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Utente e-GdP: solaro - Data e ora della consultazione: 29 giugno 2012 08:51 8 Catholica

raccontare per ricordare


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GIORNALEdelPOPOLO SABATO 16 GIUGNO 2012

La Chiesa viet luso della bici da parte dei preti

LUGANO

Col Vescovo

Le due ruote accendono dibattiti nel clero dinizio 900


La reazione della Chiesa alla diffusione del nuovo mezzo di trasporto: Papa, vescovi e cardinali si espressero contro lutilizzo della bicicletta, per il suo aspetto troppo frivolo e informale.
di DON CARLO CATTANEO Fra le disposizioni disciplinari in ambito ecclesiastico inasprite durante la crisi modernista, va segnalata la proibizione al clero, addirittura sub gravibus poenis, della bicicletta, che nel latino curiale del tempo era detta rota sive velocipede. che in confronto di altri - non scevro di inconvenienti. - Offri al Signore il sacrificio tuo, e va a piedi. Anchio, da chierico, andavo ogni mattina e venivo da Bugaro a Cugnasco: quella fatica non mi ha nuociuto certamente. - Prega per me. - Continua bene le tue vacanze. - Invio di cuore la benedizione del Signore a te ed ai tuoi cari. + Aurelio Vescovo. Mons. Bacciarini riusc ad addolcire, quasi spiritualizzandolo, il negative alla richiesta del suo chierico. Infine il Sinodo luganese del 1946 prescriveva che vietato servirsi indistintamente dei veicoli bicicletta, motocicletta, automobile senza permesso dellOrdinario, il quale deve essere richiesto ogni anno nel mese di gennaio; tutti i chierici sono tenuti a non portare con s qualsiasi altra persona sulla medesima bicicletta o motocicletta oppure essi stessi essere portati da un altro.

La giornata di preghiera per i preti

Ieri era la giornata di preghiera per la santificazione del clero.

Un nuovo mezzo, funzionale ma spensierato


Questo nuovo mezzo di locomozione, realizzato per la prima volta in Germania, apparve subito funzionale e agevole perch permetteva spostamenti facili e a costi trascurabili. Non va dimenticato che i parroci benestanti usavano il calesse, chiamato anche timonella, tirato da un cavallo con al collo dei sonagli o una campanella per segnalarne il passaggio. Luso della bicicletta fu da subito associato ad unimmagine di frivolezza, di spensieratezza, di libert, di frenesia delle res novae, che poco conveniva alla gravit e al rigore del portamento sacerdotale. Il cavalcare da parte di un prete il veicolo a pedale con due ruote gommate - come sottolinea Lorenzo Bedeschi - era considerato addirittura un atto insolente. Gi nel 1894 un vescovo ungherese aveva chiesto alla Congregazione del Concilo quale atteggiamento dovesse tenere nei confronti dei suoi preti utentes rota, dicta velocipede. La risposta in proposito, nonostante ribadisse la convenienza di tralasciarne luso, non solo per evitare incidenti, ma anche per lo scandalo che ne riporterebbero i fedeli, lasciava allordinario lultima valutazione, vagliata caso per caso. Linterpretazione divenne rigorosa a seguito di una circolare emessa nel 1894 dallamministratore apostolico della diocesi di Mantova, il card. Giuseppe Sarto, nella quale ne veniva fatta proibizione assoluta et quidem sub poenis. Nel 1901 i vescovi lombardi si dichiararono concordemente contrari alluso della bicicletta da parte del clero seguiti, due anni dopo, dallepiscopa-

Don Camillo in bicicletta.

