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MODENA 2009

Introduzione

Costruire una comunità forte, sicura e solidale. Attra- Nasce dal lavoro di discussione ed elaborazione dei Fo-
verso una nuova Alleanza per Modena che punti sulle rum programmatici, insediati nel giugno del 2008 all’in-
quattro C: competitività, conoscenza, concorrenza, domani della nascita del Partito Democratico e della
coesione. Raccogliere le energie più vitali della nostra costituzione dei suoi organismi dirigenti locali. Sedici
società. Generare nuova competitività di sistema, pro- gruppi di lavoro, organizzati per aree omogenee (Svilup-
muovendo una crescita responsabile, ambientalmente po sostenibile, coordinati da Gian Carlo Muzzarelli; Di-
e socialmente sostenibile. Allargare le opportunità per ritti di cittadinanza, coordinati da Maria Cecilia Guerra;
tutti in ogni settore della vita pubblica e privata. In una Conoscenze e Saperi, coordinati da Roberto Franchini;
parola, tornare a crescere: è questo il compito del Par- Sicurezza e Legalità, coordinati da Graziano Pattuzzi):
tito Democratico di Modena, questo il nostro progetto, luoghi aperti al contributo di iscritti e non, che in modo
questo il nostro impegno per il governo locale. autonomo hanno prodotto riflessioni e proposte, poi
assunte dalla Direzione provinciale del Pd di Modena.
Welfare e crescita non solo non sono in contrapposizio- A ciò ha fatto seguito una fase di ascolto e confronto
ne ma, come è avvenuto a Modena e in Emilia nel secon- con tutte le principali associazioni di categoria e orga-
do dopoguerra, possono sostenersi a vicenda. Solo una nizzazioni sindacali presenti sul territorio, per racco-
comunità coesa, capace di includere e offrire opportu- gliere stimoli, contributi, critiche. Infine, tra dicembre
nità a tutti – a partire da giovani e donne – può essere e gennaio, le quattro conferenze - organizzate sui temi
competitiva e in grado di crescere. E la spesa sociale - se forti del programma - hanno animato una discussione
opportunamente riorganizzata - soprattutto in un mo- aperta a tutta la comunità, in cui abbiamo raccolto in
mento di crisi può rappresentare l’investimento più forte modo compiuto le proposte emerse nel percorso. Con la
per una società della conoscenza e della piena attività. Conferenza programmatica del 17 gennaio completiamo
questa prima parte del lavoro.
Conoscenza e sapere sono la chiave d’accesso al futuro.
Assicurare ai nostri figli e alla nostra comunità un futuro Quello che segue non è il programma elettorale con
di prosperità non inferiore a quello goduto dalle gene- cui ci presenteremo agli elettori il 6 e 7 giugno. Nel mo-
razioni passate e presenti è il nostro compito. Solo il sa- mento in cui concludiamo questo lavoro, in ciascuno
pere può garantire competitività al nostro sistema pro- dei Comuni che sarà chiamato al voto di giugno (oltre la
duttivo, innovando costantemente prodotti e processi; Provincia), il Pd sta selezionando le proprie candidature
solo la scienza e la ricerca possono rendere lo sviluppo alla carica di sindaco, attraverso consultazioni primarie
sostenibile sul piano ambientale e migliorare la qualità o assemblee partecipative. Sarà dunque compito dei
della vita; solo la conoscenza può rendere i nostri figli ca- candidati sottoporre agli elettori un proprio autonomo
paci di misurarsi con quelli degli altri paesi più avanzati. programma, condiviso con le forze politiche che attor-
Occorre ridare centralità al nostro sistema educativo e no alla propria candidatura e al Partito Democratico si
formativo: merito personale e qualità di sistema devono raccoglieranno.
diventare i criteri selettivi per spendere meglio, non per
spendere meno. A Modena come in Emilia Romagna, E’ invece il nostro contributo programmatico a soste-
occorre più istruzione, più formazione, più università, gno di queste candidature, il progetto con cui ci rivol-
più ricerca: è l’investimento più forte che possiamo fare giamo ai cittadini e alle forze politiche e sociali presenti
sul futuro dei nostri figli e della nostra comunità. sul territorio. Per costruire insieme le proposte miglio-
ri e più condivise con cui candidarci, ancora una volta,
La sicurezza è il primo diritto di ogni persona. Costruire al governo delle nostre comunità. D’altro canto, come
una comunità sicura, fondata sulla certezza di diritti e più volte enunciato e come già praticato per le politiche
doveri uguali per tutti attraverso regole condivise; con- dello scorso anno, il Partito Democratico intende utiliz-
trastare i fenomeni di illegalità, organizzati e diffusi, zare proprio il programma come strumento utile e ine-
attraverso investimenti adeguati in forze e strumenti. ludibile per costruire alleanze: con le nostre proposte ci
Costruire una comunità in cui tutti possano vivere se- rivolgiamo dunque a tutti cittadini e a quelle forze che
renamente è la precondizione per l’esercizio effettivo di possono condividere con noi valori e obiettivi di governo
ogni libertà e diritto. Le nostre proposte sono, nel con- per questo territorio.
tempo, un progetto di comunità sicura e una sfida al
centrodestra – culturale e politica - per un’idea di società Stefano Bonaccini
diversa. Segretario Provinciale
PD Modena
Questo è il manifesto con cui il Partito democratico pre-
senta il proprio progetto programmatico per Modena Davide Baruffi
e la sua provincia, in vista delle elezioni amministrative Coordinatore Programma
della prossima primavera. PD Modena
Indice

