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PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE
1. PREMESSA 2
2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO 3
3. NORME DI RIFERIMENTO 4
4. VERIFICA CON D.M. 14.01.2008 6
5. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI 8
5.1. EDIFICIO ESISTENTE 8
5.2. EDIFICIO NUOVO (Corpo N) 10
6. CARATTERISTICHE DEI TERRENI DI FONDAZIONE 11
7. CONDIZIONI DI CARICO 13
7.1. CARICHI PERMANENTI E VARIABILI 13
7.2. AZIONE SISMICA 14
8. COMBINAZIONI DI CARICO 16
9. ANALISI STATO DI FATTO 17
9.1. VERIFICHE LINEARI 20
9.1.1. Verifica strutture in elevazione 21
9.1.2. Verifica solai 25
9.1.3. Verifica sopraelevazione acciaio 30
10. ADEGUAMENTO STATICO E SISMICO 36
10.1. INTERVENTI IN FONDAZIONE 37
10.2. INTERVENTI SUI SETTI MURARI 42
10.3. INTERVENTI SUI SOLAI 44
11. ANALISI STATO DI PROGETTO 48
11.1. VERIFICHE LINEARI (Corpo N) 52
11.2. VERIFICHE NON LINEARI (Corpi A e B) 54
11.2.1. Pushover Corpo A 55
11.2.2. Pushover Corpo B 60
11.3. PENSILINA D’INGRESSO IN ACCIAIO 65
11.4. LABORATORIO ESTERNO 71
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1. PREMESSA
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L’edificio oggetto di verifica è stato completato agli inizi degli anni ’60, la struttura
portante è costituita da setti in muratura di tufo “giallo” di spessore variabile da 65 a 90
cm realizzati con blocchi di dimensioni 25x50. I solai sono del tipo latero-cementizio e
presentano un’altezza variabile da 30 a 45 cm. La configurazione risulta irregolare in
pianta e simmetrica rispetto all’asse verticale, con dimensioni massime di circa 140 x 60
m. L’edificio non risulta regolare in altezza in quanto il corpo centrale è costituito da sei
livelli, mentre le parti laterali da tre.
Da un’analisi storica, condotta al fine di ottenere il maggior numero possibile di
informazioni e notizie sul progetto, risulta che l’edificio ha subito negli anni alcune
trasformazioni che hanno modificato la struttura rispetto alla configurazione originaria.
Infatti i due corpi laterali e posteriori sono stati costruiti in una fase successiva. Tale
situazione si riflette sulle strutture di fondazione, realizzate con un graticcio di travi in
pietrame, che presentano due diverse dimensioni: le fondazioni del corpo originario
hanno dimensioni 2.00 x 2.30 m, quelle del corpo d’ampliamento 1.30x1.90.
In corrispondenza dei suddetti corpi laterali negli anni ’80 sono state eseguite
due sopraelevazioni, entrambe ad un solo livello, con struttura portante in acciaio
costituite da travi e colonne HEB300 e copertura in lamiera grecata. I dettagli di tali
elementi in acciaio sono descritti nella “Relazione indagini eseguite”, le relative verifiche
risultano soddisfatte e sono riportate nel “Tabulato di calcolo-Stato di fatto”.
È previsto inoltre il riutilizzo di un locale ad un solo livello (ex falegnameria) da
adibire a nuovo laboratorio esterno . Le verifiche condotte su tale edificio risultano
soddisfatte e sono riportate nel “Tabulato di calcolo-Stato di Progetto”.
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3. NORME DI RIFERIMENTO
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indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i
criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. Istruzioni per
l’applicazione”
• D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il
collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso, e per le
strutture metalliche”
• Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 15 ottobre 1996 n.252 AA.GG/STC
“Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il
collaudo delle opere in cemento normale e precompresso e per le strutture
metalliche” di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996”
• Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 9 Gennaio 1996 “ “Norme tecniche
relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e
sovraccarichi”
• Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 4 luglio 1996 n.156 AA.GG/STC.
“Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche relative ai criteri generali per la
verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi” di cui al decreto
ministeriale 16 gennaio 1996 (Supp. Ord. Alla G.U. n.217 del 16.09.1996 n.151)”
• Ord. P.C.M. n°3274 del 20/03/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali
per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica” e s.m.i.
• Ord. P.C.M. n°3431 del 03/05/2005 “Ulteriori modifiche ed integrazioni
all’Ordinanza del Presidente del Consiglio n°3274 del 20/03/2003”
• DPCM del 21/10/2003 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
protezione civile “Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza
del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante "Primi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio
nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica"
• Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 14 Settembre 2005 “Norme tecniche
per le costruzioni” e s.m.i.
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- D.M. 14.01.2008
Con l’entrata in vigore della nuova norma tecnica, l’azione sismica è valutata in
relazione ad un periodo di riferimento VR, funzione della vita nominale della costruzione
(VN), della classe d’uso e del coefficiente d’uso CU:
VR = VN CU = 50 1.5 = 75 anni
dove
VN = 50 anni (per la costruzione in esame)
CU = 1.5 (per edifici di Classe III, costruzioni con affollamenti significativi)
In funzione del periodo di riferimento VR, per ciascun stato limite si fissa il periodo di
ritorno e la probabilità di eccedenza dell’azione sismica.
Si riporta nel seguito i parametri sismici previsti per la struttura in oggetto:
Tr = periodo di ritorno
ag = accelerazione massima al sito
F0 = valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro delle acceleraz. orizz.
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- D.M. 14.09.2005
- CONCLUSIONI
Dal confronto delle due norme risulta che l’azione sismica attesa al suolo secondo il D.M.
14.01.2008 (0.16g) è inferiore a quella prevista dal D.M. 14.09.2005 (0.18g comprensiva
del coefficiente d’importanza 1.2). Pertanto dal confronto delle azioni di base, risulta che
le verifiche condotte con il D.M. 14.09.2005, e di seguito riportate, sono a favore di
sicurezza e soddisfano anche le prescrizioni riportate nel D.M. 14.01.2008.
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Ai fini della caratterizzazione meccanica dei materiali sono state eseguite prove
penetrometriche sulle malte, prove con doppi martinetti piatti, finalizzati all’individuazione
dello stato tensionale esistente e delle caratteristiche di deformabilità, prove distruttive
(carotaggi sui setti murari e sugli elementi in c.a., prelievo di barre di armatura), prove
non distruttive (sclerometriche e ultrasoniche su elementi in c.a., e di durezza “Brinell
sulle barre di acciaio).
Dalle prove a compressione su carote di calcestruzzo, prelevati in corrispondenza
di pilastri da demolire, è risultata una resistenza media a rottura piuttosto bassa e pari a
pari a RPOT = 16.7 MPa. Tali valori sono molto simili a quelli calcolati con il metodo
Sonreb.
Dalle prove di trazione a rottura eseguite sugli “spezzoni” di barre di armatura
prelevate, risulta una tensione media di snervamento pari a fy = 333.9 MPa. Tali valori
sono assimilabili alle caratteristiche proprie dell’acciaio FeB 32K a barre liscie.
Le prove sugli elementi in muratura sono state invece già eseguite nel corso della
redazione del progetto Definitivo, e la loro descrizione è riportata nella relativa relazione
strutturale a cui si rimanda per gli approfondimenti. In particolare, le prove a
compressione sulle carote sono state eseguite dal Laboratorio di Strutture dell’Università
della Basilicata, mentre le prove con i martinetti piatti sono state eseguite dalla società
C.N.D.. I risultati delle prove eseguite dalla società “C.N.D.” sono nuovamente riportati
per maggiore comprensione negli allegati A della “Relazione Indagini Eseguite”.