Un congegno moderno, uno strumento di disordine


norma generale. Un testo, quello episcopale romagnolo, che dimostra perspicacia psicologica, diplomazia e acume pastorale. Accanto alle motivazioni di carattere disciplinare e di decoro dello stato ecclesiastico, la proibizione delluso del velocipede era dettato dal timore del modernismo, dato che erano i preti pi giovani, pi energici, pi zelanti nel campo pastorale o sociale a muoversi con la bicicletta, luso della quale imponeva qualche volta di lasciare la talare o almeno di acconciarla per poter pedalare liberamente. Atteggiamenti che Pio X vedeva pericolosamente inclinare verso il fare modernista. Con una buona dose di ironia, lanonimo povero parroco di buone intenzioni pubblicava sulla rivista liberal cattolica La Rassegna Nazionale la risposta allobiezione riguardante la velocit del velocipede: Si va troppo in fretta? Nessun vescovo io credo trovi in s e per s condannabile la bicicletta, perch allora bisognerebbe proibirla anche ai fedeli. Ma lautomobile di cui si servono vescovi e cardinali va molto pi in fretta. Della proibizione del vehiculo, vulgo bicicletta, motocicletta etc. si occup, in due righe, anche il Sinodo diocesano luganese del 1910 nel capitolo De rebus clericis prohibitis. Interessante, in proposito, la lettera di mons. Aurelio Bacciarini che il 22 luglio 1928, rispondendo ad uno scritto (introvabile) del seminarista Fiorentino Galliciotti, scriveva: Caro Galliciotti, il Rev.mo Rettore mi trasmette la tua domanda circa luso della bicicletta. Sono spiacente, ma non posso acconsentire alla tua domanda: sarebbe un precedente - an bene ricordare che anche in campo laico, almeno allinizio, la bicicletta non aveva avuto buona accoglienza. Sempre Lorenzo Bedeschi informa che nel maggio 1898 il generale Bava Beccaris - commissario regio a Milano - non aveva esitato a considerare la bicicletta uno strumento di disordine in mano ai rivoltosi e agli operai; perci ne aveva proibito luso. Tre anni prima alcune autorit municipali avevano anticipato lo stesso divieto allinterno della cerchia dei navigli per motivi di sicurezza. Non pu essere certo dimenticato lintervento del professor Lombroso - sommo esponente allora della scienza - che sul periodico Nuova Antologia affermava: Nessuno dei nuovi congegni moderni ha assunto la straordinaria importanza del biciclo sia come causa che come strumento di crimine; mentre il congresso medico italiano del 1897 aveva diffidato luso della bicicletta per motivi di salute. Restando in campo laico, va sottolineato che il vescovo di Padova scriveva che qualche buon parrocchiano gli aveva fatto osservare che il velocipede dava al prete lopportunit di sfuggire a quel controllo che la comunit amava tenere su di lui, ed ammoniva: la timonella si sente dove va, non cos la bicicletta. Tutta la vicenda della bicicletta, che oggi fa sorridere, cre nel clero, soprattutto italiano, un vero e proprio caso di coscienza che, per, abbastanza in fretta venne superato dalla prassi quotidiana. Fu, anche questo, uno di quei casi nei quali, forse, non si seppe discernere lerrore dalla verit e le istanze positive della societ moderna, provocando interventi decisamente sproporzionati da parte del magistero.

to emiliano. Il divieto assoluto veniva ribadito dai vescovi della Lombardia nel Concilio provinciale del 1907. Al card. Ferrari che si era rivolto al papa chiedendo se per caso non fosse inopportuno che quel decreto rimanesse nel testo definitivo degli atti conciliari, Pio X rispondeva, che chi fu al contatto delle popolazioni di costass e conobbe la dolorosa impressione che lascia nei buoni e il disprezzo che suscita nei tristi il contegno di un prete in bicicletta non pu che applaudire alla decisione dellepiscopato lombardo di mantenere larticolo in questione. Anche al vescovo di Piacenza il papa rispose con la consueta decisione che per i biciclisti non si metta in angustie, faccia le ammonizioni, dia il precetto e poi alle pene canoniche.

O bicicletta o niente funzioni!


