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La rivoluzione francese

La Francia di fine '700


1. Motivi culturali: la stagione illuminista, sebbene ormai al tramonto, ispirava
intellettuali, aristocrazia e borghesia. La rivoluzione sar in nome di ideali illuministi pur
tradendoli nel metodo (riformismo moderato e pacifista).
Nello stato dove pi di tutti si era diffusa questa filosofia per non vi era stato alcun
mutamento verso la sovranit illuminata, anche grazie alla chiusura verso ogni
innovazione da parte di clero e nobilt, non disposti a cedere diritti e privilegi.
2. Motivi economico-sociali
1. Strutturali:
agricoltura
persistere di diritti signorili: corves, bassa giustizia, diritti notarili
scarsa meccanizzazione
prevalenza dei latifondi per autoconsumo piuttosto che per il mercato
(nonostante la fisiocrazia) => bracciantato con bassi salari
bassa produttivit (agricoltura estensiva) => scarsi profitti e rischio
elevato di carestie e poi di epidemie
tendenza dei possidenti alla semplice rendita fondiaria => tendenza alla
stagnazione economica
manifatture
scarsa meccanizzazione (persistere delle corporazioni)
bassi salari => scarso potere d'acquisto => scarsa domanda
pressione fiscale tra il 40% e il 60% del reddito per il Terzo Stato (ceti
produttivi), assente per i ceti privilegiati, per cui si investe => scarsa
domanda e fase di recessione economica ('73-'87)
spese per corte, burocrazia e guerre (che portano anche a un
rallentamento nella crescita demografica)
imposte dirette inique (solo ceti produttivi), indirette su generi di
prima necessit (specie sale e pane)
riscossione tramite appalto, con forti rincari e perdite per lo stato
2. Congiunturali: dalla seconda met degli anni settanta, soprattutto '77 e '79, annate di
gravissima carestia e tra '79 e '89 decennio di carestie
Noblesse d'pade e noblesse de robe (questi in particolare usavano le rimostranze
reintrodotte per i parlamenti come arma politica), volendo ampliare i loro privilegi ma
rimanendo bloccati per il fissismo dell'aristocrazia cercheranno di ottenere l'appoggio degli
intellettuali illuministi e della popolazione nel loro tentativo di scontro con l'Ancien regime.
Verso la rivoluzione
Luigi XV e XVI, successori del Re Sole, non avevano certo le capacit di questi e presto si
accorsero che il paese rischiava il tracollo finanziario. Mentre Luigi XV si limit a
proseguire la politica della falsificazione dei bilanci statali, della svalutazione della
moneta e dell'emissione di Buoni del Tesoro (che nell'89 equipareranno il bilancio totale,
ovvero lo stato sar completamente indebitato coi sui cittadini), prestiti e ipoteche a favore
dello stato, il suo successore chiese ai suoi ministri un progetto di riforma. Essi si
basarono su:
1. estensione della tassazione anche alle rendite fondiarie
2. abolizione delle esenzioni fiscali
3. riduzione delle spese statali (la cui met erano interessi sul debito pubblico)

4. riduzione della pressione fiscale sulle classi inferiori


Nel 1787-88 nacque, sulla proposta di riforma fiscale portata avanti da Lomnie de
Brienne, un vero e proprio braccio di ferro fra il re e il Parlamento di Parigi, dove era
potente la nobilt di toga, che sfoci nell'esautorazione dei parlamenti da parte di Luigi XVI
e quindi nella rivolta nobiliare che vide il popolo francese supportare la nobilt contro
l'assolutismo regio. La tensione sal a tal punto che Luigi dovette licenziare Lomnie e, ad
agosto 1788, convocare gli stati generali per il 1 maggio 1789.

