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1.

UNIDEA DI SOCIOLOGIA
Il sociologo coltiva, sviluppa, applica a fini di conoscenza, diffonde immaginazione sociologica, con sensibilit e modi diversi. Per Mills, limmaginazione sociologica una particolare qualit della mente; chi la possiede capace di fare un certo ordine nellambiente sociale che lo circonda. La capacit di connettere questioni private a problemi pubblici, comprendendone le ragioni, lessenza dellimmaginazione sociologica. Limmaginazione sociologica dunque la capacit di comprendere come la societ fatta e funziona, nellambiente prossimo e pi generale, perch in essa diventi possibile vivere con consapevolezza. La sociologia solo un dei modi in cui si conosce la societ, e che da sempre storici, filosofi, pittori, poeti e romanzieri ci hanno fatto conoscere aspetti della societ del loro tempo la Comdie Humanie, la Recherche sono finti di documentazione e interpretazione della societ francese dellottocento e del primo Novecento. La loro lettura ci aiuta a distinguere cosa utile osservare di una societ per capirla. Senza una certa dotazione di immaginazione sociologica nessuno potrebbe vivere in societ: questo significa che: - Esiste una sociologia personale consapevole e ricca - Ma anche una sociologia professionale deve fare i conti con le idee che le persone si fanno. Questo corrisponde a un principio che i sociologi chiamano il teorema di Thomas: una situazione definita dagli attori come reale ha conseguenze reali; ovviamente anche se non lo era. La sociologia nasce come progetto di un campo di studi dove vengono applicati canoni del metodo scientifico alla conoscenza sistematica dellorganizzazione sociale dei modi in cui le persone la generano e ne sono condizionate. Lidea proprio quella di una possibile scienza della societ, che stabilisce dunque confini abbastanza chiari con forme di conoscenza non scientifica di questa. Pi complicata la questione di altri confini, ovvero dello spazio che la scienza della societ pu conquistarsi, perch quando la sociologia entra sulla scena, gi altre scienze sociali hanno cominciato a definire e coltivare ambiti particolari di conoscenza che riguardano differenti aspetti della societ. Tutte le scienze sociali sono figlie della modernizzazione e del bisogno di conoscenza in unepoca di grandi trasformazioni. Il positivismo la corrente filosofica che esprime la fiducia nella scienza che si diffonde in Europa allinizio dell800. Auguste Comte, che ne il principale esponente, pensa che la conoscenza positiva permetta di superare quella tipica di stadi precedenti dellevoluzione sociale: la conoscenza teologica, prima, e la metafisica, poi. Ponendosi solo problemi affrontabili con riferimento diretto a fatti concreti, il mondo diventa comprensibile. E in questo clima che Comte immagina una fisica della societ, che poi chiamer sociologia, intesa come regina delle scienze. Comte ma anche Spencer pensavano allinizio a ununica scienza della societ incaricata di cambiare radicalmente il mondo e di farlo uscire dalla sua preistoria. La sociologia si trovata a farsi largo fra altre scienze sociali che avevano definito e occupato prima un proprio spazio specializzato (es: economia, antropologia, scienza politica) ecco perch il progetto iniziale di far si che la sociologia comprendesse tutte le scienze risulta impossibile. La vera fondazione della sociologia avviene ad opera di un insieme di pensatori e ricercatori sociali che Raymond Aron ha chiamato generazione fra due secoli. Durkheim il primo a ottenere in Francia una cattedra universitaria con il nome della nuova disciplina. Durkheim pensa che i fatti sociali vadano pensati come cose e debbano essere spiegati solo con altri fatti sociali che ne sono le cause.

