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ATTO PRIMO SCENA SECONDA

Entra Ariel. ARIEL Ehil, gran maestro! Mio venerabile signore, salve! Eccomi qua per eseguire quello che piace a te. Si tratti di volare, nuotare, tuffarsi nel fuoco, cavalcare i ricci delle nubi, al tuo comando imperioso si piega Ariel con tutti i suoi aiuti. PROSPERO Spirito, hai inscenato a dovere la tempesta che ti avevo ordinato? ARIEL Punto per punto. Sono salito a bordo della nave del re e ora a prua ora a poppa, ora sul ponte, in ogni cabina, ho fiammeggiato terrore: a volte mi dividevo e bruciavo in molti luoghi contemporaneamente: Sull'albero maestro, sulle antenne e il bompresso, ardevo come fiamme diverse e poi mi radunavo e riunivo di nuovo. I lampi di Giove, messaggeri dei tremendi tuoni, non erano pi rapidi di me, n come me veloci pi della vista. Il fuoco e gli scoppi di sulfureo fragore sembravano assediare il possente Nettuno e far tremare le sue onde superbe. Proprio cos, e scuotere il suo terribile tridente. PROSPERO Mio prode spirito! E chi, in questo finimondo, fu tanto saldo, tanto costante, da non farsi infettare la ragione? ARIEL Non c'era anima che non fosse presa dalla mattana e non facesse scene di tragedia. Tutti, tranne i marinai, si gettarono nel pelago schiumante e abbandonarono il vascello che ardeva tutto delle mie fiamme. L'infante del Re, Ferdinando, con i capelli dritti - Erano stecchi, non capelli! fu il primo a saltare, gridando, "L'inferno vuoto, e tutti i diavoli sono qui!" PROSPERO E bravo il mio spirito! Ma non eravate vicini alla riva? ARIEL Attaccati, padrone. PROSPERO E dimmi, Ariel, sono davvero salvi tutti? ARIEL Nemmeno un capello si perduto. E sugli abiti che li tenevano a galla non c' nemmeno una macchia. Sono pi nuovi di prima. Come mi avevi ordinato, li ho sparpagliati, in plotoni, per tutta l'isola. Il figlio del Re l'ho sbarcato da solo e l'ho lasciato a rinfrescare l'aria coi sospiri in un angolo remoto dove se ne sta seduto con le braccia conserte, malinconicamente - cos. PROSPERO E la nave del Re, e i marinai, dove li hai sistemati? E il resto della flotta? ARIEL All'ancora, la nave del Re. Nella baia profonda in cui tu una volta mi evocasti, a mezzanotte, perch ti procurassi rugiada dalle Bermude tormentate dai venti. Ecco dov' nascosta. I marinai, li ho stivati tutti sotto i boccaporti e li ho messi a dormire aggiungendo un incanto alla fatica. In quanto al resto della flotta, tutte le navi che avevo disperso si sono riunite di nuovo e solcano le onde del Mediterraneo tornando tristemente verso Napoli. Credono di aver visto naufragare l a nave del Re, e annegare il corpo di Sua Maest. PROSPERO Ariel, hai eseguito perfettamente la tua parte. Ma c' altro lavoro. Che ore sono?

ARIEL Met del giorno passata. PROSPERO Di due clessidre almeno. Il tempo tra adesso e le sei dev'essere speso da entrambi nel modo pi proficuo. ARIEL Ancora lavoro? Dal momento che mi assegni altre fatiche lascia che ti ricordi ci che hai promesso e che tu non hai eseguito affatto! PROSPERO Come? Fai i capricci? E che pretendi? ARIEL La mia libert. PROSPERO Prima del tempo stabilito? Mai. ARIEL Ricorda, ti prego, che ti ho reso degni servigi, non ti ho mai mentito, non ho commesso errori, ti ho servito sempre senza brontolare e di buon grado. E tu hai promesso di condonarmi un anno intero. PROSPERO Dimentichi da quale tormento ti ho liberato? ARIEL No. PROSPERO Invece s, e credi che sia gran cosa calpestare il fango del fondo salato, correre sull'aspro vento del Nord, lavorare per me nelle vene della terra quando indurita dal gelo. ARIEL Nossignore. PROSPERO Menti, cosa malvagia. Hai scordato la turpe strega Sycorax che per vecchiaia e perfidia s'era incurvata tutta come un cerchio? L'hai scordata? ARIEL Nossignore. PROSPERO S, invece. Dov'era nata? Parla, rispondi. ARIEL In Algeri, padrone. PROSPERO Ah, davvero? Una volta al mese devo ricordarti quello che sei stato, visto che lo dimentichi. Sycorax, questa strega maledetta, per i suoi innumerevoli misfatti e le stregonerie tremende ed inaudite, venne bandita, come sai, da Algeri. Per un'unica cosa che fece le risparmiarono la vita. Non cos? ARIEL Sissignore. PROSPERO Questa cagna dagli occhi bui fu sbarcata qui incinta e qui lasciata dai marinai. Tu, mio schiavo, eri allora - sei stato tu a raccontarmelo - al suo servizio. E poich eri uno spirito troppo delicato per eseguire ordini cos bassi e odiosi, quando ti rifiutasti di obbedire alla sua autorit, lei, con l'aiuto dei suoi ministri pi potenti e in preda a implacabile furia, ti confin nella