Gli stati generali, l'assemblea nazionale, l'assemblea costituente


Inizialmente si ritrovarono le varie assemblee provinciali, che oltre a eleggere i loro
rappresentanti agli Stati generali compilarono anche, su richiesta del re, i cahier de
dolances, un modo per far giungere auspici e reclami al sovrano, che testimoniano lo
stato di malessere soprattutto delle classi pi deboli,su questioni tra cui diritti signorili, fisco
e venalit delle cariche amministrative.
Il re sperava, con l'appoggio del Terzo stato, di far approvare una riforma fiscale, che clero e
nobilt volevano in ogni modo ostacolare. Il Terzo stato invece puntava a un complessivo
rinnovamento del Paese, ovvero l'abolizione dell'Ancien Regime dalle fondamenta.
Per un mese si discusse sulle modalit di votazione: mentre clero e nobilt speravano nel
voto per ordine, i rappresentanti del Terzo Stato spinsero per il voto per testa.
Il 10 giugno, giorno fissato per l'appello di tutti i deputati, i rappresentanti dei Comuni
invitarono i delegati degli altri due ordini a procedere alla verifica in un'assemblea comune.
L'invito, respinto dalla nobilt, fu raccolto soltanto da alcuni deputati del basso clero finch,
il 15 giugno i deputati del Terzo Stato decisero di dare inizio ai lavori. Occorreva per dare
un nuovo nome a quell'Assemblea, non essendo pi proponibile la denominazione di Stati
generali, e il 17 giugno si decise Assemblea nazionale.
Il 19 giugno il clero decise di unirsi all'Assemblea, mentre la nobilt resistette, indirizzando
al re una protesta nella quale ricordava che con la soppressione degli ordini non erano
soltanto in gioco i diritti e il destino della nobilt, ma quelli della stessa monarchia.
Luigi XVI accolse immediatamente l'invito alla resistenza proveniente dalla nobilt: lo
stesso giorno annunci di non riconoscere i decreti di quell'Assemblea e fece chiudere la
sala delle riunioni con il pretesto della necessit di eseguirvi dei lavori di manutenzione.
L'Assemblea allora, il 20 giugno, si riun in una sala destinata al gioco della pallacorda e
formul il Giuramento della Pallacorda: non separarsi in nessun caso e di riunirsi
ovunque le circostanze lo richiedano, fino a che la Costituzione non sia stabilita e affermata
su solide fondamenta. Nei giorni seguenti vari esponenti della nobilt aderirono
singolarmente e il 7 luglio l'assemblea si dichiar Assemblea costituente, primo atto
rivoluzionario.
La Bastiglia
Luigi XVI era ancora convinto di poter fermare la rivoluzione quindi inizi dopo il 20
giugno a raccogliere reggimenti intorno a Versailles e Parigi, fatto che scaten una rivolta
popolare: dall'11 luglio migliaia di parigini scesero in piazza assaltando i dazi e requisendo
armi per la formazione della Guardia Nazionale, una sorta di milizia rivoluzionaria, con a
capo il marchese de La Fayette, eroe della guerra d'indipendenza americana.
Il 14 luglio circa 8000 persone assaltarono il carcere politico della Bastiglia, che per quanto
contenesse pochi prigionieri era un simbolo: il re dovette ritirare le truppe, accettare
l'Assemblea Nazionale e riconoscere la Guardia Nazionale.
L'abolizione della feudalit e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
La citt si estese nei giorni seguenti in molte citt francesi, ma soprattutto si irradi nelle
campagne, dove la cosiddetta grande paura (Lefebvre), basata sulla falsa notizia di un

complotto aristocratico per fermare la rivoluzione, si tradusse nel ritorno delle jacqueries.
Verso castelli signorili e soprattutto archivi, che conservavano i documenti che
legittimavano gli abusi dei signori, i registri delle corves e dei debiti.
Il 4 agosto l'Assemblea dichiar l'abolizione della feudalit, ovvero l'insieme di diritti
feudali e immunit fiscale che caratterizzavano l'Ancien Regime. Si riconobbe dunque il
diritto illuminista dell'uguaglianza giuridica.
Durante la redazione dei decreti i deputati, quasi tutti proprietari terrieri, cambiarono in
parte idea: i servigi o prestazioni d'opera gratuita che il titolare di un feudo imponeva ai suoi
soggetti vennero aboliti, mentre i diritti basati sulla rendita della terra continuavano ad
essere riscattati, permettendo cos ai proprietari terrieri di ricevere un'indennit che in parte
avrebbe salvaguardato i loro interessi economici ed in parte sarebbe stata investita
nell'acquisto di beni nazionali, mettendo cos fine alle rivolte. La maggior parte dei
contadini comunque, ritenendosi completamente svincolata dal vecchio regime feudale, non
pag nessun indennizzo ai proprietari terrieri.
Il 26 agosto venne emanata definitivamente la Dclaration des Droits de l'Homme et du
Citoyen, documento giuridico contenente i diritti fondamentali dell'individuo e del
cittadino, ispirato ai principi illuministi.
In essa trovavano accoglimento molte richieste del Terzo stato: il diritto di propriet, la
libert di coscienza, l'uguaglianza di fronte alla legge, l'equit fiscale e l'ammissione di
tutti i cittadini alle cariche pubbliche.
Si afferm la sovranit nazionale (potere al popolo e non per diritto divino al re) e
l'equilibrio dei poteri (in contrasto con l'assolutismo monarchico).