9 Sviluppo sostenibile

18 Diritti di cittadinanza

27 Conoscenze e saperi

34 Sicurezza e legalità
9
Sviluppo sostenibile

Sviluppo
l’immigrazione di massa; l’invecchiamento della popola-
zione; la crisi energetica ed ambientale. A ciò si aggiun-
gono le difficoltà di funzionamento delle Organizzazio-
ni internazionali (WTO, ecc..) e la “fatica” dell’Europa nel

sostenibile
muoversi unitariamente attraverso politiche comuni
per affrontare la crisi dei mercati e aumentare la compe-
titività del Vecchio Continente nel mondo. In pochi mesi
il mondo è totalmente cambiato, la crisi economica è
molto seria, la finanza creativa ed il mercato non regola-
to sono falliti e ci hanno messi in ginocchio.

Il territorio modenese parte da una situazione di mag-


giore solidità rispetto al panorama italiano (il debito
pubblico crescente è, secondo gli ultimi dati, pari a 1.670
miliardi di euro: 28.000 euro per ogni cittadino, circa
Coordinatore forum: 81.000 euro a famiglia), tuttavia anche qui non vanno
Gian Carlo Muzzarelli sottovalutati i segnali di difficoltà. La forte presenza del
manifatturiero, con una spiccata vocazione all’export,
Responsabili forum settoriali: insieme ad un importante settore di servizio alle impre-
Michele Andreana, Vanni Bulgarelli, Lucia Bursi, Palma se, all’alto tasso di occupazione e alla forte presenza del-
Costi, Francesca Maletti, Giovanni Battista Pasini le donne nel mercato del lavoro, rappresentano un pun-
to di partenza importante su cui costruire le politiche di
Siamo in presenza di una crisi economica paragonabile solo medio e lungo periodo. Queste ultime devono puntare
alla grande depressione del 1929. Una crisi mondiale, che nel a rafforzare un sistema produttivo che oggi inizia a ri-
nostro Paese si somma alle sfide già aperte dalla globalizza- sentire della pesante crisi finanziaria mondiale, con un
zione e ai ritardi strutturali accumulati sul piano economico, generalizzato calo della domanda di beni e servizi.
sociale e istituzionale.
Modena, come il resto del Paese, necessita di un im-
Il territorio modenese parte certamente da una situazione di pegno riformista straordinario, in grado di com-
maggiore solidità rispetto al panorama italiano, ma tutti gli prendere il presente e progettare il futuro, proponendo
indicatori segnalano un quadro di crescente difficoltà. Anche una cultura di governo capace di dare nuove risposte ai
qui, come nel resto del Paese, occorre un impegno riformista nuovi problemi. Occorre introdurre più efficienza e se-
straordinario, in grado di comprendere il presente e progettare lezione nel settore pubblico nell’interesse dei cittadini e
il futuro. La forte presenza del manifatturiero con una spic- delle imprese; stimolare più competitività, ma sempre
cata vocazione all’export - insieme ad un importante settore responsabile, in quello privato; compiere scelte terri-
di servizi – unitamente all’alto tasso di occupazione - grazie toriali e ambientali realmente sostenibili, cioè attente
alla forte presenza delle donne nel mercato del lavoro - rappre- alla finitezza dei beni naturali; promuovere il merito e
sentano un punto di partenza importante su cui costruire le l’uguaglianza delle opportunità; sostenere forti proces-
politiche di medio e lungo periodo per il nostro territorio. si di ricambio generazionale e di pari opportunità per le
donne, in tutti i settori della vita pubblica e privata.
Ecco la sfida del Partito Democratico. Rinnovare una cultu-
ra di governo in grado di raccogliere le energie più vitali della
nostra comunità. Generare nuova competitività di sistema, SITUAZIONE
promuovendo una crescita responsabile, ambientalmente e
socialmente sostenibile. Introdurre più efficienza e selezione
La crisi finanziaria pone in modo evidente sia il fal-
nel settore pubblico. Sostenere forti processi di ricambio ge-