spaccatura di un pino. E in questa morsa dolorosamente rimanesti imprigionato una dozzina d'anni. Nel frattempo lei moriva, lasciandoti l dentro, dove tu urlavi lamenti rapidi come pale di mulino. Quest'isola, allora - all'infuori del figlio che lei depose sullo strame, un nato di strega tutto una macchia - non era onorata da alcuna forma umana. ARIEL S, suo figlio Caliban. PROSPERO Appunto, stupido! Sto parlando di lui, di quel Caliban che ora al mio servizio. Tu sai bene in quale tormento ti trovai. I tuoi lamenti facevano piangere i lupi e penetravano il petto degli orsi sempre irosi. Era una pena da infliggere ai dannati e che Sycorax non poteva pi revocare. Quando arrivai qui e ti udii, fu la mia Arte che fece spalancare la bocca del pino e ti permise di uscire. ARIEL Grazie, padrone. PROSPERO Se mai ti provi a brontolare ancora spacco una quercia e ti rinserro nelle sue viscere nodose a urlare per altri dodici inverni. ARIEL Perdono, padrone. Ubbidir agli ordini e prometto che spiriter da bravo. PROSPERO Fa cos, e fra due giorni sarai libero. ARIEL Viva, mio nobile padrone! E cosa devo fare? Dimmi, cosa devo fare? PROSPERO Diventa una Ninfa del mare: visibile solo a te stesso e a me, invisibile a ogni altra pupilla. Va, rivesti questa forma e torna qui. lavora presto e bene. Esce Ariel. Svegliati, cuore mio, svegliati! Hai dormito profondo. Sveglia. MIRANDA La stranezza del vostro racconto mi ha dato sonnolenza. PROSPERO Su, scuotila via. Andiamo da Caliban, il mio schiavo, che non ci d mai una risposta civile. MIRANDA un selvaggio, padre, e non voglio vederlo. PROSPERO Sia come sia, non possiamo farne a meno. Ci accende il fuoco, ci procura la legna e fa cose che ci arrecano profitto. Ehi, tu, schiavo! Caliban, tu, fango, parla! CALIBAN (Dall'interno) La legna basta, dentro. PROSPERO Vieni fuori, dico! C' altro lavoro per te. Ti muovi, tartaruga? E allora? Rientra Ariel in forma di Ninfa marina. Magnifica entrata! Mio geniale Ariel, una parola all'orecchio. ARIEL Sar fatto, signore.

