche aDSbetrachtet, mit ihrem Verstandnisdavon,
was Kanon und authentische Tradition bedeuten71.Der Kanon
bestimme, was apokryph sei. AuBerdem wurden, da dasMaterial formgeschichtlich am fertigen Neuen Testament gemessen
werde, wichtige Nuancen uberdeckt. ThomassenschlieBtdaraDSdann: SchneemelchersangestrengterVersuch, in der Haupteinleitung eine brauchbare historische und gattungsgemaBeDefinition des Begriffs 'neutestamentliche Apokryphen' zu geben,
bleibt daherernesinnloseJagdauf eine Chimiire, erne Art 'ThlpenRose' (tulipanaros : p. 169). Das, was diese Texte zu Apokryphen mache, konne theologisch begriindet, abeTnicht histoTischdefiniert werden. ThomassenschlieBt: Sie ausgehendyon
den Begriffen 'Neues Testament' und 'Kanon' als Textgruppe zu
definieren, impliziert, eine Perspektive an sie beranzutragen,die
diesen Texten als historischen Dokumenten fremd ist (p. 170).
Etwas aDdersverlauft die StoBrichtungdes Artikels 'Apocryphes du Nouveau Testament' yon Eric Junod: une appellation
erronee et une collection artificielle. Discussionde la nouvelle definition proposee par W. Schneemelcher72.Junod fragt, ob dUTCh
die formgeschichtliche Bindung des Apokryphen -Begriffs an
die Kanongrenze (also grob: die ersten vier Jahrhunderte) nicht
einerseitswichtige Literatur ausgeschlossen
und andererseitsin die
Definition eingeschlossene
Texte falschbestimmtwerden. SeinAufsatz nennt als Beispiele die Johannesakten des Ps.-Prochoros
(CANT 218 = BHG 916-917z)73
und die griechischeDanielapoka-
71. Ich verwende eine deutsche Ubersetzung des Beitrags aus SEA 55,
1990,167-171 (Zitate 168f.) von Herrn Kollegen Gregor Ahn (Heidelberg). VgI. zum Problem auch vom selbenAutor: Orthodoksi og heterodoksi i det andre Arhundrets Roma, in: Patristica Nordica 4, Foreliisningar kalina vid del fjiirde Nordiska patristikermotret i Lund 17-20 augusti
1993,edoby S. RUBENSON,
(Religio 44), Lund 1995,39-55.
72. Apocrypha 3,1992,17-46.
73. (Problematische) Edition dUTChThoZAHN,Acta Johannis,Erlangen,
Deichert'sche VerlagsbuchhandlungNachf., 1880= Georg Olms Verlagsbuchhandlung, Hildesheim 1975,p. 3,1-44,9;vgl. A. DE SANTOS
OTERO,
Jiingere Apostelakten, in: W. Schneemelcher,NTApo II, 19895= 19976,
(381-438)385-391.
NEUfESTAMEN'ILlCHE
APOKRYPHEN
117
74.K. BERGER,
Die griechischeDaniel-Diegese.Eine altkirchliche Apokalypse. Text,Obersetzungund Kommentar(SPB 27), Leiden,E.J. Brill, 1976.
75. Textesanonymesou pseudepigraphesd'origine chretienne qui entretiennent un rapport avecleslivres du NouveauTestamentet ausside l' Ancien Testamentparce qu'ils sont consacresa des evenementsracontes ou
evoques dans ces livres ou parce qu'ils sont consacresa des evenements
qui se situent dans Ie prolongement d'evenements racontes ou evoques
dans ces livres, parce qu'ils sont centres sur despersonnagesapparaissant
dans ces livres, parce que leur genre litteraire s'apparente a ceux d'ecrits
bibliques (E. JUNOD,Sur les Apocryphes du Nouveau Testament ,
26f. = ders.,Apocryphes du Nouveau Testamentou apocrypheschretiens
anciens? Remarques sur la designation d'un corpus et indications bibliographiques sur les instruments de travail recents, Etudes theologiqueset
religieuses58,1983, [409-421]412).
76. W. SCHNEEMELCHER,
Haupteinleitung, NTApo I, Tubingen 19875=
19906.5il.
118
C. MARKSCHIES
NEUrESTAMEN11..ICHE APOKRYPHEN
119
ten Jahrhundert abgefaBtwurden, dann gibt es zumindestein halbwegs klares zeitliches Kriteriurn, das die Abgrenzung van friihen
Apokryphen ermoglicht. Es versagtaber schonbei denerwahnten spatenTexten. Wie dem also auch immer sei: Diese bier nur
knapp angeschnittenenProbleme zum Verhaltnis van hagiographischer und apokrypher Literatur konnen nur benannt, keinesfalls gelost werden -jedenfalls ist die Frage nach diesemVerhaltnis sorgfaltig weiterzuverfolgen; sie scheint mir eines der
Schliisselprobleme jedes Apokryphen -Begriffs darzustellen.
Die Einwiinde van Einar Thomassenund Eric Junod lassenden
Leser (bzw. die Leserin) etwasratios -scheinen sie doch zunachst
nur zu bestatigen, was Albertus F.J. Klijn knapper sagte: It
appears impossible, to give a definition of these writings. They
have come together as a result of an historical development.80
AuBerdem scheint sich gegenwartig in der Diskussion um
Hennecke-SchneemelchersSammlungetwas zu wiederholen, was
sich offenbar in Form einer heftigen Diskussion fiber jedes der
graBengelehrten wissenschaftlich-theologischen
Kompendiendes
vergangenen und zuendegehenden Jahrhunderts wiederholen
muB : der Streit fiber Recht und Grenze solcher hilfreichen Sammelausgaben-und da ist es vergleichsweiseegal, ob es sich um
Paul Billerbecks nach neutestamentlichenParallelen gegIiederte
Sammlungiibersetzter Rabbinica oder urn Heinrich Schmidsnach
loci gegIiedertenAuszug aus der klassischenlutherischenBarockdogmatik (vulgo : altprotestantischeOrthodoxie) handelt81.Erwin
Preuschenhat im Vorwort zur zweiten Auflage seiner Antilegomena sagar sehr ehrlich van den 'ihm nicht unbekannten Mangeln dieserkleinen Sammlung'gesprochen82,
und Eric Junod selbst
so. A.F.J. KLIJN, Rez. W. Schneemelcher, NTApo 15,in VigChr 42, 1988,
304f., bier 305.
8L (H.L. STRACK)/P. BILLERBECK,Kommentar zum Neuen Testamentaus
Talmud und Midrasch, 1. (Doppel-)Bd. Das Evangelium nach Matthiius,
Mtinchen, C.H. Beck'sche Verlagsbuchhandlung, 19828; H. SCHMID,Die
Dogmatik der evangelisch-lutherischen Kirche dargestellt und aus Quellen
belegt, neu hg. v. H. POHLMANN, GUtersloh, GUtersloher Verlagshaus,
198310-Kritik
an diesen Kompendien bei S. SANDMEL, Parallelomania,
JBL 81, 1992, 1-13; S.T. LACHS,Rabbinic Sources for New Testament Studies. Use and Misuse, JQR 74, 1983, 159-173; P.S. ALEXANDER, Rabbinic
Judaism and the New Testament, ZNW 74,1983,237-246;
C.H. RATSCHOW,Lutherische Dogmatik zwischen Reformation und Aufkliirung,
Teil I, GUtersloh, GUtersloher Verlagshaus, 1964, 12f.
82. Antilegomena. Die Reste der auj3erkanonischen Evangelien und
urchristlichen Oberlieferungen, hg. und Ubersetzt v. E. PREusCHEN,GieBen,
Alfred Topelmann, 1905, VI.
120
C. MARKSCHIES
121
NEUTESTAMEN'n.ICHE APOKRYPHEN
1993.
91. Histoire du roi Abgar et de Jesus, par A. DESREUMAUX (Apocryphes 3), Tumhout, Brepols 1993.
92. Les Odes de Salomon, par M.-J. PIERREavec la collaboration de J.M. MARTIN (Apocryphes 4), Thmhout 1994.
93. L'Epitre des Apotres, par J.-N. PEREs(Apocryphes 5), Tumhout 1994.
94. E. JUNOD, Apocryphes du Nouveau Testament ou apocryphes chretiens anciens? Remarques sur la designation d'un corpus et indications
bibliographiques sur les instruments de travail recents, EThR 58, 1983,
409-421.
95. Salomon et Saturne. Quatre dialogues en vieil-anglais, textes presentes,
traduits et commentes par R. Faerber (Apocryphes 6), Tumhout, Brepols, 1995.
122
C. MARKSCHIES
96. Oden Salomos,ubersetztu. eingeleitet von M. LATrKE(FChr 19),Freiburg u.a., Herder, 1995;EvangeliaInfantiae Apocrypha. Apokryphe Kindheitsevangelien,ubersetztu. eingeleitet v. G. SCHNEllER(FChr 18),Freiburg u.a., Herder 1995.-Der HerausgeberGerhard Schneiderfolgt del
formgeschichtlichen Apokryphendefinition (Dennoch haben diese
Schriften einen ahnlichen Charakter wie die des Neuen Testaments,sie
ahmensie gewissermaBennach : p. 7); den Text des sogenanntenarabischenKindheitsevangeliums (CANT 58 = BHO 619) ubersetzter aus del
lateinischen Ubersetzung H. Sikes; die Abweichungen des cod. orient.
laul: 32 erwahnt er zwar in del Einleitung, teilt abeTdie Texte nicht mit,
so daB del Benutzer bier auf M.E. PROVERA,
II VangeloArabo dell' Infanzia secondoil Ms. Laurenziano Orientale (n. 387) (Quademi de La Terra
Santa), Jerusalem,FranciscanPrinting Press,1973,119-140angewiesen
bleibt.
97. So jedenfalls J.H. CHARLESWORrn,
New TestamentApocrypha and
Pseudepigrapha (ARNW II 25.5), (3919-3968)3922 und E. JUNOD,
Apocryphes du Nouveau Testament ou Apocryphes chretiens anciens?
EThR 3,1983,409-421bzw. F. BOVON,Vers une nouvelle edition de la litterature aprocryphe chretienne,Aug. 23, 1983,373-378.
NEUrESTAMENTLICHE APOKRYPHEN
123
124
C. MARKSCHIES
wlirden in einigen jener Quellentexte fortgesetzt,die die Neutestarnentlichen Apokryphen sarnrneln,erganzt urn zwei Weiterentwicklungen -zunachst das Dialogevangelium aus dern
Spruch-Evangeliurn
101
und sodanndas Evangeliummit Ergiinzungsabsicht102.
Mir scheintdaher,daB trotz aller Differenzierungen auf einen Oberbegriff Evangelium nicht verzichtet werden
kann, und ich rneine auBerdern,daB irn einfachen, pragmatischen
Subtraktionswegedie nicht im kanonischen Neuen Testament
aufgenommenenTexte,die im weitestenSinnezur Gattung Evangeliurn in den Untergattungen Spruch-Evangeliurn und
Erziihl-Evangeliurn zu rechnensind, in eine Sammlung antike christliche octeTeben antikeneutestamentlicheApokryphen
aufgenommenwerden dUrfen. In ganz iihnlicher Weise zeigendie
gegenwartigenDiskussionenfiber die Gattung(en) der apokryphen
Apostelakten zwar die Differenzen zur Apostelgeschichte des
Lukas1O3,
abeTeben auch die Nahe zu den Evangelien (Fran~ois
BOVOW04)
und verbleiben damit irn Horizont (mindestensauch:)
neutestarnentlicher Gattungen. Die anerkannten Problerne der
formgeschichtlichenAnalyse des Apokryphen -Begriffsund der
dabeiimplizierte Bezugauf daskanonischeNeue Testamentrechtfertigen nicht seine grundsatzlicheVerabschiedung.Der bisherige
Bezug der formgeschichtlichenDiskussion irn Hennecke-Schneernelcher auf die rn.E. hochproblernatische Unterscheidung yon
Urliteratur und christlicher Literatur nach Franz Overbeck
sollte rn.E. allerdingsentfallew05.An seineStelle sollte, wie bereits
angedeutet(S. 13), die Diskussion des exakten Verhaltnissesyon
hagiographischerund apokrypherLiteratur treten. So fehlt rn.W.
NEUTESTAMEN1LICHE APOKRYPHEN
125
higher ein Versuch, das bei Hennecke und Schneemelcherversammelte Material in die seinerzeit yon Hippolyte Delehaye
benannten hagiographischenGattungeneinzuzeichnen1O6.
AuBerdem mtissendie bekannten vier Gattungen apokrypher Literator, die in del Sammlungyon Hennecke-Schneemelcher
immer wieder gennnt werden (Evangelien, pseudepigrapheApostelbriefe,
Apostelgeschichten und Apokalypsen), mindestens urn die Gattung Hymnus bzw. Psalm erganztwerden1O7
-bier sind entsprechendeAnregungen yon Eric Junod aufzugreifew08.
Zorn Kanonbegriff: Entgegendel oben referierten Unterstellung
yon Einar Thomassenist del Kanon-Begriff keineswegsallein
ein theologischer,normativer Begriff. Er beschreibtvielmehr auch
rein historisch, daB unter bestimmten Bedingungeneine bestimmte Sammlungyon verschiedenenTextenzustandegekommenist ODd
nun existiert1O9.
Zu ihr gehorenbestimmte Schriften, anderenicht.
Normativ (oder gar ideologisch) wtirde diese Beschreibung erst
dann, wenD man fiber Recht oder Unrecht diesesProzessesurteileDwollte. Mit jener Kirche, die demVerfasserdel Paulusaktennach
seiner Entlarvung als Falscher den Rang eines Presbyters
absprachllO,sollte man den neuzeitlichen Kirchenhistoriker und
seine VerwendungdesBegriffs neutestamentlicheApokryphen
tunlichst nicht vergleichen; eine pragmatischrnit demKanonbegriff
operierende Definition des apokryphenTextmaterialsfolgt keineswegseinem unhistorischenVorurteil. Das sieht man beispielsweisewiederan einer ntichtemenBeschreibungyon Helmut Koster,
del bei del Gattung Evangeliumunterscheidetlll: kanonische
Evangelien, im kirchlichenGebrauch tiberlieferte Evangelien,
durch Handschriftenfunde entdeckte Evangelien und durch
Zitate kirchlicher Schriftstellerbekannte Evangelien.Und Bruce
106. Les legendes hagiographiques, 4eed., augmentee d'une notice de l'auteur par P. PEEIERS (SHG 18), Briissel, Societe des Bollandistes, 1955 =
1973,110-115; ich zitiere nach der englischen Ubersetzung dieser Ausgabe v. D. ATIWAIER, New York, Fordham University Press, 1962,89-92.
107. Zur formgeschichtlichen Analyse der OdSal vgl. jetzt die instruktive und ausfiihrliche Aufstellung bei M. LA'n'KE, aden Salomos (FChr 19),
Freiburg u.a., Herder, 1995,38-88.
108. Sur les Apocryphes du Nouveau Testament ,Apocrypha 3, 1992,37.
109. V gl. das sic et non bei M. HENGEL, Aufgaben der neutestamentlichen
Wissenschaft, NTS 40,1994, (321-357) 329.
110. Tert., bapt. 17 (CChr.SL 1, 292f. REFOULE); vgl. W. SPEYER,Die literarische Fiilschung im heidnischen und christlichen Altertum (HAW 1/2),
Munchen, C.H. Beck'sche Verlagsbuchhandlung, 1971, 210-212.
111. H. KOSIER, Uberlieferung und Geschichte der triihchristlichen Evangelienliteratur (ANRW II 25.2),1463-1542.
126
C. MARKSCHIES
M. Metzger titelt gar: Bucheryon zeitweiligerund lokaler Kanonizitat: die Apokryphen und scheintdas fur erne Art yon Definition zuhaltew12.Aber selbstin derAntike sindoffenbarsolchetheologisch besehen wertungsfreien Sammlungen kanonischen und
nichtkanonischenMaterials im Interesse bestimmter Leser ohne
Rucksichtauf verschiedenhohen kirchlichen Autoritatsgrad moglich gewesen,wie das Beispiel der in der Genter Bodmerbibliothek
aufbewahrtengleichnamigenPapyri zeigt, die wahl aus einem einligen Sammelcodex(0205)stammew13-einem vielleicht zunachst
getrennt paginierten, eventuell erst spater zu einem Buch vereinigten Mischcodex und bei der Publikation erneut auseinandergerissenenPrivatband114
: Hier folgen bekanntlich aufeinanderdas
ProtevangeliumJacobi (publiziert als PBod V = CANT 50 = BHG
1046), der apokryphe (dritte) Brief des Paulus an die Korinther
(PBod X), die elfte Ode Salomos(PBod XI), der Judasbrief(PBod
VII), Melitos Passahomilie(PBod XIII), ein liturgischesFragment
(von Melito?; PBod XII), die Phileas-Apologie (PBod XX), die
Psalmen33bzw. 34 (PBod IX) und die Petrusbriefe (PBod VIII).
AuBerdem sind die apokryphenTexte in aller Regel von ihrer
theologischen und soziologischen Funktion her ..faktisch Konkurrenztexte zum Neuen Testament, ob sie explizit diesen
Anspruch erheben octeTnicht 115.
Nun meint freilich auchEric Junod, daB der Kanonbegriff, auf
apokryphe Literatur wie beispielsweisedas Petrusevangelium
angewendet,zu anachronistischenocteTfalschenErgebnissenbei
der Betrachtung solcher Texte flihrt116.Kann man abeTwirklich
behaupten, daB der Blick auf den entstehendenKanon des Neuen
39-41.
NEUTESTAMENILICHE APOKRYPHEN
127
117. Eus., h.e. VI 12,6 (GCS Eusebius 11/2, 546,4f. SCHWARTZ); vgl. E.
JUNOD, Eusebe de Cesaree, Serapion d' Antioche
et l'Evangile
de Pierre,
RSLR 24,1988,3-16
und DERS., Surles Apocryphes
du Nouveau Testament , 40.
118. Sur les Apocryphes
du Nouveau Testament ,Apocrypha
3,1992,29.
119. W. SCHNEEMELCHER in NTApo 16,182; vgl. auch die Tabelle bei M.G.
MARA, Evangile de Pie"e (SC 201), Paris, Les Editions du Cerf, 1973, 233235 ( Ev.P. et Evangiles)
und das deutliche Urteil bei M. HENGEL, Die
johanneische
Frage. Ein Losungsversuch
(WUNT
67), Tiibingen,
J.C.B.
Mohr (P. Siebeck), 1993, 56f. mit Anm. 159; anders N. WALTER, Eine vormatthaische Schilderung
der Auferstehung
Jesu, NTS 19, 1972/1973, 415429 (bes. 426-429) und J. DENKER, Die theologiegeschichtliche
Stellung des
Petrusevangeliums.
Ein Beitrag zur FrUhgeschichte des Doketismus .(EHS. T
36), Peter Lang, Bern, Frankfurt/M.
1975, 56f. und H. KOSTER, Uberlieferung und Geschichte
der friihchristlichen
Evangelienliteratur
(ANRW
1125.2), Berlin/New
York, W. de Gruyter, 1984, 1463-1542, hier 1488 mit
Anm.131. Eine Bibliographie
der Kontroverse
auch rei P. PlLHOFER, Justin
und das Petrusevangelium,
ZNW81,
1990, (60-78) 62f. mit Anm. 9-11zuletzt A. KIRK, Examining
Properties.
Another
Look at the Gospel of
Peter's Relationship to the New Testament Gospels, NTS 40, 1994,572-595.
120. Zur alten Kontroverse
fiber die Frage, ob Justin in dial. 106,3 mit ...
Kat 'YE'Yp{x(p9(Xt
EV tot\, a1tOIJ.VI1f10VE~aO'lVautou (sc. IIEtpou) 'YE'YEVIlIJ.EVOV...
(222 GOODSPEED) das Petrusevangelium
oder das Markusevangelium
meint, jiingst P. PILHOFER (Justin und das Petrusevangelium,
ZNW 81,
1990,60-78)
und C.-J. THORNTON (Justin und das Markusevangelium,
ZNW84,1993,93-110).
128
C. MARKSCHIES
12L D.N. DUMVILLE, Biblical Apocrypha and the Early Irish.. A Preliminary Investigation (PRIA 73 C/8), Dublin, Royal Irish Academy, 1973;
M. McNAMARA, The Apocrypha in the Irish Church, Dublin, 1975.
122. VgI. auch J.-D. KAESTLI, Les ecrits apocryphes chretiens. Pour une
approche qui valorise leur diversite et leurs attaches bibliques, in: Le
mystere apocryphe. Introduction a une litterature meconnue, sous la direction de J.-D. KAESTLI et D. MARGUERAT(Essais bibliques 26), Gent, Labor
et Fides, 1995, (27-42) 29-31.
123. E. PREUSCHEN, Analecta
NTApo 15/6,34.
(SQS.
NEUTESTAMENILICHE APOKRYPHEN
129
U4. D. LOHRMANN, Die Geschichte yon einer Slinderin und andere apokryphe Jesusliberlieferungen bei Didymos von Alexandrien, NT32, 1990,
289-316; DERS.,Die griechischen Fragmente des Marienevangeliums, POx
3525 und PRy1463, NT 30, 1988, 320-338.
125. Text bei P. DE LAGARDE, Aegyptiaca, Gottingen 1883, 1-37; Ubersetzung: Die Geschichte van Joseph dem Zimmermann, libers., erliiutert
und untersucht v. S. MORENZ (TV 56), Berlin, Akadernie- Verlag, 1951 zu seinem literarischen Charakter ebd. pp.l05-112 undjetzt G. SCHNEIDER, Evangelia Infantiae Aporcrypha/ Apokryphe Kindheitsevangelien
(FChr 18), Freiburg u.a., Herder, 1995, 69-73 bzw. 272-283 (Auswahl aus
del Ubersetzung von MORENZ, lateinische Version nach TISCHENDORF).
126. Letzteres forderte bereits J.K. ELLIOT, Rez. W. Schneemelcher,
NTApo 15,NT31, 1989, 186-189, bier 188.
127. So abeT W. SCHNEEMELCHER,
NTApo 16,52-56. Es muG freilich darauf hingewiesen werden, daB man VOl clem Erscheinen del Clavis (s.o.
S. 14) in del Tat darauf angewiesen war, sich das reichlich vorhandene
Material jeweils aus den vielen (und weit verstreuten) Einzelausgaben
oder aus Nachschlagewerken zusammenzutragen (aaO.54).
128. S.o. S. 2. Es handelt sich urn die AscJes und das MartJes.
129. H. GRESSMANN,NTApo I, Tlibingen 19242,437-472; Vgl. oben S. 4.
130
C. MARKSCHIES
dew30,auch in die letzten Auflagen des (Hennecke-) Schneemelchef inkorporiert werden mussen.
Freilich will diese Ausweitung in Richtung der Pseudepigrapha des Alten Testamentskeine Konkurrenz zu den judischen
Schriften aus hellenistisch-romischer Zeit eroffnen: Es kann
schon aus pragmatischenGrunden nicht das ganze Material teils
nUTsehr oberflachlich oder knapp christlich bearbeiteter alttestamentlicher Apokryphen geboten werden. AuBerdem stehen
dem auchinhaltliche Grtinde entgegen,wie Schneemelcherschon
zutreffend bemerkte :
Die Rezeptionund auchdie Oberarbeitung dieserTexte in der Kirche ist doch ein anderer Vorgang als die Produktion yon Werken,
die -wie auch immer -in neutestamentlichenTraditionen verwurzeIt sind.131
So wird man etwa auf erne Mitteilung aller christlichen Uberarbeitungen in den Testamentender zwolf Patriarchen132oder
in den Prophetenlebew33verzichten, wohl abeTdie Oden Salomos bringen. Die higher schon ubersetzten (apokalyptischen)
Stucke, Sibyllinen, AscensioJesajaeund das funfte bzw. sechste
Esra-Buch ftigen sich dann auch besserin den vorhandenenRahmen em.
(4) Es scheint nach den groBen kritischen Editionen desnamlichen Materials wenig sinnvoll, in die Sammlung das in sich
geschlosseneund auch als literarische Einheit erhaltene Corpus
von Nag Hammadi zu integrieren -diese Haltung entspricht etwa
der Editionsentscheidungder SeriesApocryphorum des Cor-
130. M. LA1TKE, Die aden Salomos in ihrer Bedeutung fUr Neues Testament und Gnosis, VII; anders z.B. J.H. CHARLESWORTH,Research on the
New Testament Apocrypha and Pseudepigrapha (ANRW II 25.5), Berlin/New York, W. de Gruyter, 1988, (3919-3968) 3927: Er ziihlt sie unter
the Old Testament Pseudepigrapha .
131. Haupteinleitung zu W. SCHNEEMELCHER,
NTApo I, Ttibingen 19875
= 19906,51.
132. J. JERVELL,Ein Interpolator interpoliert. Zu der christlichen Bearbeitung der Testamente der zwolf Patriarchen, in: Studien zu den Testamenten der zwolf Patriarchen, hg. v. C. BURCHARD/J. JERVELL/J. THOMAS
(BZNW 36), Berlin, W. de Gruyter, 1969, 30-61; J.H. CHARLESWORTH,
Christian and Jewish Self-Definition in Light of the Christian Additions
to the Apocryphal Writings, in : Jewish and Christian Self-Definition, Vol.
