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Le fondazioni profonde differiscono da quelle dirette essenzialmente per il fatto che trasmettono una
parte della loro sollecitazione per attrito lungo il fusto al disopra della base di fondazione.
Lo studio della stabilità delle fondazioni profonde consiste quindi anche nello studio dell’attrito
laterale e nella valutazione dei suoi effetti.
Questo attrito può esistere sulla totalità dell’altezza del fusto o solamente su una parte se gli strati
superficiali di terreno laterale sono di consistenza troppo molle per apportare ima qualunque
resistenza (come gli strati di melma superficiale nel fondo di un porto) o quando delle erosioni
possono ridurre gli spessori.
Si indicano con pali e pozzi le fondazioni profonde per le quali la dimensione trasversale è piccola in
rapporto all’altezza (D/B>10) e con pile le fondazioni profonde nelle quali la dimensione trasversale
resta importante e il rapporto D/B è più spesso compreso tra 4 e 10.
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Figura 1. Situazioni in cui può essere opportuno far ricorso ad una fondazione su pali.
PALI DI COSTIPAMENTO
Questi pali vengono infissi provocando un costipamento ed un aumento di densità del terreno
circostante, conseguente ad una riduzione dei vuoti pari pressappoco al volume del palo infisso.
La loro efficacia è senza dubbio maggiore se si incomincia l’infissione dal perimetro della superficie
da costipare andando poi verso il centro.
I diametri dei pali da costipamento sono in genere di 15 ÷ 16cm potendo raggiungere anche i 30 ÷ 50cm ;
tuttavia bisogna tenere presente che il costipamento è efficace a partire da una profondità di 2 ÷ 3
volte il diametro del palo (perché il terreno superiore rifluisce verso l’alto) per cui impiegando i pali
grossi è necessario che il costipamento venga fatto da una quota superiore a quella d’appoggio della
fondazione, in modo che il terreno superficiale che è rimasto soffice non interessi perché sarà
asportato prima del getto della fondazione stessa.
Le dimensioni dei pali possono mutare notevolmente sia al variare di categoria sia per pali di una
stessa categoria.
In genere però i pali delle prime due categorie (cioè i pali infissi) hanno diametro inferiore ai 60 cm
e più spesso compreso fra 20 e 50 cm.
I pali trivellati possono invece avere il diametro variabile in un campo molto grande, cioè tra 10 cm
per i pali radice, i micropali e simili e 2 ÷ 3 m per i pali a grande diametro (Benoto e simili).
La lunghezza dei pali può variare notevolmente, ma in genere è più spesso compresa tra 5 ± 15 m. Si
è però con tutti i tipi di palo (salvo ovviamente con i pali di legno) superata anche la profondità di 20
m e con i pali a grande diametro si sono raggiunte profondità superiori a 60 m.
Il campo delle portate ammissibili può variare da qualche tonnellata per i pali in legno a più di 1000
ton per i pali di grande diametro.
Massimo sforzo Misurato in mezzeria: f y = 0,35 ÷ 0,5 ⋅ f y 0,33 ⋅ f ' c ; 0,4 ⋅ f ' c se il 0,25 ÷ 0,33 ⋅ f ' c
raccomandato 4 ÷ 6MPa per legno di diametro della cassaforma è
cedro, pino, abete rosso, ≤ 350mm ; sforzo nella
5 ÷ 8MPa per pino del Sud, cassaforma 0,35 ⋅ f y se lo
douglasia, quercia, cipresso
spessore è ≥ 3mm
Intervallo ottimale di carico 130 ÷ 225kN 350 ÷ 1050kN 450 ÷ 700kN 350 ÷ 900kN
Svantaggi Difficile da giuntare, Esposti alla corrosione, pali Difficili da giuntare una Il getto va realizzato
esposti a danno se infissi in con sezione ad H possono volta che il calcestruzzo all’asciutto, dipendenza
terreno duro, esposti a danneggiarsi o deformarsi abbia fatto presa, notevole oltre la media dalla qualità
