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Mauriz io Della Casa

LA
MARMORIZZAZIONE
della carta

sche de ba sate su lla lettera tura internaz io nale


e sulla e sperie nza diretta
con la illu strazione
di metodi e attrezzi di nuo va co ncezio ne

M ANT OV A , ULT IM A REVI SI ONE


MAGG IO 201 1

L’AUTORE, di professione, è studioso di educazione linguistica e musicale. Nutre però la


passione per la legatura, il cartonnage e la marmorizzazione, di cui queste schede sono
testimonianza.

pag. 1
IN DICE
P REME SS A
P AR TE I - I L PRO CEDI MEN TO
1. La preparazione del bagno. La carta. Il clima
2. Marmorizzare: il processo in generale
3. Uso dei colori grassi
4. Colori ad acqua: i media
5. Colori ad acqua: i tipi
6. Uso dei colori ad acqua (in generale)
7. Colori ad acqua specifici:
7.1. Tempere e guazzi
7.2. Colori acrilici
7.3. Coloranti universali
7.4. Coloranti per tinte muro
7.5. Coloranti commerciali per marmorizzazione
8. Tipi di marmorizzazione
8.1. Carte “marmo” con colori ad olio
8.2. Carte “marmo” con colori ad acqua
8.3. Carte “pettinate” (con colori ad acqua)

P AR TE II - S CHE DE TECN I CHE E APPEND I CI


Attrezzi di base
1. Vasca, pennelli, pettini e altro
2. Costruzione dei pettini
2.1. Il “corredo” di pettini
2.2. La costruzione dei pettini semplici a dentatura larga
2.3. La costruzione dei pettini semplici a dentatura stretta
2.4. La costruzione di pettini a “zig-zag”
Attrezzi speciali
3. Mescolatore per gomme in polvere
4. Riscaldatore/raffreddatore per bagno
5. Attrezzi per la posa dei fogli: morsetti e posa-carte
5.1. Morsetto lungo fisso
5.2. Morsetto corto a slitta
5.3. Posa-carte diritto
5.4 Uso associato del morsetto corto e del posa-carte diritto
6. Attrezzi per creare carte “spagnole” (a onde)
6.1. Posa-carte diagonale
6.2. Accessorio “piccoli-passi”, pedaliera, meccanismo a motore
6.3. Realizzazione di carte spagnole mediante morsetto, pedaliera e posa-carte
diagonale o diritto
6.4. Realizzazione di carte spagnole mediante morsetto, meccanismo a motore
e posa-carte diagonale o diritto.
7. Griglia per creare carte a strisce
8. Porta-pettine a slitta per ottenere carte pavone e a fiori
9. Erpice per chiocciolati
10. Apparecchio netta-fogli e griglia per asciugatura
11. Pompette e dispenser per colori ad acqua
11.1. Pompette a siringa
11.2. Dispenser multipli
12. Vasca con cremagliera.

pag. 2
APPENDICE 1. Annotazioni sui colori
APPENDICE 2. Una tecnica speciale: le carte Suminagashi
APPENDICE 3. Carte pseudo-marmorizzate (ottenute senza bagno)
Bibliografia essenziale

TAVOLE
Foto degli attrezzi illustrati
Esempi di alcuni tipi di marmorizzazione
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AVVERTENZA. Queste schede sono state redatte come documentazione personale,


come una sorta di “diario” di lavoro. Si presentano perciò, stilisticamente, a uno stato
grezzo. Va sottolineato, inoltre, che il loro autore non è un disegnatore. Gli schemi e i
disegni che corredano il testo possono risultare perciò approssimati, talvolta, sul
piano tecnico: se ne chiede venia a chi prenderà visione del presente lavoro.

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PREMESSA
La marmorizzazione della carta è una tecnica antica e complessa, spesso coperta
da un alone di mistero. In breve, essa consiste:
- nel predisporre una vasca con un bagno di acqua resa gelatinosa mediante
appositi addensanti;
- nello spruzzare sul bagno, mediante pennelli o altri sistemi, gocce di colore
adeguatamente preparato, che si espandono e vengono variamente lavorate mediante
diversi attrezzi;
- nell’adagiare sopra il bagno il foglio di carta, sul quale andrà ad imprimersi il
disegno realizzato.
Le schede che seguono sono state stese in vista della realizzazione di un manuale
che forse non vedrà mai la luce, ed illustrano i diversi momenti del processo e le
tecniche da utilizzare. Si è tenuto conto, nella loro stesura, della vasta letteratura
esistente sull’argomento (vedi bibliografia in appendice), oltre che della personale
esperienza. In base a quest’ultima, si sono introdotte anche procedure innovative e
vari attrezzi di nuova concezione (ideati dall’autore di queste note), di cui si è
sperimentata l’effettiva funzionalità.

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PARTE I . IL PROCEDIMENTO

1. L A PREPAR AZ IONE DEL BAG NO . LA C AR TA . I L CL IM A

Bagn i go mmo s i
L’acqua. Sarebbe preferibile, in generale, usare acqua non calcarea (distillata, per
ferro da stiro o piovana). Per vedere se l’acqua semplice va bene si può fare
comunque la seguente prova: si mettono 10 gr. di alcool saponato in 1 litro d’acqua:
se, dopo averla agitata, rimane lattiginosa, l’acqua si può usare.
1. Gomma adragante. Ottimo bagno, usato di norma sino al secolo scorso, che
sostiene bene i colori e consente di evitare l’allumatura della carta. Questa gomma,
purtroppo, è di difficile reperimento e assai costosa. Ne occorrono 15 gr. ogni litro
d'acqua. Per ottenere un bagno denso, usa questo dosaggio (per 13-14 litri) : 150 gr.
di gomma adragante + 30 gr. di farina di guar. Metti la gomma nel recipiente, e
aggiungi poca acqua (meglio se tiepida), rimestando bene sinchè ottieni una pastella
omogenea. Aggiungi quindi a poco a poco l’altra acqua, sempre rimestando. Lascia
riposare per 2/3 giorni (rimestando periodicamente), poi filtra il composto. Il bagno
si può conservare per alcune settimane aggiungendovi un po’ di formalina e
eventualmente, per addolcire l’acqua, un po’ di borace (1 gr. per litro, sciolto
preventivamente in un po’ di acqua tiepida). Puoi sostituire il borace con mezzo
grammo per litro di bicarbonato o carbonato di soda . Secondo alcuni, il bagno
andrebbe poi fatta bollire. Secondo altri, vi andrebbero aggiunti 100-150 gr. di allume
di rocca, sciolto preventivamente in acqua bollente lasciata poi raffreddare. Con i
colori reagisce più facilmente del caragheen. Funziona bene con prevalenza di rossi e
marroni. Si acquista nei negozi di belle arti. La formalina e il borace in farmacia. Il
bicarbonato e carbonato di sodio ai supermercati.
2. Lichene marino (o alga Caragheen). E’ il bagno più noto, ma richiede una
preparazione piuttosto brigosa. Ne occorrono da 12 a 20 gr. per ogni litro, a seconda
della qualità. Per 14 litri, ne servono perciò da 180 a 250 gr. Metti in una pentola
l'intero quantitativo di alghe e poco più di metà acqua (8 litri). Porta ad ebollizione a
fuoco lento (1 ora circa) e lascia bollire per tre minuti. Prima di togliere la pentola dal
fuoco, aggiungi, per la conservazione del bagno, un po’ d’acqua fredda contenente 20
gr. di formalina (1,5 grammi per litro) e eventualmente, per addolcire l’acqua, 1 gr. di
borace per litro (sciolto preventivamente in un po’ di acqua tiepida) oppure mezzo
grammo per litro di bicarbonato o carbonato di soda, come visto sopra. Togli la
pentola dal fuoco, e aggiungi subito 6 litri di acqua molto fredda, mescolando. Fai
riposare per una notte e infine filtra con un colino, spremendo le alghe. E’ opportuno
un secondo filtraggio. Il lichene si acquista nelle erboristerie.
3. Farina di guar. Di solito trascurato, è un bagno di preparazione rapida e facile,
buono per tutti i colori, poco costoso e quindi decisamente consigliabile. La natura
collosa del guar permette una buona adesione dei colori alla carta, rendendone inutile
l’allumatura. Mettine 7-8 grammi per litro. La farina va fatta cadere a poco a poco, in
modo polverizzato, da un colino a trama fitta nel secchio in cui hai messo l’intera
quantità d’acqua o quasi (a temperatura tiepida), rimestando con un cucchiaio di
legno. Lascia riposare per alcune ore o meglio per una notte. Filtra il composto prima
dell'uso. L’acqua può essere addolcita all’inizio, prima di versarvi la farina, mettendo
un po’ di borace o bicarbonato, nelle proporzioni viste al punto 1. Questo bagno non
si conserva a lungo: aggiungendo un po’ di formalina, può però durare qualche
giorno. La farina di guar si acquista nelle erboristerie o presso i fornitori di
addensanti per alimentari.
La farina di guar è compatibile con la gomma adragante, il Carragheen e la
metilcellulosa, e può essere aggiunta perciò in piccole quantità a tali bagni per
aumentarne la viscosità.

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4. Colla per carta da parati speciale (viola) o metilcellulosa. E’ adatto per i colori
ad olio, ma funziona abbastanza bene anche con i colori ad acqua (specie gli acrilici).
E’ il bagno più adatto per marmorizzare i tessuti. Sciogli dapprima la polvere in un
terzo di acqua calda, poi aggiungi altra acqua, rimestando bene. Usa la proporzione
indicata per il pre-incollaggio (200 gr. ogni litro), aspettando 30 minuti. Puoi diluire
un po' se il bagno risulta troppo denso o il colore sfrangia. Questa colla si acquista nei
colorifici. Secondo vari autori, dopo aver ben mescolato la metilcellulosa occorre
aggiungere, ogni due litri, un cucchiaio di ammoniaca (mescolando bene) per
ottenere il giusto Ph. Secondo Taylor, andrebbe aggiunto inoltre (ogni 2 litri) un
cucchiaino da tè di aceto bianco.
5. Colla di farina o di amido. Questo bagno “povero” può essere usato solo per i
colori ad olio. Prepara della colla molto fluida (un cucchiaio grosso ricolmo di farina
per ogni litro d’acqua), falla raffreddare e e usala come bagno.

ALTRI
6. Gomma Hog o Karaya. Va sciolta nell’acqua per una notte, poi bollita con altra
acqua più un po’ di borace. La dose è di 10 gr. per litro. Andrebbe aggiunto anche 1
decilitro di acido ossalico ogni 10 litri, per favorire una espansione regolare dei colori.
Questa gomma peraltro è pressochè introvabile.
7. Psillio. Fai bollire dei grani di psillio nell'acqua, nella proporzione di 15 gr. ogni
litro. Raffredda e filtra, aggiungendo formalina e borace. Questo bagno è piuttosto
viscoso, e dura vari giorni.
8. Carragenina (estratto in polvere del Carragheen). Suggerita in alcuni libri
recenti, perchè di preparazione più rapida del Carragheen, è risultata alla prova del
tutto sconsigliabile. I colori difatti si espandono in modo granuloso, tendono ad
affondare e non fissano sulla carta, data la natura non collosa del bagno. E’ inoltre di
difficile reperimento, potendosi trovare solo dai fornitori all’ingrosso di addensanti
per alimentari. La dose è di 6/7 grammi per litro. Si prepara come segue. Mettere in
un frullatore pieno per 3/4 di acqua tiepida un cucchiaio di carragenina, e frullare a
bassa velocità per 60 secondi. Quando la miscela diventa schiumosa, versare in un
recipiente grande. Procedere in questo modo per il resto della carragenina. Al
termine, aggiungere acqua nel recipiente grande, sino a ottenere la proporzione
indicata e mescolare bene. Versare nella vasca e lasciar riposare per 12 ore. Anche in
questo caso, si può aggiungere un po’ di borace o soda per addolcire l’acqua, e
formalina per la conservazione.

• Impiegando il mescolatore elettrico illustrato nelle schede tecniche della parte II, e
seguendo le istruzioni ivi riportate, si possono ottenere dalle gomme in polvere (Farina di Guar,
Gomma adragante, Metilcellulosa) bagni perfettamente amalgamati.

Den sità e te mp eratura de l ba gno. Alcu n i accorg ime nt i


Tieni presente che è essenziale la giusta densità del bagno : se troppo acquoso,
difatti, fa espandere eccessivamente i colori, se troppo denso ne impedisce
l’allargamento e fa sprofondare i colori. Si possono distinguere tre tipi di bagno:
leggero (appena oleoso) medio (consistenza dell’olio da cucina), denso (olio di
macchina). In ogni caso, il bagno non deve essere gelatinoso ma liquido. Test : traccia
una riga con lo stilo. Se la riga viene a fatica, e il bagno si trascina, è troppo denso; se
invece continua a muoversi mentre procedi con lo stilo, è troppo liquido.
La temperatura del bagno non deve scendere sotto i 15° C., diversamente il bagno
diventa gelatinoso. In questo caso, occorre riscaldarlo un po’, utilizzando un
riscaldatore/raffreddatore del tipo illustrato nelle schede tecniche, o anche
aggiungendovi acqua bollente (ma occorre in questo caso evitare di diluirlo oltre
misura). Non deve superare, inoltre, i 20° (nel qual caso occorre raffreddarlo,
aggiungendo acqua fredda, o usando il riscaldatore/raffreddatore di cui sopra). La
temperatura ideale è di 15-16°. Controllare periodicamente con un termometro.
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Anche la temperatura del colore deve essere allo stesso grado. Usando colori ad
acqua, si riscalderà perciò preventivamente - se necessario - l’acqua distillata in cui il
colore verrà sciolto (su un fornelletto o a bagnomaria).
Il bagno va utilizzato solo con un determinato tipo di colori: ad es. a olio, oppure
ad acqua (reimpiegandolo con colori di altro un tipo, si hanno in genere cattivi
risultati). E’ opportuno tenere da parte un po' di bagno denso, per rabbocchi.

La car ta
Va bene, in generale, qualsiasi carta che abbia una superficie un po' ruvida (non
patinata) e che sia leggermente assorbente. In linea di principio, non dovrebbe essere
troppo collata nè avere una eccessiva acidità. Per provare se una carta non è troppo
collata, toccarla con la punta della lingua: se questa resta un po' appiccicata e dà un
piccolo strappo staccandosi, la carta dovrebbe andar bene.
Ottima la carta uso a mano da stampa (offset) grammatura 100 -120 - 140. Meglio
se color avorio. Vanno bene i fogli da mm. 1000 x 700 (da tagliare a metà o in
quattro parti). Puoi usare anche:
- carta kraft da pacco (sia bianca che beige)
- carta Ingres
- carta per disegnare a pastello o carboncino
- carta giapponese (un po' spessa).

Con d izio n i c limat ich e


Bagni e colori risentono molto del clima ambientale. In linea generale, occorre
evitare di lavorare con temperature troppo basse o troppo elevate. Il più indicato è il
clima mite delle mezze stagioni (15-20°), con umidità media (nè troppo umido, nè
troppo secco).

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2. M AR MORI Z ZARE : IL PRO CES SO IN GENER AL E

Il bagno, preparato in precedenza, viene versato nella vasca (nella quale può
anche riposare un po’ di tempo). All’inizio della sessione, va controllata la
temperatura del bagno, che deve collocarsi come si è detto fra i 15 e i 20°. In caso
contrario, si riscalda o raffredda secondo necessità. Il controllo della temperatura va
effettuato periodicamente (per es., ogni mezz’ora). Usando colori ad acqua,
controllare anche la temperatura dell’acqua in cui i colori verranno sciolti, che deve
essere uguale a quella del bagno.
Le operazioni di marmorizzazione si svolgono quindi secondo questa sequenza:

1. Eve nt uale allu matura de lla c arta (se si usano colori ad acqua), con
parziale essicazione (vedi alla scheda “uso dei colori ad acqua in generale” ).
Tradizionalmente si ritiene che la carta, per ricevere i colori, debba essere prima
mordenzata mediante acqua contenente allume di rocca (allumatura). Questa brigosa
operazione, però, può essere evitata (specie usando bagni collosi come quello alla
farina di guar o alla gomma adragante), utilizzando le procedure di pulizia della carta
che verranno indicate al punto 8.

2. Pu liz ia de l ba g no. Prima di posare i colori, ripulisci il bagno dai residui di


colore della carta precedente, mediante strisce di giornale. Passa poi sulla superficie
una stecca liscia e sottile di legno, così da livellarla, togliendo anche la pellicola
superficiale che impedirebbe ai colori di espandersi (se necessario, immergi la stecca,
così da rimestare il bagno). Dopo il livellamento, procedi immediatamente alla posa
dei colori, così da evitare che si riformi la pellicola superficiale.

3. Po sa de i co lor i. Può essere fatta:


a) con pennelli standard rotondi imbevuti di colore, che vanno battuti sull’indice
della mano sinistra (o su una piccola stecca di legno). A seconda dei casi, usa pennelli
grandi (con diametro di circa 2-3 cm.: servono per un rapido riempimento della
vasca) e piccoli (con diametro di circa 1 cm). Puoi impiegare anche pennelli di saggina
, che preparerai tu stesso da una scopa, come si indica nelle schede tecniche più
avanti.

Striscia sempre i pennelli sul bordo del recipiente, per togliere l'eccesso di colore.
Se vuoi ottenere macchie piccole, passali più volte sul bordo e, eventualmente, su un
pezzo di carta da giornale. Per spruzzare più colori contemporaneamente, puoi
afferrare insieme due o tre pennelli, dopo averli intinti nei colori;
b) posando il colore (specie se ad acqua) col contagocce (o meglio con una
pompetta a siringa ): si ottengono in questo modo macchie più grandi, che possono
essere disposte in modo ordinato e anche concentrico. Questa tecnica è utilizzabile
per le carte pettinate e a fiori.

pag. 8
4. Prepar azio ne d el fo ndo . Si lavora il fondo, a seconda del risultato che si
vuole ottenere, impiegando le tecniche indicate nelle schede “tipi di
marmorizzazione” .
Nel predisporre fondi lavorati, cerca di evitare le bolle d’aria , muovendo adagio lo
stilo o i pettini. Se comunque si formano bolle, sposta almeno le più grosse (mediante
lo stilo) verso il bordo, oppure toccale con un dito (o meglio con un ago o altro
strumento appuntito).

Eventu ali eff etti di ris e rva


Puoi usare uno di questi metodi:
a) Dopo aver preparato il fondo, appoggia una sagoma di carta o meglio di pellicola
trasparente (ad es. un rettangolo in forma di etichetta) nel punto in cui non vuoi far passare il
colore.
b) applica alla carta, nel punto che non vuoi colorare, un pezzo di film adesivo per
maschere. Puoi anche pennellare gomma arabica. Togli la maschera quando la carta è asciutta.

5. Po sa d ella carta. Secondo il metodo classico, la carta va posata in diagonale,


tenendola con le due mani agli angoli opposti. La posa ha inizio dalla diagonale
centrale, facendo cadere la carta ai lati; secondo altri, ha inizio dall’angolo più
lontano, lasciando cadere il foglio sino all’altro angolo. E’ possibile anche iniziare con
la posa dal lato corto (2) o dalla fascia centrale (3), lasciando poi cadere il foglio
gradualmente. Quest'ultimo sistema sembra il più affidabile.

Per una posa più sicura (che evita le bolle d’aria) può essere usato un attrezzo
speciale (lo stendifogli) descritto in una delle schede sugli attrezzi speciali .

6. Solleva men to de lla carta do po l’ impr es sio ne . La carta non va lasciata a


lungo sul bagno (i colori si disfano) ma va tolta dopo pochi secondi. Sollevala a una
delle sue estremità con lo stilo, afferrala con le dita e tirala facendola strisciare sul
bordo della vasca (che deve essere molto liscio e regolare), così da togliere eccedenze
di gelatina. Se hai usato colori ad olio, pulisci poi la carta con una spugna imbevuta
d’acqua. Sempre se hai usato colori a olio e il bagno è molto acquoso, puoi fare a
meno dello strisciamento della carta sul bordo, limitandoti a sollevarla e a a
sgocciolarla sulla vasca.

7. Eve nt uale la vag gio di zone sporc he o con ecce s so d i ge la tina . Secondo
il metodo tradizionale (usando colori ad acqua) si debbono eliminare concentrazioni
di gelatina o colature lavando le zona interessate con un getto leggero d'acqua
corrente. Questa operazione però tende a far sbiadire il colore, specie se la carta non
è stata allumata. Per questo è decisamente preferibile evitarla, passando invece sulla
superficie una lama gommata (vedi al punto 8), che consente, in modo assai più
semplice e sicuro, di eliminare gli eccessi di gelatina senza intaccare i colori (col che
diviene inutile l'allumatura preventiva della carta). Eventuali residui di sporco

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possono essere tolti tamponando delicatamente i punti interessati con uno straccio
pulito.
8. Pr ima as ciu ga tura
Prima di porre le carte ad essicare su corde o stendipanni, occorre effettuare una
asciugatura preliminare che permetta di eliminare l’eccesso di acqua, evitando
successive colature. Si possono usare due tecniche:
a) passaggio mediante lama gommata. La carta, senza essere lavata, viene posata,
col lato marmorizzato in alto, su una tavola di legno ben liscia (meglio se ricoperta di
formica). Si passa quindi sulla superficie, con delicatezza, la lama di gomma montata
sull’attrezzo netta-fogli , così da togliere contemporaneamente sia i residui di gelatina
che gli eccessi acquosi, lasciando pulita la carta. In alternativa, si usa l'accessorio
nettafogli montato direttamente sulla struttura della vasca (per queste
apparecchiature di nuova concezione, che facilitano grandemente il lavoro e
permettono di evitare l'allumatura preventiva della carta, vedi la scheda “attrezzi
speciali: griglia per asciugatura e apparecchio netta-fogli) . Dopo l’operazione, la carta
può essere posta immediatamente ad essicare.
b) asciugatura su griglia. E’ il metodo tradizionale, da sconsigliare perchè richiede
un preventivo lavaggio della carta, con sbiadimento dei colori se questa non è stata
allumata ( e talvolta anche in questo caso). Le carte vanno posate, col lato
marmorizzato in basso, su una griglia fissata su un telaio rettangolare, sotto la quale
si porrà un telo di plastica per raccogliere le sgocciolature (vedi la scheda
“Apparecchio netta-fogli e griglia per asciugatura” della parte II). Sempre sotto la
griglia, può essere posto in funzione un termoventilatore per accelerare l’operazione.
Poichè questa asciugatura preliminare richiede dai 10 ai 15 minuti, è opportuno che
la griglia consenta almeno la posa di due carte.

9. E ss icaz io ne f ina le . La carta viene appesa, piegandola a metà, su un filo da


panni o su un appendipanni. Se lavori al chiuso, si può accelerare l’asciugatura
mettendo in funzione un termoventilatore.

Se si lavora all’aperto, si possono anche appoggiare la carte in piano, sotto il sole.

10. Pre ssa tura


Le carte, una volta perfettamente asciutte, vanno impilate sopra una tavola di
legno e coperte da un’altra tavola, mettendo sopra e sotto un foglio di gommapiuma
da 1 cm. circa. Il tutto va sotto peso (meglio se serrato in pressa), lasciandolo così per
una notte. E’ possibile anche passare i fogli con un ferro da stiro a temperatura media,
sul lato non decorato, mettendo sotto dei fogli di carta da giornale.

11. Luc ida tura


Per lucidare le carte (e renderle allo stesso tempo più resistenti) si può applicare,
con un tampone (preferibile) o a pennello, una mano di vernice per parquet ad acqua.
Se si usa il tampone occorre fluidificare la vernice – posta in uno scodellino - con
l’aggiunta di un po’ d’acqua. Alternative valide sono la lacca cellulosica a tampone
(lucida), la gomma lacca bionda o meglio neutra (più opaca) o la vernice trasparente
alla nitro. In quest’ultimo caso la carta, una volta asciutta, va lisciata con uno straccio
ruvido da pentole.
Si può migliorare la lucidatura (ma non è necessario) procedendo come segue:

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• Stendere con un panno una mano leggera di cera d’api o spruzzare cera per
mobili (stendendola poi con uno straccetto). In sua vece, si può anche passare del
sapone, dopo averlo inumidito.
• Posare la carta, col disegno in basso, su un giornale, e passarvi sopra il ferro da
stiro ben caldo.
• Rifinire la lucidatura con un panno. Questo può essere anche montato su una
levigatrice orbitale, dopo averlo incollato su un supporto di carta e tagliato a misura.
Una lucidatura più rapida e leggera consiste nel dare direttamente la cera o il
sapone, senza vernice.
Lucidatura con calandra
La carta marmorizzata, sia verniciata
(ben asciutta) che non verniciata può
essere lucidata anche mediante una
calandra. Nella sua forma più
semplice, la calandra è costituita di
due rulli di ghisa o acciaio cromato o
comunque lucido, fra i quali si fa
passare più volte, avanti e indietro, la
carta. Se i rulli non sono cromati, si
può interporre una lamiera lucida. I
risultati sono ottimi.

Una vernice tradizionale da tener presente è la seguente:


250 gr. di gomma arabica sciolti in un litro d'acqua; 30 gr. di zucchero sciolto in
un decilitro d'acqua; 1 decilitro di alcool; un bianco d'uovo. La vernice va stesa con
una spazzola. Puoi lucidare alla fine con un tampone.