II Aspects of Judaism in the Graeco-Roman World, ed. by E.P. Sanders,
Philadelphia, Fortress Press, 1981,27-55.310-315.
133. Dazu jetzt A.M. SCHWEMER,Studien zu den fruhjudischen Prophetenlegenden Vitae Prophetarum, Bd. I Die Viten der groj3en Propheten
Jesaja, Jeremia, Ezechiel und Daniel. Einleitung, Obersetzung und Kommentar (TSAJ 49), Ttibingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck), 1995, 66-68.
NEUTESTAMEN11lCHE
APOKRYPHEN
131
selbstverstandlichnicht mehr.
Mit PeterNagel in Bonn werden gegenwartigVorgesprachefiber di~
Modalitaten einer solchen kommentierten deutschenGesamtiibersetzungin del Nachbarschaftdel Sammlungyon Hennecke-Schneemelcher bzw. in Fortsetzung del dolt bisher publizierten Teile
gefiihrt. Sie wild ebenfalls im Verlag I.C.B. Mohr (P. Siebeck) in
Tiibingen erscheinen.
Wenn es gelingt, solche methodischen Vorerwagungen urnzusetzenund diese mit zuverlassigenNeutibersetzungenund Einleitungen zu kombinieren, dannwird in absehbarerZeit die bewahrte Sammlung yon Edgar Hennecke und Wilhelm Schneemelcher
emeut in einer brauchbarenAusgabevorliegen. Uber die Brauchbarkeit eines solchenWerkes entscheidenabeTnicht zuletzt seine
134. E. HENNECKE,
NTApo I, 19242,18* und DERS.,Zur altchristlichen
Apokryphenliteratur, ZKG 8, 1926, 310; ahnlich jetzt I.H. CHARLES-"
WORTH,
Researchon the New TestamentApocrypha and Pseudepigrapha
(ANRW II 25.5), (3919-3968) 3932 (zum Eyangelium des Apelles).
135. Vgl. dafiir kurz meinen Artikel Gnosis/Gnostizismus : NBL I
(1991),868-871.
"
132
C. MARKSCHIES
Irena BACKUS
Universite de Geneve
Apocrypha 9, 1998,p.133-156
134
I. BACKUS
136
I. BACKUS
addedto the existing collection which up until then had beencomposed of the following "apocryphal pieces": Epistola Pilati ad
Tyberium Caesarem5,Epistola Lentuli6 ad Tyberium Caesarem,
Abgarus Uchaniefilius ToparchaJesuSaluatori bono, Exemplum
rescripti ab Jesuper Ananiam cursoremad Abgarum regem,Erat
autemhis epistolisadiunctum... Posteavera quamJesusassumptus
esf and finally the extract from Defide orthodoxa 4,16-17of John
of Damascuson Christ's sendingof his image to Abgar imprinted
on a handkerchief.
We shall study the text of eachpiece below. However, it should
be noted from the outset that Scheurl did not produce the editio
princeps of any of the pieces. What is remarkable about his work
is that he organised the pieces into a mini-corpus, thus showing
himself as a very early fore-runner of Fabricius8,who, some 200
years later, ignored his work entirely. Without going into exhaustive textual history at this stageit is enoughto saythat Pilate's "second" (according to both Fabricius and Erbetta) letter to Tiberius
(inc. De JesuChristo quem tibi des.pati et venundari, vale Quinto CalendasAprilis/Quarto Nonas Aprilis) had been circulating
in print since as early as the last quarter of the fifteenth century
32417.
11. Regimen moralitatis (Lentuli Epistola ad Senatum Romanum de Jhesu
Christo), Leipsic, [1490?]. 4. London: BL IA.11644.
12. Epistola Lentuli ad Romanos de Christo Jesu. Aliqua moralis
philosophiae excerpta ex codicibus antiquissimis,. De judicio finali,.
prophetia Esdre prophete; De septem generibus stultorum. Per Joannem
Weyssenburger, Niirnberg, 1512. London: BL 4805. g. 28. Cf. also
ERBETTA, III, 137-138 and DoBscHOTZ, Christusbilder, TU 18, 1899,
308**-324**.
13. Cf. e.g. Donatus moralizatus venerabilis magistri Johannis de Gerson
cancellarii Parisiensis. Epistola Abgari regis ad Saluatorem nostrum Jesum
Christum... Et Epistola Saluatoris responsiua...Coloniae, 1498. London:
BL IA 4666a.
138
I. BACKUS
c. SCHEURL'S ANmOLOGY
140
I. BACKUS
24. SCHEURL,
Epistola, 1513,A2v.: "[Coepi ego quoque iamdudum cogitare] quidnam ad te scriberemreligione tua et me dignum, quo amicicie
tue magisatque magisinsinuarer et tibi quia de me ingenuesentiaset magnifice loqueris gratiam referrem".
25. SCHEURL,
Epistola, 1513,A2v. : "Que qUill ita essent,qumque audirem patronum meum presulem Sixtum ad te et suauissimammaterteram
meam Appoloniam Tucheram que eum apud te magistratum obtinet,
quem apud dictatorem magister equitum, tales subinde mittere epistolas,
quales olim ad Paulam et Eustochium diuus Hieronymus suus,cepi ego
quoque iamdudum cogitare quidnam ad te scriberem... ".
26. SCHEURL,
Epistola,A2v.
We shall now examine the possible origin and text of the apocryphal pieces in Scheurl'svolume.
27. SCHEURL,
Epistola,A2v.: "Collegi etiam apud ecclesiasticosdoctores
maxima quaedam commoda, que ex auditione misse et oratione pro
defunctis assequimur; quae omnia in vnum libellum redegi, qui vt in iustam magnitudinem excresceret,subnexa sunt nonnulla alia ab instituto
nostro non aliena, quae vt breui lectione digneris et bani consulas,te
etiam TOgO
obsecroque".
142
I. BACKUS
his sparetime. Around 1508,he completed the work which established his reputation, the Commentaria in consuetudinesducatus
Burgundie, which appearedin a partial edition in 1517and then in
a complete edition in 1528.It is not to be excluded that the Catalogus gloriae mundi which contained Pilate's third (first) and second letters, as well as Lentulus' letter to the Senateand the article Jesusdrawn from the Suidas,was alreadyin the processof being
compiled in 1508.Judge at the high court of Dijon from 1525,
Chasseneuzwas transferred to the Paris high court in 1531 and
then to Aix as chief judge in 1532.He died in 15413.
It is the fourth part of Chasseneuz'Catalogusthat contains the
apocryphalpieces that concernUS31.
It is entitled De laude,gloria
et honore etordine ecclesiasticarum
personaruminter seetad omnes
alios huiusmodi status.Thus the context in which the apocryphal
letters of Pilate and Lentulus appearhas nothing to do either with
devotional literature of a humanist tenor, suchasScheurl'scollection or with New Testamentapocrypha in any acceptedsenseof
the term. In the sextaconsideratioof his fourth part32,Chasseneuz
treats of the absolute power of priests which is conditional upon
their power to administerthe eucharist. Christ himselfwasa priest
accordingto the order of Melchisedeck,continuesChasseneuz,but
his priesthood was rejected by the Jews in their wickedness.
In support of this latter contention our lawyer cites two letters
"from Lactantius", one by Lentulus to the Roman senate,the other
from Pilate to Tiberius (Pilate's third [first] letter). This is how the
two letters are introduced:
This is what Lactantius says reporting exactly on what happened. The same Lactantius cites the text of two letters concerning the life of Christ as well as the extract33we have cited
144
I. BACKUS
Obviously, Lactantius could not have cited either of the two letters for which no manuscripts can be found, dating from earlier
than the ninth century. It is of coursebarely possiblethat somelate
manuscripts of Lactantius contained apocryphal interpolations.
However, given the complete lack of evidence for this, it is more
likely that Chasseneuzused an early printed edition of Lactantius
which contained not only the article Jesus (out of Suidas) in an
appendix but also one or both of Pilate's letters34.Interestingly
enough,Chasseneuz'probable source for the two letters as well as
the real date of his work remained unknown to Fabricius and all
the later editors of the Apocrypha. This is all the more surprising
given that Fabricius knew and cited the 1509 Venice edition of
Lactantius as source of Chasseneuz'Suidas / Jesustext and that
he reproached Chasseneuzwith referring to it asif it were an integral part of Lactantius' text35.
As for Pilate's "second" letter, cited by Chasseneuzwith no indication of source, it is not unlikely that the text stemmed from one
of the late fifteenth century manuals printed with a view to converting the Jews36,or even, given the textual affinities, from
Scheurl'sEpistola!
Pilate'sletters servea double purposewithin the Catalogus.Firstly, they show up the iniquity of the Jews.Secondly,they prove that
Pilate (a Paganmore favourable to Christ than the Jews)went so
far asto violate legalprocedure in addressingTyberius and not the
senate.Tyberius then referred the matter to the senate,askingthat
Christ be declared God, but the senate complained at being bypassed. This prompted Pilate to write his "second" letter to
Tyberius, notes Chasseneuz,the ultimate proof of Christ's divinity and innocence37.
34.The 1509(Beauvais,Jean Petit) edition of Lactantius containsthe article Jesusin an appendix but not the letters.
35. FABRICIUS,
1719(pars tertia), 546-547: "Refertur narratio ilIa de Seruatore nostro itidem ex Suida latine a Bartholomaeo Chassanaeo,parte
IV. Catalogi gloriae mundi, sed ipse errat cum ait commentumhoc referri a Lactantio licet editoni antique Venetae Lactantii subjectumlegitur".
36. Ct. supra,note 9.
37. Catalogus,1617,171: "Et si perfidi Iudaei Euangelistiscredere nolint,
saltern credendum est ipsi Pilato iudici, per eos electo, qui post ipsius
Christi passionemde ipsiussanctitate et innocentia,lYberio Caesarlscripsit Epistolam,roc antepositam,quam lYberius cumsuffragio magnifaciens
146
I. BACKUS
40. a. VALLA, Opera (Basel, 1540), 786 : "vtinamque tam vera esset epistola nomine Lentuli missa de effigie Christi quae non minus improbe
ementita est quam priuilegium, quod confutauimus".
41. Cf. ERBETTA,III, 137.
42. Cf. ERBETTA 111,138: the eldest 13/14th century recension a has no
mention of Lentulus and begins simply with a reference to the Roman
Annals. A more recent recension b starts off (") Lentulus, proconsul in
Judaea, greetings to the Senate and the Roman people (" ). Recension c
also mentioned by Fabricius (1719),302*, inc. Temporibus Octauiani Caesaris Publius Lentulus procos. in partibus Judaeae et Herodis regis, senatoribus Romanis hanc Epistolam scripsisse fertur, quae postea ab Eu/tropio reperta est in Annalibus Romanorum". Recension d, the "received
text" given by Dobschtitz and Erbetta, mentions in the incipit Lentulus,
Roman official in Judea at the time of Tiberius Caesar,who seeing the wondrous works of Christ addressed his letter to the Roman Senate. Fabricius
(1719),301 *-302*, who considers the letter as a total forgery, cites the text
(roughly corresponding to recension d) after Hieronymus Xavier's Historia Christi persice conscripta simulque multis modis contaminata ...Latine
reddita a Ludouico de Dieu, Lugduni Batauorum, 1639. Fabricius also shows
knowledge of recension c (which places Lentulus at the time of Octavian)
(ibid., 302*).
148
I. BACKUS
ther transformations of a textual or, more preciselyof a contextual nature, even after Valla had declared it to be a forgery46,
.1t
SO
Scheurlfound it quite natural to conflate the Abgar and Veronica legends, a feature characteristic of late Medieval traditionsl.
150
I. BACKUS
imaginem eidem impressit ac desideranti regi Abgaro destinamt. Hec autemimago seueffigies aut Veronica nunc estJenue
in quodam venerabili monasterio sancti Bartholomei de
Ermineis52.
1
2
3
4
5
ipsarum
add. quod
add. e
descenderis
toparcham
6 quia
7 add. me
8 mihi
9 om.
52. The final paragraph "Ceterum refert... Ermineis" printed in: DOBSCHUTZ,Christusbilder,243*.
53. GRAnAN,Decreti prima pars, dist. XV:, c. 3,no. 76, Friedberg 1,39.
54. Ibid., no. 66.
152
I. BACKUS
Scheurl claims to have found the letter in "Annales Romanorum". This time no mention is made of Eutropius but the Pagan
and the Christian are once again closelyinterwoven. The letter is
to be read together with the excerpt from Josephuswhich follows.
The Josephuspassageoccurs in Pseudo-Ambrose'sAnacephaleosis,cap. XI, but seemsto have beencollated by Scheurlwith cap.
XIII of Jerome's De viris illustribus (s.v.Josephus).
We have collated Scheurl's version of Pilate's letter with Chasseneuz' 1546 edition of the Catalogus,89v.-90r.and Anacephaleosis,p. X (MPL 15,2317).
Scheurl1515,A 3v. Pilati alia epistolade morte et resurrectione
Domini nostri Iesu Christi.
Pontius Pilatus Claudio lS.P} Nuper accidit quod 2etipse
probaui Judaeos per inuidiam se suosque posteros 3crudeli
damnatione ueremisse3.4Cum enim haberent eorum uatres
C.
2317.
154
I. BACKUS
XI.
The text as reproduced by Scheurlcorrespondspreciselyto the
text of chapter 29 in recensionA of the Acta Pilati. This recension
circulated quite independently of Anacephaleosis.The same text
is to be found in the PassioPetri et Pauli by Pseudo-Marcellus(cap.
19-21). According to modern scholars it is the same letter that is
mentioned by Tertullian (Apol. 5.2) and by Eusebiusof Caesarea
(H.e. 2.2)55.
Scheurl's accountis thus more overtly pro-Pagan, but also closer,to the Gospel account notably as regards details of Jesus' crucifixion and burial. While Chasseneuz'purpose in printing all three
letters (Pilate's first/third Pilate's secondletter and Lentulus' missive) was overtly anti-Semitic and intended to show that a Pagan
judge could go so far as to violate legal procedure so as to show
Christ's divinity, Scheurl with his addition of the third letter maintains his Pagano-Christianoptic. His text, as it stands,showsPilate
as a Biblical figure. The dividing line between Pilate's civil preoccupationsasa judge and the Gospelnarrative is much thinner than
either in the Anacepnaleosisor in Chasseneuz'text.
As has been noted above, Pilate's first/third letter is followed
in Scheurl's1515 edition by the J:osephusexcerpt on Jesus.Herewith its full text:
i
[A 3v.] Josephus libro xviij. Antiquitatum capitulo quinto
describenstempus imperii Tiberii Caesaris de Christo testificatur vt sequitur. Cui concordat diuus Heronymus in Prologo
in Josephum.
Fuit isdemtemporibus Iesus vir sapienssi tamen eum virum
nominaTe phas est. Hic erat mirabilium effector operum et
eorum doctor hominum, qui quae vera sunt libenteraudiunt et
multos quidem Iudaeorum multosque etiam ex gentibus sibi
adiunixit. Messias hic erat; hunc ad primorum nostrae gentis
virorum accusationem, cum Pilatus in cruce agendum esse
decreuisset, non deseruerunt qui ab initio eum dilexerant.
Apparuit eisdem die tertia iterum viuus sea [!] multa quae
diuinitus inspirati prophetae vel haec vel altt de eo innum~ra
miracula essefutura praedixerant, sed [!] in hodiemum diem
christianorum [A 4r.] qui ab ipso nuncupati sunt et nomen
genusqueperseuerat.
156
I. BACKUS
Conclusion
Scheurl did not attempt to set up a body of Apocryphal literature that would consitute a parallel to the Biblical canon. Indeed,
the problem of canonicity could not have been further from his
mind when he compiled his collection for Charitas Pirckheimer
with its apocryphal pieces.Nonethelesshe did manageto constitute a mini-corpus of what were to him historical documents that
threw a new light on the historical Jesusand situated him in his
judeo-pagan setting. The pieces were intended to edify in a particular way: the abbessand others would be forced to reflect on
Jesusas a man living piously among pagans and so imitate him.
The Fabrician conception of an apocryphal corpus as something
that would profit a particular group of educatedChristians had, as
we said, a worthy precursor in Scheurl.
Marcello GARZANITI
Universite de Florence
158
M.GARZANITI
1. Sur l'ltineraire de l'hegoumeneDaniil, pour ce qui conceme en particulier Ie contexte historique et la structure litteraire de l'reuvre, voir notre
introduction: M. GARZANm,DANIIL EGUMENO,
ltinerario in Terra santa,
Roma, 1991,p. 9-68, et plus recemment M. GARZANffI,Chozenie igumenaDaniila v Svjatujuzemlju. Literatura i bogosloviena RusiXII veka ,
Slavjanovedenie2 (1995),p. 22-37.
2. A. N. Veselovskij it.propos du patrimoine d'associationset de rappels,
enrichi au fur et it.mesure de traditions locales et de recits legendaires,
present dans leg recits de pelerinage observe: A leur base on pouvait
trouver d'anciennestraditions locales, qui indiquaient tel ou tel episode
de la narration evangelique,et chacunde cesepisodesentra it.son tour en
rapport avecleg autres; un rapport personnel-biographiqueou de preference-prefiguration, que l'on reconnaft dansdesfaits qui n'ont apparemment aucun lien entre eux, expressiond'une meme idee developpee de
falt'on coherente. Supposons maintenant des generations de pelerins,
accoutumesit.cette vision symbolique du monde : une tradition locale de
la Palestinerappellera en eux toute une seried'autres traditions, qui s'imposentd'elles-memesinvolontairement, par habitude et du fait d'une analogie inconsciente. A partir d'un seul souvenir sedeveloppera une serie
de souvenirs s'en inspirant, que l'auteur d'un itineraire successifrepetera (A. N. VESELOVSKU,
K voprosu ob obrazovanii mestnychlegend v
Palestine,Zumal' MinisterstvaNarodnogo Prosvescenija
5 [1885],p.173).
Veselovskij, malheureusement,n'a pas prig en consideration dans cette
reuvrecomplexe d'associationet d'analogieIe role fondamentalde la liturgi~ qui est it.la basede la vision symbolique du monde de l'homme medie-
159
160
M. GARZANITI
qui, en depit de leur interet, ne peuvent etre relies aux ecrits apocryphestraditionnels5.
Nous nons limiterons ici a l'etude destextes suivantsGusqu'ala
fin du xve S.)6:
1. ltineraire en Terre sainte de l'hegoumene Danill (11061107)7
2. ltineraire de l'archimandrite Agrefenij (Grefenij) (2emoitie du ~ S.)8
3. Recit du moine Epifanij (fin XIye -debut xve S.)9
4. Le pelerin (Xenos) du moine Zosime (1419-1420)10
161
162
M.GARZANm
ve les citations tirees du ProtevangiLede Jacques,force est d'admettre que l'hegoumene Daniil devait etre en possessiond'une
traduction de cet apocryphe. Toujours dansla tradition destextes
marials reviennent des references a la Dormition de LaMere de
Dieu (voir l'episode desmains coupeesaujuif Jechonias)et, faits
non cites par Daniil, la preuve par l'eau (cf. Agrefenij et Zosime)
et l'apparition du Christ ressuscitea samere. Parmi les references
a l' Ancien Testament,mentionnonsavant tout la rencontred' Abraham et de Melchisedechtiree de l' Historia de MeLchisedek,
Ie sommeil d' Abimelech et les references a certains episodes du cycle
d' Adam (la tete d' Adam et les depouilles du serpent). Naturellement, il estdifficile danscertainscasde determiner si l'auteur rapporte ce que les guides lui ant appris durant Ie voyage ainsi que de
savoir quelles sont les sourcesecrites auxquelles il a puise. Quoi
qu'il en soil, nous pouvons dire avec certitude qu'a travers la litterature de pelerinagede nombreuxmotifs apocryphessontentres
dans la culture slave. Ainsi les relations de pelerinage representent-elles, avecl'iconographie, une sourceimportante de diffusion
de la litterature apocryphe dans la Slavia orthodoxe16.
Les citations et les referencesa la litterature apocrypheque nous
avonsidentifiees dansles recits de pelerinage sont presenteestraduites et commentees, en fonction du sujet traite (en appendice
les passages en langue originale sont regroupes par auteur).
L 'annonciation
Dans cette grotte ...etait assisela sainte Mere de Dieu qui
filait Ie koknit, c'est-a-dire l'ecarlate. La arriva l'archange
Gabriel, envoye par Dieu a la Vierge ...aupres de ce puits il y
eut la premiere annoncede l'archangea la sainteMere de Dieu.
Venue pour l'eau, a peine eut-elle puise avec son seauque l'ange, invisiblement, Iui dit en proclamant d'une voix forte:
Rejouis-toi, pleine de grAce,Ie Seigneurest avec toi . Marie,
apres avoir regarde autour d'eIIe,ne vit rien, mais entendit seulement la voix, et, ayant ferris son seau,elle s'en allait, tout en
s'etonnant en elle-meme et disant: Que petit bien etre cette
voix que j'ai entendue sans voir personne? . Elle retouma a
Nazareth, entra dans sa maison et, assisea l'endroit que l'on a
dit precedemment,elle fila l'ecarlate. Alors apparut l'archan-
16. Selon M. N. Speranskij, leg voies qu'a parcourues la legende chretienne pour arriver dans la Rus' sont au nombre de trois: leg traductions
bulgares de la litterature apocryphe, leg recits des pelerins et l'art figuratit. Voir M. N. SPERANSKD,
Istorija drevnej russkoj literatury, Moskva, 1914,
p. 262-264.
163
L 'Antichrist
De cette ville (Caphamatim) on veut que provienne l' Anti.
christ(Daniil,p. 89).
Dans l'Apocalypse de Methode de Patare, dont la traduction
etait connue au debut du XIIes., on dit que l' Antichrist aurait ete
instane a Capharnatim et l'on cite Ie passagede Matthieu que cite
egalementDaniil (Mt. 11,23; Lc. 10,15)19.
L'apparition du Christ ressusciteii sa Mere
Apres la resurrection il apparut d'abord a la Tres Pure, sa
mere, Mere de Dieu, et a sainte Marie Madeleine (Agrefenij,
p.4).
164
M. GARZANITI
L'arreta Matarea
...etla il y a l'eau sainte, qui estdite Vas/om(de !3uA.oajJ.ov?)
La, en effet, arriverent nOlle SeigneurJesus Christ de la ville
de Jerusalem et la vierge Tres Pure Marie et Joseph,son gardien... la donc il y a une vigne (et) des sarments saints, d'oil
coule l'huile... la donc il y a un Tocherde jaspe sur lequel s'assit nOlle SeigneurJesusChrist. La donc il y a un arbre de sycomore, et en lui se cachanOlle SeigneurJesusChrist dessoldats
du roi Herode ...et j'embrassaice figuier, oil TestaIe Seigneur...
(Varsonofij, p. 16).
...surla droite il y a un village, Matarea. Pres de ce village il
y a un figuier sterile. Dans ce figuier se cachala Mere de Dieu
avec son enfant et Joseph,quand ils fuirent de Jerusalem en
Egypte, alors que la nuit tombait, et ce figuier existe encore
aujourd'hui. Et commela TresPure desiraitboire de l'eau, apres
avoir pris son enfant, elle Ie deposa surIe sable.Elle alIa au village, y trouva une femme (et lui dit): Donne-moi de l'eau a
boire et celle-ci lui dit: Moi-mBmej'ai sou, nousbuvons l'eau
du Nil . La Tres Pure, donc, s'en retouma et aux pieds de son
enfant elle trouva une source, d'ou jaillissait l'eau, et elle se
desaltera. Et elle trouva une pierre dansIe sable,sur cette pierre elle lava l'enfant, lava seslanges et Ie deposa.Et en ce lieu
ont grandi de petits arbres et de cesarbres sort de l'huile et qui
prend cette huile, en est gueri... (Vasilij, p. 173).
184.
21. Pour un aper<;urapide mais erudit sur la diffusion de ce motif dans la
litterature et l'iconographie (avec une vaste bibliographie), voir R. STICHEL,Nathanael unter dem Feigenbaum.Die Geschichteeinesbiblischen
Erziihlstoffes in Literatur und Kunst der Byzantinischen Welt,Stuttgart,
1985,p. 96-98,oil l'on fait aussireference aux textes que nous avonscites.
LrrrERATURE
165
22. Voir V. P. AORJANOVA,art. cit., (n. 14), p. 214, n. 1, avec une reference it I. Ja. PORFIR'EV,Apokrificeskija skazanija 0 vetchozavetnych
licach i sobytjiach po rukopisjam Soloveckoj biblioteki , Sbornik Otdelenija RusskogoJazyka i Slovesnosti IAN XVII, 1 (1877), p. 40-42 et I.
Ja. PORFIR'EV,
art. cit. (n. 15), p. 38-39. L'apocryphe slave est publie in
N. TICHONRAVOV,
Pamjatniki otrecennoj russkoj literatury, I, Moskva,
1863,p. 16-17; I. FRANKO,Apokrify i lehendy z ukrajins'kych rukopysiv, II, Lvov, 1899,p.174-190. Pour un aper~u sur la diffusion du motif,
voir A. E. NAUMOV,op. cit.,p. 82-94et E. TuRDEANU,Apocryphes slaves
et roumains de ['ancien Testament,Leiden, 1981,p. 115-122.
