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APOCRYPHA

Fondee en 1990 par Jean-Claude PICARD

APOCRYPHA
Revue Internationale des litteratures apocryphes
International Journal of Apocryphal Literatures

Directeur de publication
S.C. MIMOUNI

Secretaire de Redaction
M.-J. PIERRE
Comite de Redaction
F. AMSLER, J.-D. DUBOIS, P. GEOLTRAIN,
R. GOUNELLE,S.J. V OICU
Comite scientifique
I. BACKUS,B. BOUVIER, F. BOVON, Z. IZYDORCZYK,
S. JONES,A. LE BoULLUEC, J.-N. PERES,M. STAROWIEYSKI

Revue publiee avec Ie concours scientifique


de l' Association pour l'etude de la litterature apocryphe chretienne

(A.E.LA.C.)
et
de la Societe pour l'etude de la litterature apocryphe chretienne
(S.E.LA.C. )

BREPOLS

@ 1998BREPOLS PUBLISHERS, Thrnhout


All rights reserved.
No part of this publication may be reproduced,
stored in a retrieval system,or transmitted, in any form or by any means,
electronic, mechanical, recording, or otherwise,
without the prior permission of the publisher.
Depot legal: 4" trimestre 1998

D/1998/0095/87
Imprime en Belgique
ISBN 2-503-50630-5

SOMMAIRE
Verso il testo primitivo dei llal8lKU TOUKtJPlOtJ'
I TlUOU
Racconti dell'infanzia del
Signore Gesu
par SeverJ. V OICU
Neutestamentliche Apokryphen -Bemerkungen zu Geschichte und Zukunft
einer von Edgar Hennecke im Jahr 1904begrtindeten Quellensammlung
par Christoph MARKSCHIES

97

Christoph Scheurl and his Anthology of New TestamentApocrypha

(1505,1513,1515)

par Irena BACKUS

133

Les apocryphesdans la litterature slave ecclesiastiquede pelerinage en Palestine


(XIIe-Xve s.)
par Marcello GARZANffi
,

157

Un temoin latin du Protevangile deJacques: l'homelie Postulatisfilill? Jerusalemen


l'honneur de sainte Anne (BHL 483-485)
par Jean-Daniel KAESTLI
179
L'ermite de Thebes et Ie diable
par Robert FAERBER

225

Les Actes de Thomaset Ie manicheisme


par Paul-Hubert POIRIER

263

Sommosdans la version copte des Actes de Pilate (XVI,7)


par Jean-Daniel DUBOIS'..'..'..'..' '..'..'.."
"..'..'..'..'."
Dormition et assomptionde Marie. A propos d'un livre recent
par Bernard OUTTIER

'.".'

".".".'...". 291
301

La Societepour l'etude de la litterature apocryphe chretienne, voulant assurer au Comite de redaction de la


Revue une pleine liberte scientifique, decline la responsabilite des articles et la laisse aux auteurs.

Sever!. VOICU
Augustinianum, Rome

VERSO IL TESTa PRIMITIVO


DEI IIatDtKcl 'tOVKUPlOU'Illcrov
RACCONTI DELL'INFANZIA
DEL
SIGNORE GESU

L' Histoire de l'enfance de Jesus est un recueil d'episodesconcernant Jesusdepuis l'age de cinq ii l'age de douze ans. Redige en grec aux
alentoursde l'an 200, il a ete traduit en de nombreuseslanguesanciennes
et reecrit plusieurs fois, donnant lieu ii des recensionsassezdifferentes.
Apres avoir presenteet classeles ramifications de la tradition manuscrite
(resumeedans un stemma codicum), l'article evoque d'autres questions
concernantl'histoire de cetapocryphe et met en parallele toutesles recensions utilespour en etablir le textecritique.
Composti in greco verso l'anno 200, i Racconti dell'infanzia del
Signore Gesu sana una seriedi scenetteche presentano Gesubambino
Ira i cinque e i dodici anni di eta. Questo opuscolo e statopiu volfe tradotto e riscritto, dando origine a varie recensionidiverse. Dopo aver passato in rassegnae classificatola tradizione manoscritta (riassuntain uno
sternma codicum), l'articolo si sofferma su altre questioni relative all'origine dell'apocrifo e metre in parallelo tulle le recensioniutili per stabilirne il testacritico.

La presentericerca trae la sua origine remota dal convegno su


Gli apocrifi cristiani e cristianizzati organizzato Del 1982
dall'Istituto patristico Augustinianum . In quella serle avvenne il mio incontro con 1'AELAC -Association pour l'etude de
la litterature apocryphe chretienne , che muoveva ancora i
primi passi, e che successivamentemi avrebbe accolto fra i suoi
membri.
Dietro richiesta dell'allora presidente dell' AELAC, Fran~ois
Bovon, cominciai l'anno successivoa lavorare a un quadro d'insieme della tradizione manoscritta dei Racconti dell'infanzia del

Apocrypha 9, 1998,p. 7-85

S.J.VOICU

Signore Gesu. I risultati di questa prima rase di indagini, discussi


inizialmente all'assemblea dell' Associazione a Dole Del 1985,
furono presentati formalmente a Parigi nel1986 in occasionedel
convegno per il centenario della V Sezione dell'Ecole pratique
de hautes etudes, per poi esserepubblicati ne11991.
Nel frattempo si era andata concretizzando la possibilita di
tradurre e commentare l'insieme degii apocrifi del Nuovo testamento per la collezione francese della Pleiade . E assiemee
sorto il dilemma: visti i numerosi problemi posti dalle edizioni
esistenti, quale testo di base utilizzare per una pubblicazione
prestigiosa, destinata primariamente all'alta divulgazione, ma
che verosimilmente avrebbe contribuito a determinaTegli orientamenti della ricerca per gli anni a venire?
Dopo lunghi tentennamenti, la risposta venne da sola: occorreva costituire un testo nuovo e migliore, se non ineccepibile,
almeno difendibile alla luce delle conoscenzeattuali. Ne e nato
il presente lavoro.
Ringrazio l' AELAC per il sostegno e l'attenzione costante
con cui ha seguito questi miei vagabondaggifilologici, ma anche
per un contributo economico senza il quale non sarebbero mai
giunti a huon fine.
La redazione finale si e giovata dei consigli amichevoli e puntuali di Flavio Nuvolone. Preziosa per la costituzione del testa e
stata una collazione parziale del manoscritto siriaco di Gottinga,
messami a disposizione da Frederic Rilliet. Ringrazio anche il
prof. Jan Gijsel, Ie cui indicazioni mi hanno permesso di intravedere l'eccezionale complessitadella tradizione latina. II parallelo
fra il cap. 11 e l'apocrifo di Geremia mi e stato segnalato da
Jean-Marc Rosenstiehl.
Ma la ria gratitudine si rivolge in particolar modo -e con una
punta di emozione, dopa un sodalizio scientifico che, con alterne
vicende, e durato pill di un quarto di secolo -a JacquesNoret, il
quale in un primo tempo mi ha cedutoi suoi appunti e Ie sue collazioni sulla tradizione greca dei Racconti. Poi, ha accettato di
porTe mana all'edizione del manoscritto di Gerusalemme,spendendo il suo tempo libero e la sua enorme competenzafilologica
per estrarre un testa leggibile da quello che talvolta e solo un
ammassoinforme di caratteri greci.

O.Introduzione
Come molti altri scritti apocrifi, i Racconti dell'infanzia del
Signore Gesu (in greco llat3tKQ 'tau KUPlOU'ITlO'ou)sana stati

VERSO IL TESTO PRIMlTIVO

tramandati sotto varie forme manoscritte che presentano notevoli divergenze fra di lara. A differenza di quel che e successoin
casi analoghi, questa circostanza ha condizionato fortemente la
loro successivaconoscenzae valutazione.
Infatti, l'edizione piil nota del testo greco, e tuttora la piil
citata, e quella di Tischendorll, il quale perb ebbe la possibilita
utilizzare solo cinque manoscritti la cui attendibilita, per varie
ragioni, lascia a desideraTe.Uno di essirappresenta infatti solo
un riassunto presumibilmente tardivo (forma B; qui di seguito
Gb), che si ferma poco dopo la meta dei Racconti. Degli altri
quattro codici, due finiscono mutili, a qualche riga dall'inizio
l'uno, al capitolo 7 l'altro. Quindi, in definitiva, la recensione A
di Tischendorl (qui Ga) poggia essenzialmentesu due soli codici. Sfortunatamente si tratta di due manoscritti gemelli , in
quanto discendono immediatamente da un medesimo modello
tardivo, e, ancor piil sfortunatamente, questo loro antenato
comune presentava una lacuna di dimensioni rispettabili al cap.
6.2. Se poi si mette in conto il fatto che entrambe Ie forme, Ga e
Gb, dipendono da un raffia secondario della tradizione, il quale
ha subito almeno due serle distinte di interpolazioni, e il tutto e
stato pubblicato sotto il titolo artificiale di Evangelium
Thomae , si pub misurare l'ampiezza di quello che non e esagerato chiamare un disastro sotto il profilo filologico, Ie cui
conseguenze si ripercuotono tuttora sulla comprensione dei
Racconti.
Paradossalmente,Tischendorl stessoha hen poche responsabilita in questa situazione. II titolo sbagliato gli era stato in
qualche misura imposto da alcune edizioni precedenti. Dalla
scarsissimatradizione manoscritta di cui disponeva (e che peraltro sfrutta a fondo), teoricamente avrebbe potuto segnalare e
sanare la lacuna del cap. 6.2 nel testa greco A (Ga), ma, concretamente, avrebbe dovuto districarsi fra Ie lezioni divergenti trasmessedalle due versioni latine (Lm ed Lt) e dal riassunto greco
B (Gb). E altrettanto difficile gli sarebbe stato scoprire che i
cappo1, 10 e 17-18sono interpolati. E pur veTOche queste interpolazioni mancano dall'unica forma antic a sulla quale
Tischendorl aveva informazioni dirette, vale a dire la prima ver-

1. La prima edizione di Tischendorf risale al1852, ma qui vena utilizzata la pill nota seconda edizione, apparsa postuma nel 1876 (C. DE
TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus graecis
et latinis... Ed. altera, Lipsiae, 1876). Comunque, per quanto riguarda i
Racconti la presentazione delle due edizioni rimane sostanzialmentela
stessa.

10

S.J. VOICU

sione latina (Lm)2. Ma questa e anche un guazzabuglio di revisioni the non ne incoraggiano l'utilizzazione critica e ne mascheTallOefficacemente l'importanza. In mancanzadi sussidi estemi,
probabilmente solo una buona stefa di cristallo avrebbe consenlito a Tischendorl di operarvi una distinzione fra lezioni autentithe e innovazioni.
Scoperte documentarie successivehanno arricchito di molto Ie
conoscenzesulla tradizione dei Racconti,mettendo in lute l'esisterna di recensioni testuali pill attendibili. Ma, a hen vedere, la
lara rilevanza e rimasta tutto sommato piuttosto modesta.
Certamente non sana riuscite a impedire una saTtadi canonizzazione delle due forme greche pubblicate da Tischendorl, Ie unithe the (in genere assiemealla versione latina pill tarda) hanno
ottenuto diritto di citta nelle raccolte di apocrifi in lingue moderne3,
Abbastanza spessolavori ed edizioni di questo secolo hanno
manifestato illoro disagio di fronte ai problemi posti da questa
situazione. Valga per tulle l'affermazione di Santos Otero:
Chiunque abbia mai dovuto occuparsi del testa pubblicato da
Tischendorl (suI quale si fondano tulle Ie ricerche svolte finora
in argomento) e consapevoledell'inattendibilita della tradizione
greca 4. Analoghe esitazioni circa la qualita del testa greco
edito vengono espresse anche da Oscar Cullmann, il quale si
accontenta di una soluzione di compromesso: il "Textus recep-

2. Fra la prima e la seconda edizione dei vangeli apocrifi Tischendorl


ebbe occasione di conoscere la versione siriaca (cf. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., pp. liii-Ivi), notando che questa su molti
punti conferma il tenore di Lm contro quello dei suoi manoscritti greci.
Ma, prive di Tealeincidenza sulla presentazione del testo greco, queste
sue osservazionisono rimaste confinate nell'apparato della sua seconda
edizione e successivamentenon hanno avuto l'eco che meritavano.
3. Si tratta delle raccolte di W. SCHNEEMELCHER
(hrsg.), NeutestamentlicheApokryphen in deutscherObersetzung.5. Auft., Tiibingen,
1987, in tedesco (tradotta successivamentein inglese, W. SCHNEEMELCHER,New TestamentApocrypha. I-II, rev. ed.,Cambridge -Louisville,
1991-92); di M. ERBETTA,Gli apocrifi del Nuovo Testamento. 1/2
Vangeli: Infanzia e passione di Cristo, Assunzione di Maria, Casale
Monferrato, 1981 e di L. MORALDI,Apocrifi del Nuovo Testamento.I,
Torino, 1971, in italiano; di J.K. ELLIOTT, The Apocryphal New
Testament: A Collection of Apocryphal Christian Literature in an
English Translation, Oxford, 1993, in inglese; A. PuIG et al., Apocrifs
del Nou Testament,Barcelona, 1990 (Classics del Cristianisme 17), in

catalano.
4.A. DE SANTOS
OTERO,Vas kirchenslavischeEvangelium des Thomas,
Berlin, 1967(Patristische Texte und Studien 6), p. 148.

VERSO IL TESTO PRIMIllVO

11

tus" di Tischendorl (Rec[ensione] A) verra presentato in traduzione tedesca, completato in apparato con richiami e varianti
che rinviano a una redazione pin antica e migliore 5.
Le pagine che seguono costituiscono un primo passoverso il
ritrovamento di quell a redazione pin antica e migliore
vagheggiata dalla ricerca recente. Non si tratta dunque di un
lavoro definitivo: la considerevole ricchezza dell a tradizione
manoscritta e la notevole dispersione linguistica dei Racconti
vietano di consideraTerealistico l'allestimento, in tempi brevi, di
un'edizione critica nel senso tradizionale del termine. Altra, e
pin modesta, e la meta che ci siamo prefissi in questa serle: tracciare un ragionato quadro d'insieme delle varie forme sotto Ie
quali e staiD tramandato l'apocrifo, per poi offrirne un testo che
si lasci aIle spalle il monopolio di quello di Tischendorl e, almeno in parte, i suoi inconvenienti.
Lo strumento principe a tal fine e la comparazionesistematica
di tulle Ie testimonianze attualmente disponibili. Un simile
approccio consente di raggiungere immediatamente risultati
apprezzabili, come una classificazione per molti versi definitiva
di una tradizione manoscritta la cui evoluzione e stata SIcomplessa,ma, tutto sommato, lineare, nonch6 l'individuazione delle
anomalie che caratterizzano ciascuna forma dell'apocrifo. Ne
deriva la possibilita di scrivere una storia sommaria, ma abbastanza coerente, dell a trasmissione del testo, Ie cui lacune si
spera potrannoessere colmate da ricerche ulteriori.
Per quanto riguarda il testo stesso, il confronto tra Ie varie
recensioni dei Racconti consentespesso,moho spesso,di individuare la lezione pin antica e attendibile. Non mancheranno,
certo, i casi in cui sara impossibile, nell' ambito del presentelavoTO,decidere fra varianti contrapposte; ma, in queste materie, gia
il solo ratio di riuscire a individuaTe con chiarezza i problemi
rappresenta un progresso.

5. Ct. SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 351.
II proposito, in se ineccepibile, di offrire un testo pili attendibile viene
frustrato in larga misura dalle smodate preferenze di cui nell'apparato
di Schneemelchergode la versione slava. Peraltro, l'unico passo in cui
questa e indubbiamente superiore al testo greco A (vale a dire quando
ne colma la lacuna al capitolo 6.2) viene riportato in apparato, dando
l'impressione che si tratti di un'interpolazione (0 comunque, di una
variante respinta). Altre lezioni dello slavo sono secondarie; in particolaTe,essendostato tradotto su un modello greco piuttosto tardivo e gia
interpolato, esso non e di nessun aiuto per individuaTe il carattere
avventizio dei cappo1, 10 e 17-18.

12

S.l. VOICU

11pill grossolimite della presentericerca, che costituisceanche


un vantaggio, e che si svolge interamente in italiano. Essendo i
Racconti un' opera redatta in greco, si converra che si tratta di un
approccio poco ortodosso. Tuttavia, allo stato, si tratta di una
scelta pressoche obbligata. Come e stato spiegato altrove6, e
come apparira con maggior chiarezza Del seguito del lavoro, il
miglior rappresentante della tradizione greca, quel manoscritto
gerosolimitano che yeTTapubblicato da JacquesNoret, trasmette
una recensione evidentemente interpolata in almeno due punti.
Inoltre, il suo testa, come quello degli altri codici greci, ha subito
una saTtadi riscrittura continua. Se si pensa che anche qualche
altra recensionee andata incontro ad un destino analogo 0 peggiore, ci si reputera fortunati di pater lasciare in disparte, almeno
temporaneamente,Ie varianti minute, come1e inversioni di parole, gli scambitra particelle, la presenza 0 l'assenzadi articoli. Ed
e precisamentecio che avviene se si lavora su una traduzione in
lingua modema. Al prezzo di una perdita di precisione (non pero
tale da stravolgere 10 scopo dellavoro), si ottiene una presentazione unitaria delle varie forme dei Racconti, assiemea un testa
ragionevolmente sicuro non solo Delle sue grandi linee ma spesso
anche Deldettaglio delle sue espressioni.
Nella prima sezione del presente lavoro viene introdotta la
scarsa bibliografia di carattere generale relativa ai Racconti, i
quali sussistono in greco e in numerose altre lingue antiche.
Ciascuno di questi rami della tradizione manoscritta presenta
problemi di vario genere, che richiedono una valutazione critica: origine, lacune, interpolazioni, riscritture parziali 0 totali,
rapporti con altre recensioni. La presentazione dettagliata di
queste questioni costituisce l'argomento della II sezione, nella
quale vengono presentate anche Ie varie fasi dell'evoluzione del
testo, seguite, per maggior chiarezza,da uno stemma.
Nella III sezione vengono riassunte Ie scarse testimonianze
esterne relative all'apocrifo 0 aIle sue tonti, seguite, nella IV
sezione, da una discussione sulla sua data. Cenni sulla provenienza dei Racconti si troveranno nella V sezione.
Infine la questione della lingua originale e del titolo dell' opera
verranno affrontate rispettivamente Delle sezioni VI eVIl.
li corpo dell' opera (sezione VIII) e costituito da quella che
abbiamo chiamato una sinossi, nella quale, a prescindere da

6. Ct. S. VOICU,Notes sur l'histoire du texte de l'Histoire de l'enfance


de Jesus, in: Apocrypha 2 (1991),pp. 119-132.

VERSO IL TESTOPRIMlTIVO

13

qualche interpolazione isolata, viene presentato con criteri uniformi l'intero contenuto di tulle Ie branche della tradizione
dell'apocrifo che hanno un interesse critico immediato, vale a
dire Ie quattro forme greche note e cinque delle sei versioni eseguile direttamente su modelli greci7,escludendo quindi la versione araba, il poema irlandese e i successivi vangeli apocrifi
dell'infanzia siro-arabo e armeno.
Beninteso, questa ricostruzione, che poggia quasi esclusivamente sui documenti pubblicati, va considerata provvisoria. Si
spera che un vaglio sistematicodelle testimonianze tuttora inedite possa non solo colmare Ie lacune nella storia della trasmissione dell'apocrifo, ma anche gettare luce sui punti dubbi del testo
e puntualizzare Ie ipotesi riportate DelIo stemma in merito
all'importanza relativa di ciascuna branca dell a tradizione
manoscritta.

1. Bibliografia
Un'occhiata all' opera di Charlesworth8, che elenca hen 98
contributi, potrebbe far pensare che tutto sia onnai stato detto
in merito ai Racconti. Una secondaocchiata toglie molte illusioni. A fare la parte del leone SOfiaIe traduzioni in lingue moderfie, i cui commenti sono inevitabilmente ripetitivi e, per giunta,
ripropongono semple la forma greca A di Tischendorl (qui di
seguito Ga), seguita, eventualmente, dal greco B (qui Gb), incuranti del fatto che si tratta di un riassunto piuttosto recente, e
inoltre da Lt (di cui si ignorano apparentemente Ie affinita con
la fonna Gd pubblicata da Delatte). Quindi, Ie edizioni modeme
concentrano i loro sforzi su tIe recensioni tardive e interpolate.
L'unica innovazione degna di nota sono concessionioccasionali
alIa versione paleoslava. Rappresentative di questa tendenza
sono tutte Ie ultime raccolte di un certo respir09.

7. Per ragioni che verranno spiegate nella sezione successiva,nella


sinossi non sara presa in considerazionela versione paleoslava,Ie cui
varianti non farebbero che gonfiame l'apparato.
8. J. H. CHARLESWORTH
et al., The New TestamentApocrypha and
Pseudepigrapha..A Guide to Publications,with Excurseson Apocalypses,
Metuchen, 1987 (ATLA Bibliography Series17),pp. 402-409.
9. Ct. ERBETTA,Gli apocrifi del Nuovo Testamento.1/2, op.cit., pp. 78101; SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., pp. 349361; MORALDI,Apocrifi del Nuovo Testamento.I, op.cit., pp. 45-80; 0
anche la recentissima ristampa del James: ELLIOTT,The Apocryphal
New Testament,op.cit.

14

S.l. VOICU

Se poi si tralasciano gii articoli di dettaglio 0 quelli il cui legame con i Racconti e piuttosto remota, non vi sofia molti lavori
dedicati ad esaminare sistematicamente l'intera problematica
dell'apocrifo. Il primo sembra esserestato, ne11971,quello di St.
Gero1o,seguito, ne11991,da un nostro articolo11.I risultati delle
due ricerche, in particolare per quanto riguarda Ie ipotesi sulla
struttura originale dell'opera e Ie relazioni tra Ie varie blanche
della tradizione manoscritta, sono abbastanzadiversi. Il presente
lavoro pur seguendo, in linea di massima, l'impostazione della
nostra precedente indagine, la completa su molti punti e se ne
distanzia, spessotacitamente, grazie ad una classificazione pili
soddisfacente della tradizione manoscritta12.Pili recentemente,
l'argomento e stato ripreso con ampiezza da Baars e
Heldermaw3, ma parecchie delle loro ipotesi sull'origine e suI
sensadei Racconti mi appaiono scarsamentepertinenti.
Una bibliografia aggiornata sulle singole forme del testo si
trovera nella Clauis apocryphorum Noui Testamentv4.
Una concordanza del testo greco dei Racconti e stata allestita
di recente, ma abbraccia Ie sole due forme pubblicate da
Tischendorl (Ga e Gb), tralasciando invece il manoscritto di

Atene, pili interpolato, ma anche pili completo, edito da


Delatte15. Per giunta, in omaggio al pregiudizio che l'edizione
pili recente e per forza la migliore, per la prima recensione
Fuchs e Weissengruber6hanno avuto l'idea singolare di utilizzare il testo di Bonaccorsi17,il cui unico tratto innovativo rispetto a
Tischendorl sono alcuni refusi tipografici. Comunque, data la

10. St. GERO, The Infancy Gospel of Thomas , in: Novum


Testamentum13 (1971),pp. 46-80.
11. VOICU,Notes , op.cit.
12. La comparazione fra gli stemmi annessiall'indagine di Gero, op.cit.,
p. 56,al nostro precedente lavoro (cf. VOICU,Notes , op.cit., p. 132)e
al presente articolo evidenzia Ie differenze dovute ad un esamepiil particolareggiato della tradizione manoscritta.
13. W. BAARS-J. HELDERMAN,
Neue Materialien zum Text und zur
Interpretation des Kindheitsevangeliums des Pseudo-Thomas , in:
Oriens Christianus 77 (1993),191-226;78 (1994),1-32.
14. a. M. GEERARD,Clauis apocryphorum Noui Testamenti,Thmhout,
1992(d'ora in poi = CANT), pp. 34-39,Dum. 57.
15. A. DELATTE,AnecdotaAtheniensia. I, Liege, 1927.
16. A. FUCHS-F. WEISSENGRUBER,
Konkordanz zum Thomasevangelium: Version A und B, Linz, 1978 (Studien zum Neuen
Testamentund seiner Umwelt B/4: Die griechischenApokryphen zum
Neuen Testament3).
17. G. BONACCORSI,
VangeliApocrifi. I, Firenze, 1948,pp. 110-151.

VERSO IL TESTa PRIMmVO

15

struttura dell'apocrifo, fatta di episodi piu 0 meno slegati, e la


loro continua evoluzione in ambito greco, l'utilita di una concordanza appare molto limitata.

2. La tradizione manoscritta
Sei traduzioni eseguite direttamente suI greco (quattro tardoantiche e due medievali), due sottoversioni (di cui una con
pretese poetiche), una versione armena ipotetica, un paio dirifacimenti, almeno quattro forme greche parecchio diverse e non
molto attendibili: questa e, in sintesi, la complessa tradizione
manoscritta dei Racconti. Non sorprende quindi che, sebbene
quasi tutte queste testimonianze siano note da tempo, i tentativi
di presentarle insieme siano stati sporadici. Apparentemente,
l'esercizio e stato fatto solo due volte, con risultati non sempre
concordanti : da Gero, e da me stesso18.
Nelle pagine seguentiverranno descritte anzitutto, nell'ordine
alfabetico delle rispettive lingue, tutte Ie forme chesi ricollegano
immediatamente alIa tradizione diretta. Per ognuna vengono
indicati i dati suscettibili di guidarne l'utilizzazione critica
nell' ambito della sinossi: diffusione manoscritta, struttura,
problemi testuali, data, rapporto con altri rami della tradizione,
valutazione complessiva.
All'esame delle singole forme seguira una storia della trasmissione dei Racconti quale la si pub ricostruire sulla base delle
testimonianze disponibili. Lo stemma che chiude il capitolo
rende conto graficamente delle relazioni accertatefra i vari rami
della tradizione manoscritta.
Per l'essenziale questa sezione segue, con gli opportuni
aggiornamenti e in maniera pill dettagliata, la falsariga del mio
precedente articolo19,e in particolare la distinzione fra una tradizione antica e una tradizione recente 2. A quest'ultima

18. Cf. GERO, The Infancy Gospel of Thomas , op.cit.; VOICU,


Notes , op.cit.
19. VOICU, Notes , op.cit.
20. Solo successivamente alIa pubblicazione del mio articolo del 1991,
ho appreso che questa distinzione era gia stata avanzata, praticamente
negli stessi termini del presente lavoro, da L. VAN ROMPAY, De ethiopische versie van bet Kindheidsevangelie volgens Thomas de Israeliet ;
in A. THEODORIDES-P. NASTER -J. RIES, L'enfant dans les civilisations
orientales. Het kind in de Oosterse beschavingen, Leuven, 1980, pp. 119132, in part. p. 125, nota 25.

16

SJ. VOICU

appartengono tutte quelle forme (greco, slavo e secondaversione latina) che presentano l'interpolazione dei cap. 1 e 1021.
La tradizione antica dal canto suo sussistesoltanto in alcune traduzioni (arabo, etiopico, siriaco, prima versione latina e
georgiano) che ignorano queste ed altre aggiunte relativamente
recenti, presenti Delle forme greche, nella slavo e nella seconda
versione latina.

2.1.La versionearaba
Con fare un po' misterioso, Moraldi accennava Del 1989 alIa
circostanza che Nella Biblioteca Ambrosiana vi e, non ancora
pubblicato, un codice arabo contenente solo il Vangelo di
Tommaso22.Ritomando due anni pill tardi su questo codice
...non ancora conosciuto , Moraldi ipotizzava inoltre che i
Racconti fossero un testa in siriaco risalente al V secolo e che
fu tradotto in arabo e da qui in etiopico 23.
Nel frattempo la versione araba dei Racconti era stata pubblicata da Noja24sulla base di un manoscritto milanese, il G 11
SUp.25,
presumibilmente da identificare con quello a cui accennava Moraldi. La traduzione francese del testa arabo, apparsa in
precedenza26,conferma parzialmente l'ultima affermazione di
Moraldi, in quanta il testa arabo dipende indubbiamente dalla

21. E impossibile determinaTe se i capitoli 1 e 10 siano stati inseriti


separatamente 0 insieme nei Racconti, poiche tutte Ie forme che presentano l'uno hanno anche l'altro. Per ragioni di ordine letterario, sembra invece ragionevolmente sicuro che i cappo 17-18 costituiscono
un'unica inteIpolazione relativamente tardiva, eseguita probabilmente
assiemealIa nscrittura di varie altre paTti dell'apacrifo, come ad esempio i cappo2.5 e 3.3.
22. L. MORALDI,Nascita e infanzia di Gesit nei piit antichi codici cristiani, Milano, 1989,p. 50.
23. L. MORALDI,Vangeloarabo apocrifo dell'apostolo Giovanni da un
Manoscritto della Biblioteca Ambrosiana, Milano, 1991 (Di frante e
attraverso 285),p. 28.
24. S. NOJA, A propos du texte arabe d'un evangile apocryphe de
Thomas de la Ambrosiana de Milan , in B. SCARCIAAMORETfI-Lucia
ROSTAGNO
(a c. di), Yad-Nlima. In memoria di Alessandro Bausani. I:
Islamistica,Roma, 1991 (Studi orientali 10),pp. 335-341.
25. Gia menzionata da VAN ROMPAY,De ethiopische versie, op.cit.,
p. 120, nota 4.

26. Cf. S. NOJA, L'Evangile arabe apocryphe de Thomas, de la


Biblioteca Ambrosiana de Milan (G 11 sup>, in A. VIVIAN
(Hrsg.), Biblische und judaistische Studien. Festschrift fur Paolo
Sacchi, Frankfurt am Main..., 1990 (Judentum und Umwelt 29), pp.

681-690.

VERSO IL TESTO PRIMmVO

17

versione siriaca27.Entrambe Ie forme coincidono infatti Delprecisare che la scenetta di 9.1 (= cap. V nella numerazione di Noja)
avviene di sabato e Del parlare, al cap. 13.1 (= cap. VIII Noja),
delle dimensioni del letto: sei cubiti per il siriaco (assieme ad
Lm) e sette cubiti per l'arabo.
Comunque l'arabo non trasmette il testo integrale dell'apocrito, ma una scelta di episodi, per di pill fortemente rimaneggiati.
Tuttavia, non sembra necessario attribuire Ie differenze tra la
forma araba e quella siriaca ad un episodio di censura28.E evidente che l'arabo riutilizza liberamente il suo modello. II risultato e piuttosto una riscrittura che una traduzione. L'arabo aggiunge inoltre due scenette che non si ritrovano in siriaco, ne fanno
parte dei Raccontz"29.
La corrispondenza dei cappodi Noja con la
numerazione utilizzata per la sinossie la seguente: I = 2.1-4; II =
3.1-3a; III = 4.1-5.3; IV = 6.1-2, 6.2a, 2e-f, 7.4, 14-2; V = 9.1-3;
VI = i bambini trasformati in animali3O;VII = 11.1-2; VIII =
13.1-2; IX = 14.1-3; X= 16.1-2; XI = Gesu mischia i colori del
tintore31.

27. Invece, come si vedra in seguito,essendostata eseguita su un model10greco, la traduzione etiopica non deriva affatto da un modello arabo.
28. Tale posizione e stata espressa da NOJA, L'Evangile arabe ,
op.cit., p. 681.
29. Entrambi gli episodi aggiunti si ritrovano invece Del cosiddetto
Vangelo arabo dell'infanzia (cf. M.L. PROVERA,
II vangeloarabo dell'infanzia secondo il ms. Laurenziano orientale (n. 387), Gerusalemme;
1973 (Quademi de La Terra Santa), cappo35 e 39) e sporadicamente
associatiai Racconti.
30. Questo episodio e trasmesso anche da due manoscritti serbi in
appendice alIa versione slava dell'apocrifo (cf. SANTOS
OTERO,Das kirchenslavische Evangelium, op.cit., pp. 145-146); ct. inoltre C. FABRE
V ASSAS,La here singuliere. Les juifs, les chretiens et Ie cochon
(Bibliotheque des scienceshumaines), Paris, 1994.
3L Questo episodio e attestato in greco dal manoscritto mutilo di Parigi
utilizzato da Tischendorl (d. TIsCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit.,
p. 148, apparato), da un manoscritto slavo isolato (cf. GERO,The
Infancy Gospel of Thomas , op.cit., p. 55,nota 1) e da alcuni manoscritti
etiopici, in cui e probabilmente tradotto dall'arabo (cf. V. ARRAS-L.
VAN ROMPAY,Les manuscrits ethiopiens des Miracles de Jesus
(comprenant l'Evangile apocryphe de Jean et l'Evangile de l'enfance
selon Thomas l'Israelite) , in: Analecta Bollandiana 93 (1975),pp. 133146, in part. p. 146). La sua tradizione risale in definitiva a una scenetta
del Vangelo di Filippo di Nag Hammadi (cf. S. GERO, Apocryphal
Gospels: A Survey of Textual and Literary Problems , in W. HAASE
(hg.), Aufstieg und Niedergang der romischen Welt (ANRW). Geschichte
und Kultur Roms im Spiegelder neueren Forschung. Teil II: Principato
25: Religion. 5, Berlin -New York, 1988,pp. 3969-3996,in part. p. 3982).

18

SJ. VOICU

Trattandosi di una sottoversione, e per giunta fortemente


rimaneggiata, la forma araba ha scarsissimo interesse sotto il
profilo critico, e quindi non verra affatto utilizzata nella sinossi 32.

2.2.L'ipoteticaversionearmena
Una versione armena dei Racconti e un po' come l'araba fenice : non essendostata ritrovata finora, non si sa se sia mai veramente esistita. Ma due fragili indizi invitano a non scartarne la
possibilita, sia pure in via ipotetica.
In armeno esiste un lungo Liber de pueritia Saluatoris33,
finora
scarsamentestudiato, ma che riporta parecchi episodi che derivallO in definitiva dai Racconti. Stando aIle ricerche di Hans
Quecke, la forma pubblicata di questo apocrifo utilizza la antica
traduzione armena del Protovangelodi Giacomo ed e stata quindi composta, 0 almeno rivista, in armeno34.Dunque non si pliO
escludere che il redattore del Vangelodell'infanzia abbia utilizzato anche altre fonti armene, e fra queste figurasse anche una
versione, successivamenteperduta, dei Racconti.
A favore dell' esistenzadi una versione armena scomparsadei
Racconti potrebbe militaTe anche l'esistenzadella versione georgiana. Malgrado alcune osservazionidi Garitte35sembrino insiflUMe il contrario, questa non pub derivaTedal siriaco, in quanto
al cap. 6.3 (6.7 nella numerazione di Garitte) il georgiano ha la
lezione giusta fino ad omega , contro il siriaco, che innova con
fino a tau .
Se il georgiano non dipende dal siriaco, pliO esserestato eseguito direttamente suI greco oppure, pin probabilmente, dato

32. Cio non implica in alcun modo che la forma araba sia priva d'interesse.Essa potrebbe contribuire a chiarire il modo in cui alcuni episodi
dei Racconti sono stati utilizzati nel Corano; ct. NOJA,L'Evangile
arabe , op.cit., p. 683; C. SCHEDL,
Muhammad und Jesus.Die christologisch relevanten Texte des Korans neu ilbersetzt und erkliirt, Wien...,
1978,pp. 427-429.
33. Pubblicato da [E. TAYEC'I], Ankanon Girk' Nor Ktakaranac',
Venetik, 1898,pp. 1-126; tradotto in francese da P. PEETERS,
Evangiles
apocryphes. II: l'evangile de l'enfance, redactions syriaques, arabe et
armeniennes,Paris, 1914,pp. 69-286;ct. CANT 59.
34. Le conclusioni di Quecke si trovano in E. DESTRYCKER,
La forme la
plus ancienne du Protevangile de Jacques(Subsidia Hagiographica 33),
Bruxelles, 1961,pp. 372-373.
35. G: GARITTE,Le fragment georgien de l'Evangile de Thomas , in:
Revue d'histoire ecclesiastique51 (1956), pp. 513-520,in part. pp. 517,
note 2-3; 518,note 2-5,ecc.

VERSO IL TESTOPRIMITIVO

19

che si tratta di una traduzione antica, su un intermediario armeno. In quest'ultimo caso, una riconsiderazione del frammento
georgiano a caccia di armenismi di traduzione potrebbe
dimostrare effettivamente l'esistenza di un anello armeno mancante.
2.3. La versione etiopica (= E)
La forma pubblicata da Grebaut36 quale capitolo VIII dei
Ta'amra 'lyasiis Miracoli di Gesu non sembra aver ricevuto
finora l'attenzione che merita. II fatto che abbondi in lezioni singolari e che, in particolare per quanto riguarda la titolatura di
Gesu e di Maria, presenti degli etiopismi evidenti, Ie ha fatto
guadagnareimmeritatamente i qualificativi di rimaneggiamento 37oppure di parafrasi 38,
In tempi pill recenti, questo atteggiamento essenzialmente
negativo, sembra essersiattenuato, dopo la ragionata difesa di
Van Rompay39,il quale mette in rilievo numerosi passi in cui
l'etiopico concorda con Ie altre versioni antiche (siriaco, georgiano e palinsesto latino di Vienna), in opposizione aIle forme tardive rappresentate dill greco, dallo slavo e dalla versione latina
indipendente. Rivedendo la sua precedente presa di posizione,
Gero ammette ormai la possibilita che l'etiopico dipenda direttamente da un modello greco perdut04O.
Tuttavia, il presente lavoro presupponeche questa rivalutazione sia stata troppo timida: l'etiopico non solo dipende direttamente da un modello greco, senzacioe passareper un intermediario arab041,ma questo modello greco sembra addirittura

36. S. GREBAUT,Les miracles de Jesus: texte ethiopien (Patrologia


Orientalis 12,4), Paris, 1917.
37. Cf. SANTOS
OmRo, Das kirchenslavischeEvangelium,op.cit., p. 37.
38. Cf. GERO,The Infancy Gospel of Thomas , op.cit., p. 55.
39. VAN ROMPAY,
De ethiopische versie , op.cit.
40. Cf. S. GERO,The Ta'amra 'iyasus: A Study of Textual and SourceCritical Problems , in TADESSE
Beyene (ed.), Proceedingsof theEighth
International Conference of Ethiopian Studies, University of Addis
Ababa, 1984. I, Addis Ababa -Frankfurt am Main, 1988,pp. 165-170,in
part. p. 167 e p. 169, nota 24; si veda anche W. WITAKOWSKI,The
Miracles of Jesus: An Ethiopian Apocryphal Gospel , in : Apocrypha 6
(1995)pp. 279-298.
41. Finora si conoscono solo due itinerari seguiti dalle traduzione etiopiche di opere greche. Quelle pill antiche (secoli V-VIII?) sono state
eseguite su manoscritti greci. Dal XII secolo in poi, si e lavorato su
modelli arabi (i quali, a loro volta possono essere stati tradotti direttamente dal greco, oppure attraverso intermediari copti 0 siriaci). Non

20

S.J.VOICU

essereindipendente, quindi migliore di quello da cui derivano Ie


altre traduzioni antiche.
II primo punto e facilmente dimostrabile. II testo etiopico presenta con una certa regolarita congiunzioni in secondaposizioDe. Si tratta di una particolarita che l'etiopico condivide con il
grec042,ma che non e consentita dalla sintassi araba. Sotto il
profilo fonetico, la conservazione del nome della lettera beta
sotto la forma beta e la parziale conservazione del nome di
Zenone al cap. 9.3 avrebbero trovato degli ostacoli insormontahili nella fonetica araba, che, contrariamente al greco e all'etiopico, non e in grado di rappresentare una e lunga in maniera
accettabile e univoca. Quindi l'ipotesi di un intermediario arabo
presupporrebbe che il testo sia stato profondamente rielaborato
in ambito etiopico e, almeno Del caso di beta e di Zenone senza
motivazione apparente. Per quale ragione infatti l'ipotetico revisore avrebbe dovuto restituire delle forme greche, della cui esistenza non aveva motivo di esserconsapevole,dato che non Ie
trovava Delsuo modello?
Ma non e tutto. Non solo l'etiopico apparentemente non presenta errori congiuntivi con altri rami della tradizione nota dei
Racconti, ma in qualche casoIe sue lezioni appaiono preferibili a
quelle proposte dal resto delle testimonianze manoscritte, in
quanto riesce difficile classificarlecome errori evidenti.
II caso pill macroscopicosembra esserequello del cap. 13, che
Del resto della tradizione presenta Gesu mentre allunga un'asse
di legno per togliere dai guai il padre Giuseppe. Questo aspetto
meraviglioso e totalmente assentedall'etiopico, dove la scenetta
ha un carattere abbastanzadiverso: Gesu chiede a Giuseppe di
insegnargli gli elementi del mestiere di falegname, cioe tagliare,
sgrossaree squadrare illegno, e dopo aver finito illavoro 10sottopone alIa sua approvazione. Mentre e abbastanza agevole
immaginare che un revisore abbia voluto introdurre, in una sce-

sembra che si sia mai tradotto direttamente dal copto in etiopico (cf.
E. CERULLI,La letteratura etiepica. L' oriente cristiano nell'unita delle
sue tradizioni, 3. ed. (Le letterature del mondo 30), Firenze -Milano,
1968, pp. 27-29). Ne e mai stata dimostrata l'esistenza di traduzioni
dirette dal siriaco in etiopico, nonostante l'ipotesi avanzata da W.
WITAKOWSKI, Syrian Influences in Ethiopian Culture , in:
Orientalia Suecana38-39 (1989-90) pp. 191-202, in part. pp. 194-195
per spiegare Ie somiglianze fra Ie versioni siriaca ed etiopica dei
Racconti.
42. Cib non implica necessariamenteche vi sia una corrispondenzaunivoca tra Ie particelle etiopiche e quelle greche.

VERSO IL TESTa PRIMmYO

21

netta apparentemente banale43,degli elementi soprannaturali,


l'ipotesi che questi siano andati persi per qualche ragione appare
molto menD verosimile, alIa luce di quel che avviene di norma
Delle raccolte agiografiche, dove i tratti meravigliosi in genere
tendono ad aumentare e non a diminuire.
Un altro caso in cui la disposizione delI'etiopico appare preferibile, e quindi piu antica, riguarda l'episodio della semina meravigliosa (cap. 12), che essosolo riporta in appendice dopo il cap.
19, mentre Ie altre forme 10inseriscono Deltesto. La spiegazione
piu accettabile di questa differenza di collocazione e che la scenella sia un'aggiunta molto antica, la quale solo in un secondo
tempo, ma gia successivoalIa traduzione etiopica, sarebbe stata
integrata Del testo prima del cap. 13. Appare decisamentemenD
convincente l'ipotesi che qualcuno abbia trasferito in appendice
il capitoletto44.
In questi due casi la superiorita delI'etiopico appare molto
convincente. E invece piu difficile rendere conto di altri passi in
cui esso si oppone al resto della tradizione manoscritta. In 2.4,
l'ordine di Gesu ai passeri si presenta in varie maniere nella tradizione manoscritta. Anche in questo caso si osservauna differenza molto nella fra gli altri testimoni, Ie cui lezioni sembrano
dipendere tulle dalla forma attestata dal siriaco : Andate, volate e ricordatevi di me, voi che siete vivi , e l'etiopico, che ha un
testo totalmente diverso: Andate, volate verso quegli uomini
che sono 11. Premessoche la divergenza fra Ie due lezioni non
sembra spiegabile per ragioni meccaniche,come un puro errore
di trasmissione,si cleveforge supporre una innovazione in etiopico, in virtu, ad esempio, di un errore paleografico, oppure a un

43. La semplicita della forma etiopica e solo apparente. In realta, presentando Gesu come un apprendista di suo padre, non fa che ribadire
uno dei punti qualificanti dei Racconti: l'autorita che Giuseppe vi esercita costantemente nei confronti di Gesu. L'elemento meraviglioso trasmessodalle altre branche della tradizione haun sensanettamente pill
ortodosso, in quanta riafferma la tradizionale superiorita di Gesu
rispetto a Giuseppe. Anche la differenza fra queste due opzioni dottrinali milita a favore dell'originalita dell'etiopico.
44. II carattere secondario del cap. 12 sembra confermato dal suo probabile collegamento con la parabola del seminatore (cf. Mt 13,8 parr.),
raiche, tranne la chiusa del cap. 19, nessunepisodio delle forme antiche
dei Racconti ha addentellati chiari con il Nuovo testamento. Tra l'altro,
satta il profilo critico, il parallelismo con la parabola confermerebbe il
rapporto fra una misura di semenzae cento misure di raccolto, mentre
l'etiopico, che contrappone cinque chicchi a cinquecento sacchiappare
come un'amplificazione retorica secondaria.

22

SJ. VOICU

arricchimento dottrinale del resto della tradizione? Nessuna


delle due ipotesi s'impone, ma si noti che gli altri testimoni
rispecchiano ancora una tendenza nota nell'evoluzione dei testi
agiografici : quella di esplicitare cia che e implicito, riaffermando
cioe che gii uccelli sono veramente vivi45.
Forse in questo come in altri casi analoghi e meglio sospendere il giudizio e attendere lumi da un'edizione critica dell'etiopico. Infatti, Ie ricerche di Arras e Van Rompay hanno messo in
luce che, a fronte di una tradizione etiopica estremamente
ricca46,il testo dei Racconti pubblicato da Grebaut si basa solo
su tre manoscritti47.Peraltro, due di questi codici (A ed E) rappresentano la stessarecensione del testo (famiglia A2b), mentre
il terzo (B) e frutto di un rimaneggiamentoprobabilmente tardivo (famigiia B2b). Non solo, l'articolo di Arras e Van Rompay
rivela anche che questi tre manoscritti non rispecchianola disposizione primitiva dei Miracoli di Gesu,bensi ne rappresentano
una rase secondaria, sorta in ambito etiopico. II grosso infatti
della raccolta e una traduzione dall'arabo di uno scritto detto
Vangeloapocrifo di Giovanni,. a questa prima recensione (AI,
BI oppure CI) mancano proprio i Racconti, i quali successivamente sono stati aggiunti in appendice (forme A2a e B2a), per
poi essere trasferiti in mezzo al testo in posizioni variabili,
soprattutto come IX (A2c) oppure VIII miracolo (A2b). Dato
che la forma pubblicata da Grebaut dipende sostanzialmenteda
quest'ultima recensione secondaria, si pub speraTe che da
un'edizione critica emerga un testo etiopico migliore.
Comunque, la stessa tradizione etiopica dei Racconti non
autorizza un ottimismo eccessivo,poiche 10 scritto non sembra
pill sussistereautonomamente,ma e tramandato sempre assieme
ai Miracoli di Gesu. E quindi probabile che tutti i manoscritti

45. Comunque, un'idea della complessita della problematica si pub


avere dal fatto che in etiopico la frase successiva<I passeripresero il
yolo e gridavano dicendo: "Sia ringraziato il Figlio del Signore") e
molto probabilmente secondaria.
46. ARRASe VAN ROMPAY,
Les manuscrits ethiopiens , op.cit., menzionano 24 manoscritti che contengono l'apocrifo. Ma dato che la loro
indagine ha potuto prendere in esamesolo i codici conservati in alcune
grandi biblioteche occidentali (cf. anche ibid., p. 144,nota 1), il numero
dei manoscritti etiopici che trasmettono i Racconti e destinato ad
aumentare,forge anche considerevolmente,grazie ai microfilm eseguiti
in Etiopia dal progetto EMML (cf. Ie indicazioni preliminari di VAN
ROMPAY,
De ethiopische versie , op.cit., p. 122,nota 14).
47. Su quest'ultimo punto, ct. VAN ROMPAY,
De ethiopische versie,
op.cit., p. 123,nota 19.

VERSO IL TESTa PRIMfI1VO

23

noti dei Racconti derivino da un unico capostipite tardivo, forge


coetaneo 0 addirittura successivoalIa traduzione dei Miracoli di
Gesudall'arabo (sec.XIII?).
Poiche la versione dei Racconti risale al periodo pill antico
della letteratura etiopica, qUellOdelle traduzioni dal greco, ed e
quindi anteriore alIa fine del secolo V1I48,e inoltre probabile
che nella sua trasmissione ci sia un buco nero di almeno
mezzo millennio.
2.4. La versione georgiana (= K)
Poche cose si possonodire suI conto di questo testimone della
tradizione antica. Certamente e da rimpiangere che l'unico
manoscritto che trasmette i Racconti, A-95 di Tiflis, anteriore
agli illizi dell' XI secolo49,finisca mutilo al cap. 7.2. Inoltre sono
da lamentare Ie pessimecondizioni in cui si trova il testo di questo frammento, che, nonostante tutta la perizia di G. Garitte50,e
sfigurato in parecchi punti, segno di una trasmissionecomplessa
e tormentata.
I passi in cui il georgiano e il siriaco si oppongono al greco A
di Tischendorf sono stati messi in luce sistematicamente da
Garitte. Dato tuttavia il carattere secondario del greco, essi non
bastano a dimostrare che fra Ie due versioni ci sia un rapporto
diretto. Appare pin probabile che la traduzione georgiana
dipenda da un modello greco, forge attraverso un intermediario
armeno, e non siriaco51.Ovviamente, poiche, come tutta la tradizione antica, ignora l'interpolazione del cap. 1, il georgiano
riflette una recensione anteriore all'archetipo della tradizione
greca superstite.
In mancanza di un secondo testimone manoscritto, nella cui
scoperta non sembra lecito ormai speraTe,e comunque probabiIe che una nuova revisione alla luce delle altre versioni antiche e

48. Cf. VAN ROMPAY,


De ethiopische versie , op.cit., p. 132,nota 47.
49. Attualrnente l' A-95 e un manoscritto composito, la cui prima parte
e il cosiddetto Mravalthavi di Parkhal . Alcune indicazioni sulla parte
agiografica, che e quella che trasmette i Racconti, e suI suo rapporto
con l'omeliario, si trovano in M. VANESBROECK,
Les plus ancienshomeliaires georgiens. Etude descriptive et historique (Publications de
l'Institut Orientaliste de Louvain 10), Louvain-la-Neuve, 1975,pp. 54-

60.
50. G. GARITTE,Le fragment georgien , op.cit.
51. Anzi, la dipendenza del georgiano dal siriaco sembra esclusa dal
fatto che, in 6.3, il georgiano ha il testo originale da alia ad omega ,
mentre il siriaco porta da alia a tau , una lezione secondaria che,
come si vedra pill gotto, esistevagia nel suo modello greco.

24

S.J.VOICU

dell'insieme della tradizione greca possa migliorare moderatamente l'intelligenza del georgiano e, soprattutto, precisarne
meglio la posizione Delio stemma rispetto agli altri rami della
tradizione antica.
2.5. Le forme greche (BUG 7790, 779p,779pb, 779pc)
La tradizione greca rappresenta una realta complessa...e uniformemente deprimente, in quanta deriva interamente da un
esemplare che oltre ad aver subito l'interpolazione dei cappo1 e
10, e stato riscritto in larga misura. Questo carattere secondario
non vale solo per Ie quattro recensioni utilizzate Del presente
lavoro, ma, dalle analisi, tuttora inedite, di JacquesNoret, appare confermato per il resto della tradizione diretta greca52.Cio
significa che, paradossalemente,Ie forme pin antiche del testa
sana giunte fino ai nostri giorni esclusivamentein lingue diverse
dal grec053.
2.5.1. II greco A di Tischendorf(= Ga; cf RRG 779p)54
Questa forma e fondata su quattro testimoni, tutti insoddisfacenti. Due sono frammentari: 1) una collazione parziale del
Vindob. Phil. gl: 162, ff. 180-187v55,
che giunge fino al cap. 2 (il
resto del testo e andato perso prima della fine del sec. XVIII56);
2) il Paris, A.F. grec 239,che finisce, in maniera anormala, al cap.

7.4.
I due manoscritti completi , il Ronon. Univ. 2702 e Dresd.,
A 187, non 10 sono affatto, poiche presentano una lunga lacuna
tra 6.2 e 6.3, equivalente a piu di un decimo del testo totale.

52. Gli undici manoscritti greci dei Racconti sono elencati da J. NORET,
Pour une edition de l'Evangile de l'enfance selon Thomas , in:
Analecta Bollandiana 90 (1972),p. 412.
53. Questa circostanza pero non autorizza l'ipotesi, di cui si parlera pill
avanti, di un originale siriaco per i Racconti.
54. Pubblicato da TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., pp. 140157.
55. Questa e la segnatura del manoscritto secondo NORET,Pour une
edition , op.cit., mentre TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., p.
xliii; SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium, op.cit., p. 152 e
SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 350 parlano del Vindob. Phil. gr. 144, facendo riferimento ad una collocazione
che non e pill valida da pill di due secoli; ct. H. HUNGER,Katalog der
griechischen Handschriften der OsterreichischenNationalbibliothek. 1.
Codices historici, Codices philosophici et philologici, Wien 1961
(Museion n.F. IV; 1), p, 265.
56. Ct. NORET, Pour une edition , op.cit.

VERSO IL TESTa PRIMITIVO

25

Questa lacuna, che e esclusivadi questi due testimoni viene designata come 6.2a-6.2fnella sinossi. Avendo questi manosCritti
subito non solo l'interpolazione dei cappo1 e 10, ma anche quella dei cappo17-18,possiamo solo rimpiangere che la forma greca
A di Tischendorl sia diventata una sorta di textus receptus 57
che, essendola pill tradotta e commentata, ha condizionato fortemente Ie ricerche sui Racconti.
Una Iettura attenta dell'apparato critico di Tischendorl rivela
che questi testimoni non brillano per la correttezza del lara
greco e che su pill punti il testa della sua edizione e congetturaIe.
2.5.2. II greco B di Tischendorf8 (= Gb; cf BHG 779pb)
Questa forma, che e stata pubblicata sulla base di un solo
manoscritto, i1 Sinait. gr: 453 (XIV-XV s.), e un riassunto della
forma recente , che si estende fino all'episodio della tavola
allungata (cap. 13 di Ga). Sebbene attesti formalmente solo Ie
interpolazioni dei cappo1 e 10, il greco B dovrebbe derivaTeda
un esemplare che ha gia subito l'aggiunta dei cappo17-18. Cio
emerge con evidenza dagli improperi rivolti al figlio di Anna net
cap. 3.2 e dalla chiusa del cap. 3.3, esclusivi di quella fase tardiva
del testa.
Un secondo esemplaredella stessaforma del testa e stato scopeTta da Joseph Paramelle in un manoscritto tardivo, il Sinait.
gr: 53259.Cio potrebbe indicaTeche la forma Gb e stata prodotta
in ambito palestinese, 0 addirittura nella stesso monastero di
Santa Caterina.
L'ipotesi, emessada Camey60che Gb possa avere un qualche
rapporto privilegiato con i1 poema irlandese, non ha alcun fondamento, in quanta quest'ultimo dipende con ogni probabilita
dalla prima versione latina, e quindi fa parte dei testimoni della
forma antica .

57. L'espressione sta in SCHNEEMELCHER,Neutestamentliche


Apokryphen, op. cit., p. 351.
58. Pubblicato da TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., pp. 158-

163.
59. Ct. P. GEHIN,Heuristique des manuscrits grecs , in: Bulletin de
l'AELAC 3 (1993), 11-17,in part. p.14.
60. a. J. CARNEY,The Poems of Blathmac, Son ofca Brettan, together
with the Irish Gospel of Thomas and a Poem on the Virgin Mary,
Dublin, 1964(Irish Texts Society 47), pp. xvi-xvii.

26

S.J.VOICU

2.5.3. L'edizione di Delatte61(= Gd,.cf BHG 779n)


Fondata su un solo manoscritto, l'Athen.,E.B. 355, forge del sec.
XV; questaforma del testo e stata largamenteignorata dalla ricerca e praticamente dimenticata dalle opere di divulgazione.Santos
Oter062sembraesserestato it primo a rendersiconto che it testo di
Delatte consentedi risolvere non pochi dei problemi che emergono dalla comparazionefra la versione paleoslavae it greco A di
Tischendorf. Ma questa sua valutazione, fondamentalmentepositiva, e andata persa in Schneemelcher63
e dimenticata altrove. E
difficile dire se tanto ostracismosia meritato : da un lato, it manoscritto di Atene offre un testo non proprio eccellente(bastaun' occhiata all'apparato di Delatte per convincersene),e, come se non
bastasseroIe interpolazioni ai carr. 1, 10, 17 e 18, aggiungeuna
lunga premessainiziale64relativa al soggiornodella Sacrafamiglia
in Egitto (cap. 0); dalI'altro, rappresentavafinora l'unica forma
greca pubblicata priva della lacuna 6.2a-6.2f,che contraddistingue
it greco A di Tischendorf,e che il greco B riassumefortemente.
Gd e particolarmente vicino alIa secondaversione latina (Lt),
che e l'unica altra forma dell'apocrifo che conosce il cap. O.
Poiche Gd ha parecchi errori ignorati da Lt, la traduzione latina
deve esserestata eseguita su un antenato di questo ramo della

tradizione.
2.5.4. Il manoscritto di Gerusalemme(= Gs)
11Sabait. gl: 259, che riporta i Racconti ai ft. 66r-72r, e stato
trascritto nellO89-90 da un Gerasimo monaco e presbitero per
conto di un Basilio ciambellano65.Per quanto riguarda la struttu-

61. Pubblicato da DELAlTE, Anecdota Atheniensia,op.cit., pp. 264-271.


62. SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium,op.cit.
63. SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 350.
64. DELAlTE,Anecdota Atheniensia, op.cit., pp. 264-265,tin. 19.
65. Si corregga in questo sensal'indicazione di VOICU, Notes , op.cit.,
p. 120. 11recente catalogo di C.N. CONSTANTINIDES
-R. BROWNING,
Dated Greek Manuscripts from Cyprus to the Year 1570 (Dumbarton
Oaks Studies 30), Washington -Nicosia, 1993,pp. 63-68e Pl. 8, viene ad
aggiungersi a quello di A. PAPADOPOULOS-KERAMEUS,
,AVclAeK!a
'IepoO'oAVjlI!IKfjr;
O'!axvoAoyiar;.II, Petroupolis, 1894,pp. 384-388 (con
un facsimile). Altre indicazioni sui contenuto del manoscritto si trovano
in P. VAN DENVEN, La legendede S. Spyridon eve-quede Trimithonte
(Bibliotheque du Museon 33), Louvain, 1953,pp. 61-63 et 65*-74* (con
altri facsimili). Sullo scriba, cf. anche M. VOGEL-v: GARDTHAUSEN,
Die griechischen Schreiber des Mittelalters und der Renaissance
(Beihefte zum Zentralblatt ftir Bibliothekswesen 33), Leipzig, 1909
[rist. Hildesheim, 1966],p. 66.

VERSO IL mSTO PRIMITIVO

27

ra del testo, si tratta di gran lunga del migliore testimone greco


nolo, in quanto e quello meno interpolato: ollIe al cap. 1, che
caratterizza tutta la tradizione recente, aggiunge solo il cap. 10,
ma 10pone fra i cappo16 e 19. Questa recensioneignora quindi i
successiviinserimenti dei cappo17-18 e 0, i quali, assiemea una
lunga serle di ritocchi di minore ampiezza,rappresentano tappe
ulteriori nella evoluzione dell'apocrifo.
Cib delio, non semple si pub determinaTe con certeza cosa
attesti veramente il Sabaiticus.. il suo testo, che rivela curiose
convenzioni sintattiche e ortografiche, e costellato di lezioni
aberranti che la comparazione con il resto della tradizione
manoscritta non aiuta a correggere e spessohanno resistito alla
sagaciadi JacquesNl;)ret. La sinossi ne prende alto.
2.6. II poema irlandese66
Questa recensione dei Racconti ha una struttura completamente diversa da quella degli altri testimoni Dati, poiche si tratta
di un poema di 48 strafe. Sebbene sia trasmesso da un unico
manoscritto molto tardivo (XVII s.), l'originale sarebbe da
porTe,per ragioni linguistiche, attorno all'anno 70067.II poemetto, che e staiD pubblicato assieme ad un esteso comment068,
abbraccia quasi per intero il contenuto delle forme antiche
dell'apocrifo e si chiude con il prodigio della trave allungata
(cap. 13).
II fatto che anche il testa greco B di Tischendorf finisca con la
stessascenaha incoraggiato l'idea che vi possaessereun legame
letterario tra Ie due forme69.L'ipotesi tuttavia non Teggead un
esame pin puntuale. In quanta discendente dalla tradizione
recente, Gb riassumeanche i capitoli interpolati 1 e 10,che mancalla precisamente dal poema irlandese. Quest'ultimo e quindi
un rappresentantedella tradizione antica, derivato probabilmente dalla prima versione latina, prima che questavenisseincorporata Del Vangelo dello Pseudomatteo70,
Si tratta di una situazione

66. Pubblicato da CARNEY,The Poems of Blathmac, op.cit., pp. 90-105.


67. Cf. CARNEY,The Poemsof Blathmac, op.cit., p. xix.
68. Cf. CARNEY,The Poems of Blathmac, op.cit., pp. 153-165; si veda
anche M. McNAMARA, Notes on the Irish Gospel of Thomas , in:
Irish Theological Quarterly 38 (1971),pp. 42-66.
69. CARNEY,The Poems of Blathmac, op.cit., pp. xvi-xvii; M. LOWE,
'Iouoalot of the Apocrypha: A Fresh Approach to the Gospels of
James, Pseudo-Thomas, Peter and Nicodemus , in: Novum
Testamentum23 (1981),pp. 56-90,in part. pp. 71-85.
70. Cf. anche McNAMARA,Notes , op.cit., p. 64.

28

S.J.VOICU

non priva di analogie con quella del palinsesto latina di Vienna.


Trattandosi di un rifacimento poetico, it valore critico di questa
forma e praticamente nullo, ragion per cui non verra utilizzata
nella sinossi71.
2.7. Le versioni latine (d. BHL 5334-37,5338-39,5340-42,ecc.)
Finora sana state lese di pubblico dominio tIe forme latine
dei Racconti,dietro aIle quali si cela una tradizione manoscritta
molto abbondante ma poco esplorata.
Lo studio dei rapporti fra Ie recensioni pubblicate e complicato dallo stato frammentario del palinsesto di Vienna e dal fatto
che la forma pubblicata da Tischendorl come pars altera del
Vangelo del/o Pseudomatteoe il risultato di un profondo rimaneggiamento. Tuttavia, una comparazione dettagliata indica che
queste tIe forme si riducono in realta a due traduzioni distinte:
Lm ed Lv risalgono a un capostipite probabilmente del IV seco10,mentre la forma Lt, che si riallaccia alla recensionegreca Gd,
cleveessereper forza molto pill tardiva. Questa circostanza non
sembra essere stata notata fino a tempi molto recenti72. Ad
esempio, O. Cullmann associaancora a torto Lv ad Lt, ma non
menziona Lm73.
2.7.1. Il palinsestodi Vienna (Lv)
In latino i Racconti sono stati tramandati frammentariamente
da un testimone eccezionalmente antico, il Vindobonensis563,
che potrebbe risalire addirittura al V secolo74.Si tratta di un
palinsesto che trasmette anche una pericope tratta dal vangelo
di Matteo e gli Acta Pilati. Apparentemente i tre testi non si trovano altrove riuniti in un unico manoscritto75.La parte riguardante i Racconti era gia nota a Tischendorf, che ne decifro alcuni
passi, ma senza indicaTe con precisione la collocazione del

71. La bibliografia relativa al poema irlandese si trovera in M.


McNAMARA, TheApocrypha in the Irish Church, Dublin, 1984,pp. 5253, il quale avanzatuttavia l'ipotesi, inutilmente complicata, che l'autore irlandese possa aver consultato pin forme diverse dei Racconti.
72. a. VOICU,Notes , op.cit., p.124.
73. In SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 350.
74. a. E.A. LoWE, CodicesLatini antiquiores :A palaeographical guide
to Latin manuscriptsprior to the ninth century. X; Oxford, 1963,p. 14.
75. Cf. Z. IZYDORCZYK,
Manuscripts of the Evangelium Nicoderni: A
Census (Subsidia Mediaevalia 21), Toronto, 1993, che presenta 435
manoscritti contenenti gli Acta Pilati. II Vindob. lat. 563 viene menzionata a pp.192-193,num. 393.

VERSO IL TESTO PRIMmvO

29

manoscritto76,che e stato perso di vista dagli specialisti degli


apocrifi, ma non dai paleografi, durante quasi un secolo, fino a
che, ne11972, G. Philippart non ne pubblico un'edizione diplomatica77.I fogli superstiti sono sei e rappresentano forge poco
pin di un decimo del testo originale, dato che questo testimone
appartiene alIa tradizione antica , che ignora Ie interpolazioni
dei cappo1,10 e 17-18.Al f. l71v c'e una piccola discrepanzafra
Ie due collazioni, la quale, se non e dovuta a un eccessodi scrupolo dalla parte di Philippart, sembra indicaTe che il palinsesto
era pin leggibile il secolo scorso,nonostante la oculorum valetudine di cui si lamenta Tischendorf78.
2.7.2. La pars altera del Vangelo dello Pseudomatteo(= Lm)
Questa secondaforma latina e stata pubblicata da Tischendorl
in appendice al cosiddetto Vangelo dello Pseudomatteo,di cui
costituisce i capitoli 27-4279.Purtroppo, si tratta di una recensione che e stata largamente rimaneggiata, il che ne complica l'utilizzazione satta il profilo critico; in particolare, la forma pubblicata ha perso quasi completamente il cap. 19. Comunque, cia
non impedisce di riconoscervi un testimone della tradizione
antica , in quanta non presenta i cappo1,10 e 17-18.SecondoIe
indicazioni inedite di Jan Gijsel, in altri manoscritti latini questa
traduzione dei Racconti si presenta ancora allo stato indipendente dallo Pseudomatteo. Una comparazione dettagliata con Ie
altre due forme latine pubblicate, indica che Lm deriva, in ultima istanza, dalla stessatraduzione rappresentata dalI'antichissimo palinsesto di Vienna.
2.7.3. La secondaversionelatina8 (= Lt)
Si tratta di una fomla dei Racconti collocabile immediatamente, grazie al fatto di trasmettere il cap. 0, cioe una lunga interpolazione iniziale che si ritrova solo Delmanoscritto greco di Atene
pubblicato da Delatte (Gd).
La parentela fra Ie due recensioni e evidente dai loro numerosissimi errori comuni. Tuttavia, la forma latina non e una tradu-

76. Ct. TISCHENDORF,


Evangelia apocrypha,op.cit., pp. xliv-xlvi.
77. Ct. G. PHILIPPART,Fragments palimpsestes latins du Yindobonensis 563 (yo siecle?)... , in: Analecta Bollandiana 90 (1972), pp.
391-411,pp. 406-408.
78. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p. xliv.
79. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., pp. 93-112.
80. Pubblicata da TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., pp. 164180.

30

S.l. VOICU

zione eseguitasuI codice ateniesebells! su un suo antenato che si


avvicinava di pili agii altri rappresentanti della tradizione recen-

te.
Su alcuni punti il testa pubblicato di Lt sembra aver subito
l'influsso della prima versione latina (Lm-Lv).
2.7.4. Due sole traduzioni latine
Nonostante il fatto che Lm abbia subito numerosi rimaneggiamenti e che in qualche punta il testa pubblicato da Tischendorl
sembri aver subito l'influsso di Lt, una sua comparazione sistematica con i frammenti tramandati dal palinsesto di Vienna
mette in luce che queste due forme derivano da un'unica traduzione. Tuttavia, malgrado la sua eccezionaleantichita, il manoscritto vindobonense non pub essereil capostipite di questa versione, poiche al f. 135r presenta un errore che pub essersi
prodotto solo in ambito latino, cioe la trasformazione di tantam
(Lm 31, 2) in santam.
La data di questaversione antica e quindi anteriore al palinsesto e va riportata probabilmente almeno al IV secolo. Peraltro,
questa traduzione non e stata eseguita direttamente sulla forma
originale dei Racconti,poiche almeno ai cappo6.3,9.1 e 13.1 presenta errori congiuntivi con la versione siriaca, e quindi entrambe derivano da uno stessoantenato greco, gia successivoall'archetip081.
Dalla comparazione sistematica che segue, in cui il corsivo
indica i passi in cui Lm e identico ad Lv, emerge che la traduzione tardiva Lt non presenta affinita evidenti con Ie altre due
forme latine.

2.2
<...> INFANTESPLURIMILUDEBANTCUM EO (Lv f.176r)
(...) infantes plurimi erant cum eo (Lm 27, linn. 4-5)
(...) hoc fecit Iesus inter pueros Iudaeorum (Lt 4.2a).

2.3
ET CUM UIDISSET EUM QUIDAM IUDEUS CUM INFANTffiUS HAEC
FACIENTEM PERUENIT AD JOSEPH PATREM <SUUM ET> TRAXIT

8L Se poi Ie considerazionigia espressein merito ai pregi della versione


etiopica risultassero fondate, la distanza fra l'archetipo greco e il
modello comune da cui derivano illatino e il siriaco sarebbe ancora

maggiore.

VERSO IL TESTa PRIMffiVO

31

IOSEPH DICENS : NON UIDES INFANTEM QUONIAM IN SABBATO <...>


NON <... F>A<C>ERE <NON EI LIC>ET (Lv f. 176r-v)
Cum ergo vidisset quidam de Iudaeis eum hocfacientem,
dixit
ad Joseph: Ioseph, nonne vides infantem Iesurn in sabbato operari quod ei facere non licet? (Lrn 27, linn. 5-7)
Et abierunt pueri Iudaeorurn dicentes ad Ioseph patrern eius :
Ecce filius tuus (...) fecit passeres, quod non fuit dignum facere
in sabbato (Lt 4.2b).

4.2
<...> HABITARE
AU<T...>(Lv f.171r)
(...) habitare nobiscum in hoc municipio. Aut (...) (Lm 29, linn.

11-12)
(...) Recede de loco isto, et (...) doce eum orare (Lt 5.1b).

5.1
<...> ET ACCESSIT AD INFANTEM IH(ESU)M ET MONEBAT ILLU(M)
DICENS: UT QUID HEC FACIS ET DOLENT <I>STI <E>r2 ODIUNT
NOS ET DIXIT INFANS IH(ESU)S SI NO(N) SAPIENTES ERANT
SERMO<NES> (Lv f.l71v)
Accessit autem Joseph ad Iesum et monebat eum dicens: Ut
quid talia facis? Jam multi dolentes contra te sunt, et propter te
habent nos odio, et molestias hominum sustinemus propter te.
Respondens Jesus dixit ad Joseph: Nullus filius sapiens est (...)

(Lm 29,linn. 13-17)


Vocavit Joseph Jesum et coepit eum docere: Ut quid blasphemas? Habitatores
isti de loco isto odium habent super nos. Jesus
autem dixit: Ego autem scio quod isti sermones non sunt mei
(Lt 5.2a).

7.1
ET DIDASCALVS ZACCIAS PAVEFACTUS AD TANTAM83 NOMINATIONE(M) VERB I EXCLAMAVIT DICENS 0 MIHl CONSIDERE DIU (Lv
f. 135r)

82. Qui la coliazione di TISCHENDORF,


Evangelia apocrypha, op.cit., p.
xlv e pill coerente di quelia di Philippart. Ct. anche VAN ROMPAY,
De
ethiopische versie , op.cit., p. 126.
83. II manoscritto porta santam (ct. anche VAN ROMPAY,
De ethiopische versie , op.cit., p. 129). Questo errore, che si e prodotto necessariamente in latino, indica che il palinsesto vindobonense non e il capostipite delia prima versione latina, ma un suo discendente, poiche
l'errore non si trova in Lm.

32

S.J.VOlCU

Cum autem Levi hoc audisset, obstupefactus est ad tantam


dispositionem nominum litterarum (Lm 31.2,linn. 17-18)

CumqueaudissetZacheus(...) stupefactusestde prima littera


(...) et exclamavitet dixit: Heu mihi (Lt 6.8).
7.2
HINC VERa D<UC>ITE84 ILLU<M> ROGO UOS NON DEUET HIC
SUPER TERRA ESSE HIC VERa MAGNE CRUCIS DIGNUS EST HIC
POTEST ENIM IGNEM EXTINGUERE PUTO HIC ANTE CATACLISMUM

<...> (Lv f. 135r-v)


(...) Num debet iste super terra vivere? Imo in magna cruce
dignus est appendi. Nam potest ignem extinguere (...) Ego puto
quod hic ante cataclismumfuerit (...) (Lm 31.3)
Et dixit ad Ioseph: Precor te valde, frater, toIle eum a me :
quia non possum intueri in faciem eius (...) Quia iste infans
ignem domitare (...) potest; nam iste ante secula natus est (Lt
6.9a).

8.
<...> FRUcruOSA UIDENTCAECIFRUcruOSA IUDICII (Lv f. 132r;
Fructificent infructuosi et videant caeci (...) (Lm 31.4b)
Omnes nunc non videntes videant, et non intelligentes intelli.

gant(...) (Lt 6.12b).


8.2
ET RESTITUTI SUNT OMNESQUI SUNTMALEDICTI ET NEMO EI
AUDEBATUILEM FACERE(Lv, f. 132r)
(...) continuo sunt omnes restituti qui sub malis deciderant
infirmitatibus.
Et amplius non audebant dicere ei aliquid aut
audire ab eo (Lm 31.4c)
(...) salvi facti sunt omnes infirmi qui propter sermones eius
infirmabantur. Et non erant ausi loqui ad eum (Lt 6.12c).

9.1
ET UNA DIERUM IESUS SABBATO85 LUDEBAT CUM INFANTIBUS IN
SOLARIO ET UNUS DE INFANTIBUS CECIDIT ET MORTUUS EST ET
CUM UIDISSENT CETERI INFANTES FUGERUNT ET CONPREENSUS(Lv

f. 132r-v)

84. Questa integrazione e dovuta a VAN ROMPAY,


De ethiopische versie , op.cit., p. 129.
85. In questo episodio solo la prima versione latina e il siriaco precisano
che l'incidente e avvenuto di sabato.

14.3

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

33

Et cum essetibi una sabbati, dum Jesusluderet cum infantibus


in solario cuiusdam domus, contigit ut quidam de infantibus
alium depelleret de solario in terram, et mortuus est (Lm 32, linn.

2-5)

Una autem die cum ascenderetin domo quadam cum infantibus, coepit ludere cum eis Jesus. Unus autem de istis pueris
irruit per posticum, qui statim mortuus est. Et cum hoc vidissent
infantes, Dronesfugierunt; Jesusautem remansit in domo ilia (Lt

7.1).
4.
<LAMEN>TABAT ILLUM NON ESSECONSCIUMLITTERARUM ET
ADDUXIT ILLUM AD MAGISTRUMET MAGISTERDICEUAT ILLI DIC
ALFA (Lv f.142r)
(...) ducebant eum ad magistrum ut doceretur ab eo scientia
humana. Et tunc coepit magister imperiose eum docere dicendo :
Dic Alpha (Lm 38.1b)
considerabat eum tradere ad discendum litteras. Et tradidit
ilIum ad alium doctorem ut eum doceret (...) Et cum scripsisset
ei primum versiculum, quod est a et b (...) (Lt 12.1).
14.2
ET IESUS DIXIT DIC MIHI PRIMO QUID EST ALFA ET EGO TIUI
DICAM BETA ET MAGISTERIRATUS PERCUSSITEUM IN CAPITE ET
CONFESTIMRUIT ET MORTUSESTMAGISTER(Lv f. 142r-v)
Jesus veTO dixit ei: Tu mihi dic prius quid sit Betha, et ego
dicam tibi quid sit Alpha. Et ob hoc magister iratus percussit
legum, et mox postquam percussit eum mortuus est (Lm

38.1c)

Dixit lesus ad magistrum : Si vere magister es et vere scis litterag, dic mihi fortitudinem de a, ego autem dicam tibi fortitudinero de b. Tunc furore repletus magister eius percussit eum in
capite. lesus autem iratus maledixit eum, et subito cecidit et
mortuus est (Lt 12.2).

ETJESUS
REGRESSUS
ESTAD <...> (Lv f. 142v)
Et Jesusreversus est ad matrem suam domum (...) (Lm 38.2a)
Jesusautem regressusest in domum suam (...) (Lt 12.3a).
Per i paragrafi 19.1-2,tramandati parzialmente dal f. 141r-v di
Lv, non e possibile eseguire una comparazione a tre. Secondo
infatti il testa di Tischendorf, Lm non riporta la scena di Gesu
tra i dottori della legge. Resta da vedere se essasia scomparsa

34

S.J.VOICU

del tutto dalla tradizione dello Pseudomatteo,oppura sussistain


alcuni testimoni86.
Comunque, il risultato di questacomparazionenon lascia adito
a dubbi. Nonostante Lm sia stato largamente riscritto, e Ie altre
due forme non presentino un testo impeccabile, la vicinanza tra
Lm e Lv e la loro distanzarispetto a Lt rimangono evidenti.
2.8. La versione paleoslava87
La valutazione che diamo di questa recensione pliO apparire
provocatoria a chi abbia una qualche dimestichezzacon l'introduzione di Schneemelcher,la quale non e proprio avara di elogi
nei confronti dell'edizione di Santos. Si tratta di un notevole
progresso , di particolare importanza 88.Nel testa poi, la versione paleoslava viene citata con una nella preferenza rispetto
ad altre forme per risolvere problemi veri 0 presunti.
Senza nulla detrarre ai meriti reali dellavoro di Santos per
quanta riguarda la diffusione dei Racconti in ambito slavo89e la
dimostrazione della scarsa attendibilita delle forme greche pubblicate da Tischendorf, e importante segnalarnei limiti oggettivi.
La traduzione paleoslava, eseguita prima dell'anno 1200 in
Macedonia 0 in Bulgaria90,non solo appartiene indubbiamente
alIa tradizione recente dell'apocrifo (caratterizzata dall'interpolazione dei cappo1 e 10), ma presenta anche l'aggiunta ancor pill
tardiva dei cappo17-18 ed altre varianti secondarie.Thtto sommalo, la sua testimonianza appare molto simile a quella della
forma greca A di Tischendorl (la quale tuttavia ha la lacuna dei
cappo6.2a-2f).

86. La nota di TISCHENDORF,


Evangelia apocrypha, op.cit., p. 111,
secondo la quale il ms. D contiene almeno 19.4,oltre a non interessare
direttamente 19.1-2, e ambigua, in quanto apparentemente D e un
manoscritto contaminato con la versione Lt.
87. Pubblicata da SANTOSOTERO,Das kirchenslavische Evangelium,
op.cit., pp. 37-140.
88. SCHNEEMELCHER,Neutestamentliche Apokryphen,
351 rispettivamente.

op.cit., pp. 349 e

89. Meriti che vanno comunque temperati alIa luce delle manchevolezze
segnalate dai recensori; cf. GERO,The Infancy Gospel of Thomas ,
op.cit., pp. 53-55; H.G. LUNT, On the Apocryphal Gospel of St.
Thomas, in Pristapnipredavanja,prilozi i bibliografija na novite C1enovi
na MakedonskataAkademija na Naukite i umetnostite,Skopje,1970,pp. 99105[riassuntoin macedone:p. 105].Sulla diffusione dei Raccontiin ambito
slavo d. anche G. KRuSlEV,Mjastoto na Detstvo Isusovo v rannohristijanskatatradicija i apokrifnata kniZninana srednovekovnaBiiIgarija , in:
Palaeobulgarica/ StarobU/garistika,
15 (1991),3,pp. 91-101.
90. Cf. LUNT,On the Apocryphal , op.cit., p. 102.

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

35

Cib diminuisce considerevolmente l'importanza dello slavo,


che pub talvolta fare da arbitro tra i guasti del manoscritto di
Gerusalemme e Ie lezioni degli altri codici greci, ma Ie cui
varianti singolari non vengono mai in aiuto, ne potrebbero farlo,
per dirimere i veri problemi, quelli posti dalla tradizione antica
dei Racconti. Per questo motivo, la sua testimonianza non verra
utilizzata nella sinossi91.
2.9. La versione siriaca (= S)
Trasmessada almeno un codice del secolo VI, questa traduzione rappresenta la tradizione antica. Tuttavia la sua utilizzazione pone alcuni problemi. L'edizione di riferimento, quell a di
Wright92,dipende dal Londin. BoLo,Add. 14484 che potrebbe
risalire al sec. VI. Nonostante la sua data, questo testimone e
parecchio lacunoso ed ha perso parte del cap. 6.2d e i cappo6.37.3, 8.2 e 15.3-4.Tranne l'ultima, queste lacune possono essere
sanate grazie ad una trascrizione parziale eseguita da Peeters93
suI Vat. syt: 159 (del XVII secolo!), Ie cui varianti sana contrassegnatecon SP.
II testa pubblicato da Peeters trova conferma in una collazione parziale ed inedita del manoscritto di Gottinga, del sec. VI,
NiedersachsischeStaats-und Universitatsbibliothek, Syt: 10 eseguita da Frederic Rilliet (= Sf), la quale non e stata resa inutile
dal recente articolo di Baars e Helderman94,i cui autori traducono solo alcuni punti della lara collazione del manoscritto di
Gottinga.
La versione siriaca ha anche una, seppur modesta, tradizione
indiretta. Uno dei due manoscritti utilizzati da Budge per la sua
edizione della Vita siriaca della Vergine inserisce uno zibaldone
di citazioni tratte dai Racconu'95.
Ma questa testimonianza del s.

9L Singoli manoscritti slavi presentano degli episodi aggiuntivi, come


quello della trasformazione dei bambini in animali, che si ritrovano
dispersi in altri apocrifi delI'infanzia 0 in manoscritti isolati dei
Racconti,e che meriterebbero uno studio apposito.
92. W. WRIGHT,Contributions to the Apocryphal Literature of the New
Testament...,London, 1865,pp. 6-11 [si tratta della traduzione inglese,
unica forma alIa quale si rinvia nel presente lavoro].
93. Ct. PEETERS,
Evangilesapocryphes.II, op.cit., pp. 304-308.
94. BAARS-HELDERMAN,Neue Materialien , op.cit.
95. Ct. E.A. W. BUDGE,The History of the BlessedVirgin Mary and the
History of the Likeness of Jesus... II (Luzac's Semitic Text and
Translation Series 4-5), London, 1899,II, pp. 71-76; ct. anche PEETERS,
Evangilesapocryphes.II, op.cit., pp. v-vii.

36

S.J.VOICU

XIII-XIVe talmente rimaneggiata da renderne aleatoria l'utilizzazione nell' ambito della sinossi.
L'esatto valore critico del siriaco costituisce un problema delicato. Esso e indubbiamente un eccellente rappresentante della
tradizione antica, ma attesta alcune lezioni che si ritrovano solo
nella prima versione latina. Al cap. 6.3 solo S (rappresentatoqui
da SP)ed Lm hanno la lezione da alfa a tau , mentre la tradizione greca e il georgiano trasmettono da alfa a omega96.
Un altro caso in cui il siriaco e la prima versione latina (stavolta attestata sia da Lm che da Lv) si oppongono chiaramente al
resto della tradizione manoscritta si trova in 9.1. Queste due
forme sono Ie uniche che precisano che Gesu giocava con altri
bambini di sabato. In 13.1 invece il siriaco ed Lm aggiungono, contro tutti gli altri testimoni, che illetto era di sei cubiti .
Se si accetta l'ipotesi, gia esposta,dell'autonomia dell'etiopico
rispetto aIle altre versioni dei Racconti, la discussionee chiusa:
il siriaco e la prima versione latina hanno almeno tIe errori
congiuntivi e quindi dipendono, in ultima analisi, da un unico
manoscritto greco.
Questa spiegazionerimane tuttavia in piedi anche se la posizione privilegiata dell'etiopico dovesse rivelarsi inconsistente.
La sostituzione di omega con tau al cap. 6.3 pub essere
soltanto la correzione di uno scriba consapevoleche l'educazione di Gesu doveva essersisvolta in ambito ebraico. Invece, l'aggiunta dell'indicazione di sabato al cap. 9.1 potrebbe essere
una semplice ripresa del cap. 2.2-4, il cui contesto e abbastanza
simile, poiche entrambi presentano dei bambini che giocano con
Gesu. La precisazione sulle dimensioni delletto Del cap. 13.1
sembra secondaria,poiche una sua omissione volontaria appare
poco spiegabile.
Comunque, il ratio che la prima versione latina e il siriaco,
vale a dire due tra Ie forme piu antiche dei Racconti,attestino a
loro volta l'esistenza di un comune antenato greco distinto
dall'archetipo, antenato la cui esistenzanon pub esseresuccessiva al IV secolo, milita a favore di una data ancor piu alta per
l'apocrifo, il cui terminus ante quem andrebbe quindi spostato
hen prima della secondameta del IV secolo, quando viene men-

96. La lezione delI'etiopico <da alia fino alIa fine) sembra secondaria. Apparentemente si tratta di una soluzione di ripiego di fronte al
fatto che nel sillabario etiopico non c'e una lettera che possatrascrivere
omega in maniera accettabile. Se la lezione originaria fosse stata tau il
problema non si sarebbeposto in etiopico.

VERSO IL TESTO PRIMmvO

37

zionato da Epifanio e da Crisostomo,a qualchemomentodel


secoloIII.
2.10.Note sulla storia del testo dei Racconti
Nonostante Ie sue complessevicende, la tradizione manoscritta che abbiamo presentato consente di tracciare un quadro
abbastanza coerente delle trasformazioni subite dal testa
dell'apocrifo, quadro la cui rappresentazione grafica si trovera
nella stemmaposta in appendicea questo lavoro.
Se Ie considerazioni gia espressesana corrette, un primo data
si impone: la forma originale del testa, che comprendeva gli
attuali cappo2-9, 11, 13-16 e 1997,non sussistepiu nella tradizione manoscritta.
La testimonianza ad essa piu vicina e quella della versione
etiopica, che dipende da uno stadia caratterizzato dall'aggiunta
del cap. 12 i~ appendice.
TUtti gli altri rami della tradizione manoscritta98attestano 10
spostamento del cap. 12 fra i cappo11 e 13 e la trasformazione in
sensamiracolistico del cap. 13.
In una data probabilmente anteriore alIa fine del IV secolo i
Racconti subiscono dei ritocchi ai cappo6.3, 9.1 e 13.1. Le tracce
di questa revisione sana andate completamente perdute in
greco, ma sussistono nelle versioni latina antica e siriaca. Dal
latina derivera successivamente il poema irlandese; il siriaco
diventera il modello della versione araba e verra utilizzato da
altri apocrifi in ambito siro-arabo.
Se si prescinde dalla versione georgiana, la cui collocazione
precisa rimane incerta, pur facendo parte della tradizione antica , Ie altre testimonianze appartengono alIa tradizione recente,
per la cui nascita e impossibile proporre una data precisa. Si pliO
solo supporre che sia anteriore alIa fine del secoloX.
La rase successivadell'evoluzione del testa e sopravvissutain
greco, sia pure satta una forma poco soddisfacente,nel manoscritto sabaitico (Gs) dell'XI secolo, caratterizzato dall'aggiunta,

97. In questa sezione verra trascurato di nonna il fatto che uno stesso
episodio pub aver assunto,Delcorso della trasmissione del testa, tonne
diverse (in genere pill lunghe), a causa di operazioni di riscrittura. Ne ci
si inoltrera nella preistoria dei Racconti,che sembra indicare che l'apocrifo e raccogliticcio e che, in particolare, il cap. 19,desunto dill Nuovo
testamento, si differenzia nettamente dai capitoli precedenti.
98. Questa affennazione ovviamente non riguarda il georgiana, poiche
questo finisce mutilo al cap. 7.2, ed e quindi impossibile determinare
satta quale farIna presentassei capitoli successivi.

38

S.l. VOICU

non si sa se in uno 0 in due tempi distinti, dei cappo 1 e 10


(quest'ultimo inserito fra i cappo 16 e 19). A questo punta i
Racconti abbracciano i cappo1-9, 11-16,10 e 19.
A un periodo ancor pii'l tardivo, ma anteriore alIa fine del XII
secolo, risale un subarchetipo greco caratterizzato dall'aggiunta,
probabilmente simultanea, dei cappo17-18 e dallo spostamento
del cap. 10 fra i cappo9 e 11. E questo il modello comune del
greco A di Tischendorl (Ga) e della versione slava99,Tuttavia
l'edizione di Ga dipende essenzialmenteda un manoscritto che
ha una lunga lacuna al cap. 6.2.
In ambito greco, l'ultima rase della tradizione manoscritta e
costituita dall'interpolazione del cap. 0, attestata dal manoscritto
di Atene (Gd) e dalla secondaversione latina (Lt).

3. La tradizione indiretta e Ie testimonianze esterne


Accanto alIa ricca tradizione manoscritta che e stata descritta
nella sezione precedente, i Racconti SOfianoti per altre vie: la
loro riutilizzazione nell'ambito di altri apocrifi, Ie testimonianze
di alcuni autori antichi, la loro inclusione in liste di libri condannati. In questa sezione ci si soffermera brevemente su ciascuna
di queste categorie. Infine verranno menzionati alcuni testi antichi che presentano delle affinita con singoli episodi dell'apocrito, ma non sembrano dipendeme, e che quindi potrebbero essere annoverati tra Ie sue fonti.

3.1.La tradizioneindiretta
Essendo i Racconti la pill antica raccolta di episodi non canonici relativi alIa fanciullezza di Gesu, non sorprende particolarmente che siano diventati una fonte privilegiata per apocrifi pill
tardivi sull'infanzia. I contesti in cui e avvenuto illaTa reimpiego
sana abbastanzadiversi e finora sana stati scarsamentestudiati.
In questa sezione si parlera solo delle riutilizzazioni avvenute in
ambito orientale, tralasciando tutte quelle forme occidentali,
come il Libellus de natiuitate sanctaeMariae (cf. CANT 52) 0 il
Liber de infantia Saluatoris(cf. CANT 53) che dipendono in ultima istanza dal Vangelodello Pseudomatteo(cf. CANT 51).

99. La posizione del modello da cui e stato tratto il riassunto Gb, che si
interrompe al cap. 13, non e determinabile direttamente per quanta
riguarda i cappo17-18.La sua appartenenzaa questa rase sembra pero
assicuratadal fatto che Gb presenta gia il cap. 10fra i cappo9 e 11.

VERSO IL TESTO PRIMmVO

39

3.1.1. La StaTiodi Giuseppeilfalegname (CANT60)

Si tratta di uno scritto di origine copta,ma che e stato anche


tradotto in arabo,chedescrivel'agoniadi Giuseppe.In punta di
maTteGiusepperievocaalcunie~isodidell'infanziadi Gesu:
Mi ricordo il giomo in cui la vipera morse il ragazzoe costui
mono E la sua famiglia ti cercava per consegnartia Erode... E
hai risuscitato colli suI cui conto eri stato calunniato quando
dissero: Tu l'hai ucciso. E vi fu una grande gioia nella casa
di colui che era moTto. E subito ti presi l'orecchio dicendo:
Sii prudente, figliolo . E immediatamente mi rimproverasti
Se non fossi mio padre secondo la came, ti avrei messo in
riga per avermi tirato l'orecchio destro (cap. 17)100.
Sebbenemenzionino effettivamente un ragazzo morsicato da
una vipera (cap. 16), Gesu ingiustamente accusatodi aver ucciso
un bambino (cap. 9) e Giuseppe che gli tira un orecchio (cap. 5),
manca la certezza che i Racconti siano la fonte immediata del
discorso di Giuseppe. Non solo il diverso ordinamento dei tIe
episodi lascia perplessi, ma anche altri particolari delle due versiam non coincidono. E probabile che la Storia di Giuseppesi sia
allontanata consapevolmentedal cap. 5 dei Racconti che presenta Giuseppe adirato e che, con mezzi violenti, tenta di riportare
Gesu (che ha appena ucciso un coetaneo e ne ha menomato un
altro) a piu miti consigliolnoltre nei Racconti (che non parlano
mai di Erode) la vipera non morde un qualsiasiragazzo sconosciuto, bensi 10 stessoGiacomo, fratello di Gesu. Pub darsi che
in questo caso il redattore copto sia intervenuto per cancellaTe
un particolare che ormai doveva essere giudicato scandaloso.
Comunque, si tratta di troppe differenze per poche Tighe.
D'altronde, poiche della Storia di Giuseppesi sa soltanto che e
uno scritto manifestamente di ambiente copto, ma si ignora tutto
sulle sue tonti, sUlla sua data1O1
0 sull'eventuale evoluzione del

100. Ch. MICHEL-P. PEETERS,


Evangiles apocryphes.I.. Protevangilede
Jacques,Pseudo-MaUhieu,Evangile de Thomas... Histoire de Joseph Ie
Charpentier (Textes et documents pour I'etude historique du
Christianisme), Paris, 1911,pp. 216-218; per l'arabo: A. BAlTISTA-B.
BAGATTI,Edizione critica del testa arabo delta Historia Iosephi fabri
lignarii e ricerche sulta sua origine (Studium Biblicum Franciscanum.
Collectio Minor 20), Jerusalem,1978,pp. 38 e 87-88.
10L Battista e Bagatti 10fanno risalire al periodo preniceno, ma Ie loro
argomentazioni non appariono decisive,in quanto non sembrano distinguere fra la redazione copta e Ie sue fonti.

3.1.3.

40

S.J.VOICU

testo, il problema dei contatti con i Racconti 0 con qualche altro


apocrifo ad essiimparentato non pub ancora ricevere una risposta definitiva.
3.1.2. Le storie dell'infanzia siro-arabe (cf. CANT 58,94 e 95)
Vari episodi dei Racconti sana stati incorporati nella Storia
siriaca della Verginepubblicata da Budgel02.Illoro ordinamento
e illoro testa sana molto diversi da quelli dell'originale, ma in
massimaparte sembrano derivaTedalla versione siriaca. Alcuni
di questi passi, piu altri, che non sana attestati dalla recensione
pubblicata da Budge, si ritrovano nel cosiddetto Vangeloarabo
dell'infanzialO3.I rapporti di questi testi pubblicati tra di lara e
con altri apocrifi analoghi, rimasti inediti, devono tuttora essere
studiati.
Il vangeloarmeno dell'infanzia (cf. CANT 59)
L'interminabile Vangelo armeno dell'infanzia104riporta vari
episodi che risalgono in ultima analisi ai Racconti. Non essendo
finora stata ritrovata una versione armena dei Racconti, non si
sa con precisione attraverso quale intermediario possonoessere
entrati a far parte della raccolta. Questa comunque e stata composta, 0 almeno rivista in ambito armeno, in quanto riutilizza la
prima versione armena del Protovangelodi Giacomo.
3.1.4. LequestionidiBartolomeo (cf CANT63)
Un'allusione al cap. 2 dei Racconti si e conservata in un apocrifo la cui mariologia non pub essere anteriore alla seconda
meta del IV secolo, Ie QuaestionesBartholomaei, in cui si ricorda che Dio ha modellato dei passerelliche ha inviato ai quattro
angoli della terra 105.

3.2.Testimonianze
esteme
II pill chiaro indizio della notevole (e precoce) diffusione
dei Racconti nell'antichita cristiana rimane la lara stessatra-

102. BUDGE,The History... II, op.cit.


103. Tradotto da PEETERS,
Evangiles apocryphes.II, op.cit., pp. 1-65 e
da PROVERA,
II vangelo arabo,op.cit.
104. Pubblicato da TAYEC'I,Ankanon Girk', op.cit., pp. 1-235e 267-312;
tradotto in PEETERS,
Evangiles apocryphes.II, op.cit., pp. 69-286.
105. I.-D. KAESTLI-P. CHERIX,L'evangile de Barthelemy d'apres deux
ecrits apocryphes.I. Questions de Barthelemy; II. Livre de la resurrection de Jesus Christ par l'apotre Barthelemy (Apocryphes), Turnhout,
1993,p. 108.

VERSO IL TESTa PRlMfrIVO

41

dizione manoscritta, tanto diversificata. Ma la 10ro esistenza


(e Ie critiche di cui erano oggetto) sono note anche da alcune
poche attestazioni esterne presso autori tardoantichi 0 bizan-

tini.
3.2.1. Epifanio di Salamina
In merito alIa questione dei miracoli che Gesu avrebbe compiuto da bambino (ma pill possibilista di Crisostomo e di altri
autori pill tardivi), nel Panarion, composto verso il 376106,

Epifanio di Salaminadichiarache:
(Gesu)nonha affatto compiutodei miracoliprima di iniziare a predicaTe,tranne forse quelli che si raccontaabbiaratio
per gioco quando era bambino

(ci AE'Y&tUt 7t&PLUVtOV EV

7tUt'YVLtpat& 7tUtOLOV~V 7t&7tOtllKEVUt)l07.

11passo di Epifanio e ambiguo, in quanto non afferma esplicitamente che Ie sue informazioni provengono da un' opera
scritta (e tanto meno poi che si tratti proprio dei Racconti).
Per questo motivo non si pub escludere che Epifanio si limiti a
riecheggiare una tradizione orale relativa a qualche episodio

isolato.
3.2.2.GiovanniCrisostomo
La prima menzione inequivocabile dell'apocrifo risale alIa
fine del IV secolo e il primo autore che ne attesta chiaramente
l'esistenza e Giovanni Crisostomo, il quale, commentando Gv. 1,
31 ( sono venuto a battezzare affinche (Gesu) si manifesti a
Israele ), prosegue:
Percio ci e chiaro che quei segni, che chiamano dell'infanzia
di Cristo (tU crllJ.lE1.a
EKE1.
va, a 7tatOtKu Elval </>acrttot)
Xptcrtot), sono menzogneri ed invenzioni di alcuni impostori
(In Iohannem homilia 17..PG 59, 110,linn. 52-54).
II commento crisostomiano e stato pronunciato probabilmente ad Antiochia, quindi fra i1386 e i1398, Non ci sono particolari
motivi per dubitare che Crisostomo intend a parI are proprio

106.cr. C. RIGGI,Epifanio contra Mani..., Romae, 1967,p. 399.


107.Panarion 51, 20, 2: K. HaLL -J. DUMMER,Epiphanius II, Panarion
haer. 34-64. 2. Auf/. (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller),
Berlin, 1980,pp. 277-278; si veda anchePG 41, 924D-925 A.

42

SJ. VOICU

dell'apocrifo, del Quale parafrasa il titolo attestato dall'insieme


dalla tradizione manoscritta108,
3.2.3. Anastasio Sinaita
Successivamente,verso la fine del sec. VII, ricordando, come
aveva gia fatto Crisostomo, che Gesu non ha compiuto miracoli
prima del battesimo, Anastasio Sinaita aggiunge uno scolio Ot1
\jJEuoilEl0"1Kat unoj3AT1tata AEYJ.lEVa
na101Ka9auJ.lata tot)
Xp10"tOt)lO9.
L'indicazione riguarda indubbiamente i Racconti,
dei quali parafrasa il titolo, e si pub solo lamentare che
Anastasio non fomisca alcun particolare sulla loro struttura, che
sarebbestato oltremodo utile per fissare Ie tappe dell'evoluzione

dell'apocrifo.
3.2.4.GiorgioSincello
Sempre in ambito greco, a cavallo fra I'VIII
e il IX secolo,
Giorgio Sincello rinvia a un titolo simile, assieme a una descrizione che consente di riconoscere
con una ceria precisione
il
contenuto
dell'apocrifo:
Kat aAAOtC; 1tatOtKQ 'toD O'ill'tflPOC;
O'uYYEypa1t'tat, EV oiC; at ~EXPt OillOKa'toDc; Xp6vou 'tflC; Ka'tQ
O'apKa liAtKlac; au'toD 'toD 't(i)vllO aLWVillV 1totll'toD E~1tPt</>EpOV'tat
eau~a'touPylatl11.

3.3.Le liste di apocrifi


Un tipo particolare di menzioni dei Racconti e costituito dalle
liste di apocrifi, che formalizzano un atteggiamento di condanna
verso delle opere ormai sentite come rivali dell a letteratura
canonica.
Probabilmente verso gli illizi del secolo VI, in ambito occidentale, il cosiddetto Decreto pseudogelasiano, annovera fra Ie
opere da respingere un Liber de infantia saluatoris(4, 1112),
la cui

108. Altrove nello stessocommento (PG 59,129-130e 139) Crisostomo


respinge semplicementel'idea che Gesu possa aver compiuto dei miracoli prima del battesimo. E evidente che la problematica rimane la stessa, ma i Racconti non vi vengono menzionati in maniera riconoscibile.
109. Hodegos XIII 7: K.-H. UTHEMANN,Anastasii Sinaitae Viae dux
(Corpus Christianorum. Series graeca 8), Tumhout -Leuven, 1981,p.
238,linn. 55-56; PG 89,229 B.
110. Si corregga cosi il testo di Dindorf, che legge TOVTroV
alwvrov.
111. Chronographia, a. 5505: G. [W.] DINDORF,Georgius Syncellus et
Nicephorus CpoI-II (Corpus scriptorum historiae byzantinae), Bonnae,
1829,I, p. 601.
112.E. VONDOBSCHihZ,
Das DecretumGelasianumde libris recipiendiset
non recipiendis...(Texte und Untersuchungen38, 4), Leipzig, 1912,p. 51.