Il ritorno del re
Il re si rifiut di sottoscrivere la Dichiarazione e il decreto del 4 agosto, commettendo un
errore politico che gli avrebbe definitivamente inimicato larga parte dei rivoluzionari.
Il 5 ottobre, anche in seguito a un gravissimo rincaro dei prezzi dei generi alimentari,
10'000 parigini, perlopi donne, partirono in una pacifica marcia su Versailles, chiedendo
la firma dei decreti e il ritorno a Parigi del re, della corte e dell'Assemblea nazionale. Luigi
fu portato a Parigi e posto sotto la tutela politica del popolo di Parigi.
Il nuovo assetto istituzionale della fase monarchico-costituzionale
Le prime delibere dell'Assemblea riguardarono questioni contingenti:
Ambito amministrativo: ripartizione in 83 dipartimenti validi per ogni aspetto della
burocrazia (e corrispondenti anche alle diocesi), governati da amministratori eletti a
suffragio censitario
Ambito economico: politica liberista con libert di uso individuale della terra, abolizione di
dazi, dogane e corporazioni (legge Le Chapelier proibisce associazioni di imprenditori e
lavoratori ma anche lo sciopero).
Ambito finanziario: unica imposta fondiaria basata su un nuovo catasto.
I possedimenti della Chiesa e la Costituzione civile del clero
Il 2 novembre fu decisa la nazionalizzazione di tutte le terre di propriet del clero, ma
per tenerne alto il valore non si vendettero tutte subito (lo scopo era risanare il deficit).
Dunque furono emessi dei biglietti che rappresentavano il valore di questi beni (assegnati).
Bisognava quindi che si comprassero degli assegnati e cos lo Stato veniva in possesso di
moneta. Una volta effettuata la vendita, gli assegnati, ritornati allo Stato, dovevano essere
distrutti. Cos lo Stato veniva in possesso della moneta prima ancora di vendere i beni.
Il 17 aprile l'assegnato fu trasformato in carta-moneta e lo Stato, sempre a corto di liquidit,
lo utilizz per tutte le sue spese correnti. La situazione si complic. Lo Stato non distrusse
gli assegnati che gli ritornavano e alla fine stamp pi assegnati del valore reale dei beni

nazionali, determinando un enorme processo inflattivo (per compensare il valore che non
corrisponde deve abbassarsi il valore di tutti gli assegnati, chi li ha comprati quindi si trova a
perdere), cui contribu la diffusione di assegnati falsi.
Nella stessa ottica laica il 12 luglio 1790 fu promulgata la Costituzione civile del clero, con
la quale parroci e vescovi divenivano funzionari statali stipendiati e quindi eletti e controllati
dallo stato stesso e dalla politica, indipendenti da Roma.
Il basso clero si divise fra preti refrattari e costituzionali, mentre l'alto clero in blocco si
oppose (solo 7 furono costituzionali).

La notte di Varennes
L'Assemblea stava cercando di portare avanti un progetto di monarchia costituzionale, Luigi
invece rifiutava di rinunciare alle sue prerogative di re assoluto. Solo di fronte alla pressione
popolare aveva accettato di essere re costituzionale e rimaneva in una posizione di strenua
opposizione alle proposte rivoluzionarie, alleandosi sempre pi con la corte e la nobilt.
Vi erano gi stati vari progetti di fuga del re, ma l'indecisione di Luigi li aveva fatti
accantonare tutti. Grazie all'insistenza di Maria Antonietta, il re si decise ad agire e opt per
un tentativo di fuga con cui, fuggiti a Montmdy, dove ci sarebbe stato il comandante il
marchese de Bouill con soldati fedeli alla causa monarchica, sarebbero poi potuti ripartire
per il Belgio, il Lussemburgo o l'Austria, dove Luigi XVI avrebbe potuto organizzare un
tentativo di controrivoluzione, o forse verso la Lorena per prepararsi per attaccare
direttamente Parigi.
La notte del 20 giugno 1791 il re e la famiglia reale dunque partirono verso la mezzanotte
eludendo la sorveglianza della guardia nazionale alle Tuileries. Ma lenorme berlina
giungeva in ritardo ai cambi dei cavalli previsti. Avevano gi lasciato Parigi in ritardo e poi
Luigi XVI si fece prendere dalleuforia, fermando la carrozza per sgranchirsi le gambe.
Inizi a diffondersi la voce che l si trovava la famiglia reale. Il maestro di posta Drouet, che
aveva visto la carrozza, balz a cavallo per tagliarle la strada puntando verso Varennes, dove
la berlina giunse alle 11 di sera, i fuggitivi persero altro tempo a cercare i cavalli,
permettendo a Drouet di sbarrare il ponte. Una volta dato lallarme, gli abitanti del villaggio
accorsero, alcuni dei quali armati. La famiglia reale fu costretta a passare la notte nellumile
abitazione del Procuratore del Comune, allalba la folla radunata era enorme, tutti gridavano
A Parigi! Nessuno aveva dubbi sullidentit dei viaggiatori, tanto che alla fine fu il Re
stesso a dichiarare: Ebbene, s, sono il vostro Re; e questa la Regina.. I fuggitivi
speravano ancora di veder giungere da un momento allaltro Bouill ma questi giunger a
Varennes coi suoi uomini con due ore di ritardo quando la grossa berlina aveva ormai
iniziato il viaggio di ritorno verso Parigi.
Il viaggio di ritorno a Parigi dur cinque giorni, con la carrozza completamente circondata
da una moltitudine che la precedeva e seguiva. I viaggiatori temevano in particolare larrivo
nella capitale, ma la Municipalit aveva preso le sue precauzioni: grandi manifesti
ammonivano Chiunque applaudir il Re sar bastonato, chiunque lo insulter sar
impiccato. Cos la berlina pot attraversare la citt protetta dalla Guardia Nazionale, tra due
file di folla muta, ostile.
Fu la dimostrazione che il re era espressamente ostile alla rivoluzione e non voleva certo
divenire monarca costituzionale, fatto che indebol i moderati, accusati perfino di stare dalla
parte del re e di far parte del complotto aristocratico antirivoluzionario.
Il 17 luglio l'Assemblea Nazionale decret la non colpevolezza del re, accreditando la tesi
secondo cui era stato rapito contro la sua volont. Il popolo parigino si riun al Champ de
Mars per chiedere la destituzione del sovrano, ma la Guardia nazionale spar sulla folla,
determinando la prima di una lunga serie di spaccature nel fronte rivoluzionario.
La costituzione liberale
Nell'assemblea dibattendo sulla forma da dare allo stato francese nacquero due correnti:

les monarchiens: a destra del re, i pi moderati, secondo cui la sovranit derivava dal re,
quindi dovevano esserci due camere, una di nomina regia a bilanciare quella bassa
elettiva (sul modello inglese)
i radicali: a sinistra del re, volevano un parlamento monocamerale sovrano ed elettivo
Anche sul sistema elettorale si espressero posizioni discordanti, anche se nessuno pensava al
suffragio universale. Alcuni deputati ritennero che il diritto di voto avrebbe dovuto
estendersi a tutti i cittadini maschi, altri sostennero che solo ad una parte della popolazione
doveva essere riconosciuto tale diritto.
Dopo lunghi dibattiti, a settembre, fu promulgata la Costituzione:
Per il voto si decise di dividere i cittadini in passivi e attivi sulla base del censo: ai primi
sarebbero stati riconosciuti i diritti civili, ai secondi sarebbero stati concessi sia i diritti
civili che quelli politici.
La nuova riforma, basata sulle idee di Montesquieu (separazione dei poteri) e Rousseau
(sovranit popolare e supremazia del legislatore), prevedeva una monarchia dai poteri
limitati:
il potere legislativo era affidato ad un'Assemblea eletta con suffragio censitario
il potere esecutivo era affidato al re, che aveva diritto di veto (fino a due volte) sulle
decisioni dell'Assemblea e nominava il governo, che doveva a sua volta render conto
all'Assemblea
il potere giudiziario, aboliti i parlamenti (centro di potere della nobilt), era in mano
a tribunali con giudici eletti

I club politici e l'assemblea legislativa


Redatta la costituzione, si sciolse l'Assemblea costituente, e nel settembre vi furono le
prime elezioni per l'Assemblea legislativa, che si riun il 1 ottobre.
La partecipazione politica si era progressivamente ampliata anche alla componente popolare
(i sanculotti, sans culotte, tipici pantaloni al ginocchio che furono a lungo un abito
tradizionale delle classi elevate), quindi divenne necessario discutere le proposte prima di
portarle all'Assemblea. Nacquero cos i club, antenati dei nostri partiti:
cordiglieri, che si riunivano nel convento dei francescani cordoliers: posizioni
democratiche, rivendicavano il suffragio universale. Tra essi Danton, che al Campo di
Marte propose la destituzione del re
giacobini, che si riunivano nel convento di San Giacomo: moderati, borghesi e nobili
liberali, a favore di uguaglianza giuridica, libert personale e di commercio. In poco
acquisirono grande peso politico, avendo dalla propria parte molti protagonisti della
prima fase rivoluzionaria, tra cui La Fayette, e successiva, tra cui Robespierre, che
diverr sempre pi importante e sposter i giacobini verso posizioni sempre pi radicali,
come il suffragio universale e la repubblica, cercando l'appoggio dei ceti popolari, tanto
che vi aderirono anche alcuni cordiglieri radicali come Danton e Brissot
foglianti, staccatisi dai giacobini dopo il Campo di Marte: a difesa dell'istituzione
monarchica e del legalismo.
girondini, poich in gran parte della Gironda: nati dopo la nascita dell'assemblea
legislativa ad opera di Jean-Pierre Brissot (che sar capo del governo nel '92)
La Francia in guerra
Gi nell'agosto con il trattato di Pillnitz Austria e Prussia avevano minacciato il loro
intervento nel caso si fosse messa in discussione la monarchia.
Nel marzo 1792 Francesco II, nipote di Maria Antonietta, succedette sul trono degli
Asburgo, ed essendo egli un convinto assertore dell'Antico Regime, si diffuse l'idea che le
potenze europee avrebbero attaccato la Francia.
Vi erano spinte diverse nella stessa Francia perch si dichiarasse guerra:

