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BOC IL PERITO DEL GIUDICE:

CARDO PROF. PIERO BOCCARDO

I due quesiti posti al prof. Boccardo


sono i seguenti:
A) Accertare se vi sia correlazione
tra la macchia rinvenuta sul lenzuolo
coprimaterasso e quella sulla manica
del pigiama inglobante un frammento
osseo, e indicare, se possibile: le
modalità con le quali il frammento
osseo sia giunto sul pigiama.
B) Se questo fosse indossato
dall’aggressore.
Figura 7.3.-2. Schema che raffigura un ipotetico
Il Prof. Piero Boccardo, perito del contatto tra la superficie del lenzuolo (quasi pia-
Giudice, fa parte del Dipartimento di na) e la manica del pigiama (pseudo cilindrica).
Georisorse e Territorio del Politecnico
di Torino.
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La perizia si compone di 109 pagine, Nell’esempio mostrato, è sicuramente possibile
ne pubblichiamo alcuni stralci. che un contatto possa provocare un imbratta-
mento sulla manica del pigiama anche solamente
nella zona di tangenza (ovvero una linea). Ciò vale
ovviamente solo per l’ipotesi di indossamento del
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pigiama; ancora più complicata e non prevedibile – dall’assassino con l’evidente intenzione di oc-
potrebbe essere l’ipotesi del non indossamento, cultarla, forse perché imbrattata di sangue e/o
ovvero della creazione delle due macchie per sem- perché indossata.
plice contatto dell’indumento e del lenzuolo. In
questo caso infatti, ipotizzando il capo di vestiario È interessante però notare che la casacca, pur im-
non perfettamente piegato (quindi stropicciato), la brattata non ha trasferito tracce di sangue nella
macchia sulla manica potrebbe ovviamente avere parte bassa del lenzuolo per semplice contatto;
forma e dimensioni qualsiasi a indumento aperto. e ciò con particolare riferimento al reperto poi
classificato al n. 20 - traccia 17. Evidentemente la
Queste semplici considerazioni di geometria sostanza organica della macchia presente sulla
proiettiva, consentono quindi di affermare che manica della casacca si era già coagulata, altri-
sia l’ipotesi del CC.TT dell’Accusa che le contro- menti avrebbe lasciato delle impronte ematiche
deduzioni di quelli della Difesa, sono non pro- o su altre parti della casacca, o sul lenzuolo stes-
banti, in quanto la perfetta specularità tra le due so, o sulla parte del piumone (in nessuno dei tre
macchie rappresenta uno dei casi degli infiniti casi non sono state trovate impronte.
proponibili nella realta degli accadimenti. Nella figura 8.2.2.-1 vengono mostrate due im-
magini che rappresentano le aree imbrattate dai
capi costituenti il pigiama, cosi come delimitate
dai RIS di Parma. Se si considera l’ipotesi dell’in-
PAG. 73 dossamento proposto dai CC.TT dell’accusa, si
Particolarmente interessante appare invece la po- può notare come sia imbrattata solamente la parte
sizione di ritrovamento della casacca (si evince che destra della casacca, mentre i pantaloni mostrano
sia l’indumento superiore dal verso interno che si un imbrattamento più omogeneo.
presenta alle forze dell’ordine); dato per scontato Per quanto riguarda la casacca, ricordando che i
che la scena del crimine si è sicuramente modifica- RIS sostengono che tale casacca sia stata indossa-
ta dopo l’intervento dei soccorritori, ci si domanda ta e che portino come supposta dimostrazione la
per quale ragione fosse sotto il piumone: simulazione effettuata utilizzando un simulacro e
sangue di maiale, in una stanza ricostruita simile
– dai soccorritori nella frenesia dei primi soccor- a quella reale, i CC.TT della difesa sostengono in-
si; vece che: “Deve essere ancora notato che l’esame del
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Figura 8.2.2.-1. A sinistra la parte anteriore del pigiama, a destra quella posteriore.
Le zone contornate sono quelle dove vi sono piccole macchie di sangue.
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pigiama esperito dagli scriventi nel corso dell’accesso il modo con cui essi si siano imbrattati. Appare
presso il RIS di Parma avvenuto il 27 marzo 2003 ha poco credibile che i pantaloni si siano imbrattati
confermato l’assenza di imbrattamenti ematici sulla anche nella parte inferiore se fossero indossati
parte sinistra della casacca del pigiama, sia sul davanti dall’assassino inginocchiato sul letto; d’altra par-
che sul dorso. Ciò rende, in accordo con i precedenti te, sembra anche poco credibile che si possano
Consulenti Tecnici della difesa, del tutto improbabile essere imbrattati in questo modo se fossero stati
che tale indumento fosse indossato dall’aggressore. A semplicemente appoggiati al letto. Dovrebbero,
meno di innaturali, improbabili e fisse ricostruzioni che, in quest’ultimo caso, essere stati rigirati almeno
non rispettose di una situazione dinamica, propongono una volta, in quanto le macchie analizzate, non
un aggressore che fissamente offre al bersaglio la sola sono trapassate.
metà del tronco”.
È parere dello scrivente che, indipendentemente Resta ancora da aggiungere che i CC.TT della
dal modo in cui si siano disposte le tracce ematiche difesa affermano che l’ipotesi dell’indossamento
sugli indumenti, che non sono oggetto della peri- debba essere rigettata anche perché non esistono
zia, nessuna delle due motivazioni poste a corredo tracce del disindossamento, ossia segni i impronte
delle affermazioni dei CC.TT. delle parti paiono digitali in corrispondenza dei bordi. Ciò appari-
poco convincenti; la sperimentazione dei RIS, se rebbe però normale nel caso l’assassino si fosse
non per comprendere le dinamiche dell’evento, lavato le mani prima di toglirsi i capi.
pare troppo riduttiva sia rispetto al simulacro
usato che per la modellazione della realtà troppo PAG. 87
grezza per alcuni dettagli (il capo del bambino), 9.1 Correlazione e compatibilità tra le due
ma soprattutto, per quello che ci è dato di sapere, macchie presenti sul lenzuolo coprimaterasso
per la scarsa valenza statistica nella ripetizione del- e sulla manica del pigiama.
le prove. Statisticamente poco significative quindi,
ma forse anche poco rappresentativa, mostrandoci In questo paragrafo si illustreranno le metodolo-
similitudini degli imbrattamenti, ma senza specifi- gie di analisi e le risultanze relativamente al primo
care quante prove siano state condotte. quesito proposto, ovvero (vedi paragrafo 1.2.) “ac-
Per quanto riguarda invece i pantaloni, l’imbrat- certare se vi sia correlazione tra la macchia rinvenuta
tamento appare più uniformemente distribuito; sul lenzuolo coprimaterasso e quella sulla mnica del
ciò non permette di fare nessuna illazione circa pigiama inglobante un frammento osseo”.