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

43

identificazione con i Racconti non dovrebbe lasciare adito a


dubbi.
I Racconti figurano anche in liste pin tardive di apocrifi. Valga
ad esempio, l'interpolazione a Timoteo di Costantinopoli (s. VIVII?), pubblicata da Combefis ma non confermata dalla versione slava113,
che menziona fra Ie opere manichee 13. I cosiddetti
llUtOtKu "tau KUpLOU114.Di una lista slava del XIV secolo, il
cosiddetto Pogodinskij Nomokanon, che designa l'apocrifo
come Infanzia di Cristo , parla SantosOtero115.
Il sensada attribuire a questi documenti, che vanno dalla fine
del IV secolo fino al medioevo, e inequivocabile: essi non solo
attestano l'esistenza dei Racconti,ma in massimaparte esprimono un netto atteggiamento di condanna Deilara confronti.

3.4. FoRtie paralleli


Esistono alcune testimonianze relativamente antiche che presentano delle affinita con i Racconti,ma che, per ragioni cronologiche 0 di altro genere, piuttosto che dipendere dall'apocrifo,
potrebbero riferirsi aIle sue fonti oppure trasmettere tradizioni
parallele. Qui vengono trascurate Ie scarse allusioni scritturistiche che sana state rilevate Delle varie forme del testa.
3.4.1. Gesua scuola
La scena di Gesu a scuola, ripetuta per beD tre volte dai
Racconti ai cap. 6-8, 14 e 15, viene menzionata altre due volte da
opere del II secolol16.La prima di queste menzioni si trova nella
cosiddetta Epistula apostolorum :
Questo fece nostro signore Gesu Cristo, che fu inviato (a
scuola) da Giuseppe e da Maria, sua madre, quando dovette
imparare la Scrittura. E colui che 10 doveva istruire gli disse

113. G. v: N. BENESEVIC,
Drevne-slavjanskaja Kormroja XIV titulov
bel tolkovaniju. SyntagmaXIV titulorum sine scholiis secundumversionem palaeo-slovenicam...,Sanktpeterburg, 1906,p. 713.
114. De receptionehaereticorum: PG 86/1, 22 C. La qualifica di manichei applicata a questi testi non risponde necessariamentea un dato
storieD. Spesso agli occhi dei bizantini il manicheismo appare come il
prototipo di tutti quei movimenti che contestano l'autorita dello stato e
della chiesama non per ragioni dogmatiche,hens! politiche.
115. SANTOSOTERO,Das kirchenslavischeEvangelium, op.cit., pp. 20-

21.
116. La sua riutilizzazione in ambito buddista verra discussanella X
sezione 5, relativa alia provenienza dei Racconti.

44

S.J. VOICU

mentre gli insegnava: Di' alfa! )). Egli rispose dicendo


Dimmi prima cia che e beta )) (cap. 4 / 15)117.

Questo brevissimo resoconto indica solo che la scenettacircolava, ma nessun particolare consente di agganciarla esplicitamente ai Racconti. Su un punto tuttavia i due apocrifi sembrano
coincidere: nel conferire un ruolo di particolare rilievo a
Giuseppe, considerato vera padre di Gesu dan' Epistula apostolorum, e come dotato di una certa autorita su Gesu dai Racconti.

Lo stessoepisodiovienecitato sotto una forma quasiidentica


ancheda Ireneo, il quale tuttavia menzionaun contestoche
richiamapiu da vicino i Racconti:
lnoltre (i marcosiani) adducono una incredibile moltitudine di scritture apocrife e spurie, fabbricate da loro stessi, per
meravigliare g1i stolti e coloro che non conoscono Ie vere letteTe. Vi aggiungono anche una stupidaggine : che, allorche il
Signore era bambino e imparava Ie lettere, avendo detto il
maestro a Gesu, come si usa, Di' alIa , egli rispose:
Alfa . Ordinandogli poi il maestro di dire beta, il Signore
rispose: Dimmi prima cos'e alIa, e poi ti diro cos'e beta .
E loro 10spiegano come se lui fosse I'unico a comprendere Ie
cose sconosciute che aveva manifestato nel disegno dell'alfa
(0 E<I>avE
proO"EV
EVt~ tU7t(IJ
tOll clJ.<I>a)118.

117. Tradotto suI testo di J.-N. PERES, L'Epftre des apotres, accompagnee du Testament de notre Seigneur et noIre Sauveur Jesus-Christ
(Apocryphes 5), Tumhout, 1994, p. 65. 11testa e problematico, in quanto c'e una soluzione di continuita fra Ie menzioni di alfa e di beta.
Questa anomalia puo essere vista come segno dell'esistenza di una
quarta forma dell'episodio, oppure, piu probabilmente, come it sintomo
di un ennesimo problema di trasmissione nell' ambito dell'Epistula
apostolorum stessa. Se infatti si congetturasse una lacuna per omoioteleuto <Dimmi prima cio che e <alfa, e allora ti diro cio che e> beta),
si ritrova una precisa convergenza, non solo con la citazione d'Ireneo,
ma anche con Ie formulazioni dei Racconti ai cappo 63 <Coloro che
non conoscono l'alia, come insegneranno il beta? Ipocriti! Insegnate
prima l'alia e allora vi crederemo in merito al beta) e 14.1-2 <il maestro gli disse: Di' alia". E Gesu gli disse: Dimmi prima cio che e alia
e io ti diro beta").
118. Aduersus haereses I 20, 1 : A. ROUSSEAU-L. DOUTRELEAU, Irenee
de Lyon, Contre les Heresies, livre I. Edition critique. I: Introduction,
notes justificatives, tables; II: Texte et traduction (Sources chretiennes
263), Paris, 1979, II, pp. 288-289.

VERSO IL TESTO PRIMmvO

45

E impossibile accertare se il vescovo di Lione si riferisca proprio ai Racconti,ma e degno di nota che parti di scritture apocrife e spurie e che il passomenzioni esplicitamenteil disegnodella
lettera alfa, suIle cui proprieta l'apocrifo si dilunga al capitolo 6.4.
3.4.2. Altre testimonianze
I cappo6.3-4e 14.1-2sembranopresentarequalche affinita con
un antico trattato sapienziale, la Saggezzadi Ahikar in merito
aIle lettere dell'alfabetol19.
II cap. 11 (Gesu che porta l'acqua Del mantello) e molto simile
a una scenetta di un'opera per la quale e stata ipotizzata un'origine giudaica, il cosiddetto Apocryphon Ieremiae,nella quale il
protagonista e Esdra120.
Per il nome del maestro del cap. 6, Zaccheo, e stato ipotizzato
che possa trattarsi di una reminiscenza del nome del rabbino
Gionata bell Zakkai121.
Secondo Evans122i cappo 16 e 13 dei Racconti potrebbero
avere dei paralleli giudaici, nella figura di Hanina bell Dosa.

4. Data e carattere
II problema della data e a un tempo semplice e complesso.
Semplice, nella misura in cui e facile convincersi che i Racconti,
con Ie lara singolarita (e in particolare la lara estraneita al dettato del Nuovo Testamento) non possono essere tardivi. Complesso, quando si tratta di proporre una data precisa, di fronte
all'insufficienza delle testimonianze utilizzabili. Non sorprende
quindi che a un certo punta Gero affermi con tono rassegnato
che a meno di nuove scoperte, dobbiamo presupporre che Ie
prime versioni del nostro (apocrifo) attuale non sono state
messeper iscritto prima del V secolo123.

119. B. McNEIL, Jesus and the Alphabet , in: Journal of Theological


Studiesn.s. 27 (1976),pp. 126-128
120.Cf. K.H. KUHN,A Coptic Jeremiah Apocryphon , in: Museon83
(1970),pp. 95-135; 291-350,in part. pp. 309-310.
121.J. NEUSNER,
Zaccheus/Zakkai , in: Harvard Theological Review
57 (1964),pp. 57-59.
122. C.A. EVANS, Noncanonical Writings and New Testament
Interpretation, Peabody,1992,pp. 235-236.Si noli tuttavia che,se Ie ipotesi espostesopra sulla redazione primitiva del cap. 13 sono esatte,i due
capitoli hanno provenienze diverse.
123. GERO,The Infancy Gospel of Thomas , op.cit., p. 56, nota 1.

46

S.l. VOICU

In realta, di nuove scoperte ce ne sono state. E grazie a una


loro utilizzazione sistematica, assiemea un nuovo approccio ai
dati tradizionali, si pub alzare di parecchio la datazione troppo
prudente avanzatada Gero.
n terminus ante quem non proposto dallo studioso e contraddetto gia da una testimonianza esterna: non c'e infatti motivo di
dub it are che, alIa fine del IV secolo, Giovanni Crisostomo
conosca non gia delle tradizioni orali relative all'infanzia di
Gesu, ma una forma scritta dell'apocrifo, di cui accennait titolo.
Un riconsiderazione attenta della tradizione manoscritta
consente di risalire ancora Del tempo. Due delle antiche traduzioni dei Racconti sono tramandate da codici particolarmente
venerabili. n palinsesto latino di Vienna e stato fatto risalire al
secolo VI24.Per quanto riguarda la versione siriaca, Wright propone una datazione al secolo VI per it manoscritto di Londra 125
e una data analoga viene affermata per il manoscritto di
Gottingal26.A prima vista, la rilevanza di queste due forme sotto
it profilo cronologico e tutt'altro che scontata, poiche sembrano
riferirsi a un'epoca successivaalIa testimonianza di Crisostomo.
Ma in entrambi i casi, si tratta di manoscritti che contengono
errori attribuibili a una rase della loro trasmissione successiva
alIa traduzione. Cioe, la data degli archetipi delle rispettive versioni va anticipata, almeno all'epoca di Crisostomo per quella

latina.
Non basta: l'esame dettagliato di queste due recensionirivela
che entrambe fanno capo a un unico intermediario greco perduto, gia successivo all'archetipo. Cib emerge da quei passi Dei
quali it siriaco e la prima traduzione latina si accordano in correzioni ignorate dal resto della tradizione manoscritta (e in particolare dalla pill attendibite traduzione etiopica). Al cap. 6.3, Ie
due forme presentano la lezione da alfa a tau , che innova
rispetto al testo originale da alfa a omega. Al cap. 9.1, solo it
siriaco e la prima versione latina precisanoche Gesu giocava di
sabato con altri bambini. Gli stessi testimoni aggiungono, al
cap. 13.1,che illetto che Giuseppe doveva fabbricare era di sei
cubiti .
Due traduzioni gia esistenti attorno all'anno 400 e una revisione (sia pure, come in questo caso, marginale) del testo originale

124. LoWE, CodicesLatini antiquiores...X, op.cit., p. 14.


125. WRIGlff, Contributions,op.cit., p. 6 dell'introduzione.
126. Ct. BAARS-HELDERMAN, Neue Materialien , op.cit., 1993,p.

193.

VERSO IL TESTOPRlMrnVO

47

richiedono un certo tempo. Non sembra eccessivo,anche alIa


luce del contenuto stesso dell'apocrifo, porTe la redazione dei
Racconti Del periodo preniceno, forge addirittura prima dell a
fine del III secolo.
Rimane da consideraTein quale misura si possa risalire oltre
Del tempo. Delle due gia citate testimonianze antiche relative
all'episodio dell'alfa, quella dell' Epistula Apostolorum appare
piuttosto inconcludente ai fini di una datazione dell'apocrifo.
ODella di Ireneo, invece, forge offre qualche indizio pill concreto. In primo luogo, il vescovo di Lione sottolinea come il
disegno stesso dell'alfa e cib che conta nell'aneddoto. Ii che
ricorda molto da vicino proprio la situazione che presentano i
Racconti al cap. 6.4, quando Gesu descrive Ie misteriose proprieta della lettera riferendole sicuramentealIa sua sagoma12\In
secondo luogo la scenettaproviene da un insieme di scritture
che i marcosiani hanno fabbricato lorD stessi, cioe, per quanto interessa l'origine della notizia, certamente da uno scritto e
non da una tradizione orale.
Si potrebbe quindi provare a identificare semplicemente i
Racconti con l'opera marcosiana criticata da Ireneo, il che ne
farebbe risalire la data parecchio prima della fine del II secolo.
Personalmente, ho qualche remora a compiere questo passo,
poiche, per quanto riguarda Ie parole del maestro, vi e una certa
discrepanza fra la versione riportata nell' Aduersus haeresese
l'apocrifo. Mentre, come si e visto, l'insistenza sulla forma della
lettera compare al cap. 6.4 (e solo li), il dialogo tra Gesu e il

127. F. DORNSEIFF,Das Alphabet in Mystik und Magie. 2. Auf/.


(}:;tOtXEta7), Leipzig -Berlin, 1925[fist. Leipzig, 1979],p. 27) si limita a
riportare la scena,senza commenti. PEETERS,
Evangilesapocryphes.II,
op.cit., p. 304,nota 32 sembra convinto che il passo sia privo di senso.
Non e obbligatorio condividere per intero il suo pessimismo, un po'
eccessivo. La diffusione di speculazioni vagamente cabalistiche sulla
forma delle lettere e attestata da una raccolta, di sicura origine greca,
ma tramandata solo in copto, intitolata I misteri delle lettere greche ,
nella quale analoghe proprieta particolari vengono attribuite, forse non
casualmente, a una lettera il cui disegno maiuscolo e molto simile a
quello dell'alfa, vale a dire il delta; ct. A. HEBBELYNCK,
Les mysteres
des lettres grecques d'apres un manuscrit copte-arabe de la
Bibliotheque Bodleienne d'Oxford , in: Museon 1 (1900), pp. 5-36,
105-136et 269-300; 2 (1901),pp. 5-33 et 369-414,in part. 1900,pp. 113131). Su speculazioni analoghe durante il periodo bizantino, ct. H.
HUNGER,Anagrammatismos -Paragrammatismos. Das Spiel mit den
Buchstaben, in: Byzantinische Zeitschrift 84/85 (1991/92) pp. 1-11, in
part. pp. 1-2.

48

SJ. VOICU

maestro si avvicina molto di pill alIa forma di 14.1-2.Potrebbe


trattarsi di una confusione 0 di una semplificazione di Ireneo,
ma come si fa a escludere che non si tratti di una redazione
diversa?
Comunque, l'analisi del contenuto scritturistico dei Racconti
conferma l'impressione di una loro relativa antichita. Nel corpo
dell'apocrifo Ie allusioni riconoscibili alNuovo Testamentosono
poche e abbastanza vaghe, come se fossero echi di tradizioni
oralil28.Certamente nulla fa sospettareche iltesto abbia presente un canone neotestamentario veTOe proprio, e questa circostanzapotrebbe essereancora un indizio di antichita.
Nemmeno Ie indicazioni relative alIa famiglia di Gesu, come il
nome di sua madre Maria, quello di suo padre Giuseppe e quello
del fratello Giacomo rispecchiano necessariamente un dato
scritturistico, ma possono rifarsi a tradizioni orali di cui si conosce la diffusione Dei primi tempi del cristianesimo129.
Probabilmente non e il caso di scomodare il testo scritturistico
nemmeno per la precisazione che Gesu compie di sabato il
miracolo degli uccelletti di fango (cap. 2). In definitiva, i punti di
contatto con il Nuovo Testamento si riducono a poche briciole
senza una particolare rilevanza nella redazione del corpo dei
Racconti.
L'unica citazione neotestamentaria di una certa consistenzasi
ritrova Delcap. 19, che riporta quasi per intero Luca 2, 41-52.La
sua collocazione e il suo tenore ne lanDo, in una certa misura, un
corpo estraneo ai Racconti,Dei quali mancano affatto Ie citazioni
letterali. Sotto il profilo dottrinale, il passo si differenzia d'altronde da quanto precede, nella misura in cui menziona un
Padre celeste per Gesu. E difficile decidere se il cap. 19 sia
un' aggiunta' successivaalIa redazione primitiva dell' apocrifo,
destinata a riportarla in qualche modo nell'alveo dell'ortodossia

128. E sotto questo aspetto l'autore dei Racconti si differenzia nettamente dal quello del Protovangelodi Giacomo.
129. Giuseppe viene descritto come falegname sia dal Vangelo di
Matteo (13, 55) sia dai Racconti al cap. 13. Tuttavia W.-D. KOHLER,Die
Rezeption des Matthiiusevangeliums in der Zeit vor Ireniius (Wissenschaftliche Untersuchungen zum Neuen Testament 2, 24), Tiibingen,
1987,pp. 449-450appare poco convinto dell'esistenza di un legame preciso fra i due scritti in merito a un particolare attestato, ad esempio,
anche da Giustino, Dialogo con Trifone 88,8: Gesu, che era ritenuto
figlio del carpentiere Giuseppe (...) passava lui stesso per carpentiere
(...) ha fabbricato, come opere di carpenteria, aratri e gioghi
(G. VISONA,S. Giustino, Dialogo con Trifone (Letture cristiane del
primo millennio 5), Milano, 1988,p. 280).

VERSO IL TESTO PRIMmVO

49

oppure, piuttosto, sia stata l'occasione di riunire vari episodi


relativi a Gesu, dando lorD un quadro cronologico fittizio.
Nel cap. 19 alcune lezioni scritturistiche si allontanano parecchiD sia dal textus receptus bizantino, sia dal testo critico
delle edizioni moderne, e si avvicinano ad una forma del vangelo
di Luca Ie cui fortune declinano rapidamente dopo il secolo IV:
it cosiddetto testo occidentale13.
Tranne il cap. 2, dove Gesu, animando dei passeri di fango,
apparentemente scimmiotta il racconto genesiacodella creazione dell'uomo, e l'allusione al diluvio universale del cap. 7.2,
anche l' Antico Testamento sembra assente.Un fatto non particolarmente sorprendente se si ipotizza che nella composizione
dell'apocrifo si possanoriconoscere fonti 0 influssi gnostici.
Comunque, non riesco a sbarazzarmi dalla sensazioneche i
Racconti rappresentino une versione addomesticata di materiale di provenienza non proprio ortodossa. Questa e almeno
l'impressione che mi lascia la discrepanzafra il cap. 19, praticamente tratto per intero dal Nuovo Testamento, e la sostanziale
estraneita del resto del testo ai temi e allinguaggio scritturistico,
come se l'autore dell'apocrifo avesseutilizzato almeno due fonti
diverse131,anche se l'opposizione non va esagerata, in quanto
l'indicazione cronologica di Luca 2, 41 <Gesu aveva dodici
anni) e coerente con 10schemadei Racconti che iniziano quando Gesu aveva cinque anni (cap. 2.1) e poi fissano degli episodi
all' eta di sette e otto anni (rispettivamente cappo11.1 e 13.1).
D'altronde, la struttura stessadel testo, fatta di episodi pill 0
meno slegati, rende plausibile l'utilizzazione di fonti diverse da
parte dell'autore. E niente vieta di cercare di riconoscervi materiali di provenienza gnostica in senso pill 0 menD stretto. Questi
sembrano presenti nella scena del maestro Zaccheo (capp. 6-8),
con qn discorso, il cui testo presenta molte incertezze, Del quale
Gesu rivendica una sua conoscenzasuperiore rispetto agli astan-

130. Si tratta, sia detto per inciso, di una conclusione sostanzialmente


diversa da quella di G. SCHMAL, Lk 2,41-52 und die Kindheitserziihlung des Thomas 19,1-5; Ein Vergleich , in: Bibel und Leben 15
(1974),pp. 249-258,il quale ha esaminato it tenore della citazione nella
sola forma Ga, il cui testa e stato rivisto e allineato essenzialmentesu
quello bizantino.
13L A favore di una molteplicita di fonti si pub addurre anche it fatto
che, gia nella pin antica forma nota dei Racconti,Gesn ha a che fare con
tIe maestri diversi, ma almeno i resoconti dei cappo6-8 e 14 rappresentano certamente due recensioni diverse di quello che in origine doveva
essereun unico eDisodio.castruita attorno alIa lettera alfa.

50

S.J.VOICU

ti e sembra anticipaTeche non sara lui ad essereveramente crocifissO132


La matrice gnostica dell'episodio sembra confermata
dalla gia citata testimonianza di Ireneo, il quale allude a una
provenienza marcosiana delle fantasticherie guIle proprieta
della lettera alfa, fantasticherie non prive di analogie con Ie speculazioni numerologiche della setta. Ma e difficile individuaTe
indicazioni gnostiche in altre paTti dei Racconti, tranne, forse,
l'animazione degli uccellini di fango al cap.2.
Lo scritto pero appare chiaramente dominato da un'altra
prospettiva omogenea,che finora non e stata rilevata in misura
sufficiente : la personalita di Giuseppe, che contrasta fortemente
con la figura abbastanza evanescente che presenta il Nuovo
Testamento. E sorprendente l'insistenza con cui i Racconti indicano che Giuseppe e dotato di autentica autorita nei confronti di
Gesll e 10 designano come suo padre, senza mai aggiungere
(tranne forse, come si e visto, al cap. 19) precisazioni di altro
genere. L'apocrifo mira quindi a presentare Gesll da un lato
come un essereeccezionale (ma senza mai affermare esplicitamente la sua origine diVina), dall'altro come figlio veTOe proprio
di Giuseppe, tralasciando qualsiasiaccenno alIa nascita verginaIe da Maria. La convergenza fra queste due problematiche si
ritrova in ambito giudeocristiano, pill precisamentein un gruppo
la cui dottrina e poco nota, ma carattemzata precisamente da
questi due elementi : gli ebioniti133.
Tutto cio conferma che, a prescindere dalla data precisa di
composizione (che comunque cleve essere piuttosto alta), i
Racconti riportano materiale arcaico e probabilmente in conflitto discreto con l' ortodossia della grande chiesa.
Anche se, fin dal pill antico stadio noto, quello che si intravede attraverso la versione etiopica, i Racconti si presentano come
uno scritto dotato di una certa unita letteraria, la quale si manitesta anzitutto attraverso l'indicazione dell'eta di GeSll e
mediante alcune tragi di raccordo, come di nuovo (4.1) e
ancora (IS.I), tutto sommato, si tratta di un'unita superficia-

132. Lo sdoppiamento iTa il Gesu Tealee l'individuo che viene crocifisso


al suo posto, oppure il carattere soltanto apparente della crocifissione e
un tema diffuso Dei pill antichi atti apocrifi degli apostoli.
133. L'utilizzazione di tradizioni giudeocristiane sembra confermata
anche dalla designazione di Giacomo come fratello di Gesu in senso
stretto, al cap. 16. Su Giacomo, ct. W. PRATSCHER,
Der Herrenbruder
Jakobus und die Jakobustradition (Forschungen zur Religion und
Literatur des Alten und Neuen Testaments 139), Gottingen, 1987; G.
PARRINDER,
Son of Joseph: The Parentageof Jesus,Edinburgh, 1992.

5.

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

51

Ie, che mascheraa malapena l'eterogeneita delle fonti utilizzate.


Anche il fatto che l'autore dei Racconti non abbia saputo scegliere fra tre versioni di una stessa scena, quella di Gesll e il
maestro, preferendo inserirle tutte nell'apocrifo, tradisce
qualche imbarazzo nella scelta delle sue fonti. Cio indica che
l'originalita dell'apocrifo e abbastanza limitata, e collima con
l'impressione che la redazione pill antica non abbia ne un livello
linguistico molto elevato ne grandi pretese letterarie, ma sia
consistita piuttosto nella ripresa di materiali presistenti.

Provenienza
Formalmente i Racconti si presentano come un'opera unitaria,
govemata da un quadro cronologico che mette in scenaGesn fra
i cinque e i dodici anni. Ma i singoli episodi appaiono slegati fra
di loro, e quindi questo quadro e forge solo poco pin di una patina, che non nasconde l'eterogeneita dei materiali impiegati da
un autore sui generis, e rende molto difficile attribuire una
valenza ideologica precisa al testo, dal quale sembranoemergere
tendenze diverse. Sotto questo profilo, il problema dell'origine
dell'apocrifo sembra ridursi in ultima analisi all'individuazione
delle sue fonti (di cui si e gia parlato).
Thttavia, sia pure tra molte incertezze,due indizi possonoforDire qualche ragguaglio sulla sua diffusione.
Il primo investe la relazione tra i Racconti e il Protovangelodi
Giacomo. Apparentemente fra i due testi esisteuna certa continuita cronologica : il secondofinisce con la strage degli Innocenti,
i primi iniziano presentando Gesn all'eta di cinque anni. E i vangeli dell'infanzia pin tardivi (armeno, siriaco-arabo e Pseudomattea) non si sono lasciati sfuggire l'occasione di utilizzare in
successioneentrambi gli apocrifi.
Ma ne l'impianto ideologico, ne 10 stile (tranne, forse, la
comune mancanza di pretese letterarie), e nemmeno l'atteggiamento delle due opere verso la Bibbia, e, in particolare, verso il
Nuovo Testamento favoriscono l'ipotesi di un'identita di autor~.
E, nella misura in cui gli scarsi dati disponibili consentono di
ricostruirla, la loro trasmissione successiva si oppone anche
all'ipotesi di una comunanza di origine in sensolato (come se un
apocrifo fosse stato composto con l'intento di completare l'al-

tro).

Ad Antiochia, verso la fine del secolo IV, Giovanni


Crisostomo menziona i Racconti, e quindi ne conosce almeno
l'esistenza. Invece, riguardo al Protovangelo, la sua ignoranza
appare totale, poiche si limit a a ricordare che dal Vangelo i

52

S.J.VOICU

genitori della Vergine sono stati passati sotto silenzio 134,La


mancanza di qualsiasi accenno polemico sembra indicaTe che i
nomi di Gioacchino ed Anna, uno dei punti qualificanti del
Protovangelo,sono del tutto sconosciutia Crisostomo135,
Poco prima la situazione e esattamenteinversa in Cappadocia:
pur tra mille cautele e con qualche remora, Basilio di Cesareae
Gregorio Nisseno non solo riecheggiano Ie tradizioni del Protovangelonella lara predicazione natalizia136,
ma non lasciano trarelaTe alcunadimestichezzacon i Racconti,segnoche Ie due opere
non erano ancora state associate, e hanno quindi provenienze
diverse137.
Un secondo indizio sulla diffusione dei Racconti e suggerito
dall'esistenza di una tradizione orientale, riportata dal Lalitavistara (cap. 10138),che racconta come Budda, recatosi a scuola,
manifesti la sua superiorita rispetto al maestro. Alcuni tratti della
scenarichiamano l'episodio di Gesu a scuola (capp. 6-7,14 e 15),
ripetuto pill volte dai Racconti. Le somiglianze fra Ie due scene
sono tali da far pensare ad un rapporto diretto139.Ma in quale
direzione si e operata la derivazione? Agli illizi del secolo veniva avanzata, senza molte incertezze, la tesi che questo ed altri
episodi simili stessero a dimostrare l'esistenza di influssi orientali suI cristianesimo primitivo. Una simile impostazione si deduce non solo dal titolo scelto da G ,A. van den Bergh van Eysinga
per il suo lavoro : lndische Einflusse auf evangelischeErziihlungen, ma anche da sue affermazioni esplicite, come il racconto
buddista e la fonte di quello cristiano, e non viceversa 140,
Tuttavia, numerose ricerche pill recenti mettono in false questaidea
e sembrano indicaTe che alcuni temi sono passati dal mondo

134. In Matthaeumhomo2.. PG 57,28, ult. lin.-29, 1.


135. S.l. VOICU, Note sull'omelia pseudocrisostomica In natale
Domini nostri Iesu Christi (CPG 4657) , in Memorial Dom Jean
Gribomont (1920-1986)(Studia ephemeridis Augustinianum 27),
Roma, 1988,pp. 621-626,in part. p. 624,nota 4.
136. VOICU,Note sull'omelia , op.cit., pp. 624-625.
137. Rimane il mistero della presenza,forge eco lontana di una tradizione storica attendibile, ma piu probabilmente del tutto fortuita, di uno
scriba denominato Anna in entrambi gli apocrifi (Racconti 3.1;
Protovangelo 15.1-2).
138. Cf., sull'opera, O. BOTTO,Letterature antiche dell' India , in O.
BOTTO(dir.), Storia delle letterature d'Oriente. III, Milano, 1969,pp. 1350, in part. pp.111-112.
139. cr. G. A. VAN DENBERGHVAN EYSINGA,Indische EinflUsse auf
evangelischeErziihlungen, S.l., 1909,pp. 70-72.
140.cr. BERGHVANEYSINGA,Indische Einfliisse, op.cit., pp. 70-72.

VERSO IL TESTO PRIMI11VO

53

mediterraneo verso oriente. E cio che dimostra la diffusione in


Cina del tema delle Due vie , di chiara matrice giudaica141.E
forse non e del tutto casuale che 10 stesso Lalitavistara sembri
avere almeno un altro punto di contatto con la letteratura apocrifa antica, in quanto il capitolo VII e stato accostato all'episodio dell'arresto del tempo nel Protovangelo di Giacomo142.Nel
contempo si e avuta una revisione delle datazioni alte attribuite
con generosita eccessiva ai classici del pensiero buddista143.E
niente evidenzia meglio la fragilita delle tesi dell'anteguerra delle
disinvolte manipolazioni del recente lavoro di Thundy144,disposto a far scendere la composizione dei singoli scritti del Nuovo
testamento al II secolo, per poter asserireun'inesistente priorita
degli scritti buddisti.
Se, come appare probabile, fra Ie due storielle vi e un legame,
sia pure lontano, cio dimostra che almeno questo episodio (sotto
quale forma precisa, non e dato saperlo) si e diffuso velocemente verso oriente, sulle orme della cristianita di lingua siriaca.
Non e quindi sorprendente che i Racconti siano attestati piuttosto presto in ambito siro-antiocheno. In fondo, si tratta dell'area
dalla quale proviene, oltre a quella di Crisostomo, anche la testimonianza un po' vaga di Epifanio, informato soprattutto sull'ambiente palestinese.

6. La lingua dell'origiuale
Nelle sezioni precedenti si e dato sempre per scontato che i
Racconti siano stati composti in greco. Tuttavia, Peeters145
aveva
postulato che la redazione originale fosse quella siriaca. Anche
se la sua autorevole presa di posizione e probabilmente da attri-

141. Cf. J.H. WALKER, An Argument from the Chinese for the
Antiochene Origin of the Didache , in F. L. CROSS
(ed.), Studiapatristica. VIII. Papers presented to the Fourth International Conference on
Patristic Studies...Oxford, 1963 (Texte und Untersuchungen 93), Berlin,
1966,pp. 44-50.
142. Cf. F. BOYaN, La suspension du temps dans Ie Protevangile de
Jacques, in ID., Revelationset ecritures.Nouveau Testamentet litterature apocryphe chretienne.Recueil d'articles (Le monde de la Bible 26),
Geneve, 1993,pp. 253-270,in part. p. 261.
143. J.D.M. DERRETT,Homer in India: the Birth of the Buddha , in:
Journal of the Royal Asiatic Society s.lII, 2 (1992),pp. 47-57.
144. Z.P. THUNDY,Buddha and Christ.. Nativity Stories and Indian
Traditions (Studies in the History of Religions 60), Leiden..., 1993.
145. PEETERS,
Evangilesapocryphes.II, op.cit., pp. xvii-xviii.

54

S.J.VOICU

buire soprattutto ad un momenta di sconforto di fronte alIa


deplorevole condizione della tradizione greca, non sembra del
tutto inutile mettere in luce gli argomenti che appoggiano l'ipotesi di una redazione originale greca.
Anzitutto, una volta accertatoche Ie forme greche dei Racconti
hanno subito un'evoluzione notevole, alIa quale e sfuggito il siriaco, per quanta riguarda la storia del testa, l'ipotesi di Peetersnon
fa che complicaTeIe case. Se, come si e vista, il siriaco nota e la
prima versione latina hanno errori comuni che Ii oppongono al
Testadella tradizione manoscritta, allora si dovrebbe affermare
che illatino discende (direttamente, oppure, piu probabilmente,
attraverso un intermediario greco perduto) da un ramo gia corrotto del siriaco, mentre il Testadella tradizione (tranne la traduzione araba; compresequindi non solo Ie versioni antiche etiopica e
georgiana,ma anche tutte Ie forme recenti, greche,slava e la seconda traduzione latina) dipende da un altro modello siriaco, piu
antico e migliore. Nulla di impossibile in se, ma e piu semplice
supporre che l'apocrifo sia stato redatto in greco e poi rivisto e
tradotto piu volte e ipotizzare che la traduzione siriaca e la prima
versione latina siano state eseguitesu un modello greco riveduto,
che non ha lasciatotracce nella tradizione diretta.
Questa ricostruzione appare preferibile per ragioni non solo
di verosimiglianza storica, ma anche di ordine linguistico.
Infatti, i termini utilizzati in 6.4 per descrivere la lettera alfa
sana in massima parte hapax legomena, quindi neologisrnil46,
che e relativamente naturale coniare in greco, ma non in una lingua sernitica come il siriaco, che necessariamentecleveutilizzare
perifrasi (0 riprendere di peso parole greche). E quindi piu probabile che il passo(e con esso l'apocrifo) sia stato redatto e non
tradotto in greco.
Verso la stessaconclusione orienta il fatto che nessunadelle
forme note faccia mai riferimento a lettere siriache, hens!, quasi
sempre, alle lara controparti greche147.Infatti i nomi alfa e

146. Dei quali ci si puo fare solo un'idea molto approssimativa,trattandosi di uno dei passi pill rimaneggiati in tutti i rami della superstite tradizione greca.
147. In 6.3, per rendere pill realistica la scena,due rami della tradizione
manoscritta introducono occasionalmente lettere ebraiche al posta di
quelle greche. Oltre all'antenato delle versioni siriaca e latina, che sostituisce omega con tau , il Paris, A.F. grec 239 recita: comincio
<dalla> prima lettera, alef. Gesu poi dice la seconda lettera: <,Beth,
ghimel , e gli disse tutte Ie lettere fino alia fine (TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p. 145,apparato).

VERSO IL TESTa PRIMmVO

55

beta figurano in tutti i rami della tradizione, mentre l'occasionale scomparsadi omega dal cap. 6.3 e facilmente spiegabile.
La sua sostituzione, in latino e in siriaco, con tau , nome
dell'ultima lettera dell'alfabeto ebraico, e un tentativo di dare un
tocco di realismo alla scena da parte di un revisore. In etiopico
invece di omega si parla di tutte Ie lettere fino alla fine ,
poiche nel sillabario ge'ez non c'e un modo accettabile di rendere la lettera.
Anche l'utilizzazione nel titolo di un termine come 7tUlOl1Ca,
tipicamente greco e difficilmente traducibile (al punto che tutte
Ie traduzioni semplificano in infanzia, giovinezza, adolescenza), si oppone all'ipotesi di un originale siriaco.
Rimane irrisolto it problema dellivello linguistico dell'originaIe. Quel monumento all'orrore che e il manoscritto di Gerusalemme e stato prodotto da uno scriba Ie cui credenziali in
materia di sintassie di ortografia greca non erano proprio impeccahill. Un'occhiata all'apparato critico dell'edizione di Delattel48
rivela immediatamenteche anche il manoscritto di Atene ha subito un trattamento analogo. E dall'apparato di Tischendorf149si
deduce che, nonostante un abbozzo di normalizzazione, i due
manoscritti di base del testa greco A non sono in condizioni molto
migliori. A questo punto e difficile sottrarsi alIa sensazioneche
non di decadenzasi tratta, bensi di un'opera redatta in una lingua
senzapretese, non priva di analogie con quella del papiro Bodmer
del Protovangelodi Giacomopubblicato da de Strycker5,

7. La questionedeltitolo
Almeno fin dall'edizione di Fabricius151i Racconti hanno subito una curiosa metamorfosi. Nonostante la testimonianza unanime della tradizione manoscritta, cominciano a esserepubblicati
satta il titolo di Evangelium Thomae, ignorato ancora da
Cotelier52. Questa nuova designazionee il risultato di un'equa-

148.DELAnE, Anecdota Atheniensia,op.cit., pp. 264-271.


149. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., pp. 140-157.
150. DE STRYCKER,
La forme la plus ancienne,op.cit.
151. J.A. FABRICIUS,
Codex Apocryphus Novi Testamenti...,Hamburgi,
1703,pp.127-167.
152. I.B. COTELERIUS,
Ss. Patrum qui temporibus apostolicisfloruerunt
opera. I-II, Luteciae Parisiorum, 1672,p. 348; ID., Ss. Patrum qui temparibus apostolicisfloruerunt ...opera. I, Antwerpiae, 1700,pp. 345-346,
nota 34.

56

S.J.VOICU

zione errata che, attraverso l'identificazione arbitraria del


Tommaso israelita del cap. 1 con l'apostolo Tommaso, aveva
deciso che il titolo tradizionale era inattendibile e aveva preferito cercare un'altemativa nelle liste di apocrifi, Ie quali menziollano anche un Vangelo di Tommaso (si tratta ovviamente
dell'opera gnostica scoperta ne11944a Nag Hammadi).
Questa scelta poco fortunata, finora messain discussionesolo
da Gero153e da Erbettal54,si e tradotta in discussioniinterminahili suIle ragioni della mancata appartenenza ai Racconti delle
citazioni patristiche attribuite al Vangelodi Tommaso,preoccupazioni che riaffiorano ancora nell'opera di Santos Otero155e di
altri autori recenti.
Si veda, ad esempio, quanto scrive Meyer56, il quale, a proposito delle affermazioni occasionalinei padri della chiesariferite
a un documento chiamato Vangelo di Tommaso , soggiunge
Sospettiamo che alcune di queste testimonianze possano
riguardare il Vangelo dell'Infanzia di Tommaso.
Che questa mitologia, relativa al titolo primitivo dei Racconti
sia dura a morire, 10 si pub notaTeanche dall'articolo di Baars e
Helderman in cui ritoma continuamente la preoccupazione di
trovare paralleli fra i Racconti e il vangelo gnostico di Nag
Hammadi e si discute addirittura suI sensapreciso da attribuire
all'espressione filosofo del cap. 1, sebbene questo non sia
attestato dalla versione siriaca, ma dal solo greco A (Ga) !157.
Un solo esempio degli inconvenienti provocati da questa
confusione pub bastare. Tutti i manoscritti paleoslavi attestano,
con qualche variante di minor conto, un titolo dalla forma
infanzia oppure giovinezza del nostro signore, Dio e salvatore Gesu Cristo 158,
ignorando quindi qualsiasi attribuzione a
Tommaso. Ciononostante, di fronte a una lista slava di apocrifi
risalente al XIV secolo, Santos si sofferma sulla menzione del
Vangelo di Tommaso, e tralascia senza indugio quell a del1' Infanzia di Gesu , presente nella stessa lista, in quanta,

153. GERO,The Infancy Gospel of Thomas , op.cit., p. 59.


154. ERBETTA,Gli apocrifi del Nuovo Testamento.112,op.cit., pp. 79-80.
155. SANTOSOTERO,Das kirchenslavische Evangelium, op.cit., soprattutto pp.179-181.
156.H. MEYER,The Gospelof Thomas: The Hidden Sayings ofJesus...,
San Francisco, 1992,p. 6.
157. BAARS-HELDERMAN,Neue Materialien, op.cit., 1993,pp. 201202.
158. SANTOSOTERO,Das kirchenslavische Evangelium, op.cit., pp. 3738,e la retroversione greca a p. 159.

VERSO IL TESTO PRIMlTIVO

57

afferma, non avrebbe alcuna attinenza con i Racconti: Dieses


apokryphon hat abeTmit clem Kindheitsevangelium des Thomas
gar nichts zu tun 159.
Ma la discussionenon si ferma qui. Confondendocostantemente l'apocrifo dell'infanzia con il trattato di Nag Hammadi, Santos
da per scontato che fra Ie due opere vi sia un legame certo1~ e
giunge addirittura a chiedersi in quale misura i copisti dei
Racconti fossero consapevolidel carattere eretico del Vangelo di
T9mmaso! Ovviamente,una volta stabilito il carattere condannabile dei Raccontigiunge, non inattesa, l'ipotesi che la traduzione sia dovuta ad ambienti infetti di bogomilismo161.
E forse giunto il momento di chiudere definitivamente e senza
rimpianti con questa problematica fuorviante, poiche si sa ormai
che, da qualsiasi punto di vista la si consideri, l'ipotesi di
un'identificazione tra i Racconti e il Vangelodi Tommasoe priva
di fondamento.
La distinzione fra il Vangelo di Tommasodi Nag Hammadi e
uno scritto sull'infanzia del Salvatore viene mantenuta coerentemente dall'unica categoria di documenti in cui compaiono insieme entrambi : Ie antiche liste di apocrifi.
Cio avviene con il cosiddetto Decreto pseudogelasiano,che
menziona, accanto a un Euangelium nomine Thomae,anche un
Liber de infantia saluatoris (rispettivamente V 3, 5 e 4, 1162).La
vicinanza fra il secondo titolo e un Liber de natiuitate saluatoris
et de Maria uel obstetrice (V 4, 2), che e indubbiamente il Protovangelodi Giacomo,conferma, se mai ce ne fossebisogno, che
si tratta di un'opera relativa all'infanzia di Gestl.

159. SANTOS
OWRO, Das kirchenslavische Evangelium, op.cit., pp. 2021. Si noti invece che, sia la lista, sia il manoscritto Jac (uno dei pill
attendibili secondo 10 stemma di p. 36) coincidono nell'utilizzare 10
stessotermine slavo per infanzia . Inoltre, la scelta di Santos Otero
nasconde un altro problema, pill interessante: in ambito slavo si aveva,
magari per vie traverse, una conoscenza effettiva del Vangelo di
Tommasodi Nag Hammadi, oppure la lista slava e la sempliceripresa di
qualche lista bizantina?
160. Anche se, mosso dalla stessalogica,J. DORESSE,
Les livres secrets
des gnostiquesd' Egypte. II: L' Evangile seton Thomas ou les paroles
secretesde Jesus,Paris, 1959,pp. 128-131elencava alcuni indizi di affinita tra il Vangelodi Tommaso di Nag Hammadi e i Racconti,la loro
consistenza e talmente scarsa che vengono semplicemente negati da
SCHNEEMELCHER,
NeutestamentlicheApokryphen, op.cit., p. 352.
161. Per questa incredibile costruzione, totalmente campata in aria, ct.
SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium,op.cit., pp. 16-17.
162. DOBSCHUTZ,
Das Decretum Gelasianum,op.cit., p. 51.

58

S.J.VOICU

Un'interpolazione
a Timoteo di Costantinopoli,
pubblicata da
Combefis ma non confermata
dalla versione slava163, menziona
fra Ie opere manichee sia 9. II vangelo secondo Tommaso , sia
13. I cosiddetti llatOtlCu 'tOU KUpLOU 164.
La stessa distinzione viene mantenuta dalla lista slava menzionata da Santos Otero, che distingue tra Vangelo di Tommaso
e Infanzia di Cristo 165.
Si aggiunga che nessuna testimonianza antica collega in qualche
modo i due scritti e che Ie menzioni di Tommaso nel titolo dei
Racconti non possono essere primitive, in quanta rimangono circoscritte a un piccolo gruppo di testimoni affini ed eccezionalmente tardivi:
8ffi~a 'lcrpallAL'tou </>tAOcr6<t>OU
Pll'tu EL<;'tu natOtlCu 'tOU
lCUPLOU
(Greco A 166); }:;uyypa~~a 'tOUQylOU anoO"tOAoU 8ffi~a nEpl
't11<;natOtlCl1<; avacr't<p>oCPl1<; 'tau lCUPLOU(Greco B167); Tractatus
de pueritia Iesu secundum Thomam (seconda versione latinal68).
Peraltro, Ie recensioni pill antiche dell'apocrifo
non menzionano affatto Tommaso. II cap. 1, l'unico nel quale 10 si ritrova e in
cui si presenta come autore dello scritto, e infatti frutto di un'interpolazione
tardiva, che risale soltanto al capostipite della tradizione greca superstite.
La sua mancanza in tutti i testimoni
della tradizione
antica fa cadere qualsiasi collegamento
tra
l'apocrifo e Tommaso169.
Esaminando
la base manoscritta
dei Racconti, si pub notaTe
anche che 10 scritto non viene mai qualificato
come Vangelo .
Inoltre, Ie varie forme del titolo sana eccezionalmente
simili, sia
nella tradizione diretta che in quella indiretta. II siriaco parla di
Infanzia
del Signore Gesu 170; Garitte traduce con Pueritia

163.Cf. BENESEVIC,
Drevne-slavjanskaja,op.cit., p. 713.
164. De receptionehaereticorum: PG 86/1, 22 C.
165. SANTOS
OTERO,Das kirchenslavischeEvangelium,op.cit., p. 20.
166. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p.141.
167. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,op.cit., p.158.
168. TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, op.cit., p. 164.
169.11cap. 1 manca in tutte Ie versioni antiche. In etiopico e nella prima
traduzione latina, la particolare trasmissione di queste due recensioni,
nel quadro di apocrifi pili ampi, non consente di scartare, in linea di
principia, l'ipotesi di una sua soppressioneassiemea quella del titolo.
Ma tale spiegazione e semplicemente improponibile nelle altre due
forme antiche, vale a dire in siriaco e in georgiana,nelle quali la scomparga del primo capitolo (se questo avessefatto parte del testa originaIe) non avrebbe avuto nessunagiustificazione.
170.11titolo, molto inglese,posta da WRIGHT,Contributions, op.cit., p.
6, in testa alia sua traduzione : The Gospel of Thomas the Israelite, or,
The History of the Childhood of Our Lord e redazionale e non rispecchia la semplicita della formulazione siriaca.

59

VERSO IL mSTO PRIMITIVO

domini nostri lesu Christi il titolo della versione georgiana,


mentre Tu na1o1lCuJ:!EyaAE1a'tou oEO"no'touliJ:!ffiv lCaLO"ro'tTlPO~
'lllO"ou Xp10"'tOUe la formulazione che si ritrova nel manoscritto
greco di Gerusalemme. Addirittura la retroversione dello slavo
e riconducibile a <lla101lCu J:!EyaAE1a'tOUOEO"no'toulCaLeEOUlCaL
O"ro'tTl
po~ liJ:!ffiv 'lllO"ou Xp10"'tOU>17l.
In definitiva, il titolo si presenta estremamente stabile nell'intera tradizione manoscritta, poiche, tranne Ie poche eccezioni
che abbiamo ricordato, e organizzato attomo a soli due elementi: a) un riferimento all'infanzia; b) il nome di Gesn, il quale,
tolta la seconda versione latina, e accompagnato 0 sostituito da
un titolo che 10 qualifica, in genere signore , sia pure con
ampia varieta di formulazioni.
Queste caratteristiche sana diffuse anche nella scarsa tradizione indiretta. Gia alIa fine del IV secolo, Giovanni Crisostomo
parla di na101lCcl'tOUXp10"'tOV,e 10 stesso titolo viene menzionato
da Anastasio Sinaita e da Giorgio Sincello.
Non ci sana quindi ragioni valide per continuare a designaTe
l'apocrifo come Vangelo di Tommaso, nemmeno satta forme
come Infancy Gospel of Thomas172oppure Kindheitserziihlung
des Thomas173.

II vera problema e semmai quello di trovare un equivalente


modemo non troppo arbitrario per lla101lCu 'tOUlCUPlOU'lllO"ou.
II termine greco natOtlCclcose relative all'infanzia aveva gia
aveva messo in imbarazzo i traduttori antichi, che unanimemente hanno ripiegato su infanzia . In passato avevo pensato a
Storia dell'infanzia 174; altri hanno suggerito Storie dell'infanzia . La scelta di aggiungere, come fa Erbetta175,la specificazione Racconti, mi sembra la pin accettabile, e, pur allontanandosi indubbiamente dalla lettera del titolo greco, e stata fatta
nella speranza di non tradime del tutto 10 spirito.

17L SANTOSOTERO,Das kirchenslavischeEvangelium, op.cit., p. 159.


m. Ct. EVANS,Noncanonical Writings, op.cit., p. 236.
173. Ct. Ph. Vielhauer, Geschichte der urchristlichen Literatur.
Einleitung in das Neue Testament,die Apokryphen und die Apostolichen
Vater, Berlin -New York, 1975,p. 672; Schneemelcher,Neutestamentliche Apokryphen, op.cit., p. 349.
174. Ct. VOICU,Notes , op.cit.
175. ERBElTA,Gli apocrifi del Nuovo Testamento.1/2, op.cit., p. 78.

60

S.J.VOICU

8. La sinossidei Racconti dell'infanzia di Gesu

8.1.Premessa
Per comporre questa sinossi delle varie forme dei Racconti
sana stati utilizzati tutti i rappresentanti delle quattro traduzioni
antiche, tulle Ie forme greche accessibilie la secondaversione
latina. Altre recensioni sana state escluse, in quanta di scarsa
utilita per una presentazioneunitaria del testa.
In caso di divergenza fra i vari testimoni, i criteri di scelta fra
lezioni contrapposte possonoessereenunciati come segue:
1) Ie versioni antiche (siriaco, etiopico, georgiana, latina dello
Pseudomatteo/palinsesto di Vienna) prevalgono sui testimoni
greci (Gs, Gd, Ga, Gb), per quanta riguarda il contenuto e il
sensadi ciascunparagrafo ;
2) la dove la testimonianza delle versioni non vi si oppone per
ragioni di contenuto, la traduzione rispecchia, fin dove e possibiIe, la fraseologia del greco (di preferenza quella di Gs) ;
3) in caso di divergenza fra Ie versioni, la variante prescelta e
costituita di norma dall'accordo fra Ie due recensionimenD danneggiate: etiopico e siriaco;
4) un problema particolare e costituito dalla versione etiopica.
Qualche sua lezione singolare non sembra essereuna corruttela,
hens! piuttosto la forma pill antica del testa (d. i casi gill menzionati dei cappo 13 e 2.4; oppure 10 spostamento in appendice
del cap. 12, come se si trattasse di un'aggiunta posteriore alIa
redazione dei Racconti);
5) Dei paragrafi the compaiono solo Dei rami bassidella tradizione, vale a dire in greco e nella versione latina pill recente, la
preferenza va di norma alle forme di Gs, altrimenti, nell'ordine,
a Ga 0 all'accordo fra Gd e Lt.
Le lezioni respinte attestate da due 0 pill testimoni, quindi utilizzabili per una lara classificazione,sana trascritte fra parentesi
quadre ([ ...D.
Tolti alcuni passi in cui la tradizione appare particolarmente
ingarbugliata, l'apparato e negativo. Talvolta tuttavia essonon e
completo: Dei punti in cui un testimone e staiD rimaneggiato al
punta da diventare praticamente inutile, Ie sue lezioni sana state
ignorate, oppure sana state trascritte in appendice all'apparato
stesso (cio vale segnatamente per Lm e per Gb). Tali lacune
dell'apparato sana indicate da asterischi (*) nella lista dei testimorn the segueil testa di ciascunparagrafo.
Poiche la sinossi si prefigge di recuperare Ie unita significative del testa, in armonia con la distinzione ormai classica fra
readings e renderings , l'apparato trascura anche tutte
quelle varianti che rispecchiano Ie esigenze sintattiche della

VERSO IL mSTO PRIMITIVO

61

lingua d'arrivo (distinzione tra frase participiale e frase relativa, opposizione fra paratassi e ipotassi, assenza0 presenza di
articoli 0 possessivi,ecc.). Esso ignora quasi semple Ie espressioni distintive di una determinata area culturale (ad esempio,
la tendenza dell'etiopico a designare Gesu sotto la forma il
signore Gesu , con effetti inattesi in una traduzione in lingua
modema).

8.2.Le recensioniutilizzate
E: versione etiopica, da S. GREBAUT,Les miracles de Jesus:
texte ethiopien (Patrologia Orientalis 12, 4), Paris, 1917,pp. 625
[75]-641 [91].
Ga: testa greco A, da C. DE TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus graecis et latinis... Ed. altera,
Lipsiae, 1876,pp. 140-157.
Gb: testa greco B (in realta un riassunto che finisce al cap.
11), da C. DE TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus graecis et latinis... Ed. altera, Lipsiae, 1876, pp.
158-163.
Gd: testa greco dall'Atheniensis 355 (recensione fortemente
interpolata all'inizio, apparentata a Lt), da A. DELATrE,
Anecdota Atheniensia. I, Liege, 1927,pp. 264-271.
Gs: testa greco dal Sabait. 259; testimone greco menD interpalata, transcritto da JacquesNoret.
K: versione georgiana, mutila dopa il cap. 7, 2, da G.
GARITrE, Le fragment georgien de l'Evangile de Thomas ,
Revue d'histoire ecclesiastique
51 (1956)pp. 513-520.
Lm : versione latina antica, recensionein appendice al Vangelo
dello Pseudomatteo(omette il cap. 19; vedi anche Lv), da C. DE
TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha, adhibitis plurimis codicibus
graeciset latinis... Ed. altera,Lipsiae, 1876,pp. 93-112.
Lt: versione latina recente (deriva dalla forma greca rappresentata da Gd), da C. DE TISCHENDORF,
Evangelia apocrypha,
adhibitis plurimis codicibus graeciset latinis... Ed. altera,Lipsiae,
1876,pp. 164-180.
Lv : versione latina antica, frammenti del palinsesto di Vienna
(vedi anche Lm), da G. PHILIPPART,
Fragments palimpsestes
latins du Vindobonensis 563 (ve siecle 1)... , Analecta
Bollandiana 90 (1972)pp. 391-411.
S: versione siriaca, da W. WRIGHT, Contributions to the
Apocryphal Literature of the New Testament...,London, 1865,
pp. 6-11 ; per Ie lacune dei cappo6 e 8, cf. P. PEETERS,
Evangiles
apocryphes. II: L'evangile de l'enfance, redactions syriaques,
arabe et armeniennes,Paris, 1914,pp. 304-308(= SP),e inoltre la
collazione parziale di F. Rilliet (= Sf).

62

S.l. VOlCU

8.3.II testo
llt. Raccontidell'infanziadelsignoreGesu
SKGabsLt:om. GdELm
Racconti-infanzia Gabs Crisostomo ecc.: Infanzia SKLt 7tu\'O\'1(cl
?) Signore: nostro s. K
Forme secondarie: Detti di Tommaso israelita filosofo su
eventi dell'infanzia del Signore Ga; Lettera del santo apostolo
Tommaso sulla vita infantile del Signore Gb; Le opere meravigliose dell'infanzia del nostro signore e salvatore Gesu
Cristo Gs; Trattato sull'infanzia di Gesu secondo Tommaso
Lt; il titolo delle edizioni: Vangelo di Tommaso,non ha riscontro nella tradizione manoscritta ed e dovuto a una confusione con quello di Nag Hammadi, favorita dall'interpolazione
del cap. 1.

[0.1. Dopo un tumulto, Gesu veniva ricercato da Erode. Allora


l'angelo disse a Giuseppe: Prendi il bambino e sua madre, e
fuggi in Egitto dal cospetto di Erode. Cercano infatti il bambino
per ucciderlo (Mt 2,13). Gesu aveva due anni quando entro in

Egitto.]

Gd (264, 1-6) Lt (1,1)

Gesu: nostro signore Gesu Cristo Lt da Erode: dal re


Erode Gd; + per ucciderlo Lt angelo: + del Signore Gd
Prendi: Alzati e p. Gd ill-madre: Maria e il bambino Lt
Erode2-ucciderlo: coloro che cercano di ucciderlo Lt

[0.2. E mentre camminava per i campi seminati, allungo la mano,


prese delle spighe,Ie pose suI fuoco e (Ie) macino e inizio a mangiare.]
Gd (264, 6-7) Lt (1,2)
Camminava: camminavano Gd aIIungo-mano : -Gd presemangiare: cominciarono a cogliere Ie spighe e a mangiare

Gd
[0.3. Essendo poi giunti in Egitto, arrivarono a casadi una vedova e vi trascorsero un anno.]
Gd (264, 7-8) Lt (1, 3)

Arrivarono : furono ospitatiLt

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

63

[0.4. E Gesu compi tre anni. E vedendo che i bambini giocavano,


comincio a giocare con lorD. E prese un pesceseccoe 10mise in
una bacinella, e gli ordino di respirare. E inizio a respirare. E di
nuovo disse al pesce: Scuoti via il sale che hai e muoviti
nell'acqua . E avvenne cosioAvendo visto i vicini quel che era
successo,10 dissero alIa vedova nella cui casa stava Maria sua
madre. E lei, avendo udito, si affretto immediatamente a gettarli
fuori di casa.]
Gd (264, 9-14) Lt (1, 4); ct. Acta Petri 13 (Erbetta II, p. 152)
E-anni: -Gd bambini: + degli Ebrei Gd in una-pesce2:
nell'acqua dicendo Gd che hai: -Gd E avvenneCOS!:-Gd lei:
la donna Gd

[0.5. E mentre Gesu passavaassiemea sua madre per la piazza


della citta, vide un maestro che insegnava ai bambini. Poi dodici
passeriche scendevanodal muro lottavano fra di loro e caddero
inaspettatamente in seno al maestro. Vedendo, Gesu rise e si
fermo. ]
Gd (264, 14-265,2) Lt (2, 1)
Inaspettatamente: -Lt maestro: + che insegnavaai bambini
Lt e sifermo: -Gd

[0.6. II maestro, avendol0 vista ridere, pieno di furore disse ai


suoi discepoli: Andate e portatemel0 . Mentre 10 trattenevano, il maestro 10afferro per un orecchio (cf. 5.2) e disse: Cosa
hai vista che ti facesse ridere? . Ed egli gli disse: Maestro,
ecco che una vedova viene verso di te portando grano, che ha
acquistato con fatica, e cascheraqui e spargera il grana. E percio
10ttano questi passeri, su quanti chicchi dovra prendere ciascuno .]

Gd (265,2-7)Lt (2,2)
Dissel-disse2:disse Gd che una-grano: una mano (Xt1pa <
Xllpa) piena di grano. L'ho mostrato a tOTOe ho sparso il
grano che net pericolo tolgono di mezzo (?) Lt

[0.7. E Gesu non si allontana finche: non si compl cia che aveva
detto. II maestro, vedendo che Ie parole di Gesu erano diventate
opera, ordina che venisse cacciato dalla citta assieme a sua
madre.l

64

SJ. VOICU

Gd (265, 8-11) Lt (2, 3)


ordino : inizio (coepit < (prae )cepit?) Lt

[0.8. Un angelo del Signore venne incontro a Maria dicendole:


Prendi il bambino e va' nella terra di Giudea. Sono infatti
morti coloro the cercano l'anima del bambino (Mt 2,20).
Alzandosi Maria assieme a Giuseppe e a Gesu, giunsero a
Cafamao, cilia della Tiberiade, nella lorD patria.]
Gd (265, 11-15)Lt (3, 1)
Un: Ed ecco che un Lt va': torna Lt di Giudea: dei Giudei
Lt cercano: cercavano Lt a Giuseppe e: -Lt a CafarnaoTiberiade: alIa citta di Nazareth, che si trova Lt

[0.9. Quando usci Giuseppe dall'Egitto, dopa la morte di Erode


10invio nel deserto, finche a Gerusalemme non fini il tumulto. E
rese grazie a Dio per aver data saggezza,e perche trovo grazia
davanti al Signore Iddio.]
Amen. Gd (265,15-19) Lt (3, 2)
Quando-Giuseppe: sapendolo Gesu (!) Gd fini-tumulto:
non si tranquillizzarono coloro che volevano l'anima del bambino Lt rese: anch'io Giacomo cominciai a rendere Gd aver:
avermi Gd trovo- Iddio: ho trovato (il modo) davanti a lui di
scrivere la sua storia Gd

[1. Ho ritenuto necessarioio, Tommaso israelita, far conoscerea


tutti i fratelli venuti dal paganesimo quanto ha fatto nostro
signore Gesu Cristo, dopo essere nato nella nostra terra di
Betlemme e nel villaggio di Nazaret. E illoro inizio e questo.)
Gs (66r-v) Ga (1) Gb (la) Gd (265, 19-22) Lt (4, 0): om.
EK(Lm)S
Ho-Nazaret:
E glorioso parlare di Tommaso israelita e
apostolo del Signore e delle opere compiute da Gesu dopo
essere uscito dall'Egitto a Nazaret Lt necessario: annuncio
(dVUYYEA.A.OO
< dVUYKU1ov) Ga Tommaso israelita: -Gd (cf.
0.9) quanto-fatto: Ie opere dell'infanzia e Ie azioni gloriose di
Ga; Ie grandi opere della fanciullezza compiute da Gb dopoNazaret: quante compi dopo la sua nascita nel nostro paese
Ga: vivendo nel como nella citta di Nazaret Gb E-auesto:

VERSO IL TESTO PRIMmVO

65

Ascoltate tutti, fratelli carissimi, cia che ha fatto il signore


Gesu quando era nella citta di Nazaret, di cui ecco il primo
capitolo Lt; -Gb

2.1.Quindi, il bambinoGesu,all'eta di cinqueanni, giocava[ .


al guadodi un torrentee recintavaIe acque,facendoleentrarein
pozzee rendendolechiareo["0]
S (6,5-9) E* (la) Lm* (26, 1a) KGB (2, 1) Gs (66v)Gd (265,
23-26)Lt (4,1) Gb* (lb-2, 1)
Gesu: G. il messiaS,' signore G. Cristo E cinque: quattro

Lm
giocava + [dopo una pioggia] Gds(GbLt)
al guado: -E recintava: recintava e indirizzava K,' riceveva
e recintava S; riuniva Ga; agitando riuni Gs acque: + sporche
Gds; + spingendole in canali S chiare: pure e c. S,' pure e sane

Gs

+ [E solo con una parola ordinava loro Ga; con la sola


parola e senza opere ordinando 10ro Gs; subito Ie rese pulite
con la sua parola GdLt; Quindi dice: Voglio che diventiate
acque limpide e sane . E subito 10 diventarono Gb]

GabdsLt
2.2. Poi prendendo argilla morbida dall'acqua, ne fece dodici
passeri(d. Gn 2,7?). Era sabato [...]. E molti bambini giocavano
con lw.
S (6,9-11) E (1b) Lm (27a) KGa (2,2) Gs* (66v) Gd (265, 2628) Lt (4, 2) Gb* (3, 1a)
Poi prendendo: E avvene che poi mentre tutti guardavano
plese Lm morbida: -Lt; pulita Gd dall'acqua SK: -Ga; dal
fango (Gs? E); dalla pozzanghera GdLt; dalle pozzanghere
che aveva fatto Gesil Lm; + pulita K giocavano EKLvGa(d):
erano SLmGs(Lt) E-lui: tra (giocando con Gd) i bambini
degli Ebrei GdLt
sabato: + [quando Gesil (- Gas) fece COStLmGdLt]
GasLmGdLt
2.3. Ma vedendolo uno degli ebrei assieme ai bambini mentre
faceva queste cose, ando da Giuseppe suo padre e accusoGesu,
dicendogli: Di sabato ha fatto fango e modellato dei passeri,
cia che non e lecito di sabato (cf. Mt 12,2).

66

SJ. VOICU

S (6, 11-16)E (2b) Lm* (27b)K*Ga (2, 3) Gs (66v)Gd (265,


28-30)Lt* (4, 2b) Gb* (3, 1b)
vedendolo : vedendo Gesu Gs uno-ebrei: alcuni Gd; i bambini degli Ebrei Lt; un bambino Gb vedendolo-cose: vedendo
cio che Gesu aveva fatto giocando di sabato Ga ando da:
ando subito da Ga; e disse a S accuso Gesu: informo Ga; 10
irrito contro Gesu S; e porto e glielo mostro K Di sabato1sabatoZSE(Gs): E giusto agire COg!di sabato,e fare passeridi
argilla? K; Giuseppe, non vedi che il bambino Gesu fa di
sabato cio che non gli e lecito? Ha infatti fatto dodici passeri
dal fango Lm(Lv); Di sabato ha fatto fango, cio che non e
lecito, e ha fatto dodici passeri Gs; Ecco tuo figlio sta al fiumiciattolo, e prendendo fango ha modellato dodici passeri,e ha
profanato il sabato Ga(Gb); Ecco che tuo figlio giocando con
noi prese fango e fece dodici passeri (+ il che non e lecito il
sabatoe l'ha infranto Lt) GdLt

2.4. E Giuseppe arrivando 10 rimproverb dicendo: Perche fai


di sabato queste caseche non e consentito fare? . Avendo udito
Gesu batte Ie mani e fece volare via i passeri. E disse: Andate,
volate e ricordatevi di me, voi che siete vivi . E questi passeri
andarono via gridando.
S (6, 16-21) E (2b) Lm* (27,7-13) KGa (2, 4) Gs (66v) Gd
(265,30-34) Lt* (4, 2c) Gb* (3, 2a)
El: + avendolo saputo E(Lm) arrivando: -Lm; dal signore Gesu E; + suI posta e avendo vista Ga lo-dicendo: dice a
Gesu GdLt che-fare EGdLt(Gb? Lm): -SKGs Avendo
udito E(KLm): -SGads; + questa parola E; + Giuseppe Lm
Gesu: -K mani: + con rumore Gs fece-passeri: grido (disse
Gd; ordino Lt) ai passeri GaGdLt; davanti a tutti lara KGs;
+ prima delle case che dissero S? Andate: -K e ricordatevigridando: verso quegli uomini che sana Ii . I passeripresero
il yolo e gridavano dicendo: Sia ringraziato il Figlio del
Signore E e ricordatevi di me: -Gs voi-vivi S(Lm?)G(s)d:
che sana vivo K(Gb) volate-vivi: E prendendo il yolo
Gad(b)

2.5. Ma quandoil fariseovide, fu molto meravigliatoe ando a


dirlo ai suoiamici.[...]
S (6,21-23)E (3a)Lm* (27, 13-19)KGa* (2, 5) Gs (66v)Gd
(265,34-35)Lt* (4, 2d) Gb (3,2b)

VERSO IL TESTO PRIMfflVO

67

meravigliato: ebbe timore e spavento E; ebbe timore e si


scoraggio (?) K ando : + in fretta K ai : a tutti i suoi Gs
Ma-amici: [I giudei avendo visto ne furono strabiliati. E
andandoseneraccontarono ai lorD capi cio che avevano visto
fare Gesu Ga; Annunciarono a tutti il segno che aveva fatto
Gesu Gd; E vedendo gli ebrei cio che era avvenuto, si sono
meravigiiati e sono andati annunciando i segni che fece Gesu
Lt; E Giuseppe vedendo rimase stupito Gb] GabdLt
Vedendo invece gii astanti questi segni, sono stati riempiti
da grande stupore. Alcuni 10 lodavano e ammiravano, altri
invece 10 ingiuriavano. E alcuni andarono dai principi dei
sacerdoti e dill capi dei farisei e annunciarono lorD che Gesu,
figlio di Giuseppe, davanti a tutto il popolo d'lsraele aveva
fatto grandi segni e meraviglie. E cio e stato riferito Delle
dodici tribu d'lsraele Lm

3.1. Ma il figlio di Anna 10scriba, anche lui era venuto assiemea


Giuseppe. E prese un ramo di galice e distrusse Ie pozze e fece
scorrere Ie acque che Gesu aveva raccolto e fece asciugare Ie
pozze.
S (6,23-27) E (3b) Lm* (28, linn. 1-6) KGa (3, 1) Gs (66v-67r)
Gd (265, 35-37)Lt* (4, 3a) Gb* (2,2)
10scriba SEGab( d) : il maestro dei sacerdoti K; il sacerdote
del tempio Lm; il somma sacerdote gli dice: Perche fai cas!
di sabato Gs il-scriba: Anna 10 scriba Gd; un fariseo Lt
Giuseppe: Gesu SGdLt; al fariseo E salice: ulivo Lt e distrusse-pozze1:-EGa asciugare-pozze1: -Gad
E prese-pozze2:tenendo un ramoscello per mana, mentre
tutti vedevano, con molta furia aprlle pozze che Gesu aveva
fatto con Ie sue mani, e disperseda esseIe acque che vi aveva
raccolto dal torrente. Infatti, persino l'acquedotto dal quale
entrava l'acqua 10chiuse e poi 10distrusseLm

3.2. E quando Gesu vide cio che era successo,gli disse: Che il
tuo germoglio sia senzaradice, e il tuo frutto sia arido, come un
ramo tagliato dal vento .
S (6,27-7,3) E (3c) Lm (28, linn. 6-10) KGa (3, 2) Gs (66v)
Gd (265,37-266,3) Lt (4, 3b) Gb (2, 2b)
Gesu: -Gd era successo: aveva fatto LmGs; + si adiro e
Gad; sconvolto Lt gli disse: disse a quel ragazzo que aveva
distrutto Ie sue pozze Lm ramo : + del bosco tot) ~uJ..ou?)S

68

S.l. VOICU

tagliato-vento : privo di spirito E; + che non esiste pin S chevento (S): Che il tuo seme sia sterile e arido; che il germoglio del tuo frutto diventi come un ramo privo di vita E; 0
legno, 0 albero che assieme ai suoi rami si e inaridito, bruciato
assieme alIa progenie per la potenza dello spirito di Giona K
cheZ-vento: [ 0 seme perverso d'iniquita, 0 figlio della
moTte, opificio di Salafia, veramente il frutto del tuo seme
sara senza vigore, e Ie tile radici senza umidita e i tuoi rami
aridi, e non porteranno frutto Lm; Senza radice (sia) il tuo
frutto e arido il tuo germoglio, come un ramo tagliato da uno
spirito venerabile (7tVEuj.ta'tt'ttl.tl! < 7tv. j3tal! = vento violento ?) Gs; Sodomita (Ingiusto Ga), empio e stupido. Cosa ti
hanno fatto di male Ie mie pozze e Ie mie acque ? Ecco ti prosciugherai come un albero e non avrai ne foglie ne radici ne
frutto Gad(Lt); Empio e trasgressore. Cosa ti hanno fatto
di male Ie pozze e Ie hai svuotate? Non andrai per la tua strada, e ti prosciugherai come il ramo che tieni Gb] GabdsLmt

3.3.E subitoquelragazzosiprosciugo.[...]
S (7,3-4) E (3d) Lm (28c) KGa (3,3) Gs (67r) Gd (266, 3-6)
Lt (4, 3c) Gb (2, 3)
subito: + mentre tutti guardavano Lm si prosciugo
SE(KLm)Gs: cadde prosciugandosiK; + e mon Lm
prosciugo: + [del tutto. Gesu invece si allontano e ando a
casadi Giuseppe. I genitori di colui che era stato prosciugato10
sorressero piangendo la sua giovinezza e 10 portarono da
Giuseppee gli rimproverarono : Hai un figlio simile che opera
cose simili Ga; E cadendo si prosciugo subito. Giungendo i
suoi genitori 10 sorressero subito moTto. Si adirarono contro
Giuseppe dicendo: Hai un figiio simile e guarda cio che ci fa.
Insegnagli a benedire e a non maledire Gd; prosciugatosi
subito, cadde per terra e mono I suoi genitori 10 sorressero
moTto e maledicevano Giuseppe dicendo: Ecco cio che ha
fatto tuo figlio; insegnaglia pregare e a non bestemmiare Lt;
E camminando, dopo un po' spiro. E vedendo, i bambini che
giocavano con lui si meravigiiarono e andandoseneriferirono al
padre del moTto. E accorrendotrovo il bambino moTto e se ne
ando rimproverando Giuseppe Gb] GabdLt

4.1. E di nuovo Gesu andava con suo padre, e un ragazzo,correndo, 10 colpi alIa spalla. E Gesu gli disse: Non andrai per la
tua strada . E cadendo subito, mort. E gli astanti esclamarono

VERSO n.. TESTO PRIMmvO

69

dicendo: Donde proviene questo bambino, poiche tutto cio


che dice avviene subito? .
S (7,4-9) E (4) Lm* (29) KGa (4, 1) Gs* (67r) Gd (266, 7-10)
Lt (5,1) Gb (4, 1)
di nuovo: dopo pochi giorni LtGd(Gb) con suo padre: +
Giuseppe Gs ; -Gb; con Giuseppe KLtGd; + e 10 Spirito
santo E; per il villaggio Ga; + per il villaggio LtGd correndo :
buttandogli una pietra Gb alIa spalla: con la sp. S; al petto E
Gesu: + adirandosi KGad disse: dice SGd Non-strada: Che il
tuo corpo non cresca pill E gli astanti: I giudei Gd; + vedendo
che il bambino era moTto E esclamarono: si lamentarono E; Ga poiche-subito: -GdLt
Partendo da Ii assieme a suo padre Giuseppe, e correndo
quello colpi la sua spalla. E Gesu gli dice: Maledetto sia tu il
tuo capo (?> (...) Gs
Poi Giuseppe si spavento e prese Gesu e andava con lui a
casa e sua madre con lui. Ed ecco all'improvviso contra di
lui un bambino, che era anche lui un figlio d'iniquita, correndo si getto sulla spalla di Gesu, volendo, se possibile, fargli del male. Gesu invece gli disse: Non tornerai sana dalla
via su cui vai . E subito cadde e man. Ed esclamarono i
parenti del marta, che avevano vista cio che era accaduto,
dicendo: Dove e nata questo bambino? E ovvio che ogni
parola che dice e vera, e spessosi compie prima che la dica

Lm
4.2. E i genitori di colui che era moTto andarono da Giuseppe
e gli dissero: Poiche hai un figlio simile, non puoi abitare
con noi nel villaggio. Oppure insegnagli a benedire e a non
maledire. [...]
S (7,9-12) E (4) Lm (29) KGa (4, 2) Gs (67r) Gd (266,10-15)
Lt* (5, 1) Gb (4,2)
genitori: parenti ELm morto : + 10piansero e si lamentarono su di lui e E andarono da: rimproverarono Ga; si adirarono con Gs Giuseppe: + suo padre Gs El-dissero : E dissero a
Giuseppe GdLt Poiche-villaggio: Porta via Gesu da questo
posto; non pub infatti abitare con noi in questo luogo Lm;
Non vivere con noi in questa citta Gb nel villaggio : -KGd e a
non maledire: -S; oppure vattene E
maledire: + [Uccide infatti i nostri bambini Ga; + Uccide
infatti tutti i nostri bambini e tutto cib che dice diventa opera
compiuta Gb: + Ha reso infatti storoi i nostri bambini Gd: +

70

S.J. VOlCU

I nostri figli sono infatti stupidi Lt; Abbiamo infatti perso


nostro figiio Gs] GabdsLt

5.1. Giuseppe si avvicino al ragazzo e 10 ammoni dicendo:


Perche fai cosi? E loro soffrono e ci odiano . II ragazzo Gesu
disse: Se non fossero saggeIe parole di mio padre, non saprebbe come istruire i suoi figli . E disse ancora: E anche se non
hanno subito la maledizione, riceveranno illoro castigo . E
subito coloro che 10accusavanofurono accecati.
S* (7, 13-21; SP290) E* (5) Lm* (29) K*Ga (5, 1) Gs* (67r)
Gd* (266, 15-20)Lt (5,2) Gb (om.)
si avvicino al: interpello il GadLt al ragazzo SEGa: -K; a
Gesil LmGsdLt; + Gesil Lv si-e: -K ammoni: + in privato
Gad fai cosi: maledici Gd(Lt); + figlio mio E; + Perche dici
queste cose S soffrono e: -ELt; si lamentano e Lv odiano: +
e ci perseguitano Ga(d) Il-Gesu: Gesu GadLt; il ragazzo Gs
se-figli: Se gli uomini non avesseroconosciuto la parola saggia di mio padre, non conoscerebbero il castigo dei loco figli
E; Nessun figlio e saggio se suo padre non 10 ammaestra
secondo la saggezzadi questo secolo Lm; so che Ie tue parole non sono tue (mie GdLt). Ma tacero a causatua Gad(s)Lt
ancora : + lnoltre ha rivelato loco persino cio che e nascosto,
per farglielo comprendere E e disse-maledizione: -Gad
maledizione: + di suo padre Lm se: fossero costoro i figli
bambini della camera nuziale (del peccato?) S accusavano:
deridevano K

5.2. [...] Ma Giuseppe si adiro e gli plese l'orecchio e 10liTo con

forza.
S (7, 22-23) E (5) Lm* (29) KGa* (5,2) Gs* (67r) Gd (266,
20-21) Lt (5, 2-3) Gb (5)
[E avendo visto ebbero molta paura ed esitavano e dicevano sui suo conto che ogni cosa che diceva, sia buona, sia cattiva, era un' opera e diventava un miracolo Ga; ed esitavano
furenti. Vedendo Gd; e camminando (O1E1tOpEUOV
< 011l1tOpouv)
dicevano: Tutte Ie parole che provengono dalla sua bocca si
realizzano Lt; Avendo loro (i8ovtE<; < iO<lJv)visto che Gesu
aveva ratio COStGs] Gad(s)Lt
l'orecchio: Ie orecchie e Ie guance E con forza: -KGdLt
All'istante Gesu prese il bambino moTto per l'orecchio e 10
liTO su da terra di fronte a tutti e videro Gesu che oarlava con

VERSO IL TESTOPRIMmvo

71

lui come un padre con il proprio figlio. E 10spirito torno in lui


e risuscito. E tuttisi meravigliarono Lm
Ma-forza: alzandosi (E'YEp8El< 6P'Ylcr8ElC;)
Giuseppe gli
prese l'orecchio e 10 strappo (EtlAAEV< EtE1VEV)con forza
Ga(s) E sedendo Giuseppe suI suo trono il bambino stette
davanti a lui. E tirandogli l'orecchio gli fece molto male
(E8Al\j/E < EtElVE) Gb

5.3. Gesu gii disse: Ti bastera cercarmi e trovare : non hai agito

consaggezza.
[...]

S (7,23-26) E (5) Lm (om.) KGa (5,3) Gs (67r-v) Gd (266, 2124) Lt (5, 3) Gb* (5b)
Gesu: + adiratosi Ga; + sconvolto Lt; adirandosi s'infurio
Gd cercarmi e trovare KGs: comandarmi cercarmi?) e trovarmi S; cercare e non (Kat ~1l < ~E Kat) trovare (E)Ga;
vedermi e non scorticarmi (?) Gd; vedermi, non toccarmi Lt
non-saggezzaS(Ga): [+ Non sai cio che e tuo? Non mi rattristaTe Ga; Ma tu hai conosciuto perfettamente, hai dimenticato E; 1\1 ora hai potuto ricevere la scienzanelle mani K; e
non credere che la ferita sia ignoranza materiale (?). E non mi
hai conosciuto chiaramente, cio che sono per te. Vedi (?) di
non rattristarmi. Sono tuo infatti e a te sono stato assegnato
Gs; Non sai chi sono e sto presso di te Gd; Tu infatti non sai
chi sono io : se 10sapessi,non mi rattristeresti. E sebbeneora
sia con te, sono stato fatto prima di te Lt]
Ma Gesu guardandolo gli disse: Basta! Gb

6.1. E un maestro il cui nome era Zaccheo 10 udi parlare con


Giuseppe suo padre. [...]
S (7, 26-28) E (6) Lm* (30,1) KGa (6, 1) Gs (67v) Gd (266,
25-27) Lt (6, 1) Gb (6, 1)
maestro: noma Lt; + famoso E; + ebreo Lm E-era : -K
Giuseppe-padre E: -Lm; suo padre, e dice: 0 ragazzo
terribile ! S; Giuseppe K; a suo padre Ga; a GiuseppeLt
padre: + [si meraviglio molto Gs; e si meraviglio molto che,
trattandosi di un bambino, dicessequestecase Ga; Giuseppe e
si meraviglio dicendo in se stesso: Un sin1ileragazzopalla in
questo modo! Gd; e meravigliatosi in se stessodiceva: Non
ho mai vista un bambino parlare in questo modo Lt) GadsLT
...e vedendo che era insuperabile per la scienzadella virtu
in lui inizio a parlare senza ordine e stupidamente e senza

72

S.J.VOICU

timore contro Giuseppe Lm L'indomani prendendol0 per


mano 10 porto da un certo maestro di nome Zaccheo e gli
disse: Prendi questo bambino, maestro Gb

6.2. E disse a Giuseppe: Non vuoi affidarmi tuo figlio, affinche


impari ad amare i suoi coetanei e a onorare la vecchiaia e a
rispettare i maggiori, affinche diventi arnica dei bambini e a sua
volta Ii ammaestri? .
S (7,28-8,1; SP294) E (6) Lm* (30, 1) KGa (6, 2) Gs (67v) Gd
(266,27-30) Lt (6,1) Gb (6, 1)
E: + Zaccheo (E)K; + dopa qualche giorno avvicinandosi
Ga a Giuseppe: -Lm Non-figlio: Vieni, consegnalo,fratello,
affinche impari lettere e sappia ogni scienza Gs; + duro e
testardo KIa vecchiaia: Ie vedove (Xllpa~ < y"pa~) Gs affinche1-maggiori:poiche 10amero pi\) dei giovani e l'onorero pi\)
degli anziani E bambini: uomini S a sua volta: -E; Ii riceva e

K
Non-ammaestri: [Hai un bambino saggio, e ha cervello.
Ecco, dammelo affinche imparl lettere e io gli insegni assieme
alle lettere tutta la scienzae il modo di rlvolgersi ai pill anziani
e onorarli come antenati e padri e ad amare i coetanei Ga;
Hai un ragazzoassennatoe ha un buon cervello, ma dammelo
affinche imparl lettere e io gli insegni ogni scienza affinche
non sia rlbelle Gd; Hai un bambino saggio,portalo ad imparare Ie lettere; quando sara esperto nella studio delle lettere,
allora gli insegnero con onaTe, affinche non sia stolto Lt]

GadLT
...affinche imparl la scienzae il timore umani? Ma veda che
tu e Maria volete piuttosto amare vostro figiio che Ie tradizioni degli anziani del popolo. Conveniva infatti piuttosto che voi
onorlate i presbiteri di tutta la chiesa di Israele, affinche abbia
carita reciproca con i bambini e in mezzo a lara imparl la dottrlna giudaica Lm
Insegna lettere . E disse costui : Consegnamelo,fratello,
e io insegnero la Scrlttura e convincero a benedire tutti e a
non maledire Gb

6.2a. Giuseppe gli rispose dicendo: Chi potrebbe reggere ed


educaTequesto bambino? Non credere che si tratti di una piccola croce .
S (8, 1-3) E (6) Lm (30, 2) K (6, 1) Ga (om.) Gs (67v) Gd (266,
30-32) Lt (6,1) Gb (om.)

VERSO IL TESTO PRIMmvO

73

reggere ed: -SGdLt bambino: + all'infuorl di Dio GdLt


Non credere-piccola: poiche a questo bambino si addice una
grande croce E; si tratti-croce: + fratello Gd; si addica ad un
piccolo uomo, fratello . E il maestro disse: Dammelo fratel10,e non curartene Gs; questo bambino sia piccolo Lt
Non credere-piccola: Ma se tu puoi tenerlo a bada e
ammaestrarlo, noi non ci opponiamo affatto a che imparl da
te cia che viene appreso da tutti Lm
6.2b. II bambino rispose dicendo: AIle cose e i nomi che hai
detto, maestro, mi reputo estraneo, poiche sono diverso da voi,
anche se sono fra di voi. Non esiste alcuna dignita della carne
per me. E tu, pur conoscendo la legge, rimani nella legge.
Quando infatti sei nato, io esistevo gia (cf. Gv 8,58); anche se
forse pensi di esseremiD padre, ma riceverai da me un insegna~
mento che nessunoha mai conosciuto ne insegnato. E la croce di
cui parlavi, la portera colui a cui spetta, poiche quando sara esaltato (cf. Gv 12,32 parr.), mi asterra da quel che ho in comune
con la tua razza. Voi non sapete infatti come siete nati; io solo so
esattamente quando siete Dati e quanto tempo rimarrete qui .
S (8, 3-17; SP296-298)E (7) Lm* (30,2) K (6, 2) Ga (om.) Gs
(67v) Gd* (266,32-267,5) Lt* (6,2) Gb* (6,2)
11bambino: + Gesu guardandoli Gs dicendo: + al maestro
queste parole Gs e i nomi: -K anche-per me: non ho come
voi una famiglia di carne ELm alle-per me: Pur essendo un
maestro hai reagito (?) con naturalezza e sei estraneo al nome
con cui ti chiami. Sono infatti fuori di voi, pur dentro di voi a
causadella dignita tamale Gs che-legge: -EK; + Si rivolge a
Giuseppe Gs ha mai-insegnato: -E e la croce-qui: e porterai
il nome salvifico Gs sara: + grandemente S(K) mi asterrarazza: -K; mi asterra dalle vostre opere E voi-nati : -K
Quando Gesu udi Giuseppe dire questo, rise e disse a
Zaccheo: Veramente maestro, quanto ti ha detto mio
padre e vero. E di questi sono il signore e sono vicino a te e
sono nato in mezzo a voi e sono con voi. 10 vi conosco, da
dove provenite e di quanti anni sara la vostra vita.
Veramente ti dico, maestro, the quando sei nato io sono, e
se vuoi essere un maestro perfetto, ascoltami e io ti insegnera una saggezzathe nessunaltro ha conosciuto all'infuori di me e di colui the mi ha inviato a noi. Tu sei un mio discepolo e io so quanti anni hai e per quanto vivrai. E quando
vedrai la mia croce, di cui ha detto mio padre, allora crederai the tutto cia the ti ho detto e vero ~~Gd Gesu invece.

74

S.J.YOICU

avendo udito che Giuseppe diceva queste cose, disse a


Zaccheo : Veramente, maestro, poiche tutto cia che procede dalla mia bocca e veTO.E prima di tutti fui signore; voi
invece siete estranei. Poiche a me e data la gloria dei secoli,
a voi non e stato dato niente, poiche io sono prima dei secoIi. 10 invece so quanti saranno gli anni della tua vita, e quando innalzerai il vessillo di cui ha parlato mio padre affinche
tu capisca che tutto cia che proviene dalla mia bocca e
veTO Lt

6.2c. Poi si meravigliarono e gridarono: Abbiamo vista e udito


grandi case. Non abbiamo mai udito parole simili da nessuno,ne
dai sacerdoti, ne dai farisei, ne dagli scribi. Da dove proviene
questo bambino, che ha cinque anni e parla cosi? Non si e mai
vista qualcosa di simile .
S (8, 17-22) E (8) Lm* (30,3) K (6, 3) Ga (om.) Gs* (67v)
Gd* (267,5-9) Lt* (6,3) Gb* (6, 3)
Poi: + avendo udito S; + gli ebrei Gs e udito: prodigi e E
sacerdoti-scribi: sacerdoti... scribi... farisei S; sacerdoti...
anziani... farisei... scribi E; maestri scribi ?)... farisei... qualcuno simile K; profeti... farisei... scribi Lm; maestro... fariseo
Gs; pontefici... maestri... farisei Lt; -Gd da dove: Sappiamo
da dove Lm qualcosa di : un bambino K
Esclamarono i giudei con forza e gli dissero: 0 meraviglia nuova e singolare! Forse questo bambino aveva cinque
anni e quali parole dice! Parole simili non abbiamo mai
visto alcuno dirle, ne maestro della legge ne fariseo, come
questo bambino Gs E i giudei che passavano (1tI:IP16v'tE<;
<
7tQpOV'tE<;)
e ascoltavano Gesu si meravigliarono e dissero:
0 cosa straDa e meravigliosa! Questo bambino non ha
ancora cinque anni e dice queste cose. Non abbiamo mai
udito nessuno dire parole simili a quelie di questo bambino Gd(Lt)

6.2d. Di nuovo rispose dicendo : Perche vi meravigliate, 0 piuttosto non credete, poiche vi ho delta di sapere quando siete
nati? Ma so anche altre case. Udendolo furono azzittiti, e non
potevano replicaTe. Avvicinandosi a lara disse: Ho voluto
prendervi in giro, poiche vi meravigliate di sciocchezzee siete
immaturi e poco intelligenti .
S (8, 23-26; SP300) E (8) Lm* (30,4) K* (6,4) Ga (om.) Gs
(68r) Gd (267, 9-18) Lt (6, 4) Gb* (6,2-3)

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

75

nuovo : + Gesu S; + il signore Gesu E; + il ragazzo Gs credete: rimanete (E1t1cr-r'l'j-rt< cI1t1crtt'itt) Gd poiche-nati:
Sana case vere. Quando siete nati voi e i vostri padri e i
padri dei vostri padri, so esattamente e anche prima che il
Mondo fosse creato Gs; Veramente so quando siete nati SiR
voi SiR i vostri padri e vi dico qualcosa di meraviglioso:
quando infatti il Mondo fu creato, io sana e colui che mi ha
inviato a voi Gd cose: + che conosco da mio Padre, poiche
egli mi conosce E Udendolo : + i giudei parlare COStGd furono azzittiti: si adirarono (EeUJ.LWellcrav
< E<j>1J.Lc!Jellcrav)
Gd
disse: saltava dicendo Gsd vi-sciocchezze e: -E siete immaturi e : -Gsd
E rispondendo Gesu disse loro: Vi meravigliate poiche
queste case vengono dette da un bambino? Perche allora
non credete me in cio che vi ho detto? E poiche vi ho detto
che so quando siete nati, tutti vi meravigliate; vi diro di piu,
affinche vi meravigliate di piu. Abramo, che voi chi am ate
padre vostro, io l'ho vista ed ho parlato con lui ed egli mi
ha visto (cf. Gv 8,56-58). E avendo udito tacquero, e nesSUllO di lara osava parlare. E disse lara Gesu: Sono stato
fra di voi assieme ai bambini, e non mi avete conosciuto. Ho
parlato con voi come se taste prudenti e non avete compreso la Mia voce, poiche siete piu piccoli di me e di poca
fede Lm

6.2e. E il maestro Zaccheo disse a Giuseppe: Affidamel0, che


io 10 ammaestri come corrisponde . E carezzandolo 10 porto a
scuola,ed entro e stava in silenzio. E il maestro Zaccheo gli ripet6 pin volte l'alfabeto iniziando da alfa. E gli chiese di rispondereoEd egli taceva.
S (8, 26-9, 3; SP302) E (9) Lm* (31, 1) K (6, 5) Ga (om.) Gs
(68r) Gd (267, 18-23) Lt* (6,5) Gb (om.)
E : + cominciando a blandirli K; quando sembrava si fossero calmati per l'esortazione del bambino Gsd Giuseppe: + e
a Maria Lm come corrisponde: -E; lettere (Lm)GsdLt
Affidamelo: portalo a scuola Gsd carezzandolo: avendo
convinto Giuseppe E; + sulla testa K; Giuseppe prendendo10 per mano Gd(Lt); Giuseppe prendendolo per mano e it
maestro carezzandolo Gs ripete: scrisse e ripete Gsd(Lt)
chiese-rispondere: -Gs ripete-rispondere: comincio a insegnargli la scrittura e gli disse: Di' alfa E; + ripe tendo S
taceva : non gli rispondeva Gs; + e non gli rispose per molto
tempo Gd

76

S.l. VOICU

6.2.Adiratosi, il maestro e con la mano 10 colpi sulla testa. E it


bambino gli disse: Se si colpisce un'incudine, e pin colpito cia
che la colpisce. 10 ti posso dire che paTti come un bronzo che
risuona e come un cembalo che tintinna (cf. 1 Cor 13,1),che non
hanno favella, ne scienzane capacita di intendere .
S (9,3-8; SP302) E (9) Lm* (31, 1-2) K* (6,6) Ga (om.) Gs
(68r) Gd (267, 23-29) Lt (6, 6) Gb (om.)
la mano: un bastonedi storaceLm; -(E)Gs bambino: + adirandosi Gs; + subendo con pazienza Gd(Lt) Se si-colpisce
S(Lm) : Se si colpiscecon un martello, imparera? E; Mi sorprende molto che a insegnaresiano gli ignoranti K; Perche mi colpisci? In veriti! sappiche colui che viene colpito pin insegnaa colui
che colpiscedi quanto non ne imparl Lm; preferisco insegnarti
piuttosto che apprendereda te, perche conoscomolto meglio di
te Ie lettere che insegni Gs(GdLt) 10ti-che: -EGsdLt

6.3. Allora Gesu recito tutte Ie lettere da alfa a omega, con grande intelligenza. Poi aggiunse: Coloro che non conosconol'alfa,
come insegneranno il beta? Ipocriti! Insegnate prima l'alfa e
allora vi crederemo in merito al beta )).
S (SP304) E (9) Lm* (31,2) K (6, 6) Ga (6, 3) Gs (68v) Gd
(267,29-35) Lt (6, 6) Gb* (7,1)
Allora: + cessatal'ira Gsd a omega KGsad: a tau SLm(Lt);
alIa fine E con-intelligenza: dalla disposizione si distingue.
Dimmi prima cia che e tau e io ti dira cia che e alef Lm poi: +
guardando fisso il maestro Gsa(bdLt) l'alfa: + secondonatura
Gsadbeta: tau Lm Ipocriti: -K; 0 pigrizia (0 pigritas < hypocrita) Lt prima: -E allora-beta: + E allora inizia a chiedere i
nomi delle singole lettere Lm; + poi inizia a interrogaTe il
maestro sulla prima lettera, e non poteva rispondergli G(sa)d;
allora ti dira del beta. E quando il dottore inizia a parlare della
prima lettera, non pote dare nessunarisposta Lt

6.4. Allora Gesu comincio a chiedere la forma e il nome della


prima lettera, perche:ha molti triangoli, e allungata, inclinata,
piegata all'ingiu, attorcigliata, frastagliata, dritta.
S (SP304) E (9) Lm (31, 2) K (6, 7) Ga (6, 4) Gs (68v) Gd
(267,36-268,4) Lt (6, 7) Gb* (7,2)
Allora-perche: + mentre molti ascoltavano,dice il bambino
a Zaccheo: Ascolta maestro la disposizione della prima let-

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

77

tera, e vedi che Gsa(d) ha-dritta: ha molti angoli e segniaguzzi, spessi, sottili, sporgenti, allungati, raccolti, sottili, ornati,
semplici, quadrati, dalla punta inclinata 0 storta, doppi, 0 piegati sui lati, 0 riuniti a tre a tre, 0 coronati, 0 che si toccano S;
ha molti triangoli, (?), allargati (?) e storti, raccolti e sporgenti, frastagliati (?), dritti per tre volte, piantati (all'insu?) e piegati all'ingiu E; e triangolare, allungata, voltata, piegata
dall'alto, attorcigliata, (?), (?), simmetrica (?) K; ha molti triangoli, frastagliati, (?), intermedi (?), raccolti, protesi, eretti,
stesi, ricurvati (?) Lm
ha-dritta: ha (+ due GdLt) regole e un divisorio che vedi
aguzzi (simmetrici Ga), ascendenti,raccolti, (+ allargati, sporgenti Gs), innalzati, danzanti (?) (che raggiungela cima Ga), e
poi finisce in punta (?) (a forma di freccia (?) Gs),triplici, (+ a
due tagli, dello stesso disegno, della stessalarghezza G(d)s),
dello stesso genere (?), subordinati e poggiati (bilanciati (?)
ed equilibrati G(d)s), della stessamisura, (+ simili Gs). Hai Ie
regole dell'alfa Gasd(Lt)

7.1. II maestro Zaccheo stupefatto e meravigliato di tutti quei


nomi e parole, si lamentava ad alta voce dicendo : Ecco cia che
mi sono attirato da solo.
S (SP306) E (9) Lm (31, 2-3) K*Ga* (7, 1) Gs* (68v) Gd*
(268,4-7) Lt* (6, 8) Gb* (7,2)
si-voce : -S ecco-solo: -Lm
Avendo udito Zaccheo (il maestro Gs; + il maestro Ga)
Gesu che diceva una simile nomenclatura e quelle regole
della prima lettera, rimase stupefatto di fronte a simile dottrina (+ e giustificazione G(s)d). E disse (esclamo Gd; + il
maestro Gs; ai presenti Ga): Ahime, (+ ahime, Gs) sono
rimasto stupefatto (ingannato Ga), me miserabile; ho portato su di me la vergogna, (+ attirandomi questo ragazzo
Gsa(Lt) GsadLt.

7.2. Portatelo via da me, vi chiedo. Egli non dovrebbe stare sulla
terra. Veramente e degno di una grande croce.XE capacedi bruciare anche il fuoco. Credo che sia nata prima del diluvio di Noe.
Quale sella l'ha parlato? Quale ventre l'ha generato? Quale
madre l'ha allevato? (cf. Lc 11,27) 10 non riesco a sopportarlo.
Sana grandementestupefatto e ho ingannato me stessoconsapevolmente. Sventurato me che ho creduto di avere un discepolo,e
ho trovato un maestro!