il re sperava che le forze rivoluzionarie attaccassero e fossero sconfitte, grazie anche al


fatto che molti generali erano aristocratici destituiti o fuggiti all'estero, cosicch la stessa
rivoluzione risultasse fallimentare e lui potesse mostrarsi come pacificatore (si render
conto solo Robespierre del doppio gioco di Luigi)
i girondini invece speravano di difendere la rivoluzione e rafforzare l'unit nazionale
Il 20 aprile l'Assemblea legislativa approv la dichiarazione di guerra all'Austria. In poco
tempo si raccolse un nuovo modello di esercito nazionale basato anche sul contributo di
molti volontari.

La repubblica e la Convenzione
Nell'agosto sanculotti parigini assalirono le Tuileries e il Municipio, dove si insedi un
nuoco governo, la Comune rivoluzionaria. Su pressione del popolo l'Assemblea decise la
deposizione e l'arresto del re per alto tradimento (punto di non ritorno per la fase liberale
moderata della rivoluzione, molti moderati come La Fayette infatti fuggirono, anche in
Austria ed ora i giacobini erano al potere in ogni istituzione) nonch elezioni a suffragio
universale per una nuova Assemblea costituente.
La Comune di fatto prese il potere ed esautor l'Assemblea, emanando una serie di
provvedimenti: messa all'asta dei beni degli emigrati, decadenza dal loro ufficio dei preti
refrattari, pene severe per gli accaparratori, arresti in massa di sospetti e istituzione di un
tribunale speciale per i nemici della rivoluzione (giustizia politica, non per atto ma idea).
Si svolsero le elezioni per la Convenzione, ufficialmente a suffragio universale ma in realt
con il voto del 10% della Francia, segno dell'allontanamento della rivoluzione dalle masse
contadine e dalle campagne.
Il 20 settembre, lo stesso giorno della vittoria delle forze rivoluzionarie a Valmy sui
prussiani, la convenzione si riun per la prima volta, ed il 21 settembre dichiar l'abolizione
della monarchia e la nascita della Repubblica (giorno I del calendario giacobino).
Nella Convenzione:
la maggioranza, detta Pianura o Palude non apparteneva ad alcuno schieramento
i girondini moderati di Brissot vogliono ancora salvare la vira al re, legati a un
orientamento di tipo liberale (libert individuale e libera iniziativa economica)
i giacobini di Robespierre e Danton alleati ai cordiglieri (insieme les montagnards),
infiammati dai sanculotti, volevano che si uccidesse il re, legati a posizioni rousseauiane
(uguaglianza pi che libert, bene collettivo pi che individuale) e ben disposti verso i
sanculotti, a differenza dei girondini
gli arrabbiati dell'abate Roux erano i rappresentanti dei sanculotti, volevano: calmiere
dei prezzi, lotta contro la speculazione, guerra a nemici interni ed esterni della
rivoluzione, democrazia diretta e controllo della piazza sui poteri costituzionali
Con uno scarto di pochi voti si decise e il 21 gennaio 1793 il re fu ghigliottinato.
La Vandea
Nel febbraio l'Inghilterra si un a una vera e propria coalizione antifrancese e, per favorire
le sorti che sembravano volgersi a favore dell'esercito rivoluzionario, si introdusse la leva di
massa obbligatoria di tutti i maschi abili dai 20 ai 25 anni. Nella primavera tuttavia le sorti
del conflitto si capovolsero.
La leva andava ad influire soprattutto sulle campagne, dove i contadini avevano allevato i
figli sperando di avere nuove braccia per i campi e se ne ritrovavano improvvisamente privi.
Questo provoc un'impennata dei prezzi dei beni di prima necessit, inflazione favorita
anche dal circolo di assegnati come cartamoneta e dalle tasse per gli investimenti militari. Si
decise di calmierare i prezzi, ma il risultato fu la vendita al mercato nero, l'inflazione, la
chiusura di molti forni (e quindi disoccupazione) e l'aumento degli accaparratori.
Dal marzo era scoppiata in Vandea e altre regioni del Nordovest una vera e propria guerra