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3. U S O DEI C OLORI GR AS SI

Tipi. Usa i colori a olio in tubetti (vanno scartati quelli che si allungano con
acqua, in quanto danno luogo a macchie granulose). Buoni risultati, inoltre, si
ottengono con gli smalti, le vernici per vetro o ceramica, gli inchiostri litografici.
Me dia
- essenza di trementina di buona qualità (per gli oli);
- acqua ragia minerale (per gli smalti);
- ammoniaca al 15% . E’ un potente espansore, e va usato a gocce:
- trementina canforata: facilita l’espansione del colore, ma in modo più limitato
dell’ammoniaca. Si prepara sciogliendo in mezzo bicchiere di essenza di trementina
tre o quattro pastiglie di canfora.
- gasolio (diesel oil). Con i colori a olio, può essere mescolato in pari quantità con
la trementina, per impedire la volatizzazione troppo rapida di quest’ultima.
Prepara zio ne sta ndar d. Mescola 1 cm. di colore con 2 cucchiaini da caffè di
solvente. I colori posati successivamente richiedono maggior diluizione. Per agevolare
l’espansione, specie coi colori posati successivamente, puoi aggiungere 1 o 2 gocce di
ammoniaca (non di più, perchè avresti un allargamento eccessivo!).
Prob le mi e solu zio ni.
-i colori (specie quelli successivi al primo) non si espandono. La superficie del
bagno deve essere ben ripulita prima della posa. Altre soluzioni: a) diluisci
maggiormente il colore; b) aggiungi 1 o 2 gocce di ammoniaca al colore; c) diluisci il
bagno; d) aggiungi un po’ d’alcool (il colore diventa granuloso). Può essere utile
soffiare leggermente sulle gocce, anche mediante una cannuccia o una pompetta.
- i colori si espandono troppo. Puoi adottare le seguenti soluzioni: a) raddensali,
aggiungendo altro colore; b) metti nel colore qualche goccia di olio di lino cotto (o di
olio di paraffina o vaselina); c) raddensa il bagno (se disponi ancora di una riserva di
gomma densa da aggiungervi).
- i colori si frantumano in piccole isole. La forza espansiva è eccessiva. Occorre
allora aggiungere un po’ di colore e trementina fresca (va notato che la trementina
aumenta la forza espansiva col tempo: mettendone di nuova, la forza viene attenuata).
Per quanto riguarda il nero,che crea spesso problemi, puoi sostituire quello
commerciale con un nero creato mediante la mescolanza di altri colori: 4 parti di
rosso garanzia, 3 parti di giallo, 0,5 parti di blu di Prussia.
- i colori si sbriciolano o hanno altri comportamenti anomali. Ciò può dipendere
dal clima (troppo caldo) oppure dal fatto che i colori o la trementina sono troppo
vecchi: in tal caso vanno sostituiti con colori e trementina freschi.
Bagn i da us are . Si può usare l’acqua pura, oppure un bagno di metilcellulosa ,
che può essere a media densità (200 grammi di polvere in 10 litri circa) o più fluido
(100-150 grammi). Il bagno più denso è preferibile per le carte fantasia, quello più
fluido per le carte a gocce. In ogni caso, il bagno va preparato dapprima nella
proporzione indicata dal fabbricante, e allungato quando ha completato il
raddensamento. Sconsigliabile il bagno di farina di guar, che provoca la spaccatura in
piccole isole dei colori.
Car te re alizza bili. Questi colori sono adatti soprattutto per marmorizzazioni
fantasia e a gocce, meno per i pettinati.
Posa de i co lori. A pennello (più raramente, col contagocce). Attendi che il
primo colore si dilati, prima di distribuire il secondo, e così via. Quando i colori non si
dilatano più significa che il bagno è saturo: inutile aggiungerne altri.
Oss ervaz ion i var ie.
• Non tutti i colori reagiscono allo stesso modo, e può essere necessario seguire un
certo ordine di posa. In linea di massima, segui la sequenza: nero, giallo o marrone,
blu, rosso (il blu può essere messo anche per ultimo).

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• Realizzando carte fantasia (i colori vengono mossi con lo stilo) il nero potrebbe
frantumarsi. Per questo, può essere opportuno non mettere questo colore.
• Spruzzando al termine del detergente liquido, si ottengono isole bianche.

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4. COL ORI AD ACQUA : I MEDI A

NOTA. In un colore debbono esservi quattro componenti fondamentali: a) pigmento; b)


veicolo (ad es. acqua); c) coesivo (tiene unito il colore); d) disperdente (lo fa allargare).

VEI COLI
- acqua distillata;
- alcool. Si mescola, in piccola quantità, all’acqua. Favorisce dispersione e
galleggiamento. Da usarsi in particolare con i coloranti universali o da muro. Con le
tempere può dar luogo a macchie granulose, e va usato perciò con molta
circospezione.
- acetone. Usando i coloranti universali o dispersibili può essere mescolato
all’acqua, alleggerendo il colore. E’ utile soprattutto con i bagni acquosi: può essere
usato, in questo caso, anche in sostituzione dell’ acqua.

COES IV I
- gomma arabica. Può essere utile soprattutto con i coloranti. Va sciolta prima in
acqua distillata calda, aggiungendo un po’ di formalina per la conservazione.

DI SPERDEN TI
A) Tra dizio na li
- fiele di bue. Allarga la macchia e favorisce anche il fissaggio. Il fiele si acquista
nei negozi di belle arti. Bisognerebbe usare, peraltro, fiele non trattato (scuro e
puzzolente), difficile da trovare in commercio. Per questo sarebbe meglio farselo da
sè, procurandosi presso un macello alcune cistifellee di bovino, in cui è contenuto. Il
fiele va quindi preparato come segue. Unisci 4 parti di fiele ed una di alcool (altri
consigliano 3 a 1). Sbatti bene in una bottiglia e lascia riposare una settimana, così
che si depositino i grassi. Versa quindi la parte chiarificata (filtrando con una garza)
in un'altra bottiglia e tappa bene. Si conserva per anni.
- acqua saponata. Allarga le macchie di colore e aiuta il fissaggio sulla carta. Si usa
in luogo del fiele, o insieme col fiele. Si prepara con uno di questi saponi: sapone
bianco di Marsiglia (a base di olio d’oliva o altri oli vegetali, più soda caustica);
sapone verde da bucato (a base di grassi animali).
Metti 1 parte (in peso) di sapone in 10-15 parti di acqua distillata . Sciogli a
bagno-Maria. Per evitare coaguli, puoi mettervi qualche goccia di ammoniaca (ma
puoi anche liquefare il composto, al momento dell’uso, mettendo il vasetto a bagno
maria). Raffredda e fa riposare due settimane. Poi filtra e conserva in un vasetto. Un
metodo più rapido consiste nello sciogliere una parte di sapone liquido di Marsiglia o
Castiglia in 10 parti di acqua distillata.
- alcool saponato. Alternativo al precedente. Sciogli 1 parte (in peso) di sapone di
Marsiglia o verde da bucato, ben sbriciolato, in 8 parti di alcool a bagno Maria e, al
termine, aggiungi 4 parti di acqua distillata. Per evitare coaguli, fai come sopra. Agita
bene, lascia riposare per una o più settimane, infine filtra. Per ricavare acqua da
spruzzo, allunga con una quantità doppia o tripla di acqua distillata. Un sistema più
rapido è quello di sciogliere 1 parte di sapone liquido di Marsiglia in 5 parti di alcool
più 3 di acqua. L’alcool saponato è ottimo per carte a gocce o a vene capillari.
B) D i n uovo tipo
- alcool canforato. Ignorato dalla manualistica corrente, è un disperdente ottimale
per dilatare il colore, emulsionarlo e per assicurare un buon fissaggio. Va usato però
preferibilmente con i coloranti (con le tempere può dar luogo a macchie granulose). Si
prepara sciogliendo due o tre pastiglie di canfora (sbriciolata) in mezzo bicchiere
d'alcool e si conserva in una bottiglietta ben tappata.
- vernice trasparente per legno all’acqua (sperimentata con successo Ronseal). A
base acrilica, è reperibile nei colorifici. Va sciolta in acqua distillata (da 6 a 8 parti di

pag. 14
acqua per una di vernice). Si ottiene così un disperdente che funziona in modo
decisamente ottimale con i colori a tempera, e può essere usato in sostituzione di fiele
o alcool, consentendo di ottenere risultati decisamente migliori per quanto riguarda
allargamento della macchia, sovrapposizione dei colori e fissaggio sulla carta. Si può
utilizzare anche con dispersibili e coloranti universali.
- medium per acrilici (solo per questo tipo di colori). E’ un disperdente, e dà più
compattezza al colore.

Altr i
- acqua di potassa caustica (idrossido di potassio). Conferisce alla macchia
l’aspetto di un occhio o di una raggera. Si prepara sciogliendo due cucchiaini di
potassa caustica in grani in mezzo decilitro d'acqua distillata. Alla mistura si può
aggiungere un pizzico di soda caustica e di allume di rocca, e eventualmente qualche
goccia di trementina.
- acqua d’allume. Viene distribuita con una spugna sulle carte per predisporle al
fissaggio. Si prepara sciogliendo 60 gr. (soluzione debole) o 100 grammi (soluzione
forte) di allume in un litro di acqua bollente, cui si possono aggiungere, per
impedirne la cristallazione, 10-15 gocce di acido cloridrico. La cristallizzazione viene
evitata anche mettendo l’allume nell’acqua fredda, che viene portata poi ad
ebollizione (rimestando). Messa a gocce nei colori, l’acqua d’allume ne diminuisce la
dilatazione, e funziona anche come mordente, che migliora il fissaggio. L’allume si
presenta in vari sali, tutti usabili (in particolare l’allume di rocca, o solfato di allume
potassico, che si trova in drogheria, nei colorifici o in farmacia).

pag. 15
5. C OL ORI AD ACQUA : I TIP I

Vanno bene i colori che presentano queste caratteristiche fondamentali:


a) depositati sul bagno senza medium aggiuntivi, non si allargano o si allargano
poco, in quanto contengono in partenza poco disperdente. L’allargamento, difatti,
deve avvenire attraverso l’aggiunta di fiele e altri medium, in modo controllato;
b) danno luogo a una macchia compatta e dai contorni netti (non granulosa, e
senza ampi aloni chiari attorno);
c) spruzzati su altri colori, si espandono senza frantumarsi;
d) si fissano sulla carta senza colare (evitando brigose allumature della carta
stessa: si tenga presente che ciò è possibile con il bagno di farina di guar e comunque
colloso).

Sono da prendere in considerazione i colori che seguono, con l’avvertenza che i


fabbricanti possono variare nel tempo la composizione chimica, per cui i risultati
ottenuti non sono certi una volta per tutte e le ricette proposte più avanti possono
richiedere degli aggiustamenti.

1. Tempere e guazzi in pasta o liquidi, confezionati in tubetti o vasetti. Sono questi


i colori più praticati nella moderna marmorizzazione, e di gran lunga i preferibili,
specie per carte pettinate. Solo alcune marche, però, danno buoni risultati. Sono da
scartare, in linea di principio, i prodotti economici, in cui il pigmento non è macinato
abbastanza finemente, e il veicolo usato è scadente. Pure nell’ambito di una marca
adatta, peraltro, non tutte le tinte funzionano in modo soddisfacente, e occorre perciò
fare una attenta selezione (vedi alla scheda specifica, più avanti).
2. Acrilici in tubetto o vasetto. Danno risultati discreti, ma decisamente inferiori a
quelli delle tempere. Anche qui, però, non tutte le marche funzionano allo stesso
modo, e valgono le avvertenze precedenti circa la resa delle diverse tinte.
3. Coloranti universali di talune marche, come gli “Unicolor” della Safra. Danno
risultati più che discreti, con tinte anche forti e con ottimo fissaggio. Tendono tuttavia
ad espandersi molto e in modo poco controllabile (specie i colori secondari), e
saturano rapidamente il bagno. Ottimi, in ogni caso, per le carte a gocce o fantasia.
4. Coloranti dispersibili per tinte muro di talune marche. Come gli universali,
tendono ad espandersi in modo incontrollato. Se preparati bene, possono tuttavia
usarsi con buoni risultati per carte a goccia, fantasia, chiocciole.
5. Smalti ecologici all’acqua. L’espansione, anche qui, non è controllabile. Danno
luogo, però, a un buon fissaggio.

Esistono in commercio anche colori specifici per marmorizzazione (Marbline), di


uso facile, sicuro e immediato. Sono però molto cari e non danno il piacere di
prepararsi da sè i colori.

I colori possono essere preparati anche partendo da pigmenti minerali (come si


faceva in passato), macinandoli con acqua e alcool e aggiungendovi poi gomma
arabica e fiele. E’ difficile, però, realizzare una macinazione sufficientemente fine e
ottenere un fissaggio accettabile..

pag. 16
6. U S O DEI C OLORI AD A CQ UA ( I N GENER ALE )

Prepara zio ne sta ndar d. Si vedrà, nelle schede specifiche più avanti, come
preparare ciascun tipo di colore. Basti qui sottolineare che i colori non debbono
risultare nè troppo liquidi nè troppo densi (debbono avere la consistenza del latte
intero).

Te st da effe ttu are se mpr e pr ima de ll’ uso. Il colore è “giusto” quando,
posandone una goccia col contagocce, dà una bella macchia compatta di alcuni cm. di
diametro, che si lascia dividere dallo stilo senza presentare inconvenienti. Un buon
procedimento è il seguente:
a) posa una goccia del primo colore (es. nero), e accerta che dia una bella macchia
del diametro di circa 6-8 cm. Diversamente, aggiungi gocce di dilatanti, pulisci il
bagno e riprova;
b) posa una goccia del primo colore, e poi una del secondo colore (es. blu), che
deve espandersi regolarmente lasciando attorno una striscia consistente del
precedente. Se questo non si verifica, aggiungi dilatanti, pulisci il bagno e ripeti il
tutto.
c) prosegui allo stesso modo coi colori successivi.
Tieni presente che i colori posati successivamente richiedono di solito più
dilatanti.

Prob le mi e solu zio n i.


- Il colore affonda nel bagno. Il bagno è troppo denso, e va allungato. Oppure, va
aggiunto del fiele (o altri dilatanti)) al colore.
- I colori non si espandono bene, e i contorni della macchia sono irregolari: il
bagno va allungato con un po’ d’acqua, o ripulito dalla pellicola superficiale. Può
essere anche che il bagno sia troppo vecchio. Può essere utile soffiare sulle gocce che
non si espandono, anche mediante una cannuccia.
-I colori si espandono lentamente, con macchia regolare: occorre aggiungere fiele
al colore (o altri dilatanti).
- La goccia si estende e subito si restringe: il bagno è troppo denso e va diluito.
Oppure il bagno è troppo freddo, e occorre aggiungervi un po’ d’acqua calda.
-La goccia si espande troppo: il bagno è troppo liquido, oppure il colore è troppo
diluito o contiene troppi dilatanti. Raddensa il bagno o il colore. Puoi eventualmente
mettere nel colore qualche goccia di acqua d’allume concentrata .
- Il colore, posato successivamente, non reagisce . Il bagno non è stato pulito;
occorre variare l’ordine dei colori; o mettere nei colori successivi più fiele (o altri
dilatanti).
- Il nero si frantuma o non espande. Aggiungi fiele (o altri dilatanti). Oppure,
come per i colori ad olio, sostituisci il nero già pronto con un nero creato mediante la
mescolanza in proporzioni uguali di ciano, magenta e giallo [ciano è un colore fra blu
e verde, magenta fra blu e rosso: per semplificare mescola blu, rosso e giallo).
- I colori si espandono in forma granulosa. Ciò può dipendere dalla cattiva qualità
del colore, che va sostituito con altro più affidabile. Se danno luogo a granulosità
colori che di solito si comportano bene, le cause possono essere il clima (troppo caldo)
o l’uso di colori molto vecchi (che vanno sostituiti con colori freschi). Si può tentare
di rimediare, altresì, aggiungendo un po’ di gomma arabica. Secondo alcuni può
servire anche l’alcool isopropilico (usato come solvente e disinfettante). Un’altra causa
può essere il bagno vecchio e ormai alterato: non resta in questo caso che buttarlo.
- I colori risultano sbiaditi. Aumenta la concentrazione. Tieni presente che il fiele e
gli altri dilatanti schiariscono la tinta.

pag. 17
- Il colore non fissa bene. Aggiungi fiele o alcool saponato (o altri dilatanti adatti
al tipo di colore). Se usi carte allumate, aumenta la dose d’allume.

Bagn i da u sare . All’alga di Caragheen, alla farina di guar, alla gomma adragante.
Con gli acrilici, puoi usare un bagno alla metilcellulosa. Ricor da ch e il bag n o
cominc ia a “lavorare be ne” se ha r ip osato a lmeno u na not te, e dop o
l'e secu zio ne d i alcu ne cart e. Le pr ime, perciò, sono spe sso d i scar sa
qualit à. Fai sempre prove preliminari, correggendo la densità del bagno (e la
diluizione del colore) sinchè ottieni belle macchie. Controlla, inoltre, la temperatura
del bagno, che deve essere fra i 15 e i 20 gradi.
Prepara zio ne de lla carta . Secondo la tecnica tradizionale, la carta va
“allumata” passandovi sopra con una spugna leggermente imbevuta di acqua di
allume (vedi sopra). Ciò permette un buon fissaggio dei colori ad acqua, che non si
degradano quando, tolta la carta dal bagno, la si pulisce con l’acqua per togliere
l’eccesso di gelatina. Le carte possono essere allumate in due modi.
a) fo g lio per fog lio , me ntr e si mar morizza. E’ il metodo preferibile, e
consiste nell’allumare mediante una spugna ciascun foglio prima di preparare il
disegno: quando questo è terminato, dopo circa 5-8 minuti, la carta (ancora un po’
umida) è pronta per essere depositata. Vi è il problema, peraltro, di evitare che sui
fogli, specie se di formato grande, si formino delle pieghe. A questo fine, la carta,
dopo essere stata spugnata con l’allume, va pressata fra due assi, da cui viene tolta al
momento di deporla sul bagno. Difficile però, specie se i fogli sono grandi, ottenere
una buona spianatura.
b) qua lch e g iorno pr ima (si usano allora carte secche). Le carte, dopo essere
state allumate (ricordarsi di fare un segno a matita su un angolo del lato non
allumato!) , vanno fatte asciugare appendendole a un filo. Quando sono quasi asciutte,
si debbono impilare, facendo combaciare il lato allumato dell’una con quello allumato
dell’altra, e pressate mediante tavole di legno poste in pressa o sotto peso, sinchè
asciugano del tutto. E’ opportuno mettere un foglio di gommapiuma alla base e al
vertice della pila. Se anche in seguito a questo trattamento la carta conserva delle
pieghe, si può usare per la posa sul bagno l’attrezzo stendifogli (vedi le schede
tecniche più avanti).
Con tutti i colori ad acqua, peraltro, si ha un buon fissaggio anche con carta non
allumata. purchè si usi un bagno di natura collosa (ottimo il bagno di farina di guar).
Occorre evitare, però, di lavare la carta dopo l’impressione, o farlo con estrema
circospezione. Risultati ottimi si ottengono posando la carta (non lavata) su un piano
e passandovi sopra delicatamente con la lama di gomma del netta-fogli, oppure
usando un accessorio simile fissata sulla vasca stessa (vedi le schede della parte II). La
carta può essere stesa successivamente ad asciugare, senza che si producano colature.
Car te rea lizzab ili. I colori ad acqua sono adatti per tutti i tipi di
marmorizzazione (fantasia, pettinati, lavorati vari).
Posa de i co lor i. A pennello, col contagocce (o pompette a siringa). E’ buona
norma, per evitare che sul bagno si formi una pellicola che impedirebbe l’espansione,
procedere come segue:
a) intingi i pennelli nei vasetti, togli l’eccesso di colore passandoli sul bordo, e
appoggiali di traverso sui vasetti (oppure: prepara i contagocce)
b) pulisci il bagno (con carta e stecca)
c) posa immediatamente i colori
I colori dati per primi risultano più intensi, perchè forzati a comprimersi dai colori
successivi. Ad es., il nero posato per primo darà luogo a venature nere, dato per
ultimo a macchie grige.
Ord in e d i succe s sio ne de i co lori. In linea di principio: 1 nero, 2 blu, 3 giallo,
4 rosso [ oppure nero, rosso, blu, giallo). I colori più chiari, come il giallo,
andrebbero di solito per ultimi, ma può essere talora preferibile posarli all’inizio (ad

pag. 18
es. come secondo colore) per evitarne una dilatazione eccessiva e ottenere venature.
Va poi tenuto presente che alcuni colori (specie coloranti e dispersibili), se spruzzati
dopo gli altri, non espandono. Puoi in ogni caso “forzare” l’ordine aggiungendo più
dilatanti nei colori successivi.
Oss ervaz ion i var ie.
- per ottenere il bianco, distribuisci solvente puro (acqua + fiele o altri
dilatanti).
- per ottenere tinte più tenui, il colore va posato successivamente o allungato con
il veicolo acquoso adatto (contribuiscono a schiarire anche i dilatanti);
- per ottenere tinte più forti, il colore va posato all’inizio, o si deve aumentare la
quantità di colorante sciolto nel veicolo acquoso;
Inoltre tieni tieni presente che:
• il primo colore dà le venature, l’ultimo la tinta dominante;
• eseguendo, in una stessa sessione di lavoro, carte di vario genere, occorre
preservare la efficacia del bagno seguendo questo ordine di esecuzione: 1. pettinati;
2. gocce e fantasia; 3. carte con colore mischiato a trementina o olio;
• se si vuole usare lo stesso bagno con colori di tipo diverso, va seguito questo
ordine: 1) tempere, 2) coloranti (o acrilici);
• quando il disegno sul bagno è pronto, occorre posare rapidamente la carta, così
da evitare che il disegno si sfaldi o i colori affondino;
- puoi aggiungere al colore polvere metallizzata (ad es. oro).

pag. 19
7. C OLOR I A D AC QU A SPEC IFI CI

7.1. Te mpere e guazz i


In linea di principio sono i colori migliori, specie per i pettinati ove danno luogo a
disegni molto fini. Non sempre, però, hanno un fissaggio ottimale sulla carta non
allumata (dipende dal tipo di bagno e dalla preparazione del colore). E’ determinante
la marca usata, sia per quanto riguarda la corretta espansione, sia per la intensità del
colore. Come regola generale, si debbono impiegare tempere in tubetti o vasetti di
elevata qualità: artists’ water colors o, meglio, designer guaches (più forti e coprenti).
Questi i risultati delle prove effettuate:

marca problemi giudizio


Winsor& Newton non tutte le tinte lavorano bene ottimo
Talens gouache non tutte le tinte lavorano bene buono
Tempera Farbe (Nerchau) forte espansione modesto
Omnigouache Paillard da scartare
Tiepolo (Ferrario) da scartare
Maimeri da scartare

•W insor & Ne wto n designers guaches. Generalmente ottimi, permettono di


ottenere tinte abbastanza forti e sono da preferire per intensità ai water colors della
stessa marca. Non tutti i colori, però, lavorano allo stesso modo; talvolta risultano
granulosi o sbiadiscono. Si possono vedere nella tabella i colori preferibili, anche se va
sottolineato che la composizione può variare nel tempo.

tinta ricetta 1 ricetta 2


tradizionale nuova
permanent white buono
lamp black buono discreto
ivory black buono (?) scadente

indigo buono
prussian blue
turquoise blu
azure blue

permanent green deep buono


olive green

cadmium red deep buono


primary red discreto
carmine scadente
spectrum red

burnt sienna scadente


sepia buono
yellow ochre buono
permanent yellow deep buono
Parma violetto buono
brillant violet
gold imitation discreto

pag. 20
• Talen s gouache (designer tempera farben) extra-fine. Abbastanza buoni, con
scarti però fra i diversi colori. Le tinte ottenute, peraltro, sono generalmente tenui.
Dei neri disponibili (usando la ricetta 1) va evitato il Neutral Black , che dà macchie
granulose. Funziona normalmente, invece, l’Intense Black . Nessuno dei due neri lavora
bene, però, con la ricetta 2.

tinta ricetta 1 ricetta 2


tradizionale nuova
nero Neutro scadente scadente
nero Intenso buono scadente
warm grey buono
light blue buono
prussian blue discreto
blu oltremarino discreto buono
rosso di cadmio discreto
deep red buono buono
deeep green buono discreto
verde oliva buono scadente
verde smeraldo buono buono
deep giallo buono buono
deep gold buono buono
giallo di cadmio buono
avana brown scadente scadente
terra di Siena buono
ombra scadente buono
deep brown buono
violet scadente
blue violet discreto

Preparaz io ne trad izio na le (r ice tta 1) . Prepara una mistura di acqua


distillata e alcool al 30%. Allunga 2 cm. di colore con 1 cucchiaino di tale mistura
(certi colori ne chiedono un po' di meno, altri un po' più), così da ottenere un liquido
della densità del latte intero. Mettivi quindi a una a una delle gocce di fiele di bue,
provando ogni volta il risultato sul bagno: devi ottenere macchie di 6-8 cm. di
diametro.
E' spesso conveniente aggiungere gocce di alcool saponato o acqua saponata . (il
primo può essere usato anche in luogo del fiele). In certi casi, può essere opportuno
aggiungere gocce di gomma arabica.
Eseguita la preparazione preliminare, devi verificare che i colori si espandano in
modo concentrico, aggiungendo secondo necessità fiele o altri dilatanti ai colori posati
all'interno dei precedenti. Con questa preparazione, i colori non "saturano" il bagno,
ma lasciano estese intercapedini bianche (a questo problema si può ovviare
aumentando il disperdente). Il fissaggio sulla carta, inoltre, non è sempre ottimale.
Nuova pre paraz ion e (rice tta 2 , da prefe rire) Prepara una miscela composta
da una parte di vernice trasparente all’acqua (tipo Ronseal) e da 6 a 8 parti di acqua
distillata (evita una eccessiva concentrazione di vernice). Allunga il colore con questa
miscela, così da ottenere un liquido della consistenza del latte. Se aggiungi gocce di
fiele di bue, il colore si fluidifica e la macchia si allarga. Se aggiungi gocce di acqua
saponata, il colore ha un miglior fissaggio (ma questo ingrediente non ha effetti certi).
Non va usato l’alcool, che fa impastare il colore.
Non tutte le tinte si prestano a questa preparazione. Alcune, difatti, impastano o
danno macchie granulose, e vanno perciò evitate. Fra esse, della Winsor: l’Ivory Black
(meglio il il Lamp Black). Della Talens: il nero neutro, il nero intenso, il violetto, il
verde oliva. Conviene comunque lavorare solo con i colori “buoni”, ricavando gli altri

pag. 21
per miscelazione. Se si impìegano i Talens, non va usato il nero. In alternativa: si
supplisce così: a) si usa il Lamp Black della Winsor; b) si usa il nero intenso della
Talens, preparandolo però con la prima ricetta; c) si realizza il nero mescolando in
uguali proporzioni rosso, blu e giallo (propriamente ciano, magenta e giallo). È bene
preparare comunque poco colore per volta, ad evitare che si addensi.
Questa ricetta (scoperta dall’autore delle presenti schede) è di gran lunga
preferibile alla precedente, in quanto consente: a) di espandere perfettamente i colori,
con ottima copertura del bagno; b) di ottenere una agevole sovrapposizione degli
stessi; c) di assicurare il fissaggio su carta non allumata.
Buoni risultati si sono ottenuti con bagno alla farina di Guar. Ottime sia le carte
alla turca, per l’effetto coprente del colore così preparato, sia le. carte pettinate. Va
tenuto però presente:
• che la scelta dei colori è determinante;
• che per ottenere colori abbastanza forti, occorre spruzzare più volte i medesimi
colori (ad es., rosso, nero, blu, rosso, giallo, ancora rosso). Se si fanno carte pettinate,
è preferibile però la deposizione col contagocce;
• che il bagno, una volta saturo, non riceve più i colori, che affondano: evitare
dunque di sovraccaricarlo;
• che con questa ricetta il bagno deve essere abbastanza denso, così da sostenere
bene i colori;
Il bianco, con questa ricetta, si ottiene spruzzando la miscela di acqua e vernice,
più eventualmente fiele di bue per allargare la macchia.