78

SoloVOICU

S (SP306) E (9) Lm* (31,3) KGa (7, 2) Gs (69r) Gd (268, 714) Lt (6, 9-10)Gb* (7,2)
Portatelo: portalo GsadLt E capace-fuoco: colui che potra
rivelare questo bambino e istruirlo (?) E bruciare SK: domare
(Lvm)Gsa; domare tutti e calmare il mare (il mare: -Gd)
GdLt seno-allevato E: seno... generato... madre... allevato S;
ventre... portato... madre... generato Lm( K?); seno... generato... ventre... allevato Gs; seno... portato... ventre... allevato
GaLt; madre... generato... chi l'ha allevato Gd Io-consapevolmente: 10 ignoro. Ahime fratello, (amico Ga; amici GdLt)
perdo il senna, non seguo (il-seguo: -GdLt) la ragione
Gs( a)dLt ho ingannato-consapevolmente: e non riesco a
capacitarmi S Sventurato : ire volle sv. Gsa creduto di : lottato
per (1iyrovl~6~llv< 1'1YOVl!llv)
Gad trovato: + in questo discepolo S
vi chiedo-croce: ti chiedo (- Gs) fratello (+ Giuseppe Ga).
Non sopporto infatti il (la severita del GadLt) suo sguardo,ne
la chiarezza delle sue parole (+ mai Ga?; la-parole: la sua
parola Gd(Lt). Certamente questo bambino non e mortale
GsadbLt Credo-Noe : Forse (- GdLt) questo bambino esisteva
prima della creazione del mondo GsadLt

7.3. Non ho tregua. Fuggiro da questo villaggio. Non possoguardarlo. 10 che sono un vecchio sono stato vinto da un bambino.
Vedo nei suoi occhi l'intelligenza e l'eloquenza della sua bocca e
l'espressionedel suo linguaggio. [...]
S* (SP306, lacunoso) E (9) Lm* (31,3) Ga (7, 3) Gs (69r) Gd
(268,14-19) Lt (6, 10) Gb (7, 3)
Non ho tregua E: Amici, non posso resistere S; Che diro?
Non posso resistere alle parole di questo bambino Lm
Fuggiro : non posso fuggire E lo-bambino S: + E posso forge
dire di esserestato vinto quando <...> l'inizio di niente <...>
(?) S; + poiche non posso trovare ne un inizio ne una fine a
cio che dice. E difficile trovargli un inizio Lm; 10 sono molto
meravigliato dall'eloquenza della sua bocca e non posso comprendere cio che ha detto questo bambino (?) E Vedo-l'intelligenza: <...> davanti ai miei occhi (?) S; certo vi dico che
davanti ai miei occhi l'azione di questo bambino Lm l'eloquenza-linguaggio: La voce e l'espressione del suo linguaggio
annunciano qualcuno che e grande S; l'inizio delle sue parole
e la fine dell'intento non sembrano avere niente in comune
con gli uomini Lm

VERSOIL TESTOPRlMmVO

79

linguaggio: + [Amici, (- GdLt) ricordo (non sopporto


GdLt) la (+ ria GsLt) vergogna, poiche sono vecchio e sono
stato vinto da un bambino. (e-bambino: -Lt; + Di cui non
trovo ne inizio ne fine Gd) E mi tocca scoraggiarmi (lasciare
[lClC10"a1
< 1C1CalCftO"a1]
Gs) e morire, oppure fuggire da questo villaggio (fuggire-villaggio: -Ga) a causa di questo bambino. Non posso pill (ora Ga; -Gd) nemmeno guardare il volto
di tutti, (lui Ga; non-tutti:
-Lt) soprattutto di coloro che
hanno visto (soprattutto-visto: e tutti diranno Ga; poiche tutti
hanno visto [+ la ria vergogna Lt] GdLt) che sono stato Vinto
da un bambino piccolo. Cosa diro 0 raccontero (+ a chicchessia? Gs) in merito aIle misure della prima lettera che mi ha
proposto? (alle-proposto: a colui che mi ha battuto alIa prima
lettera Lt) Sapeva veramente, (s.v.: non 10 so Gad; Mi meraviglio Lt) 0 amici (+ e conoscenti Lt). Non (+ gli Ga) conosco
ne inizio ne [me (o-fine: -Gd)] GsadLt

7.4. ["0] E un dio 0 un angelo? Non 10 SO


S (9,8-10) E (9 Lm* (31,3) Ga (7, 4) Gs (69r) Gd (268, 19-

21) Lt (6, 11)Gb (7, 4)


[Percio (- Gd; + ti chiedo GadLt), fratello Giuseppe,porta10 via (+ sana e salvo Gs) a casa tua: questo bambino, se]

GsadLt
un1 : -E non 10so : creatore di ogni cosa Gd
non so se sia un mago 0 un dio. Certo l'angelo di Dio parla

in lui Lm

S (9, 10-13; Sp308) E (9) Lm* (31,4) Ga (8, 1) Gs* (69v) Gd


(268,21-26) Lt (6, 12) Gb (om.)
Allora-rise e: E Gesil voltandosi verso gli Ebrei che erano
con Zaccheo Lt Allora : Mentre gii ebrei davano dei consigli a
Zaccheo Gad Gesil: it bambino Ga; il bambino G. SGsrise: +
fortemente Ga coloro-frutto1: Ie tue cose Ga che2-che3:che
Lt il frutt02-giudizio: -GsdaLt di vita SE(Lm) : -Lv del giudizio LvsP: del giudice Sw;che ha aperto E
giudizio : + [e diventate saggivoi che siete ignoranti (e-ignoranti: -Ga; ora ascoltino i sordi Gd) nel cuore, poiche (- Ga)
io vengo dan'alto per liberaTe coloro che sono in basso (libe-

80

S.J.VOICU

rare-basso: maledirli Ga) e per chiamarli (p.c.: guardo Gd)


verso l'alto, come ha ordinato colui che mi ha inviato a voi (a
voi: per causavostra Ga) Gsad; e coloro che non capiscono
capiscano, e che i sordi ascoltino e che risorgano coloro che
sana morti per causamia, e che io chiami coloro che sana alti
a case ancora pin alte, come mi ha comandato colui che mi ha
inviato a voi Lt (cf. Lm)] GadsLt
E allora Gesn sorridendo con il volta allegro disseimperiosamentea tuttii figli d'Israele che erano presenti ed ascoltavano: Che coloro che non banno frutto fruttifichino, e che i
ciechi vedano e gli zoppi camminino dritti e i poveri godano
dei beni e i morti risuscitino, affinch6 ciascuno torni alIa
condizione integra e rimanga in colui che e la radice della vita
e della gioia perpetue Lm (cf. Lt)

8.2. E subito si ripresero tutti coloro che erano caduti sotto la


sua maledizione. E nessunoosava piu sfidare la sua collera.
S (om. SW;SP308-310) E (9) Lm (31, 4) Ga (8, 2) Gs (69v)
Gd* (268,26-28) Lt (6, 12) Gb (om.)
E1: E avendo parlato COg!il bambino LmGdaLt subito: SLvGdLt si ripresero: videro E; vivano e si rialzino S; + Del
corpo e nell'anima Gd coloro-maledizione:
-Gd caduti:
convinti (7tE7tot96tE<;< 7tE7ttffi1C6tE<;)
Gs sfidare-collera: dirgli
alcunche (+ 0 ascoltare da lui Lm) LmGdLt; + affinche non 10
maledicesse e diventasse infermo Ga

9.1. E un giorno [... di sabato Gesil giocava suI tetto con altri
bambini. E uno dei bambini cadde e morl. E vedendo gli altri
bambini, fuggirono. E Gesil rimase solo.
S (9, 13-16) E (10) Lm (32) Ga (9,1) Gs (69v) Gd (268, 29-32)
Lt (7, 1) Gb (8, 1)
giorno : + [di sabato] SLmv
un giorno EGdLt; dopo molti giorni Gs; dopo qualche giorno Ga con-bambini: -SGa suI tetto: -Gd; in una casa (Lt); +
di una casa (+ di due piani) LmGb bambini2: -E; + che giocavano con lui Ga bambini3: -S cadde: + dal tetto Gad; + per la
porta Lt vedendo: + il cadavere Gd fuggirono: andarono a
casalorD Gs bambini2-sol0: uno dei bambini spinse ne spinse
un altro dal tetto per terra e mori Lm(Gb); + suI tetto (+ da
cui era staiD precipitato il bambino Gb) Gdb; + in quella casa

Lt

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

81

E1: Dopo queste cose Giuseppe e Maria andarono da Ii


nella citta di Nazaret, e stava con i suoi genitori. E Lm

9.2. E sopraggiungendo i genitori del bambino marta dissero a


Gesu: Tu hai buttato gill il bambino . E Gesu disse: Non
l'ho buttato io .
S (9, 16-20) E (10) Lm* (32) Ga (9, 2, fino ad accusarono)Gs
(69v) Gd (268, 32-33) Lt (7,2) Gb* (8,2)
dissero-Gesul: 10afferrarono e gii dissero S; accusaronoG.
dicendo Gs( 0) E Gesu2-io: -GdLt
E non avendo visto, i genitori del moTto reclamavano
contro Giuseppe e Maria dicendo: Vostro figlio ha buttato
per terra nostro figlio, ed e moTto. Gesu dal canto suo taceva
e non rispondeva niente. Giuseppe e Maria accorsero da
Gesu, e sua madre gli chiedevadicendo : Signore mio, dimmi
se l'hai buttato per terra Lm
E avendolo appreso i genitori del bambino che era moTto,
accorserolamentandosi, e avendo trovato il bambino che giaceva moTto per terra e Gesu che stava in alto, supposeroche
lui avessebuttato il bambino e guardandolo 10insultarono Gb

9.3. Ma mentre essi10minacciavano, Gesu scesevicino al moTto


e gli disse: Zenone)) (questo era infatti il suo nome) ti ho
forse buttato giu? )). E si alzo immediatamente e gii disse: No,
Signore . E avendo visto, i genitori del bambino si meravigliarono, e giorificarono Dio.
S (9, 20-25) E (10) Lm (32) Ga (9,3) Gs (69v) Gd (268, 33-38)
Lt (7, 3) Gb* (8,3)
10 minacciavano SGa: litigavano molto E; rimanevano (EI!I!VOV'tffiV)e urlavano Gs; si infuriarono (E I!ULVOV'tO)contro
Gesu Gd E-minacciavano : subito Lm vicino-dissex : dal tetto a
terra e chiamo il bambino per nome Lm Zenone: racconta
Nahu (zenu Nahu < Zen un) E; + Zen one GsdLt questonome: E gli rispose: Signore. E Gesu gli disse Lm; +
Alzati e di' se Gsa(b) ; Alzati e di' se GdLt immediatamente : Gs E-e : -ELm Signore: + non mi hai precipitato, ma rialzato
Ga(Gb); + no Gd i genitori del bambino E(SGsad): + moTto
Lm; i suoi genitori GdLt; tutti S meravigliarono: + spaventarono E; + E Gesu gli disse di nuovo : Allora riposa Gs glorificarono:
i suoi genitori g. S; i genitori del bambino g.
Gsa(d)

82

S.J. VOICU

Dio : Gesu per questo segno. E Maria e Giuseppe andarono


a Genco assiemea Gesu Lm
vicino-disse: dal tetto (d. t. : gill Gd) e si fermo vicino al
(v.a.: sopra it GdLt) cadavere (+ del bambino Ga) e grido con
gran voce (con-voce: -Gd) dicendo (+ it nome del moTto Gd)
GsadLtGb Dio : per il ( + grande GdLt) segnoche aveva avuto
luogo (a.l. -Gs; + ratio Gesu GdLt) e adorarono (+ il bambino Gs)Gesu GsadLt

[10.1. E ancora, mentre un giovane tagliava legna Delvicinato, si


taglio anche la pianta del piede e mort dissanguato.]
Ga (10.1) Gs (71r-v) Gd (269, 1-2) Lt (8, 1) Gb (9, 1): om.
SELm (in Gs fra i cappo16 e 19)
E ancora: pochi giorni dopo GabdLt un-vicinato: uno dei
vicini Gb Del vicinato: ElCU1.O"U
(!) Gs; nell'angolo (yovtq < Y&1.'tovtq) e l'ascia cadde Ga la-piede: il piede (+ destro Gd)
GdLt e mori dissanguato: -GdLt; e dissanguandosi stava per
morire Gb

[10,2. Ed essendoavvenuto un tumulto, la folIa si riuni, e Gesu


accorse,e si fece largo con la forza attraverso la folIa e prese il
pie de ferito, e subito fu guarito, e disse: Va', spezza la tua
legna . E vedendo Ie folIe si meravigliarono e dissero:
Certamente ha salvato molte anime dalIa moTte,e ne salvera
tutti i giomi delIa sua vita .]
Ga (10.2) Gs (71v) Gd (269, 2-7) Lt (8, 2) Gb (9,2-3): om.
SELm (in Gs fra i cappo16 e 19)
Ed-tumulto: -GdLt la folIa si riuni: -Gs Gesu: <colui>
che guarisce Ie ferite, nostro signore Gesu Cristo Gd e2folla2: om. Gd disse: + al giovane Gsa; Gesu gli dice (Gd)Lt
ferito: + del giovane Ga Va' Gs: Alzati GdabLt legna: + e
ricordati di me GdaLt tone : + cio che era avvenuto Ga; + il
segno che aveva fatto Gesu Gd si meravigliarono: 10 adoraranD Gd; adorarono il bambino Ga; adorarono Gesu Lt
vedendo: + il segno che era avvenuto con lui Lt vedendovita: alzandosi 10 adoro, rendendo grazie e spezzandolegna.
E aUo stesso modo tutti coloro che vi si trovavano, meravigliatisi gli rendevano grazie Gb ha salvato-vita Gs: (10
Spirito di) Dio abita in questo bambino Gda; crediamo che
e Dio Lt

VERSO IL TESTO PRIMI11VO

83

11.1. E quando Gesu aveva sette anni, sua madre 10invio a prendele acqua. E in mezzo alIa folIa, la brocca avendo ricevuto un

colpo siruppe.
S (9,25-28) E (11) Lm (33) Ga (11, 1) Gs (69v) Gd (269, 8-10)
Lt (9, 1) Gb (10)
Gesu: -Gab; il bambino G. Gs; il bambino Gd sette SEGs:
sei LmGabdLt sua madre: Maria s. m Gb; la Theotokos Gd
prendere acqua: con la brocca a p. a. alIa fonte assieme ai
bambini Lm; + e a portarla a casa,dandogli una brocca Ga; +
dalla fonte Gb E-folla: E al pozzo vi era molta folIa Gsd;
Giunto Gesu alIa fonte 0 al pozzo, vi era molta folIa Lt; E
nelI'agitazione in cammino E; E mentre andava Gb avendocolpo: -EGadLtGb E-ruppe: E avvene che dopo aver presQ
l'acqua uno dei bambini 10 colpi e scossela brocca e la ruppe

Lm
E i bambini ebrei e caldei andarono al fiume al tramonto a
prendere acqua e a lavare la scuola. E mentre camminavano
insieme verso il fiume, riempirono Ie loro brocche con acqua,
e la brocca di Esdra si ruppe (Apocryphon leremiae.. KUHN,

pp. 309-310).
11.2. E Gesu stendendoi1 mantello con cui era vestito, 10 riempi
d'acqua e 1aporto a sua madre. E Maria si meravig1ioe custodiva ne1suo cuore tutto cio che aveva vistoX(cf. Lc 2,19.51).
S (9, 28-31 + Ril1iet) E (11) Lm (33) Ga (11, 2) Gs (70r) Gd
(269,10-13) Lt (9, 2) Gb* (10)
10 riempi d'acqua: prese Del mantello tanta acqua come
nella brocca Lm a-madre: -S; + Maria GdLt Maria: sua
madre Maria S; -Lm
E Maria-visto: Maria (sua madre GdLt; + la santa
Theotokos Gd), avendo visto il segnoche avevafatto Gesu, 10
bacio dicendogli: Signore (+ Dio nostro Gs), (+ ascoltami e
Lt) benedici (salva Lt) miD (nostro Gs) figlio . (+ Temevano
infatti che qualcuno 10 maledicesse Gs) GsdLt; vedendo sua
madre il segno che era avvenuto, 10bacio, e conservavain se i
misteri che gli vedeva fare Ga
E andandoalIa fonte stegeit suo mantello e prendendo acqua
dalla fonte 10 riempi, e poi porto l'acqua a sua madre. Costei
vedendone fu meravigliatae abbracciandolo10bacio Gb
E quando Esdra tint di parlare COSt,
sceseall'acqua, riempi
d'acqua come una brocca la sua veste, se la mise guIle spalle e
ando con i bambini (Apocryphon leremiae..KuHN, p. 310).

84

S.J.VOICU

12.1. E una volta Gesu semino una misura di grano.


S (9,31-10,2) E* (18) Lm* (34) Ga (12, 1) Gs (70r) Gd (269,
14-16)Lt (10, 1): om. Gb
Gesu : + per gioco S
E-grano: E al tempo della semina, Giuseppe ando a semiDare grano; e Gesu 10 segui. E (Giuseppe-E: -Gs) mentre
Giuseppe seminava,anche il bambino Gesu serino un pugno
(s.u.p.: semino una misura di grano Gs; stegela mano e prese
quanto grano entrava Del pugno e 10 serino Lt) GsdLt; Di
nuovo, al tempo della semina, il bambino usci assiemea suo
padre per seminare grano nella loro terra, e mentre il padre
seminava, anche il bambino Gesu semino un chicco di grano

Ga
E inoltre semino cinque chicchi di orzo E
E di nuovo un certo giorno usci Delcampo e prese un po' di
grano dal granaio di sua madre e 10semino Lm

12.2. E ne raccoisecento misure, e Ie diede ai poveri.


S (10, 2-3) E (18) Lm* (34) Ga (12, 2) Gs (70r) Gd (269, 1621) Lt (10, 2): om. Gb
cento misure : cinquecento sacchiE ai poveri : alla genie del
villaggio S
E suo padre raccolse cento grandi misure, e Ie diede ai
poven e agli orfani. E Giuseppe prese dalla sementa di Gesu
Gs; E avendo raccolto e trebbiato, ne fece cento misure, e
chiamando tutti i poveri del villaggio nell'aia, diede lara il
grana. E Giuseppe prese quel che rimaneva del grana Ga; (+
Venne quindi Giuseppe Lt) al tempo della mietitura (+ per
mietere la sua messe. Venne Lt) Gesu, avendo raccolto il
grana che aveva seminato, (+ 10 trebbio Gd) e ne fece cento
moggi (+ di grana eccellente Lt). E chiamando Ie vedove e gli
orfani, diede lara il grana che aveva seminato. Giuseppe
(Gesu Gd!) conservo un po' di quel grana affinche:ne avessero per benedire la semina (affinche-semina: per la benedizione di Gesu nella sua casa Lt) GdLt
E nacque e crebbe e si moltiplico in abbondanza.E avvenne
il momenta della mietitura, e raccolse come suo frutto ire
misure, e diede ai suoi molteplici (1) Lm

13.1.(a) E Gesuavevaotto anni. E Giuseppeera falegnamee


facevasoltantoaratrie giOghi.

VERSO IL TESTO PRIMITIVO

85

(b) Un coltivatore gli porto un pezzo di legno da tagliare. E


Gesu disse a suo padre: Padre, mostrami come si taglia .
Giuseppe glielo mostro.
S (10,3-8) E (12) Lm* (37) Ga (12, 2-13, 1) Gs (70r) Gd (269,
22-26) Lt (11, 1-2) Gb* (11, 1-2)
(a) Gesu: -Gs E-anni: -Lm; + quando fece questo segno
Ga soltanto: -Gsd; in quel tempo Ga aratri-gioghi: g., a. e
carrette E; + sia per girare la terra, sia adatti aile coltivazioni,
e faceva anche letti di legno Lm
(b) Un coltivatore-mostro E: E qualcuno gli ordino un
letto, [...] ma una delle tavole non aveva la misura giusta,
beDs}era pill corta dell'altra alii qualcuno : un giovane Lm; un
cicco Gsad
letto: + [ill sei cubiti SLm; + grande e comodo Gs]
E qualcuno-letto: E un ricco gli dice: Signor Giuseppe,
fammi un letto prezioso (utile Lt), bello GdLt ma-era: E
Giuseppe ordino a suo figlio (? puero) di tagliare illegno con
una sega di ferro, secondola misura che aveva indicato. E costill non rispetto il modo che gli era stato stabilito, ma fece un
legno pill breve dell'altro Lm ma-dell'altra: -GdLt E
Giuseppe comincio a pensare,indeciso suI da tarsi. E quando
Gesu 10vide COS}
indeciso Deipensieri, poiche cio che era successonon aveva rimedio, gli parla con voce consolatoria dicendo: Orsu, teniamo Ie estremita dei singoli legni, e riuniamole
estremita contro estremita, e mettiamole allineate e tiriamo
dalla nostra parte; Ie possiamouguagliare infatti Lm (cf. Lt) ;
E Giuseppe era triste (E-triste : -Ga), non sapendocosa fare.
(+ Arrivando Gs) il bambino (+ Gesu Ga) da suo padre gli
dice (da-dice: disse a suo padre Giuseppe Ga): Metti per
terra i due legni, e allineali dalla tua parte (t.p.: parte mediana
(I!fO"OU< O"ouGa> Gsa; Giuseppe era triste, poiche illegno
(+ che aveva a tal fine Gd) era COTto(storto Gd). Gesu gli
dice: Non ti rattristare; piuttosto, poggia i legni, e rendiamoli
uguali (piuttosto-uguali: Prendi questo legno da un capo e io
dall'altro e stiriamolo Lt> GdLt (cf. Lm)
Avendo raggiunto l'ottavo anno di eta, a Giuseppe fu ordinato da parte di un cicco di fargli un letto. Era infatti falegname. E uscendo al campo a scegliereIe tavole, Gesu 10accompagno. E avendo tagliato due legni e avendo segato l'uno, 10
POgOaccanto all'altro, e misurando 10 trovo pill COTtO.E
vedendolo si rattristo, e cercava di trovarne un altro. 11.2
Vedendolo Gesu gli dice: Poni questi due insieme a parita
delle due parti anteriori Gb

86

S.l. VOICU

13.2. per tagliarlo, sgrosso e squadro il legno. La mostro a


Giuseppe suo padre e gli disse: Vuoi che faccia COSt
d'ora in
.?
pOI.
.

S (10,8-11)E* (12)Lm* (37)Ga* (13,2) Gs* (70r)Gd* (269,


26-30)Lt* (11,2) Gb* (11,2-3)
per-poi E: E il bambino Gesu prese la misura dellegno,
10 afferro e 10 tiro e 10 rese uguale all'altro. E disse a
Giuseppe suo padre: Fanne cio che vuoi alii E
Giuseppe fece come gli aveva detto (ordinato Gd) Gesu (il
bambino Ga). II bambino (I.b. : Gesu Ga) si piazzo dall'altra parte e afferro illegno piu (- Gs) COTtOe 10 stege e 10
rese uguale all'altro legno e disse a suo padre (s.p.:
Giuseppe GdLt; + Non ti rattristare, ma Gs) fa' cio che
vuoi (disse-vuoi: -Ga) . Giuseppe vide (- Gs; + cio [il
segno Gd] che Gesu aveva fatto GdLt; + e si meraviglio e
Ga), abbracciandolo 10 bacio (a.l.b.: b. Gesu Gd; 10 abraccio Lt) dicendo: 10 sono beato, poiche Dio mi ha dato un
figlio simile GsadLt
E allora Giuseppe ubbidi all'ordine. Sapeva infatti che
poteva fare tutto cio che voleva. E Giuseppe prese Ie estremita delle tavole e Ie attacco al muro vicino a se, e Gesutenne
Ie altre estremita delle tavole e tiro a se la tavola pill carta e la
rese uguale alIa tavola pill lunga. E disse a Giuseppe: Va' a
lavorare e fa' cio avevi promesso di fare . E Giuseppe fece
cio che avevapromesso Lm
E Giuseppe, chiedendosi cia che volesse il bambino, fece
come era stato ordinato. E gli dice di nuovo : Tieni con forza
illegno corto . E meravigliandosi, Giuseppe 10tenne. E allora Gesu tenendo l'altra estremita tiro dall'altra parte. Lo fece
anch'essouguale all'altro legno, e dice a Giuseppe: Non ti
rattristare, ma fa' senza ostacoli il tuo lavoro . E lui vedendo
si meraviglio grandemente e disse in se stesso: 10 sono
beato, poiche Dio mi ha dato un simile bambino . Tornati in
citta, Giuseppe racconto a Maria. Lei ascoltando e vedendo Ie
grandi cose meravigliose di suo figlio si rallegro, glorificando10 con il Padre e 10Spirito santo, ora e sempre e Dei secoli dei
secoli. Amen Gb

14.1. E Giuseppe, vedendo the era intelligente, voleva che non


fosseignorante delle lettere, e 10porto da un maestro. E il maestro gli disse: Di' alfa . E poi gli disse Di' beta . [...]
S (10, 12-16) E (13) Lm* (38, 1) Ga (14, 1) Gs (70v) Gd (269,
31-270,2) Lt (12, 1): om. Gb

VERSOn. TESTOPRlMmvO

87

intelligente: + e saggio Gs che-intelligente: la mente (+


acuta Gd) e l'eta (+ del bambino Ga), poiche cresceva
Gad(Lt) che-lettere: insegnargli Ie lettere S; che fosse
ammaestrato e non inattivo E da: a casa di S maestro1: altro
maestro GsadLt; + affinche 10 ammaestrasseGdLt maestr02:
+ scrivendogli l'alfabeto Gs alfa: + e GesudisseS
E poi-beta: E 10 scriba volle che dicessebeta S; + [it maestro disse a Giuseppe: Quali lettere vuoi che gli insegni per
prime . Gli dice Giuseppe: (Quali-Giuseppe: -Ga) Prima
gli insegnero (g.i.: -Gd; insegnagli Lt) Ie lettere greche, poi
quelle ebraiche . II maestro conosceva infatti l'esperienza
(l'ottima intelligenza Lt) del bambino, e 10temeva (prendeva
volentieri Lt). Comunque, avendo scritto l'alfabeto, 10 ripete
(comunque-ripete: E avendogli scritto il primo versetto, vale
a dire a e b, glielo insegno Lt) a lungo e (+ Gesu taceva e Lt)
non gli rispose (e-rispose: -Gd)] GadLt
E avvenne per la seconda volta che il popolo chiese a
Giuseppe e a Maria che a Gesu venissero insegnate Ie lettere
a scuola. AlIa qual cosa non si rifiutarono, e secondo l'ordine
degli anziani 10portarono da un maestro affinche imparassela
scienza umana. E allora il maestro inizio a insegnargli con
imperio dicendo : Di' alfa Lm
14.2. E Gesu gli disse: Dimmi prima cib che e alia e io ti dirb
beta . E il maestro adiratosi 10 colpi. E subito il maestro cadde
e mono
S (10, 16-19)E (13) Lm (38, 1) Ga (14,2) Gs (7Ov)Gd (270, 27) Lt (12, 2) : om. Gb
Gesu: il bambino Gs dissex: + al maestro GdLt alfa-beta:
alfa e beta E; beta e io ti diro alfa LmGs adiratosi: -S colpix:
+ sulla testa LvGadLt il maestro: -SLm cadde e morl: dopo
averlo colpito morl Lm; svenne e cadde faccia terra Ga;
cadde venendo meno Gd
disse: + Se sei un vero maestro, e se conoscibene Ie lettere
GadLt colpi: + e Gesu (il bambino dal dolore Ga; adiratosi
GdLt) 10maledisse GsadLt
14.3. E Gesu rientro dai suoi genitori. E Giuseppe, chiamando
sua madre, Ie ordino di non lasciarlo uscire da casa,affinch6 non
morissero coloro che 10colpivano.
S (10, 19-22)E (13) Lm (38, 2) Ga (14, 3) Gs (7Ov)Gd (270,710) Lt (12,3) : om. Gb

88

SJ. VOICU

dai-genitori: a casa da sua madre Lm; a casa di Giuseppe


Ga; a casa sua GdLt Giuseppe: + intimorito Lm; + si rattristo Ga sua madre: Maria s.m., Ie paTIo e S E Giuseppeordino: E fu ordinato E 10 colpivano S(Lm)x: 10 irritano
Gsa; maledivano E non-colpivano: -Lt; non maledicessegli
uomini Gd
Ie ordino-colpivano : Ie disse: Sappi veramente che la mia
anima e triste fino ana morte (cf. Mt 26, 38 parr.) a causa di
questo bambino. Pub infatti capitare che qualcuno colpisca
con malizia questo bambino e muoia . Maria gli rispose
dicendo: Uomo di Dio, non credere che cio SiRpossibile.
Credi invece con certezza che colui che I'ha inviato a nascere
fra gii uomini, egii stesso10 custodira da tutte Ie cattiverie e
nel suo nome 10preservera dal male Lm

15.1. ...E
ancora un altro maestro disse a Giuseppe:
Dammel0 e 10ammaestrero. :
S (10, 22-23) E (14) Lm* (39, 1) Ga (15, 1) Gs (7Ov)Gd (270,
11-15)Lt (13, 1): om. Gb
[E dopo qualche giorno Gsd; Dopo molti altri giorni Lt;
dopo qualche tempo Ga] GsdaLt
ancora-altro: -S maestro-Giuseppe: essendo (+ buon Gd)
amico di Giuseppe, gli disse GadLt Giuseppe: + suo padre Gs
Dammelo : dammi tuo figlio E
ammaestrero: + [come si cleve. E prese Gesu E; (+ Orsu
Gs), fratello (- GaLt), dammelo (portami il bambino Ga) a
scuola (a.s.: -GdLt), e potro (affinche possa Gs; + forse
Ga) insegnargli Ie lettere con dolcezza (molt a d. Lt; molta
pazienza Gd). E Giuseppe gli (- Ga) disse: Se osi, fratello
(- Lt), prendilo con sicurezza (c.s.: e ammaestralo con
molta gioia Gd; per ammaestrarlo. Avvenga con gioia Lt;
con te Ga> GsadLt E (+ il maestro GsLt), avendolo presQ
(a.p.: + andava Lt; avendo presQ per mano il bambino, 10
porto Gs) con molto timore e incertezza, e il bambino camminava volentieri (e-volentieri: e 10 teneva con gioia Lt)

GsadLt
E gli ebrei chiesero di nuovo per la terza volta a Maria e
a Giuseppe di portarlo con dolcezza da un altro maestro.
Timorosi del popolo e della prepotenza dei principi e delle
minacce dei sacerdoti, Giuseppe e Maria 10 portarono di
nuovo a scuola, sapendo che colui che aveva una scienza
perfetta dal solo Dio nulla poteva imparare da un uomo

Lm

VERSO IL 1ESTO PRIMITIVO

89

15.2. Ed entrando a scuola prese un librox, e non lesse cio che


stava scritto, apri la sua bocca e paTIonella spirito (cf. Mt 5,2), al
pun.to che it maestro cadde per terra implorandolox. E molta
gente si riuni, e tutti gii astanti furono presi da stuporex.
S (10, 24-26 + Sf) E (14) Lm* (39, 2) Ga (15, 2) Gs (70v) Gd
(270, 15-22)Lt (13, 2) : om. Gb
entrando: + Gesu SLmGd; + audacemente Ga scuola: +
Gesu E non: -E scritto : + poiche non proveniva dalla legge di
Dio Gs; + nellibro Gd; + in esso Ga apri la sua bocca: ma
(disse) grandi cose S(Lm) parlo-spiritox: disse parole terribili
Gs; + santo GadLt si riunl: -Gs; + parlandone E; + e 10
ascoltava GadLt
prese-libro: trovo un libro posato sulleggio (s.l. : -GdLt) e
prendendolo (aprendolo Gd; + e aprendolo Lt) GsadLtparlospirito: e insegnava la legge agli astanti (a.a.: -Lt; + che
ascoltavano Gd) GadLt cadde-implorandolo: seduto vicino
(di fronte Gs) 10ascoltava con grande piacere, e implorandolo
di parlare ancora GsdLt stupore : + per Ie sue santeparole Gs;
per la santita (bellezza Ga) del suo insegnamentoe per Ie (la
preparazione delle Gd) sue (belle Lt) parole (+ che uscivano
dalla sua bocca Lt), poiche essendo un bambino parlava in
questo modo GadLt
Essendo Gesu entrato a scuola, guidato dallo Spirito- santo
prese un libro dalla mano del maestro che insegnavala legge,
e mentre tutto il popolo udiva e vedeva comincio a leggere,
ma non cio che stava scritto sulloro libro, ma parlava DelIo
Spirito del Dio vivo, come se da una fonte viva sgorgasseun
torrente d'acqua e la fonte rimanesse sempre piena. E COSt
insegnava con autorita al popolo Ie grandi cose del Dio vivo,
al punto che 10stessomaestro cadde per terra e 10adoro. E il
cuore del popolo, che stava seduto e 10 udiva dire cose simili,
fu presQda stupore Lm

15.3. Giuseppe, avendo udito accorse, poiche pensava che il


maestro sarebbemorto. E it maestro dissea Giuseppe: Tu non
mi hai dato un discepolo, ma un maestro )).
Sr E (14) Lm (39, 2) Ga (15, 3) Gs (71r) Gd (270, 22'-27)Lt
(13, 3) : om. Gb
udito: + ebbe paura GaLt accorse: + alIa scuola Gsad; +
dove si trovava Gesu Lt(Lm) il maestro: -E sarebbe moTto
ELm: essendoinesperto, avrebbe sofferto Gs; era inesperto
Ga E : + avendolo vista Lm a Giuseppe: -LmGd

90

S.J.VOICU

Th-maestro: Sappi, fratello, che il bambino che ho presQ


da te come discepolo (+ da ammaestrare Lt) eopieno di molta
grazia (serieta [gravitate < gratia] Lt) e saggezza.Percio quindi, fratello, (+ ti chiedo Ga) portalo via (+ sana e salvo Gs; +
con gioia GdLt) a casatua (+ poiche la grazia [serieta Lt] che
ha viene da Dio GdLt) GsadLt
maestro3: + E chi pub sostenereIe sue parole? . Anora si
campi cio che era stato delta dal salmista: 11fiume di Dio eo
pieno d'acqua. Hai preparato illaTa cibo, poiche questa eola
lara preparazione (Ps 64 (65), 10) Lm

[E (+ il bambino (i.b.: Gesu GdLt) avendo udito queste


cose (parole del maestro GdLt), (+ subito Ga) GadLt) gli sorrise e (g. s. e: -Gs) disse (+ al maestro Gs): Poiche hai parlato rettamente e (hai-e: -Gd) hai testimoniato rettamente
(h.t.r.: -Lt), a causa tua anche colui che era stato colpito (+
ieri Gd) sara salvato (s.s.: risorgera Lt) ~~.E subito quel maestro fu salvo (E-salvo: -Lt)] GsadLt
bambino: Gesu E tomb: tomarono E

16.L Poi Giuseppe invio suo figlio Giacomo a raccogliere legna.


Anche Gesu ando con lui. E mentre raccoglievano la legna, una
vipera morse Giacomo sulla mana.
S (10, 26-29) E (15) Lm* (41, 1) Ga (16, 1) Gs (71r) Gd (270,
32-34Lt (14) : om. Gb
Poi-legna: E Giacomo ando nel bosco a raccogiiere legna,
per fare pane Gs; Dopo qualche giorno Giuseppe invio
Giacomo a raccoglierelegna per il forno Gd legna : paglia ELt;
+ e a portarla a casasua Ga Anche-lui: -Lt; e (+ it bambino
Ga) Gesulo segui (+ Giacomo Gd) GadLt raccoglievano
SGsd: (+ Giacomo Lm) raccoglieva EGaLm legna: paglia
ELt; legumi Lm vipera: + feroce Gssulla mano: -GdLt
E andarono dalla citta chiamata Betlemme alIa citta di
Cafarnao,e Giuseppestava assiemea Maria a casasua e Gesu
con loro. E un certo giorno Giuseppe chiamo a s6 Giacomo it
suo figlio primogenito e 10invio all'orto dei legumi a raccogliere
legumi per fare da mangiare.E GesuseguiGiacomo suo fratello
nell'orto, e Giuseppee Maria non 10sapevano.Mentre Giacomo

VERSO IL TESTO PRIMmYO

91

raccoglievai legumi, all'improvviso una vipera uscida un buco e


~lpi la mano di Giacomo, ed egli comincio a gridare a causadel
troppo dolore. E mentre ormai svenivadiceva con voce amara:
Ahi, ahi, una vipera cattiva mi ha colpito sulla mano Lm

16.2. E quando accorse Gesu, si limito a stendere la mano e a


soffiare suI morso, e la guanoII serpente invece mono [... .
S (10,29-11,1 + Rilliet) E (15) Lm (41, 2) Ga (16, 2) Gs (71r)
Gd (270, 34-37) Lt (14): om. Gb
E: E svenne (Lm)E; E stava steso e morente Gas quando
accorse: -E Gesu : il bambin~ Giacomo (!) si avvicino a Gesu
(!) Gs E-Gesu: Gesu, che dal'canto suo stava di fronte, accorse alIa voce lamentosa si avvicino a Giacomo Lm; E cadendo
a terra sarebbe marta per il dolore del veleno (+ e avendo
vista Gesu Lt) Gd(Lt) si-soffiare: e soffio (+ immediatamente
Gd) Gsadstendere-soffiare: soffiare sulla mana E; e gli tenne
la mana, limitandosi a soffiare sulla mana di Giacomo Lm
morso: ferita GdLt e-guarl: -Gd; e 10 guarl E; e l'allevio. E
Giacomo fu subito guarito Lm; e subito il morso guarl Gs; e
subito it dolore cessoGa
II-morl S: + subito E; + IE Giuseppe e Maria ignoravano
l'accaduto; ma al pianto di Giacomo e all'ordine di Gesu
accorsero all'orto e trovarono il serpente ormai marta e
Giacomo bene guarito Lm; e la bestia mop (scoppio Ga) e (+
subito GaLt) Giacomo fu salvo] Gsa( dLt)
,

[17.1. Dopo queste cose (dopo-cose: Pochi giomi dopo GdLt)


mort nel vicinato (+ di Giuseppe Ga) un bambino (+ malato Ga),
e sua madre piangeva (si lamento GdLt) moltissimo. Gesu udi (+
che'era avvenuto un grande dolore e tumulto, e Ga) accorse
volentieri, e avendo trovato moTto (volentieri-morto: incombendo sopra GdLt) il bambino gli tocco il petto e disse: Ti dico,
bambino, di non morire ma di vivere, e di esserecon tua madre
(e di-madre : -Lt). E subito guardando rise. (g. r. : tomb a vedere
il bambino Gd; it bambino risorse Lt) E (+ Gesu GdLt) dissealla
donna: (a.d.: alla madre (+ del bambino Lt) GdLt) Prendilo e
dagli dellatte (d. 1.: it seno GdLt) e ricordati di me .]
Ga (17, 1) Gd (271, 1-7) Lt (15, 1)

[17.2. E la moltitudine presente vedendo si meraviglio e (s.m. e:


questo [it mirabile Gd] miracolo ,GdLt) disse: Veramente

92

S.J.YOICU

questobambinoe (era Ga)Dio oppureun angelo(+ di Dio Ga),


poicheognisuaparolae un fatto.]
Ga (17, 2) Gd (271, 7-19)
fatto: + compiuto . E Gesu usci da n giocando assiemeagii
altri bambini Ga
[18. 1. Dopo qualche tempo, mentre si costruiva una casae c'era
confusione, Gesu si alzo e ando fin la. E vedendo un uomo che
giacevamoTto gli prese la mano e disse: Uomo, tidico di alzarti, fa' il tuo lavoro . E alzandosisubito 10adoro.]

Ga (18,1)Gd (271,10-13)
Dopo-disse: In un'altra occasione,essendocaduto un muratore dal tetto, mono SopraggiungendoGesu disseat moTto Gd

[18. 2. Vedendo,la moltitudine si meraviglioe disse: Questo


bambinoe celeste.Infatti, ha salvatomolte animedalla morte e
salveradurantetutta la suavita.]
Ga (18, 2) Gd (271, 13-15)Lt (15, 2)

salvera-vita: ed ha riscattato tutti coloro che speranoin


lui Lt
19.1. Quando Gesu ebbe dodici anni, Giuseppe e Maria andarono secondo l'abitudine a Gerusalemme nel giomo della pasqua.
E dopo aver celebrato la pasqua, rientrarono a casa loro. Ed
essendotomati, Gesu rimase a Gerusalemme. E non 10 sapevano, convinti che fosse con la loro comitiva.
S (11,2-8) E (16) Ga (19, 1) Gs (71v) Gd (271, 16-20) NTG (=
Nuovo Testamento greco): om. LmtGb

Gesil: -Gad NTG Giuseppe e Maria SE (NTG): i suoi


genitori Gads NTG secondo-Gerusalemme: -Gd; Del giomo
della pasqua (Gd)Lv; per la festa S (NTG); per la festa della
pasqua EGas (NTG); + con la lara comitiva Ga; + la moltitudine Gd E-pasqua LvS: e giuntivi si rallegrarono (tafasehu<
fasika) E; e dopa la pasqua Ga; e parteciparono alIa pasqua
Gd; -Gs rientrarono-loro: -Gds tomati: + alIa loro citta di
Nazaret Gd rimase (EJlEtVEV
Gd; a7tEJlEtVE
Gs NTG (0 33 al) :
sall (aVTlAeE)Ga; + solo Lv E-sapevanoE: -Gd; ne Giuseppe
ne sua madre Maria sapevano S NTG (Koine); e ando suo
padre Giuseppe e sua madre Maria Lv; e i suoi genitori Ga; e

VERSO IL TESTO PRIMlTIVO

93

<i suoi genitori non sapevano> Gs* la-comitiva: cammino


(6&;'J< O"UVOOlq:)
E; la gente e la comitiva Gd

19.2. Avendo camminato un giorno, 10 cercarono tra i lara


parenti e conoscenti. E non avendolo trovato, tornarono a
Gerusalemme a cercaria. E dopa tre giorni 10 trovarono Del
tempio seduto in mezzo ai maestri, mentre Ii ascoltavae Ii interrogava. E tutti coloro che 10ascoltavanoerano ammirati, poiche:
metteva a tacere i presbiteri, spiegandolara Ie parabole dei profeti e i misteri e Ie difficolta della legge.

S (11, 8-18)E (16) Ga (19, 2) Gs (71v)Gd (271,20-28):om.


LmtGb
Avendo-giomo Gads: E giunti alIa fermata di quel giomo
S; Essendo rientrati nelloro paese, Maria e Giuseppe E; E
avendo camminato circa un giomo Lv; + la sera Gd i-conoscenti: parenti Ga; la folIa e i conoscenti Gd; + senzatrovar10 E trovato: + Gesu S; + si rattristarono e Ga(d) a cercarlo:
-Gd E dopo-giomi: alIa settima ora E Del tempio (NTG): S; a Gerusalemme (E)Gd in-maestri: -Gd Ii interrogava:
rispondeva alIe loro domande S; e insegnava alIe folIe Gd E
tutti-ascoltavano: E tutti stavano attenti e si meravigliavano
Ga; E infatti tutti 10 ascoltavano volentieri, scribi e maestri
delIa legge, e si meravigliavano tutti Gd poiche : + pur essendo un bambino Ga; in che modo un bambino Gd presbiteri :
+ e i maestri del popolo Ga; + e i maestri delIa legge degli
ebrei Gd parabole : scritture E i-difficolta : Ie parabole nascoste E Ie parabole-legge: i capitoli delIa legge e Ie parabole
(+ e Ie difficolta Gs) dei profeti Gas; la legge e Ie parole dei
profeti Gd
19.3. E sua madre gli dice: Figlio, perche ci hai fatto queste
cose? Ecco che addolorati e afflitti ti cercavamo. E Gesu rispose 10ro dicendo: Perche mi cercavate? Non sapete che mi
debbo occupare delle cose di mio Padre? .
S (11, 18-22) E (16) Ga (19, 3) Gs (71v-72r) Gd (271, 28-31):

om. LmtGb
E-madre: Giungendo (+ Maria Ga) sua madre Gad dice:
disse Gs addolorati e afflitti (NTG D it syc)ti cercavamo SGs:
addolorati (NTG) ti cercavamo Gad; sofferenti ti cercavamo
io e tuo padre E Gesil-dicendo: disse (dice Gd) loro Gesil (Gd) Gad cercavate: cercate (~lltE1tE < E~lltE1tE)Gad sapete

94

S.l. VOICU

(NTG DW pc it sycIr): vi ho detto Gd sapete-di: sapevate


che era con E

19.4. Gli scribi e i farisei dissero a Maria: Sei tu la madre di


questo ragazzo? Tu sei beata. Infatti una gloria e una saggezza
simili non abbiamo mai ne visto ne udito .
S (11, 23-26) E (16) Ga (19,4) Gs (72r) Gd (271, 31-35) Lt (15,
3) : om. LmGb
dissero: risposero dicendo S a Maria: -Ga tu: + Maria E
Tu sei beata: il Signore ti ha benedetta S; Ecco che sei
benedetta nel tuo frutto (cf. Lc 1, 42) E; + fra Ie donne, poiche Dio ha benedetto it frutto del tuo ventre (Lc 1,42) GadLt
gloria: + simile e virtu Ga una gloria e una saggezza: glorioso
nella saggezzaE; grazia e saggezzae gloria Gd; un bambino
glorioso e un simile dono di saggezzaLt; saggezzadi lode e
gloria della virtu Gs simili: + nei bambini S udito : + qualcuno
che la dicesseS
ragazzo: + Lei (Maria Lt) disse: 10 sono (+ veramente
Lt) . E Ie dissero GasLt; + e gli dicono di nuovo Gd

19.5. E Gesu si alzo e seguisua madre. Ed era sottomessoai suoi


genitori. Sua madre conservava tulle queste parole. E Gesu
crescevain statura, saggezzae grazia davanti a Dio e agli uomini.
S (11,27-30) E (16) Ga (19, 5) Gs (71r) Gd (271, 35-40) Lt (15,
4) NTG: om. LmGb
si alzo : + da Ii Gs segui: ando con S sua madre: -EGd Edsottomesso: -EGdLt ai-genitori: a loro SGd (NTG); -Lt sua
madre: -Gs tutte (NTG CKD0 pI) Sua-parole: Maria conservava Del suo cuore (NTG) tutte Ie grandi cose che Gesu compiva Delpopolo, guarendo Ie malattie di tutti (molti malati Lt)
GdLt parole: eventi Ga; + mettendole Del suo cuore EGs
(NTG) : statura saggezzaEGdLt (NTG D) : saggezzastatura
Gas; saggezzaS grazia : -Lt davanti-uominix: + Amen S
uomini: + a lui la gloria <...> Gs; a lui la gloria per i secoli
dei secoli. Amen Ga; e veniva glorificato da suo Padre, ed e
benedetto per i secoli dei secoli. Amen Gd; e tutti coloro che
10vedevano glorificavano Dio Padre onnipotente, che e benedetto Dei secoli dei secoli. Amen Lt

VERSOIL TESTOPRIMmvO

95

,
STEMMA

DELLA TRADIZIONE
MANOSCRITTA

(archetipo)
II-III

III-IV

E S
V?V?

Lv
V?

K
V?

I
Arabo
?

Irlandese

Lm

VIII

(greco)

VII-VIII?

+ 1 e 10

11

Gs

+ 17-18

XI

XI?

'

Slavo,

' + 0

XII

-6'Ta-f
(Gb) ~
Ga

XV

XV

Gd

XV

'.,:
~.

Lt

ChristophMARKSCHIES
Priedrich-Schiller-Universitat
Jena

NEUTESTAMENTLICHE APOKRYPHEN
BEMERKUNGEN ZU GESCHICHTE
UND ZUKUNFf EINER
VONEDGARHENNECKE
1M JAHR 1904BEGRUNDETEN
QUELLENSAMMLUNG*
On prepare actuellement une edition revue des Neutestamentliche Apokryphen in deutscher Ubersetzung <Les Apocryphes du Nouveau Testament traduits en allemand ), ouvrage qui avail ete publie pour la premiere fois en 1904 par Edgar H ennecke. L' etat actuel des recherches et les
objections faites contre Getouvrage ont necessite une revision de sa conception generale; Ie present article esquisse l'histoire de l' ouvrage et discute Ie
concept des apocryphes du Nouveau Testament . A ce propos on voit
qu'il n'est pas possible de trouver d'exactes limites de temps pour Ie materiel a l'aide d'une definition des apocryphes du Nouveau Testament
orientee exclusivement vers l'histoire des formes, et que -egalement par
d'autres raisons -la disposition qui en resulte est impraticable pour etablir
une edition. Par contre, la notion d' apocryphes chretiens proposee par
Eric Junod et d'autres est plus utilisable lorsqu'on en fixe plus precisement
Ie cadre temporel. Sur la base de cette decision devraient sefonder la conception et la structure de la nouvelle edition de l'ouvrage de Hennecke sous Ie
titre: Antike christliche Apokryphen in deutscher Ubersetzung (Apocryphes chretiens traduits en allemand).

Gegenwiirtig wird eine neue Aufiage der erstmals 1904 van Edgar
HenneckeherausgegebenenNeutestamentliche
Apokryphen in deutscher
Ubersetzungvorbereitet.Der Forschungsstandund Einwiinde gegendiesesWerk machteneine Uberpriifung seinerGesamtkonzeptionnotwendig;
der Aufsatz stellt die Geschichtedes Werkesdar und diskutiert sein Kon-

* Die folgenden Uberlegungen wurden auf der Jahrestagungder "Association pour l'etude de la litterature apocryphe chretienne" in Dole am
21.6. 1996vorgetragen. Frau Kollegin ANNA MARIA SCHWEMER
(Tubingen) und den Herren Kollegen HENGEL(Tubingen), SCHNEEMELCHER
(Bad Honnef) und WALTER(Jena) danke ich fur einige freundliche
Gespriiche; den Teilnehmerinnen und Teilnehmem der Tagung fur ihre
Hinweise und Anregungen.

Apocrvpha 9. 1998.P. 97-132

98

C. MARKSCHIES

zept van neutestamentlichen


Apokryphen .Dabei zeigt sick, dafJsick mit
Hilfe einer rein formgeschichtlichen Definition van neutestamentlichen
Apokryphen keine exakte zeitliche Abgrenzung des Materials gegeben
werdenkann und das damit verbundeneKonzeptfilr eineAusgabe auch
aus anderen Grilnden unpraktikabel ist. Der van Eric Junod u.a. vorgeschlagene Begriff christlicheApokryphen ist dagegen,wenn er gegenuber die hagiographischeLiteratur deutlicherabgegrenztund in eineneindeutigen zeitlichen Rahmen gestellt wird, brauchbarer. Aus dieser
Grundentscheidungergibt sick Konzept und Aufbau einerneuenAuflage
desvan HenneckebegrundetenWerkesunter dem Titel: Antike christliche Apokryphen in deutscherObersetzung.

Gegenwartig wird die siebente Auflage der bekannten QuellensammlungNeutestamentlicheApokryphen in deutscherUbersetzungvorbereitet. Der seit der letzten Auflage van 1990/1997
weiter vorangeschritteneForschungsstand,
das tibeTneunzigjahrige
Alter der GrundkonzeptiondesWerkesund Einwiinde gegenseine
letzte Gestalt roacheDErwagungen zu Geschichte und Zukunft
dieser QuellensammlungdUTCh
ihren ktinftigen Herausgebernotwendig. Dies geschieht, wie der Titel bereits anzeigt, in zwei
Abschnitten: Begonnen wird mit Bemerkungen zur Geschichte
der Sammlungvan Edgar Henneckeund Wilhelm Schneemelcher,
darauf folgen Erwagungen tiber ihre Zukunft.
I Neutestamentliche
Apokryphen -die Quellensammlung
von Edgar Henneckeund Wilhelm Schneemelcherin den
Jahren 1904-1990
An die Geschichte der zuletzt 1990/1997in sechsterAuflage
erschienenenTextsammlung NeutestamentlicheApokryphen 1
zu erinnern, heiBt zunachst an den Begriinder dieser Sammlung
erinnern, an den niedersachsischenPfarrer und Harnack-Schiller
Edgar Hennecke,geboren am 13. April 1865in Osterodeam Harz,

1. NeutestamentlicheApokryphen in deutscher Obersetzung,hg. y. W.


SCHNEEMELCHER,
6. Aufl. del yon Edgar Hennecke begrtindeten Sammlung, 1. Bd. Eyangelien, Ttibingen, I.C.B. Mohr (P. Siebeck),19906,2.Bd.
Apostolisches,Apokalypsenund Verwandtes,Ttibingen,19976.-Die sechste Auflage des erstenBandes "ist ein durchgesehenerNachdruck del 5.
Auflage, in dem Druckfehler beseitigt und lediglich auf S.328f. Nachtrac.
ge eingearbeitet worden sind" (p. III); die sechsteAuflage des zweiten
Bandes "ist ein durchgesehenerNachdruck der 5. Auflage (1989),in dem
DruckfeWer beseitigt und an wenigen Stellen kleinere Nachtrage eingearbeitet worden sind" (p. IV).

NEUrESTAMENTLICHE APOKRYPHEN

99

1895his 1935 Pfarrer in Betheln (Hannover), verstorben in Gottingen am 25. Mai 19512.Mustert man sein Schriftenverzeichnis,
so fallen als Forschungsschwerpunkte neben del sogenannten
apokryphen Literatur 3 (dazu gehort auch ein themenbezogenes corpusarticuli in del zweitenAuflage desLexikons Die Religion in Geschichteund Gegenwart4)Arbeiten zur (vor allemniedersachsischen)Territorialkirchengeschichte aufS.

2. VgI. A. MEYER, Art. Hennecke, Edgar, RGG II (Tubingen, 19282),


1800; F.W. BAUTZ, BBKL II (Herzberg 1990), 720; W. SCHNEEMELCHER,
Edgar Hennecke in memoriam, ThLZ 76, 1951, 567f.; J.H. CHARLESWORm, Research on the New Testament Apocrypha and Pseudepigrapha, in: Religion (Vorkonstantinisches Christentum f...J), hg. v. W. HAASE
(ANRW II 25.5), Berlin/New York, W. de Gruyter, 1988, (3919-3968) 3922.
3. Neben del genannten Ausgabe VOl allem ein Aufsatz : Zur altchristlichen Apokryphenliteratur,
ZKG 8, 1926, 309-315; weiter: Hippolyts
Schlitt "Apostolische Uberlieferung del Gnadengaben ", in: HarnackEhrung. Beitriige zur Kirchengeschichte, Leipzig, J.C. Hinrichs'sche Buchhandlung, 1921, 159-182 und : Der Prolog zur "Apostolischen Uberlieferung" HippolytS, ZNW22, 1923, 144-146.
4. Hennecke behandelte u.a. neben den Genera "apokrypher Literatur"
(Art. Agrapha, RGG I, 19272, 152) einzelne "apokryphe Texte" : Art.
Adambucher, RGG I, 82; Art. Epistula apostolorum, RGG II (19282),
207; sowie in knappen Artikeln Junger, Nachfolger und Apostel Jesu, teilweise jedoch ohne Verweise auf die "apokryphe" Literatur (Art. Alphaus,
RGG I, 228; Art. Andreas, 1. Apostel, RGG I, 331; Art. Barabbas, RGG
1,760; Art. Bartholomaus, 1. Apostel, RGG I, 779; Art. Lazarus, RGG
III (1929l), 1506; Art. Lebbaus, RGG III, 1507f.; Art. Lukas, RGG III,
1748; Art. Markus, RGG III, 2019f.; Art. Matthaus, RGG III, 2049f.; Art.
Silas, RGG V (19312), 492; Art. Simon, 4. Zelotes, RGG V; 498; Art. Stephanus, RGG V; 788; Art. Thaddaus, RGG V; 1082f.; Art. Thomas, 1. der
Apostel, RGG V; 1152f.; Art. Timotheus, RGG V; li83f. sowie Art. Titus,
RGG V, 1187f.
S. Zur Gestaltung der Ordination mit besonderer Rucksicht auf die Entwicklung innerhalb der lutherischen Landeskirche Hannovers, Forschungen zur Kirchengeschichte Niedersachsens 1, 1906, 1-56; Die mittelalterlichen Heiligen Niedersachsens, Zeitschrift des Historischen Vereins
[iir Niedersachsen, 83, 1918, 123-130; Patrozinienforschung, ZKG 1, 1920,
337-355; Die Patrozinienforschung
in Niedersachsen, Zeitschrift der
Gesellschaft [iir niedersiichsische Kirchengeschichte 31, 1926, 25-31; Die
niedersachsischen Urkundenbestande del nordischen Archive, ebd. 31,
1926,129-133; Das Archidiakonatsregister der rnittelalterlichen Diozese
Hildesheim aus Quellen ergiinzt mit einer Beigabe fiber Patrozinien, ebd.
34/35, 1929, 166-190; Zur Feststellung von Patrozinien, Beitriige zur
Tharingischen Kirchengeschichte 1, 1929, 13-19; Art. Patrozinienforschung, RGG IV (19302), 101Of.; Zur Durchfuhrung del Reformation in
den welfischen Landen. Eine Quellennachlese, Zeitschrift der Gesellschaft
far niedersiichsische Kirchengeschichte 36, 1931, 35-55; Der Kirchenbezirk Harburg im Jahrhundert nach del Reformation, ebd. 36, 1931,322-

100

C. MARKSCHIES

1m Jahre 1904 veroffentlichte der damalige Landpastor


Hennecke, der sich dUTCh
eine Ausgabe der schwerrekonstruierbaren Apologie des Aristides der wissenschaftlichenWelt empfohlen hatte6,nach fUnd vierjahriger Vorbereitungszeit im Verlag
Mohr (Siebeck) ein Doppelwerk, bestehendaus Neutestamentliche Apokryphen ...in deutscher Ubersetzung und mil Einleitungen sowie einem Handbuch zu den Neutestamentlichen
Apokryphen .Gedacht als ein Parallelwerk zu Die Apokryphen
und Pseudepigraphendes Alten Testaments7aus demselbenVerlage sol1tees Schriftstiicke der altesten christlichen Epoche der
allgemeinerenKenntnis dUTCh
Ubersetzungund planvolle Zusammenstellung ...vermitteln 8.Das Werk gehort mithin in den Kontext der dUTchdie religionsgeschichtlicheSchule aufgebrochenen
BegeisterungfUr neue oder wenig bekannte Quellen, die gerade
auch der Verlag yon Paul Siebeck der Offentlichkeit in wohlfeilen, zugleich abeT wissenschaftlich verantworteten Ausgaben
zuganglichmachenwollte9. Es sollte erstmalseine wissenschaftliche deutsche Ubersetzung dieser Literatur vorgelegt werden, die
nicht aus den Niederungen der diversenLeben-Jesu-KompilatioDenstammte oder lediglich FragmentblieblO.Eher bestandzu clem

325; Die Kirchen unserer Heimat, in UnsereHeimat. DasLand zwischen


Hildesheimer Wald und Ith, hg. v. W. Barner, Hildesheim/Leipzig, 1931,
444-474sowie : Miszellen zur Kirchengeschichte Altsachsens,ZKG 54,
1935,62-86.
6. Die Apologie desAristides (TV IV 13),Leipzig,I.C. Hinrichs'scheBuchhandlung, 1893(aus seiner Dissertation bei Harnack hervorgegangen).Harnack kiirnrnerte sich kaum urn die "Unterbringung" yon Schillern an
der Universitiit, so daB einige seiner begabtestenals Gemeindepfarrer
tiitig waren,z.B. nebenHennecke in Berlin an der Friedrichswerderschen
Kirche Bruno Violet (1871-1945),der u.a. 1924die Baruch- und Esra-Apokalypsefiir die GriechischenChristlichenSchriftstelleredierte (so Wilhelm
Schneemelcher,mtindlich).
7. hg. v. E. KAUTZSCH,
2 Bde., Ttibingen, I.C.B. Mohr (P. Siebeck),1900
= Hildesheim, Georg alms Verlagsbuchhandlung,19754.
8. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, Ttibingen, I.C.B. Mohr (P. Siebeck), 19041,v:
9. Vgl. G. LUDEMANN/M.SCHR6DER,
Die ReligionsgeschichtlicheSchule
in Gottingen. Eine Dokumentation, G5ttingen, Vandenhoeck& Rurecht,
1987,113-119.133-136.
10.Hennecke selbstnennt (NTApo P, 25*) : R.A. HOFFMANN,
Das Leben
Jesunach den Apokryphen im Zusammenhangeaus den Quellenerziihlt
und wissenschaftlichuntersucht,Leipzig, 1851; K.F. VORBERG,
Bibliothek
der Neu-Testamentlichen
Apokryphen gesammelt,abersetztund erliiutert :
Vol. I Die apokryphischen Evangelienund Apostelgeschichten,Stuttgart,
1841 (mehr nicht erschienen).

NEUl'ESTAMEN1LICHE APOKRYPHEN

101

zweihundertJahre zuvor erschienenenWerk vonJohann Albrecht


Fabriciusll eine gewisse Beziehung -schon Fabricius gliederte
seineknapp tausendseitigeSammlungin Evangelien(ParsI), Apostelgeschichtenund -briefe sowie Apokalypsen (ParsII); also mithill nach clemVorbild des kanonischenNeuen Testaments.Aller-

dings stellte der Autor

jener Barock-Sammlung der

Apokryphenliteratur nahezuimmer auch noch testimonia,Judicia


& Censuraevoran, d.h. altkirchliche Testimoniensowie mehr oder
minder zeitgenossischeForschungspositionen und theologische
Urteile (z.B. yon CaesarBaronius, Henri Etienne oder Sebastien
Ie Nain de Tillemont) fiber das jeweils im Folgendenmitgeteilte
Textsttick. Und nicht nUTin diesem Punkt, sondern auch in der
Auseinandersetzungmit den altkirchlichen Lekttireverboten apokrypher Literatur im Vorworp2 und in clem Hinweis auf solche
Autoren, die die Lekttire dieses genus librorum (i.e. der apokryphen Literatur : p. [)9(]) dennochals ntitzlich angeratenhaben,
spiegelt sich die theologische Brisanz derjenigen Ausgabe, die in
gewissemSinne als 'Ahnherr' der Sammlung Edgar Henneckes
gelten kann.
1m Vorwort seiner Textsammlung gibt Hennecke dartiber
Rechenschaft,warum auch zweihundert Jahre nachFabricius siebenundzwanzig(bzw. ftinfunddreiBig) bestimmte Schriften in der
Reihenfolge Evangelien, Briefe, Lehrschreibenund Predigten, Kirchenordnungen, Apokalypsen sowie Apostelgeschichtenund Legenden zusammengestelltworden waren:
Er nennt dasmutmaBliche TodesjahrdesOrigenes, 254n.Chr., als
ungefahreZeitgrenze der bereits erwahnten aItestenchristlichen
Epoche (S. 2) und damit seinesWerkes, identifiziert es zugleich
mit clem Zeitpunkt, zu dem die neutestamentlicheSchriftsammlung ihren vorlaufigen ...AbschluB fand13.Es wurde also yon
Anfang an der -wenn auch vorlaufige -AbschluB des neutestamentlichen Kanons als Auswahl- und Definitionskriterium ftir
diese Sammlung neutestamentlicherApokryphen verwendet.
Das entsprachzunachstder Praxis einzelner altkirchlicher Auto-

11. Codex Apocryphus


Novi Testamenti, Collectus, Castigatus, Testimoniisque, Censuris & Animadversionibus
illustratus a Johanne Alberto Fabricia, Hamburg, B. Schiller, 1703 -ich zitiere nach der Ausgabe der Jenaer VB Th. XXV; 165/11.
12. Fabricius nennt einen Spruch des Abbas Sopater (nach J .B. Co1ELIER,
PG 65, 413 A): M11 icrEA91:J\>v11i~ to KEAA1.0VcrO\>,Kat 1111cXvav6x111~
cX1tOKp\><p<X"
EK~llt1'lcrl1~ 1tpt tfi~ iK6v~
(sc. aus Gen 1,26) sowie Filast.,
haer. 88(60),lf.
(CChr.SL
9, 255,1-8 HEYLEN; zitiert unten in Anm. 14).
13. Vorwort zu E. HENNECKE, NTApo I, TUbingen, 19041, V-VI.

102

C. MARKSCHIES

fen, den Begriff apocrypha als Gegenbegriff zu scriptura canonica zu verwenden-so findet man esbeispielsweisebei demspatantiken Haresiologen Filastrius, Bischof van Brescia am Ende des
vierten Jahrhunderts14;ahnlich schon bei Hieronymus15.Strittig
blieb nuT,ob diese Schriften ganz zu verwerfen waren oder mindestens dochniitzlich und gut zu lesen: DasRecht, alsgemeinsamenTitel eiDer solchenSammlung den des Apokryphen zu setzen, kann seinem Gebrauche seit Hieronymus entnommen
werden, wonach alles AuBerkanonische darunter zu verstehen
ist 16.Unter der Zeitangabe Mitte des dritten Jahrhunderts
selbst versuchte Hennecke dagegen wahl auf eine leider recht
unprazise Weise den damaligen Konsens der Kanongeschichtsforschung zu formulieren. Das liest man anderswo besser: Der
damalige Hallenser Privatdozent Johannes Leipoldt zeigte beispielsweise vier Jahre nach der ersten Auflage der Neutestamentlichen Apokryphen in seiner Kanongeschichte17
viel deutlicher, daB es gerade zur Zeit des Origenes -wie dieser selbstja
auch direkt beschreibt -neben eiDer relativ fest definierten und
allgemein rezipierten Gruppe der O~OA.O'You~Eva
auch erne hinsichtlich ihrer Kanonizitat umstrittene Menge van av'ttA.E'Y6~Eva
und schlieBlich van nicht rezipierten Texten18gab. Henneckes
'vorlaufiger AbschluB' bezieht sich also auf die van Origenes als
O~OA.O'You~Eva
bezeichneten Schriften, auf den Vierevangelienkanan, die Apostelgeschichte, die Paulusbriefe und schlieBlich

14.Alia est heresis, quae apocryfa, id est secreta,habet solum prophetarum


et apostolorum, non accipit scripturas canonicas, id estlegem et prophetas,
uetus et nouum scilicet testamentum. Et cum uolunt solum ilia apocryfa
legere studiose, contraria scripturis canonicis sentiunt, atque paulatim dogmatizant, contra eas dantes sententias, contra legem et prophetas contraque dispositiones beatissimorum apostolorum consulta ponentes (Filast.,
haer. 88[60],lf [CChr.SL 9, 255,1-8 HEYLEN]). -Allerdings wird aus clem
Fortgang deutlich, daB es sich urn van der Mehrheitskirche abgelehnte
actus separatos handelt (Filastrius nennt : ActAndr, ActJoh, ActPetr, ActPaul: 88,3 [po 255,10]). Apocrypha an sich heiBt eben nur: secreta (88,1
[po 255,1] oder 88,5 [po 17]).
15.lmprologus galeatus zu den Samuel- und Konigsbtichern (Biblia Sacra
juxta Vulgatam Versionem (...) rec. et brevi apparatu instruxit R. WEBER,
Stuttgart 21975, 365,54); vgl. dazu auch Ch. MARKSCHIES,Hieronymus
und die Hebraica Veritas -ein Beitrag zur Archaologie des protestantischen Schriftverstandnisses? in : Die Septuaginta zwischen Judentum und
Christentum, hg. v. M. HENGELund A.M. SCHWEMER(WUNT 72), Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck), 1994, 131-181.
16. Vorwort zu E. HENNECKE,NTApo I, Ttibingen, 19041,3*.
17. J. LEIPOLDT, Geschichte des neutestamentlichen Kanons, 1. Tl. Die Entstehung, Leipzig, J.C. Hinrichs'sche Buchhandlung, 1907,62-65.

NEUTESTAMEN11..ICHE APOKRYPHEN

103

die Apokalypse des Johannes -beispielsweise nicht auf aIle der


sieben katholischen Briefe. Allein das gegenwartig wieder heftig umstrittene Gebiet der sogenannten Kanonverzeichnisse
zeigt mil dem Canon Muratori 19und dem Claromontanus 2, ein wie unsicheres Feld man mil den Stichworten 'vorlautiger AbschluB der neutestamentlichen Sammlung' betritt.
Die eigentliche Definition und Abgrenzung des Begriffs neutestamentliche Apokryphen behielt Hennecke seiner Haupteinleitung vor:
Unter neutestamentlichenApokryphen werden bier diejenigen
Schriftstiicke der altchristlichen Epoche vor Origenes ( 254) verstanden,die als Hauptbestandteil der urchristlichen und urkirchlichen Literatur neben und nach der neutestamentlichenunter apostolischen oder engverwandtenTiteln teils geradezuden Anspruch
erheben,wie jene als Quellen der Zeit Jesusowie der Apostel zu gelten, tells doch formell eine erganzendeFortfiihrung der im N.T. vorhandenenLitteraturgattungen darzustellen.Sie sind als autoritative
und Leseschriftenneben den neutestamentlichenin den Kreisen der
iiltesten Kirchen und ihren Abzweigungen eine Zeitlang gebraucht
-zum Tell zurUckgewiesenund bekampft -und haben als Quellenwerke des nachapostolischenZeitalters sowie des sich anschlieBenden der Entstehung der altkatholischen Kirche jedenfalls eine einzigartige Bedeutung.21

18. Vgl. Origenes, horn. I in Luc. 1,1: multi conati sunt scribere evangelia, sed non omnes recepti (FChr 4/1, 60,10f. SIEBEN) und H.J. VOGT,
Das Kirchenverstiindnis des Origenes (BBK 4) K51n, B5hlau Verlag, 1974,
109f. -Zu der quasi statistischen Dokumentation bei Origenes Th. ZAHN,
Art. Kanon des Neuen Testamentes, RE IX (19003), (768-796) 787f.;
H. FREIHERRVON CAMPENHAUSEN,Die Entstehung der christlichen Bibel
(BHTh 39), Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck) 1968,354-376.
19. Die Spatdatierung van A.C. SUNDBERG(Canon Muratori: A FourthCentury List, HThR 66, 1973, 1-41) hat jetzt erneut zu begriinden versucht
G.M. HAHNEMAN, The Muratorian Fragment and the Development of the
Canon, Oxford 1992. Erste kritische Stellungnahmen in den Rezensionen
vonR.F. HULL,JECS3, 1995,89-91 undJ.-D. KAESTLI, Laplace duFragment de Muratori dans l'histoire du canon. A propos de la these de Sundberg et Hahnemann, cristianesimo nella storia 15, 1994, 609-634.
20. Th. ZAHN, Geschichte des neutestamentlichen Kanons 11/1, Erlangen/Leipzig, A. Deichert'sche Verlagsbuchhandlung Nachf., 1892 = Hildesheim, Georg alms Verlagsbuchhandlung, 1975, 157-172; W. SCHNEEMELCHER, Art. Bibel III. Die Entstehung des Kanons des Neuen
Testaments und der christlichen Bibel, TRE VI (1980 = 1993), (22-48) 42
sowie B.M. METZGER,Der Kanon des Neuen Testaments. Entstehung, Entwicklung, Bedeutung, Dusseldorf, Patmos Verlag, 1993, 292.
2L Vorwort zu E. HENNECKE,NTApo I, Tubingen, 19041,5*-6*. -Dieser
Eingrenzung auf die Jahre bis ca. 254 n.Chr. hat sich ubrigens explizit
angeschlossen W. BAUER, Das Leben Jesu im Zeitalter der neutestament-

104

C. MARKSCHIES

Edgar Hennecke entwickelte also schon im Jahre 1904jenen


zweidimensionalen Apokryphen -Begriff, der das Werk big
heute pragt: Er verstand die Werke seiner Sammlungeinerseits
yom entwickelten Kanon des NeuenTestamentsher alsTexte, die
nicht in diesenKanon eingegangensind, es aber gem waren; andererseits begriff er sie als Schriften, die die Gattungen des kanonischen Neuen Testaments formell erganzen,d.h. fortfiihren,
aber auch anreichem. Die Definition Henneckes macht zugleich
ganzdeutlich, daB Kanon des Neuen Testamentesmindestens
in ihrer zweiten, formgeschichtlichen Dimension nicht im Sinne
einer kirchlichen Norm, sondem eher im Sinne einer zeitlich bzw.
inhaltlich eingegrenzten GroBe verstanden ist: Spatere Texte
bauen auf friiheren auf.
Unter der namlichen Uberschrift und Definition fanden sich in
der ersten Auflage des Hennecke daher auch die sogenannten
ApostolischenVater und pseudapostolische22
Kirchenordnungen wie der erste Klemensbrief23,die Ignatianen und Polykarp24,
daneben der Bamabasbrief2s und der sogenannte zweite Clemensbrief samt der Didache26,der syrischenDidaskalia27und clem
Hirten des Hermas28.DaB auch alttestamentlichePseudepigraphen christlichen lnhaltes aufgenommenwurden, entspracheher
einem Vollstandigkeitsdrang denn einem konsequenten Apo-

lichen Apokryphen, Tubingen,J.C.B. Mohr (Paul Siebeck),1909= Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1967,1. -MAJELLA FRANZMANNkann jetzt ihre parallele Studie auf ein Textcorpus stutzen: Jesusin
the Nag Hammadi Writings, Edinburgh, T&T Clark, 1996; vgl. abeTihre
Bemerkungen zum Thema CanonicalUniquenessand the Apocrypha
(p.9-11).
22. Dazujetzt G. SCH6LLGEN,
Pseudapostolizitatund Schriftgebrauchin
den erstenKirchenordnungen. Anmerkungen zur Begriindung des frtihen
Kirchenrechts, in : Stimuli. Exegeseund ihre Hermeneutik in Antike und
Christentum,FS fur Ernst Dassmann,hg. v. G. SCH6LLGEN
und C. SCHOLTEN(JbAC. Ergbd. 23), Munster,AschendorffscheVerlagsbuchhandlung,
1996,96-121und zuvor D.G. MEADE,Pseudonymityand Canon.An Investigation into the Relationship of Authorship and Authority in Jewishand
Earliest Christian Tradition (WUNT39), Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Sie-

beck),1986,203-207.

23.R. KNOPF,NTApo I, Tubingen 19041,84-112.


24. G. KROGER,aaO.,112-138.
25. H. VEIL, aaO., 143-166.
26.2 Clem: H.v. SCHUBERT,
aaO., l72-179;Did: P.DREWS,aaO.,180-194.
27. Hierzu gab E.HENNECKEfreilich nur eine Einleitung und Inhaltsangabe, weil er auf die (nie erschienene) Berliner Akademieausgabe des
Textes warten wollte (NTApo I, Tubingen 19041,194-198).
28. H. WEINEL.aaO.. 217-292.

NEUIESTAMENn-ICHE

APOKRYPHEN

105

kryphen -Begriff29.Die pseudoklementinischeLiteratur fehlte im


Jahre 1904,weil sowohldie zeitliche Ansetzungals auchdie GenesediesesTextcorpus clemHerausgebernoch zu unklar schienen30.
In einer gewissenKonkurrenz zu seinem grundsatzlichenVersuch, einen konsistenten Begriff neutestamentlicher Apokryphen zu entwickeln, hat Hennecke freilich schonin del ersten
Auflage betont, daB sowohl seine Ausgabe insgesamt wie die
Anordnung del verschiedenen Schriften analog zur neutestamentlichen Ordnung von Evangelien, Apostelgeschichte,Briefen
und Apokalypsen sich VOlallem rein praktischen Gesichtspunkten

verdankte:
Der ausdrucklichen Abwehr des Irrtums,als ob diese Sammlung
ills erne Art Schriftenkorpus neben clemneutestamentlichenzu gelten das Recht h1itte,sollie es nach clemGesagtennicht bedtirfen. Die
Zusammensetzungh1itte ebenso gut mit anderer Einteilung und in
etwas anderem Umfange vorgenommen werden konnen. 31.

Hennecke lieB auBerdemden Satz,daB die einzelnenSchriftstucke diesel Sammlung einander nach Gehalt und geschichtlicher Bedeutung gegenseitigferner stUDdeDals die neutestamentlichen Bucher untereinander genommen, fell drucken nachdemer zuvor ausfiihrlich den sehr unterschiedlichenGrad an
Autoritat, Verbreitung und die differenten Gattungen betont
hatte32.
DaB das von Hennecke so in einer charakteristischenMischung
ausPragmatismusund grundsatzlichemAnspruch geboteneMaterial ein buntes Bild ergab, wurde nicht our vom Herausgeber

29. AscJes (J. FLEMMING,aaO., 292-305); 5Esr (H. WEINEL,aaO., 305311),6Esr (DERS.,aaO.,311-318)sowie Sib. VI 1-28; VII; III 1-45; III 6392; VIII 1-106.107-216.218-250.251-323.324-336.337-358.359-428.429455.456-479.480-500;I 319-359.360-400;II 34-153.238-347;III 372. 776;
V 256-259; XII 28-34; XIII 7f. 100-102 rnit Fragrnenten (J. GEFFCKEN,

aaO.,318-345).

30. E. HENNECKE,
Handbuch zu den NeutestamentlichenApokryphen,
Tubingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck), 1904,v: -Zur Aufgabe des Handbuchesvgl. ausdernVorwort: NachJahresfristreiht sich nunrnehrdern
Textbande 'NeutestarnentlicheApokryphen' das daselbstS. Vangekundigte 'Handbuch' rnit den naheren Literaturangaben, Nachweisenfur die
Ausfiihrungen in den Einleitungen und Erlauterungen der Vebersetzung
an (p. V). Allerdings wurden, wie das Register p. 604 zeigt, zwolf weiteTe Textgruppen rnitgeteilt, darunter Neutestarnentliches aus dern
Koran (p. 165-171)oder ein Barnabasspruch (p. 205 = A. RESCH,
Agrapha. Aussercanonische Schriftfragmente [TV 30/3-4], Leipzig,
J.C. Hinrichs'sche Buchhandlung, 19062,p. 282f. Apokryphon Nr. 77[63]).
31. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, TUbingen, 19041,VII.
32. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, TUbingen, 19041,VII.

106

C. MARKSCHIES

befoul, sondern schon bald nach Erscheinen des Bandes immer


wieder in Rezensionen hervorgehoben und schon damals meist
mil kritischen Erwagungen zum Apokryphen -Begriff verbunden33.1m Vorwort zur zweiten Auflage seiner Sammlung (1924)
griff Hennecke die Kritik am Begriff Neutestamentliche Apokryphen und seiner Eingrenzungauf, wie sie VOlallem Albrecht
Dieterich, abeTauch Walter Bauer vorgetragen batten. Dieterich
hatte bemerkt, die SammlungHenneckes konne viel dazu beitragen, die Bezeichnung diesel Literatur, wie es sich gebtihrt,
immer unberechtigter zu machen34.Hennecke reagierte darauf
so: Trotzdem ist sie bier in der Hauptsachebeibehalten, weil sie
sichals praktisch erwiesenhat. 35Allerdings differenzierte er starker zwischendem, was man mil unbestrittenem Recht als Apokryphen im altkirchlichen Sinne bezeichnen kann (a[l]t[estament]l[iche] Legenden und Apokalypsen, Apostellegenden,
Kindheits- und andere Evangelien) und Schriften, die sich im
christlichen Altertum allgemeinerer Anerkennung erfreuten36.
Walter Bauer hatte dagegenin seiner Rezensionauf die Problematik der exakten zeitlichen Begrenzunghingewiesen: DaB in
del Mitte des dritten Jahrhundertsdie Produktion (sc. dieserLiteratur, C.M.) ein plotzlichesEnde erreicht babe,wird niemandgIauben; aber die groBe Masse del spater entstandenenErzeugnisse
gleicher Literaturgattungen bleibt unberticksichtigt. 37Bemerkenswerterweisetrog Hennecke nun aber dieser Kritik an seiner
erstenAuflage nicht dadurchRechnung,daB er sichauf die Apokryphen im altkirchlichen Sinn konzentrierte und auch solche
Texte abdruckte, die nach der ursprtinglichen Zeitgrenze Mitte
des dritten Jahrhunderts entstandenwaren. 1mGegenteil: Er hielt
an diesel Grenze, die ftir einzelne Texte oft nur schwerverifizierbar ist, fest und bot nun zusatzlich in der neuen Auflage Stimmen der Kirche aus den ersten drei Jahrhunderten (so der Titel
eiDer eigenenRubrik, in die u.a.die apostolischenVater, Spriiche

33. So in seinerBesprechungW. BAUER,Rez. Hennecke,Christliche Welt


33,1904,779-782;vgl. auchJ. GEFFCKEN,
ChristlicheApokryphen, Tubingen,J.C.B. Mohr (Paul Siebeck)1908.
34. A. DIETERICH,
Griechischeund romische Religion, ARW8, 1906,474-

510,478.
35. Vorwort zu E. HENNECKE,
NTApo I, Tllbingen 19242,IV:
36. Vorwort zu E. HENNECKE,NTApo I, Tiibingen 19242,IV: Bemerkenswerterweisetiihrt H. ein Kriterium aus der Theologie seinesLehrers
Harnack ein, wenDer yon einem ursprunglichChristlichen spricht, das
dUTChallseitige Beziehung auf Gott und die Seele ...sogar vermannigtacht und in gewissemSinne bereichert werden kann.
37. W. BAUER.CWI8.1904. 779.

NEUrESTAMENn..ICHE APOKRYPHEN

107

und Auslegungen der Presbyter des Irenaus sowie die Kirchenordnungen einsortiert wurden). Weiter wurden z.B. die Ausspriiche des Montanusund seinerProphetinnen, die OdenSalomos und die Sextus-Sentenzen,eine christlich iiberarbeitete
Spruchsammlungaus der paganenEthik38,integriert39.
Mit dieser Reaktion auf die Kritik am Apokryphen -Begriff
der erstenAuflage war freilich zwanzigJahre nach ihrem ErscheiDenin der zweiten Auflage die Grenze der urspriinglichen Sammlung neutestamentliche Apokryphen vollends gesprengt;
Hennecke hatte seine Sammlung in Richtung eiDer Zusammenstellung aller kleineren christlichen Werke his zur Mitte des
dritten Jahrhunderts erweitert, die nicht zu einem gedachtenCorpus der entstehenden wissenschaftlich-theologischenLiteratur
gezahltwerdenkonnten. Diese Entwicklung seinerSammlungmuB
man historischals problematischeinstufen; sie provoziert u.a. auch
die Frage, warurn dann ausclem Bereich der Papyrusliteratur, die
der Wiener Bibliothekar Charles Wesselyzwischen1906und 1924
publiziert hatte40,nicht wenigstenseinige christliche Hymnen aufgenommen worden waren -urn nUTauf eine Textgattung hinzuweisen,die sich zujener 'grauen' Gruppe Stimmen der Kirche
rechnen laBt. Der Verdienst seiner Sammlung lag jedoch unbestritten darin, daB sie teilweise relativ unbekannte und entlegen
publizierte Schriften in Ubersetzung erstmals einem Publikum
bekannt machte, das ohne diese Ausgabe van den oft sehr aufschluBreichenTexten gar nichts erfahren hatte.
Als der wesentlichkonsequentereErbe desformgeschichtlichen
Teils der Definition Henneckes van 1904erwies sich im selben
Jahre 1924 ein englischer Forscher, namlich Montague Rhodes

38. H. CHADWICK,
The Sentences
of Sextus.A Contribution to the History
of Early Christian Ethics(TaS5), Cambridge,CambridgeUniversity Press,
1959; R.A. EDWARDS/R.A.WILD, The Sentencesof Sextus(SBLTT 22.
Early Christian Literature Series5), Chico,ScholarsPress,1981; F. WISSE,
NHC XII,l : The Sentencesof Sextus,in : Nag Hammadi CodicesXI, XII,
XIII, ed. by Ch.W. HEDRICK(NHS 28), Leiden u.a.,E.J. Brill, 1990,295327; P.-H. POIRIER,Les Sentencesde Sextus (NH XII,l) (BCNH.T 11),
Quebec,Les Pressesde l'Universite Laval, 1983,7-94. -VgI. hierzu auch
G. DELLING,Zur Hellenisierung des Christentums in den Spriichendes
Sextus, in : Studien zum Neuen Testamentund zur Patristik. FS Erich
Klostermann,hg. von der Kommission ffir spatantike Religionsgeschichte (TV 77), Berlin, Akademie-Verlag 1961,208-241.
39. Montanus: G. FICKER(aaO.,425-429); OdSal: H. GRESSMANN
(aaO.
437-472)sowie die Sextus-Sentenzen:J. KROLL(aaO.,630-643).
40. Ch. WESSELY,
Les plus anciensmonuments du Christianisme. Ecrits
sur Papyrus, 2 Bde., (PO 4/2 bzw. 18/3), Paris, Firmin-Didot et Cie,1906
bzw. 1924= Tumhout, Editions Brepols, 1985.

108

C. MARKSCHIES

James,mil seinerSammlungThe Apocryphal New Testament41,


ebenfalls gegliedert nach dem formalen Vorbild des kanonischen
Neuen Testamentsund durch den Titel noch deutlicher als eine
Art zweiter Band nebendas kanonischeNeue Testamentgestellt.
Begreiflicherweise fiel diese englische Sammlung trotz ihres
betriichtlichen Umfanges ffir die erstenlahrhunderte doch deutlich knapper als Henneckes zweite Auflage aus: Sowohl die alttestamentlichenPseudepigraphenchristlichenInhalts wurden ausgeschlossen42als auch aIle Texte gnostischen Inhalts, die
pseudapostolischenKirchenordnungenund Liturgien, ja selbstdie
Pseudoklementinen43.
Edgar Hennecke hat in einer interessanten
Rezensiondieses englischenParallelwerkes die niimliche definitorische Beschriinkung auf die reine formgeschichtlicheSeite kritisiert: UnleT dem Stichwort Apokryphen wfirden nun gerade
Texte dieser Art in den altgriechischenKanonsverzeichnissen
verworfen44, ffir Kirchenordnungen und Liturgien liigen doch

41. Erstmals erschienen: Oxford 1924 (zweite, revidierte Auflage ebd.


1953); iihnlich Ubrigens auch die Einordnung des Buches duTch W.
SCHNEEMELCHERin der Haupteinleitung
von NTApo I, 19593,37. Vor
kurzem wurde esdurch erne Neubearbeitung unter gleichem Titel ersetzt :
The Apocryphal New Testament. A Collection of Apocryphal Christian
Literature in an English Translation, ed. by J.K. ELLIOT, Oxford, Clarendon Press, 1993. Sie bringt wie fur Vorgiinger auch mittelalterliche Texte :
Despite reservations expressed in some quarters, one cannot really tie
the production of apocryphal texts to a limited period up to, say,the fourth
century. The creation of apocryphal literature and the revision of earlier
texts did not cease with the formation and acceptance of the New Testament canon (p. X).
42. The Apocryphal New Testament, XXVIf.
43. The Apocryphal New Testament, XXII-XXIV
(p. XXII: Numerous
as are the texts which appear here, the collection is not an absolutely complete corpus of the apocryphal literature of the New Testament ). Dies
hat sich in der Neubearbeitung geiindert: J.K. ELLIOT bietet..pp. 431-433
erne Einleitung mit Literaturhinweisen und pp. 433-438 erne Ubersetzung
von hom.1I 35; 11129f. 38-43. 58; VII 1-12 sowie VillI.
4.
44. Offenbar bezieht sich Hennecke beispielsweise auf die Angaben unter
der Uberschrift "Ocra 'tfi<; vea<; Bta91'1lCll<;
(r,7tOlCpu<pa
in der Stichometrie
des Konstantinopolitaner Patriarchen Nicephorus (806-815 n.Chr.; H.-G.
BECK, Kirche und theologische Literatur im byzantinischen Reich [HAW
XII/2/1], MUnchen, C.H. Beck'sche Verlagsbuchhandlung, 1959,489-491).
Hier sind neben den ActPaul, ActPetr, ActJoh und ActThom die Didache, Ignatianen, der Polykarpbrief und der Hirte des Hermas genannt (E.
PREUSCHEN,Analecta. Kiirzere Texte zur Geschichte der alten Kirche und
des Kanons, 2. Tl. Zur Kanonsgeschichte [SOS. 8/2], TUbingen, J.C.B.
Mohr (P. Siebeck) 1910, p. 64,65-73; deutsch bei W. SCHNEEMELCHER,
NTApo I, 19906,34).

NEUTESTAMEN1LICHE APOKRYPHEN

109

keimhafte Ansatze schonim Neuen TestamentVOr45.


Am Beispiel der koptisch und athiopisch tiberlieferten Epistula Apostolorum46versuchte der Rezensent zu zeigen, wie wenig eine rein
auf die im Titel angezeigteGattung konzentrierte formale Gruppierung den lnhalt zu treffen vermag47.Die zeitliche Ausweitung
der Sammlung dutch James yon der Mitte des dritten Jahrhundertshis ins Mittelalter hinein begrtiBteHennecke dagegen-offenbar empfand er seineeigene Ansetzung eiDerGrenze desMaterials beim vorlaufigen Ende des Kanonisierungsprozesseswie so
vieles andere eher als pragmatische denn programmatischeEntscheidung; sein Schwankenzwischen der Mitte des dritten Jahrhunderts ('vorlaufiger AbschluB der Kanonisierung') und dem
Beginn des vierten ('Ende der altkatholischen Epoche') scheiDt
mir ein Beleg dafiir zu sein. Man fragt sich freilich nach der Lekttire dieser Rezension, warum Hennecke 1926diese Position zur

45. HENNECKEbespricht James in seinem bereits erwiihnten Aufsatz Zur


urchristlichen Apokryphenliteratur
(ZKG 8, 1926, 309-315), die referierte Argumentation p. 310.
46. Gespriiche Jesu mit seinen Jungern nach der Auferstehung, ein katholisch-apostolisches Sendschreiben des2. Jahrhunderts (...) hg., fibers. und
untersucht nebst drei Exkursen v. C. SCHMIDT,(...) Ubersetzung des athiopischen Textes von I. W AJNBERG(TV 43), Leipzig, J.C. Hinrichs'sche Verlagsbuchhandlung, 1919 = Hildesheim, Georg Olms Verlagsbuchhandlung, 1967; Le Testament en Galilee de Notre-Seigneur Jesus-Christ, texte
ethiopien edite et traduit par L. Guerrier (PO IX/3), Paris, Firmin-Didot
et Cie, 1902 = Thrnhout, Editions Brepols, 1982.
47. SCHNEEMELCHER
bot diesen Text fibrigens erstmals 1959 in der Sammlung, zunachst unter der Uberschrift Wechselgesprache Jesu mit seinen
Jiingem nach der Auferstehung , in der bislang letzten Auflage 1990 dann
unter der im Urnkreis der Nag-Hammadi-Forschung popularisierten Gattungsbezeichnung Dialoge des Erl(}sers : NTApo 13, 125-157 bzw.
NTApo 16,189-191 bzw. 205-233 (C.D.G. MULLER).
Ffir die Gattung vgl. K. RUDOLPH, Der gnostische Dialog als literarisches Genus, in : Probleme der koptischen Literatur, hg. v. P. NAGEL (Martin-Luther-Universitat
Halle-Wittenberg.
Wissenschaftliche Beitrage
1/1968), Halle, 1968,85-107 bzw. H. KOSTER,Dialog und Spruchfiberlieferung in den gnostischen Texten von Nag Hammadi, EvTh 39, 1979,532556. ALEXANDER BOHLIG hat freilich darauf hingewiesen, daB z.B. die
Schrift Dialog des Heilands (NHC 1II,5) zwar nicht als Evangelium
bezeichnet, aber ...bei den Gnostikem ganz entsprechend gebraucht
wird (Die Bedeutung der Funde von Medinet Madi und Nag Hammadi
fUr die Erforschung des Gnostizismus, in : DERS. / Ch. MARKSCHIES,Gnosis und Manichiiismus. Forschungen und Studien zu Valentin und Mani
sowie zu den Bibliotheken van Nag Hammadi und Medinet Madi [BZNW
72], Berlin/New York, W. de Gruyter, 1994, [113-242] 153).

110

C. MARKSCHIES

zeitlichen Ausweitung vertreten hat, abeTgeradeerst 1924ein auf


ganzlich anderen Prinzipien aufbauendes Werk vorgelegt hatte.
Zu einer weiteren, dritten Auflage unter Federfiihrung Edgar
Henneckes ist es nicht mehr gekommen: Bald nach dem zweiten
Weltkrieg, im Jahre 1948, trat der damals fiber achtzigjahrige
Hennecke an den seinerzeitigen niedersachsischenPfarrer Wilhelm Schneemelcher48
heran und entwickelte mit ihm gemeinsam
Konzeptionen der Neubearbeitung. Durch die Entdeckung der
Nag-Hammadi-Texte (1945)und den Tod Henneckes (1951)verzogerte und veranderte sich der Charakter der Neubearbeitung
his zu ihrem endgiiltigen Erscheinen in zwei Banden 195~9. Die
vierte Auflage yon 1968stellte lediglich einen Nachdruck der dritten yon 1959dar5. Der Charakter der Sammlung war nunmehr
erheblich gewandeltworden: Nicht nUTdie Namen der Bearbeiter batten sich stark verandert, auchwar dUTCh
die Aufnahme der
'gnostischenEvangelienund verwandterDokumente' in der Bearbeitung dUTCh
Henri-Charles Puechein gewichtigerAbschnitt hinzugekommen, der fiber ein Viertel des Bandes ausmachte51;die
apostolischen Vater und weite Teile der Stimmen der Kirche waren dagegenfortgefallen. Schneemelcherkehrte yom zugespitzt formuliert -Sammelsurium der zweiten Auflage
Henneckes zu der etwas strengeren formgeschichtlichen Orientierung der ersten zuriick. In der neuen Haupteinleitung wird
der Begriff apokryph im Blick auf den anderen Ausdruck
kanonisch bestimmt, was dann auf folgende Definition fiihrt :
Vielleicht dart man so formulieren: Neutestamentliche Apokryphen sind Schriften, die nicht in den Kanon aufgenomrnensind,
die abeTdUTchTitel und sonstige Aussagenden Anspruch erheben,
den Schriften des Kanons gleichwertig zu sein, und die formgeschichtlich die im N[euen] T[estament] geschaffenenund tibemommenen Stilgattungen weiterbilden und weiterformen, wobei nun
allerdings auchfremde Elemente eindringen.52

Es laBt sich schnell zeigenund iiberrascht auch wenig, wieviel


dieser Definitionsversuch SchneemelchersdemseinesVorgangers
Hennecke verdankt: Schon die Formulierung, daB die apo-

48. Geboren am 21. August 1914 in Berlin, 1954 o. Prof. in Bonn,


emeritiert.
49. Vgl. dazu das Vorwort yon W. SCHNEEMELCHER
in NTApo
gen 19593,III.
50. W. SCHNEEMELCHER,
Vorwort zur sechsten Auflage, NTApo
gen 19906,III.
51. NtApo I, 19593,158-171.
52. Haupteinleitung zu W. SCHNEEMELCHER,
NTApo I, Ttibingen

seit 1981
I, TtibinI, Ttibin-

19593,6.

NEUTESTAMENTLICHE APOKRYPHEN

111

kryphen Schriften ))durch Titel und sonstige Aussagen einen


))Ansprucherheben, erinnert an die Definition yon 1904.Auch
die VerwendungdesKanon-Begriffes in der Definition beschreibt
nUTpraziser,was bei Hennecke mit dem Ausdruck ))NeuesTestament bezeichnetwird, und steht in der Tradition seinesoben als
))zweidimensional (S. 4) charakterisierten ))ApokryphenBegriffs: Apokryphen stehenin eiDerhistorischenund formaleD Beziehung zu den Schriften des Neuen Testaments. Weiter
schreibt Schneemelcher,daB ungeachtet solcher Prazisierungen
ernestrengeAnwendung der Definition auf das in den beidenBanden versammelte Material einige Texte seinesWerkes nicht trafe
(allerdings weniger als in der ersten und zweiten Auflage)53.
Dadurch relativiert er natlirlich den logischen Anspruch seines
))Apokryphen -Begriffs: Yon den nach Ende des zweiten Jahrhunderts entstandenenSchriften erhebeja nUTein kleiner Teil den
Anspruch, ))denSchriftendesKanons gleichwertig zu sein.Ahnlich hatte ja abeTauch schonHennecke formuliert (s. oben S. 4).
Und wieder gelingt es nicht, den neuralgischenPunkt der zeitlichenGrenze fiir die Sammlunggrundsatzlichzu losen: Die scheinbar klare (und, wie wiTsahen,in Wahrheit doch hochst unprazise)
zeitliche Begrenzungin der erstenAuflage desHennecke,dasmutmaBliche Jahr desTodes yon Origenes (254n.Chr.), ist allerdings
eindeutig gefallen: Mit Nachrichten tibeTdas ))Evangelium des
Gamaliel 54oder dem Kindheitsevangelium nach der ArundelHandschrift55sind Texte aus dem fiinften bzw. sechstenresp. dem
vierzehnten Jahrhundert aufgenommenworden, also spatantike
bzw. friihbyzantinische, resp. mittelalterliche Texte.
1mGrunde dominiert bei SchneemelchersSammlungyon 1959
alsobereits die Formgeschichteim ))Apokryphen -Begriff leicht
tibeTdie Kanongeschichte-nicht der implizite oder explizite Bezug
auf den sich formierenden Kanon, sondem die Form entscheidet
letztlich, ob ein Text zu den ))neutestamentlichenApokryphen
zahlt. Man kann beispielsweiseaus den wenigen koptischenFragmenten, die man mit Marc-Antoine van den Oudenrijn und anderen56einem ))Gamaliel-Evangelium des fiinften Jahrhunderts
zuschreibenwird, kaum etwas tibeTdie Haltung diesesals Ganzes

53. Haupteinleitung zu W. SCHNEEMELCHER,


NTApo I, Tiibingen 1959J,6.
54. Bearb. v. M.-A. VAN DEN OUDENRIJN,NTApo I, 1959J,376f.
55. Bearb. v. O. CULLMANN, NTApo I, 19593,309f.
56. M.-A. V AN DEN OUDENRIJN, Gamaliel. Athiopische Texte zur Pilatusliteratur (SpicFri 4) Fribourg, Universitiitsverlag,
1959, XIV-XXI;
F. HAASE, Literarkritische Untersuchungen zur orientalisch-apokryphen
Evangelienliteratur, Leipzig, 1913, 11-22.

112

C. MARKSCHIES

verlorenen Apokryphons gegenuber dell kanonischen Neuen


Testamentsagen57.
Oudenrijn nennt es nichtsweiler als ein Stuck
volkstumlicher Erbauungsliteratur ohne einen kanonischen
Anspruch, sei er nun explizit oder implizit vorgetragen58.
Die primar formgeschichtliche Orientierung des Apokryphen -Begriffs hat sich nicht zuletzt dUTChVerbreitung der
dritten und vierten Auflage des Hennecke-Schneemelcher
lange einer auBerordentlichbreiten Zustimmung erfreut; sie pragte beispielsweiseauchden entsprechendenArtikel der dritten Auflage der Religion in Geschichteund Gegenwart yon Bruce M.
Metzger59und Robert McL. Wilsons umfangreichenBeitrag in der
TheologischenRealenzyklopadie60.Selbstin der neuenumfangreichen Sammlungyon Luigi Moraldi ist sie vorausgesetzt61.
Allerdings brach in den achtzigerJahren eine teilweise heftige Diskussion umjenen Apokryphen -Begriff aus(dazu ausfiihrlichunten,

57. Fragmente Revillout Nrr.14/15 (E. REVILLOUT,


Les apocryphescoptes.Premierepartie.. Les Evangilesdesdouzeapotresetde saint Barthelemy
[PO 2], Paris, Firmin-Didot et Cie,1907bzw. 1924= Thmhout, Editions
Brepols, 1985,169f.170-174); vgl. A. MINGANA,Woodbrooke Studies.
Christian Documentsin Syriac,Arabic and Garshuni,ed. and transl. with
a critical apparatus,Vol. 2, Cambridge,Cambridge University Press,1928,
202. 203-205und M.-A. V AN DEN OUDENRIJN,
Gamaliel,52-55bzw. 5861 (= LM VlI3-19/VII 11-27).
58. M.-A. V AN DENOUDENRIJN,
Gamaliel,XXV.
59. B.M. METZGER,
Art. Apokryphen des NT, RGG I (19573),473f. Der
Artikel beginnt nacheiDerDefinition: Gewohnlich suchten die VerfasseTder nt. A. die kanonischen BUcher des NT zu ergiinzen (oder gelegentlich auch zu verbessemoder zu ersetzen).Jede literarische Gattung
der nt. Dokumente (Evangelien, Apg, Briefe, Apokalyptik) wurde nachgeahmt, die Evangelien am haufigsten und die Briefe am seltensten.
60. Art. Apokryphen II, Apokryphen des Neuen Testaments,TRE III
(1978 = 1993),316-362,bes. 319.
61. L. MORALDl,VangeliApocrifi, Casale Monferrato, Edizioni Piemme,
19962(= 1994),18: apocrifi del Nuovo Testamento sono quegli scritti
che non fanno parte del canone biblico del NT ma che dal titolo, dalla
presentazione,dal modo con cui trattano l'argomento e da altri elementi intemi (stile, genere letterario, ecc.)ed esterni si presentanocome testi
canonici,tacitamente 0 espressamenterivendicano un'autorita sacrapari
a quelli del canone 0 intendono sostituirli 0 completarli ; vgl. die Definition bei MARIo ERBETTA,Gli Apocrifi del Nuovo Testamento,VoL 1112 Vangeli,CasaleMonferrato, Marietti Editori, 1975,9: Apocrifi del NT
sono -a nostro avviso -libri non inseriti net canone; essipero per il tito100 in altra maniera pretenderebbero 0 potrebbero insinuaTeun' autorita canonica; di pili, illoro genere letterario e tale da ricordare, nonostante motivi estranei, Ie forme e i tipi neotestamentari che essiimitano 0
trasformano.

NEUTESTAMEN11JCHE APOKRYPHEN

113

S. 11-14); in der ftinften (bzw. sechsten) Auflage der von


Edgar Hennecke begriindeten Sammlung hat Schneemelcher
recht ausfiihrlich zu dieser Diskussion Stellung genommen und
nochmals erne abschlieBende Definition -ausdriicklich als eine
brauchbare Arbeitshypothese gekennzeichnet, die keine 'kanonische' Geltung verlangt -entwickelt :
Neutestamentliche Apokryphen sind Schriften, die in den ersten
lahrhunderten del Kirchengeschichteentstandensind und die duTch
Titel oder Gattung oder lnhalt in einer bestimmten Beziehung zu
den neutestamentlichen Schriften stehen. Das Verhaltnis zu den
kanonischenWerken ist bei den einzelnen Apokryphen sehrunterschiedlichund muBjeweils bestimmt werden. Auch die Motive, die
zur Entstehung yon Apokryphen gefiihrt haben,sind keineswegseinheitlich. VOl allem mtissen bei einer Bestimmung, was nun neutestamentliche Apokryphensind, die historischenRahmenbedingungen beachtet werden. Das gilt nicht nUT ftir die Grenze zu del
hagiographischenLiteratur, sondem es ist besonderswichtig fi.ir die
Beziehungenzum entstehendenoder zum abgeschlossenenKanon
des N[euen] T[estaments].
Es geht also bei diesel Literatur urn
-Evangelien, die nicht nUTdadurch gekennzeichnetsind, daB sie
nicht in das N[eue] T[estament] gekommen sind, die vielmehr
zum Teil denselbenRang wie die kanonischenEvangelien einnehmen wollten (das gilt ftir die altesten Texte) oder die die
kanonischen Texte in irgendeiner Weise erganzen wollten;
-pseudepigraphische Briefe, die wahl in del Mehrzahllehrhafte
Erganzungenoder Korrekturen verbreiten wollten ;
-Apostelgeschichten, die die Nachrichtenund Legendenfiber die
Apostel romanhaft (und oft auch sehr ausfiihrlich) ausgestaltet
habenund damit die mangelhaftenKenntnisse,die man aus dem
N[euen] T[estament] fiber die Lebensschicksale del Apostel
gewinnenkonnte, erganzenwollten ; oft spielendabei auchMotive del Propagandabestimmter theologischerLehren eine Rolle;
-Apokalypsen, die zum Teil jtidische Texte tiberarbeitet,zum Teil
abeTdie aus dem ludentum tibemommene Form del 'Offenbarungen' weiterentwickelt haben.62
Verglichen mit anderen zeitgenossischen Definitionsversuchen63
handelt es sich bier urn eine relativ nuancenreiche Beschreibung
der Grundlage, nach der Wilhelm Schneemelcher seine Texte~

62. Haupteinleitung zu W. SCHNEEMELCHER,


NTApo I, Ttibingen 19875=
19906,52.
63. So nennt James CHARLESWORTH
beispielsweiseals major characteristic of a document in the N[ew] T[estament] A[pocrypha and] P[seudepigrapha] : they ...claim to be apostolic and spiritually equal to the
New Testament writings (Research on the New TestamentApocrypha

114

C. MARKSCHIES

zusammengestellt hat. Sie weitet die bisherige formgeschichtlich


gepragte Begriffsbestimmung allerdings nor scheinbar aus, wenD
sie die Beziehung del apokryphen zur neutestamentlichen LitefatuI nicht nor fiber die Gattung, sondem auch mittels Titel
ODd Inhalt definiert. Denn die klassische Formgeschichte fragt
ja Debell del Ermittlung yon Gattungen (d.i. Textmustem), Formen und Motiven auch nach dem Sitz im Leben , will Anlage
und Aussageintention eines Textes verstehen und moB sich dazu
notwendigerweise eben auch mit dem Inhalt yon Texten beschaftigen64. Die zeitliche Grenze ist bei Schneemelcher scheinbar weitel relativ unbestimmt (in den ersten Jahrhunderten). Allerdings war mit den Auflagen immer deutlicher geworden, daB fur
den Bonner Kirchenhistoriker eine Schrift nicht nor wegen ihres
formalen Bezuges auf das Neue Testament als erne Apokryphe
dieses Bibelteils anzusprechen ist und eben doch eine mehr oder
mindel deutliche Zeitgrenze fur apokryphe Literatur existiert.
Mindestens ebenso wichtig, schreibt Schneemelcher, sei del historische Standort , del helfe, urn apokryphe yon hagiographischer Literatur abzugrenzen -es gabe erne naturliche historische
Grenze, die dUTchdie Kanongeschichte auf etwa die Mitte des vierten Jahrhunderts festgelegt wurde65. Er wendet sich damit explizit gegen Overbeck, del bekanntlich meinte, daB Stucke diesel
Art noch heute jeden Tag geschrieben werden 66.Der AbschluB
des Kanons babe vielmehr zu einem deutlichen Formwandel in
del Apokryphen-Literatur
gefuhrt :
Evangelienwerden kaum noch produziert. Wenndie Bezeichnung
'Evangeliurn' rur ein Werk benutzt wird, dannkann dieserTitel kaurn
die Tatsache verdecken, daB es sich urn Heiligenlegende handelt.
Die apokryphen Apostelgeschichtensind yon dem Wandel beson-

and Pseudepigrapha [ANRW II 25.5], Berlin/New York, W. de Gruyter,


1988, [3919-3968] 3929). Vgl. abeT auch die Hinweise auf die beiden italienischen Sammlungen oben Anm. 61.
64. H. BARIH/O.H. STECK,Exegese des Alten Testaments. Leitfaden der
Methodik, Neukirchen, Neukirchener Verlag, 19809,6Of.; H. ZIMMERMANN,
Neutestamentliche Methodenlehre. Darstellung derhistorisch- kritischen
Methode, Stuttgart, Verlag Katholisches Bibelwerk, 19786, 134-140.
65. NTApo I, Ttibingen 19875 = 19906,44f. 48 bzw. 52.
66. F. OVERBECK,Uber die Anfange del patristischen Literatur, HZ 48,
1882,417-472 = Libelli 15, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft,
1954, 23. -Es ist interessant, daB Schneemelcher sich bier gegen Overbeck wendet, wahrend man sonst den Eindruck hat, daB seine formgeschichtliche Interpretation des Apokryphen -Begriffs im Grunde eine
Transformation van dessen Modell einer zu einem bestimmten Zeitpunkt
'abgestorbenen' Form, die ihrerseits keine 'Keimform' ftir die folgende
Literatur darstellt, versucht.