Esce. PROSPERO E tu, schiavo velenoso, generato dal demonio in coppia con tua madre scellerata, fuori immediatamente! Entra Caliban. CALIBAN Addosso a tutti e due cadano gocce di brina maligna come quella che mia madre da una palude marcia con penna di corvo raccoglieva! Che un vento di scirocco possa soffiare su di voi e riempirvi di piaghe! PROSPERO Per questo, ti assicuro, stanotte avrai crampi e fitte nei fianchi da toglierti il fiato. Spiriti malvagi in forma di porcospini verranno nella vastit della notte a tormentarti, ti copriranno di buchi pi fitti delle celle di un alveare. E ogni puntura sar pi dolorosa di quella delle api. CALIBAN Prima devo mangiare. Quest'isola mia. Mi venne da Sycorax, mia madre. E tu me l'hai presa. Appena arrivato mi accarezzavi e mi tenevi nel cuore, mi davi acqua con dentro i mirtilli e mi insegnavi a nominare la luce pi grande e quella pi piccola che bruciano di giorno e di notte. Allora ti amavo, e ti mostravo tutte le qualit dell'isola, le sorgenti d'acqua dolce, i fossi d'acqua salata, i luoghi sterili e quelli fertili... Maledetto me per averlo fatto! Che tutti gli incantesimi di Sycorax, rospi, scarafaggi, pipistrelli, vi cadano addosso! Perch ora io sono tutti i sudditi che avete, io che prima ero il mio proprio Re. E voi mi stipate in questa dura roccia. Da tutto il resto dell'isola mi avete escluso. PROSPERO Tu, schiavo bugiardo, che solo la frusta commuove, mai la dolcezza! Io ti ho trattato, letame che sei, con cura umana. Ti ho dato una casa nella mia stessa grotta finch un giorno hai tentato di violare l'onore di mia figlia! CALIBAN Oh! Magari l'avessi fatto. Tu me l'hai impedito, avrei popolato quest'isola di tanti Calibani. MIRANDA Odioso schiavo, su cui nessuna impronta di bont potr fermarsi: solamente di male sei capace. lo ho avuto piet di te. Mi sono sforzata di farti parlare e ogni ora ti insegnavo una cosa o l'altra. Quando tu, selvaggio, non conoscevi ci che pensavi ma balbettavi come un bruto, io ho dato alle tue intenzioni parole che te le fecero conoscere. Ma la tua razza abbietta, anche se imparavi, aveva in s qualcosa che le nature buone non possono tollerare. E perci giustamente sei stato confinato in questa roccia, tu che meritavi assai pi di una prigione. CALIBAN Mi avete insegnato a parlare come voi: e quel che ho guadagnato e questo: ora so maledire. Vi roda la peste rossa per avermi insegnato la vostra lingua! PROSPERO Via di qui, figlio di strega! Portaci legna da ardere e fa presto. Ti aspetta altro lavoro. Scrolli le spalle, canaglia? Se trascuri o fai malvolentieri ci che ti ordino ti tormenter coi crampi dei vecchi, riempir tutte le tue ossa di dolori, ti far urlare in modo tale che alle tue grida tremeranno le belve. CALIBAN Ti prego, no. (A parte) Devo ubbidire: la sua Arte cos potente da piegare Setebos, e dio di mia madre, e farne un suo vassallo. PROSPERO Bene, schiavo! Via di qui!

ATTO SECONDO SCENA SECONDA Un'altra parte dell'isola. Entra Caliban con un carico di legna. Si sente un rumore di tuono. CALIBAN Tutte le infezioni che il sole succhia da paludi, da stagni, da pantani, su Prospero cadano e lo riducano pezzo per pezzo a una sola piaga! I suoi spiriti mi ascoltano ma io debbo maledire. Loro non mi pungeranno. Non mi spaventeranno con visioni. Non mi getteranno nel fango. Non mi faranno smarrire la strada fiammeggiando nel buio se non lo ordina lui. Ma basta un niente per scatenarmeli contro: scimmie urlanti che mi fanno smorfie e mi mordono: porcospini a palla sul sentiero pronti a scattare gli aghi sotto i miei piedi nudi, vipere che mi accerchiano fischiando con lingue forcute e mi fanno impazzire. Entra Trinculo. Eccolo, eccolo! Ecco uno dei suoi spiriti che viene a tormentarmi perch sono in ritardo con la legna. Mi stendo per terra: forse non mi vedr. TRINCULO Qui bolle un altro temporale e non c' manco un cespuglio o una macchia per ripararmi. Sentilo come fa la serenata nel vento! E quella nuvolaccia nera, quella grossa, laggi, sembra una damigiana fetente che si vuole svuotare sulla terra. Se tuona come prima dove mi nascondo? Quella nuvola maledetta, quella rovescia gi secchi interi. Ges, e questo che ? Un uomo o un pesce? Defunto o vivente? un pesce: puzza come un pesce una puzza di pesce vecchissimo una specie di baccal andato a male e nemmeno tanto fresco. Proprio uno strano pesce! Se lavoravo ancora in Inghilterra e avevo questo pesce sul cartellone, la domenica qualsiasi fesso pagherebbe uno scudo d'argento per vederlo. Laggi questo mostro farebbe la fortuna di un uomo; laggi magari non danno un soldo bucato a un povero zoppo, ma ne cavano dieci per vedere un indiano morto. Ma questo ha le gambe da cristiano! E le pinne sembrano braccia! Sul mio onore, questo caldo. Ah, vuol dire che devo cambiare opinione, quella di prima non vale pi: questo non un pesce ma un isolano fulminato. Tuoni. Maria Vergine, ecco di nuovo il temporale! Io mi ficco sotto la gabbana del mostro; altro riparo non ne vedo, qua intorno. Quando cadi in disgrazia, ti trovi dentro al letto una strana compagnia! Seppelliamoci qua sotto finch il temporale non si scolato l'ultima goccia! Entra Stefano cantando, con una bottiglia in mano. STEFANO Non torner pi sul mare, sul mare. Morir qui sulla riva. Questa una canzone un po' svergognata per un funerale! Ma consoliamoci col messale. Beve. Canta: Il nostromo e il mozzo, il rematore ed io, Il cannoniere e il servente, amavamo Mall e Meg, Margery e Marian. Ma nessuno amava Kate perch Kate aveva la lingua tagliente E diceva ai marinai: vatti a impiccare! Non le piaceva l'odore di catrame e pece Ma un sarto poteva grattarla dove le prudeva. E allora in mare, ragazzi, S'impicchi lei! E anche questa una canzone un po' svergognata, ma ecco la mia consolazione.