166
M. GARZANITI
Golgotha est dit Ie lieu du Crane, ou les maudits Juifs crucifierent notre Seigneur Jesus Christ: la setrouve la t~te d' Adam
(Anonyme, p. 19).
...git la t~te d' Adam Ie premier homme cree; it y a 35 sagenes
depuis les portes jusqu'a la t~te d' Adam. (Arsenij, p. 259).
Le sujet etait deja repandu au lyes. et est atteste dansla litterature patristique. II n'est pasnecessairede supposerque les auteurs
aient directement puise dans la vaste litterature apocryphe sur
l'arbre de la croix, puisque la legendede la tete d' Adam est mentionnee dansIe Triode de careme.Pour ce qui est du fecit du marchand Vasilij, on peut presumerune erreur du copiste.
L 'exaltationd'Adam
Au maftre-autel est representee en mosarque l'exaltation
d' Adam (Daniil, p. 16).
C'est Ie lieu 011Ie Christ fit sortir Adam et Eve, et toute la
souchechretienne (Vasilij, p. 175).
L'allusion a la presencede Jacquespourrait etre mise en relation avec un passagedu Protevangile de Jacques(17, 2), on l'on
raconte que Marie et Joseph, au COUTs
de leur voyage veTSBethleem, etaient accompagnespar un fils de Joseph. Dans certains
manuscritson ajoute que Samuel(dansd'autresmss.grecset slaves
Jacquesou Simon) suivait la compagnie24.En realite, la source est
167
un texte liturgique. Voici ce qui est ecrit dans les Menees liturgiques (du ~ s. ) au 23 octobre (memoire de saint Jacques): tu
es apparu comme frere [du Seigneur], martyr et temoin des mysteres sacres,ayant fui avec lui en Egypte, comme c'est ecrit, avec
Josephet Marie 25,
La grotte de Bethleem
...danscette grotte vecut Ia sainte Mere de Dieu [deux aDS
M] avec Ie Christ et Joseph[apres Ia naissancedu Christ (elle
Testa18.deux aDSK, Sn, R) et dans cette grotte arriverent des
magesavec des dons (et ils adorerent Ie Christ Mk, K, Sn,R).
De cette grotte s'enfuit Ie Christ (en Egypte Mk, K, Sn,R) avec
sa mere et Joseph (M, F, A, K, Sn,R)] (Daniil, p. 66).
25. V. JAGIC,SluzebnyeMinei za Sentjabr', Oktjabr', Nojabr' v cerkovnoslavjanskom perevode po russkim rukopisjam 1095-1097 g., SanktPeterburg, 1886,p. 163.
26. Voir P.A. ZABOLOCKU,
art. cit.,p. 229-231.
168
M. GARZANITI
deuxieme moitie du xye s. sousIe titre de SlovoAfanasija archiepiskopa aleksandrijskogo0 Mel'chisedece,et qui est presentdans
les Velikie Minei Cetii (22 maif7.
Jean-le-Theologue
Et la se trouve la piscine de Dioscoride, oil travaillait JeanIe-Theologue avecProchore aupresde Romana. N OtiSvimes la
baie, oilla mer jeta Jean-le-Theologue; il y Testatrois jours;
cette baie s'appelle Marmareon... Dans cette ile [Patmos]JeanIe-Theologue a ecrit PEvangile,quand it flit emprisonne avec
Prochore (Daniil, p. 7,8).
...sur (notre) chemin setrouve Pile de Patmos,oil saint JeanIe-Theologue ecrivit Pevangile (Agrefenij, p. 2).
...a l'ile de Patmos, oil etait Jean-le-Theologue,apotre du
Christ, qui aupresde la femme Romana allumait [Ie feu de] les
thermes; en ce lieu se trouve Ie monastere qui lui estconsacre;
saint Jean-le-Theologue fit eriger en ce lieu line eglise et ecrivit les paroles de Pevangile (Zosime, p. 13).
Ces episodes sont narres dans les Actes deJean du diacre Prochore (chap. 1-3 et 12-48).Les peripeties del'apotre Jean, racontees dans res Actes, sont entrees par la suite dans la Vie du saint.
On en conservedesmanuscritsslavesa partir du XIres. Aux dates
du 8 mai et du 26 septembre Ie texte est present dans les Velikie
Minei Cetil"28.
Le jeune deJoachim
...a Choziba, oil saint Joachim jefina a cause de sa sterilite
(Daniil,p. 42).
...Choziba,oil saintJoachim,grand-peTedu Christ,jefina pendant quarante jours (Agrefenij, p. 16).
169
p.8).
...oill'ange coupales mains au juif, quand elles voulaient renverser du lit [mortuaire] Ie corps de la Tres Pure (Zosime, p. 17)
...un juif saisit Ie lit [mortuaire] de la sainte Mere de Dieu,
un ange du Seigneur lui coupa les mains, et Ie sang,qui coula
de sesmains, se trouve pres du tombeau de la sainte Mere de
Dieu, du sang chaud et qui s'est evapore (Arsenij, p. 259).
30. Voir Prolog po rukopisi imperatorskoj publicnoj biblioteki Pogodinskogo DrevlechraniliSca N 58, I (Sentjabr'-Dekabr'), Sankt-Peterburg
1916,p. 25. Dans la tradition liturgique slave Ie terme Prolog designeIe
synaxaire,qui contient la vie breve des saints dans l'ordre du calendrier.
31. Voir C.TISCHENDORF,
Apocalypsesapocryphae,Leipzig, 1886,p. 95112 (texte grec); I. Ja. PORFIR'EV,art. cit. (n.15), p. 76-96.270-279.281295; I. FRANKo,op. cit. (n. 22), p. 384-394(texte slave). Pour la tradition
manuscrite. voir A. DESANTOS
OTERO,Of).cit., II, p.161-195.
170
M.GARZANIll
La montagne
fendue
...surce mont courut Elisabeth qui lit : Montagne, accueille
la mere et son enfant . Et alors la montagne s'ouvrit et l'accueillit. Les serviteursd'Herode qui la poursuivaient,parvenus
a cet endroit-la, ne trouverent rien et s'en retoumerent affliges...De cette grotte jaillit une eau tres bonne et sainte Elisabeth et Jean burent cette eau, quand ils etaient la dans cette
montagne. Elle y Testajusqu'a la mort d'Herode, tandis qu'un
ange veillait sur elle dans cette montagne (Daniil, p. 84-85).
Lorsqu'Herode commen~aa Cairetuer leg enfants,et qu'Elisabeth,ayant enveloppe33saint JeanIe Precurseur,fuit devant
leg soldats,parvint a la montagne et dit : Montagne, accueille
la mere et son enfant. Et la montagne s'ouvrit, Elisabethpassa
SODS
terre jusqu'a la maison d' Abraham, et sortit, laissant la
saint JeanIe Precurseur,tandis qu'elle s'en retourna. Un ange
conduisit saint Jean Ie Precurseurau-dela du Jourdain dans Ie
desert (Agrefenij, p. 14).
...auTocher,ou Elisabeth se cacha avec son enfant (echappant) aux serviteursd'Herode (Zosime, p. 21).
32. VoirE.
95.
33. N OtiS traduisons
enveloppe
, supposant
ti/povitu.
101.
35. Voir Ies Velikie Minei Cetii, sobrannye vserossijskim mitropolitom
Makariem, Sentjabr'. Dni 1-13, Sankt-Peterburg 1868, p. 278-281. Ace
sujet, rappeions Ie commentaire de R. STICHEL,Die Geburt Christi in der
russischen lkonenmalerei, Stuttgart, 1990, p. 64-65 (aimablement indique
par I'auteur).
171
(Vasilij,p. 175).
L'episode estcite dansl'apostrophe de Jesuscontre lesJUllS(Mt.
23,35; Lc. 11,51) et il s'agit probablement de celui qui est narre
dans2Ch. 24,20-22.L'auteur serefere a la mort de Zacharie,decrite dans Ie Protevangilede Jacques24,1-2. C'est surtout l'allusion
au sang qui nous Ie fait penser,car selonl'apocryphe il n'aurait
ete efface qu'a l'arrivee d'un vengeur37.L'allusion dansIe fecit
du marchand Vasilij manque de clarte.
Les partes de ['enter
...unepetite colline, sousIaquelle it y a une grotte, que ron
appelle enter; certains disentque c'est Ia que Ie Christ descendit dans renter, sur cette colline, dit-on, Satantomba du ciel
(Agrefenij, p. 19).
t de Ia j'allai vers Ies partes de I'enfer et je vis Ies partes de
I'enfer (Zosime, p. 20).
...sur Ia gauche du tombeau du Seigneur il y a un grand
gouffre, par IequeIIe Christ descenditdans renter (Agrefenij,
p. 258).
172
M.GARZANITI
La preuvepar !'eau
Surl'autre montagneune eausainte,tres pure,coule du moDi
Ie long d'un lit de pierces.Cette eau, donc, operait enverite des
prodiges surles coupables: lorsque, en effet, en burent Joseph,
Ie fiance, et la Tres Pure et qu'ils resterent sains,aloTSla Tres
Pure benit cette eau pour la benediction et la guerisonde ceux
qui en puisent et en boivent jusqu'a ce jour (Agrefenij, p. 14).
...etla il y a un puits : seules,lesjeunes filles boivent de cette
eau-la, et les levres de celles qui n'ont pas conserve leur virgilite prennent la couleur de l'or. C'estcette eau precisementqui
estapportee commetemoignage.Et Josephamenala TresPure
ace puits pour avoir la preuve d'ou venait celui qu'elle portait
dans son sein. L'eau etait amere,mais des que la Tres Pure en
but, elle devint douce (Zosime, p. 20-21).
p.118).
La mort de Joseph est narree dans I'Histoire de Joseph menuisier,un apocryphe du lye s. d'origine egyptienne,dans lequel il est
seulementfait allusion a la participation de Jesusaux obsequesde
173
Le sommeild'Abimelech
...et en ce lieu dormit Abimelech pendant soixante-deuxaDS
(Agrefenij,p. 13).
39. Voir G. KLAMETH, Die neutestamentlichen Lokaltraditionen Paliistinos in der Zeit vor den Kreuzzugen, I-II, MUnster, 1914-1923, p. 33-37.
40. Le texte apparaI1 altere dans leg mss et DOUgDOUgservons des variantes
pour Ie reconstruire.
41. Signale in K. D. SEEMANN,op. cit., p. 202, n. 87. Le mg. slave Ie plus
ancien, qui renferme leg Paralipomenes (meme si c'est de fa~on fragmentaire), est l'Uspenskij sbornik (XIIe s.), mais leur traduction pourrait
remonter au xe-XIes. Voir E. TuRDEANU, Op. cit., p. 348-363. En revanche,
Gorozanskij cite comme source Ie De bello iudaico de Flavius Josephe
(Ja. I. GOROZANSKIJ,art. cit., p. 27, n. 3).
42. VoirE. DE STRYCKER,op. cit., p.144-146; B. CHRISTOVA,Op.cit.,p. 92-
95.
174
1.
M. GARZANITI
p.
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81.
7, 8).
p.
16).
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p.35-36).
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(Daniil,
p. 62).
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p. 62).
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p. 84-85).
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(Daniil,
p. 89).
LrrrERATURE
175
TH ero
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p.118-119.121).
2. ltineraire de ['archimandrite
Agrefenij (Grefenij)
(Agrefenij,
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p. 2)
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(Agrefenij,
p. 8).
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p.
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p. 8).
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176
M. GARZANm
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p. 21).
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LrrrERAroRE
177
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p. 175)
p. 19).
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p. 258).
p. 259)
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s(oropOA")ljnl
Ten1\i\" n1\pHi\KpOHb(Arsenij,
p. 259).
(Arsenij, p. 260).
J ean-Daniel KAESTLI
Universite de Lausanne
180
J.-D. KAESTLI
lNTRoDucnoN 1
1. J'exprime ma vive reconnaissancea Mme Rita Beyers, qui a eu l'amabilite de collationner pour moi Ie breviaire de Quimper conservedans la
Bibliotheque desBollandistes (C), qui m'a remis desphotos du manuscrit
de Zwettl (Z) et qui m'a communique de judicieusesobservations sur la
lecture des manuscrits,l'edition du texte et soninterpretation. Ma gratitude va aussia Mme Barbara Fleith, qui a bien voulu repondre a roesquestions au sujetde la presencede la legendede sainteAnne dansla tradition
manuscrite de la Legendedoree,et qui a mis a ma disposition des photographies des manuscrits d'Einsiedeln (Q = LA 183) et de Braunschweig
(LA 85). Je tiens aussia remercierMM. Fran<;oisDolbeau et Flavio Nuvolone, a quije dois d'avoir decouvertl'existencede plusieurstemoins essentiels de l'homelie (XYN et E), ainsi que les membres du groupe romand
de l' AELAC, dont les conseils et les suggestionsm'ont ete precieux. Je
remercie en particulier Pierluigi Piovanelli pour la rigueur de sesrelectures.
2. Ct. J.-D. KAES1LI,Le ProtevangiledeJacquesen latin. Etat de la question et perspectivesnouvelles , Revue d'histoire des textes26 (1996),p.
41-102,spec.p. 55-61.
3. Socn BOLLANDIANI,
Bibliothecahagiographicalatina antiquaeetmediae
aetatis.A-I (Subsidia Hagiographica, 6), Bruxelles 1898-1899(abrege:
BHL); H. PRos,Bibliotheca hagiographicalatina. Novum Supplementum
(Subsidia Hagiographica, 70), Bruxelles 1986(abrege: BHLDS).Voir plus
loin p. 192.
Alois
HOMELIE POSTULAllS
181
I. La traditionmanuscrite
1. Les manuscritsutilisespour l'edition
Q
Einsiedeln,Stiftsbibliothek, 629,parch.,279fol., 325 x 230,
2 col., de l'an 1288 : Homelie Postulatis, 1-27,5(fol. 277r-278r),
dans un exemplaire de la Legendedoree.
A. BRUCKNER,Scriptoria medii aevi Helvetica. Denkmiiler
schweizerischerSchreibkunstdesMittelalters.~ Schreibschulender
Diozese Konstanz. Stiff Einsiedeln,Kirchen und Kloster der Kantone Uri, Schwyz, Glarus,Zug, Geneve1943,p.79;K. KUNZE,Die
Elsiissische..Legendaaurea", Bd. II : Das Sondergut(Texte und
Textgeschichte, Wtirzburger Forschungen, 10), Ttibingen 1983,
p. XL ss.; Barbara FLEITH,Studien zur Oberlieferungsgeschichte
der lateinischen Legenda Aurea (Subsidia Hagiographica, 72),
Bruxelles 1991,p. 107 (LA 183); G.P. MAGGIONI,Ricerchesulla
composizionee sulla trasmissionedella Legendaaurea (Biblioteca di Medioevo latino, 8), Spoleto 1995,p. 28-30.
Les manuscrits628et 629 du couvent d'Einsiedeln formaient un
tout a l'origine; ils ont ete separes au XIxe siecle. Le premier
contient diverses chroniques, et Ie second la Legendaaurea seu
historia lombardica de Jacquesde Voragine. Le codex a ete copie
en l'an du Seigneur1288)). 11a certainement vu Ie jour en Allemagne. SelonB. Fleith, il provient du couventde Rheinau (OSB).
Mais a Einsiedeln, it n'est pascite dans l'index desmanuscritsprovenant de Rheinau. La notice mentionnant la region de Gand, que
Bruckner a relevee dansIe ms. 628 (in ecclesiamsancti Petri apostali sitam in territorio Gandensi),ne se rapporte pas au manuscrit
dans son entier, mais seulement a quelques feuillets inseres a la
fin, qui contiennent des Translationesfestiuitatum4.
U
Fribourg, Bibliotheque cantonale et universitaire, L 34,
parch., 371fol., 245 x 170,2 col., Xlye s. : Homelie Postulatis, 118,4 (fol. 191ra-192ra),
dans un exemplaire de la Legendedoree.
182
J.-D. KAESTLI
H. FROS,Inedits non recensesdans la BHL , Analecta Bollandiana 102 (1984),p.167; Cataloguedactylographie desmanuscrits de Fribourg en Suisse,p. 33 (description provisoire de J. Leisibach); B. FLEITH,op. cit., p.117 (LA 220).
D'apres J. Leisibach, ce manuscrit du XIye siecle serait originaire de l' Allemagne du Sud ou de la Suissealemanique.n a appartenu a l'abbaye de Hauterive (Fribourg, XVIIe s.). n contient la
Legende doree de Jacquesde Yoragine, dans tine version qui se
caracterise par l'ajout de nombreusespieces, dont Ie texte relatif
a Anne.
E
Estavayer,Couvent desDominicaines, K lBb, parch., 274
fol., 405 x 295,XIye s. (fol. 269r-274v:xye s.) : Romelie Postulatis complete (fol. 270'-272V),inseree dans un office pour la fete de
sainte Anne (fol. 269r-274v).
J. LEISIBACH,Iter Helveticum. Teil II. Die liturgischen HandschriftendesKantons Freiburg (Ohne Kantonsbibliothek),Fribourg
1979,p. 157-161.
Du debut du XlVe sieclea la fin du xye, ce manuscritliturgique
a appartenu auxDominicains de Lausanne; il a probablement ete
copie dans cette memevine. Le texte de noire homelie fait partie
d'un ajout a la fin du manuscrit, copie par une main du xye siecle
(fol. 269r-274v).Cette piece ajoutee contient l'office du choeur et
de la messede sainte Anne (capitules, hymnes,le~onset prieres).
Notre texte commence au fol. 270r,sousIe titre Sermo b. Iacobi
Ierososolimitatorum (sic), et setermine au fol. 272V.1lestdivise en
neuf le~ons, doni Ie commencementest signale aux endroits suivants: 1,1 (I); 3,1 (II); 5,1 (III); 7,1 (IV); 9,1 (Y); 15,1 (YI); 19,1
(YII); 22,1 (YIII); 28,1 (IX).
X
Tours,Bibliotheque municipale,156,parch., I + 83+ 1 fol.,
342 x 245,2 col., fin du XIve -debut du xve s. : Homelie Postulatis complete (foI4V-7r),inseree dans un office pour la fete de sainte Anne (fol. 4r-7V).
J. VANDERSTRAETEN,
Les manuscrits hagiographiques d'Orleans,ToursetAngers avecplusieurstextesinedits(SubsidiaHagiographica, 64), Bruxelles 1982,p. 101-108.
Le manuscritprovient de l'eglise Saint-Gratiena Tours.Le texte
de l'homelie estintegre dans un office pour la fete de sainte Anne,
avec indication descapitules,hymnes,le~onset prieres. Il estdivise en neuf le~ons,doni Ie commencementestsignale aux endroits
suivants: 1,1 (I); 3,1 (II); 5,1 (III); 7,1 (IV); 9,1 (V); 15,1 (VI);
19,1 (VII); 22,1 (VIII); 28,1 (IX). Cette repartition en le~ons est
exactementidentiQue a celIe du manuscrit d'Estavaver.
ROMELlE POSTULAllS
183
Y
Tours, Bibliotheque municipale, 157,rapier, 182fol., 216
x 500,longues lignes, xve s. : Romelie Postulatis 7-27(fol. 85r88V),inseree dans un office pour la f8te de sainte Anne (fol. 84v89r).
J. VANDERSTRAETEN,
op. cit. (voir ms. X), p. 108-114.
Le manuscritprovient de l'eglise Saint-Martin de Tours. Le texte
de l'homelie estintegre dans un office pour la f8te de sainteAnne,
avecindication descapitules,hymnes,le~onset prieres.II estreparti en neuf le~ons,doni Ie commencementest signale aux endroits
suivants: 7,1 (I); 9,1 (II); 12,1 (III); 14,1 (IV); 17,3 Tunc Uthen
(V); 19,1 (VI); 21,1 (VII); 24,1 (VIII); 27,1 (IX).
N
Angers, Bibliotheque municipale, 121 (113), parch., 289
fol., 335 x 245,XIe s. : Homelie Postulatis, 7-34,version abregee
et remaniee (fol. 259-261,ajout du XVle s.).
J. VANDERSTRAETEN,
op. cit. (voir ms. X), p. 199-213.
Le manuscrit provient de I' Abbaye de Saint-Nicolas a Angers.
Le texte pour la fete de sainte Anne est divise en douze le~ons,
dont Ie commencementestsignale aux endroits suivants : 7,1 (I);
.7,6Propter hoc (II) ; 9,1 (III) ; 12,1 (IV); 15,1 (V); 21,1 (VI); 21,4
Confortata igitur (VII) ; 22,1 Beato etiam Jeronimo (VIII); 24,1
(IX); 27,1 (X); 28,1 (XI); 31,5 Omnesigitur in domino gratulemur
(XII).
T
Paris, Bibliotheque nationale, lat. 1062,parch., 526 fol.,
173 x 115,longueslignes,xye s. : Homelie Postulatis, 12-34,utilisee (fol. 406r-409r)dans un office pour la fete de la Conception
de Marie.
J. A. DE ALDAMA, Fragmentos de una versi6n latina del Protoevangelio de Santiago y una nueva adaptaci6nde suspimeros
capitulos ,Biblica 43 (1962),p. 63-74(edition: p. 64-66); v: LEROQUAIS,Les breviaires manuscrits des bibliotheques publiques de
France,t. III, Paris 1934,p. 72 (n 521); J. GIJSEL,Het ProtevangeliumJacobi in bet Latijn , Antiquite Classique50 (1981),p.
355-356; BHL os5345s.
Ce manuscrit du xye siecle conserveun breviaire de Mayence.
Je n'ai pas eu l'occasion d'examiner ce temoin, que je connaisseulement grace a l'edition qu'en a donnee de Aldama. Le texte qui
nous interesse fournit cinq des neuf le~ons pour la fete de la
Conception de Marie, Ie 8 decembre (le~ons4, 5, 6, 8 et 9). Dans
sonedition, de Aldama n'a pas reproduit la repartition en le~ons,
mais a divise Ie texte en 18paragraphes(ses 2-16 correspondent
aux 12-26de mon edition).
184
J.-D. KAESll-I
Z
Zwettl, Stiftsbibliothek, 10,parch.,246fol., 460 x 348/351,
2 col.; XIIe s. (fol. 245r-246v:addition de la premiere moitie du
XIve s.) : Romelle Postulatis, 1-6,2(fol. 245r-v),introduisant une
versionadapteedesch.1-6 du De NativitateMariae (fol. 245V-246V).
Ch. ZIEGLER,Zisterzienstift Zwettl. Katalog der Handschriften
des Mittelalters. Teil I. Codex 1-100,Vienne-Munich 1992,p. 2427; Rita BEYERS,
Libellus de natiuitatesanctaeMariae (CCSA 10),
Tumhout 1997,p. 135-136.
Le texte qui nons interesseporte Ie titre suivant: Prefacio sancti leronimi presbiteri in uitam sancteAnne et natiuitatem uirginis
Marie. II est divise en douze le~ons, et est composede deux parties. La premiere (le~ons1 a 3) estconstituee par Ie preambule de
l'homelie Postulatis (1,1-6,2).La seconde(let;ons 4 a 12) est formee par les ch. 1-6 du De Nativitate Mariae, qui soot une adaptation de la version B de cet apocryphe. L'auteur de cette compilation a donc remplace la partie narrative de notre homelie, avecsa
combinaisoncaracteristique du Protevangileet du De Nativitate (
7-29), par une sectioncorrespondante,empruntee au seul De Nativitale. II a de meme laissede cote la peroraison.
C
Bruxelles, Bibliotheque des Bollandistes, Lib. lit. A 188,
Breviaire de Quimper (Breviarium Corisopitense),sansnumerotation de pages, 105 x 75 (dimensions reduites par rognure des
marges exterieures), 2 col. de 39 lignes; post-incunable de 1510
environ: Homelie Postulatis partiellement utilisee dans un office
pour la fete de sainte Anne.
Robert AMIET,Misselset breviairesimprimes (Supplementaux
cataloguesde Wealeet Bohatta) Propres des saints (edition princeps),Paris 1990,p. 245; BHL 485.
Ce breviaire contient Ie propre des saints. L'office pour la fete
de sainte Anne (26 juillet) figure entre l'office pour la fete de
Christophore (25 juillet) et celui pour la fete de la Transfiguration
(27 juillet). L'office de sainte Anne dans sa totalite occupe six
colonnestrois-quarts (264Iignes), et Ie texte de l'homelie occupe
quatre colonnesplus septlignes (163lignes). L'homelie estdivisee
en neuf le~ons (avec indication des repons a la fin de chaque
le~on): 1,1-3,5(I); 7,1-4(II); 7,4-9 (III); 8 (IV); 9-11 (V); 12,1-7
(VI); 14 + 19,1-5(VII); 21,1-4+ 25,3-5(VIII); 28,1-29,3+ 32,5 +
34,2-4(IX). Sont donc omises leg parties suivantes du texte : 3,56,7 (pretermittens-recensentes); 12,7-13,6(lam enim -dedit) ;
15-18; 19,5-20,7(dicens-benedicunt); 21,4-25,2(lgitur Annapastoribus suis); 26 -27; 29,3-32,5(ltaque adorato -cognitio) ;
32,6-34,1(in tanto -laudate deum).