NEUfESTAMENTLICHE APOKRYPHEN

115

ders stark betroffen. Die Umarbeitungen iilterer Schriften und die


Produktion neuer Werke sind bestimmt yon der Verehrung eines
'Heiligen', und das in ganz anderer Weise als in den alten Apostelakten, auch wenn dort schon die Ansiitze fiir die weitere Entwicklung vorliegen .67

Nach Schneemelcherfuhrt also der angesichtsdes abgeschlossellenKanons gewandelte Sitzim Leben der Literatur zu eiDer
gewandelten Form und ist an dieser auch deutlich ablesbar.
Uberblickt man die vier verschiedenenApokryphendefinitioDenin den sechsAuflagen der NeutestamentlichenApokryphen
in deutscherUbersetzung, so fallt die zunehmendeBetonungund
Prazisierungdes formgeschichtlichenAspektes auf, oboe daBdeswegen die zeitliche und organisatorische Bedeutung des Kanons
zurucktritt. Was Hennecke eher pragmatisch setzte, versucht
SchneemelcherduTchArbeit am Apokryphenbegriff zu begrunden. Kurt Rudolph hat diesesVerfahren wohl ein wenig zu scharf,
abeTim Grunde doch treffend beschrieben,als er Schneemelchers
Absicht in der letzten Auflage so charakterisierte : Der Begriff
'apokryph' werde enttheologisiertnod entschiedenfur seineliterarhistorische Verwendung eingetreten68.Es ist deutlich, daBdie
Bemerkung Philipp Vielhauers, der alte Apokryphen -Begriff
werde our faute de mieux beibehalten69,auchSchneemelchers
Meinung widerspiegelt, letzterer sich abeTnichtsdestowenigerurn
eine neue -namlich formgeschichtliche-Absicherung diesesuberkommenen theologischenNormbegriffs bemuht hat. Zudem trifft
man an diesem Punkt auf eine Art von europaischem Forschungskonsens:Elliot meint in seiner Einleitung zur Neubearbeitung von Montague Rhodes James Apocryphal New Testament : Even the word 'apocrypha' in the title is not ideal! The
(...) meanings of apocryphal (...) are also not ideal for the books
included here (...), but it is in this modern senseof the word that
is applied faute de mieux to the documents in this collection. 70

67. Haupteinleitung zuW. SCHNEEMELCHER,


NTApo I, Tubingen 19875=
19906,48.
68. K. RUDOLPH,Die Gnosis : Texte und Ubersetzungen, ThR 55, 1990,
113-152,hier 152.
69. Ph. VIELHAUER,Geschichteder urchristlichen Literatur: Einleitung in
das Neue Testament,die Apokryphen und die apostolischenVater, Berlin/New York, W. de Gruyter, 1975 (vierter Druck 1985),612.
70. J.K. ELLIOT, The Apocryphal New Testament. A Collection of
Apocryphal Christian Literature in an English Translation,Oxford, Clarendon Press,1993,XII.

116

C. MARKSCHIES

Man hat diesen Versuch Schneemelchers, den alten Apokryphen -Begriff formgeschichtlich zu emeuem, teilweise recht
heftig kritisiert. Sovermutete beispielsweiseder norwegischeReligionshistoriker Einar Thomassen,eswerde bier nachtraglich eine
bunte Sammlung yon Texten, die zu hochst unterschiedlichen
Zeiten und in unterschiedlichen soziologischen Situationen und
theologischen Kontexten enstandensind, yom Standpunkt der
etablierten Kirche aDSbetrachtet, mit ihrem Verstandnisdavon,
was Kanon und authentische Tradition bedeuten71.Der Kanon
bestimme, was apokryph sei. AuBerdem wurden, da dasMaterial formgeschichtlich am fertigen Neuen Testament gemessen
werde, wichtige Nuancen uberdeckt. ThomassenschlieBtdaraDSdann: SchneemelchersangestrengterVersuch, in der Haupteinleitung eine brauchbare historische und gattungsgemaBeDefinition des Begriffs 'neutestamentliche Apokryphen' zu geben,
bleibt daherernesinnloseJagdauf eine Chimiire, erne Art 'ThlpenRose' (tulipanaros : p. 169). Das, was diese Texte zu Apokryphen mache, konne theologisch begriindet, abeTnicht histoTischdefiniert werden. ThomassenschlieBt: Sie ausgehendyon
den Begriffen 'Neues Testament' und 'Kanon' als Textgruppe zu
definieren, impliziert, eine Perspektive an sie beranzutragen,die
diesen Texten als historischen Dokumenten fremd ist (p. 170).
Etwas aDdersverlauft die StoBrichtungdes Artikels 'Apocryphes du Nouveau Testament' yon Eric Junod: une appellation
erronee et une collection artificielle. Discussionde la nouvelle definition proposee par W. Schneemelcher72.Junod fragt, ob dUTCh
die formgeschichtliche Bindung des Apokryphen -Begriffs an
die Kanongrenze (also grob: die ersten vier Jahrhunderte) nicht
einerseitswichtige Literatur ausgeschlossen
und andererseitsin die
Definition eingeschlossene
Texte falschbestimmtwerden. SeinAufsatz nennt als Beispiele die Johannesakten des Ps.-Prochoros
(CANT 218 = BHG 916-917z)73
und die griechischeDanielapoka-

71. Ich verwende eine deutsche Ubersetzung des Beitrags aus SEA 55,
1990,167-171 (Zitate 168f.) von Herrn Kollegen Gregor Ahn (Heidelberg). VgI. zum Problem auch vom selbenAutor: Orthodoksi og heterodoksi i det andre Arhundrets Roma, in: Patristica Nordica 4, Foreliisningar kalina vid del fjiirde Nordiska patristikermotret i Lund 17-20 augusti
1993,edoby S. RUBENSON,
(Religio 44), Lund 1995,39-55.
72. Apocrypha 3,1992,17-46.
73. (Problematische) Edition dUTChThoZAHN,Acta Johannis,Erlangen,
Deichert'sche VerlagsbuchhandlungNachf., 1880= Georg Olms Verlagsbuchhandlung, Hildesheim 1975,p. 3,1-44,9;vgl. A. DE SANTOS
OTERO,
Jiingere Apostelakten, in: W. Schneemelcher,NTApo II, 19895= 19976,
(381-438)385-391.

NEUfESTAMEN'ILlCHE

APOKRYPHEN

117

lypse (CANT 343= BHG 1873)74,


mithin alsoTexte des fiinften his
neunten Jahrhunderts (37), urn zu widerlegen, daB del abgeschlossene Kanon zu einer gegentiber del klassischen apokryphen Literatur gewandeltenForm gefiihrt babe.Junod emeueft Franz Overbecks These yon del zeitlich grenzenlosen
Produktion apokrypher Literatur VOl dem Hintergrund neuerer
wissenschaftlicher Paradigmata: L'histoire de la litterature
apocryphe chretienne se joue de limites chronologiques culturelles et linguistiques (38).
1m erwahnten Artikel formuliert Junod einen eigenen Begriff
christlicherApokryphen (wohlgemerkt: ohne Zeitbegrenzung),
alsoyon Texten,die in einemVerhaltniszu den Btichem desNeuen
Testamentsoder auchdes Alten Testamentsstehen.Sein Begriff
schlieGtneben del klassischenformgeschichtlichenBeziehung
del Apokryphen auf das biblische Schrifttum die Beziehung auf
Ereignisseein, die in den Btichem erziihlt oder erwahntsind.Christliche apokryphe Texte sind nachJunod weiter Ereignissengewidmet, die zur Vor- oder Nachgeschichtedel in den Btichem berichteten Geschehnissegehoren oder sich mit biblischen Personen
beschaftigen75.Schneemelcherhat VOleiniger Zeit kritische Anfragen zu diesel Definition zusammengetragen76;
Junod weist abeT
auch selbst auf das eigentliche Problem seiner Definition bin -sie
gibt keine differentiaspecificagegentiberdel hagiographischen
Literatur an (27); leider bleibt del Autor eine LOsungdes yon ihm aufgeworfenenund prazise analysiertenProblems schuldig.
Urn eigene Gedanken zur Losung diesel schwierigenFrage bier
wenigstens knapp anzudeuten: Die Abgrenzung zwischen apokrypher und hagiographischer Literatur fallt m.E. deswegenso
schwer, weil die Grenzlinie je nach Gattung und Entstehungszeit

74.K. BERGER,
Die griechischeDaniel-Diegese.Eine altkirchliche Apokalypse. Text,Obersetzungund Kommentar(SPB 27), Leiden,E.J. Brill, 1976.
75. Textesanonymesou pseudepigraphesd'origine chretienne qui entretiennent un rapport avecleslivres du NouveauTestamentet ausside l' Ancien Testamentparce qu'ils sont consacresa des evenementsracontes ou
evoques dans ces livres ou parce qu'ils sont consacresa des evenements
qui se situent dans Ie prolongement d'evenements racontes ou evoques
dans ces livres, parce qu'ils sont centres sur despersonnagesapparaissant
dans ces livres, parce que leur genre litteraire s'apparente a ceux d'ecrits
bibliques (E. JUNOD,Sur les Apocryphes du Nouveau Testament ,
26f. = ders.,Apocryphes du Nouveau Testamentou apocrypheschretiens
anciens? Remarques sur la designation d'un corpus et indications bibliographiques sur les instruments de travail recents, Etudes theologiqueset
religieuses58,1983, [409-421]412).
76. W. SCHNEEMELCHER,
Haupteinleitung, NTApo I, Tubingen 19875=
19906.5il.

118

C. MARKSCHIES

einesApokryphons sehrverschiedenstrengzu ziebell ist : Zunachst


einrnal entstehen Schwierigkeiten, weil sehr viele apokryphe
Texte -wie beispielsweisedie Odell Salomos oder das sogenannte Petrusevangelium-sich schonvom lnhalt her nicht, andere
-wie etwa die AscensioJesajae-sich our in sehr tibertragenem
Sinne als Schriften tibeT Heilige bezeichnen lassen. Wieder
andere Texte -wie beispielsweise die Apostelakten -stehen in
direkterer Beziehungzu eiDersolchenLiteratur tibeT Heilige77.
Jedenfallswird die niimliche Grenze zwischen apokrypher und
hagiographischerLiteratur nicht -wie SchneemelchermeintduTcheinen Formenwandel anlaBlichdes Abschlussesder Kanonisierung eindeutig und nachweisbar markiert, sondernwahl eher
duTchweitgehendzeitunabhangigeGattungsdifferenzenbei gleichzeitigen Gattungsanalogienverunklart. Weiter bereitet Probleme,
daB apokryphe Literatur in gewissemSinne einerseits(zusammen mit den allerfriihesten Martyriumsberichten) die Voraussetzung hagiographischerLiteratur darstellt, andereseits abeTauch
einen Teilder hagiographischenLiteratur der spatantikenund frtihbyzantinischenZeit. Letztere Tatsachekann man ganz auBerlich
am Beispiel der van Albert Ehrhard katalogisierten hagiographischell Zusammenstellungen van Lesestticken fUr Apostelfeste
dokumentieren, die Debelljtingeren Apostel- Viten auchPassageD
aus den Acta Andreae et Matthiae (CANT 225/1) bieten78.Noch
vergleichsweise einfach ware die Abgrenzung, wenD man einen
engeren Begriff van hagiographischer Literatur zugrundelegen
wollte79.Sind dazu namlich im eigentlichen Sinne our Texte zu
zahlen, die nach der Entstehung eines vom Martyrium unabhangigen Begriffs van Heiligkeit im spatendrilleD und vor allem vier-

77. D. VON DER NAHMER (Die lateinische Heiligenvita. Eine Einfilhrung


in die lateinische Hagiographie, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1994, 3f.) will linter hagiographischem Material yerstehen
aIle Texte, die der Erinnerung an Heilige gewidmet sind, ..., Texte, die
ailS guter Kenntnis und treffendem Vrteil yom Leben und Tod eines Heiligen erzahlen, Texte schlieGlich, die mit altbekannten Geschichten geringe Kenntnisse yerbergen oder auch in freier Erfindung ...yon Heiligen
erzahlen, yon denen fast jede Kunde auGer clem Namen fehlte, oder die
es yielleicht Die gegeben hat .
78. A. EHRHARD, Uberlieferung und Bestand der hagiographischen und
homiletischen Literatur der griechischen Kirche van den Anfiingen his zum
Ende des 16. lahrhunderts 111/2 (TV 52/2), Berlin, Akademie-Verlag,
1952, 894f.
79. So SCHNEEMELCHER
(NTApo 15/6,51); anders und oboe zeitliche Differenzierung D.H. FARMER,Art. Hagiographie I, TRE XIV (1985 = 1993)
360-364, bes. 360.

NEUrESTAMEN11..ICHE APOKRYPHEN

119

ten Jahrhundert abgefaBtwurden, dann gibt es zumindestein halbwegs klares zeitliches Kriteriurn, das die Abgrenzung van friihen
Apokryphen ermoglicht. Es versagtaber schonbei denerwahnten spatenTexten. Wie dem also auch immer sei: Diese bier nur
knapp angeschnittenenProbleme zum Verhaltnis van hagiographischer und apokrypher Literatur konnen nur benannt, keinesfalls gelost werden -jedenfalls ist die Frage nach diesemVerhaltnis sorgfaltig weiterzuverfolgen; sie scheint mir eines der
Schliisselprobleme jedes Apokryphen -Begriffs darzustellen.
Die Einwiinde van Einar Thomassenund Eric Junod lassenden
Leser (bzw. die Leserin) etwasratios -scheinen sie doch zunachst
nur zu bestatigen, was Albertus F.J. Klijn knapper sagte: It
appears impossible, to give a definition of these writings. They
have come together as a result of an historical development.80
AuBerdem scheint sich gegenwartig in der Diskussion um
Hennecke-SchneemelchersSammlungetwas zu wiederholen, was
sich offenbar in Form einer heftigen Diskussion fiber jedes der
graBengelehrten wissenschaftlich-theologischen
Kompendiendes
vergangenen und zuendegehenden Jahrhunderts wiederholen
muB : der Streit fiber Recht und Grenze solcher hilfreichen Sammelausgaben-und da ist es vergleichsweiseegal, ob es sich um
Paul Billerbecks nach neutestamentlichenParallelen gegIiederte
Sammlungiibersetzter Rabbinica oder urn Heinrich Schmidsnach
loci gegIiedertenAuszug aus der klassischenlutherischenBarockdogmatik (vulgo : altprotestantischeOrthodoxie) handelt81.Erwin
Preuschenhat im Vorwort zur zweiten Auflage seiner Antilegomena sagar sehr ehrlich van den 'ihm nicht unbekannten Mangeln dieserkleinen Sammlung'gesprochen82,
und Eric Junod selbst

so. A.F.J. KLIJN, Rez. W. Schneemelcher, NTApo 15,in VigChr 42, 1988,
304f., bier 305.
8L (H.L. STRACK)/P. BILLERBECK,Kommentar zum Neuen Testamentaus
Talmud und Midrasch, 1. (Doppel-)Bd. Das Evangelium nach Matthiius,
Mtinchen, C.H. Beck'sche Verlagsbuchhandlung, 19828; H. SCHMID,Die
Dogmatik der evangelisch-lutherischen Kirche dargestellt und aus Quellen
belegt, neu hg. v. H. POHLMANN, GUtersloh, GUtersloher Verlagshaus,
198310-Kritik
an diesen Kompendien bei S. SANDMEL, Parallelomania,
JBL 81, 1992, 1-13; S.T. LACHS,Rabbinic Sources for New Testament Studies. Use and Misuse, JQR 74, 1983, 159-173; P.S. ALEXANDER, Rabbinic
Judaism and the New Testament, ZNW 74,1983,237-246;
C.H. RATSCHOW,Lutherische Dogmatik zwischen Reformation und Aufkliirung,
Teil I, GUtersloh, GUtersloher Verlagshaus, 1964, 12f.
82. Antilegomena. Die Reste der auj3erkanonischen Evangelien und
urchristlichen Oberlieferungen, hg. und Ubersetzt v. E. PREusCHEN,GieBen,
Alfred Topelmann, 1905, VI.

120

C. MARKSCHIES

erinnert daran, daB ein den neutestamentlichenApokryphen


vergleichbares Corpus, das der Apostolischen Vater, vergleichsweise spat entstanden ist und ebenso disparates Material
vereint, sich wesentlich eiDerTextausgabedesJahres 1672(namlich der Jean-Baptiste Cotelier) verdankt und Zeichen eiDer
bestimmten Konzeption yon kirchlicher Autoritatsgeschichteist83.
Natiirlich gehort auch die Zusammenstellung van neutestamentlichen Apokryphen in dieselbe Hochbliite eiDer philologisch orientierten Patristik der Barockzeit, der Name van Johann
Albrecht Fabricius84war schon genannt. Es ist sicher ebenfalls
zutreffend, daB eine Sammlung Apokryphen des Neuen Testaments ein schwerdefinierbares Feld disparatenMaterials (namlich: Apokryphen des Neuen Testaments) einem klar definierten Corpus Neues Testament gegeniiberstellt (25), und
damit, ahnlich wie das Corpus Apostolische Vater , aus der
Menge der antiken christlichen Literatur einige Texte als besonders wert und wichtig heraushebt. Ob man allerdings daraus folgem kann, daB die ZusammenstellungeiDer Sammlungder neutestamentlichen Apokryphen erscheint comme une operation
qui entretient l'illusion que Ie rapport des textes reunis avec la
collection neotestamentaire est predominant (25), mochte ich
doch bezweifeln. AIle diese genannten Kompendien und Sammelwerke besitzenihre unleugbarenNachteile und Probleme, abeT
auch unbestreitbare Vorteile85.Bleibt also fUr erne neue Auflage
der neutestamentlichenApokryphen nUTder entschlossene
Versuch, den historisch gewachsenenBestand dieser Quellensammlung so,wie er nun einmal gewachsenist, zu akzeptierenund allenfalls vorsichtig zu modifizieren?
II Neutestamentliche
Apakryphen
-die Zukunft der Quellensammlungvan Edgar Hennecke
und Wilhelm Schneemelcher
Robert McL. Wilson hat die Aufgabe, eine completeand definitive edition of the N[ew] T[estament] A[pocrypha and] P[seu-

83. E JUNOD,Sur les Apocryphes du Nouveau Testament, 20. Leider


versaumt Junod, auf die grundliche Darstellung yon J.A. FISCHER
einzugehen: Die altesten Ausgaben der Patres Apostolici. Ein Beitrag zu
Begriff und Begrenzung der Apostolischen Vater, HI 94, 1974,157-190.
95,1975,88-119.
84. S.o. Anm. 11; vgl. auch L. ZSCHARNACK,
Art. Fabricius 3., RGG II
(19282),494.
85. Maurice Geerard verwendete in der Diskussion dieser Uberlegungen
in Dole die ansprechendeMetapher eines BlumenstrauBes.

121

NEUTESTAMEN'n.ICHE APOKRYPHEN

depigrapha] zu erstellen, ))askingfor the moon genannt86.Seit


diesem Urteil ist die Suche nach diesem-wie man im Deutschen
wahl sagenmtiBte -))Mann im Mond unverdrossenweitergegangen,hat sich abeTauchdie Basis ftir ihre Beantwortung weiler
verbreitert : WiT verftigen tibeTeine davis der apokryphen Literatur87,tibeTdie Bibliographie yon JamesH. Charlesworth88und
tibeTeine Reihe yon Editionen in der ))SeriesApocryphorum
des belgischen ))CorpusChristianorum. Seit 1993 erscheinenin
der Taschenbuchreihe ))Apocryphes (Collection de Poche de
l' AELAC) franzosischeUbersetzungenmil Einleitung und knappem Kommentar -bislang sind u.a. veroffentlicht das Bartholomaus-Evangelium89,die Ascensio Jesajae90,der Abgar-Briefwechse191,
die aden Salomos92und die Epistula Apostolorum93.
Damit wird sowohl in der Editionsreihe wie in der Ubersetzungsreihe einem Konzept ))christlicherApokryphen gefolgt, dasnicht
auf ))neutestamentlicheApokryphen begrenztbleibt94,selbstdie
Grenze ))antiker christlicher Apokryphen wird mil dem Band

86. R. McL. WILSON, Rez. W. Schneemelcher, NTApo 15,JThS 40, 1989,


(217-219) 219.
87. M. GEERARD,Clavis Apocryphorum Novi Testamenti (CChr.SA), Thrnbout, Brepols, 1992.
88. J.H. OIARLESWORIH/ J.R. MUELLER, The New Testament Apocrypha
and Pseudepigrapha " a guide to publications, with excurses on apocalypses (ATLA Bibliography Series 17), Metuchen/ N.J., London, 1987 (mit
Rez. S. BROCK,JThS 40, 1989,219f.) und J.H. CHARLESWORIH,New Testament Apocrypha and Pseudepigrapha (ANRW 1125.5), Berlin/New York,
W. de Gruyter, 1988 (3919-3968) 3940-3964.
89. L 'evangile de Barthelemy, par J.-D. KAESTLI avec la collaboration de
P. CHERIX (Apocryphes 1), Tumhout, Brepols, 1993.
90. Ascension d'[sai'e, par E. NORELLI (Apocryphes 2), Thmhout, Brepols

1993.
91. Histoire du roi Abgar et de Jesus, par A. DESREUMAUX (Apocryphes 3), Tumhout, Brepols 1993.
92. Les Odes de Salomon, par M.-J. PIERREavec la collaboration de J.M. MARTIN (Apocryphes 4), Thmhout 1994.
93. L'Epitre des Apotres, par J.-N. PEREs(Apocryphes 5), Tumhout 1994.
94. E. JUNOD, Apocryphes du Nouveau Testament ou apocryphes chretiens anciens? Remarques sur la designation d'un corpus et indications
bibliographiques sur les instruments de travail recents, EThR 58, 1983,
409-421.
95. Salomon et Saturne. Quatre dialogues en vieil-anglais, textes presentes,
traduits et commentes par R. Faerber (Apocryphes 6), Tumhout, Brepols, 1995.

122

C. MARKSCHIES

fiber die altenglischenDialoge yon Salomonund Satum95deutlich


tiberschritten. In der deutschenReihe Fontes Christiani sind
Ausgabender aden Salomosund der apokryphenKindheitsevangelien erschienen96.
Angesichts der genanntenFortschritte bei der
Dokumentation und Erfoschungder apokryphenLiteratur abeT
ware esvergIeichsweisenaiv, den historisch gewachsenenBestand
einer deutschenQuellensammlung yom Anfang diesenJahrhunderts einfach nUTso, wie er einmal gewachsenist, zu akzeptieren.
Ein kiinftiger Herausgeber der Neutestamentlichen Apokryphen konnte es sich nattirlich ganz einfach machenund seine
Ubersetzung (mindestens nach deren Fertigstellung) ahnlich wie
die franzosischeReihe auf die genannte clavisund die darauf aufbauende Textreihe beziehen-alles was dort erscheint, wird bier
(irgendwann einmal) tibersetzt. Zudem hatte dies denVorteil, daB
die franzosischenund SchweizerKolleginnen und Kollegen einen
ahnlich formgeschichtlichorientierten Begriff yon (nun abeTnicht :
'neutestamentlichen', sondem antiken christlichen) Apokryphen zugrundezulegenscheinen97.
Das ist nattirlich nicht nUT
wegen des langsamerenTempos einer Editionsreihe kein praktikabler Vorschlag. Die neue Auflage der yon Edgar Hennecke
begriindeten und zuletzt yon Wilhelm Schneemelcherverantworteten Sammlung wird daher nicht urn die vorlaufige Definition
ihres Gegenstandesund damit ihres Umfanges herumkommen.
Und dazu sind zwei Vorfragen zu klaren :
(1) Wie steht es nun mit einem formgeschichtlich definierten
Apokryphen -Begriff?

96. Oden Salomos,ubersetztu. eingeleitet von M. LATrKE(FChr 19),Freiburg u.a., Herder, 1995;EvangeliaInfantiae Apocrypha. Apokryphe Kindheitsevangelien,ubersetztu. eingeleitet v. G. SCHNEllER(FChr 18),Freiburg u.a., Herder 1995.-Der HerausgeberGerhard Schneiderfolgt del
formgeschichtlichen Apokryphendefinition (Dennoch haben diese
Schriften einen ahnlichen Charakter wie die des Neuen Testaments,sie
ahmensie gewissermaBennach : p. 7); den Text des sogenanntenarabischenKindheitsevangeliums (CANT 58 = BHO 619) ubersetzter aus del
lateinischen Ubersetzung H. Sikes; die Abweichungen des cod. orient.
laul: 32 erwahnt er zwar in del Einleitung, teilt abeTdie Texte nicht mit,
so daB del Benutzer bier auf M.E. PROVERA,
II VangeloArabo dell' Infanzia secondoil Ms. Laurenziano Orientale (n. 387) (Quademi de La Terra
Santa), Jerusalem,FranciscanPrinting Press,1973,119-140angewiesen
bleibt.
97. So jedenfalls J.H. CHARLESWORrn,
New TestamentApocrypha and
Pseudepigrapha (ARNW II 25.5), (3919-3968)3922 und E. JUNOD,
Apocryphes du Nouveau Testament ou Apocryphes chretiens anciens?
EThR 3,1983,409-421bzw. F. BOVON,Vers une nouvelle edition de la litterature aprocryphe chretienne,Aug. 23, 1983,373-378.

NEUrESTAMENTLICHE APOKRYPHEN

123

(2) 1stder Kanonbegriff historisch unbrauchbar?


Es empfiehlt sich, diese anspruchsvollenFragen, auf die bier
ohnehin our skizzenhafteingegangenwerdenkann, der Reihe nach
zu beantworten :
Zum Apokryphen -Begritr: Uber die Probleme desformgescbichtlichen Apokryphen -Begriffs, der mit Blick auf daskanonischeNeue Testamenterarbeitetwurde, herrschtwohl weitgehend
Konsens.Die Differenzierungen der Gattungen in der sogenannten apokryphen Literatur werden gegenwartigsehr deutlich wahrgenommen.Helmut Koster hat beispielsweisevor einiger Zeit darauf aufmerksam gemacht, daB die seit der zweiten Halfte des
zweiten Jahrhunderts als Evangelium bezeichnetenSchriften
sichweder im Blick auf ihren Inhalt noch in bezugauf ihren literarischen Aufbau als ein und derselben literarischen Gattung zugehorig beschreibenlassen.Es fanden sichbier: SpruchsammlungeD, Sammlungen yon Wundergeschichten, Geburts- und
Kindheitslegenden, Passionsgeschichten,
als Offenbarungsschriften verfaBteGenesisauslegungen,
theologischeAbhandlungenund
spekulative Dialoge, Meditationen und schlieBlich eiDerBiographie vergieichbare Schriften, zu defieD u.a. die Evangelien des
neutestamentlichen Kanons gehoren.99Vnd trotzdem hat eine
neuere Vntersuchung der Forschungsgeschichtezur Gattung
Evangelium gemeint festhalten zu soileD,daB es eine einzige
Gattung Evangelium mit den Vntergattungen Spruch-Evangelium und Erzahl-Evangeliumgabe1oo.
Beide Vntergattungen

98. FUr den Apokryphenbegriff vgl. G. BARDY, Art. Apokryphen C, RA C


I (1950), 518-520; A. OEPKE, Art. Kp\>7ttO>
KtA.., Th WNT III (1938) 959979.987-99, bier bes. 996-999 und zuletzt G. SCHNEIDERin seiner Einleitung zu : Evangelia lnfantiae apocryphal Apokryphe Kindheitsevangelien
(FChr 18), Freiburg u.a., Herder, 1995, 7-9.
99. H. KOSTER,Uberlieferung und Geschichte der fri1hchristlichen Evangelienliteratur (ANRW II 25.2), Berlin/New York, W. de Gruyter, 1984,
1463-1542, bier 1469; St. GERO, Apocryphal Gospels: A Survey of Textual and Literary Problems (ANRW II 25.5), 1988,3969-3996.
100. D. DORMEYER, Evangelium als literarische und theologische Gattung
(EdF 263), Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1989, 190;
DERS., Das Neue Testament im Rahmen der antiken Literaturgeschichte.
Eine Einfuhrung, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1993,
199-228; G. STRECKER,Literaturgeschichte des Neuen Testaments (UTB
1682), Gottingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1992, 128-142.
V gi. auch folgende neuere Arbeiten : A. Y. CoLLINS,Genre and the Gospels (zu R.A. Burridge, What Are the Gospels? A Comparison with Graeco-Roman Biography), JR 75,1995,239-246; N.R. PETERSEN,Can one
speak of a gospel genre? Neotestamentica 28, 1994, 137-158 und F. VOUGA,

124

C. MARKSCHIES

wlirden in einigen jener Quellentexte fortgesetzt,die die Neutestarnentlichen Apokryphen sarnrneln,erganzt urn zwei Weiterentwicklungen -zunachst das Dialogevangelium aus dern
Spruch-Evangeliurn
101
und sodanndas Evangeliummit Ergiinzungsabsicht102.
Mir scheintdaher,daB trotz aller Differenzierungen auf einen Oberbegriff Evangelium nicht verzichtet werden
kann, und ich rneine auBerdern,daB irn einfachen, pragmatischen
Subtraktionswegedie nicht im kanonischen Neuen Testament
aufgenommenenTexte,die im weitestenSinnezur Gattung Evangeliurn in den Untergattungen Spruch-Evangeliurn und
Erziihl-Evangeliurn zu rechnensind, in eine Sammlung antike christliche octeTeben antikeneutestamentlicheApokryphen
aufgenommenwerden dUrfen. In ganz iihnlicher Weise zeigendie
gegenwartigenDiskussionenfiber die Gattung(en) der apokryphen
Apostelakten zwar die Differenzen zur Apostelgeschichte des
Lukas1O3,
abeTeben auch die Nahe zu den Evangelien (Fran~ois
BOVOW04)
und verbleiben damit irn Horizont (mindestensauch:)
neutestarnentlicher Gattungen. Die anerkannten Problerne der
formgeschichtlichenAnalyse des Apokryphen -Begriffsund der
dabeiimplizierte Bezugauf daskanonischeNeue Testamentrechtfertigen nicht seine grundsatzlicheVerabschiedung.Der bisherige
Bezug der formgeschichtlichenDiskussion irn Hennecke-Schneernelcher auf die rn.E. hochproblernatische Unterscheidung yon
Urliteratur und christlicher Literatur nach Franz Overbeck
sollte rn.E. allerdingsentfallew05.An seineStelle sollte, wie bereits
angedeutet(S. 13), die Diskussion des exakten Verhaltnissesyon
hagiographischerund apokrypherLiteratur treten. So fehlt rn.W.

Das Markusevangelium als literarisches Werk -Eine Weiterentwicklung


des paulinischen Evangeliums? Uberlegungen zur Problematik Schriftlichkeit I Miindlichkeit, WuD 23, 1995, 109-124.
101. H. KOSTER,Uberlieferung und Geschichte der friihchristlichen Evangelienliteratur (ANRW II 25.2),1512 bzw.1518-1524.
102. So DORMEYER,Das Neue Testamentim Rahmen der antiken Literaturgeschichte,199 in Auseinandersetzung mit G. THEISSEN,
Urchristliche Wundergeschichten (StNT 8), Giitersloh, Gtltersloher Verlagshaus, 1974,211-215.
103. Zuletzt: A.G. BROCK,Genre of the Acts of Paul. One tradition enhancing another, Apocrypha 5, 1994, 119-136, beg. 133.
104. F. BOYaN, La vie des apotres: traditions bibliques et narrations
apocryphes, in : Les acres apocryphes des apotres ..christianisme et monde
palen, ed. F. BOYaN (PFruG 4), Geneve, Labor et Fides, 1981, 141-158.
105. F. OVERBECK,Uber die Anfange der patristischen Literatur, HZ 48,
1882,417-472 = Libelli 15, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft,
1954; vgl. auch M. TETZ, Uber Formengeschichte in der Kirchengeschichte, ThZ 17, 1961,413-431 bzw. DERS., Altchristliche Literaturgeschichte -Patrologie, ThR 32, 1967, (1-42) 11-13.

NEUTESTAMEN1LICHE APOKRYPHEN

125

higher ein Versuch, das bei Hennecke und Schneemelcherversammelte Material in die seinerzeit yon Hippolyte Delehaye
benannten hagiographischenGattungeneinzuzeichnen1O6.
AuBerdem mtissendie bekannten vier Gattungen apokrypher Literator, die in del Sammlungyon Hennecke-Schneemelcher
immer wieder gennnt werden (Evangelien, pseudepigrapheApostelbriefe,
Apostelgeschichten und Apokalypsen), mindestens urn die Gattung Hymnus bzw. Psalm erganztwerden1O7
-bier sind entsprechendeAnregungen yon Eric Junod aufzugreifew08.
Zorn Kanonbegriff: Entgegendel oben referierten Unterstellung
yon Einar Thomassenist del Kanon-Begriff keineswegsallein
ein theologischer,normativer Begriff. Er beschreibtvielmehr auch
rein historisch, daB unter bestimmten Bedingungeneine bestimmte Sammlungyon verschiedenenTextenzustandegekommenist ODd
nun existiert1O9.
Zu ihr gehorenbestimmte Schriften, anderenicht.
Normativ (oder gar ideologisch) wtirde diese Beschreibung erst
dann, wenD man fiber Recht oder Unrecht diesesProzessesurteileDwollte. Mit jener Kirche, die demVerfasserdel Paulusaktennach
seiner Entlarvung als Falscher den Rang eines Presbyters
absprachllO,sollte man den neuzeitlichen Kirchenhistoriker und
seine VerwendungdesBegriffs neutestamentlicheApokryphen
tunlichst nicht vergleichen; eine pragmatischrnit demKanonbegriff
operierende Definition des apokryphenTextmaterialsfolgt keineswegseinem unhistorischenVorurteil. Das sieht man beispielsweisewiederan einer ntichtemenBeschreibungyon Helmut Koster,
del bei del Gattung Evangeliumunterscheidetlll: kanonische
Evangelien, im kirchlichenGebrauch tiberlieferte Evangelien,
durch Handschriftenfunde entdeckte Evangelien und durch
Zitate kirchlicher Schriftstellerbekannte Evangelien.Und Bruce

106. Les legendes hagiographiques, 4eed., augmentee d'une notice de l'auteur par P. PEEIERS (SHG 18), Briissel, Societe des Bollandistes, 1955 =
1973,110-115; ich zitiere nach der englischen Ubersetzung dieser Ausgabe v. D. ATIWAIER, New York, Fordham University Press, 1962,89-92.
107. Zur formgeschichtlichen Analyse der OdSal vgl. jetzt die instruktive und ausfiihrliche Aufstellung bei M. LA'n'KE, aden Salomos (FChr 19),
Freiburg u.a., Herder, 1995,38-88.
108. Sur les Apocryphes du Nouveau Testament ,Apocrypha 3, 1992,37.
109. V gl. das sic et non bei M. HENGEL, Aufgaben der neutestamentlichen
Wissenschaft, NTS 40,1994, (321-357) 329.
110. Tert., bapt. 17 (CChr.SL 1, 292f. REFOULE); vgl. W. SPEYER,Die literarische Fiilschung im heidnischen und christlichen Altertum (HAW 1/2),
Munchen, C.H. Beck'sche Verlagsbuchhandlung, 1971, 210-212.
111. H. KOSIER, Uberlieferung und Geschichte der triihchristlichen Evangelienliteratur (ANRW II 25.2),1463-1542.

126

C. MARKSCHIES

M. Metzger titelt gar: Bucheryon zeitweiligerund lokaler Kanonizitat: die Apokryphen und scheintdas fur erne Art yon Definition zuhaltew12.Aber selbstin derAntike sindoffenbarsolchetheologisch besehen wertungsfreien Sammlungen kanonischen und
nichtkanonischenMaterials im Interesse bestimmter Leser ohne
Rucksichtauf verschiedenhohen kirchlichen Autoritatsgrad moglich gewesen,wie das Beispiel der in der Genter Bodmerbibliothek
aufbewahrtengleichnamigenPapyri zeigt, die wahl aus einem einligen Sammelcodex(0205)stammew13-einem vielleicht zunachst
getrennt paginierten, eventuell erst spater zu einem Buch vereinigten Mischcodex und bei der Publikation erneut auseinandergerissenenPrivatband114
: Hier folgen bekanntlich aufeinanderdas
ProtevangeliumJacobi (publiziert als PBod V = CANT 50 = BHG
1046), der apokryphe (dritte) Brief des Paulus an die Korinther
(PBod X), die elfte Ode Salomos(PBod XI), der Judasbrief(PBod
VII), Melitos Passahomilie(PBod XIII), ein liturgischesFragment
(von Melito?; PBod XII), die Phileas-Apologie (PBod XX), die
Psalmen33bzw. 34 (PBod IX) und die Petrusbriefe (PBod VIII).
AuBerdem sind die apokryphenTexte in aller Regel von ihrer
theologischen und soziologischen Funktion her ..faktisch Konkurrenztexte zum Neuen Testament, ob sie explizit diesen
Anspruch erheben octeTnicht 115.
Nun meint freilich auchEric Junod, daB der Kanonbegriff, auf
apokryphe Literatur wie beispielsweisedas Petrusevangelium
angewendet,zu anachronistischenocteTfalschenErgebnissenbei
der Betrachtung solcher Texte flihrt116.Kann man abeTwirklich
behaupten, daB der Blick auf den entstehendenKanon des Neuen

lll. B.M. METZGER,


Der Kanon desNeuen Testaments.Entstehung,Entwicklung, Bedeutung,Dusseldorf, Patmos, 1993,163.
113. K. ALAND, Repertorium der griechischenchristlichen Papyri, Bd. I
Biblische Papyri: Altes Testament,Neues Testament,Apokryphen (PTS
18), Berlin/New York, W. de Gruyter, 1976,7f.; K. ALANDt/H.-U. ROSENBAUM,Bd. 2 Kirchenvater-Papyri (PTS 32),1995,366-382.550-559; M.
LA1TKE,Die aden Salomosin ihrer Bedeutungfiir NeuesTestamentund
Gnosis,Bd. I Ausfiihrliche Handschriftenbeschreibung,Edition mit df}utscher Parallel-Ubersetzung (...) (OBO 25/1), Fribourg/Gottingen, Editions Universitaires Suisse/Vandenhoeck & Ruprecht, 1979, 1-23.
114. So die ansprechendeVermutung des HerausgebersM. TESTUZin
Papyrus Bodmer VII-IX. VII: L' Epftre de Jude,VIII: Les deuxEpftres de
Pierre, IX: Les Psaumes33 et 34, Cologny-Geneve,Bibliotheca Bodmeliana, 1959,9f.
115. So W. REBELL,NeutestamentlicheApokryphen und Apostolische
Vater, Munchen, Chr. Kaiser, 1992,16.
116. Sur les Apocryphes du Nouveau Testament, Apocrypha 3, 1992,

39-41.

NEUTESTAMENILICHE APOKRYPHEN

127

Testamentesverhindert wahrzunehmen, daB der antiochenische


Bischof Serapionder Gemeinde im syrischenRhossusAnfang des
dritten Jahrhunderts bestatigt, in diesemEvangelium stimme
dasmeiste mit der wahren Lehre unseresErlosers tiberein , und
zunachst seine (gottesdienstliche) Lekttire billigr17? Nattirlich
stellt das Petrusevangeliurnein Beispiel flir einen Text dar, der im
zweiten Jahrhundert wahrend der Formation des Vier-Evangelien-Kanonsentstandenist, abeTdeswegenhandeltes sichdoch nicht
einfachurn erneSchrift, die sich kaumauf den Kanon selbstbeziehen kann 118:Es laBt sich nun einmal zeigen, daB auch das uns
erhaltene Fragment des Petrusevangeliumsdie vier Evangelien
des N[euen] T[estaments] voraussetzr19und seine Verbreitung
unter altkirchlichen Autoren wohl nicht tiberschatztwerdendarf120.
Serapionjedenfalls hielt es nach der Lekttire flir eine Falschung
und bestritt ihm den apostolischenAnspruch schon im Titel seiner Schrift: Uber dassogenannte'Petrusevangeliurn'(llEpt to'\)
AE"{o~eVO'l>
KUta lletpov Eua"{"{EAtO'l>:
Eus., h.e. VI 12,2).
Am SchlufJdieseszweiten Abschnittes sollen noch einige kleinere Hinweise und Leitlinien stehen, die m.E. flir eine ktinftige

117. Eus., h.e. VI 12,6 (GCS Eusebius 11/2, 546,4f. SCHWARTZ); vgl. E.
JUNOD, Eusebe de Cesaree, Serapion d' Antioche
et l'Evangile
de Pierre,
RSLR 24,1988,3-16
und DERS., Surles Apocryphes
du Nouveau Testament , 40.
118. Sur les Apocryphes
du Nouveau Testament ,Apocrypha
3,1992,29.
119. W. SCHNEEMELCHER in NTApo 16,182; vgl. auch die Tabelle bei M.G.
MARA, Evangile de Pie"e (SC 201), Paris, Les Editions du Cerf, 1973, 233235 ( Ev.P. et Evangiles)
und das deutliche Urteil bei M. HENGEL, Die
johanneische
Frage. Ein Losungsversuch
(WUNT
67), Tiibingen,
J.C.B.
Mohr (P. Siebeck), 1993, 56f. mit Anm. 159; anders N. WALTER, Eine vormatthaische Schilderung
der Auferstehung
Jesu, NTS 19, 1972/1973, 415429 (bes. 426-429) und J. DENKER, Die theologiegeschichtliche
Stellung des
Petrusevangeliums.
Ein Beitrag zur FrUhgeschichte des Doketismus .(EHS. T
36), Peter Lang, Bern, Frankfurt/M.
1975, 56f. und H. KOSTER, Uberlieferung und Geschichte
der friihchristlichen
Evangelienliteratur
(ANRW
1125.2), Berlin/New
York, W. de Gruyter, 1984, 1463-1542, hier 1488 mit
Anm.131. Eine Bibliographie
der Kontroverse
auch rei P. PlLHOFER, Justin
und das Petrusevangelium,
ZNW81,
1990, (60-78) 62f. mit Anm. 9-11zuletzt A. KIRK, Examining
Properties.
Another
Look at the Gospel of
Peter's Relationship to the New Testament Gospels, NTS 40, 1994,572-595.
120. Zur alten Kontroverse
fiber die Frage, ob Justin in dial. 106,3 mit ...
Kat 'YE'Yp{x(p9(Xt
EV tot\, a1tOIJ.VI1f10VE~aO'lVautou (sc. IIEtpou) 'YE'YEVIlIJ.EVOV...
(222 GOODSPEED) das Petrusevangelium
oder das Markusevangelium
meint, jiingst P. PILHOFER (Justin und das Petrusevangelium,
ZNW 81,
1990,60-78)
und C.-J. THORNTON (Justin und das Markusevangelium,

ZNW84,1993,93-110).

128

C. MARKSCHIES

Neubearbeitungder SammIungyon Edgar Henneckeund Wilhelm


Schneemelcherzu beachten waren:
(1) Die Textsammlung sollte wieder eine klarere zeitliche
Abgrenzung erhalten, die nicht an den Kanonbegriff gebunden
und daher unurnstritten seindtirfte : die desEndes der christlichen
Antike resp.Spatantike.Als vergieichsweiseexaktezeitliche Grenze soll- wie bei der griechischendavis yon Maurice Geerard, der
Bibliographia Patristica und verschiedenenPatrologien -Johannes yon Damaskusgelten, der vermutlich vor 754verstarb. Nattirlich verdient die groBeMenge der frtihmittelalterlichen und hochmittelalterlichen Texte, die in gewissem Sinne auch in eine
Ausgabe Neutestamentlicher Apokryphen gehoren wtirden,
erneeigeneSammIungund Dokurnentation. Dies wird schonallein
dann klar, wenn man sichdie Bedeutung der apokryphen Literatur fUr die irische Kirche vergegenwartigp21.
(2) Nicht nUTurn den AnschluB an eine Tendenzder intemationalen Forschungim Rahmen der Association pour l'etude de la
litterature apocryphe chretienne (AELAC) herzustellenl22,
sonclem auchurn die ganzeBreite der antiken christlichenapokryphen
Literatur in deutscher Ubersetzung zu dokumentieren, wird der
neueSchneemelchereher antike christliche als antike neutestamentliche Apokryphen tibertitelt werden. Die Begrtindung
dafUr ist allerdings nicht die angeblicheKtinstlichkeit des Begriffs
neutestamentliche Apokryphen ; er ist mindestens schon ein
byzantinischerAusdruck und spatestensbeim KonstantinopolitaneTPatriarchenNicephorusI. zu Beginndes neuntenJahrhunderts
eindeutig belegt: ...'til~ vEa~~ta9f11CT1~
a7t61Cp'U<pa123.
(3) In eine nunmehr besser mil antike christliche Apokryphen tibertitelte Sammlung,die weiler in der Tradition Edgar
Henneckesund Wilhelm Schneemelchersstehenwill, sind bei einer
Neuauflage zusatzliche Texte aufzunehmen. Genannt wurden
schondie aden Salomos,weiler sind zu erwahnendie apokryphen

12L D.N. DUMVILLE, Biblical Apocrypha and the Early Irish.. A Preliminary Investigation (PRIA 73 C/8), Dublin, Royal Irish Academy, 1973;
M. McNAMARA, The Apocrypha in the Irish Church, Dublin, 1975.
122. VgI. auch J.-D. KAESTLI, Les ecrits apocryphes chretiens. Pour une
approche qui valorise leur diversite et leurs attaches bibliques, in: Le
mystere apocryphe. Introduction a une litterature meconnue, sous la direction de J.-D. KAESTLI et D. MARGUERAT(Essais bibliques 26), Gent, Labor
et Fides, 1995, (27-42) 29-31.
123. E. PREUSCHEN, Analecta
NTApo 15/6,34.

(SQS.

8/2), p. 64,65; W. SCHNEEMELCHER,

NEUTESTAMENILICHE APOKRYPHEN

129

Jesustraditionenbei altkirchlichen Autorew24,die Erzahlung yon


Joseph,dem Zimmermann (CANT 60 = BHO 532f.)125
und einiges zusatzliche Pilatus-Material, das in der italienischen Sammlung yon Luigi Moraldi geboten wird (CANT 65-77; vgl. BHG
779xl/II.yl/II.q.r sowie BHL 4218-4221)126.
Auch die christlichorientalischen Apokryphen sollten nicht summarischtinter einem
Abschnitt Weiterleben und Wirkung der neutestamentlichen
Apokryphen verbucht werdew27.Eine exakte Aufzahlung dieseszusatzlichenMaterials kann freilich an dieserStelle noch nicht
gegebenwerden.
Durch eine solche Erweiterung wird die bisherige Tradition der
Sammlung abeTnicht verlassen; Hennecke selbstnahm, wie wiT
gesehenbatten (S. 4), zwei alttestamentlichePseudepigraphen
in seine Ausgabe auf, obwohl sein Verleger Siebeckzur Jahrhundertwende diese Texte bereits in den Apokryphen und Pseudepigraphendes Alten Testamentsyon Emil Kautzschhatte iibersetzen lassew28.1m Grunde war damals schon ein wesentlicher
Schritt in Richtung einer Sammlung antiker christlicher Apokryphen gegangen,ohne daB dieserSchritt freilich in ganzerKonsequenzbegriffen und durchgefiihrt worden ware. Sonst batten
beispielsweisedie Oden Salomos, die sich in der zweiten Auflage noch tinter der Rubrik Apokalypsen und verwandte Stoffe findew29 und yon ihrem Herausgeber Michael Lattke etwas
unprazisezu den neutestamentlichenApokryphen gezahltwer-

U4. D. LOHRMANN, Die Geschichte yon einer Slinderin und andere apokryphe Jesusliberlieferungen bei Didymos von Alexandrien, NT32, 1990,
289-316; DERS.,Die griechischen Fragmente des Marienevangeliums, POx
3525 und PRy1463, NT 30, 1988, 320-338.
125. Text bei P. DE LAGARDE, Aegyptiaca, Gottingen 1883, 1-37; Ubersetzung: Die Geschichte van Joseph dem Zimmermann, libers., erliiutert
und untersucht v. S. MORENZ (TV 56), Berlin, Akadernie- Verlag, 1951 zu seinem literarischen Charakter ebd. pp.l05-112 undjetzt G. SCHNEIDER, Evangelia Infantiae Aporcrypha/ Apokryphe Kindheitsevangelien
(FChr 18), Freiburg u.a., Herder, 1995, 69-73 bzw. 272-283 (Auswahl aus
del Ubersetzung von MORENZ, lateinische Version nach TISCHENDORF).
126. Letzteres forderte bereits J.K. ELLIOT, Rez. W. Schneemelcher,
NTApo 15,NT31, 1989, 186-189, bier 188.
127. So abeT W. SCHNEEMELCHER,
NTApo 16,52-56. Es muG freilich darauf hingewiesen werden, daB man VOl clem Erscheinen del Clavis (s.o.
S. 14) in del Tat darauf angewiesen war, sich das reichlich vorhandene
Material jeweils aus den vielen (und weit verstreuten) Einzelausgaben
oder aus Nachschlagewerken zusammenzutragen (aaO.54).
128. S.o. S. 2. Es handelt sich urn die AscJes und das MartJes.
129. H. GRESSMANN,NTApo I, Tlibingen 19242,437-472; Vgl. oben S. 4.

130

C. MARKSCHIES

dew30,auch in die letzten Auflagen des (Hennecke-) Schneemelchef inkorporiert werden mussen.
Freilich will diese Ausweitung in Richtung der Pseudepigrapha des Alten Testamentskeine Konkurrenz zu den judischen
Schriften aus hellenistisch-romischer Zeit eroffnen: Es kann
schon aus pragmatischenGrunden nicht das ganze Material teils
nUTsehr oberflachlich oder knapp christlich bearbeiteter alttestamentlicher Apokryphen geboten werden. AuBerdem stehen
dem auchinhaltliche Grtinde entgegen,wie Schneemelcherschon
zutreffend bemerkte :
Die Rezeptionund auchdie Oberarbeitung dieserTexte in der Kirche ist doch ein anderer Vorgang als die Produktion yon Werken,
die -wie auch immer -in neutestamentlichenTraditionen verwurzeIt sind.131

So wird man etwa auf erne Mitteilung aller christlichen Uberarbeitungen in den Testamentender zwolf Patriarchen132oder
in den Prophetenlebew33verzichten, wohl abeTdie Oden Salomos bringen. Die higher schon ubersetzten (apokalyptischen)
Stucke, Sibyllinen, AscensioJesajaeund das funfte bzw. sechste
Esra-Buch ftigen sich dann auch besserin den vorhandenenRahmen em.
(4) Es scheint nach den groBen kritischen Editionen desnamlichen Materials wenig sinnvoll, in die Sammlung das in sich
geschlosseneund auch als literarische Einheit erhaltene Corpus
von Nag Hammadi zu integrieren -diese Haltung entspricht etwa
der Editionsentscheidungder SeriesApocryphorum des Cor-

130. M. LA1TKE, Die aden Salomos in ihrer Bedeutung fUr Neues Testament und Gnosis, VII; anders z.B. J.H. CHARLESWORTH,Research on the
New Testament Apocrypha and Pseudepigrapha (ANRW II 25.5), Berlin/New York, W. de Gruyter, 1988, (3919-3968) 3927: Er ziihlt sie unter
the Old Testament Pseudepigrapha .
131. Haupteinleitung zu W. SCHNEEMELCHER,
NTApo I, Ttibingen 19875
= 19906,51.
132. J. JERVELL,Ein Interpolator interpoliert. Zu der christlichen Bearbeitung der Testamente der zwolf Patriarchen, in: Studien zu den Testamenten der zwolf Patriarchen, hg. v. C. BURCHARD/J. JERVELL/J. THOMAS
(BZNW 36), Berlin, W. de Gruyter, 1969, 30-61; J.H. CHARLESWORTH,
Christian and Jewish Self-Definition in Light of the Christian Additions
to the Apocryphal Writings, in : Jewish and Christian Self-Definition, Vol.
II Aspects of Judaism in the Graeco-Roman World, ed. by E.P. Sanders,
Philadelphia, Fortress Press, 1981,27-55.310-315.
133. Dazu jetzt A.M. SCHWEMER,Studien zu den fruhjudischen Prophetenlegenden Vitae Prophetarum, Bd. I Die Viten der groj3en Propheten
Jesaja, Jeremia, Ezechiel und Daniel. Einleitung, Obersetzung und Kommentar (TSAJ 49), Ttibingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck), 1995, 66-68.

NEUTESTAMEN11lCHE
APOKRYPHEN

131

pus Christianorum und ist ausdrticklich als eine pragmatische,


nicht eine dUTChden Apokryphen -Begriff nahegelegte Entscheidung zu charakterisieren. Sie entspricht im tibrigen der
Behandlung des Textfundes yon Qumran, der ebenfalls nicht in
die handelstiblichen Textsammlungen der Alttestamentlichen
Apokryphen integriert wird. SchonEdgar Hennecke hatte 1924
erwogen, die entsprechenden Texte besser vielleicht einem
zusammenhiingendenCorpus gnosticumzuzuweisew34;und dieseTVorschlag ist auch dann zu emeuem, wenn man der zeitweilig
so modemen Definition der Gnosis als einer auBerchristlichen
Religion dezidiert nicht folgen will (so wie esetwa der Verfasser
vorschlagr35). Allerdings ist das AusschluBkriterium nicht der
gnostische Charakter (was immer das im Einzelfall sei), sonclem die Zugehorigkeit zu einem separatenCorpus. Daher werden mit Ausnahme jener Texte, die unmittelbar in den Zusammenhang der kanonischen neutestamentlichen Formen und
Gattungen gehorenbzw.z.T. auch griechischtiberliefert sind (wie
das Thomasevangelium), diese Texte wieder ausgeschiedenund
in einemBand separatveroffentlicht. Ihre Aufnahme in die Sammlung Schneemelcherswar solange sinnvoll, als noch keine deutschell Auswahlausgabenund englisch-bzw. franzosischsprachigen
Gesamtausgaben
vorlagen und eine
Dokumentation
den neutestamentlichen
Apokryphen
diese
Texte teilweisein
erstmals
der

interessierten Offentlichkeit bekannt machte. Heute gilt dies

selbstverstandlichnicht mehr.
Mit PeterNagel in Bonn werden gegenwartigVorgesprachefiber di~
Modalitaten einer solchen kommentierten deutschenGesamtiibersetzungin del Nachbarschaftdel Sammlungyon Hennecke-Schneemelcher bzw. in Fortsetzung del dolt bisher publizierten Teile
gefiihrt. Sie wild ebenfalls im Verlag I.C.B. Mohr (P. Siebeck) in
Tiibingen erscheinen.

Wenn es gelingt, solche methodischen Vorerwagungen urnzusetzenund diese mit zuverlassigenNeutibersetzungenund Einleitungen zu kombinieren, dannwird in absehbarerZeit die bewahrte Sammlung yon Edgar Hennecke und Wilhelm Schneemelcher
emeut in einer brauchbarenAusgabevorliegen. Uber die Brauchbarkeit eines solchenWerkes entscheidenabeTnicht zuletzt seine

134. E. HENNECKE,
NTApo I, 19242,18* und DERS.,Zur altchristlichen
Apokryphenliteratur, ZKG 8, 1926, 310; ahnlich jetzt I.H. CHARLES-"
WORTH,
Researchon the New TestamentApocrypha and Pseudepigrapha
(ANRW II 25.5), (3919-3968) 3932 (zum Eyangelium des Apelles).
135. Vgl. dafiir kurz meinen Artikel Gnosis/Gnostizismus : NBL I

(1991),868-871.

"

132

C. MARKSCHIES

Benutzerinnen und Benutzer -in diesernSinne bittet der Autor


dieser Zeilen sehr herzlich urn sachdienliche kritische oder aufrnuntemde Hinweise.

Irena BACKUS
Universite de Geneve

CHRISTOPH SCHEURL AND HIS


ANTHOLOGY
OF NEW TESTAMENT
APOCRYPHA (1506, 1513, 1515)

Christoph Scheurl (d. 1542),a humanist scholar and lawyer dedicated


his collectionof New TestamentApocrypha to CharitasPirckheimer;abbess
of the conventof the Poor Claresat Nilrnberg. The volume of Christian
writings included the following apocryphal pieces: Pilate's second letter to Tiberius, Pilate's third letter to Tiberius (added in 1515), LentuIus' letter to Tyberius [fl, textsrelating to theLegenda Abgari An examination ofScheurl'stext of thepiecessuggeststhat he had accessto sources
other than thoseused by his contemporaries,e.g. BarthelemyChasseneuz,
who also published apocryphal pieces in his Catalogus gloriae mundi.
Scheurl did not attempt to set up a corpus of Apocryphal literature and
wasnot at all interestedin questionsto do with canonicity.He intendedthe
piecesfor edification of a particular Christian elite and in that respectwas
a precursor of Fabricius, who, it must be said, did not know Scheurl's
work.
Christophe Scheurl (m. 1542), juriste de formation humaniste, dedia son
recueil de pieces apocryphes a Charitas Pirckheimer, abbesse au couvent
des Clarisses a Nuremberg. Le volume de Scheurl contient divers textes
chretiens, y compris les pieces apocryphes suivantes : la deuxieme lettre
de Pilate a Tibere, la troisieme lettre de Pilate a Tibere (ajoutee en 1515),
la lettre de Lentulus a Tibere [fl, divers textes qui font partie de la Legenda Abgari Une analyse detaillee du texte de routes les pieces imprimees par
Scheurl demontre qu'il avait acces a des sources differentes de Gellesdont
se servaient ses contemporains, tel Barthelemy Chasseneuz qui, lui aussi,
reproduit des apocryphes (notamment les lettres de Pilate et celIe de Lentulus) dans son Catalogus gloriae mundi
Scheurl ne s'interessait pas a la question de la canonicite, et son but n' etait
donG pas d'etablir un corpus de litterature apocryphe chretienne. En
publiant son recueil, il visait a l'edification d'une elite chretienne, se montrant ainsi un digne precurseur de Fabricius.

Apocryphal Literature or apocryphal material? What exactly


was the status of such apocryphal pieces as were published by
Christoph Scheurl in 1506,1513and 1515,especiallyas the term

Apocrypha 9, 1998,p.133-156

134

I. BACKUS

apocryphon is never once used by the editor himself? Although


Scheurl'santhology is meagreand composedof piec~sthat are late
and marginal to the "main body" of Christian apocryphal literature, I would like to argue that it constitutes a pioneering effort in
the constitution of corpora of "New Testament Apocrypha". In
fact, although completely unknown to Fabricius, Scheurl'stiny collection can be considered as a worthy predecessor.The first edition of it is entitled: Epistola D. Schwrli ad CharitatemPirchameram. Carmen Conradi Celtis ad eandem. Epistola Pilati ad
Tyberium Cesarem.Epistola Lentuli ad Tyberium Cesarem.EpistalaAbgari ad JesumSaluatorem.Epistola responsiuaad Abgarum.
Vtilitates misse.Exemplum Enee Silui de vendentemissam. Vtilitotes orationis pro defunctis. Exemplum pulchrum quod contigit
Bononie. Sequentiadies ire. Carmen ad diuum Christophoruml.
Before analysing the anthology, we shall put it in context and
say a word about the main protagonists, the editor Christoph
Scheurl and Charitas Pirckheimer (1467-1532)to whom the small
volume was dedicated.
Scheurlwas a native of Niirnberg which he left in 1496to study
law in Bologna where he obtained the title of "doctor vtriusque
iuris" in 15042.Due to the influence of the distinguished legal
scholar Sixtus Tucher (provost of St Lorenz;s at Niirnberg) and
that of his own father (also called Christoph Scheurl),he wascalled
in 1505to the chair of law at the newly founded University of Wittenberg by the elector Friedrich of Saxony.The volume for Charitas Pirckheimer wascompiled during the period when Scheurlwas
waiting to take up the chair at Wittenberg and was still resident in
Bologna as "syndicus" of the German student body, having spent
some months working as translator for the emperor Maximilian's
embassyto Italy. Charitas Pirckheimer, to whom Scheurldedicated the Epistola and its annexes,was abbessof the convent of the
Poor Clares at Niirnberg and a friend of Sixtus Tucher. She was
also the sister of the eminent humanist Willibald Pirckheimer

1. Colophon of the copy held by the Copenhagen Royal Library: Finit


Libellus de vtilitate misse quem JoannesWeyssenburgiussacerdossolita
diligentia imprimebat. Nurenberge, vicesima Januarii, anno tertio decimo. Scheurl's dedicatory epistle is dated: Bononie, calendis Septembris,
anno salutis sexto supra millesimum quingentesimumque.
2. On Scheurl cf. notably Wilhelm GRAF,Doktor Christoph Scheurl van
Nilmberg. Inaugural-Dissertationzur Erlangungder PhilosophischenDoktorwilrde einer hohen Philosophischen Fakultiit der Universitiit Leipzig,
Leipzig,1930.

C. SCHEURL'S ANlHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 135

(1470-1530)who, in 1506,served on the Niirnberg Council and


was thus theoretically in a position to expedite Scheurl's transfer
to Wittenberg. Pirckheimer and Scheurl were indeed to become
fast friends in 15133.
Scheurl's subsequentcareer did not involve him in publication
of any apocryphal writings so it will suffice to summarise it here
very briefly. After becoming rector of Wittenberg (only twelve
short weeks after his appointment as professor), Scheurl was
appointed in 1508 counsellor and then assessorto the duchy of
Leipzig and Altenburg. His friendship with Luther's "spiritual
father", Johannvon Staupitz,datesfrom 1505when Staupitztravelled to Rome to obtain papal authorisation for the founding of
the University of Wittenberg. In 1512,Scheurlreturned to Niirnberg as counsellor. In 1519,he was sent by the Council on a missionto Spain,with the objectof informing Charles V of the diverse
problems the city of Niirnberg was facing. He was back in Niirnberg in 1520. Scheurl'sattitude to Luther's 95 theseswas somewhat hesitant, as he was torn betweena certain sympathy for the
Reformer and his own friendship with Eck. However, in the early
stages,Scheurl did not envisagethe quarrel between Luther and
the Pope as anything other than an internal problem within the
Church. It was only after Luther's break with Rome that Scheurl's
position crystallisedand he (like another Germanhumanist, Georg
Witzel) became convinced that Luther and his followers constituted a schismatic sectand should be combatted. Scheurldied on
14 June 1542and received a Roman Catholic burial.
Author of Disputations,treatises on priesthood and letters, his
Epistola to Charitas Pirckheimer appearsto have been Scheurl's
soleventure into the publication of the writings of the Early church
(or writings that were consideredas such). The anthology underwent no less than five printings between 1506 and 1515, when
Pilate's"third letter" (accordingto modern numbering)to Tiberius4
(inc. Nuper accidit, des. et se a ludaeis pecuniam accepisse)was

3. On Charitas and Willibald Pirckheimer d. Peter G. BIETENHOLZ


and
ThomasB. DEUTSCHER,
Contemporariesof Erasmus.A Biographical Registerof the Renaissanceand Reformation,vol. 3 (Toronto,1985-87),89-95,
and the literature cited there. Like Scheurl,Pirckheimer came out firmly
on the side of the Roman Church after initially sympathisingwith Luther.
4. Cf. GRAF,Doktor Christoph Scheurl (Schriftenverzeichnis, 154-155,
no. 4). On Pilate's "third" letter to Tiberius, consideredby Fabricius (cf.
infra, note 8) asPilate's "first" letter to Tiberius cf. Mario ERBETfA,ed.,
Gli Apocrifi del Nuovo Testamento,
III : Letteree Apocalissi,Turin , Marietti, 1969,131-132.Erbetta's study and translation of the third letter is

136

I. BACKUS

addedto the existing collection which up until then had beencomposed of the following "apocryphal pieces": Epistola Pilati ad
Tyberium Caesarem5,Epistola Lentuli6 ad Tyberium Caesarem,
Abgarus Uchaniefilius ToparchaJesuSaluatori bono, Exemplum
rescripti ab Jesuper Ananiam cursoremad Abgarum regem,Erat
autemhis epistolisadiunctum... Posteavera quamJesusassumptus
esf and finally the extract from Defide orthodoxa 4,16-17of John
of Damascuson Christ's sendingof his image to Abgar imprinted
on a handkerchief.
We shall study the text of eachpiece below. However, it should
be noted from the outset that Scheurl did not produce the editio
princeps of any of the pieces. What is remarkable about his work
is that he organised the pieces into a mini-corpus, thus showing
himself as a very early fore-runner of Fabricius8,who, some 200
years later, ignored his work entirely. Without going into exhaustive textual history at this stageit is enoughto saythat Pilate's "second" (according to both Fabricius and Erbetta) letter to Tiberius
(inc. De JesuChristo quem tibi des.pati et venundari, vale Quinto CalendasAprilis/Quarto Nonas Aprilis) had been circulating
in print since as early as the last quarter of the fifteenth century

basedsolely on Greek manuscripts,the earliest of which (Einsiedeln)goes


back to the ninth century. He does not take into account the Latin version extant in Pseudo-Hegesippus' Anacephaleosis(MPL 15,cap. 10,
2317)of Flavius Josephus'De bello Iudaico. It was that lattter version of
the letter which was printed, curiously enough, not by Scheurl, but later
(in 1564) by Neander and eventually by Fabricius (cf. infra, note 8).
5. M. GEERARD,Clauis Apocryphorum Noui Testamenti,Turnhout, 1992
(hereafter referred to as C.A.N.T.), no. 68.
6. Cf. GEERARD,C.A.N.T., no. 310.
7. Cf. GEERARO,C.A.N.T., no. 88 (the Eusebius-Rufinus recension).
8. Cf. Johann Albert FABRICIUS,
CodexapocryphusNoui TestamentiCollectus Castigatustestimoniisquecensuriset animaduersionibusillustratus.
Editio secunda,emendatior et tertia etiam torno, separatim venali, aucta.
Hamburgi, sumptu viduae Benjamini Schilleri et Joh. Christoph. Kisneri,
Anno 1719 (Hereafter referred to as FABRICIUS
(1719, who publishes
the two letters of Pilate to Tiberius as appendixto Nicodemi Euangelium.
The secondletter is to be found on p. 300*-301.(Cf. also FABRICIUS,
CodicisApocryphi Noui Testamenti
pars tertia,Hamburgi 1719,479). An abbreviated version of the first letter inc. Nuper accidit, et se a ludaeis pecuniam accepissedes. et se a ludaeis pecuniam accepisse,was extant in
Pseudo-Hegesippus'Anacephaleosiswhich many manuscriptsattributed
to Ambrose. Cf. text of letter in Anacephaleosis,MPL 15,cap. 10,2317.
Fabricius also notes that the letter circulated in some mediaeval manuscripts of the Euangelium Nicodemi.

C. SCHEURL'SANTHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 137

and formed integral part of literature for the conversion of the


Jews9.Pilate's third (Erbetta) or first (Fabricius) letter to Tiberius
(which Scheurldid not add until 1515)had beenavailable not only
in some Latin Manuscripts of the Euangelion Nicodemi (Acta
Pilati) but also in Pseudo-Hegesippus'Anacephaleosiswhich circulated widely in manuscript under Ambrose's name all through
the Middle Ages, although it was not printed until ca. 1510.
Lentulus' letter to the Roman Senatewas extant in printed form
at leastas early as 1475as an appendixto the Libellus de infancia
Saluatorisa beatoHieronymo translatus(==PS-Mt)10.Later, it circulated as an appendixto the Regimenmoralitatis11to anthologies
of Christian and paganphilosophyand to other works that we shall
be referring to below 12.
The Eusebius-Rufinus recensionof the Abgar pieceswas wellknown and excerpted from the Historia ecclesiasticatowards the
end of the fifteenth century13.What is more, if Barthelemyde Chas-

9. a. e.g. Epistola quam misit Poncius Pilatus Tiberio Imperatori Romano.


In: [Samuel Marochitanus] inc. Epistola quam misit Rabi Samuel Israhelita oriundus de ciuitate regis Morochorum ad Rabi Isaac [1474]. London, BL, IA 30945.
10. On this apocryphal Gospel cf. BHL 5334-5342 B; TISCHENDORF,1876,
51-111; Apokryfy Nowego Testamentu, t. 1: Ewangelie apokryficzne, ed.
Marek STAROWIEYSKI,Lublin, 1980,208-242; SCHNEEMELCHER
ad loco I
and VIII, n. 168; ERBETTA, 1:2, p. 44-70; the literature cited in GEERARD, C.A.N. T. no. 51 and also Jean-Daniel KAESTLI, "Le Protevangile de
Jacques en latin. Etat de la question et perspectives nouvelles" in the
Revue d'Histoire des Textes 26 (1996), 41-102. We shall be examining the
text of the early editions of the Liber de infantia Saluatoris elsewhere.
Among the earliest editions which include Lentulus' letter to the Roman
Senate, we note Incipit libellus de infancia Saluatoris a bearD Hieronymo
trans latus... [fol. 25v.]. Epistolam hanc scripsit Lentulus Romanus praeses
in Judea de Christo Jesu [Joannes Fabri, Turin, 1475 ?], London: BL IA

32417.
11. Regimen moralitatis (Lentuli Epistola ad Senatum Romanum de Jhesu
Christo), Leipsic, [1490?]. 4. London: BL IA.11644.
12. Epistola Lentuli ad Romanos de Christo Jesu. Aliqua moralis
philosophiae excerpta ex codicibus antiquissimis,. De judicio finali,.
prophetia Esdre prophete; De septem generibus stultorum. Per Joannem
Weyssenburger, Niirnberg, 1512. London: BL 4805. g. 28. Cf. also
ERBETTA, III, 137-138 and DoBscHOTZ, Christusbilder, TU 18, 1899,

308**-324**.
13. Cf. e.g. Donatus moralizatus venerabilis magistri Johannis de Gerson
cancellarii Parisiensis. Epistola Abgari regis ad Saluatorem nostrum Jesum
Christum... Et Epistola Saluatoris responsiua...Coloniae, 1498. London:
BL IA 4666a.

138

I. BACKUS

senneuz' (ca. 1480-1541) Catalogus gloriae mundi14 is to be


believed, first (third) Epistle of Pilate to Tiberius as well asLentuIus' letter to the Roman Senatedid figure in one of the early editions of Lactantius !
Chasseneuz
reproducesthe text of the piecesas if they were cited
verbatimby Lactantius himselp5,We shall be dealingwith the question of Chasseneuz'text in greater detail when we come to discuss
Pilate's letters to Tiberius in Scheurl'scollection. It should be noted
here that Chasseneuzreproducesthe text of Pilate's secondletter
to Tiberius (later to be used by Fabricius), without specifyingLactantius as the source16.
It would thus appear that none of the apocryphal texts reproduced by Scheurlbetween1506and 1515had beenunknown. The
corpus (or rather the corpusculum! ) in fact assemblesthree distinct series of texts accordingto modern criteria: those relating to
the Cyclus Pilati (Pilate's letters), those relating to the Legenda
Abgari (Christ's exchangewith Abgar) and the autonomous Epistola Lentuli17.Fabricius in 1719related Pilate's and Lentulus' letters to the Gospelof Nicodemusand Christ's exchangewith Abgar

14. For fuller biographical details cf. Dictionnaire de la biographie


franfaise, t. 8 (Paris,1959),714-715and the literature cited there. a. also
L. PONS,Barthelemyde Chasseneuz,
Paris,1879. Chasseneuz'Catalogus
gloriae mundi was first published posthumouslyin Lyon in 1546.This edition was unknown to Fabricius (1719,pars tertia, 479) who considered
Venice 1571 edition of the Catalogusto have beenthe editioprinceps. We
shall be referring here to the 1617 edition (apparently) publishedin Geneva: Catalogusgloriae mundi D. Bartholomaei ChassanaeiBurgundi apud
Aquas Sextiasin senatudecuriaepraesidisacViTiclarissimi,Geneuaeapud
Philippum Albertum, 1617.
15. Catalogus(1617), quarta pars, 170 col. B: "Haec sunt quae dicuntur
per Lactantium et narrantur de verbo ad verbum. Qui etiam de Christo
vltra ea quae sunt scripta apud nos, ponit duas epistolas,mentionem de
eo facientes et de eius vera conuersatione,statura et gestis,vna videlicet
Lentuli ad senatumRomanum,altera Pilati ad Claudium Tiberium Imperatorem, quas inserere hic volui, licet quodammodo extra propositum".
The text of Lentulus' letter and of Pilate's first (third) epistle figures ibid.,
168-170.The text of Pilate's second letter is to be found ibid. 171col. B.
inc. De Iesu Christo quem tibi des. pati et venundari. Vale 5. Calend.
Aprilis. Identical texts figure in the first edition of the Catalogus(1546,
Lyon, Georges Regnault), fol. We have consulted the Basel VB copy of
that edition (D.F. 11.1),89v.-90r.(Lentulus' letter and Pilate's first [third]
letter); 9Or.col. B (Pilate's secondletter).
16. FABRICIUS,
1719,pars tertia, 479. a. also THILO 1,801.
17. Cf. GEERARD.C.A.N.T.. no. 310.

c. SCHEURL'S ANmOLOGY

OFNEW TESTAMENT APOCRYPHA 139

to Scripta ad Jesum Christum tributa18.It should further be noted


that with the exception of Christ's "correspondence" with Abgar
and possibly Pilate's first (third) letter to Tiberius, all the pieces
are in fact mediaeval. Lentulus' letter dates from late thirteenth
or early fourteenth century19.Pilate's "second" letter to Tiberius
has been known for a long time asa late fourteenth! early fifteenth
century forgery and was treated with the greatestcircumspection
by Thilo before being finally discredited as an "apocryphal apocryphon" by M. R. James20.
As for Pilate'sfirst (third) letter to liberius, it is tentatively dated
as originating from the eighth or ninth century21,the Anacephaleosis being a much later document than the Pseudo-Hegesippus22.
Although several Latin and Anglo-Saxon manuscriptsadd the
third (first letter) to the Euangelium Nicodeml'23,
it is obvious that
(partly due to its appearancein the Anacephaleosis),it also had an

18. Cf. FABRICIUS(1719), 316*-321.


19. a. GEERARD,C.A.N. T., no. 310. 14thcentury dating seems more likely.
20. FABRICIUS(1719),300*-301 did not venture a clear-cut opinion. THILO
1,801 (text of the letter ibid., 801-802), was more sceptical questioning
notably the connexion of the "second" letter with the Gospel of Nicodemus, but without pronouncing himself on the dating: " Alteram hanc Pilati
epistolam, etsi ea a nemine quod sciam, cum Nicodemi Euangelio coniuncta est, placuit tamen praesenti loco subiungere, qualem Abrahamus
Gronouius ex codice Bodleiano Taciti eruit et in praefatione ad aeditionem
huius scriptoris Lugd. Batau. 4 vulgauit. Ante Gronouium eandem luci
dederunt Barth. Chassanaeus in parte 4. Catalogi gloriae mundi p. 99
quod opus saepius excusum post editionem Venetam, vt Francof. 1586,
1603; Geneu. 1617, 1649 et denique Coloniae 1690 fol. et Florentinius in
Martyrol. vetus Hieronym. p. 113 qui testatur se reperisse illam a notatore quodam in antiqua pagina cum aliis memoratu dignis hinc inde excerptis scriptam circa anno 1480. Ex Florentinio repetendam curauit Fabricius". It should also be noted that Thilo, as he admits, came into possession
of two editions of Scheurl's anthology, one with the "second letter" only,
the other (1515) containing both of Pilate's letters. However, he makes no
use of Scheurl's text in his edition (cf. THILO I, p. cxxxvi, note 137). TIsCHENDORF,LXXXVII,
433, shows no knowledge of Scheurl's anthology
(any more than Erbetta III, 130), and considers Chasseneuz' edition as
editio princeps (after Fabricius and Tischendorf). For dating of Pilate's
"second" letter, d. The Apocryphal New Testament. Being the Apocryphal
Gospels, Acts, Epistles and Apocalypses. With other Narratives and Fragments, newly translated by Montague Rhodes JAMES, Oxford, 1924, 13
(Hereafter cited as: JAMES).
2L a. ERBElTA III, 131.
22. Cf. THILO 1,796; FABRICIUS,298*-300.
23. a. THILo I, cxxxv-cxlv.

140

I. BACKUS

independent existence. Pilate's second letter, becauseof its late


date, was never a part of the manuscript Euangelium Nicodemi,
unlike the third (or first) letter.

Why did Scheurl publish the apocryphalcorpus?


The question of provenance or dating of his texts was not of the
slightestinterestto Scheurl.A humanist,wishingto reconcilePagan
and Christian, particularly in anything to do with eloquence, he
was, moreover, seeking to impress an extremely well-educated
abbess. It is no wonder that, in his preface, he declares himself
delighted to have found some letters to send to Charitas that are
"worthy of your devoutnessand of me, and that enableme to draw
more and more closely to you in friendship and to thank you for
thinking well of me and for praisingme as highly as you do"24.The
letters in question are not his own; he is not to be compared with
Sixtus Tucher who had recently written to Charitas Pirckheimer
and to Apollonia Thcherletters worthy of Jerome'sletters to Paula
and Eustochium25.What Scheurlhas found are "quaedam epistolae non Ciceronis sed ad Christi Optimi Maximi vitam pertinentes"26.
Two points should be made here: firstly, althoughthe smallvolume contains a miscellanyof patristic and other excerpts,the letters pertaining to the Life of Christ are obviously,in Scheurl'seyes,
the single most important item. Secondly,Scheurlvery deliberately
links Christianand Paganeloquenceby his useof the epithet "Optimus Maximusque", normally reserved for Roman emperors.The
allusion would not have escapedany of Scheurl'sreaders, leastof
all Charitas Pirckheimer herself! The humanist ends his preface
with a few remarks on the other pieces in the volume, making it

24. SCHEURL,
Epistola, 1513,A2v.: "[Coepi ego quoque iamdudum cogitare] quidnam ad te scriberemreligione tua et me dignum, quo amicicie
tue magisatque magisinsinuarer et tibi quia de me ingenuesentiaset magnifice loqueris gratiam referrem".
25. SCHEURL,
Epistola, 1513,A2v. : "Que qUill ita essent,qumque audirem patronum meum presulem Sixtum ad te et suauissimammaterteram
meam Appoloniam Tucheram que eum apud te magistratum obtinet,
quem apud dictatorem magister equitum, tales subinde mittere epistolas,
quales olim ad Paulam et Eustochium diuus Hieronymus suus,cepi ego
quoque iamdudum cogitare quidnam ad te scriberem... ".

26. SCHEURL,
Epistola,A2v.

C. SCHEURL'S ANfHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 141

quite plain that they are of secondaryimportance to the letters, a


more "filler" in fact:
I also collected some particularly apt sayingsin the writings of
the Church doctorsshowing what we attain to, if we attend mass
and pray for the deceased.All those texts I put into one volume, and, so as to make it of a decent size,I added one or two
other pieces related to our subject which I humbly ask you to
grace with a brief perusal and to consider favourably27.

We shall now examine the possible origin and text of the apocryphal pieces in Scheurl'svolume.

Pilate's "second" letter to Tiberius (A3r.)


Scheurl's title is quite unequivocal: "Epistola Pilati quondam
Hierosolymorum praesidis ad Tyberium Cesaremde morte Jesu
Christi reperta in antiquissimo codice".
The "antiquissimus codex" could not have been older than late
fourteenth century. Given the rarity of Scheurl'svolume, we shall
give his text of Pilate's second letter in full, together with variants
from Chasseneuz'(1617)and Fabricius' editions.
De JesuChristo quem tibi plane postremis meis declaraueram
nutu tandem populi acerbum me quasi inuito et subtimente1
supplicium sumptum est. Virum hercle 2ita pium et seuerum2
nulla vnquam etas habuit neque habitum est3.Sed mirus4extitit ipsius populi conatus omniumque scribarum,principum5 et
seniorumconsensus(suisprophetis et more nostro Sibillis contra6praemonentibus)hunc veritatis legatumcrucifigere7,signis
etiam supra naturam apparentibus dum penderet, et orbi vniuerso philosophorumiudicio lapsumminitantibus8.Vigent9illius
discipuli opere et vite continentia magistrum non mentientes;
immo in eiusnomine beneficentissiminisi ego seditionemlOpOputi estuantis exoriri1Opertimuissem,fortasseadhucnobis ille vir
viueret, etsi tue magis dignitatis fide compulsus quam voluntate mea adductus. Pro viribus non restiterim sanguinemius-

27. SCHEURL,
Epistola,A2v.: "Collegi etiam apud ecclesiasticosdoctores
maxima quaedam commoda, que ex auditione misse et oratione pro
defunctis assequimur; quae omnia in vnum libellum redegi, qui vt in iustam magnitudinem excresceret,subnexa sunt nonnulla alia ab instituto
nostro non aliena, quae vt breui lectione digneris et bani consulas,te
etiam TOgO
obsecroque".

142

I. BACKUS

turn totius accusationisimmunem verum hominum malignitate


inique, in eorum tamen11vt Scripture interpretantur exitium,
pati et venundari. Vale 12quintoCalendasAprilis12.
1. sic Chass 1546; subticente Fabt:
2-2.ne pium et seuerum Chass. 1546; ita pium et sincerum Fabr.
3. habitura est Chass. et Fab1:
4. merus Chass.1546.
5. sic Chass.,.om. Fabt:
6. sic Chass.; om. Fabr.
7. croci Chass.; crucifixere Fab1:
8. sic Chass.; minantibus Fabr.
9. vrgent Chass.; vigent Fabr.
10-10.
sic Chass.;populi prope aestuantemFabr.
11.sic Chass.; famem Fabr.
12-12.
sic Chass.;quarto nonas Aprilis Fabr.

With the exceptionof variant 3 -no doubt an error in Scheurl's


edition- and the more significantvariants 7 and 9, Scheurl'stext
showsmore affinities with Chasseneuz'text than with Fabricius'.
This brings us to the question of Chasseneuzhimself and of his
Catalogusgloriae mundi first published in Lyon in 1546,and not,
as was supposed by Fabricius, Thilo and Erbetta, in Venice in
157128.
The 1546 edition was in anycaseposthumous,Chasseneuz
having died in 1541.The date of the composition of the Catalogusis uncertain but could be setaround 1529,date of Chasseneuz'
preface to Antonius de Prat029,or at any rate prior to 1530,when
Chassenneuzbecamefavourable to the Reformation. The Frenchmanwas in fact a near contemporaryof Scheurl'salthough the two
nevermet. Born around 1480at Issy-I'Eveque,near Autun, Chassenneuz,like his German counterpart, studied law, first at Dole
and Poitiers, later (1497)in Bologna and Turin and (1499)in Pavia.
He became "doctor vtriusque iuris" in 1502 (only two years prior
to Scheurl), then accompaniedCharles d' Amboise in an expedition againstBologna and was subsequentlysent as French representative to the Vatican.
Fleeing the plague, Chasseneuzreturned to Autun at the beginning of February 1506,where he practised as lawyer and wrote in

28. Cf. supra notes 15 and 20,and Fabricius pars tertia,479-480.


29. Catalogus,1546,*1 v. : Preface inc. Reuerendissimoac illustri domino
Antonio de Prato, SenonensiCardinali, quaestori seupraefecto, cancellario Franciae nuncupato totiusque literaturae Gallicanae primario,
Bartholomaeus de Chasseneuzsalutem.Cum res sic se habeat,des. [ibid.]
Meliora fore spero quae deincepsscribam.Vale eximium doctrinae decus
et iubar. Heduae.Anno incarnataedeitatis millesimo quingentesimovigesimo llano, xii. Kal. Junias.

C. SCHEURL'SANfHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 143

his sparetime. Around 1508,he completed the work which established his reputation, the Commentaria in consuetudinesducatus
Burgundie, which appearedin a partial edition in 1517and then in
a complete edition in 1528.It is not to be excluded that the Catalogus gloriae mundi which contained Pilate's third (first) and second letters, as well as Lentulus' letter to the Senateand the article Jesusdrawn from the Suidas,was alreadyin the processof being
compiled in 1508.Judge at the high court of Dijon from 1525,
Chasseneuzwas transferred to the Paris high court in 1531 and
then to Aix as chief judge in 1532.He died in 15413.
It is the fourth part of Chasseneuz'Catalogusthat contains the
apocryphalpieces that concernUS31.
It is entitled De laude,gloria
et honore etordine ecclesiasticarum
personaruminter seetad omnes
alios huiusmodi status.Thus the context in which the apocryphal
letters of Pilate and Lentulus appearhas nothing to do either with
devotional literature of a humanist tenor, suchasScheurl'scollection or with New Testamentapocrypha in any acceptedsenseof
the term. In the sextaconsideratioof his fourth part32,Chasseneuz
treats of the absolute power of priests which is conditional upon
their power to administerthe eucharist. Christ himselfwasa priest
accordingto the order of Melchisedeck,continuesChasseneuz,but
his priesthood was rejected by the Jews in their wickedness.
In support of this latter contention our lawyer cites two letters
"from Lactantius", one by Lentulus to the Roman senate,the other
from Pilate to Tiberius (Pilate's third [first] letter). This is how the
two letters are introduced:
This is what Lactantius says reporting exactly on what happened. The same Lactantius cites the text of two letters concerning the life of Christ as well as the extract33we have cited

30. For fuller biographical details cf. Dictionnaire de la biographie


franraise,t. 8 (Paris, 1959),714-715and the literature cited there. Cf. also
L. PONS,Barthelemyde Chasseneuz,Paris,1879. a. also note 14supra.
3L I shall be referring to the 1617edition supposedlypublished in Geneva: Catalogusgloriae mundi D. Bartholomaei Chassanaei,
Burgundi apud
Aquas sextiasin senatudecuriaepraesidisacViTiclarissimi,Geneuae,apud
Philippum Albertum, 1617.
32. Catalogus,1617,168-172.
33. "Haec sunt,quae dicuntur per Lactantium et narrantur de verbo ad verbum. Qui etiam de Christo villa ea quae sunt scripta apud nos ponit duas
epistolasmentionemde eo facientes et de eiusvera conuersatione,statura
et gestis" (Catalogus,170col. B). Chasseneuz
is referring here to the Jesus
extract from the Suidas,frequently printed asan appendixto earlyeditions
of Lactantius, and reproduced in extenso in the Catalogus, 170-171.

144

I. BACKUS

above.Thesetwo letters are about Christ, abouthis appearance


and about his real doings and about what he really said.

Obviously, Lactantius could not have cited either of the two letters for which no manuscripts can be found, dating from earlier
than the ninth century. It is of coursebarely possiblethat somelate
manuscripts of Lactantius contained apocryphal interpolations.
However, given the complete lack of evidence for this, it is more
likely that Chasseneuzused an early printed edition of Lactantius
which contained not only the article Jesus (out of Suidas) in an
appendix but also one or both of Pilate's letters34.Interestingly
enough,Chasseneuz'probable source for the two letters as well as
the real date of his work remained unknown to Fabricius and all
the later editors of the Apocrypha. This is all the more surprising
given that Fabricius knew and cited the 1509 Venice edition of
Lactantius as source of Chasseneuz'Suidas / Jesustext and that
he reproached Chasseneuzwith referring to it asif it were an integral part of Lactantius' text35.
As for Pilate's "second" letter, cited by Chasseneuzwith no indication of source, it is not unlikely that the text stemmed from one
of the late fifteenth century manuals printed with a view to converting the Jews36,or even, given the textual affinities, from
Scheurl'sEpistola!
Pilate'sletters servea double purposewithin the Catalogus.Firstly, they show up the iniquity of the Jews.Secondly,they prove that
Pilate (a Paganmore favourable to Christ than the Jews)went so
far asto violate legalprocedure in addressingTyberius and not the
senate.Tyberius then referred the matter to the senate,askingthat
Christ be declared God, but the senate complained at being bypassed. This prompted Pilate to write his "second" letter to
Tyberius, notes Chasseneuz,the ultimate proof of Christ's divinity and innocence37.

34.The 1509(Beauvais,Jean Petit) edition of Lactantius containsthe article Jesusin an appendix but not the letters.
35. FABRICIUS,
1719(pars tertia), 546-547: "Refertur narratio ilIa de Seruatore nostro itidem ex Suida latine a Bartholomaeo Chassanaeo,parte
IV. Catalogi gloriae mundi, sed ipse errat cum ait commentumhoc referri a Lactantio licet editoni antique Venetae Lactantii subjectumlegitur".
36. Ct. supra,note 9.
37. Catalogus,1617,171: "Et si perfidi Iudaei Euangelistiscredere nolint,
saltern credendum est ipsi Pilato iudici, per eos electo, qui post ipsius
Christi passionemde ipsiussanctitate et innocentia,lYberio Caesarlscripsit Epistolam,roc antepositam,quam lYberius cumsuffragio magnifaciens

C. SCHEURL'S ANrHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 145

A Paganjudge went so far asto violate Roman legal procedure


in order to demonstrate Christ's divinity and, what is more, a
Roman emperoraskedthat Christ be declaredGod. Thus, in Chasseneuz'view, the Jews,and the Jewsonly, were to be held responsible for the Saviour's death. This anti-Semitic motif is interestingly enough absent form Scheurl'swork. We might note further
that for Chasseneuzthe letters do not constitute (any more than
they do for Scheurl) "apocrypha" in any senseof the term. On the
contrary, they serve as historical proof of the divinity of Jesusand
the wickednessof the Jews.
Thus it would seemthat practicallythe sametext of Pilate's "second" letter was usedin the early sixteenth century for two radically different purposes.What is more, only Scheurl'suse of it can be
consideredas in anyway similar to that of a modem scholarof New
TestamentApocrypha, being devoid of any polemical content and
treated as a text conduciveto piety but not in any way normative.

Lentnlns' Letter in Schenrl's"Epistola"38


Before reproducing the text from Scheurl's edition, a brief
resume of the history of this highly apocryphal text is in order. It
was indeed, as has been shown by Dobschiitz, Erbetta and others
one of the most widely circulating forgeries throughout the later
Middle Ages and the Renaissance39.
Other than the works already
mentioned above, it was available in severalmanuscriptsnot bearing the name of Lentulus. The first mention of his name, together
with a mention of the Annales Romanorum,occursin a manuscript
described by Dobschiitz. The manuscript was extant in Jena in
1899, when Dobschiitz was writing (Jen. Elect. f.76). The first

retulit ad Senatum Romanum et postulauit vt Christus Deus haberetur.


At Senatusrecusauit,indignatus,quod sibi secundummoremepistolafuisset delata, cum essetmas Romanis vt prouinciarum iudices senatuiscripto renunciarent, si quid noui in his, quas regebantprouinciis accidisset.Et
iterum eidemT:Yberioscripsit Pilatus [herefollows the text ofthe "second"
letter]. 0 gloriosum et nobis salutare iudicis scripta reiteratum testimonium Christum innocentemprofitentis et ante mortem, vt visum est,et bora
mortis, qua scripsit titulum Pilatus, in qua scriptum erat "JesusNazarenus
rex Iudaeorum"; pariter et post mortem vt in praedictis epistolis continetur, sententiae iniquitatem euidenter demonstrans et Christum
redemptorem nostrum ab infamia praeseruans...".
38. Ct. ERBE1TA111,137-138.
39. Ct. ibid., and DOBSCHOTz,
Christusbilder,TU 18, 1899,308**-324**.

146

I. BACKUS

Renaissancewriter to mention the letter and its presumed author


was Lorenzo Valla around 1440 in his De [also credita et ementita
Constantini donatione declaratio40,
who dismissedit as a forgery.
The oldest recensionof the text, which does not take the form of
a letter and which does not contain Lentulus' name, occurs in the
manuscripts (ca. 1350)of Ludolf of Saxony's Vita Christi (editio
princeps, 1474)and in an early fourteenth century introduction to
the works of Anselm of Canterbury (editio princeps, Niirnberg,
1491,fol. 4 -cf. Dobschiitz, 308**-310**).
Erbetta in his introduction notes that mostmanuscriptsthat contain his name assign to Lentulus the function of proconsul of
Jerusalem -which did not exist any more than did a governor
in Judea named Publius Lentulus. At any rate, evenhad he existed, he would have beenmost unlikely to write a letter to the Roman
Senategiven that Syria was an imperial province. What is more,
neither the style nor the tone of the letter are in any way reminiscent of those of a Roman official from the period of either
Augustus or Tyberius41.
To add even more to the confusion, the earliest recensionsof
the text bear the form of an extract from the Roman Annals; the
later recensionsfrom the 15th century onwards "graft on to it" the
letter-form while keeping the mention that it occurs in "Roman
Annals"42.To finally make for total confusion, the identity of the

40. a. VALLA, Opera (Basel, 1540), 786 : "vtinamque tam vera esset epistola nomine Lentuli missa de effigie Christi quae non minus improbe
ementita est quam priuilegium, quod confutauimus".
41. Cf. ERBETTA,III, 137.
42. Cf. ERBETTA 111,138: the eldest 13/14th century recension a has no
mention of Lentulus and begins simply with a reference to the Roman
Annals. A more recent recension b starts off (") Lentulus, proconsul in
Judaea, greetings to the Senate and the Roman people (" ). Recension c
also mentioned by Fabricius (1719),302*, inc. Temporibus Octauiani Caesaris Publius Lentulus procos. in partibus Judaeae et Herodis regis, senatoribus Romanis hanc Epistolam scripsisse fertur, quae postea ab Eu/tropio reperta est in Annalibus Romanorum". Recension d, the "received
text" given by Dobschtitz and Erbetta, mentions in the incipit Lentulus,
Roman official in Judea at the time of Tiberius Caesar,who seeing the wondrous works of Christ addressed his letter to the Roman Senate. Fabricius
(1719),301 *-302*, who considers the letter as a total forgery, cites the text
(roughly corresponding to recension d) after Hieronymus Xavier's Historia Christi persice conscripta simulque multis modis contaminata ...Latine
reddita a Ludouico de Dieu, Lugduni Batauorum, 1639. Fabricius also shows
knowledge of recension c (which places Lentulus at the time of Octavian)
(ibid., 302*).

C. SCHEURL'S ANTHOLOGY OFNEW TESTAMENT APOCRYPHA 147

(supposedly Christian) annalist Eutropius is not at all clear: the


author of the Breuiarium historiae Romanaeis in fact conflated
with the apocryphal [!] translator of Abdias into Greek43.Moreover, the name of Eutropius figures solely in sixteenth century editions of the letter, the sole exception being one late manuscript
mentioned by Dobschiitz(308**). The "letter" is obviouslya mediaevaltext "adulterated" by humanists in two different ways.Some
impose upon it the epistolary form bearing the name of the mysterious Lentulus. Others treat it as a fragment of the Breuiarium
historiae Romanae.Many combine the two forms.
As for presumed purpose and public of the letter, there is no
doubt that it arose in a monastic context and was intended to
encourage piety and meditation on the life of Jesus.It is for that
reason that it was printed with the Latin Infancy Gospel. In the
fifteenth century, as is shown by the Niirnberg collection printed
in 1512,and by Scheurl's own effort, it also came to be seenas a
paradigmatic text combining the bestof Paganwith the bestof the
Christian.
The text of the letter as published by Scheurl corresponds to
Dobschmz's recension b (late recension of the epistolary form).
What is curious about it is its title:
[A 3r.] Extat et Epistola Lentuli ad Caesarem in hunc
modum. Lentulus Romanus Judee praeses Tyberio Cesari
s[alutem].
Apparuit temporibus istis et adhuc esthomo magne virtutis,
nominatus JesusChristus, qui dicitur a gentibus propheta veritatis, quem eius discipuli vocant filium Dei, suscitansmortuos
et sanansomneslanguores.Homo quidem stature mediocris et
spectabilis, vultum habens amabilem, quem intuentes possint
diligere et formidare, capillos habenscoloris nucis auellanepremature et pIanos feTevsque ad aures: ab auribus veTOcincinos
crispos aliquantulum et fulgentiores, ab humeris ventilantes,
discrimen habens in medio capitis iuxta morem Nazareorum;
frontem planam et serenissimamcum facie sine ruga et macula aliqua, quam rubor moderatus venustat. Nasi et oris nulla
prorsus est reprehensiol, capillis concolorem, non longam sed
in media bifurcatam. Aspectum habens [A 3v.] simplicem et
maturum, oculis giaucisvallis et claris existentibus. In increpatione terribilis, in admonitione blandus. Hilarius seruatagrauitate, qui nunquam ridere vigus est,flere autem sic.

43.a. ERBEITA III, 137; FABRICIUS1719(tertia pars), 391-392.

148

I. BACKUS

In statura corporis prorogatus et rectus, manus habens et


brachia visu delectabilia, in colloquia grauis ratus et modestus,
speciosusinter filios hominum.
Hec sola in Annalibus Romanorum comperta est.
SCHEURL,
1515,add. barbam.

Scheurl'stext, with the notable exceptionof the title, corresponds


to that of Dobschfitz's recensionb44.Are we t~ conclude from the
title that Scheurlor, more likely, the Italian manuscripthe copied,
showed exceptionally good knowledge of history in making
"Lentulus", as prefect of an imperial province, addresshis epistle
directly to Jyberius ? Suchhypothesisis to be excluded, given that
anyone with that amount of historical knowledgewould have been
perfectly capable of identifying the letter itself as apocryphal.
Moreover, the colophon showsthat the copyistwasquite happyto
accept that the text stemmed from "Roman Annals". Needlessto
say, Scheurl questions nothing, given that the Pagano-Christian
profile of the letter mirrors his own intentions asexpressedin the
preface to Charitas Pirckheimer. Indeed, the most likely hypothesisis that the mention of Jyberius asaddresseesimply reflectsthe
wish on the part of Scheurl (or his original) to harmonise LentuIus' letter with Pilate's.
It is interesting to note that Chasseneuzprints exactly the same
version of Lentulus' letter, claiming to have found it in his edition
of Lactantius and making no reference to the "Roman Annals".
However, unlike Scheurl, and like most known texts, Chasseneuz
(or, to be exact, his presumed edition of Lactantius) is quite clear
that Lentulus addressedhis letter to the Roman senateand not to
Jyberius, assertingaswe saw:
This is what Lactantius says...he alsocitestwo letters about him
[Christ] ...one from Lentulus to the Roman senate,the other
from Pilate to the Emperor Claudius Tyberius...45

The person of Eutropius does not figure in either Scheurl's or


in Chasseneuz'account.The letter of Lentulus wasto undergo fur-

44. Cf. DOBSCHUTZ,


Christusbilder,TV 18,1899,319**.
45. Chasseneuz,Catalogus,1617,170col. B: "Qui [Lactantius) etiam de
Christo, vltra ea quae stint scripta apud nos, ponit duas epistolas,mentionem de eo facientes... Vna videlicet Lentuli ad senatum Romanum,
altera Pilati ad Claudium Tyberium imperatorem." The text is unchanged
from that of the 1546 edition, 89v. , col. B-90v. Cf. supra, note 15.