civile che vedeva le masse contadine esplicitamente opporsi alla rivoluzione, soprattutto per
la leva di massa e per la scristianizzazione (visto anche l'elevato numero di preti refrattari),
ma anche per i mancati benefici per i ceti contadini dalla vendita delle terre nazionali
(confiscate al clero e ai nobili espatriati), i cui beneficiari erano stati soprattutto borghesi
cittadini o contadini agiati.
Mentre in altre regioni la rivolta divenne brigantaggio, in Vandea si venne a creare un
esercito controrivoluzionario di guerriglia (quindi assai difficile da sconfiggere),
l'Armata cattolica regia, che combatteva in nome del Re e di Dio. La guerra dur per
tutto il '93 e segn la definitiva rottura fra rivoluzione e masse contadine.
La caduta dei girondini
La grave situazione del paese rese necessarie misure sempre pi drastiche e a volte
eccessive: la condanna a morte degli oppositori, la nomina di commissari speciali per varie
regioni, il calmiere per il pane e la costituzione del Comitato di salute pubblica, formato
da nove deputati montagnardi con pieni poteri militari, economici e giudiziari.
I girondini si opposero in nome della libert, ma la loro fortuna politica stava declinando in
quanto visti come capro espiatorio per la mollezza col re, la dichiarazione di guerra e
l'ostilit a misure per salvare la repubblica. La loro parte croll quando il loro generale
Dumoriez pass da parte austriaca, tanto che ogni girondino divenne nemico della patria.
Il 2 giugno una folla, capeggiata dal montagnardo Marat, si trov davanti alla Convenzione
a chiedere l'arresto dei capi girondini, e questi furono estromessi o arrestati.
I girondini, ancora forti in provincia, organizzarono una rivolta federalista contro la
Convenzione e lo strapotere di Parigi assai difficile da reprimere.
La dittatura giacobina
Il 24 giugno fu approvata la Costituzione dell'anno I, che a differenza di quella del '91, che
era prevalentemente liberale, questa era la prima vera costituzione democratica, pi evoluta
perfino di quelle che sarebbero state emanate nell'Ottocento.
Tutti i cittadini maschi avevano diritto di voto e ad essere eletti, uguaglianza giuridica,
diritti fondamentali, ma anche i diritti al lavoro, all'istruzione e alla salute e il dovere di
resistenza del popolo all'oppressione.
Questa costituzione per non entr mai in vigore, infatti il Comitato di salute pubblica, con
a capo Robespierre, assunse poteri dittatoriali per l'eccezionale gravit della situazione.
Era essenziale mantenere l'appoggio popolare, dunque:
Si inasprirono misure economiche gi prese: abolizione del riscatto sui diritti feudali,
rivendita dei lotti di propriet confiscate, calmiere sui prezzi (maximum), commissione
di vigilanza sull'inflazione e sui prodotti, pena di morte per gli accaparratori
Serviva per anche un'emblematica vittoria militare, egli quindi riform l'esercito
aumentandole gli effettivi e strutturandone la gerarchia in maniera meritocratica.
Effettivamente nei mesi seguenti si ottennero vittorie in Vandea e contro i girondini,
oltre a fermare i prussiani (nell'estate '74) e riprendere gli attacchi contro il Belgio.
Si attiv una vera e propria propaganda ideologica tra i soldati, nazione in armi
Si inizi ad attuare una laicizzazione dello stato: nuovo calendario laico dall'instaurazione
della repubblica e campagna di scristianizzazione, con violenze e saccheggi, fino a che il
deista Robespierre blocc la scristianizzazione e impose il culto dell'essere supremo.
Il terrore giacobino
Le guerre, la crisi produttiva e le varie crisi politiche (dalla Vandea ai girondini) costituirono
la giustificazione che Robespierre diede al cosiddetto Terrore, ovvero, in nome della
rivoluzione, momento di rigenerazione morale dell'uomo dal suo stato di corruzione
(secondo un'idea di Rousseau), distruggere ogni tentativo di opposizione, come

effettivamente avverr dal settembre 1793 al luglio 1794, quando il Comitato di salute
pubblica porr il Terrore all'ordine del giorno.
Furono sospese le libert civili, chiusi molti club, istituiti nuovi tribunali speciali e abolite le
garanzie per gli imputati (dalla legge sui sospetti del '94 bastava una denuncia o un
sospetto per essere condannati).
Si calcola che morirono durante il Terrore circa 50'000 persone, tra condannati e morti in
carcere, il 2% del popolo francese.
A marzo 1794 elimin i sanculotti arrabbiati, tra cui Roux e Hbert perch estremisti. Ad
aprile gli indulgenti Danton e Desmoulins, perch chiedevano la fine del Terrore.