Beve. CALIBAN Non tormentarmi - ahi! STEFANO Che succede? I diavoli spasseggiano? Truccati da selvaggi e da indiani? Ma io non sono scampato al naufragio per farmi spaventare dalle vostre quattro gambe - dice il proverbio che nessun nato da donna che cammina a quattro gambe far indietreggiare nessuno e cos sia, finch Stefano ha due busi per respirare. CALIBAN Lo spirito mi tormenta - ah! STEFANO Secondo me, questo qualche mostro dell'isola a quattro gambe che s' presa la terzana. Dove diavolo avr imparato la nostra lingua? Lo voglio ristorare un po', non fosse altro che per questo. Se riesco a guarirlo e a domarlo e ad arrivare a Napoli con lui, questo un regalo degno di qualsiasi imperatore calzato e vestito! CALIBAN Non tormentarmi, ti prego - far pi presto con la legna! STEFANO Ora ha un attacco e straparla. Gli faccio assaggiare la bottiglia: se non ha mai bevuto vino, l'attacco gli passa. Se riesco a guarirlo e a domarlo, posso chiedere un capitale; chi lo compra si pu sempre rifare come vuole. CALIBAN Finora non mi hai fatto troppo male, ma lo farai subito, lo sento da come tremi. Prospero sta lavorando, su di te. STEFANO Avanti, girati - apri la bocca qui c' qualcosa che fa risuscitare i morti. Apri 'sta bocca - con questo il tremasso ti va via, te lo dico io. Fidati degli amici verzi le ganasce un'altra volta, su. TRINCULO Ma questa voce io la conosco... dovrebbe essere... ma no, quello affogato e questi sono fantasmi. Mamma mia, proteggimi! STEFANO Quattro gambe e due voci, un mostro delicato! Si vede che la voce davanti gli serve per parlare bene degli amici e quella del drio per dire cattive parole e sputare veleno. Ora lo battezzo di nuovo e la febbre gli passa. Avanti - amen! Ora te ne verso un po' nell'altra bocca. TRINCULO Stefano! STEFANO Ehil! L'altra bocca chiama me? Ma allora questo non pi un mostro, l' un diavol! Stefano, gambe in spalle e via; dice il proverbio: magna assai mal chi a la tavola del diavol vuol magnare! TRINCULO Stefano! Se sei Stefano tocca e parla perch io sono Trinculo! Non ti spaventare, sono il tuo buon amico Trinculo. STEFANO Se sei Trinculo, alzati e cammina. Aspetta, ti tiro io per le gambe pi corte. Se esistono gambe di Trinculo, sono queste. S, sei proprio Trinculo. Ma com' che sei diventato lo stronzo di questo aborto di luna piena? capace di cagare dei Trinculi?