Dalle prove effettuate risulta una resistenza media a rottura dei blocchi in tufo pari a fbm
= 2.9 N/mm², da cui si ottiene una resistenza caratteristica a compressione pari a fbk =
0.75 fbm = 2.17 N/mm². Dalla tabella 11.9.VII riportata nelle “Norme Tecniche per le
costruzioni “ (D.M. 14/09/12005), considerando una malta tipo M10 come risulta dalle
prove penetrometriche, e interpolando linearmente, si ottiene una resistenza
caratteristica a compressione del pannello murario pari a fk = 1.2 N/mm². Inoltre poiché i
setti murari della struttura in oggetto sono costituiti da un unico paramento si considera
un incremento del 50% della resistenza a rottura secondo quanto previsto dall’O.P.C.M.
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Tale valore di resistenza a rottura è congruente con quello ottenuto dalle prove con
martinetti piatti doppi eseguiti dal Laboratorio di Strutture dell’Università della Basilicata.
Dal valore della resistenza a rottura si ottiene il valore della resistenza di calcolo:
Setti in Muratura
Resistenza caratteristica a compressione fkm = 1.8 N/mm2
Resistenza di calcolo fdm = 0.6 N/mm2
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Calcestruzzo armato
Resistenza media Rck = 16 N/mm2
Resistenza di calcolo fcd = 8.3 N/mm2
Acciaio
FeB 32K fyk > 315 N/mm2
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7. CONDIZIONI DI CARICO
- EDIFICIO ESISTENTE
Solai correnti Copertura
2
G = 5.00 kN/m G = 4.00 kN/m2
Q = 3.00 kN/m2 Qc = 2.00 kN/m2
Sbalzi Scale
2
G = 4.00 kN/m G = 4.50 kN/m2
Q = 4.00 kN/m2 Qsc= 4.00 kN/m2
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Le azioni sismiche considerate ai fini delle verifiche sono descritte dagli spettri di
risposta elastici rappresentativi di eventi sismici caratterizzati da un periodo di ritorno pari
a 475 anni così come descritti nelle norme tecniche allegate all’Ordinanza 3431/05.
Lo spettro di risposta elastico della componente orizzontale è descritto dalle
seguenti espressioni:
ag
Zona Sismica III
0,15g
S
Categoria di Suolo C
1,25
Fattore di Importanza 1,2
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che interessano la struttura. Ai fini delle analisi il coefficiente ψ 2i è stato assunto pari a
0,6 ed il coefficiente f pari a 1 per la copertura, e 0,5 per gli altri livelli.
La verifica dello Stato Limite Ultimo è condotta mediante l’uso dello spettro di
progetto ottenuto da quello elastico scalandolo del coefficiente di struttura q. Tale
coefficiente è pari a qesis. = 3 per la verifica della struttura in muratura esistente, e pari a
qnuovo = 4.10 per la nuova struttura in c.a. da realizzare (corpo N).
Per quanto attiene invece la verifica dello Stato Limite di Danno si fa riferimento ad
eventi frequenti il cui spettro è ottenuto scalando lo spetto elastico del fattore 2,5.
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8. COMBINAZIONI DI CARICO
Per il calcolo degli effetti indotti dai carichi statici e sismici si sono considerate le
seguenti espressioni:
Carichi verticali: Fd = γ G ⋅ G + γ Q (ψ ⋅ Q )
Il numero delle combinazioni e i coefficienti adottati per ciascuna di esse sono riportati
nella tabella che segue:
1 2 3 4 5 6 7 6 7
G 1.4 1 1 1 1 1 1 1 1
Qc e Qsc 1.5 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2
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Allo scopo di valutare gli effetti indotti dai carichi agenti si è considerato un
modello tridimensionale rappresentativo del comportamento strutturale dell’edificio
oggetto di verifica. La struttura è stata discretizzata in elementi finiti tipo “frame”, per la
valutazione delle sollecitazioni sulle travi di fondazione, e in elementi “shell” per la
valutazione del comportamento dei setti murari. Per i solai si è considerato un vincolo
tipo “diaframma” per tener conto del comportamento infinitamente rigido dell’impalcato
nel proprio piano. Per la modellazione del terreno di fondazione si sono assunte le ipotesi
alla base della teoria di Winkler, schematizzando il suolo con un letto di molle di rigidezza
rappresentativa dei terreni in sito. È stata eseguita un’analisi elastica lineare dell’intero
edificio finalizzata alla valutazione dello stato tensionale in ciascun elemento strutturale,
facendo riferimento alla struttura nella sua globalità, e schematizzandola con un modello
rappresentativo del suo reale comportamento.