In germania con Weber e Simmel, la sociologia prende altre vie; infatti per spiegare i fatti sociali dobbiamo considerare la struttura della societ, ovvero il tutto di cui le persone sono parte, con le sue determinazioni sui comportamenti individuali: la societ fatta di uomini, che a loro modo definiscono le situazioni in cui si trovano e sviluppano di conseguenza loro strategie. Durkheim non lo nega, ma pensa che se ci si mette per questa strada si perde la possibilit di fare scienza ella societ. Eppure proprio questa la strada che i due pensatori tedeschi prendono, e lo fanno trovando nella prima scienza sociale, leconomia, un metodo del genere; Weber si smarco poi dalleconomia generalizzandone il metodo, considerando tipi di azione che gli economisti non considerano. Negli USA la sociologia svilupp presto un netto interesse alla ricerca empirica, orientata ad affrontarne problemi sociali. Il primo dipartimento di Sociologia fu fondato a Chicago nel 1892. Si posero 2 questioni: 1) La prima una questione di confini: per un verso la sociologia urbana, industriale, dellorganizzazione, della cultura, della politica ecc.. non applicazioni a temi specifici del metodo e delle teorie generali della sociologia; tuttavia, i vari ambiti disciplinari tendono a sviluppare propri apparati teorici e a discostarsi dal tronco comune. 2) Il rischio che la caccia ai dati si riduca a un empirismo ingenuo e che la teoria che dovrebbe orientare la ricerca si riduca a poco pi di un vocabolario. Merton stato uno dei pi influenti sociologi di questi anni. Egli smussa il funzionalismo (se qualcosa c, serve a qualcosa) per renderlo pi vicino alla realt. La sociologia come scienza empirica, pensa Merton, si deve liberare da due atteggiamenti stereotipati: - Quello del teorico che vive nellempireo delle idee pure, non contaminato dai fatti del mondo - E quello del ricercatore sociale munito di questionario e matita, a caccia di statistiche Teoria e ricerca sono attivit interdipendenti e il buon sociologo deve coltivarle insieme. Entrambe le attivit sono a loro volta composte da pi attivit, con pretese e funzioni diverse. La teoria, a seconda dei casi, viene intesa come: Metodologia: come io decido di rispondere alle mie domande; pone enfasi sui discorsi Orientamenti sociologici generali: inquadrano losservazione della realt, senza formulare ipotesi sostantive specifiche Analisi dei concetti: precisa e rende esplicito il tipo di dati che un concetto sussume, o che sono compresi in un indice composto da pi elementi concettuali Interpretazioni post factum: formulate dopo che i dati cono stati raccolti; possono modificare le teorie iniziali Generalizzazioni empiriche: riscontrano regolarit senza ancora spiegarle La vera e propria teoria sociologica: riguarda lenunciazione di una invariabilit derivabile da una teoria La ricerca empirica considerata in relazione al controllo (verifica o falsificazione) delle ipotesi. Merton individua 4 influenze della ricerca sulla teoria: 1. Il modello della serendipit, vale a dire il riscontro di un dato imprevisto, anomalo e percepito come strategico da un osservatore sensibile, che diventa occasione per sviluppare una nuova teoria 2. La riformulazione di una teoria: quando nuovi dati sistematici non congruenti con una precedente teoria spingono allelaborazione di un nuovo schema concettuale 3. Il riorientamento teorico: in conseguenza di nuovi metodi e tecniche di ricerca empirica, che aprono possibilit prima escluse o non viste 4. La chiarificazione dei concetti: che spesso appaiono confusi quando si prova a metterli alla prova con la realt Se un fenomeno sociale persiste nel tempo, questo significa che tale fenomeno ha delle conseguenze importanti per il funzionamento della societ. Il funzionalismo un tipo di teoria che fonda la sociologa su questo principio: la societ immaginata come un sistema fatto di

parti che integrano fra loro per mantenere in vita il sistema stesso. Gi Durkheim aveva osservato che la prospettiva funzionalista pu essere utile per spiegare la persistenza dei fenomeni sociali, ma non la loro causa. Merton deriva due conseguenze da questa osservazione: - Il principio funzionalista per cui se una cosa esiste deve essere perch esercita una funzione va relativizzato - Il punto di vista delle funzioni pu allora dar luogo a una specifica analisi funzionale, della quale servirsi, insieme ad altre La prospettiva funzionalista rigida si basa su 3 postulati che vanno negati: 1. Il postulato dellunit funzionale della societ, cio lassunzione che uno specifico elemento, per esempio una credenza, sia ugualmente funzionale per lintegrazione di tutta la societ 2. Il postulato del funzionalismo universale assume che ogni forma culturale o sociale standardizzata ha necessariamente una funzione positiva 3. Il postulato dellindispensabilit,con il quale si afferma che certe forme sociali sono indispensabili e specifiche per lo svolgimento di specifiche funzioni Una volta liberata da questi postulati, lanalisi funzionale diventa operativa e suggerisce cosa si deve osservare e come evitare trappole. Per esempio, suggerisce che accanto alle funzioni che riguardano lintegrazione di un sistema, bisogna considerare con uguale attenzione la possibilit di disfunzioni (insoddisfazioni), vale a dire conseguenze che diminuiscono lintegrazione, o anche di conseguenze non funzionali, vale a dire indifferenti. Bisogna poi distinguere - Funzioni manifeste: ovvie ed evidenti (es: il denaro ha come funzione manifesta latto di scambiare) - Funzioni latenti: la creazione di un particolare tipo di identit Merton rappresenta la societ come struttura sociale, vale a dire come un insieme organizzato di relazioni sociali nel quale i membri della societ o di un gruppo sono i modi diversi implicati. Lanalisi strutturale considera le determinazioni dei comportamenti e le cause dei fenomeni sociali. Merton attrezza questa analisi a partire dai concetti di - Status ogni persona occupa una posizione (status) in un sistema sociale, ma subito evidente che ognuno occupa un insieme di status (status-set) - E ruolo il comportamento atteso da chi occupa una posizione, ma si deve fare anche qui riferimento a un role-set, nel quale ogni ruolo comporta attese diversificate. Problema: possibili conflitti di ruolo A ogni status tendono a corrispondere tipiche aspettative e opportunit culturalmente definite, ma al tempo stesso leffettiva realizzazione di queste condizionata da opportunit selezionate dalla struttura sociale. TEORIA DEI GRUPPI DI RIFERIMENTO: (= assumere come riferimento un gruppo di cui non si fa parte) Merton sviluppa una tipologia di modi di adattamento personale che si discostano dal caso della conformit, in cui mete definite dalla cultura e uso di mezzi per raggiungerle considerati normali coincidono. Luso di mezzi non normali (es: la frode) per ottenere una meta culturalmente accettata (es: il successo negli affari) il caso pi evidente di devianza sociale (chiamato innovazione); il ritualismo il caso in cui i mezzi sono passivamente seguiti, senza riferimento al loro significato, la rinuncia tipica di chi vive alla deriva, senza riferimento a fini e mezzi delle persone normali; la ribellione il rifiuto sia di mezzi che di fini, ma proponendone di nuovi. Gruppo = insieme di persone fra loro in interazione con continuit secondo schemi relativamente stabili, le quali si definiscono membri del gruppo e sono definiti come tali da altri. Il gruppo di appartenenza il principale gruppo di riferimento. Merton comprende nello sviluppo della teoria anche una lista delle propriet di un gruppo. Si tratta di caratteri da osservare perch sociologicamente rilevanti; una prima lista di propriet formali comprende: - Chiarezza o imprecisione delle definizioni sociale di appartenenza - Grado di impegno richiesto