deperimento se privi di per effetto degli ostacoli di volume di terreno spostato dell’esecuzione
trattamento, difficili da maggiori dimensioni
sfilare e sostituire se si
spezzano durante
l’infissione
Vantaggi Costo iniziale relativamente Facili da giuntare, elevata Possono essere reinfissi, le Economia iniziale
basso, pali capacità portante, piccolo casseforme non si
permanentemente sommersi volume di terreno spostato, danneggiano facilmente
resistono al deperimento, in grado di penetrare
facili da adoperare attraverso ostacoli di lieve
entità
Osservazioni Impiego ottimale come pali Impiego ottimale come pali Impiego ottimale come pali Il carico ammissibile su pali
ad attrito in terreni granulari portanti di punta su roccia, ad attrito (sospesi) di media con espansione alla base è
ridurre la capacità portante lunghezza limitato dalla capacità
ammissibile in ambiente portante dello strato
corrosivo o predisporre immediatamente al di sotto
protezioni anticorrosione del palo
Lunghezza massima Praticamente illimitata 55m 30m per pali 30m per sezioni a lati 9 ÷ 25m
prefabbricati, 36m per i paralleli, 12m per
pali precompressi sezioni a lati
rastremati
Lunghezza ottimale 12 ÷ 36m 18 ÷ 36m 12 ÷ 15m prefabbricati, 12 ÷ 18m per sezioni 12 ÷ 18m
18 ÷ 30m precompressi a lati paralleli,
5 ÷ 12m per sezioni a
lati rastremati
Massimo sforzo 0,4 ⋅ fy per l’armatura Calcestruzzo: come 0,33 ⋅ f ' c salvo limiti 0,33 ⋅ f ' c ; 0,4 ⋅ f ' c se il 0,225 ÷ 0,4 ⋅ f 'c
raccomandato per gli altri pali in inferiori imposti dalla diametro della
< 205MPa , 0,5 ⋅ fy per
calcestruzzo; normativa; 0,4 ⋅ fy per cassaforma è
il nucleo < 150MPa ; Acciaio: come per
calcestruzzo armato se ≤ 350mm ; sforzo
0,33 ⋅ f ' c per il gli altri pali in
non è precompresso. nella cassaforma
calcestruzzo acciaio; Legno: 0,35 ⋅ f y se lo spessore
come per gli altri
pali in legno è ≥ 3mm
Massimo carico in 1800kN senza nucleo; 1800kN 900kN per 675kN 700kN
condizioni normali di 18000kN per sezioni prefabbricati; 8500kN
esercizio larghe con nuclei in per precompressi
2 ivi.
Intervallo ottimale di carico 700 ÷ 1100kN senza 250 ÷ 725kN 350 ÷ 3500kN 250 ÷ 550kN 350 ÷ 550kN
nucleo;
4500 ÷ 14000kN per
sezioni larghe con
nuclei in acciaio
Svantaggi Costo iniziale elevato, Difficoltà di Difficile da adoperare Difficili da giuntare Dipendenza dalla
notevole volume di ottenere un buon (operazioni di una volta che il qualità
terreno spostato per giunto tra due sollevamento) se non calcestruzzo abbia dell’esecuzione, non
pali a punta chiusa materiali diversi sono precompressi, fatto presa, la adatti a terreni
sosto iniziale elevato, reinflessione non è compressibili
considerevole volume raccomandabile, le
di terreno spostato, pali casseforme si
precompressi sono possono danneggiare
difficili da giuntare durante l’infissione,
considerevole
volume di terreno
spostato
Se un palo di legno viene disposto sotto il livello permanente di falda, esso sembra avere durata
illimitata. Quando un palo è invece soggetto a cicli alternati di umido e secco la vita utile sarà più
breve, a meno che non venga trattato con sostanze protettive.
Pa = A p ⋅ f a
Dove Ap è l’area media della sezione alla testa del palo mentre fa è lo sforzo ammissibile di progetto
definito dalle norme in dipendenza del tipo di legno. La capacità portante statica basata sul terreno
circostante il palo viene calcolata come per i pali costituiti di altri materiali. Il principale fattore
addizionale da mettere in conto è che il coefficiente d’attrito fra legno e terreno può avvicinarsi tanto
al valore tan φ ' per una combinazione di addensamento del terreno prodotto dal volume del palo e per
la penetrazione di grani di terreno nella superficie del legno, in particolar modo per terreni granulari.