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Per il calcolo degli effetti indotti dalle azioni sismiche è stata eseguita un’analisi
dinamica lineare con spettro di risposta assegnato (secondo quanto previsto dall’O.P.C.M.
n° 3274/2003 e s.m.i.), sono stati valutati i periodi di vibrazione e calcolati i contributi
alla risposta delle singole forme modali eseguendo una somma in quadratura degli effetti
(SRSS).
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L’edificio è stato verificato sia per le situazioni di carico ordinario, ovvero in assenza
di sisma, secondo le indicazioni del D.M. LL.PP. del 20/11/1987, che in presenza
dell’azione sismica combinata con le azioni ordinarie così come richiesto dall’O.P.C.M.
3431/2005.
In particolare, rispetto alle situazioni di carico ordinario, in accordo al D.M. LL.PP.
del 20/11/1987, sono state condotte verifiche allo SLU (Stato Limite Ultimo) nelle diverse
combinazioni di carico. Le verifiche sismiche sono, invece, state condotte in accordo alle
norme tecniche allegate all’Ordinanza 3431/05 rispetto ai seguenti due stati limite:
In particolare, i paramenti murari sono stati verificati sia rispetto alle azioni
sismiche fuori dal proprio piano, che rispetto a quelle contenute nel piano, che inducono
sollecitazioni flettenti e taglianti.
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Dalle analisi condotte, e descritte nei tabulati di calcolo relativi allo stato di fatto, si
evince che la struttura non risulta verificata né per i carichi gravitazionali né per quelli
sismici. Dalle verifiche risulta quindi una elevata vulnerabilità della struttura che comporta
il superamento dei limite di resistenza di molti setti murari, che pertanto non risultano
idonei a sostenere le sollecitazioni di progetto. L’elevata vulnerabilità sismica è legata da
un lato, all’eccessiva distanza tra alcuni maschi murari, che comporta una limitata
rigidezza in direzione trasversale, dall’altro all’elevata presenza di fori all’interno del
singolo paramento murario che comporta una riduzione della effettiva sezione resistente
del maschio stesso. Infatti per azioni complanari alla parete il rapporto tra il momento
flettente e lo sforzo normale agente è tale che il centro di pressione è fuori dalla sezione
resistente compresa tra due fori successivi. Pertanto la verifica dei singoli pannelli non
risulta soddisfatta neanche per azioni agenti nella direzione di massima rigidezza della
parete. Nella figure seguenti si riportano l’indicazione delle massime tensioni al piede dei
setti indotte dai carichi gravitazionali e le snellezze dei paramenti, sono evidenziati inoltre
con il colore verde i setti murari la cui verifica non risulta soddisfatta, e con il colore rosa i
pannelli risultati idonei.
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Come descritto in precedenza la verifica della struttura per i carichi gravitazionali e sismici
non risultano soddisfatte. I coefficienti di sicurezza della maggior parte dei setti per azioni
orizzontali sono pari a circa 0.6.
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Come si evidenzia chiaramente dalla figura seguente il collasso della maggior parte dei
pannelli murari è dovuto ad azioni flettenti nel piano della parete.
Le verifiche fuori dal piano del singolo pannello risultano invece soddisfatte.
Figura 12 : Verifiche fuori dal piano dei pannelli murari - Stato di fatto
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Dai risultati delle indagini condotte, si evince che i solai presentano una varietà
sia in termini di tipologia costruttiva che di quantitativo di armatura. In molti campi di
solai le barre risultano ossidate, prive di aderenza al calcestruzzo, ed il loro numero e
diametro sono del tutto insufficienti rispetto ai carichi previsti per la struttura in oggetto.