HOME-LIE POSTULAllS
185
M
Thrin, Biblioteca Nazionale, 1.11.9,parch., 159 fol., debut
du xve s. (avant 1420): Office de sainte Anne (fol. 14"-19"), dont
huit des neuf lel;ons sont empruntees a l'homelie Postulatis (1,14,3;7-11)5.
R.H. HoPPIN,The Cypriot-French Repertory of the Manuscript
Torino, Biblioteca Nazionale, J.II.9 , Musica disciplina 11 (1957),
p. 9-125; B. BOUVIER, Franco-graeco-italica. Appunti guIle canzoni profane del codice cipriote di Torino (B.N. J.II.9) , dans Testi
letterari italiani tradotti in greco (dal '500 ad oggi), Messine, Rubbettino Editore, 1994, p. 9-12; J. WIDAMAN, A. WATHEY and D.
LEECH-WILKINSON,The Structure and Copying of Torino J .11.9,
dans U. Gunther-L. Finscher (ed.), The Cypriot-French Repertory
of the Manuscript Torino 1.11.9 (Musicological Studies and Documents, 45), American Institute of Musicology, Hanssler-Verlag, 1995,
p. 95-116; G. CATTIN, The Texts of the Offices of St. Hylarion and
Anne in the Cypriot Manuscript Torino J.II.9 , dans U. GuntherL. Finscher (ed.), op. cit., p. 250-301 (edition: p. 287-298).
Le manuscrit a ete copie et enlumine a la cour des rois franl;ais
de Chypre dans leg premieres decennies du xve siecle. L'office de
saint Hylarion, qui figure en tete du codex, etait precede a l'origine d'un privilege du pape Jean XXIII, date du 23 novembre 1413
et autorisant Janus, roi de Chypre, a faire composer un office special en l'honneur du saint (texte au verso d'un feuillet aujourd'hui
separe). Le volume a dil etre apporte en Occident par la princesse Anne de Lusignan au moment de son mariage avec Louis de
Savoie (1434). Son contenD temoigne de l'importance de la vie
musicale ala cour de Nicosie a cette epoque. 11comporte cinq sections : la premiere renferme des chants monophoniques, typiques
de la tradition orientale; leg quatre autres parties contiennent des
pieces polyphoniques, sacrees et profanes, se rattachant a la tradition franl;aise de la fin du XIve siecle. L'office de sainte Anne
figure dans la premiere section; il est precede par l'office de saint
Hylarion et suivi de six compositions en plain chant de la messe
ordinaire. G. Catlin s'est efforce d'identifier leg sources utilisees
pour composer leg lel;ons et leg hymnes de l'office de sainte Anne;
illeur attribue une origine franl;aise et signale Ie role d'intermediaire qu'ont pu jouer leg Dominicains, tres actus a Chypre (p. 265266). La dette du manuscrit chypriote a l'egard de l'homelie Pos-
186
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ROMELlE POSTULAllS
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J.-D. KAESTLI
HOMELIEPOSTULAllS
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1,6; 4,5-6; 6,3.6; 7,5.7.9;18,7; 20,7; 32,4).Les deux temoins serattachentdonc directementa un modele commun,que X reflete plus
fidelement que E.
On constate egalement une parente particuliere entre Q et U.
L'un et l'autre transmettent la Legende doree,au sein de laquelle
l'homelie Postulatis est integree. One serle de le~onspropres, ou
Q et a U s'opposentensemblea taus les autrestemoins, montrent
qu'ils se rattachent a un meme modele (voir 3,5; 4,6.11-13;5,1.45; 6,3-5; 7,3; 8,1.2.7; 11,3; 12,4.6-7.9;13,1; 16,2; 17,2.3).Q, copie
en 1288,estnotre plus ancienmanuscrit. Il ne peut pas avail servi
de modele aU (voir les omissionsou les particularites de Q en 4,12.7.8; 5,9; 10,2; 11,4; 14,4.4-5;17,5).
Le manuscritde Tours157 (Y) occupeune position intermediaire
entre EX et QU. Comme E et X, il transmet notre homelie dans
un contexte liturgique, et il s'accorde avec eux dans une serle de
le~onscaracteristiques(8,1.2;10,1.2;12,9;20,6).Mais it arrive aussi
que Y soit du cote de QU (ou de Q seula partir du 19). Dans ces
cas-la,je considere que la le~oncommune a Y et Q(U), appuyee
ou non par d'autres temoins, estplus ancienneque la le~onconcurrente de EX (voir 8,2; 10.3; 18,7; 19,5;21,2.4.7;24,2; 25,1-2;27,3;
exception: 27,1).
Le manuscritd'Angers (N), qui estIe plus recent, est aussicelui
qui s'ecarteIe plus de la teneur premiere de l'homelie. L'ensemble
du texte a ete soumis a une revision stylistique. Il a egalementete
abrege (omissionsde 8,2-5; 10,1-4; 12,6-9;13,3-6;16-18;20,1-4.67; 30; 32). Il n'apporte donc lien a l'etablissementdu texte. Cependant, j'ai choisi de signaler dans l'apparat toutes les variantes de
N, malgre leur abondance,ceci ariD de permettre une comparaisonavecles temoins nouveaux qui ne manqueront pasde veniTau
jour.
Par rapport a N, Ie texte transmis par Ie breviaire de Mayence
(T) diverge beaucoupmains du style originel de notre piece.Dans
T, l'homelie Postulatis,composeea l'origine pour la fete de sainte Anne, a ete transformee en lecture pour la fete de la Conception de la Vierge. Cette transformation a entrafne la disparition du
preambule homiletique ( 1-6) et du debut de l'histoire d' Anne et
Joachim ( 7-11). Il subsiste pourtant une trace du preambule:
l'emploi de la premiere personne dans la phrase qui introduit Ie
recit: Je raconterai brievement (perstringam) comment rut
con~ue la bienheureuse vierge Marie. De la peroraison, T a
conservequelques elements significatifs (cf. 30; 31 et 34), dont
voici la traduction: Telles sont, 0 VallSepouses du Christ, les
chasesque DOllStrouvons ecrites dansnotre petit livre au sujet de
la conceptionde la tres bienheureuseVierge Marie. Ce qui concerne la naissanceet l'education de cette meme vierge est Mis par
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XIV"
XV'
XVIe
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12. Quel que soit Ie contenu exactde la legended' Anne figurant dans les
41 manuscritsdeja signales,les observationsque Barbara Fleith m'a aimablement communiquees(lettre du 18.7.96)sont fort interessantes: Drei
der ca. 70 Hss aus clem13. lh. tiberliefern eine Anna-Legende; davon
stammt eine vor 1285aus clem Ostalpenraum [LA 956; Vorau] und eine
van 1288 aus clem Oberrheinraum [LA 183; Kloster Rheinau; notre
temoin Q]. Wenn die Anna-Legende in LA 956 schon im 13. lh. abgeschriebenworden ist,wtirde dies auf eine relativ weiten Verbreitungskreis
des Annakultes in den 80ger lahren des 13. lhs weisen. -Nachweisbar
Willden Hss des 14.lhs am Ober- und Mittelrhein, an der Donau, in Ostdeutschland,in Norditalien und Paris benutzt. -1m 15. lh. zeichnet sich
ein Schwerpunktder Benutzung im Alpenraum, im Donaubereich,in Ostdeutschland, vor allem in Osteuropa ab (Polen, Mahren, Schlesien). Darnit ist hOchstensetwas tibeTdie Verehrung der Anna, nichts tibeTdie
Entstehung der Legende ausgesagt.Es ist auffiillig, classaile Stid-,Nordund WestauropiiischenLander als Benutzer fehlen. Vielleicht liegt das
an Informationenslticken tibeTdie dortigen Bestande?
13. Voir a ce sujet Angelika DORFLER-DIERKEN,
Die Verehrungder heiligen Anna in Spiitmittelalterundfrilher Neuzeit (Forschungenzur Kirchenund Dogmengeschichte,50), Gottingen 1992.
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J.-D. KAESTLI
EDmON DU TEXTE
PJ
1961)
DNM
ROMELlE POSTULATIS
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De sanciaAnna matreMarie
L Postulatis, filie Ierusalem, postulatis, sorores dilectissime, ut si
quid alicubi forte in grecis uoluminibus de sancta ac beatissima
Anna matTetheodoce id est dei genitricis inueniam ad eius gloriam et laudem latina sermonedepromam. Sedualde incongruum
5 credo ut quod de genitrice regine mundi quod de matTegenitricis
omnipotentis dei inuenitur tam uili tamque despicabili stilo digeratur.
2. Ergo mulieres sancteuirgines Christi, non me arguat sanctitas
uestra si statim peticioni uestre non obtemperaui,libellumque grecum depostulatum qui dei prouidencia in manusuestras incidit in
latinum sermonem cito non transtuli. Fateor enim me pro rei
5 magnitudine nichil dignum scribere meque ad tanti negocii translationem indignum esse.
1itulus
De sanctaAnna matre Marie U : De sanctaAnna matre beate uirginis Q
Sermo beati Iacobi Ierososolimitatorum (sic) E Sermo beati Iacobi Iherosolimitanorum episcopide uita beate Anne matris beate Marie uirginis
X In testa beate Anne N titulum hic non habetY Quomodo autem
concepta fuerit ipsa beata uirgo Maria breuiter perstringam T
1
1,1-6,7 Postulatis -recensentes QUEX(Z)(C)(M) : om. YNT I 1
pI: PostulatisQUEX: PostulastisZCM I alt. postulatis QUEXM : postulastis ZC I ut si quid QUEXC : et ut si quid Z ut sicut M I 3
theodoce QUEXC : theotocon Z theotote (sic) M I dei genitricis :
gen. dei C I inueniarn: inueni M I 3-4 gloriarn et laudem UEXCM :
laud. et gl. QZ I 5 ut quod: quod Z I de genitrice : de matTe C
I regine mundi -matTe genitricis QUXZC : om. EM I alt. quod de
QX : et de UC et quod Z I genitricis QUZC : genitrice X I 6
omnipotentis om M I dei om. X
2
1 sancte om. C I 2 statim peticioni uestre QUZCM : uestre st. pet. X
st. pet. E I libellumque QUEXC : libellum quem Mom.
Z I 3
depostulatumQUEXCM: postulatum Z I in manusuestras QUEXZ :
in manusnostrasM manus in nostras C I 4 cito QUEXCM : om. Z
I non transtuli QEXZCM : transtuli U I enim me QUXC : me enim
M enim E etenim Z I 5 nichil dignum QUEXC : nichil Z nec
dignumM I meque :necM I 5-6 ad...translationemQUEXCM:
de ...translatione Z I 5 negocii om. M I 6 indignum QEXZC :
me indignum U dignum M I post esseadd.sed in celo petamusauxilium et sursum cor habeamusad deum Z
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ROMELlE POSroLATIS
Z I 4 est QVX : am. EZ I excelsumQEXZ : excellum V ut videfur I 5 ad altum proc. QVEX : proc. ad oTtum Z I 5-6 et simpl.
QVEZ : est simpl. X I 6 in templo QVZ : am. EX I frequentatam QV : frequentata EX estfrequentata Z I 7 in eadem VEXZ :
am. Q I 8 ait QVZ : am. EX I arnicamea VEXZ : post formosa
mea transp.Q I columba mea formosa mea [form. mea am Z] QVZ :
am. EX I 9 egressaest uirga EXZ : uirga egressaest QV I 9-10
unde -Egred. uirga QVEX : am Z (homoeotel.) I 9 Ysaias VEX:
am. Q I 10 Jesse[Yesse EZ] QEXZ : am. V I 11-13 spiritus
sapientie -timoris domini QV : om. EXZ I 13 que EXZ : illa que
QV I 14 inter matres Z : matres EX inter feminas Q inter filias
V I 15 mater dei QV : mater domini EX uirgo est mater domini Z
I mundo ill. QVEX : ill. mundo Z
5
1 mater dei QUZ : mater domini EX I deuotissimeQU : post sollempnitatem transp. EX om. Z I cuius QUEX : de qua Z I 2-3
pariter sollempn. QUEX : om. Z I 2 gratia dei QUZ : gratia EX I
que QU : quia EX qua Z I 3 plena felix QEX : plena est felix U
fuitZ I dignissimaQUEX :dignaZ I 4 illaterraQUZ :illaMaria
terra EX I orta est QUEX : est orta Z I 4-5 unde Dauid -est
QU : om. EXZ I 4-5 de terra orta Q : de orta terra U I 5 Ex hac
QEXZ :ExhacenimU
I estclauisDauidQUZ : clauis Dauid est EX
I per QEXZ : et per U I 5-6 paradisi [-ysi Q] porta QEXZ : porta
paradysiU I 6 iterum QEXZ : om. U I 6-7 estpl. gr. nata Q UEX
: pl. gr. estnata Z I 7 gloriosa semperque QUEX : gloriosaque semper Z I 8 et pacem QUEX : pacem Z I 9 posuit UEXZ : imposuit Q
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ROMELlE POSTULATIS
201
202
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9. Legitur enim in prefata hystoria quia uita Ioachim et Anne simplex et recta ante deum et apud homines irreprehensibilis et pia
erat.
10.Nam (PI 1,1) cum essentdiuites et ualde locupletesdupla offerebant deo munera dicentes: Erit quod est ex habundantia omni
populo et quod estnostre redemptionis deo in conmutacionempro
nobis.
11. (DNM 1,4) Quod significantius beatus leronirnus explanat
dicens quia omnern substantiarn suam tripharie diuidebant; unam
paTtern ternplo et ternpli seruitoribus irnpendebant, aliam pauperibus et peregrinis erogabant, tertiam sibi et sue familie usibus reseruabant.
9
1-3 uita-piaerat
DNM1,3
10
1-4 cum essent-pro
nobis PI 1,1
11
2-4 omnem -
9
1 Legitur -hystoria : Legitur in perfecta ystoria M In eadem autem
hystoria legitur N I quia: quod M I uita loa. et Anne QUEXYCM :
Anne et loa. uita N I simplex: simplex fuit Y I 2 ante -homines
QUEXYC: apud deum et homines semper N apud deum et apud
homines M I 2-3 irreprenhensibilis et pia erat [fuerat N] QUEXYN :
irrepr. erat et pia Mom. C
10
1 cum essentom. C I diuites et ualde locupletesQU : diuites et ualde
diuites EXY diuites N et ualde locupletes C rebus opportunis abundantesin seculoM I 1-4 dupla -pro nobis om. N I 1-2 off. cleo :
cleooff. M I 2 est UEXYCM : post ex hab. transp. Q I ex habundantia QUC : ex(h)abundanti EXYM I 3 quod est QUYCM : quod EX
et quod est M I redemptionis QUEX : recepcionisYC corruptionis M
Ideo:
domino M I conmutacionem QYCM : conmutacione EX
conmendatione U I 3-4 pro nobis QUEXY : et nobis C nobis M
11
1-2 Quod -dicens quia: ut dicit leronimus Nil
Quod significantius QUEXYC : Sed apertius M I 2 quia: quod M I diuidebant : diuidentes N I 3 templi seru. : seru. templi C I impendebantam. N I aliamEXYN(cf. DNM) : etaliamQU secundamM I
3-4 pauperibuset peregrinis QUEXYC : peregrinis et pauperibusN ege-
ROMELlE POSTULATIS
203
12
1 Factum -appropinquaret
DNM 2,1 2 dies magnus domini PI
1,2 2 encen. fest. DNM 2,1 2 Ruben PI 1,2 3-5 Ysacharspreuit DNM 2,2 5-6 Indignum -in Israel PI1,2 6-7 dicente
-in Israel cf. DNM 2,2 8 coniugium ...castum erat cf. DNM 1,5
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13. (PJ 1,3/DNM 2,4) Ioachim igitur dolens et tristis, unusde populo duodecim tribuum obiectu obprobrii, et pudore magno suffusus recessitlamentans et lamentando dicens: Si ego solus maledictus sum semen in Israel non relinquens. Meminerat enim
5 coniugii Abrahe et Safe quibus in extremis diebus deus Ysaac
dedit.
14. (PJ 1,4) Sic itaque Ioachim confusus pre uerecundia etiam
domum repedare noluit, sed statim uerecunduset tristis in heremum secessitibique ieiunare proposuit net amplius cibum uel
potum sumeresedpro hils semperorationi uacaredonec eumuisi5 taret dominus.
13
1-2 Ioachim -duod. tribuum ct. PI 1,3 2-3 obiectu obpr.
sit DNM 2,4 3-6 Si ego -dedit
PI 1,3
feces-
14
1-5 Ioachim dominus PI1,4 2 domum repedarenoluit DNM
2,4
13
1 loachim igitur QU : loa. ergo EXYT Ex hoc igitur loa. N I 1-2
dolens -suffusus : dolens obiectu obprobrii T I dolens et tristis ...
obiectu obprobrii QUEXY : obiectu obprobrii ...dolens et tristis Nil
unus QUY: nimis unus X nimis E unus unus N I 2 et QUEXY :
ac N I pudore magno QEXYN : pudor magnusU I suffususQUY :
confusus EXN I 3-6 lamentans -dedit om. N I 3 Si QUEXY :
Sic T I 4-6 Meminerat -dedit om. T I 5 SafeQUEY : SaTreX
I in QUEX : om. E
14 1 Sic -etiam
QUEXY(C) : Sicque suffusus pre uerecundia T
Sed tunc ipse N I Sic QUEXY: Hinc C I 1.2 uerecondia ...uerecondus Ell
etiam QUEXY : om. C I 2 domum EXYNT (cf
DNM) : domum suamQUC I repedare noluit UXYC : repedare uoluit
E repudiare uoluit Q repedare N redire nolens T I 2-5 sed statim- dominus: sed ut ieiuniis et oracionibusinsistereplus ualeret in heremo se recepit T I 2-3 sed statim -secessit QUEXYC : statim uerecundus secessitin heremum N I 3 ibique QUXC : ibi Y ubi Nom.
E I 3-4 ieiunare -uacare : ieiunio et orationi semperproposuit uacare N I 3 uel: aut C I 4 sumere: sumere uoluit C I sumere...
uacare UEXYC : sumeret ...uacaret Q I 4-5 uisitaret dominus
UYNC : dom. uisitaret Q uisitet dom. EX
ROMELlE POSTULAllS
205
15. (PI 2,1)Anna uero inter mulieres honestateet sanctitatefamosissima hec ut audiuit tristis domum suam clausit uestesque
lugubres induit die noctuque plorans plorauit.
16. (Pl 2,2) Quo facto et appropinquante die festo uenit ad earn
Uthen ancilla sua dicens: Usquequo, domina, humiliabis animam
tuam? induere, filia Israel, et letare; non enim licet plangere quia
dies magnus domini est.
17. (PJ 2,3) Ad quam Anna: Tace, Uthen, tace et tacens recede.
Ubi estenirn solatium meum? cur recessit?ualde nimis humiliauit
deus animam meam. Tunc Uthen indignans ait: In me, domina,
dolorem et iram tuam cur retorques ? Quis peccauitquia dominus
5 te sterilitate conclusit?
15
1-3
Anna
16
1-4 appropinquante -domini
est PJ 2,2
17
1-5 Adquam
conclusit PI 2,3
15
1 ab Anna uero usquead essesolere (18,12) om. C I inter -famosissima QUEXYN : om. T I honestate QUXYN : honeste E I 2
hec ut audiuit QUEXY : hec audiens N ut audiuit Ioachim recessisseT
I tristis QUNT : tristi E tristis efecta X om. Y I 2-3 uestesque
lugubres induit QUEXYT : et lugubres uestesinduta N I 3 die noctuque [nocteque E] QUEXYT : noctu dieque N I plorans plorauit
QUEXYT : plorens orare non cessabatN
16
1 a Quo facto usquead essesolere (18,13)om N
pinquante QUEXY : Appropinquante autem T
Uten QU I 4 domini QEXYT : dominus U
17
1 Anna QUEXT : Annam Y I Tace -recede QUEXY : om. T I
Uthen EXY : Uten QU I 2 est enim QUXY : enim E est T I
ualde nimis QUXY : ualde E ualde enim T I 2-3 humiliauit deus
animam meam QU : hum. an. meamdeus [deus om. Y] EXY deus aniroam meam humiliat T I 3 1\mc QUEXY : Ad quam T I Uthen
EXYT : Uten QU I 4 dolorem et om. T I Quis QUEXT : Quid Y
I peccauitQEXYT : peccaui U I 5 te sterilitate UEXY : ster. te Q
ster. T
206
J.-D. KAESTLI
18. (DNM 3,4) Hec obiecit nesciensquia cum deus alicuius uterum claudit, ut dicit beatus Ieronimus, ad hoc tacit ut mirabilius
denuo aperiat et non libidinis essequod nascitursed diuini muneTisessecognoscatur.(DNM 3,5) Saranamque usque ad octogesi5 mum annum infecunda fuit, et tamen in ultima senectute genuit
Ysaac, cui repromissa erat benedictio omnium gentium. (DNM
3,6) Rachel quoque tantum domino grata tantum a sancto Iacob
adamata diu sterilis fuit, et tamen Iosephgenuit, non solum dominum Egipti, sed plurimarum gentium fame periturarum liberato10rem. Quis in ducibus uel forcior Sansonetiel sanctior Samuele?
Et hii ambo matTessteriles habuere. (DNM 3,7)Dilatos enim diu
conceptuset steriles partus dicit idem doctor noster meliores esse
solere.
19. (PJ 2,4) Igitur Anna intrinsecus dolore tacta obiectu obprobrii
ab ancilla illato in paradisum suumsola descenditpre nimio dolore ut liberius fleret et flendo plangere posset. Mulier autem sanc-
18
1-4 cumdeus-cognoscatur DNM3,4 4-6 Sara-gentium
DNM
3,5 7-11 Rachel -habuere
DNM 3,6 11-13 Dilatos -solere
DNM 3,7
19
1-5 Igitur
18
2 ut -leronimus QUEXY : am. T I 3 denuo aperiat [app- E.x'YJ
EXYT : apperiat denuo Q denuo appareatU I et non QEXY : non
UT I esse-muneris am. E (homoeotel.) I essequod nascituram. T
I 4 esseam. T I post cognoscaturdes.U I 4-11 Sara -habuere QEXY : am. T I 4 SaraQEY : Sarra X I usquead QEX: usque
Y I 6 omnium EXY : am. Q I 7 pI: tantum QEY : tantummodo
X I tantumasanctoQY(cfDNM) : a sancto EX I 9 EgiptiQEY:
Egypti X I fame EXY : a fame Q I 10 uel forcior EXY : fortior
Q I SansoneEXY: SampsoneQ I 11 hii ambo QXY : ambo hii E
I habuere QEX : habuerunt Y I diu QEXT : am. Y I 12 dicit
idem doctor DosterQEXY : am. T I meliores QEX : mirabiliores YT
I 12-13 essesolere EXY : esseQ essefacit T
19
1-3 Igitur Anna [Anna ig. C] -liberius fleret QEXYTC : Sed cum a
quadam eius ancilla pro tanto fletu pateretur obprobrium ut adhuc liberius fleret et lugeret in oTtum suum sola descendit N I 1 obiectu
EXYTC : obiecto Q I 2-4 ab ancilla -dum essetom C I 2 suum
QT : suam EXY I pre nimio dolore QEXY : om. T I 3-4 et flendo -plorauit amare QEXY : om. NT I 3 plangere QEX : plan-
HOMELIE POS1ULATIS
207
ta dum essetin uirgulto plorans plorauit amare; et oculis ac mani5 bus in celum intenta spiritum ab oracionibus non relaxauit dicens:
Benedic me, domine deus patrum meorum, et exaudi me sicut
exaudisti Saram et benedixisti cui filium Ysaac dedisti.
20. (Pl 3,1) Finita oracione nimis amare flere cepit, et flendo huiusmodi planctum fecit: Heu michi, quis pater me genuit et que mater
me peperit? quia maledicta sum inter filias Israel, et ut me subsannent filii Israel et a templo domini dei mei me expellant. (Pl
5 3,2-3) Heu michi, domine deus mens. Heu michi, cur sum infecunda? cur inutilis? cur maledictioni dedita? Numquid enim germen terre, terreque productus et aque te laudant et benedicunt?
20
2-4 planctum fecit
benedicunt
cf. PI 3,2-3
208
J.-D. KAESTLI
21
1-7 ecceangelus
22
1-2 Quod
DNM 4,2
21
1 lamentante QXYC : lamentate E I 2 ei dicensQEXYTC : et dicit
ei N I audiuit QNTC : exaudiuit EXY I dominusQYNC : dominus
deus EX deus T I 2-3 uocem tuam et deprec. tuam QX : uocem
tuam et deprec.Y uocem et deprec. tuam N uocemtuam E deprec.
tuam TC I 3-4 exiet -SODUS : seminis tui SODUS
exhibit N I 4
seminis till SODUS
QYN : SODUS
seminis tui EXTC I Ab Igitur Anna
usque ad cum pastoribus suis (25,2) om. C I Igitur Anna conf.
