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di Domenico Sigalini
(Dimensioni Nuove - Maggio 2011)
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a
voi! ”. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: “Perché siete turbati,
e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!
Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”. Dicendo questo,
mostrò loro le mani e i piedi.
(Lc 24,36-40)
Gesù ritorna dai suoi, come ci si ritrova normalmente tra amici. Avevano vissuto
assieme per circa tre anni. Si erano lasciati lentamente convincere e scaldare il cuore.
In Gesù avevano ritrovato speranza. Ce ne avevano messa di partecipazione per
riuscire a entrare nel nuovo ordine di idee, nella nuova esperienza di Dio che Gesù
aveva loro mandato.
La costruzione della loro nuova mentalità non aveva retto. Erano crollate a una a una
le risorse umane: fascino di Gesù, amicizia, entusiasmo per una nuova visione della
realtà, sogni di mondo nuovo, progetti di attività comuni, contrapposizione al mondo
della Torah, ribellione al modello ingessato del tempio.
Lui l’avevano lasciato al suo destino. Avevano sperimentato ciascuno in cuor suo la
delusione, forse hanno pensato che fosse stato un inganno e forse ancora questo
sentirsi “sconvolti e paurosi” era ancora una sorta di rabbia quasi fosse stato Gesù ad
averli traditi e ingannati e non loro ad averlo lasciato solo. Lui non aveva mantenuto le
promesse e loro se ne erano tornati a pescare. Le donne avevano speso un capitale per
imbalsamarlo, tanto credevano a quanto aveva loro promesso e i discepoli si stavano a
lacerare le ferite.
Gesù non rinfaccia il tradimento ma continua a farli crescere, li lancia nella missione:
“Voi sarete testimoni di tutto questo”. C’è un modo di educare che è quello icastico di
calcare la mano sugli errori, di togliersi tutti i sassolini dalle scarpe, quello del consiglio
di classe che spesso chiama solo alla resa dei conti.
Oppure c’è quello di Gesù che torna ad avere fiducia, che ti richiama ancora dalla sua
parte e che dice: ho tanta fiducia in te che ti affido la mia missione.
Domenico Sigalini