Si osserva che le indagini sono state condotte all’intradosso dei solai del piano primo,
secondo, terzo e quarto (in corrispondenza delle sopraelevazioni in acciaio). Pertanto
considerando la simmetria della struttura rispetto all’asse verticale, e supponendo un
uguaglianza dei solai ai diversi livelli, è possibile avere un quadro abbastanza attendibile
delle caratteristiche complessive dei solai. Pertanto in considerazione della vita utile da
garantire a tale edificio, della nuova destinazione d’uso della struttura, dello stato di
conservazione delle barre di armatura, si prevede il rinforzo di un numero consistente di
solai, e in pochi casi la demolizione e successiva ricostruzione di alcuni campi si solai, Si
osserva, tuttavia, che alcuni solai si presentano in discrete condizioni sia per il
calcestruzzo che per le armature, e pertanto non saranno oggetto di alcun intervento.
Si riporta, nel seguito, la verifica di tutti i solai oggetto di indagine, anche di quelli che,
indipendentemente dal risultato della verifica, verranno demoliti per motivi architettonici.
Sono state inoltre verificate le rampe delle scale, le relative travi in cui queste sono
ancorate, e gli sbalzi.
Si precisa che la verifica è stata condotta con il metodo semplificato “tabellare”,
adottando la formula AS = Md/ζhfsd.
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Negli anni ’80, in corrispondenza delle zone laterali sono state realizzate due
sopraelevazioni con elementi in carpenteria metallica con colonne e travi costituiti da
profili HEB 300. L’orditura secondaria è costituita da arcarecci costituiti da profili IPE 220
collegati alle travi principali mediante squadrette d’anima bullonate (nodo cerniera).
Come si evince dal rilievo fotografico riportato nella “relazione indagini eseguite”, tutte le
travi principali trasversali e quelle di bordo longitudinali sono collegate alle colonne
mediante piastre saldate al di sopra di queste (nodo incastro). Le travi principali interne
longitudinali sono invece collegate alle travi trasversali mediante squadrette saldate agli
irrigidenti trasversali delle suddette travi. Le travi interne longitudinali sono poi collegate
a tali squadrette attraverso 6 bulloni suddivisi in due file (nodo cerniera).
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Si riportano nel seguito i diagrammi dei momenti flettenti per la combinazione statica e
sismica.
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B N B
Si osserva infine che è prevista la realizzazione di una struttura in c.a. , separata dai corpi
precedentemente descritti, da adibire a locale server. Tale struttura è parzialmente
interrata ed è ad un solo livello, è costituita da una struttura intelaiata in c.a. con pilastri
di dimensioni 30x50 e travi di dimensione 60x22. I calcoli e le verifiche di tale corpo
sono riportate alla fine dell’allegato al tabulato di calcolo del corpo N.
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Dalle indagini effettuate si osserva che l’area non presenta segni di dissesti
superficiali e si presenta nel complesso, per quanto rilevabile, stabile, che le fondazioni
appaiono generalmente in buone condizioni e non si riscontrano segni di cedimenti.
Tuttavia, la demolizione di alcuni maschi murari e la sostituzione con pilastri in c.a.
comporta un trasferimento di carichi concentrati, e non più distribuiti, sul piano fondale.
Pertanto è necessario prevedere, in corrispondenza dei setti da demolire o rinforzare,
opportuni interventi di consolidamento delle fondazioni del corpo A, che sono
generalmente di due tipi e sono dettagliatamente descritti nel seguito.
Si osserva che in questa fase progettuale, avendo a disposizione le caratteristiche fisiche
e meccaniche dei terreni derivanti dalle indagini geognostiche, è stata possibile eseguire
una analisi più precisa dei carichi agenti in fondazioni, che ha consentito di realizzare
fondazioni di tipo diretto in luogo di quelle profonde previste nel progetto Definitivo.
Infine per quanto riguarda le fondazioni del corpo N, di nuova costruzione, anche queste
saranno di tipo diretto e di dimensioni 1.60x1.80.