TRINCULO Lo credevo morto ammazzato da un colpo di fulmine. Ma tu non sei affogato, Stefano? Fammi la grazia, dimmi che non sei affogato. Il temporale finito? Mi sono nascosto sotto la gabbana dell'aborto di luna per paura del temporale. Ma tu sei vivo, Stefano? O Stefano, due Napoletani salvati dalle acque! STEFANO Prego, non girarmi intorno, sono debole di stomaco. CALIBAN (a parte) Ah, che belle creature, se non sono spiriti. Che splendido dio, ha un liquore celestiale. Mi inginocchio ai suoi piedi. STEFANO Come sei scampato? In che modo sei arrivato fin qua? Giura su questa bottiglia e dimmi in che modo sei arrivato fin qua. Io sono scampato sopra un barile di vin di Spagna che i marinai avevano buttato gi di bordo. Lo giuro su questa sacra bottiglia, fatta con le mie proprie mani, con la scorza di un albero, dopo che m'hanno sbattuto a riva! CALIBAN Giuro, su questa bottiglia, d'essere tuo suddito fedele; quel liquore non terreno. STEFANO Qua, giura, e dimmi come sei scampato. TRINCULO Nuotando fino alla riva come un'anitra, fratello: io nuoto come un'anitra, lo giuro. STEFANO Qua, un altro bacio al messale. Ma ricorda: nuoti come un'anitra, ma sempre oca rimani. TRINCULO O Stefano, ne tieni ancora? STEFANO Un barile intero, carissimo. La mia cantina in una grotta sul mare e l ho nascosto tutta la vinassa. E allora, aborto di luna, la febbre come va? CALIBAN Non sei caduto dal cielo? STEFANO Sono caduto dalla luna, te lo assicuro: una volta ero l'uomo della luna. CALIBAN Ti ho visto, lass. Sempre la mia padrona ti indicava a me col cane e la fascina, e io ti adoro. STEFANO Avanti, giura - bacia il messale! Tra poco ce ne metto ancora, giura. TRINCULO Per la sacra luce, questo un mostro cretino. E io che ho avuto paura di lui! Un mostro deficiente! Ti ha visto sulla luna! Un mostro che le beve tutte, un mostro scemo. Ehi, mostro, ti sei fatto una bella bevuta, eh? CALIBAN Ti mostrer ogni zolla fertile dell'isola, e ti bacer il piede: ti prego, sii il mio dio. TRINCULO Sole mio, un mostro subdolo e bevuto! Questo, se il suo dio si addormenta, gli fotte la bottiglia. CALIBAN Ti bacer il piede. Giurer di essere tuo suddito.

STEFANO Avanti, allora: a terra, e giura. TRINCULO C' da schiattare dalle risate a vedere questo mostro dalla testa di cane. Un mostro scostumato! Quasi quasi adesso gli do una bastonata. STEFANO Avanti, bacia. TRINCULO Ma 'sto povero mostro ubriaco. Un mostro abominevole! CALIBAN Ti indicher le sorgenti pi ricche, per te raccoglier le bacche e andr a pescare, a te procurer la legna che ti occorre. E peste sul tiranno che servo! Nemmeno un ceppo, a lui. Seguir solo te, uomo meraviglioso! TRINCULO Un mostro ridicolo, se trova meraviglioso un povero ubriacone! CALIBAN Ti prego, lascia che ti conduca dove crescono le mele. Con le mie unghie affilate ti scaver noci di terra. Ti mostrer il nido della ghiandaia. Ti insegner a intrappolare l'agile scimmietta. Ti condurr dove c' ricchezza di nocciole, e qualche volta ti porter giovani gabbiani dalle rocce. Verrai con me? STEFANO Per favore, facci strada senza altre chiacchiere. Trinculo, il Re e tutto il resto della compagnia essendo affogati, noi siamo i signori, qui. Custodisci la bottiglia, amico Trinculo, tra poco la riempiremo di nuovo. CALIBAN (Cantando ubriaco) Addio, padrone, addio! TRINCULO Un mostro urlante - un mostro ubriaco! CALIBAN Non far pi chiuse per i pesci, n porter legna su richiesta, non raschier pi taglieri, non laver pi piatti. Ban, ban, Cacaliban ha un nuovo padrone. E tu un uomo nuovo vatti a cercar! Libert, salute! Salute, libert! Libert! Viva la libert! STEFANO O prode mostro! Guidaci tu! Escono.