- Durata prevista dellappartenenza - Completezza proporzione fra i membri effettivi e potenziali - Carattere aperto o chiuso di un gruppo - Modi di mantenere la stabilit negli adattamenti allambiente Conseguenze inattese per indicare effetti n previsti n voluti da un attore (es: decolonizzazione dellAfrica: conseguenza attesa dagli americani era quella di liberare gli africani, quella inattesa quella dei conflitti etnici allucinanti) Profezia che si auto adempie lattesa diventa unaspettativa, diventa qualcosa che orienta le nostre azioni (es: banca che fallisce perch si sparge la voce che questa in difficolt)

2. LA SOCIOLOGIA DEI SOCIOLOGI: I TEMI PERFORMATIVI (temi al centro

della riflessione dei sociologi sulla societ moderna)


A. DIFFERENZIAZIONE i primi sociologi percepivano la profondit dei cambiamenti in atto. Nessuno di loro, tuttavia, pens che la societ ricominciasse da capo, azzerando tutto. La biologia ha spesso fornito analogie per pensate la societ. Spencer utilizzava Darwin per immaginare una specie di storia naturale della societ di cui compaiono successivamente tipi nuovi, in forme che si differenziano adattandosi meglio allambiente che cambia. Lordine sociale diventa il problema caratteristico di chi pone il tema della differenziazione. DURKHEIM il sociologo che con pi decisione individuava nella differenziazione il carattere fondamentale del cambiamento sociale; se vogliamo capire la societ moderna, dobbiamo partire dalla divisione del lavoro sociale. Una societ moderna ad alta divisione del lavoro, ovvero differenziata, pu essere opposta a un tipo tradizionale di societ segmentale, nella quale tutti o quasi svolgono attivit simili. La differenziazione sociale non riguarda solo leconomia, ma investe linsieme dellorganizzazione sociale. Allorigine della differenziazione sta un aumento della densit sociale: laumento della popolazione, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione fanno aumentare la quantit di interazione fra le persone. In questo mondo sociale gli uni hanno bisogno degli altri, le persone sono legate fra loro da necessit funzionali, ovvero da una solidariet organica; la differenziazione non cresceva invece nelle piccole societ tradizionali, a basa densit sociale, e ci che teneva insieme individui uguali fra loro era una solidariet meccanica, una specie di collante composto di costumi, credenze e forti valori comuni, confermati in rituali religiosi. Da qui si possono individuare altre differenze delle istituzioni: - Nelle societ a solidariet meccanica il diritto repressivo = punisce chi ha sfidato la sacralit dellordine morale - Nelle societ a solidariet organica il diritto restituivo = ristabilisce le condizioni compromesse. Durkheim avverte che la divisione del lavoro pu essere sbagliata o comunque tale da non produrre solidariet, ma ci che lui si aspetta che la stessa divisione del lavoro produca integrazione e ordine nella societ. E a questo punto che egli si accorge di qualcosa di importante che resta fuori. La societ la cui unit sostenuta dalla divisione del lavoro, non sono emerse dal nulla, ma da societ che erano tenute insieme da credenze e sentimenti condivisi. E soltanto nellambito di una societ preesistente che pu prendere forma una societ a divisione del lavoro. Negli studi successivi, la sua attenzione si sposter ai temi delle rappresentazioni collettive.