Per realizzare CARTE PETTINATE E PAVONATE con questa ricetta, bagno di gomma
di guar e guazzi Winsor o Talens, , attieniti a quanto segue:
a) posa i colori col contagocce (otterrai una buona intensità e una distribuzione
equilibrata);
b) lavora il bagno con lo stilo, e non con i rastrelli (potrai ottenere righe più fini);
c) posa almeno tre colori concentrici (anche ripetendo due volte lo stesso colore).
Ad es.: giallo, blu, rosso; viola, blu, verde; blu, viola, blu. Non usare il nero se non sei
sicuro che lavori bene.
d) spruzza alla fine, se vuoi del bianco, la miscela di acqua e vernice. Strizza bene,
però, il pennello e deposita il solvente a piccole gocce.
[Se posi la carta mediante il morsetto lungo fisso (V. le schede tecniche della parte
II) eviterai il rischio di bolle].

Bagn i da u sare . Carragheen, gomma adragante, farina di guar. Non si possono


impiegare bagni già usati con coloranti per tinte muro o universali! (vale invece il
contrario).

Car te rea liz zab ili. Tutti i tipi di marmorizzazione (con le tempere, però, NON si
possono realizzare le carte a strisce mediante la griglia illustrata nelle schede
tecniche della seconda parte). Ottimi risultati si ottengono soprattutto con i pettinati,
che hanno un disegno molto fine.

Oss ervaz ion i var ie.


• Per evitare che i colori risultino sbiaditi o granulosi, occorre: a) non
sovraccaricare il bagno di colore; b) mettere il più possibile colori contrastanti (es.
violetto - giallo; rosso - verde; blu - arancio); c) non lasciare il colore a lungo sul
bagno, quindi lavorarlo in fretta.
• La carta dovrebbe essere allumata, ma il colore si fissa in modo soddisfacente
anche con carta non allumata, specie se si usa la seconda ricetta e se si ripulisce poi la
carta con il netta-fogli (vedi scheda in seguito) senza lavarla.

pag. 22
• Poichè non tutti i colori lavorano bene,come si è visto sopra, è opportuno
limitarsi a una scelta limitata, ricavando le altre tinte per mescolanza.
• Come ottenere altre tinte per mescolanza:
- marrone: 4 parti di cadmio, 1 di nero; oppure: 4 di giallo, 1 di rosso, blu a gocce
- arancio: 2 giallo, 1 rosso;
- rosa: 1 rosso, 2 bianco;
- bruno: 3 di terra di Siena (Burnt), 2 di nero;
- acquamarina: 1 di grigio, 1 di blu (indigo).

(Per altri problemi, vedi alla scheda “ Uso dei colori ad acqua (in generale)”)

pag. 23
7.2. COLOR I A CRIL I CI

I risultati sono discreti, ma vanno usati acrilici in tubetti o vasetti di buona


qualità. Diversamente, si hanno macchie granulose, irregolari e pallide. Non si
richiede allumatura previa della carta. Risultati delle prove effettuate:

marca giudizio
Liquitex discreto
Ferrario da scartare
Lefranc& da scartare
Gourgeois

Altre marche segnalate: Portfolio, Texticolor opaque, Colorcraft, ProChem, Deka.

Pre paraz ione s tan dard. Allunga un cucchiaino di colore con 1 cucchiaino di
acqua distillata. Se l’espansione non è sufficiente, mettivi 3-4 gocce di fiele di bue. In
alternativa, puoi usare come dilatante qualche goccia di Medium per acrilici (come
l’Acrylic flow Medium della Winsor & Newton), utile anche per compattare macchie
sgranate.
Puoi aggiungere eventualmente 2-3 gocce di acqua saponata o alcool saponato.
Quest’ultimo può essere usato anche in sostituzione di altri dilatanti.
Nella preparazione, procedi in ogni caso goccia dopo goccia, verificando via via i
risultati. Fai prove di espansione, e se necessario aggiungi gocce di fiele e di altri
dilatanti che vanno aumentati con i colori posati successivamente. Non si richiede, di
solito, aggiunta di alcool o gomma arabica.
Vari autori consigliano di usare come dilatante gocce di Photo-Flo allungato con
acqua. Tale prodotto dovrebbe essere reperibile nei negozi di prodotti fotografici, ma
è di fatto introvabile.

Bagn i da usar e. Consigliabile il bagno di metilcellulosa. Risultati variabili con i


bagni di di alga di Caragheen, farina di guar, gomma adragante. Puoi usare bagni già
utilizzati con tempere.

Car te r ealizza b ili. Tutti i tipi di marmorizzazione.

pag. 24
7.3. C OLORA NT I UNI VER SAL I

A seconda delle marche si hanno risultati diversi. Vedi la tabella sotto.

marca problemi giudizio


Unicolor le tinte secondarie si espandono buono
eccessivamente
Castò il nero sgrana buono
Mixol se non è ben preparato, può discreto
sgranare
DQC da scartare
Multicolor da scartare

Con gli universali (purchè di comprovata qualità come gli Unicolor), la lavorazione
è facile, il colore galleggia e si fissa in modo ottimale così che non occorre allumare la
carta. Sono disponibili, però, poche tinte, e il colore si espande in modo poco
controllabile. Riempie bene, tuttavia, la vasca, e ciò favorisce la realizzazione di carte
a gocce o fantasia. Si ottengono anche discreti pettinati, anche se di disegno non
molto fine. Le indicazioni che seguono sono state testate per i coloranti Unicolor
(prodotti dalla ditta Safra di Villafranca di Verona), e non si garantisce che valgano
per altre marche. Per quanto riguarda i coloranti Castò (distribuiti nei magazzini
Castorama) si vedano i suggerimenti specifici più sotto.

Prepara zio ne s tan dard per u n iver sali ( Unico lor o equ iva le nt i)
1^ ric et ta (s ta ndard) . Allunga il colorante con una quantità equivalente di una
mistura composta al 60% di acqua distillata e al 40% di alcool (quest’ultimo anche in
quantità minore). Evita peraltro di allungare troppo il colore, che verrebbe indebolito.
Per aumentare l’espansione puoi aggiungere altro alcool o meglio alcool canforato,
che con questi colori è il miglior dilatante e che è essenziale quando l'espansione
avviene irregolarmente ad "occhio" (con macchia centrale e alone chiaro circostante).
Possono servire anche alcune gocce di alcool saponato (il fiele, invece, ha poco
effetto). Al composto si possono infine aggiungere alcune gocce di gomma arabica
sciolta in acqua (la gomma rafforza la coesione).

2^ rice tt a (con a gg iu nta di v ern ice tr a spare nt e all’acq ua). Prepara una
mistura costituita di 6 parti di acqua distillata, 3 parti di alcool, da 1 a 2 parti di
vernice all’acqua trasparente per legno tipo Ronseal (altre marche possono risultare
inaffidabili). Diluisci, in tale miscela, il colorante, in proporzione che può variare da 1
parte su 6 a a 3 parti su 6. Aggiungi se del caso (dopo verifica) alcool o alcool
canforato per aumentare l’espansione, e gocce divernice all’acqua per migliorare la
definizione.
Una variante della ricetta è la seguente: 2 parti di vernice, 1 di acqua distillata, 1
di colorante, alcool secondo necessità.
La ricetta funziona bene solo con alcuni colori. Nel caso degli Unicolor: il nero, il
rosso e il blu e loro composti, come il viola. Impastano, invece, il rosso ossido, il giallo,
il giallo ossido, il marrone ossido e loro composti. Conviene allora attenersi a questi
accorgimenti:
1. usare in primo luogo nero, rosso, blu, e loro composti;
2. preparare gli altri colori:
a) con la ricetta standard;
b) con la ricetta 2, mettendo però sia la vernice che il colorante in piccole
quantità (spesso si ha un miglior risultato se il colore è depositato sul bagno
all’inizio);
pag. 25
c) con la ricetta 2, ma escludendo l’alcool (se il bagno è denso, possono esservi
però problemi di espansione).
La vernice all’acqua migliora sensibilmente l’espansione anche su colori
precedenti, dà luogo a macchie dai contorni regolari, migliora definizione e
brillantezza del colore, facilita il fissaggio. Ottimi risultati si sono ottenuti con bagni
sia alla farina di Guar che di gomma adragante..
Tenere presente che alcuni coloranti (come il blu) possono avere difficoltà ad
espandersi sui precedenti, per cui è opportuno depositarli prima. Non usare, inoltre,
un bagno troppo denso.

3^ rice tta . Aggiungi, a una parte di colore, una parte di acqua distillata, una di
acetone (alleggerisce il colore e migliora il fissaggio) e una (o anche più) di alcool .
Puoi eventualmente aggiungere mezza parte di vernice trasparente all’acqua tipo
Ronseal. Se la tinta risulta tenue, aggiungi altro colore. Per migliorare la dilatazione,
metti altro alcool o alcool canforato.

4^ r icet ta. Per fare carte fantasia con bagno molto acquoso (ad es. 20-30 gr. di
farina di guar in 12 litri di acqua) o anche di acqua pura. Preparare una miscela
composta di: 1 parte di acqua distillata, 2 parti di alcool, mezza parte o poco più di
petrolio lampante (o petrolio bianco, reperibile nei colorifici). Il petrolio permette il
galleggiamento del colore, migliora il fissaggio ed evita la rapida evaporazione
dell’alcool. Allungare una parte di colorante con una/due parti della miscela. Con
questa ricetta si possono ottenere tinte anche molto forti. È bene usare pochi colori (1,
2 o 3), assicurandosi prima che l’ordine di posa ne permetta la sovrapposizione. Fare
più passate (intercalate agli altri colori) del colore che si vuole dominante, così da
ottenere tinte forti. Ad es.: una passata di nero; due passate di rosso; una passata di
verde; due passate di rosso. Dopo aver deposto i colori, lasciarli fluttuare sul bagno
(specie se di acqua pura) o muoverli con uno stilo, così che diano luogo al tipico
disegno delle carte fantasia. Attenzione: poichè alcool e petrolio sanno un po’ d’odore,
lavorare in ambienti ben arieggiati.

Co lori da u sare : nero, rosso base, rosso ossido (generalmente preferibile), giallo
base, giallo ossido, blu, bianco, bruno ossido. Ricava il verde, il marrone, il viola e le
altre tinte per miscelazione. Un buon marrone scuro si ottiene miscelando 4 parti di
giallo, 1 di rosso, blu a gocce. Un buon verde si ottiene mescolando giallo ossido con
blu. Per ottenere un buon rosso, scuriscilo con un po’ di nero e mettivi eventualmente
una goccia di blu. Per ottenere un color salmone, metti un po’ di rosso e due gocce di
blu in uno-due cucchiai di giallo ossido. Usa il nero con cautela (spesso è preferibile il
grigio, ottenuto miscelando il bianco con un po’ di nero). Il blu tende ad assorbire gli
altri colori. È consigliabile perciò depositarlo in piccola quantità, scolando bene il
pennello sul bordo del recipiente.
I colori secondari già pronti (marrone e soprattutto verde) si allargano molto, e
sono perciò in linea di principio sconsigliati. Si possono eventualmente usare come
colori terminali (specie per carte turche), strizzando molto il pennello così da ottenere
gocce minute. Si possono anche ottenere tinte diverse, miscelando a questi colori
piccoli quantitativi di colori-base. Evitare comunque il verde, che si espande in modo
eccessivo e dà luogo a un risultato sbiadito.

Oss ervaz ion i var ie


- il colore non fissa bene. Aggiungi dilatanti o alcool;
- il colore non si espande bene. Aggiungi dilatanti o alcool. Allunga il bagno.
- il colore si espande troppo. Questo avviene spesso con i colori secondari già
pronti, oppure con il blu e il verde (ottenuto per miscelazione). Prepara questi colori
con una maggior concentrazione e distribuiscili a piccole gocce (strizzando il

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pennello) e in modo non troppo fitto. Talora, può essere utile aggiungere qualche
goccia di acqua d’allume concentrata.
- il colore si sfalda. Aggiungi un po’ di gomma arabica, dilatanti o alcool.
- il colore, dopo averlo mescolato nello scodellino, risulta schiumoso. Mettivi una o
due gocce di alcool canforato (o anche di semplice alcool).
- i colori non si sovrappongono bene. Per una corretta espansione, questi colori (a
differenza delle tempere) vanno spruzzati secondo un certo ordine: diversamente,
alcune tinte non lavorano bene. In linea di principio, segui questa progressione: nero
(o grigio), blu (o verde), giallo, rosso, colori secondari già pronti. In generale, riescono
bene le carte a pochi colori (ad es. 3). In particolare, per ottenere un blu marcato,
spruzzalo come primo o secondo colore.
(Per altri problemi, vedi alla scheda “ Uso dei colori ad acqua (in generale)”.)

Bagn i da u sare . Danno buoni risultati i bagni di farina di Guar (che non deve
essere troppo denso) e di gomma adragante (quest’ultimo permette un ottimo
allargamento dei colori e una agevole sovrapposizione delle macchie, ed è
consigliabile per le carte turche e affini; risultati variabili invece con i pettinati).
Utilizzabili anche i bagni al Carragheen e alla metilcellulosa (quest’ultimo
limitatamente alle carte non pettinate). Puoi usare bagni già utilizzati con tempere
(ma non viceversa!).
Car te r ealiz zab ili. Consigliabili soprattutto le carte a gocce (turche) e fantasia,
con ottimo "riempimento" del bagno. Riescono abbastanza bene anche le chiocciole.
Si possono ottenere discreti p et tinat i e p avonat i, attenendosi alle seguenti
istruzioni:
- preparare i colori con la ricetta 1 (acqua, alcool e alcool canforato) o 2 e usare
un bagno abbastanza denso e possibilmente vecchio. Funziona bene il bagno di farina
di Guar (con la ricetta 2, anche di gomma adragante).
- per ottenere un colore dominante intenso, è necessario spruzzarlo più volte di
seguito. Non ci si deve preoccupare se apparentemente le macchie degli ultimi colori
non si dilatano bene: il bagno si lascia poi stirare ottimamente mediante lo stilo. Ecco,
a titolo orientativo, alcune combinazioni che funzionano bene:
a) dominante rossa:
grigio, [rosso base], giallo, rosso ossido (2-3 spruzzate), blu (o verde)
nero, grigio, rosso, altro colore a piccole gocce, rosso (2 spruzzate), giallo a
piccole gocce
b) dominante verde:
grigio, giallo a piccole gocce, verde (3 spruzzate), rosso
(il verde va creato con giallo-rosso-blu)
c) dominante blu: grigio, giallo a piccole gocce, blu (3 spruzzate), rosso
(è bene correggere il blu con un po’ di rosso base)

PR E P AR AZ I ONE E I MPI E G O D EI COLOR ANTI CAS TÒ. Questi colori vanno


preparati preferibilmente con un disperdente costituito da acqua e vernice Ronseal. Di
base, il disperdente è costituito da 5 o 6 parti di acqua e 1 di vernice, ma può essere
necessario mettere più vernice, specie nel colore finale. Di norma non si usa alcool,
tranne (quando risulta necessario, come si dirà sotto) nel colore finale. Va bene
qualsiasi carta, ma se questa è un poco assorbente i colori si trasferiscono meglio. Si
possono ottenere ottime carte alla turca, con effetto vene capillari (ma i risultati
variano nel tempo). Seguire, in linea generale, queste regole:
1. Usare un bagno alla farina di guar di densità normale o media (con bagni più
fluidi si ottengono macchie grandi).
2. Lavorare con una temperatura di 20 o più gradi.
3. Usare preferibilmente i colori primari (rosso, blu, giallo) più nero e bianco, e
ricavarne i colori secondari per combinazione. Gli altri coloranti Castò (rosso ossido,

pag. 27
verde, marrone, ecc.) sono di difficile controllo e tendono ad allargarsi
eccessivamente. Si possono usare ma con molta cautela.
3. Mettere una quantità limitata di disperdente, diversamente i colori schiariscono
e perdono sostanza. Si può usare, in linea di massima, la proporzione di 1 a 1.
4. Aggiungere un po’ di vernice pura nel colore finale, per migliorarne
l’allargamento.
5. Dopo avere depositato i colori, procedere dopo una ventina di secondi alla posa
della carta, per evitare un possibile “ritiro” delle macchie. Se le macchie non ritirano e
si attendono 2 minuti, si può ottenere tuttavia una migliore formazione di vene
capillari e un piacevole effetto di sgranatura del colore di fondo.
Tenere presente che i risultati cambiano purtroppo a seconda di variabili
difficilmente controllabili come l’umidità, la qualità del bagno, la densità, l’età,
modifiche sempre possibili della composizione chimica del colorante, ecc.
I colori vanno depositati come segue:
a) colore di base, a gocce piccole e rade, che darà luogo alle venature (prima di
procedere, passare bene il pennello sul bordo dello scodellino, così da scaricare
l’eccesso di colore). Si possono depositare anche due colori di seguito. Si possono
usare il giallo, il rosso, il marrone, il grigio*, il verde, il blu (talora problematico), e
anche lo stesso colore del punto C;
b) solvente puro (acqua più vernice) a gocce piccole e rade, che darà luogo a
venature bianche (questo passaggio si può omettere);
c) colore finale depositato in due passate successive o, per scurirlo maggiormente,
anche tre. Occorre però evitare di far cadere gocce grosse, che darebbero luogo a
macchie estese e anti estetiche. Per questo, prima di procedere occorre scaricare dal
pennello l’eccesso di colore passandolo sul bordo dello scodellino. Sarà questo il
colore dominante.
I color i primari vanno generalmente scuriti, in particolare il rosso e il blu. Il
rosso vivo con un po’ di nero e eventualmente di blu; il blu con un po’ di nero e rosso
vivo. Tieni presente che il blu ha una espansione problematica alla quale si rimedia
aggiungendo alcool. Per facilitare la copertura del bagno da parte di questo colore,
conviene depositare i colori di base in modo assai fine e un po’ rado.
I colori seco ndar i si ottengono così (variando le proporzioni si ottengono varie
sfumature):
- il verde miscelando 4 parti di giallo ed 1 di blu; oppure 2 parti di giallo ed 1 di
blu, o anche 2 parti di blu ed 1 di giallo (blu-verde). Per scurire, mettere un po’ di
rosso vivo e di nero.
- il marrone miscelando 3 parti di giallo, 1 di rosso e mezza di blu (scurire col
nero); oppure, i tre colori in parti uguali; o ancora, il rosso più il nero.
- il grigio, miscelando il nero col bianco, o unendo due complementari (v. la
tabella dei colori in appendice).
- il viola miscelando 1 parte di rosso ed 1 di blu; oppure 2 parti di blu ed 1 di
rosso (viola bluastro) o 1 parte di blu e 2 di rosso (viola rossastro). Scurire sempre col
nero.
- l’arancio, miscelando 2 parti di giallo ed 1 di rosso, o 1 di giallo e 2 di rosso se si
vuole un arancio scuro.
Si possono realizzare anche carte monocolore, spruzzando più volte la stessa tinta
(e eventualmente solvente puro all’inizio per ottenere più venature bianche).
Buone anche le carte fantasia.
Non mescolare i colori Castò con gli Unicolor.
* Il nero, se usato a sé, tende a sgranare. Se però è miscelato al bianco, così da
ottenere il grigio, funziona in modo ottimale. Questa tinta, comunque, non dà sempre
risultati gradevoli.

pag. 28
7.4. COLOR AN TI PER TI NTE M URO

Tendono ad espandersi in modo incontrollato. Se ben preparati, tuttavia, possono


essere di una certa soddisfazione, anche perchè le tinte ottenute sono più forti di
quelle delle tempere. Lavorano bene specie se il bagno è vecchio. Rispetto agli
universali, danno macchie dai colori meno pastosi e con contorni netti. Buono il
fissaggio.
Anche qui, a seconda delle marche si ottengono risultati diversi. Vedi la tabella.

marca giudizio
SafraColor buono
Wiz sufficiente
Arlecchino sufficiente
Piùcolor buono
Minicolor da scartare
Ard sufficiente
K Color buono

Il problema principale di questi colori è che spesso danno luogo a una macchia ad
"occhio", con un esteso alone chiaro circostante. Per correggere questa tendenza, e
ottenere una macchia più uniforme, occorre perciò forzarne la dilatazione.
Prepara zio ne sta ndar d. Aggiungi a un cucchiaino di colorante: da mezzo a un
cucchiaino di acqua distillata (evita peraltro di mettere troppa acqua, che indebolisce
il colore) ; 2-3 gocce di alcool canforato e un paio di alcool saponato . La quantità di
alcool canforato (e in misura minore saponato) va aumentata sino a ottenere una
macchia il più possibile uniforme. Alla mistura si possono eventualmente aggiungere
gocce di fiele di bue e 1-2 gocce di gomma arabica sciolta in acqua.
In certi casi possono tornare utili l'acqua di allume (che contribuisce al
compattamento) e un po' di acetone , che fluidifica e migliora il galleggiamento. I
coloranti per tinte muro si possono mescere con gli universali.
2^ rice tta. Prepara una miscela di acqua distillata (da 6 a 9 parti) e di vernice
all’acqua tipo Ronseal (1 parte o più). Diluisci il colorante con una eguale quantità di
questa miscela. Questa ricetta funziona bene solo con alcune marche, come Safra,
Minicolor (ma va evitato il nero), PiùColor. I colori si espandono in modo abbastanza
regolare e si sovrappongono bene. Si può usare un bagno di MetilCellulosa (o alla
farina di Guar).
3^rice t ta. Come la ricetta 4 dei coloranti universali. Ottime le carte fantasia
ottenute, anche con bagno di acqua pura.

Bagn i da us are. Bagno alla farina di guar o alla metilcellulosa (meglio se un po’
vecchio e abbastanza fluido). Puoi usare bagni già utilizzati con tempere (ma non
viceversa!).
Car te rea lizzab ili. Questi coloranti, a differenza delle tempere, riempiono bene
il bagno. Si possono ottenere perciò ottime carte a gocce (turche) o fantasia, usando
un bagno a media diluizione. Riescono bene anche le chiocciole. Si possono pure
realizzare pettinati accettabili (il disegno però è poco fine).
Oss ervaz ion i var ie.
- Spruzzando questi colori a pennello, l’ordine di posa è spesso pregiudiziale per
una corretta espansione: fai sempre, perciò, una prova preliminare.
- I risultati migliori si ottengono con pochi colori (ad es. 3);
- Un buon marrone scuro si ottiene miscelando 4 parti di giallo, 1 di rosso, blu a
gocce.
- Si può usare senza problemi carta non allumata.
- Valgono le altre osservazioni riportate sopra per gli universali.
pag. 29
7.5. COLOR AN TI COM MER CI ALI PER M ARM OR IZ ZA ZIO NE
.
Si usano così come stanno, o allungandoli con acqua e eventualmente
qualche goccia di fiele. Permettono di ottenere tutte le marmorizzazioni. Buoni
risultati si ottengono col bagno di Carragheen e di farina di guar. Non va usato,
però, un bagno già impiegato con coloranti.
Funzionano bene i Marbling. Insoddisfacenti, invece, i DekaMarble (che richiedono
l’uso di un addensante ad hoc). Ma che piacere c’è a non prepararsi i colori?

pag. 30
8. T IPI DI M AR MORI Z ZA ZIO NE

8.1. C AR TE “ M AR MO ” C ON COL ORI AD OLI O

In generale, usa un bagno leggero e assicurati di ottenere una buona espansione


dei colori.
1. Mar mo fa nta s ia. Usa un bagno leggero. Spruzza i colori a pennello, crea
quindi delle venature rimestando con uno stilo. Procedi dolcemente per evitare bolle.
L’effetto delle venature può essere ottenuto agendo con lo stilo colore dopo colore.
L’ultimo può essere lasciato a gocce.
2. Mar mo turco (a gocc e). Usa un bagno leggero. Spruzza i colori a pennello
lasciandoli poi così come sono, senza muoverli. Ottimi risultati si ottengono con pochi
colori (bicolori, tricolori).
3. Mar mo a ven e cap illar i. Usa un bagno leggero. Spruzza col pennello uno o
due colori diluiti in modo normale (non spruzzarne troppo). Al termine, spruzza
solvente puro, o solvente con una leggera colorazione. Per posare il solvente sul
bagno, puoi usare il pennello, oppure sfregare una spazzola su una griglia.
4. Mar mo gran ula to. Aggiungi alla trementina un po’ di acetone, oppure di
alcool o sapone liquido (ognuno di questi prodotti dà una granulazione diversa).
Effettua la spruzzatura a gocce. Questa carta, usando un solo colore, è ottima per
sguardie.
5. Pe tt inat i (sconsigliati). Se il bagno ha una certa densità, si possono ottenere
anche carte pettinate, ma il disegno è assai meno netto di quello ottenuto coi colori ad
acqua.
Particolari effetti si possono ottenere usando un bagno caldo (38/40°). La
differenza di temperatura fra colore e bagno dà luogo a una vivace espansione. Per
scaldare il bagno, puoi piazzare sotto la vasca (in metallo) un termoventilatore oppure
fissare una resistenza.

pag. 31
8.2. CAR TE “ MAR MO ” CON COLOR I A D AC QU A

Le carte marmo si ottengono assai bene, e con facilità, con i coloranti universali di
qualità ed anche con i coloranti da muro, che danno un buon riempimento del bagno
(senza lasciare, cioè, estesi interstizi bianchi ). Impiegando le tempere, che hanno una
minore espansione, si deve allungare il bagno. In generale, per ottenere buoni risultati
attieniti a queste norme:
a) per evitare un effetto volgare, crea per miscelazione verdi muffa o oliva;
b) inscurisci il rosso con una punta di blu;
c) correggi eventualmente il blu base con qualche goccia di rosso e un po’ di
marrone già pronto;
d) usa un bagno fluido ma non troppo, così da ottenere colori vivi. Tieni presente
comunque che più denso è il bagno, più minute sono le gocce.
e) spruzza i colori a piccole gocce, senza sovraccaricare il bagno;
f) procedi rapidamente, per evitare che si formi sul bagno una pellicola che
impedisce l'allargamento delle macchie;
g) qualora ti proponga di eseguire, in una sola sessione di lavoro, carte di vario
tipo, prima realizza i pettinati, poi, quando il bagno è ormai “maturo”, le carte
“marmo”. Alla fine le carte ottenute con spruzzature di sapone, trementina o olio.
h) per ottenere diverse tonalità dello stesso colore, spruzzalo in più tornate (anche
inframmezzato da altri colori).
i) tieni presente che il set di colori usati tradizionalmente è il seguente:
SCARLATTO , CARMINIO , BLU CHIARO, BLU SCURO (indigo), GIALLO , ARANCIO , NERO ,
VERDE, BRUNO, BIANCO .