limento del mercato non regolato, che i rischi di una
nerazionale premiando il merito. Allargare le opportunità per
corsa incontrollata a guadagni apparentemente facili e
tutti - a partire dai giovani e dalle donne - in ogni settore della
a consumi al di sopra delle possibilità reali. Tutto ciò ha
vita pubblica e privata.
reso stringente la necessità di dare risposte strutturali
ed innovative. Nel nostro Paese, in particolare, si evi-
denzia l’assenza di una economia strutturata, compen-
1. UNA NUOVA sata e attutita da una contenuta domanda di credito da
parte di famiglie e imprese (negli Stati Uniti, alla fine del

ALLEANZA TRA 2007, ogni famiglia americana aveva verso le carte di


credito un debito medio di 9.840 dollari; dato peraltro in
crescita continua da anni).
SVILUPPO, LAVORO E L’Italia è entrata in una fase di recessione. La cre-
AMBIENTE scita dell’economia quest’anno avrà ‘segno meno’ e, per
la terza volta dal dopoguerra, dopo le gravi crisi del 1975
e del 1993, il Pil italiano è risultato negativo per due tri-
Siamo in presenza di una crisi economica mondiale para- mestri consecutivi.
gonabile solo alla grande depressione del 1929. Una crisi
che si somma a sfide già aperte come la globalizzazione; L’Emilia-Romagna, invece, presenterà anche per il 2008
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una crescita positiva (+0,1%), grazie soprattutto all’ex- prospettive di impiego e di migliori condizioni di lavoro.
port. Un dato questo che non ci distrae dalla preoccu- Non vogliamo “social card” che umiliano le persone e cal-
pazione per le criticità sempre più evidenti: il calo degli pestano la loro dignità: intendiamo dare loro le migliori
ordini per molte imprese e il conseguente e crescente opportunità possibili per fare impresa e lavorare.
ricorso alla cassa integrazione; la preoccupazione per i
lavoratori atipici, che non disporranno di ammortizza- Sostenere l’innovazione è una scelta culturale prima
tori sociali; le decisioni del governo di centrodestra che che tecnologica: un nuovo modo di pensare ed agire.
ha iniziato una nuova deregulation rendendo ancor più Le azioni in corso, sviluppate da Regione, Provincia ed
precario il lavoro e le sue regole (va nella giusta direzione Enti locali, vanno in questa direzione: dai Tecnopoli al
lo stanziamento di 15 milioni di euro per combattere il sostegno delle imprese innovative, con nuovi centri di
precariato). riferimento tecnologico come ‘Democenter-Sipe’ (che
deve assicurare il trasferimento tecnologico dai centri di
Non vanno inoltre trascurati i dati occupazionali che, ricerca pubblici e privati alle singole imprese), e ‘Promo’
dopo un primo semestre 2008 ancora positivo, hanno che ricopre un ruolo importante nella promozione della
segnato nel terzo trimestre, e ancor più nel mese di ot- innovazione e del marketing territoriale e ha come in-
tobre, una brusca inversione di tendenza con saldi nega- terlocutori privilegiati gli enti pubblici ed il sistema delle
tivi. Questa inversione si è verificata non solo nei settori imprese.
nei quali era attesa (edilizia e ceramica), ma anche in
tutti gli altri e, in particolare, nella meccanica. A questi La crisi si fa sentire per tutti, ma dalla crisi si esce con più
saldi negativi va aggiunto un forte incremento dell’uso qualità e più formazione, ponendo nuovi e sempre
degli ammortizzatori sociali, più che triplicato nel mese più ambiziosi obiettivi che a Modena siamo in grado di
di ottobre. Questo evidenzia l’urgenza di un riforma conseguire. Solamente lavoro e cultura possono assicu-
complessiva di questi istituti che lasciano scoperti molti rare un futuro forte al Paese: scommettere sull’eccel-
lavoratori, in particolare quelli atipici; i primi a pagare il lenza ci consentirà di competere e vincere sui mercati
prezzo della crisi. internazionali.