ATTO TERZO SCENA SECONDA Un'altra parte dell'isola. Entrano Caliban, Stefano e Trinculo. STEFANO Adesso basta, quando il barile sar vuoto, berremo acqua. Ma prima, neanche una goccia. Perci forza e all'arrembaggio! Servo-mostro, bevi alla mia salute!

TRINCULO Servo-mostro! il buffone dell'isola! A proposito, dicono che qua gli isolani sono cinque in tutto: tre siamo noi; se gli altri due hanno il cervello come noi, lo stato vacilla. STEFANO Servo-mostro, bevi quando te lo ordino io! Hai gli occhi quasi dentro la testa. TRINCULO E dove vuoi che siano? Pensa che bellezza, un mostro con gli occhi dentro il culo! STEFANO Il mio uomo-mostro ha affogato la lingua nel vino. In quanto a me, nemmeno il mare mi pu affogare. Prima di arrivare sulla spiaggia ho nuotato per trentacinque miglia in lungo e in largo. Per questa luce, sarai il mio luogotenente, mostro, o mi reggerai la bandiera. TRINCULO Luogotenente s, se vuoi, ma in quanto a reggere questo non si regge pi nemmeno sul cesso. STEFANO A noi non ci scappa, vero, Monsieur Mostro? TRINCULO Bravi, non scappate, vuol dire che piscerete da fermi come i cani. STEFANO Parla una volta nella vita, aborto di luna, parla, se sei un buon aborto di luna. CALIBAN Tuo Onore come sta? Lascia che ti lecchi la scarpa. A lui no. Lui non voglio servirlo, non un valoroso. TRINCULO Tu menti, mostro ignorantissimo: posso affrontare persino un maresciallo, io. Dimmi, pesce debosciato, quando mai stato vigliacco un uomo che ha bevuto tutto il vino che mi sono scolato io oggi? Non vorrai dire una menzogna cos mostruosa, tu che sei mezzo pesce e mezzo mostro? CALIBAN Senti come mi prende in giro? E tu glielo permetti, Maest? TRINCULO Ha detto "Maest"? Ma possibile che un mostro debba essere cos fesso? CALIBAN Ecco che ricomincia. Ammazzalo a morsi, per piacere. STEFANO Trinculo, tieni la lingua a posto, prova ad ammutinarti e il primo albero tuo. Il povero mostro mio suddito e non deve subire indegnit. CALIBAN Rendo grazie al mio nobile sire. Vuoi compiacerti di prestare ancora una volta orecchio alla supplica che ti ho rivolto? STEFANO Madonna, s. In ginocchio e ripeti. Io star qua in piedi, e Trinculo anca lui. Entra Ariel, invisibile. CALIBAN Come ti ho detto prima, io sono suddito di un tiranno, uno stregone che con i suoi trucchi mi ha truffato l'isola. ARIEL

Menti. CALIBAN Sei tu che menti, scimmia e pagliaccio. Perch il valoroso mio padrone Non ti ammazza? Io non mento. STEFANO Trinculo, se lo sfotti ancora mentre remena la sua storia, per questa mano ti spianto qualche dente! TRINCULO Ma se non ho parlato. STEFANO Allora chiudi il becco e basta. Tu procedi. CALIBAN Dicevo: con la stregoneria si presa quest'isola. L'ha presa a me. Se la tua grandezza vorr vendicarsi di lui, perch lo so che tu hai coraggio, mentre questa cosa non ne ha... STEFANO Questo certo. CALIBAN Tu ne sarai il signore e io ti servir. STEFANO Ma come compiere l'impresa? Puoi portarmi da lui? CALIBAN S, mio sire: Te lo consegner addormentato, cos potrai ficcargli un chiodo nella testa. ARIEL Menti, non puoi! CALIBAN Ma che pagliaccio colorato questo? Buffone! Scongiuro la tua grandezza, battilo e prendigli la bottiglia. Finita quella berr solo acqua salata perch io non gli mostrer dove corrono le sorgenti. STEFANO Trinculo, non tirare la corda, interrompi il mostro un'altra volta e, per questa mano, la mia misericordia la sbatto fuori della porta e ti riduco un baccal. TRINCULO Perch, che ho fatto? Io non ho fatto niente. Va bene, vado pi lontano. STEFANO Non hai detto che mentiva? ARIEL Sei tu che menti. STEFANO Ah, sono io, adesso? Beccati questo. Lo batte. E se ci provi gusto, dammi del bugiardo un'altra volta. TRINCULO Io non ho dato del bugiardo a nessuno. Non solo sei diventato scemo ma anche sordo? Al diavolo la tua bottiglia. Ecco a che cosa portano il vino e il bere. Gli venga un colpo, al tuo mostro, e a te il demonio ti stacchi le dita della mano!