Una delle pi elaborate e per molto tempo influenti riprese del tema della differenziazione la teoria del sistema sociale di PARSONS. Questa prospettiva teorica diventa la base della costruzione di un sistema di grande ambizione. Lo schema riprende analogie biologiche e lindicazione di metodo assunta anche da Durkheim, per cui se un fenomeno sociale persiste nel tempo, questo significa che tale fenomeno ha della conseguenze importanti per il funzionamento della societ: bisogna quindi individuarne le funzioni. Pi ancora che in Durkheim qui coltivata lidea che la differenziazione fonte di ordine e integrazione. La societ un sistema stabile di interazione che si adatta allambiente mantenendo nel tempo la sua struttura e i suoi confini. Per ottenere ci, devono essere assolti 4 imperativi funzionali: 1.Ladattamento: che consiste nel procurare mezzi materiali per qualsiasi scopo 2.Il perseguimento dei fini: la fissazione e la realizzazione di obiettivi generali 3.Lintegrazione: mantenere fra di loro connesse le diversi parti definendo diritti e doveri applicando le norme 4.La latenza: il mantenimento nel tempo del modello assicurando la riproduzione biologica e culturale. Critiche: - Eccessiva astrattezza dellimpianto - Tendenza a sottovalutare il conflitto a vantaggio di una presunzione di tendenza allintegrazione scarsa capacit critica. B. RAZIONALIZZAZIONE Il passaggio dalla societ tradizionale alla societ moderna osservato da WEBER nella prospettiva che considera u crescente processo di razionalizzazione. Con questo intende una progressiva estensione delluso della ragione nellinterpretazione della realt e nella organizzazione della vita sociale. La razionalizzazione si esprime nello sviluppo della scienza, di un diritto razionalmente statuito, valido per tutti e dal quale discende lesercizio dellautorit, dellorganizzazione burocratica basata sulla stabile divisione di mansioni specializzate e standardizzate. La razionalizzazione (seconda via di ingresso allanalisi della societ), fa spazio ai soggetti e alla loro intenzionalit, arrivando a considerare le conseguenze ultime in un mondo razionalizzato sulla loro libert, autonomia di giudizio, capacit di legami profondi, in un mondo che la stessa ragione ha reso disincantato, perch ha criticato vecchie credenze e fondamenti di valori. La chiave per comprendere la societ moderna per Weber lorganizzazione razionalmente progettata, che si afferma per la sua efficienza, ma lesito previsto possibile la burocratizzazione del mondo, con uomini ridotti a ingranaggi di un meccanismo impersonale, sprovvisto di senso. Anche Weber, come Durkheim, introduce insieme un tema e la chiave di una sua comprensione critica. Il tema della razionalizzazione pu essere sviluppato in diverse direzioni; una fra le principali la riflessione sulla natura della razionalit, come carattere dellagire intenzionale. Chi segue questa via inizier considerando i due tipi di razionalit che Weber distingue: - Razionalit rispetto allo scopo: agisce in questo modo chi valuta razionalmente i mezzi in relazione agli scopi che si propone, considera gli scopi in relazione alle conseguenze prevedibili - Razionalit rispetto al valore: agisce in questo modo chi si comporta in un certo modo per ragioni di principio, perch ritiene che tale comportamento gli comandato da un dovere, da una causa che considera giusta. Si tratta di una scelta meditata in relazione alla rispondenza riconosciuta fra un comportamento e un valore Entrambe le azioni razionali, in modi diversi, si oppongono a due altri tipi di agire sociale: - Lazione tradizionale: che consiste nella ripetizione acritica, non rimessa in discussione, di abitudini acquisite - Lazione determinata affettivamente: mossa solo da un sentimento avvertito nei confronti di altri. Una seconda direzione importante derivabile dal tema della razionalizzazione introdotto da Weber, il contributo allo studio dellorganizzazione sociale, che comprende lo studio delle