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L’intervento previsto per il rinforzo dei setti murari consiste nell’inserimento di alcune
paretine in c.a. in adiacenza ai setti murari. In particolare, per il consolidamento per
carichi verticali è previsto l’inserimento di alcune paretine dello spessore di 5 e 7.5 cm in
corrispondenza di alcuni setti dei primi due livelli, mentre per il consolidamento per
carichi sismici sono previste per tutti i livelli del corpo centrale alcune paretine in c.a.
dello spessore di 7.5 cm. Tutte le paretine saranno armate con una doppia rete
φ12/20x20 opportunamente collegata ai maschi esistenti con barre di armatura φ12
inghisate disposte ad un interasse di 40 cm. L’applicazione del calcestruzzo delle paretine
è previsto mediante la tecnica dello “spritz beton”.
Così come previsto dal O.P.C.M. n° 3431/2005, la sezione muraria così rinforzata
presenta una resistenza pari al doppio di quella non rinforzata. Pertanto ai fini della
verifica si considera per la sezione rinforzata una tensione massima di progetto pari a fd
= 1.2 MPa.
In corrispondenza delle paretine in c.a., come precedentemente descritto, è previsto un
rinforzo delle fondazioni esistenti. I dettagli dei consolidamenti dei setti in elevazione
sono riportati nella corrispondente tavola dei rinforzi dei setti murari.
Si osserva che in corrispondenza dei solai da demolire e ricostruire, l’inserimento
delle pareti in c.a. comporta un notevole beneficio dei setti in muratura in quanto è
possibile assegnare alla sezione composta maschio murario+paretine in c.a. l’intero
valore dei carichi permanenti e accidentali. Invece in corrispondenza dei solai rinforza e
non demoliti, alla sezione composta maschio murario+paretine è possibile assegnare
l’intero valore dei carichi accidentali e dei sovraccarichi permanenti (massetto,
pavimentazioni, etc, che verranno rimossi e successivamente posti in opera) ed anche
una piccola aliquota del peso proprio del solaio esistente. Tale aliquota è ottenuta
“scaricando” opportunamente i setti murari ad esempio mediante ponteggi diffusi, in
modo da “mettere in forza” le paretine in c.a. realizzate.
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SPICCON. S.S.2
Rinforzo con rompitratta
corpo "origin."
SPICCON. S.S.2
Rinforzo con rompitratta
corpo "d'ampl."
SPICCON. S.S.4
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SOLAIO S.1
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.2
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.3
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.4
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.6
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.7
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S. 23
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 24
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 25
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 26
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 27
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S. 28
Rinforzo con rompitratta
in campata
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SPICCON. S.8
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.9
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.10
Demolizione e ricostruzione solaio in c.a.
in campata
SPICCON. S.11
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.12
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.13
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.14
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.15
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.16
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.17
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.18
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.19
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.20
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.21
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.22
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.sb.1 Nessun intervento
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- CORPO A
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- CORPO B
Il corpo B è costituito dai due corpi dell’edificio esistente risultanti dal taglio del
corpo originario necessario per la realizzazione del nuovo edificio in c.a. da adibire ad
aula magna e biblioteca (corpo N). I due corpi B sono opportunamente separati in
elevazione dal corpo N mediante un giunto di 10 cm. La struttura portante dei due corpi
oggetto di verifica è costituita al piano terra da setti in calcestruzzo semplice non armato,
e al piano primo e secondo da paramenti in muratura di tufo. Per conferire una adeguata
rigidezza trasversale, che risulta molto ridotta dal taglio eseguito nella struttura
originaria, è prevista la realizzazione di un telaio costituito da travi e pilastri in c.a.. Nel
corpo di sinistra, rappresentato in figura, è prevista anche la realizzazione di un vano
ascensore realizzato con setti in c.a. dello spessore di 20 cm.
Ai fini dell’analisi si è considerato un modello agli elementi finiti, discretizzando la
struttura in elementi tipo “frame”, per la valutazione delle sollecitazioni sul telaio
trasversale in c.a., e in elementi “shell” per la valutazione del comportamento dei setti.