La fine di Robespierre e la Convenzione termidoriana


Nel giugno ci fu il Grande Terrore, periodo di generale paura ed insofferenza verso
Robespierre, percepito ormai come un tiranno.
Ormai isolato e privo di una base sociale fu vittima lui stesso del Terrore, arrestato il 9
termidoro (27 luglio) insieme ai sui collaboratori Couthon e Saint-Just, fu ghigliottinato il
giorno seguente.
L'obiettivo di chi aveva fatto uccidere Robespierre era un ritorno alla moderatezza e al
liberalismo, salvando cos la rivoluzione dai suoi eccessi, concordi con quei gruppi sociali
che avevano tratto vantaggio dalla rivoluzione: contadini agiati e borghesi che avevano
acquistato terre, giovani che avevano potuto ascendere socialmente,
Per ridare stabilit al governo del Paese si decise la strada del moderatismo: soppressione
del tribunale rivoluzionario, riduzione dei poteri del Comitato di salute pubblica, chiusura
dei club giacobini, riabilitazione politica dei girondini, ripristino delle libert di stampa,
abolizione del calmiere sui prezzi e liberalizzazione dei commerci.
Inizi per anche il Terrore bianco, ovvero un periodo di caccia all'uomo per condannare
tutti i fautori del Terrore giacobino, cui parteciparono borghesi conservatori e monarchici
realisti rientrati dall'esilio.
L'abolizione del calmiere fece impennare i prezzi e l'inflazione, portando quindi alla
svalutazione degli assegnati. Il popolo di Parigi assalt la Convenzione ma la rivolta fu
sedata dalla Guardia nazionale.
La costituzione del '95 e le insurrezioni
Il 22 agosto 1795 venne emanata la costituzione dell'anno III, che prevedeva: suffragio
censitario, potere legislativo affidato a un parlamento bicamerale (Camera degli Anziani e
dei Cinquecento), il potere esecutivo a un Direttorio di cinque membri eletti dagli Anziani
fra candidati proposti dai Cinquecento. Provvedimenti questi tesi a limitare la sovranit
popolare, che escludevano dalla politica i ceti medio-bassi e i giovani.
Gli uomini del Direttorio erano per bloccati in quanto, avendo ucciso Robespierre, avevano
perso l'appoggio popolare, ma essendo ex-membri della convenzione si potevano imputare
di regicidio, quindi non potevano nemmeno stare dalla parte dei conservatori.
Intanto l'aggravarsi della situazione economica port ad una serie di tentativi insurrezionali,
repressi dall'esercito, oltre all'aumento progressivo della potenza di giacobini e monarchici.
Significativo fu il progetto di Gracco Babeuf e Filippo Buonarroti, che si ispiravano alla
reale uguaglianza sociale ed all'abolizione della propriet privata.
La campagna d'Italia
Nel 1796 si dichiar guerra ad Inghilterra e Austria (con lo stesso intento del '92: unificare
lo stato ponendo un nemico comune da combattere), e contro quest'ultima ci si concentrava
ora sul fronte renano e sull'Italia. Mentre il primo non riusc a sfondare, il secondo,
inizialmente solo un diversivo, si rivel un inaspettato successo, grazie soprattutto al genio
militare del giovane comandante Napoleone Bonaparte. Le truppe francesi infatti

occuparono in poco l'intera Italia settentrionale.


Quando arrivarono a minacciare Vienna l'imperatore d'Austria dovette chiedere un
armistizio e lo stesso Napoleone firm le condizioni di pace, nel trattato di Campoformio
(ottobre 1797), riconoscendo alla Francia il possesso del Belgio e della riva sinistra del
Reno, la nascita della Repubblica cisalpina (Lombardia ed Emilia) gemellata con la Francia,
e la cessione all'Austria della Repubblica di Venezia, che cessa di essere indipendente. Tra il
'77 e il '79 l'intera Italia diverr sotto il dominio francese.
Ma la conquista fu possibile anche grazie al fatto che in Italia nacquero partiti repubblicani
filofrancesi che coagularono le forze antiaustriache, composti da esponenti dell'aristocrazia
illuminata e della borghesia intellettuale. Fu l'alleanza fra i patrioti italiani e l'esercito
francese ad instaurare tutta una serie di repubbliche fra il '96 ed il '99.