organizzazioni formali. Il termine organizzazione sociale stato usato in sociologia distinguendo la societ dagli organismi biologici. Uno dei primi sociologi americani, Giddings, critica le ingenue visioni evoluzionistiche, osservando che la societ pi di un organismo, una organizzazione che risulta in parte da unevoluzione inconscia, in parte da una evoluzione consapevole. il modo in cui una societ si differenzia e sta insieme, i modi in cui gli individui coordinano le loro attivit, e come le varie parti della societ risultano relativamente congruenti, non sono semplicemente effetti di forze sociali allopera alle spalle degli individui, ma dipendono anche dal progetto intenzionale di questi, che alla societ danno forma. La metafora per considerare la societ sotto questo aspetto pensarla come una macchina, con congegno pi o meno grande e complicato, composti di parti combinate fra loro, progettato per produrre un lavoro. Una societ comprende una quantit di tali macchine, di diverse dimensioni, progettate in vista di compiti specifici e diversi. In un senso pi astratto, organizzazione sociale indica un modello relativamente stabile di relazioni fra individui e sottogruppi allinterno di una societ o di un gruppo, basato sui sistemi di ruoli, norme, e significati condivisi che producono regolarit e prevedibilit nellinterazione sociale. In un senso pi specifico, e usando il termine al plurale (le organizzazioni), ci si riferisce invece ad attori collettivi e artificiali, come una azienda, una scuola che popolano la societ. Burocrazia il termine usato da Weber per indicare la forma generale dellorganizzazione razionale in vista di scopi specifici. Il modello teorico della burocrazia comprende come principali elementi: - La divisione stabile e specializzata dei compiti, progettata in funzione dei fini dellorganizzazione - Regole che prescrivono come comportarsi in situazioni previste - Una struttura gerarchica che attribuisce poteri di comando e controllo - La selezione dei funzionari addetti a ogni specifica mansione in base esclusivamente alla competenza accertata - Remunerazione in denaro del funzionario e impossibilit di appropriarsi del posto, di cederlo o di trasmetterlo in eredit Questa logica organizzativa permea la societ moderna, e le organizzazioni che la incarnano si diffondono. Le critiche di Weber alla burocrazia riguardano il destino delluomo ridotto a ingranaggio di una grande macchina. Modelli organizzativi differenti sono stati progettati a seconda delle dimensioni, dei compiti, degli ambienti delle organizzazioni. Quanto pi lambiente in cui operare prevedibile e stabile, quanto pi semplici e standardizzabili sono le procedure consentite dalla tecnologia disponibile, tanto pi il modello della burocrazia di Weber efficiente. Riportato al tema della razionalizzazione, si trova un problema analogo a quello sollevato da Durkheim per il tema della differenziazione: la stabilit istituzionale della solidariet organica, basata sulla divisione funzionale del lavoro, ha bisogno per realizzarsi di qualche forma di sopravvivenza della solidariet meccanica delle societ tradizionali, cementate da una cultura condivisa. Oltre un certo limite, la razionalizzazione organizzativa provoca anche inefficienza dellorganizzazione organizzata; per fare questo, necessario tornare al significato sociologico pi generale di organizzazione sociale e riferirsi a un altro concetto entrato di recente nella strumentazione dei sociologi: capitale sociale. lidea di capitale sociale una estensione per analogia del concetto di capitale economico, di cui era gi stata una estensione il concetto di capitale umano, che si riferisce alle differenti risorse che derivano dalla formazione professionale e dalle conoscenze a disposizione di un individuo. Il capitale sociale il potenziale di azione cooperativa che lorganizzazione sociale mette a disposizione delle persone. C. INDIVIDUALIZZAZIONE lattenzione allindividuo una componente di valore della modernit. Lindividualismo, atteggiamento che riconosce nellindividuo la componente