1. Mar mo “ turco ” (o a gocce, a sassi, agata: "turkish" o "stone marbling"). Se


vuoi ottenere margini non sfrangiati, usa un bagno piuttosto vecchio e abbastanza
fluido. Per riempire bene il bagno, senza lasciare zone bianche, occorre: a) spruzzare i
colori (specie i primi) mediante pennelli grossi (anche di saggina), stando a circa 30
cm. dal bagno; b) effettuare le operazioni con rapidità . Si possono anche afferrare
insieme più pennelli intrisi ciascuno di un diverso colore. I colori tradizionalmente
usati sono il NERO e il BLU (o il ROSSO ). Se l’ultimo colore ha più fiele (o altri
disperdenti) si ottengono venature simili a quelle del marmo.
Buone carte si ottengono spruzzando: a) il nero ( a piccole gocce e in misura
limitata) ; b) un secondo colore (a gocce piccole); c) un eventuale terzo colore; d) per
finire un terra di Siena, un marrone o un verde.
Ottimi i risultati si ottengono con i coloranti universali e da muro, che permettono
un riempimento del bagno migliore di quello ottenuto con le tempere. Nel caso degli
universali tipo Unicolor puoi usare come colori terminali il marrone e il verde
commerciali già pronti, strizzando molto il pennello e depositando gocce quasi
nebulizzate (il verde già pronto però espande molto: puoi limitare la dilatazione
mettendovi un po’ di giallo e blu, e, dopo la spruzzatura, affrettandoti a depositare
la carta sul bagno).
2. Fre nch sh ell. Ha venature bianche. Coprire rapidamente la superficie con un
colore (es. blu), e lasciare espandere le gocce (che debbono dare macchie larghe).
Quindi spruzzare lo stesso colore, ma con più forza, oppure un colore diverso (ad es.
bruno o verde) , che deve dare gocce più piccole. Con coloranti universali, un ottimo
risultato si ottiene dando prima il nero (o altro colore) quindi il blu, che ha una forte
dilatazione.
3. Fre nch she ll con e ffe tto o lio. Crea un fondo marmo a gocce (meglio se con
un solo colore). Metti una o più gocce di olio di oliva nell’ultimo colore e spruzza,
stampando in fretta. Questa carta va fatta rigorosamente per ultima, perchè rovina il
bagno. Riesce con colori a tempera, non con i coloranti.

pag. 32
4. Stor mo n t (effe tto t e mpe s ta) Aggiungi qualche goccia di trementina
all’ultimo colore al fiele (che è opportuno sia ben diluito). Conviene utilizzare non più
di due-tre colori. Questa carta riesce con colori a tempera, non con i coloranti.
5. Fiocc hi d i nev e . Fai un fondo marmo blu. Spruzzavi quindi sopra piccole
gocce di una una mistura costituita da una parte di bianco d’uovo e sei d’acqua.
6. Mar mo a v en e cap illar i ("hair vein" o "italian"). Usa un bagno
medio/leggero. Spruzza i colori che debbono dar luogo alle vene (tradizionalmente:
NERO e BLU, oppure nero e ROSSO ) a gocce minute, col pennello preventivamente ben
scolato sul bordo dello scodellino, e eventualmente anche passato su un foglio di
carta. Al termine, spruzza solvente puro (acqua più fiele o altro disperdente) o
solvente con una leggera colorazione. Per posare il solvente sul bagno, puoi usare il
pennello, o sfregare una spazzola su una griglia (per evitare che si formi schiuma
aggiungi alla soluzione una goccia di olio o petrolio). Con coloranti universali, puoi
usare come colori base il rosso o il giallo, e come finali il marrone commerciale già
pronto, oppure il blu ben diluiti (vedi indicazioni ulteriori al punto 11). Questa carta
va preparata al termine della sessione di lavoro, perchè guasta il bagno.
7. Mar mo fan tas ia ("wave"). Usa un bagno leggero. Spruzza i colori a pennello e
crea quindi delle venature rimestandoli con lo stilo o un pettinino a 4 o 6 denti. Per
ottenere vene sottili e uniformi, il bagno può essere preventivamente “stirato” da un
solo lato col pettine a denti larghi di legno. L’effetto delle venature può essere
ottenuto anche agendo con lo stilo colore dopo colore (l’ultimo può essere lasciato a a
gocce). Con gli universali (ma anche i dispersibili per muro) puoi ottenere un ottimo
marmo fantasia con un bagno molto acquoso, e preparando i colori con acqua (45%),
acetone (30%) e alcool (25%), più eventualmente alcool saponato e canforato.
8. Mo noco lore. Posa una prima volta il colore su tutta la superficie, e , dopo che
si è assestato, fai una seconda distribuzione e ancora, se vuoi, una terza (lo stesso
colore, posato successivamente, risulta di tonalità più intensa).
9. P un teg g iato ("sprinkle marbling", sec. 16°). Prepara una miscela di acqua e
fiele e eventualmente un po' d'alcool (e, se vuoi, anche un po’ di colore). Crea un
fondo a gocce, anche monocolore. Spruzza poi il composto con un nebulizzatore. Può
seguire un altro colore.
10. Mo tivo ing le se . Consiste in una serie di strisce parallele. Dopo aver creato
un fondo marmo a gocce, si posa la carta a piccoli segmenti successivi. Nelle schede
sugli attrezzi speciali si illustrano procedure più efficaci di quella manuale.
11. Mot ivo spa gno lo ("spanish", 16° sec.). Consiste nella creazione di una serie
di onde parallele, ed è di non facile realizzazione. Il bagno deve essere mediamente
denso, così da permettere lo “stiramento” dei colori (ma non troppo, perchè la carta
scorrerebbe con difficoltà). Tradizionalmente si consiglia il bagno di gomma
adragante, ma va bene anche quello di farina di guar. I colori (non più di tre o
quattro) vanno depositati a gocce minute, mettendo per ultimo un colore scuro con
molto disperdente, così da comprimere i colori precedenti e da ottenere una rete di
venature. L’ultimo colore è quello che darà il tono dominante alle onde.
Il foglio di carta va posato in diagonale, a partire dall’angolo a destra più vicino.
Tieni con la mano destra una estremità, e con la sinistra (in verticale) l’altra
estremità. Il foglio va quindi fatto cadere gradualmente, a piccoli segmenti, con uno di
questi due metodi:
• Mentre fai cadere un segmento, tira indietro (con la destra) il
foglio, che va poi tirato avanti con la sinistra.
• Ripeti questo ciclo: a) tira indietro la carta; b) fai cadere un
segmento; c) tira avanti la carta; d) fai cadere un altro segmento.
Alcune combinazioni di colori:
a) verde pallido, rosa antico, bruno (o fulvo) [combinazione classica]
a) grigio, blu, rosso scuro, marrone scuro
b) verdazzurro, viola, giallo (o arancio), rosso scuro

pag. 33
c) grigio, azzurro, giallo (o arancio), bianco, rosso
d) nero, blu, giallo (o arancio), bianco, bruno
Per la realizzazione di queste marmorizzazioni risultano adatti i coloranti
universali tipo Unicolor, con bagno di farina di guar o di gomma adragante. Usando
tali coloranti, puoi ottenere ottime venature spruzzando dapprima uno, due o tre
colori a piccolissime gocce (i pennelli vanno non solo passati sul bordo dello
scodellino, ma anche ulteriormente scolati sfregandoli su un foglio di carta). Puoi
utilizzare il viola, l’azzurro, il giallo, il rosso, l’arancio. Il nero è sconsigliato, il grigio
non sempre dà buoni risultati. Come colori finali, che danno luogo alla tinta
dominante, si usano il rosso base, il rosso ossido, il marrone (già pronto), il verde
(preparato con giallo ossido, blu e qualche goccia di rosso). Si possono anche
realizzare carte monocolore, che risulteranno venate di bianco. Risultati altrettanto
buoni, se non migliori, si ottengono con i coloranti universali Castò (ma è bene usare,
qui, solo i colori primari e le loro combinazioni).
Con vasca da 78 cm., vanno usati fogli di carta lunghi da 64 a 66 cm. (non 70,
come nelle esecuzioni standard). Funziona bene la carta Kraft di grammatura 100
(carte più pesanti tendono ad affondare ai lati), che va marmorizzata dal lato lucido.
Va detto che la realizzazione manuale di queste carte dà luogo a onde disuguali e
non allineate. Appare perciò di scarsa affidabilità. Si ottengono invece onde più
regolari utilizzando le apparecchiature illustrate nella seconda parte di questo
fascicolo (v. la scheda “ attrezzi per creare carte spagnole (a onde) ” . Carte simili alle
“spagnole” e di buon effetto si ottengono anche con la griglia per creare carte a
strisce, ideata dall’autore di queste schede, di uso decisamente semplice e rapido. Si
veda per questo, nella 2^ parte, la scheda “Griglia per creare carte a strisce”.
12. Mo irè (a onde incrociate). Piega la carta in quadrati (lasciando la parte
eventualmente allumata all’esterno). Tenendola così piegata, arrotolala (il lato
allumato in basso), e premi così che si formino delle pieghe. Puoi fermarti qui, oppure
arrotolare la carta, girarla di 1/4, e eseguire le medesime operazioni. Apri infine la
carta, e lasciala riposare un po’. Quindi posala sul bagno in diagonale, nel modo visto
per la carta inglese. E’ bene usare una carta leggera.
13. A ch ioccio la ("french curl", 17° sec.). Si realizza a partire da un fondo a
gocce e riesce bene se le macchie restano piccole, fitte e compatte. Per questo, usa un
bagno un po’ denso, non diluire troppo i colori, e spruzzali in maniera minuta e
diffusa, strizzando prima il pennello (in origine si usavano spesso ROSA SALMONE,
GIALLO e BLU). Una variante del bagno a gocce è il bagno “stirato”. Disegna quindi
delle spirali con lo stilo. Puoi anche usare un pettine a denti larghi, facendo ogni volta
un'intera fila di chiocciole. Con l’erpice (vedi le schede tecniche più avanti) puoi
ottenere in un sol colpo tutte le chiocciole.
14. A “occh i d i gat to" (effetto raggiera). E’ una carta di realizzazione assai
difficile. Gli occhi vanno realizzati con l’ultimo colore, su un marmo di base (spesso
monocolore), depositandoli preferibilmente con il contagocce. Dal momento che si
usano sostanze caustiche e pericolose, è necessario proteggere le mani con guanti e gli
occhi con occhiali da officina.
1^ ricetta. Funziona con le tempere. Preparare il colore con acqua e fiele, e
aggiungere 6 gocce di acqua di potassa caustica e altrettante di acqua d’allume. Fare
prove, e aggiungere se necessario altre gocce (stare attenti ad evitare che il colore si
faccia schiumoso). Si possono eventualmente aggiungere al composto gocce di soda
caustica sciolta in acqua. Se ci si serve del pennello questo deve essere di saggina o
con peli di plastica (i pennelli normali vengono distrutti dall'acqua di potassa).
2^ ricetta. Funziona con le tempere. Preparare il colore con 2-3 gocce di
trementina, 1 di olio di girasole, un pizzico di soda caustica, uno di potassa caustica e
uno di allume.
3^ ricetta. Funziona con i coloranti universali Unicolor o equivalenti (specie il
blu). Si scioglie il colore nell’alcool canforato, che ha molta forza espansiva,

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aggiungendo 7-8 gocce di acqua di potassa caustica e eventualmente 1-2 gocce di
creolina (che mantiene l’occhio più compatto al centro). Se l’occhio non risulta bene,
va aggiunta acqua di potassa. E’ bene distribuire il colore con il contagocce.

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8.3. C AR TE “ PETT IN ATE ” ( CON COLOR I AD A CQU A )

Per effettuare queste carte è consigliabile usare colori a tempera, che consentono
di ottenere disegni netti e precisi. Discreti risultati si possono ottenere anche con i
coloranti universali e da muro, che danno però disegni assai meno fini (specie per i
motivi più complessi, come i fiori).
Impiegando le tempere, puoi spruzzare come ultimo colore solvente puro (acqua
+ gocce di fiele). Ottieni così il bianco ed eviti (specie nei fiori) l'appiattimento delle
tinte. Usa un bagno medio (= olio da cucina) o denso (= olio di macchina): evita
comunque una densità eccessiva, che impedisce una buona "stiratura".
Per la distribuzione dei colori, il metodo più semplice è lo spruzzo col pennello,
avendo cura di togliere l’eccesso di colore sul bordo della scodellina e spruzzando
macchie piccole, fitte e ben distribuite.
Una migliore distribuzione dei colori si ottiene però posando le gocce in modo
concentrico, per mezzo di contagocce o, meglio, delle pompette a siringa (vedi alle
schede tecniche della parte II), che hanno un serbatoio più
capace, permettono un miglior controllo della caduta e
permettono di lavorare più rapidamente. Si deposita prima
un colore, nel modo illustrato sotto, poi il secondo (avendo
cura che le gocce cadano al centro delle macchie
precedenti), poi il terzo, ecc.
Puoi usare carte allumate ma anche non allumate.
Tutte le carte pettinate vanno precedute dalla stiratura inizia le del bagno, che è
bene effettuare rapidamente, prima che le macchie di colore si dilatino troppo. Si
possono usare due sistemi:
a) Con uno stilo si percorre il bagno a zig-zag dapprima in verticale (lato lungo),
poi in orizzontale (o, in alcuni casi, viceversa ), come mostra il disegno a sinistra. Lo
stilo deve essere abbastanza grosso (6 mm. di diametro), specie quando i colori sono
stati depositati a gocce. Occorre stare attenti, però, a non generare delle bolle d’aria.
Con questo metodo si ottengono roghe più fini.
b) In luogo dello stilo, si usa una coppia di pettini (uno per percorrere la vasca
dal lato più lungo, l’altro per percorrerla dal lato più largo). Il pettine può essere a
denti grossi di legno distanti circa 4-5 cm. Se però, specie con le tempere, i denti di
legno trascinano via troppo colore, può essere opportuno optare per pettini a denti
più sottili. In un primo tempo, dunque, si percorre col pettine più stretto la vasca in
lunghezza, dapprima verso l’alto poi (spostando i denti sulla metà del disegno
ottenuto, così da ottenere uno spigato) verso il basso. La stessa operazione viene
effettuata in larghezza, come mostra il disegno a destra. Questo metodo è valido
soprattutto se i colori sono stati spruzzati a pennello, e ha il vantaggio di essere
rapido e di non lasciare bolle.

LEGENDA: (e ) = lato lungo della vasca; (e ) = lato corto della vasca

1. Ze bra o “a nt icato ” ("antique"). Effettua la stiratura (anche con


rastrelli). Al termine, aggiungi un colore a gocce assai diluito (oppure solo acqua
miscelata con fiele, per ottenere macchie bianche), strizzando il pennello e passandolo
su un giornale così da ottenere gocce fini. Se impieghi i coloranti universali o i
dispersibili per muro, va bene un solvente costituito di alcool puro o alcool canforato,

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che puoi allungare con un po’ d’acqua (più vi è acqua, minore è l’espansione. Puoi
aggingervi eventualmente qualche goccia di colore.
2. Pet t ina to vert ica le d ir it to o ond ula to ("combed" o "'nonpareil", 17° sec.).
Tradizionalmente, sono usati il NERO, il BLU, il GIALLO (o ARANCIO ), il ROSSO . Effettua
la stiratura Quindi fai scorrere sul lato lungo un pettine normale (largo o
stretto). Segui una linea diritta o ondulata. Per ottenere un pettinato orizzontale,
effettua la stiratura in ordine inverso e passa poi il pettine sul lato corto .
3. Pe tt inato dopp io . Fai prima un pettinato stretto , poi uno più largo .
4. Pe tt ina to a c erch i. Fai un pettinato stretto, poi disegna larghe spirali con lo
stilo o con un pettine molto largo.
5. Pet t ina to Icaro . Fai un pettinato sul lato lungo quindi passa un pettine largo
sul lato corto .
6. Pet t ina to a ch iocc iola. Fai un pettinato sul lato lungo o corto, quindi passalo
a chiocciola (vedi sopra).
7. Pe tt inato go tico . Fai un pettinato fine sul lato lungo . Poi, con un pettine
largo a denti grossi, passa verso il basso e verso l’alto (quest’ultimo anche a onda).
8. P et tinato a fo nta na. Fai un pettinato fine . Poi passa un pettine largo sul
lato corto nei due sensi e sul lato lungo .
9. P et tinato ca tte dra le . Fai un pettinato fine sul lato lungo . Poi passa un
pettine largo sul lato corto in un solo senso e un pettine largo a denti grossi sul lato
lungo verso l’ alto .
10. Americ ano . Fai un pettinato sul lato corto , poi uno sul lato lungo in basso
della stessa misura o più largo.
11. S pigato ("reverse comb", metà 800). Fai scorrere il pettine (a denti non
troppo vicini) per un verso, poi effettua un passaggio in senso inverso fra i solchi

precedenti.
12. Palma. Dopo la stiratura fai uno spigato sul lato corto , poi passa
un pettine largo (a denti grossi) sul lato lungo, verso il basso (puoi anche procedere
a onda).
13. Coda d i pavon e. ("peacock", 19° sec.). Dopo la stiratura passa il pettine
a scacchiera . Devi però compiere, mentre ti sposti verso l'alto, una ondulazione

regolare: . Risultati ottimali si ottengono usando l'attrezzo porta-pettine per


pavone, illustrato nella scheda “Porta-pettine a slitta per ottenere carte pavone e a
fiori” della parte II. I colori non vanno diluiti molto, per evitare una eccessiva
espansione. Se li spruzzi a pennello, cerca di ottenere macchie fini e ben distribuite
(ciò vale specialmente per l’eventuale nero iniziale). E' in genere preferibile, però,
depositare i colori a macchie concentriche, coi contagocce o le pompette a siringa,
anche se l’operazione è più brigosa. Per evitare “bolle”, puoi posare il foglio con
l’apparecchio stendifogli (vedi parte II).
14. Fior i. ("bouquet", 19° sec.). Realizza un pettinato diritto (usa il pettine a
denti molto fini) poi passa il pettine a scacchiera , nel modo visto sopra. Anche in
questo caso, puoi servirti dell'attrezzo porta-pettine per pavone..
Questo tipo di carta è di delicata realizzazione e richiede un bagno di media
densità, sufficientemente fluido da permettere una buona lavorazione dei colori. Per
la posa dei colori, procedi come per le carte pavone. Alla fine, se vi sono eccessi di
gelatina o di colore, basta di solito un passaggio con lama gommata. Si può anche

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lavare la carta con un getto leggero di acqua corrente, che però rovina facilmente il
disegno, ed è perciò in linea di principio da evitare. Colori classici: NERO, BLU, GIALLO
(o ARANCIO ), ROSSO .
Altra formula consigliata nel primo novecento: distribuire prima il ROSSO a
spruzzo, poi - con contagocce - il GIALLO (dominante) il BLU e il VERDE. (usando
coloranti universali, il primo colore deve essere però il nero).
15. Fiorda liso. Prepara uno spigato, partendo dall’alto . Poi passalo “a
pavone” . Valgono anche qui i suggerimenti dati al punto precedente.

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PARTE II. S CHED E TEC NICHE E APPE ND IC I

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ATTREZZI DI BASE

1. V AS CA , P E NNE L LI , P E T TI NI E AL T R O
a) va sca per il ba gno , di lamiera zincata, rame, plastica o legno ben verniciato,
profonda circa 6 cm. e di formato rettangolare. Deve essere un po’ più grande del
formato dei fogli da marmorizzare (per fogli standard, si consigliano le misura 78 *
56). E’ bene che dal lato da cui fuoriesce la carta abbia un bordo metallico
perfettamente liscio e regolare, per passarvi sopra il foglio così da togliere l’eccesso di
gomma. Se la vasca è di lamiera, basterà farla eseguire con bordi ribattuti:

b) sco dellin i per i co lor i. I più funzionali sono bicchierini di alluminio,


c) pen ne lli di setole morbide e lunghe di formato piccolo (circa 1 cm. di
diametro) e più grande (circa 2-3 cm. di diametro), preferibilmente rotondi; pe nn elli
a scop ino (da preparare con saggina ricavata da una scopa, e aventi circa 2-3 cm. di
diametro). Realizzarli come mostrato sotto:

d) cont agocce .
e) ba se porta- scod ellin i. Strumento assai pratico (anche se non indispensabile)
da usarsi con bicchierini di alluminio. Evita il rovesciamento dei colori e permette di
tenere in ordine e sotto mano, oltre i bicchierini, pennelli e contagocce. Va realizzato
come mostra il disegno:

f) stilo , ossia un ferretto da calza o meglio un bastoncino di legno appuntito del


diametro di 6 mm. Per la stiratura del bagno si usano anche stili di diametro più
grosso.
g) p ettin ino . È un piccolo pettine a 4 o 6 denti usato in luogo dello stilo per
mescolare i colori nelle carte fantasia. I denti sono costituiti da chiodi un po’ spesso o
da cilindretti di legno (come quelli usati nei rastrellio, v. sotto) infissi in un supporto
di legno. L’attrezzo va mosso come indicato in figura.

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h) stecca di legno liscio per ripulire e livellare il bagno (si può ricavare da un
battiscopa).
i) flacon i co n co nta gocce per il fiele e gli altri preparati da mettere nel colore;
l) secc hio , co lino gran de e co lino p icco lo per la preparazione del bagno;
m) p ettin i se mp lic i. A sinistra (1) si mostra un pettine semplice standard,
consistente in una fila di chiodini fissati, a distanza uniforme, su un listello di legno. Il
pettine è sagomato ai lati come mostra il disegno, per consentire ai chiodini di
affondare per qualche mm. nel bagno, e per avere l’appoggio sui bordi della vasca. Da
notare le guide laterali che si appoggiano al bordo della vasca, per uno scorrimento
rettilineo. Nei pettini a dentatura fitta, basta la guida di destra. In quelli a dentatura
più larga, il pettine sarà invece dotato una guida a destra e di una a sinistra.
Quest'ultima, quando la guida di destra poggia sul fianco della vasca, deve distarne
(A) di una misura equivalente alla metà della distanza fra i denti. La duplice guida
serve per effettuare la "doppia" passata negli spigati: dopo aver percorso la vasca
verso l'alto poggiando la guida a destra, la si ripercorre verso il basso poggiando la
guida a sinistra, così che i chiodini vadano a collocarsi sulla metà del disegno
precedente.
Nella figura 2 si mostra un altro tipo di pettine semplice, che non ha gli appoggi
laterali e deve essere montato, mediante la vite superiore, sull’attrezzo per creare le
carte pavone.

Servono vari pettini, ognuno con una diversa distanza fra i chiodi (da pochi
millimetri a 6/7 cm.). Variando la distanza, cambia l'ampiezza del disegno. Inoltre,
occorrono pettini di due lunghezze, da usare sul lato lungo e sul lato corto della
vasca.
n) p ettin i “ a scacc hiera” per cod e d i pavone e f iori. Su un listello largo
circa 3 cm., si fissa una duplice fila di chiodi, disposti come mostra il disegno (visione
dall'alto). Sopra si fissa una traversa che appoggi sui bordi della vasca. La distanza
verticale fra le due file di chiodi deve essere da 2 a 3 cm., quella orizzontale fra i
chiodi della stessa fila più ampia (all’incirca, altezza * 1,75 o anche più, se si vogliono
ottenere fiori bassi). Nel disegno si mostra, a sinistra, il pettine, e a destra la
disposizione dei chiodi. Il pettine da montare sull’attrezzo per creare carte pavone
non ha la traversa superiore, ed è dotato di vite per il fissaggio, come sopra. Anche
questi pettini possono essere di varie misure.