Pali prefabbricati
Questi vengono prodotti nella lunghezza desiderata in un cantiere specializzato, lasciati maturare e
quindi spediti nel luogo dove vengono utilizzati. Possono essere in calcestruzzo armato ordinario o
precompresso.
I pali precompressi vengono realizzati pretendendo dei cavi di acciaio armonico ad alta resistenza
(f ult = 1700 ÷ 1860MPa ) fino ad un valore di 0,5 ÷ 0,7 ⋅ fult ed effettuando il getto attorno ai cavi. Vi sono
comunque, a getto indurito, fenomeni di viscosità e altre perdite che riducono lo stato di
precompressione del palo del 10 ÷ 15% . È prassi comunque impiegare calcestruzzi ad elevata resistenza
(35 ÷ 55MPa ) .
Il carico ammissibile di progetto P u viene calcolato per i pali precompressi, tenendo conto degli
effetti della precompressione dovute ai carichi e agli effetti viscosi, come:
Dove Ag è l’area lorda del calcestruzzo e f pe è lo sforzo di precompressione efficace, scontate tutte le
perdite.
Per quanto riguarda le tensioni che si generano durante l’infissione, queste risultano molto più
difficili da determinare. Ricerche tecniche sperimentali hanno dimostrato che per queste valutazioni
può applicarsi all’infissione dei pali in calcestruzzo armato la teoria ondulatoria della propagazione
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degli sforzi: la compressione prodotta dal colpo del maglio si propaga dall’alto al basso a partire
dalla testa del palo, poi si riflette, a partire dal piede, sotto forma di compressione se il terreno è
molto resistente, di trazione se il terreno è poco compatto.
Lo sforzo in un punto qualunque del palo è uguale alla somma degli sforzi corrispondenti alle onde
nei due sensi. Le peggiori condizioni si realizzano quando la sommatoria degli sforzi di
compressione è localizzato al piede. La compressione può raggiungere teoricamente il doppio della
pressione massima sulla testa.
L’attrito sulle pareti del palo ha debole influenza sul valore della pressione in testa, ma può
esercitare un’influenza importante sulla riduzione degli sforzi nella parte infissa del palo.
Quando l’infissione si effettua con facilità, la resistenza alla base è debole e l’onda trasmessa si
riflette sotto forma di trazione; questa si combina con l’onda di compressione che discende dalla
testa del palo e ne risultano degli sforzi effettivi di trazione che variano da un valore nullo alla punta,
fino ad un massimo verso a metà del palo.
Sono largamente impiegati per pali non molto profondi e di media portata, non lo sono per
fondazioni troppo ristrette o vicino a fabbricati esistenti, sia per l’ingombro dell’attrezzatura, sia per
i danni che i forti colpi del maglio possono provocare ai fabbricati limitrofi.
Palo Simplex
in origine consisteva nell’affondare nel terreno un
tubo munito di puntazza in cui si versava del
calcestruzzo fresco. Si estraeva in seguito il tubo-
forma costipando il betoncino con il maglio.
Al giorno d’oggi, per irrobustire il palo si crea alla
base dello stesso un ingrossamento o bulbo per
aumentare la sezione utile di appoggio sul terreno.
È una tipologia di palo scarsamente usata.
Palo Express
Simili ai pali Franki si differenziano per il tipo di battipalo. Oggigiorno sono superati dalla
concorrenza dei pali Franki
Palo Vibro
La sua caratteristica consiste nel modo di estrazione del tubo-forma. Infatti mentre l’infissione del
tubo munito di puntazza avviene normalmente con un maglio munito di uno speciale dispositivo.
L’azione con alternanza del maglio solleva il tubo e batte il calcestruzzo. L’estrazione si fa, dunque,
per piccole scosse ascendenti seguite da un movimento discendente. La caratteristica principale del
palo è come indica il nome la vibratura del calcestruzzo; la sollecitazione vibratoria impressa al tubo
ha triplice scopo:
a. Far discendere il betoncino;
b. Sollevare il tubo;
c. Costipare il betoncino.
Pali trivellati
Per questa categoria di pali, il tubo-forma scende nel terreno per mezzo di speciali trivelle a sonde.