ultima e il valore irriducibile nella vita di relazione, esprime la spinta di emancipazione da culture tradizionali. La ragione individuale, come capacit riconosciuta generalizzata di comprendere e valutare le ragioni individuali , come espressione di interessi e libert in vista dellautodeterminazione, ne sono le componenti essenziali. Il significato particolare che lindividualismo assume nella cultura e nella societ moderna si ritrova in tutti gli ambiti della vita sociale e, di riflesso, nel mondo in cui questi vengono tematizzati dalle diverse discipline. Lindividuo lATTORE SCIALE dei sociologi, lattore economico degli economisti, il cittadino per i politologi, il soggetto degli psicologi ecc.. I sociologi usano spesso, per riferirsi al cambiamento che interviene nelle relazioni interpersonali nel passaggio alla societ moderna, la coppia concettuale comunit-societ. Possiamo dire che, in un certo senso, il tema dellindividualizzazione riguarda il cambiamento della materia prima della societ, lindividuo, nella grande trasformazione sociale verso la societ contemporanea. Per Durkheim, il punto centrale per comprendere la societ in trasformazione la divisione del lavoro, ovvero la specializzazione funzionale delle attivit. In questo processo anche le persone diventano fra loro differenziate per indicare queste conseguenze sulle persone, Durkheim usa il termine individuation. Il sociologo francese non usa il concetto di ruolo per indicare linsieme delle aspettative che tipicamente sono connesse a una posizione nella societ: luso del concetto, nellanalisi funzionale, importante perch permette di collegare lindividuo alla societ. Per Durkheim dunque, il processo di individuation consiste nella acquisizione di specifici ruoli nellorganizzazione di una societ strutturalmente differenziata. La differenziazione sociale comporta: - la consapevolezza di s, da parte di individui specializzati in ambiti particolari di azioni, in relazione con altri diversamente specializzati - una maggiore differenziazione individuale - una maggiore responsabilit individuale Negli stessi anni, Simmel usa il termine Individualisierung per indicare qualcosa a prima vista simile; in realt si trattava di due punti di vista diversi, che consideravano aspetti diversi della nuova organizzazione sociale. Simmel pone la sua attenzione sul altri caratteri emergenti nella societ moderna: - leconomia monetaria - lesperienza di vita nella grande citt Nella nuove condizioni, le persone sperimentano lappartenenza a pi cerchie sociali, in combinazioni indefinite, che sono proprie di ognuno. Le combinazioni possibili sono molteplici e variabili, perch la vita sociale pi fluida. Lindividuo di Simmel gioca con i suoi ruoli, tessendo reti di relazioni mutevoli fra gruppi sociali. Sennett, ha dedicato una ricerca alle conseguenze delle nuove condizioni di lavoro flessibile sulle motivazioni delle persone, avanzando la tesi del rischio di un fenomeno che chiama corrosione del carattere. Il termine carattere indica soprattutto i tratti permanenti della nostra esperienza emotiva, e si esprime attraverso la fedelt e limpegno reciproco, o nel tentativo di raggiungere obiettivi a lungo termine o nella pratica di ritardare la soddisfazione in vista di uno scopo futuro. La questione se, nelle nuove condizioni del capitalismo flessibile, sia possibile mantenere un carattere riferito a quei tratti, sulla base dei quali vogliamo essere riconosciuti e valutati. Obiettivi di lungo periodo e relazioni non meramente strumentali diventano difficili nelle nuove condizioni. Introducendo il tema dellindividualizzazione, Simmel ne indicava lambivalenza quanto alle sue conseguenze: fonte di maggiore libert per lindividuo, ma anche di nuovi rischi e costrizioni. D. STRATIFICAZIONE dove sono finite le classi sociali? Lidea di stratificazione usata in generale per indicare la condizione comune in cui si trovano categorie di persone, in

relazione alla tipica distribuzione disuguale di risorse in una societ (es: genere, razza, etnia, et). MARX e WEBER sono i sociologi che hanno posto la questione della stratificazione. Guardando alla societ moderna, la loro attenzione principalmente diretta alla stratificazione che prende forma nelleconomia, alla quale propriamente riferito luso del termine classe sociale. Marx usa poi lo stesso termine per una interpretazione generale della storia Weber introduce invece un apparato pi differenziato, con riferimento in particolare al concetto di ceto, e distingue meglio le stratificazioni del passato Entrambi sono tuttavia convinti che le societ contemporanee sono societ essenzialmente divise in classi. MARX ha insistito sulla centralit della classe per spiegare il funzionamento e levoluzione della societ. Lidea di base che ogni societ caratterizzata da particolari rapporti di produzione, ovvero da una particolare struttura di classe, polarizzata fra chi detiene i mezzi di produzione e chi ne privo, essendo i primi in grado di appropriarsi del surplus di ricchezza prodotta. Ne derivano conflitti: dal conflitto emerge una nuova classe dominante, portatrice di nuove forme di organizzazione economica. Il capitalismo, la societ emersa dal crollo della societ feudale, caratterizzato dalla polarizzazione fra borghesia e proletariato. Osservando le societ concrete e la loro organizzazione, Marx ha visioni pi diversificate della struttura di classe, ma sostiene che si tratta di frazioni di classe, e che lessenziale della struttura costituito dalla coppia borghesia-proletariato. Nella teoria di Marx le classi sociali sono molto caricate di compiti interpretativi: le idee e la cultura, cos come lorganizzazione politica e lazione di governo, sono considerate sovrastrutture delleconomia WEBER per Weber la classe definita da una comune posizione di mercato, ed necessario considerare che esistono pi mercati: del consumo, del denaro, e del lavoro in particolare, dove si presentano persone con differenti risorse e abilit da far valere. In relazione ai diversi mercati si possono distinguere diverse posizioni di classe, che accomunano individui con interessi simili. Weber poi individua la stratificazione di ceto, riferita a quella che chiama la distribuzione dellonore, ovvero del prestigio socialmente riconosciuto, che implica un particolare stile di vita. Mentre le classi sono in linea di principio aperte, i ceti tendono a chiudersi con barriere culturali Nellet del capitalismo organizzato si osserva in tutti i paesi una tendenza che smentisce lidea di una progressiva polarizzazione verso una struttura a piramide della stratificazione sociale. Questa in realt si gonfia nel mezzo e assomiglia piuttosto a una cipolla in quasi tutti i paesi la maggioranza della popolazione si considera di ceto medio.