Il pettine va mosso in modo ondulato


o) r astre lli con d en ti gro ssi per la “stiratura” rapida del bagno quando si
eseguono carte pettinate, pavone o a fiori. Per i denti si usano segmenti di legno del

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diametro di 6/8 mm. (ricavarli dalle “spine” tonde per incastri che si vendono in
barre nei negozi di ferramenta), che vanno fissati a colla in fori posti alla distanza di
circa cm. 5. Ai lati della traversa debbono esservi le guide laterali, come mostrato
sopra. Occorre un pettine per il lato corto e uno per il lato lungo della vasca.

p) acces sori vari :


• n ebu lizza tore per distribuire gocce piccolissime di colore o solvente
• t ub icino lu ngo per soffiare sulle gocce di colore che non si dilatano
• ago o altro strumento appuntito per rompere le bolle d'aria
• g et to tipo doccia per lavare la carta.
• app end ipa nn i per appendere ad asciugare i fogli marmorizzati
•le vigatr ice orb ita le con base di panno per la lucidatura della carta.
• spug ne per distribuire l'acqua d'allume e per pulizie

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2. C OS TR UZ I ONE D EI P E TT I NI

I pettini sono attrezzi indispensabili per ottenere quell’insieme di carte con motivi
variamente lavorati che possiamo chiamare “pettinate”. In termini molto semplici e
generali, un pettine è costituito di un listello di legno su cui sono infissi, a distanza
regolare, dei chiodi o degli spilli. Facendo scorrere il pettine lungo la vasca, in modo
che i denti affondino per qualche millimetro nel bagno, le macchie di colore vengono
lavorate in vari modi, dando luogo a disegni a strisce, a spighe, a coda di pavone, a
fiori.

Negli opuscoli in circolazione si danno istruzioni molto sommarie su come


costruire i pettini, glissando sul fatto, per esempio, che non è affatto facile realizzare
pettini a denti molto ravvicinati, se non si utilizza una procedura costruttiva
collaudata. Non si tien conto, inoltre, delle esigenze relative alla funzionalità d’uso di
questi attrezzi, come il giusto affondamento dei denti nella vasca, o il regolare
scorrimento lungo i bordi della stessa. Le indicazioni che seguono vogliono essere, al
contrario, le più precise possibili.

2.1. I l “corre do” d i pe t tini


Per realizzare i vari tipi di carte “pettinate” è necessario disporre di un corredo di
pettini di varie forme e misure.
1. Pe tt ini s e mp lic i. Presentano una sola fila di denti, posti a intervalli uguali:

Un corredo adeguato comprenderà le seguenti misure (ma si possono costruire


altri pettini, con distanze diverse):
a) 4 pettini a dentatura larga , con intervalli fra i denti rispettivamente di 12 mm.;
24 mm.; 40 mm.; 60 mm.
b) 2 pettini a dentatura stretta , con intervalli fra i denti di 3 mm. e 6 mm.

2. Pet t in i “z ig-za g” . Servono per ottenere i motivi a coda di pavone e a fiori, e


presentano una doppia fila di denti disposti a scacchera:

Se ne possono costruire due, con denti distanti rispettivamente 30 mm. e 45 mm.

Va sottolineato che i pettini (sia semplici che a zig-zag) debbono essere di


lunghezza diversa, a seconda che si intenda farli scorrere sul lato lungo o sul lato

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corto della vasca: a seconda della modalità, i disegni sulla carta risulteranno
diversamente orientati.

Volendo disporre di una attrezzatura molto varia, si può quindi realizzare, per
ognuno dei tipi sopra indicati, sia una versione “lunga” che una versione “corta”. Una
soluzione di compromesso consiste nel costruire un set completo di pettini “corti”,
limitandosi a realizzare le versioni lunghe solo per i pettini semplici da mm. 60 e da
mm. 40.

2.2. La co s truz ione de i pe tt in i se mplic i a de nta tura lar ga


Che cosa serve
- listelli di legno con sezione di mm. 20x15 (qualche millimetro in più o in meno
non fa differenza), che ci si procurerà da un falegname o in un negozio di fai-da-te;
- chiodi
Come procedere
1. Tagliare il listello di legno per una lunghezza equivalente alla larghezza interna
della vasca, meno la distanza fra i denti x 1,5. Ad esempio, se si vuole costruire un
pettine “corto” con denti distanti 40 mm., da utilizzare in una vasca di cm 48x 80, il
listello sarà lungo cm. 48-3, ossia 45.
2. Praticare, al centro del listello, una serie di fori equidistanti, in cui andranno
inseriti i chiodi. I fori debbono essere leggermente più stretti del diametro dei chiodi
(ad es;, se il chiodo ha un diametro di 2 mm;, praticheremo fori di mm. 1,5). In linea
generale, maggiore è la distanza fra i denti, più grossi debbono essere i chiodi. Si
consiglia di usare chiodi delle seguenti misure, facilmente reperibili in un negozio di
ferramenta:
- per i pettini da 60 mm. , chiodi del diametro di 3-4 mm. e lunghezza di 65 mm.;
- per i pettini da 40 e 24 mm., chiodi del diametro di mm. 2 o 1,5, e lunghezza di
50-60 mm.
- per i pettini da 12 mm., chiodi del diametro di mm. 1 o 1,5. La lunghezza dei
chiodi in commercio, qui, non supera i 40-45 mm.
Per ottenere fori precisi e diritti, è consigliabile utilizzare un trapano fissato su
colonna e una squadretta taglia-cornici, che può essere facilmente costruita con due
rettangoli di legno, inchiodati ad angolo retto. Sul bordo della squadretta si paticano
due fori passanti, che permettono di fissarla, mediante viti e dadi, sulla base del
trapano a colonna (che reca generalmente delle feritoie a questo scopo). Assicurarsi,
nel fissaggio, che la squadretta sia posizionata in modo tale che la punta del trapano
vada a cadere al centro del listello da forare. Si pratica sul bordo della squadretta (sul
lato destro) un segno, che deve distare dalla punta da trapano quanto l’intervallo da
ottenere fra i denti. Si procede, quindi, alla realizzazione dei fori, che debbono
attraversare tutto il listello. In pratica, quest’ultimo viene appoggiato al rialzo della
squadretta, e si realizza - a qualche mm. dalla estremità - il primo foro. Si sposta
quindi il listello verso destra, facendo il modo che il foro già realizzato vada a
pag. 44
corrispondere al segno a matita, e si pratica il secondo foro. Si continua in questo
modo sino al completamento.

segno
fori pe r ...
fi ssaggi o

squa dretta
Passando alla costruzione di pettini con altri intervalli fra i denti, basterà
cancellare il segno precedente, sostituendolo con un nuovo segno.

3. Inserire i chiodi nei fori, battendoli col martello.

4. Tagliare un altro pezzo di listello, più lungo di 20 cm. del precedente. Esso
andrà fissato mediante due viti sul pettine, così da sporgere da ogni lato della vasca
per circa 10 cm., poggiando sui bordi e consentendo una comoda impugnatura. I
denti debbono poter affondare nella vasca sino a circa 1 cm. dal fondo. Se i chiodi
non sono sufficientemente lunghi, può essere perciò necessario interporre un rialzo di
legno tra il listello inferiore e la traversa. Un’altra soluzione consiste nell’utilizzare,
per la traversa, un listello più alto (mm. 20x40 circa) e sagomarloc on una sega alle
due estremità come si mostra nel disegno sotto.
5. L’ultima operazione consiste nel fissare con chiodi e colla, ai due lati della
traversa, dei dadini di legno (ricavati sempre dal listello di mm. 20x15) che faranno
da “guide” nello scorrimento del pettine lungo la vasca. La distanza fra i due dadi
deve essere tale che, quando il dado di destra poggia sul fianco esterno della vasca,
quello di sinistra ne rimane distanziato di metà dell’intervallo tra i denti del pettine.
Allo stesso tempo, dal lato destro, la parte del pettine che entra nella vasca deve
distare dal fianco interno di poco più della stessa misura. Vedremo meglio, in seguito,
l’utilità di questi accorgimenti costruttivi. Basti qui accennare al fatto che per ottenere
il motivo a spiga è necessario far scorrere il pettine dapprima in un senso (verso l’alto
della vasca), poi nel senso opposto (verso il basso), spostandolo però lungo il suo asse
di metà, appunto, dell’intervallo fra denti. Tutto ciò deve avvenire in modo preciso,
evitando, anche, che la parte del pettine che entra nella vasca vada a toccare i fianchi.
Nel disegno sono riassunte le operazioni costruttive sin qui illustrate.

pag. 45
2.3. La co s truz ione de i pe tt in i se mplic i a de nta tura s tret ta
Sono i più delicati da realizzare, e io stesso sono passato attraverso vari tentativi,
prima di arrivare a mettere a punto procedure soddisfacenti. Illustrerò, di seguito, tre
metodi. Il meno brigoso, che dà luogo a risultati ottimali e che consiglio caldamente, è
in ogni caso il secondo. Ottimo (ma occorre costruire un attrezzo speciale) anche il
terzo.

Me todo 1
Che cosa serve
- listello di legno a sezione quadrata di circa mm. 15;
- listello di legno con sezione di circa 30x 15;
- spilli da 35 mm. o spilloni da 48 mm. Gli spilloni, che sono sormontati a un lato
da una pallina di plastica, sono preferibili perchè più lunghi e più robusti (hanno
infatti un diametro di mm. 0,8 contro lo 0,5 o 0,6 degli spilli). Come gli spilli, essi
sono reperibili in una merceria ben fornita;
- colla Vinavil, chiodini

Come procedere
1. Tagliare anzitutto due pezzi del listello a sezione quadrata, lunghi quanto la
larghezza interna della vasca, meno 1-2 cm.
2. Con un seghetto da metallo, praticare su uno dei due listelli dei piccoli solchi
trasversali profondi non più di 1 mm. (2). A questo scopo, va utilizzata una
squadretta taglia-cornici o la squadretta auto-costruita già illustrata in precedenza, in
cui occorre però praticare con la sega una feritoia per lo scorrimento della lama (1).
Sul bordo della squadretta si traccia un segno a matita distante dalla feritoia quanto
l’intervallo desiderato fra i denti. Via via che si realizza un solco, questo viene
allineato al segno, procedendo quindi a praticare un nuovo solco.
3. Inserire chiodini o spilloni nei solchi, e congiungere a pressione i due listelli
mediante viti (3).

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4. Controllare l’allineamento dei chiodini o degli spilloni, e perfezionarlo se
occorre mediante una pinzetta.
5. Completare il pettine, applicandovi sopra una traversa, e, a un lato di questa,
un dado di guida, come si è visto ai punti 4 e 5 del paragrafo precedente.

Me todo 2
Che cosa serve
- una striscia di gomma “millerighe”, che si può acquistare in un magazzino di
articoli di gomma e plastica. Essa reca su una superficie una fitta rete di righe
parallele e in rilievo, fra i cui solchi (distanti poco meno di 3 mm.) potranno essere
inseriti gli spilli.
- un listello di legno con sezione di circa mm. 15x15; un secondo listello con
sezione di 15x5.
- spilli da 35 mm. o meglio spilloni da 48 mm.
- Bostik, chiodini

Come procedere
1. Tagliare due pezzi del listello lunghi quanto la larghezza interna della vasca,
meno 1-2 cm.
2. Tagliare con un cutter una striscia di gomma “millerighe” lunga quanto i
listelli e larga mm. 15 (le rigature debbono risultare nel senso della larghezza);
3. Incollare la striscia di gomma (dalla parte liscia) a uno dei listelli, mediante
bostik. Il collante va steso sia sul listello, sia sulla gomma, distribuendolo con una
spatola. Si lasciano asciugare i due pezzi per 10-15 minuti, quindi si sovrappongono,
premendo con forza. E’ opportuno battervi sopra con un martello, interponendo però
un pezzo di legno per evitare di rovinare la gomma.
4. Abbassare leggermente il rialzo delle righe mediante carta vetrata a grana
media. Questa operazione è necessaria per assicurare che spilli o spilloni entrino poi a
pressione e risultino saldamente ancorati. Serrato il listello in morsa, si passa sopra la
gomma, grattando avanti e indietro, con un tampone di legno ricoperto con la carta
vetro, sinchè l’altezza delle righe non risulti sufficientemente bassa (poco meno di 1
mm.). Il lavoro va fatto con molta cura, così da assicurarsi un risultato regolare e
uniforme. Al termine, pulire bene la gomma con uno spazzolino da denti o simili, in
modo da togliere i residui di polvere che si sono annidati fra i solchi.
5. Incollare sulla gomma l’altro listello, sempre mediante bostik, procedendo come
al punto 3. Non preoccuparsi se il collante distribuito sul lato rigato della gomma
entrerà in piccola parte nei solchi fra le righe.
6. Rinforzare la stabilità del pettine piantando al centro del listello superiore
alcuni chiodini sottili, che debbono attraversare la gomma e il listello sottostante. I
chiodini saranno distanziati di circa 10 cm., e dovranno essere collocati in
corrispondenza delle righe (e non delle depressioni) della gomma. L’operazione

pag. 47
risulterà più sicura se saranno prima praticati, mediante un trapano a colonna, dei
forellini di 1 mm., come si è visto al punto 4 del metodo precedente.
7. Inserire gli spilli o gli spilloni nei solchi fra le righe della gomma. Utilizzando
tutte le scanalature, si ottiene un pettine molto fitto, con denti distanti circa 3 mm.
Utilizzando invece una scanalatura ogni due, si ottiene un pettine meno fitto, con
denti distanti 6 mm.

listello

spilloni gomma "millerighe"

listello

8. Completare il pettine, applicandovi sopra una traversa, e, a un lato di questa,


un dado di guida, come si è visto nel paragrafo precedente. L’allineamento dei denti
sarà infine controllato e perfezionato se occorre mediante una pinzetta.

Me todo 3
Che cosa serve
- un listello di legno tenero con sezione di circa mm. 15x15 (anche ricavato da un
pannello multistrato)
- spilloni da 48 mm.
- Bostik, chiodini

Come procedere.
Questo metodo richiede una attrezzatura più sofisticata, ma permette di ottenere
qualunque distanza fra i denti del pettine. In particolare, serve un trapano a colonna
e occorre costruire un attrezzo per incidere i solchi nel listello, che si presenta come
nel disegno sotto (a sinistra l’insieme, a destra alcuni dettagli):

A un segmento A di di tubo quadro di ferro di sezione 20x20 e lungo circa 5 cm. è


saldato, in alto, un pezzetto D di tondino del diametro di 12 mm. e della lunghezza di
circa 5 cm. che permetterà di serrare l’utensile nel mandrino del trapano. A lato del
tubo A è saldato (con l’apertura verso l’alto) un altro segmento di tubo quadro di
sezione mm. 15 x 50, che costituisce la feritoia nella quale va ad alloggiare un
rettangolo di legno di cui in seguito. Sul retro del pezzo B occorre praticare un foro da
6 mm. e saldare in corrispondenza un dado da 6 mm., nel quale si potrà inserire una
vite di bloccaggio. Si prepara quindi un rettangolo di legno C (con multistrato da 12
mm.) di circa mm. 40 x 45, nel quale sono infissi, alla distanza voluta e perfettamente
allineati, tre-quattro chiodini di acciaio del diametro di 1 mm. ( massimo 1,2) e della
lunghezza di circa 40 mm. Prima di essere fissati sul legno, i chiodini sono stati privati
della capocchia. Il rettangolo di legno (se ne può preparare più d’uno, con distanza
diversa fra i chiodini) va infilato nella feritoia B sinchè i chiodini vanno a toccare la
base del segmento A, e quindi bloccato mediante la vite retrostante. Al rettangolo di

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legno (esattamente a filo dei chiodini) si unisce, mediante due viti, una asticella di
alluminio o ottone G con sezione di circa mm. 4 x 12 , e lunghezza di una decina di
cm., che farà da appoggio al listello di legno del pettine (H). Volendo, si può corredare
l’attrezzo di un indice F, consistente in un rettangolino di lamiera che grazie alla
feritoia (vedi dettaglio) può essere spostato lungo una vite infissa nel pezzo A e quindi
bloccato a una distanza dall’ultimo chiodino esattamente uguale all’intervallo fra i
denti.

Vediamo ora come procedere nella costruzione del pettine.


1. Preparare un listello di legno di sezione 15x15 circa, lungo quanto la larghezza
interna della vasca, meno 1-2 cm.. Preparare un secondo listello della stessa
lunghezza, ma di spessore più ridotto (bastano 6-8 mm.)
2. Predisporre i solchi sul primo listello, mediante l’attrezzo di cui sopra. L’attrezzo
va fissato nel mandrino del trapano a colonna. Il listello va posto sotto, poggiandolo
bene alla asticella G, e si preme quindi con forza così che i chiodini di acciaio
affondino nel legno creando i solchi. Per passare da un gruppo di solchi al successivo,
si possono usare due metodi: a) si sposta in avanti il listello, controllando che il primo
chiodino entri nell’ultimo solco precedentemente creato, e si preme realizzando così
due nuovi solchi; b) si utilizza l’indice F, spostando in avanti il listello sino a che
l’ultimo solco precedentemente creato vada ad allinearsi all’indice, e si preme creando
così il nuovo gruppo di solchi.
3. Cospargere abbondantemente di vinavil o bostik il listello (dal lato dei solchi), e
sovrapporvi il secondo listello, perfezionando il fissaggio mediante chiodini sottili che
saranno distanziati di circa 10 cm., e dovranno essere collocati nell’intervallo fra un
solco e l’altro.
4. Inserire gli spilloni nei solchi.
5. Per assicurare una buona tenuta, pressare infine il pettine in morsa
(procedendo segmento per segmento).
6. Completare il pettine, applicandovi sopra una traversa, e, a un lato di questa, un
dado di guida, come si è visto nel paragrafo precedente. L’allineamento dei denti sarà
infine controllato e perfezionato se occorre mediante una pinzetta.

Comunque il pettine sia stato costruito, sarà facile, in seguito, sostituire gli spilli
che si dovessero piegare o deteriorare. Si sviterà, difatti, la traversa superiore,
estraendo con una pinzetta lo spillo deteriorato e rimpazzandolo con uno nuovo.

2.4. La co s truz ione d i p et tin i a “z ig -za g”


Che cosa serve
- listello di legno (o striscia di compensato multistrato) con sezione 35x15 circa;
- listello di legno (o striscia di compensato multistrato) con sezione 45x15 circa;
- listello di legno con sezione 20x15 circa;
- chiodi dello spessore di 2 mm. e della lunghezza di 50-60 mm.

Come procedere
a) pettine da 25 mm.
1. Tagliare il listello di 35x15 a una lunghezza corrispondente alla larghezza
interna della vasca, meno 3O mm.
2. Con una riga, tracciare a matita due linee parallele distanti 20 mm.
3. Segnare, su una delle due linee, una serie di punti ad intervalli di 25 mm.
4. Fare lo stesso sulla linea parallela, collocando i punti, però, a mezza strada
rispetto ai punti precedenti.

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3. Forare il listello in corrispondenza dei fori, servendosi possibilmente della
squadretta e del trapano a colonna, come si è visto a pag. 000.
4. Inserire i chiodi nei fori, battendoli col martello.
5. Tagliare un segmento del listello di mm. 20x15, più lungo di 20 cm. rispetto alla
larghezza della vasca. Fissarlo sopra il pettine mediante due viti. Controllare che
appoggiando la traversa sui bordi della vasca, i denti arrivino a circa 1 cm. dal fondo.
In caso contrario, interporre uno spessore, come si è visto a pag. 000.

Non sono necessari, con questi pettini, i dadini di “guida”.

Pettine da 35 mm.
Si segue la stessa procedura, usando però il listello da mm. 45x15, e tracciando i
segni per i fori come si mostra sotto:

I pettini a zig-zag vanno mossi lungo la vasca combinando lo spostamento verticale


con un movimento laterale a onde, così da descrivere una serpentina. La cosa non è
del tutto facile, sia perchè occorre effettuare i movimenti in modo regolare, sia -
soprattutto - perchè si deve trovare il giusto rapporto fra innalzamento verticale e
spostamenti laterali, rapporto da cui dipende il perfetto intersecarsi dei motivi. Tale
rapporto, in linea teorica, può essere così formulato:
- ampiezza degli spostamenti laterali: 1/4 (per ogni lato) della distanza orizzontale
fra i denti. Dunque, usando un pettine da 25 mm. ci si sposterà a sinistra di circa 6
mm., e altrettanto, in seguito, sulla destra. La misura diventa di 8/9 mm. usando il
pettine da 35.
- innalzamento in verticale: per ognuna delle due metà di ogni S della serpentina,
ci si innalzerà di una misura corrispondente alla distanza verticale fra le due fila di
denti. Usando perciò il pettine da 25 mm., con distanza 20, ci si innalzerà appunto di
20 mm. Ci si innalzerà invece di 30 mm. col pettine pù grande. Nello schema, si
indicano le misure degli spostamenti, utilizzando il pettine da 20:

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Tutto ciò, nella pratica, non è semplice, e ci si dovrà accontentare di movimenti
approssimati, con risultati, tuttavia, che riusciranno abbastanza soddisfacenti dopo un
po’ di esercizio.
Per ottenere motivi perfettamente uniformi e calibrati occorre disporre di pettini
più sofisticati, con dispositivi di tipo meccanico, come si mostra nella scheda “Porta-
pettine a slitta per ottenere carte pavone e a fiori”.
Sono dell’opinione, comunque, che una eccessiva regolarità del disegno non sia un
obiettivo da perseguire, perchè il nostro punto di riferimento non debbono essere le
carte commerciali fatte a macchina, ma quelle realizzate dagli antichi marmorizzatori,
la cui bellezza e autenticità risiede anche nelle imprecisioni e in quelle variazioni
dell’esecuzione da cui traspare la mano dell’artigiano.

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ATTREZZI SPECIALI

Si illustra di seguito una serie di attrezzi speciali, non contemplati nella


manualistica tradizionale, ideati e sperimentati dall’autore di queste schede. Essi
permettono, a seconda dei casi, di compiere in modo più spedito e sicuro certe
operazioni, di realizzare in modo più preciso e controllato le varie marmorizzazioni
nonchè di produrre tipi inediti di disegni.
Di ogni apparecchio si descrivono le caratteristiche e l’uso, fornendo schizzi
indicativi per la sua costruzione.
La realizzazione delle apparecchiature illustrate richiede, in genere, buone
capacità costruttive e una attrezzatura hobbistica avanzata. Va sottolineato che molti
di questi apparecchi richiedono che si disponga di una vasca per la marmorizzazione
provvista delle dotazioni indicate nella scheda “vasca con cremagliera” (par. 12). In
particolare, a fianco dei lati lunghi della vasca debbono essere fissati binari in
metallo, su uno dei quali è applicata una cremagliera, mentre sull’altro si trova una
guida di scorrimento. Si veda, per indicazioni più precise, la scheda sopra citata.

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3. M E S COL AT OR E P ER G OMME I N P OLVE RE
Per rimestare a fondo l’acqua mentre si fa cadere la gomma in polvere (gomma
adragante, farina di guar, ecc.) è utile un mescolatore elettrico. Una apparecchiatura
automatizzata, che consente sia il mescolamento sia la caduta polverizzata della
gomma, così da ridurre al massimo la formazione di grumi, è quella sotto illustrata.
Esso è costituito di un supporto che viene bloccato sulla guida della vasca (o su un
tavolo che abbia la giusta altezza). Il supporto reca un anello per il montaggio di un
trapano, che deve avere la possibilità di girare a velocità bassa e nel cui mandrino è
serrato un mescolatore (in vendita nei colorifici). Sull’albero del mescolatore è stato
fissato un disco di plastica o metallo A, dotato superiormente di un rialzo di qualche
mm. per circa un quarto della sua circonferenza (vedi dettaglio).

Sull’asta H del supporto viene bloccato, mediante un galletto, il contenitore C per


la farina. Si tratta di una scatoletta cilindrica di plastica con coperchio (tipo scatola
da cosmetici), dalla quale è stato tagliato il fondo. Su questo viene poggiata una garza
filtrante (da mettere in unico o doppio strato), fermata alla scatola mediante un anello
di plastica E che deve potersi infilare a misura rimanendo in posizione (l’anello è
ricavabile da un tubo di scarico per edilizia).
Più su si trova il pezzo G (bloccato all’asta H mediante una vite e poggiante sul
regolatore d’altezza N). Sul pezzo G è imperniato il gruppo B, che a una estremità reca
un cuscinetto che poggia sul disco A. Questo, ruotando lo alza ed abbassa (grazie al
rialzo) ponendo in oscillazione il martelletto P. Questo dà così piccoli colpi sul
contenitore, facendo fuoruscire la gomma. L’intensità del colpo ( e quindi la quantità
di farina che cade) è regolabile mediante la ghiera P.
Per mettere un funzione il sistema, procedere come segue:
a) pesare la giusta quantità di gomma e preparare il secchio con l’acqua (tiepida):
puoi metterla tutta o metà (integrerai alla fine) ; b) fissare il supporto e il trapano; c)
inserire nella presa di corrente la spina del trapano, regolarlo alla velocità più bassa,
lasciarlo in posizione “acceso” e staccare la spina (ciò ad evitare in seguito brusche
partenze); c) mettere la gomma nel contenitore, chiudere il coperchio e bloccare il
contenitore sull’asta H, mediante il galletto F; d) inserire il mescolatore nel mandrino,
e serrarlo; d) assicurarsi che B sia perfettamente orizzontale; e) assicurarsi che il
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cuscinetto M sfiori la parte bassa del disco A, così che il martelletto tocchi il
contenitore; f) inserire la spina del trapano così che questo entri in funzione e, se
necessario, alzare leggermente la velocità (più alta è quest’ultima, maggiore è la
caduta di farina).
Per continuare a mescolare anche quando è terminata la deposizione della gomma,
alzare il pezzo G lungo l’asta H (agendo sul volantino di bloccaggio), così da
svincolare il gruppo B dal disco A.