Sostanzialmente i pali trivellati differiscono dai precedenti perché in fase di infissione avviene
asportazione di materiale. La cucchiaia cadendo dall’alto per peso proprio urta con forza il terreno e
vi penetra facilitata dal
tagliente posto
all’estremità: il
materiale, attraversata
la valvola si deposita
nel corpo della sonda
da cui viene
successivamente
estratto; il tubo-forma,
sia per peso proprio
che per un movimento
di rotazione impresso
a mano scende nel
terreno e secondo la
In terreni coerenti, il sondaggio precede normalmente il tubo, la cui infissione è relativamente facile;
se il terreno è incoerente, melmoso o frana facilmente, è necessario far precedere l’avanzamento del
tubo senza sondare per impedire che il terreno continui a franare col pericolo di apportare notevoli
danni ai pali vicini o ad altre fondazioni.
Il palo trivellato è certamente il più economico, ed inoltre può essere eseguito in tutte le condizioni
di terreno e d’ambiente anche in locali ristretti o fra costruzioni esistenti. Per contro, per uscire ben
eseguito occorre verificare che non si creino soluzioni di continuità e danni tali da compromettere la
stabilità della fondazione.
Tra gli inconvenienti più pericolosi è la formazione di un “tappo” di calcestruzzo che impedisca la
discesa del betoncino. Lo stesso inconveniente può accadere se la colonna viene sollevata più del
necessario oltre il livello di calcestruzzo. Un altro pericolo è dato dal dilavamento del calcestruzzo
che, ancora fresco, può entrare in contatto con una corrente d’acqua sotterranea in pressione.
I vantaggi che i pali trivellati in generale presentano rispetto agi altri tipi sono:
1. conoscenza, di volta in volta, di tutti gli strati di terreno attraversati e possibilità di una più
sicura valutazione della portata del palo mediante l’estrazione di campioni ed il loro esame in
laboratorio (angolo di attrito interno, peso specifico, compressibilità, coesione, ecc.);
2. assenza di energiche battiture e, se la perforazione è eseguita con trivelle a rotazione, esclusione
di qualsiasi percussione;
I pali trivellati si differenziano essenzialmente nel modo di costipamento del calcestruzzo, che può
essere a battitura meccanica diretta o ad aria compressa.
Palo Strauss
È il prototipo del palo trivellato. Il calcestruzzo veniva battuto meccanicamente a mezzo di un
maglio, e per evitare perdite di tempo, il getto veniva attraverso un tubo coassiale al tubo-forma,
mentre la massa batteva ininterrottamente.
Palo Wolfholtz
La compressione del calcestruzzo avviene con aria compressa. Ultimato l’affondamento e introdotta
se prevista l’armatura, si chiude il tubo con un coperchio avvitato munito di tre condotti di cui due
per l’aria a bassa e alta pressione e uno per la malta.
3 La bentonite è una miscela argillosa costituita in prevalenza di montmorillite (silicato idrato di alluminio) la cui proprietà fondamentale è di creare un sistema colloidale
quando viene dispersa in acqua ad opportune concentrazioni. La bentonite è capace di assorbire una notevolissima quantità di acqua rispetto al proprio peso e di
rigonfiasi per effetto di questo assorbimento. L’estrema suddivisione delle sue particelle elementari porta alla formazione di un sistema colloidale semplice che è
viscoso e tixotropico. Il termine tixotropia è stato introdotto per definire una trasformazione isoterma e reversibile prodotta da una forza deformante ed un conseguente
riposo.
PALI METALLICI
I pali metallici hanno indiscutibili vantaggi:
− Massima resistenza alla presso flessione;
− Possibilità di essere infissi a notevole profondità saldando gli elementi tra loro;
− Possibilità di resistenza a carichi anche molto elevati;
− Infissione attraverso materiale resistente fino a raggiungere la roccia.
Si impiega la circolazione diretta per fori fino a 50 ÷ 60cm di diametro. Nei fori più grandi diventa
difficile avere velocità di aspirazione tali da poter mantenere i detriti in sospensione; con la
circolazione inversa, invece, la velocità di aspirazione, all’interno delle aste, è indipendente dal
diametro del foro.