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PAG. 89 È quindi possibile affermare che dal punto di vi-
In conclusione si può affermare che le due mac- sta bidimensionale, esiste una discreta probabi-
chie di cui ai reperti 28/2B - traccia 17 e n. 20 - lità che il frammento osseo di cui al reperto n. 20
traccia 17, non sono simili ne per dimensione ne - traccia 17, abbia concorso alla formazione della
per forma, presentando una scarsa somiglianza cavità, di cui al reperto n. 28/2B - traccia 18.
così come mostrano gli indici di correlazione
calcolati. PAG. 92
9.3 Analisi tridimensionali
9.2 Modalità di trasferimento dell’”ossicino
sulla manica della casacca del pigiama” L’analisi puramente bidimensionale, condotta al
fine di valicare le ipotesi relative alla dimostra-
In questo paragrafo si intendono descrivere le
zione di identità propria fornita dai RIS di Parma,
procedure e le risultanze emerse in merito alla
non è però, a parere dello scrivente, una metodo-
seconda parte del primo quesito, ossia: “indicare,
logia sufficiente per valutare la congruenza tra i
se possibile, le modalità con le quali il frammento
due reperti. A parte il fatto che il coefficiente di
osseo sia giunto sul pigiama”.
correlazione calcolato non risulta statisticamen-
Nelle figure seguenti, vengono invece mostrate te sufficientemente robusto per poter affermare
le forme relative all’”ossicino” e alla cavità (fig. l’analogia certa, potrebbero esistere forme bidi-
9.2.-2) e il risultato del calcolo del coefficiente di mensionali analoghe (per esempio altri frammenti
correlazione in una delle differenti posizioni che ossei) capaci di fornire risultati simili. A questo
mostrano l’indice bidimensionale pìù alto (fig. scopo risulta quindi di fondamentale importanza
9.2.-3). ricorrere ad analisi puramente tridimensionali,

A sinistra, Figura 9.2.-2. Forme


relative all’”ossicino” e alla cavita.
A destra, Figura 9.2.-3. Risultato
della correlazione bidimensionale
in cui il frammento è sovrapposto
alla cavità nella posizione che
realizza la migliore correlazione.