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4. RI S CALD ATOR E / R AFFRE DD ATOR E P ER B AG NO

Se il bagno è al di sotto di 15-16°, occorre portarlo in temperatura. Il metodo più


semplice è aggiungere acqua bollente, che però allunga il bagno. Se, viceversa, il
bagno è troppo caldo, occorre procedere al suo raffreddamento, aggiungendo acqua
fredda (ma valgono le stesse osservazioni). In alternativa, si può scaldare o
raffreddare il bagno senza diluirlo, con il seguente metodo:
1. Inserisci il termometro a L in un angolo della vasca.
2. Colloca sotto la vasca, fissandolo su un adeguato supporto (o appoggiandolo se
possibile sopra un secchio), un termoventilatore rivolto verso l’alto. Fai in modo che
la bocca erogante disti il meno possibile (8-9 cm.) dal fondo vasca. La temperatura
aumenta di 1° ogni 3 minuti circa.

Durante il processo, è bene muovere il bagno con una tavoletta di legno, così da
uniformare la temperatura nei vari punti):

Per raffreddare, immetti solo aria fredda.

Si può anche fissare stabilmente alla vasca un termometro a sonda, così da avere
un controllo costante della temperatura, come mostrato sotto.

(Ricorda che anche il colore va portato in temperatura, scaldando


preventivamente l’acqua con cui andrà mescolato. Puoi farlo su un fornelletto o a
bagnomaria).

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5. A TTRE ZZ I PE R LA P OS A D EI FOG LI : MOR SE T TI E P OS A - CAR TE

Posando la carta a mano - specie se il bagno è piuttosto denso - si possono creare


facilmente bolle d’aria. Per evitarlo, l’autore delle presenti schede ha costruito e
sperimentato nel tempo varie apparecchiature per una posa “controllata”. Quella che
alla fine si è rivelata di uso più pratico ed efficace è il morsetto lungo fisso. Un altro
sistema valido, anche se un po’ meno agevole, è quello che impiega il morsetto corto
in combinazione con il posa-carte diritto (se ne presenteranno in seguito più versioni
costruttive).

5.1. Mor se tto lu ngo f is so


Questo morsetto permette di depositare in modo regolare la carta in tutti i tipi di
marmorizzazione. Raccomandato anche nella realizzazione di carte a strisce mediante
la griglia presentata nella scheda 7 più avanti. Va usato in associazione col braccio
premi-carta di cui si parlerà più avanti.

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Il morsetto è costituito da un’asta quadra di metallo A, su cui sono saldati a distanza
di circa 35 cm. due segmenti dello stesso quadro (vedi figura 3). Su ognuno di tali
segmenti scorre una vite B, che va chiudere la ganascia sottostante P ( a cui è saldata)
agendo sul galletto soprastante. Nel segmento è ricavato un incavo in cui è collocata
una molla a pressione, per facilitare l’allargamento della ganascia al suo rilascio.
Inoltre, per assicurare l’allineamento della ganascia, a fianco della vite è saldato un
perno che scorre in un altro foro del segmento portante. Sul lato inferiore del
morsetto, in corrispondenza della chiusura delle ganasce, sono incollate due strisce di
gomma Q. I due bordini H, fissati sul lato posteriore dell’asta quadra, servono
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all’allineamento del foglio di carta. Il morsetto è connesso al telaio portante mediante
due viti C, che scorrono nei bracci D, così da poter essere alzate o abbassate in modo
da ottenere la giusta altezza sul bagno. I bracci D poggiano sul bordo della vasta (con
interposti pezzetti di gomma ad essi incollati) e sono connessi mediante un perno al
telaio portante, consentendo di ruotare il morsetto in avanti e all’indietro, così da
farlo entrare e uscire dalla vasca. Sul braccio anteriore D è infine avvitato un
braccetto G, che si impugna per ruotare il morsetto, e che mediante il dente in basso
(che si gira così da farlo poggiare sul bordo interno del pezzo E) consente di
posizionare il sistema ad angolo retto (con le ganasce verso l’alto) al momento in cui
si inserisce la carta. Il telaio portante viene fissato alle due traverse esterno della
vasca come mostrato nella figura 4.
Nella fig. 5 si mostra un tubo di appoggio, fissato alla traversa esterna della vasca,
utile quando si rovescia la carta all’esterno, in posizione d’attesa, prima della posa
(vedi poi). Si mostra anche come posizionare il cartone protettivo quando si
spruzzano i colori. Nella fig. 6, infine, si mostra un’altra soluzione costruttiva, ove le
due ganasce sono serrate e aperte mediante un unico volantino centrale.
Associato al morsetto lungo è un brac cio pr e mi-carta , che serve per
accompagnare la caduta della carta sul bagno. Esso si presente come da figura. Due
viti B scorrono in altrettanti fori praticati su un’asta di legno A. Alle viti è fissato un
segmento di angolare di alluminio D, che è l’elemento che va a toccare la carta. Le
molle C fungono da distanziatori, mentre girando i galletti E sopra si può regolarne
l’altezza. A una estremità dell’asta A vi è una slitta F che scorre sulla guida fissata a
lato vasca. All’altra estremità l’asta poggia sul bordo della vasca stessa. Al centro
dell’asta vi è la maniglia G, che si impugna nel corso dell’operazione di scorrimento.

Uso d el mor setto lu ngo


• Si regola anzitutto l’altezza del pressino (le ganasce debbono essere a filo bagno,
l’asta quadra va 2-3 mm. sopra). Si regola, pure, l’altezza del segmento di alluminio
del braccio premi-carta.
a) Si ruota all’esterno il morsetto, poggiandovi una striscia di cartone protettivo ad
evitare che i colori lo imbrattino, e si procede quindi alla spruzzatura.
b) SI INSERISCE LA CARTA. Mediante il braccetto G, si posiziona il sistema ad
angolo retto (ganasce verso l’alto), e si aprono le ganasce agendo sui galletti
soprastanti. Tenendo la carta dall’alto (mediante la mano sinistra), la si inserisce nelle
ganasce, controllandone il buon allineamente. Il modo migliore per inserire la carta è
infilarla anzitutto nella ganascia anteriore, e farla quindi scorrere sino alla ganascia
posteriore. Si serrano le ganasce;

[c) SI PONE LA CARTA IN POSIZIONE DI ATTESA nei casi in cui il bagno - dopo la
posa dei colori - va ancora lavorato, come avviene nella realizzazione delle carte a
strisce. Si rovescia il foglio di carta all’esterno (che cadrà verso il basso), ruotando
all’indietro il morsetto così che fuoriesca dalla vasca.

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d) SI DEPONE LA CARTA. Si afferra la carta (mediante la mano sinistra) alla
estremità libera e la si alza in verticale. Senza lasciarla, si sblocca (mediante la mano
destra) il braccetto G e si accompagna il morsetto nella vasca. Si impugna quindi il
braccio premi-carta (che era stato posto in posizione facilmente raggiungibile), se ne
inserisce la slitta nella guida a lato vasca, e lo si fa scorrere mentre si lascia cadere
progressivamente la carta dall’alto. A fine corsa, il premi-carta viene tolto dalla vasca
e poggiato dov’era all’inizio.
e) SI RITIRA LA CARTA. Si aprono le ganasce del morsetto e si ritira la carta dal
bagno.
f) SI RUOTA IL MORSETTO ALL’ESTERNO, sempre mediante il braccetto G,
liberando la vasca. Con uno straccetto, si puliscono le ganasce dai residui collosi. Si
rimette il cartone protettivo e si ripete il ciclo.
La procedura sopra illustrata può sembrare brigosa: nella realtà risulta invece
abbatanza agevole, purchè si controlli il coordinamento delle diverse fasi del
processo.

5.2. Mor se tto corto a s litta


Va usato in associazione col posa-carte, e serve anch’esso a bloccare il foglio a un
lato della vasca, mentre avviene la deposizione mediante il posa-carte. Se predisposto
per il movimento avanti-indietro, consente anche di ottenere effetti speciali, come le
“onde” parallele delle carte “spagnole”(vedi poi).
Il morsetto è montato mediante il manicotto P sulla barra O, posta dietro uno dei
lati corti della vasca (il lato opposto rispetto a quello di uscita del foglio). Il manicotto
scorre lungo la barra, così che il morsetto può essere collocato in qualsiasi posizione,
e ivi assicurato mediante i due blocchi laterali P, pure scorrevoli. Normalmente, si
pone al centro. Inoltre, il morsetto può ruotare sulla barra, così da entrare e uscire
dal bagno. Schematicamente:

molla

L
G H A
A
C B M
F
E P O N
B Q
D
C A

vista di profilo A

Q
M
vista dall'alto
S N
L

Su un braccio di tubo metallico tondo o quadro A è saldata la bussola (pure di


sezione quadrata) B, entro la quale scorre dall’alto al basso, così da poter essere
bloccato alla giusta altezza mediante una manopolina a vite, l’albero porta-ganasce C.
Su tale albero (alla base del quale è saldata la ganascia inferiore D) scorre la ganascia
superiore E, che può essere aperta o chiusa mediante le levette F (o con sistema a vite,
come mostrato in dettaglio più sotto). Il braccio orizzontale A scorre a sua volta entro

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una bussola pure di tubo quadro G, sotto la quale è saldato il manicotto O. Nel
braccio A scorre un’altra bussola H, che viene fissata mediante una manopolina a vite
alla distanza voluta da G: si regola così l’ampiezza dello spostamento. La molla sul
braccio orizzontale permette il ritorno alla posizione iniziale dopo la trazione. La leva
L serve per la trazione, ossia per muovere avanti e indietro il braccio A. Il braccio M
viene poggiato alla estremità libera sulla barra N, impedendo la rotazione all’indietro
del morsetto durante l’uso (per effettuare la rotazione, occorre svincolare il braccio).
La testa del morsetto può essere realizzata peraltro in vari modi. Se ne indicano
qui sotto due.

b) morsetto con chiusura a vite b) morsetto con chiusura a molla


(vista frontale

dettaglio fermo leva (dall'alto)

fermo leva
leva

molla
premi-molla dettaglio
molle fermo vite di
vite di alberino (dall'alto) molletta fermo
blocco filettato
ganascia mobile in basso

ganascia fissa

Va ricordato che occorre tenere ben pulite le varie parti del morsetto, e applicare
un velo d’olio alle parti scorrevoli. Applicare antiruggine se necessario. Quando si
depositano i colori, è bene coprirlo con un rettangolo di legno o cartone per evitare
che si sporchi.

Usi de l morsetto corto a slitta . Nella posa standard di carte, il morsetto viene
predisposto per un USO “FISSO”. Va posizionato al centro, a filo del bordo della vasca,
e bloccato nella bussola G, serrando la vite di cui questa è dotata. Durante la
preparazione del bagno, il morsetto può essere ruotato all’indietro, svincolando il
braccio L dalla barra M.
Nella realizzazione di carte “spagnole”, invece, il morsetto viene predisposto per
un MOVIMENTO AVANTI-INDIETRO . La vite della bussola G va rilasciata, in modo che il
braccio a slitta A possa scorrervi. L’ampiezza della corsa del braccio si regola
cambiando la posizione della bussola H. Per assicurare la stabilità della
apparecchiatura durante l’impiego, il braccio M va ruotato all’esterno, così da
poggiare sopra la barra N.
[Quando non usato, il morsetto può essere ruotato all’indietro così che rientri a
filo vasca. Per ottenere un buon rientro, e specialmente per spostare il morsetto verso
la parte anteriore della vasca, spostare completamente a sinistra l’albero A (liberando
la bussola H). Si potrà così montare, se occorre, il morsetto lungo, senza interferenze.
In alternativa, il morsetto corto può essere facilmente smontato e tolto dalla vasca,
svitando il pernetto che dal braccio A va nella feritoia della leva L]

pag. 60
5.3 . P os a- c ar t e d ir it t o
Serve a deporre progressivamente il foglio di la carta (bloccata a un lato mediante
il morsetto). Si illustrano, di seguito, due diverse modalità di costruzione
dell’apparecchio.

• VERSI ONE 1 de l po sa-car te dir it to . Il posa-carte scorre sui binari fissati ai


lati lunghi della vasca. La slitta posta sulla destra, dotata di cuscinetti, scorre su una
guida fissata al binario più lontano dall’operatore.

A= appoggio per foglio; B = ferma-telaio quando la lama viene rialzata; C: manico


per alzare il telaio; D: dadi per regolare l’altezza della lama; E: appoggi per guide a
lato vasca; F: manici (smontabili); G: regolazione e blocco inclinazione lama; H: lama
premi-fogli e relativo telaio; I: bagno; L: slitta a cuscinetti; M: traversa; N: feritoia per
fissaggio dell’accessorio piccoli-passi (per quando si vogliano creare carte ad onde:
vedi la scheda 6.1 più avanti).
Pulire sempre la guida su cui scorre la slitta del posa-carte. E’ opportuno mettere
un filo d’olio o di grasso su tutte le parti che scorrono, anche per evitare che si formi
ruggine.

• V ER SI O NE 2 de l po sa-car te d ir it to . Un’altra versione del posa-carte diritto


è quello illustrato in figura

pag. 61
G
vista dall'alto

dettaglio

A C B W
F E
D L

vista frontale

H L
F D
Q B
A C
Z
S
M

L’apparecchio è costituito da una traversa in tubo quadro di ferro A, fissata al


carrello B. Questo, dotato di cuscinetti, scorre sulla guida fissata al binario sul lato
posteriore della vasca (notare, nella vista frontale, l’elemento Z, saldato al pezzo
posteriore del carrello, che serve a tenerlo appoggiato sulla guida alla giusta altezza).
Anteriormente alla traversa sono saldati due cubetti sporgenti dotati di un foro, nel
quale scorrono le viti laterali del telaio porta-lama N. La lama, come si può vedere, è
incernierata sul tondino M, così da poter oscillare adattandosi al movimento della
carta (ma è possibile anche bloccarla). Un altro tondino (L) è saldato più in alto ai due
cubetti, così da creare con il bordo della traversa una feritoia in cui viene passata la
carta. Sulla traversa A è inoltre fissato un rettangolo di lamierino W piegato a elle,
come mostra il dettaglio in alto. Tale rettangolo serve da appoggio nell’inserimento
della carta.
Per regolare l’altezza della lama sul bagno, si agisce sulle ghiere H. Sul lato
sinistro vi è uno squadretto E, al quale sono fissati due piedini S con cuscinetto che
poggiano sul binario anteriore della vasca. Lo squadretto è pure dotato di una feritoia
per inserire l’accessorio piccoli-passi (vedi la scheda “Attrezzi per creare carte
spagnole (a onde)”. Dietro la traversa A è fissato un telaio poggia-fogli G che si apre a
compasso.
Per l’inserimento iniziale del foglio, occorre: a) alzare il telaio, fermandolo con i
volantini D; b) ruotare eventualmente all’insù la lama, afferrandola dal pernetto P (la
lama si arresta su piccola sporgenza del tondino); c) passare la carta nella feritoia
sinchè sporge sotto la lama; d) afferrarne il lembo anteriore e infilarlo nel morsetto
corto, ove viene bloccata; d) abbassare lama e telaio, predisponendosi alla
deposizione.

5.4. Uso a s socia to de l mor se tto e d el po s a-carte d iritto


1. Se usi il morsetto corto, posizionalo a centro vasca (facendolo scorrere sulla
barra e bloccando i due anelli laterali).
2. All'inizio della sessione di lavoro (e periodicamente quando pensi che il bagno
non abbia più la stessa altezza):
- regola l’altezza del morsetto: la ganascia inferiore deve essere a pelo d'acqua o
poco più su. Durante la preparazione del bagno, il morsetto va ruotato all’indietro.

pag. 62
- regola l'altezza della lama di pressione del posa-carte, che deve essere pure a
pelo d'acqua o poco più su.
2. Prepara il bagno. Devi prima togliere il morsetto dalla vasca, ruotandolo
all’indietro, e coprirlo con una lista di compensato, per evitare che si sporchi nella
deposizione dei colori.
3. Preparato il bagno, inserisci il morsetto nella vasca, e appoggia il posa-carte sui
binari a lato della vasca, posizionandolo presso il morsetto (la lama del posa-carte
deve essere in alto, in condizione di riposo).
4. Metti il foglio di carta sull'appoggio, fallo passare sotto la guida e sotto la lama
di pressione, afferrane i bordi e infilalo per un centimetro dentro il morsetto,
bloccando quindi quest'ultimo.

5. Abbassa la lama dolcemente, e spingi quindi il posa-carte sino all'altra estremità


della vasca, così che la carta vada a cadere via via sul bagno.
6. Alza la lama del posa-carte e sblocca il morsetto.
7. Togli il posa-carte (puoi appoggiarlo a terra o appenderlo), e estrai il foglio
dalla vasca.
8. Riparti da 2.

[Come si vedrà alla scheda successiva, il posa-carte diritto può essere usato anche
per realizzare carte particolare, come le “spagnole “ e “inglesi”]

pag. 63
6. A TTRE ZZ I PE R CRE ARE CAR T E “ S P AG NOLE ” ( A OND E )

La realizzazione a mano di carte spagnole è molto problematica, perchè si


ottengono onde larghe e assai irregolari. Per ovviare a questi inconvenienti e ottenere
risultati più uniformi, chi scrive ha sperimentato varie soluzioni meccaniche. Mi
soffermerò qui su due procedure, la prima delle quali prevede l’uso in combinazione
del mor set to b locca-fo g li (corto), del po s a-carte diagonale o diritto (provvisti di
acces sorio p icco li-pa ss i per lo spostamento) e della pe daliera per tirare avanti e
indietro il morsetto, mentre la seconda impiega, al posto della pedaliera, un
mec can is mo a mo tore per muovere in automatico il morsetto. Questo secondo
metodo, come si vedrà, è quello che dà i migliori risultati e che è più agevole dal
punto di vista operativo. [In tutti i casi, per la preparazione del bagno adatto e la
posa dei colori, vedi la parte 1, “Tipi di marmorizzazione: carte tipo “marmo” con
colori ad acqua”, al punto “Motivo spagnolo”.]
Del morsetto e del posa-carte diritto (corto) si è già parlato alle pagine precedenti.
Restano da illustrare il posa-carte diagonale, l’accessorio piccoli passi, la pedaliera e
l’apparecchio motorizzato per lo spostamento del morsetto. Dopo di che, si passerà
alla esposizione della procedura per la realizzazione delle carte.

6.1. Po sa-c arte d iago na le


Il posa-carte diagonale si presenta come mostra la figura.

Fra il supporto rettangolare A e la barra quadra B (sulla quale è montato il blocco


C con la lama di pressione) passa la carta, che viene fissata alla estremità destra nel
morsetto. Sul lato basso del supporto, nell’apposita feritoia, si fissa l’acce ssor io
picco li-pa ssi I, mediante la vite di blocco, avendo cura che il pignone in basso
ingrani nella cremagliera (consigliabile il passo M1) fissata sul bordo della vasca.
Sull’altro lato, vi è un carrello a cuscinetti che scorre sulla guida D a bordo vasca.
Per un buon scorrimento, la parte interna del carrello va posta ben aderente alla
guida. Bloccare quindi i cuscinetti, a contatto con la guida (ma non troppo premuti).
Il posa-carte è dotato di un te laio a ppog g ia -fog li , che si apre a compasso e che
è fissato al supporto A.
L’altezza della lama di pressione viene regolata mediante i volantini N (disegno 2).
Il blocco-lama viene alzato al momento di inserire la carta nel morsetto, tirando in
alto la traversina e fermandola mediante la levetta S o le manopoline R. Inserita la
carta e fissatala nel morsetto, si liberano le manopoline, si abbassa la lama e si blocca
il telaio serrando di nuovo le manopoline R, così da assicurarsi che non si alzi durante
la lavorazione. Il movimento del morsetto viene realizzato mediante la PEDALIERA.

pag. 64
6.2. Acc es sor io “ picco li-pa s si”, peda lier a, mecca nis mo a mo tore
L’accessorio p iccoli- pas s i va montato sul lato anteriore del posa-carte (quello su
cui si trova la cremagliera fissata alla vasca), inserendo l’asta B nella apposita feritoia.
Tale accessorio si presenta come mostrato in fig. 1 sotto. Su una basetta di tubo
quadro da 20/25 mm. A è fissata un’asta B che va inserita nella apposita feritoia del
posa-carte. Al centro della basetta è inserita una bussola di bronzo nella quale può
girare l’albero C, munito in alto di una ruota dentata E del diametro di circa 50 mm., e
in basso di un pignone più piccolo D (consigliabile 30 denti). A fianco, in un’altra
bussola, gira l’albero F, munito di manovella, su cui è fissato un piccolo pignone che
ingrana colla ruota dentata E, che funge da ridotta. Si ottiene così una riduzione dei
giri, e un controllo fine degli spostamenti. Inutile dire che il pignone scorre lungo la
cremagliera. Una costruzione più semplice dell’accessorio è quella mostrata in fig. 2.

1 F 2
E
B

A
C
D

La ped aliera permette di agire sul morsetto bloccafogli (corto) evitando di


impegnare le mani. Invece di muovere il morsetto agendo manualmente sulla leva L
(v. par. 5.2) si ottiene lo stesso risultato, difatti, col piede. Premendo il pedale il
morsetto si sposta all’indietro, rilasciandolo torna avanti. La pedaliera permette
lavorazioni precise ed accurate. Essa si presenta schematicamente come da disegno.

Inserire la vite A nel foro predisposto, e bloccarla col galletto senza però stringere
troppo (la pedaliera deve abbassarsi e alzarsi). Inserire e fissare il perno di riscontro
C. Inserire la estremità libera della molla nel perno B. Bloccare il porta- puleggia E nel
foro al centro della traversa esterna, in linea col morsetto (è opportuno che il porta-
puleggia sia in posizione leggermente angolata, così da favorire un buon scorrimento

pag. 65
del cavo). Inserire il cavo, mediante l'anello G, nella tacca della leva di trazione del
morsetto; farlo passare sopra la puleggia e assicurarsi che abbia la giusta tensione,
regolandola mediante l'alberino fissa-cavo F. Regolare la profondità
dell'abbassamento (e quindi di spostamento del morsetto) mediante la vite D.

Il mecca n is mo a mo tore è costituito da una base su cui è fissato un piccolo


motore (ad es., una pompetta per lavatrice) sul cui albero è ruotata una vite senza
fine. Questa ingrana con una ruotata dentata di una quarantina di denti, così da
ottenere una sensibile riduzione della velocità, e, allo stesso tempo, un aumento di
forza. Sull’ingranaggio è fissato un dischetto con un perno N, su cui è inserita una
biella B, che dal lato opposto va a inserirsi nel perno C all’estremità del morsetto.
L’ampiezza dello spostamento si ottiene regolando il perno N sul disco di trazione. In
generale uno spostamento di 1,5 o 2 cm è ottimale. L’apparecchio (A) va fissato sul
montante esterno del lato destro della vasca, inserendo due bulloni negli appositi fori.
L’interruttore E consente di accendere e spegnere il motore.

N
B
A
C
M
E

6.3. Rea lizzaz ion e d i carte spa gno le me dian te mors et to, pe daliera e
posa-car te d iago nale o d iritto

La procedura è un po’ brigosa, ma si possono ottenere discreti risultati. Del tutto


referibile, comunque, quella successiva.

Rego laz ion i pre liminari de lle a pparecc hiature


• Posiziona il morsetto a metà del lato destro della vasca.
• Regola l’altezza sul bagno del morsetto (2-3 mm. sopra, in modo che il lembo
della carta inserito fra le ganasce non si bagni))
• Monta la pedaliera e il porta-puleggia, fissa il cavo di trazione alla leva del
morsetto e regolane la corsa alzando o abbassando l’apposita vite della pedaliera. La
soluzione migliore è uno spostamento corrispondente a poco meno della metà di ogni
segmento di avanzamento del posa-carte. Se il pignone del “piccoli passi” che ingrana
sulla cremagliera è di 30 denti, un giro completo della ruota superiore dà luogo a un
avanzamento di circa 10 cm., mezzo giro a 5 e un quarto di giro a 2,5 cm. Contando
di effettuare via via spostamenti corrispondenti a un quarto di giro si regolerà perciò
la pedaliera e il morsetto in modo da ottenere uno spostamento di circa 12/15 mm.

pag. 66
• Metti in posizione il posa-carte e predisponi il telaio appoggia-fogli e l’accessorio
piccoli-passi.
• Regola l’altezza della lama (a pelo d'acqua o poco più), controllando l’intera
corsa.
(Con questa attrezzatura è opportuno usare un bagno moderatamente fluido.)

Realiz zazio ne de lle car te


1. Togli il morsetto dalla vasca, ruotandolo all’esterno, e coprilo con un rettangolo
di compensato o cartone, per evitare che si sporchi nella preparazione del bagno.
Prepara il bagno.
2. Inserisci il morsetto nella vasca, e bloccalo ruotando l'apposita sbarretta (M).
Apri la ganascia.
3. Colloca sulla vasca il posa-carte, col blocco-lama posizionato verso il basso.
Assicurati che il pignone dell'accessorio piccoli-passi ingrani nella cremagliera.
4. Alza il blocco-lama, fermandolo mediante la levetta o le manopoline.
5. Poggia il foglio di carta sul reggi-carta a compasso di cui è dotato lo posa-carte.
Fai passare il foglio sotto la lama di pressione inserendone l’estremità anteriore
(mediante la mano destra) nel morsetto. Assicurati che sia ben allineata e chiudi la
ganascia del morsetto.
6. Porta il posa-carte alla estremità destra della vasca, e fai in modo che la tacca si
controllo della distanza che si trova sulla ruota superiore dell’accessorio “piccoli
passi” sia posizionata ortogonalmente rispetto al lato lungo o a quello corto della
vasca (in pratica, su uno degli assi di una croce +) così da facilitare le misurazioni
successive degli spostamenti. Abbassa la lama e blocca il telaio portante mediante le
manopoline.
7. Effettua i movimenti della carta e del morsetto secondo questo CICLO A 2 FASI, da
ripetersi sino a fine corsa:
a) tira indietro il morsetto e poi rilascialo, agendo sulla pedaliera. Rilasciandolo,
aiuta il ritorno in avanti della carta tirandola dolcemente con la mano sinistra
all’estremità libera;
b) avanza con la carta del doppio, portando in avanti il posa-carte. A questo
scopo, se il movimento del morsetto era di 15 mm., fai un quarto di giro con la
manovella dell’accessorio “piccoli passi”, e accompagna la caduta del foglio sul bagno
(si deve intravvedere il formarsi della striscia).