C. SCHEURL'S AN1HOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 149

ther transformations of a textual or, more preciselyof a contextual nature, even after Valla had declared it to be a forgery46,

Correspondencebetween Christ and Abgar


and the Veronica Legend
The pieces,asprinted by Scheurl, merit our specialattention, as
they were drawn by the Niirnberger (or his "antiquissimus" codex)
from at least two if not three sources.What Scheurl in fact prints,
aswe shall see,is an abridgementof Rufinus' version of Eusebius'
H.e. 1. 13,followed, aswasnoted already by Dobschiitz47,by an
addition taken partly from the Dominican's JohannesBalbus of
Genoa's (d. 1298) Summa que vocatur Catholicon (s.v. Judas),
available in print since around 1470.Balbus' text of the legend
was one of many witnessesto what Dobschiitz termed a "curious
mosaic" of a text composedof elements from the Golden Legend.
John of Damascus' Defide orthodoxa,Rufinus and other unidentified sources48,
all emphasisingthe importance of image-worship.
However, aswe shall seebelow, Scheurl'saddition to Rufinus is
not taken exclusively from Balbus. The paraphraseof the latter is
conflated with what is probably Scheurl's own observation on
Christ's headcloth in the church of S. Bartolomeo degli Armeni
in Genoa49.Indeed, Scheurl could well have seenthe "veronica"
there himself and was probably not awareof the fact that the headcloth had only been in the church since 1387, having been
bequeathed to it by the doge Leonardo de Montaldo (d. 1384),
who had himselfreceivedit from the Greek emperorasthe authentic headcloth sent by Christ to Abgar with his image imprinted on

.1t

SO

Scheurlfound it quite natural to conflate the Abgar and Veronica legends, a feature characteristic of late Medieval traditionsl.

46. Cf. supra, note 40.


47. Cf. DOBSCHUTZ,
Christusbilder,TV 18,1899,242*-243*. Dobschutz,
however,was only interested in the addition and did not notice that it did
not stem from the same source as the other "Abgar pieces" in Scheurl's
collection.
48. Critical edition of the "merkwurdiges Mosaik" in : DOBSCHOTz,
Christusbilder,241*-242*.
49. Cf. DOBSCHUTZ,
Christusbilder,192-193,241*-243*.
SO.Cf. ibid.,241*-242*.
51. Cf. DOBSCHUTZ,
Christusbilder,188 (on the confusion of" Abgar" and
"Veronica" images in the Vatican).

150

I. BACKUS

The Abgartextsin Schenrl'scollection.


[A 4r.] Est et Epistola regis Abgari, quam refert Eusebius
Caesariensislibro primo, capite 15. et 16., quam quidem Epistolam, Eusebius ita se dicit reperisse.
[inc. Rufinus' text] Hec in archiuispublicis Edisseneciuitatis,
in qua tunc Abgarus regnauit, ita descripta reperimus in his
chartis que gesta regis Abgari seruata antiquitus continebant.
Et vt euidensdictorum veritas fiat, ipsa! exemplariaepistolarum
ex Siriorum lingua translata ponemus.
Abgarus Uchanie filius Toparcha Jesu Saluatori bono qui
aparuit in locis Hierosolymorum, salutem. Auditum mihi estde
te et de sanitatibus quas facis sine medicamentis aut herbis2;
fiant ista per te, et quod verbo tantum facis cecosvidere et claudos ambulaTe et leprosos mundas et immundos spiritus ac
demones eiicis, et eos qui3 longis aegritudinibus afflictantur
curas et Sallas,mortuos quoque suscitas.Quibus omnibus auditis de te statui in animo meo vnum essee duobus. Aut quia tu
sisDeus et descendis4de celo vt hec facias,aut quia Filius Dei
sisqui hec facis.Propterea ergo scribensrogauerimte vt digneris vsque ad me fatigari et egritudinem meam qua iamdiu laboro
curare. Nam et illud comperi quod Iudaei murmurant aduersumte et volunt tibi insidiari. Est autem mihi ciuitas parua quidem, sed honesta,que sufficiat vtrisque.
Exemplum rescripti ab Jesu per Ananiam cursorem ad
Abgarum regem5.
Beatus es qui6credidisti in me qum ipse7 non videris. Scriptum est enim de me quia hi qui me vident, non credent in me,
et qui non vident me, ipsi credent et viuent. De eo autemquod
scripsisti ad me8vt / A 4v./ veniam ad te, oportet me omnia
propter que missus sum hic explere. Et posteaquam compleuero, recipi me9ad eum a quo missussum. Qum ergo fuero
assumptus,mittam tibi aliquem ex discipulis meis vt curet egritudinem tuam, et vitam tibi atque his qui tecum soot prestet et
ciuitati tue.
Erat autem his epistolis adiunctum etiam hoc lingua Siriorum quod infrascriptum est.
Postea veTOquam Jesusassumptusest, misit ei Judas qui et
Thomas Thadeum apostolum vnum ex septuaginta, qui
Abgarum mirum inmodum credentem perfecte curauit etc.
Ceterum refert Joannes Catholicon post Damascenum[De
fide orthodoxa 4, 16]: videns Abgarus quod praesentialiter
Christumvidere non poterat, pictorem quendamad Jesummisit
vt imaginem figuraret et sic ipsum saltern per imaginem conspiceret,quem in facie videre non poterat. Sed qum ad eum pictor venisset, propter nimium fulgorem, qui ab eius facie procedebat,in eius faciemclare nequibat intendere,nec earn vt sibi
iussum erat figuraTe. Quod cernens Dominus vestimentum
lineum ipsius pictoris aspicienssue faciei imponens, sui ipsius

SCHEURL'SANTHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 151

imaginem eidem impressit ac desideranti regi Abgaro destinamt. Hec autemimago seueffigies aut Veronica nunc estJenue
in quodam venerabili monasterio sancti Bartholomei de
Ermineis52.
1
2
3
4
5

ipsarum
add. quod
add. e
descenderis
toparcham

6 quia

7 add. me
8 mihi
9 om.

It is interesting to note that Scheurlappearsto have broken off


Rufinus' account at a point when he realised that it contained no
more letters,letters being the genre that he particularly intended
to presentto CharitasPirckheimer.However,the other reasonwhy
Scheurlbroke off the Rufinus accountwas that it apparently contradicted that of John of Damascus(as retailed in the Catholicon)
which laid greater emphasison Christ's image as an object ofworship not becauseof its intrinsic merit but becauseof what it represented.It wasthe latter doctrine (rather than that of Thaddaeus'
healing powers as conveyed by Rufinus' account) that Scheurl
found important to impress upon Charitas Pirckheimer, using the
"veronica" in S. Bartolomeo's Church as the final proof of divine
origin of image worship.
At no stagedoes Scheurl refer to the fact that the Epistola Jesu
ad Agbarum [sic] was condemnedas apocryphal by the [Pseudo-]
Gelasian Decree,a text he would have known from his study of
canonlaw53.Indeed the [Pseudo-]GelasianDecreealso listed Historia Eusebii Pamphili54 among works that were considered as
apocryphal in the senseof doctrinally dubious. However, assuming that Scheurl did know the Decree,it certainly would not have
done to tell Charitas Pirckheimer that the texts he had sought out
for her asmodels of Christian rhetoric and piety were the very ones
that were condemned by the Church. And, as has been noted

52. The final paragraph "Ceterum refert... Ermineis" printed in: DOBSCHUTZ,Christusbilder,243*.
53. GRAnAN,Decreti prima pars, dist. XV:, c. 3,no. 76, Friedberg 1,39.
54. Ibid., no. 66.

152

I. BACKUS

above, Scheurlnever evenhints that texts should be consideredas


doctrinally normative in any way, let alone re-integrated into the
Biblical Canon.

The 1515 edition of the "Epistola"


Without in any way changing the preface, Scheurl added not
only Pilate's first/third (Erbetta) letter to Tiberius (inc. Nuper
accidit quod et ipse probaui des.credere mendaciis Iudaeorum)
dating from eighth or ninth century accordingto Erbetta (III, 131132) and condemned as "commentitia" by Fabricius already in
1703(1719,298 *) but also other piecesconcerningthe life of Jesus
which are listed on the title-page: the latter reads as follows:
Epistola Doctoris II Scheurliad Charitatem AbbatissamSanctae Oarae de laudibusfamiliae PyrckheymerII Epistola Lentuli
ad Tiberium de statura Christi II Epistola Pilati ad Tiberium
de morte Christi II Epistola alia Pilati de morte et resurrectione Christi II Ex Iosepho et Eusebio de vita Christi II Epistola Abgari ad Jesum Saluatorem II Epistola responsiua ad
Abgarum. II Vtilitates Misse. II Historia Eneae Siluii de
vendente missamII Vtilitates orationis pro defunctis. II Somnium cuiusdam fratris praedicatorum pro defunctis orandum
esseII Sequentiadies irae II Epistole reuerende matris Charitatis II Pirckheymerin Abbatisse SanctaeClarae. II Carmen
Conradi Celtis poete ad eandem. II Carmen ad diuum
Christophorum. II Memorare nouissimatua et in aetemum non
peccabis.

Scheurl claims to have found the letter in "Annales Romanorum". This time no mention is made of Eutropius but the Pagan
and the Christian are once again closelyinterwoven. The letter is
to be read together with the excerpt from Josephuswhich follows.
The Josephuspassageoccurs in Pseudo-Ambrose'sAnacephaleosis,cap. XI, but seemsto have beencollated by Scheurlwith cap.
XIII of Jerome's De viris illustribus (s.v.Josephus).
We have collated Scheurl's version of Pilate's letter with Chasseneuz' 1546 edition of the Catalogus,89v.-90r.and Anacephaleosis,p. X (MPL 15,2317).
Scheurl1515,A 3v. Pilati alia epistolade morte et resurrectione
Domini nostri Iesu Christi.
Pontius Pilatus Claudio lS.P} Nuper accidit quod 2etipse
probaui Judaeos per inuidiam se suosque posteros 3crudeli
damnatione ueremisse3.4Cum enim haberent eorum uatres

C.

SCHEURL'S ANTHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 153

prornissionemquod Deus eorum illis mitteret de caelo sanctum


suum qui rex eorum merito diceretur, hunc secundumprornissionem inter nos misit de virgine natum me itaque in Iudaea
praesidente4.5Cumaudissenthunc Iudaei5caecosilluminasse,
leprososmundasse,paraliticos curasse,6demonesab hominibus
fugasse6,mortuos7suscitasse,
8irnperasseventis8,9siccispedibus
super vndas maris ambulasse9et lOmulta alia miraculorum
signa10fecisse,11etcum multi de populo Iudaeorum hunc filiurn Dei credidissent,inuidia contra eum principes sacerdotum
moti stint et scribae Pharisaeorum11,12Ettenentes eum tradiderunt mihi praesidi12et alii13pro aliis14mentientes 15ilIum
magum esse dixerunt et contra eorum legem facere15.16Ego
autem eorum verbis credidi et eorum arbitrio ilIum flagellatum
tradidi16. Illi veTOin ligno eum crucifixerunt et mortuum
sepelientescustodespraetorii mei milites posueruntet signantes
monumentum abierunt. Ille autem a mortuis tertia die resUfrexip7.
Intantum 18deniqueexarsit Iudaeorum iniquitas vt militibus
meis darent pecuniam dicentes: dicite, quia eius discipuli corpus ipsius nocte furati stint [Mt. 28, 13]. Milites autem cum
pecuniam accepissent,nec tacere potuerunt factum quod fuerat, sedde sepulchroresurrexissetestati sunt et a Iudaeissepecuniam accepissead dicendum contrarium18,
19Ideosuggero regi ne quis tibi veritatem scienti mentiatur
et ne estimesme credere mendaciis Iudaeorum. Potestatituae
omnia quae gesta stint de Iesu in praetorio meo notifico per
praesentes.Et vale. Haec reperta stint in annalibus Romanorum19.
1-1Tyberio salutem, Chass.1546; Claudio salutem, MPL 15,

2317.

2 om. et Chass.1546;et quod MPL 15.


3-3sic, Chass.1546; crudeIi condamnatione punisse,MPL 15.
4-4Cum enim promissum haberent patres eorum quod Deus

illorum mitteret illis per virginem sanctumsuum filium qui rex


eorum merito diceretur, hunc me praesente misit in Iudaeam,
Chass. 1546; -Denique
cum promissum haberent patres
eorum, quod illis Deus eorum mitteret de coelo sanctumsuum
qui eorum rex merito diceretur et hunc se promiserit per virginem missurumad teTras,istum itaque me praesidein Judaeam
Deus Hebraeorum cum mississet,MPL 15.
5-5Quem cum vidissent, Chass. 1546; -Et
vidissent eum,
MPL 15.
6-6 daemoneseffugasse,Chass.1546.
7 add. etiam, MPL 15.
8-8 ventis imperasse,Chasss.1546.
9-9pedibusquesiccissupervndas MariSambulasse,Chass.1546;
ambulassesiccispedibus super vndas maris, MPL 15.
10-10alia multa mirabilia, Chass.1546; multa alia, MPL 15.

154

I. BACKUS

11-11et omnis populus Iudaeorum dicit eum esse Dei filium


principes sacerdotum inuidiam passi sunt contra eum, Chass.
1546; cum omnis populus Iudaeorum eum Filium Dei esse
diceret, inuidiam contra eum passi sunt principes Iudaeorum,
MPL 15.
12-12
Hunc itaque mihi tradiderunt, Chass.1546; et tenuerunt
eum mihique tradiderunt, MPL 15.
13alia Chass.1546,MPL 15.
14add. mihi de eo, MPL 15.
15-15
eum magum esseac contra Legem eorum agere dixerunt,
Chass. 1546; dixerunt asserentesistum magum esseet contra
Legem eorum agere,MPL 15.
16-16
Ego autemita essecredidi eumque flagellatumeorum arbitrio tradidi, Chass.1546; Ego autem credidi ita esseet flagellaturn tradidi ilIum arbitrio eorum, MPL 15.
17-17
Qui eum crucifixerunt et sepulchro custodesadhibuerunt,
at ille militibus meis custodientibusdie tertia resurrexit, Chass.
1546; Illi autem crucifixerunt eum et sepulto custodes
adhibuerunt. Ille autem militibus meis custodientibus die tertio resurrexit, MPL 15.
18-18
vera nequitia Iudaeorum contra eum exarsit, vt ipsis custodibus pecuniam darent, quatenus dicerent discipulos eius
rapuisse corpus, sed illi quod factum erat tacere non valentes
testati soot eum resurrexissesequevisionem angelorumvidisse
et a Iudaeispecuniam accepisse,Chass.1546; autem exarsit
nequitia Iudaeorum vt darent pecuniam custodibuset dicerent :
" dicite quia discipuli eius corpus ipsius rapuerunt ". Nam et
ilIum surrexissetestati sunt se vidisse et se a Iudaeis pecuniam
accepisse,MPL 15.
19-19
Haec autem ideo scripsine quis aliter existimet credendo
mendaciis Iudaeorum. Haec sunt quae in dicta epistola scripta
sunt, Chass. 1546; Haec ideo ingressine quis aliter mentiatur
et aestimetcredendummendaciisIudaeorum,MPL 15 inc.cap.

XI.
The text as reproduced by Scheurlcorrespondspreciselyto the
text of chapter 29 in recensionA of the Acta Pilati. This recension
circulated quite independently of Anacephaleosis.The same text
is to be found in the PassioPetri et Pauli by Pseudo-Marcellus(cap.
19-21). According to modern scholars it is the same letter that is
mentioned by Tertullian (Apol. 5.2) and by Eusebiusof Caesarea
(H.e. 2.2)55.

55. Ct. Jean-Pierre LEMONON,


Pilate etIe gouvernementde la Judee.Textes
et monuments,Paris, 1981,253-257,264-265.

C. SCHEURL'S ANTHOLOGY OF NEW TESTAMENT APOCRYPHA 155

Scheurl's accountis thus more overtly pro-Pagan, but also closer,to the Gospel account notably as regards details of Jesus' crucifixion and burial. While Chasseneuz'purpose in printing all three
letters (Pilate's first/third Pilate's secondletter and Lentulus' missive) was overtly anti-Semitic and intended to show that a Pagan
judge could go so far as to violate legal procedure so as to show
Christ's divinity, Scheurl with his addition of the third letter maintains his Pagano-Christianoptic. His text, as it stands,showsPilate
as a Biblical figure. The dividing line between Pilate's civil preoccupationsasa judge and the Gospelnarrative is much thinner than
either in the Anacepnaleosisor in Chasseneuz'text.
As has been noted above, Pilate's first/third letter is followed
in Scheurl's1515 edition by the J:osephusexcerpt on Jesus.Herewith its full text:
i
[A 3v.] Josephus libro xviij. Antiquitatum capitulo quinto
describenstempus imperii Tiberii Caesaris de Christo testificatur vt sequitur. Cui concordat diuus Heronymus in Prologo
in Josephum.
Fuit isdemtemporibus Iesus vir sapienssi tamen eum virum
nominaTe phas est. Hic erat mirabilium effector operum et
eorum doctor hominum, qui quae vera sunt libenteraudiunt et
multos quidem Iudaeorum multosque etiam ex gentibus sibi
adiunixit. Messias hic erat; hunc ad primorum nostrae gentis
virorum accusationem, cum Pilatus in cruce agendum esse
decreuisset, non deseruerunt qui ab initio eum dilexerant.
Apparuit eisdem die tertia iterum viuus sea [!] multa quae
diuinitus inspirati prophetae vel haec vel altt de eo innum~ra
miracula essefutura praedixerant, sed [!] in hodiemum diem
christianorum [A 4r.] qui ab ipso nuncupati sunt et nomen
genusqueperseuerat.

The text as given is in fact an accurate paraphrase of Jerome's


De viris illustribus cap. XIII.
Where Scheurl found the pieces is not stated. However, their
purpose is simply to reinforce the religious messageof the earlier editions of the Epistola.Anxious to emphasisethat all the pieces
on the life of Christ date from the reign of Tiberius, Scheurlinsists
on the link between Paganand Christian mores and eloquence.
Thesepreoccupationsare reflected in the miscellany which makes
up the rest of Scheurl'svolume.

156

I. BACKUS

Conclusion
Scheurl did not attempt to set up a body of Apocryphal literature that would consitute a parallel to the Biblical canon. Indeed,
the problem of canonicity could not have been further from his
mind when he compiled his collection for Charitas Pirckheimer
with its apocryphal pieces.Nonethelesshe did manageto constitute a mini-corpus of what were to him historical documents that
threw a new light on the historical Jesusand situated him in his
judeo-pagan setting. The pieces were intended to edify in a particular way: the abbessand others would be forced to reflect on
Jesusas a man living piously among pagans and so imitate him.
The Fabrician conception of an apocryphal corpus as something
that would profit a particular group of educatedChristians had, as
we said, a worthy precursor in Scheurl.

Marcello GARZANITI
Universite de Florence

LES APOCRYPHES DANS LA


LIlTERATURE SLAVE ECCLESIASTIQUE
DE PELERINAGE EN PALESTINE
(Xlle-xves.
I racconti di pellegrinaggio in Terra santa rappresentanouno dei principali veicoli di diffusione nel mondo slavo di motivi presenti nella letteratufa apocrifa. Nel saggiosi identificano citazioni e riferimenti alia letteratufa apocrifa tradizionale, contenuti nei racconti di pellegrinaggio della
Slavia Orthodoxa (fino al XV sec.), e, quando e possibile,si confronlanDIe citazioni e i riferimenti con Ie fonti presenti nella tradizione manoscritta slava.
Les recits de pelerinage en Terre sainte sont un des principaux moyens
de diffusion de motifs apocryphes dans Ie monde slave. On trouve dans ces
recits ii la fois descitations precises et des allusions ii la litterature apocryphe.
La presente contribution dresse l'inventaire de ces citations et allusions
(pour la periode allant jusqu'au xV's.).

La tradition despelerinages en Terre sainte a caracterisedesIe


debut Ie christianisme aussibien dansles Balkans que dansla Rus'
de Kiev. Apres un long voyage qui prevoyait une etape a Constantinople, les pelerins durant leur sejour en Palestine pouvaientvisiter les lieux saints , venerer les reliques conserveesdans les
eglises et les monasteres et participer a la grande tradition liturgique et monastiquepalestinienne.Le desirde voir et de parcourir les lieux saints 011s'etaient deroules les principaux eveDementsde l'histoire sacreede l' Ancien et du Nouveau Testament
poussait les lalcs comme les religieux a visiter la Terre sainte. A
leur retour, les pelerins racontaient ce qu'ils avaient pu voir, diffusant les traditions palestiniennessur les lieux et personnagesde
l'histoire sacree.A l'origine de la pratique despelerinagessetrouve probablement cette meme curiosite avide qui determina la fortune des apocryphes dans la litterature slave ecclesiastique
(d'abord dans Ie monde bulgare, puis dans Ie monde russe et
serbe); une curiosite enversles evenementset les personnagesdes
SaintesEcritures que Ie style concis et avare, notammentdesevan-

Apocrypha 9, 1998,p. 157-177

158

M.GARZANITI

giles, ne pouvait rassasier.A partir du XlIes., avec l'ltineraire de


l'hegoumene Daniif commencerent a circuler dans la tradition
manuscrite slave les comptes rendus de ces pelerinages, qui renfermaient desdescriptionsplus ou moins detailleesdes lieux saints
et desreliques qu'ils abritaient. Cette production litteraire connut
une grande fortune surtout dansla Rus' (mais elle ne manqua pas
de se diffuser plus generalement dans la Slavia orthodoxa ),
introduisant dans la litterature slave une serle de motifs presents
dans la tradition palestinienne et dont on conservela trace dans
les SaintesEcritures, dansla litterature apocrypheet, de fa~onplus
generale, dans la liturgie2. L'hegoumene Daniil, qui inaugure par
son ecrit un nouveaugenrelitteraire dansla production slaveecclesiastique,partit pour la Terre sainte afin de mettre de l'ordre dans
les recits souventfantastiquesdes pelerins, et, a sonretour, ayant
bien examineles Livres sacres,redigeaun compte rendudetaille
susceptiblede servir d'enseignementaux fideles, les detoumant a
la fois d'un voyage long et dangereuxet exposantla verite, attestee par les Livres sacres, sur les lieux saints de la Palestine.
Parmi ces Livres sacres on peut compter quelques ecrits apo-

1. Sur l'ltineraire de l'hegoumeneDaniil, pour ce qui conceme en particulier Ie contexte historique et la structure litteraire de l'reuvre, voir notre
introduction: M. GARZANm,DANIIL EGUMENO,
ltinerario in Terra santa,
Roma, 1991,p. 9-68, et plus recemment M. GARZANffI,Chozenie igumenaDaniila v Svjatujuzemlju. Literatura i bogosloviena RusiXII veka ,
Slavjanovedenie2 (1995),p. 22-37.
2. A. N. Veselovskij it.propos du patrimoine d'associationset de rappels,
enrichi au fur et it.mesure de traditions locales et de recits legendaires,
present dans leg recits de pelerinage observe: A leur base on pouvait
trouver d'anciennestraditions locales, qui indiquaient tel ou tel episode
de la narration evangelique,et chacunde cesepisodesentra it.son tour en
rapport avecleg autres; un rapport personnel-biographiqueou de preference-prefiguration, que l'on reconnaft dansdesfaits qui n'ont apparemment aucun lien entre eux, expressiond'une meme idee developpee de
falt'on coherente. Supposons maintenant des generations de pelerins,
accoutumesit.cette vision symbolique du monde : une tradition locale de
la Palestinerappellera en eux toute une seried'autres traditions, qui s'imposentd'elles-memesinvolontairement, par habitude et du fait d'une analogie inconsciente. A partir d'un seul souvenir sedeveloppera une serie
de souvenirs s'en inspirant, que l'auteur d'un itineraire successifrepetera (A. N. VESELOVSKU,
K voprosu ob obrazovanii mestnychlegend v
Palestine,Zumal' MinisterstvaNarodnogo Prosvescenija
5 [1885],p.173).
Veselovskij, malheureusement,n'a pas prig en consideration dans cette
reuvrecomplexe d'associationet d'analogieIe role fondamentalde la liturgi~ qui est it.la basede la vision symbolique du monde de l'homme medie-

LITrERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

159

cryphes,bien qu'aient deja commencea ~tre divulgueesdeslistes


de livres interdits 3en provenance de Byzance, listes qui entraverent par la suite la diffusion de cette litterature4. Faisant preuve de scrupuleslouables, certainementsuperieursa ceux de pelefins d'epoque posterieure, l'hegoumene Daniil cite ou resume
certains passagesde la litterature apocryphe concernantdes personnagesdu Nouveau ou de l' Ancien Testament(m~me si Ie Nouveau predomine). Ailleurs l'auteur ne fait qu'une simple allusion
a certains evenements,presents dans la tradition locale et narres
dans des ecrits apocryphes,pouvant en controler la veridicite
dans des textes d'origine liturgique (oil, du Teste,les references
aux apocryphes sont frequentes). Par la suite, dans les recits de
pelerinage, la recherche et la citation des textes se voient negligeesou disparaissentcompletement: Ie pelerin secontente de rapporter la tradition locale, en s'appuyantdanscertains cas sur l'JtineTaiTe de l'hegoumene Daniil, modele litteraire desormais
consolide.
Naturellement DOllSne prendrons en consideration que les
themes remontant aveccertitude a la litterature apocryphe et parvenus par des voies differentes au monde slave. Nous sommes
contraints,malheureusement,d'exclure d'autresmotifs legendaires

3. La liste la plus ancienne se trouve dans l'[zbornik Svjatoslava(1073).


Parmi les apocryphescites certains seulementetaient en circulation dans
Ie monde slave; rappelons entre autres Le recitdeJacques(?), c'est-a-dire
probablement Ie Protevangile de Jacques.Ce n'est qu'a partir du Xlves.
(voir Ie pretendu Nomocanon de Pogodin) que commencenta etre diffuseesdes listes etablies dans Ie monde slave(cf. N. A. KOBJAK, Spiski otrerennych knig ,dansSlovar' knitnikov i knilnosti Drevnej Rusi, I,
Leningrad, 1987,p. 441-447).
4. Pour one etude des apocryphesdans la litterature slave ecclesiastique
voir l'essai de A. E. NAUMOV,Apokryfy w systemieliteratury cerkiewnoslowanskiej,Warszawa,1976.Nous ne sommespas toutefois completement d'accord surla definition que l'auteur fournit de la litterature apocryphe: Nous appelons apocryphe slave ecclesiastique one reuvre
litteraire medievale de l'aire de la langue slave ecclesiastique,qui developpe diachroniquement et (ou) synchroniquementles themes du message biblique et one concretisation non canonique ou meme qui introduit one ulterieure valorisation semantique, en antithese avec les
jugementsd'origine officielle (p. 57). En premier lieu on devrait prendre
en consideration la continuite de la litterature apocryphe (meme a l'interieur de differents systemeslitteraires). Cette litterature, dont l'origine
remonte aux premiers siecleset qui sepresente en particulier sousforme
d' evangile , d' actesd' epitre et d' apocalypsedansIe Nouveau
Testament,Cuttraduite desIe XCs. dansIe monde slave(a partir du monde
bulgare), oil elle subit diverseselaborations (en grande partie dependant
de modeles grecs) et des transformations.

160

M. GARZANITI

qui, en depit de leur interet, ne peuvent etre relies aux ecrits apocryphestraditionnels5.
Nous nons limiterons ici a l'etude destextes suivantsGusqu'ala
fin du xve S.)6:
1. ltineraire en Terre sainte de l'hegoumene Danill (11061107)7
2. ltineraire de l'archimandrite Agrefenij (Grefenij) (2emoitie du ~ S.)8
3. Recit du moine Epifanij (fin XIye -debut xve S.)9
4. Le pelerin (Xenos) du moine Zosime (1419-1420)10

5. Citons, par exemple, la legende des pierres du Sinai, transportees par


leg anges sur Ie mont Sion selon Ie desir de la Mere de Dieu; une legende contenue dans plusieurs recits de pelerinage et que A. N. Veselovskij
a presentee avec force references dans un essai paradigmatique : A. N.
VESELOVSKU,Razyskanie v oblasti russkogo duchovnogo sticha, III,
Zapiski Imperatorskoj Akademii Nauk XL (1881), Prilo!.enie 4, p. 12-23.
Nous ne nous arretons pas non plus sur la simple reference a l'arbre de la
croix present dans Ie monastere georgien de la Sainte Croix, que mentionnent de nombreux recits de pelerinage.
6. Etant donnee l'ampleur des materiaux reunis, nous renvoyons l'etude
des recits de pelerinage des XVIe-XVIIesiecles a une ulterieure recherche.
On trouvera un bref commentaire et une bibliographie des textes cites
dans T. G. STAVROV,P.R. WEISENSEL,Russian travelers to the christian
Eastfrom the twelfth to the twentieth century, Columbia (Ohio), 1986. Pour
une etude du point de vue du genre litteraire, voir la monographie de K.
D. SEEMANN, Die altrussische Wallfahrtsliteratur,
Miinchen, 1976.
7. Nous citerons Ie texte d'apres l'edition de M. A. VENEVITINOV (18831885) dans K. D. SEEMAN,IGUMEN DANIlL, Wallfahrtsbericht. Nachdruck
der Ausgabe yon Venevitinov 1883/1885 mit einer Einleitung und bibliographischen Hinweisen, Miinchen, 1970.
8. On a discute par Ie passe sur la forme correcte du nom et sur la datation de ce fecit de pelerinage. Nous citerons Ie texte d'apres l'edition de
LEONID ARCHIMANDRITE[KAVELIN], Chofdenie archimandrit (sic) Agrefen'ja obeteli presvjatyja Bogorodici okolo 1370 goda , Pravoslavnyj
Palestinskij Sbomik XVI, 3 (1896), p. I-X, 1-20. Voir aussi l'edition commentee par Ja. I. GOROZANSKIJ,Chozdenie archimandrita Grethen'ja,
obeteli presvscyja (sic) Bogorodica , Russkij Filologiceskij Vestnik XII
(1884), p. 251-312 et XIII (1885), p.I-43.
9. Le texte, publie par Leonid, ne represente qu'une liste des etapes et
des distances parcourues jusqu' a Jerusalem. Cf. LEONID ARCillMANDRITE
[KAVELIN], Skazanie Ipifanija Mnicha 0 puti k Ierusalimu , Pravoslavnyj Palestinskij Sbomik V, 3 (1887), p. I-III, 1-7.
10. Nous citerons Ie texte d'apres l'edition de Ch. M. LoPAREv, Chozenie inoka Zosimy, in Pravoslavnyj Palestinskij Sbomik VIII, 3 (1889),
p. I-XXVI, 1-38 (publie egalement dans N. I. PROKOF'EV,Cho!.enie Zosimy v Car'grad, A/on i Palestinu, in Kniga Cho!.enij. Zapiski russkich
putesestvennikov XI-XV vv., Moskva, 1984, p.120-136).

LITrERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

161

5. ltineraire du hieromoine Varsonofij(1456et 1461-1462)11


6. ltineraire du marchand Vasilij (1465-1466)12
7. ltineraire a Jerusalemd'auteur anonyme (autrefois attribue a 19natijde Smolensk)(2emoitie du xve S.)13
8. Arsenij de Salonique (xve S.)14
Dans cestextes reviennent de nombreusesreferencesa la litterature apocryphe (il s'agitdanscertainscasde veritablescitations).
Les citations les plus frequentes appartiennent au Protevangilede
Jacques,dont Ie texte est diffuse dans Ie monde slave des Ie IXexeS.15.
Rappelons quelquesepisodes: l' Annonciation, Ie je,ftnede
Joachim, Ie sejour dans la grotte de Bethleem, la fuite en Egypte,
la montagne qui s'ouvre pour donner refuge a Elisabeth et a son
enfant, Marie descendantde l'ane, la vision de la Mere de Dieu, la
mort de Zacharie. Il serait donc important d'examiner egalement
la litterature de pelerinage pour l'etude de la tradition textuelle et
de la fortune de cet apocryphe dans Ie monde slave. Si l'on obser-

11. Nous citerons Ie texte d'apres l'edition de S.O. DOLGOV,Chozenie


svjaSCennoinoka
Varsanofijako svjatomugradu Ierusalimu v 1456i v 14611462, in Pravoslavnyj PalestinskijSbornik XV, 3 (1896),p. I-LXI, 1-33.
11..NousciteronsIe texte d'apres l'edition de N. I. PROKOF'EV,
ChoZdenie
gostja Vasilija v Maluju Aziju, Egipet i Palestinu, dans Kniga Choi.enij.
Zapiski russkich putesestvennikovXI-XV vv., Moskva, 1984,p. 169-177.
13. Ce texte anonyme se trouve dans la redaction des annalesde 1'Itineraire d'Ignatij de Smolensk.Le texte estpublie par S. v: ARSEN'EV,Chozdenie Ignatija Smolijanina , PravoslavnyjPalestinskijSbomik IV; 3 (1887),
p. I-XII, 1-47(en particulier p.18-27). Pour un panorama synthetique des
differentes opinions sur l' attribution de I' Itineraire ii Jerusalem,voir T. G.
STAVROU,
P.R. WEISENSEL,
op. cit.,p. 19-20.
14.Nous citonsce texte d'apres l'edition de I. SUAPKIN,ChozdenieArsenija Selunskogo, Izvestija Otdelenija RusskagoJazyka i SlovesnostiAN
XIX, 1 (1915),p. 255-260.La nationalite de 1'auteur(bulgare, russe?) est
encore controversee.Voir l'etude (avec l'edition du texte) du v: P. ADRJANOVA,ChoZdenie Arsenija Selunskogo, Izvestija OtdelenijaRusskago
Jazyka i SlovesnostiAN XVIII, 3 (1913),p. 195-224.Ces recits de pelerinage seront desormaiscites uniquement sonsIe nom de l'auteur, suivi du
numero de la page de l'edition que nons avonsutilisee.
15. Le manuscrit slave Ie plus ancien du ProtevangiledeJacquesremonte au XIlIeS.,mais la premiere traduction slaveremonte probablement au
lX"-xe s. Voir I. Ja. PORFIR'EV,
Apokrificeskija skazanija 0 novozavetnych licach i sobytjiach po rukopisjam Soloveckoj biblioteki , Sbornik
Otdelenija RusskagoJazyka i SlovesnostiIAN LII, 4 (1890),p.10-12.136148; M. N. SPERANSKIJ,
Slavjanskie apokrificeskie evangelija , dans
Trudy vos'mogo archeologiceskogos"ezda v Moskve,t.lI, Moskva, 1895,
p. 64-66;A. DESANTOS
OTERO,Die handschrifliche Oberlieferungder altslavischen Apokryphen, II, Berlin, New York 1981,p.1-32; l'edition la
plus recente est de B. CHRISTOVA,
Protevangelieto na Jakov v starata
btJ1Jlarska
knii.nina, Sofiia, 1992.

162

M.GARZANm

ve les citations tirees du ProtevangiLede Jacques,force est d'admettre que l'hegoumene Daniil devait etre en possessiond'une
traduction de cet apocryphe. Toujours dansla tradition destextes
marials reviennent des references a la Dormition de LaMere de
Dieu (voir l'episode desmains coupeesaujuif Jechonias)et, faits
non cites par Daniil, la preuve par l'eau (cf. Agrefenij et Zosime)
et l'apparition du Christ ressuscitea samere. Parmi les references
a l' Ancien Testament,mentionnonsavant tout la rencontred' Abraham et de Melchisedechtiree de l' Historia de MeLchisedek,
Ie sommeil d' Abimelech et les references a certains episodes du cycle
d' Adam (la tete d' Adam et les depouilles du serpent). Naturellement, il estdifficile danscertainscasde determiner si l'auteur rapporte ce que les guides lui ant appris durant Ie voyage ainsi que de
savoir quelles sont les sourcesecrites auxquelles il a puise. Quoi
qu'il en soil, nous pouvons dire avec certitude qu'a travers la litterature de pelerinagede nombreuxmotifs apocryphessontentres
dans la culture slave. Ainsi les relations de pelerinage representent-elles, avecl'iconographie, une sourceimportante de diffusion
de la litterature apocryphe dans la Slavia orthodoxe16.
Les citations et les referencesa la litterature apocrypheque nous
avonsidentifiees dansles recits de pelerinage sont presenteestraduites et commentees, en fonction du sujet traite (en appendice
les passages en langue originale sont regroupes par auteur).
L 'annonciation
Dans cette grotte ...etait assisela sainte Mere de Dieu qui
filait Ie koknit, c'est-a-dire l'ecarlate. La arriva l'archange
Gabriel, envoye par Dieu a la Vierge ...aupres de ce puits il y
eut la premiere annoncede l'archangea la sainteMere de Dieu.
Venue pour l'eau, a peine eut-elle puise avec son seauque l'ange, invisiblement, Iui dit en proclamant d'une voix forte:
Rejouis-toi, pleine de grAce,Ie Seigneurest avec toi . Marie,
apres avoir regarde autour d'eIIe,ne vit rien, mais entendit seulement la voix, et, ayant ferris son seau,elle s'en allait, tout en
s'etonnant en elle-meme et disant: Que petit bien etre cette
voix que j'ai entendue sans voir personne? . Elle retouma a
Nazareth, entra dans sa maison et, assisea l'endroit que l'on a
dit precedemment,elle fila l'ecarlate. Alors apparut l'archan-

16. Selon M. N. Speranskij, leg voies qu'a parcourues la legende chretienne pour arriver dans la Rus' sont au nombre de trois: leg traductions
bulgares de la litterature apocryphe, leg recits des pelerins et l'art figuratit. Voir M. N. SPERANSKD,
Istorija drevnej russkoj literatury, Moskva, 1914,

p. 262-264.

LITrERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

163

ge Gabriel, manifestement, tandis qu'elle etait s.l'endroit dit


auparavant, et illui annon'i'a la naissance du Christ (Daniil,
p.118-119,121)17.
Nous avons vu Ie puits, ou la Tres Pure vint puiser de l'eau
et Is.setrouva l'ange, qui dit : Rejouis-toi, () pleine de grace,
Ie Seigneurest avec toi (Agrefenij, p. 19).

L'episode estnarre dansIe Protevangilede Jacques(11), mais Ie


texte apparait remanie (voir en particulier l'expressionde stupeur
provoquee par la voix entendue)18,

L 'Antichrist
De cette ville (Caphamatim) on veut que provienne l' Anti.

christ(Daniil,p. 89).
Dans l'Apocalypse de Methode de Patare, dont la traduction
etait connue au debut du XIIes., on dit que l' Antichrist aurait ete
instane a Capharnatim et l'on cite Ie passagede Matthieu que cite
egalementDaniil (Mt. 11,23; Lc. 10,15)19.
L'apparition du Christ ressusciteii sa Mere
Apres la resurrection il apparut d'abord a la Tres Pure, sa
mere, Mere de Dieu, et a sainte Marie Madeleine (Agrefenij,

p.4).

...00 Christ apparut a sa mere, la vierge tres pure, Mere de


Dieu, apres etre ressuscite des morts (Varsonofij, p. 5).

L'episode de l'apparition du Christ ressuscitea saMere, dont Ie


pelerin rapporte la tradition locale, est atteste dans la tradition
corte. Voir l' Evangile de Gamaliel (4,3-6,17), Ie Livre de la Resurrection de Jesuset d'autres fragments cortes.

17. Voir deja P.A. ZABOLOCKU,Legendarnyj i apokrificeskij element v


Chozdenii ig. Daniila , Russkij Filologiceskij Vestnik1-2 (1899),p. 254.
18. Pour Ie texte grec voir E. DE STRYCKER,
La forme laplus anciennedu
Protevangile de Jacques(Subsidia hagiographica 33), Bruxelles, 1961,p.
113-116; pour Ie texte slave B. CHRISTOVA,
op. cit., p. 84-87.Dans cette
etude,par suite d'une erreur dans l'edition du ProtevangiledeJacquesest
omis du Zlatoust de Jagi~ Ie feuillet 22a et repete Ie 22b (chap. 9).
19. Voir v: ISTRIN, Otkrovenie Mefodija Patarskogoi apokrificeskievidenija Daniila v vizantijskoj i slavjano-russkojliteraturach. Issledovanija i
teksty, Ctenija v Obscestvcistorii i drevnostejrossijskich 4 (1897),p. 99.

164

M. GARZANITI

L'arreta Matarea
...etla il y a l'eau sainte, qui estdite Vas/om(de !3uA.oajJ.ov?)
La, en effet, arriverent nOlle SeigneurJesus Christ de la ville
de Jerusalem et la vierge Tres Pure Marie et Joseph,son gardien... la donc il y a une vigne (et) des sarments saints, d'oil
coule l'huile... la donc il y a un Tocherde jaspe sur lequel s'assit nOlle SeigneurJesusChrist. La donc il y a un arbre de sycomore, et en lui se cachanOlle SeigneurJesusChrist dessoldats
du roi Herode ...et j'embrassaice figuier, oil TestaIe Seigneur...
(Varsonofij, p. 16).
...surla droite il y a un village, Matarea. Pres de ce village il
y a un figuier sterile. Dans ce figuier se cachala Mere de Dieu
avec son enfant et Joseph,quand ils fuirent de Jerusalem en
Egypte, alors que la nuit tombait, et ce figuier existe encore
aujourd'hui. Et commela TresPure desiraitboire de l'eau, apres
avoir pris son enfant, elle Ie deposa surIe sable.Elle alIa au village, y trouva une femme (et lui dit): Donne-moi de l'eau a
boire et celle-ci lui dit: Moi-mBmej'ai sou, nousbuvons l'eau
du Nil . La Tres Pure, donc, s'en retouma et aux pieds de son
enfant elle trouva une source, d'ou jaillissait l'eau, et elle se
desaltera. Et elle trouva une pierre dansIe sable,sur cette pierre elle lava l'enfant, lava seslanges et Ie deposa.Et en ce lieu
ont grandi de petits arbres et de cesarbres sort de l'huile et qui
prend cette huile, en est gueri... (Vasilij, p. 173).

L'episode, qui a lieu a Matarea (Matariah, faubourg du Caire),


est narre dans l'Evangile du Pseudo-Matthieu(chap. 20) et dans
l' Evangile arabe de l'Enfance (chap. 24)2.C'est precisement ce
demier qui parle d'un sycomore et d'un baume , derivant de la
sueur de Jesus,qui provenait de cette region. Dans ces textes on
ne fait pas allusion au sycomore (ou figuier) en tant que refuge
pour echapper aux soldats d'Herode (un parallelisme peut-etre
avec la fuite d'Elisabeth dans la montagne?)21.
Le chirographe d'Adam
Sousres pierres on voit Ies os du serpent, qui gardait Ie chi.
rographe d' Adam (Arsenij, p. 260).

20. Cf. C. TISCHENDORF,


Evangelia apocrypha, Lipsia, 1853,p. 82-83 et

184.
21. Pour un aper<;urapide mais erudit sur la diffusion de ce motif dans la
litterature et l'iconographie (avec une vaste bibliographie), voir R. STICHEL,Nathanael unter dem Feigenbaum.Die Geschichteeinesbiblischen
Erziihlstoffes in Literatur und Kunst der Byzantinischen Welt,Stuttgart,
1985,p. 96-98,oil l'on fait aussireference aux textes que nous avonscites.

LrrrERATURE

SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

165

Selonune tradition deja presente en des temps anciensdans la


liturgie et dansl'iconographie byzantines,douze serpentsauraient
ete placespres du Jourdain pour garder le chirographe))(constitue par l'empreinte des mains sur une pierre) qu'Adam aurait
donne a Satan pour liberer Ie jeune Cain ne avec douze tetes de
serpent. Le Christ, descendantau Jourdain pour se faire baptiser
par Jean, aurait detruit Ie chirographe, aneantissantles serpents.
Le motif, qui se vent une interpretation de Col. 2, 13-14,est deja
mentionne dans la liturgie (fete de l'Epiphanie), dans l'homiletique et l'iconographie byzantines, et figure dans les apocryphes
slavesdans Ie cycle d' Adam et Eve22.
Le crane d'Adam
En bas au-dessousde cette Tachegit la tete d' Adam, premier
homrnecree. Et durant la crucifixion du Seigneur...cette Tache
se fendit sur la tete d' Adam, alors de cette fente sont descendus du sanget de l'eau descotes du Seigneursurla tete d'Adam
et il a lave taus les peches du genre humain (Daniil, p. 19-20).
Le lieu du Golgotha, donc, estune Tachenaturelle ...et cette
Tachese fendit durant la crucifixion du Christ un palme iI.gauche
de [la croix du] Christ et [Ie sang] est descendujusqu'iI. terre,
c'est-il.-dire jusqu'iI. la tete de notre ancetre Adam. Certains
disent donc que par I'intermediaire du sang du Christ Ie crAne
d'Adam s'estsanctifie (Agrefenij, p. 3).
Et du cote droit du flanc du Christ, apresIe coup de lance du
mauvaisjuif, estdonc sorti du sangvivifiant et de I'eau de notre
SeigneurJesusChrist, fils de Dieu, surla tete d' Adam; la roche
solide s'estfendue (Varsonofij, p. 4).
...etnous vfmesIe lieu oil Ie Christ fut crucifie et Ie mont s'est
fendu par crainte de cela et du sang et de I'eau sortirent de la
(sic) tete d' Adam. De Iii.nous descendimes oil gisait la tete
d'Adam (Vasilij, p. 175).

22. Voir V. P. AORJANOVA,art. cit., (n. 14), p. 214, n. 1, avec une reference it I. Ja. PORFIR'EV,Apokrificeskija skazanija 0 vetchozavetnych
licach i sobytjiach po rukopisjam Soloveckoj biblioteki , Sbornik Otdelenija RusskogoJazyka i Slovesnosti IAN XVII, 1 (1877), p. 40-42 et I.
Ja. PORFIR'EV,
art. cit. (n. 15), p. 38-39. L'apocryphe slave est publie in
N. TICHONRAVOV,
Pamjatniki otrecennoj russkoj literatury, I, Moskva,
1863,p. 16-17; I. FRANKO,Apokrify i lehendy z ukrajins'kych rukopysiv, II, Lvov, 1899,p.174-190. Pour un aper~u sur la diffusion du motif,
voir A. E. NAUMOV,op. cit.,p. 82-94et E. TuRDEANU,Apocryphes slaves
et roumains de ['ancien Testament,Leiden, 1981,p. 115-122.

166

M. GARZANITI

Golgotha est dit Ie lieu du Crane, ou les maudits Juifs crucifierent notre Seigneur Jesus Christ: la setrouve la t~te d' Adam
(Anonyme, p. 19).
...git la t~te d' Adam Ie premier homme cree; it y a 35 sagenes
depuis les portes jusqu'a la t~te d' Adam. (Arsenij, p. 259).

Le sujet etait deja repandu au lyes. et est atteste dansla litterature patristique. II n'est pasnecessairede supposerque les auteurs
aient directement puise dans la vaste litterature apocryphe sur
l'arbre de la croix, puisque la legendede la tete d' Adam est mentionnee dansIe Triode de careme.Pour ce qui est du fecit du marchand Vasilij, on peut presumerune erreur du copiste.

L 'exaltationd'Adam
Au maftre-autel est representee en mosarque l'exaltation
d' Adam (Daniil, p. 16).
C'est Ie lieu 011Ie Christ fit sortir Adam et Eve, et toute la
souchechretienne (Vasilij, p. 175).

Daniil fait reference a l'image en mosaique de la descentede


Jesusaux limbes dans l'eglise de la Resurrection a Jerusalem et
Vasilij aux portes de l'enfer (voir ci-dessous).Dans les Memoires
(ou Evangile) de Nicodeme(8, 1) est decrite la descentedu Christ
aux enfers. Cet evangile apocryphe connut une grande diffusion
dansIe monde slave.Le manuscritIe plus ancien(XI~ s.) estcontenu dans l'homeliaire de Michanovic23.
La fuite en Egypte
En ce lieu la sainte Mere de Dieu et JesusChrist, Josephet
Jacques passerent la nuit, quand ils s'enfuirent en Egypte
(Daniil, p. 49).

L'allusion a la presencede Jacquespourrait etre mise en relation avec un passagedu Protevangile de Jacques(17, 2), on l'on
raconte que Marie et Joseph, au COUTs
de leur voyage veTSBethleem, etaient accompagnespar un fils de Joseph. Dans certains
manuscritson ajoute que Samuel(dansd'autresmss.grecset slaves
Jacquesou Simon) suivait la compagnie24.En realite, la source est

23. Voir A. VAILLANT, L'evangile de Nicodeme: texte slave et texte latin,


Paris, 1968.
24. Voir E. DESTRYCKER,op. cit., p.142-143; B. CHRISTOVA,op. cit., p. 9293.

LrITERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESl1NE

167

un texte liturgique. Voici ce qui est ecrit dans les Menees liturgiques (du ~ s. ) au 23 octobre (memoire de saint Jacques): tu
es apparu comme frere [du Seigneur], martyr et temoin des mysteres sacres,ayant fui avec lui en Egypte, comme c'est ecrit, avec
Josephet Marie 25,
La grotte de Bethleem
...danscette grotte vecut Ia sainte Mere de Dieu [deux aDS
M] avec Ie Christ et Joseph[apres Ia naissancedu Christ (elle
Testa18.deux aDSK, Sn, R) et dans cette grotte arriverent des
magesavec des dons (et ils adorerent Ie Christ Mk, K, Sn,R).
De cette grotte s'enfuit Ie Christ (en Egypte Mk, K, Sn,R) avec
sa mere et Joseph (M, F, A, K, Sn,R)] (Daniil, p. 66).

Le texte ne fait reference qu'au sejour a Bethleem, mais les


variantes provenant d'autres manuscrits ajoutent un bref resume
des evenementslies a ce sejour et font allusion a la fuite en Egypte que nous trouvons dansles evangilescanoniqueset apocryphes.
Parmi ces derniers rappelons en particulier Ie Protevangile de
Jacques(21, 3) -pour I'adoration des mages a la grotte -, et
I' Evangile du Ps. Matthieu (16, 1) -pour Ie sejour de deux ans a
Bethleem,que nousretrouvons egalementdansla litterature patristique26.Cet evenementestnarre avecforce details dansIe synaxaire a la date du 25 decembre.
La grotte de Melchisedech
Dans cette petite grotte vivait saintMelchisedech.Abraham
arriva chezlui, l'appela par trois fois et dit : Homme de Dieu .
Melchisedech sortit et porta a l'exterieur du pain et du vin,
construisit dans cette grotte un autel, fit un sacrifice avec du
pain et du viR et aussitotce sacrifice fut eleve a Dieu dans leg
cieux. Et la Melchisedechbenit Abraham et Abraham lui coupa
leg cheveux et leg ongles; Melchisedechetait, en effet, hirsute
(Daniil, p.113-114).

La source de cet episode est un ecrit attribue a saint Athanase


-Historia de Melchisedek(PG 28, 525-530,BHG 3, p. 48-49)-,
doni on connalt de nombreux manuscrits slaves a partir de la

25. V. JAGIC,SluzebnyeMinei za Sentjabr', Oktjabr', Nojabr' v cerkovnoslavjanskom perevode po russkim rukopisjam 1095-1097 g., SanktPeterburg, 1886,p. 163.
26. Voir P.A. ZABOLOCKU,
art. cit.,p. 229-231.

168

M. GARZANITI

deuxieme moitie du xye s. sousIe titre de SlovoAfanasija archiepiskopa aleksandrijskogo0 Mel'chisedece,et qui est presentdans
les Velikie Minei Cetii (22 maif7.
Jean-le-Theologue
Et la se trouve la piscine de Dioscoride, oil travaillait JeanIe-Theologue avecProchore aupresde Romana. N OtiSvimes la
baie, oilla mer jeta Jean-le-Theologue; il y Testatrois jours;
cette baie s'appelle Marmareon... Dans cette ile [Patmos]JeanIe-Theologue a ecrit PEvangile,quand it flit emprisonne avec
Prochore (Daniil, p. 7,8).
...sur (notre) chemin setrouve Pile de Patmos,oil saint JeanIe-Theologue ecrivit Pevangile (Agrefenij, p. 2).
...a l'ile de Patmos, oil etait Jean-le-Theologue,apotre du
Christ, qui aupresde la femme Romana allumait [Ie feu de] les
thermes; en ce lieu se trouve Ie monastere qui lui estconsacre;
saint Jean-le-Theologue fit eriger en ce lieu line eglise et ecrivit les paroles de Pevangile (Zosime, p. 13).

Ces episodes sont narres dans les Actes deJean du diacre Prochore (chap. 1-3 et 12-48).Les peripeties del'apotre Jean, racontees dans res Actes, sont entrees par la suite dans la Vie du saint.
On en conservedesmanuscritsslavesa partir du XIres. Aux dates
du 8 mai et du 26 septembre Ie texte est present dans les Velikie
Minei Cetil"28.
Le jeune deJoachim
...a Choziba, oil saint Joachim jefina a cause de sa sterilite

(Daniil,p. 42).
...Choziba,oil saintJoachim,grand-peTedu Christ,jefina pendant quarante jours (Agrefenij, p. 16).

Cet episode est narre dans Ie Protevangilede Jacques1, 429.Le


theme de la sterilite d' Anne et de Joachim estIe motif central de
la fete de la Nativite de la Mere de Dieu (Ie 8 septembre).L'ltineraire de Daniil et celui d' Agrenefij foumissent divers details, egalementpresentsdansIe synaxaire(Prolog) a la date du 9 septembre
(fete de Joachim et Anne), dans lequel il estdit: ...et il etait sans

27. Ct. I. Ja. PORFIR'EV,art. cit. (n. 22), p. 53-55.131-135.222-225.256-259.


28. Voir A. DE SANTOS01ERO, OF. cit., I, p. 97-123.
29. Voir E. DE STRYCKER,OF. cit., p. 66-69; B. CHRiSTOVA,Op. cit., p. 7273; M. N. SPERANSKU,art. cit. (n.15), p. 64-66.

169

LnTERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

enfants...et Joachimne rentra paschezlui, mais il alIa dansIe desert


et pria 40 jours, priant Dieu de lui danDerIe fruit de son sein3.
Les mains tOUpees
...oille juif Jechoniastenta de renverserde son lit [mortuaire] Ie corps de la sainte Mere de Dieu, quand les apotres l'emmenaient pour l'enterrer au Gethsemani et un ange lui coupa
les deux mains avecune epee et les lui rattacha...le corps venerable de Notre-Dame la tres pure Mere de Dieu, de 18.rut emmene au paradis, intact (Daniil, p. 35-36).
...(dansIe lieu) oil un juif voulait renverserIe lit [mortuaire]
de la Tres Pure, un ange alors lui coupa les mains (Agrefenij,

p.8).

...oill'ange coupales mains au juif, quand elles voulaient renverser du lit [mortuaire] Ie corps de la Tres Pure (Zosime, p. 17)
...un juif saisit Ie lit [mortuaire] de la sainte Mere de Dieu,
un ange du Seigneur lui coupa les mains, et Ie sang,qui coula
de sesmains, se trouve pres du tombeau de la sainte Mere de
Dieu, du sang chaud et qui s'est evapore (Arsenij, p. 259).

L'episode est tire du Discours de saintJean-le-Theologuesur le


reposde la sainte Theotokos.DaniiI cite directement Ie chap. 46.
L'apocryphe etait deja traduit a une epoque ancienne, on en
conserveun passagedans un Toriestvennikdu XIIes. (Sankt-Peterburg, RNB, F. p. I. 46), SODS
Ie titre Slovo0 pokoi [on bien na uspenie] Bogorodici31.
Marie descendantde ['ane
...jusqu'a Pendroit ou la sainte Mere de Dieu descenditde
Pane,quand Petre dans sonventre qui voulait sortir Py obligea
(Daniil, p. 62).
...et sur ce rocher se reposa la sainte Mere de Dieu (Agrefenij, p. 12).

30. Voir Prolog po rukopisi imperatorskoj publicnoj biblioteki Pogodinskogo DrevlechraniliSca N 58, I (Sentjabr'-Dekabr'), Sankt-Peterburg
1916,p. 25. Dans la tradition liturgique slave Ie terme Prolog designeIe
synaxaire,qui contient la vie breve des saints dans l'ordre du calendrier.
31. Voir C.TISCHENDORF,
Apocalypsesapocryphae,Leipzig, 1886,p. 95112 (texte grec); I. Ja. PORFIR'EV,art. cit. (n.15), p. 76-96.270-279.281295; I. FRANKo,op. cit. (n. 22), p. 384-394(texte slave). Pour la tradition
manuscrite. voir A. DESANTOS
OTERO,Of).cit., II, p.161-195.

170

M.GARZANIll

L'episode estnarre dans Ie Protevangilede Jacques(17, 3) et se


refere ala halte de Marie non loin de la grotte de Bethleem. Dans
l'ltineraire de Daniille texte de l'apocryphe n'est que legerement
modifie (de la premiere a la troisieme personne)32,

La montagne
fendue
...surce mont courut Elisabeth qui lit : Montagne, accueille
la mere et son enfant . Et alors la montagne s'ouvrit et l'accueillit. Les serviteursd'Herode qui la poursuivaient,parvenus
a cet endroit-la, ne trouverent rien et s'en retoumerent affliges...De cette grotte jaillit une eau tres bonne et sainte Elisabeth et Jean burent cette eau, quand ils etaient la dans cette
montagne. Elle y Testajusqu'a la mort d'Herode, tandis qu'un
ange veillait sur elle dans cette montagne (Daniil, p. 84-85).
Lorsqu'Herode commen~aa Cairetuer leg enfants,et qu'Elisabeth,ayant enveloppe33saint JeanIe Precurseur,fuit devant
leg soldats,parvint a la montagne et dit : Montagne, accueille
la mere et son enfant. Et la montagne s'ouvrit, Elisabethpassa
SODS
terre jusqu'a la maison d' Abraham, et sortit, laissant la
saint JeanIe Precurseur,tandis qu'elle s'en retourna. Un ange
conduisit saint Jean Ie Precurseurau-dela du Jourdain dans Ie
desert (Agrefenij, p. 14).
...auTocher,ou Elisabeth se cacha avec son enfant (echappant) aux serviteursd'Herode (Zosime, p. 21).

Cet episode est raconte dans Ie Protevangilede Jacques(22, 3).


Dans Daniil et Agrefenij on cite en particulier l'exclamation d'Elisabeth34.Dans les deux itineraires l'episode est enrichi de details:
la vaine recherche des soldatsd'Herode, la maisond' Abraham et
l'ange qui conduit Jean dans Ie desert. Pour plus de details (surtout en ce qui concemeIe role de l'ange) voir les VelikieMinei Cetii
(5 septembre: sur la naissancede JeanBaptiste et la mort de son
pere Zacharie)35.

32. VoirE.

DESTRYCKER,Op. cit., p.144-146; B. CHR!STOVA,Op. cit., p. 94-

95.
33. N OtiS traduisons

enveloppe

, supposant

tine erreur du copiste : pogy-

ti/povitu.

34. Voir E. DE STRYCKER,op. cit., p. 176; B. CHRISTOVA,op. cit., p. 100-

101.
35. Voir Ies Velikie Minei Cetii, sobrannye vserossijskim mitropolitom
Makariem, Sentjabr'. Dni 1-13, Sankt-Peterburg 1868, p. 278-281. Ace
sujet, rappeions Ie commentaire de R. STICHEL,Die Geburt Christi in der
russischen lkonenmalerei, Stuttgart, 1990, p. 64-65 (aimablement indique
par I'auteur).

LITrERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

171

La mort de fa Mere de Dieu


NollSvfmes Ie lieu, ou se trouvait Ie Christ, descendudu ciel
pour l'ame de samere ...la cellule de la Tres Pure,ou elle priait
sanscesseet s'agenouillait (Agrefenij, p. 8).
La vivait la sainteMere de Dieu ...et elle tomba malade,rendit son esprit, et la Ie Christ lui apparut... (Zosime, p. 16).

L'episode du Christ descendantdu ciel pour prendre l'ame de


Marie est narre dansIe Discours de saintJean-le-Theologuesur Ie
repos de la sainte Theotokos.36Voir ci-dessus l'episode de les
mains coupees.
La mort de Zacharie,pere de Jean Baptiste
Dans cette grotte Cuttue Ie prophete Zacharie et il y avait
aussison tombeau et il y avait aussison sang,mais maintenant
il n'y estplus (Daniil, p. 30).
...et 13.nousvfmesIe puits, oil Cutjetee la tete de Zacharie (?)

(Vasilij,p. 175).
L'episode estcite dansl'apostrophe de Jesuscontre lesJUllS(Mt.
23,35; Lc. 11,51) et il s'agit probablement de celui qui est narre
dans2Ch. 24,20-22.L'auteur serefere a la mort de Zacharie,decrite dans Ie Protevangilede Jacques24,1-2. C'est surtout l'allusion
au sang qui nous Ie fait penser,car selonl'apocryphe il n'aurait
ete efface qu'a l'arrivee d'un vengeur37.L'allusion dansIe fecit
du marchand Vasilij manque de clarte.
Les partes de ['enter
...unepetite colline, sousIaquelle it y a une grotte, que ron
appelle enter; certains disentque c'est Ia que Ie Christ descendit dans renter, sur cette colline, dit-on, Satantomba du ciel
(Agrefenij, p. 19).
t de Ia j'allai vers Ies partes de I'enfer et je vis Ies partes de
I'enfer (Zosime, p. 20).
...sur Ia gauche du tombeau du Seigneur il y a un grand
gouffre, par IequeIIe Christ descenditdans renter (Agrefenij,
p. 258).

36. Voir ci-dessus, note 31.


37. Voir M. N. SPERANSKU,art. cit. (n. 15), p. 65; P. A. ZABOLOCKU, art.
cit., p. 261-262. Pour Ie texte grec voir E. DE STRYCKER,OF. cit., p. 182-185,
et pour Ie texte slave B. CHRISTOVA,OF. cit., p.102-103.

172

M.GARZANITI

La descenteaux enfers estnarree dansl' Evangile de Nicodeme.


Dans Agrefenij, ce lieu estIe meme que celui de la chute de Satan.
Dans Arsenij, a la difference des precedents, l'endroit se trouve
pres du tombeau. II s'agit de motifs frequents dansles textes apocryphes, rapportes comme des legendes locales <dit-on ).

La preuvepar !'eau
Surl'autre montagneune eausainte,tres pure,coule du moDi
Ie long d'un lit de pierces.Cette eau, donc, operait enverite des
prodiges surles coupables: lorsque, en effet, en burent Joseph,
Ie fiance, et la Tres Pure et qu'ils resterent sains,aloTSla Tres
Pure benit cette eau pour la benediction et la guerisonde ceux
qui en puisent et en boivent jusqu'a ce jour (Agrefenij, p. 14).
...etla il y a un puits : seules,lesjeunes filles boivent de cette
eau-la, et les levres de celles qui n'ont pas conserve leur virgilite prennent la couleur de l'or. C'estcette eau precisementqui
estapportee commetemoignage.Et Josephamenala TresPure
ace puits pour avoir la preuve d'ou venait celui qu'elle portait
dans son sein. L'eau etait amere,mais des que la Tres Pure en
but, elle devint douce (Zosime, p. 20-21).

Cet episode, dont l'origine remonte a un rite tres ancien (Nm.S,


11-31) est nacre dans Ie Protevangile de Jacques(16, 1), mais est
presentede fa<;ondifferente danslesdeux itineraires.Dans d'autres
apocryphes(par exempledansl' Evangile du Pseudo-Matthieu,12)
on parle plus clairement d'un signe sur Ie visage , qui manifeste la faute, mais on ne trouve aucunetrace de l'eau rendue douce.
Les deux pelerins rapportent a l'evidence une tradition locale,
meme s'ils connais-saientprobablement Ie texte du Protevangile
(comme sembleraient l'indiquer certaines affinites textuelles)38.
La sepulture de Joseph
...3-gaucheil y a la sepulture de saint Joseph,fiance de Marie.
Le Christ enpersonnel'enterra de sesmainstres pures (Daniil,

p.118).
La mort de Joseph est narree dans I'Histoire de Joseph menuisier,un apocryphe du lye s. d'origine egyptienne,dans lequel il est
seulementfait allusion a la participation de Jesusaux obsequesde

38. Seemanfait seulementreference a des traditions locales sur la base


du ProtevangiledeJacques(16,1) (K. D. SEEMANN,
op. cit.,p. 255,n.12).

LnTERATURE SLAVE DE PELERINAGE EN PALESTINE

173

Joseph(ct. Histoire deJosephmenuisier,chap.19-29).II s'agitd'nne


tradition locale39.

Le sommeild'Abimelech
...et en ce lieu dormit Abimelech pendant soixante-deuxaDS

(Agrefenij,p. 13).

dans Ie lieu ou Abimelech dormit soixante ans (Zosime,


p. 22)40.
Sur la meme route a une verste se trouve Ia maison ou Baruch a dormi pendant soixante-dix aDS(Vasilij, p.174).

On parle du long sommeil d' Abimelech, disciple de Jeremie,


apres la conquete de Jerusalem,dans les Paralipomenesdu prophete Jeremie41.Reste a expliquer la differente duree du sommeil
d' Abimelech: dans l'apocryphe on parle de 66 ou 70 ans.Dans Ie
fecit de Vasilij it y a une meprise sur Ie personnage.
La vision de LaMere de Dieu
...depuisIe lieu oil la sainte Mere de Dieu vit deux hommes,

l'un qui nail, l'autre qui pleurait(Daniil,p.62).


L'episode estDane dansIe ProtevangiledeJacques(17,2) et fait
reference a une vision prophetique de Marie, qui annonceIa joie
des GentiIs}} et Ia tristessedes Juifs}} causeespar Ia naissance
de JeSUS42.

39. Voir G. KLAMETH, Die neutestamentlichen Lokaltraditionen Paliistinos in der Zeit vor den Kreuzzugen, I-II, MUnster, 1914-1923, p. 33-37.
40. Le texte apparaI1 altere dans leg mss et DOUgDOUgservons des variantes
pour Ie reconstruire.
41. Signale in K. D. SEEMANN,op. cit., p. 202, n. 87. Le mg. slave Ie plus
ancien, qui renferme leg Paralipomenes (meme si c'est de fa~on fragmentaire), est l'Uspenskij sbornik (XIIe s.), mais leur traduction pourrait
remonter au xe-XIes. Voir E. TuRDEANU, Op. cit., p. 348-363. En revanche,
Gorozanskij cite comme source Ie De bello iudaico de Flavius Josephe
(Ja. I. GOROZANSKIJ,art. cit., p. 27, n. 3).
42. VoirE. DE STRYCKER,op. cit., p.144-146; B. CHRISTOVA,Op.cit.,p. 92-

95.

174
1.

M. GARZANITI

Appendice: textes slaves*

ltineraire en Terresaintede !'hegoumeneDanii! (1106-1107)


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flOU1. \f POUi\H1.I. H R"JJ,1;~OU1. nfl"CTi\H"lpe
"~Reflme

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TO, "JJ,1;me 10i\HHi\ 1l0rOC1\ORlli\ uofle

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TOU1. OCTfloR1; 10i\HH1. 1l0rOC1\OR1. eRi\Hre1\te Hi\n"Ci\1\1.,


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81. 01\Ti\fI"

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81.

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7, 8).

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p.

16).
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p. 30).
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p. 19-20).

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p.35-36).
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(Daniil,

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CRIdT1.I"

10i\K"U1.

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p. 42).

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C1. I"C\fCOU1.

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Xfl"CTOU1.,

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p. 49).

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(Daniil,

p. 62).

...JJ,O U1;CTd "JJ,1;me CC1;lId CRIdTdld 1l0rofloJJ,"IIi\ C1. OCllIdT",


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p. 62).

R) C1. UdTefll.m

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K,

R) XfI"CTOC1. (RO 6r"M,

F, A,

K,

Sn,

R]

p. 66).
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H i\sie fli\~CT\fn"CId

rOfld "nflldT1.

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fleye: roflo nfli"u"

UdTefli. C1. YdJJ,OU1.!

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RO~Rfli\T"Wi\CId

TOUlleH1.I...

H~1. TOld nelpefl1.1 "C~OJJ,"TI. ROJJ,dJJ,oSfli\ ~1;1I0 " T\f ROJJ,\fn"lIi\ CRIdTi\d lell"cdRe~I.,
C1. 10dHHOU1., T\f C\flp" R1. rofl1; TO" ; T\f SO eCT!. S'J,J1\dJJ,0 \fUeflTRld
dHrell1.

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H~1. Toro

so rfldJJ,d "~"T"

HflOJJ,ORd,

p. 84-85).

~OTldlUeTI. dHT"~fI"CT1.

(Daniil,

p. 89).

* Nous avonsrespecteIe mieux possiblel'orthographe desediteurs fUsses.

LrrrERATURE

175

SLAVE DE PELERINAGE EN PALESnNE

H R1.Toii nelpep"lJ" /Ii"l\1. CRIdT1.liiMel\x"CeAeK1. "TH npi"Ae K1. HeMHdRpddM1.


" RO~Rd3-/liA1J, " peye: yel\ORt.ye Go/liiii! H~"Ae M"l\X"CeAeK1. " "~HeCe Xl\t.Ii1. "
R"HO, "CO~Ad /liepTORH"K1.
TH R1. nelpept. Toii, CTROP"/liepTRHXl\t.IiOM1." R"HOM1.,
"dliie R~IdTbCId/liepTRdHd HelieCdK1. GOrH;" TH lil\drOCl\OR" Mel\bX"CeAeKbdRpddMd, " OCTp"/lie " dRpddM1. " Olipt.~d HOKT" ero, " lit. 1i0 KOCMdT1.Mel\x"ceAeK1.
(Daniil
p. 113-114).
...Hd l\t.Rt.ii pHlJt. eCT1.rpOIi1. CRIdTdro 10C"l!>d, OlipHyeH"KdMdPi"Hd;

TH ero

Xp"CTOC1. CdM1. norpelil\1. CRO"Md pHKdMd npeY"CT1.IMd (Daniil,


p. 118).
81. Toii /lie nelpept. H ARepeii ~dndAH1.IX liil"~b, Hd TOM1.Mt.CTt. Ct.AldllIe CRIdTdd GoropOA"lJd np" ARepex1.Tt.X1. lil\"~b " CKdllle KOKH"T1., e/lie eCT1. yepRileH"lId ; " TH npi"Ae fdRP"il1. dpXdHreil1., nOCildH1.OT1. Gord K1. At.R"lJ" MdPI" ...H
Toro 1i0 KildAId~d 1i1.ICT1.nepRt.e liildrORt.lpeHie CRIdTt.ii GoropOA"lJ" OT1. dPXdHreild. np"llIeAIlI" 1i0eii no ROAH" IdKOnOyepHeROAOHOC1.
CRoii, R1.~rildC" eii dHrel\1.
HeR"A"MO, "peye: PdAHiicld, OlipdAORdHHdd,focnOAb C1.TOIiOIO!O~pt.RCId Mdpid
CIOAH"CIOAH, H" R"At. H"KOrO/lie, HOTOKMOrildC1. Cil1.lllId, ", R~eMllIeROAOHOC1.
CRoii, "AldllIe A"RIdIp"CId RO HMt. CROeM1.,peKHIp": YTO ce IiHAeT1. rildC1., e/lie
Cil1.lllIdX1., H"KOrO/lie He R"At.X1. ? H RH"AeR1. Hd~dpe~b, "RH"Ae R1.AOM1.CRoii,
"Ct.Ae Hd npe/liepeYeHHOMb
Mt.CTt." HdYdT1.CKdT" KOKH"T1.; " TorAd IdR"CId dpXdHreil1. fdRPi"il1.

IdRt., CTOId Hd npe/liepelJeHHOM1.Mt.CTt., TorAd eii lil\drORt.CT"

pO/liAeCTROXp"CTORO(Daniil,

p.118-119.121).

2. ltineraire de ['archimandrite

Agrefenij (Grefenij)

(2e moitie du XIV's.)


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(Agrefenij,
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p. 2)
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p. 4)
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(Agrefenij,
p. 8).
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12)

p. 13).

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(Agrefenij,

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p. 8).

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p.

14)

5.

176

M. GARZANm

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p. 14).

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p. 16).

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p. 19).

811;\1Ixol-I Kfld;\ld~b,
dHrefl1. peye:

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p.

19)

4. Le pelerin (Xenos)du moine Zosime (1419-1420)


...110 OCTpOIlH nl\TOMH,

"A1I1f11. &1.1"1. 10l\H1. &OrOC"OIl1.,

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&oroc"oll1.

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(Zosima,

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HI\ TOM1. M1ICTe nOCTI\II""1.

i eHI\r"bCIII\1d

C"OlleCI\

n"CI\"1.

13).

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p. 22)

ltineraire du hieromoine Varsonofij (1456 et1461-1462)


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177

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p. 16)

6. ltineraire du marchand Vasilij(1465-1466)


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TOM"C"O" nOA"eT"Clje"eH"e... (Vasilij, p. 173).
"" TOI.I1I\enHT" nonp"lIIe eA"HOXP"M"H"T", rAe H"PHXcn" 70 "eT (Vasilij
p. 174).
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dA"I.IOH"(Vasilij, p. 175)
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dA"I.I" " 6HHH" HeChpOAXP"CT""HCK""(Vasi-

lij, p.175).
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K""Ae~h, rAe ~"X"p"eH" r""H" nOHep1l\eH"
(Vasilij,

p. 175)

7. ltineraire a Jerusalemd'auteur anonyme (autrefois attribue a


19natijde Smolensk)(2emoitie du xve s.)
fOMORd, ~OROeI.lOe1\0&HOeI.It!CTO, rAt! pd~nldmd OKdldHIHHIOAeHrocnoAd
Hdmero HCHCdXpHCTI\: TI\I.IO eCTbi\Adl.lJ\1d rJ\I\Rd (Anonyme,

p. 19).

8. Arsenij de Salonique (XV s.,


W 1\1IHHIO CTpi\HH

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Xp(")C(T)OC HO i\An (Arsenij,

r(o)C(nO)AHI.,

npOni\CTn

He1\"Ki\,

rA1I

cowe1\n

p. 258).

...1\e1l\"Tn r1\i\Hi\ i\Ai\IJ1\I., nepRO~Ai\HHi\rOy(e)1\(oHe)Ki\ W AHepeii 1\e c1\1I\eHeii


AO r1\i\Hbi\;1,i\IJORnl... (Arsenij,

p. 259)

1I\";1,OH"Hnnpil. CI. ~i\ OAP C(HI.)Tnll. s(oropo)A(")ljnl

i\rr(e)1\n r(ocno)JI,(e)Hb

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s(oropOA")ljnl

Ten1\i\" n1\pHi\KpOHb(Arsenij,

p. 259).

noA T1I1Ji\Ki\lJeHelAn KOCT" ~lAieRnl H"A1IT" YTO S1\IO1\npHKOn"Ci\Hie i\Ai\IJ1\e

(Arsenij, p. 260).

J ean-Daniel KAESTLI
Universite de Lausanne

UN TEMOIN LATIN DU PROTEVANGJLE


DE JACQUES: L'HOMELIE POSTULATJS
FJLJAE JERUSALEM EN L'HONNEUR DE
SAINTE ANNE (BHL 483-485)
This article resultsfrom a researchon the latin transmissionof theProtevangelium Jacobi. It containsa critical edition and a French translation
of thehomily Postulatisfiliae Jerusalem,composedfor thefeastof St. Anne,
mother of the Virgin Mary. The homily combinesthe opening chaptersof
the Protevangelium (ch. 1-4) with those of the De Nativitate Mariae (ch.
1-5). It is made upof threeparts.. (1) a proemium ( 1-6); (2) a story about
Anne and Joachim, takenfrom the above-mentionnedsources( 7-29); (3)
a peroration ( 30-34). In the extant manuscriptsit is transmittedin various forms, more or lesscompleteand revised.In someof them it is included as a legend in the collection of the Legenda Aurea. In most casesit
belongsto liturgical books containing the office for the feast of St. Anne.
In one case the homily has been transformed in lessonsfor the feast of
Mary's Conception. The author of the homily is addressinga community
of nuns who requestedhim to translateinto Latin a Greek little book which appearsto be the ProtevangeliumJacobi. Is is possible to determine
where and when the homily originated. It hasbeen composedin Chartres
or in the neighbourhood during the opening yearsof the 13th century.Its
origin is connectedwith the institution in the Church of Chartresof a holiday in honour of St. Anne. This liturgical innovation was most probably
occasionedby the donation of a relic -the Saint'sHead -which belonged
to Louis of Blois and waspart of the many spoils carried awayfrom Constantinople by the Latin Crusadersafter 1204.
L'article s'inscrit dans une recherchesur la survie du Protevangile de
Jacquesen latin. Il contient l'edition critique et la traduction d'une homelie pour la fete desainteAnne, qui combineIe debut du Protevangile (ch.14) et Ie debut du De Nativitate Mariae (ch.1-5). L'homelie se composede
trois parties.. (1) un preambule ( 1-6),' (2) un recit sur Anne et Joachim,
qui associeles deux sourcesprecitees( 7-29); (3) uneperoraison (3034). Les manuscrits l'ont conserveesous desformes plus ou moins completeset remaniees.Certainsla transmettentcomme legended'Anne au sein
de la Legenda Aurea deJacquesde Voragine.La plupart sont desrecueils
liturgiques, contenantl'office et les lecturespour la fete d'Anne. Dans un
cas, l'homelie a ete transformee et fournit des lefons pour la fete de la
Conceptionde la Vierge.L' auteurde l'homelies' adressea une communaute
de moniales qui lui ont demandede traduire en latin un petit livre grec

Apocrypha 9,1998,p. 179-223

180

J.-D. KAESTLI

-qui n'est autre queIe Protevangile. Le textea dil etrecomposea Chartres


ou dans les environs immediats de celIe ville, durant lespremieresannees
du XIIIe siecle.Son origine estliee a l'institution dans l'eglise de Chartres
d'une fete en l'honneur de sainte Anne. CelIe innovation liturgique s'explique par la donationd 'unerelique-la tetede la sainte-acquise par Louis
de Blois et provenant du burin enlevea Constantinoplelors de la conquete de la ville par les Latins (1204).

lNTRoDucnoN 1

Dans Ie cadre d'une recherche sur la survie du Protevangilede


Jacques en latin, j'ai identifie une composition homiletique qui
combine les quatre premiers chapitresde l'apocryphe ancienavec
Ie debut du De Nativitate Mariae (ch. 1-5)2.Certains temoins de
celie piece, qui commencent par les mots Postulatisfiliae Jerusalem,etaient deja connus,mais signalessousdesentreesdifferentes
dans les repertoires hagiographiques3.D'autres manuscrits, doni
j'ai eu connaissancegrace a l'amabilite de plusieurs collegues,
m'ont permis de reconstituer celie homelie en l'honneur de sainte Anne et d'en esquisserl'histoire. Les pages qui suivent visent
avant tout a fournir une edition du lexie, fondee sur la collation
de tOllSles temoins auxquelsj'ai eu acces,ainsi qu'une traduction.
Dans la derniere partie de l'introduction, je presente quelques

1. J'exprime ma vive reconnaissancea Mme Rita Beyers, qui a eu l'amabilite de collationner pour moi Ie breviaire de Quimper conservedans la
Bibliotheque desBollandistes (C), qui m'a remis desphotos du manuscrit
de Zwettl (Z) et qui m'a communique de judicieusesobservations sur la
lecture des manuscrits,l'edition du texte et soninterpretation. Ma gratitude va aussia Mme Barbara Fleith, qui a bien voulu repondre a roesquestions au sujetde la presencede la legendede sainteAnne dansla tradition
manuscrite de la Legendedoree,et qui a mis a ma disposition des photographies des manuscrits d'Einsiedeln (Q = LA 183) et de Braunschweig
(LA 85). Je tiens aussia remercierMM. Fran<;oisDolbeau et Flavio Nuvolone, a quije dois d'avoir decouvertl'existencede plusieurstemoins essentiels de l'homelie (XYN et E), ainsi que les membres du groupe romand
de l' AELAC, dont les conseils et les suggestionsm'ont ete precieux. Je
remercie en particulier Pierluigi Piovanelli pour la rigueur de sesrelectures.
2. Ct. J.-D. KAES1LI,Le ProtevangiledeJacquesen latin. Etat de la question et perspectivesnouvelles , Revue d'histoire des textes26 (1996),p.
41-102,spec.p. 55-61.
3. Socn BOLLANDIANI,
Bibliothecahagiographicalatina antiquaeetmediae
aetatis.A-I (Subsidia Hagiographica, 6), Bruxelles 1898-1899(abrege:
BHL); H. PRos,Bibliotheca hagiographicalatina. Novum Supplementum
(Subsidia Hagiographica, 70), Bruxelles 1986(abrege: BHLDS).Voir plus
loin p. 192.

Alois

HOMELIE POSTULAllS

181

conclusions sur l'origine et l'histoire de l'homelie Postulatis et je


signale des questions encore ouvertes.

I. La traditionmanuscrite
1. Les manuscritsutilisespour l'edition
Q
Einsiedeln,Stiftsbibliothek, 629,parch.,279fol., 325 x 230,
2 col., de l'an 1288 : Homelie Postulatis, 1-27,5(fol. 277r-278r),
dans un exemplaire de la Legendedoree.
A. BRUCKNER,Scriptoria medii aevi Helvetica. Denkmiiler
schweizerischerSchreibkunstdesMittelalters.~ Schreibschulender
Diozese Konstanz. Stiff Einsiedeln,Kirchen und Kloster der Kantone Uri, Schwyz, Glarus,Zug, Geneve1943,p.79;K. KUNZE,Die
Elsiissische..Legendaaurea", Bd. II : Das Sondergut(Texte und
Textgeschichte, Wtirzburger Forschungen, 10), Ttibingen 1983,
p. XL ss.; Barbara FLEITH,Studien zur Oberlieferungsgeschichte
der lateinischen Legenda Aurea (Subsidia Hagiographica, 72),
Bruxelles 1991,p. 107 (LA 183); G.P. MAGGIONI,Ricerchesulla
composizionee sulla trasmissionedella Legendaaurea (Biblioteca di Medioevo latino, 8), Spoleto 1995,p. 28-30.
Les manuscrits628et 629 du couvent d'Einsiedeln formaient un
tout a l'origine; ils ont ete separes au XIxe siecle. Le premier
contient diverses chroniques, et Ie second la Legendaaurea seu
historia lombardica de Jacquesde Voragine. Le codex a ete copie
en l'an du Seigneur1288)). 11a certainement vu Ie jour en Allemagne. SelonB. Fleith, il provient du couventde Rheinau (OSB).
Mais a Einsiedeln, it n'est pascite dans l'index desmanuscritsprovenant de Rheinau. La notice mentionnant la region de Gand, que
Bruckner a relevee dansIe ms. 628 (in ecclesiamsancti Petri apostali sitam in territorio Gandensi),ne se rapporte pas au manuscrit
dans son entier, mais seulement a quelques feuillets inseres a la
fin, qui contiennent des Translationesfestiuitatum4.
U
Fribourg, Bibliotheque cantonale et universitaire, L 34,
parch., 371fol., 245 x 170,2 col., Xlye s. : Homelie Postulatis, 118,4 (fol. 191ra-192ra),
dans un exemplaire de la Legendedoree.

Kurmann, du monastered'Ein4.J' exprirnema reconnaissanceau P.


siedeln, dont les informations sur la provenance et la fortune du manuscrit m'ont permis de voir clair dans les donnees,parfois contradictoires,
des publications anterieures.

182

J.-D. KAESTLI

H. FROS,Inedits non recensesdans la BHL , Analecta Bollandiana 102 (1984),p.167; Cataloguedactylographie desmanuscrits de Fribourg en Suisse,p. 33 (description provisoire de J. Leisibach); B. FLEITH,op. cit., p.117 (LA 220).
D'apres J. Leisibach, ce manuscrit du XIye siecle serait originaire de l' Allemagne du Sud ou de la Suissealemanique.n a appartenu a l'abbaye de Hauterive (Fribourg, XVIIe s.). n contient la
Legende doree de Jacquesde Yoragine, dans tine version qui se
caracterise par l'ajout de nombreusespieces, dont Ie texte relatif
a Anne.
E
Estavayer,Couvent desDominicaines, K lBb, parch., 274
fol., 405 x 295,XIye s. (fol. 269r-274v:xye s.) : Romelie Postulatis complete (fol. 270'-272V),inseree dans un office pour la fete de
sainte Anne (fol. 269r-274v).
J. LEISIBACH,Iter Helveticum. Teil II. Die liturgischen HandschriftendesKantons Freiburg (Ohne Kantonsbibliothek),Fribourg
1979,p. 157-161.
Du debut du XlVe sieclea la fin du xye, ce manuscritliturgique
a appartenu auxDominicains de Lausanne; il a probablement ete
copie dans cette memevine. Le texte de noire homelie fait partie
d'un ajout a la fin du manuscrit, copie par une main du xye siecle
(fol. 269r-274v).Cette piece ajoutee contient l'office du choeur et
de la messede sainte Anne (capitules, hymnes,le~onset prieres).
Notre texte commence au fol. 270r,sousIe titre Sermo b. Iacobi
Ierososolimitatorum (sic), et setermine au fol. 272V.1lestdivise en
neuf le~ons, doni Ie commencementest signale aux endroits suivants: 1,1 (I); 3,1 (II); 5,1 (III); 7,1 (IV); 9,1 (Y); 15,1 (YI); 19,1
(YII); 22,1 (YIII); 28,1 (IX).
X
Tours,Bibliotheque municipale,156,parch., I + 83+ 1 fol.,
342 x 245,2 col., fin du XIve -debut du xve s. : Homelie Postulatis complete (foI4V-7r),inseree dans un office pour la fete de sainte Anne (fol. 4r-7V).
J. VANDERSTRAETEN,
Les manuscrits hagiographiques d'Orleans,ToursetAngers avecplusieurstextesinedits(SubsidiaHagiographica, 64), Bruxelles 1982,p. 101-108.
Le manuscritprovient de l'eglise Saint-Gratiena Tours.Le texte
de l'homelie estintegre dans un office pour la fete de sainte Anne,
avec indication descapitules,hymnes,le~onset prieres. Il estdivise en neuf le~ons,doni Ie commencementestsignale aux endroits
suivants: 1,1 (I); 3,1 (II); 5,1 (III); 7,1 (IV); 9,1 (V); 15,1 (VI);
19,1 (VII); 22,1 (VIII); 28,1 (IX). Cette repartition en le~ons est
exactementidentiQue a celIe du manuscrit d'Estavaver.

ROMELlE POSTULAllS

183

Y
Tours, Bibliotheque municipale, 157,rapier, 182fol., 216
x 500,longues lignes, xve s. : Romelie Postulatis 7-27(fol. 85r88V),inseree dans un office pour la f8te de sainte Anne (fol. 84v89r).
J. VANDERSTRAETEN,
op. cit. (voir ms. X), p. 108-114.
Le manuscritprovient de l'eglise Saint-Martin de Tours. Le texte
de l'homelie estintegre dans un office pour la f8te de sainteAnne,
avecindication descapitules,hymnes,le~onset prieres.II estreparti en neuf le~ons,doni Ie commencementest signale aux endroits
suivants: 7,1 (I); 9,1 (II); 12,1 (III); 14,1 (IV); 17,3 Tunc Uthen
(V); 19,1 (VI); 21,1 (VII); 24,1 (VIII); 27,1 (IX).
N
Angers, Bibliotheque municipale, 121 (113), parch., 289
fol., 335 x 245,XIe s. : Homelie Postulatis, 7-34,version abregee
et remaniee (fol. 259-261,ajout du XVle s.).
J. VANDERSTRAETEN,
op. cit. (voir ms. X), p. 199-213.
Le manuscrit provient de I' Abbaye de Saint-Nicolas a Angers.
Le texte pour la fete de sainte Anne est divise en douze le~ons,
dont Ie commencementestsignale aux endroits suivants : 7,1 (I);
.7,6Propter hoc (II) ; 9,1 (III) ; 12,1 (IV); 15,1 (V); 21,1 (VI); 21,4
Confortata igitur (VII) ; 22,1 Beato etiam Jeronimo (VIII); 24,1
(IX); 27,1 (X); 28,1 (XI); 31,5 Omnesigitur in domino gratulemur

(XII).
T
Paris, Bibliotheque nationale, lat. 1062,parch., 526 fol.,
173 x 115,longueslignes,xye s. : Homelie Postulatis, 12-34,utilisee (fol. 406r-409r)dans un office pour la fete de la Conception
de Marie.
J. A. DE ALDAMA, Fragmentos de una versi6n latina del Protoevangelio de Santiago y una nueva adaptaci6nde suspimeros
capitulos ,Biblica 43 (1962),p. 63-74(edition: p. 64-66); v: LEROQUAIS,Les breviaires manuscrits des bibliotheques publiques de
France,t. III, Paris 1934,p. 72 (n 521); J. GIJSEL,Het ProtevangeliumJacobi in bet Latijn , Antiquite Classique50 (1981),p.
355-356; BHL os5345s.
Ce manuscrit du xye siecle conserveun breviaire de Mayence.
Je n'ai pas eu l'occasion d'examiner ce temoin, que je connaisseulement grace a l'edition qu'en a donnee de Aldama. Le texte qui
nous interesse fournit cinq des neuf le~ons pour la fete de la
Conception de Marie, Ie 8 decembre (le~ons4, 5, 6, 8 et 9). Dans
sonedition, de Aldama n'a pas reproduit la repartition en le~ons,
mais a divise Ie texte en 18paragraphes(ses 2-16 correspondent
aux 12-26de mon edition).

184

J.-D. KAESll-I

Z
Zwettl, Stiftsbibliothek, 10,parch.,246fol., 460 x 348/351,
2 col.; XIIe s. (fol. 245r-246v:addition de la premiere moitie du
XIve s.) : Romelle Postulatis, 1-6,2(fol. 245r-v),introduisant une
versionadapteedesch.1-6 du De NativitateMariae (fol. 245V-246V).
Ch. ZIEGLER,Zisterzienstift Zwettl. Katalog der Handschriften
des Mittelalters. Teil I. Codex 1-100,Vienne-Munich 1992,p. 2427; Rita BEYERS,
Libellus de natiuitatesanctaeMariae (CCSA 10),
Tumhout 1997,p. 135-136.
Le texte qui nons interesseporte Ie titre suivant: Prefacio sancti leronimi presbiteri in uitam sancteAnne et natiuitatem uirginis
Marie. II est divise en douze le~ons, et est composede deux parties. La premiere (le~ons1 a 3) estconstituee par Ie preambule de
l'homelie Postulatis (1,1-6,2).La seconde(let;ons 4 a 12) est formee par les ch. 1-6 du De Nativitate Mariae, qui soot une adaptation de la version B de cet apocryphe. L'auteur de cette compilation a donc remplace la partie narrative de notre homelie, avecsa
combinaisoncaracteristique du Protevangileet du De Nativitate (
7-29), par une sectioncorrespondante,empruntee au seul De Nativitale. II a de meme laissede cote la peroraison.
C
Bruxelles, Bibliotheque des Bollandistes, Lib. lit. A 188,
Breviaire de Quimper (Breviarium Corisopitense),sansnumerotation de pages, 105 x 75 (dimensions reduites par rognure des
marges exterieures), 2 col. de 39 lignes; post-incunable de 1510
environ: Homelie Postulatis partiellement utilisee dans un office
pour la fete de sainte Anne.
Robert AMIET,Misselset breviairesimprimes (Supplementaux
cataloguesde Wealeet Bohatta) Propres des saints (edition princeps),Paris 1990,p. 245; BHL 485.
Ce breviaire contient Ie propre des saints. L'office pour la fete
de sainte Anne (26 juillet) figure entre l'office pour la fete de
Christophore (25 juillet) et celui pour la fete de la Transfiguration
(27 juillet). L'office de sainte Anne dans sa totalite occupe six
colonnestrois-quarts (264Iignes), et Ie texte de l'homelie occupe
quatre colonnesplus septlignes (163lignes). L'homelie estdivisee
en neuf le~ons (avec indication des repons a la fin de chaque
le~on): 1,1-3,5(I); 7,1-4(II); 7,4-9 (III); 8 (IV); 9-11 (V); 12,1-7
(VI); 14 + 19,1-5(VII); 21,1-4+ 25,3-5(VIII); 28,1-29,3+ 32,5 +
34,2-4(IX). Sont donc omises leg parties suivantes du texte : 3,56,7 (pretermittens-recensentes); 12,7-13,6(lam enim -dedit) ;
15-18; 19,5-20,7(dicens-benedicunt); 21,4-25,2(lgitur Annapastoribus suis); 26 -27; 29,3-32,5(ltaque adorato -cognitio) ;
32,6-34,1(in tanto -laudate deum).

HOME-LIE POSTULAllS

185

M
Thrin, Biblioteca Nazionale, 1.11.9,parch., 159 fol., debut
du xve s. (avant 1420): Office de sainte Anne (fol. 14"-19"), dont
huit des neuf lel;ons sont empruntees a l'homelie Postulatis (1,14,3;7-11)5.
R.H. HoPPIN,The Cypriot-French Repertory of the Manuscript
Torino, Biblioteca Nazionale, J.II.9 , Musica disciplina 11 (1957),
p. 9-125; B. BOUVIER, Franco-graeco-italica. Appunti guIle canzoni profane del codice cipriote di Torino (B.N. J.II.9) , dans Testi
letterari italiani tradotti in greco (dal '500 ad oggi), Messine, Rubbettino Editore, 1994, p. 9-12; J. WIDAMAN, A. WATHEY and D.
LEECH-WILKINSON,The Structure and Copying of Torino J .11.9,
dans U. Gunther-L. Finscher (ed.), The Cypriot-French Repertory
of the Manuscript Torino 1.11.9 (Musicological Studies and Documents, 45), American Institute of Musicology, Hanssler-Verlag, 1995,
p. 95-116; G. CATTIN, The Texts of the Offices of St. Hylarion and
Anne in the Cypriot Manuscript Torino J.II.9 , dans U. GuntherL. Finscher (ed.), op. cit., p. 250-301 (edition: p. 287-298).
Le manuscrit a ete copie et enlumine a la cour des rois franl;ais
de Chypre dans leg premieres decennies du xve siecle. L'office de
saint Hylarion, qui figure en tete du codex, etait precede a l'origine d'un privilege du pape Jean XXIII, date du 23 novembre 1413
et autorisant Janus, roi de Chypre, a faire composer un office special en l'honneur du saint (texte au verso d'un feuillet aujourd'hui
separe). Le volume a dil etre apporte en Occident par la princesse Anne de Lusignan au moment de son mariage avec Louis de
Savoie (1434). Son contenD temoigne de l'importance de la vie
musicale ala cour de Nicosie a cette epoque. 11comporte cinq sections : la premiere renferme des chants monophoniques, typiques
de la tradition orientale; leg quatre autres parties contiennent des
pieces polyphoniques, sacrees et profanes, se rattachant a la tradition franl;aise de la fin du XIve siecle. L'office de sainte Anne
figure dans la premiere section; il est precede par l'office de saint
Hylarion et suivi de six compositions en plain chant de la messe
ordinaire. G. Catlin s'est efforce d'identifier leg sources utilisees
pour composer leg lel;ons et leg hymnes de l'office de sainte Anne;
illeur attribue une origine franl;aise et signale Ie role d'intermediaire qu'ont pu jouer leg Dominicains, tres actus a Chypre (p. 265266). La dette du manuscrit chypriote a l'egard de l'homelie Pos-

5. Je remercie vivement Bertrand Bouvier d'avoir attire mon attention


sur ce manuscrit, bien connu des specialistesde la musique medievale.
C'est grace aux photocopies et aux notes qu'il m'a fournies que j'ai eu
accesaux etudes de J. Widaman -A. Wathey -D. Leech-Wilkinson, de
G. Cattin et de R.H. Hoppin. Je n'ai eu accesau texte de l'homelie que
grace a l'edition de G. Cattin.

186

J.-D. KAESnI

tulatis est plus importante que ne pouvait Ie supposerCattin, qui


connaissaitseulementIes temoins signalesdansIa BHL (Legenda
aurea dans I'edition de Graesseet Breviarium Corisopitense).En
fait, notre homelie a fourni huit des neuf Ie~onsde I' office de sainte Anne: I = 1 ; II = 2; III = 3,1-6; IV = 3,6-4,3; V = 7,1-6;
VI = 7,6-8,2; (VII = Matth. 13,44); VIII = 8,2-9; IX = 9-11.
2. Autres manuscrits
L'homelie Postulatisestconserveedansd'autres manuscritsque
ceux qui sont utilises ici. Le plus ancien temoin est aujourd'hui
perdu. Notre texte figurait en effet dans un manuscrit detruit lors
de la deuxieme guerre mondiale:
BHL 483 b
Chartres, Bibliotheque municipale, 162, parch.,
256 fol., 340 x 245,longues lignes, secondemoitie du XIe s. : l'homelie Postulatisfigurait sur desfolios ajoutes a la fin du manuscrit
et datant du debut du Xllle siecle (fol. 252r-256v).
H. OMONT,Cataloguegeneral desmanuscritsdesbibliotheques
publiques de France.Departements,
XI, Paris1890,p. 84-85; Catalogus codicum hagiographicorum Bibliothecae civitatis Carnotensis, AnBol18 (1889),p.140-141 (= BHL 483b); Y. DELAPORTE, Les manuscrits enlumines de la Bibliotheque de Chartres,
Chartres 1929,p. 19; IDEM,Paleographie musicale,XVII. Bibliotheque Municipale de Chartres, Solesmes 1958, p. 26-27; Rita
BEYERS,
op. cit. (voir ms. Z), p. 42-43.
Les fol. 252-256, qui contenaient notre homelie, dataient du
debut du Xllle siecle.L'incipit et Ie desinitde ce sermon in festivitatebeataeAnnae sont reproduits dansAnBo1l8 (1889),p. 141; ils
correspondent aux 1,1-3 et 34,1-2de notre homelie. Y. Delaporte (Paleographiemusicale,XV1I, p. 27) precise que Ie texte de ces
le~ons, en grande partie emprunte au Protevangilede Jacqueset
au De Nativitate Mariae , a ete compose pour la fete de sainte
Anne, instituee en l'eglise de Chartes a l'occasionde la reception
d'une relique (1205).
BHLns 485 d
Kreuzenstein (Niederosterreich), Burgbibliothek,
5865, tomus IV, rapier, 215 x 145,296 fol., seconde moitie du xve
s. : sons Ie titre De sancta Anna figurent sans doute les 7-34 de
l'homelie Postulatis (fol. 134v-140').
W. JAROSCHKA
-A. WENDEHORST,
Das Kreuzensteiner Legendar. Ein Beitrag zur Geschichte des osterreichischen Hagiographie
des Spatmittelalters , Mitteilungen des lnstituts fur Osterreichische
Geschichtsforschung 65 (1957), p. 369 ss, spec. p. 406; BHL ns485 d.
Je n'ai pas pu obtenir de photographie de ce manuscrit. D'apres
la description fournie par Jaroschka et Wendehorst, Ie dernier tome

ROMELlE POSTULAllS

187

de ce grand legendier en quatre volumes conservesansdoute, aux


fol. 134v-140',les 7-34de notre homelie. Inc. In hystoriis XII tribuum legitul; ut Iacobus apostolus(7,1-2).Expl. Mariam hecpepeTit, que dominatur mundo, per quam uiduisfacta estsalutiscogniria. Exultet ergo mundus uniuersus in tanto subsidio (32,4-6) ...
Idcirco letamini, dilectissimi,letamini, inquit, et laudatedeumin hac
celebri festiuitate et sacrosanctacelebritatematris genetricisdei et
domini nostri Iesu Christi (34,1-3).
Autres manuscrits de la Legendedoree
L'homelie Postulatisa trouve place dans certains manuscritsde
la Legendedoree,comrneIe prouvent nos temoins Q et U. Certes,
Ie corpus normal de la compilation de Jacquesde Voragine ne
comprenaitpasde legended' Anne. Mais cette lacunen'a pastarde
a etre comblee. C'est ainsi qu'on trouve une piece relative a Anne
dans 41 des 951 manuscrits de la Legenda aurea inventories par
Barbara Fleith. L'adjonction de cette legende etrangere s'est
produite peu de temps apresla redactionde l'ouvrage (situeeentre
1252et 1260).Preuve en soit la presenced'un texte sur Anne dans
les quatre manuscrits suivants : Braunschweig, Stadtbibl., 12,1,
XlIIe s. (LA 85); Einsiedeln, Klosterbibl., 629,de l'an 1288 (LA
183; notre ms. Q); Vorau, Stiftsbibl., 52, XlIIe-XIve s. (LA 954);
Vorau, Stiftsbibl., 288, avant 1282 (LA 956). A ce jour, je n'ai eu
accesqu'a trois des41 manuscrits signalescomrne contenant une
legende d' Anne6. Dans deux d'entre eux (Q et V), cette legende
n'est autre que l'homelie Postulatis.Mais j'ai constate que Ie troisieme (Ie ms. de Brauschweig, Stadtbibl., 12,1) contient un tout
autre texte. De plus, l'edition de la Legendedoreede Th. Graesse, dont on ignore sur quel temoin elle seronde, presente un texte
sur Anne qui ne restitue que des bribes de l'homelie Postulatis7.