SOLUZIONI Difendere e rafforzare il sistema del credito a


sostegno delle imprese e delle famiglie
La Sostenibilità a 360° come motore di nuovo
sviluppo L’area di Modena è composta da un sistema ampio e di-
versificato di imprese (molte di dimensione medio-pic-
La sostenibilità a 360°, in cui crediamo, è ambientale, cole) e da istituti di credito di dimensioni ridotte rispetto
economica, sociale, energetica e dei trasporti. Il Pd si ai “giganti” nazionalizzati presenti negli Stati Uniti, in
fa promotore di un modello attivo di “governo” che Inghilterra e in Germania. Non è un caso se le banche
non si limiti a proteggere dai rischi ma stimoli la crescita che sono riuscite a sopravvivere alla crisi - e che probabil-
delle opportunità, per riavviare la voglia di intraprende- mente diventeranno i prossimi leader del global banking
re, facendo veramente sistema, e sostenendo la creati- – sono quelle che avevano perseverato nel loro mestiere
vità di imprese e lavoratori. tradizionale.

Una società forte è infatti una società che valorizza al Le Banche devono aiutare il sistema a crescere of-
meglio il suo capitale ambientale, umano e sociale: le frendo servizi e tassi compatibili con il processo in atto.
risorse naturali, le capacità e la creatività di donne e uo- Occorre trovare “un’intesa” con il sistema bancario per:
mini, la loro dimensione individuale e di relazione. - evitare che gli errori di finanza di molte banche siano
impropriamente scaricati sull’economia e le imprese;
Per arrivare a una reale sostenibilità occorre partire dal - assicurare il sostegno vero e completo agli imprendi-
rafforzamento delle componenti che stimolano l’econo- tori che hanno ancora voglia di “mettersi in gioco” senza
mia reale: la formazione, la ricerca, l’innovazione, il comprimere volontà ed idee;
trasferimento tecnologico, l’internazionalizzazio- - assicurare la copertura degli investimenti oltre alle ga-
ne. ranzie dei consorzi fidi (che utilizzano nuove risorse pub-
bliche per garanzia);
Innovare, aumentare le opportunità e
qualificare le professionalità
2. L’AMBIENTE:
Dalla attuale situazione di crisi si esce con la capacità
di investire, di creare opportunità per ‘fare e migliorare’, DA VINCOLO A
non con i proclami e i tagli. Negli scorsi anni si è parlato
di un ‘brand Emilia-Romagna’ ma è bene ricordare che
esiste anche un ‘brand Modena’, un ‘orgoglio mode-
OPPORTUNITA’
nese’. Siamo un territorio che sta dando il meglio, co-
niugando un welfare efficiente ad un’economia forte. Ambiente e sviluppo devono crescere insieme:
Abbiamo tutte le carte in regola per essere ancora pro- rappresentano una grande opportunità economica e di
tagonisti, ma questo avverrà solo se sapremo assicurare realizzazione di politiche veramente riformatrici. A Mo-
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Sviluppo sostenibile