Altro me todo
a) mentre tiri indietro il morsetto, avanza col posa-carte; b) rilascia il morsetto.

Durante il processo, controlla che la carta rimanga allineata al lato lungo della
vasca, così da non alterare il parallelismo delle strisce.
8. Giunto al termine della corsa, rimuovi il posa-carte (l’angolo residuo del foglio
cadrà sul bagno). Poggia a terra il posa-carte.
9. Apri il morsetto e estrai la carta dalla vasca.
10. Sblocca il morsetto e ruotalo all'indietro, così da liberare la vasca per un
nuovo bagno. Copri il morsetto con un rettangolo di compensato o cartone, per evitare
che si sporchi nella preparazione del bagno.

6.4. R ealiz zazio ne d i car te spa gno le me dia nte mor set to, meccan is mo a
mo tore, posa -cart e d ia gona le o d ir it to
Anche in questo caso si usano carte della lunghezza di 60 cm. o poco più. Per
l’illustrazione del posa-carte diagonale e di quello diritto, e delle loro regolazioni
generali, v. rispettivamente il par. precedente e il par. 5.3.
[Per ottenere strisce con angolazione di 45°, è necessario usare fogli di carta
quadrati, che con una vasca larga 55 cm. non possono superare però i 36 cm. di lato.

pag. 67
Nel morsetto viene inserito uno spigolo del foglio, che può essere leggermente
ripiegato]

Rego laz ion i pre liminari de lle a pparecc hiature


• Posiziona il morsetto a metà del lato destro della vasca.
• Regola l’altezza sul bagno del morsetto (2-3 mm. sopra, in modo che il lembo
della carta inserito fra le ganasce non si bagni))
• Fissa il meccanismo a motore (v. par. 6.2) sul montante esterno del lato destro
della vasca. Inserisci il lato sinistro della biella (B) nel perno (C) all’estremità del
morsetto. Regola l’ampiezza dello spostamento (consigliabile 1,5 o 2 cm.).
• Metti in posizione il posa-carte e predisponi il telaio appoggia-fogli e l’accessorio
piccoli-passi.
• Regola l’altezza della lama (a pelo d'acqua o poco più), controllando l’intera
corsa.
(Con questa attrezzatura è opportuno usare un bagno moderatamente fluido.)

Realiz zazio ne de lle car te


1. Togli il morsetto dalla vasca, disinserendo la biella B dal perno C e liberando la
sbarretta M (v. par. 6.2). Ruota quindi il morsetto all’indietro, e copri morsetto e
meccanismo a motore con un rettangolo di compensato o cartone, per evitare che si
sporchino nella preparazione del bagno. Prepara il bagno.
2. Inserisci il morsetto nella vasca e ruota l'apposita sbarretta di blocco (M) di quel
tanto che permette di sostenere il morsetto evitando però che questo faccia attrito sul
fondo della vasca impedendo al motorino di avviarsi (a questo scopo porta la
sbarretta all’altezza della tacca segnata sia sulla base dell’apparecchio a motore sia
sulla barra portante). Inserisci la biella B nel perno C. Apri la ganascia del morsetto.
3. Colloca sulla vasca il posa-carte, col blocco-lama posizionato verso il basso.
Assicurati che il pignone dell'accessorio piccoli-passi ingrani nella cremagliera.
4. Alza il blocco-lama, fermandolo mediante la levetta o le manopoline.
5. Poggia il foglio di carta sul reggi-carta a compasso di cui è dotato il posa-carte.
Fai passare il foglio sotto la lama di pressione inserendone l’estremità anteriore
(mediante la mano destra) nel morsetto. Assicurati che sia ben allineata e chiudi la
ganascia del morsetto. Porta il posa-carte alla estremità destra della vasca, abbassa la
lama e blocca il telaio portante mediante le manopoline.
6. Afferra l’estremità libera della carta (al centro) con la mano sinistra. Avvia il
motore premendo il pulsante (con la destra), e subito porta la stessa mano sulla
manovella dell’accessorio piccoli passi, facendo avanzare il posa-carte con movimento
regolare, mentre il morsetto si muove avanti e indietro. Con la sinistra, accompagna la
carta in tali movimenti, tenendola sempre in moderata tensione. Verso fine corsa,
sposta la mano dal centro verso l’alto, così da sostenere il lembo residuo. Variando la
velocità di avanzamento (e quindi la distanza coperta ad ogni ciclo di avanti-indietro
del morsetto) si ottengono onde di diversa ampiezza e intensità. Una buona soluzione
è fare un giro di manovella dell’accessorio piccoli-passi (con pignone a 30 denti) ogni
ciclo del morsetto. [Si può intervenire anche sulla ampiezza dello spostamento del
morsetto.]
Durante il processo, controlla che la carta rimanga allineata al lato lungo della
vasca, così da non alterare il parallelismo delle strisce.
7. Quando il posa-carte è giunto alla estremità della vasca, premi il pulsante per
spegnere il motore. Rimuovi il posa-carte (l’eventuale angolo residuo del foglio cadrà
sul bagno). Poggia a terra il posa-carte.
8. Apri il morsetto e estrai la carta dalla vasca.
9. Sblocca il morsetto (disinserendo biella B e sbarretta M) e ruotalo all'indietro,
così da liberare la vasca per un nuovo bagno. Copri il tutto come visto al punto 1.

pag. 68
Crea zio ne d i carte in glesi (strisce di uguale intensità, senza passaggio
sfumato). Il procedimento è più semplice, non richiedendo il movimento avanti-
indietro del morsetto, che resta in posizione fissa e centrale. Non occorrono, pertanto,
né a pedaliera né il meccanismo motorizzato di cui sopra, e si può usare sia il
morsetto corto che quello lungo. Si opera inserendo la carta nel posa-carte e
bloccandone l’estremità nel morsetto. Si alternano quindi piccoli avanzamenti e
arretramenti (un po’ più corti) del posa-carte. Dopo ogni arretramento, si attende un
attimo per il riassestamento delle macchie. Per ottenere strisce uguali, va montato sul
posa-carte l’apparecchio “piccoli passi”.

pag. 69
7. G RI GL I A P ER CRE AR E CAR T E A S TR IS CE

L’apparecchio permette di creare, in modo semplice e rapido una serie di


strisce parallele, alternativamente chiare e scure, su un bagno turco. L’effetto è
simile alle carte spagnole. Si usano carte di dimensioni standard.
L’apparecchio si presenta così:

Si deve costruire anzitutto un telaio rettangolare di legno di cm 3 x 3,


rinforzato agli angoli con angolari in metallo. Tale telaio misura circa 2 cm. in
meno per ogni lato rispetto alla vasca, in cui deve entrare a filo bordo). Sulla
parte bassa del telaio sono fissati in diagonale (mediante foro e viti) una serie di
segmenti di profilato di alluminio a L di mm. 20 x 10 e dello spessore massimo
di 2 mm (minore è lo spessore, migliore il risultato, in quanto si evitano righe
bianche). Vanno particolarmente bene i paraspigoli di alluminio, con spessore di
1 mm., reperibili nei negozi di ferramenta. Essi vanno distanziati di circa 40
mm. Se si vogliono ottenere delle strisce più strette, è necessario restringere il
lato da 10 mm. del profilato, portandolo a 7-8 mm. circa (si può usare, allo
scopo, una sega a nastro sulla quale si saranno fissate delle guide). I segmenti di
alluminio così ristretti possono essere fissati alla distanza di circa 30 mm. Si
tenga conto che il lato inferiore di tali segmenti deve arrivare a circa 1 cm. dal
fondo vasca. Il telaio poggia sui bordi della vasca mediante le alette E.
All’interno di questo telaio ve n’è un secondo (B), sul quale sono pure fissati dei
segmenti di alluminio, intercalati ai precedenti, e sporgenti ai lati sino ad
arrivare al bordo del telaio esterno. Nel disegno sotto, si mostra in dettaglio
come sono fissati i segmenti.

pag. 70
Il telaio B scorre orizzontalmente, per circa 2 cm., entro il telaio A, così che
le macchie di colore, spinte dai segmenti di alluminio montate su questo telaio,
si vanno ad addensare contro i segmenti fissi del telaio più grande, lasciando
strisce più chiare in mezzo. Come si vede sotto, il segmento mobile centrale,
spostandosi a sinistra, “tira” il colore della striscia A, con effetto di stiramento,
e addensa invece il colore della striscia B.

La misura dello spostamento (quindi della striscia chiara) viene regolata


mediante la vite F, e controllata mediante l’indice H. Si possono così ottenere
strisce chiare larghe come le scure, più larghe o meno larghe. Per agevolare lo
spostamento, mantenendo un perfetto allineamento, il telaio interno scorre
sull’esterno mediante le guide a ruota illustrate in disegno. Sul telaio esterno,
inoltre, sono fissate le maniglie D per facilitare le operazioni.
Se lo spostamento manuale del telaio interno risultasse difficoltoso, può
essere preferibile effettuarlo mediante un sistema a manovella F1 fissato sulla
sinistra, come illustrato nel disegno. In questo caso, il telaio interno viene
inizialmente posizionato tutto a sinistra, e una volta che l’attrezzo è immerso nel
bagno si agisce sulla manovella, portando il telaio interno verso destra. La
misura dello spostamento verrà controllata mediante l’indice visivo H.
Sull’attrezzo è montata una particolare cerniera (C). Tale cerniera permette
di abbassare l’attrezzo poggiandolo sulla vasca e di alzarlo una volta finita la
lavorazione. Essa ha la forma mostrata in figura.

Come si vede, la cerniera è fissata al telaio esterno della griglia attraverso


due viti sporgenti dal telaio stesso, sulle quali va ad inserirsi, tramite gli appositi
fori, il pezzo Y che viene quindi bloccato mediante dadi (si osservi il dettaglio).
Il pezzo Y è incernierato, nel punto X, a un pezzo W (fissato alla guida laterale
della vasca pure mediante due viti, da inserire negli appositi fori e da bloccare
con dadi). È importante, per evitare spostamenti delle lame in fase di rialzo e
quindi per ottenere strisce diritte, che il punto di snodo X sia più o meno alla
altezza delle lame, come evidenzia la linea tratteggiata.

pag. 71
Uso d ella gr ig lia
Buoni risultati si ottengono con coloranti universali tipo Unicolor (non si
possono usare, invece, le tempere). Essi vanno preparati con acqua e alcool
aggiungendo eventualmente un po’ di vernice trasparente all’acqua tipo
Ronseal. Un’altra soluzione (con bagno però di gomma adragante, non di farina
di guar) è quella di allungare il colore solo con un po’ d’acqua distillata e
vernice trasparente all’acqua, senza alcool. Il bagno di gomma adragante sembra
in generale preferibile, perchè poco colloso (si attacca meno alle lame di
alluminio, dando luogo a strisce più diritte). Si può usare tuttavia anche il bagno
di farina di guar. L’altezza del bagno deve essere tale che le lame di alluminio
penetrino per non più di 1-2 mm. Inoltre, per una buona riuscita, deve essere
piuttosto denso, così da permettere la stabilità delle strisce di colore “tirato”. Un
buon dosaggio per 12/13 litri è ad esempio il seguente: 150 gr. di gomma
adragante + 20/30 gr. di farina di guar (che aumenta la densità). Oppure, 90
grammi di farina di guar. Infine, è bene che sia un bagno vecchio ed usato
(quindi già intriso di colore, così da rendere le strisce più stabili e da evitare che
si evidenzino righe bianche fra una striscia e l’altra).
Buoni risultati si ottengono se il colore dominante risulta largamente
coprente, e gli altri si riducono a una sottile ragnatela. A questo scopo, il colore
dominante va preparato in modo che si allarghi adeguatamente, ed è bene che
sia spruzzato come primo o secondo colore oltre che come ultimo. È bene,
inoltre, usare pochi colori (due, tre, massimo quattro) e non troppo contrastati.
In linea generale, si possono seguire le istruzioni presentate nella parte I,
“Tipi di marmorizzazione: carte tipo “marmo” con colori ad acqua”, al punto
“Motivo spagnolo”.
Buone carte si ottengono con due o tre colori, secondo uno di questi due
schemi di deposizione:
• a) colore dominante a piccole gocce; b) secondo ( e terzo) colore a piccole
gocce; c) colore dominante
• b) secondo (e terzo) colore a piccole gocce; b) colore dominante spruzzato
più volte [ es.: rosso ossido, grigio, verde (o blu); grigio, arancio, rosso; blu,
grigio, marrone (o rosso)]
Altre combinazioni di colori (da depositare “alla turca” e nella successione
indicata) sono le seguenti:

dominan te sequ enz a co lori


verde a) rosso ossido PG, poco grigio, verde, poco viola, ancora verde
b) rosso ossido PG,( giallo PG), verde, poco grigio, ancora verde
c) verde, grigio PG, verde

rossa a (giallo GM), poco grigio, rosso ossido, poco marrone scuro, ancora rosso ossido,
(arancio PG)
b) viola, arancio PG, rosso ossido
c) rosso ossido PG, rosso, grigio PG, rosso

blu a) (rosso ossido PG), poco grigio, blu, verde, ancora blu, poco viola
b) viola PG, blu, grigio PG, blu

marrone a) rosso ossido PG, poco grigio, marrone scuro, (arancio PG), ancora marrone
b) giallo PG, marrone, grigio, ancora marrone
c) rosso ossido, grigio PG, marrone

altre nero PG, grigio, verde, blu PG


grigio, verde, viola PG, marrone
grigio, verde, rosso ossido, marrone

pag. 72
[* PG = colore depositato a gocce minute e non troppo fitte, con pennello ben
strizzato. Se depositato all’inizio, dà luogo a venature. I colori fra parentesi sono
facoltativi].

Per la realizzazione delle carte, seguire questa procedura:


1. Mettere preliminarmente in posizione la griglia fissando la cerniera alla
guida della vasca.
2. Regolare l’ampiezza dello spostamento laterale mediante la vite F. Usando
la versione larga, lo spostamento deve essere di circa 2 cm. per ottenere strisce
chiare uguali alle scure, meno per ottenere strisce di diversa larghezza. Usando
invece la versione stretta, lo spostamento dovrà essere di circa 15 mm. per
ottenere strisce chiare uguali alle scure, meno per ottenere strisce di diversa
larghezza.
3. Agire quindi per ciascuna carta come segue:
a) Alzare la griglia, e preparare il bagno alla turca. Attendere un paio di
minuti, così che l’allargamento delle macchie si stabilizzi completamente. Si
passa ora al punto b, oppure - se si vuole ottenere una carta a strisce pettinate -
si “stira” il bagno, partendo però dal lato lungo della vasca. La stiratura può
essere effettuata solo da questo lato.
b) Abbassare con dolcezza la griglia, dopo essersi assicurato che la distanza
fra i segmenti di alluminio dei due telai sia al minimo. Spingere dolcemente il
telaio interno così da ampliare tale distanza, sino all’arresto contro la vite F.
c) Attendere qualche secondo (o anche più) per la stabilizzazione. Quindi
alzare con dolcezza la griglia agendo sulle alette E, curando di evitare
oscillazioni laterali che allargherebbero le righe bianche fra le strisce.
d) Depositare al più presto la carta, facendo sì che essa cada ben diritta
lungo lo stesso asse, senza spostamenti che altererebbero la regolarità delle
strisce.

Not e e avver te nze


• Il punto critico nella realizzazione di queste carte è l’ottenimento di strisce
diritte e senza ondulazioni, specie per la versione stretta dell’attrezzo. Per
raggiungere questo risultato, occorre:
a) che i colori siano preparati in modo da stabilizzarsi dopo l’espansione
(usare perciò poco alcool);
b) che il bagno sia piuttosto denso, vecchio di almeno un giorno e
possibilmente già intriso di colorante (spesso si debbono fare alcune carte
prima di ottenere buoni risultati);
c) che le lame della griglia affondino il meno possibile nel bagno (bastano 1-
2 mm.), così da non smuoverlo durante l’innalzamento. Questo aspetto si è
rivelato determinante. Per questo, lasciare nella vasca solo la quantità di bagno
necessaria, e rabboccarla via via che il livello si abbassa, attingendo a una
riserva da tenere in un secchio;
e) che si attenda la completa stabilizzazione del bagno sia prima di
abbassare la griglia;
f) che la carta sia depositata rapidamente, non appena viene alzata la griglia,
e senza spostarne l’asse. La carta offset di grammatura un po’ elevata permette
una deposizione più sicura e regolare della carta kraft, che tende a scivolare sul
bagno. Si può tuttavia ovviare a questo inconveniente accoppiando l’impiego
della griglia con il Morsetto lungo presentato nella scheda 5.1: questo consente
difatti una deposizione controllata della carta. Vedi le istruzioni sotto.
• Il fondo a gocce può essere stirato mediante lo stilo o i pettini larghi, come
quando si preparano carte pettinate, prima di posizionare la griglia.

pag. 73
• Carte a strisce (senza “tiratura” del colore) si ottengono poggiando
semplicemente la griglia sul bagno, senza spostare il telaio interno. Per ottenere
strisce della stessa larghezza, regolare all’inizio i segmenti di alluminio.
• Quando si alza la griglia, si producono colature verso il basso. È necessario
perciò porre sotto la vasca, in corrispondenza della griglia, giornali o vaschette
di raccolta.
• Sulle lame di alluminio si raccolgono bagno e colore, che possono
compromettere la buona riuscita e dar luogo a schiuma. Esse vanno perciò
pulite ogni 2-3 carte, passandovi con una spugna o uno straccetto morbido
appallottolato. Inserendo lo straccetto nella fenditura di una asticella di
legno sagomata come a fianco, si ottiene una pulizia anche dei lati delle lame
(consigliabile alla fine della sessione di lavoro).

Uso d el mor set to lu ngo in co mbinaz ion e con la gr ig lia


Si consiglia di seguire la seguente procedura, che sfrutta al meglio gli
intervalli di tempo fra le varie operazioni:
1. Si prepara il bagno (il pressino è ruotato all’esterno).
2. Mentre il bagno si stabilizza, si posiziona il morsetto ad angolo retto e si
inserisce la carta nel morsetto, quindi si ruota il sistema all’indietro, facendo
cadere la carta verso il basso, sul lato destro della vasca (al quale è stato fissato
un tubo di appoggio, come visto nella scheda “Morsetto lungo fisso”).
3. Si abbassa la griglia e si creano le strisce.
4. Si alza immediatamente la griglia.
5. Si afferra il foglio di carta all’estremità inferiore, alzandolo in verticale. Si
ruota il morsetto (mediante il braccetto G) così da inserirlo nel bagno.
6. Tenendo sempre il foglio di carta alla estremità (dall’alto) lo si deposita
gradualmente sul bagno, accompagnando eventualmente la caduta col palmo
della mano.
7. Si aprono le ganasce e si ritira la carta dal bagno.
8. Si alza il pressino ad angolo retto e si puliscono le ganasce. Lo si ruota
quindi all’esterno.
(i guanti possono essere messi quando si prepara il bagno, e tolti subito
dopo)

pag. 74
8. P OR T A - P E T TI NE A S LI T T A PE R OT TENER E CARTE P AVONE E A FI OR I

L’attrezzo permette di ottenere, in modo rapido, semplice e regolare, carte


pavone, a fiori e fiordaliso. Esso ingrana, mediante un pignoncino, sulla barra a
cremagliera fissata su uno dei lati lunghi della vasca (all’esterno), così da effettuare
con precisione i movimenti ondulati durante l'avanzamento. Sulla slitta centrale del
porta-pettine viene fissato, regolandone l’altezza, il pettine a scacchiera.

A = traversa; B = biella; C = volano, con regolazione spostamento orizzontale; D =


ingranaggi; E = blocco porta-pignone (la distanza dalla traversa portante è regolabile a seconda
della grandezza del pignone montato, così da assicurare una buona aderenza del gruppo di
scorrimento H); F- manovella; G = pignone; H= gruppo per assicurare lo scorrimento lineare
lungo la guida L: si inserisce all’inizio della corsa e disinserisce alla fine, agendo sulla leva; I=
cremagliera fissata a bordo vasca; L = guida sottostante; M: ruota folle, permette la trasmissione
del moto fra i due ingranaggi principali.
Da sottolineare che l’ingranaggio coassiale al volano D è doppio, e può scorrere sull’albero
così da mettere in presa ora il rapporto grande ora quello piccolo (ridotta). Per assicurare la
trasmissione, si fa ingranare la ruota folle.

Si possono realizzare carte a fiori anche in una sola passata, montando,


nell’apposito innesto antistante il pettine a scacchiera, anche un pettine semplice a
denti fini(vedi lo schema dall’alto). Questo va regolato alla giusta altezza, bloccando
bene il sostegno.

Per usare l’attrezzo, occorre fissare il pettine mediante il galletto, e portarlo


all'altezza giusta (deve affondare nel bagno di alcuni millimetri, non limitarsi a
sfiorarlo). Si effettuano quindi le seguenti regolazioni:

1. Spostamento orizzontale. Si regola mediante la ghiera sopra il volano. Deve


corrispondere di norma a 1/4 della distanza orizzontale fra denti (purchè il bagno
abbia la giusta densità). Se necessario, può essere tuttavia aumentato leggermente per
compensare la inerzia del bagno.

pag. 75
2. Spostamento verticale. Deve corrispondere di regola al doppio della distanza
verticale fra i denti. Ciò si effettua tramite due regolazioni:
a) inserimento del pignone adatto. Si possono predisporre tre pignoni, con passo
M1 (come la cremagliera): n. 1 (14 denti, corsa mm. 40); n. 2 (17 denti, corsa mm.
50); n. 3 (20 denti, corsa mm. 60). Se si cambia il pignone, ricordarsi di regolare la
distanza del gruppo E.
b) scegliere il giusto rapporto fra gli ingranaggi. Si può usare il rapporto 1: 1
(facendo ingranare le ruote della stessa dimensione) o il rapporto 1: 2 (inserendo la
ruota piccola, o ridotta, nel modo indicato sopra), che dà uno spostamento dimezzato.
Se si cambia rapporto, mettere in posizione la ruota folle. Il rapporto 1:1 è preferibile,
perchè permette una rotazione più fluida.
In pratica, attenersi alle indicazioni della tabella sotto.
distanza verticale fra pignone ingranaggi
i denti del pettine
12,5 2 1:2 (ridotta)
15 3 1:2 (ridotta)
20 1 1:1
25 2 1:1
30 3 1:1

Per ogni foglio, si procede quindi in questo modo:


1. si depositano i colori a macchie fini e ben distribuite col pennello, o a gocce
con contagocce, pompette a siringa o dispenser.
1. si “stira” il bagno (con stilo o pettini, come illustrato sopra).
2. si mette in posizione l’attrezzo a una estremità della vasca (quella da cui dovrà
fuoruscire il foglio), si innesta la guida (che tiene l'attrezzo bloccato sulla
cremagliera), si ruota la manovella facendo avanzare il pettine in modo regolare e con
una certa speditezza (un movimento troppo lento impedisce la buona formazione del
fiore). Al termine della corsa, si disinnesta la guida e si estrae l'attrezzo dal bagno.

Oss ervaz ion i


• Sono da preferire i pettini con queste misure: distanza verticale fra i denti mm.
20, distanza orizzontale 35 o 40. Nel primo caso, regola la ghiera del volano su 11/12
mm., nel secondo su 12/13.
• Il fiore riesce bene se il bagno ha la giusta viscosità. Inizia quindi con un bagno
abbastanza denso: se il fiore risulta stretto e allungato, aggiungi un po’ d’acqua,
sinchè il disegno risulta perfetto. Un’altra condizione per la buona riuscita è che i
denti dei pettini entrino per pochi millimetri nel bagno, così da muoverne solo la
superficie.
• Spesso le prime carte non sono buone, ed è necessario aspettare che il bagno
raggiunga un certo grado di saturazione.
• Passando la carta con la lama gommata, sta molto leggero per evitare di
trascinare via parte del colore!
• Montando sull’attrezzo soltanto un pettine semplice, si ottiene un pettinato a
serpentina.

pag. 76
9. E RP I CE PE R CHI OCCI OLATI

L’erpice serve per eseguire carte a chiocciola con una sola passata. Consiste di una
tavola di legno leggero (o meglio di una serie di listelli fissati sulle assicelle di
sostegno) su cui sono piantati i chiodi come indicato in figura, alla distanza di 4 o 5
cm. L’erpice poggia sui lati corti della vasca mediante i sostegni. La traversa centrale
reca sulla destra una punta che scorre nella scanalatura a spirale di una piastrina in
plastica o metallo, fissata sulla guida laterale della vasca come mostra il disegno. Le
spire della scanalatura debbono distare non meno di 9/10 mm.
L’erpice va afferrato con le due mani sulla traversa centrale, e viene fatto ruotare
facendo scorrere lentamente la punta nella scanalatura, mantenendo la traversa in
posizione perpendicolare al lato lungo della vasca. Per mantenere tale allineamento,
durante la rotazione occorre tener d’occhio il bordo in basso dell’erpice, controllando
che si mantenga parallelo al lato della vasca.
Tieni presente che le carte a chiocciola riescono bene solo se il bagno ha una certa
densità e le macchie di colore sono piccole e fitte.

pag. 77
10. AP P AR E CCHI O NE T T A - FOGLI E GR IG LIA P E R AS CI UG AT UR A

Dopo essere state marmorizzate, le carte non possono essere appese


immediatamente a un filo o a un appendipanni per l’essicazione, perchè darebbero
luogo a colature. Occorre una prima asciugatura, che può essere fatta (come si è visto
alla scheda “marmorizzare: il procedimento generale” della parte I ) con due sistemi:

a) pa ssa g gio co n ne tta fog li. Si passa sulle carte (posate su una tavola di legno
liscia, provvista di canaletti per le scolature della colla e di cassettino estraibile di
raccolta) con l’apparecchio netta-fogli, dotato di una lama gommata che toglie
l’eccesso di gelatina e di acqua. E’ il sistema più rapido e funzionale. Nel disegno, a
sinistra, si mostra l’apparecchio in profilo. A destra il suo impiego. Stare leggeri!!!

