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Primarie e dintorni

IL GRANDE INGANNO DEL ROTTAMATORE


MASSIMO PARISI*

sta, in particolar modo per chi, come noi, si trova a fare politica in Toscana e si misura anche con il Renzi sindaco, oltre che con il Renzi candidato alle primarie. Vorrei soffermarmi per in primo luogo su quest'ultimo aspetto che quello che sta regalando a Renzi una visibilit nazionale ed una luna di miele con la grande stampa francamente imbarazzante. Il ragionamento che vorrei fare molto semplicemente questo: la campagna per le primarie del centro-sinistra e le spregiudicate modalit di azione di Renzi, si basano su un inganno di proporzioni gigantesche. Vediamo perch: al netto di tutte le osservazioni che si potrebbero legittimamente fare sull'applicazione delle primarie in Italia (mi sia consentito richiamare per sintesi le considerazioni che oggi fa sul Corriere della Sera Giovanni Sartori) mi pare che pochi osservatori si siano applicati sul singolare paradosso che Renzi gareggia in un quadro politico-istituzionale che, non solo non prevede ancora una regolamentazione della campagna elettorale che sta svolgendo (che errore fu quello di Bersani di non regolamentare da subito le primarie!), ma che potrebbe perfino modificarsi per effetto del varo da parte delle Camere di una nuova legge elettorale. Non c' bisogno di essere addetti ai lavori per comprendere quanto questo aspetto potrebbe perfino inficiare il senso stesso di primarie che ad oggi servono ad indicare - immagino, anche se non c' scritto da nessuna parte - quello che, ai sensi della vigente normativa elettorale, il `capo della coalizione'. Il dibattito estivo sulla legge elettorale verteva di fatto su due aspetti: la modalit di selezione di deputati e senatori e l'attribuzione di un `premio' che sarebbe dovuto transitare dalle coalizioni, come attualmente, al primo partito. (...)

a vicenda di Matteo Renzi si presta ad una pluralit di osservazioni e di punti di vi-