dena tutto questo è possibile poiché l’obiettivo qualità è provinciale viene colta seguendo gli obiettivi regionali.
un riferimento imprescindibile. Occorre ora un salto di qualità per rendere ulteriormen-
te coordinata l’attività dei vari livelli di governo.
La provincia di Modena deve puntare su un modello di
sviluppo che tenga conto dello stretto nesso tra dimen- Ridurre le emissioni, il consumo energetico e au-
sione socio-economica e uso e governo del territorio. mentare le produzioni di energia da fonti naturali
Bisogna cioè che le nostre scelte non guardino solo e rinnovabili.
all’oggi ma al futuro, tenendo conto della necessità di
sviluppare il territorio senza minarne la coesione socia- L’asse da seguire è quello tracciato dal pacchetto Bersani
le. e dalle Finanziarie Prodi del 2007 e 2008. I provvedimen-
ti (ora messi in crisi dai tagli del centrodestra) hanno
La via di uscita dalla crisi energetica non sta nella speran- avviato un’azione decisa verso il risparmio e l’efficienza
za del ritorno a un’improbabile energia a buon mercato, energetica.
né in soluzioni taumaturgiche, che puntano all’aumen-
to dell’offerta di combustibili fossili, come il carbone, o, Un nuovo modello energetico
in questa fase dove la ricerca non è completa, il nuclea-
re. Le prime azioni fondamentali riguardano l’efficien-
za energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, Gli enti locali devono impegnarsi ad attuare in ogni set-
costruendo il mix più efficace e meno impattante. tore, a partire da quello edilizio, le norme utili a ridurre
le emissioni e a raggiungere una maggiore efficienza
SITUAZIONE energetica e ambientale, per contenere i consumi
delle famiglie e i relativi costi.
La questione energetica è oggi più che mai una prio- Nel settore civile e in quello produttivo la maggiore ef-
rità per il Paese e coinvolge profondamente le sorti ficienza può portare ad una riduzione del 20-30% dei
dell’economia, della produzione, delle dinamiche inflat- fabbisogni. Da qui l’importanza della certificazione
tive, delle condizioni di vita e dei bilanci delle famiglie. energetica degli edifici introdotta dal centrosinistra e
Ridurre l’uso di combustibili fossili significa contenere la recentemente sostanziata dalla Regione con un proprio
dipendenza dalle importazioni dando più autonomia “Atto di Indirizzo e coordinamento per i requisiti di rendimento
al Paese e limitando l’inquinamento. Questo significa energetico e per le procedure di certificazione energetica degli
anche migliorare la qualità dell’aria a scala locale nel edifici”.
nostro territorio, compromessa soprattutto dal traffico
dei veicoli. Da come affronteremo la priorità energetica Un piano energetico per la provincia e i
dipenderà il rispetto dell’impegno dell’Italia a ridurre le singoli comuni
emissioni clima alteranti, secondo il Protocollo di Kyo-
to.
Si tratta di un lavoro arduo, considerato l’attuale conte- La Provincia ha presentato il nuovo Piano energetico
sto politico nazionale, caratterizzato dal taglio indiscri- in attuazione del Piano Regionale. Quest’ultimo, ap-
minato di risorse, dall’illusione di poter uscire dalla crisi provato il 14 novembre 2007 dall’Assemblea legislativa
con roboanti proclami che coprono, di fatto, una politi- regionale, prevede investimenti per 170 milioni a so-
ca “del tirare a campare”, priva di prospettive di sviluppo stegno delle azioni di famiglie e imprese.
per il Paese e degli italiani.
Proponiamo di:
SOLUZIONI -- adottare in ogni comune un piano-
programma energetico, coerente con il Piano
Regionale e quello Provinciale, con specifici
Ambiente e sviluppo crescono assieme obiettivi qualitativi e quantitativi;
-- adeguare i piani locali per la mobilità
Rafforzare la crescita è un nostro obiettivo, ma si deve sostenibile, moltiplicando le iniziative a
crescere meglio, cioè con piena sostenibilità. Afferma- favore dei servizi pubblici e delle modalità “zero
re che ambiente e sviluppo crescono insieme significa emissioni”;
ritenere illusorio e sbagliato contrapporli, come invece -- realizzare le “aree produttive