QEXYT : Conf. igitur Anna N I respondit QEXYT : angelo resp. N
I 5 deus QEXYT : om. N I meus EXYNT : tuus Q I quodcumque
QEXYT : quemcumque N I 5-6 siue masc.siue fern. QEXYT: masc.
aut fern. N I 6 feminam QXYNT : femina E I ipsum QEXYT :
ipsam N Ideo QEXYT : om. N I eritque QEXYT: et erit N I 7
cleo seru. Y : domino seru. Q ei seru. N seru. ei T seruiens EX
22
annos
HOMELIEPOSTULATIS
209
23. Hec post tres ablactationis sueannos (DNM 4,3) domini seruicia mancipata,a templo usque ad intelligibiles annos non recedet.
Ibi ieiuniis et oracionibusnocte ac die deo seruiens,ab omni inmundo se abstinebit. Virum nunquam cognoscet,sed sola sine exem5 pia, sine maculatione, sine corruptione, sine uirili conmixtione
uirgo filium, famula dominum, redimenda redemptorem et saluatoTemmundi generabit.
24. (DNM 4,4) Itaque surgensascendeIerusalem, et cum perueneris ad portam que aurea pro eo quod deaurata est uocatur, ibi
pro signo uirum tuum pro cuius incolumitatis statu sollicita es
obuium habebis.
23
1 Hec24
1-4 Itaque
23
1 Hec QEXYT : IlIa enim N I ablactationissue Q (cf DNM) : oblactationis sue T oblationis sue [sue obI. N] EXYN I 2 mancipata
QEXYT : mancipatam N I a templo -annos QEXYT : usque a
nubiles annos a templo N I non recedet QEXYN : discedensT I 3
Ibi -ac die QEXYT : in ieiuniis et orac. nocte et die ibi N I 3-4 ab
omni -abstinebit QEXYT : omnino nulli uacabit inmundicie N I 4
Virum nunq. QEXYT : Nunq.. uirum N I nunquam QXYNT : nonquam E I sed QEXYT : ymo N I exemplo QEXYT : ex. precedencium N I 5 sine maculatione QEXYT : om. N I uirili conmixt.
QEXYT : conmixt. uirili N I 6 famula QEXYT : ancilla N I et
QEXYT : atque N I 6-7 salu. mundi EXYNT : mundi salu. Q
24
1 surgensQEXT : consurgens[ait angelusadd. N] YN I ascendeleT.
QEXYT : in Hier. ascende N I perueneris QEXYT : post uocatur
transp. N I 2 pro eo -deaur. est om. N I deaurata est QYT : est
deaurata EX I 2-3 ibi pro signo QEXYT : in signum huius N I 3
incolumitatis statu QEXYT : incolumitate N I sollicita QEXYT : solita N I 4 obuium QXY : obuiam ENT
210
1.-D. KAESTLI
25. (PI 4,2) Quo facto ecceduo uiri in uestibusalbis iuxta illam qui
et dixerunt : Anna felix, ecce Ioachim uenit cum pastoribus suis.
Angelus enim domini descenditad eum et dixit ei : Audiuit dominus deprecationemtuam; accedeet sacrifica.Ecce namque Anna
5 uxor tua concipiet et pariet.
26. (PI 4,3) Vocauit ergo Ioachim pastores suos dicens: Afferte
michi agnosinmaculatos decemagniculos qui erunt domino mea,
et adducite uitulos teneros duodecim qui erunt sacerdotibus et
sacrificio, ouesquecentum, hec namque erunt communiter omni
5 populo.
25
1-5 ecceduo
pariet PI 4,2
26
1-5 Vocavit
populo PI 4,3
25
ROMELlE POSTULATIS
211
27. Notate, dilectissime,sacrificiiparatum, signatemisterium.Paratus enim trine diuersitatis animalium factis muneris diuersis designatorum et ex ouili Ioachim iusti sumptorum significatillud claustrum mirabile coniugiobeate et glorioseAnne eiusdemqueIoachim
5 iusti castoet pudico amplexuesseparandum.Ex quo claustrosumeretur agnusagniculuset immaculatus,qui mundi peccatatolleret et
legemdecalogi adimpleret. Quo prouidente et disponenteapostoli duodecim eorum uicarii pro peccatishominuminteruenientespro
repropiciacione diuina uelut uituli oblati ob purificacionem populi
10impetrandam sacrificium forent, qui traderentur et flagellarentur
et ante regeset presidesducerentur,predicanteseum qui centenam
Quemperditam et inuentam superhumeros reportauit. Factus est
enim principatus eius super humerum eius.
28. (PI 4,4) Descendit itaque Ioachim cum pastoribus sills. Stalls
autem Anna ad prefatam portam monitu angelico uidit Ioachim
uenientem. Occurrens igitur ei amplexupudico estilIum amplexa.
28
28
1-3 Descendit -amplexa : Ioachim ergo cum pastoribus sills descendenti ad urbis predictam port am Anna occurrens ilIum cum leticia
amplexata est N I 1 pastoribus suisEXNC : pastoribus T I 2 ad
prefatam portam EX(N)T : ad portam auream C I uidit EXT : uidet
C I 3 Occurrens igitur EXC : et occurrens ei T I amplexuamplexa EXC : om. T I est ilIum amplexa EX : ilIum amplexa est C
212
J.-D. KAESTLI
29
1-3 Sicquede
DNM 5,3
expectabant
29
1 Sicque-IetiEX(N)C
:letideuisionemutuaT
I SicqueXNC :Si
que E I sua EX : om. N(T)C I leti EX(T)C : letificati N I 1-2
utin-inueniturEX:om.NTC
I 2 etEXN:etiamT
omC I 23 prolis -egerunt : de prole promissadeo gratiasagentesN I 2 certitudine EXC : om. T I 3 exaltatori XT : exaltari E saluatori C I
egerunt EXC : reddiderunt T I ab Itaque adorato usquead cognitio
(32,5) om. C I Itaque EXT : om. N I 4 domum suam [suam om.
71 regressiEXT : om. N I 4-5 diuinum -expectabant EXT : cum
certitudine diuinum promissum hilariter expectantes N I 4 diuinum
XNT : domini (uel donum?) E I 4-5 certi et hilares EX : hylares T
30
1-5 Ista -inuenimus om. N I 1 Ista -que T : Isti stint ouessponse Christi qui EX I uestro EX : nostro T I 1-2 de beata -inuenintus EX : de concepcionebeatissimeuirginis Marie inuenimus annotata T I 2-5 Cetera -digesta inuen. EX : De natiuitate autem et
educatu ipsiusuirginis alibi plenius stint digesta T I 5 inuenintus E :
inuenerimus X
31
1-6 Ergo -subsidio EX : Omnesergo gratulemur in domino T Omnes
igitur in domino gratulemur et pie matris genitricis Christi mane in huius
solennitatis tante annua reuolutione famulentes eius auxilio deuotis pre-
ROMELlEPOSTULAnS
213
Ergo X : Et E
3 sacratissime
32
1-6 Exultate -subsidio EX : om. NT I 2 hec E : hoc X I 3 placido X : placita E I 4 hec E : hoc X I 5 mundus uniuersus EX :
uniuersusmundus C I 6 ab in tanto usquead laudate deum (34,1)om. C
33
1-4 Ex ea -constituit om. T I 1 prodiit uirgo EX : uirgo processit
N I uerbum EX : om. N I factum estcaro EX : caro f. estN I 2
terns EX : in terris N I salutem dedit EX : pacem adtulit N I et
EX : om. N I 3 gratiam prestitit EX : progr. gentibus fidem dilatauit
N I 3-4 pacem -constituit EX : hominum quoque et angelorum
fidus amorem imperpetuum reconciliauit N
34
214
J.-D. KAESTLI
TRADUcnON
14. Cette apostrophe signale d'emblee que l'auteur s'adresse a un auditoire de moniales. Elle reflete leg occurences caracteristique de filiae Jerusalem dans Ie Cantique des Cantiques, seullivre vetero-testamentaire a
utiliser l'expression au pluriel et au vocatif (Cant. 1,5; 2,7; 3,5; 5,8; 5,16;
8,4; ct. 3.10-11). Dans la ligne de l'interpretation symbolique du Cantique,
cette appellation des amies de l'epouse a facilement pu etre attribuee aUK
religieuses en tant qu' epouses du Christ (cf. 3,7; 30,1; 31,1).
15. L'emploi de cette transcription de l'adjectif grec 8EOOOXOS-,
qui reCtQit
Dieu , repete a quatre reprises au genitif (1,3; 3,4; 6,2; 6,5), est etonnant.
Dans Ie Dictionnaire latin-frant;ais des auteurs chretiens d' A. BLAISE (Thrnhout 1954, p. 816), theodoc(h)a n'est pas signale comme titre designant la
Vierge (contrairement a theotocos, transcription du grec 8EOT6KOS-);
seul
est mentionne l'adjectif theodochos (phonetiquement tres proche de theolOCOS),qualifiant par exemple la chair du Christ ou leg saints en tant que
temples de Dieu. Avons-nous affaire a tine simple variante orthographique
de theotocos, mere de Dieu (d au lieu de t)? L'emploi de l'adjectifsubstantive suggere plutot que l'auteur connait et reprend ici l'application a
la Vierge du terme grec 8EO86xoS".
16. Suivant un motif conventionnel, l'auteur souligne son insuffisance personnelle, en tant qu'ecrivain ou que traducteur. On pourrait aussi comprendre stilus au gens de langue (BLAISE, S.v., 5); mais il serait etonnant qu'un jugement aussi pejoratif gait porte sur la langue latine.
17. En fran<;ais, il est difficile de rendre par deux substantifs differents
mater et genitrix dei (voir aussi 5,1 ; 30,2; 31,5; 34,2); Anne est la mere
de celIe qui enfanta Dieu (ou: Ie Christ) .
HOMELIE POSTULATIS
215
18. EX: sous une forme belle et brillante . La Ie~n retenue s'eciaire a
la Iumiere du 30: si l'auteur de I'homelie laisse de cOteIe long et incomparable fecit du libel/us (Ie Protevangile de Jacques) sur la naissance et
l'education de la Vierge et sur Ia naissance de Jesus, c'est parce que son
contenu se trouve sous une forme ramassee dans l'ouvrage edite par Jerome (Ie De Nativitate Mariae).
19. Rita Beyers juge dure Ia construction de la phrase et se demande s'il
ne faudrait pas corriger domesticam en domesticatam.
20. Cant. 2,10.
21. Es.ll,1-3a.
22. J'adopte la lec;:oninter matres qui se trouve dans Ie manuscrit de Zwettl
10 (Z) et dans Ie texte de la Legenda aurea edite par Th. Graesse.
216
J.-D. KAESTLI
HOMELIE POSTULAllS
217
218
J.-D. KAESTLI
ROMELlE POSTULAllS
219
J.-D.
220
KAESnI
221
34.cr. In 1,29.
35. a. Mt 10,17-18.
36. cr. Mt 18,12-13;Lc 15,4-6.
37. Es. 9,5.
222
J.-D. KAESnI
38. Voir 3. Quedampretermittimus fait difficulte par rapport a la phrase preredente si Pon traduit Nous en laissonsde cote certaines: pourquoi I'auteur, apres avoir mentionne les autres chosesqui se trouvent
dans la suite du petit livre , affirme-t-il qu'il en omet certaines? II
semble donc preferable de comprendre ici quedamcomme un relatif de
liaison.
39. La gloseuide lectionesrenvoie a I'un deshymnesliturgiques qui entrecoupent Phomelie et qui font corps avecelle dansI'office de sainte Anne
transmis par E et X.
ROMELlE POSTULAllS
223
Robert FAERBER
Universitede Strasbourg
L'ERMITE DE THEBES
ETLEDIABLE
La legendede l'ermite de Thebeset du diable est une composition originale anglaisedu debut du IXe siecle,baseesur les recits d'ermites de la
Thebai"de,tout a fait dans le style des homeliesparenetiquessi courantes
dans l'Angleterre du haul Moyen Age. Un diable estforce par un ermite de
devoiler les affres de l'enfer et,etant un ange dechu,de decrire lesjoies
du paradis. L'auteur seserf d'un certainnombre de clichestires en grande
partie de sourcesapocryphestypiquementhibemo-anglaisessur les visions
eschatologiquesde l'au-dela -La Visio Pauli, par exemple-et en fait des
scenarios hypothetiques tout a fait originaux. La legendesembleavoir
ete bien connue aux X-Xle sieclesen Angleterre,puisque toute une serie
d'homelies en utilisent deselements.
The legend is an original English composition written in the IXth century, based on the tales of the Desert hermits, and quite in line with the eschatological parenetic homiletic literature of the time. A devil is forced by a
hermit to tell him about the terrors of hell and, being a fallen angel , also
of the joys of heaven. He does so by using a number of cliches drawn from
Hibemo- English sources about the eschatological visions of the Other world
-the Visio Pauli for instance -and by setting the elements of these visions
into a number of quite original hypothetical scenarios. The legend was
rather popular in England during the X-Xlth centuries, since quite a number of homelies used the one or the other of these scenarios.
A en juger par Ie nombre de referencesqui sont faites a la legende de l'ermite de Thebes et du diable dansles textes homiletiques
desXe et XIe siecles,elle sembleavoir ete tres populaire en Angleterre a cette epoque. Par sonstyle et sescomposantes,elle sesitue
tres nettement dans la tradition de la litterature apocryphe.
Elle se trouve en tant que texte suivi dans Ie ms. Cotton Tiberius A iii, fols 87-88, de la British Library, un manuscrit du XIe
siecle. Un bref condensesetrouve dansIe ms. Corpus Christi College303 de Cambridgepage202, un manuscrit du Xlle siecle.Certaines parties ant ete incorporees dans des sermons,sous forme
de citations explicites ou librement, sansmention de leur origine :
226
R. FAERBER
7. Cf. R. FAERBER,
Salomon et Saturne(Apocryphes, 6), Tumhout, 1995.
8. The Devil's Account of the Next World , Neuphilologische Mitteilungen73 (1972),p. 362-268.
9. A. NAPIER,Op. cit.,homelie lxiv; c'estone autre versionde Napier xliii,
mais elle ne contient pas l'extrait de la legende.
227
I. Traductiou de la legeude
Nous presentonsci-dessousune traduction du texte de Cotton
Tiberius; nous y avons insert trois passagespuisesdansdeshomelies qui les citent comme extraits de la legende et qui ne figurent
pas dans Cotton Tiberius. Nous presentons egalementla traduction de CCCC 303, qui estune sorte d'extrait -inedit -non incorpore dans une homelie12.
1. L' ermite de Thebeset Ie diable3
(I) 11arriva qu'un ermite, avec l'aide de la puissancede Dieu,
captura un diable; c'etait un ermite de la Thebalde, un saint
homme, menant une vie sainte par la puissancedivine. Alors l'ermite for~a Ie diable a lui decrire toutes les horreurs destourments
de l'enfer et les splendeursdu royaume des cieux.
[(la) Alors Ie diable dit a l'ermite: Alors meme que sept
hommes sur terre parleraient toutes les languesqui existent entre
les cieux et la terre et que chacun d'entre eux aurait la vie eternelle et que chacunaurait septtetes et chaquetete septlangueset
chaque langue une voix d'airain, ils ne pourraient enumerer tous
les maux de l'enfer.p4
(lb) Et Ie diable dit a l'ermite: Soit Ie plus grand arbre sur
terre, se dressantsur la plus haute falaise qui existe au monde, si
228
R. FAERBER
l'on attachaita cet arbre les pieds veTSIe haut un homme qui aurait
sejourne une seule nuit avecnons dansles tourments de l'enfer, et
si on Ie laissait pendu la tete veTSIe basjusqu'a ce que Ie sanglui
echappedes deux cotespar la bouche et par Ie nez, et si on Ie torturait alors avectausles maux et tons lestourments dont ant entendu parler les hommes depuis toujours, et si les flats de l'ocean en
bas s'ecrasaientcantle lui avectoutes les terreursque la mer apporte avec elle, il prefererait continuer a souffrir ainsi, meme si cela
devait durer encore mille hivers et les mille autres hivers du jugement dernier5, a condition de ne plus jamais retourner en enter .
(Ie) Et puis Ie diable dit au saint homme: Malheur aux
hommes qui devIant sejourneravecnons en enter.II y a des pleurs
sansconsolation, il y a l'esclavagesansliberte et l'affliction sans
joie, il y a une puanteur sanscesse,il yale fiel sansdouceur, il y a
la faim et la soif dansles tourments infernaux, on y entend plaintes
et lamentations, il y a desbasilics ardents16de la pile especeet des
dragons qui ne meurenp7jamais, il y a du soufre enflamme, nair,
inextinguible et il yale froid et Ie chand et la terreur et du venin
intolerable18,des grognements et des grondements,des pleurs et
desplaintes, la malice et Ie meurtre, la tourmente et la torture; et
plus personnene pent veniTau secanTS
de l'autre, il n'y a plus l'es-
15. Le passagen' estpas tres clair; un desmots est fort probablement tine
ratite scribale. Comme Ie texte de Hatton 115 contient ce meme passage,
nous avons choisi la version de Hatton 1154.
16. Le mot anglais dans Ie manuscrit est wyrmcyncg , qui petit etre
amende de deux fa~ns, soit en wyrmcynn - races de serpents ou
de dragons -soit en wyrmcynincg -roi des serpents ou dragons ; nous avons choisi cette demiere interpretation, car dans Ie Lambeth Psalter, Ie Psautier de Lambeth, Ie terme latin du Psaume 90, 13,
basilicus est rendu par weormcynna cyning , Ie roi de la race des
serpents. cr. F. C. ROBINSON,
OF. cit.,note23.
17. Le mot dans Ie manuscrit est sweortai' , qui ne semble pas exister;
c'est probablement tine erreur scribale pour swei'rai' , disparaitre,
s'evanouir.
18. La traduction correspond it l'amendement propose par F. C. ROBINSON,Op. cit., mais Ie texte du manuscrit pourrait etre interprete d'une
autre maniere, afin de maintenir Ie parallelisme de la sene N et N, N et
N, etc. Litteralement il dit ceci: Ie froid et Ie chaud et la terreur, Ie venin
et 'ofer gei'yld' ; il se petit qu'il manque apres chaud un autre nom
coordonne a terreur, et que ofer i'yld soit un nom, qui figure d'ailleurs
dans les dictonnaires de vieil-anglais,avec Ie sensde l'intolerable; on
aurait alors: Ie froid et Ie chaud, Ie... et la terreur, Ie venin et l'intolerabIe, etc , la coordination d'un nom concret et d'un nom abstrait dans
des listes de ce genre n'ayant lien d'exceptionnel.
229
19. Le texte est ambigu. Les genitifs cyniges (weorl>ung>et ealdormannes (werl>nes) peuventetre interpretes commedesgenitifs objectifs :
it n'y a plus de respectpour Ie roi ni d'honneur rendu au prince . Notre
interpretation petit se justifier par reference a la tradition herolque selon
laquelle la perle de l'estime du chef est pour Ie sujet Ie pire des destins.
20. Ce bout de phrase ne se trouve pas dans Cotton Tiberius; it a ete supplee a partir du meme texte dans Hatton 115.
21. Dans Bodleian 340, it est precise: si on actionnait tOllSles soufflets
et faisait rugir Ie feu .
22. La syntaxe de ce passageest confuse; Hatton 115 est plus simple:
l'ame qui aurait ete en enfer line seule nuit ne se reveillerait pas a ce
vacarme tant elle aurait ete affligee et troublee (par cette nuit en enfer) .
23. Cf. note 13.
230
R.FAERBER
d'autre.
25. Litteralement: et toutes lesjoies et toutesles douceurslui sontapportees pour qu'illes goute .
26. Cette traduction correspond au texte de Hatton 115,la syntaxede Cotton 1iberius etant tres confuse, tout en exprimant globalement Ie me-me
sellS.
231
Mais nons, chers freres, raisons en sorte que par nos bonnes
actions nons puissions alter aupresde notre Seigneuret vivre avec
lui a jamais. ADieu soit gloire et honneur d'etemite en etemite.
Amen.
2. Le textede CCCC 303
(ld) Un diable parla a un ermite du vacarme et des tourments
de l'enfer.n dit que cette terre n'a pas plus de terre secheen tout,
par rapport a l'ocean, qui entoure de sonimmensite toute la terre
ferme, que la trace laissee par une pointe sur un pain de ciTe,et
qu'il n'y a que pen de terre ferme sonsIe ciel qui ne soit entouree
de mer.
(le) Et puis Ie diable dit a l'ermite: Si un homme etait line
seule nuit en enter et puis en ressortait, et si on entourait l'ocean
d'une enceinte en fer et si on la remplissaitde feu jusqu'au ciel, et
si on installait tout autour dessoufflets de forge et que l'on pla~ait
a chaque soufflet un homme qui aurait la force de Samson,et si
on remplissait l'interieur d'hommes, et si chaquehomme avait un
marteau en main, et si les soufflets se mettaient a souffler et les
marteaux a frapper et les flammes a s'elever,la malheureusearne,
dans tout cevacarme,ne se reveillerait pasa causede toute la souffrance vecue en enfer pendant cette seule nuit .
L'esprit maudit dit a l'ermite qu'il ne pouvait decrire tallies les
souffrancesque la pauvre arne subit en enfer.
Par la traI1risedu diable et par l'imprudence d'Adam, nonsavons
tons ete chassesdu paradis au commencementet envoyesdansce
monde de misere dans lequel nons vivons. C'est pourquoi, nons
n'avons pas ici de lieu stable ni de sejour permanent, mais nons
entendons souvent et nons voyons chaque jour ou la terre et la
race humaine sont destineesa aller. Que l'homme rentre donc en
lui-meme, car celui qui vent aller au ciel doit s'efforcer de Ie meriter et non pas rester dans la facilite et dans l'oisivite.
II. La structuredutexte
La structure du texte est elementaire : apres une introduction
(I), qui presente Ie cadre evenementiel et la situation, c'est-a-dire
un ermite de la Thebarde (Ia), ayant capture un diable et Ie for~ant a lui decrire les tourments de l'enfer et les joies du ciel (Ib),
Ie texte estune sene de discoursdu diable, introduits chaque fois
par: Ie diable dit a l'ermite , et presentantles affres de l'enfer :
232
[(Ia)
(Ib)
(Ic)
(Id)
(Ie)
[(If)
R. FAERBER
les septhommesauxlanguesd'airain]
l'hommependu
la descriptionde l'enfer
la dimensionde l'enfer et de la terre
la cagede feu
Ie monstreinfernal]
"
I
VercelliIX
Bodleian 340
Hatton 115
Napier xxx
Napier xliii
CCCC 303
Cot. Faust
CCCC 302
+
+
Ia
Ib
Ic
Id
Ie
(+)
(+ )
(+)
(+)
(+ )
(+)
(+)
(+ )
(+)
+
+
+
+
+
+
233
If
II
+
+
+
+
+
(+ )
(+ )
m. Procedesstylistiques
Ce qui est interessanta noter, ce sont leg procedes stylistiques
et rhetoriques utilises29.On peut en distinguer quatre :
a) La structure de phrase Alors meme que A serait Bet que
B serait C et que C serait D , cependantP -en anglais: peah...
and... and..., ponne (ou peah hwreffere)... ; A, B, C, p... peuvent former une serle en gradation. Ce sont desconstructions syntaxiques rhetoriques etablissant un scenario hypothetique en vue
d'une affirmation contradictoire. Les exemplesen sont leg sections
(Ia), (I b), (Ie), (2). Un autre exemplede ce procede setrouve dans
Hatton 115 a propos de la mort inexorable: Meme si un homme
se trouvait au milieu d'une forteresse au sein de sa tribu entoure
de centmille guerriersarmesd'epeeset meme s'il etait a cent mille
coudees sous terre enferme dans une cagefin fer, il ne pourrait
echappera la mort .
.
b) La structure 11y a x sansy -en anglais: prer bid x butan
y -repetee a volonte, x et y faisant partie du meme champ
semantique,mais etant de gensoppose; cela permet d'inverser leg
deux elements: il yay sans x . Un exemple se trouve dans la
section (Ic).
c) La structure 11y aNI et N2 -en anglais : prerbid NI and
N2 -repetee a volonte, leg deux noms etant du meme champ
semantique,quasisynonymeset pouvant alliterer. La meme structure existe sous la forme negative: il n'y a ni NI ni N2 -en
anglais: nres prer NI ne N2 . Un exemple se trouve dans (Ic).
29. a. H. L. C. TRISTRAM,
Stock descriptionsof Heaven and Hell in Old
English Prose and Poetry , Neuphilologische Mitteilungen 79 (1978), p.
102-113;CH. D. WRIGHT,The Irish Enumerative Style in Old English
Literature, especially Vercelli Homily IX , Cambridge Medieval Celtic
Studies18(1989),p. 27-74.
234
R. FAERBER
30. Presque tous cesmots font partie du m~me champsemantique et certains sont quasimentsynonymes: la malice et Ie meurtre, leg tourments
et la torture, la douleur et leg serpents,legflammes et Ie fiel, leg afflictions
et leg peines .
31. A. S. COOK,The Christ of Cynewulf,Boston, 1909.
32. La jeunessesansla vieillesse,la sante sansla maladie, Ie repos sans
Ie labeur, la paix sanshostilite... .
33. n n'y a ni faim ni soif, ni couche dure pour s'y reposer,ni l'ardeur
brillante du soleil, ni Ie froid, ni leg soucis....
34. R. FAERBER,
Gp. cit.,p.125-126.