Una variante ancora più pratica del nettafogli è l'acc es sor io basato sullo stesso
principio e montato direttamente sul telaio della vasca per marmorizzare. Con questa
apparecchiatura si guadagna tempo e spazio.

Come mostra lo schizzo, l'accessorio (evidenziato con il tratteggio) è costituito da


due supporti laterali A, a cui è fissata un'asta trasversale B. Fra tale asta e un listello di
legno è bloccata la lama gommata, con inclinazione verso l'esterno. Sopra la lama
gommata poggia il righello di pressione D (di legno ben liscio), che scorre liberamente
fra le guide. L'accessorio è connesso ai binari laterali della vasca tramite due perni C,

pag. 78
che scorrono in feritoie. Durante la preparazione del bagno (o quando l'accessorio
non viene usato) i supporti laterali vengono fatti scorrere nei perni, così da poter
ruotare il tutto verso il basso sino a scomparsa (per eseguire queste operazioni,
afferrare le apposite manopole G). Quando la carta è pronta per essere estratta,
l'accessorio viene ruotato in alto e posto in posizione di lavoro per mezzo dei due
ganci F, che entrano nella vasca. Si afferra la carta e la si porta - facendola strisciare
come sempre sul bordo della vasca - sulla lama gommata, facendola sporgere di circa
1 cm. Si infila quindi il righello di pressione D fra le guide e si tira la carta, con
inclinazione verso il basso. Dopo aver estratto la carta e averla sistemata sullo
stenditoio, si toglie il righello, si sgancia l'accessorio e lo si ruota verso il basso, nel
modo indicato dalle frecce sopra (le colature andranno a cadere nella vaschetta di
scolo E).
Ricordarsi di pulire sempre la lama gommata, al termine di ogni passaggio, con un
panno.

b) sco latura su gr ig lia. Si posano le carte in orizzontale, col lato marmorizzato


in basso, su una gr iglia fissata su un telaio rettangolare, così che possano sgocciolare
per una decina di minuti. E’ il sistema più tradizionale. Il disegno mostra come la
griglia può essere appoggiata a lato dell’appendipanni:

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11. P OMPE T T E E D IS PE NSE R P ER COLOR I AD ACQUA

11.1. Po mp et te a sir in ga.


Si usano per deporre gocce di colore in modo concentrico. Rispetto ai
contagocce, hanno un serbatoio più grande, e permettono di controllare meglio
la caduta della goccia. Sono inoltre veloci e pratiche da usare. È necessario però
che i colori siano fluidi e si deve controllare preventivamente che si espandano
correttamente l’uno sull’altro, nell’ordine previsto.

Le pompette si preparano così:


a) si svita la ghiera D, liberando la siringa E; si ruota inoltre all'esterno il
pistoncino A sinchè fuoriesce quasi completamente dal fusto;
b) si carica di colore la siringa (da 5 cc, oppure da 10 cc) e la si inserisce
quindi nella pompetta, bloccandola mediante la ghiera D;
c) posizionandosi sopra lo scodellino di colore, si ruota all'interno il
pistoncino A, sinchè viene a contatto con la testa della siringa facendo uscire
gocce di colore;
Si possono depositare a questo punto sul bagno le gocce di colore, girando
via via il pistoncino di circa 1 giro per ogni goccia. Una carica di 4 cc basta di
solito per due-tre carte. Per ottenere macchie concentriche, si usano più
pompette caricate con colori diversi.
Al termine del lavoro, pulire accuratamente le siringhe.

11.2. Dispe n ser multipli


Non pochi marmorizzatori, in passato, hanno studiato sistemi per depositare
contemporaneamente più gocce di colore, così da rendere più rapido ed
efficiente il processo di preparazione del bagno. Prendendo spunto da questi
tentativi, anche l’autore di queste schede ha cercato di mettere a punto
apparecchiature del genere. Pur funzionando, però, esse si sono dimostrate di
impiego non agevole, specie per la grande quantità di colore richiesta, e se ne è
perciò abbandonato l’uso. A titolo di documentazione, comunque, se ne
riportano qui sotto le descrizioni.

A. Disp en ser r et tan go lare a ot to siring h e per 4, 3 o 2 co lori


Funziona sia con le tempere che con i coloranti, e permette la posa in un solo
colpo di otto gocce di 4 o 2 colori diversi, dando luogo a una disposizione a
scacchiera. Rispetto allo spruzzo mediante pennelli, consente una disposizione
più regolare dei colori e una maggiore intensità. È perciò adatto per realizzare
carte pettinate, pavonate e a fiori. È necessario però preparare colori fluidi e in
quantità consistente. Inoltre, si deve controllare preventivamente che si
allarghino in modo misurato e più o meno equivalente.
L’apparecchio è costituito di due pezzi: una base A e un pressore B.
La base A è una tavoletta rettangolare di legno (altezza 15 mm.) munita di
otto fori, posti alla distanza di circa 5 cm., nei quali vengono inserite altrettante
siringhe (H) da 10 cc. Al centro della base vi è una barretta metallica piatta B,
che sporge a un lato così da permettere l’impugnatura dell’attrezzo. Al centro
della barretta è fissata la vite E e, a una estremità, il perno T (un tondino da 6
mm.).
La base dell’attrezzo

pag. 80
A

G E B
H

Il pressore B è costituito pure da una tavoletta di legno delle stesse


dimensioni della base, sulla quale è saldata, al centro, una bussola L in plastica o
metallo attraversata da un foro di precisione che permette uno scorrimento
senza oscillazioni lungo la vite. Sul fianco della bussola è praticato un foro
filettato in cui è inserito un volantino che consente il bloccaggio del pressore
nella fase preparatoria. Sulla parte bassa del pressore è fissata, inoltre, una
lastrina di alluminio D dello spessore di 3/4 mm., necessaria per la filettatura
dei fori in cui sono montate le viti F (del diametro di 8 mm. e lunghe circa 30
mm.). Tali fori sono praticati in corrispondenza delle otto siringhe. Le viti
vanno a premere sugli stantuffi delle siringhe, e servono a compensare gli
eventuali dislivelli.Vi è inoltre un foro in cui va ad infilarsi il perno T, così da
mantenere il pressore in posizione allineata. La ghiera I permette di abbassare
via via via il pressore, facendo fuoruscire le gocce.

L’attrezzo completo (vista da un lato)

Per assicurare che le siringhe siano ben strette nei fori e permettere inoltre
l’uso di siringhe di diverse marche (e quindi con diametro leggermente diverso)
la base può essere suddivisa in tre pezzi uniti da due viti passanti, come mostra
il disegno sotto. In questo modo, i due pezzi esterni si possono spostare,
allargando o restringendo le sedi per le siringhe. Mediante i galletti si effettua il
bloccaggio.

pag. 81
L'attrezzo si usa come segue:
a) si svita ghiera D, si estrae il pressore e si inseriscono le siringhe, facendo
attenzione che abbiano tutte le stesso diametro (siano cioè della medesima
marca);
b) si inseriscono il pressore e la ghiera B. Si posiziona il pressore a una
altezza tale da consentire il rialzo desiderato dello stantuffo delle siringhe, e lo si
blocca mediante il volantino al centro della bussola;
c) si immerge via via ciascuna siringa in un vasetto, caricando il relativo
colore. Si tira in alto, a questo scopo, lo stantuffo sinchè va a toccare il pressore
(ATTENZIONE: assicurarsi prima che i colori abbiano una espansione
equivalente!).

I colori vanno caricati secondo questo ordine:

d) mettendosi sopra un foglio di carta si sblocca il pressore e si gira la ghiera


sinchè da una o più siringhe esce una goccia di colore;
e) mediante le viti F, si compensa l'altezza degli stantuffi delle altre siringhe,
sinchè anche da esse esce una goccia di colore;
f) ora l'attrezzo è pronto a funzionare. Impugnando il manico e tenendo
l'attrezzo a 10-15 cm. dalla superficie del bagno, si depositano le gocce di colore,
girando via via la ghiera di circa mezzo giro per ogni posa. Impugnando
l’attrezzo in modo che risulti parallelo al lato corto della vasca (disegno in alto)
si effettuano due deposizioni lungo tale lato, spostandosi quindi via via per il
lato lungo. Una carica di 8 cc basta di solito per cinque-sei carte.
Dopo l'uso, pulire accuratamente le siringhe e l'attrezzo.

B. D isp en ser circo lare a 4 sir in gh e p er 4 o 2 co lor i


Anch’esso funziona sia con le tempere che con i coloranti, e permette la posa
di quattro gocce ravvicinate di colori diversi. Per quanto riguarda la
preparazione di ultimi, valgno le avvertenze del punto precedente.
L’apparecchio è costituito di un supporto (A) munito di quattro fori, nei quali
vengono inserite altrettante siringhe (S) da 10 cc. Al centro del supporto è
fissata la vite B, sulla quale scorre il pressore circolare C. Questo reca un foro nel
quale si inserisce il perno T, che ne evita la rotazione durante l'uso. Ruotando di
circa mezzo giro la ghiera D, il pressore si abbassa consentendo l'uscita
contemporanea delle quattro gocce. Le viti E servono a calibrare reciprocamente
l'altezza degli stantuffi delle siringhe. Nella parte della vite B che sta sotto il
pressore è inserita una molla, ad evitare che il peso del pressore faccia uscire
gocce accidentalmente.

pag. 82
L'attrezzo si usa in modo analogo a quello precedente. Per quanto riguarda i
colori, vi sono queste possibilità:

• Quattro colori e una sola passata.


• Due colori e due passate. Si caricano due siringhe con il colore A, e due col
colore B, inserendole nei fori come mostra il disegno. Si fa una prima passata su
tutta la vasca tenendo il manico dalla parte sinistra, e poi una seconda passata
(in corrispondenza delle macchie ottenute in precedenza) tenendo il manico
dalla parte destra. Si ottengono così macchie a due colori concentrici. Occorre
però assicurarsi, in precedenza, che si A si allarghi su B e viceversa. Al termine si
può passare un terzo colore a spruzzo fine e leggero.

• Quattro colori e due passate. Si caricano le siringhe con quattro colori


diversi. Si fa quindi una prima passata su tutta la vasca tenendo il manico dalla
parte sinistra, e poi una seconda passata (in corrispondenza delle macchie
ottenute in precedenza) tenendo il manico dalla parte destra. In questo modo, si
ottengono per ogni macchia due colori concentrici e una buona distribuzione
d'insieme. Occorre però assicurarsi, in precedenza, che il colore A si allarghi su
D (e viceversa), e il colore B si allarghi su C (e viceversa). Al termine si può
passare un quinto colore a spruzzo fine e leggero.

pag. 83
A B D C

C D B A

1 2

C. Disp en ser mu lt ip lo a ug elli, co n d ep osito co nt e mpora neo di 18


gocce e 3 co lor i. Funziona anch'esso sia con le tempere che con i coloranti
universali. Come si vede nel disegno sotto (a destra) è composto di 2 pezzi:

a) la base A , che mediante le traverse C, poggianti sulle guide laterali della


vasca, può essere via via spostata lungo la vasca. Sulla base sono ricavati 18
scodellini, in cui va deposto il colore (un colore per ogni fila). Ai due estremi
della base vi sono i rialzi E, scorrevoli su molle, sui quali va posato l’erogatore
in fase di caricamento. L'affondamendo degli ugelli dell'erogatore negli
scodellini è regolabile mediante le viti F (gli ugelli dovrebbero arrivare a 1-2
mm. dal fondo degli scodellini). La base reca inoltre sul fianco delle guide di
appoggio D per il corretto posizionamento dell'erogatore stesso.
b) L’erogatore B è costituito da una barra, sulla quale spuntano tre
imboccature H. Ogni imboccatura è in collegamento con un condotto scanalato
interno, dal quale parte una fila di ugelli (fissati in corrispondenza degli
scodellini di colore). Spostando il caricatore sopra la base (in modo tale che le
contro-guide laterali di cui è dotato vadano a inserirsi fra le guide d’appoggio
della base) e premendolo delicatamente verso il basso, gli ugelli entrano negli
scodellini, caricandosi, ciascuno, di una goccia di colore. Si riposiziona quindi
l’erogatore sulle traverse C, poggiando il lato interno alla base e il lato basso alla
traversa C, alla quale deve aderire lo squadretto M. Si immette quindi aria nelle
imboccature, così che le gocce si stacchino cadendo sul bagno. L’aria viene
inviata preferibilmente tramite una pistola collegata a un compressore (dare un
colpo secco).
Dopo aver effettuato una deposizione, si sposta l’apparecchio di circa 10 cm.
lungo il bordo della vasca, e si effettua una nuova deposizione. A fine corsa, si
poggia l’apparecchio sulle alette di prolunga (preliminarmente montate: v. la
scheda “vasca con cremagliera”).

pag. 84
Sono possibili due modalità di distribuzione del colore:
a) si fanno cadere le gocce una fila per volta, così che si depositino in modo
concentrico. A questo scopo, si soffia separatamente, in sequenza, in ciascuna
imboccatura.
b) si fanno cadere tutte le gocce contemporaneamente. A questo scopo,
occorre montare il pezzo L sopra le tre imboccature, fissandolo mediante gli
appositi galletti. Si soffia quindi nella imboccatura di cui questo pezzo è
provvisto.

Per mettere il colore negli scodellini si usano siringhe da 10 cc. Per toglierlo,
occorre un tubicino di prolunga inserito nella imboccatura della siringa:

Controllare, prima di procedere alla deposizione, che negli scodellini vi sia


abbastanza colore (in linea di massima, ogni carica basta per 2-3 carte).
Si può aggiungere un ultimo colore (e eventualmente un primo) mediante
spruzzo con pennello.
In tutti i casi, dopo la deposizione, i colori vanno stirati in modo accurato
con lo stilo, così da ottenere una serie di righe sottili e parallele.

Dopo l'uso, pulire accuratamente il dispenser, in particolare gli scodellini,


con acqua corrente e un pennellino.

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12. VAS CA CON CR E MAG LIE R A

Una vasca adeguata, in grado di supportare le attrezzature presentate sopra,


è quella qui descritta. Realizzata in lamiera zincata, si regge su gambe
smontabili. Essa misura cm. 55 x 80 x 6 e permette di realizzare carte da mm.
500 x 700, ossia metà di un foglio offset da 1000 x 700. Al centro recherà un
foro circolare (con tappo sottostante) per lo svuotamento.
La vasca è provvista di binari laterali in tubo metallico rettangolare di cm. 4
x 2. Sopra il binario più lontano dall’operatore è fissata una guida in tubo
metallico di cm. 2 x 1, per lo scorrimento di precisione del posa-carte e del posa-
carte diagonale (per carte a onde). A lato dell’altro binario è applicata una
cremagliera (passo M1) per l’avanzamento sia del porta-pettine per carte
pavone, sia del posa-carte e del posa-carte diagonale (quando sono usati con
l’accessorio piccoli passi per realizzare carte “a onde” di precisione). Sotto il
medesimo binario è saldata inoltre una guida (costituita di un “quadro”
metallico da 12 mm.) per un regolare scorrimento del porta-pettine per carte
pavone. Si veda, in proposito, il dettaglio a destra.
Su uno dei lati più corti è montato inoltre il morsetto a cerniera per
afferrare la carta, con possibilità di spostamento avanti-indietro (per carte a
onde) e di scorrimento laterale. Sull’altro lato corto è fissato l'accessorio netta-
fogli con lama gommata. Si può provvedere la vasca, inoltre, di un sostegno
centrale (da ruotare ad angolo retto) per appoggiare, fra una esecuzione e
l’altra, il posa-carte, e di alette di prolunga (smontabili) per l’eventuale appoggio
di accessori. La vasca richiede circa 10-12 litri di bagno.

La vasca è provvista di gambe per l’appoggio al suolo. Su di esse viene


montata la pedaliera meccanica, nel modo illustrato nella scheda “Realizzazione
di carte spagnole mediante morsetto, pedaliera e posacarte diritto”.
Poichè durante la marmorizzazione parte del bagno fuoriesce ai lati, è bene
predisporre attorno alla vasca (fissandoli alle gambe) dei contenitori di raccolta.
In particolare, due vaschette sotto i lati corti e una canaletta sotto il lato lungo
anteriore, come mostra lo schizzo.

pag. 86
pag. 87
BIB LI OGR AFI A ESS E NZ I ALE

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Ajers, R. C. , Marbling, Dryard Press, Leicester, 1976.
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pag. 88
APPENDIC I

APP E ND I CE 1. A NNOT AZI ONI S UI COL ORI

C OLO RI FON DA MEN TAL I


giallo, blu oltremare, rosso carminio o magenta
C OLO RI SE CON DA RI
verde: giallo (4) + blu (1)
arancio: giallo (4) + rosso (1)
viola: blu (4) + rosso (3) + nero (gocce)
marrone: giallo (4) + rosso (1) + blu (gocce)
grigio: nero (4) + rosso (1) + giallo (2) (o più semplicemente: bianco + nero)
salmone: bianco + giallo ossido + poco rosso + una goccia di blu
S CU RIRE IL C OLORE , OT TENEND O B IS TRO (co lore scuro, qua s i n ero)
Aggiungere il complementare: rosso: verde (giallo + blu), blu: arancio (giallo + rosso);
giallo: viola (rosso + blu); verde: rosso
dal bistro + bianco si ottiene il grigio. Se è troppo caldo aggiungi blu, se verdastro
aggiungi rosso, se violaceo aggiungi giallo.
C O ME OT TENERE IL NERO
mescolare: rosso garanzia (4 parti) , giallo (3), blu di Prussia (0,5)
S FUM A TURE PAR TI COL ARI
verde muffa: verde + arancio (giallo+blu+rosso)
colori terrosi: aggiungi terra di Siena bruciata o terra d'ombra
rosso bruno: arancio + viola (rosso+ giallo+ blu)
verde oliva: verde + viola (giallo+blu+rosso)
blu scuro: blu base + gocce rosso (+ un po’ di marrone già pronto)
S MOR ZA RE L ' INTE NS IT À DI U N COLO R E
a) aggiungere bianco o nero; b) mescolarlo col complementare; c) allungare il colore
col solvente o, con i colori ad acqua, aggiungere molto alcool canforato.
C OLO RI C O MPLEMEN TAR I E A DI A CENT I
•La massima intensità di un colore si ha quando ha come sfondo il proprio
complementare: rosso: verde/blu; giallo: viola; blu: arancio/rosso
•I colori che si avvicinano nella tinta acquistano aspetto sporco e meno intenso. Es.
rosso e arancio, rosso e viola, verde e azzurro, giallo e verde
•Due toni dello stesso colore appaiono rispettivamente più chiaro e più scuro.
•Il nero dà aspetto più brillante ai colori puri.
•I colori puri stanno bene circondati da marrone, grigio, ocra, nero.
A L CUNE COM BIN AZ ION I D I COLOR I

pag. 89
ROSSO-azzurro-giallo BLU-terra Siena
ROSSO-azzurro-terra Siena- nero BLU-nero-(grigio)
ROSSO-verde-giallo BLU-verde scuro
ROSSO-marrone-blu BLU-marrone-nero
ROSSO-marrone (o terra Siena)-nero BLU scuro-azzurro-rosso scuro-giallo
ROSSO scuro-nero (o blu scurissimo)- BLU-nero-grigio chiaro (o argento)
giallo verdastro-azzurro-(rosa) BLU-verde chiaro-marrone-nero
VERDE -arancio-violetto BLU elettrico-bruno-terra Siena-nero
VERDE scuro-nero BLU-rosso bruno-(verde bluastro)
VERDE scuro-verde chiaro-rosso MARRONE scuro-marrone chiaro
VERDE- azzurro-nero MARRONE brunastro-nero
VERDE-viola-azzurro-nero MARRONE-terra Siena-nero (o grigio
VERDE scuro-rosso-terra Siena scuro)
VERDE scuro-viola-terra Siena MARRONE-verde scuro-verde chiaro
VERDE scuro-rosso--giallo-terra Siena MARRONE-nero-terra Siena
VERDE chiaro-marrone-nero VIOLA-verde marcio-azzurro-nero

pag. 90
A P P E NDI CE 2. UNA T E CNI CA SP E CI ALE : LE CARTE S UMI NAG AS HI

Il bag no. Di acqua pura.


La car ta . Si può usare carta di riso giapponese, carta sottile per pitture ad acqua,
o anche una buona carta protocollo/uso bollo o da scrivere. Non va allumata.
I color i e il d isperd en te. Si possono usare i colori calligrafici (giapponesi o
cinesi) o i colori per airbrush, ma sono particolarmente consigliabili i drawing inks
(inchiostri per disegno di vario colore, che contengono un po’ di lacca: sono in
bottigliette spesso munite di contagocce). Come disperdente (per allontanare i cerchi
di colore) si usa spirito di trementina. Utilizzabili anche gli acrilici allungati con un
po' d'acqua.
Gli a t trezz i. Pennellini molto fini (0 o 01). Uno stilo.
Il proced ime nto. Intingi due pennellini (che terrai con una mano) in altrettanti
colori; nell’altra mano tieni il pennellino intinto nella trementina. Con un colore,
tocca il centro della vasca. Ne risulta un cerchio di colore. Toccane il centro con la
trementina. Poi toccalo con il successivo colore, e di nuovo con la trementina.
Continua alternando i due colori (ogni tanto dovrai “ricaricare” pennellini) , sino a
riempire il bagno. ALTRO METODO: impiegando i drawing inks, puoi evitare di
ricorrere alla trementina, alternando 3-4 colori, che si sospingono a vicenda.

A questo punto, puoi lavorare il disegno con lo stilo. Posa infine la carta, partendo
da un angolo e deponendola in diagonale. Estraila. Posala quindi su un piano liscio .
Quando è secca, può essere impilata con altre e pressata (o anche stirata).

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APP E ND I CE 3 . CARTE PS E UD O - MAR MOR I ZZ ATE ( OT TE NUT E SE NZ A
BAG NO )

CAR TE TI P O “ AG ATA” o “ ANNONAY”

MISCELA PER LA CARTA. Sciogliere 1 cucchiaio da tavola di amido ogni 200 cl.
d’acqua distillata. Far bollire, così da ottenere un perfetto scioglimento. Lasciare
raffreddare. La miscela, al momento dell’uso, va allungata con acqua distillata, così da
risultare fluida. Maggiore è la liquidità, maggiore è l’espansione dei colori.
Se si vuole che il colore aumenti di intensità, aggiungere 1 o 2 cucchiai di gomma
lacca , ogni 200 cl., sciolta in alcool . Per ottenere macchie di colore meno larghe, si
può aggiungere un po’ di acido tartarico.

COLORI. Usare colori ad acqua (anche coloranti). Aggiungere a 1 cucchiaio di


colore: una punta di gomma arabica (tiene unito il colore e migliora il fissaggio, specie
se si tratta di un colorante senza veicolo coesivo); 1 cucchiaio o poco più di acqua con
amido ; mezzo cucchiaio di acqua saponata. (va bene anche il sapone liquido). Si può
aggiungere infine mezzo cucchiaino di acqua di allume, che apre la macchia a
raggiera e, se necessario, un po’ d’acqua distillata..
Deve risultare, in ogni caso, un composto fluido e non schiumoso: in quest’ultimo
caso, si può mettere anche un po’ d’alcool. Volendo, si può aggiungere al composto
un po’ di gomma lacca, oppure qualche goccia di potassa caustica o di soda caustica
sciolta in acqua. .
Aumentando l’amido, la macchia si dilata e scorre di più. Fare sempre prove
preliminari. In caso di cattiva espansione, aggiungere amido (può servire anche altro
sapone). Per ottenere colori più intensi, aumentare il colorante.
Usare colori scuri (marrone, verde, blu, rosso): funzionano bene i colori che danno
un composto fluido e non schiumoso. Il nero va usato con molta cautela, perchè si
allarga molto e tende a sporcare. Se viene usato con altro colore,va dato per primo in
modo assai rado.
CARTA. Usare carta buona, con una certa consistenza (ottimi risultati si ottengono
con carta colorata, in tinta).

ESECUZIONE DI CARTE A MACCHIE


Queste carte riescono bene se monolocolori o, al massimo, bicolori, dando in
questo caso il primo colore in modo assai rado (dopo aver strizzato accuratamente il
pennello) e riempiendo quindi con il secondo colore.
a) appoggiare il foglio di carta su un piano, e inumidirla con una spugna pulita
(questa fase si può anche saltare);
b) spalmare la carta con la miscela vista sopra, mediante un pennello o una
spugna. Non eccedere nella quantità e nella liquidità (troppa miscela, e troppa
liquidità, provocano un allargamento eccessivo del colore);
c) attendere qualche secondo e spruzzarvi sopra i colori con un pennello ben
strizzato, in modo che cadano gocce piccole (che debbono poi dilatarsi
immediatamente: se ciò non avviene, correggere la miscela del colore);
d) porre la carta ad asciugare: la prima asciugatura fa effettuata in piano, per
evitare colature;
e) qualora le macchie colorate si schiarissero troppo, aumentare la quantità di
colore nei vasetti, o aggiungere gomma lacca;
f) prima di passare a una nuova carta, pulire il piano d’appoggio;
g) le carte, una volta asciutte, possono essere verniciate e lucidate

ESECUZIONE DI CARTE CON “RADICI”

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Dare alla carta una mano di amido abbastanza abbondante. Spruzzare il colore a
macchie piccole, per evitare colature eccessive. Alzare quindi la tavola di legno con il
foglio che vi aderisce, e battervi due o tre volte, nei due sensi, in modo che il colore
coli. Oppure, afferrare la carta agli estremi, e tenerla in verticale, controllando
l’effetto colatura. Queste carte sono di solito monocolore.

ESECUZIONE DI CARTE SPUGNATE


Riescono piuttosto bene. Spalmare la carta di acqua d’amido, e picchiettarla con
una spugna intrisa (ma ben strizzata) di colore, preparato nel modo visto sopra. Si
possono dare, in successione, due colori.

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TAVOLE

Nelle pagine che seguono sono


riportate le foto di alcuni degli
strumenti illustrati in precedenza.

Successivamente, sono riportati


esempi dei vari tipi di carte
marmorizzate.

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