La sicurezza del papa in materia di... bicicletta fu scalfita dallesposto, di mano di mons. Giacomo Della Chiesa, che i vescovi della Romagna gli inviavano nel 1912. I vescovi facevano presente la dura situazione del clero di montagna o anche della pianura romagnola che per recarsi a fare il catechismo nei piccoli centri lontani doveva per forza usare la bicicletta: o bicicletta o niente catechismo era il dilemma che poneva quel clero (e non solo quello), o bicicletta o niente funzioni!. I presuli si chiedevano se di fronte a queste serie prospettive pastorali fosse ancora il caso di mantenere la proibizione absoluta della bicicletta. Il papa rispose, genericamente, che si sarebbe riservato di studiare e far studiare il caso per una

Uscire dalla misura ristretta dellamore umano per entrare negli spazi infiniti dellamore divino e nutrire il nostro cuore di sentimenti di magnanimit e di bont verso tutti. Ieri sera con queste parole il vescovo di Lugano mons. Pier Giacomo Grampa ha ricordato ai presenti lintenzione della celebrazione che ha presieduto nella chiesa del Sacro Cuore di Lugano: celebrare la festa del Sacro Cuore di Ges nel giorno dedicato alla Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti che si tiene in tutta la Chiesa, per desiderio del Papa, in occasione della Festa del Sacro Cuore. Allinizio dellomelia mons. Grampa ha richiamato le tre significative celebrazioni che hanno segnato le prime decadi del mese di Giugno: la solennit della SS.ma Trinit, quella del Corpo e Sangue di Cristo e quella di ieri, del Sacro Cuore. La festa della SS.ma Trinit labbiamo celebrata il 3 giugno nella prima domenica dopo Pentecoste, in coincidenza con la VIIa Giornata Mondiale della Famiglia. La festa della Trinit pu essere considerata come la festa della Famiglia del nostro Dio, Uno e Trino, e costituisce la verit fondamentale della nostra fede, nella quale si ricapitola tutto il mistero cristiano e da cui prende luce tutta la nostra vita di battezzati. Proprio il battesimo fa dei cristiani delle persone abitate dalla SS.ma Trinit e dunque chiamate a vivere in questo Mistero che di Amore e relazione. Nella festa del Corpo e Sangue di Cristo - ha poi proseguito mons. Grampa - la Chiesa ci ha radunati per dirci dove attingere la forza per camminare saldi e fedeli dentro lAmore del nostro Dio Trinit. LEucaristia ci dona la forza per il santo viaggio della fede, infatti la Chiesa vive dellEucaristia, mentre la festa del Sacro Cuore di Ges, segno e simbolo dellAmore di Ges per noi, che labbiamo crocifisso e trafitto nel cuore. Tre celebrazioni importanti che con la festa di San Pietro e Paolo del 29 giugno scandiscono tappe liturgiche significative di questo mese. Proprio nella chiesa del Sacro Cuore di Lugano - ha annunciato il vescovo a fine omelia, il 29 giugno ci sar lordinazione sacerdotale di un giovane ticinese entrato nellOrdine domenicano, fra Didier Baccianti di Lugano. Di lui cos ha parlato mons. Grampa: Una vocazione maturata in questa comunit che accompagniamo anche con la nostra preghiera allaltare del Signore e lo ricordiamo in questa festa del Sacro Cuore. Parole che sono un bellissimo invito a tutti i fedeli a partecipare allordinazione.
(C.V.)