235
IV Lesthemes
Les differents themes ou cliches de notre texte ont ete en partie analysespar CR. D. WRIGHTavec pour but de montrer que ces
themes, tires en grande partie de sourcesapocryphes, sont typiquementhiberno-anglais,comme aussileur structure et leur forme
d'expression, et que des textes tels que Vercelli IX, qui ont utilise
les memes sources temoignent de la reception et de l'assimilation par des auteurs anglo-saxonsdes traditions irlandaises dans
la periode precedantla reforme benedictine du Xe siecle ( point
to the receptionand assimilationof Irish traditions by Anglo-Saxon
authors in the period preceding the tenth century Benedictine
reform )35.La presentation et l'analyse de cesthemes,dansce qui
suit, sont fondees, en partie, sur cette etude de CH. D. WRIGHT.
1. Les hommesala voix defer [section (Ia)]
Comme indique plus haut, ce theme ne se trouve pas dans Cotton Tiberius, mais dans CCCC 419 (Napier xliii), place dans la
bouche du diable.
La source premiere de ce motif est sansdoute Virgile, Eneide
VI, 625-7:
Non min, mihi si linguaecentumsint oraquecentum,ferrea
vox, omnis scelerumcomprendereformas,omnia poenarum
percurrerenominapossim36.
La formule allait par la suite servir pour exprimer l'incapacite
de decrire tine situation ou un fait37et a ete amplement utilisee.
Nous retrouvons Ie cliche, entre autres,dansla Visio Pauli (Redaction IV)38, mais au lieu de parler de voix de fer , on trouve
languesde fer :
terre.
236
R. FAERBER
Dans notre texte, ce ne sont pas les languesde fer , mais les
voix de fer de Virgile, comme aussidans VercelliIX et les autres
homelies41.Ce qui est aussinouveau est la mention des langues
du monde:
Meme si septhomInesetaient assissurterre et s'ils savaientparler danschacunedeslanguesqui existententre Ie ciel et la terre
-c'est-a-dire soixante-douze -, et si chacun de ces hommes
avaitune vie etemelle, et si chacunavait septtetes et que chaque
tete avait sept langues et que chacunede ceslangues avait une
voix de fer, ils ne pourraient enumerer tollS les tourments de
l'enfer.
39. Et si cent hommes parlaient depuis Ie debut du monde et que chaCUDavait cent trois langues de fer, ils ne pourraient enumerer les tourments de renter .
40. Cite selon R. HASENFRATZ,Eisegan stefne (Christ and Satan 36a),
the Visio Pauli, and ferrea vox (Aeneid 6, 626) , Modern Philology 86
(1988-89), p. 400.
41. Cf. R. HASENFRATZ,Op. cit., p. 398-403.
42. Publiee en partie par R. WILLARD, Two Apocrypha in Old-English
Homilies, Leipzig 1935, p. 6, ainsi que par M. FORSTER,A New Version
of the Apocalypse of Thomas in English , Anglia 73 (1955), p. 17s;
237
Ce cliche de l'inexprimable se trouve aussisousune formuIe plus simple, composeede l'expression gemet beon avec un
nom au genitif et une completive - il est impossible a une personne de dire... :
weanama ponne renigesmonnesgemetsy prethit asecganmrege
(Hatton115)
weanama ponne renigesmannesgemetsy prethie ariman mrege
(Blickling V)
nis ponne nreniges mannes gemet pret he mrege asecgan.
(Vercelli IX)
voicila traduction:
Si un homme a ete en enfer une seule nuit, il prefererait, s'il
peut en revenir, qu'il ffit pendu pendant sept mille hivers au
plus grand arbre qui se dressesur la plus haute falaise (ici s'arretele textedansVercellicar il manqueunefeuille dansle manuscrit; la suite estle textede Bodleian 340) et qu'il ffit attache par
les pieds a la plus haute branche avecla tete veTsIe bas et que
238
R. FAERBER
Ie sang lui coul~t par la bouche et qu'il subft tous les maux qui
existent en enter et qu'il subft les vaguesles plus hautes que la
mer peut produire et qu'il subftchaque Tocheren surplomb qui
se trouve sur toutes les falaises (?)45,il serait pr~ta subir tout
cela,a condition de ne plus jamais subir l'enfer.
45. La syntaxe de la phrase anglaise est defectueuse: relc tor pe on eallum clyfum syndon; l'antecedent relc tor est unsingulier, alors que Ie
verbe de la relative - syndon -est au pluriel. Le sellSest obscur: que
signifie subir <gesece) des rochers en surplomb ?
46. R. MORRIS,The Blickling Homilies of the Tenth Century, Londres,
1880,p. 209.
47. Op. cit., p. 113-132.Ct. aussi: G. CILLUFFO,
La versione anglosassone della Visio Pauli , Schedemedievali 4 (1983),p. 78-83; A. Dr PAOLO
HEALY,The Old English Vision ofSt.Paul (SpeculumAnniversary Monographs 2), Cambridge MA, 1978.
239
selon les besoins et l'imagination de l'auteur. C'est ainsi que l'auteur de la legende de l'ermite et du diable a remplace la foule des
amespendues aux arbres par un seul homme, qu'ille fait pendre
par les pieds et lui fait couler du sangpar la bouche et Ie nez, qu'il
fait durer Ie supplice soit pendant sept mille ans (Vercelli / Bodleian 340), soit pendant mille ans et jusqu'a l'accomplissement
des mille ans d' Apocalypse20 (Cotton Tiberius).
Ce qui est remarquable dans la legende, c'est que ce tableau
n' estpascenseetre une vision de l' enfer,mais un scenariohypothetique par lequell'auteur opposece tableau a la realite de l'enfer, bien plus effroyable. Le supplice de l'homme pendu n'est pas
un exemple des supplices de l'enfer, mais sa description est un
moyen rhetorique pour exprimer l'indicibilite de res supplices,
ceux-ci ne pouvant etre decrits.
3. La descriptionde ['enter [section (Ic)]
C'est une maniere classiquede parler de l'enfer; ce n'est pas
une vision ni une description. C'est tine accumulationde procedes stylistiques et rhetoriques et de cliches que l'on retrouve
dans presque toutes les descriptions de l'enfer dans Ie corpus litteraire en vieil-anglais, en particulier dans toutes les homelies en
rapport avecnoire legende: Hatton 115, Vercelli IX; Bodleian340.
Dans les quatre textes,Ie passageest introduit par la memephrase: Malheur a ceux qui devront sejourner avec les diables!
( Wa la pam mannum pe mid deoflum sculon habban hyra eardungstowe, dansHatton 115) et setermine par a causedessouftrances qui pesent sur lui <for pan safe pe him on sittap). La
description utilise les trois types de procedes stylistiques mentionnes plus haul: il y a x sans y; il Y aN et N; il n'y a pas...
Les elements x, y sont a peu pres les memes dans les quatre
textes. Les N faim et soif et grincement et grognement se
trouvent aussidans Bodleian, mais les autres sont uniques et alliterent en partie:
granungandgnomung
wrohtandwop
manand morpor
sarandsusl.
On leg retrouve souscette forme dans une autre homelie, Vercelli II, qui a peut-etre puise dans la meme source.
De telles listes sont des listes ouvertes, et leg auteurs peuvent
laisser libre COUTS
a leur imagination. On pourrait citer comme
240
R. FAERBER
241
Et dans Mc 9, 48:
La gehenneou leur ver ne meurtpoint et ou Ie feune s'eteint
point.
DansNb 21,6:
Alors I'Etemei envoya contre Ie peuple des serpentsbrfilants.
4. Cosmologie
C'est par celie sectionque commenceexplicitement la legende
dans Hatton 115, Vercelli IX / Bodleian 340,Napier XXx, cccc
303.. II est dit dans les livres qu 'un certain esprit diabolique a
decrit a un ermite taus les mysteresde l'enfer et les tourments des
ameS;elle est suivie immediatement par la section (le), sur la
cagede feu .
Comme pour la sectionde l'homme pendu (lb), noussommes
en presence de deux versions: celIe de notre texte et de Hatton
115, et celIe des autres homelies. Ainsi la version de Bodleian 340
est-elIe:
(Le diable) rot que toute cette terre n'etait pas plus grande, en
ce qui concerne la terre ferme par rapport Ii l'immense ocean,
que si l'on piquait avec un stylet dans un pain de cire. Ainsi, la
terre n'est pas plus grande que la septiemepartie par rapport
au vaste ocean, qui de son immensite entoure Ie monde tout
autour, et il n'y a sousIe ciel guere de terre ferme qui ne soit
entouree de mer.
242
R. FAERBER
50. Dans la traduction de l' Historia adversuspaganosd'Orose en vieilanglais,tout au debut dansla description du monde,l'Oceanus qui entoure la terre est traduit par Oceanus,que l'on appelle (en anglais) "garsecg" (H. SWEET,
King Alfred's Orosius [EETS, 79], Londres, 1888,p. 8).
51. W. J. SEDGEFIELD,
King Alfred's Versionof Boethius'sConsolatioPhilosophiae,Oxford, 1899,p. 41.
52. Cette terre mesuree par rapport au ciel est comme la trace laissee
par une pointe sur une tranche de pain (de cire) ou comme un ambon de
bouclier .
5.
243
cedente.
La cagedefeu [section (Ie)]
Ce theme figure dans tOllSles textes mentionnes. Comme dans
la section (lb) - l'homme pendu -c'est un scenario hypothetique, l'hypothese etant si une ame passait une seule nuit en
enfer... , un scenario qui se construit pour ainsi dire sousles yeux
du lecteur: on entoure Ie garsecg d'une enceinte en fer, on la
remplit de feu, on l'entoure de souffletsde forge, on placea chaque
soufflet un homme, on met un couvercle sur la cage,on y place des
hommes avec chacun un marteau en main, et on met Ie tout en
branle.
Les versions different tout d'abord par la structure syntaxique:
ainsi dans Napier xxx, Ie passagecommencepar la proposition si
une ame passaitune seulenuit en enfer , alorsque, dansles autres
textes,cette proposition setrouve a la fin. Mais.la difference essentielle estIe contenDde la proposition principale : dansnotre texte,
cette phrase est tres complexe et syntaxiquementconfuse, l'idee
etant que Ie vacarme ne pourrait effacer de la memoire de l'ame
Ie souvenir de ce qu'elle a subi en enfer; dans les autres textes, il
est dit que Ie vacarmene pourrait tirer l'ame de sa torpeur -exactement la reveiller . Dans Hatton, un correcteur a ajoute en
marge: tant l'ame a ete opprimee et affligee -gedreht and
244
R. FAERBER
55. Op.cit.
245
parle pasde supplicesou de souffrances;l'idee estqu'une nuit passee en enter aneantit leg gens,en l'occurence celui de l'oule; en
extrapolant, on seraittente de dire que l'enfer est l'aneantissement
de tout ce qui, dans l'etre humain, permet Ie contact avec ce qui
l'entoure; c'est l'aneantissement de son essence.Mais c'est certainement aller trop loin dans une interpretation de ce genre, car
leg homelies et notre texte n' ont guere de dimensiontheologique;
leur sew but estparenetique.
6. Le monstreinfernal [section (If)]
Ce theme ne se trouve pas dans Ie texte de Cotton Tiberius. II
se trouve uniquement dans Vercelli IX et Bodleian 340,ou il est
mis dansla bouche du diable. Mais il setrouve dansd'autreshomelies, independammentde la legende: dans Cotton FaustinaA ix,
homelie iv et dans CCCC 302,comme indique plus haut.
On peut considerer que ce monstre est un descendantdu Parthemon de certaines recensionsmedievales abregeesde la Visio
Pauli, mais avec des elements semblablesa ceux utilises dans les
sept hommes aux langues d'airain [section (la)] :
(...) centum capita habens in colla eius et mille dentes in unoquoquecapite et ut lea unusquisquedensardebat.Et erant oculi
eius quasigladii acuti, semperare aperto et degluciebatanimas.
Et erat nomen eius Parthemon56.
246
R. FAERBER
moi.
C'est ce que dit en substanceIe diable a l'ermite.
8. Le ciel {section(II)J
Le scenario du monde paradisiaque se trouve dans Vercelli IX
et dansHatton 115,pasdans Bodleian,et it estplacedansla bouche
du diable.
Dans les deux textes, Ie passagefait suite a un tableau decrivant
Ie ciel, parallele a celui de l'enfer dans la section (lc), avec les
memesprocedesstylistiques;cette partie setrouve aussidans Bodleian 340,mais elle n'y estpasmise dansla bouche du diable. Voici
Ie texte de Hatton 115:
II Y a la vie sansla mort, et la jeunessesansla vieiIlesse,et la
sante sansla maladie et Ie jour sansla nuit; il n' est pas necessaire d'y apporter la lumiere humaine,car il y a assezde lumiere venant du Seigneur tout-puissant qui rayonne dans tout Ie
ciel; il y a les chants merveiIleux de la foule des anges; il n'y a
jamais de faim ni de soif ni de froid ni de chaud ni de plainte ni
de lamentation.
C'estuneparaphrased'Ap 22,5
n n'y aura plus de nuit; nul n'aura besoinde lalumiere du flambeau ni de la lumiere du soleil, car Ie SeigneurDieu repandra
sur eux sa lumiere.
247
mum:
11ne voudrait jamais vivre dans cette gloire, s'il avait ete une
seule nuit au ciel.
248
R. FAERBER
249
Notons qu'une autre imagehyperbolique estutilisee pour exprimer l'inexprimable dans une homelie de CCCC 303, qui dit:
II n'y a aucunhomme dans les livres qui soit capablede dire la
joie qui regne dans les neut maisons du ciel, pas plus que Ie
vent que peut soulever un oiseauen battant de sesplus petites
plumes63.
Comme pour les deux autres scenarios,l'idee n'est pas de presenterune vision du ciel. La colline d'or, l'enfant royal et sesjouissancesne sont pas une representationimagee du paradis; celui-ci
ne pent etre decrit, pas plus que l'enfer; il est du domaine de l'indicible, on pent seulementl'evoquer par la rhetorique.
250
R. FAERBER
251
re un diable et qui l'a force a parler. Cette tradition est celIe des
legendes des moines du desert d'Egypte des Vitae Patrum69.
Ces legendes et d'autres textes etaient bien connus en Angleterre; un manuscrit du debut du VIle siecle en contient deja des
extraits. Ils ont ete utilises pour la composition de la Old English
Martyriology7O,une liste des saints et martyrs du calendrier, qui a
puise les renseignementssur les martyrs egyptiensdans les Vitae,'
la Old English Martyriology representela premiere occurrence
confine de materiau tire des Vitae Patrum en langue anglaise et
dansune autre langueque Ie latin 71.Le grand predicateuranglais
de la fin du Xe siecle, Aelfric, y a puise pour seshomelies et ses
Vies de Saints, et s'y refere explicitement : dansune deshomelies,
il consacre tout un paragraphe a la vie sainte de ces ermites du
desert d'Egypte, aux miracles qu'ils accomplissentet a leur pouvoir sur Ie diable72.Trois des legendes ont ete traduites en vieilanglais73:deux sont des legende~d'ermites tentes par un diable74
et la troisieme est une Vie,celIe de Malchus75.
Le seultexte des Vitae qui ait quelque rapport avecnotre legende est un episode qui est rapporte dans leg Verbaseniorum a propos de Macaire76.Celui-ci aurait trouve une tete coupee qui s'est
mise a lui parler et a lui decrire legtourments de l'enfer. Une homelie Ad Populum attribuee a Bede a repris l'episode en l'accom-
modant:
Vae illis animis quas diabolus suscipit et ligat sub laqueo, quia
possunt de ejus laqueo evadere, non per elemosynas et orationes fidelium. Legimusde sancteMachario quod una die dum
perambulabat,pervenit in desertumlocum in cremeterioJudreorum, et invenit caput Judrei mortui, et postquam tetigit illud
baculo, ail : quid me voluis ? Respondit sanctusMacharius : Dic
mihi ubi sunt animae Judreorum? Respondit caput: Puteus est
mirre profunditatis, quantum est a terra usque ad crelum, et in
69. Migne,
le English
Literature
[Ph.D.],
Philadelphia,
1936.
R.
252
FAERBER
puteo est aqua frigida superomne frigus, et ignis calidor cunctis ignibus, et fetor intolerabilis, fames et sitis, et serpentes,et
inter dolores istos stamus et cruciamur nos et multae Christianorum (...) et nos dum vivimus, talis facere, et sic obedire suae
jussoni studeamus,ut post hancvitam mereamur ingredi in jannas paradisi, quod nobis paestare dignetur Jesus Christus.77
253
La Visio Pauli, etait bien connue en Angieterre; elle a ete utilisee, adaptee et en partie traduiteSO, bien que condamnee comme
heretique des Ie Vile siecle par Aldhlem dans son De Virginitate81,puis de nouveau, a la fin du Xe siecle, par Aelfric82.
Selon CR. D. WRIGHT, cet attrait pour les visions eschatologiques
est un trait caracteristique hibemo-anglais. Les lrlandais s'interessaient a ces themes eschatologiques et cosmologiques que la
Bible ne traite que tres succintement: Un des genres qui s'est
developpe de la fa~on la plus fiche et imaginative dans la litterature seculaire d'lrlande etait Ie voyage dans Ie monde d'en-bas 83.
Le tableau des tourments de la maison de feu , dit-il, combine
des motifs provenant d'apocryphes et d'exempla chretiens avec
line "version demonisee" d'un paradigme narratif de l' Au-dela
malveillant, connu aux celticistes comme la Maison de feu 84,et,
en ce qui conceme Ie ciel, Ie fecit d'un dome de plaisir royal combine l'imagerie du Paradis avec un catalogue de delices sensuels
qui rappellent ceux de l' Au-dela sans peche de la legende irlandaise 85.
Cela ne vent pas dire que les lrlandais et, en l'occurrence, les
Anglais de celie epoque avaient des tendances heretiques: ils
ont consulte les traditions apocryphes comme des sources d'information litterales, des traditions eschatologiques et cosmologiques, et des legendes exotiques et miraculeuses, et non comme
des catechismes d'heresie 86.
Dans les homelies, la legende de l'ermite et du diable ne figure
que sons la forme de citations isolees introduites chaque fois par:
un diable dit a un ermite et en se referant a un ou des livres.
254
R. FAERBER
255
89. CR. D. WRIGHT,Op. cit., p. 267: Vercelli ix, Ie dialogue sur Ie Pater
Noster et Salomon et Saturne I, ainsi que Vercelli IX (...) peuvent etre
consideres comme originaires de la Mercie, composesentre le demier
quart du IXe siecle et Ie dernier quart du Xe siecle <Vercelli IX, the
Pater Noster Dialogue and Solomon and Saturn I, as well as Vercelli IV
[...] can all reasonably [though still conjecturally] be placed in Mercia,
between the last quarter of the ninth century and the first three quarters
of the tenth).
90. Op. cit., p. 179. If the "Devil's Account" is modelled on the eschatological revelations of the desert fathers, the revelation is remarquably
oblique and negative. Rather than describe heavenand hell directly, the
devil posits fantastic hypothetical torments and pleasures that are dismissedasinconsequential in comparisonto the realities of the next world,
which remain inexoressible.
256
R. FAERBER
91.D. G. SCRAGG,
The "Devil's Account of the Next World" revisited ,
American Notes and Queries,mars-avril 1986,p. 108-110.
92. D. G. SCRAGG,
The corpus of vernacular homilies and prose saints'
lives before lElfric , Anglo-Saxon England 8 (1979),p. 189-220.
257
pour F. C. ROBINSON,
son demier editeur, et CR. D. WRIGHT,qui
a explore les differents elements de la legende, est typique d'une
reflexion et d'une expressionsur les mysteresde l' Au-dela qu'ils
qualifient d'hibemo-anglaises et qui se distingue, par son hyperemotivite et sonextravagancestylistique, de la sobriete plus intellectuelle de la penseelatine. La tendanceirlandaise (...) va vers
l'extreme, Ie fantastique, l'inattendu, Ie singulier,Ie bizarre, Ie fantaisiste, l'excentrique et meme Ie grotesque))93.Et, dans une certame mesure,cette tradition estdansIe prolongement du mode de
penseequi caracterisela tradition des apocryphes.
R.
1.
258
FAERBER
ANNEXE
Nous ajoutons en annexe un resume-commentaired'un dessermons qui ont utilise des elements de la legende dans tine version
ires proche de celIe de noire lexie, Hatton 115, ainsi que quelques
remarques sur Ie sermon Napier xliii.
Le sermon Hatton 115
Hatton 115 est un sermoncomposite - Kompilationspredigt
-puisant dans divergessources,avec comme theme general une
exhortation a renoncer aupeche, sinon on estcondamnea l'enfer,
a vivre selonleg commandementsde Dieu pour avoir acres auciel.
Le sermons'adresseplus particulierement auclergeseculier,aUK
pretres de paroisse, et commence comme une ordonnance episcopale:
Nos docteurset maitres,les saintsapotreset nos evequesexhor.
tent tOllSles pretres qui ont la charge du peuple de Dieu a exer.
cer leur ministere correctementet a donnerl'exemple de la droi.
ture.
La premiere partie contient des instructions precises d'ordre
penitentiel: il faut se garder des huit peches capitaux -qui sont
enumeres-car l'enfer qui attend les recalcitrantsa septtourments
-qui sont enumeres; puis sont mentionnes des delits specifiques
-Ie concubinagedespretres, l'adultere deslalcs, l'homosexualite,
la corruption des pretres pour s'assurer leur silence -avec les
peines a appliquer s'il n'y a pas repentance et penitence: exclusion de la messe,de l'eucharistie, de l'enterrement dans la terre
berne,l'excommunication. Et malheur a ceux qui seront condamnesa sejourneravecIe diable en enfer, oil il y a plus de souffrances
qu'un homme ne pent decrire!
A partir de la, Ie sermon est une sorte de mouvement avec
theme-variations sur la mort et l'enfer, entrecoupe d'admonestation du type: Malheur a... , tout a fait parallele au sermon Vercelli IX.
II Y a, selon les livres,trois formes de mort, comme il y a aussi
trois formes de vie: il y a la mort comme punition des peches,la
mort comme separationdu corps et de l'ame, lestourments de l'enfer oil l'on ne pent plus loner Dieu; et pour la vie, il y a pour les
justes la vie selonla chair, la vie selon la volonte de Dieu et la vie
dans l'au-dela en compagnie des saints. Aussi la mort est-elle
quelque chosede terrible; personne ne pent y echapper; et pour
souli~er cela, il yale scenariohypothetique de l'homme dansune
259
260
R. FAERBER
celui qui aura acres au ciel; vient une description du ciel paralleIe a celIe de l'enfer avecIe procede il y a Nl sansN2 ,suivie par
Ie scenario de la colline d'or et de I'enfant royal. La fin est une
exhortation a eviter les pecheurs et a frequenter les justes, pour
que DOllSpuissions etre avec notre Seigneurdans la joie du ciel.
AMEN.
C'est donc un sermon qui semble utiliser Ie procede coupercoller a partir d'un florilege semblable aux Collectanea
Bedae96,sans grand effort de structuration,avec l'intention de
marteler les tourments qui attendent les destinataires s'ils se
laissent aller au peche et s'ils ne se repentent pas a temps. Aucune source directe -latine -ne semble exister pour ce type de sermon, sauf peut-etre dans Ie corpus homiletique hiberno-latin.
Notons qu'il n'est fait aucunereference a destextes bibliquessauf une mention a un psaume; Vercelli IX cite Ie Ps 4 -; il n'y a
aucuncommentaire exegetiqueou theologique; JesusChrist n'est
pas mentionne; Ie seul personnagequi joue un role est Ie diable,
l' Antechrist; Ie seul enseignementcatechetiquedonne est l'insistance sur la repentance et la penitence et Ie renoncement aux
pecheset vices. Quant au ciel, il ne lui est consacrequ'une petite
enumeration de N sansN et Ie scenariohypothetique de la colline d'or.
Ces types de sermon -il y en a bien d'autres que ceux mentionnes -sont typiques de que ce qu'on a appele la tradition des
homelies anonymes ou tradition heterodoxe , qui s'opposea
celIe inauguree par la reforme benedictine du milieu du Xe siecle
et qui a ete combattue par Ie grand pr~dicateur benedictin Aelfric
a la fin du siecle.Mais l'effort de ce dernier et d'autres de rendre
la predication plus orthodoxe ne semble pas avoir porte de
fruits, puisqu'aux XIe et XIIe siecles,on a continue a copier dans
les scriptoria des monasteres indifferemment, semble-t-il, des
homeliesd' Aelfric et dessermonsheterodoxes dansles memes
manuscrits et dansles memeshomiliaires. Le texte de notre legende dans Cotton Tiberius en fait partie.
2. Le sermonNapierxliii
En ce qui conceme Ie sermon Napier xliii, il est interessantde
noter I'usage que fait son auteur de Ia Iegendedel'ermite et du
diable. C'est un sermon sur I'observancedu dimanche sur Ia base
de Ia Lettre du Christ tombeedu ciel (Epftre du Christ) -doni se
261
97. a. D. WHfIELOCK, Bishop Egred, Pehtred, and Niall , dans D. WHITELOCK,R. MCKITrEWICK, D. DUMVILLE ed., Ireland in Early Mediaeval
Europe, Cambridge, 1981, et la bibliographie detaillee fournie en notes
sur la Lettre.
