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Il sussidio etico
Maurizio
Di Biagio dimmitutto@teramani.info 13
nov 2010

Cinquantadue euro
ai comuni di dare fondi a pioggia
POLITICA
“anche perché ci si è accorti che
non risolvevano il problema, in
quanto molte persone spreca-
vano il contributo malamente”
ha aggiunto l’assessore. Certo, i

Cosa devono fare allora i re di cartone!?


magnifici fondi comunali non sa-
rebbero nemmeno vincolati ad un

L
tipo di spesa, non è che “ti faccio
l’elemosina e mi arrogo il diritto
o stato, per Hegel è il momento culmine dell’eticità, l’incarnazione di non darteli più perché, che ne so, a casa tua poi te li bevi. Non è che ti
stessa della morale collettiva. A Teramo anche suggerire cosa fare chiedo preventivamente che ci fai”. Però per l’amministrazione comuna-
o non fare con il sussidio alle persone indigenti rientra nel novero. le di Teramo sapere che cinquantadue euro vengano sperperati in questa
Beh, parlare di un sussidio pare un eufemismo: cinquantadue euro maniera toglie i sonno a molti. Non vogliamo certo fare il conto delle spe-
al mese per chi ha meno di settant’ anni o settantadue euro per chi li ha se superflue di Piazza Orsini, sarebbe un esercizio sterile e per certi versi
superati pone in grave imbarazzo il cosiddetto stato etico: un obolo, un neanche pertinente alla causa. Ma su quei pochi euro qualcuno davvero
caffè e un quotidiano al giorno, senza più un’ambizione, senza più una di- ci contava. Non per campare, beninteso, ma almeno per ricevere una
gnità. Questo è accaduto tra il Tordino e il Vezzola. Che un assessore alle gratificazione estemporanea, un suo bonus di fine anno, che nella morsa
attività sociali, su suggerimento di chi non sappiamo, si riprenda anche della povertà ha lo stesso valore di un piccolo risarcimento danni per
quella manciata di spicci solo perché gli indigenti non sapevano proprio quella vita che con te è stata maligna. Toglierla è da caimani. A volte si
spenderli quei 52 euro, se li bevevano al primo bar che incontravano, acquistano galloni seppur di povertà che qualcuno ci vuole togliere solo
oppure se li fumavano, forse dopo tre giorni filati di parsimonia, magari in funzione di un arrovellato stato etico che depura i rami morti, come
addirittura cedevano un euro ad un vu cumprà. “I comuni non devono solo un invasato businessman nel suo accanito sforbiciare può fare. A
fare beneficienza” dichiara l’assessore, e gli ultimi da ultimi che erano volte una corona di cartone è sufficiente a non farci sentire più gli ultimi.
iniziano a perdere anche quello scarno riconoscimento che ottenevano Conclude un re di cartone: “Ho 64 anni, non lavoro e non ho maturato
dallo stato etico, che se forse, anzi quasi sicuramente, era umiliante, la pensione. Qualche giorno fa mi hanno offerto un lavoro e ho fatto un
vederselo ritirare così diventa doppiamente mortificante, con quel po‘ di volantinaggio per le strade di Teramo: dopo poco mi ha fermato un
“despota” che dispone delle tasche altrui votate ad essere perenne- vigile per dirmi che in questa città è vietato distribuire volantini. Per farla
mente vuote. Pioggia alla pioggia. La giustificazione “etica” del Comune breve, non mi danno più il sussidio e non mi permettono nemmeno di
di Teramo si è basata peraltro su una legge regionale che impedirebbe guadagnare la giornata. Ma cosa devo fare allora? “. n

Satira di del tempo che vide il realizzarsi dell’unità nazionale.


Mimmo

Il fantasma
Eretto in prossimità del Parco Ivan Graziani, prospiciente Porta Madon-
Attanasii na, già Porta Reale. Prima di scendere giù verso la più antica scuola
elementare della città, Noè Lucidi, dove, il primo giorno di scuola della
propria vita, tanti scolaretti di appena sei anni, hanno vissuto il loro

della libertà
primo piccolo incubo, entrando in aule approssimate nei sotterranei,
umide di muffe. Se la Gelmini permetterà ancora l’insegnamento del
Risorgimento nelle primarie, qualcuno dovrà spiegare agli alunni attoniti
perché mai un monumento, dedicato a un convintissimo, volendo usare
un innocuo eufemismo, anticlericale, sia stato posizionato addirittura

N
vicino a un santuario.
ell’Italia a cavallo tra Otto e Novecen- Lucidi studiosi politici parlano di nuove forme di sudditanza, oppressio-
to, la diffusione politica dei simboli del ne e soggezione. Ai legacci si sarebbero sostituite robuste catene psi-
Risorgimento doveva essere trasmes- cologiche. Il controllo del potere da parte delle classi superiori su quelle
sa anche attraverso i luoghi della memoria: inferiori passa attraverso la gestione attenta delle risorse e, soprattutto,
commemorazioni, monumenti, nomi di patrioti dell’informazione e del sapere.
ed eventi immortalati nelle targhe delle vie e piazze cittadine. Anche la Con questa logica, consueta nelle moderne democrazie occidentali, in-
produzione letteraria contribuì al bisogno di supplire alle molte divisioni tere moltitudini stanno regredendo a uno stadio di barbarie culturale di
e insicurezze del Paese con racconti e romanzi colmi di patriottismo di ritorno, favorendo la sorveglianza su tutti i nostri movimenti e l’influenza
facile comprensione e di forte sensibilizzazione, come alcune pagine sulle nostre decisioni.
risorgimentali di Cuore, di Edmondo De Amicis. Il fantasma della libertà individuale può dare origine a malaugurate ipotesi;
Con la tempestività che da sempre contraddistingue le temerarietà in- quanto la riduzione allo stato di servi di tanti inconsapevoli cittadini plau-
tellettive dell’intellighenzia teramana, ecco giungere a noi l’alto simbolo denti alla caduta di un drappo, che scopre un’ennesima faccia di bronzo. n

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