sta facendo il Governo Berlusconi quando afferma che ecologicamente attrezzate”, previste
vista la crisi economica l’Italia non è tenuta a rispetta- dalla legge regionale 20/2000 sia nei nuovi
re gli accordi di Kyoto. Quella del governo è una politica insediamenti, sia nella riqualificazione
miope. Si esce dalla crisi anche elevando la qualità dell’esistente, coinvolgendo imprese e operatori
ambientale della nostra economia. di settore. In questo ambito andranno
valorizzate le positive esperienze che il
Consorzio Attività Produttive sta portando
Uniti nello sviluppo sostenibile avanti per conto dei Comuni consorziati,
-- rafforzare, d’intesa con i gestori dei servizi
energetici e con le autorità regolatrici regionali,
La Provincia di Modena, il capoluogo ed altri comuni
gli interventi di miglioramento dell’efficienza
hanno da tempo sviluppato politiche attive e coerenti in
delle reti (gas, acqua, elettricità),
campo energetico: nel 1999 è stata costituita l’Agenzia
innovando i sistemi di controllo, monitoraggio e
per l’energia e lo sviluppo sostenibile e la pianificazione
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rilevamento dei consumi; per rinsaldare e rafforzare i processi di coesione
-- spingere per un più forte impegno dei sociale che costituiscono, da sempre, il fattore vincen-
gestori di servizi energetici a contenere i te del nostro territorio. Noi vogliamo uno Stato che re-
propri costi operativi, quindi il peso delle goli l’economia, non che la gestisca o la “occupi”, che sia
bollette, promuovendo il consumo responsabile garante dell’interesse di tutti i cittadini: di chi lavora e
dell’energia; intraprende, di chi risparmia, investe e consuma.
-- promuovere progetti significativi da parte di
imprese e gestori di servizi energetici, per la E’ fondamentale sostenere la nascita di imprese so-
produzione di energia da fonti rinnovabili e cialmente responsabili e i passaggi generazionali.
il teleriscaldamento. Siamo per un modello di lavoro che riduca la precarietà e
gli squilibri distributivi.
L’operato delle multiutility ha dato e può dare ancora ri-
sposte importanti, in termini di gestione oculata delle
risorse primarie, di maggiore efficienza, trasparenza e
SITUAZIONE
minori costi, garantendo comunque investimenti ne-
cessari per assicurare nel tempo reti moderne, efficienti Le imprese hanno sempre meno dipendenti, e tra questi
e sicure. sono sempre più numerosi i lavoratori di origine extra-
comunitaria. Nell’area vasta Emilia Nord, gli ultimi con-
Diversificare le fonti di produzione trolli hanno indicato una media di soli 2 dipendenti per
ogni impresa; oltre a ciò va considerato che, ad esem-
pio, il 28% dei lavoratori nei 262 cantieri controllati era
Accanto a un maggiore risparmio vanno poste le con- classificato come “lavoratore autonomo”.
dizioni per una sempre maggiore produzione di energia
con fonti rinnovabili, tema su cui l’Italia è in grave ritar- La disponibilità di beni di natura materiale (infrastrut-
do. Si tratta infatti di una grande opportunità per creare ture, centri di formazione, centri di ricerca, Università,
“posti di lavoro verdi”. ecc…) e immateriale (know-how, riconoscimento ed
adesione ad un sistema di regole, le reti di relazioni tra
Occorre sviluppare proposte in grado di migliorare il soggetti pubblici e privati, ecc), qualifica il sistema e fa-
bilancio energetico del Paese e di contenere le bol- vorisce l’innovazione in tutti i settori.
lette di aziende e famiglie, promuovendo i settori in-
dustriali impegnati nelle tecnologie produttive e distri- Bisogna risolvere un problema di disuguaglianza, impari
butive più avanzate. Vogliamo muoverci su questa linea, opportunità ed immobilità sociale. Si è bloccato l’ascen-
finanziando progetti di ricerca (di base e applicata) coe- sore sociale che consente ai giovani, in particolare alle
renti con la strategia energetica nazionale, valorizzan- giovani donne più impegnate, intelligenti e preparate,
do centri di eccellenza come CNR ed ENEA dell’Emilia- di salire quanto vorrebbero e meriterebbero.
Romagna.