− Prima: l’armatura può essere costituita da una gabbia metallica o da barre ad aderenza migliorata;
Palo Tubfix
Le modifiche introdotte sono:
− Iniezione controllata e, se occorre, ripetute nella parte più profonda;
− Armatura costituita da un tubo d’acciaio, anziché barre
I terreni sono spesso eterogenei, perciò il calcolo teorico delle fondazioni su pali comporta
obbligatoriamente delle semplificazioni piuttosto radicali. Per determinare la capacità portante di un
palo isolato si può ricorrere ad uno dei seguenti quattro metodi:
1) formule statiche;
2) formule dinamiche basate sui risultati di infissione del palo;
3) formule che utilizzano i diagrammi penetrometrici ottenuti con il penetrometro statico o
dinamico;
4) prove di carico sui singolo palo.
Q = Qp + Qf
In modo simile a quanto accade con le fondazioni superficiali c’è attualmente un metodo “unico” e
completamente validato per determinare la capacità portante di punta. Tutti i metodi hanno avuto
una limitata valutazione sperimentale, principalmente ricorrendo a modelli di fondazioni.
dove nel primo termine, che rappresenta la resistenza di punta, A è la sezione della punta e B il
diametro del palo e nel secondo termine, che rappresenta la resistenza d’attrito, A, è la superficie
laterale unitaria, D’ la lunghezza del palo relativa alla resistenza d’attrito e .Fm la resistenza media
unitaria di attrito.
I parametri c e φ possono essere espressi sia in termini di pressioni effettive che di pressioni totali in
dipendenza della natura del problema.
Così pure γ’ può essere interpretato in diversi modi nei differenti problemi.
I concetti principali della capacità portante già visti per le fondazioni superficiali sono grosso modo
validi per la valutazione della capacità portante di punta delle fondazioni profonde.
La forma delle superfici di rottura per le fondazioni profonde è conosciuta meno bene che per le
fondazioni superficiali; d’altra parte gli studiosi hanno calcolato i diversi valori dei fattori di capacità
portante proprio in relazione alla forma della superficie di rottura ipotizzata.
Con terreni che drenano con difficoltà, come le argille ed i limi, la pressione dei pori in eccesso
causata da un carico su una fondazione profonda può o non può dissiparsi in relazione alla situazione
che si verifica e specialmente al tipo di carico.
o sotto un carico di lunga durata, come il peso proprio di una struttura, la pressione dei pori in
eccesso può dissiparsi;
o sotto un carico di breve durata, come l’azione del vento o di carichi mobili su una struttura, la
pressione dei pori si dissipa difficilmente.
Quindi poiché le condizioni senza drenaggio danno luogo a capacità portante minore per i terreni
coerenti è ragionevole far riferimento per la resistenza di punta alla capacità portante senza
drenaggio.
dove cu è la resistenza media al taglio senza drenaggio. Per i pali generalmente si accetta che Nc vari
tra 7 e 9,5.
Nel considerare la resistenza d’attrito si deve prendere in considerazione non solo il tipo di terreno,
ma anche il metodo di installazione del palo nel terreno. Il metodo di installazione può avere infatti
un effetto notevole sul grado di disturbo del terreno, sulle tensioni laterali agenti sul palo,
sull’angolo d’attrito e sull’area di contatto. In argille molto compatte ad esempio può infatti capitare
che la superficie laterale di un palo trivellato non sempre sia completamente a contatto con il terreno.
Pertanto la difficoltà nel determinare la resistenza di attrito totale di un palo consiste principalmente
nella scelta della resistenza di attrito unitaria.
Il coefficiente di spinta K per pali infissi potrebbe essere dell’ordine di 2 tenuto conto anche della
densificazione della sabbia all’atto dell’infissione; vi sono però studiosi che attribuiscono invece
altri valori a K.
Per quanto riguarda δ esso dipende dalla natura e forma della superficie del palo ed in linea di
massima può essere assunto variabile tra 0,5 e i volte l’angolo d’attrito φ.
Talvolta per pali in calcestruzzo si fa anche riferimento a φf, cioè all’angolo d’attrito interno finale.
La resistenza unitaria d’attrito nelle argille dovrebbe essere approssimativamente eguale alla
resistenza al taglio senza drenaggio del terreno.
Nella scelta del valore appropriato di questa resistenza bisogna però tener conto di vari fattori.