3. TEORIE SOCIALI
Una teoria un modo per fare ordine nella percezione del mondo che si presenta come molto complicato e che tuttavia si lascia ordinare. Analizzeremo dunque quelli che sono i problemi tipici che si presentano ai sociologi che vogliono costruire teorie della societ e di come questi li affrontano. TIPI DI TEORIE

Luomo e la societ sono immersi nella storia. Questa fatta di eventi, in continuo fluire, nel quale contano singole personalit. La pretesa dei sociologi che si possano trovare regolarit nel fluire della storia. E proprio nella cosiddetta sociologica storica, che guarda ai lunghi periodi di tempo e a societ di ieri, che si vede bene lintenzione teorica propria dei sociologi. Questi infatti trattano la storia facendo esperimenti mentali, ponendo precise domande analitiche. Con questo non sperano, come pensavano un volta, di arrivare a leggi del divenire storico, ma di individuare categorie che possano essere applicate in pi di un caso, anche in altri non ancora considerati. Sociologo molto importante in questo campo Moore, il quale pone una domanda alla storia: come mai le vie della modernizzazione e dellindustrializzazione hanno condotto in alcuni grandi paesi a regimi politici democratici, e altri no? sono le alleanze e i conflitti fra interessi e classi diverse, vecchie e nuove, con cui stata data soluzione alla trasformazione della societ a economia agricola, a spiegare le diverse combinazioni di industrializzazione e regimi politici. E possibile individuare 3 strade del passaggio dalla societ pre-industriale al mondo moderno: 1. quella che lautore chiama delle rivoluzioni borghesi, seguita da Inghilterra, Francia e USA, che ha condotto a regimi democratici 2. quella seguita da Germania e Giappone, dove lindustrializzazione si accompagnata a regimi fascisti 3. la strada delle rivoluzioni comuniste in Russia e Cina Nei casi delle rivoluzioni borghesi, le classi mercantili e manifatturiere urbane vinsero le resistenze allo sviluppo democratico. Tutte le societ hanno conosciuto processi di razionalizzazione (es: nel campo della scienza, del diritto, dellarte); anche la nascita del capitalismo espressione della razionalizzazione occidentale, dovuta al combinarsi di molti fattori. Nell Etica protestante, al centro dellattenzione di Weber lidea espressa dal termine Beruf, che comprende e lega insieme i significati di professione e vocazione. Gi formulata da Lutero, ma poi messa da parte, stata ripresa da Calvino lidea di una eguale dignit delle attivit professionali, e della natura religiosa della chiamata a una professione, nella quale si attua la predestinazione fissata della volont di un Dio inavvicinabile. Ldea del Beruf non solo orienta a un metodico e impegnato lavoro, ma si rivela come una potente molla per spingere laccumulazione capitalistica. Limprenditore, nel tipo-ideale che ne costruisce Weber in questo contesto analitico, non consuma quanto guadagna, ma reinveste quanto ha guadagnato per confermare la volont di Dio. Le disposizioni allagire sono per Weber storicamente riconducibili a credenze magiche e religiose. Con le sue ricerche Weber non ha spiegato come nato il capitalismo; il suo stato un esperimento di sociologia storica, che voleva mostrare che le idee hanno una loro autonoma influenza sul cambiamento sociale. Nel laboratorio di Merton abbiamo visto che con la parola teoria si intendono cose diverse. Metodi e contenuti sono intrecciati fra loro, ma per scopi analitici possiamo osservare le teorie piuttosto dal punto di vista dei suoi contenuti oppure dal punto di vista dei metodi. Possiamo dunque distinguere: CAMPI TEORICI comprende teorie accomunate dal punto di vista del loro contenuto (es: la teoria della stratificazione, della famiglia, della religione, dei movimenti sociali). Queste teoria hanno carattere sostantivo, in quanto possiamo pensarle come campi dove sono raggruppate e si confrontano interpretazioni diverse di uno stesso ambito di fenomeni. AMBIENTI TEORICI sono basati su differenti prospettive generali dalle quali guardare la societ.