Paul-Hubert POIRIER
UniversiteLaval,Quebec
1995)
'" Communication presentee,Ie mercredi,23 aoftt 1995,a la Thelfth International Conference on Patristic Studies,Oxford. Une premiere version
de cette communication avait ete donnee Ie vendredi 2 juin 1995,lors de
la reunion annuelle de I' Association canadiennedes etudes patristiques
tenue dans Ie cadre du congresdessocietessavantes,Universite du Quebec a Montreal, Montreal (Canada).Abreviations utilisees: AcTh = Actes
de Thomas; CMC = Codex manicheen de Cologne; HP = Hymne de la
Perle; PsM = Psautier manicheen.
L Sur I'existence d'une telle collection, voir, entre autres,J. D. KAESll-I,
L'utilisation des Actes apocryphesdes Ap6tres dans Ie Manicheisme ,
dansM. KRAUSE,ed., Gnosisand Gnosticism.PapersRead at the Seventh International Conference on Patristic Studies (Oxford, September8~31975) (Nag Hammadi Studies,8), Leiden, 1977,p. 107-116,ainsi que
E. JUNOD,J.-D. KAESll-I, L'histoire desActesapocryphesdesApotres. Le
casdesActes de Jean(Cahiers dela Revuede theologieetde philosophie,
7), Geneve, 1982,p. 49-86.
Apocrypha
9, 1998, p. 263-290
264
P.-H. POIRIER
dre et de Thomas,cesdemiers occupentune place assezsinguliere et meme paradoxale.S'ils ont Ie privilege d'etre legseulsa avoir
ete integralement conserves,leg problemes poses par leur situation textuelle sont de telle nature que leg conclusions que l'on
cherche a tiTer a leur propos ou l'utilisation que l'on en fait sont
toujours grevesd'une incertitude plus ou moins grande.Les Actes
de Thomas (ci-apres AcTh)2 sont en effet connus par deux versions, l'une syriaque, l'autre grecque, complete l'une et l'autre,
mais dont on peut difficilement dire laquelle serait la source de
l'autre. Si on admet en generalqu'ils ont ete composesen syriaque,
la comparaisondestextes syriaque et grec transmis par legmanuscrits revelent cependantentre eux de telles differences de contenu et de formulation, assezsouvent en faveur du grec sur Ie plan
de l'archalsme doctrinal, qu'on en a conclu que, si Ie syriaque est
bien la langue originale des AcTh, la version syriaque connue de
nous ne represente toutefois pas Ie texte syriaque original, mais
que celui-ci aurait ete remanie pour l'adapter a une situation doctrinale posterieure a celIe qui prevalait loTsde sa composition3.
2. Les editions sont les suivantes: version syriaque,W. WRIGHT,Apocryphal Acts of the Apostles.Edited from Syriac Manuscripts in the British
Museum and others Libraries with English Translations and Notes,
Londres, 1871,vol. 1,p. 172-333;version grecque,M. BONNET,
dansR. A.
LIPSIUS,
M. BONNET,
Acta Apostolorum Apocrypha, Leipzig, 1903,t. 2, 2,
p. 99-288; version latine, Kl. ZELZER,Die alten lateinischenThomasakten
(Texteund Untersuchungen,122), Berlin, 1977; version corte, P.-H. POIRIER,La version copte de la predication et du martyre de Thomas.Avec
une Contribution codicologiqueau Corpus copte desActa Apostolorum
Apocrypha par E. LUCCHESI
(Subsidiahagiographica,67), Bruxelles,1984.
Deux complements a notre edition de la version corte ont ete publies:
E. LUCCHESI,
Additamentum ad Martyrium s. Thomae apostoli coptice , Analecta bollandiana 106 (1988) 319-322,et A. I. ELANSKAYA,
The
Literary Coptic Manuscripts in theA.S. Pushkin StateFine Arts Museum
in Moscow (Supplementsto Vigiliae Christianae,18), Leiden, 1994,p. 6067. Pour les editions des autres versions ou formes des AcTh, on verra
M. GEERARD,Clavis apocryphorum Novi Testamenti(Corpus christianorum), Turnhout, 1992,p. 147-152( 245-249).On trouvera une traduction fran~aise du grec dans A.-J. FESTUGIERE,
Les Actes apocryphesde
Jeanetde Thomas.Traductionfran~aiseet notescritiques (Cahiersd'orientalisme,6), Geneve, 1983,p. 1-117; une traduction fran~aisedu syriaque,
due a P.-H. Poirier et Y. Tissot, estparue dansles Ecrits apocrypheschretiens (Bibliotheque de la Pleiade), Paris, Gallimard, 1997,p.1321-1470.
3. Pour une premiere orientation sur ces questions,voir Y. TISSOT,Les
Actes apocryphes de Thomas: exemple de recueil composite , dans F.
BOVONet al., Les acresapocryphesdes apotres. Christianisme et monde
palen (Publications de la Facultede theologiede l'Universite de Geneve),
Geneve, 1981,p. 223-232,et ID., Fiche signaletique sur les Actes de Thomas,dans F. BOVONet al., ibid., p. 304-305.
265
Mais, si l'on considere que les AcTh proviennent d'une region 011
avait cours un bilinguisme greco-syriaque4, on ne peut exclure
absolumentla possibilite d'une redaction originale en grec, sinon
de l'ensemble, du moins de portions des AcTh. Au bilinguisme
typique du berceaudes AcTh correspondpar ailleurs, au plan doctrinal, une bigarrure qui a conduit a leur attribuer un milieu originel tour a tour et parfois tout ensemble bardesanite, gnostique,
encratite ou meme tatianique5.
Dans la reconstitution de l'arriere-plan doctrinal et historique
desAcTh, Ie manicheismeallait etre appelea jouer un role majeur,
a partir, notamment,de la premiere moitie du XIxe siecle.En effet,
si, depuis Isaac de Beausobre6et a la suite d' Augustin7, on a sans
cesseaffirme que les manicheensavaient ete des lecteurs assidus
et appreciatifs de nos Actes, il fallut attendre la premiere edition
(partielle) de la version grecque par Thilo en 18238,pour qu'on
operat des rapprochements precis entre les doctrines et leg pratiques manicheennes,et Ie contenudesAcTh. Cesrapprochements
se sontlongtempslimites a certainspassages,commel'hymne nuptial deschap.6-7, legepicleseset legprieres, ou a certainselements
rituels, comme la description du bapteme ou la mention du jeftne
Ie dimanche, dans lesquels Gunther Bomkamm a cru relever des
36-42.
7. Referencesdonnees infra.
8. J. C. THILO,Acta S. Thomae Apostoli, Leipzig, 1823.
266
P.-H. POIRIER
267
Comme on l'aura deja constate,la rechercheconcernantles rapports entre les AcTh et Ie manicheismen'est pas neemer. De fait,
elle a derriere elle pres de deux siecles et demi de publications,
d'ampleur et de valeur diverses.L'activite scientifiqueque cespublications traduisent pent etre partagee en cinq periodes, marquees,
sauf pour la premiere, par la decouverte ou l'edition de sources
interessantde pres ou de loin les AcTh ou Ie manicheisme.(I) La
premiere de ces periodes fut brillamment inauguree, des 1734et
1739,par l' Histoire critique d'lsaac de Beausobre,qui, mettant fin
au monopole des heresiologues,marquait l'entree du manicheisme et, indirectement, des AcTh dans l'historiographie moderne.
(II) L'edition de Thilo, en 1823,relayee par celles de Constantin
Tischendorf, en 185117,et de Maximilien Bonnet, en 188318,en
livrant pour la premiere fois line portion significative des AcTh
dansune de leurs langues originales , ouvrit une secondeperiode et confera aux AcTh line existenceautonome. (III) En 1871 et
1904,les editions de WIlliam Wright, pour Ie syriaque,et de M. Bonnet, pour Ie grec, revelaient au monde savant,Ie texte integral des
AcTh, c'est-a-dire,comportant, en syriaque et en grec, l'HP (chap.
108-113)et, ensyriaqueseulement,la longue louange (r<'~~,
chap. 113B) qui suit I'Hymne dans Ie manuscrit de Londres edite
par Wright. (IV) En 1933,Ie fameux memoire de Carl Schmidt et
de Hans-JacobPolotsky faisaitconnaitre un Mani-Fund in Agypten 19,effectue a la fin de l'annee 1929et dont une partie, la seconde moitie d'un Psautiermanicheen(ci-apresPsM), serapubliee par
C. R. C. Allberry en 19382.Comme on Ie verra, ce nouveautexte
allait apporter la preuve decisivede la connaissanceet de l'utilisation des ACThpar les manicheens.(V) En 1970,entin, Albert Henrichs et Ludwig Koenen menaient, surplus de centpages,une analyse detaillee d'un griechischer Mani-Codex recemment
decouvert, qui devait permettre line appreciation renouvelee des
rapports entre I'HP et Ie manicheisme21.
268
P.-H. POIRIER
I
Au second volume de ses Ecritures manicheennes23,
Prosper
Alfaric ecrit : Tous les gnostiquesse regardaientcomme les vrais
disciples du Christ. lIs accordaient donc une grande importance
auxEcritures chretiennes.Mais ils rejetaient, tantot en entier, tantot seulement en partie, plusieurs de celles qui entraient dans Ie
Canonde l'Eglise officielle. Par contre, ils en admettaientd'autres
qui etaient communement exclues comme apocryphes.Ici encore, les Manicheens ont suivi leur exemple. 24On hesitera sans
doute a avaliser tel quelle jugement d' Alfaric, mais, dans Ie cas
desAcTh, it ne fait aucundoute que les manicheensles ont connus,
Ius et apprecies. 11suffira de deux temoignages pour l'etablir.
Le premier de ces temoignages provient de l'heresiographie,
mais it revet neanmoinsune valeur exceptionnelle puisqu'il s'agit
LESACTES DE THOMASETLEMANIcHEISME
269
de celui d' Augustin. Polemiquantcontre les manicheens,qui rejettent l' Ancien Testamenta causede saseveriteenversles pecheurs,
l'eveque d'Hippone les renvoie, comme a un livre faisant pour eux
autorite, aux AcTh, dans lesquels l'apotre inflige la mort a un
echansonqui l'avait gille, tout en lui promettant Ie pardon dansIe
monde a veniT(chap. 6). L'episode des Actes dans lequel estnarfee la mesaventure de l'echanson est allegue a trois reprises par
Augustin, toujours dansIe meme contexte argumentatif25.A titre
d'illustration, citons Ie troisieme de cespassagesen ordre chronologique26:
Les manicheenslisent des ecritures apocryphes,ecrites SOliS
Ie
nom des apotres par je ne saisquels arrangeursde fables. Elles
auraient ete dignes d'etre rel;ues comme autorite de la sainte
Eglise du tempsde leurs auteurs,sileghommessaintset savants
qui vivaient alors et pouvaient examiner de tels ecrits avaient
reconnuque res auteurs disaientvrai.lls y lisent cependantque
l'apotre Thomas, se trouvant comme etranger et tout a fait
inconnu a un repas de noces,rel;ut un soufflet d'un serviteur et
appela sur cethomme un chatiment durable et impitoyable. Ce
serviteur etant aIle ala fontaine chercher de l'eau pour leg
convives, un lion se precipita sur lui et Ie tua; et la main qui
avait frappe d'un faible coup la tete de l'apotre flit separeedu
corps,selon Ie vreu et l'imprecation du meme apotre, et apportee par un chien a la table ou etait Thomas. Que petit-on voir
de plus cruel? Mais comme il est ecrit dansIe meme livre, sije
ne me trompe, que l'apotre demanda la grace de cet homme
dans Ie siecle a veniT,Ie mal flit compensepar un grand bien;
de telle sorte que res inconnus,a travers cet evenementterrible,
25. Les trois passagesd' Augustin sont les suivants: 1) Contra Adimantum
17,2, p. 166,6-22 Zycha, trad. fran<;:aise
R. JOLIVET,M. JOURJON,
Bibliotheque augustinienne,17, Paris, 1961,p. 323-325(et note complementaire 34,p. 777); 2) De sermoneDomini in monte I, 20, 65,p. 75, 1628-1640
Mutzenbecher; 3) Contra Faustum22, 79,p. 681,6-682,22 Zycha. Surres
passages,voir F. D. TAYLOR,Augustine of Hyppo's Notion and Use of the
Apocrypha, Dissertation, University of Notre pame, Indiana, Department of Theology, 1978,p.142-157, ainsi que E. JUNOD,J.-D. KAESTLI,
L'histoire des Actes apocryphes desApotres. Le cas des Actes de Jean
(Cahiers de la Revuede theologie et de philosophie, 7), Geneve, 1982,p.
62-67.Ces auteursfont remarquer (p. 66)qu' line autre observationinteressante ressort des temoignages d' Augustin: c'est l'emploi repete du
verbe legerepour designerl'usagedesapocrypheschezles Manicheens,
et ils ajoutent en note (75) : II y a tout lieu de penserqu' Augustin, luimeme ancien Auditeur, evoque ainsi line lecture publique, faite dans Ie
cadre des rassemblements cultuels de la communaute manicheenne.
26. Pour la datation de cestrois textes,ct. F. D. TAYLOR,lococit.
270
P.-H. POIRIER
27. Contra Faustum 22, 79,p. 681, 6-681,27 Zycha, trad. E. JUNOD,
J.-D.
KAESTLI,op. cit., p. 63.
28. Contra Faustum 22, 79,p. 681,27-682,1 Zycha, trad. E. JUNOD,J.-D.
KAESTLI,ibid.
29. Contra Adimantum 17,2, p.166, 7 Zycha.
30. qe sermoneDomini I, 20, 65,p. 75, 1636-1637Mutzenbecher.
31. Edition C. R. C. ALLBERRY,
A Manichaean Psalm-Book,Part II, with
a contribution by Hugo IBSCHER
(Manichaean Manuscriptsin the Chester
Beatty Collection,Volume II), Stuttgart, 1938.
32. Surce passageet surles deux qui suivent,voir S. RICHTER,
Exegetischliterarkritische Untersuchungenvon Herakleidespsalmendes koptischmanichiiischenPsalmenbuches(Arbeiten zum spiitantiken und koptischen
Agypten, 5), Altenberge, 1994,p. 205-206et 219.
271
Hn2NTOY
6T~qHWK
~n2N[Toy
.]6 H~.
6 6~y6NTC
T6 HyrAoNI~
2HT~WP~
H]Q2HTOY
berry
N6t
~N N6T~f}-WH~C
HqT~Y
~YKWT6
YHP
81 2~P~Y
2Hn6qcT~YPOC
HH~T~t
Hn9~n
HOYWT
~p~q
c~nqT~Y
NC~
HHYCTHPION
~q6ITOY
~YX~Tq
HTOYOC
~YT6n6qcN~q
Y~TO
HH6IN6
NAor~H
19WA ~8~[A34
~qX~K[OY
p.73.
272
P.-H. POIRIER
n.213.
39. Sur Ie theme du marchand dans la litterature syriaque,voir R. MURRAY,Symbols of Church and Kingdom. A Study in Early Syriac Tradition, Cambridge, 1975,p. 174-175,et S. RICHTER,op. cit., p. 205-206.
40. Die apokryphenApostelaktendes2. und 3. Jahrhundertsin der manichiiischen Literatur. Ein Beitrag zur Frage nach den christlichen Ele-
273
lyre , taus les elements du PsM, sauf un ( 6), trouvent un equivalent dans one forme ou l'autre du Martyre de Thomas, comme
Ie montre Ie TableauI. Nagela egalementmontre que l'occurrence
dans Ie PsM de Hnc~n NOYWT( 2) et de ~YX~Tq ( 3) Ie rapproche d'une maniere privilegiee des temoins KV (ajla et m]cavTE"$")
de la forme A (registre superieur de l'edition de Bonnet) du
Martyre grec. Mais il taut egalementremarquer que Ie PsM, pour
ces elements et pour d'autres du chap. 168, rencontre d'autres
temoins du Martyre thomasien: 1, latin quattuor milites; 2,
syriaque r<~r<; 3, latin transverbaverunt,caple XOTq.D'autre
part, on element du PsM ( 4), absentdes deux formes du Martyre grec, apparm"tdansla seule version syriaque. Quant a l'element
5, si on ne Ie retrouve Dulle part tel quel, il n'est pas pour autant
totalement ignore par Ie grec ou Ie caple. Il en va de meme pour
les mysteres mentionnes en 7, et pour Ie theme de l'accomplissement en 8, qui dependent manifestement de l'invocation
de Thomas au chap. 168 du Martyre.
Une nouvelle edition du Martyre grec de Thomas permettra
peut-etre d'affiner l'analyse que nous avons menee a la suite de
celIe de Nagel. Mais il est d'ores et deja acquisque Ie temoignage
combine des sources directes (Ie PsM) et indirectes (Augustin)
permet d'etablir que les manicheensant eu une connaissanceprecise,c'est-a-direlitteraire, desAcTh, sinon en leur entier, du mains
de leur debut (chap. 1-16,envoi en Inde et nocesa Andrapolis) et
de leurseconde partie (chap. 82-171,de l'entree en scenede Mygdonia au martyre de l'apotre). Il importe donc de nuancerl'affirmation de Michel Tardieu sur la distance qui separeraitles Actes
pseudo-apostoliques qu'ont connus Mani et les manicheens, et
ceux qui sont parvenus jusqu'a nous. D'apres Tardieu, Mani et
les manicheensconnurent, entendirent raconter et se raconterent
des actes merveilleux lies aux peregrinations des apotres, mais il
y a un abime entre celie connaissanceorale ou ecrite d'actes et les
Actes arrives jusqu'a nous 41.En ce qui conceme, en tout cas,les
274
P.-H. POIRIER
II
L'idee selonlaquelle leg manicheenspourraient etre leg auteurs
des AcTh, ou leg auraient interpoles pour leg rendre plus consonDanisavecleursdoctrines apparaitdeja dansl' Antiquite. SiAugustin se contente de l'aveu que leg manicheenslisent des ecritures
apocryphes, ecrites sons Ie nom des apotres par je ne sais quels
arrangeurs de fables 42,Turibius d' Astorga, dans sa Lettre aux
evequesHydace et Ceponius,redigee veTS440 ou pen apreS43,
ne
craint pas d'affirmer que ce sont manifestementleg auteurs (de
l"'heresie" manicheenne),notamment sonprincipal chef, Mani, et
sesdisciples, qui ont compose ou contamine tons leg livres apocryphes, particulierement ces Actes dits de saint Andre, ces Actes
dits de saintJean que Leucius a composesde sa bouche sacrilege,
ces Actes dits de saint Thomas,et ceux qui leur sont semblables.
Sur la base de ces livres, manicheens et priscillianistes, et toute
secte apparentee a eux, s'efforcent de confirmer leur heresie44.
Eric Junod et Jean-Daniel Kaestli, dans leur histoire des Actesde
Jean,ont bien montre tout ce que Ie temoignagede Turibius devait
aux procedesde l'heresiographie, et ils sont arrives a la conclusion
que celui-ci, qui n'a probablement lu aucundestextes doni il mentionne leg titres, secontente d'adapterune notice contre legmanicheensen l'appliquant aux priscillianistes45.C'est manifestement
Ie cas pour la mention de Leucius, doni Ie nom, associea desactes
apocryphes composespar leg manicheens, apparaft pour la premiere fois chez Augustin (Contra Pelicem II, 6), en 404, pour
conna11re,jusque
dansIe codex114de Photius,sonsIe double nom
de Leucius Charinus, la fortune que l'on sait46.
42. Contra Faustum 22, 79, p. 681, 6-8, trad. E. JUNOD,J.-D. KAESTLI, of.
cit., p. 63.
43. Sur cette lettre et sa datation, voir H. CHADWICK,Priscillian of Avila. The
Occult and the Charismatic in the Early Church, Oxford, 1976, p. 208-211.
44. S. Turribii Asturicensis Epistola 5, PL 54, 694 CD, trad. E. JUNOD, J.D. KAESTLI, of. cit., p. 96.
45. E. JUNOD, J.-D. KAESTLI, of. cit., p. 97; voir aussi, ibid., p. 70-72.
46. Sur la notice de Photius et sur Ie dossier complexe de Leucius (Charinus), ainsi que pour la bibliographie abondante qui s'y rapporte, nous
ne pouvons mieux faire que de renvoyer a l'analyse d'E. JUNOD,Actes
apocryphes et heresie: Ie jugement de Photius , dans F. BovaN et al., Les
acresapocryphes des apotres. Christianisme et monde palen (Publications
de la Faculte de tfleologie de l'Universite de Geneve), Geneve, 1981, p.l124, reprise dans E. JUNODet J.-D. KAESTLI, L 'histoire des Actes apocryphes
275
La these massive de I' origine manicheenne des AcTh n' aura guere
de succes en dehors de la tradition heresiologique et de Beausobre
n'aura pas de peine a conclure que, bien que leg Manicheens re~ussent cet Apocryphe, il n'y a nulle apparence, qu'ils en soient leg
Auteurs 47.Mais, qu'il y rot eu dans les AcTh matiere a soup~onner des retouches ou des remaniements manicheens, cela apparut
clairement des que l'on flit en mesure de les lire, au mains en partie, dans leur forme originale. Leur premier editeur48,J. C. Thilo,
releva consciencieusement taus les points de contact qu'il avait reperes entre lesActes et Ie manicheisme, du mains Ie manicheisme qu'il
connaissait par Augustin, Epiphane et les Acta Archelai. Mais il
reviendra a W. Bousset, dans l'article deja cite, d'orchestrer la these
de la dependance des AcTh par rapport au Religionssystem manicheen, dependance resultant d'une influence exercee sur lesActes
par Ie manicheisme 49,et meme d'une adaptation ou d'une
redaction manicbeenne50.Bousset n'ira cependant jamais jusqu' a
voir dans Ie manicheisme Ie createur des Actes de Thomas . Celuici s'est plutot contenter de transformer, puis de transmettre, line
reuvre deja existante51.La synthese de Bousset exercera une influence notable sur les etudes manicheennes et thomasiennes de ce siecl&2.
276
P.-H. POIRIER
Il faut dire que Bousset appuyait ses conclusions sur des analogies
surprenantes 53que les AcTh presentent avec Ie manicheisme. Sans
en faire un releve systematique et en laissant de cote I'Hp, sur lequel
nODSreviendrons, voici les passages des AcTh oil on releve les plus
remarquables de ces analogies54 :
-la
doxologie de l'hymne nuptial des chap. 6-7, p. 110, 19-20
Bonnet:
l86f;aaa/J 8E-Kat uJi1JT1aa/J
au/J Tcjj ((;)/JTL 1T1JEVJiaTL
TO/J
1TaTEpa n75' ci),1J8E"la5'Kat TIj/J Ji1JTEpa n75' aocpla5' -Ils ont glorifie et chante, avec l'Esprit vivant, Ie Pere de la verite et la Mere
de la sagesse 55;
-la
doxologie du chap. 39, p. 157,16-17 Bonnet:
80ed(oJiE/J
Kat UJi/JOVJiE/JaE- Kat TO/J ci6paT6/J aov 1TaT~pa Kat TO aYL6/J
aov 1T/JEVJiaKat TIj/J Ji1JTEpa 1Taa(;)/JKTlaEW/J-Nous te glorifions
et nODSte chantons, ainsi que ton Pere invisible et ton Esprit saint
et la Mere de toutes les creatures 56;
-l'epiclese
duchap. 27, p.142, 13-143, 4 Bonnet, etnotamment
l'invocation
suivante, p.142, 19-143, 1 : l)'ef: (; 1TPa{3VTEfJOS'
(ou:
1TpEa{3Evn]5', d'apres Ie syr.) T(;)/J 1TE/JTE JiE),(;)/J, /J005' l/J/Jola5'
cppolJTjaEW5'lvOvJirJaEl1J5' ),YLaJiOV -Viens,
aine (ou : messager)
des cinq membres, intellect, intellection,
pensee, reflexion,
raisonnement 57.
,
-Ie
recours a une onction d'huile, en lieu du bapteme d'eau,
comme rite d'initiation,
d'apres les chap. 26-27 et 49-50 (voir aussi
les chap. 121, 132 et 157)58;
-l'identification
des trois peches capitaux mentionnes
chap. 28, p. 144, 1-15 Bonnet (fornication,
cupidite, service
ventre) aux trois signacula manicheens59;
au
du
53. J'emprunte l'expressiona J.-D. KAESlLI, L'utilisation desActes apocryphes des Apotres dans Ie Manicheisme ,p. 113.
54. Dont J.-D. Kaestli a dresse tine liste commode, art. cit., p. 113-114.
55. VoirW. BOUSSET,
Manichaischesin den Thomasakten, p.10; ct. p.
20-23,oil Boussetconsidere l'ensemble de l'hymne nuptial.
56. Ibid., p. 10-11.
57. Ibid., p. 1-6; ct. aussiY. TIssoT, Les Actes apocryphesde Thomas:
exemple de recueil composite ,p. 226-228.
58. Ibid., p. 16-18; Ie probleme de l'onction a ete etudie en profondeur
par H.-Ch. PUECH,Liturgie et pratiques rituelles dansIe manicheisme
[1964-1965],dans Sur Ie manicheismeet autresessais(Ideeset recherches),
Paris, 1979,p. 332-346,et Le manicheisme, dans H.-Ch. PuECH,dir.,
Histoire des religions,II (Encyclopedie de la Pleiade,34), Paris, 1972,p.