SOLUZIONI
3. CENTRALITA’ DELLE
PERSONE E IMPRESE Un’economia di qualità fondata su imprese
socialmente responsabili
RESPONSABILI
Occorre rimettere al centro la legalità, il rispetto dei
La crisi finanziaria in atto sta rivelando, in tutta la sua diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e delle comunità
drammaticità, la distruttività di una economia virtuale, di insediamento, il rispetto dei territori e dell’ambien-
priva di un’etica della responsabilità nei confronti di cen- te. Modena deve ‘scegliere e ‘puntare’ a imprese
tinaia di milioni di cittadini e cittadine. sempre più socialmente responsabili.
Bisogna ripartire da qui: recuperare il valore del la-
voro e la centralità delle persone nello sviluppo eco- Queste ultime si distinguono per il modello occupa-
nomico. zionale e produttivo che sviluppano e per la capacità di
farsi carico della rigenerazione dei beni comuni, dovuta
Servono politiche che assicurino migliori convenienze all’alto grado di innovazione e di qualità dei prodotti e
collettive, migliore istruzione e lavoro, migliore acces- dei processi produttivi. Diventa prioritario ripensare i
so al mondo. Occorre stimolare i giovani ad “alzarsi per processi di competitività come “processi responsabili”.
vivere i loro sogni”. Servono politiche attive per definire Serve quindi un approccio che permetta di conciliare il
nuove regole dei mercati, per sostenere la voglia di in- successo economico duraturo e sostenibile delle im-
traprendere, la creazione di nuova ricchezza e nel con- prese nel tempo, come base di coesione sociale e valore
tempo una sua giusta ed equa redistribuzione. Vogliamo aggiunto anche per il territorio, l’ambiente e i vari attori
politiche in grado di garantire a tutti pari opportunità e interni ed esterni con cui interagisce.
pari diritti di cittadinanza.
Intendiamo coniugare libertà e giustizia sociale Rendere la responsabilità sociale un vantaggio
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Sviluppo sostenibile