Le repubbliche giacobine (sviluppi successivi)


Erano dunque nate quelle che saranno chiamate con disprezzo repubbliche giacobine,
inteso nel senso di rivoluzionarie, violente. Infatti esse non avevano in realt molto di
giacobino in quanto ispirate fondamentalmente alla costituzione moderata del '95.
Erano la Repubblica Cisalpina e Cispadana (1797), la Repubblica Ligure (1797), la
Repubblica Romana (al posto dello Stato della Chiesa, 1798) e la Repubblica Partenopea (a
Napoli al posto dei Borbone, 1799). Gli unici due sovrani ancora indipendenti (re di Savoia
e granduca di Toscana) fuggirono dai loro territori.
La vittoria italiana port soprattutto a rimpinguare le casse dello stato francese grazie ad un
vero e proprio saccheggio di beni e risorse italiane: di macchinari, sementi rare, bestiame
pregiato, materie prime per l'industria, scorte alimentari per l'esercito, merci preziose e
soprattutto capolavori artistici e scientifici di grande valore. Il tutto anche allo scopo di
mantenere uno stato di sottomissione nei confronti delle repubbliche sorelle.
In molte di queste repubbliche per, con un processo di modernizzazione e
democratizzazione, vennero esportate molte conquiste della rivoluzione: la soppressione di
privilegi e titoli feudali, la nazionalizzazione di beni ecclesiastici e il riconoscimento dei
diritti fondamentali dell'uomo (espressione, stampa, associazione e uguaglianza giuridica).
Queste repubbliche per rimasero presto schiacciate dall'armata antifrancese che gi nel '99
invase la Lombardia, ma anche dalle insorgenze, ovvero dalle rivolte contadine contro i
nuovi governi e contro la Francia.
La Repubblica Partenopea dovette fronteggiare l'armata sanfedista del cardinale
Fabrizio Ruffo di Calabria, che diede vita alla Vandea d'Italia nelle regioni del sud in
difesa dei valori delle tradizioni e della religione (della santa fede di cui portavano il
vessillo) e contro la politica, specie economica e fiscale, francese.
La domanda dunque : perch non durarono queste repubbliche?
esse erano rimaste un fenomeno d'lite: avevano partecipato soprattutto intellettuali,
professionisti, militari, studenti e giovani senza impiego, ed anche membri
dell'aristocrazia e del clero, ovvero il ceto colto (Capra)
come spiega poi uno storico dell'epoca (Vincenzo Cuoco), vi erano due altri problemi:
l'astrattezza delle tesi rivoluzionarie: come spiegher Pisacane ne La rivoluzione:
l'Italia trionfer quando il contadino canger, volontariamente, la marra col fucile;
e, per questi, onore e patria sono parole che non hanno alcun significato; qualunque
sia il risultato della guerra, la servit e la miseria lo aspettano. Una completa
riforma degli ordini sociali, l'unico mezzo che, mostrando a coloro che soffrono un
avvenire migliore da conquistarsi, li sospinger alla battaglia.
i patrioti e le stesse repubbliche sono viste come ispirate a idee francesi e quindi
amiche di quei francesi che avevano ceduto Venezia e che li opprimevano
fiscalmente e sottraevano loro ampi bottini di guerra.

Il 18 brumaio di Napoleone Bonaparte, ovvero la fine della Rivoluzione


Napoleone guadagn, con la vittoria in Italia, grande prestigio personale, ma soprattutto un
enorme peso politico.
Nel 1797 la destra monarchica vinse le elezioni, ma i membri del Direttorio chiesero aiuto a
Napoleone per attuare un colpo di stato: il 18 fruttidoro (4 settembre), con l'appoggio
dell'esercito i capi monarchici furono arrestati, i deputati di destra dichiarati decaduti e le
elezioni invalidate.
Lo scontro con Inghilterra, Russia ed Austria si dimostr sempre pi fallimentare,
screditando l'operato del Direttorio, che ricorse nuovamente alla forza per invalidare nuove
elezioni, ma questa volta non bast a calmare le acque. Il 18 brumaio dell'anno VIII (9
novembre 1799) Bonaparte entr con i suoi soldati alla Camera dei Cinquecento per imporre
la soppressione del Direttorio, sostituito da un triumvirato composto da lui, Emmanuel
Sieys e Pierre-Roger Ducos.
La rivoluzione si era cos conclusa, lasciando posto ad una dittatura personale. Ed a
finirla era stato un suo figlio, infatti egli non avrebbe mai potuto emergere nell'esercito
gerarchico dell'Ancien Regime, mentre aveva potuto grazie al vento di libert ed
egualitarismo che aveva anche portato a riformare l'esercito, cacciando i vecchi generali.

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