599-600; sur quai on lira cependantles reserv~sde Y. TISSOT,
Les Actes
apocryphes de Thomas: exemple de recueil composite , p. 225, n. 5.
59.W. BOUSSET,
art. cit.,p.18;cf. egalementY. TISSOT,
art. cit.,p. 228-229.
277
(p.20).
64. Voir M. TARDIEU, Ecrits gnostiques. Codex de Berlin (Sources gnostiques et manicheennes, 1), Paris, 1984,p.180 (traduction) et 366-368 (com-
mentaire).
278
P.-H. POIRIER
plutot a la conclusiond'un emprunt manicheena une sourcegnostique representeepar Eug/Sg J 65.Des lors, on n'est plus en presenced'une relation binaire AcTh-manicheisme,mais d'un contexte doctrinal plus vaste dans lequel on situera et les AcTh et Ie
manicheisme66.Et il en va de m~me pour tOllSles elements que
nous avonsreleves: pour peu qu'on les replace dansune perspective elargie, il n'y a plus de raison de privilegier leur relation au
manicheisme.
A vrai dire, il y a bien un passagedes AcTh oil on pourrait a bon
droit suspecterune relecture manicheenne.11s'agit du chap. 29,
oil, a propos de la rupture du jeftne,lesversionssyriaqueet grecque
disent exactementIe contraire l'une de l'autre:
p. 146,3-4 Bonnet
aiJT()s' Sf- 7TaptJlE"LVE/l
T!7 ~avroD
lI17aTE"Lt;l,lJlE">J.c/l yap
ry KVPLaIdJ
r<am~
acpa
~.'tu:r
~m(j)lE"L/l.
manicheens.
279
lument que Ie grec ait pu faire l'objet d'une revision manicheenne. L'inverse68appara11moins probable.
Quoi qu'il en soit de la portee de ce passagepour la question
qui nons occupe, on pent conclure que la these d'une revision ou
d'une contamination des AcTh par les manicheens,mise en circulation par Turibius d' Astorga et remise en vogue par la recherche
moderne,ne repose sur aucunfondement. Du moins, la basequ'elIe paraissait avoir s'erode-t-elle au fur et a mesure que nons
connaissonsmieux l'arriere-plan historique et doctrinal des AcTh
et du manicheisme.
III
Si nons considerons cependantque les AcTh sont, d'une part,
tres probablement anterieurs a l'entree en scenede Mani69et que,
d'autre part, Usont ete bel et bien connus et utilises par les sources
manicheennesles plus anciennes,on serajustifie de se demander
s'ils n'ont pas marque de leur influence Ie developpement de la
nouvelle religion. Mais avant de pretendre apporter une reponse
a celie question, il importe de realiser qu'il est pen de sources
anciennes dont l'utilisation soit aussidelicate que les AcTh. En
effet, les differences que presententl'une par rapport a l'autre les
versions syriaque et grecque, les incoherences qui affectent leur
68. Qui donnerait priorite au grec, comme semble Ie penser A.-J. FESTUGIERE,Les Actes apocryphes de Jean et de Thomas, p. 59, n. 10: Dans Ie
grec, Thomas ne mange pas parce que Ie dimanche va luire (...), dans Ie
syriaque il mange pour la meme raison. Le syriaque a l'usage orthodoxe.
Deja Thilo (Acta S. Thomae Apostoli, p. 160) s'etait interroge sur la signification de ce passage: Unum est, quod ab institutis sectae Manichaicae
alienum videri possit. Haec singulis hebdomadibus binDs dies, solis et
lunae, jejuniis consecravit : Thomas autem jejunal instante die dominica,
id est Sabbato. Sed nescio an verba ilia : lj.LEMv yap II KVpLaKl'/E1TL<f>t'ELV
ita potius debeant accipi, ut Apostolus jejunium diei dominici ad vesperam Sabbati incepisse dicatur; cum sequantur haec: T!JS'BE-VVKTi:)S'
E1TLOVaT/S'.Neque vera, si aliter locum intellexeris, improbabile est Manichaeos
antiquissimos cum Marcionitis etiam Sabbati jejunium celebravisse.
69. C'est dire que DOllSsituons, d'accord en cela avec l'ensemble de la critique, la composition des AcTh dans la premiere moitie du III" siecle. Une
datation plus basse ne peut cependant etre exclue absolument ; cf., a ce
propos M. ALBERT, Langues et litteratures syriaques , dans M. ALBERT,
R. BEYLOT et al., Christianismes orientaux. Introduction a l'etude des
langues et des litteratures (Initiations au christianisme ancien), Paris, 1993,
p. 320, qui situe ainsi les AcTh: Ecrit encratite syriaque probablement
compose a l'occasion du transfert a Edesse, a la fin du III" siecle, des
reliques de l'apotre.
280
P.-H.POIRIER
tissu narratif de meme que les ruptures et doublets qu'on y releve, tout cela indique que les Actes que nons connaissonsont derriere eux une histoire litteraire et redactionnelle particulierement
complexe7O.
Des loTs,si les AcTh soot Ie resultat de transformations et remaniements divers, catholicisantsmais peut-etre aussi
-du moins ne pent-on l'exclure a priori -manicheisants, n'y at-il pas circularite d'argument a vouloir instanTerquelque rapport
que ce soit entre les Actes et Ie manicheisme?II est vrai que bien
desquestionssouleveesa propos des AcTh ne pourront etre resolues, sijamais elles Ie soot, tant que nons ne disposeronspasd'une
veritable edition critique. Mais une telle edition, si elle fournira
une basesolide pour reconstituer la prehistoire des Actes,ne nons
restituera jamais Ie texte de ceux-ci tel que Mani ou sespremiers
disciples pouvaient Ie lire. Est-on pour autant condamnea ne rien
dire de la delle de Mani a l'egard des AcTh, ou du type de lecture que les manicheens ont pu en faire? Je ne Ie pense pas, a la
condition toutefois de distinguer soigneusementles differents
niveaux oil de tels rapprochementsse situent, ainsi que la nature
des donnees provenant de la critique interne ou externe sur lesquelles on les fonde.
L'aspect Ie plus fascinant de ce probleme est sans contredit Ie
role qu'ont de toute evidencejoue les AcTh dansla formation de
la personnalite religieuse de Mani. En 1933,deja, Hans Heinrich
Schaeder,dansIe long compte rendu71qu'il a consacreau memoire de C. Schmidtet H.-J. Polotsky,n'hesitaitpasa voir dansl'apotre
Thomas, heros des Actes,jumeau et double de Jesus,Ie modele
dont se serait inspire Mani pour construire la figure de son alter
ego,l'ange revelateurqui lui manifestasa missionet dont lesformes
du nom attestees en grec, en copte et en arabe, semblent toutes
renvoyer en definitive au syriaque rbJr<'~,tii'mii'. Michel Tardieu
formulera en cestermes la thesede Schaeder: A la basede tout
cela [l'idee de double celeste mise de l'avant par Mani], il y a la
reutilisation desnoms et recits legendairesde la chretientesyriaque
sur l'apotre Thomas, dont Ie nom signifie precisement"jumeau"
(il est ou passepour etre Ie frere jumeau de Jesus)et dont Evangile et Actes nourrissent toutes formes de piete en Orient a celie
epoque. Sur Ie donne traditionnel : Paraclet~ Jesusx Thomas, Ie~
281
72. Le manicheisme(Que sais-je?,1940),Paris, 1981,p.14. Sur l'influence que les AcTh ont pu exercer sur Mani, on lira egalementW. SUNDERMANN,Mani, India and the Manichaean Religions , South Asian Studies2 (1986) 11-19,spec.p.11-12.
73. Ibid., p. 42.
74. A ce sujet,S. N. Lieu (Manichaeism in the Later Roman Empire and
MedievalChina,2. edition, revisedand expanded[Wissenschaftliche
Untersuchungenzum Neuen Testament,63], Tilbingen, 1992,p. 65) fait une
remarque interessante: It is note-worthy that the Manichaean missionaries appearto have followed Valentinian tradition in rendering the term
for Mani's Divine 1\vin (the most likely original Syriac form being t'm'
r63ro('~)as () av(vyoS'rather than () 8l8v/loS'which is much closer to the
meaning of the original.
282
P.-H. POIRIER
283
284
P.-H. POIRIER
82. Der Paraklet in der ostmanichiiischenUberlieferung , dansP. BRYDER,ed., Manichaean Studies. Proceedings of the First International
Conference on Manichaeism August 5-9, 1987(Lunds Studiesin African
and Asian Religions, 1), Lund, 1988,p. 201-212.
83. Ibid., p. 204.
84. Ibid., p. 203 et 207.
85. Ibid.. p. 206.
86.Je remercie Wolf-Peter Funk d'avoir attire mon attention surce point.
87. Ed. [A. BOHLIG,H. J. POLOTSKY],
Manichiiische Handschriften der
staatlichen Museen Berlin, Band I, Kephalaia,1. Hiilfte (Lieferung 1-10),
mit einem Beitrag yon Hugo Ibscher, Stuttgart, 1940,p. 181,32-182,34;
traduction anglaiseI. GARDNER,The Kephalaia of the Teacher.The Edited Coptic ManichaeanTextsin Translationwith Commentary (NagHammadi and Manichaean Studies,37), Leiden, 1995,p. 191-192.Je remercie
a nouveauW.-P. Funk de m'avoir communique les Addenda et Corrigenda qu'il a rediges pour cespagesdu manuscrit de Berlin.
285
88. Le rapprochement entre Ie keph. 75 et I'HP est note par v: ARNOLDDOBEN, Die Bildersprache des Manichiiismw (Arbeitsmaterialen zur Religionsgeschichte, 3), Bonn-Koln, 1978, p. 161, n. 4, et par I. GARDNER, op.
cit., p.191.
89. ct. L'Hymne de la Perle des Actes de Thomas, p. 310-316.
90. Voir les comptes rendus de M. TARDIEU, repris dans ses Etudes manicheennes. Bibliographie critique 1977-1986 (Abstracta iranica, volumes
hors serie, 4), Teheran-Paris, 1988, p. 59 (V.503), et de P. DEVOS, dans
Analecta Bollandiana 101 (1983), p. 178.
9L a. P.-H. POIRIER,L'Hymne de la Perle des Actes de Thomas: etude
de la tradition manuscrite , dans Symposium syriacum 1976 celebre du
13 au 17 septembre 1976 au Centre culturel "Les Fontaines" de Chantilly
(France) (Orientalia christiana analecta, 205), Rome, 1978, p. 19-29.
92. Voir, a ce sujet, R. KUNTZMANN,Le symbolisme desjumeaux au ProcheOrient ancient. Naissance, fonction et evolution d'un symbole (Beauchesne
Religions, 12), Paris, 1983, p. 206-212.
286
P.-H.POIRIER
*
Le demier specialiste a avoir etudie leg relations des AcTh avec
Ie manicheisme, Peter Nagel, a exprime des vues assezprecises sur
Ie probleme qui DOUgoccupe, et c'est en Ie citant que DOUgconclurODS:
Les Actesde Thomas,ecrit-il, entretiennent avecIe manicheisme une autre relation que leg Actes (de Paul, de Pierre,d'Andre et de Jean), car ils appartiennent d'une maniere immediate Ii la pre- et Ii la protohistoire du manicheisme.(...) En outre,
lesActes de Thomasn'ont pas seulementinflue sur la construction du systeme manicheen et laisse dans leg ecritures manicheennesleg traces attendues,ils sont devenuseux-memesline
partie de la litterature manicheenne,non pas au gens,superficiel, ou ils auraient, comme leg quatre autres Actes,ete admis
sans plus dans Ie cercle des ecritures manicheennes,en tant
qu' element du corpus des cinq Acta apostolorum.Les Actesde
Thomas ont plut6t ete soumisIi line redactionmanicheennequi
s'estdeployee de la maniere la plus evidente dansla doxologie
de l'hymne nuptial (chap. 7), l'epiclese (chap. 27) et l' Hymne
de la Perle (chap. 108-113)93;ce dernier, precisement, qui
contient en raccourci tout Ie mythe du salut, a ete, sur la base
de motifs folkloriques et mythiques plus anciens,directement
retravaille en fonction de la figure et du destinde Mani. Le processusde la redaction manicheenne presuppose,pour sa part,
l'existence de la doctrine manicheenne,line situation qui distingue fondamentalementlegActesde Thomasdesquatre autres
Actes du corpus: meme si on ne peut reconstruire jusqu'au dernier detail leur etendue et leur composition,res derniers ont en
tout casete achevesen un stade pre-manicheen,libres de remaniements manicheens.94
Au terme de notre propre examen de la question, nous voudrions pouvoir etre aussiferme dansnosconclusionsque l'est Peter
Nagel. Nous sommescependantd'accord aveclui pour reconnaitre
287
que les AcTh entretiennent une relation privilegiee avecIe manicheisme.Provenant d'une aire linguistique et culturelle qui coincide largement avec celIe du manicheismeoriginel, connus, sinon
de Mani, du mains desfideles despremieresgenerations,cites par
les auteurs du Psautier et fort probablement utilises par ceux du
CMC, les AcTh et, aveceux, I'HP reclament a bon droit l'attenlion des historiens du manicheisme, tout comme les editeurs et
commentateurs des AcTh ne peuvent faire l'economie d'une
connaissanceexacte de la religion de lumiere et de sessources.
Mais les uns et les autres, specialistesdu manicheisme ou de nos
Actes,doivent d'abord, par-delala fascinationdesparalleles,considefer ceux-ci dans un contexte ouvert, en enregistrant toutes les
influences qui ant contribue a leur formation, mais aussien preservant leur autonornie. Car la recherche sur les AcTh, au XIxe
et durant la premiere moitie du xxe siecle, a ete trap largement
tributaire du reflexe consistanta attribuer tout ce qu'on y trouvait
de singulier au gnosticisme ou au manicheisme, ou encore a des
personnalites aussifuyantes que celIe de Bardesane,ce qui s'appelle vouloir expliauer obscurumDerobscurius.
288
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Jean-DanielDUBOIS
Ecole pratique des hautes etudes,
section des sciencesreligieuses,Paris
1. Trascrizione di un codice copto del Museo Egizio di Torino , Memorie della realeAccademia delle Scienzedi Torino, ser. II, t. XXXV; 1883,
p.163ss.
2. Evangelia apocrypha, Leipzig, 1876 (reimpr. Hildesheim, 1966),
p. LIVss. et 210-286;ct. aussiF. Scheidweiler,revu parA. de SantosOtero,
dans l'anthologie de W. Schneemelcher,ed., NeutestamentlicheApokryphen, t. I, Evangelien,Tiibingen, 1987,5e ed., p. 395ss.;F. Quere, Evangiles apocryphes,Paris, 1983(coli. Points Sagesses),
p. 125ss.
3. Apocryphes coptes,Paris, 1913(P.O. 1X,2).
292
I.-D. DUBOIS
293
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COYU
UN
n6T6t!}.\YUOYT6
6pOq
X6
/(J)BHA 6P6
n6qpnu66Y6 6(J)
Cette phrase paraft enigmatique a cause de
la presence de Coyu et de /(J)BHA
qu'il taut identifier; et surtout, la
construction grammaticale semble obscure: comment comprendre
t!).\ ? Pourquoi /(J)BHA
est-illie a coyu? Enfin, comment comprendre
l'ensemble du paragraphe?
Etat de Laquestion
A consulterles traductionsproposeespour ce passage,on constate la perplexite desinterpretes. La plupart du temps (!),\est traduit
comme une preposition au sensde jusqu'a , et c'est ainsi que E.
Revillout traduit: Jusqu'a Soum et celui qu'on nomme lobel, son
souvenirdurera 9.Prudent,Amedee PeyTondanssa traductionlatine editee par Tischendorf,propose quelquespoints de suspension
pour indiquerla difficulte de comprendrel'ensembledu paragraphe.
E. Revillout traduit sanspoint de suspension,en reperant ici une
allusionbiblique auPsaume71(LXX)/72,5; malheureusementcette
allusionbiblique concemeIe verset 17du psaumeevoque,et non Ie
verset5, et elle ne renvoie qu'a l'eternite du nom de Dieu, et non
pas a un element qui permettrait d'identifier COYHet /(J)BHA.
Si l'on chercheune explication de ce passageen se toumant veTS
un original grec possible des Actes de Pilate, on constatera a cet
endroit dans l'edition des textes grecsutilises par Tischendorf, un
amoncellementde variantes qui derivent d'une mecomprehension
des noms propres ou d'une difficulte per~ue dans la construction
de la phrase. On peut relever selonles manuscritsgrecsque ;WBHA
est une autre designation de COYH,appele Sommos ou Sommos
(suivant tel ou tel manuscrit); d'autre part, l'ensemble de la phrase est mise au conditionnel Si jusqu'a Sommos...; entin, Ie
manuscrit C de Tischendorf renvoie a lovil, alors que Ie manuscrit
E interprete explicitement les noms propres en reference a Jesus.
Il nous faudra plus loin interpreter ces elements par rapport au
texte de la version copte.
Si on compare maintenant les traductions modemes de ce passage,on rencontre Ie meme genre de difficultes. Dans Ie premier
9. Op.cit.,p. 125.
294
J.-D.DUBOIS
132.
295
296
J.-D. DUBOIS
Les referencesbibliques.
L'ensemble du chapitre 16 des Actes de Pilate, comme Ie reste
du texte d'ailleurs, fourmille de referencesbibliques, parce que ce
texte emane, aux dires desPeresde l'Eglise du lYe s., des controversesentre Juifs et chretienS18.
Dans Ie contexte de notre passage, il s'agit de faire dire aux docteurs de la Loi juive combien la
mort effective de Jesussur la croix estdeja annonceepar la Loi de
Moise. Apres Ie rappel desevenementsde la crucifixion, Ie rabbin
Levi confirme la prophetie de Simeon a Marie, loTSde la presentation de Jesusau Temple, selon Luc 2,34.Puis vient une phrase
des docteurs de la Loi avec deux allusions bibliques: Ps
117(LXX),23, 'une merveille a nos yeux', citee en Mc 12,11 et par.
Mt 21,42,dansla reference a la pierre angulairetiree de Ps 117,2223; et la mention de la maisonde Jacob,qui apparaitune seulefois
p.85-98.
297
298
J.-D.DUBOIS
Lesdeuxnomspropres
lobel n'est pas un nom courant, mais on Ie retrouve dans des
textes gnostiquescopies de Nag Hammadi, dans l' Apocryphe de
Jean, au milieu d'une page sur les douze entites demiurgiques et
zodiacalessubordonneesa ladalbaoth21;la, lobel apparm"ten 4e
et ge position. Dans Ie contexte biblique, Ie nom de lobel, lobal,
lubal seretrouve dansla genealogiede CaIn a propos de celui qui
enseigneles melodies a partir des instruments de musique22.Son
cousins'appeIle Tobel,Tubal; c'est l'inventeur destechniquesdes
metaux (Gen 4,22; ct. aussiLAB 2,9; puis dans la genealogiede
Noe Gen 10,2 et LAB 4,2). Dans les Actes de Pilate,ce nom lobel
designeapparemmentun nom plus connudesdestinatairesdu texte
que Ie nom de COYHHN;
il renvoie a la fonction demiurgique du
Dieu biblique.
Quant a COYHHN
pour Sumanus,il s'agit d'une divinite associee
a Jupiter; on la fait remonter a une divinite etrusque (cf. Pline,
Hist. Nat. 29,57)doni Ie nom est connu a Rome desIe me s. avant
noire ere, par une statue surIe Temple de Jupiter23.Saint-Augustin
en parle encore dans la Cite de Dieu (1V;23,4)comme d'un dieu
doni on peut lire Ie nom dans des livres mais doni on ne prononce plus Ie nom; cette reference dans les Actes de Pilate au IVe s.
n'a donc rien d'invraisemblable. De nombreux temoignageslitteraires et epigraphiquesassocientSumanus a la foudre nocturne de
Jupiter, alors que la foudre diurne estreserveea Jupiter lui-meme.
One autre interpretation du nom liee a son etymologie fait de
SumanusIe dieu lie aux phenomenesqui se passentavant l'arrivee du matin; enfin Sumanuspourrait etre aussilie au culte des
Manes. L'offrande au dieu de gateaux fonds, les summanalia en
299
BernardOUTTIER
CNRS
1. M. YANESBR<ECK,
Les textes litteraires sur l' Assomption avant Ie X'
siecle , dans F. BOYON (ED.) Les Actes apocryphes des Apotres.
Christianismeet monde pai'en,Geneve, 1981,p. 265-285.On verra maintenant son recueil Aux origines de la Dormition de la Vierge.Etudes historiques sur les traditions orientales,Variorum, Aldershot, 1995,oilles
resultats de rechercheset de vingt ansde publications sur Ie sujet sontdes
plus commodementreunis.
2. Deux titres suffiront ici: Martin JUGIE,La mort et l'assomption de la
sainteVierge.Etude historico-doctrinale,Citta del Vaticano, 1944(Studi e
testi, 114); ANTOINEWENGER,L 'Assomptionde la t.s.Vierge dans la tradition byzantine du VIeau xe siecle,Paris,1955(Archives de l'Orient chretien, 5).
3. Simon Claude MIMOUNI,Dormition et Assomption de Marie. Histoire
destraditions anciennes,Paris, 1995(Theologie historique, 98).
I,
302
B. OUITIER
303
Chacundestextes estpresenteavecsontitre, sa tradition manuscrite, la ou leg editions et traductions, une analysedu contenuavec
mise en relief descaracteristiquesdoctrinales et topologiques,d'ou
ressort Ie classementdans la typologie proposee, et un essaide
datation. Si, dans de fares cas,la classification est parfois encore
a discuter(voir, par exemple,p. 343,pour deuxcompositionsarmeniennes: "cette classification est loin d'etre satisfaisante,elle est
meme arbitraire"), l'enorme travail de documentationresterautile
de longues annees.Trois tableauxvisualisent,p. 345-352,leg localigations, dans leg textes etudies, de la "maison" et du "tombeau"
de Marie, l'intervalle entre la mort de Marie et Ie passagede son
corps en un lieu (qui varie: Paradis, ciel), et dormition/assomption (avec ou sansresurrection).
Pour S3bis,la Dormition syriaquedite des"Cinq livres", on ajoutera leg feuillets, palimpsesteseux aussi(une etude precise pourfait sansdoute montrer qu'ils proviennent, commelegfeuillets edites, du manuscrit arabe 514 du Monastere Sainte-Catherine du
Sinal), decrits par J.ASSFALG5.
La deuxieme partie (p. 353-652)etudie leg traditions topologiques. Elle s'ouvre par la liturgie mariale de Jerusalem: lectionnaires et homeliaires. Pour leg homelies, on nous permettra de
signalerla parution dansApocrypha 6, 1995,p. 165-177,des "Deux
homelies pseudo-chrysostomiennes pour la fete mariale du 15
aoOt", annonceesp. 301, note 2. Apres la liturgie sont presentes
leg textes litteraires : guides et recits de pelerinages,et leg attestations archeologiques.Ici encore, des tableaux visualisent synthetiquement leg resultats recueillis : p. 453,456, 548 et 645. Un chapitre examine brievement leg traditions -recentes -sur la maison
et Ie tombeau de Marie a Ephese (p. 585-597),un autre leg traditions sur leg reliques de Marie a Jerusalem et Constantinople
(p. 599-652).
La bibliographie est imposante : p. 675-716.Dans leg traditions
litteraires, il appert que beaucoupTestea faire, en particulier dans
Ie domaine arabe, pour disposerd'editions critiques et de traduc-
tions.
Les conclusions,p. 653-674,sont exposeesde fa<;onprudente et
modeste. On lit ainsi, p. 662: "Les textes de I'Histoire de la dormition et de l'assomption de Marie ne laissent pas deviner aisement Ie milieu duquel ils sont issus.Leur geneseet leur evolution
apparaissentencore fort incertaines, aussinoire propos se limite
5. Julius ASSFALG,
SyrischeHandschriften(Verzeichnis der orientalischen
Handschriften in Deutschland, V), Wiesbaden,1963,nol14.
304
B. OU'ITIER
a la presentation despistes de recherche et des hypothesesde travail dont l'aspect conjectural n'est parfois que trap evident." En
realite, on a la salls la main de fa~on extremement commode un
vaste dossier.S'appuyant sur les donneescroiseesdes textes litteraires et destraditions topologiques,S.C. Mimouni a en outre tente
d'y mettre de l'ordre. Etude preliminaire, certes,mais qui, sansnul
doute, donnera un nouvel elan a la recherche en ce vaste domaine. L'un desacquis principaux de l'etude methodologique aura ete
d'avoir montre que l'etude litteraire a elle seule est impuissantea
mettre suffisamment d'ordre dans ce dossierfoisonnant.
Faut-il, en terminant, souligner l'importance de ces traditions
pour l'histoire du culte et de la devotion mariale dans Ie christianisme ancien? La methodologie qui met en reuvre a la fois les
textes litteraires de l'ensemble du monde chretien, les textes et traditions liturgiques, les guides et recits de pelerins, les attestations
de l'archeologie, est appliquee ici a un sujet de choix.