CALIBAN Ah, ah, ah! STEFANO Ora avanti, dacci dentro. E tu allontanati, prego. CALIBAN L'hai picchiato come si deve: dopo lo picchio io. STEFANO Sta un po' pi in l. Avanti, procedi. CALIBAN Ebbene, come ti ho detto, suo costume dormire il pomeriggio: puoi ammazzarlo, allora, dopo avergli prima preso i libri. O spaccargli il cranio con un ceppo, o squarciargli il ventre con un palo, o tagliargli la gola col coltello. Ma prima, prenditi i suoi libri. Senza di loro uno sciocco qualsiasi, come me, e non pu comandare a un solo spirito: tutti lo odiano quanto lo odio io. Brucia solo i suoi libri, per. Ha splendide suppellettili - cos le chiama - che adorneranno la sua casa quando la avr. Ma ci che merita la massima attenzione la bellezza di sua figlia: lui stesso la chiama impareggiabile. Io non ho mai visto una donna, Tranne mia madre, Sycorax e lei. Ma lei supera di tanto Sycorax quanto il massimo il minimo. STEFANO Ma proprio un tale splendore? CALIBAN S, signore; far onore al tuo letto, lo garantisco. E figlier una splendida nidiata. STEFANO Mostro, uccider quest'uomo: sua figlia ed io saremo re e regina. Dio salvi le nostre Maest! Trinculo e tu sarete Vicer! Trinculo, ti piace il programma? TRINCULO una squisitezza. STEFANO Dammi la mano: mi dispiace averti picchiato, ma, finch vivi, lingua in bocca. CALIBAN Entro mezz'ora sar addormentato: lo ammazzerai? STEFANO S, sul mio onore. ARIEL Lo dir al mio padrone. CALIBAN Mi fai felice: sono pieno di gioia! Facciamo festa! Volete cantare il ritornello che mi avete insegnato poco fa? STEFANO Ai tuoi ordini, mostro - sempre ai tuoi ordini. Avanti, Trinculo, cantiamo. Canta. Sfotti e batti Sbatti e fotti, Sempre libero il pensier! CALIBAN

Il motivo era un altro. Ariel suona con un tamburello e un flauto. STEFANO E questo che cos'? TRINCULO il motivo del nostro ritornello, suonato dal ritratto di Nessuno. STEFANO Se sei un uomo, mostrati come sei. Se sei un diavolo, fa come ti piace. TRINCULO Maria Vergine, perdona i miei peccati! STEFANO Chi muore paga tutti i debiti: avanti, ti sfido. Piet di noi! CALIBAN Hai paura? STEFANO No, mostro, non io. CALIBAN Non devi aver paura. L'isola piena di rumori, suoni e dolci arie che danno piacere e non fanno male. A volte sento mille strumenti vibrare e mormorarmi alle orecchie. E a volte voci che, pur se mi sono svegliato dopo un lungo sonno, mi fanno addormentare di nuovo. E poi, sognando, vedevo spalancarsi le nuvole e apparire ricchezze pronte a cadere su di me, cos, svegliandomi, piangevo per sognare ancora. STEFANO Che splendido regno, per me: avr la mia musica gratis. CALIBAN Quando Prospero sar finito. STEFANO Tra poco: non me la scordo, la tua storia. TRINCULO Il suono si allontana. Seguiamolo e dopo faremo il nostro lavoretto. STEFANO Facci strada, mostro, noi ti seguiremo. Ma questo tamburino dov'? Continua a darci dentro. Ti muovi? TRINCULO Ti seguo, Stefano. Escono.

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