IRLANDA

in corso il 50esimo Congresso Eucaristico Internazionale

La Chiesa pu ripartire diventando una forza dalla parte dei bambini


da Dublino IDA SOLDINI Pi di qualsiasi altra cosa lIrlanda ha bisogno di speranza. Questa la percezione che larcivescovo di Dublino, Mons. Driamund Martin ha chiarissima e a partire dalla quale, ha costruito il 50esimo Congresso Eucaristico Internazionale che ha luogo in questi giorni. Ai non addetti ai lavori pu anche suonare strano il titolo di questa convention, alla quale partecipano persone dai cinque continenti con unaria contenta come se fossero a casa loro. Si tratta di una settimana di incontri, catechesi, testimonianze e preghiera, qualcosa come la vita di una parrocchia moltiplicata per mille. C chi ha un tale gusto per questo tipo di eventi da prendersi tre settimane di vacanza, e dal Canada si recato prima a Milano per la giornata mondiale della famiglie e la visita del Papa, e poi venuto qui a Dublino. Si tratta perlopi di pensionati, ma dallocchio vivacissimo! La percezione che si ha aggirandosi fra le bancarelle che affollano una delle grandi sale del complesso della Royal Dublin Society - un posto dove, per intendersi, settimana prossima previsto il concerto di Bruce Springsteen - che da tutto il mondo siano venuti per consolare i cattolici irlandesi. In questa girandola dincontri, dove se ne sovrappongono almeno cinque e alcuni di grande spessore come quello di Frre Alois priore di Taiz o del geniale giovane arcivescovo ortodosso Hilarion Alfeyev, si ha limpressione che lintento sia riuscito. Pi di 2000 volontari vi guidano cordialissimamente e molto decisamente sulla buona strada. Soprattutto questa loro presenza cordiale e vigilante contribuisce al clima di gioiosa, ordinatissima fiera che il 50esimo Congresso Eucaristico Internazionale. Ma non una consolazione a buon mercato: gli abusi sistematici di bambini, il male endemico della chiesa e della societ irlandesi, sono stati ricordati fin dalla cerimonia dinizio di domenica 10 giugno, il legato pontificio si sottoposto a un pellegrinaggio penitenziale a nome del papa (vedi box qui a fianco) e il giorno di mercoled stato dedicato alla comunicazione di testimonianze di gente che ha potuto perdonare. Certo si tratta di testimonianze relative a ferite inferte durante la precedente guerra civile, ma chiaro che per perdonare ci vuole tempo, e la premessa indispensabile che il male venga riconosciuto come tale, insieme a un bene che sia pi grande ancora. Alcune delle vittime di abusi, ormai adulte, sono venute come pellegrini al congresso, perch dice Mons. Martin, stiamo percorrendo insieme questa strada. Infine il compito di parlare della terribile crisi che sta attraversano il clero di tutto il mondo toccata a Luis

pellegrinaggio penitenziale Il cardinale Ouellet al St. Patricks Purgatory


Il cardinale canadese Marc Ouellet si recato su incarico del papa per un pellegrinaggio penitenziale al santuario di Lough Derg detto St. Patricks Purgatory. Nella cornice di questo antichissimo luogo di divinazione pagano, dove Cristo avrebbe mostrato a San Patrizio una grotta indicandola come lingresso nellinferno, il legato pontificio ha avuto un incontro durato due ore con uomini e donne vittime di abusi sesAntonio Tagle, arcivescovo di Manila, il quale ha tracciato confini molto pi ampi dellIrlanda, estendendoli a tutta lAsia. E si chiede che concetto di limite abbiamo? Come possiamo far s che espressioni culturali di affezione, di fiducia e di intimit diventino strumenti di abuso? Cosa sono agli occhi delle nostre culture asiatiche la donna, latto sessuale e la mascolinit? E si pone come orizzonte un compito immenso: Nel vasto continente asiatico i bambini sono sfruttati in molti mo-

suali da parte di preti e di persone impiegate in istituzioni ecclesiali. Qui ha celebrato la messa con loro e con 100 altri pellegrini e ha trascorso, secondo il costume di questo santuario, la notte digiunando e pregando. Durante lomelia il card.Ouellet ha detto: Sono venuto qui con la precisa intenzione di chiedere perdono a Dio e alle vittime per il grave peccato di abuso sessuale di bambini da parte di chierici.
di: il crescente turismo sessuale attira pedofili, i bambini vengono rapiti e venduti; la tratta di parti dei corpi di bambini, laborto, specialmente quello delle bambine, la schiavit e il lavoro infantile, limpiego di bambini per atti criminali o per la guerra sono realt in Asia, dove molti altri misconosciuti atti di violenza sono compiuti a danno di bambini. Una chiesa che ami e protegga i bambini pu essere una forza di rinnovamento in Asia, anche se un piccolissimo gregge.

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