Abbastanza frequentemente si adopera la relazione:
con α=1 per argille molli e via via decrescente all’aumentare della consistenza fino ad un valore
minimo di 0,3.
Il contributo della resistenza di fusto viene correttamente calcolata utilizzando o una combinazione
di sforzi totali ed efficaci o i soli sforzi efficaci. Sono previsti tre metodi di calcolo di uso corrente,
due dei quali sono metodi di validità generale per la resistenza laterale di pali collocati in terreni
coesivi. Questi metodi prendono il nome di metodo α, β, λ dai coefficienti moltiplicativi utilizzati
nel termine della capacità portante laterale. Il metodo β viene usato anche per pali disposti in terreni
non coesivi (granulari).
Psi = ∑ A si ⋅ f si
In questa formula A s è l’area della superficie laterale del palo, calcolata comunemente come
prodotto del perimetro del palo per l’incremento di lunghezza affondata ∆l ; f s è la resistenza che si
sviluppa sulla superficie laterale del palo, da calcolare con uno dei metodi sopraccitati. La ∑
rappresenta la sommatoria dei contributi dovuti ai diversi strati o ai diversi tratti in cui è stato
suddiviso il palo.
f s = α ⋅ c + q ⋅ K ⋅ tan δ
(
fs = λ ⋅ q + 2 ⋅ su )
Dove q e s u sono valori tabellati e λ è un coefficiente che può
essere ottenuto attraverso dal grafico.
Questo metodo è stato proposto da Burland (1973) e si basa sulle seguenti ipotesi:
o Il rimaneggiamento del terreno adiacente al palo durante l’infissione riduce a zero, sul piano di
Mohr, l’intercetta dello sforzo efficace con l’asse τ (cioè la coesione);
o Lo sforzo efficace agente sulla superficie laterale del palo una volta dissipata la pressione in
eccesso nei pori prodotta dal volume di terreno spostato è almeno pari allo sforzo assiale
efficace ( K 0 ) prima dell’installazione del palo;
o La principale distorsione a taglio durante la messa in carico del palo è localizzata in una fascia
relativamente sottile attorno al fusto del palo e il drenaggio di questa zona si verifica
rapidamente durante la messa in carico (o già si è verificato nel tempo intercorso tra l’infissione
e la messa in carico).
f s = K ⋅ q ⋅ tan δ
(
fs = β ⋅ q + qs )
Il coefficiente di spinta laterale del terreno può essere scelto dal progettista, tuttavia si usa in genere
un valore K = K 0 in cui φ ' è l’angolo di attrito interno efficace.
Pile e cassoni
Le formule e le considerazioni svolte per i pali possono entro certi limiti essere estese alle pile ed ai
cassoni (fondazioni semiprofonde). Precisamente per quest’ultime fondazioni il termine di resistenza
d’attrito gioca un ruolo meno importante che per i pali sia per la configurazione geometrica della
fondazione sia perché le operazioni di affondamento delle pile e dei cassoni comportano una
maggiore riduzione della resistenza d’attrito rispetto ai pali; inoltre in genere la scelta di questo tipo
di fondazione è spesso legata anche al raggiungimento, con la base della fondazione, di un banco di
terreno con elevate caratteristiche di resistenza.
Si usa determinare l’infissione (o rifiuto) medio del palo misurando l’abbassamento sotto una volata
di 10 o 20 colpi di maglio.
Esistono numerose formule dinamiche stabilite sia su basi teoriche che su dati sperimentali.
Nelle formule si esprime in genere l’equivalenza tra il lavoro del maglio ed il lavoro delle forze
resistenti che si oppongono all’affondamento del palo.
Generalmente esse derivano dalle teorie dell’urto di due corpi e quindi considerano che il lavoro
totale del maglio, diminuito del lavoro perduto nel colpo per deformazioni elastiche e per altre cause,
sia eguale al prodotto della resistenza che si oppone al movimento per l’abbassamento (o rifiuto) del
palo sotto il colpo di maglio e si assimila questa resistenza alla capacità portante del palo.
Le perdite d’energia oltre a quelle già indicate, sono dovute a vibrazioni del suolo, del palo,
dell’attrezzatura e alle deformazioni permanenti del palo, del maglio ecc.