6. La liste en estdresseedans l'index de B. REITH, op. cit. (p.181), p. 453.


Dans sarecente publication (citee plus haut p.181), G.P.MAGGIONI
etudie
legtemoins leg plus anciensde la Legendedoreeet s'efforcede reconstituer
la teneur premiere de l'oeuvre de Jacquesde Voragine.Je constateque leg
70 manuscritsdatesdu XIlle siecleou du debutdu XIVe qu'il prend encompte (op. cit. ,p. 7-61 et279-366)necontiennentpas lalegende d'Anne, a trois
exceptionspres: Einsiedeln,Stiftsbibl.,629(notre mg.Q = LA 183); Padova,Bibl. Universitaria,611 (= LA 606); Vorau, Stiftsbibl.,288 (= LA 956).
7. TH. GRAESSE,
Jacobi a Voragine LegendaAurea vulgo Historia Lombardica dicta ad optimorum librorum fidem, 3eed., Breslau 1890,p. 934935,Cap. CCXXII (192),De sanctaAnna matre virginis Mariae. Les lignes
1-16 de la p. 934,de Postulastisa plena fuit genuit, reprennent quelques
elementsdes 1-5 de l'homelie (1,1-4; 2; 3,7-9; 4,1-3.5-6.9-10.13-15;
5,13). Les lignes 30-35,de Omnesergo hodie gratulemur a caro factum est,
contiennent des echosde la peroraison (31,5-6; 32,1.3-5;33,1).

188

J.-D. KAESTLI

Vne serieuseinconnue pesedonc sur Ie contenu du texte relatif a


Anne figurant dansles 38manuscritsrestantsde la Legendedoree.
Quels gout ceux qui donnent un texte de l'homelie aussicomplet
que Q et V? Lesquelsrestituent Ie texte edite par Graesse(= BHL
484)? Lesquelsse rangent du cote du manuscritde Braunschweig,
cloutIe texte sur sainte Anne n'a aucun rapport avecl'homelie qui
nous interesse? Vne recherche ulterieure devrait permettre de
repondre a ces questions.

II. Classementdes manuscrits et regles suivies pour I'edition


Les dix manuscrits collationnes se distinguent d'abord par l'extension du texte conserve. Pour eclairer cette diversite, il est utile
de remarquer que notre homelie comprend trois glandes parties:
(1) Ie preambule, 011l'auteur expose a ses auditrices la difficulte
de la tache qu'elles luiont confiee et exalte la grandeur de la sainte dont on celebre la fete ( 1-6); (2) l'histoire proprement dite
d' Anne et de son mari Joachim, 011l'auteur puise alternativement
a deux sources, Ie Protevangile de Jacques et Ie De Nativitate Mariae
( 7-29); (3) la peroraison, 011l'auteur s'adresse a nouveau a son
auditoire feminin et l'exhorte a celebrer dans la joie la fete de sainte Anne ( 30-34).
Les manuscrits E et X sont leg seuls a transmettre l'homelie dans
sa totalite. Le breviaire de Quimper (C) garde aussi des elements
de chacune des trois parties, mais y opere de larges coupures. Q
et U ont conserve Ie preambule et une section plus ou moins longue
de l'histoire, mais pas la peroraison (Q vajusqu'au debut du 27,
et U jusqu'au 18). M transmet Ie debut du preambule (jusqu'a
4,2) et Ie debut de l'histoire ( 7-11). Trois autres temoins ignorent
Ie preambule et ne reproduisent Ie texte qu'a partir de l'histoire
proprement dite (Yet N a partir du 7; T a partir du 12); Y s'interrompt a la fin du 27 et ne restitue donc ni la fin de l'histoire
ni la peroraison; N et T vont jusqu'au bout de la partie narrative
( 29) et conservent quelques traces de la peroraison. Enfin, Ie
manuscrit de Zwettl (Z) transmet uniquement Ie preambule (jusqu'a 6,2).
La parente entre E et X est etroite. Dans leg deux manuscrits, Ie
texte complet de l'homelie Postulatis est integre dans une liturgie
pour la fete de sainte Anne et est reparti selon une division identique en neuf le~ons. Les deux temoins s'accordent presque
constamment. Les omissions fautives propres a E (1,5; 12,5; 18,3)
prouvent que la manuscrit d'Estavayer ne peut pas avoir servi de
modele a celui de Tours. L'inverse ne peut pas etre exclu, mais est
peu probable (voir leg quelques le~ons secondaires propres a X en

HOMELIEPOSTULAllS

189

1,6; 4,5-6; 6,3.6; 7,5.7.9;18,7; 20,7; 32,4).Les deux temoins serattachentdonc directementa un modele commun,que X reflete plus
fidelement que E.
On constate egalement une parente particuliere entre Q et U.
L'un et l'autre transmettent la Legende doree,au sein de laquelle
l'homelie Postulatis est integree. One serle de le~onspropres, ou
Q et a U s'opposentensemblea taus les autrestemoins, montrent
qu'ils se rattachent a un meme modele (voir 3,5; 4,6.11-13;5,1.45; 6,3-5; 7,3; 8,1.2.7; 11,3; 12,4.6-7.9;13,1; 16,2; 17,2.3).Q, copie
en 1288,estnotre plus ancienmanuscrit. Il ne peut pas avail servi
de modele aU (voir les omissionsou les particularites de Q en 4,12.7.8; 5,9; 10,2; 11,4; 14,4.4-5;17,5).
Le manuscritde Tours157 (Y) occupeune position intermediaire
entre EX et QU. Comme E et X, il transmet notre homelie dans
un contexte liturgique, et il s'accorde avec eux dans une serle de
le~onscaracteristiques(8,1.2;10,1.2;12,9;20,6).Mais it arrive aussi
que Y soit du cote de QU (ou de Q seula partir du 19). Dans ces
cas-la,je considere que la le~oncommune a Y et Q(U), appuyee
ou non par d'autres temoins, estplus ancienneque la le~onconcurrente de EX (voir 8,2; 10.3; 18,7; 19,5;21,2.4.7;24,2; 25,1-2;27,3;
exception: 27,1).
Le manuscritd'Angers (N), qui estIe plus recent, est aussicelui
qui s'ecarteIe plus de la teneur premiere de l'homelie. L'ensemble
du texte a ete soumis a une revision stylistique. Il a egalementete
abrege (omissionsde 8,2-5; 10,1-4; 12,6-9;13,3-6;16-18;20,1-4.67; 30; 32). Il n'apporte donc lien a l'etablissementdu texte. Cependant, j'ai choisi de signaler dans l'apparat toutes les variantes de
N, malgre leur abondance,ceci ariD de permettre une comparaisonavecles temoins nouveaux qui ne manqueront pasde veniTau
jour.
Par rapport a N, Ie texte transmis par Ie breviaire de Mayence
(T) diverge beaucoupmains du style originel de notre piece.Dans
T, l'homelie Postulatis,composeea l'origine pour la fete de sainte Anne, a ete transformee en lecture pour la fete de la Conception de la Vierge. Cette transformation a entrafne la disparition du
preambule homiletique ( 1-6) et du debut de l'histoire d' Anne et
Joachim ( 7-11). Il subsiste pourtant une trace du preambule:
l'emploi de la premiere personne dans la phrase qui introduit Ie
recit: Je raconterai brievement (perstringam) comment rut
con~ue la bienheureuse vierge Marie. De la peroraison, T a
conservequelques elements significatifs (cf. 30; 31 et 34), dont
voici la traduction: Telles sont, 0 VallSepouses du Christ, les
chasesque DOllStrouvons ecrites dansnotre petit livre au sujet de
la conceptionde la tres bienheureuseVierge Marie. Ce qui concerne la naissanceet l'education de cette meme vierge est Mis par

190

J.-D. KAESTLI

ecrit de maniere plus complete en un autre lieu (alibiplenius).


Rejouissons-nous donc tous dans Ie Seigneur a cause de la fete si
illustre de la conception de Marie, mere de notre Seigneur JesusChrist, avec qui elle vit et regne pour tous les siecles des siecles.
Amen. }} Le reviseur a fait disparaftre du texte toutes les references
ou Jerome est presente comme auteur d'un fecit distinct de celui
du petit livre }}, et ou sont signales les emprunts au De Nativitate Mariae (12,2-3; 18,2.12; 22,1; 29.1-2; 30,5; voir aussi 3,3-5; 11,1).
Dans Ie corps du fecit, il a omis plusieurs passages (voir 12,7-9;
13,4-6; 15,1; 17,1; 18,4-11; 20,1-21,1; 26-27; 28,3). T semble se ranger du cOte de EXY plutot que de QU.11 ne contribue pas a l'etablissement du texte, sauf en 30,1 ou il permet de corriger une bevue
de EX.
Le manuscrit de Zwettl (Z) ne transmet qu'une section limitee
du texte (1,1-6,2), ou il complete Ie temoignage de Q, U, E et X.
11presente d'assez nombreuses le~ons secondaires. 11est difficile
a classer, car son temoignage appuie tantot celui de QU (4,6.8;
5,1.4.5; 6,2), tantot celui de EX (3,2; 4,6.9.11-13.13(bis).15; 5,4-5).
Dans Ie premier cas, les accords portent sur des le~ns que je considere toutes comme primitives. Dans Ie second cas, j'ai retenu les
le~ons attestees conjointement par Z et EX, a l'exception des citations scripturaires de 4,11-13 et 5,4-5, que je tiens pour abregees
ou omises dans Z et EX.
Le breviaire de Quimper (C), conserve dans la Bibliotheque des
Bollandistes, confirme une tendance deja observee : Ie copiste abrege Ie texte de l'homelie en laissant de cote de larges sections (voir
les cas analogues de N et T). Sur les 90 variantes relevees dans la
collation de Rita Beyers, seule une vingtaine se retrouve dans
d'autres temoins. Lorsqu'il y a accord, C se range du cote des
manuscrits liturgiques}} (notamment EX) plutot que du cote des
temoins de la Legende doree (QU). L'apparat critique signale
toutes les variantes de C par rapport au texte edite.
Le manuscrit chypriote de Turin (M) transmet partiellement Ie
texte du debut de l'homelie (de 1,1 a 4,3 et de 7 a 11).11 comporte d'assez nombreuses le~ons propres. Pour Ie Teste, it est difficile
a situer par rapport aux autres temoins. 11appuie tantot QU contre
EX (cf. 3,6; 3,7; 4,2; 10,3), tantot EX contre QU (3,2; 8,1; 8,2-3;
10,2; 11,4). En 3,5, on relevera l'etonnante le~on a trois adverbes
pulchre et preclare compendioseque. 11taut soit y voir Ie resultat
d'une contamination entre la le~on de QU et celle de EX, soil la
considerer comme primitive par rapport aux deux adverbes de QU
et EX. La premiere possibilite me para!t plus vraisemblable.
Regles suivies pour l'edition. Les observations precedentes sur
la valeur des differents temoins et leurs rapports m'amenent a
appliquer les regles suivantes pour l'etablissement du texte.

191

ROMELlE POSTULATIS

1. Dans Ie preambule des 1-6, Ie probleme consiste a choisir


entre les le~ons concurrentes de au et de EX. La oil Ie temoignagede Z est present, il m'a servi d'arbitre (sauf dans Ie casdes
citations scripturaires de 4,11-13et 5,4-5). Ailleurs, notamment a
partir de 6,3, j'ai donne la preference a au, a causede l'age du
manuscrit d'Einsiedeln, saufla oil l'erreur semblemanifeste (6,5 :
dei genitricis).
2. La me-meregIe s'applique dans la partie narrative. Ici, des Ie
7, c'estIe temoignagede Y qui permet d'arbitrer, quand ille taut,
entre la le~onde au (ou de a seul) et celle de EX.
3. Dans cette me-mepartie, j'ai fait intervenir parfois Ie temoignage du De Nativitate Mariae, dont l'homelie reproduit Ie texte
de maniere remarquablement fidele (voir 11,3.4[bis]; 12,4; 14,2;
18,7; 23,1). Les indications de l'apparat (cf. DNM) renvoient a
l'edition critique de Rita Beyers dans CCSA 10.
4. L'apparat critique est entierement positif pour tOlls les lieux
variants oil la divergencepar rapport au lemme concemeplus d'un
temoin. II n'est que partiellement positif lorsque la variante est
propre a un seul temoin.
Stemma illustrant les rapports entre les manuscrits
XIII"
I Chartres 162 I

XIV"

XV'

XVIe

m. L'homelie Postulatis: resultatsacquis et questionsouvertes


Pour terminer, je presenteraide maniere synthetique leg acquis
nouveaux et leg questions encore pendantes qui se degagentdes
donneesrassembleesdans cette etude.

192

J.-D. KAESTLI

1. Une seule et me-me home/ie, composee pour la fete de sainte


Anne, a ete transmise SODS
des formes plus ou moins completes et
remaniees dans la tradition manuscrite (voir plus haut, p. 188).
2. Cette transmissioncomplexe
explique pourquoi l'homelie
Postulatis a ete enregistree SODSdes numeros differents dans la
Bibliographia Hagiographica Latina (BHL) de 1898-1899 et dans
Ie Novum supplementum edite par H. Fros en 1986 (BHL no): BHL
484 = Legende doree dans l'edition de Th. Graesse; BHL 485 =
Breviarium Corisopitense (C dans la presente edition) ; BHL 483b
= ms. de Chartres 162 (voir ci-dessus, p.186); BHLns 485d = legendier de Kreuzenstein (voir ci-dessus, p. 186-187); BHL ns5345s =
breviaire de Mayence (T dans la presente edition).
3. L'homelie Postulatis se compose de trois parties clairement
delimitees (cette construction tripartite a favorise les diverses transformations attestees par la tradition manuscrite).
(1) Un preambule homiletique ( 1-6), on l'auteur dit pourquoi il
a hesite a traduire en latin, selon la requete de ses auditrices, un
petit livre grec racontant l'histoire de sainte Anne, et on il entreprend de faire l'eloge de la mere de la mere de Dieu .
(2) Un fecit relatif a Anne et a son mari Joachim ( 7-29), on l'auteur combine Ie texte du Protevangile de Jacques et celui du De
Nativitate Mariae redige par Ie bienheureux Jerome .
(3) Une peroraison homiletique ( 30-34), on l'auteur revient sur
Ie contenD du petit livre grec , exalte a nouveau la grandeur de
sainte Anne et invite ses auditrices a celebrer dans la joie la fete
qui lui est consacree.
4. L'homelie a pour destinataire une communaute de moniales,
comme l'indiquent les apostrophes qui ponctuent Ie preambule
(cf. 1,1-2; 2,1 ; 3,6-7) et la peroraison (30,1 ; 31,1 ; 32,1.3; 34,1). Cette
situation rhetorique reflete sans doute un Sill im Leben historique.
L'auteur n'a pas cree un contexte homiletique fictif, mais a compose son texte a l'intention d'un auditoire reels.
5. Le temoignage du manuscrit de Chartres 162 -malheureusement detruit -permet tres probablement de situer l'homelie dans
l'espace et dans Ie temps. L'indication donnee par Y. Delaporte
(citee plus haut p. 186) constitue un point depart, qu'il est possible
de verifier et d'etayer. Le texte a dO etre compose a Chartres meme,
ou dans les environs immediats, durant les premieres annees du~

8.Je ne partagepas l'impression de G. Cattin,art. cit. (plus haut,p. 185),


p. 263: Ie motif du texte grec qu'it s'agit de traduire serait une invention
du redacteur de notre homelie, qui imiterait en cela la reponsefictive de
Jerome a Cromace et Eliodore (Petitis a me ut uobisrescribam= Prologue
du De Nativitate Mariae).

HOMELIE POSTULAllS

193

XIIIe siecle. Son origine est etroitement liee a l'institution dans


l'eglise de Chartres d'une fete en l'honneur de sainte Anne, par
suite de la donation d'une relique.
Des documents medievaux attestent en effet l'envoi a Chartres
de plusieurs reliques, parmi lesquellesIe chef de sainte Anne
et un pallium d'autel . Ces reliques provenaient du butin enleve a Constantinople par les conquerantslatins lors de la 4eme
croisade(1204); elles faisaientpartie du lot echua Louis de Blois -ou
achete par lui -et furent apportees a Chartres, vers 1206,par un
porteur anonyme sur l'ordre de sa veuve, Catherine de Blois9.
6. L'une des deux sourcesutilisees pour la redaction de l'histoire d' Anne et Joachim est Ie Protevangilede Jacques(voir apparatusfontium). L'homeliste affirme avoir traduit en latin un petit
livre grec qui etait venu en la possessionde la communaute de
femmes a laquelle il s'adresse.Cette affirmation ne peut pas etre
accepteesansautre. La question qui se pose est celle-ci: l'auteur
a-t-il vraiment eu SOliSles yeux un exemplaire grec du Protevangile et l'a-t-il traduit a frais nouveaux? au bien a-t-il invente -ou
simplementinterprete a son profit -Ie libellusgraecuspossedepar
sesauditrices, afin de renforcer la legitimite d'une version latine
du Protevangile,dont l'utilisation n'allait pas de soi? Autrement
dit, l'homelie Postulatisrepresente-t-elle line nouvelle traduction
du texte grec de l'apocryphe ancien,ou bien ne fait-elle que mettre
a profit l'une des traductions latines deja existantes?
Dans mon etude surla survie du ProtevangiledeJacquesen Occident, j'ai etabli l'existenced'au moins deuxtraductionslatinesindependantes,attesteesl'une et I'autre desl'epoque carolingienne.La
premiere, plus litterale, estidentifiable dansles manuscritsS (Breviaire de Soyons,Paris, nouv. acquis.lat. 718) et M2 (Montpellier,
Ecole de Medecine, 55, fol. 179-182);la seconde,comportant des
amplifications caracteristiques et introduite par Ie prologue Ego
Jacobus,est representee par G (Bibliotheque Sainte-Genevieve,
2787), par les temoins de l'homelie Jnquirendum est(KPR BDO),
par ceux de la compilation editee par James (JAr et JHer), ainsi
que par Ie fecit irlandais du Liber FlavusFergusiorum(LFF)lO.Pour

9. Voir a ce sujet Paul-Edouard Didier RIANT,Des depouilles religieuses


enleveesa Constantinopleau XIII' sieclepar les Latins et des documents
historiques nesde leur transport en Occident,Paris 1875,p. 200-201; ct.
aussip. 36,n.1; 165-166;Jean EBERSOLT,
Orientet Occident.Recherches
sur les influences byzantines et orientales en France avant et pendant les
croisades,Paris (1928-1929)19542,p. 89 et 117.
10. Pour plus de details, voir J.-D. KAESTLI,Le Protevangilede Jacques
en latin. Etat de la question et perspectivesnouvelles , Revued'histoire

destextes26 (1996),p. 41-102.

194

J.-D. KAESTLI

tenter d'elucider la question posee, j'ai compare a l'aide d'une


synopse les elements du Protevangile conservesdans l'homelie
PostulatisavecIe texte destemoins desdeux traductions precitees.
Mais les points de comparaison significatifs sont trop pen nombreux pour permettre de trancher dans un sens(l'homelie reffete
une troisieme traduction independante) ou dans l'autre (l'homelie utilise une des deux traductions identifiees).
Je me demande pourtant si les circonstances historiques qui
entourent la composition de l'homelie ne peuvent pas foumir un
argument en faveur d'une traduction faite sur la base d'un petit
livre grec . La relique du chef de sainte Anne provenant du sac
de Constantinople aurait-elle ete accompagneepar un texte grec
du Protevangile? La chose n'est pas impossible. Je connais au
moins un cas semblable, grace aux recherchesde Valentina Calzolari : une traduction latine du texte armeniende la Vie de Thecle
et des Miracles de Theclea ete jointe a l'envoi d'une relique donnee au roi d' Aragon par Ie roi armeniende Cilicie (Ie bras de sainte Thecle, depose dans la cathedrale de Tarragone)11.Existe-t-il
d'autres exemplesde tels voyagesconjoints d'une relique et d'un
ecrit hagiographique? La question est du ressortdeshistoriens du
Moyen Age, dont je sollicite l'avis eclaire. En attendant, je suis
enclin a faire confiance aux affirmations de l'homeliste. Je considele comme vraisemblable l'acquisition d'un exemplaire grec du
ProtevangiledeJacquespar une communautede religieusesvivant
a Chartres ou dans les environs -acquisition etroitement liee a
celIe du chef de sainte Anne par la cathedralede Chartres et resultant d'une meme donation, faite par Catherine de Blois.
7. L' histoire de la diffusion du textecomporte quelquespoints de
repere et de larges zonesd'ombre. Si l'homelie a ete composeea
Chartres dansla premiere decennie du XIIIe siecle en vue de l'introduction d'une fete de sainte Anne, Ie manuscrit detruit n 162
en a ete une des toute premieres copies -voire l'autographe.
Le texte a dft ensuite se diffuser a partir de son lieu d'origine.
D'un cote, it a ete integre tres tot dans certains manuscrits de la
Legendedoree -des les annees80 du XIIIe siecle.Cette blanche
de la transmission demande encore a etre etudiee de maniere
approfondie (voir ci-dessus,p. 187-188).On secontentera 'derelevel que les deux temoins de la Legendedoreeutilises ici (0 et U)

11.a. v: CALZOLARI,L'evolution jumelee du culte et de la legendelit.


teraire de Thecle en Armenie (3 paraftre).

HOMELIE POSTULATIS

195

ant ete copiesen Allemagne du Sud (ou en Suissealemaniquepour


V)12.
Vne autre branche de la transmission est representee par des
manuscritsliturgiques, ou l'homelie Postulatisestintegree au sein
d'un office plus ou mains complet pour la fete de sainte Anne
(temoins E, X, Y, N, C et M, respectivementoriginaires de Lausanne,Tours, Angers, Quimper et de Chypre, ce demier a partir
d'un modele fran<;ais).Cescopiesliturgiques ant toutes vu Ie jour
entre la fin du XIye et Ie XVIe siecle,c'est-a-dire durant la periode ou Ie culte de sainte Anne a connu son plein essor3.
Le manuscrit T (xve siecle), originaire de Mayence, constitue
un casa part, puisqu'il temoigne d'une transformation de l'homelie en texte liturgique pour la fete de la Conception de la Yierge.
Enfin, la diffusion de l'homelie en Autriche est confirmee par
Ie temoignagedu lectionnaire de Zwettl (Z, copie dansla premiere
moitie du XIye siecle) et par Ie legendierde Kreuzenstein(seconde moitie du xye siecle).

12. Quel que soit Ie contenu exactde la legended' Anne figurant dans les
41 manuscritsdeja signales,les observationsque Barbara Fleith m'a aimablement communiquees(lettre du 18.7.96)sont fort interessantes: Drei
der ca. 70 Hss aus clem13. lh. tiberliefern eine Anna-Legende; davon
stammt eine vor 1285aus clem Ostalpenraum [LA 956; Vorau] und eine
van 1288 aus clem Oberrheinraum [LA 183; Kloster Rheinau; notre
temoin Q]. Wenn die Anna-Legende in LA 956 schon im 13. lh. abgeschriebenworden ist,wtirde dies auf eine relativ weiten Verbreitungskreis
des Annakultes in den 80ger lahren des 13. lhs weisen. -Nachweisbar
Willden Hss des 14.lhs am Ober- und Mittelrhein, an der Donau, in Ostdeutschland,in Norditalien und Paris benutzt. -1m 15. lh. zeichnet sich
ein Schwerpunktder Benutzung im Alpenraum, im Donaubereich,in Ostdeutschland, vor allem in Osteuropa ab (Polen, Mahren, Schlesien). Darnit ist hOchstensetwas tibeTdie Verehrung der Anna, nichts tibeTdie
Entstehung der Legende ausgesagt.Es ist auffiillig, classaile Stid-,Nordund WestauropiiischenLander als Benutzer fehlen. Vielleicht liegt das
an Informationenslticken tibeTdie dortigen Bestande?
13. Voir a ce sujet Angelika DORFLER-DIERKEN,
Die Verehrungder heiligen Anna in Spiitmittelalterundfrilher Neuzeit (Forschungenzur Kirchenund Dogmengeschichte,50), Gottingen 1992.

196

J.-D. KAESTLI

EDmON DU TEXTE

Liste desmanuscritset dessigles


Q

Einsiedeln,Stiftsbibliothek, 629,fol. 277'-278r,de l'an 1288


(= LA 183)

Fribourg, Bibliotheque cantonale et universitaire, L 34,


fol.191r-192r,milieu du XIve s. (= LA 220)

Estavayer,ConventdesDominicaines,K 18b,tot. 269'274v,ajout du xye s.

Tours, Bibliotheque municipale, 156, fo14v-7v,fin XIyedebut xye s.

Tours, Bibliotheque municipale, 157, tol. 84v-88v,xve s.

Angers, Bibliotheque municipale, 121 (113), tol. 259-261,


ajout du XYle s.

Paris, Bibliotheque nationale, lat. 1062 (breviaire de


Mayence), tol. 406'-409',xve s.

Zwettl, Stiftsbibliathek, 10, fal. 245r-v,


premiere maitie du
XIye s.

Bruxelles,BibliothequedesBollandistes,Lib. lit. A 188


(BreviariumCorisopitense),
de l'an 1510environ

Turin, Biblioteca Nazionale,J.II.9 (manuscritchypriote de


Turin), fol.14r-19r, debut du xye s. (avant 1420)

PJ

Protevangilede Jacques(edition E. de Strycker, La forme


la plus ancienne du Protevangile de Jacques,Bruxelles

1961)
DNM

De Nativitate Mariae (edition R. Beyers dans CCSA 10)

ROMELlE POSTULATIS

197

De sanciaAnna matreMarie
L Postulatis, filie Ierusalem, postulatis, sorores dilectissime, ut si
quid alicubi forte in grecis uoluminibus de sancta ac beatissima
Anna matTetheodoce id est dei genitricis inueniam ad eius gloriam et laudem latina sermonedepromam. Sedualde incongruum
5 credo ut quod de genitrice regine mundi quod de matTegenitricis
omnipotentis dei inuenitur tam uili tamque despicabili stilo digeratur.
2. Ergo mulieres sancteuirgines Christi, non me arguat sanctitas
uestra si statim peticioni uestre non obtemperaui,libellumque grecum depostulatum qui dei prouidencia in manusuestras incidit in
latinum sermonem cito non transtuli. Fateor enim me pro rei
5 magnitudine nichil dignum scribere meque ad tanti negocii translationem indignum esse.

1itulus
De sanctaAnna matre Marie U : De sanctaAnna matre beate uirginis Q
Sermo beati Iacobi Ierososolimitatorum (sic) E Sermo beati Iacobi Iherosolimitanorum episcopide uita beate Anne matris beate Marie uirginis
X In testa beate Anne N titulum hic non habetY Quomodo autem
concepta fuerit ipsa beata uirgo Maria breuiter perstringam T

1
1,1-6,7 Postulatis -recensentes QUEX(Z)(C)(M) : om. YNT I 1
pI: PostulatisQUEX: PostulastisZCM I alt. postulatis QUEXM : postulastis ZC I ut si quid QUEXC : et ut si quid Z ut sicut M I 3
theodoce QUEXC : theotocon Z theotote (sic) M I dei genitricis :
gen. dei C I inueniarn: inueni M I 3-4 gloriarn et laudem UEXCM :
laud. et gl. QZ I 5 ut quod: quod Z I de genitrice : de matTe C
I regine mundi -matTe genitricis QUXZC : om. EM I alt. quod de
QX : et de UC et quod Z I genitricis QUZC : genitrice X I 6
omnipotentis om M I dei om. X
2
1 sancte om. C I 2 statim peticioni uestre QUZCM : uestre st. pet. X
st. pet. E I libellumque QUEXC : libellum quem Mom.
Z I 3
depostulatumQUEXCM: postulatum Z I in manusuestras QUEXZ :
in manusnostrasM manus in nostras C I 4 cito QUEXCM : om. Z
I non transtuli QEXZCM : transtuli U I enim me QUXC : me enim
M enim E etenim Z I 5 nichil dignum QUEXC : nichil Z nec
dignumM I meque :necM I 5-6 ad...translationemQUEXCM:
de ...translatione Z I 5 negocii om. M I 6 indignum QEXZC :
me indignum U dignum M I post esseadd.sed in celo petamusauxilium et sursum cor habeamusad deum Z

198

J.-D. KAESTLI

3. Verumtamen quoniam me uestre peticioni obtemperare cogitis,


magis in sanctauestra confidens oratione quam in DostIe scientie
facultate, quod postulatis pro uiribus sum conatus, longum et
incomparabilem de educatutheodoce et de natiuitate domini nosS tri Iesu Christi pretermittens tractatum pulchre compendioseque
a beato Ieronimo editum. Ergo mulieres sancteuirgines et uidue
Christi sponge,in proposito disserendoeleuate cum Moyse manus
ut peticionis adimpletio labore superato uestrarum orationum sit
fructus.
4. Nam de qua agimus res est precelsa,res est preclara, res omni
laude digna. Hec est enim arbor bona de qua uirga excisa per se
diuinitus floruit. Hec estterra sanctaque rubum uisum ardere sed
incombustum permanere germinauit. Hec est celum excelsumde
5 quo stella maris ad oTtum processit. Hec est sterilitas fecunda et
simplicitas sanctaque ab angelisin templo frequentatam et abeisclem in eadem quasi columbam domesticampeperit, de qua Salomon ait : Surgepropera arnica mea columba mea formosa mea et

1 quoniam QUEXCM : om. Z I me QUEZ : ne X post obtemperare transp. Com.


M I petitioni uestre C I obtemperare
QUXZCM : temperaTeE I 2 sanctaQEXZC : solaU ut videtur om.
M I confidens [confidentem E] oratione EXZCM : oratione confidens
QU I 2-3 in nostre scientie facultate : in nostra confidens facultate M
I 2 nostre QUEZC(M) : mee X I 3 postulatis QUEXM : postulastis ZC I sum conatus QUEXCM : declarabo Z I 3-6 longum
-editum
om. Z I 4 incomparabilem : incomparabilem sermonero disserens C f theodoce QUEX : theotoce M beate Anne
matris genitricis C I et de natiuitate QUEXM : om. C I 5 ab pretermittens usquead recensentes(6,7) om. C I pretermittens QEXM :
longum pretermittens U I compendiosequeQU : et preclare EX et
preclare compendioseque M I 6 editum QUM : eductum E edictum X I 6-7 uirgines-sponse QU EXM : et uidue Christi ac uirgines
sponse Z I 7 in proposito UM : cum proposito Q in preparato Z
proposito EX I cum Moyse manus QEXZM : manus cum Moyse U I
manus QUEXZ : manusuestrasM I 8 peticionis QUEX : petitionis
uestre M peticiones uestre Z I adimpletio QUEXM : ad impleto Z
I 8-9 orationum sit fructus QUEXZ : sit fructus orationum M
1-2 estprecelsa-Hec UEXM : om. Q (homoeotel.) I 1 res estprecelsa UEXM : om. Z I res est preclara UZM: om. EX I 2 ligna
QUEXM : dignissima Z I post dign. add. Explicit prefacio Z I Hec
estenim QUM : Hec enim est EX Etenim Anna beatissimailIa Z I 3
ab Hec estterra usquead recensentes(6,7) om. M I terra QUEX : om.

199

ROMELlE POSroLATIS

DenioHec est radix colenda de qua egressaestuirga, unde Ysaias:


10 Egredietur uirga de radice Iesse,et flos de radice eius ascendet,et
requiescet super eum spiritus domini, spiritus sapientie et intellectus, spiritus consilii et fortitudinis, spiritus scientie et pietatis,
et requiescet super eum spiritus timoris domini. Hec est que inter
mulieres est benedicta et inter matTesbeata. Ex ea namque tem15 plum domini sacrarium spiritus sancti mater dei mundo illuxit.
5. Merito igitur mater dei genitricis deuotissimecuius omnespariter sollempnitatem celebramusAnna dicitur id est gratia dei que
gratia plena felix et omni laude dignissima. Ex hac enim est
ilIa terra sumpta de qua ueritas orta est, unde Dauid : Veritas de
5 terra orta est. Ex hac est clauis Dauid fabricata per quam paradisi porta cunctis iterum est patefacta. Ex hac est plenitudo gratie
nata gloriosa semperqueuirgo Maria que dedit celis gloriam, terrig contulit deum et pacemrefudit, fidem gentibus dilatauit, fiDem
uiciis posuit, lite ordinem moribus disciplinam donauit.

Z I 4 est QVX : am. EZ I excelsumQEXZ : excellum V ut videfur I 5 ad altum proc. QVEX : proc. ad oTtum Z I 5-6 et simpl.
QVEZ : est simpl. X I 6 in templo QVZ : am. EX I frequentatam QV : frequentata EX estfrequentata Z I 7 in eadem VEXZ :
am. Q I 8 ait QVZ : am. EX I arnicamea VEXZ : post formosa
mea transp.Q I columba mea formosa mea [form. mea am Z] QVZ :
am. EX I 9 egressaest uirga EXZ : uirga egressaest QV I 9-10
unde -Egred. uirga QVEX : am Z (homoeotel.) I 9 Ysaias VEX:
am. Q I 10 Jesse[Yesse EZ] QEXZ : am. V I 11-13 spiritus
sapientie -timoris domini QV : om. EXZ I 13 que EXZ : illa que
QV I 14 inter matres Z : matres EX inter feminas Q inter filias
V I 15 mater dei QV : mater domini EX uirgo est mater domini Z
I mundo ill. QVEX : ill. mundo Z
5
1 mater dei QUZ : mater domini EX I deuotissimeQU : post sollempnitatem transp. EX om. Z I cuius QUEX : de qua Z I 2-3
pariter sollempn. QUEX : om. Z I 2 gratia dei QUZ : gratia EX I
que QU : quia EX qua Z I 3 plena felix QEX : plena est felix U
fuitZ I dignissimaQUEX :dignaZ I 4 illaterraQUZ :illaMaria
terra EX I orta est QUEX : est orta Z I 4-5 unde Dauid -est
QU : om. EXZ I 4-5 de terra orta Q : de orta terra U I 5 Ex hac
QEXZ :ExhacenimU
I estclauisDauidQUZ : clauis Dauid est EX
I per QEXZ : et per U I 5-6 paradisi [-ysi Q] porta QEXZ : porta
paradysiU I 6 iterum QEXZ : om. U I 6-7 estpl. gr. nata Q UEX
: pl. gr. estnata Z I 7 gloriosa semperque QUEX : gloriosaque semper Z I 8 et pacem QUEX : pacem Z I 9 posuit UEXZ : imposuit Q

200

J.-D. KAESTLI

6. Quid enumeramus? Nam ut uerum fateamur quicquid a nobis


potest dici minus esta laude beate et gloriose genitricis theodoce.
At tameD quamquam indigni eius intercessionegloriosa et patrocinio uenerando confitentes corde et animo Christo canamusglo5 riam in hac sacrafestiuitate precelsegenetricistheodoceAnne, de
ea non que a quibuslibet sunt inuenta sed que a sanctis patribus
inuenimus essedicta recensentes.
7. Igitur in hystoriis duodecim tribuum Israellegitur ut Iacobus
Ierosolimitanus episcopusasseritbeateAnne genusex Bethlehem
fuisse. Quod credimus non fortuitu contigisse sed diuina prouidentia disponente. Nam cum Bethleem domus panis significet
5 congruum fuit ut que ex Bethleem genere essetsignificationem
illam diffiniret. Quapropter ut uoluit deusbeata et gloriosa Anna
semen inclitum germinauit quod spiritu sancto ducente in Bethteem granum fecit quod factum estpanis angelorum et hominum,
uita et resurrectio mortuorum.
7
1-2 in hystoriis -asserit
ct. PI Prol. Ego Iacobus (1,1 et 25,1) 2-3
b. Anne -ex Beth. tuisse ct. DNM 1,2
6
1 a nobis QUEX : ab hils Z I 2 beate et gloriose QUEX : om. Z I
genitricis QUZ : om. EX I theodoce QUEX : Marie Z I post Marie
des.Z I 3 quamquam QUE: tamquamX I indigni QUX : indigni
indignum E I eius intercessione QU : interc. eius EX I 4 uenerando QU : om. EX I confitentes QU : confidentes EX I gloriam
QU : om. EX I 5 sacra QUX : sanctaE I festiuitate QEX : sollempnitate U I genetricisEX: dei genetricisQU I 6 a quibuslibet
QUE: quibuslibetX
7

1 abhinc inc. YN et rursus inc. CM I Igitur QUEXYM : legitur C


om. N I duodecim tribuum QUEXYCM : tribus N I legitur
QUXYM : post Ierosolim. transp. N ante in hystoriis transp. Com. E
I 1-2 ut [prout M] -asserit QUEXYCM : ut ait Nil
Iacobus
QUEXY : Iacobus apostolus C beatusIacobusM I 2 Ierosolimitanus [-tanis E Hierosolymorum C] episcopusQEXYC : episc. Ieros. N
episc. Hierosolirnorum M Ieros. U I 2-3 beate -fuisse : beatam
Annam ex Bethleem genushabuisseN I 2 beate QUEXY : beate et
gloriose CM I post Anne add. cuius hodie testa solemniyatecclesiaM
I ex Bethl. QUEXYN : de Bethl. CM I 3-4 Quod -disponente
QUEXYC : Quod non fortuitu sed diuina prouidencia contigissecredimugNom. M I 3 fortuitu contigisse : fortuitu gestumcontigisseC
I prouidencia EXNC : prouidencia gratia Y gratia QU I 4-5 Nam
-diffiniret
: Congruum enim fuit ut ex Bethleem ciuitate que domus
palls sonat oTtumduceretea que significationemillam diffiniret M I 4
domus : domum C I 5 congruum fuit : congruebat N I ut que

ROMELlE POSTULATIS

201

8. Ea quippe prouidencia Ioachim uirum habuit diuine gratie cuius


domus ex Galilea et Nazareth erat. Nam congruum fuit ut mundicie preelecta faceret sibi paratum diuina gratia ex qua nasceretur
uirginalis pudicicia, qua pariente procederet ad ortum dei sapien5 cia. Et hec nobis innuunt que suntproposita. Nazareth enim interpretatur mundicies et Ioachim domini paratus, Anna uero sicut
dictum est gratia eius. Ex quibus in Nazareth angelico monitu
oriunda est uirgo Maria ex qua sine uirili semine sancto spiritu
cooperante processitfilius dei et sapientia.
8

1-2 Ioachim Naz. erat ct. DNM 1,2


UEYNC : ut que si Q ut qui X I ex Beth. QUEXYC(M) : de Beth. N
I genere esset QUEXY : essetgenere N essetC I 5-6 illam dill.
signif. N I 6 illam QUYNC(M) : istam EX I Quapropter: Propter hoc igitur N I ut uoluit deus: ut deus nouit M I 7 incl. germ.
semenN I semen QUENM : sementemXC semente(?) Y I quod
QUN : que EX qui YC ex qua M I spiritu sancto QUNCM : sancto spiritu EXY I ducente: cooperante M I 7-8 in B. granum fecit
QUEXYC : granum in B. fecit N granum exB. processitM I 8 quod
QUXYCM : quo E quod inde N I et horn. QUEXY : horn. Nom.
C I 9 uita: et uita M I et res. QUEYNCM : atque res. X
8
1 Ea quippe : Anna quoque M I prouidencia [prouidente Q] Ioachim
uirum habuit diuine gratie QU : prouidencia diuine gratie uirum habuit
Ioachim EXY diuine prouidentie gratia uirum habuit Ioachim C prouidefile diuina gratia uirum hab. Ioachyn M diuine gratie prouidencia nomine Ioachim uirhabuitN I 2 ex Galileaet [ex add.M] NazarethQUYCM:
ex Naz. Galilee N ex Iudea et Galilea et Nazareth [Nanareth X] EX I
eratQUEXYCM :fueratN I 2-5 Nam-propositaom.N
I 2-3 Nam
congruum-paratum QUEXYC : Non enim congruumfuit ut de immunda planta ...uterum faceretM I 2 Nam congruumQU : Non enim incongruum EXY Nam ei incongruum (sic) C I 4 dei sapiencia QUEXY :
dei uirtus et dei sapientiaC dei M I 5 Et hec -proposita QUEXYM :
om C I hecQUEYM : hoc X I nobis [uobis Y] innuunt QEXY :innuunt
nobis U nobis meruit M I 5-7 Nazareth-gratia eius : Et enim Ioachim
domini paratus Anna uero gratia eius interpretatur N I 5 enim
QUEXCM : uero Y I 6 et QUEXYM : om. C I domini paratus
QUEXN : par. dom. Y deo paratus C domini portus M I uero
QEXYNCM : enim U I 7 gratia eius YNCM : gratia dei EX gloria
eius Q gloria eius dicitur U I in Naz. : ex Naz. M I angelico mono
UEXYNC : angeli monoQ om. M I 8 oriunda estuirgo QUEXY: or.
erat uirgo Nor. fuit uirgo C uirgo or. M I ex qua QUEXYC : de qua N
excuiusutero uirginali M I sine uirili semineom. M I uirili QUEXNC :
uiri Y I 8-9 sancto spiritu cooperante[operante Y] UEXY : spirosancto
coop. QNC coop. spirosancto M I 9 processitfilius dei et sapientia :
aliquando dei filius erat processurusN I filius dei et sapientia QEXY :
filius dei et sap.patris Christus U filius dei et dei sap. C dei sapientia M

202

J.-D. KAESTLI

9. Legitur enim in prefata hystoria quia uita Ioachim et Anne simplex et recta ante deum et apud homines irreprehensibilis et pia
erat.
10.Nam (PI 1,1) cum essentdiuites et ualde locupletesdupla offerebant deo munera dicentes: Erit quod est ex habundantia omni
populo et quod estnostre redemptionis deo in conmutacionempro
nobis.
11. (DNM 1,4) Quod significantius beatus leronirnus explanat
dicens quia omnern substantiarn suam tripharie diuidebant; unam
paTtern ternplo et ternpli seruitoribus irnpendebant, aliam pauperibus et peregrinis erogabant, tertiam sibi et sue familie usibus reseruabant.

9
1-3 uita-piaerat

DNM1,3

10
1-4 cum essent-pro

nobis PI 1,1

11

2-4 omnem -

reseruabant DNM 1,4

9
1 Legitur -hystoria : Legitur in perfecta ystoria M In eadem autem
hystoria legitur N I quia: quod M I uita loa. et Anne QUEXYCM :
Anne et loa. uita N I simplex: simplex fuit Y I 2 ante -homines
QUEXYC: apud deum et homines semper N apud deum et apud
homines M I 2-3 irreprenhensibilis et pia erat [fuerat N] QUEXYN :
irrepr. erat et pia Mom. C

10
1 cum essentom. C I diuites et ualde locupletesQU : diuites et ualde
diuites EXY diuites N et ualde locupletes C rebus opportunis abundantesin seculoM I 1-4 dupla -pro nobis om. N I 1-2 off. cleo :
cleooff. M I 2 est UEXYCM : post ex hab. transp. Q I ex habundantia QUC : ex(h)abundanti EXYM I 3 quod est QUYCM : quod EX
et quod est M I redemptionis QUEX : recepcionisYC corruptionis M
Ideo:
domino M I conmutacionem QYCM : conmutacione EX
conmendatione U I 3-4 pro nobis QUEXY : et nobis C nobis M

11
1-2 Quod -dicens quia: ut dicit leronimus Nil
Quod significantius QUEXYC : Sed apertius M I 2 quia: quod M I diuidebant : diuidentes N I 3 templi seru. : seru. templi C I impendebantam. N I aliamEXYN(cf. DNM) : etaliamQU secundamM I
3-4 pauperibuset peregrinis QUEXYC : peregrinis et pauperibusN ege-

ROMELlE POSTULATIS

203

12. (DNM 2,1-2/PJ 1,2) Factum est autem cum appropinquaret


diesmagnusdomini id est enceniorumfestiuitas Ruben quemleronimus Y sacharuocat qui tunc princeps sacerdotum erat loachim
inter ceteros conciuessuos cum oblacione uidens despexit eum et
5 munera sua spreuit dicens: Indignum est, loachim, te munera cleo
offerre eo quod non fecisti semenin Israel, dicente scriptura maledictum omne semenquod semennon reliquerit in Israel. lam enim
sterile erat coniugium eorum quod sanctumet castum:erat sine spe
sobolis, et sterile indignum asserebatesse.

12
1 Factum -appropinquaret
DNM 2,1 2 dies magnus domini PI
1,2 2 encen. fest. DNM 2,1 2 Ruben PI 1,2 3-5 Ysacharspreuit DNM 2,2 5-6 Indignum -in Israel PI1,2 6-7 dicente
-in Israel cf. DNM 2,2 8 coniugium ...castum erat cf. DNM 1,5

Dis et pauperibus M I 4 tertiam EXYCM(cf DNM) : tertiam uero


QU tertia N I sue familie [tam. sue M] usibus [usibus om. C] reseruabant [reseruata N] EXYNCM (cf DNM) : sue clientele seruabantU
domui sue ministrabant Q I post reseruabantdes.M
12
1 abhinc inc. T I 1-2 Factum-festiuitas : Appropinquante namque
magnatesta enceniorum T I cum appropinquaret-festiuitas : appropinquante die domini id est enc. festiuitate N I 2 enceniorum
EXYNTC : encenniorum Q enzeniorum U I 2-3 Ruben- sacerdatum erat : Y sachartunc princeps sacerdotumT I 2 Ruben [Rubem
EX] QUEX : et Ruben Y I leron.: idem leron. N I 3 Ysachar
QUXYT : Isachar ENC I Ys. uoc. QUEXNC : uoc. Ys. Y I qui:
qui et N I princeps sac. erat QUEXNC : erat princeps sac.Y I 3-4
loachim inter ...cum obI. uidens QUEXYTC : inter ...loachim uidens
cum obI. N I 4 ceteros QU (cf DNM) : am. EXYNTC I eum
QUEXYNC : am. T I 5 sua spreuit -munera am. E (homoeotel.)
I sua QUXYTC :eiusN I estQUXYT :estoC estinquidN I 56 munera deo offerre QUEXYC : deo munera off. N munera off. deo
T I 6 eo quod QUXYC : et quod E qui N cum T I non fecisti
semen in 1sT.QUEXY : semen non fecisti in 1sT.C semen in 1ST.non
fecisti N semennon feceris in 1sT.T I in am. Q I 6-9 dicente scriptufa -asserebat esseam. N I 6 scriptura QUEXYC : sacra scriptura T I 6-7 maledictum omne semenquod QU : maledictum omnem
qui Y maledictum hominem qui T maledictus omnis qui EX maledictus homo qui C I 7 semennon reliquerit UEXTC : non reI. semen
QY I ab lam enim usquead dedit (13,6) am. C I 7-9 lam enim esseam. T I 8 sterile erat U : Israel erat Q Israel EX am. Y I
coniugium QEXY : coniugum U I 9 indignum QU : am. EXY

204

J.-D. KAESTLI

13. (PJ 1,3/DNM 2,4) Ioachim igitur dolens et tristis, unusde populo duodecim tribuum obiectu obprobrii, et pudore magno suffusus recessitlamentans et lamentando dicens: Si ego solus maledictus sum semen in Israel non relinquens. Meminerat enim
5 coniugii Abrahe et Safe quibus in extremis diebus deus Ysaac
dedit.
14. (PJ 1,4) Sic itaque Ioachim confusus pre uerecundia etiam
domum repedare noluit, sed statim uerecunduset tristis in heremum secessitibique ieiunare proposuit net amplius cibum uel
potum sumeresedpro hils semperorationi uacaredonec eumuisi5 taret dominus.

13
1-2 Ioachim -duod. tribuum ct. PI 1,3 2-3 obiectu obpr.
sit DNM 2,4 3-6 Si ego -dedit
PI 1,3

feces-

14
1-5 Ioachim dominus PI1,4 2 domum repedarenoluit DNM
2,4

13
1 loachim igitur QU : loa. ergo EXYT Ex hoc igitur loa. N I 1-2
dolens -suffusus : dolens obiectu obprobrii T I dolens et tristis ...
obiectu obprobrii QUEXY : obiectu obprobrii ...dolens et tristis Nil
unus QUY: nimis unus X nimis E unus unus N I 2 et QUEXY :
ac N I pudore magno QEXYN : pudor magnusU I suffususQUY :
confusus EXN I 3-6 lamentans -dedit om. N I 3 Si QUEXY :
Sic T I 4-6 Meminerat -dedit om. T I 5 SafeQUEY : SaTreX
I in QUEX : om. E
14 1 Sic -etiam
QUEXY(C) : Sicque suffusus pre uerecundia T
Sed tunc ipse N I Sic QUEXY: Hinc C I 1.2 uerecondia ...uerecondus Ell
etiam QUEXY : om. C I 2 domum EXYNT (cf
DNM) : domum suamQUC I repedare noluit UXYC : repedare uoluit
E repudiare uoluit Q repedare N redire nolens T I 2-5 sed statim- dominus: sed ut ieiuniis et oracionibusinsistereplus ualeret in heremo se recepit T I 2-3 sed statim -secessit QUEXYC : statim uerecundus secessitin heremum N I 3 ibique QUXC : ibi Y ubi Nom.
E I 3-4 ieiunare -uacare : ieiunio et orationi semperproposuit uacare N I 3 uel: aut C I 4 sumere: sumere uoluit C I sumere...
uacare UEXYC : sumeret ...uacaret Q I 4-5 uisitaret dominus
UYNC : dom. uisitaret Q uisitet dom. EX

ROMELlE POSTULAllS

205

15. (PI 2,1)Anna uero inter mulieres honestateet sanctitatefamosissima hec ut audiuit tristis domum suam clausit uestesque
lugubres induit die noctuque plorans plorauit.
16. (Pl 2,2) Quo facto et appropinquante die festo uenit ad earn
Uthen ancilla sua dicens: Usquequo, domina, humiliabis animam
tuam? induere, filia Israel, et letare; non enim licet plangere quia
dies magnus domini est.
17. (PJ 2,3) Ad quam Anna: Tace, Uthen, tace et tacens recede.
Ubi estenirn solatium meum? cur recessit?ualde nimis humiliauit
deus animam meam. Tunc Uthen indignans ait: In me, domina,
dolorem et iram tuam cur retorques ? Quis peccauitquia dominus
5 te sterilitate conclusit?

15
1-3

Anna

plorauit ct. PI 2,1 et 2,4

16
1-4 appropinquante -domini

est PJ 2,2

17
1-5 Adquam

conclusit PI 2,3

15
1 ab Anna uero usquead essesolere (18,12) om. C I inter -famosissima QUEXYN : om. T I honestate QUXYN : honeste E I 2
hec ut audiuit QUEXY : hec audiens N ut audiuit Ioachim recessisseT
I tristis QUNT : tristi E tristis efecta X om. Y I 2-3 uestesque
lugubres induit QUEXYT : et lugubres uestesinduta N I 3 die noctuque [nocteque E] QUEXYT : noctu dieque N I plorans plorauit
QUEXYT : plorens orare non cessabatN

16
1 a Quo facto usquead essesolere (18,13)om N
pinquante QUEXY : Appropinquante autem T
Uten QU I 4 domini QEXYT : dominus U

Quo facto et appro2 Uthen EXYT :

17
1 Anna QUEXT : Annam Y I Tace -recede QUEXY : om. T I
Uthen EXY : Uten QU I 2 est enim QUXY : enim E est T I
ualde nimis QUXY : ualde E ualde enim T I 2-3 humiliauit deus
animam meam QU : hum. an. meamdeus [deus om. Y] EXY deus aniroam meam humiliat T I 3 1\mc QUEXY : Ad quam T I Uthen
EXYT : Uten QU I 4 dolorem et om. T I Quis QUEXT : Quid Y
I peccauitQEXYT : peccaui U I 5 te sterilitate UEXY : ster. te Q
ster. T

206

J.-D. KAESTLI

18. (DNM 3,4) Hec obiecit nesciensquia cum deus alicuius uterum claudit, ut dicit beatus Ieronimus, ad hoc tacit ut mirabilius
denuo aperiat et non libidinis essequod nascitursed diuini muneTisessecognoscatur.(DNM 3,5) Saranamque usque ad octogesi5 mum annum infecunda fuit, et tamen in ultima senectute genuit
Ysaac, cui repromissa erat benedictio omnium gentium. (DNM
3,6) Rachel quoque tantum domino grata tantum a sancto Iacob
adamata diu sterilis fuit, et tamen Iosephgenuit, non solum dominum Egipti, sed plurimarum gentium fame periturarum liberato10rem. Quis in ducibus uel forcior Sansonetiel sanctior Samuele?
Et hii ambo matTessteriles habuere. (DNM 3,7)Dilatos enim diu
conceptuset steriles partus dicit idem doctor noster meliores esse

solere.
19. (PJ 2,4) Igitur Anna intrinsecus dolore tacta obiectu obprobrii
ab ancilla illato in paradisum suumsola descenditpre nimio dolore ut liberius fleret et flendo plangere posset. Mulier autem sanc-

18
1-4 cumdeus-cognoscatur DNM3,4 4-6 Sara-gentium
DNM
3,5 7-11 Rachel -habuere
DNM 3,6 11-13 Dilatos -solere
DNM 3,7

19
1-5 Igitur

dicens ct. PI 2,4et3,1 6-7 Benedic dedisti PI 2,4

18
2 ut -leronimus QUEXY : am. T I 3 denuo aperiat [app- E.x'YJ
EXYT : apperiat denuo Q denuo appareatU I et non QEXY : non
UT I esse-muneris am. E (homoeotel.) I essequod nascituram. T
I 4 esseam. T I post cognoscaturdes.U I 4-11 Sara -habuere QEXY : am. T I 4 SaraQEY : Sarra X I usquead QEX: usque
Y I 6 omnium EXY : am. Q I 7 pI: tantum QEY : tantummodo
X I tantumasanctoQY(cfDNM) : a sancto EX I 9 EgiptiQEY:
Egypti X I fame EXY : a fame Q I 10 uel forcior EXY : fortior
Q I SansoneEXY: SampsoneQ I 11 hii ambo QXY : ambo hii E
I habuere QEX : habuerunt Y I diu QEXT : am. Y I 12 dicit
idem doctor DosterQEXY : am. T I meliores QEX : mirabiliores YT
I 12-13 essesolere EXY : esseQ essefacit T
19
1-3 Igitur Anna [Anna ig. C] -liberius fleret QEXYTC : Sed cum a
quadam eius ancilla pro tanto fletu pateretur obprobrium ut adhuc liberius fleret et lugeret in oTtum suum sola descendit N I 1 obiectu
EXYTC : obiecto Q I 2-4 ab ancilla -dum essetom C I 2 suum
QT : suam EXY I pre nimio dolore QEXY : om. T I 3-4 et flendo -plorauit amare QEXY : om. NT I 3 plangere QEX : plan-

HOMELIE POS1ULATIS

207

ta dum essetin uirgulto plorans plorauit amare; et oculis ac mani5 bus in celum intenta spiritum ab oracionibus non relaxauit dicens:
Benedic me, domine deus patrum meorum, et exaudi me sicut
exaudisti Saram et benedixisti cui filium Ysaac dedisti.
20. (Pl 3,1) Finita oracione nimis amare flere cepit, et flendo huiusmodi planctum fecit: Heu michi, quis pater me genuit et que mater
me peperit? quia maledicta sum inter filias Israel, et ut me subsannent filii Israel et a templo domini dei mei me expellant. (Pl
5 3,2-3) Heu michi, domine deus mens. Heu michi, cur sum infecunda? cur inutilis? cur maledictioni dedita? Numquid enim germen terre, terreque productus et aque te laudant et benedicunt?

20
2-4 planctum fecit

expellant P13,1 5-7 Heumichi

benedicunt

cf. PI 3,2-3

dere Y I 4 uirgulto QEXY : uirgulto suo C I et QEXYC : in quo


et Nom. TIS
intenta QEXYT : semperintenta NC I spiroab
oracionibusQEXYTC : et ab oracione spiroN I relaxauit dicensQ YT:
relaxabat dic. EXC relaxans ita dicit N I a dicens usquead benedicunt (20,7) om. C I 6 domine deus EXYT : domine Q deus N I
et EXYNT : om. Q I me QEXYT : om. N I 7 exaud. S. QEXYT:
S. exaud. N I SaramQEYT : Sarram XN I benedixisti -dedisti
QEXYT : ei benedicendo Ysaac dedisti filium N
20
1-4 Finita -expellant om. N I 1 a nimis usquead ecce (21,1)om.
T I flere cepit EXY : cepit flere Q I 1-2 flendo huiusmodi plancturn EX : flendo planctum huiusmodi Q plancturn flendo huiusmodi Y
I 3-4 et ut me -filii
Israel EXY : om. Q I 4 domini dei mei E :
domini mei X dei mei Y dei Q I expellant EXY : expellunt Q I
5 meus EXY : om. QN I alt. michi QEXY : me N I infecunda
QEXY : inutilis N I 6 cur inutilis EXY : et infecunda Nom. Q I
6-7 cur maledictioni -benedicunt QEXY : om. N I 6 enim QXY :
ei E I 6-7 germen terre EXY : terre germen Q I 7 terreque
EXY : et Q I et ben. QEY : te bell. X

208

J.-D. KAESTLI

21. (PJ 4,1) Anna nero sic lamentante, ecceangelusdomini astitit


ei dicens : Anna, Anna, audiuit dominus uocem tuam et deprecationem tuam. Ecce concipies et paries et in omnem terram exiet
seminis tui sonus. 19itur Anna confortata et exhilarata respondit
5 dicens: Vivit dominus deus mens quia quodcumquegenuero sine
masculumsine feminam offeram ipsum domino deo meo eritque
deo seruiensomnibus diebus uite sue.
22. Dixit et ita contigit. Quod etiam ut beatus leronimus refert
angelusdomini predixit sic ad beatamAnnam loculus : (DNM 4,2)
Anna inter nuptas benedicta, annuncio tibi nascituram filiam que
Maria uocata et a natiuitate gratia dei plena superomnesmulieres
5 erit benedicta.

21
1-7 ecceangelus

uite sue PI 4,1

22

1-2 Quod

loculus ct. DNM 4,1sq. 3-5 annuncio benedicta

DNM 4,2

21
1 lamentante QXYC : lamentate E I 2 ei dicensQEXYTC : et dicit
ei N I audiuit QNTC : exaudiuit EXY I dominusQYNC : dominus
deus EX deus T I 2-3 uocem tuam et deprec. tuam QX : uocem
tuam et deprec.Y uocem et deprec. tuam N uocemtuam E deprec.
tuam TC I 3-4 exiet -SODUS : seminis tui SODUS
exhibit N I 4
seminis till SODUS
QYN : SODUS
seminis tui EXTC I Ab Igitur Anna
usque ad cum pastoribus suis (25,2) om. C I Igitur Anna conf.
QEXYT : Conf. igitur Anna N I respondit QEXYT : angelo resp. N
I 5 deus QEXYT : om. N I meus EXYNT : tuus Q I quodcumque
QEXYT : quemcumque N I 5-6 siue masc.siue fern. QEXYT: masc.
aut fern. N I 6 feminam QXYNT : femina E I ipsum QEXYT :
ipsam N Ideo QEXYT : om. N I eritque QEXYT: et erit N I 7
cleo seru. Y : domino seru. Q ei seru. N seru. ei T seruiens EX
22

1 Dixit -contigit QEXYT : Quod et dixit ita euenit N I ita QEXT:


itaque Y I Quod -refert Q EXY : Beato etiam Jeronimo referente N
om. T I 2 angelus QEXYN : ang. autem T I predixit sic QEXY :
futurum predicens sic Nom. T I ad b. Annam locutus QEXY : ad b.
Annam locutus est dicens T b. Annam allocutus es N I 3 Anna
QEXY : 0 Anna Nom. T I inter n. benedicta QEXY : inter n. felix
et benedicta Nom.
T I tibi: Christi E I 4 Maria uocata et
QEXYT : om. N (cf [in. 5) I super QEXYT : et super N I omnes
QEXYN : omnes quoque T I 5 erit benedicta QEXYT : benedicta
Maria uocabitur N

annos

HOMELIEPOSTULATIS

209

23. Hec post tres ablactationis sueannos (DNM 4,3) domini seruicia mancipata,a templo usque ad intelligibiles annos non recedet.
Ibi ieiuniis et oracionibusnocte ac die deo seruiens,ab omni inmundo se abstinebit. Virum nunquam cognoscet,sed sola sine exem5 pia, sine maculatione, sine corruptione, sine uirili conmixtione
uirgo filium, famula dominum, redimenda redemptorem et saluatoTemmundi generabit.
24. (DNM 4,4) Itaque surgensascendeIerusalem, et cum perueneris ad portam que aurea pro eo quod deaurata est uocatur, ibi
pro signo uirum tuum pro cuius incolumitatis statu sollicita es
obuium habebis.

23
1 Hec24
1-4 Itaque

DNM 4,2 1-7 domini

generabit DNM 4,3

habebis DNM 4,4

23

1 Hec QEXYT : IlIa enim N I ablactationissue Q (cf DNM) : oblactationis sue T oblationis sue [sue obI. N] EXYN I 2 mancipata
QEXYT : mancipatam N I a templo -annos QEXYT : usque a
nubiles annos a templo N I non recedet QEXYN : discedensT I 3
Ibi -ac die QEXYT : in ieiuniis et orac. nocte et die ibi N I 3-4 ab
omni -abstinebit QEXYT : omnino nulli uacabit inmundicie N I 4
Virum nunq. QEXYT : Nunq.. uirum N I nunquam QXYNT : nonquam E I sed QEXYT : ymo N I exemplo QEXYT : ex. precedencium N I 5 sine maculatione QEXYT : om. N I uirili conmixt.
QEXYT : conmixt. uirili N I 6 famula QEXYT : ancilla N I et
QEXYT : atque N I 6-7 salu. mundi EXYNT : mundi salu. Q

24
1 surgensQEXT : consurgens[ait angelusadd. N] YN I ascendeleT.
QEXYT : in Hier. ascende N I perueneris QEXYT : post uocatur
transp. N I 2 pro eo -deaur. est om. N I deaurata est QYT : est
deaurata EX I 2-3 ibi pro signo QEXYT : in signum huius N I 3
incolumitatis statu QEXYT : incolumitate N I sollicita QEXYT : solita N I 4 obuium QXY : obuiam ENT

210

1.-D. KAESTLI

25. (PI 4,2) Quo facto ecceduo uiri in uestibusalbis iuxta illam qui
et dixerunt : Anna felix, ecce Ioachim uenit cum pastoribus suis.
Angelus enim domini descenditad eum et dixit ei : Audiuit dominus deprecationemtuam; accedeet sacrifica.Ecce namque Anna
5 uxor tua concipiet et pariet.
26. (PI 4,3) Vocauit ergo Ioachim pastores suos dicens: Afferte
michi agnosinmaculatos decemagniculos qui erunt domino mea,
et adducite uitulos teneros duodecim qui erunt sacerdotibus et
sacrificio, ouesquecentum, hec namque erunt communiter omni
5 populo.

25

1-5 ecceduo

pariet PI 4,2

26
1-5 Vocavit

populo PI 4,3

25

1 Quo facto ecceQEXYT : Hoc autem facto N I duo uiri EXYT :


duo etiam uiri N uiri Q I uest. albis QEXYN : albis uest. T I iuxta
illam QEXY : iuxta illam steterunt T iuxta illam assistentesN I 1-2
qui et dix. QYT : qui dix. EX dix. ei N I 2 loa. QEXYT : uir tuus
loa. N I uenit -sills QEXYT : cum pastoribus sills ueniensfestinenter occurret tibi N I 3 descendit -dixit ei QEXYTC : similiter ad
eum descenderatnuncians ei quia N I ad eum : ad loachim C I 3-4
Audiuit -tuam QEXYTC : et tuam deprecationem dominus exaudiuit
N I 4 accedeQEXNTC : ascendeY I 4-5 Ecce -tua QEXYTC:
Uxor namque tua N I 5 pariet QEXYNC : pariet filiam quam uocabis nomine Mariam T
26
1 a Vocauit usque ad humerum eius (27,13) om. TC I Vocauitdicens QEXY : Unde et post haec uocatis Ioachim pastoribus suis dixit
ad illos N I ergo QEX : ...tino (?) Y I 2 micro QEXY : micro inquid
N I agnos inmaculatos decem agniculos Y : agnos agniculos de esse
(sic) etinmaculatosN agnosagniculos[auniculosQ] QEX I 2-3 qui
erunt -duodecim om. Y (homoeotel.) I 2 meo EXN : om. Q I 3
adducite QEX : ducite N I erunt sacerd. QEXY : sacerd. erunt N I
4 sacrificio EXYN : sacrificabo Q I ouesque QEXY : Duesquoque
N I hec -communiter QEXY : pro N

ROMELlE POSTULATIS

211

27. Notate, dilectissime,sacrificiiparatum, signatemisterium.Paratus enim trine diuersitatis animalium factis muneris diuersis designatorum et ex ouili Ioachim iusti sumptorum significatillud claustrum mirabile coniugiobeate et glorioseAnne eiusdemqueIoachim
5 iusti castoet pudico amplexuesseparandum.Ex quo claustrosumeretur agnusagniculuset immaculatus,qui mundi peccatatolleret et
legemdecalogi adimpleret. Quo prouidente et disponenteapostoli duodecim eorum uicarii pro peccatishominuminteruenientespro
repropiciacione diuina uelut uituli oblati ob purificacionem populi
10impetrandam sacrificium forent, qui traderentur et flagellarentur
et ante regeset presidesducerentur,predicanteseum qui centenam
Quemperditam et inuentam superhumeros reportauit. Factus est
enim principatus eius super humerum eius.
28. (PI 4,4) Descendit itaque Ioachim cum pastoribus sills. Stalls
autem Anna ad prefatam portam monitu angelico uidit Ioachim
uenientem. Occurrens igitur ei amplexupudico estilIum amplexa.
28

1-3 Descendit amplexa PI 4,4


27
1-2 Notate -erum QEXY : In hac siquidemfratres carissimiNil
dilectissime EX : dilectissimiQY I palatum EXY : apparatumQ I 2 factis
-designatorum QEXY : om N I 3 et [oblationeadd N] ex ouili EXYN :
et ouili Q I loa. iusti QY : iusti loa. EXN I 3-5 significat-parandum
QEXY : quod eiusdemAnne coniugio casto cubili palatum est claustrum
inane signatur N I 4 beate et gloriose QEX: et gloriosebeateY I eiusdemque QXY : eiusdenique E I 5 esseQEX : estY I post parandum
des.Q I Ex quo EXY : De quo N I claustro Y: clauso EX om. N I 6
agniculusEX N : agniculusille Y I et EXY : om. N I mundi pecc. EXY :
pecc.mundi N I 7 legemdecalogiEXY : legis preceptadecemN I Quo
EXY : Quo etiam N I et disponente EXY : om. N I 8-9 eorum uicarii
-diuina om. N I 9 diuina Y : diuine EX I uelut uituli oblati EXY :
tanquam uituli saginandiN I 9-11 ob purif. -flagellarentur et om. N I
9 purificacionem XY : purgacionemE I 10 impetrandam XY : impetrendam E I flagellarentur XY : flagellerentur E I 11 eum qui EXY :
autem qui N I centenamEXY : centesimamN I 12 perditam et inuentamomN I humeros[suosadd.N]XYN :humerisE I reportauitEXY :
delaturus erat N I 13 enim EX : om. Y I post humerum eius des.Y

28
1-3 Descendit -amplexa : Ioachim ergo cum pastoribus sills descendenti ad urbis predictam port am Anna occurrens ilIum cum leticia
amplexata est N I 1 pastoribus suisEXNC : pastoribus T I 2 ad
prefatam portam EX(N)T : ad portam auream C I uidit EXT : uidet
C I 3 Occurrens igitur EXC : et occurrens ei T I amplexuamplexa EXC : om. T I est ilIum amplexa EX : ilIum amplexa est C

212

J.-D. KAESTLI

29. (DNM 5,2) Sicque de mutua uisione sua leti, ut in sermone


beati leronimi inuenitur, et prolis promissecertitudine securidebitag humilium exaltatori graciasegerunt. (DNM 5,3)ltaque adorato domino domum suam regressi diuinum promissum certi et
5 hilares expectabant.
30. lsta sunt, 0 nos sponseChristi, que in libello uestro de beata et
gloriosa Anna matre genitricis Christi inuenimus.Cetera nero que
secuntur sunt de natiuitate et educatumatris domini et de natiuitate domini nostri lesu Christi, cui gloria, quedampretermittimus
5 quoniam ea ut prediximus a beato Jeronimo digesta inuenimus.
3L Ergo mulieres sancteuirgines et uidue Christi spongediem festurn agentescelebremus sollempnitatem beate Anne, nuptarum
sacratissime,inter steriles glorificate, matrum beatissime,hymno
psalmi uiduarum resonent [uide lectiones] et melodie uirginum
5 concrepent. Omnes ergo gratulemur in domino, matri dei genitricis famulantes cuing protegamur subsidio.

29

1-3 Sicquede
DNM 5,3

egerunt DNM 5,2 3-5 Itaque

expectabant

29
1 Sicque-IetiEX(N)C
:letideuisionemutuaT
I SicqueXNC :Si
que E I sua EX : om. N(T)C I leti EX(T)C : letificati N I 1-2
utin-inueniturEX:om.NTC
I 2 etEXN:etiamT
omC I 23 prolis -egerunt : de prole promissadeo gratiasagentesN I 2 certitudine EXC : om. T I 3 exaltatori XT : exaltari E saluatori C I
egerunt EXC : reddiderunt T I ab Itaque adorato usquead cognitio
(32,5) om. C I Itaque EXT : om. N I 4 domum suam [suam om.
71 regressiEXT : om. N I 4-5 diuinum -expectabant EXT : cum
certitudine diuinum promissum hilariter expectantes N I 4 diuinum
XNT : domini (uel donum?) E I 4-5 certi et hilares EX : hylares T
30
1-5 Ista -inuenimus om. N I 1 Ista -que T : Isti stint ouessponse Christi qui EX I uestro EX : nostro T I 1-2 de beata -inuenintus EX : de concepcionebeatissimeuirginis Marie inuenimus annotata T I 2-5 Cetera -digesta inuen. EX : De natiuitate autem et
educatu ipsiusuirginis alibi plenius stint digesta T I 5 inuenintus E :
inuenerimus X

31
1-6 Ergo -subsidio EX : Omnesergo gratulemur in domino T Omnes
igitur in domino gratulemur et pie matris genitricis Christi mane in huius
solennitatis tante annua reuolutione famulentes eius auxilio deuotis pre-

ROMELlEPOSTULAnS

213

32. Exultate in tanta domina uirgines corde letabundo; uirgineum


enim uellus hec edidit mundo in quod unda diuinitatis totam se
infudit elapsu placido. Exultate et uos uidue in tanta matrona;
affectu pio Mariam hec peperit que dominatur mundo, per quam
5 uiduis est facta salutis cognitio. Exultet igitur mundus uniuersus
in tanto subsidio.
33. Ex ea namque prodiit uirgo, in qua uerbum factum est caro,
quod expressumcrucis patibulo terris salutem dedit, et humanis
mentibus gratiam prestitit, pacem quoque et concordiam inter
homines et angelosconstituit.
34.Idcirco letamini, dilectissime,letamini, inquam, et laudatedeum
in hac celebri festiuitate et sacrosanctacelebritate matris genitricis domini nostri Iesu Christi qui cum patTeet spiritu sancto uiuit
et regnal deus, per omnia seculaseculorum. Amen.

cibus protegi requiramus Nil


E : sanctissimamX

Ergo X : Et E

3 sacratissime

32
1-6 Exultate -subsidio EX : om. NT I 2 hec E : hoc X I 3 placido X : placita E I 4 hec E : hoc X I 5 mundus uniuersus EX :
uniuersusmundus C I 6 ab in tanto usquead laudate deum (34,1)om. C
33
1-4 Ex ea -constituit om. T I 1 prodiit uirgo EX : uirgo processit
N I uerbum EX : om. N I factum estcaro EX : caro f. estN I 2
terns EX : in terris N I salutem dedit EX : pacem adtulit N I et
EX : om. N I 3 gratiam prestitit EX : progr. gentibus fidem dilatauit
N I 3-4 pacem -constituit EX : hominum quoque et angelorum
fidus amorem imperpetuum reconciliauit N

34

1-4 Idcirco -Amen


EX(C) : de tam celebri festiuitate concepcionis
Marie matris domini nostri Iesu Christi cum quo uiuit et regnat per omnia
secula seculorum amen T (cf 31,1-6) Eodem prestante Iesu Christo qui
cum patTeet spiritu sancto uiuit et regnat in seculaseculorum amen N (cf
33,3-4) I 1 dilectissime E : dilectissimi X I alt.letamini E : om. X
I 2 matrisgenitricis X : genitricisE beateAnne matrisC I 3 patTe
EX : cleopatTeC I 4 omnia secula seculorum EX : infinita seculaC

214

J.-D. KAESTLI

TRADUcnON

Sur sainte Anne, mere de Marie


1. Vous demandez,fines de Jerusalem14,vous demandez,soeurs
bien-aimees,au cason d'aventure je trouverais quelque part dans
desouvragesgrecsquelque choseau sujetde la sainte et tres bienheureuseAnne, mere de la theodoque15-c'est-a-dire de la mere
de Dieu -que je Ie publie en langue latine pour sa gloire et sa
louange.Mais je crois tres inconvenantque soit exposeen un style
aussicommun et meprisable16ce qu'on petit trouver a propos de
la mere de la reine du monde, a propos de la mere de la mere17du
Dieu tout-puissant.
2. Aussi, ()saintesfemmes,viergesdu Christ, votre saintetene doitelle pasme blamer sije n'ai pasaccedetout de suite a votre requete et sije n'ai pas traduit rapidement en langue latine Ie petit livre
grec, objet de votre demande, qui est tombe entre vos mains par
la providence de Dieu. ]'avoue en effet que je ne suis nullement

14. Cette apostrophe signale d'emblee que l'auteur s'adresse a un auditoire de moniales. Elle reflete leg occurences caracteristique de filiae Jerusalem dans Ie Cantique des Cantiques, seullivre vetero-testamentaire a
utiliser l'expression au pluriel et au vocatif (Cant. 1,5; 2,7; 3,5; 5,8; 5,16;
8,4; ct. 3.10-11). Dans la ligne de l'interpretation symbolique du Cantique,
cette appellation des amies de l'epouse a facilement pu etre attribuee aUK
religieuses en tant qu' epouses du Christ (cf. 3,7; 30,1; 31,1).
15. L'emploi de cette transcription de l'adjectif grec 8EOOOXOS-,
qui reCtQit
Dieu , repete a quatre reprises au genitif (1,3; 3,4; 6,2; 6,5), est etonnant.
Dans Ie Dictionnaire latin-frant;ais des auteurs chretiens d' A. BLAISE (Thrnhout 1954, p. 816), theodoc(h)a n'est pas signale comme titre designant la
Vierge (contrairement a theotocos, transcription du grec 8EOT6KOS-);
seul
est mentionne l'adjectif theodochos (phonetiquement tres proche de theolOCOS),qualifiant par exemple la chair du Christ ou leg saints en tant que
temples de Dieu. Avons-nous affaire a tine simple variante orthographique
de theotocos, mere de Dieu (d au lieu de t)? L'emploi de l'adjectifsubstantive suggere plutot que l'auteur connait et reprend ici l'application a
la Vierge du terme grec 8EO86xoS".
16. Suivant un motif conventionnel, l'auteur souligne son insuffisance personnelle, en tant qu'ecrivain ou que traducteur. On pourrait aussi comprendre stilus au gens de langue (BLAISE, S.v., 5); mais il serait etonnant qu'un jugement aussi pejoratif gait porte sur la langue latine.
17. En fran<;ais, il est difficile de rendre par deux substantifs differents
mater et genitrix dei (voir aussi 5,1 ; 30,2; 31,5; 34,2); Anne est la mere
de celIe qui enfanta Dieu (ou: Ie Christ) .

HOMELIE POSTULATIS

215

digne d'6crire en regard de la grandeur du sujet, et que je ne suis


pas a la hauteur de la traduction d'un si grand objet.
3. Cependant,puisque vous me pressezd'accedera votre requete,
me fiant davantagea votre sainte priere qu'a la capacitede notre
savoir,j'ai entrepris de faire ce que vous demandezdans la mesure de mes forces, tout en laissantde cote Ie long et incomparable
traite sur l'education de la theodoque et sur la naissancede notre
SeigneurJesus-Christ,que Ie bienheureux Jerome a publie sons
une forme belle et ramassee18.
C'est pourquoi, 0 saintesfemmes,
vierges et veuves,epousesdu Christ, elevezleg mains avecMoIse
en exposant votre propos, pour que l'accomplissementde votre
requete, la tache une fois surmontee, soit Ie fruit de vos prieres.
4. Car Ie sujet dont nous traitons est un sujet sublime, un sujet
illustre, un sujetdigne de toutes leglouanges.Cette femme en effet
est Ie bon arbre, d'ou un rameau est sorti et a fleuri de lui-meme,
divinement. Elle est la terre sainte, qui a produit un buisson qui
sembleetre en feu tout en demeurant non consume.Elle estIe ciel
tres eleve, d'ou est sortie l'etoile de la mer a son lever. Elle est la
sterilite fertile et la simplicite sainte, qui a enfante celIe qui dans
Ie Temple rut souventvisitee par les angeset qui en ce meme lieu
(fut traitee) par eux comme une colombe domestique19,au sujet
de laquelle Salomon difo: Leve-toi, hate-toi, mon arnie, ma
colombe, ma belle, etviens! Elle estla racine qui doit etre cultivee, d'ou est sorti Ie rameau dont (parle) Esare21:Un rameau
sortira de la racine de Jesse,et une fleur s'elevera de sa racine, et
sur lui reposera l'Esprit du Seigneur,Esprit de sagesseet d'intelligence, Esprit de conseil et de vaillance, Esprit de science et de
piete; et sur lui reposera l'Esprit de la crainte du Seigneur.Elle
estcelIe qui estbenie parmi les femmes et bienheureuseparmi les
meres22.Car c'est a partir d'elle que s'est mis a briller pour Ie

18. EX: sous une forme belle et brillante . La Ie~n retenue s'eciaire a
la Iumiere du 30: si l'auteur de I'homelie laisse de cOteIe long et incomparable fecit du libel/us (Ie Protevangile de Jacques) sur la naissance et
l'education de la Vierge et sur Ia naissance de Jesus, c'est parce que son
contenu se trouve sous une forme ramassee dans l'ouvrage edite par Jerome (Ie De Nativitate Mariae).
19. Rita Beyers juge dure Ia construction de la phrase et se demande s'il
ne faudrait pas corriger domesticam en domesticatam.
20. Cant. 2,10.
21. Es.ll,1-3a.
22. J'adopte la lec;:oninter matres qui se trouve dans Ie manuscrit de Zwettl
10 (Z) et dans Ie texte de la Legenda aurea edite par Th. Graesse.

216

J.-D. KAESTLI

monde Ie temple du Seigneur, Ie sanctuaire de l'Esprit saint, la


mere de Dieu.
5. C'est donc a juste titre que la mere de la tres pieuse23mere de
Dieu, dont tOllSensemblenous celebronsla fete, estappeleeAnne,
c'est-a-dire grace de Dieu , elle qui estpleine de grace,heureuse et tres digne de toutes les1ouanges.C'est d'elle en effet qu'a ete
prise cette terre d'ou a surgi la verite, dont (parle) David24: La
verite a surgi de la terre . C'est a partir d'elle qu'a ete faCtnnee
la cle de David25,grace a laquelle la porte du paradis a ete ouverte a nouveau pour tOllS.C'est d'elle qu'est nee la plenitude de la
grace,la glorieuse et toujours vierge Marie, qui aux cieux a donne
la gloire, aux terres a apporte Dieu et a rendu la paix, qui aux
nations a prodigue la foi, aux vices a mis un terme, qui a donne
pour la vie one regIe (et) pour leg moeurs one discipline.
6. Pourquoi faisons-nouscette enumeration? De fait, pour confesser la verite, tout ce que nons pouvons dire est trap pen de chose
par rapport a la louange de la bienheureuse et glorieuse mere de
la theodoque. Et pourtant, bien qu'indignes de son intercession
glorieuse et de sa protection venerable, en celebrant Ie Christ par
Ie coeur et l'ame, chantons en cette fete sacreela gloire d' Anne,
la mere eminente de la theodoque26,en passant en revue a son
sujet, non ce qui a ete invente par n'importe qui, mais ce qui a ete
rapporte par les saints Peres et que nous avons trouve chez eux.
7. Ainsi, on lit dans les histoires des douze tribus d'!srael, comme
l'affirme Jacques,l'eveque de Jerusalem,que la famille de la bienheureuseAnne etait de Bethleem27.Nous croyons que cela n'est
pas arrive par hasard, mais par une disposition de la providence
divine. En effet, puisque Bethleem signifie maison du pain , il

23. EX rattachent deuotissimea celebramus : dont tous ensemblenous


celebrons tres pieusementla fete .
24. Ps. 85,12.
25. Cf. Apoc. 3,7 (s. 22,22).
26. Traduction de la le<;onde EX (om. uenerando; confidentes,om. gloriam) : Et pourtant, bien qu'indignes de son intercessionglorieuse et de
sa protection, chantons Ie Christ, pIeins de confiance dans Ie coeur et
l'ame, en cette fete sacree d' Anne, la mere eminente de la theodoque.
27. A partir d'ici et jusqu'au 29, l'auteur puisera alternativement dans
Ie Protevangilede Jacqueset dans Ie De Nativitate Mariae (cesemprunts
sont identifies dans l'apparat figurant au-dessousdu texte latin). A plusieursreprises,il signale explicitement sonpassaged'une sourcea l'autre
(voir 11,1; 12,2-3; 18,2; 18,12;22,1 ; 29,1-2).

HOMELIE POSTULAllS

217

convenait que celle qui etait de Bethleem par sa famille etablisse


definitivement une telle signification. C'est pourquoi, ainsi que
Dieu l'a voulu, la bienheureuse et glorieuse Anne a donne naissaucea une semenceillustre qui, sonsla conduite de I 'Esprit saint,
a produit a Bethleem une graine, laquelle estdevenueIe pain des
anges,la vie des hommes et la resurrection des morts.
8. De fait, par la providence de la gracedivine, elle a eu pour mari
Joachim28,
doni la maisonetait de Galilee et de Nazareth.II convenait en effet que celIe qui avait ete choisie d'avance a causede sa
purete se procurat tine preparation, (elle qui est) la grace divine
doni devait nanre la chastetevirginale, par l'enfantement de qui
devait sortir et se lever la Sagessede Dieu. Cela aussinonsindique
quel en a ete Ie dessein.En effet, Nazareth se traduit par purete et Joachim par preparation du Seigneur; Anne, comme on
l'a deja dit, (signifie) sa grace29.C'est d'eux, a Nazareth, que
devait nanre, selon la prophetie de l'ange, la vierge Marie de qui
estissu,sanssemencevirile et avecla cooperationde l'Esprit saint,
Ie Fils et la Sagessede Dieu.
9. On lit donc, dans l'histoire precedemmentmentionnee, que la
vie de Joachim et d' Anne etait simple et droite devantDieu, irreprochable et charitable aupres des hommes.
10. En effet, comme ilsetaient riches et tres fortunes, its presentaient a Dieu des offrandes a double, en disant: Ce qui est en
surabondancesera pour tout Ie peuple, et ce qui releve de notre
salut (sera) pour Dieu, a titre de rachat en notre faveur.

28. Cette traduction correspond a la le~on (non retenue) de EXY (cf.


NCM), mais elle est aussicompatible avec la lectio difficilior de QU, a
condition d'attribuer a l'auteur une hyperbate peu commune.Autre traduction possible, si l'on rattache Ie genitif diuine gratie a uirum: Par la
providence, elle a re~u en Joachim un mari (provenant) de la grace divine.
29. L'interpretation de Joachim et d'Anne presupposeune connaissance
de la forme hebraique de cesnoms et provient sansdoute, plus ou moins
directement, du Liber interpretationis hebraicorum nominum de Jerome
(ed. P.de LagardedansCCSL 72). PourAnne (de l'hebreu hannah,pitie ,
grace), Jerome donne Anna gratia eius(CCSL 72,p. 139,4).Pour Joachim (de l'hebreu Yehoyaqim,Yah met debout), on trouve chezlui Ioacim domini ressurectiouel domini suscitatiosiue qui estconsurgens(CCSL
72, p.116,10-11),ce qui est assezproche du domini paratusde notre texte.
L'equivalence entre Nazareth et la purete se trouve egalementchezJerOme, parmi d'autres interpretations: Nazareth flos aut uirgultum eius uel
munditiae aut separataaut custodita(CCSL 72,p. 137,24-25).

218

J.-D. KAESTLI

11. C'est ce que Ie bienheureux Jerome expose de maniere plus


explicite en disant qu' ils divisaient tout leur bien en trois parties: ils consacraient une part au Temple et aux serviteurs du
Temple; ils en donnaient une autre aux pauvres et auxpelerins; la
troisieme, ils la reservaientpour eux-memeset pour les besoinsde
leur domesticite.
12. Or il advint, comme approchaitIe grand jour du Seigneur,c'esta-dire la fete de la Dedicace, que Ruben -que Jerome appelle
Isachar -qui alors etait chef des pretres, vit Joachim apportant
son offrande parmi sesconcitoyens; ille meprisa et repoussases
offrandes en disant: C'est chose indigne, Joachim, que tu presentesdes offrandes aDieu, puisque tu n'as pas produit de descendanceen Israel, alors que l'Ecriture dit: "Maudite toute descendance qui n'aura pas laisse de descendanceen Israel30".En
eifel, leur mariage etait alors sterile, parce qu'il etait saint et chaste, sans espoir de posterite, et il affirmait qu'un (mariage) sterile
etait indigne.
13. Joachim donc etait afflige et triste, du fait qu'il etait Ie seul
membre du peuple des douze tribus (a etre frappe) d'un tel
reproche de deshonneur31;et penetre d'une grande bonte, it se
retira en se lamentant et en disant dans sa lamentation: Suis-je
moi Ie seul a etre maudit faute de laisser une descendance en
Israel? n se souvenaiten effet du managed' Abraham et de Sara,
a qui Dieu en leurs demiers jours avait donne Isaac.
14. Joachim donc, bouleverse de la sorte, ne voulut meme pas
retourner chez lui a causede (son) sentiment de honte. Mais sur
Ie champ, honteux et triste, il seretira dansIe desert; et la, it resolut de jeftner, de ne plus plus prendre ni nourriture ni boisson,mais
en lieu et place de cela de se consacrersanscessea la priere, jusqu'a ce que Ie Seigneurl'eftt visite.

30. La parole citeeexprime line idee familiere a l' Ancien Testament,mais


ne s'y rencontre nulle part SOliScette forme. En revanche,elle est mentionnee plusieursfois comme parole d'Ecriture dans la litterature patristique; elle est notamment rapportee par Origene : Maudit soit celui qui
n'aura pas laissede descendanceen Israel (Horn. in Gen. 11,1 et Horn.
in Ezech. 4,1), et egalementconnue de Jerome, Augustin et Quodvultdeus; voir a ce sujet l'appendice de L. DOUTRELEAU,
Origene.Homilies
sur la Genese(SC 7 bis), Paris 1976,p. 395-397,et la notice de Neil ADKIN
dans RevueBenedictine93 (1983),p.123-125.
31. La le~on unusde populo, attestee par QUYXN, s'accordeavecIe fait
que Joachim se demande sitot apres s'il est Ie seul a etre maudit .

ROMELlE POSTULAllS

219

15.Anne, tres celebreentre les femmespar sonhonneteteet sa


saintete,lorsqu'elle apprit cela,ferma sa maisonavectristesse,
revetitdeshabitsde deuil et pleurajour et nuit en selamentant.
16. Cela fait, comme Ie jour de fete approchait, Uthen sa servante Villi a elle en disant : Jusquesa quand, maitresse,humilierastu ton ame? Habille-toi, fille d'!srael, et rejouis-toi! En effet, il
n' estpas permis de pleurer puisque Ie grand jour du Seigneurest
la.
17. En reponse Anne lui dit: Tais-toi, Uthen, tais-toi, et retiretoi en silence! Ou est donc ma consolation? Pourquoi s'est-elle
eloignee? C'est avec excesque Dieu a humilie man ame. Alors
Uthen s'indigna et dit: Pourquoi fais-tu retomber sur moi ta douleur et ta colere? Qui a peche,puisque Ie Seigneurt'a fermee par
la sterilite?
18. Elle lui fit ce reproche parce qu'elle ignorait que, quand Dieu
ferme Ie ventre d'une femme , comme dit Ie bienheureux Jerome, ille fait afin de l'ouvrir a nouveau de fa~on plus merveilleuse et pour que l'on reconnaisse que ce qui nan n'est pas Ie fruit du
desir charnel, mais un don divino Car Sara fut infeconde jusqu'a sa
quatre-vingtieme annee, et pourtant, dans une vieillesse avancee,
elle mit au monde Isaac, a qui avait ete promise la benediction de
toutes leg nations. De me-me Rachel, si agreableau Seigneur, tant
aimee de saint Jacob, Testa longtemps sterile, et pourtant elle mit
au monde Joseph, qui fut non seulement Ie seigneur de l'Egypte,
mais aussi Ie liberateur de tIes nombreuses nations menacees de
mourir de faim. Qui parmi leg chefs fut plus fort que Samson ou
plus saint que Samuel? Et tous deux, ils ont eu des meres steriles.
En effet , comme Ie dit notre me-me docteur, les conceptions
longtemps differees et leg naissances steriles sont d'habitude
meilleures32.

19. Ainsi Anne, frappee de chagrin en son for interieur, a causedu


reproche de deshonneurprofere par la servante, descenditseule
dans son jardin en raison de son excesde chagrin, afin de verser
deslarmesplus librement et de pouvoir se lamenter en versantdes

32. La le~on de YT, plus merveilleuses (mirabiliores), s'accorde avec


Ie texte du De Nativitate Mariae et estpeut-etre primitive. Dans ce cas,la
le~on meliores devrait etre consideree comme tine faute conjonctive,
remontant 11un ancetrecommun 11Q et 11EX, ou comme un simple accord
fortuit.

J.-D.

220

KAESnI

larmes. Or tandis que la sainte femme se trouvait au milieu des


arbres, elle pleura en se lament ant amerement; les yeux et les
mains tendus veTSIe ciel, elle ne detachapas son esprit desprieres,
en disant : Benis-moi, Seigneur Dieu de mes peres, et exaucemoi, comme tu as exauce et beni Sara,a qui tu as donne pour fils
Isaac.
20. La priere une fois achevee,elle commen~ it verser deslarmes
tres ameres, et versant des larmes, elle pronon~a la lamentation
que voici: Helas pour moi, quel pere m'a engendree et quelle
mere m'a enfantee? Car je suis maudite parmi leg filles d'Israel,
de sorte que leg fils d'Israel se raillent de moi et me chassentdu
Temple du Seigneur man Dieu. Helas pour moi, Seigneur man
Dieu! Helas pour moi, pourquoi suis-jeinfeconde? pourquoi suisje inutile? pourquoi suis-je Vallee it la malediction? Est-ce qu'en
fait leg fruits de la terre, et leg produits de la terre et de l'eau, te
louent et te benissent?
21. Alors qu' Anne se lamentait ainsi, voici qu'un ange du Seigneur
lui apparut en disant: Anne, Anne, Ie Seigneura entenduta voix
et ta priere. Voici que tu concevraset enfanteras,et la renommee
de ta descendancese repandra sur toute la terre. Anne, reconfortee et rejouie, repondit en disant: (Aussi vrai que) Ie Seigneur
man Dieu vit, quel que soit l'enfant que je mettrai au monde, gar~on ou fille, je l'offrirai au Seigneurman Dieu, et il sera au service de Dieu taus les jours de sa vie.
22.11dit (cela) et it en fut ainsi33.Voici egalement,comme Ie rapporte Ie bienheureux Jerome, ce que l'ange du Seigneura predit,
en s'adressantainsi a la bienheureuseAnne: "Anne, qui esbenie
entre les femmes mariees, je t'annonce qu'il te naftra tine fille,
appeleeMarie et remplie de la gracede Dieu dessanaissance,qui
sera benie plus que toutes les femmes.
23. Apres les trois anneesde son allaitement, elle sera consacree
au service du Seigneur et ne s'eloignera pas du Temple jusqu'a
l'age de raison. La, servant Dieu nuit et jour par les jeftnes et les
prieres, elle s'abstiendra de tout ce qui est impur. Elle ne connaitra jamais d'homme, mais seule,sansexemple,sanssouillure, sans
,corruption, sansunion avec un homme, vierge elle engendrera un

33. On pourrait aussitraduire Elle dit (cela) . Mais il me sembleque Ie


il en Cutainsi se rapporte a l'accomplissmentde la prediction de l'ange plutot qu'a celui du voeu d'Anne.

ROMELlE paSTULA TIS

221

fils, servante elle engendreraIe Seigneur,destineea etre rachetee


elle engendreraIe redempteur et Ie sauveurdu monde.
24. Uve-toi donc et monte a Jerusalem; et quand tu arriveras ala
porte que l'on appelle doree parce qu'elle est ornee d'or, la, en
maniere de signe, tu rencontreras ton marl, pour Ie salut duquel
tu es pleine d'inquietude."
25. Surres entrefaites,voici que deux hommesen vetementsblancs
(se timent) a cote d'elle, qui dirent encore: Anne, heureuse estu, voici que Joachim arrive avecsesbergers. En effet, un ange du
Seigneur est descenduvers lui et lui a dit : "Le Seigneura entendu ta priere. Approche et offre un sacrifice. Car voici qu' Anne ta
femme concevra et enfantera."
26. Joachim appela donc sesbergers en disant: Apportez-moi
desagneauxsanstache, dix agneletsqui serontpour mon Seigneur;
et amenez-moidouze veauxtendres, qui seront pour les pretres et
Ie sacrifice; et cent brebis, car celles-ci seront pour tout Ie peuple
en raftage.
27. Remarquez,bien-aimees,la preparation du sacrifice, observez
Ie mystere. En effet, la preparation d'une triple variete d'animaux,
destines a des offrandes differentes et preleves de la bergerie de
Joachim Ie juste, signifie que cet enclos merveilleux devait etre
prepare par Ie mariage de la bienheureuseet glorieuseAnne et du
meme Joachim Ie juste, dans une etreinte chaste et pudique. De
cet enclos devait etre preleve l'agneau, l'agnelet sanstache, qui
oterait leg peches du monde34et accomplirait la loi du decalogue.
Par la providence et la volonte de celui-ci, leg douze apotres qui
intercedent pour legpechesdeshommesa leur place,tels legveaux
offerts pour obtenir la purification du peuple, seront (offerts) en
sacrifice pour l'expiation divine, eux qui seront livres, flagelles,
conduits devant leg rois et leg gouvemeurs35,parce qu'ils proclament celli qui a porte sur sesepaulesla centieme brebis, perdue
puis retrouvee36.Car sa souverainete est sur son epaule37.
28. Joachim descenditdonc avecsesbergers.Anne, se tenant a la
porte deja mentionnee, seton la prediction de l'ange, vit arriver

34.cr. In 1,29.
35. a. Mt 10,17-18.
36. cr. Mt 18,12-13;Lc 15,4-6.
37. Es. 9,5.

222

J.-D. KAESnI

Joachim. Courant alors au devant de lui, elle l'embrassa d'une


etreinte pudique.
29. Rejouis ainsi par leursretrouvailles, commecela setrouve dans
Ie sermon du bienheureux Jerome, et apaisespar la certitude de
la posterite promise, ils rendirent dfiment gracesa celui qui eleve
leg humbles. Ensuite, apres avoir adore Ie Seigneur,ils retoumerent dans leur maison et se mirent a attendre la promessedivine,
remplis d'assuranceet d'allegresse.
30. Telles sont, 0 vous epousesdu Christ, les chosesque nons trouvons dansvotre petit livre, au sujet de la bienheureuseet glorieuse Anne, mere de la mere du Christ. Les autres chosesqui viennent a la suite traitent de la naissanceet de l'education de la mere
du Seigneur, et de la naissancede notre SeigneurJesus-Christ,a
qui soit la gloire : nons les laissonsde cote puisque, comme nons
l'avons dit plus haut38,nons les trouvons racontees par Ie bienheureux Jerome.
31. Ainsi donc, saintes femmes, vierges et veuves, epouses du
Christ, observant ce jour solennel, celebrons la fete de la bienheureuse Anne, la plus sainte des femmes mariees, celIe qui a ete
glorifiee d'entre les steriles, la plus heureuse des meres; qu'en guise
d'hymne resonnent les cantiques des veuves39 et retentissent les
melodies des vierges. Rejouissons-nous donctous dans Ie Seigneur,
en nous mettant au service de la mere de la mere de Dieu, par Ie
secours de qui puissions-nous etre proteges!

32. Exultez d'un coeur plein de joie, VallSlesvierges,au sujetd'une


si grande mm"tresse;car c'est elle qui a produit pour Ie monde la
toison virginale sur laquelle Ie flat de la divinite s'estdeversetout
entier en un paisible ecoulement. Exultez VallSaussi,les veuves,
au sujet d'une telle femme mariee; c'est elle qui par un sentiment
pieux a enfante Marie, qui regne sur Ie monde (et) par laquelle la

38. Voir 3. Quedampretermittimus fait difficulte par rapport a la phrase preredente si Pon traduit Nous en laissonsde cote certaines: pourquoi I'auteur, apres avoir mentionne les autres chosesqui se trouvent
dans la suite du petit livre , affirme-t-il qu'il en omet certaines? II
semble donc preferable de comprendre ici quedamcomme un relatif de

liaison.
39. La gloseuide lectionesrenvoie a I'un deshymnesliturgiques qui entrecoupent Phomelie et qui font corps avecelle dansI'office de sainte Anne
transmis par E et X.

ROMELlE POSTULAllS

223

connaissancedu saint estparvenueauxveuves.Que ie monde


entierexultedonc au sujetd'un si grandsecours.
33. C'est d'elle en effet qu'est issuela vierge en qui Ie Verbe a ete
fait chair, lui qui apres avoir ete humilie par Ie supplice de la croix,
a donne Ie salut aux terres habitees,a procure la grace aux esprits
humains, et a aussietabli la paix et la concorde parmi leg hommes
et leg anges.
34. Rejouissez-vousdonc, bien-aimees,rejouissez-vous,dis-je, et
louez Dieu a l'occasion de celie festivite si illustre et de celie ires
sainte fete de la mere de la mere de noire SeigneurJesus-Christ,
lequel vit et regne comme Dieu avecIe Pere et l'Esprit saint, pour
tOllSles sieclesdes siecles.Amen.

Robert FAERBER

Universitede Strasbourg

L'ERMITE DE THEBES
ETLEDIABLE
La legendede l'ermite de Thebeset du diable est une composition originale anglaisedu debut du IXe siecle,baseesur les recits d'ermites de la
Thebai"de,tout a fait dans le style des homeliesparenetiquessi courantes
dans l'Angleterre du haul Moyen Age. Un diable estforce par un ermite de
devoiler les affres de l'enfer et,etant un ange dechu,de decrire lesjoies
du paradis. L'auteur seserf d'un certainnombre de clichestires en grande
partie de sourcesapocryphestypiquementhibemo-anglaisessur les visions
eschatologiquesde l'au-dela -La Visio Pauli, par exemple-et en fait des
scenarios hypothetiques tout a fait originaux. La legendesembleavoir
ete bien connue aux X-Xle sieclesen Angleterre,puisque toute une serie
d'homelies en utilisent deselements.
The legend is an original English composition written in the IXth century, based on the tales of the Desert hermits, and quite in line with the eschatological parenetic homiletic literature of the time. A devil is forced by a
hermit to tell him about the terrors of hell and, being a fallen angel , also
of the joys of heaven. He does so by using a number of cliches drawn from
Hibemo- English sources about the eschatological visions of the Other world
-the Visio Pauli for instance -and by setting the elements of these visions
into a number of quite original hypothetical scenarios. The legend was
rather popular in England during the X-Xlth centuries, since quite a number of homelies used the one or the other of these scenarios.