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capaci di stabilire una similitudine tra forme ap- 7.4.-5 sia fuoriuscito all’interno della cavità forma-
parentemente diverse, ossia la cavità del reperto tosi nel reperto 28/2B - traccia 18. Le due ipotesi
28/2B - traccia 18 e l’“ossicino” adeso al reperto n. che venivano fornite a corredo ossia:
20 - traccia 17.
Nei paragrafi seguenti si procederà quindi con il – il frammento era presente sin dal momento della
descrivere tali metodologie, partendo dalla resti- creazione di tale cavità, quindi presumibilmente
tuzione fotogrammetrica di superfici per giungere durante l’evento criminoso; tale evenienza non
poi a metodi di modellazione solida. avrebbe quindi permesso lo scivolamento del-
l’ossicino del “calco” e di conseguenza la natura
Si può quindi concludere che è statisticamente formazione del “calco” stesso risulterebbe inde-
altamente probabile che il frammento osseo terminata;
presente sul reperto n. 20 - traccia 17 possa aver
concorso alla creazione della cavità presente nel – il frammento non era presente al momento
reperto n. 28/2B - traccia 18 per scivolamento lun- della creazione di tale cavità e vi sarebbe caduto
go un asse parallelo al bordo sinistro della cavità in una fase successiva alla supposta adduzione
stessa, ovvero che tale cavità, non può che essere dell’ossicino da parte della manica della casacca
stata prodotta da un solido avente forma molto del pigiama;
simile (a meno della media delle distanze misu-
rate nelle 3 diverse posizioni) a quello presente possono ora venire meglio circostanziate.
sul reperto n. 20 - traccia 17.
Alla luce di quanto affermato nella parte relativa
all’analisi tridimensionale, la prima ipotesi sopra-
PAG. 103 citata appare meno probabile della seconda. Risul-
ta infatti abbastanza evidente uno scivolamento
9.3.5 Anomalie riscontrate all’interno lungo un asse dii scorrimento dell’ossicino, in cui
della cavità il piccolo frammento osseo avrebbe sicuramen-
Nel paragrafo 7.4. si affermava che l’unica certez- te interferito. tale interferenza non risulta però
za fosse rappresentata dal fatto che nel periodo apprezzabile da nessun segno distintivo lasciato
compreso tra il 7 settembre 2002 e il 24 ottobre sulla superficie della cavità dal piccolo frammento
2003, il piccolo frammento osseo mostrato in fig. osseo (incisione e/o solco).
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Si può affermare quindi che è possibile che il dinamiche), così come poco convincenti alcune
supposto piccolo frammento osseo non fosse dimostrazioni del CC.TT della difesa.
presente al momento della creazione della ca- In merito alla possibilità che il pigiama fosse
vità e che vi sarebbe quindi caduto in una fase indossato, è quindi possibile concludere che gli
successiva alla supposta adduzione dell’ossicino accertamenti effettuati dallo scrivente non hanno
da parte della manica della casacca del pigiama, permesso di effettuare alcun tipo di misura e/o
ovvero che la cavità si possa essere generata se- analisi in grado di sostanziare tale eventualità,
condo modalità e genesi non determinabili. che solamente un accurato utilizzo di tecniche di
blood pattern analysis potrebbe assicurare.
Inoltre, si ritengono le ipotesi sull’indossabilità
del pigiama formulate dai CC.TT. delle parti,
PAG. 104 possibili, ma non suffragate da una metodologia
scientifica necessaria a misurare la probabilità
9.1 “Indossabilità” della casacca che tale evento si possa essere manifestato.
e dei pantaloni del pigiama

In questo paragrafo verrà fatto esplicito riferimen-


to alla terza parte del quesito, ovvero a: “se questo
(il pigiama n.d.c.) fosse indossato dall’aggresso-
re”.

È parere dello scrivente che i diversi elementi


probatori ipotizzati dai CC.TT. delle parti possa-
no essere considerati entrambi possibili, ma che
emergono numerose lacune rispetto alla scien-
tificità dei metodi adottati. Come già affermato
in precedenza, statisticamente poco significativa
e poco rappresentativa appare la simulazione
effettuata dai RIS di Parma (se non per l’espe-
rienza acquisita nella valutazione delle diverse
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