Vi è poi una difficoltà teorica nell’utilizzare le formule dinamiche per il calcolo della capacità
portante, poiché è evidente che il comportamento statico di un palo sotto i carichi permanenti o
anche sotto sovraccarichi rapidamente variabili è diverso da quello sotto un urto.
In un terreno coerente poco permeabile il materiale può essere lubrificato nella zona a contatto con il
palo per la presenza dell’acqua e quindi all’atto dell’infissione ha una resistenza praticamente nulla,
mentre successivamente può svilupparsi una resistenza d’attrito apprezzabile. Il contrario può
capitare per la resistenza di punta.
Sappiamo d’altra parte dalle prove di laboratorio su terreni coerenti la velocità di applicazione del
carico e quindi di deformazione influisce notevolmente sulla resistenza.
Ne segue quindi che nei terreni coerenti poco permeabili la applicazione delle formule dinamiche
può portare a dei risultati completamente errati.
Malgrado queste difficoltà, si usano però lo stesso le formule dinamiche, sia per la loro relativa
semplicità sia perché, collegandole con altri dati e prove e sulla base dell’esperienza locale, possono
servire come riferimento per controllare la regolarità di infissione di una palificata, sia infine perché
talvolta a mezzo di esse si possono stabilire delle specificazioni contrattuali nell’esecuzione del
lavoro.
M H = Q e + Lp,
nella quale M è il peso del maglio, H l’altezza, di caduta, Q la capacità portante dinamica del palo, e
il rifiuto o abbassamento permanente sotto il colpo del maglio e Lp il lavoro perduto di vario tipo.
essendo:
Q = peso del maglio
H = altezza di caduta
q= peso del palo
e = rifiuto
P = resistenza del palo.
con:
e = 0,0254 per maglio a caduta libera,
e = 0,00245 per maglio a vapore,
con coefficiente di sicurezza 6.
Sono anche stati messi a punto dei metodi di analisi della battitura dei pali a mezzo del principio
dell’onda d’urto, metodi che permettono, qualora vi sia la possibilità di determinare abbastanza
correttamente le costanti da inserire nelle equazioni, di calcolare la capacità portante e le
sollecitazioni sul palo durante la battitura.
nella quale D è l’altezza di terreno interessato, A l’area della superficie circoscritta a tutti i pali, p il
perimetro della superficie circostante ai pali, γ il peso di volume del terreno intorno ai pali, Fm la
resistenza al taglio del terreno lungo la superficie circoscritta che è data da cu, per i terreni coerenti e
da p’ K0 tg ϕ per i terreni incoerenti.
La rottura avviene come si può vedere in figura, sia quando il palo ruota rigidamente nel terreno sia
quando viene superata la resistenza flessionale del palo e si formano una o più cerniere plastiche
lungo il palo.
La resistenza laterale del terreno dipende dalla resistenza al taglio del materiale intorno al palo
mentre ovviamente nella rottura del palo entrano anche in campo le caratteristiche di resistenza alla
rottura della sezione del palo.
Si deve però osservare che si tratta di prove costose e lunghe se fatte correttamente.
a) le prove di progetto che, per un palo di tipo e caratteristiche date, hanno lo scopo di determinare la
capacità portante. Esse sono in generale spinte fino a rottura e per questa ragione devono essere
condotte su pali di prova, costruiti appositamente e generalmente non incorporati nella struttura
definitiva;
Si può egualmente opporre alla reazione del martinetto la trazione esercitata a mezzo di una o più
travi, generalmente in ferro, su un certo numero di pali vicini. Questo metodo però dev’essere usato
con precauzione e comunque i pali, per prove con pali di diametro usuale, dovrebbero essere distanti
da quello di prova almeno 1,5 m.
L’attrezzatura di misura deve permettere la registrazione della pressione del martinetto, da cui si ha
il carico sul palo, e degli spostamenti della testa del palo in relazione a dei riferimenti situati
abbastanza lontano per non subirne l’influenza.
Quanto finora detto sulle prove di carico si riferisce a pali di diametro e portata più frequenti, e non
sembra_completamente accettabile per i pali a grande diametro, per i quali le provdFcarico, data
l’onerosità, sono seguite più raramente e l’interpretazione è un po’ diversa anche in relazione
all’utilizzazione del palo.