A en juger par Ie nombre de referencesqui sont faites a la legende de l'ermite de Thebes et du diable dansles textes homiletiques
desXe et XIe siecles,elle sembleavoir ete tres populaire en Angleterre a cette epoque. Par sonstyle et sescomposantes,elle sesitue
tres nettement dans la tradition de la litterature apocryphe.
Elle se trouve en tant que texte suivi dans Ie ms. Cotton Tiberius A iii, fols 87-88, de la British Library, un manuscrit du XIe
siecle. Un bref condensesetrouve dansIe ms. Corpus Christi College303 de Cambridgepage202, un manuscrit du Xlle siecle.Certaines parties ant ete incorporees dans des sermons,sous forme
de citations explicites ou librement, sansmention de leur origine :

Apocrypha 9, 1998,p. 225-261

226

R. FAERBER

Bodleian 115, tots 140-147, manuscrit du XIe siecle1


Vercelli Homily IX, premiere moitie du Xe siecle2
Bodleian 340, tots. 35-40, manuscrit du debut du XIe
siecle; il s'agit d'une autre version de Vercelli IX
Bodleian Junius 99, tots. 70-73 (Napier XXX)3
Corpus Christi CollegeCambridge419,p. 38 (Napier xliii)
et dans une homelie perdue de Cotton Otho Bxx de la
British Library4
Le texte de Cotton Tiberius a ete publie une premiere fois par
J. M. KEMBLE5,
et repris par A. R. VONVINCENTI
dans son edition
du meme texte6-parce que les deux auteurs croyaient qu'il y avait
une relation entre la legende et les dialoguesde Salomonet Saturne7.Le texte edite parJ. M. KEMBLEetant defectueux,F.C. ROBINSONa etabli un texte plus exact selon Ie manuscrit et en tenant
compte des fragments utilises dans les homelies8.
Le manuscrit Cotton Tiberius A iii contient surtout des textes
latins glosesen vieil-anglais, deux traductions en angiais,une partie des Synonymesd'!sidore et deux textes d' Alcuin, quelques
textes de penitence et six textes homiletiques, dont notre legende.
Les textes sont ecrits dans une belle ecriture, reguliere et bien
lisible. Les caracteristiqueslinguistiques -graphie et phonologie
-sont celles du dialecte du Kent du XIe siecle.L'homelie qui precede immediatement9 a les memes traits linguistiques; les deux
textes proviennent probablement d'une meme source originaire

1. Publiee dans D. D. SCRAGG,


The Vercelli Homilies and related Texts
(Early English Texts Society,300), Londres, 1992.
2. Publiee dans M. FORSTER,
Die Vercelli Codex CXVII nebst Abdruck
einiger alt-englischenHomilien der Handschrift (Studien zur englischen
Philologie, 50), Halle, 1913; dans D. G. SCRAGG,
Op. cit.; dans CH. D.
WRIGHT,The Irish Tradition in Old English Literature, Cambridge, 1983,
en annexe,one traduction en angiais modeme.
3. A. NAPIER,Wulfstan(Sammlungder ihm zugeschriebenenHomilien, I),
Berlin, 1883.
4. Cf. N. R. KERR, Catalogueof Manuscripts containing Anglo-Saxon,
Oxford, 1957,p. 226.
5. The Dialogue of Solomon and Saturn,Londres, 1848,p. 84-86.
6. Die altenglische Dialoge von Salomon und Saturn, Leipzig, 1904, p. 103105.

7. Cf. R. FAERBER,
Salomon et Saturne(Apocryphes, 6), Tumhout, 1995.
8. The Devil's Account of the Next World , Neuphilologische Mitteilungen73 (1972),p. 362-268.
9. A. NAPIER,Op. cit.,homelie lxiv; c'estone autre versionde Napier xliii,
mais elle ne contient pas l'extrait de la legende.

L'ERMITE DE THEBES ET LE DIABLE

227

du sud-est de l' Angleterre. Certains elements indiquent que la


source premiere est d'une autre aire dialectale1. Le texte du
manuscrita ete relu par un correcteur qui a apporte quelquespetits
amendements,mais n'a pas tenu compte de plusieurs lacunesevidentes dues a l'inattention du scribe11.

I. Traductiou de la legeude
Nous presentonsci-dessousune traduction du texte de Cotton
Tiberius; nous y avons insert trois passagespuisesdansdeshomelies qui les citent comme extraits de la legende et qui ne figurent
pas dans Cotton Tiberius. Nous presentons egalementla traduction de CCCC 303, qui estune sorte d'extrait -inedit -non incorpore dans une homelie12.
1. L' ermite de Thebeset Ie diable3
(I) 11arriva qu'un ermite, avec l'aide de la puissancede Dieu,
captura un diable; c'etait un ermite de la Thebalde, un saint
homme, menant une vie sainte par la puissancedivine. Alors l'ermite for~a Ie diable a lui decrire toutes les horreurs destourments
de l'enfer et les splendeursdu royaume des cieux.
[(la) Alors Ie diable dit a l'ermite: Alors meme que sept
hommes sur terre parleraient toutes les languesqui existent entre
les cieux et la terre et que chacun d'entre eux aurait la vie eternelle et que chacunaurait septtetes et chaquetete septlangueset
chaque langue une voix d'airain, ils ne pourraient enumerer tous
les maux de l'enfer.p4
(lb) Et Ie diable dit a l'ermite: Soit Ie plus grand arbre sur
terre, se dressantsur la plus haute falaise qui existe au monde, si

10.Cf. plus loin, la section sur les origines de Ia Iegende.


11.Cf. les notes dans la traduction.
12. Nous ajoutons en annexe un resume-commentaired'un des sermons
qui ont utilise des elementsde la Iegendedansune version tres proche de
celIe de notre texte, Hatton 115, ainsi que quelquesremarques sur Ie sermon Napier xliii.
13. C'est notre titre. Dans Ie manuscrit, Ie texte commenceimmediatement apres l'homelie qui precede par une tres grande majuscule ecrite
dans Ia marge: H (premiere lettre du mot hit ).
14. Ce paragraphe ne fait pas partie du texte de Cotton Tiberius,mais se
trouve dans une des homelies en tant que citation de ce qu'un diable dit
a un ermite. a. commentaire.

228

R. FAERBER

l'on attachaita cet arbre les pieds veTSIe haut un homme qui aurait
sejourne une seule nuit avecnons dansles tourments de l'enfer, et
si on Ie laissait pendu la tete veTSIe basjusqu'a ce que Ie sanglui
echappedes deux cotespar la bouche et par Ie nez, et si on Ie torturait alors avectausles maux et tons lestourments dont ant entendu parler les hommes depuis toujours, et si les flats de l'ocean en
bas s'ecrasaientcantle lui avectoutes les terreursque la mer apporte avec elle, il prefererait continuer a souffrir ainsi, meme si cela
devait durer encore mille hivers et les mille autres hivers du jugement dernier5, a condition de ne plus jamais retourner en enter .
(Ie) Et puis Ie diable dit au saint homme: Malheur aux
hommes qui devIant sejourneravecnons en enter.II y a des pleurs
sansconsolation, il y a l'esclavagesansliberte et l'affliction sans
joie, il y a une puanteur sanscesse,il yale fiel sansdouceur, il y a
la faim et la soif dansles tourments infernaux, on y entend plaintes
et lamentations, il y a desbasilics ardents16de la pile especeet des
dragons qui ne meurenp7jamais, il y a du soufre enflamme, nair,
inextinguible et il yale froid et Ie chand et la terreur et du venin
intolerable18,des grognements et des grondements,des pleurs et
desplaintes, la malice et Ie meurtre, la tourmente et la torture; et
plus personnene pent veniTau secanTS
de l'autre, il n'y a plus l'es-

15. Le passagen' estpas tres clair; un desmots est fort probablement tine
ratite scribale. Comme Ie texte de Hatton 115 contient ce meme passage,
nous avons choisi la version de Hatton 1154.
16. Le mot anglais dans Ie manuscrit est wyrmcyncg , qui petit etre
amende de deux fa~ns, soit en wyrmcynn - races de serpents ou
de dragons -soit en wyrmcynincg -roi des serpents ou dragons ; nous avons choisi cette demiere interpretation, car dans Ie Lambeth Psalter, Ie Psautier de Lambeth, Ie terme latin du Psaume 90, 13,
basilicus est rendu par weormcynna cyning , Ie roi de la race des
serpents. cr. F. C. ROBINSON,
OF. cit.,note23.
17. Le mot dans Ie manuscrit est sweortai' , qui ne semble pas exister;
c'est probablement tine erreur scribale pour swei'rai' , disparaitre,
s'evanouir.
18. La traduction correspond it l'amendement propose par F. C. ROBINSON,Op. cit., mais Ie texte du manuscrit pourrait etre interprete d'une
autre maniere, afin de maintenir Ie parallelisme de la sene N et N, N et
N, etc. Litteralement il dit ceci: Ie froid et Ie chaud et la terreur, Ie venin
et 'ofer gei'yld' ; il se petit qu'il manque apres chaud un autre nom
coordonne a terreur, et que ofer i'yld soit un nom, qui figure d'ailleurs
dans les dictonnaires de vieil-anglais,avec Ie sensde l'intolerable; on
aurait alors: Ie froid et Ie chaud, Ie... et la terreur, Ie venin et l'intolerabIe, etc , la coordination d'un nom concret et d'un nom abstrait dans
des listes de ce genre n'ayant lien d'exceptionnel.

L'ERMITE DE nlEBES ET LE DIABLE

229

time du roi ni leg faveurs du prince19;plus perganDene peut plus


adresserdeschantsde louange auSeigneur,a causedessouffrances
qui pesent sur lui .
(ld) Et puis Ie diable dit encore a l'ermite que la (portion de)
terre que la mer ne recouvre pasne serait avectoutes sesrichesses
[pas plus vaste que Ie septieme de toute la terre po, et pourtant sa
surface ne serait pas plus grande que celIe du vaste enfer. Et Ie
vaste ocean qui entoure la terre ferme est si immenseque toute la
terre ferme n'est en comparaisonpasplus grandeque la trace d'une
epingle sur une tablette de ciTe.
(Ie) Et puis Ie diable dit encore a l'ermite: Alors meme que
l'on enfermerait l'ocean dans une enceinte en fer et que l'on la
remplirait de feu jusqu'a la votlte celesteet que l'on placerait tout
autour des soufflets de forge si densesqu'ils se toucheraient l'un
l'autre et que l'on posterait a chaque soufflet un homme qui aurait
la force de Samson-ce Samsonqui aneantit leg Philistins et en
extermina leg princes et qui avait douze boucles de cheveux,chacune d'elle ayant la force de douze hommes -et que l'on poserait
un couvercle de fer au-dessusdu feu et que l'on rangerait des
hommes dessuset que chacund'eux aurait un marteau en main et
que Ie tout se mettrait a rugir1 et que leg marteaux se mettraient
a trapper sur Ie couvercle,malgre tout ce vacarme,l'ame qui aurait
ete en enfer une seule nuit ne pourrait se remettre de la terreur
qu'elle a enduree au point de ne pouvoir l'oublier meme une demijournee 22.
[(If) Le diable ne put dire a l'ermite combiende tourmentsattendent l'ame (en enfer); il (Ie diable) a cent tetes et chaque tete a
centyeux et chaqueoeil estplus ardentque Ie feu, et il a centmains
et chaque main a cent doigts et chaque doigt a cent angles et
chaque angle est aiguise et mord comme une vipere.]23

19. Le texte est ambigu. Les genitifs cyniges (weorl>ung>et ealdormannes (werl>nes) peuventetre interpretes commedesgenitifs objectifs :
it n'y a plus de respectpour Ie roi ni d'honneur rendu au prince . Notre
interpretation petit se justifier par reference a la tradition herolque selon
laquelle la perle de l'estime du chef est pour Ie sujet Ie pire des destins.
20. Ce bout de phrase ne se trouve pas dans Cotton Tiberius; it a ete supplee a partir du meme texte dans Hatton 115.
21. Dans Bodleian 340, it est precise: si on actionnait tOllSles soufflets
et faisait rugir Ie feu .
22. La syntaxe de ce passageest confuse; Hatton 115 est plus simple:
l'ame qui aurait ete en enfer line seule nuit ne se reveillerait pas a ce
vacarme tant elle aurait ete affligee et troublee (par cette nuit en enfer) .
23. Cf. note 13.

230

R.FAERBER

(Transition) Prenons donc conscience des tourments de l'enfer


tels que Ie diable les a decrits a l'ermite. Et de meme illui a parle
de la magnificence du royaume des cieux. Car il pouvait Ie faire
en connaissance de cause; n'etait-il pas une fois un ange brillant
de lumiere au ciel? Mais Ie Seigneur l'avait chasse du ciel a cause
de son arrogance et il a precipite Ie demon orgueilleux dans les
tourments de l'enfer, parce qu'il s'etait fait l'egal de Dieu et voulait se faire encore plus grand que lui. Aussi avait-il ete transforme en diable avec taus ses compagnons et taus ceux qui ant ete de
la conspiration ou qui ant suivi ses conseils. Ils ant taus perdu la
splendeur angelique et sont devenus des diables et ant ete precirites dans les abfmes de l'enfer; taus ensemble ils y ant sombre.
C'est pourquoi chaque diable sait tres bien ce que c'est que d'etre
aux cieux avec Ie Christ et dans la felicite etemelle. Heureux dans
ce monde celui qui pourra sejoumer dans ce lieu!
(8) Et puis Ie diable dit a l'ermite: Soit une colline d'or pur
sertie de gemmes, au lever du soleil, au paradis, dominant toute
l'etendue de la terre, et sur cette colline d'or est assis un enfant
royal, au plus bel age de sa vie, et il est assure de pouvoir rester la
jusqu'a la fin de sa vie, et il a la beaute et la sagesse de Salomon,
et il a re<;uIe pouvoir sur la terre entiere avec toutes les richesses
et les tresors dont Ie ciell'a dote, et [chaque nuit une nouvelle fiancee lui serait amenee a son lit qui aurait la beaute de Junon, la rille
de Satume ]24, et dans taus les ruisseaux collie du miel et aucun
ennemi ne Ie tourmente et il jouit de toutes les joies et de toutes
les douceurs25, et c'est un ete perpetuel et presque pas d'hiver, et
illui est donne une longue vie sans malheur et sans souci, et, pourtant, un tel homme ne voudraif6, pour rien au monde, vivre dans
toute cette splendeur, s'il avait sejourne une seule nuit au royaume des cieux et s'il avait l'assurance d'y retoumer et contempler
la face du roi celeste et vivre dans la felicite des cieux.
Lorsque Ie diable eut dit tout cela au saint ermite, celui-ci Ie relacha, et il s'en retouma chez lui en enfer.

24.Cette partie ne setrouve pasdans Cotton Tiberius,.elle estpuiseedans


Vercelli IX, mais elle devait certainementse trouver dansIe texte source,
car Ie texte de Cotton Tiberiuscomporte une lacune evidente et parle de
la fille de Saturne qui ne peut se rattacher syntaxiquement a rien

d'autre.
25. Litteralement: et toutes lesjoies et toutesles douceurslui sontapportees pour qu'illes goute .
26. Cette traduction correspond au texte de Hatton 115,la syntaxede Cotton 1iberius etant tres confuse, tout en exprimant globalement Ie me-me
sellS.

L'ERMI1E DE THEBES ET LE DIABLE

231

Mais nons, chers freres, raisons en sorte que par nos bonnes
actions nons puissions alter aupresde notre Seigneuret vivre avec
lui a jamais. ADieu soit gloire et honneur d'etemite en etemite.
Amen.
2. Le textede CCCC 303
(ld) Un diable parla a un ermite du vacarme et des tourments
de l'enfer.n dit que cette terre n'a pas plus de terre secheen tout,
par rapport a l'ocean, qui entoure de sonimmensite toute la terre
ferme, que la trace laissee par une pointe sur un pain de ciTe,et
qu'il n'y a que pen de terre ferme sonsIe ciel qui ne soit entouree
de mer.
(le) Et puis Ie diable dit a l'ermite: Si un homme etait line
seule nuit en enter et puis en ressortait, et si on entourait l'ocean
d'une enceinte en fer et si on la remplissaitde feu jusqu'au ciel, et
si on installait tout autour dessoufflets de forge et que l'on pla~ait
a chaque soufflet un homme qui aurait la force de Samson,et si
on remplissait l'interieur d'hommes, et si chaquehomme avait un
marteau en main, et si les soufflets se mettaient a souffler et les
marteaux a frapper et les flammes a s'elever,la malheureusearne,
dans tout cevacarme,ne se reveillerait pasa causede toute la souffrance vecue en enfer pendant cette seule nuit .
L'esprit maudit dit a l'ermite qu'il ne pouvait decrire tallies les
souffrancesque la pauvre arne subit en enfer.
Par la traI1risedu diable et par l'imprudence d'Adam, nonsavons
tons ete chassesdu paradis au commencementet envoyesdansce
monde de misere dans lequel nons vivons. C'est pourquoi, nons
n'avons pas ici de lieu stable ni de sejour permanent, mais nons
entendons souvent et nons voyons chaque jour ou la terre et la
race humaine sont destineesa aller. Que l'homme rentre donc en
lui-meme, car celui qui vent aller au ciel doit s'efforcer de Ie meriter et non pas rester dans la facilite et dans l'oisivite.

II. La structuredutexte
La structure du texte est elementaire : apres une introduction
(I), qui presente Ie cadre evenementiel et la situation, c'est-a-dire
un ermite de la Thebarde (Ia), ayant capture un diable et Ie for~ant a lui decrire les tourments de l'enfer et les joies du ciel (Ib),
Ie texte estune sene de discoursdu diable, introduits chaque fois
par: Ie diable dit a l'ermite , et presentantles affres de l'enfer :

232

[(Ia)
(Ib)
(Ic)
(Id)
(Ie)
[(If)

R. FAERBER

les septhommesauxlanguesd'airain]
l'hommependu
la descriptionde l'enfer
la dimensionde l'enfer et de la terre
la cagede feu
Ie monstreinfernal]

Puis il Y a une transition (T) expliquant pourquoi Ie diable est


en mesurede parler desjoies du ciel, suivie d'un autre discoursdu
diable sur legjoies du ciel, introduit egalementpar : Ie diable dit
a l'ermite (II). Puis une exhortation a l'adresse du lecteur.
Comme mentionne dansleg notes de la traduction, leg sections
(la) et (If) ne font pas partie du texte de Cotton TiberilLY,mais se
trouvent dans certaines homelies comme citations de ce qu' un
diable dit a un ermite . (la) setrouve dansune homelie du manuscrit CorplLYChristi College41927,introduit par un diable dit a un
ermite ; Ie meme tableau setrouve dans Hatton 115,mais sansla
mention du diable et de l'ermite, ainsique dans VercelliIX et Bodleian 340. La section (If), quant a elle, se trouve dans Vercelli IX
et dans Bodleian 340,placeedansla bouche du diable. On la trouve aussidansune home:lieintitulee Be heofonwarum and be helwarum - leghabitants du ciel et leghabitants de l'enfer -, dans
deux manuscrits: CorplLYChristi CollegeCambridge302 (homelie
X; manuscrit du XII-Xlle siecle) et Cotton FalLYtlLY
A Lx(homelie
IV) de la British Library (manuscrit du Xlle siecle)28.
L'introduction (I), avec la precision qu'un ermite captura un
diable et Ie for<;aa parler, ne se trouve que dans l'homelie Napier
XLIIIou il est dit: II arriva une fois qu'un saint ermite captura
un diable et se mit a Ie menacer pour qu'illui parle de l'enfer, et
Ie diable dit alors a l'ermite... . Toutes leg autres citations se
contentent de leg introduire par: un ermite dit a un diable .
D'autre part, seulnoire texte, Cotton Tiberius,mentionne que l'ermite e:taitde la Thebarde.
Le tableau suivantmontre la repartition desdifferentes sections
dans leg homelies en question. Le signe + signifie que Ie passage
correspondant est cite explicitement; (+) qu'il ne l'est pas.

27.A. NAPIER,Op. cit.,homelie xliii.


28. R. WILLARD,Two Apocrypha in Old English Homilies, Leipzig 1935,
p.24,a publie Ie passagesetonCotton Faustus,mills sansmention du diable.

"

L'ERMn'EDE THEBESET LE DIABLE

I
VercelliIX
Bodleian 340
Hatton 115
Napier xxx
Napier xliii
CCCC 303
Cot. Faust
CCCC 302

+
+

Ia

Ib

Ic

Id

Ie

(+)
(+ )
(+)

(+)
(+ )
(+)

(+)
(+ )
(+)

+
+
+
+

+
+

233

If

II

+
+

+
+

+
(+ )
(+ )

m. Procedesstylistiques
Ce qui est interessanta noter, ce sont leg procedes stylistiques
et rhetoriques utilises29.On peut en distinguer quatre :
a) La structure de phrase Alors meme que A serait Bet que
B serait C et que C serait D , cependantP -en anglais: peah...
and... and..., ponne (ou peah hwreffere)... ; A, B, C, p... peuvent former une serle en gradation. Ce sont desconstructions syntaxiques rhetoriques etablissant un scenario hypothetique en vue
d'une affirmation contradictoire. Les exemplesen sont leg sections
(Ia), (I b), (Ie), (2). Un autre exemplede ce procede setrouve dans
Hatton 115 a propos de la mort inexorable: Meme si un homme
se trouvait au milieu d'une forteresse au sein de sa tribu entoure
de centmille guerriersarmesd'epeeset meme s'il etait a cent mille
coudees sous terre enferme dans une cagefin fer, il ne pourrait
echappera la mort .
.
b) La structure 11y a x sansy -en anglais: prer bid x butan
y -repetee a volonte, x et y faisant partie du meme champ
semantique,mais etant de gensoppose; cela permet d'inverser leg
deux elements: il yay sans x . Un exemple se trouve dans la
section (Ic).
c) La structure 11y aNI et N2 -en anglais : prerbid NI and
N2 -repetee a volonte, leg deux noms etant du meme champ
semantique,quasisynonymeset pouvant alliterer. La meme structure existe sous la forme negative: il n'y a ni NI ni N2 -en
anglais: nres prer NI ne N2 . Un exemple se trouve dans (Ic).

29. a. H. L. C. TRISTRAM,
Stock descriptionsof Heaven and Hell in Old
English Prose and Poetry , Neuphilologische Mitteilungen 79 (1978), p.
102-113;CH. D. WRIGHT,The Irish Enumerative Style in Old English
Literature, especially Vercelli Homily IX , Cambridge Medieval Celtic

Studies18(1989),p. 27-74.

234

R. FAERBER

d) Le type represente par la section (If) : A a cent B et B a


cent C et C a cent D, etc. ; c'est une serie en gradation.
Ces procedes sont des stereotypesutitises surtout pour la description de l'enfer et du ciel aussibien dans la litterature homiletique que dans la poesie.Ainsi, dansl'homelie Hatton 1151'enfer
est-it decrit avec entre autres la formule N et N repetee dix-huit
fois, onze couples alliterant :
in morpreand in mane
in susIeand in Safe
on weanand on wyrmum
in bryne and in bitemesse
on sargumandsorgum
etc.30

Dans Ie Christ de CynewuIf31,Ie paradis est decrit avec Ia formule: it y a x sansy, et il y ni N ni N :


giogui/butanylde
hrelubutansam
rrestbutangewinne
sib butannipe
etc.32

Nis pIer hungerne purst, slrepne swar leger,ne sunnanbryne,ne


cyle ne cearo,etc33.

Cesprocedespeuventse combiner,par exemplela structure


hypothetiqueet la serie en gradation,cornrnedansSalomonet
Saturne34,
pourdecrirel'epeedu PaterNoster:
Et la lame gauchede cettememearme estplusredoutableet plus
rogueque Ie monde entier, lors meme qu'entre sesquatre coins
il rut rempli de betessauvageset que chacuneeftt douzecomes
de fer et que chaquecome eftt douzedents de fer et que chaque
dent eftt douzepointes et que chaquepointe rut douzemille fois
plus aigue qu'un dard aiguisepar cent-vingtforgerons.

30. Presque tous cesmots font partie du m~me champsemantique et certains sont quasimentsynonymes: la malice et Ie meurtre, leg tourments
et la torture, la douleur et leg serpents,legflammes et Ie fiel, leg afflictions
et leg peines .
31. A. S. COOK,The Christ of Cynewulf,Boston, 1909.
32. La jeunessesansla vieillesse,la sante sansla maladie, Ie repos sans
Ie labeur, la paix sanshostilite... .
33. n n'y a ni faim ni soif, ni couche dure pour s'y reposer,ni l'ardeur
brillante du soleil, ni Ie froid, ni leg soucis....
34. R. FAERBER,
Gp. cit.,p.125-126.

L'ERMlTE DE THEBES ET LE DIABLE

235

IV Lesthemes
Les differents themes ou cliches de notre texte ont ete en partie analysespar CR. D. WRIGHTavec pour but de montrer que ces
themes, tires en grande partie de sourcesapocryphes, sont typiquementhiberno-anglais,comme aussileur structure et leur forme
d'expression, et que des textes tels que Vercelli IX, qui ont utilise
les memes sources temoignent de la reception et de l'assimilation par des auteurs anglo-saxonsdes traditions irlandaises dans
la periode precedantla reforme benedictine du Xe siecle ( point
to the receptionand assimilationof Irish traditions by Anglo-Saxon
authors in the period preceding the tenth century Benedictine
reform )35.La presentation et l'analyse de cesthemes,dansce qui
suit, sont fondees, en partie, sur cette etude de CH. D. WRIGHT.
1. Les hommesala voix defer [section (Ia)]
Comme indique plus haut, ce theme ne se trouve pas dans Cotton Tiberius, mais dans CCCC 419 (Napier xliii), place dans la
bouche du diable.
La source premiere de ce motif est sansdoute Virgile, Eneide

VI, 625-7:
Non min, mihi si linguaecentumsint oraquecentum,ferrea
vox, omnis scelerumcomprendereformas,omnia poenarum
percurrerenominapossim36.
La formule allait par la suite servir pour exprimer l'incapacite
de decrire tine situation ou un fait37et a ete amplement utilisee.
Nous retrouvons Ie cliche, entre autres,dansla Visio Pauli (Redaction IV)38, mais au lieu de parler de voix de fer , on trouve
languesde fer :

35. CH. D. WRIGHT,The Irish Tradition..., OF. cit.


36. Non, meme si j'avais cent bouches,cent langues et une voix de fer,
je n'arriverais pas a exprimer toutes les formes de crimes,ni a enumerer
tOllSles noms des supplices (trad. A. BELLESSORT
[Collection des Universites de France], Paris, 1961).
37. P. COURCELLE,
Histoire du cliche virgilien des centbouches, Revue
des etudes[atines33 (1956),p. 231-240.
38. Migne, PL 94,cols.501-502.La RedactionIV etait populaire en Angle-

terre.

236

R. FAERBER

Et si essentC uiri loquentes abinitio mundi et unusquisqueCIII


linguasferreas habent,non possentdinumerare penasinferni39,

Les versions anglaisesbrodent autour de ce cliche de base et


l'amplifient, par exemple en faisant des cent hommes un
homme a cent tetes , chacune ayant cent langues , comme
dans l'homelie Cotton FaustusA ix (homelie IV) et CCCC 302
(homelie X) :
Meme si un homme avait cent tetes et chaquetete centlangues
et que ceslangues etaient toutes de fer et que toutes parlaient
du debut du monde jusqu'a sa fin, il ne pourrait pas dire tous
les maux qui sont en enfer4D.

Dans notre texte, ce ne sont pas les languesde fer , mais les
voix de fer de Virgile, comme aussidans VercelliIX et les autres
homelies41.Ce qui est aussinouveau est la mention des langues
du monde:
Meme si septhomInesetaient assissurterre et s'ils savaientparler danschacunedeslanguesqui existententre Ie ciel et la terre
-c'est-a-dire soixante-douze -, et si chacun de ces hommes
avaitune vie etemelle, et si chacunavait septtetes et que chaque
tete avait sept langues et que chacunede ceslangues avait une
voix de fer, ils ne pourraient enumerer tollS les tourments de
l'enfer.

On trouve la voix de fer dansune autre homelie, copiee dans


les marges du manuscrit CCCC 41 (fol. 287-295)42:
Et meme si un homme avait cent Iangueset que chacunede ces
Ianguesavait tine voix de fer, eIIesne pourraient pas decrire Ies
tourments de I'enfer...

39. Et si cent hommes parlaient depuis Ie debut du monde et que chaCUDavait cent trois langues de fer, ils ne pourraient enumerer les tourments de renter .
40. Cite selon R. HASENFRATZ,Eisegan stefne (Christ and Satan 36a),
the Visio Pauli, and ferrea vox (Aeneid 6, 626) , Modern Philology 86
(1988-89), p. 400.
41. Cf. R. HASENFRATZ,Op. cit., p. 398-403.
42. Publiee en partie par R. WILLARD, Two Apocrypha in Old-English
Homilies, Leipzig 1935, p. 6, ainsi que par M. FORSTER,A New Version
of the Apocalypse of Thomas in English , Anglia 73 (1955), p. 17s;

L'ERMITE DE 1HEBES ET LE DIABLE

237

L'amplification est encorepousseeplus loin dansune autre


homelie43:
Meme si (un homme) avait douzetetes et que chaquetete avait
douze langues et que chaque langue avait douze voix et que
chaque voix avait la sagessede Salomon, il ne pourrait pas
raconter ce que la pauvre ame pecheressesubirait...

La meme construction en gradation estutilisee pour decrire les


joies du royaume des cieux dans une homelie du meme recueil44:
Meme s'il y avait soixante-douzehommes et que chacun avait
soixante-douze tetes et que chaque tete avait soixante-douze
langues et que chaque langue savait parler soixante-douze
langues et s'ils parlaient jusqu'a epuisement,ils ne pourraient
decrire la dixieme partie des nombreux rayons de lumiere ni
des nombreuses fleurs blanches qui sont dans les sept cieux.

Ce cliche de l'inexprimable se trouve aussisousune formuIe plus simple, composeede l'expression gemet beon avec un
nom au genitif et une completive - il est impossible a une personne de dire... :
weanama ponne renigesmonnesgemetsy prethit asecganmrege

(Hatton115)
weanama ponne renigesmannesgemetsy prethie ariman mrege
(Blickling V)
nis ponne nreniges mannes gemet pret he mrege asecgan.
(Vercelli IX)

2. Le themede l'homme pendu [section (lb)]


Le passageexiste sous deux formes differentes: celle de notre
texte et de Hatton 115, et celle de Vercelli IX / Bodleian 340, dont

voicila traduction:
Si un homme a ete en enfer une seule nuit, il prefererait, s'il
peut en revenir, qu'il ffit pendu pendant sept mille hivers au
plus grand arbre qui se dressesur la plus haute falaise (ici s'arretele textedansVercellicar il manqueunefeuille dansle manuscrit; la suite estle textede Bodleian 340) et qu'il ffit attache par
les pieds a la plus haute branche avecla tete veTsIe bas et que

43. J. BAZIRE& J. E. CRoss,Eleven Old English Rogationtide Homilies


(Toronto Old English Series,7), Toronto, 1982,p.142-143.
44. [d., p. 64. L'homelie setrouve dans Ie manuscrit Corpus Christi CollegeCambridge303.

238

R. FAERBER

Ie sang lui coul~t par la bouche et qu'il subft tous les maux qui
existent en enter et qu'il subft les vaguesles plus hautes que la
mer peut produire et qu'il subftchaque Tocheren surplomb qui
se trouve sur toutes les falaises (?)45,il serait pr~ta subir tout
cela,a condition de ne plus jamais subir l'enfer.

Ce sontla, semble-i-iI,deuxversionsdifferentes du memetheme,


celie de Vercelli/ Bodleian etant sur un plan stylistique bien moins
bonne que celie de noire texte et que celie de Hatton -en particuller, iI repete a trois reprises geseceque nous avons traduit
par subir -qui representeprobablementplus fidelementIe texte
source.Les elementsessentielssontles memes,a part les rochers
en surplomb -avec sa grammaire defectueuseet son sensobscur -et la duree du supplice qui est de sept mille hivers, au lieu
des deux fois mille hivers de noire texte.
Les elements de ce tableau sont les suivants: la pendaisonpar
les pieds, l'arbre sur la falaise, la tete en bas et Ie sangqui collie,
l'ocean et les vagues. On les trouve dans une homelie Blickling
XVII46, qui contient une version adaptee de la Visio Pauli:
Comme saint Paul regardaitveTSIenord de la terre, d'ou s'ecoulent toutes les eaux, il vit au-dessusdes eaux un Tochergris, et
au nord de ce Tocheravaientpoussedesbois couverts de givre.
Et i1 Y avail un brouillard naif. Et sousIe Tocher,il y avail un
antre de monstres et de creaturesaffreuses.Et i1 vit que sur la
falaise de nombreusesamesnoires etaient penduesaux arbres
par les mains, et les diables sousla forme de monstresles happaient comme des lours avides, et l'eau au pied de la falaise
etait noire. Et la distance entre Ie haul de la falaise et l'eau au
pied de la falaise etait d'environ douze rilles. Et lorsque les
branchescassaient,les amespenduesa res branchestombaient
et les monstres s'en saisissaient.

La relation entre ce tableau et la Visio Pauli a ete etudiee en


detail par CR. D. WRIG~7, qui montre qu'a partir de la Visio s'est
constituee une sorte de cliche composite disponible et adaptable

45. La syntaxe de la phrase anglaise est defectueuse: relc tor pe on eallum clyfum syndon; l'antecedent relc tor est unsingulier, alors que Ie
verbe de la relative - syndon -est au pluriel. Le sellSest obscur: que
signifie subir <gesece) des rochers en surplomb ?
46. R. MORRIS,The Blickling Homilies of the Tenth Century, Londres,
1880,p. 209.
47. Op. cit., p. 113-132.Ct. aussi: G. CILLUFFO,
La versione anglosassone della Visio Pauli , Schedemedievali 4 (1983),p. 78-83; A. Dr PAOLO
HEALY,The Old English Vision ofSt.Paul (SpeculumAnniversary Monographs 2), Cambridge MA, 1978.

L'ERMfIE DE THEBES ET LE DIABLE

239

selon les besoins et l'imagination de l'auteur. C'est ainsi que l'auteur de la legende de l'ermite et du diable a remplace la foule des
amespendues aux arbres par un seul homme, qu'ille fait pendre
par les pieds et lui fait couler du sangpar la bouche et Ie nez, qu'il
fait durer Ie supplice soit pendant sept mille ans (Vercelli / Bodleian 340), soit pendant mille ans et jusqu'a l'accomplissement
des mille ans d' Apocalypse20 (Cotton Tiberius).
Ce qui est remarquable dans la legende, c'est que ce tableau
n' estpascenseetre une vision de l' enfer,mais un scenariohypothetique par lequell'auteur opposece tableau a la realite de l'enfer, bien plus effroyable. Le supplice de l'homme pendu n'est pas
un exemple des supplices de l'enfer, mais sa description est un
moyen rhetorique pour exprimer l'indicibilite de res supplices,
ceux-ci ne pouvant etre decrits.
3. La descriptionde ['enter [section (Ic)]
C'est une maniere classiquede parler de l'enfer; ce n'est pas
une vision ni une description. C'est tine accumulationde procedes stylistiques et rhetoriques et de cliches que l'on retrouve
dans presque toutes les descriptions de l'enfer dans Ie corpus litteraire en vieil-anglais, en particulier dans toutes les homelies en
rapport avecnoire legende: Hatton 115, Vercelli IX; Bodleian340.
Dans les quatre textes,Ie passageest introduit par la memephrase: Malheur a ceux qui devront sejourner avec les diables!
( Wa la pam mannum pe mid deoflum sculon habban hyra eardungstowe, dansHatton 115) et setermine par a causedessouftrances qui pesent sur lui <for pan safe pe him on sittap). La
description utilise les trois types de procedes stylistiques mentionnes plus haul: il y a x sans y; il Y aN et N; il n'y a pas...
Les elements x, y sont a peu pres les memes dans les quatre
textes. Les N faim et soif et grincement et grognement se
trouvent aussidans Bodleian, mais les autres sont uniques et alliterent en partie:
granungandgnomung
wrohtandwop
manand morpor
sarandsusl.
On leg retrouve souscette forme dans une autre homelie, Vercelli II, qui a peut-etre puise dans la meme source.
De telles listes sont des listes ouvertes, et leg auteurs peuvent
laisser libre COUTS
a leur imagination. On pourrait citer comme

240

R. FAERBER

source possible la Catechesisceltica48,dans laquelle l'enfer est decrit


ainsi dans l'homelie Commentum de lectione Mat. XIX, 16-30 :
Vae illis quibus dicit dominus: Ite in ignem retemum qui praeperatus est diaboli et familiae ejus. Ubi erit fletus et stridor dentium, ubi uermes non moriuntur, ubi ignis sine extinctu, ubi
labor sine requie, ubi tristitia sine letitia, ubi tenebrae sine luce,
ubi dolor sine fine49.

Les mentions suivantesmeritent d'~tre releveesdanscette description:


a) En enfer plus personne ne peut veniTau secoursd'autrui ,
mention qui figure aussi dans Bodleian 340 et qui, dans Napier
XXX, est developpee en: la, plus personne ne peut veniT au
secours des autres, ni Ie peTe au secoursde son fils, ni Ie fils au
secoursde son peTe,ni la mere au secoursde sa fille, ni la fille au
secoursde samere... - Bodleian,Hatton et Napier ajoutent plus
d'amour familial .
b) En enfer, on ne peut plus louer Dieu par des chantsde louange , qui figure egalementdans Bodleian et dansNapie1:
c) La mention des rois et des princes, que l'on ne trouve par
ailleurs que dansHatton,. dansce dernier texte, elle estcompletee
par plus d'obeissancedesjeunes; l'idee est probablement que,
en enfer, les relations hierarchiques entre rois, princes et sujets,
entre enfants et parents sontsupprimees,ce qui dans Bodleian,est
exprime d'une maniereplus generale: en enfer, les amesoublient
tout ce qu'elles avaient connu auparavant, une idee qui rejoint
la representation du jugement dernier oil tOllSseront mis sur un
plan d'egalite. Il se peut egalement qu'a l'arriere-plan, it y ait la

48. Ce soot des homelies et autres textes catechetiquescontenus dans Ie


manuscrit Analecta Reginensia49 du Vatican, publies en partie par A.
WILMART,Analecta Reginensia,extraits des manuscritslatins de la Reine
Christine, conservesau Vatican(Studie e Testi 59), Vatican, 1933,p. 19122.A. WILMARTdonne comme titre fran~ais Catechesesceltiques.La
copie a ete faite au Xe siecleprobablement; mais l'archetype serait de la
fin du VIlle siecle et se situerait dans les lies britanniques, la peninsule
cornique ou la region galloise. II n'est pasimpossibleque cestextes aient
ete connus et utilises par les homeliastesanglais; il Ya desparallelesfrappants entre certains passages-par exemple dansl'homelie Vercelli IX et
Hatton 115 -et des passagesde ces Catecheses.
49. Ibid. p. 110,I. 40-44. Malheur a ceux a qui Ie Seigneurdira: "Allez
dansIe feu etemel qui a ete prepare pour Ie diable et sarace. II y aura des
pleurs et des grincements de dents,des veTSqui ne meurent pas, du feu
que l'on ne peut eteindre, du labeur sans repos,de la tristessesansjoie,
des tenebres sanslumiere. des tourments sansfin" .

L'ERMnE DE rnEBES ET LE DIABLE

241

conception de l'age herolque selon laquelle Ie pire des malheurs


pour un etre humain, pour un heros en particulier, c'est la perte
des relations de loyaute et d'appartenance, la solitude, et selon
laquelle Ie fait d'etre coupe de ces liensequivaut a une condamnation.
d) Quant aux animaux de l'enfer, les basilics ardents et les
dragons qui ne meurent jamais , seulnotre texte les mentionne.
Mais ce sont des animaux classiques de l'enfer, et ils sont
bibliques : voir Es 66, 24 :
On yeTTales cadavresdes hommes qui se sont rebelles contre
nous,car leur ver ne mourra point et leur feu ne s'eteindrapoint.

Et dans Mc 9, 48:
La gehenneou leur ver ne meurtpoint et ou Ie feune s'eteint
point.

DansNb 21,6:
Alors I'Etemei envoya contre Ie peuple des serpentsbrfilants.

4. Cosmologie
C'est par celie sectionque commenceexplicitement la legende
dans Hatton 115, Vercelli IX / Bodleian 340,Napier XXx, cccc
303.. II est dit dans les livres qu 'un certain esprit diabolique a
decrit a un ermite taus les mysteresde l'enfer et les tourments des
ameS;elle est suivie immediatement par la section (le), sur la
cagede feu .
Comme pour la sectionde l'homme pendu (lb), noussommes
en presence de deux versions: celIe de notre texte et de Hatton
115, et celIe des autres homelies. Ainsi la version de Bodleian 340
est-elIe:
(Le diable) rot que toute cette terre n'etait pas plus grande, en
ce qui concerne la terre ferme par rapport Ii l'immense ocean,
que si l'on piquait avec un stylet dans un pain de cire. Ainsi, la
terre n'est pas plus grande que la septiemepartie par rapport
au vaste ocean, qui de son immensite entoure Ie monde tout
autour, et il n'y a sousIe ciel guere de terre ferme qui ne soit
entouree de mer.

Aucune des deux versions n'est logiquement coherente. Mais


dans celIe que nous venons de citer, il est interessantde Doter Ie
vocabulaire utilise en angiais pour ce que nous avons traduit par
terre , monde et ocean,mer: les termes middangeard ,
eorCJ
, land et garsecg. Le premier signifie litteralement

242

R. FAERBER

la terre au milieu , par opposition au ciel qui est au-dessuset a


l'enfer qui est en-dessous;c'est la terre habitee par les homInes;
Ie deuxieme terme est la terre en tant que monde . Le troisieme est la terre opposee a la mer . Le quatrieme est
l'ocean .
Dans Ie lexie, on fait la comparaison entre la terre seche
( dryg land ) du middangeard et Ie garsceg : elle estcomme
la trace d'une pointe de stylet dans de la cire. Puis on compare Ie
middangeard et l'ocean, Ie garsecg, qui entoure la eoriJ50
et on dit que ce n'est que la septiemepartie. Ce n'est pasires clair,
certes. 11semble que Ie terme garsecg designe d'une part Ie
grand Oceanus qui entoure la terre, Ie monde, et d'autre part les
eaux inferieures au ciel par rapport au continent de Gn 1.
Le continent ne serait qu'un point par rapport aux eaux inferieures , et la terre du milieu ne serait que la septiemepartie
par rapport au vaste Oceanus qui entoure Ie monde.
Dans noire legende, Ie seul terme utilise pour terre est
eorff, ce qui rend Ie tout encore plus confus.
La difference entre noire legende et les homelies est que, dans
celles-ci, il n'est pas questionde la dimensionde l'enfer, alors que,
dansnoire legende, on compare la dimensionde l'enfer et celIe de
la terre. 11est vrai que celie comparaisonse trouve ailleurs dans
l'homelie Vercelli IX / Bodleian 340, oil il est dit: en prenant
comme echelle la distanceentre Ie ciel et la terre, l'enfer est deux
fois plus profond et vaste .
Les visions cosmologiquestransportent souvent Ie visionnaire
aux confins de l'univers sur les bords du grand Oceanus,comme
par exempledansII Henoch,et l'idee que la terre n'est qu'un point
par rapport a l'univers estclassique.Dans la Consolationde laphilosophiede Boece, par exemple,traduite en anglaisa la fin du IXe
siecle par Ie roi Alfred51,il est dit :
Pisseeorffan ...is eal wiff ffone heofon to mettanne swylce an
lytle price on bradum brede offffe rondbeag on scelde...52.

50. Dans la traduction de l' Historia adversuspaganosd'Orose en vieilanglais,tout au debut dansla description du monde,l'Oceanus qui entoure la terre est traduit par Oceanus,que l'on appelle (en anglais) "garsecg" (H. SWEET,
King Alfred's Orosius [EETS, 79], Londres, 1888,p. 8).
51. W. J. SEDGEFIELD,
King Alfred's Versionof Boethius'sConsolatioPhilosophiae,Oxford, 1899,p. 41.
52. Cette terre mesuree par rapport au ciel est comme la trace laissee
par une pointe sur une tranche de pain (de cire) ou comme un ambon de
bouclier .

5.

L'ERMITE DE mEBES ET LE DIABLE

243

C'est une formulation quasiidentique; mais ici Ia comparaison


n'est pas entre Ia terre et I'ocean, mais entre Ia terre et Ie ciel.
Quant au fait que I'ocean est sept fois plus vaste que Ia terre
ferme, cela fait penser a ce qui est dit dans IV Esd. 6, 42, 0\1on
trouve I'inverse de ce que dit notre Iegende:
Au troisieme jour, tu commandas aux eaux de se rassembler
dans la septieme partie de la terre, et tu mis a sec et reservas
sixparties pour que certainesd'entre elles soientutiliseesdevant
toi, ensemenceeset cultivees53.

CR. D. WRIGHTconsiderecette sectiondansles homeliescomme


une digressioncosmologique54.Mais l'auteur de notre legende
reste bien dans sontheme. En effet, il est Ie seul a faire une comparaisonentre la dimension de l'enfer et cel1ede la terre, comme
une suite normale de sa description de l'enfer dansla sectionpre-

cedente.
La cagedefeu [section (Ie)]
Ce theme figure dans tOllSles textes mentionnes. Comme dans
la section (lb) - l'homme pendu -c'est un scenario hypothetique, l'hypothese etant si une ame passait une seule nuit en
enfer... , un scenario qui se construit pour ainsi dire sousles yeux
du lecteur: on entoure Ie garsecg d'une enceinte en fer, on la
remplit de feu, on l'entoure de souffletsde forge, on placea chaque
soufflet un homme, on met un couvercle sur la cage,on y place des
hommes avec chacun un marteau en main, et on met Ie tout en

branle.
Les versions different tout d'abord par la structure syntaxique:
ainsi dans Napier xxx, Ie passagecommencepar la proposition si
une ame passaitune seulenuit en enfer , alorsque, dansles autres
textes,cette proposition setrouve a la fin. Mais.la difference essentielle estIe contenDde la proposition principale : dansnotre texte,
cette phrase est tres complexe et syntaxiquementconfuse, l'idee
etant que Ie vacarme ne pourrait effacer de la memoire de l'ame
Ie souvenir de ce qu'elle a subi en enfer; dans les autres textes, il
est dit que Ie vacarmene pourrait tirer l'ame de sa torpeur -exactement la reveiller . Dans Hatton, un correcteur a ajoute en
marge: tant l'ame a ete opprimee et affligee -gedreht and

53. La Bible. Ecrits lntertestamentaires(La Pleiade), Paris, 1987,p. 1416.


54. Op. cit., p.179.

244

R. FAERBER

gedrefed -tandis que, dans Napier et dans CCCC 303, on dit de


l'ame qu'elle est werig , epuisee, a bout de forces .
La complexite de celie phrasedansnotre texte estpeut-etre due
au fait que Ie scribe n'a fait que copier sa source, alors que ceux
des autres textes ont fait un effort d'interpretation et de simplification. Voici Ie texte de Napier xxx:
Si un homme etait en enfer une seule nuit et puis en revenait,
et si on entourait I'ocean d'une enceinte en fer et si on Ia remplissaitde feujusqu' au cieI, et si on pla~ait tout autour dessoufflets se touchant I'un I'autre, et si on plal;ait a chaque soufflet
un homme et que chaque homme avait Ia force de Samsonqui etait Ie plus fort de tous Ies habitants de Ia terre avant Iui
et apres lui -et si on mettait une plaque de fer sur I'enceinte de
feu, et si on pla~ait dessusdes hommes et que chaque homme
avait un marteau en main, et si I'on actionnait tous Ies soufflets
et si I'on fappait avec tous Ies marteaux sur Ia plaque de fer,
I'homme ne se reveillerait pas a tout ce vacarme,a causede ce
qu'i! a endure pendant cette seule nuit en enter.

Aucune sourcedirecte n'a ete trouvee pour ce scenario,mais sa


composition repose certainement sur un ou plusieurs antecedents
latins. Pour CR. D. WRIG~5, c'est l'expansion d'un theme irlandais, celui de la iron house -maison de fer -que l'on trouve dansdescontesirlandais ; danscesrecits, les ennemis sont invites a un festin dansune maisonconstruite specialementpour cela :
elle est con~ueavecdes murs de fer, remplie de bois combustible,
entouree de soufflets de forges et de forgerons, et puis Ie feu y est
mis et les ennemis sont extermines.
D'autre part on trouve une idee semblable dans la description
de l'enfer de l'homelie Be heofonwarum and be helwarumLes habitants du ciel et les habitantsde l'enfer -de CottonFaustina A ix, mentionnee a propos de la section (1f) :
Et tout autour de I'enfer, il y a douze murs en fer qui sont tOllS
brtliants de feu rouge, et a I'interieur de chaque mur it y a des
lieux de tourments que Ies ames doivent traverser, avant d'arriver dans I'enfer. Et sur cesdouze murs, il y a douze dragons,
et iis sont tOllSremplis de feu ardent et de puanteur.

Nous retrouvons ici aussiles dragons ardents mentionnes


dans la description de l'enfer, section (lc).
Ce qui est frappant dans ce scenario hypothetique en comparaison avec celui de la section de l'homme pendu, c'est qu'on ne

55. Op.cit.

L'ERMrrE DE nIEBES ET LE DIABLE

245

parle pasde supplicesou de souffrances;l'idee estqu'une nuit passee en enter aneantit leg gens,en l'occurence celui de l'oule; en
extrapolant, on seraittente de dire que l'enfer est l'aneantissement
de tout ce qui, dans l'etre humain, permet Ie contact avec ce qui
l'entoure; c'est l'aneantissement de son essence.Mais c'est certainement aller trop loin dans une interpretation de ce genre, car
leg homelies et notre texte n' ont guere de dimensiontheologique;
leur sew but estparenetique.
6. Le monstreinfernal [section (If)]
Ce theme ne se trouve pas dans Ie texte de Cotton Tiberius. II
se trouve uniquement dans Vercelli IX et Bodleian 340,ou il est
mis dansla bouche du diable. Mais il setrouve dansd'autreshomelies, independammentde la legende: dans Cotton FaustinaA ix,
homelie iv et dans CCCC 302,comme indique plus haut.
On peut considerer que ce monstre est un descendantdu Parthemon de certaines recensionsmedievales abregeesde la Visio
Pauli, mais avec des elements semblablesa ceux utilises dans les
sept hommes aux langues d'airain [section (la)] :
(...) centum capita habens in colla eius et mille dentes in unoquoquecapite et ut lea unusquisquedensardebat.Et erant oculi
eius quasigladii acuti, semperare aperto et degluciebatanimas.
Et erat nomen eius Parthemon56.

7. La section (T).. pourquoi Ie diablepeutparler desjoies du ciel


Sent Vercelli comporte cette transition, mais sons nne forme
rednite :
De meme que Ie diable a parle a l'ermite du mystere de l'enter,
il lui a aussi parle de la splendeur du royaume des cieux.

Dans notre texte, l'auteur explique en detail pourquoi Ie diable


peut Ie faire. A l'arriere-plan, il y a la legendede la chute desanges,
dont traitent en longueur despoemesanglaistels que l'un de ceux
contenus dans Ie manuscrit Junius 11 de la Bodleian Library et

56. (...) il a centtetes sur sonCOliet mille dentsdanschaquetete etchaque


dent est en feu. Et ses yeux etaient aussiperl;:antsque des glaives, et, la
gueule toujours oliveTte, il engloutissait les mnes. Et son som etait Parthemon (T. SILVERSTEIN,
The Vision of SaintPaul: NewLinks and Patterns in the Western Tradition , Archives d'histoire doctrinale et litteraire du Moyen Age 34 [1959],p. 153).

246

R. FAERBER

auquel on a donne comme titre Christ and Satan57.11comporte entre


autres choses une longue lamentation de l'ange dechu (vv. 44-50) :
Oil estla gloire des angesque je possedaisau ciel? (...)Helas!
en la presence de Dieu, j'avais la felicite, je chantais en ces
moments de bonheur (...) et me voila (...) enchafne (...) et a
causede mon orgueil, je n'ai plus d'autre demeure,

et plus loin (vo81-88)


J'etais jadis un saint ange au ciel aime par Ie Seigneur (...) Et
puis l' envie m' estvenue de renverserla yoire (...) et de prendre
Ie pouvoir avecIa pauvre foule que j'ai emmeneeen enter avec

moi.
C'est ce que dit en substanceIe diable a l'ermite.
8. Le ciel {section(II)J
Le scenario du monde paradisiaque se trouve dans Vercelli IX
et dansHatton 115,pasdans Bodleian,et it estplacedansla bouche
du diable.
Dans les deux textes, Ie passagefait suite a un tableau decrivant
Ie ciel, parallele a celui de l'enfer dans la section (lc), avec les
memesprocedesstylistiques;cette partie setrouve aussidans Bodleian 340,mais elle n'y estpasmise dansla bouche du diable. Voici
Ie texte de Hatton 115:
II Y a la vie sansla mort, et la jeunessesansla vieiIlesse,et la
sante sansla maladie et Ie jour sansla nuit; il n' est pas necessaire d'y apporter la lumiere humaine,car il y a assezde lumiere venant du Seigneur tout-puissant qui rayonne dans tout Ie
ciel; il y a les chants merveiIleux de la foule des anges; il n'y a
jamais de faim ni de soif ni de froid ni de chaud ni de plainte ni
de lamentation.

C'estuneparaphrased'Ap 22,5
n n'y aura plus de nuit; nul n'aura besoinde lalumiere du flambeau ni de la lumiere du soleil, car Ie SeigneurDieu repandra
sur eux sa lumiere.

57. R. P. WULCKER,Bibliothek der angelsiichsischenPoesie,II, Leipzig,


1894,p. 251s.Ct. aussiM. D. CLUBB,Christ and Satan,New-York, 1925.

L'ERMlTE DE THEBES ET LE DIABLE

247

Comme pour l'enfer, on trouve dans la Catechesisceltica une


description semblabledesjoies du ciel58:
Beati quibus dabitur altum rus angelorum sine curis; ubi est
dies sine marte, tranquilitas sine uento, gaudium sine fine; ubi
sunt vii quae nullus in hoc mundo habere porest, etiamsi rex
totius mundi: uita sine marte, iuuentus sine senectute,letitia
sine tristitia, pax sine discordia, lux sine tenebris, sanitas sine
dolore, regnum sine commotione.59

Les paralleles avec la description de l'enfer sont evidents, avec


inversion des x et y dans la formule x sansy , avecla structure
negative dans la formule il y aN; dans l'enfer on ne pent plus
loner Ie Seigneur,au ciel il y ales merveilleux chants de louange. De meme que Ie diable ne pent trouver les mots pour decrire
l'enfer, il ne Ie pent non plus pour parler desjoies du ciel.
Le scenario est construit selon Ie meme procede que les deux
autres, autour de l'hypothese d'un homme qui passeraitune seule
nuit au ciel. Les trois versions ne concordent que partieliement.
Celie de notre legende estplus proche de celie de Vercelli; en particulier, elie contient Ie detail de la fiancee ou jeune fille que
l'on amene a la couche du jeune homme royal chaque nuit, detail
que Hatton n'a pas retenu; il en est de meme de l'element l'ete
etemel . Par contre, Hatton et Vercelli ont en commun un element qui ne se trouve pas dans notre texte : dans ce monde paradisiaque resonnent de la musique et des chants qui rejouissentIe
coeur, ainsi que Ie detail que les pierres sont toutes de l'or. Un element dans notre legende est unique: Ie jeune homme est dans la
fleur de l'age.
Quant a la proposition principale, Hatton l'a simplifiee aumaxi-

mum:
11ne voudrait jamais vivre dans cette gloire, s'il avait ete une
seule nuit au ciel.

58. Ibid., p.lll, 1.49-53.


59. Ibid., p.ll, 1.49-53: Heureux ceux a qui seradonneela haute demeure des angessanssoucis; il y regne Ie jour sans mort, Ie calme sansvent,
la joie sansfin ; on y trouve septbenedictionsque personnedansce monde
ne peut posseder,me-mes'il etait Ie souverain de la terre: la vie sansla
mort, la jeunessesansla vieillesse,la joie sansla tristesse,la paix sansla
discorde,la lumiere sansles tenebres,la sante sansla douleur, un royaume sanscommotions .

248

R. FAERBER

Vercelli est tout aussicomplexeet confus que notre texte


(...) et pourtant, s'il avait passetine seule nuit dansla gloire du
royaume des cieux, il renoncerait a ce qu'il aurait vecu dansla
gloire dont je viens de parler, en faveur du royaume des cieux
dans lequel il aurait passetine seule nuit, meme s'il ne pouvait
jamais plus y retourner.

Les deux versionsne sont pasequivalentes;elles semblentavoir


commesource un texte deja complexe et confus, et aucundes deux
copistes ne s'est donne la peine de Ie clarifier et de Ie simplifier
comme l'a fait celui de Hatton.
Aucune sourcedirecte ne semble exister pour ce scenario.II fait
penser a la vision du paradis dans Ez 28, 13-14,dans un passage
sur Ie roi de Tyr avant sa chute:
Tu etais en Eden, dans Ie jardin de Dieu, entoure de murs en
pierres precieuses (...), tu etais un cherubin etincelant (...), tu
etais surIa montagnesaintede Dieu, tu allais et venais au milieu
des charbons ardents.

Une particularite est la nouvelle fiancee offerte au petit


prince chaque nuit , ce qui n 'est certainement pas biblique.
Mais, de nouveau, selonla tradition irlandaise,1'Au-dela de plaisir incluait les plaisirssexuels,commeIe montre CR. D. WRIG~ .
Quant a l'element de passerune seule nuit au ciel, c'estpeutetre une reference au Ps 83, 11: Puisqu'un jour dans tes parvis
en vaut plus de mille . Augustin, dans sonDe libero arbitrio, dit,
avant de citer Ie Psaume61:
Tanta est autem pulchritudo instituae, tanta iocunditas lucis
aeterae,hoc est incommutabilis ueritatis atque sapientiae, ut
etim si non licent amplius in ea manere quam unius diei mora,
propter hoc solum innumerabilis anni huius uitae pleni deliciis
et circumfluenta temporalium boborm recte meritoque contemnerentur.

La meme idee d'une seule nuit se trouve dans une autre


homelie angiaise,qui dit :
II Y a tant de joie au ciel, que, si tu pouvais y passerune seule
nuit, meme si tu etais maitre du monde entier, tu serais pret a

60. Op.cit.,p. 211.


61. CSEL74,p.153-154.

L'ERMlTE DE THEBES ET LE DIABLE

249

abandonnertoute ta puissanceen un jour, pourvu que tu ne sois


pas oblige de revenir sur terre62.

Notons qu'une autre imagehyperbolique estutilisee pour exprimer l'inexprimable dans une homelie de CCCC 303, qui dit:
II n'y a aucunhomme dans les livres qui soit capablede dire la
joie qui regne dans les neut maisons du ciel, pas plus que Ie
vent que peut soulever un oiseauen battant de sesplus petites
plumes63.

La memeimagese trouve dansune homeliede Hatton 114


Il n'y a dans Ie royaume des cieux guere plus de chosesdesagreables,de malheur,de soli, de froid, de chaud (...) que Ie bruit
qu'un petit oiseau peut produire en battant des ailes; et de
meme, dit Ie meme prophete, il n'y a en enter guere plus de
bonheur que Ie bruit que peut taire un petit oiseau64.

Comme pour les deux autres scenarios,l'idee n'est pas de presenterune vision du ciel. La colline d'or, l'enfant royal et sesjouissancesne sont pas une representationimagee du paradis; celui-ci
ne pent etre decrit, pas plus que l'enfer; il est du domaine de l'indicible, on pent seulementl'evoquer par la rhetorique.

V. Sourceset originede la legende


1. Trois courants se rejoignent dans la legende de Cotton Tiberim:

a) l'interrogatoire du diable Ie for~ant a faire des revelations


b) Ie diable et les ermites du desert
c) les visions eschatologiquesde l'enfer et du paradis.
a) Le theme de l'interrogatoire auquel un diable est soumis se
trouve, par exemple, dans les Questionsde Barthelemy,ou Jesus
donne a Barthelemy la force de fouler aux pieds Ie diable Beliar
et de l'interroger sur son origine et sesmefaits65:

62. J. BAZIRE& J. E. CROSS,


OF. cit.,p. 95 (Homelie 4).
63. Ibid.
64. H. L. C. TRISTRAM,Vier altenglischePredigten aus der heterodoxen
Tradition..., Kassel, 1970,p. 436.
65. J.-D. KAES1LIet P. CHERIX,L'evangile de Barthelemy d'apres deux
ecrits apocryphes(Apocryphes), Tumhout, 1993,p.118s.

250

R. FAERBER

AloTS (Jesus)rut a Barthelemy: Approche-toi, Barthelemy,


foole de tes pieds sa nuque et interroge-le pour savoir quelle
est sonreuvre et comment il trompe l'homme (...) Alors Barthelemy (...) foula aux pieds sa nuque et repoussa son visage
dans la terre jusqu'au niveau des oreilles (...>

On Ie trouve aussi dans la litterature hagiographique, par


exemple dans la legende de Juliana, adaptee en veTsalliteratifs
anglais au VIIIe siecle: Juliana est en prison; un acolyte de Satan
sepresentea elle pour l'inciter a eviter Ie martyre; la saintes'adresse aDieu, et une voix glorieuse lui repondit, lui disant: "Saisistoi de cet orgueilleux et tiens Ie fermementjusqu'a ce qu'il dise en
verite qui il est et ce qu'il a commis (...)" Et la jeune rille for<;aIe
diable a confessersesmefaits66.
Le meme theme se trouve dans la legende de sainteMarguerite67:
Tunc Margareta sancta virgo comprehendit daemonem per
capellos et defiexit illum in terra et posuit pedemsuum destrum
in cervicem suam et (...) dixit: "Diabole, uncle est natura tua?
(...)"68

Le texte latin a ete traduit en anglais, et cette traduction a ete


capite dans Ie meme manuscrit que notre legende, Cotton Tiberius; il se peut que Ie compilateur de ce manuscrit ait ete conscient
de l'affinite des deux recits.
b) Le deuxieme courant est celui qui a foumi Ie cadre du recit,
c'est-a-dire Ie fait que c'est un ermite de Ia Thebalde qui a captu-

66. La source est un texte latin publie en 1665 par J. BOLLANDdans Ie


secondvolume desActa sanctorum.Le poeme anglais,qui en est line adaptation poetique, a ete publie par W. STRUCK,
Juliana, Boston, 1904(reed.
1972),avecIe texte latin de J. BOLLAND;puis de nouveau par R. WOOLF,
Juliana, New-York, 1936. II se trouve egalementdans E. v: K. DOBBIE,
The Exeter Book, New-York, 1926,p. 113-133.
67. Une desversionslatines de la legendesetrouve dansIe manuscrit Cotton Nero E.1 de la British Library. Une traduction en anglais anciena partir d'une autre version, non identifiee, se trouve dans trois manuscrits :
Cotton Tiberius A iii 1 de la British Library -version publiee par Th. O.
COCKAYNE,
Narratiunculae Anglice conscripta...,[Londres], 1861,p. 3949; Cambridge, Corpus Christi College303 -version publiee par B. AssMANN,Homilien und Heiligenleben,Kassel,1889,p. 171-180;Cotton Otho
Bx -qui a brule.
68. Alors Marguerite la sainte vierge saisitIe demon par les cheveux et
Ie renversa par terre et lui posa Ie pied sur la nuque et (...) dit: "Diable,
oil estta nature? (...)" .

L'ERMlTE DE nIEBES ET LE DIABLE

251

re un diable et qui l'a force a parler. Cette tradition est celIe des
legendes des moines du desert d'Egypte des Vitae Patrum69.
Ces legendes et d'autres textes etaient bien connus en Angleterre; un manuscrit du debut du VIle siecle en contient deja des
extraits. Ils ont ete utilises pour la composition de la Old English
Martyriology7O,une liste des saints et martyrs du calendrier, qui a
puise les renseignementssur les martyrs egyptiensdans les Vitae,'
la Old English Martyriology representela premiere occurrence
confine de materiau tire des Vitae Patrum en langue anglaise et
dansune autre langueque Ie latin 71.Le grand predicateuranglais
de la fin du Xe siecle, Aelfric, y a puise pour seshomelies et ses
Vies de Saints, et s'y refere explicitement : dansune deshomelies,
il consacre tout un paragraphe a la vie sainte de ces ermites du
desert d'Egypte, aux miracles qu'ils accomplissentet a leur pouvoir sur Ie diable72.Trois des legendes ont ete traduites en vieilanglais73:deux sont des legende~d'ermites tentes par un diable74
et la troisieme est une Vie,celIe de Malchus75.
Le seultexte des Vitae qui ait quelque rapport avecnotre legende est un episode qui est rapporte dans leg Verbaseniorum a propos de Macaire76.Celui-ci aurait trouve une tete coupee qui s'est
mise a lui parler et a lui decrire legtourments de l'enfer. Une homelie Ad Populum attribuee a Bede a repris l'episode en l'accom-

modant:
Vae illis animis quas diabolus suscipit et ligat sub laqueo, quia
possunt de ejus laqueo evadere, non per elemosynas et orationes fidelium. Legimusde sancteMachario quod una die dum
perambulabat,pervenit in desertumlocum in cremeterioJudreorum, et invenit caput Judrei mortui, et postquam tetigit illud
baculo, ail : quid me voluis ? Respondit sanctusMacharius : Dic
mihi ubi sunt animae Judreorum? Respondit caput: Puteus est
mirre profunditatis, quantum est a terra usque ad crelum, et in

69. Migne,

PL 73. C. L. ROSENTHAL, The Vitae Patrum

le English

Literature

[Ph.D.],

Philadelphia,

in Old and Midd-

1936.

70. Publiee par G. HERZFELD,Londres, 1900.


71. C. L. ROSENTHAL,
Op. cit.., p. 57: The Old English Martyriology
representsthe first appearanceknown to us to-day of material from the
Vitae Patrum in English or in any North-European vernacular .
72. Homelie pour la Toussaint,dans B. THORPE,The Sermonescatholici
or homilies ofAelfric, I, Londres, 1846,p. 544-56.
73. Elles ont ete copieesdans Ie manuscrit Cotton Otho C l, vol. 2 de la
British Library et publiees par B. ASSMANN,
Op.cit.,p. 195-220.
74. Migne, PL 73,cols. 883-885.
7S.ld., 23,55-60.
76. Migne, PL 73,col. 1014.

R.

252

FAERBER

puteo est aqua frigida superomne frigus, et ignis calidor cunctis ignibus, et fetor intolerabilis, fames et sitis, et serpentes,et
inter dolores istos stamus et cruciamur nos et multae Christianorum (...) et nos dum vivimus, talis facere, et sic obedire suae
jussoni studeamus,ut post hancvitam mereamur ingredi in jannas paradisi, quod nobis paestare dignetur Jesus Christus.77

c) Le troisieme courant est la tradition des visions fondees sur


la Visio Pauli. Comme Ie souligne P.-L. PIovANELLI,1'Apocalypse de Paul a ete Ie veritable texte fondateur de l'au-dela chretien
qui a impose a l'imaginaire collectif des fideles chretiens l'existence d'un espace"paradisiaque" et d'un espace"infernal" preis
a accueillir les amesdes defunts 78,ce que dit d'une autre maniere une homelie anglaisedans Ie manuscrit CCCC 4]19:
Tres chers freres, deux cites ont ete erigees des Ie debut du
monde: I'une est construite par Ie Seigneur Christ, I'autre est
construite par Ie diable comme lieu de tourments et de mort
pour les amespecheresses...

Le texte continue par une description de la cite celestedansdes


termes et des cliches tout a fait semblablesa reux des homelies
contenant des extraits de la legende de l'ermite et du diable.

77. Ibid., 94,449-500..Malheur aux amesque Ie diable saisit et attache


dans des chaines,parce qu'ils ne peuvent s'en liberer, ni par les aumones
ou les prieres des fideles. Nous lisons a propos de saint Macaire qu'un
jour, en se promenant, il trouva la tete d'un juif mort, et l'ayant touchee
de son baton, elle lui dit: Que me veux-tu? SaintMacaire repondit: Dismoi oil sontles amesdesjuifs. La tete lui repondit : La fosseestd'une prodigieuse profondeur, aussiprofonde que la terre est eloignee du ciel, et
dans cette fosse il y a de l'eau froide au dela de tout froid, et du feu plus
ardent que tons les feux et tine puanteur insupportable, de la faim et de
la soif, et des serpents,et nons sommesplaces et supplicies au milieu de
toutes res souffrances,nons et beaucoupd'amesde chretiens (...) et, pendant que nons vivons, effor~ons-nousd'agir et d'obeir a son commandement pour que, apres cette vie, nons meritions d'entrer par les portes du
paradis, oil JesusChrist nons attend .
78. Les origines de l' Apocalypse de Paul reconsiderees,Apocrypha 4
(1993),p. 25.
79. C'est une des homelies copieesdans les marges du manuscrit,p. 287295. Une partie en a ete publiee dans M. F6RSTER,A New Version of
the Apocalypse of Thomas in Old English , Anglia 73 (1955),p. 17-27.
La fin a ete publiee dans R. WILLARD,Two Apocrypha in Old English
Homilies, Leipzig, 1985.

VERMrrE DE mEBES ET LE DIABLE

253

La Visio Pauli, etait bien connue en Angieterre; elle a ete utilisee, adaptee et en partie traduiteSO, bien que condamnee comme
heretique des Ie Vile siecle par Aldhlem dans son De Virginitate81,puis de nouveau, a la fin du Xe siecle, par Aelfric82.
Selon CR. D. WRIGHT, cet attrait pour les visions eschatologiques
est un trait caracteristique hibemo-anglais. Les lrlandais s'interessaient a ces themes eschatologiques et cosmologiques que la
Bible ne traite que tres succintement: Un des genres qui s'est
developpe de la fa~on la plus fiche et imaginative dans la litterature seculaire d'lrlande etait Ie voyage dans Ie monde d'en-bas 83.
Le tableau des tourments de la maison de feu , dit-il, combine
des motifs provenant d'apocryphes et d'exempla chretiens avec
line "version demonisee" d'un paradigme narratif de l' Au-dela
malveillant, connu aux celticistes comme la Maison de feu 84,et,
en ce qui conceme Ie ciel, Ie fecit d'un dome de plaisir royal combine l'imagerie du Paradis avec un catalogue de delices sensuels
qui rappellent ceux de l' Au-dela sans peche de la legende irlandaise 85.
Cela ne vent pas dire que les lrlandais et, en l'occurrence, les
Anglais de celie epoque avaient des tendances heretiques: ils
ont consulte les traditions apocryphes comme des sources d'information litterales, des traditions eschatologiques et cosmologiques, et des legendes exotiques et miraculeuses, et non comme
des catechismes d'heresie 86.
Dans les homelies, la legende de l'ermite et du diable ne figure
que sons la forme de citations isolees introduites chaque fois par:
un diable dit a un ermite et en se referant a un ou des livres.

80. Cf. A. M. LUISELLIFADDA,Una inedita traduzione anglosassone


della Visio Pauli (ms. Junius 85,f' 3ro-llv) , Studi Medievali 15 (1974),
p. 482-495.a. aussiA. DI PAOLOHEALY,Op. cit.
81.Cf. Monumenta Germaniae Historica, Auctores antiquissimi 15,Berlin, 1919,p. 256.
82. M. GODDEN,
Aelfric's Catholic Homilies.. The SecondSeries(EETS 5),
Londres, 1979,p. 254.
83. Op. cit.,p. 23: One of the most richly and imaginatively developed
genres in Irish secular literature was the journey to the Otherworld .
84. Ibid. ..combinesmotifs from Christian apocrypha and exempla with
a "demonized version" of a narrative paradigm of the malevolent Otherworld, known to Celticists as the Iron House .
85. Ibid. ..The account of a regal pleasure dome combines imagery of
Paradise with a catalogue of sensualdelights reminiscent of those in the
sinlessOtherworld of Irish legend .
86. Ibid. : They consulted apocryphal lore as sourcesof literal information, eschatological and cosmological lore, and exotic and miraculous
legends,and not as catechesesof heresy.

254

R. FAERBER

Ainsi Hatton: Les livres nous apprennent qu'un diable parla a


un ermite des tourments de l'enfer ; Vercelli: II est aussirapporte dansdeslivres qu'un certain diable parla a un ermite de tout
Ie mystere de l'enfer et des tourments qu'y subissentles ames .
Seulle texte de Cotton Tiberiuspresentela legendesonsune forme
narrative coherente.
2. Un livre source a-t-il existe? M. FORSTER,
dansune note a son
edition de Vercelli IX Ie pense: Ici l'auteur puise dansune legende d'un ermite de la Thebalde, qui setrouve, sousune forme developpee, traduite du latin, dansIe mg. Cotton TiberiusA iii 87.P.E.
SZARMAC~ semble aussi partager cette idee lorsque, dans son
analysede la structure de Vercelli IX, il considereque cette structure converge veTSleg extraits de la legende thebaine , qui se
trouvent effectivement a la fin de l'homelie, comme contenant Ie
messagecentral du sermon: Ie choix entre l'enfer et Ie ciel. II est
vrai que, dans leg homelies, on refere a un ou a des livres, mais
c'estla une sorte de formule courante servanta authentifier ce qui
est dit, et, dans Vercelli IX; cette reference apparait quatre autres
fois sousla forme il est dit dansIe livre... , on apprend dansleg
livres .
Mais aucune source latine ou anglaisen'a ete trouvee jusqu'a
present. Si un tel livre existait, il daterait en tout casde la premiere
moitie du Xe siecle, d'avant la reforme benedictine du milieu du
siecle.Cela ne veut pas dire que ce livre serait la legendetelle
que nous l'avons dans notre mansuscrit.Aucune des homelies ne
mentionne Ie fait que l'ermite etait de la Thebalde, ni qu'il a force
Ie diable a lui faire sesrevelations; elles introduisent leg citations
par un diable dit a un ermite . Comme souligne plus haut, la
seulehomelie qui mentionne la capture du diable par un ermite Ie
for~ant a parler est Napier xliii, mais Ie discoursdu diable qui suit
ne se trouve pas dans Ie texte de Cotton Tiberius.On peut supposeTque les differents elementsde la legende faisaientpartie d'une
sorte de florilege , d'un recueil d'anecdotesd'un diable parlant
a un ermite, du meme genre que ce que l'on trouve danscertaines
parties des Vitae Patrum -Verba Seniorum. Si l'on accepte leg

87. M. FbRS1ER,Der Vercelli Codex CXVII, Halle, 1913,p. 72: (Bier)


schopft der Homilet aus einer thebaischenEinsiedler-Legende,die uns in
einer ausfiihrlicheren altenglischenForm, ebenfallsaus dem Lateinischen
ubersetzt,in der Cotton Hs.Tiberius A. III vorliegt .
88. P.E. SZARMACH,
The Vercelli Homilies, Style and Structure , dans
P.E. SZARMACH
and B. HupPE ed., The Old English Homily and its Background, New-York, 1978,p. 241s.

L'ERMlTE DE THEBES ET LE DIABLE

255

conclusionsde CH. D. WRIGH:r89,


ce florilege aurait existe,probablement en Mercie seloncertainescaracteristiqueslinguistiques,
a cette epoque. n aurait aussicontenules deuxsections(1a) et (1f),
non inclues dans Ie texte de Cotton Tiberius. On pent egalement
ajouter a cesconsiderations que les trois textes des Vitae Patrum
traduits en anglais, mentionnes plus haut, ont ete copies dans Ie
manuscrit, Cotton Otho C i, vol. 2, a Worcester, qui se trouve en
Mercie, et que la langue de la Vie de Malchus, est du mercien.
D'autre part, si on admetune influence irlandaise, c'estdanscette
partie de l' Angleterre qu'elle s'estmanifesteeIe plus.
Le texte de la legende qui figure dans Cotton Tiberius est fort
probablementune compositionoriginale, une compilation puisant
dansce florilege et dansd'autres sources,les memesque celles
des homelies. Mais c'est une compilation organisee: l'originalite
de l'auteur est d'avoir cree un cadre evenementiel-l'ermite capturant un diable et Ie soumettant a un interrogatoire sur les tourments de l'enfer et les joies du ciel- d'avoir fait de cet ermite un
moine de la Thebalde, d'avoir mis dans la bouche du diable les
diversescomposantestrouvees dansles homelies ou leurs sources,
meme celles qui ne sont pas descitations de la legende, et surtout
d'avoir fait decrire au diable les joies du ciel en expliquant pourquoi il est en mesurede Ie faire (sectionT). La partie sur l'enferc'est-a-dire les sections(1b), (1c), (1d) et (1e), les sections (1a) et
(If) ne faisant paspartie de notre texte -montre elle aussiun certain souci de construction: un scenario hypothetique, une description directe et une section cosmologique, un autre scenario
hypothetique. De plus, a ces deux scenarioss'oppose un scenario
sur Ie ciel.
Ce qui estremarquable danscette legende , c'estque, comme
nons l'avons note et comme Ie souligne CR. D. WRIGHT90:Si Ie

89. CR. D. WRIGHT,Op. cit., p. 267: Vercelli ix, Ie dialogue sur Ie Pater
Noster et Salomon et Saturne I, ainsi que Vercelli IX (...) peuvent etre
consideres comme originaires de la Mercie, composesentre le demier
quart du IXe siecle et Ie dernier quart du Xe siecle <Vercelli IX, the
Pater Noster Dialogue and Solomon and Saturn I, as well as Vercelli IV
[...] can all reasonably [though still conjecturally] be placed in Mercia,
between the last quarter of the ninth century and the first three quarters
of the tenth).
90. Op. cit., p. 179. If the "Devil's Account" is modelled on the eschatological revelations of the desert fathers, the revelation is remarquably
oblique and negative. Rather than describe heavenand hell directly, the
devil posits fantastic hypothetical torments and pleasures that are dismissedasinconsequential in comparisonto the realities of the next world,
which remain inexoressible.

256

R. FAERBER

"Devil's Account" seronde sur les revelations eschatologiquesdes


Peres du desert, la revelation est etonnammentoblique et negative. Au lieu de decrire directement Ie ciel et l'enfer, Ie diable elabore destourments et desplaisirs fantastiqueshypothetiques,pour
les rejeter commeincommensurablesavecles realites de I' Au-dela
qui, elIes, sont indicibles .
Quand cette composition a-t-elle ete faite? Le manuscrit estde
la deuxieme moitie du XIe siecle et, comme mentionne plus haul,
la langue estIe dialecte du Kent. II est evident que c'est line copie
faite par un scribe de I' Angleterre du Slid-Est. Mais certains elements de langue semblentindiquer que Ie texte sourceou les textes
sources provenaient d'une autre aile dialectale, peut-etre mercienne, comme nous l'avons dit. La comparaisonentre les differentesversionsdessectionscommunesmontre, en outre, que notre
texte n'est pas, comme Ie pense D. G. SCRAGG,
une compilation
fondee sur Vercelli IX91 ou sur sessources,mais plutot sur relIes
de Hatton 115. SelonIe memeD. G. SCRAGG,
il y aurait line double
filiation a partir d'une source commune: Vercelli IX et Bodelian
340 en constituant line, Hatton 115, Cotton Tiberius-nolle legende -et Napier xliii, l'autre92.Etant donne que Vercelli et Hatton
datent d'avant la reforme benedictine du milieu du Xe siecle, on
peut supposerque nolle texte date du debut de la deuxieme moitie de ce siecle.Mais lien ne permet de Ie garantir.
Quant au bref extrait dansCCCC 303,il a ete ajoute par Ie meme
scribe que celui du Testedu manuscrit, immediatement a la suite
de l'homelie qui precede,dansl'espaceblanc de la page-18lignescomme pour Ie remplir. II contient la section (Id) et (Ie) de nolle
legende, ainsi que l'idee generale de (Ia), suivie d'une reflexion
sur nolle situation et d'une exhortation a tout faire pour meriter
Ie ciel. Ces deux demiers elementsne se trouvent dans aucundes
autres textes SOilScette forme. Les deux elements de la legende
que ce texte contient sont plutot dans la tradition de VercelliIX.
lIs ne sont certainementpaspuisesdansnolle texte ni danssasourceoSestraits linguistiques presententcertainesparticularites graphiques qui pourraient etre du west-saxontardif, mais qui pourraient aussi provenir du texte source; mais elles sont trop peu
nombreusespour entirer des conclusionsprobantes.
Meme s'il est difficile de determiner la place que ce texte occupe dansIe corpus du vieil-anglais, il se situe dansline tradition qui

91.D. G. SCRAGG,
The "Devil's Account of the Next World" revisited ,
American Notes and Queries,mars-avril 1986,p. 108-110.
92. D. G. SCRAGG,
The corpus of vernacular homilies and prose saints'
lives before lElfric , Anglo-Saxon England 8 (1979),p. 189-220.

L'ERMITE DE THEBES ET LE DIABLE

257

pour F. C. ROBINSON,
son demier editeur, et CR. D. WRIGHT,qui
a explore les differents elements de la legende, est typique d'une
reflexion et d'une expressionsur les mysteresde l' Au-dela qu'ils
qualifient d'hibemo-anglaises et qui se distingue, par son hyperemotivite et sonextravagancestylistique, de la sobriete plus intellectuelle de la penseelatine. La tendanceirlandaise (...) va vers
l'extreme, Ie fantastique, l'inattendu, Ie singulier,Ie bizarre, Ie fantaisiste, l'excentrique et meme Ie grotesque))93.Et, dans une certame mesure,cette tradition estdansIe prolongement du mode de
penseequi caracterisela tradition des apocryphes.

93. N. MCNALLY,The Imagination and Early Irish Biblical Exegesis,


Annale Mediaevale 10 (1969),p. 5-27: The Irish trend (...) is toward the
ultimate, the fantastic, the unexpected,the odd, the quaint, the fanciful,
the excentric and, even,the grotesque.

R.
1.

258

FAERBER

ANNEXE
Nous ajoutons en annexe un resume-commentaired'un dessermons qui ont utilise des elements de la legende dans tine version
ires proche de celIe de noire lexie, Hatton 115, ainsi que quelques
remarques sur Ie sermon Napier xliii.
Le sermon Hatton 115
Hatton 115 est un sermoncomposite - Kompilationspredigt
-puisant dans divergessources,avec comme theme general une
exhortation a renoncer aupeche, sinon on estcondamnea l'enfer,
a vivre selonleg commandementsde Dieu pour avoir acres auciel.
Le sermons'adresseplus particulierement auclergeseculier,aUK
pretres de paroisse, et commence comme une ordonnance episcopale:
Nos docteurset maitres,les saintsapotreset nos evequesexhor.
tent tOllSles pretres qui ont la charge du peuple de Dieu a exer.
cer leur ministere correctementet a donnerl'exemple de la droi.

ture.
La premiere partie contient des instructions precises d'ordre
penitentiel: il faut se garder des huit peches capitaux -qui sont
enumeres-car l'enfer qui attend les recalcitrantsa septtourments
-qui sont enumeres; puis sont mentionnes des delits specifiques
-Ie concubinagedespretres, l'adultere deslalcs, l'homosexualite,
la corruption des pretres pour s'assurer leur silence -avec les
peines a appliquer s'il n'y a pas repentance et penitence: exclusion de la messe,de l'eucharistie, de l'enterrement dans la terre
berne,l'excommunication. Et malheur a ceux qui seront condamnesa sejourneravecIe diable en enfer, oil il y a plus de souffrances
qu'un homme ne pent decrire!
A partir de la, Ie sermon est une sorte de mouvement avec
theme-variations sur la mort et l'enfer, entrecoupe d'admonestation du type: Malheur a... , tout a fait parallele au sermon Vercelli IX.
II Y a, selon les livres,trois formes de mort, comme il y a aussi
trois formes de vie: il y a la mort comme punition des peches,la
mort comme separationdu corps et de l'ame, lestourments de l'enfer oil l'on ne pent plus loner Dieu; et pour la vie, il y a pour les
justes la vie selonla chair, la vie selon la volonte de Dieu et la vie
dans l'au-dela en compagnie des saints. Aussi la mort est-elle
quelque chosede terrible; personne ne pent y echapper; et pour
souli~er cela, il yale scenariohypothetique de l'homme dansune

L'ERMfIE DE THEBES ET LE DIABLE

259

forteresse, entoure de guerriers, de l'homme enferme dans une


cagede fer au plus profond de la terre94.Elle atteint legjeunes et
leg vieux, leg rois et leg sujets, leg heretiques et leg croyants, leg
pecheurs et legjustes. Elle provoque trois separations: la separation du corps et de l'arne, l'ame ayant Ie sort qu'elle s'est prepafee sur terre -il manque la deuxieme separation, comme dans
Vercelli IX -la separation d'avec leg biens de celie terre. Elle est
terrible, car elle enleve la vue auxyeux, l'owe auxoreilles, la parole aux levres,la marche aux pieds, l'activite auxmains, et leg ames
despecheurs,elle leg envoie en enter. Malheur a ceux qui subiront
ce sort !95Et puis on passe a l'enfer. II y a, selon les livres, cinq
imagesou prefigurations de l'enfer: la premiere estla detressequi
fait qu'on n'a plus plaisir a rien; la deuxieme est Ie vieil age:
Lorsque legoreilles n'entendentplus, elles qui auparavantentendaient leg beauxcantiques,que la languese met a begayer,elle qui
savait si bien s'exprimer, que leg pieds s'engourdissent, eux qui
etaient si agiles et si lestes, que leg mains maigrissent, elles qui
avaientdesdoigts si adroits, que leg cheveuxtombent, eux qui pendaientjusqu'a la ceinture, que legdentsjaunissent,elles qui etaient
d'un si beau blanc, et que l'haleine sent mauvais, elle qui etait si
agreablea sentir ; la troisieme estla fin de la jouissancedesbong
mets et des richesses;la quatrieme estIe fait d'etre enfoui dansla
terre, cousu dans un sac, et d'avoir comme compagnonsde lit la
terre, la poussiere et leg veTS,la cinquieme est Ie tourment infernal que personnene petit decrire, et pour Ie souligner,il yale cliche
dessept hommesIi la voix de tel: L'enfer est ires vaste, plus vaste
que la distance entre la voute celeste et la terre. Et puis vient Ie
scenariodel'homme pendu -il manque ici la liaison entre la mention de la distance et Ie scenario,comme c'est Ie casdans Vercelli
IX. Malheur a celui qui est envoye dans ce lieu. Malheur a ceux
qui ne connaissentpasl'Evangile et a ceux qui ne l'enseignentpas
au peuple de Dieu par negligence! Car en enter il y a des pleurs
sansconsolation...; c'est la section description de l'enfer de noire
legende,completee par une ires longue lisle utilisant Ie procede :
on estplonge dans Nl et dans N2, legdeux N alliterant. Effor~onsnous donc d'obeir auxcommandementsde Dieu et renon~onsaux
vices; suit tine longue lisle de 27 vices. Et on nous raconte dans
deslivres, qu'un diableparla Ii un ermitedestourments de l'enfer:
c'est la section de la cosmologie,suivie du scenario de la cagede
feu. Malheur a celui qui subit leg tourments de l'enfer et heureux

94. Ct. plus haut, notre analysedes procedesstylistiques.


95. Tout ce passagerappelle de nouveau la CatechesisCeltica,qui pourfait en etre la source premiere. Ct. A. WILMART,Gp. cit., p. 44.

260

R. FAERBER

celui qui aura acres au ciel; vient une description du ciel paralleIe a celIe de l'enfer avecIe procede il y a Nl sansN2 ,suivie par
Ie scenario de la colline d'or et de I'enfant royal. La fin est une
exhortation a eviter les pecheurs et a frequenter les justes, pour
que DOllSpuissions etre avec notre Seigneurdans la joie du ciel.

AMEN.
C'est donc un sermon qui semble utiliser Ie procede coupercoller a partir d'un florilege semblable aux Collectanea
Bedae96,sans grand effort de structuration,avec l'intention de
marteler les tourments qui attendent les destinataires s'ils se
laissent aller au peche et s'ils ne se repentent pas a temps. Aucune source directe -latine -ne semble exister pour ce type de sermon, sauf peut-etre dans Ie corpus homiletique hiberno-latin.
Notons qu'il n'est fait aucunereference a destextes bibliquessauf une mention a un psaume; Vercelli IX cite Ie Ps 4 -; il n'y a
aucuncommentaire exegetiqueou theologique; JesusChrist n'est
pas mentionne; Ie seul personnagequi joue un role est Ie diable,
l' Antechrist; Ie seul enseignementcatechetiquedonne est l'insistance sur la repentance et la penitence et Ie renoncement aux
pecheset vices. Quant au ciel, il ne lui est consacrequ'une petite
enumeration de N sansN et Ie scenariohypothetique de la colline d'or.
Ces types de sermon -il y en a bien d'autres que ceux mentionnes -sont typiques de que ce qu'on a appele la tradition des
homelies anonymes ou tradition heterodoxe , qui s'opposea
celIe inauguree par la reforme benedictine du milieu du Xe siecle
et qui a ete combattue par Ie grand pr~dicateur benedictin Aelfric
a la fin du siecle.Mais l'effort de ce dernier et d'autres de rendre
la predication plus orthodoxe ne semble pas avoir porte de
fruits, puisqu'aux XIe et XIIe siecles,on a continue a copier dans
les scriptoria des monasteres indifferemment, semble-t-il, des
homeliesd' Aelfric et dessermonsheterodoxes dansles memes
manuscrits et dansles memeshomiliaires. Le texte de notre legende dans Cotton Tiberius en fait partie.

2. Le sermonNapierxliii
En ce qui conceme Ie sermon Napier xliii, il est interessantde
noter I'usage que fait son auteur de Ia Iegendedel'ermite et du
diable. C'est un sermon sur I'observancedu dimanche sur Ia base
de Ia Lettre du Christ tombeedu ciel (Epftre du Christ) -doni se

96. Migne, PL 94,cots.539-560.

L'ERMITE DE rnEBES ET LE DIABLE

261

sontserviessepthomelies ou sermonsen vieil-angiaisdansdesms.


du XIe siecle97.1lse termine ainsi:
Chers freres, ecoutez bien! Le pape Plorentius et Pierre
l'eveque etaient a cette epoque a Rome, lorsque la lettre fut
trouvee sur l'autel de Saint Pierre, et its furent les vrais temoins
de cet evenement(...), temoins de ce que cette lettre etait venue
du ciel, et its declarerent: Nous jurons par la puissancedu Seigneur tout-puissant et par la sainte Croix (...) que ce que DOllS
disons estvrai, que ce livre n' a ete ecrit par aucunemain humaiDe,mais qu'il a ete trouve sur Ie maitre autel de Saint Pierre,
ecrit en lettres d'or .
(...) Et si vousn'etes pasprets a croire, tres chefSfreres, en cette
lettre, penseza ce que Ie diable a dit a l'ermite a propos du
sejour en enter. II arriva, en effet, qu'un saint ermite captura
un liable et Ie mena",apour qu'illui parlat de l'enfer. Et Ie liable
dit a l'ermite (...).

Et ici vient Ie cliche des sept hommes it.Ia voix de fer.


n existe une autre version de ce sermon, Napier xliv; ce sermon
se termine aussipar Ia menace de I'enfer it.I'adressede ceux qui
ne croiraient pas en cette Iettre ecrite par Ie Seigneur,maissans
citer Ia Iegende:
Malheur a ceux qui sejoumeront parmi les diables dansce lieu
ou il y la souffrance sans consolation et des tourments qu'aucunhomme ne peut decrire. Que Ie Seigneurnous engarde (...).

97. a. D. WHfIELOCK, Bishop Egred, Pehtred, and Niall , dans D. WHITELOCK,R. MCKITrEWICK, D. DUMVILLE ed., Ireland in Early Mediaeval
Europe, Cambridge, 1981, et la bibliographie detaillee fournie en notes
sur la Lettre.

Paul-Hubert POIRIER

UniversiteLaval,Quebec

LES ACTES DE THOMAS ET LE


MANI CHEISME *
En hommage a l'Association canadienne des
etudes patristiques/The Canadian Society
of Patristic Studies, pour son 20" anniversaire
(Oxford 1975-0xford

1995)

Thepurpose of thispaper is to discussthe relationshipbetweentheActs


of Thomas and Manichaeism from the following points of view: the
acquaintanceof the Manichaeanswith theActs of Thomas,thepresenceof
Manichaeaninterpolations into the Acts of Thomas,and the indebtedness
of Mani and the Manichaeansto the Acts of Thomas.
Cet article sepropose d'examiner la relation desActes de Thomas au
manicheismed'un triple point de vue: la connaissanceque les manicheens
ont eue desActes de Thomas,la presenced'interpolations manicheennes
dans les Actes de Thomas et la dette de Mani et des manicheensa leur
endroit.

Au seinde la collection 1formee par leg Actesapocryphesleg


plus anciens-a savoir legActes deJean,de Paul,de Pierre,d'An-

'" Communication presentee,Ie mercredi,23 aoftt 1995,a la Thelfth International Conference on Patristic Studies,Oxford. Une premiere version
de cette communication avait ete donnee Ie vendredi 2 juin 1995,lors de
la reunion annuelle de I' Association canadiennedes etudes patristiques
tenue dans Ie cadre du congresdessocietessavantes,Universite du Quebec a Montreal, Montreal (Canada).Abreviations utilisees: AcTh = Actes
de Thomas; CMC = Codex manicheen de Cologne; HP = Hymne de la
Perle; PsM = Psautier manicheen.
L Sur I'existence d'une telle collection, voir, entre autres,J. D. KAESll-I,
L'utilisation des Actes apocryphesdes Ap6tres dans Ie Manicheisme ,
dansM. KRAUSE,ed., Gnosisand Gnosticism.PapersRead at the Seventh International Conference on Patristic Studies (Oxford, September8~31975) (Nag Hammadi Studies,8), Leiden, 1977,p. 107-116,ainsi que
E. JUNOD,J.-D. KAESll-I, L'histoire desActesapocryphesdesApotres. Le
casdesActes de Jean(Cahiers dela Revuede theologieetde philosophie,
7), Geneve, 1982,p. 49-86.

Apocrypha

9, 1998, p. 263-290

264

P.-H. POIRIER

dre et de Thomas,cesdemiers occupentune place assezsinguliere et meme paradoxale.S'ils ont Ie privilege d'etre legseulsa avoir
ete integralement conserves,leg problemes poses par leur situation textuelle sont de telle nature que leg conclusions que l'on
cherche a tiTer a leur propos ou l'utilisation que l'on en fait sont
toujours grevesd'une incertitude plus ou moins grande.Les Actes
de Thomas (ci-apres AcTh)2 sont en effet connus par deux versions, l'une syriaque, l'autre grecque, complete l'une et l'autre,
mais dont on peut difficilement dire laquelle serait la source de
l'autre. Si on admet en generalqu'ils ont ete composesen syriaque,
la comparaisondestextes syriaque et grec transmis par legmanuscrits revelent cependantentre eux de telles differences de contenu et de formulation, assezsouvent en faveur du grec sur Ie plan
de l'archalsme doctrinal, qu'on en a conclu que, si Ie syriaque est
bien la langue originale des AcTh, la version syriaque connue de
nous ne represente toutefois pas Ie texte syriaque original, mais
que celui-ci aurait ete remanie pour l'adapter a une situation doctrinale posterieure a celIe qui prevalait loTsde sa composition3.

2. Les editions sont les suivantes: version syriaque,W. WRIGHT,Apocryphal Acts of the Apostles.Edited from Syriac Manuscripts in the British
Museum and others Libraries with English Translations and Notes,
Londres, 1871,vol. 1,p. 172-333;version grecque,M. BONNET,
dansR. A.
LIPSIUS,
M. BONNET,
Acta Apostolorum Apocrypha, Leipzig, 1903,t. 2, 2,
p. 99-288; version latine, Kl. ZELZER,Die alten lateinischenThomasakten
(Texteund Untersuchungen,122), Berlin, 1977; version corte, P.-H. POIRIER,La version copte de la predication et du martyre de Thomas.Avec
une Contribution codicologiqueau Corpus copte desActa Apostolorum
Apocrypha par E. LUCCHESI
(Subsidiahagiographica,67), Bruxelles,1984.
Deux complements a notre edition de la version corte ont ete publies:
E. LUCCHESI,
Additamentum ad Martyrium s. Thomae apostoli coptice , Analecta bollandiana 106 (1988) 319-322,et A. I. ELANSKAYA,
The
Literary Coptic Manuscripts in theA.S. Pushkin StateFine Arts Museum
in Moscow (Supplementsto Vigiliae Christianae,18), Leiden, 1994,p. 6067. Pour les editions des autres versions ou formes des AcTh, on verra
M. GEERARD,Clavis apocryphorum Novi Testamenti(Corpus christianorum), Turnhout, 1992,p. 147-152( 245-249).On trouvera une traduction fran~aise du grec dans A.-J. FESTUGIERE,
Les Actes apocryphesde
Jeanetde Thomas.Traductionfran~aiseet notescritiques (Cahiersd'orientalisme,6), Geneve, 1983,p. 1-117; une traduction fran~aisedu syriaque,
due a P.-H. Poirier et Y. Tissot, estparue dansles Ecrits apocrypheschretiens (Bibliotheque de la Pleiade), Paris, Gallimard, 1997,p.1321-1470.
3. Pour une premiere orientation sur ces questions,voir Y. TISSOT,Les
Actes apocryphes de Thomas: exemple de recueil composite , dans F.
BOVONet al., Les acresapocryphesdes apotres. Christianisme et monde
palen (Publications de la Facultede theologiede l'Universite de Geneve),
Geneve, 1981,p. 223-232,et ID., Fiche signaletique sur les Actes de Thomas,dans F. BOVONet al., ibid., p. 304-305.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

265

Mais, si l'on considere que les AcTh proviennent d'une region 011
avait cours un bilinguisme greco-syriaque4, on ne peut exclure
absolumentla possibilite d'une redaction originale en grec, sinon
de l'ensemble, du moins de portions des AcTh. Au bilinguisme
typique du berceaudes AcTh correspondpar ailleurs, au plan doctrinal, une bigarrure qui a conduit a leur attribuer un milieu originel tour a tour et parfois tout ensemble bardesanite, gnostique,
encratite ou meme tatianique5.
Dans la reconstitution de l'arriere-plan doctrinal et historique
desAcTh, Ie manicheismeallait etre appelea jouer un role majeur,
a partir, notamment,de la premiere moitie du XIxe siecle.En effet,
si, depuis Isaac de Beausobre6et a la suite d' Augustin7, on a sans
cesseaffirme que les manicheensavaient ete des lecteurs assidus
et appreciatifs de nos Actes, il fallut attendre la premiere edition
(partielle) de la version grecque par Thilo en 18238,pour qu'on
operat des rapprochements precis entre les doctrines et leg pratiques manicheennes,et Ie contenudesAcTh. Cesrapprochements
se sontlongtempslimites a certainspassages,commel'hymne nuptial deschap.6-7, legepicleseset legprieres, ou a certainselements
rituels, comme la description du bapteme ou la mention du jeftne
Ie dimanche, dans lesquels Gunther Bomkamm a cru relever des

4. Sur Edesse,on lira J. B. SEGAL,Edessa,The BlessedCity, Oxford, 1970,


a la lumiere toutefois du compte rendu de P. DEVOS,Analecta bollandiana 90 (1972) 430-433,ainsi que Han J. W. DRIJVERS,
Apocryphal Literature in the Cultural Milieu of Osrhoene , Apocrypha. Le champ des
apocryphes1 (1990)231-247.Sur Ie bilinguisme et Ie biculturalisme dans
cette region, voir L. VAN ROMPAY,
Graeco-Syriaca.Enkele beschouwingen overher lot van een lingui:l'tischeminderheid in de kristelijke Oudheid.
Rede uitgesproken bij de aanvaarding van bet ambt van gewoon lektor
in de aramesetaal- en letterkunde aan de Rijksuniversiteit te Leiden op
vrijdag 1 december1978,Leiden, 1978,ainsique S.P. BROCK,SyriacPerspectives on Late Antiquity, Londres, 1984(recueil d'etudes parues entre
1973et 1982).
5. Voir, en dernier lieu, Han J. W. DRIJVERS,
Thomasakten, dans W.
SCHNEEMELCHER,
ed., NeutestamentlicheApokryphen, II. Band: Apostolisches, Apokalypsen und Verwandtes, Tiibingen, 1989,p. 300-302.
6. Voir son Histoire critique de Manichee et du manicheisme,tome I,
Amsterdam, 1734,reimpression Leipzig, 1970,p. 402-407.Sur la contribution d'Isaacde Beausobrea I'historiographie manicheenne,voir J. RIBS,
Introduction aux etudes manicheennes.Quatre sieclesde recherche ,
Ephemerides theologicaelovanienses33 (1957) 473-477,repris dans Les
etudesmanicheennes.Des controverses de la Reforme aux decouvertes
du xxe siecle (Collection Cerfaux-Lefort, 1), Louvain-Ia-Neuve, 1988,p.