segue a pagina 3

Il grande inganno del rottamatore


segue dalla prima (...) Questo secondo aspetto cancellerebbe di fatto le alleanze pre-elettorali: pu piacere o non piacere ma quello che certo che ci annulla il significato di primarie di coalizione. Problema superabile con primarie di partito se non fosse che quel partito a cui Renzi aderisce, le primarie di partito le ha gi fatte ed il suo statuto sancisce che sia il segretario politico il candidato alla premiership. Il secondo inganno riguarda proprio l'aspetto della coalizione: Renzi, con ogni probabilit si frontegger con candidati di altri partiti. Oltre a Bersani infatti ci sar Nichi Vendola. Renzi sulle coalizioni non si esprime, come se potesse determinarle dopo l'esito delle primarie, lasciando intendere che se vince lui Vendola ma lo stesso varrebbe per Casini e l'Udc - non sar pi un suo alleato. E invece questo non possibile ed la negazione del senso delle primarie di coalizione: Renzi non pu cavarsela affermando che "se vince Bersani, poi faremo tutti insieme la campagna elettorale per Bersani", dovrebbe affermare anche che "se vince Vendola, poi faremo tutti insieme la campagna elettorale per Vendola". Lo dir? Ovviamente no ed un inganno mica da poco. Il terzo inganno riguarda il contenuto' della proposta politica. Renzi non ce l'ha. Ha una sommaria piattaforma di regole per il partito (limite dei mandati e rottamazione) e qualche proposta di riforma costituzionale (dimezzamento del numero di parlamentari, riduzione dei compensi, ecc...). Nessuno di questi temi per, per quanto di grande presa mediatici (come se lui della `casta' non faccia parte da quando portava i calzoni corti...), pu essere considerato un progetto di governo. Renzi un programma ancora non ce l'ha: ha tentato un po' superficialmente in quest'ultimo scorcio d'estate di aderire ad una non meglio precisata `agenda Monti', ha incaricato Pietro Ichino di stenderlo, ma non c' un solo tema di stretta attualit che abbia visto una sua `vera' e 'netta' presa di posizione. Cos quando arringa il pubblico delle Feste dell'Unit guadagna qualche citazione sui telegiornali nazionali con frasi da Bar Sport (tipo quella su Bersani: "Caro segretario non aver paura di chi ti dice le cose in faccia, abbi paura di chi te le dice dietro le spalle"). Ed per certi versi impressionante la risposta che ha fornito all'editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera (8 e 9 settembre): l'editorialista di via Solferino poneva a Renzi una decina di domande concrete su temi di strettissima attualit politica. Ad essere generosi - ma molto generosi - Renzi ha risposto a un paio di domande. In modo vago e incompleto. Due su dieci. Un po' poco per uno che da mesi in campagna elettorale e si candida a guidare un Paese. Un giorno qualcuno dovr dire ai dirigenti del Pd che se lo criticassero su questo, anzich sul fatto che `spara sulla ditta' forse Renzi non salirebbe ogni giorno nei sondaggi. Ma questo fa parte di quel genere di errori cui i dirigenti del pd (e non solo quelli ex comunisti, da cui comunque te lo aspetti) sono espertissimi. Infine quello che secondo me il nocciolo della questione. Renzi non sta correndo per la premiership. Sa benissimo che quella partita, salvo un miracolo che solo l'arroganza intellettuale dei dirigenti del Pd potrebbe rendere possibile, la perder. La sua vera partita un'altra ed per questo che pi o meno consapevolmente afferma che `ha comunque vinto'. Il suo obiettivo la destrutturazione del partito democratico, che in realt non ama e da cui non riamato, e possibilmente di qualche altro partito, convinto che dalla decomposizione del pd deriver anche quella del pdl (la politica, si sa, un po' funziona in modo simmetrico). Compiuta questa missione potrebbe ambire ad essere il leader di domani di un qualche futuribile schieramento. Renzi non ha bisogno oggi dei voti di qualche sprovveduto elettore di

centro-destra: sa benissimo che gli endorsement a suo favore di elettori o dirigenti di centro-destra, gli rendono ancora pi ostile quello che sar lo zoccolo duro dei votanti alle primarie, vale a dire l'elettorato di sinistra. Il suo occhieggiare ai moderati funzionale al piano b, che in realt il piano a.
E forse non un caso che la critica pi ficcante Renzi Yha dovuta incassare da Casini che irridente ha affermato "ma ve l'immaginate Renzi che discute con la Merkel?". E s che erano stati pure a pranzo insieme pochi mesi fa, ma Casini, come Renzi, scommette da tempo senza successo sulla scomposizione dell'attuale quadro politico: sono in qualche modo concorrenti, anche se Casini certo non parteciper alle primarie del centro-sinistra. Ed forse anche questo il motivo ultimo, pi o meno consapevole, per il quale Renzi gode ancora di buona stampa. L'orizzonte di Renzi non la prossima legislatura: probabilmente in cuor suo sa che guidare il prossimo governo (con la crisi ancora in corso e con tutti i vincoli che l'Europa comunque ci pone) sar un percorso ad ostacoli e che esiste il rischio, preconizzato da molti osservatori, che si tratter di una legislatura breve. L'obiettivo di Renzi Renzi e il suo futuro da leader. Un futuro per il quale essenziale il bombardamento del quartier generale del suo partito (battaglia che poco avrebbe a che fare con la guida del futuro governo). Da tutto ci per ora non pare emergere un vantaggio competitivo per il partito democratico (con buona pace dei sostenitori ad oltranza delle primarie) e gli ultimi sondaggi fanno registrare una flessione del pd. Paradossalmente, se noi dirigenti dei partiti di centro-destra eviteremo errori, da questa guerra lacerante, potrebbe derivare un vantaggio anche elettorale per il Pdl. E' che di questi tempi evitare errori un vaste programme...
Massimo Parisi Deputato e Coordinatore regionale Pdl

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Pierluigi Bersani alle prese con la grana primarie

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