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21 marzo, messa
22 marzo, Taxil
23 marzo, Guillot per testamento Bonnefoy
24 marzo, da Drumont?
In questa fase, il lettore (perché ignaro dei fatti), al pari di Simo-
nini (perché smemorato), non può capire di cosa si tratti, fatta ec-
cezione per il terzo punto, perché dell'incontro con Guillot si era
parlato a pagina 23. Nel corso del romanzo, poi, si capirà cosa
vogliano dire il primo e il quarto punto. Ma è il secondo che pone
dei problemi, perché il Simonini ancora sano di mente non pote-
va fissare un appuntamento con Taxil per il 22 marzo, dato che,
come si dice chiaramente nel cap. 24 (p. 450), egli, nei panni di
Dalla Piccola, il 19 o 20 marzo aveva detto a Taxil di non farsi
più vedere fino al 19 aprile. Non solo, ma in quanto Simonini e-
gli in quel periodo non aveva alcun rapporto con Taxil e quest'ul-
timo non sapeva nemmeno chi fosse, perché ha sempre avuto a
che fare con Dalla Piccola (cfr. p. 472). Dunque, se non mi è
sfuggito qualcosa che potrebbe fare chiarezza lasciando le cose
come stanno, il secondo punto della lista degli appuntamenti di
Simonini è incongruente e, se si tratta di un errore di Eco, credo
di poter fare un'ipotesi per spiegarne la genesi. In effetti, nel ro-
manzo il nesso tra la messa e l'incontro con Taxil subito dopo c'è,
ma non riguarda l'accadere di quest'ultimo il giorno dopo la mes-
sa. La messa avviene effettivamente la sera del 21 marzo, ma
Simonini, nelle vesti di Dalla Piccola, che il giorno dopo la mes-
sa aveva perso la memoria, la ricorda all'alba del 18 aprile (cfr.
p. 465). Ed è la mattina del 18 aprile che Simonini, ormai guarito
e sicuro di essere lui stesso Dalla Piccola, veste di nuovo i panni
dell'abate e va a trovare Taxil per giustificare con delle menzo-
gne l'assenza di circa un mese e per mettersi d'accordo con lui per
la sceneggiata del giorno dopo (cfr. p. 471, dove tra l'altro si ri-
badisce che Taxil aveva cercato invano per quasi un mese Dalla
Piccola nella casa di Auteuil, dove soleva recarsi comunque per
amoreggiare con Diana). Dunque, il nesso messa-Taxil avviene
nel romanzo nello spazio di poche pagine tra la fine del capitolo
23 e l'inizio del capitolo 24, ma tra la messa e l'incontro con Ta-
xil passa quasi un mese, dal 21 marzo al 18 aprile, e Simonini
non può aver fissato un appuntamento con Taxil per il 22 marzo,
visto che, come detto, lo aveva congedato il 19 o il 20 marzo
dandogli appuntamento per il 19 aprile.
2) Lo stesso capitolo 24, quello della messa nera, contiene
delle stranezze. Di primo acchito, la sua estensione temporale
sembra chiarissima: in apertura si legge “17 aprile 1897” e Dalla
Piccola, come visto, lo termina all'alba del 18, come dice alla fine
del capitolo. Questo intervallo è confermato da Eco nella tabella
della cronologia messa in appendice, dove, in corrispondenza del
capitolo 24, si dice: “Diario 17 aprile 1897 (che si conclude
all'alba del 18 aprile)” (p. 519). Sembrerebbe che non ci sia alcun
problema, eppure nel corso del capitolo ci sono due indicazioni
temporali che mi lasciano perplesso. A pagina 450 Dalla Piccola
dice: “Oggi è il 16 aprile”, e subito dopo, in testa alla pagina suc-
cessiva, compare l'indicazione intermedia “17 aprile, all'alba”.
Com'è possibile? Come fa uno ad iniziare una pagina di diario
scrivendo “17 aprile”, a dire qualche pagina dopo “Oggi è il 16
aprile”, a iniziare la pagina successiva con un “17 aprile, all'alba”
e a concludere tredici pagine dopo dicendo che è l'alba del 18 a-
prile? Nel secondo capitolo, Simonini si era sbagliato pensando,
il 23 marzo, che fosse il 22, ma lì la spiegazione c'era, perché il
22 aveva perso la memoria come Dalla Piccola e il 23 l'aveva
persa come Simonini, ecc. Ma ora? Non riesco a trovare una
spiegazione coerente lasciando il testo com'è, ma mi viene diffi-
cile anche individuare l'eventuale errore, perché potrebbe esser-
cene più di uno.
M.T., 9-10/11/2010