Per i solai si è considerato un vincolo tipo “diaframma” per tener conto del
comportamento infinitamente rigido dell’impalcato nel proprio piano. Per il calcolo degli
effetti indotti dalle azioni sismiche è stata eseguita un’analisi statica non lineare. La
descrizione delle forze orizzontali considerate ed i risultati ottenuti sono riportati
rispettivamente nei capitoli successivi e nei relativi tabulati di calcolo
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- CORPO N
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Per i corpi esistenti A e B, si è eseguita un’analisi statica non lineare che consiste
nell’applicare alla struttura i carichi gravitazionali ed un sistema di forze orizzontali
monotonamente crescenti fino al raggiungimento delle condizioni ultime. Per la struttura
in esame è stata applicata, sia in direzione x che y, una distribuzione di forze
proporzionali alle masse di piano, e una triangolare proporzionale al prodotto delle masse
per la deformata corrispondente al primo modo di vibrare. Con la procedura step by step
si segue la storia di formazione delle cerniere sulla struttura e si ottiene la curva di
capacità, che mette in relazione il taglio alla base con lo spostamento del baricentro
dell’ultimo impalcato, con la conseguente definizione dei due livelli di accelerazione al
suolo, corrispondenti ai due stati limite definiti dalla Norma, e dei loro rapporti con le
accelerazioni attese con probabilità 10% e 50 % in 50 anni. Nel caso di analisi statica non
lineare, per gli edifici in muratura, è previsto solo una verifica globale in spostamento, e
non le verifiche dei singoli elementi. I pannelli murari sono caratterizzati da un
comportamento bilineare elastico perfettamente plastico, con resistenza equivalente al
limite elastico e spostamenti al limite elastico e ultimo definiti per mezzo della risposta
flessionale o a taglio. In particolare lo spostamento ultimo per azioni nel piano di ciascun
pannello è assunto pari a 0.4% dell'altezza del pannello nel caso di rottura per taglio, e
pari a 0.6% nel caso di rottura per pressoflessione. La capacità di spostamento relativa
allo stato limite di danno limitato è individuata sulla curva di capacità espressa in termini
di forza-spostamento effettiva dell’edificio in corrispondenza dello spostamento minore
tra quello corrispondente al raggiungimento della massima forza e quello per il quale lo
spostamento relativo fra due punti sulla stessa verticale appartenenti a piani consecutivi
eccede il valore dello 0.3% dell’altezza di interpiano. La capacità di spostamento relativa
allo stato limite di danno severo verrà individuata sulla curva di capacità espressa in
termini di forza-spostamento in corrispondenza di una riduzione della forza resistente non
superiore al 20% del massimo valore.
La verifica di sicurezza consiste nel confronto tra la capacità di spostamento
ultimo dell’edificio e la domanda di spostamento. In generale si determina la capacità di
spostamento rispetto ad uno stato limite e da essa si ricava l’accelerazione al suolo
(domanda) che porta ad eguagliare tale capacità (PGADS , PGADL).
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Nel seguito si riportano le curve di capacità, gli spettri ADSR con l’indicazione degli
spostamenti e delle corrispondenti accelerazioni per ciascun stato limite, e l’individuazione
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del pannello murario che per primo raggiunge lo stato limite considerato. Si osserva che
il massimo taglio alla base sopportabile è pari a T = 6570 t, a cui corrisponde uno
spostamento del baricentro della copertura pari a dc = 7.13 cm.
- PUSHOVER IN DIREZIONE X – PROP. 1° MODO
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Nel seguito si riportano le curve di capacità, gli spettri ADSR con l’indicazione degli
spostamenti e delle corrispondenti accelerazioni per ciascun stato limite, e l’individuazione
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del pannello murario che per primo raggiunge lo stato limite considerato. Si osserva che
il massimo taglio alla base sopportabile è pari a T = 270 t, a cui corrisponde uno
spostamento del baricentro della copertura pari a dc = 4.1 cm.
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Si riportano nel seguito i diagrammi dei momenti flettenti per la combinazione statica e
sismica.
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Dalle analisi e verifiche condotte, e descritte nei relativi tabulati di calcolo, si evince
che la struttura risulta verificata.
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