Si incomincia a fare strada nella sociologia lidea di prendere in considerazione e studiare le reazioni minime tra gli uomini, dalla cui ripetizione continuativa vengono fondate e sorrette tutte quelle grandi formazioni che presentano una storia vera e propria. = MICROSOCIOLOGIA = societ vista al microscopio Goffman il pi noto e influente sperimentatore delle possibilit della microsociologia. Il suo principale interesse ha riguardato come gli individui controllano le impressioni che gli altri hanno di loro, ovvero come ci si presenta agli altri. Per ognuno si tratta di fornire una impressione favorevole, che possa produrre vantaggi nellinterazione. Questo avviene in una rappresentazione si s, che minimizza aspetti negativi e ricorre ad accorgimenti che devono comunque offrire unimmagine credibile. Goffman introduce una metafora che individua una specie di universale cultura: lorganizzazione della presentazione di s richiede spazi e momenti di ribalta, nei quali svolgere la rappresentazione, e spazi di retroscena, dove ci si prepara e rilassa. Lesigenza dellalternanza per lequilibrio personale si rivela nelle situazioni in cui questa negata. La rappresentazioni ha attori e pubblico; in essa gli attori assumono ruoli situazionali, che forniscono la traccia per le possibili interazioni e riproducono rituali. - I rituali di discrezione, che impediscono di entrare nella sfera provata - e i rituali di presentazione con i quali si manifesta apprezzamento e attenzione. Le situazioni in cui si trovano gli attori non sono dedotte da unidea di sistema sociale e cos i ruoli che richiamano il concetto standard di ruolo come comportamento atteso in un gruppo: un gruppo non una situazione. Mead uno psicologo sociale che sviluppa una teoria sociale della mente. Dopo aver distinto il s in un io che agisce e un me definito dagli altri, pensa che allio che gioca continuamente nellinterazione utilizzando i suoi diversi me. Per Mead, luomo ha dunque una pluralit di s, diversamente impegnati a seconda dei rapporti con gli altri. La corrente dellinterazionismo simbolico, inaugurata da Blumer, ha mantenuto aperta e sviluppato invece la prospettiva di fluidit e negoziabilit delle relazioni, unidea dunque meno cristallizzata della societ, e insieme unidea di individuo meno determinato e pi attivo. Tale prospettiva stata in polemica con il funzionalismo, che tende a ridurre la societ a una specie di regolamento organizzativo e a vedere come lindividuo condizionato dal regolamento. Un altro ambiente teorico che alimenta la microsociologia la sociologia fenomenologica, da cui nasce letnometodologia proposta da Garfinkel. Essa si riferisce allo studio dei metodi con cui le persone danno senso alle loro esperienze di relazione e di come, comunicando fra loro, costruiscono discorsivamente un ordine sociale. La gente comune, nella sua vita quotidiana, d per scontato che il mondo reale corrisponda a quello che appare, e che tutti assumano questa corrispondenza. Goffman applica a livello micro la stessa prospettiva dei rituali di Durkheim. Nei rituali di interazione gli individui sono pi portatori di una piccola parte della stessa sacralit riconosciuta al gruppo, per cui anche lindividuo e il suo s (la sua anima) sono in quanto tali rispettati e per cos dive venerati, con rituali appunto che ne riconoscono e garantiscono la sacralit. Il non rispetto di tali rituali culturalmente riconosciuto come un atto di violenza simbolica. Su questa base possibile riconoscere 2 assi della stratificazione sociale: 1) un asse verticale del potere, espresso ritualmente dal fatto che chi detiene potere tende a identificarsi con ruoli ufficiali di ribalta, e viceversa chi subordinato con ruoli di retroscena nei gruppi indormali dei quali fare parte 2) un asse orizzontale che riguarda la quantit e qualit di rituali ai quali si partecipa, relativamente autonomo dal primo, e che coincide con le culture di classe. La pi importante distinzione fra teorie in senso metodologico nasce da una questione delle origini: la distinzione fra il punto di vista - di chi ritiene che per spiegare i fenomeni sociali, sia necessario escludere ogni riferimento alle disposizioni e alle motivazioni degli individui PARADIGMA OLISTICO detto anche POSITIVISTA

- e quello di chi invece pensa che sia proprio partendo dal punto di vista degli attori, dal riferimento al significato che questi danno al loro agire e alle loro strategie, date le risorse e i vincoli della situazione in cui si trovano, che si pu capire davvero la societ PARADIGMA DELLAZIONE La cosiddetta sociologia delle variabili in caccia di correlazioni significative fra attributi sociali sotto osservazione: fra professione e reddito, o fra genere e successo professionale. Le variabili che entrano in fioco possono essere pi di una, e si tratta allora di mettere alla prova un modello causale nel quale pi variabili sono inserite. Proviamo ora a vedere cosa succede se si introduce una terza variabile. Il tentativo pu essere fatto con diverse variabili-test e si presta a 3 elaborazioni: 1) variabile interveniente permette di interpretare la relazione originaria 2) variabile antecedente si cerca. si trova un terzo fattore, presente prima nella variabile indipendente, in relazione sia con questa sia con la variabile dipendente. 3) processo di specificazione consiste nellindividuare le condizioni alle quali una correlazione regge o meno, oppure pu essere di grado maggiore o minore. Queste semplici elaborazioni a tre variabili servono a individuare la logica del procedimento, ma questo pu essere esteso introducendo un numero maggiore di variabili. Lassunto fondamentale delle teorie dellazione che qualsiasi fatto sociale deve essere analizzato come il prodotto, ovvero leffetto aggregato, di un insieme di azioni individuali.

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