36-42.
7. Referencesdonnees infra.
8. J. C. THILO,Acta S. Thomae Apostoli, Leipzig, 1823.

266

P.-H. POIRIER

traces non equivoques d'une redaction manicheenne9.D'apres


Bornkamml0, leg Actes seraientmeme Ie chainon manquant permettant de relief Ie gnosticismeancien aumanicheisme.Par gnosticisme ancien, Bornkamm entend Ie gnosticisme syrien a partir
duquel Mani aurait echafaudesapropre doctrinell. En formulant
cette these, Bornkamm prenait Ie relais de Wilhelm Boussetqui,
des 1907,danssesHauptproblemeder Gnosis12,
puis en 1917,dans
un important article intitule Manichiiischesin den Thomasaktew3,
a dresseun inventaire du materiau manicheendansleg AcTh, qui
devait s'imposer a la recherchesubsequente.Les piecesmajeures
de cet inventaire avaientd'ores et deja ete repereespar Thilo dans
leg remarquables Notae in Acta Thomae14dont il a fait suivre son
edition. Sur l' Hymne de la Perle (ci-apresHP), Boussetproposait
en outre une interpretation qui allait etre appelee a une grande
fortune15. La non plus, il n'innovait pas completement, dans la
mesure oil A. Hilgenfeld avait Ie premier etabli des rapprochements precis entre Ie manicheisme et l' Hymne16.

9. Cf. Mythos und Legende in den apokryphen Thomas-Akten. Beitrage


zur Geschichte der Gnosis und zur Vorgeschichte des Manichaismus (Forschungen zur Religion und Literatur des alIen und neuen Testaments,49),
Gottingen, 1933, p.111. On notera que Bornkamm s'exprime avec beaucoup de prudence: Das Ergebnis der Untersuchungen ist also dies: die
Akten zeigen auf Schritt und Tritt allerengste Verwandschaft mit manichaischer Lehre, und doch kann von eiDer erst nachtraglichen, manichaischen Uberarbeitung der Akten mit Sicherheit nUTan wenigen Stellen die
Rede sein (ibid.).
10. Thomasakten , dans E. HENNECKE,W. SCHNEEMELCHER,
ed., Neutestamentliche Apokryphen, II. Band: Apostolisches, Apokalypsen und
Verwandtes, Tlibingen, 1964, p. 307.
11. Ibid. Voir aussi Mythos und Legende, p.111: Sie (sc.les AcTh) lassen vielmehr liberall eine unmittelbar manichaische Gnosis erkennen, die
dem systematischen Manichaismus den mythologischen Stoff, dem vulgafen wahrscheinlich den wesentlichen Inhalt gab.
12. Ouvrage paru a Gottingen dans les Forschungen zur Religion und Literatur des alIen und neuen Testaments,vol. 10.
13. ZeitschriftfUr die neutestamentliche Wissenschaft 18 (1917-1918) 1-39.
14. Gp. cit., p. 76-198.
15. Manichaisches in den Thomasakten , p. 23-33.
16. Dans son compte rendu de A. A. BEVAN, The Hymn of the Soul Contained in the Syriac Acts of St. Thomas (Texts and Studies, 5, 3), Cambridge,
1897, dans la Berliner philologische Wochenschrift 18 (1898) 389-395. Sur
la contribution d'Hilgenfeld et de Bousset a l'etude de I'HP, voir P.-H.
POIRIER, L'Hymne de la Perle des Actes de Thomas. Introduction, texte,
traduction, commentaire (Homo religiosus, 8), Louvain-Ia-Neuve, 1981,
p. 58-63 et 108-116.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

267

Comme on l'aura deja constate,la rechercheconcernantles rapports entre les AcTh et Ie manicheismen'est pas neemer. De fait,
elle a derriere elle pres de deux siecles et demi de publications,
d'ampleur et de valeur diverses.L'activite scientifiqueque cespublications traduisent pent etre partagee en cinq periodes, marquees,
sauf pour la premiere, par la decouverte ou l'edition de sources
interessantde pres ou de loin les AcTh ou Ie manicheisme.(I) La
premiere de ces periodes fut brillamment inauguree, des 1734et
1739,par l' Histoire critique d'lsaac de Beausobre,qui, mettant fin
au monopole des heresiologues,marquait l'entree du manicheisme et, indirectement, des AcTh dans l'historiographie moderne.
(II) L'edition de Thilo, en 1823,relayee par celles de Constantin
Tischendorf, en 185117,et de Maximilien Bonnet, en 188318,en
livrant pour la premiere fois line portion significative des AcTh
dansune de leurs langues originales , ouvrit une secondeperiode et confera aux AcTh line existenceautonome. (III) En 1871 et
1904,les editions de WIlliam Wright, pour Ie syriaque,et de M. Bonnet, pour Ie grec, revelaient au monde savant,Ie texte integral des
AcTh, c'est-a-dire,comportant, en syriaque et en grec, l'HP (chap.
108-113)et, ensyriaqueseulement,la longue louange (r<'~~,
chap. 113B) qui suit I'Hymne dans Ie manuscrit de Londres edite
par Wright. (IV) En 1933,Ie fameux memoire de Carl Schmidt et
de Hans-JacobPolotsky faisaitconnaitre un Mani-Fund in Agypten 19,effectue a la fin de l'annee 1929et dont une partie, la seconde moitie d'un Psautiermanicheen(ci-apresPsM), serapubliee par
C. R. C. Allberry en 19382.Comme on Ie verra, ce nouveautexte
allait apporter la preuve decisivede la connaissanceet de l'utilisation des ACThpar les manicheens.(V) En 1970,entin, Albert Henrichs et Ludwig Koenen menaient, surplus de centpages,une analyse detaillee d'un griechischer Mani-Codex recemment
decouvert, qui devait permettre line appreciation renouvelee des
rapports entre I'HP et Ie manicheisme21.

17. Acta Apostolorum Apocrypha, Leipzig.


18. Acta Thomae (SupplementumCodicis Apocryphi), Leipzig. II s'agit
de la premiere des deux editions que Bonnet devait publier des AcTh, la
secondedatant de 1903(ct. supra,n. 2).
19. C. SCHMIDT,H.-J. POLOTSKY,
mit einem Beitrag von Dr. H. C. H.
IBSCHER,
Ein Mani-Fund in Agypten. Originalschriften des Mani und
seinerSchuler,Sonderausgabeaus den Sitzungsberichteder Preussischen
Akademie der Wissenschaften,
Philosophisch-historischeKlasse, 1933,I,
Berlin 1933.
20. Edition citee infra.
21. Ein griechischer Mani-Codex (P. Colon. inv. nr. 4780) Zeitschrift
fUr Papyrologie und Epigraphik 5 (1970)97-216.

268

P.-H. POIRIER

n apparw"trapeut-etrevain de pretendre ajouteraux nombreuses


etudes qui ont jalonne chacunedescinq periodes que DOllSvenons
de definir2. Du moins pouvons-nousinvoquer comme excuse,en
DOllSappropriant les termes du titre de Bousset, Ie fait que ces
etudes,meme pour cellesd'entre elles qui peuventpretendre a une
certaine originalite, soot loin d'avoir abouti a des resultats probants. Notre ambition n'est pas de reussirla ou elles ont echoue,
mais de dresserun etat de la question et de proceder a une classification et a line evaluation critique des donnees,en vue de determiner ce qu'il en est, a strictement parler, de la relation des AcTh
au manicheisme. A cette fin, DOllSposerons trois questions: les
manicheensont-ils connu les AcTh? Les ont-ils modifies ou interpoles? Leur soot-its redevables? En repondant a chacunede ces
trois questions, DOllSaurons a preciser Ie sens de l'appellation
manicheens ,que DOllSemploierons par commodite et qui designera, selon les cas, Ie fondateur de la religion de lumiere, les
sourceslitteraires manicheennesou encoreles manicheensdesIIIe
et lye siecles.

I
Au second volume de ses Ecritures manicheennes23,
Prosper
Alfaric ecrit : Tous les gnostiquesse regardaientcomme les vrais
disciples du Christ. lIs accordaient donc une grande importance
auxEcritures chretiennes.Mais ils rejetaient, tantot en entier, tantot seulement en partie, plusieurs de celles qui entraient dans Ie
Canonde l'Eglise officielle. Par contre, ils en admettaientd'autres
qui etaient communement exclues comme apocryphes.Ici encore, les Manicheens ont suivi leur exemple. 24On hesitera sans
doute a avaliser tel quelle jugement d' Alfaric, mais, dans Ie cas
desAcTh, it ne fait aucundoute que les manicheensles ont connus,
Ius et apprecies. 11suffira de deux temoignages pour l'etablir.
Le premier de ces temoignages provient de l'heresiographie,
mais it revet neanmoinsune valeur exceptionnelle puisqu'il s'agit

22. 11est impossible, dans Ie cadre de la presente contribution -et ce


serait d'ailleurs largement inutile -, de repertorier toutes les publications, monographies,articles, notices,comptes rendus, qui, de pres ou de
loin, se sontinteressesauxrapports des AcTh aumanicheisme.Nous retenons celles qui, de nolle point de vue, semblentles plus significatives,ou
presententune valeur exemplaire.
23. P. ALFARIC,Les Ecritures manicheennes,I. Vue generale,II. Etude
analytique, Paris, 1918-1919.
24. Vol. II, p. 161.

LESACTES DE THOMASETLEMANIcHEISME

269

de celui d' Augustin. Polemiquantcontre les manicheens,qui rejettent l' Ancien Testamenta causede saseveriteenversles pecheurs,
l'eveque d'Hippone les renvoie, comme a un livre faisant pour eux
autorite, aux AcTh, dans lesquels l'apotre inflige la mort a un
echansonqui l'avait gille, tout en lui promettant Ie pardon dansIe
monde a veniT(chap. 6). L'episode des Actes dans lequel estnarfee la mesaventure de l'echanson est allegue a trois reprises par
Augustin, toujours dansIe meme contexte argumentatif25.A titre
d'illustration, citons Ie troisieme de cespassagesen ordre chronologique26:
Les manicheenslisent des ecritures apocryphes,ecrites SOliS
Ie
nom des apotres par je ne saisquels arrangeursde fables. Elles
auraient ete dignes d'etre rel;ues comme autorite de la sainte
Eglise du tempsde leurs auteurs,sileghommessaintset savants
qui vivaient alors et pouvaient examiner de tels ecrits avaient
reconnuque res auteurs disaientvrai.lls y lisent cependantque
l'apotre Thomas, se trouvant comme etranger et tout a fait
inconnu a un repas de noces,rel;ut un soufflet d'un serviteur et
appela sur cethomme un chatiment durable et impitoyable. Ce
serviteur etant aIle ala fontaine chercher de l'eau pour leg
convives, un lion se precipita sur lui et Ie tua; et la main qui
avait frappe d'un faible coup la tete de l'apotre flit separeedu
corps,selon Ie vreu et l'imprecation du meme apotre, et apportee par un chien a la table ou etait Thomas. Que petit-on voir
de plus cruel? Mais comme il est ecrit dansIe meme livre, sije
ne me trompe, que l'apotre demanda la grace de cet homme
dans Ie siecle a veniT,Ie mal flit compensepar un grand bien;
de telle sorte que res inconnus,a travers cet evenementterrible,

25. Les trois passagesd' Augustin sont les suivants: 1) Contra Adimantum
17,2, p. 166,6-22 Zycha, trad. fran<;:aise
R. JOLIVET,M. JOURJON,
Bibliotheque augustinienne,17, Paris, 1961,p. 323-325(et note complementaire 34,p. 777); 2) De sermoneDomini in monte I, 20, 65,p. 75, 1628-1640
Mutzenbecher; 3) Contra Faustum22, 79,p. 681,6-682,22 Zycha. Surres
passages,voir F. D. TAYLOR,Augustine of Hyppo's Notion and Use of the
Apocrypha, Dissertation, University of Notre pame, Indiana, Department of Theology, 1978,p.142-157, ainsi que E. JUNOD,J.-D. KAESTLI,
L'histoire des Actes apocryphes desApotres. Le cas des Actes de Jean
(Cahiers de la Revuede theologie et de philosophie, 7), Geneve, 1982,p.
62-67.Ces auteursfont remarquer (p. 66)qu' line autre observationinteressante ressort des temoignages d' Augustin: c'est l'emploi repete du
verbe legerepour designerl'usagedesapocrypheschezles Manicheens,
et ils ajoutent en note (75) : II y a tout lieu de penserqu' Augustin, luimeme ancien Auditeur, evoque ainsi line lecture publique, faite dans Ie
cadre des rassemblements cultuels de la communaute manicheenne.
26. Pour la datation de cestrois textes,ct. F. D. TAYLOR,lococit.

270

P.-H. POIRIER

comprirent combien l'apotre etait cheri de Dieu, et que cet


homme, prive d'une vie qui devait tot ou tard iinir, fut sauve
dansl'eternite. Que cette histoire soitvraie ou qu'elle soit inventee ne m'importe en rien en ce moment.27

A chaque fois qu'il invoque les AcTh, Augustin prend soin de


Doterque c'est en raison de l'autorite dont jouissentpareils ecrits
chezsesadversaires, qui acceptentcommevraies et authentiques
ces ecritures que Ie canon ecclesiastiquea rejetees -(manichaei)
a quibus illae scripturae,quascanonecclesiasticus
respuit,tamquam
ueraeatquesinceraeacceptantur28et qu'ils tiennent neanmoins
pour parfaitement exactes -quas etiam incorruptissimas esse
dicunt 29et de la plus haute verite -tamquam ...uerissimamque30.De telles affirmations sonsla plume d'un autre auteur
pourraient passer pour des poncifs heresiologiques, mais, si on
considere,d'une part, la connaissancepersonnellequ'avait Augustin du manicheisme et, d'autre part, Ie fait qu'il combattait des
manicheens en chair et en os, qui n'auraient pas manque de Ie
contredire s'il en etait aIle autrement, on pent retenir de sontemoignageque les manicheens-du moins ceux d' Afrique du Nord a
la fin du lye siecle -connaissaient et lisaient les AcTh, comme
d'ailleurs ceux d'autres apotres.
Le secondtemoignage permettant d'etablir que les manicheens
ont eu recoursaux AcTh provient desecrituresmanicheennesproprement clites, plus precisement du PsM copte31,qui, a quatre
reprises, fait allusion a des elements que l'on retrouve dans les
AcTh. Ces quatre occurrences peuvent etre regroupees sons les
titles suivants:
10Activite missionnairede Thomas en lnde :
(1) Psaumesd'Heraclide,p.192, 15 Allberry32
oyel9WT fipeq6N2HYne ~H~C 2fiT;XWp~

27. Contra Faustum 22, 79,p. 681, 6-681,27 Zycha, trad. E. JUNOD,
J.-D.
KAESTLI,op. cit., p. 63.
28. Contra Faustum 22, 79,p. 681,27-682,1 Zycha, trad. E. JUNOD,J.-D.
KAESTLI,ibid.
29. Contra Adimantum 17,2, p.166, 7 Zycha.
30. qe sermoneDomini I, 20, 65,p. 75, 1636-1637Mutzenbecher.
31. Edition C. R. C. ALLBERRY,
A Manichaean Psalm-Book,Part II, with
a contribution by Hugo IBSCHER
(Manichaean Manuscriptsin the Chester
Beatty Collection,Volume II), Stuttgart, 1938.
32. Surce passageet surles deux qui suivent,voir S. RICHTER,
Exegetischliterarkritische Untersuchungenvon Herakleidespsalmendes koptischmanichiiischenPsalmenbuches(Arbeiten zum spiitantiken und koptischen
Agypten, 5), Altenberge, 1994,p. 205-206et 219.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANlcHEISME

271

Hn2NTOY

Thomas est un marchand qui trouve profit, dansIe paysde I'Inde.


(2) Psaumesd'Heraclide,p. 194,13 Allberry
~q61N6 HnK~I-9{DH~C nctNoyq6

6T~qHWK

~n2N[Toy

n a trouve aussiThomas,la bonne odeur,qui estaIle en Inde.


20Mention de Mygdonia,l'une desheroinesde la secondepartie des
AcTh, c'est-a-diredu recit continu formant Ie Martyrium 33et dont
Pactionse situe ala cour du roi Masdai(chap.82 et ss.):
(3) Psaumesd'Heraclide,p. 193,2 Allberry
oy...

.]6 H~.

6 6~y6NTC

T6 HyrAoNI~

2HT~WP~

H]Q2HTOY

Mygdonia [estune ...] que l'on a trouvee,dansIe paysde l'lnde.


30Martyre de Thomas:
(4) Psaumesdeserrants(III. Psaumede la constance),p.142,27-30AIl-

berry
N6t

~N N6T~f}-WH~C

HqT~Y
~YKWT6
YHP

81 2~P~Y

2Hn6qcT~YPOC

HH~T~t

Hn9~n

HOYWT

~p~q

c~nqT~Y

NC~

HHYCTHPION

~q6ITOY

~YX~Tq

HTOYOC

~YT6n6qcN~q
Y~TO

HH6IN6

NAor~H

19WA ~8~[A34
~qX~K[OY

Ce sont ces souffrances-la,aussi,que Thomas soutint sur sacroix;


quatre soldatsd'un seul coup l'ont perce du fil de (leur) lance;
iIs l'ont environne,desquatre cOtesa la fois,iIs ont fait couler sonsang.
Combiende mysteresiI realisa! De nombreuxprodiges iI accomplit! 35

Les renseignements doni disposaient les auteurs des psaumes


manicheensdans les passagesqui ont ete cites provenaient surement desAcTh. Pour ce qui estdestextes (1) et (2), les Actes soot
les premiers et les seulsa attribuer l'Inde a Thomascomme champ
de mission, alors que la tradition la plus ancienne (Origene apud

33. Cf. Y. TISSOT,Fiche signaletique sur les Actes de Thomas, dans


F. BOVONet al., Les acresapocryphesdesapotres. Christianismeet monde
paien (Publications de la Faculte de theologie de l'Universite de Geneve),
Geneve, 1981,p. 304.
34. Allberry donne ici ~X .[. Pour autant qu'on puisse en juger, Ie facsimile du manuscrit (voir S. GIVERSEN,
The Manichaean Coptic Papyri in
the Chester Beatty Library, Volume IV, Psalm Book Part II [Cahiers
d'orientalisme, 17], Geneve, 1988) semble supporter notre lecture.
35. Traduction (modifiee) A. VILLEY, Psaumesdes errants. Ecrits manicheensdu Fayyam (Sourcesgnostiqueset manicheennes,3), Paris, 1994,

p.73.

272

P.-H. POIRIER

Eusebe, Histoire ecclesiastiqueIII, 1,136)l'envoyait au pays des


Parthes.On notera cependantdansIe premier texte un ecartapparent avecleg AcTh. En effet, Ie Psautierqualifie Thomas de marchand -619WT , alors que, dans leg Actes (chap. 2), l'apotre est
presente comme un charpentier achete par un marchand en provenancede l'!nde, Habban. Knut Schaferdiek37a conclu de cette
disparate que Ie PsM ne pouvait dependre ici des AcTh. n est sur
que Ie psalmiste n'a pas trouve dans leg Actes un tel qualificatif,
mais qu'ill'utilise n'implique nullement qu'il n'a pas puise dans
legActesla mention de l'apostolat indien de Thomas.A moins que
Ie copte 6I9WT,marchand ,ne soit a considerercommeune faute
pour 6KWT,constructeur, malton, architecte 38,la designation
d'un apotre comme un marchand est un cliche de la tradition
syriaque, que l'auteur des Psaumes d'Heraclide ne fait que
reprendre39.On se gardera donc de lui attribuer une valeur critique. Quant au personnagede Mygdonia (selon Ie grec; Magdonia dansIe syriaque), qui intervient dans Ie texte (3), il n'apparait
que dans leg AcTh, ou il occupe une place preponderante dans la
secondepartie (chap. 82-171).
Cependant, ni la mention de l'!nde ni celle de Mygdonia ne
necessitaientune connaissancedirecte desAcTh. Mais il enva tout
autrement des quelques lignes par lesquelles leg Psaumes des
errants font memoire du Martyre de l'apotre [texte (4)]. En effet,
ce court passageest a ce point explicite dansleg details qu'il fournit et Ie vocabulaire qu'il utilise que Peter Nagel s'est cru autorise a lui assignerune place precise au sein de la tradition textuelle
du Martyre de Thomas40.nest vrai, comme l'a etabli Nagel, qu'a
l' exceptiondu terme aTavp6s-,
nom de code manicheenpour mar-

36. Sur la notice eusebienne,on lira E. JUNOD, angene, Eusebe et la


tradition sur la repartition des champsde mission des apfJtres(Eusebe,
Histoire ecclesiastique,III, 1, 1-3) , dans F. BOVONet al., Les acresapocryphesdesapotres.Christianismeetmondeparen(Publicationsdela Faculte de theologie de l'Universite de Geneve), Geneve, 1981, p. 233-248.
37. Die Leukios Charinos zugeschriebenemanichiiischeSammlungapokrypher Apostelgeschichten, dans W. SCHNEEMELCHER,
ed., Neutestamentliche Apokryphen, II. Band: Apostolisches, Apokalypsen und Verwandtes,Tiibingen, 1989,p. 85.
38. Selonla conjecture de A. Bohlig, citee par S. RICHTER,op. cit.,p. 205,

n.213.
39. Sur Ie theme du marchand dans la litterature syriaque,voir R. MURRAY,Symbols of Church and Kingdom. A Study in Early Syriac Tradition, Cambridge, 1975,p. 174-175,et S. RICHTER,op. cit., p. 205-206.
40. Die apokryphenApostelaktendes2. und 3. Jahrhundertsin der manichiiischen Literatur. Ein Beitrag zur Frage nach den christlichen Ele-

LESACTES DE THOMASETLE MANICHEISME

273

lyre , taus les elements du PsM, sauf un ( 6), trouvent un equivalent dans one forme ou l'autre du Martyre de Thomas, comme
Ie montre Ie TableauI. Nagela egalementmontre que l'occurrence
dans Ie PsM de Hnc~n NOYWT( 2) et de ~YX~Tq ( 3) Ie rapproche d'une maniere privilegiee des temoins KV (ajla et m]cavTE"$")
de la forme A (registre superieur de l'edition de Bonnet) du
Martyre grec. Mais il taut egalementremarquer que Ie PsM, pour
ces elements et pour d'autres du chap. 168, rencontre d'autres
temoins du Martyre thomasien: 1, latin quattuor milites; 2,
syriaque r<~r<; 3, latin transverbaverunt,caple XOTq.D'autre
part, on element du PsM ( 4), absentdes deux formes du Martyre grec, apparm"tdansla seule version syriaque. Quant a l'element
5, si on ne Ie retrouve Dulle part tel quel, il n'est pas pour autant
totalement ignore par Ie grec ou Ie caple. Il en va de meme pour
les mysteres mentionnes en 7, et pour Ie theme de l'accomplissement en 8, qui dependent manifestement de l'invocation
de Thomas au chap. 168 du Martyre.
Une nouvelle edition du Martyre grec de Thomas permettra
peut-etre d'affiner l'analyse que nous avons menee a la suite de
celIe de Nagel. Mais il est d'ores et deja acquisque Ie temoignage
combine des sources directes (Ie PsM) et indirectes (Augustin)
permet d'etablir que les manicheensant eu une connaissanceprecise,c'est-a-direlitteraire, desAcTh, sinon en leur entier, du mains
de leur debut (chap. 1-16,envoi en Inde et nocesa Andrapolis) et
de leurseconde partie (chap. 82-171,de l'entree en scenede Mygdonia au martyre de l'apotre). Il importe donc de nuancerl'affirmation de Michel Tardieu sur la distance qui separeraitles Actes
pseudo-apostoliques qu'ont connus Mani et les manicheens, et
ceux qui sont parvenus jusqu'a nous. D'apres Tardieu, Mani et
les manicheensconnurent, entendirent raconter et se raconterent
des actes merveilleux lies aux peregrinations des apotres, mais il
y a un abime entre celie connaissanceorale ou ecrite d'actes et les
Actes arrives jusqu'a nous 41.En ce qui conceme, en tout cas,les

menten im Manichaismus , dans K. W. TRaGER,ed., Gnosis und Neues


Testament.StudieDaus Religionswissenschaftund Theologie, Giltersloh,
1973,p. 173: Soweit man auf Grund des kurzen Textstiickes urteilen
kann -die Textiiberlieferung des Martyriums des Thomas ist auBerordentlich kompliziert, vgl. Bonnets Apparat S. 282-, fuBt die griechische
Vorlage der koptischen Version des manich. Psalters 142,28f. auf einem
Text, der den Zeugen KV ODddem Lateiner nahesteht.
41. Compte rendu de E. JUNOD,J.-D. KAESTLI,L'histoire desActes apocryphesdesApotres, Geneve,1982,repris dansM. TARDIEU,Etudesmanicheennes.Bibliographie critique 1977-1986(Abstracta iranica, volumes
hors serie, 4), Teheran-Paris, 1988,p. 66 (\':401).

274

P.-H. POIRIER

AcTh, on pent considerer qu'a la fin du lIIe ou au debut du lye


siecle, ils etaient connus des manicheens et utilises par eux.

II
L'idee selonlaquelle leg manicheenspourraient etre leg auteurs
des AcTh, ou leg auraient interpoles pour leg rendre plus consonDanisavecleursdoctrines apparaitdeja dansl' Antiquite. SiAugustin se contente de l'aveu que leg manicheenslisent des ecritures
apocryphes, ecrites sons Ie nom des apotres par je ne sais quels
arrangeurs de fables 42,Turibius d' Astorga, dans sa Lettre aux
evequesHydace et Ceponius,redigee veTS440 ou pen apreS43,
ne
craint pas d'affirmer que ce sont manifestementleg auteurs (de
l"'heresie" manicheenne),notamment sonprincipal chef, Mani, et
sesdisciples, qui ont compose ou contamine tons leg livres apocryphes, particulierement ces Actes dits de saint Andre, ces Actes
dits de saintJean que Leucius a composesde sa bouche sacrilege,
ces Actes dits de saint Thomas,et ceux qui leur sont semblables.
Sur la base de ces livres, manicheens et priscillianistes, et toute
secte apparentee a eux, s'efforcent de confirmer leur heresie44.
Eric Junod et Jean-Daniel Kaestli, dans leur histoire des Actesde
Jean,ont bien montre tout ce que Ie temoignagede Turibius devait
aux procedesde l'heresiographie, et ils sont arrives a la conclusion
que celui-ci, qui n'a probablement lu aucundestextes doni il mentionne leg titres, secontente d'adapterune notice contre legmanicheensen l'appliquant aux priscillianistes45.C'est manifestement
Ie cas pour la mention de Leucius, doni Ie nom, associea desactes
apocryphes composespar leg manicheens, apparaft pour la premiere fois chez Augustin (Contra Pelicem II, 6), en 404, pour
conna11re,jusque
dansIe codex114de Photius,sonsIe double nom
de Leucius Charinus, la fortune que l'on sait46.

42. Contra Faustum 22, 79, p. 681, 6-8, trad. E. JUNOD,J.-D. KAESTLI, of.
cit., p. 63.
43. Sur cette lettre et sa datation, voir H. CHADWICK,Priscillian of Avila. The
Occult and the Charismatic in the Early Church, Oxford, 1976, p. 208-211.
44. S. Turribii Asturicensis Epistola 5, PL 54, 694 CD, trad. E. JUNOD, J.D. KAESTLI, of. cit., p. 96.
45. E. JUNOD, J.-D. KAESTLI, of. cit., p. 97; voir aussi, ibid., p. 70-72.
46. Sur la notice de Photius et sur Ie dossier complexe de Leucius (Charinus), ainsi que pour la bibliographie abondante qui s'y rapporte, nous
ne pouvons mieux faire que de renvoyer a l'analyse d'E. JUNOD,Actes
apocryphes et heresie: Ie jugement de Photius , dans F. BovaN et al., Les
acresapocryphes des apotres. Christianisme et monde palen (Publications
de la Faculte de tfleologie de l'Universite de Geneve), Geneve, 1981, p.l124, reprise dans E. JUNODet J.-D. KAESTLI, L 'histoire des Actes apocryphes

LESACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

275

La these massive de I' origine manicheenne des AcTh n' aura guere
de succes en dehors de la tradition heresiologique et de Beausobre
n'aura pas de peine a conclure que, bien que leg Manicheens re~ussent cet Apocryphe, il n'y a nulle apparence, qu'ils en soient leg
Auteurs 47.Mais, qu'il y rot eu dans les AcTh matiere a soup~onner des retouches ou des remaniements manicheens, cela apparut
clairement des que l'on flit en mesure de les lire, au mains en partie, dans leur forme originale. Leur premier editeur48,J. C. Thilo,
releva consciencieusement taus les points de contact qu'il avait reperes entre lesActes et Ie manicheisme, du mains Ie manicheisme qu'il
connaissait par Augustin, Epiphane et les Acta Archelai. Mais il
reviendra a W. Bousset, dans l'article deja cite, d'orchestrer la these
de la dependance des AcTh par rapport au Religionssystem manicheen, dependance resultant d'une influence exercee sur lesActes
par Ie manicheisme 49,et meme d'une adaptation ou d'une
redaction manicbeenne50.Bousset n'ira cependant jamais jusqu' a
voir dans Ie manicheisme Ie createur des Actes de Thomas . Celuici s'est plutot contenter de transformer, puis de transmettre, line
reuvre deja existante51.La synthese de Bousset exercera une influence notable sur les etudes manicheennes et thomasiennes de ce siecl&2.

des Apotres, p. 133-145.Les objections formulees par Kn. Schaferdiek


<Die Leukios Charinos zugeschriebenemanichaischeSammlung apokrypher Apostelgeschichten, dans W. SCHNEEMELCHER,
ed., Neutestamentliche Apokryphen, II. Band: Apostolisches, Apokalypsen und Verwandtes,Tiibingen, 1989,p. 81-93)a l'encontre desconclusionsde Junod
(et Kaestli) ne me paraissentpas dirimantes.
47. Qp. cit.,tome I, p. 403.
48. A vrai dire, Ie premier, a notre connaissance,a temoigner d'une
connaissancedes AcTh en grec estRichard Simon,qui, danssesNouvelles
observationssur Ie texteet les versionsdu Nouveau Testament,Paris, 1695,
en imprime quelques lignes: p. 7, n. 3, oil on trouve Ie debut des AcTh
(=p. 99,2-101,5 Bonnet), et p. 9 (= p.143, 2-4Bonnet).
49. Manichaisches in den Thomasakten , p. 18 et 38 <die Thomasakten sind in wesentlichen Partien manichaischbeeinflu8t ).
50. Ibid., p. 33-34.
51. Ibid., p. 39.
52. Depuis F. CUMONT
(Recherchessur Ie manicheisme,I. La cosmogonie
manicheenned'apres Theodore bar Khoni, BruxeIles, 1908,p. 10,n. 3),
en passantpar G. BoRNKAMM(voir les travaux cites supra),H.-Ch. PuECH
(voir, entre autres, Litterature manicheenne, dans R. QUENEAU,dir.,
Histoire des litteratures,I [Encyclopedie de la Pleiade,1], Paris, 1955,p.
693), P. NAGEL<Die apokryphen Apostelakten des2. und 3. Jahrhunderts in der manichaischen Literatur. Ein Beitrag zur Frage nach den
christlichen Elementen im Manichaismus , p. 171-173),jusqu'a la synthese de E. PLUMACHER
(Apokryphe Apostelakten [Sonderausgabender
PaulyschenRealencyclopiidieder classischenAltertumswissenschaft],
Miinchen, 1978[Supplement-Band XV, 1978],col. 40-42).

276

P.-H. POIRIER

Il faut dire que Bousset appuyait ses conclusions sur des analogies
surprenantes 53que les AcTh presentent avec Ie manicheisme. Sans
en faire un releve systematique et en laissant de cote I'Hp, sur lequel
nODSreviendrons, voici les passages des AcTh oil on releve les plus
remarquables de ces analogies54 :
-la
doxologie de l'hymne nuptial des chap. 6-7, p. 110, 19-20
Bonnet:
l86f;aaa/J 8E-Kat uJi1JT1aa/J
au/J Tcjj ((;)/JTL 1T1JEVJiaTL
TO/J
1TaTEpa n75' ci),1J8E"la5'Kat TIj/J Ji1JTEpa n75' aocpla5' -Ils ont glorifie et chante, avec l'Esprit vivant, Ie Pere de la verite et la Mere
de la sagesse 55;
-la
doxologie du chap. 39, p. 157,16-17 Bonnet:
80ed(oJiE/J
Kat UJi/JOVJiE/JaE- Kat TO/J ci6paT6/J aov 1TaT~pa Kat TO aYL6/J
aov 1T/JEVJiaKat TIj/J Ji1JTEpa 1Taa(;)/JKTlaEW/J-Nous te glorifions
et nODSte chantons, ainsi que ton Pere invisible et ton Esprit saint
et la Mere de toutes les creatures 56;
-l'epiclese
duchap. 27, p.142, 13-143, 4 Bonnet, etnotamment
l'invocation
suivante, p.142, 19-143, 1 : l)'ef: (; 1TPa{3VTEfJOS'
(ou:
1TpEa{3Evn]5', d'apres Ie syr.) T(;)/J 1TE/JTE JiE),(;)/J, /J005' l/J/Jola5'
cppolJTjaEW5'lvOvJirJaEl1J5' ),YLaJiOV -Viens,
aine (ou : messager)
des cinq membres, intellect, intellection,
pensee, reflexion,
raisonnement 57.
,
-Ie
recours a une onction d'huile, en lieu du bapteme d'eau,
comme rite d'initiation,
d'apres les chap. 26-27 et 49-50 (voir aussi
les chap. 121, 132 et 157)58;
-l'identification
des trois peches capitaux mentionnes
chap. 28, p. 144, 1-15 Bonnet (fornication,
cupidite, service
ventre) aux trois signacula manicheens59;

au
du

53. J'emprunte l'expressiona J.-D. KAESlLI, L'utilisation desActes apocryphes des Apotres dans Ie Manicheisme ,p. 113.
54. Dont J.-D. Kaestli a dresse tine liste commode, art. cit., p. 113-114.
55. VoirW. BOUSSET,
Manichaischesin den Thomasakten, p.10; ct. p.
20-23,oil Boussetconsidere l'ensemble de l'hymne nuptial.
56. Ibid., p. 10-11.
57. Ibid., p. 1-6; ct. aussiY. TIssoT, Les Actes apocryphesde Thomas:
exemple de recueil composite ,p. 226-228.
58. Ibid., p. 16-18; Ie probleme de l'onction a ete etudie en profondeur
par H.-Ch. PUECH,Liturgie et pratiques rituelles dansIe manicheisme
[1964-1965],dans Sur Ie manicheismeet autresessais(Ideeset recherches),
Paris, 1979,p. 332-346,et Le manicheisme, dans H.-Ch. PuECH,dir.,
Histoire des religions,II (Encyclopedie de la Pleiade,34), Paris, 1972,p.
599-600; sur quai on lira cependantles reserv~sde Y. TISSOT,
Les Actes
apocryphes de Thomas: exemple de recueil composite , p. 225, n. 5.
59.W. BOUSSET,
art. cit.,p.18;cf. egalementY. TISSOT,
art. cit.,p. 228-229.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

277

-les titres de <jJlIJV1'/


aVaTf:LAaaa a1To TWV a1TAayxvlIJv TWV
Tf:Af:LlIJV-voix qui s'eleve de la misericorde parfaite et de &'Lcl:
TOU <jJlIJTOs-droite de la lumiere , donnes a Jesus au chap. 48,
p. 164, 11-13 Bonnet60;
-l'epiclese

du chap. 50, p. 166,7-17 Bonnet61;

-la polymorphie du sauveur au chap. 10, p. 114, 15-17, ainsi


que l'appellation (p. 114, 13 Bonnet) de <jJVTOVPYasTOUayaOou
8EV8pov -planteur du bon arbre 62;
-les composantes de la discipline ascetique des AcTh : Ie jeOne,
la priere et Ie denuement de l'apotre (chap. 20, p. 131,6-9 Bonnet), Ie rejet du mariage, l'exaltation de la 'f:VLTf:La, ainsi que Ie
theme de la recherche de Soi63.
Ce n'est pas ici Ie lieu de reprendre un a un les elements analysespar Bousset. S'il est permis de porter sur eux unjugement global, on peut dire qu'aucun ne justifie d'affirmer ou meme de supposer que les AcTh -du mains ceux que nous connaissons en grec
ou en syriaque -ant
pu etre remanies ou interpoles par des lecteurs ou des utilisateurs manicheens. Cela dit, sans flier la parente frappante de plusieurs de ces elements avec des themes doctrinaux ou des expressions specifiquement manicheens. Mais il se
trouve -et nous Ie savons mieux, maintenant, que Bousset au
debut du siecle-qu'aucun
de ces elements n'estpropre aumanicheisme. La pentade des membres intellectifs du chap. 27, qui
a ete maintes fois invoquee comme preuve ou indice d'une revision manicheenne de nos Actes, en est une bonne illustration. Si
nous considerons que la meme pentade intervient dans deux textes
gnostiques, Eugnoste le bienheureux (NH III, 3 et V; 1) et la Sagesse de Jesus-Christ (NH III, 4 et BG 3)64,ou elle designe la aussi les
membres -HH6~OC de l'homme primordial, on sera conduit

60. W. BOUSSET,art. cit., p. 9-10, 12-14.


61. Ibid., p. 7-8.
62. Ibid., p.14-16.
63. Ibid., p.18-20; Bousset tennine l'examen de ce point par tiDe remarque
tres juste : Ond so vermag denn alles zuletzt Angefiihrte nUTim Zusammenhang mil den gesicherten ParalleleD beweisen. Doch zum mindesten
ist das deutlich geworden, wie manichaische Glaubige, die etwa die Thomasakten sich aneignen wollten, sich tiberallleicht in deren Lebensideal
zurechtfinden und hier verwandte Stimmungen entdecken konnten}}

(p.20).
64. Voir M. TARDIEU, Ecrits gnostiques. Codex de Berlin (Sources gnostiques et manicheennes, 1), Paris, 1984,p.180 (traduction) et 366-368 (com-

mentaire).

278

P.-H. POIRIER

plutot a la conclusiond'un emprunt manicheena une sourcegnostique representeepar Eug/Sg J 65.Des lors, on n'est plus en presenced'une relation binaire AcTh-manicheisme,mais d'un contexte doctrinal plus vaste dans lequel on situera et les AcTh et Ie
manicheisme66.Et il en va de m~me pour tOllSles elements que
nous avonsreleves: pour peu qu'on les replace dansune perspective elargie, il n'y a plus de raison de privilegier leur relation au
manicheisme.
A vrai dire, il y a bien un passagedes AcTh oil on pourrait a bon
droit suspecterune relecture manicheenne.11s'agit du chap. 29,
oil, a propos de la rupture du jeftne,lesversionssyriaqueet grecque
disent exactementIe contraire l'une de l'autre:
p. 146,3-4 Bonnet
aiJT()s' Sf- 7TaptJlE"LVE/l
T!7 ~avroD
lI17aTE"Lt;l,lJlE">J.c/l yap

ry KVPLaIdJ

p.195, 3-14 Wright


~:~

r<am~

acpa

~.'tu:r

~m(j)lE"L/l.

Lui-meme demeuradans son Quant a lui, il mangea, parce


jeOne,car Ie dimanchedevait que Ie premier jour de la semaiIuire (trad.Festugiere).
ne commen~ait a luire (trad.
Poirier-Tissot).
11se peut que la difference entre Ie grec et Ie syriaque soit imputable a un accidentde transmission, auquelcaselle ne signifierait
rien. Mais etant donne que la pratique du jeftne dominical est largement attestee, chez les manicheens,tant par les sourcesheresiologiquesque par les sourcesdirectes67,on ne peut exclure abso-

65. Ibid., p. 367-368.


66. Pour one telle remise en perspective, on verra A. BOHLIG,Zum
Selbstverstandnis des Manichaismus , dans A Green Leaf Papers in
Honour of ProfessorJesP. Asmussen(Acta Iranica, 28), Leiden, 1988,p.
317-338,spec.p. 331-332,sur les membresintellectifs .
67. Sur celie question, voir H.-C. PUECH,Liturgie et pratiques rituelles
dansIe manicheisme[1959-1960],dansSur Ie manicheismeet autresessais
(Ideeset recherches),Paris,1979,p. 275-287.Mais,commeme Ie fait remarquer Jean-Daniel Dubois (lettre du 13.ix.1995)et comme Ie notait Puech
(ibid., p. 278), Ie jeune dominical est loin d'etre un trait specifique aux

manicheens.

LESACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

279

lument que Ie grec ait pu faire l'objet d'une revision manicheenne. L'inverse68appara11moins probable.
Quoi qu'il en soit de la portee de ce passagepour la question
qui nons occupe, on pent conclure que la these d'une revision ou
d'une contamination des AcTh par les manicheens,mise en circulation par Turibius d' Astorga et remise en vogue par la recherche
moderne,ne repose sur aucunfondement. Du moins, la basequ'elIe paraissait avoir s'erode-t-elle au fur et a mesure que nons
connaissonsmieux l'arriere-plan historique et doctrinal des AcTh
et du manicheisme.

III
Si nons considerons cependantque les AcTh sont, d'une part,
tres probablement anterieurs a l'entree en scenede Mani69et que,
d'autre part, Usont ete bel et bien connus et utilises par les sources
manicheennesles plus anciennes,on serajustifie de se demander
s'ils n'ont pas marque de leur influence Ie developpement de la
nouvelle religion. Mais avant de pretendre apporter une reponse
a celie question, il importe de realiser qu'il est pen de sources
anciennes dont l'utilisation soit aussidelicate que les AcTh. En
effet, les differences que presententl'une par rapport a l'autre les
versions syriaque et grecque, les incoherences qui affectent leur

68. Qui donnerait priorite au grec, comme semble Ie penser A.-J. FESTUGIERE,Les Actes apocryphes de Jean et de Thomas, p. 59, n. 10: Dans Ie
grec, Thomas ne mange pas parce que Ie dimanche va luire (...), dans Ie
syriaque il mange pour la meme raison. Le syriaque a l'usage orthodoxe.
Deja Thilo (Acta S. Thomae Apostoli, p. 160) s'etait interroge sur la signification de ce passage: Unum est, quod ab institutis sectae Manichaicae
alienum videri possit. Haec singulis hebdomadibus binDs dies, solis et
lunae, jejuniis consecravit : Thomas autem jejunal instante die dominica,
id est Sabbato. Sed nescio an verba ilia : lj.LEMv yap II KVpLaKl'/E1TL<f>t'ELV
ita potius debeant accipi, ut Apostolus jejunium diei dominici ad vesperam Sabbati incepisse dicatur; cum sequantur haec: T!JS'BE-VVKTi:)S'
E1TLOVaT/S'.Neque vera, si aliter locum intellexeris, improbabile est Manichaeos
antiquissimos cum Marcionitis etiam Sabbati jejunium celebravisse.
69. C'est dire que DOllSsituons, d'accord en cela avec l'ensemble de la critique, la composition des AcTh dans la premiere moitie du III" siecle. Une
datation plus basse ne peut cependant etre exclue absolument ; cf., a ce
propos M. ALBERT, Langues et litteratures syriaques , dans M. ALBERT,
R. BEYLOT et al., Christianismes orientaux. Introduction a l'etude des
langues et des litteratures (Initiations au christianisme ancien), Paris, 1993,
p. 320, qui situe ainsi les AcTh: Ecrit encratite syriaque probablement
compose a l'occasion du transfert a Edesse, a la fin du III" siecle, des
reliques de l'apotre.

280

P.-H.POIRIER

tissu narratif de meme que les ruptures et doublets qu'on y releve, tout cela indique que les Actes que nons connaissonsont derriere eux une histoire litteraire et redactionnelle particulierement
complexe7O.
Des loTs,si les AcTh soot Ie resultat de transformations et remaniements divers, catholicisantsmais peut-etre aussi
-du moins ne pent-on l'exclure a priori -manicheisants, n'y at-il pas circularite d'argument a vouloir instanTerquelque rapport
que ce soit entre les Actes et Ie manicheisme?II est vrai que bien
desquestionssouleveesa propos des AcTh ne pourront etre resolues, sijamais elles Ie soot, tant que nons ne disposeronspasd'une
veritable edition critique. Mais une telle edition, si elle fournira
une basesolide pour reconstituer la prehistoire des Actes,ne nons
restituera jamais Ie texte de ceux-ci tel que Mani ou sespremiers
disciples pouvaient Ie lire. Est-on pour autant condamnea ne rien
dire de la delle de Mani a l'egard des AcTh, ou du type de lecture que les manicheens ont pu en faire? Je ne Ie pense pas, a la
condition toutefois de distinguer soigneusementles differents
niveaux oil de tels rapprochementsse situent, ainsi que la nature
des donnees provenant de la critique interne ou externe sur lesquelles on les fonde.
L'aspect Ie plus fascinant de ce probleme est sans contredit Ie
role qu'ont de toute evidencejoue les AcTh dansla formation de
la personnalite religieuse de Mani. En 1933,deja, Hans Heinrich
Schaeder,dansIe long compte rendu71qu'il a consacreau memoire de C. Schmidtet H.-J. Polotsky,n'hesitaitpasa voir dansl'apotre
Thomas, heros des Actes,jumeau et double de Jesus,Ie modele
dont se serait inspire Mani pour construire la figure de son alter
ego,l'ange revelateurqui lui manifestasa missionet dont lesformes
du nom attestees en grec, en copte et en arabe, semblent toutes
renvoyer en definitive au syriaque rbJr<'~,tii'mii'. Michel Tardieu
formulera en cestermes la thesede Schaeder: A la basede tout
cela [l'idee de double celeste mise de l'avant par Mani], il y a la
reutilisation desnoms et recits legendairesde la chretientesyriaque
sur l'apotre Thomas, dont Ie nom signifie precisement"jumeau"
(il est ou passepour etre Ie frere jumeau de Jesus)et dont Evangile et Actes nourrissent toutes formes de piete en Orient a celie
epoque. Sur Ie donne traditionnel : Paraclet~ Jesusx Thomas, Ie~

70. Voir a ce propos Y. TISSOT,Les Actes apocryphes de Thomas:


exemplede recueil composite ,dansF. BOVONet al., Les actesapocryphes
desapotres.Christianismeet monde paien, p. 223-232.
71. Dans Gnomon 9 (1933) 337-362 (spec. p. 351-352), repris, malheureusementsansles notes, dans G. WIDENGREN,
ed., Der Manichiiismus
(WeKeder Forschung,168), Darrnstadt, 1977,p. 70-97.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

281

fils de Patteg va greffer Ie secretde sa vision Paraclet ~ Jesusx


Thomas ~ Mani. 72Toujours d'apres Tardieu, les AcTh auraient
meme figure au premier plan des lectures du futur fondateur religieux et auraient de ce fait joue un role cle dans la prise de
consciencepar Mani de sa vocation et dans l'elaboration de son
programme missionnaire :
La passionde l'aventure missionnaire chez Mani ne petit (...)
s'expliquer que par un contact prolonge avec les recits romanesquesremplis a leur tour de visions,de voyageset de drames,
que la chretiente arameenne elabora sur sesapfitres favoris :
actes de Jean, de Pierre, de Paul, d'Andre et de Thomas. La
destinee de ce demier impressionna particulierement Ie jeune
Mani. Tout d'abord, la tradition faisait de Thomas, ainsi que Ie
voulait son nom lui-m8me, Ie jumeau (tawm) de Jesus;
d'autre part, c'est a ce Thomas, son jumeau ,que Jesusavait
transmis sesparoles secretes(Evangile selonThomas); c'est a
Thomas, enfin, que Jesusavait confie la mission d'aller Ie plus
loin vers l'Est, en Inde, convertir les rois et leurs peuples(actes
de Thomas). Ainsi, la legende de Thomas determina l'histoire
de Mani; la vocation du second apparm"t,en effet, comme Ie
produit direct de la croyancede la chretiente orientale au destin du premier, tant et si bien que comprendre Mani passeen
grande partie par l'examen de l'histoire destraditions relatives
a la fiction litteraire de l'apfitre Thomas}3

On ne saurait certes etre plus affirmatif sur la delle de Mani a


l'endroit des AcTh, qu'il aurait decalque dans leur ensemble et
dans Ie detail. Mais, outre l'argument lexical (tii(')wmii'/tii'mii' =
8[8vJ10S'~av(vyOS')14,celie theseseduisanteet meme,jusqu'a un
certain point necessaire, si tant est que l'on veuille restituer Ie
milieu oil s'estforgee la conviction premiere de Mani, ne pent se
reclamer d'aucune donnee factuelle irrefutable. Elle a cependant

72. Le manicheisme(Que sais-je?,1940),Paris, 1981,p.14. Sur l'influence que les AcTh ont pu exercer sur Mani, on lira egalementW. SUNDERMANN,Mani, India and the Manichaean Religions , South Asian Studies2 (1986) 11-19,spec.p.11-12.
73. Ibid., p. 42.
74. A ce sujet,S. N. Lieu (Manichaeism in the Later Roman Empire and
MedievalChina,2. edition, revisedand expanded[Wissenschaftliche
Untersuchungenzum Neuen Testament,63], Tilbingen, 1992,p. 65) fait une
remarque interessante: It is note-worthy that the Manichaean missionaries appearto have followed Valentinian tradition in rendering the term
for Mani's Divine 1\vin (the most likely original Syriac form being t'm'
r63ro('~)as () av(vyoS'rather than () 8l8v/loS'which is much closer to the
meaning of the original.

282

P.-H. POIRIER

gagne en vraisemblance depuis la decouverte, rendue publique en


1970, d'une hagio-biographie de Mani intitule Sur la naissance de
son corps75,lTEpL Tf1S'yivV1JS'ToD awflaToS' aVToD,mieux connue
sous l'appellation de Codex manicheen de Cologne (ci-apres
CMC)76. Le CMC consacre en effet plusieurs pages au fecit des
manifestations du aii(vyoS' et aux entretiens que Mani eut avec lui
(section II d'apres Ie plan elabore par L. Koenen et C. Romer7),
dans lesquelles on releve quelques paralleles remarquables avec
l'HP des AcTh. Des paralleles tels qu'a notre avis, ils permettent
de conclure a des contacts precis entre l' Hymne et la Vita manicheenne. Ces paralleles ont ete scrupuleusement notes et analyses
par les inventeurs et premiers editeurs du CMC, Albert Henrichs
et Ludwig Koenen, dans leur article liminaire de 197078.Cependant, Ie traitement qu'ils ont reserve a cette documentation inedite temoigne du meme vice de methode qui avait hypotheque la
presque totalite des travaux consacres a l'HP depuis la fin du XlXe
siecle: autorises par les rapprochements qu'ils observaient entre
l'HP et Ie CMC a poser la these que l'HP visait Mani, ils ont cherche, au prix d'un concordisme systematique et artificiel, a rapporter au fondateur la plupart des elements de l' Hymne. Dans une
contribution publiee en 1986, nous avons nous-meme repris l'analyse comparative du CMC et de l'HP, et nous sommes arrive a la
double conclusion que les redacteurs du Codex ont pu connaitre
l'Hymne, et que Ie vocabulaire et la thematique de l'HP ont sans
doute influence Ie CMC79. Mais du meme coup nous avons acquis
la conviction que la coherence interne de l' Hymne et l'absence de

75. J'emprunte cette traduction de l'intitule grec du CMC a M. TARDIEU,


op. cit., p. 68.
76. Outre l'article de A. Henrichs et L. Koenen,cite infra, et leglivraisons
successivesde leur editio princeps,on utilisera maintenant L. KOENEN,
C.
ROMER,Der Kainer Mani-Kodex. Ober das WerdenseinesLeibes. Kritische Edition (Abhandlungender Rheinisch-westfiilischenAkademieder
Wissenschaften,Sonderreihe Papyrologica Coloniensia, 14), Opladen,
1988.
77. Gp. cit., p. VIII.
78. Ein griechischer Mani-Codex (P. Colon. inv. nr. 4780) Zeitschrift
fUr Papyrologie und Epigraphik 5 (1970),p.161-189,spec.p.171-182; voir
aussiH.-Ch. PUECH,Doctrines esoteriques et themes gnostiquesdans
l'Evangile selon Thomas [1970-1971],dans En quetede la gnose,II. Sur
l'Evangile selonThomas (Bibliothequedesscienceshumaines),Paris,1978,
p. 219-241.
79. L'Hymne de la perle et Ie manicheismeala lumiere du Codexmanicheende Cologne , dans L. CIRILLO,A. ROSELLI,ed., Codex Manichaicus Coloniensis.Atti del Simposio Intemazionale (Rende-Amantea 3-7
settembre 1984) (Universita degli studi della Calabria), Cosenza,1986,

bES ACTES DE THOMAS ET LE MANIcHEISME

283

terme technique specifiquement manicheen80dans son lexique


interdisent d'en faire une reuvre manicheenne en tout ou en partid. D'apres DOUg,si l'HP a jamais evolue dans l'orbite du manicheisme,ce ne sauraitetre autitre d'une reuvreque legmanicheens
auraient composee ou meme remaniee, moosd'une reuvre,adoptee par eux, parce qu'ils y auraient reconnu une evocation poetique, une parabole en quelque sorte, de la vocation ou de la mission de Mani, sans jamais pretendre, pour autant,. faire
correspondre chaque detail de l'Hymne a des evenementsidentifiables de la vie du maitre.
Nous venons de rappeler que l'HP ne comporte aucun terme
technique qui permette de Ie rattacher a coup sur au manicheisme. II est cependant un element du vocabulaire de l'Hymne, dont
on a releve plusieurs attestatio~ dans leg sourcesmanicheennes
moyen-iraniennes et qui semble avoir figure en bonne place dans
la terminologie du manicheisme oriental. II s'agit du terme
~~,p~gryb),
qui apparait au v. 48a de l'HP. Relativement
rare en syriaque et en arameen, qui l'ont d'ailleurs emprunte a
l'iranien, ce mot signifie etymologiquement apres-soi , d'ou
leg traductions par vice-roi ou heritier par lesquelles on Ie
rend habituellement. Le genspremier du terme est toujours celui
de locum tenens <Stellvertreter ) et il implique une autorite
fondee sur une certaine identite81.Or, en 1986, Werner Sunder-

p. 235-248. On notera toutefois que K. Rudolph s.emontre plus reserve


que nous sur la possibilite de contacts entre l'HPtet Ie CMC, voir Mani
und die Gnosis , dans P. BRYDER,ed., Manichaean Studies. Proceedings
of the First International Conference on Manichaeism August 5-9, 1987
(Lunds Studies in African and Asian Religions, 1), Lund, 198f5,p. 194:
auch die Anspielungen auf das sogenannte "Perlenlied" sind nur indirekt greifbar.
80. L'importance de prendre appui sur des elements specifiques et des
termes techniques pour des comparaisons de ce genre a ete soulignee par
M. Tardieu a propos de la lecture anti-manicheenne de l'Ode de Salomon
38 que H. J. W. Drijvers veut faire ( Odes of Salomon and Psalms of Mani.
Christians and Manichaeans in Third-Century Syria , dans R. van den
BROEK,M. J. VERMASEREN,ed., Studies in Gnosticism and Hellenistic Religions presented to Gilles Quispel [Etudes pretiminaires aux religions orientales dans l'Empire romain, 91], Leiden,1981, p.117-130); voir M. TARDIEU, Etudes manicheennes. Bibliographie critique 1977-1986 (Abstracta
iranica, volumes hors serie, 4), Teheran-Paris, 1988, p. 55 (V.491).
81. Voir Ie dossier rassemble dans notre Hymne de la Perle des Actes de
Thomas. Introduction, texte, traduction, commentaire (Homo religiosus,
8), Louvain-la-Neuve, 1981, p. 212-223, auquel on ajoutera J. TEIXIDOR,
Deux documents syriaques du III" siecle apres J.-C., provenant du Moyen
Euphrate , Academie des Inscriptions et Belles-Lettres, Comptes rendus
des seances de l'annee 1990, Paris, 1990, p. 144-166.

284

P.-H. POIRIER

mann82 a retrouve ce terme dans un fragment manicheen sogdien


(M 1828) portant, au recto, une traduction, que Sundermann qualifie de tIes exacte83,de In 16,7-8 et, au verso, de In 16, 13. Pour
Ie debut de ce verset, en grec: oTav Sf- EA8{7f:KELVOS"
(mis pour
1TapdKA1]TOS"),
Ie fragment sogdien porte ps'yrywy (= paSiiyrzwe).
Comme Ie souligne Sundermann84, ce fragment est important a
plus d'un titre. 11montre en effet que Ie concept de paraclet n'etait
pas inconnu de la tradition manicheenne orientale, et il permet
d'etablir l'equivalence p~gryb' = 1TapdKA1]TOS"
= jumeau de lumiere de Mani. De m~me que, dans l'HP, Ie freredu prince est Ie
p~gryb' du roi, leur peTe, de la m~me maniere Ie 1TapdKA1]TOS'
serait
Ie p~gryb' du vofls'de lumiere ou de Jesus Splendeur. Sundermann
formule en outre l'hypothese que la communaute manicheenne
primitive et, peut-~tre, Mani lui-m~me ont dft connaftre, sous une
forme ou une autre, Ie terme p~gryb' deja au IIIe siecle, etant donne
qu'il est atteste dans l'HP85. Quoi qu'il en soit de la valeur de cette
hypothese, qui suppose, comme nous-m~me Ie pensons, que leg
manicheens ont connu l' Hymne, l'occurrence dans celui-ci et dans
leg sources manicheennes iraniennes d'un terme aussi singulier que
syr.p~gryb' et ses equivalents moyen-perse et sogdien est une piece
importante a verser au dossier de l'histoire manicheenne de l'HP.
11en va de m~me de l'apparition dans leg Kephalaia coptes d'un
theme qu'ignorent par ailleurs la mythologie et la symbolique
manicheennes, mais quijoue un r61e central dans l'Hp86. 11s'agit
de celui de la letlre (gr. f:1TLGTOALj1aLa
pryj1aTa, gyro t<'~~),
envoyee par ses parents au jeune prince pour Ie reveiller et lui
rappeler sa mission. Le kephalaion 7587 compare en effet leg
appels (TW2H6) et les ecoutes ou auditions (CWTH6) qui

82. Der Paraklet in der ostmanichiiischenUberlieferung , dansP. BRYDER,ed., Manichaean Studies. Proceedings of the First International
Conference on Manichaeism August 5-9, 1987(Lunds Studiesin African
and Asian Religions, 1), Lund, 1988,p. 201-212.
83. Ibid., p. 204.
84. Ibid., p. 203 et 207.
85. Ibid.. p. 206.
86.Je remercie Wolf-Peter Funk d'avoir attire mon attention surce point.
87. Ed. [A. BOHLIG,H. J. POLOTSKY],
Manichiiische Handschriften der
staatlichen Museen Berlin, Band I, Kephalaia,1. Hiilfte (Lieferung 1-10),
mit einem Beitrag yon Hugo Ibscher, Stuttgart, 1940,p. 181,32-182,34;
traduction anglaiseI. GARDNER,The Kephalaia of the Teacher.The Edited Coptic ManichaeanTextsin Translationwith Commentary (NagHammadi and Manichaean Studies,37), Leiden, 1995,p. 191-192.Je remercie
a nouveauW.-P. Funk de m'avoir communique les Addenda et Corrigenda qu'il a rediges pour cespagesdu manuscrit de Berlin.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANIcHEISME

285

scandent Ie deroulement du mythe manicheen a des lettres


(6n1CTOJ..H)
que s'echangent leg principaux protagonistes du
drame,lettres de paix et de salutation(p. 182,4),porteusesde revelation et de sagesse(p.182, 22-23).Etant donne l'absencedu theme
de la lettre dans l'imagerie manicheenne,on pent se demander si
leg kephalaiane trahissentpas ici l'influence de I'Hp88,
Mais, si Ie contact entre I'HP et legsourcesmanicheennesparroT
hautementprobable, implique-t-il un contactde cesmemessources
aveclegAcTh? Posercette question, c'est evoquerIe difficile probleme du lien de l'HP avec leg AcTh, ou de l'integration de I'HP
aux AcTh. Nous avons naguere formule l'hypothese que I'HP,
reuvre litteraire d'origine parthe, a ete introduite dans leg AcTh
par leg manicheens89,
Malgre certaines reservesformulees a l'encontre de cette hypothese90,qui n'a d'ailleurs guere ete discutee,
nons ne voyons toujours pas de meilleure explication a la presence de l' Hymne danslegActes.II esttoutefois paradoxa!que la seule
partie des AcTh pour laquelle nons disposions de donnees factuelles -litteraires en l'occurrence -permettant d'etablir que
legmanicheensleur auraientemprunte, gaitune interpolation averee91,
Meme s'il demeure impossible,dans l'etat actuelde notre documentation, de l'etablir bars de tout dante, il nons apparaft neanmains hautement probable, a la lumiere, notamment, du CMC
mais aussides sourcescoptes et asiatiques,que Mani lui-meme ou ceux de sesdisciples qui ant construit l'hagiographie du fondateur -rot ete marquepar la frequentationdesAcTh. Mais encore faut-illimiter cette influence aux aspectsstructurants de la personnalite religieuse de Mani, a savoir la thematique gemellaire
inspiree de celIe qui est orchestree par leg AcTh92,et la concep-

88. Le rapprochement entre Ie keph. 75 et I'HP est note par v: ARNOLDDOBEN, Die Bildersprache des Manichiiismw (Arbeitsmaterialen zur Religionsgeschichte, 3), Bonn-Koln, 1978, p. 161, n. 4, et par I. GARDNER, op.
cit., p.191.
89. ct. L'Hymne de la Perle des Actes de Thomas, p. 310-316.
90. Voir les comptes rendus de M. TARDIEU, repris dans ses Etudes manicheennes. Bibliographie critique 1977-1986 (Abstracta iranica, volumes
hors serie, 4), Teheran-Paris, 1988, p. 59 (V.503), et de P. DEVOS, dans
Analecta Bollandiana 101 (1983), p. 178.
9L a. P.-H. POIRIER,L'Hymne de la Perle des Actes de Thomas: etude
de la tradition manuscrite , dans Symposium syriacum 1976 celebre du
13 au 17 septembre 1976 au Centre culturel "Les Fontaines" de Chantilly
(France) (Orientalia christiana analecta, 205), Rome, 1978, p. 19-29.
92. Voir, a ce sujet, R. KUNTZMANN,Le symbolisme desjumeaux au ProcheOrient ancient. Naissance, fonction et evolution d'un symbole (Beauchesne
Religions, 12), Paris, 1983, p. 206-212.

286

P.-H.POIRIER

tion de la mission et de l'errance apostolique. II faut en tout cas


resister a la tentation de vouloir retrouver a tout prix un parallelisme strict entre la carriere de Mani et Ie destin de Thomas ou du
heros de I'HP.

*
Le demier specialiste a avoir etudie leg relations des AcTh avec
Ie manicheisme, Peter Nagel, a exprime des vues assezprecises sur
Ie probleme qui DOUgoccupe, et c'est en Ie citant que DOUgconclurODS:
Les Actesde Thomas,ecrit-il, entretiennent avecIe manicheisme une autre relation que leg Actes (de Paul, de Pierre,d'Andre et de Jean), car ils appartiennent d'une maniere immediate Ii la pre- et Ii la protohistoire du manicheisme.(...) En outre,
lesActes de Thomasn'ont pas seulementinflue sur la construction du systeme manicheen et laisse dans leg ecritures manicheennesleg traces attendues,ils sont devenuseux-memesline
partie de la litterature manicheenne,non pas au gens,superficiel, ou ils auraient, comme leg quatre autres Actes,ete admis
sans plus dans Ie cercle des ecritures manicheennes,en tant
qu' element du corpus des cinq Acta apostolorum.Les Actesde
Thomas ont plut6t ete soumisIi line redactionmanicheennequi
s'estdeployee de la maniere la plus evidente dansla doxologie
de l'hymne nuptial (chap. 7), l'epiclese (chap. 27) et l' Hymne
de la Perle (chap. 108-113)93;ce dernier, precisement, qui
contient en raccourci tout Ie mythe du salut, a ete, sur la base
de motifs folkloriques et mythiques plus anciens,directement
retravaille en fonction de la figure et du destinde Mani. Le processusde la redaction manicheenne presuppose,pour sa part,
l'existence de la doctrine manicheenne,line situation qui distingue fondamentalementlegActesde Thomasdesquatre autres
Actes du corpus: meme si on ne peut reconstruire jusqu'au dernier detail leur etendue et leur composition,res derniers ont en
tout casete achevesen un stade pre-manicheen,libres de remaniements manicheens.94

Au terme de notre propre examen de la question, nous voudrions pouvoir etre aussiferme dansnosconclusionsque l'est Peter
Nagel. Nous sommescependantd'accord aveclui pour reconnaitre

93. Nagel marque ici sa dette it l'endroit de Bousset et de Bomkamm.


94. Die apokryphen Apostelakten des 2. und 3. Jahrhunderts in der manichaischen Literatur. Ein Beitrag zur Frage nach den christlichen Elementen im Manichaismus , p. 171-172.

LES ACTES DE THOMAS ET LE MANICHEISME

287

que les AcTh entretiennent une relation privilegiee avecIe manicheisme.Provenant d'une aire linguistique et culturelle qui coincide largement avec celIe du manicheismeoriginel, connus, sinon
de Mani, du mains desfideles despremieresgenerations,cites par
les auteurs du Psautier et fort probablement utilises par ceux du
CMC, les AcTh et, aveceux, I'HP reclament a bon droit l'attenlion des historiens du manicheisme, tout comme les editeurs et
commentateurs des AcTh ne peuvent faire l'economie d'une
connaissanceexacte de la religion de lumiere et de sessources.
Mais les uns et les autres, specialistesdu manicheisme ou de nos
Actes,doivent d'abord, par-delala fascinationdesparalleles,considefer ceux-ci dans un contexte ouvert, en enregistrant toutes les
influences qui ant contribue a leur formation, mais aussien preservant leur autonornie. Car la recherche sur les AcTh, au XIxe
et durant la premiere moitie du xxe siecle, a ete trap largement
tributaire du reflexe consistanta attribuer tout ce qu'on y trouvait
de singulier au gnosticisme ou au manicheisme, ou encore a des
personnalites aussifuyantes que celIe de Bardesane,ce qui s'appelle vouloir expliauer obscurumDerobscurius.

288

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289

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Jean-DanielDUBOIS
Ecole pratique des hautes etudes,
section des sciencesreligieuses,Paris

SOMMOS DANS LA VERSION COPTE


DES ACTES DE PILATE (XVI,7)
Au milieu d'un debatexegetiquede la versioncoptedesActes de Pilate,
une phrase enigmatiquerenvoieIi la memoire eternellede lobel (XVI,7).
Une nouvelle lecturedecepassagesuggeredevoir I' exclamation' Par Jupiter Sumanus..." et propose une reinterpretation du contextehistorique de
ce passage,au cours du We s.
In the middle ofan exegeticaldebatein the Coptic version of the Acta
Pilati, an enigmaticsentencerefersto theeternal memoryof Iobel (XVI,7).
A new reading of this passagesuggestsseeinghere an exclamation' By
Jupiter Sumanus...'and proposesreinterpretingthehistorical context ofthis
debate,during the Nth century.

Le texte copte des Actes apocryphes de Pilate a ete bien edite


au siecle demier par F. de Rossia partir du Papyrus nol de Turin1.
Ce texte correspond essentiellementa la version grecque'A:, editee quelque temps auparavantpar C. Tischendorf dans sonanthologie d'evangitesapocryphes2.Le coptisantA. Peyron avait etabli
une traduction latine du Papyrusde Turin pour C. Tischendorf qui
I'integra dans I'apparat critique du texte grec. Quand on fait reference a la version copte des Actes de Pilate, c'est souvent a cette
traduction latine de Peyron que I'on renvoie, par I'intermediaire
de I'edition de Tischendorf. Or, E. Revillout avait prepare a cette
meme epoqueune edition du Papyrusde Turin qu'it ne publia dans
la Patrologie Orientale qu'en 19133avec deux fragments de la

1. Trascrizione di un codice copto del Museo Egizio di Torino , Memorie della realeAccademia delle Scienzedi Torino, ser. II, t. XXXV; 1883,
p.163ss.
2. Evangelia apocrypha, Leipzig, 1876 (reimpr. Hildesheim, 1966),
p. LIVss. et 210-286;ct. aussiF. Scheidweiler,revu parA. de SantosOtero,
dans l'anthologie de W. Schneemelcher,ed., NeutestamentlicheApokryphen, t. I, Evangelien,Tiibingen, 1987,5e ed., p. 395ss.;F. Quere, Evangiles apocryphes,Paris, 1983(coli. Points Sagesses),
p. 125ss.
3. Apocryphes coptes,Paris, 1913(P.O. 1X,2).

Apocrypha 9, 1998,p. 291-300

292

I.-D. DUBOIS

Bibliotheque Nationale de Paris (Copte 129/17 fol.50 et Copte


129/18 fol.140) deja publies par Pierre Lacau en 1904dans ses
Fragmentsd'apocryphescoptes4.
Une comparaisondetaillee de res
fragments avec Ie papyrus de Thrin permet de conclure a I'existence de deux versionscoptes,etablies sur des originaux grecsdifferents5.A I'heure actuelle on connaftencoredes fragmentscoptes
relies aux Actes de Pilatea la Bodleienne6et au Caire7; dansIe premier cas,il pent s'agir d'une citation de I'episode desenseignesau
chapitre 1 des Actesde Pilate dansune homelie, et dansIe deuxieme, aussid'nne homelie sur la Passion,avec I'episode de I'interrogatoire de Jesuspar Pilate. Pour etre complet, il taut enfin signaler I'existence d'une edition plus recente du Papyrus de Turin
accompagneed'un bref commentaire par Tito Orlandi et Mariangela Vandorn, en 19668.
Le texte apocryphe des Actes de Pilate a connu une longue histoire, depuis Ie IVe siecle jusqu'au Moyen Age qui Ie connaissait
principalement sons la designation d' Evangile de Nicodeme. Ce
texte fut celebre au moins pour deux raisons: puisqu'il commen<;aitpar Ie recit du proces de JesuschezPilate, comme un developpement des textes bibliques canoniques,il a servi de base a la
representation et a la diffusion desmysteresde la Passion;d'autre
part, Ie texte long des Actes de Pilate comporte Ie recit d'une Descentede Jesusaux Enters, avec une description de la victoire du
Christ ressuscitesur Ie royaume desmorts, et la rt5surrectiongenerate des patriarches, prophetes, apotres et martyrs; les Actes de
Pilate devaient repondre a la curiosite des fideles a partir du
moment oil Ie theme de la descentedu Christ aux enfers fut integre dans Ie texte de confessions de foi, comme Ie Symbole des
Apotres.
La version copte des Actes de Pilate ne comporte pas cette partie sur la descenteaux enfers. Le texte se termine, comme la version grecque '~ de Tischendorl par de tonguesdiscussionsentre
pretres, chefs de la synagogueet levites a propos des confessions,
faitespar lestemoinsde I' ascensionde Jesus( chap.14)et par Joseph

4. (M.I.F.A.O. 9), p. 5-12.


5. Cf. J.-D. Dubois, Communication au Congres international de Lausanne -Geneve, 22-25 mars 1995 < La version copte des Actes de Pilate
Apocrypha 8, 1997, p. 81-88).
6. J.W. BARNS, Bodleian Fragments of a Sa'fdic Version of the Acta Pilati ,
Coptic Studies in Honour of W:E. Crum, Boston, 1950, p. 245-250.
7. H. MUNIER, Catalogue General des Antiquites Egyptiennes du Musee
du Caire, Le Caire, 1916, n 9228, p.19-21.
8. Vangelo di Nicodemo, Milan, 1966, (Testi e Documenti per 10 Studio
dell' Antichita XV et XVa), 2 vol.

SOMMOS DANS LA VERSION COPI'E DES ACTES DE PILATE

293

d' Arimathee (chap.I5); Ie chapitre 16 reprend les deliberations


du Grand Conseil des Juifs a propos de l'ascension de Jesus et
constitue une suite des debats exegetiques engendres par les depositions des temoins de l'ascension de Jesus.
Au milieu de ces debats, un phrase mise dans la bouche des
pr~tres et des levites p~se probleme; nous nous proposons de l'exammer:

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COYU

UN

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6pOq

X6

/(J)BHA 6P6

n6qpnu66Y6 6(J)
Cette phrase paraft enigmatique a cause de
la presence de Coyu et de /(J)BHA
qu'il taut identifier; et surtout, la
construction grammaticale semble obscure: comment comprendre
t!).\ ? Pourquoi /(J)BHA
est-illie a coyu? Enfin, comment comprendre
l'ensemble du paragraphe?
Etat de Laquestion

A consulterles traductionsproposeespour ce passage,on constate la perplexite desinterpretes. La plupart du temps (!),\est traduit
comme une preposition au sensde jusqu'a , et c'est ainsi que E.
Revillout traduit: Jusqu'a Soum et celui qu'on nomme lobel, son
souvenirdurera 9.Prudent,Amedee PeyTondanssa traductionlatine editee par Tischendorf,propose quelquespoints de suspension
pour indiquerla difficulte de comprendrel'ensembledu paragraphe.
E. Revillout traduit sanspoint de suspension,en reperant ici une
allusionbiblique auPsaume71(LXX)/72,5; malheureusementcette
allusionbiblique concemeIe verset 17du psaumeevoque,et non Ie
verset5, et elle ne renvoie qu'a l'eternite du nom de Dieu, et non
pas a un element qui permettrait d'identifier COYHet /(J)BHA.
Si l'on chercheune explication de ce passageen se toumant veTS
un original grec possible des Actes de Pilate, on constatera a cet
endroit dans l'edition des textes grecsutilises par Tischendorf, un
amoncellementde variantes qui derivent d'une mecomprehension
des noms propres ou d'une difficulte per~ue dans la construction
de la phrase. On peut relever selonles manuscritsgrecsque ;WBHA
est une autre designation de COYH,appele Sommos ou Sommos
(suivant tel ou tel manuscrit); d'autre part, l'ensemble de la phrase est mise au conditionnel Si jusqu'a Sommos...; entin, Ie
manuscrit C de Tischendorf renvoie a lovil, alors que Ie manuscrit
E interprete explicitement les noms propres en reference a Jesus.
Il nous faudra plus loin interpreter ces elements par rapport au
texte de la version copte.
Si on compare maintenant les traductions modemes de ce passage,on rencontre Ie meme genre de difficultes. Dans Ie premier

9. Op.cit.,p. 125.

294

J.-D.DUBOIS

tome de l'anthologie de textes apocryphesde E. Hennecke et W.


Schneemelcher,F. Scheidweiler traduit ainsi la phrase en questiowo: Et legpretres et leglevites se dirent entre eux: Si on pense
encore a Jesusapres 50 ans, alors il regnera pour toujours et se
preparera un peuple nouveau. Heureusementpour Ie lecteur, F.
Scheidweilerexplique sa traduction par une note en bas de page:
il supposeune correspondanceentre Ie texte grec et Ie texte copte;
la phrasegrecque commen~antpas si... n'ayant pas de verbe, F.
Scheidweilerinterprete l'ensemble en reference a l'annee jubilaire (a causede lobel), l'annee qui suit la periode des septfois sept
periodes d'annees, et Ie nom de Sommosou Soum serait selon lui
une forme greciseede l'hebreu shanah pour l'annee. La nouvelle
edition du Hennecke-Schneemelcherreprend cette interpretation
ingenieusell, maisfantaisiste,malgre legcorrections apporteespar
A. de SantosOtero pour Ie chapitre consacreaux Actes de Pilate.
En remontant la chaine des traductions modemes de ce passage, on pent voir que la traduction anglaisede l'anthologie de M.
R. James12
constitue sansdoute la source de l'interpretation de F.
Scheidweiler;elle corresponda la phrasesuivante: Si sonmemorial perdure jusqu'a Sommos(en copte Soum)qui estappele aussi
lobel (c'est-a-dire Ie jubile), sachezqu'il regnera pour toujours et
qu'il se susciteraun peuple nouveau. Cette traduction pent donneTun gensacceptablepour un lecteurmoderne,mais il taut melangeTIe texte grec et Ie texte copte; d'ailleurs, M.R. Jamestraduigaitsansdoute ainsi a causede la traduction latiIie de A. PeYTon:
memoria ejus permanet,si ...scietis....
Parmi leg anthologies fran~aisesd'apocryphes, on ne pent pas
utiliser la traduction du Dictionnaire desapocryphesde Migne qui
ne suit pas la recension' A: de Tischendorf, ni celIe de D. Rops -F.
Amiot qui resumetrop brievementlegActesde Pilate pour res chapitres-la. En revanche,la traduction de France Quere13suit a pen
pres la traduction de M.R. James: Si sa memoire dure jusqu'a
Sommos dit aussilobel, sachezque son regne est eternel et qu'il
se levera un peuple nouveau.
Parmi legversionsanciennesdu memepassage,la versionarmenienne retroversee en grec par F.C. Conybearene donne pasd'indication a cet endroit du texte14,pas plus d'ailleurs que Ie texte~

10. p. 348 et n.1.


11. p. 413 et n. 16.
12. The Apocryphal New Testament,Oxford, 1924,p. 113.
13. Evangiles apocryphes,Paris, 1983,p 151.
14. Acta Pilati , Studiabiblica et ecclesiastica,
t IV; Oxford, 1896,p.131

132.

SOMMOS DANS LA VERSION COPrE DES ACTES DE PILATE

295

vieux slave edite par A. Vaillanp5, ou la version latine editee par


H. C. Kim16. Seulle palimpseste latin de Vienne (Vindobon. 536,
fol.137vo) qui represente Ie plus ancien mannuscrit latin connu des
Actes de Pilate (date entre Ie Ve et Ie VIle s.) rapporte quelques
bribes de texte a cet endroit : Si usque Summum qui dicitur lDU
memoria eius est qui intellegitis qui... retinentia (d'apres les travaux de G. Philippart). Meme s'il est difficile de lire ici Ie nom de
lobel, celui de Sommos est clairement indique comme etant celui
de Summus. D'apres les informations communiquees par Bernard
Outlier, les versions georgiennes gomment toute difficulte en
voyant en Sommos une reference a Simeon, mentionne plus haul
dans Ie meme contexte, et en label une reference a Joel Ie prophete: Si samemoire vient de Simeon, qui s'appelle Joel, que
taus Ie sachent, il sera ferme pour Ie siecle, et il se suscitera pour
lui-meme un peuple nouveau ; les manuscrits georgiens G et H
resument meme cette phrase en comprimant les deux membres de
la proposition: il affermira pour lui-meme un peuple nouveau .
La version syriaque, traduite en latin par Rahmani au debut du
siecle, et retraduite par Albert Frey, de Lausanne, indique egalement un effacement de la reference a Sommos et label : (Puisque)
vous affirmez cette tradition et n'eloignez pas son histoire de nous,
vous devez savoir qu'il persistera en eternite, et se suscitera un
peuple nouveau .
On retiendra de ce parcours que les versions de ce passage visent
la plupart du temps Ie personnage de Jesus et que, si l'on suit Ie
texte grec, on peut voir en label une glose explicative du nom de
Sommos. Apres avoir discute de ce passage au sein de l'equipe responsable de la nouvelle edition des Actes de Pilate, et en particulief avec Gerard Roquet a propos de la version caple, il nous a
semble que l'interpretation de la forme du texte caple meritait
d'etre corrigee :
(a) l'expression caple n6T6C!)AYHOYT66poq X6 i'WBHA
semble
introduire une glose explicative, comme dans les versions grecques;
alors pourquoi HN comme s'il s'agissait de deux personnages?
(b) les variantes grecques connues aujourd'hui mentionnent l'orthographe de Sommos avec un alpha (Sammos), un omicron (Sommas), un omega (Sommos), ou un omicron et upsilon (Soummos),
comme s'il s'agissait d'une transcription du latin Summus; remarqualls, de plus, que certains manuscrits grecs ne mentionnent~

15. L 'Evangile de Nicodeme,Paris-Geneve,1968(Hautes Etudes Orientales 11,1),p. 50-51.


16. The Gospel of Nicodemus, Toronto, 1973(Toronto Medieval Latin
Texts 2), p. 35.

296

J.-D. DUBOIS

meme pas lobel comme si l'interpretation du nom ne paraissait pas


necessaire. II faut donc en conclure que Ie texte copte pourrait, et
devrait etre decoupe autrement: COYHHNn6T6W.\HOYT6 fWBHA.,
et non pas comme F. de Rossi et ses successeurs Soum et celui
qu'on appelle lobel . Dans ce cas, il ne serait plus necessaire de
rechercher l'identite d'une divinite Soum, mais il y aurait une
simple reference a Jupiter, Summus transcrit en grec Sommos. La
forme du nom Soummn n'exclut pas une reference a Summus, mais
renvoie encore plus explicitement a un autre qualificatif de Jupiter, Sumanus.
(c) Si l'on prend COYHHNpour une reference a une divinite, explicite par la glose celui que l'on appelle lobel , la preposition l!J.\
pourrait avoir alors un sellS different des traductions habituelles;
l!J.\ designerait l'equivalent du latin per suivi de l'accusatif: Per
lovern, par Jupiter?; il s'agirait d'une formule banale de serment
ou d'imprecation qui convient ires bien au contexte de noire passage, centre autour de la reference a la malediction du Deuteronome (21,23) : Tout pendu au bois est malediction .
On peut resumer ces quelques resultats par une nouvelle traduction du passage: Par Summen(Sumanus) dit aussi lobel, puisse sa memoire durer! Cela etant, vous comprendrez que son nom
doit demeurer etemellement . II Teste maintenant a expliciter brievement les references bibliques de ce passage et Ie contenu des
noms propres.

Les referencesbibliques.
L'ensemble du chapitre 16 des Actes de Pilate, comme Ie reste
du texte d'ailleurs, fourmille de referencesbibliques, parce que ce
texte emane, aux dires desPeresde l'Eglise du lYe s., des controversesentre Juifs et chretienS18.
Dans Ie contexte de notre passage, il s'agit de faire dire aux docteurs de la Loi juive combien la
mort effective de Jesussur la croix estdeja annonceepar la Loi de
Moise. Apres Ie rappel desevenementsde la crucifixion, Ie rabbin
Levi confirme la prophetie de Simeon a Marie, loTSde la presentation de Jesusau Temple, selon Luc 2,34.Puis vient une phrase
des docteurs de la Loi avec deux allusions bibliques: Ps
117(LXX),23, 'une merveille a nos yeux', citee en Mc 12,11 et par.
Mt 21,42,dansla reference a la pierre angulairetiree de Ps 117,2223; et la mention de la maisonde Jacob,qui apparaitune seulefois

17. Cf W.E. Crum, Coptic Dictionnary, Oxford, 1939, l!J6/W.\547a.


18.J- D. Dubois, Les 'Actes de Pilate' au IVe s. , Apocrypha, 2, 1991,

p.85-98.

SOMMOS DANS LA VERSION COPI'E DES ACTES DE PILATE

297

dans Ie Nouveau Testament en Luc 1,33, un verset souvent cite


pour souligner Ie regne etemel du Christ, aUKalentours de la crise
arienne. Ces allusions introduisent en realite une autre citation
celebre dansla controverseentre Juifs et chretiens: la reference a
la malediction du pendu en Deuteronome 21,23 (reprise en
Gal 3,13 a propos dela crucifixion).
Cette malediction est interpretee ici par un autre passagepresente comme scripturaire; E. Revillout y voit une allusion au Ps
95,5(Ie Seigneurqui a fait les cieux,cf. aussiPs 120LXX,2; 123,8;
133,3).On peut se demander pourquoi Dt 21,23estinterprete par
un passagesur Ie role des dieux createurs.L'homelie asiate sur la
Paque, attribuee a Meliton de Sardes,interprete la reference au
Deuteronome a propos du role demiurgique du Fils de Dieu19.N'y
a-t-il pas dans notre passagela trace d'une position qui cherche a
distinguer Ie Fils de Dieu incame sur la croix du role demiurgique
du Logos createur de Dieu?
Dans la phrase sur COYHHN
et ;WBHJ.,
E. Revillout voit une allusion au Ps 71LXX(72), 5 a propos de la louange perpetuelle de
Dieu; Ie verset 17 du meme Psaumenous palau plus approprie,
surtout danssa version grecque : que son nom soit beni a jamais,
qu'il persiste devant Ie soleil}}; pourrait-on voir ici encore une
autre allusion au Dieu supreme? En tout cas,plusieurs passages
des Psaumes renvoie a l'etemite du Seigneur et de son nom
(101,13; 134,13;44,18); on pourrait aussipensera la prophetie de
l'ange a Marie sur la grandeur du nom du Christ, Fils du Tres-Haut
(Lc 1,32-33).Entin la parole surla constitution d'un Testeenpeuple
nouveau peut rappeler la prophetie de Malachie 3,23appliquee a
la mission de Jean-Baptiste en Luc 1,1po. La version grecque de
notre passageevoquela resurrectiond'un peuple nouveau,comme
celIe a laquelle on peut s'attendre en lisant les chapitres de certaines versions des Actes de Pilate, sur la descenteaUKenfers; la
version copte prefere mentionner la constitution d'un petit Teste
dans Ie sensdes propheties d'Esale (par ex. 60,18ss.).
Dans les Actes de Pilate,les chefsde la synagogue,les pretres et
les 16vitesse rejoignent pour conclure en rappelant l'interdiction
d'adorer desidoles fabriqu6es de main d'homme, dansla ligne du
deuxieme commandementdu Decalogue (Ex 20,3-4;repris en Dt

19. Lignes 731sset commentaire O. Perler, Meliton, Sur la Paque, Paris,


1966(Sourceschretiennes 123)p. 194-195;cf. aussil'etude de J. Danielou, Etudes d'exegesejudeo-chretienne,Paris, 1966,p. 53ss.
20. Cf. aussi7,27; Mt 11,10;Mc 1,2 aussien referencea la preparation des
voies du Seigneur selon Mal 3,1 et Es 40,lss.

298

J.-D.DUBOIS

27,15,ou encore SagSaI14,8). Cette opposition entre I'adoration


d'une creature et I'adoration du Createur, nous renvoie pour terminer a I'interpretation giobale du passage,et a Ia mention des
deux noms propres.

Lesdeuxnomspropres
lobel n'est pas un nom courant, mais on Ie retrouve dans des
textes gnostiquescopies de Nag Hammadi, dans l' Apocryphe de
Jean, au milieu d'une page sur les douze entites demiurgiques et
zodiacalessubordonneesa ladalbaoth21;la, lobel apparm"ten 4e
et ge position. Dans Ie contexte biblique, Ie nom de lobel, lobal,
lubal seretrouve dansla genealogiede CaIn a propos de celui qui
enseigneles melodies a partir des instruments de musique22.Son
cousins'appeIle Tobel,Tubal; c'est l'inventeur destechniquesdes
metaux (Gen 4,22; ct. aussiLAB 2,9; puis dans la genealogiede
Noe Gen 10,2 et LAB 4,2). Dans les Actes de Pilate,ce nom lobel
designeapparemmentun nom plus connudesdestinatairesdu texte
que Ie nom de COYHHN;
il renvoie a la fonction demiurgique du
Dieu biblique.
Quant a COYHHN
pour Sumanus,il s'agit d'une divinite associee
a Jupiter; on la fait remonter a une divinite etrusque (cf. Pline,
Hist. Nat. 29,57)doni Ie nom est connu a Rome desIe me s. avant
noire ere, par une statue surIe Temple de Jupiter23.Saint-Augustin
en parle encore dans la Cite de Dieu (1V;23,4)comme d'un dieu
doni on peut lire Ie nom dans des livres mais doni on ne prononce plus Ie nom; cette reference dans les Actes de Pilate au IVe s.
n'a donc rien d'invraisemblable. De nombreux temoignageslitteraires et epigraphiquesassocientSumanus a la foudre nocturne de
Jupiter, alors que la foudre diurne estreserveea Jupiter lui-meme.
One autre interpretation du nom liee a son etymologie fait de
SumanusIe dieu lie aux phenomenesqui se passentavant l'arrivee du matin; enfin Sumanuspourrait etre aussilie au culte des
Manes. L'offrande au dieu de gateaux fonds, les summanalia en

2L 1II)6,19ss; cr. M. Tardieu, Ecrits gnostiques,Codex de Berlin, Paris,


1984 (Sources gnostiques et manicheennes, 1) p. 110 et commentaire
p.280.
22. Gen 4,22; cf aussi Pseudo-Philon, Les Antiquites bibliques 2,7 ed.
D. J. Harrington -J. Cazeaux,Paris, 1976 (Sourceschretiennes 229) t.I,
p.66.
23. Cf J.-A. Hild, Summanus , Dictionnaire des antiquites grecqueset
romaines,ed. C. Daremberg -E. Saglio,t. IV;2, Paris, 1909,p. 1562-1563;
St. Weinstock, Summanus, Pauly- Wissowa,II. Reihe t. IV; Stuttgart,
1931,col. 897-898.

SOMMOS DANS LA VERSION CO}7IE DES ACTES DE PILATE

299

forme de disque,symbole du char du tonnerre, rappelle les disques


metalliques du Dius Fidius ou Serna Sancus,la forme de Jupiter
qui garantit la saintete du serment ou de la parole donnee24.Ce
dernier trait conviendrait tout a fait au contexte de la formule dans
notre passagePar Jupiter... , et si l'on suit la version copte Par
Jupiter Sumanus,celui qu'on appelle lobel... en referenceau Dieu
supreme; on aurait une reference au dieu supremesonsla forme
de celui qui garantit les serments ou les formules d'imprecation.
Les Actesde Pilate coptes pourraient donc attester en Egypte une
reference a Jupiter Sumanus.
En guise de conclusion j'aimerais evoquer prudemment une
hypothese. Pent-on penser que ces deux noms evoquent la personne du Christ etant donne Ie contexte immediat du passage?Ou
faut-il penser qu'il faille bien distinguer Summus,ou Sumanus,de
celui dont on prophetise l'etemite du nom et qui seconstituera un
peuple nouveau? Dans un article surIe Dieu desJuifs, TheosHypsistos25,
Marcel Simon relevait quelquesexemplesde la difficulte
de certains milieux du christianisme,adoptianistesd'abord, ariens
ensuite, a transferer au Christ Ie titre du Dieu supreme,Hypsistos
ouSummus; cela eut des repercussionsvisibles dans la liturgie et
dans Ie domaine des traductions de la Bible; dans cesmilieux, on
voulait eviler l'assirnilation du Christ a Jupiter, et l'on prenait Ie
terme d' Altissimus. On pent se demander alors si la polemique
explicite dansnotre passagecontre l'adoration de la creature26ne
doit pas etre comprise aussicomme une allusion a la theologie
arienne; les partisans de la foi niceenne voulaient faire croire que
les ariens adoraient la creature en Jesuscree et incame. L'astuce
litteraire de l'auteur des Actes de Pilate serait alors de mettre ce
genre de critique de la position arienne dansla bouchecdespretres
juifs et des levites. Si cette hypothese etait verifiee, on aurait un
element nouveau qui permette de mieux cemer Ie milieu d'ou proviennent les Actes de Pilate.

24. Ct. J.-A. Hild, Semo Sancus, Dictionnaire desantiquitesgrecques


et romaines,t. IV,2, Paris, 1909,p.1183-1184.
25. Theos Hypsistos , Ex orbe religionum, Studia G Widengren,ed.
J. Bergman -K. Drynjeff -H. Ringgren, Leyde, 1972 (Supplements to
Numen XXI), p. 372-385.
26. a. Rom 1,25;nous remercions P. Geoltrain de nous avoir signale l'allusion biblique dans ce chapitre des Actes de Pilate.

BernardOUTTIER
CNRS

DORMITION ET ASSOMPTION DE MARIE.


A PROPOS D'UN LIVRE RECENT

En 1981,Michel van Esbroeck essayaitde classersoixante-sept


textes relatifs a l' Assomption, anterieurs au xe siecle, non seulement latins et grecs, mais aussi et surtout orientaux!, textes qui
n'avaient pas ete systematiquementsignalespar les grandessynthesesanterieures sur Ie sujef -syntheses liees a la definition du
dogme de l' Assomption.
Depuis, il n'y avail pas eu d'etude d'ensemble sur ce domaine
particulierement vaste et complexe.Une importante thesede doctarat, soutenue en 1992a ete publiee en 19953;elle tente de comprendre la geneseet l'evolution destraditions litteraires sur la dormition et l'assomption,jusqu'au VIIIe siecle. Soixante-deuxtextes
appartenant a huit traditions linguistiques differentes (syriaque,
grecque, corte, arabe, ethiopienne, latine, georgienne et armenienne) y sontpresenteset analyses.On devine1'importance materielle du dossier; mais l'importance est aussid'un autre ordre, en
raison de 1'influence que cestextes ant exerceedans la theologie,
la devotion et l'iconographie, en particulier.
Depuis quelques decennies, devant les impasses auxquelles
menent les analysespurement litteraires, on a cherchede diverses
manieres a leur joindre des principes de repartition selon la doc-

1. M. YANESBR<ECK,
Les textes litteraires sur l' Assomption avant Ie X'
siecle , dans F. BOYON (ED.) Les Actes apocryphes des Apotres.
Christianismeet monde pai'en,Geneve, 1981,p. 265-285.On verra maintenant son recueil Aux origines de la Dormition de la Vierge.Etudes historiques sur les traditions orientales,Variorum, Aldershot, 1995,oilles
resultats de rechercheset de vingt ansde publications sur Ie sujet sontdes
plus commodementreunis.
2. Deux titres suffiront ici: Martin JUGIE,La mort et l'assomption de la
sainteVierge.Etude historico-doctrinale,Citta del Vaticano, 1944(Studi e
testi, 114); ANTOINEWENGER,L 'Assomptionde la t.s.Vierge dans la tradition byzantine du VIeau xe siecle,Paris,1955(Archives de l'Orient chretien, 5).
3. Simon Claude MIMOUNI,Dormition et Assomption de Marie. Histoire
destraditions anciennes,Paris, 1995(Theologie historique, 98).

Apocrypha 9, 1998,p. 301-304

I,

302

B. OUITIER

trine et d'apres leg caracteristiqueslites it la topographie mise en


jell dans leg textes.
La these de Simon Claude Mimouni s'engageresolument dans
l'exploitation des donnees lites aux lieux: leg "donnees topologiques" lites it Jerusalemet it sesenvirons (maison et tombeau de
Marie), it la mention et it la connaissancedes lieux danslegsources.
Le sujet est evidemment passionnant.Les textes relatifs it la dormition et it l'assomption de Marie sont repandus dans l'ensemble
du monde chretien. Theologiquement, ils refletent des conflits
christologiques dont l'impact reel est sansdoute encore insuffisamment evalue. C'est ainsi que leg reactions it I'Henotique de
Zenon et leg conflits entre Severienset Julianistes ont pu conduire it envisagerla dormition sansreunion de l'ame et du corps -ce
demier restantincorruptible -ou l'assomption, avec ou sansresurrection.
Comme Ie remarque S. Mimouni, il s'agit d'une terminologie
(dormition/assomption) "souvent", voire "assezsouvent" rencontree (p.8). Parfois, un terme est conserve,alors que Ie gensde
la fete a change (p.12 et note 31). II taut donc recevoir leg distinctions proposeescomme un outil de travail et 'Oilne faudra pas systematiser (p.12, n.31)".
La souplessedu donne it exploiter, suivie pas it pas, fait que Ie
lecteur se pose parfois des questions -mais mieux vaut suivre Ie
reel que d'essayerde Ie contraindre it prouver une theorie ! On
lit, p. 35 :"La demarche part du principe... qu'une tradition donne
naissanceit destextes et it deslieux." A la pagesuivante: la methodologie nouvelle "partira d'une tradition dont l'existence est supposee... poser ainsi une problematique est discutable... partir des
textes et des lieux pour remonter it une tradition est tout aussidiscutable."
Apres l'introduction, qui a defini leg problemes de terminologie et de methodologie (p.1-36), vient une premiere partie (p.37352), consacreeaux traditions litteraires. Ene s'appuie techniquement (siglation) sur Ie repertoire de M. van Esbroeck signale
ci-dessus.Par contre, Ie classementdes textes est beaucoupplus
proch~ de la typologie proposee par Edouard Cothenet4que de la
repartition Palme de vie / Bethleem et encensementde M. van
Esbroeck (chezqui, toutefois, legtemoinscortes, cornmeici, representent une etape intermediaire).

4. Edouard COnIENET,Marie dans les ecrits apocryphes, dansH. DU


MANOIR(ED.), Maria, t. 6, Paris, 1961,p.117-148.

DORMmON ET ASSOMPfION DE MARIE

303

Chacundestextes estpresenteavecsontitre, sa tradition manuscrite, la ou leg editions et traductions, une analysedu contenuavec
mise en relief descaracteristiquesdoctrinales et topologiques,d'ou
ressort Ie classementdans la typologie proposee, et un essaide
datation. Si, dans de fares cas,la classification est parfois encore
a discuter(voir, par exemple,p. 343,pour deuxcompositionsarmeniennes: "cette classification est loin d'etre satisfaisante,elle est
meme arbitraire"), l'enorme travail de documentationresterautile
de longues annees.Trois tableauxvisualisent,p. 345-352,leg localigations, dans leg textes etudies, de la "maison" et du "tombeau"
de Marie, l'intervalle entre la mort de Marie et Ie passagede son
corps en un lieu (qui varie: Paradis, ciel), et dormition/assomption (avec ou sansresurrection).
Pour S3bis,la Dormition syriaquedite des"Cinq livres", on ajoutera leg feuillets, palimpsesteseux aussi(une etude precise pourfait sansdoute montrer qu'ils proviennent, commelegfeuillets edites, du manuscrit arabe 514 du Monastere Sainte-Catherine du
Sinal), decrits par J.ASSFALG5.
La deuxieme partie (p. 353-652)etudie leg traditions topologiques. Elle s'ouvre par la liturgie mariale de Jerusalem: lectionnaires et homeliaires. Pour leg homelies, on nous permettra de
signalerla parution dansApocrypha 6, 1995,p. 165-177,des "Deux
homelies pseudo-chrysostomiennes pour la fete mariale du 15
aoOt", annonceesp. 301, note 2. Apres la liturgie sont presentes
leg textes litteraires : guides et recits de pelerinages,et leg attestations archeologiques.Ici encore, des tableaux visualisent synthetiquement leg resultats recueillis : p. 453,456, 548 et 645. Un chapitre examine brievement leg traditions -recentes -sur la maison
et Ie tombeau de Marie a Ephese (p. 585-597),un autre leg traditions sur leg reliques de Marie a Jerusalem et Constantinople
(p. 599-652).
La bibliographie est imposante : p. 675-716.Dans leg traditions
litteraires, il appert que beaucoupTestea faire, en particulier dans
Ie domaine arabe, pour disposerd'editions critiques et de traduc-

tions.
Les conclusions,p. 653-674,sont exposeesde fa<;onprudente et
modeste. On lit ainsi, p. 662: "Les textes de I'Histoire de la dormition et de l'assomption de Marie ne laissent pas deviner aisement Ie milieu duquel ils sont issus.Leur geneseet leur evolution
apparaissentencore fort incertaines, aussinoire propos se limite

5. Julius ASSFALG,
SyrischeHandschriften(Verzeichnis der orientalischen
Handschriften in Deutschland, V), Wiesbaden,1963,nol14.

304

B. OU'ITIER

a la presentation despistes de recherche et des hypothesesde travail dont l'aspect conjectural n'est parfois que trap evident." En
realite, on a la salls la main de fa~on extremement commode un
vaste dossier.S'appuyant sur les donneescroiseesdes textes litteraires et destraditions topologiques,S.C. Mimouni a en outre tente
d'y mettre de l'ordre. Etude preliminaire, certes,mais qui, sansnul
doute, donnera un nouvel elan a la recherche en ce vaste domaine. L'un desacquis principaux de l'etude methodologique aura ete
d'avoir montre que l'etude litteraire a elle seule est impuissantea
mettre suffisamment d'ordre dans ce dossierfoisonnant.
Faut-il, en terminant, souligner l'importance de ces traditions
pour l'histoire du culte et de la devotion mariale dans Ie christianisme ancien? La methodologie qui met en reuvre a la fois les
textes litteraires de l'ensemble du monde chretien, les textes et traditions liturgiques, les guides et recits de pelerins, les attestations
de l'archeologie, est appliquee ici a un sujet de choix.

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