competitivo per l’impresa e per il territorio significa dell’innovazione e adeguamento delle reti di trasporto
non solo investire sull’assunzione di pratiche di RSI (Re- e comunicazione, della qualificazione ambientale, degli
sponsabilità Sociale Impresa) nelle grandi imprese, ma insediamenti produttivi.
far comprendere l’importanza di tale approccio all’intero
panorama imprenditoriale: ai nuovi imprenditori ed alle
piccole e micro imprese. In tale contesto è, e continuerà
SITUAZIONE
ad essere, fondamentale il ruolo della cooperazione.
Il sistema territoriale - con i suoi numerosi distretti
Le persone al centro: più sicurezza del lavoro e d’eccellenza - ha rappresentato un punto forte dell’eco-
nel lavoro nomia modenese, grazie alla capacità di creare una fi-
liera efficiente, di esportare in tutto il mondo le nostre
merci, di caratterizzarsi: quindi, per “specializzazioni di
Le imprese socialmente responsabili hanno piena con- qualità”.
sapevolezza dell’importanza delle donne e degli uomini Le sfide attuali:
che vi lavorano. Si deve dare un chiaro indirizzo alle poli- -- assicurare un’adeguata dimensione alle
tiche per la sicurezza, migliorando la prevenzione, la re- imprese che vi operano
sponsabilità, la presa di coscienza della centralità delle -- il dialogo con il mondo delle Università
politiche in questo settore. -- la continua innovazione e aggiornamento
tecnologico
Per questo dobbiamo operare per contrastare l’ille-
galità e lo sfruttamento, per migliorare la sicurez- Le politiche della mobilità rivestono un’importanza
za sul lavoro aumentando i controlli e migliorando la fondamentale in una Regione che ha un parco macchi-
formazione dei lavoratori e, infine, per contrastare la ne di 3 milioni e 100 mila vetture (tre ogni quattro abi-
tendenza all’allargamento della forbice delle disugua- tanti, neonati e bambini compresi). La carenza, da parte
glianze. del governo, di politiche abitative di qualità mette in
gravi difficoltà chi deve affittare un immobile o si tro-
Dobbiamo continuare ad operare per ottenere: va ad accendere un mutuo per l’acquisto. E’ necessario
-- una drastica riduzione dell’Irpef sui redditi un miglior coordinamento tra le politiche abitative e il
di lavoro fino a quella “soglia di povertà” sistema della mobilità: i programmi di realizzazione e
che è costituita oggi dai 1000 euro al mese potenziamento delle infrastrutture viarie e del traspor-
-- l’estensione a tutti i lavoratori degli to pubblico vanno integrati con la pianificazione degli
ammortizzatori sociali insediamenti.
-- l’adozione di un contratto unico a stabilità
crescente per combattere la precarietà E’ bene ricordare come alcune parti della città corrono
contrattuale il rischio di essere luoghi non pienamente “riconosciuti”
-- l’innalzamento generale delle competenze da chi li abita, anche perché spesso privi di spazi sociali
di tutti i lavoratori per combattere la e aggregativi. Esse sono anche luoghi dove, non di rado,
precarietà professionale la popolazione è caratterizzata da provenienze diverse,
  pertanto gli spazi pubblici e comuni richiedono proget-
Come Partito democratico intendiamo favorire un’edu- tazioni per consentire un processo di integrazione cul-
cazione civile del lavoro combattendo ogni forma d’ir- turale e sociale.
regolarità per ottenere il rispetto della legalità. Per ri-
spondere alle esigenze del nostro territorio va ricordato Sul versante agricolo, l’Italia è forse fra i paesi più ricchi
che la sicurezza riguarda anche la qualità del lavoro. Il al mondo per varietà produttive, prodotti tipici di
modello vincente emiliano-romagnolo c’è ancora ed è qualità riconosciuti e certificati. Modena costituisce
ancora vincente: da noi si fa e si deve fare sul serio. un riferimento agricolo straordinario con quattor-
dici produzioni tipiche riconosciute, attraverso certifi-
cazioni dalla UE, che rendono questo territorio uno dei
“panieri” produttivi più ricchi e caratterizzati a livello re-
4. IL VALORE DEL gionale e nazionale. Si tratta di una grande potenzialità
sulla quale puntare come fattore distintivo e competi-
TERRITORIO: tivo. In questo periodo in Regione si sta discutendo di
scelte politiche e finanziarie decisive: i fondi di sviluppo;

INFRASTRUTTURE, le raddoppiate risorse per la montagna; gli stanziamenti


del piano di sviluppo rurale (fondamentale per valoriz-
zare il parmigiano reggiano); il Piano parchi e il Piano
TURISMO, forestale.

AGRICOLTURA.
Modena dovrà affrontare nella prossima legislatura, in
coerenza con il Piano Territoriale regionale, i temi della
riqualificazione urbana, della localizzazione dei servizi,
14
SOLUZIONI duo e un elemento fondamentale del paesaggio urba-
no. Occorre rilanciare una politica della casa in grado di
assicurare una risposta per l’affitto e proprietà per tutti
i cittadini.
Garantire una visione strategica
Diritto all’abitare e diritto alla qualità della vita
Il sistema Modena dovrà rapportarsi al programma re- sono questioni che richiedono risposte nell’immediato
gionale attraverso alcuni elementi di visione strategica: per le emergenze che si sono manifestate, in prospetti-
-- un diverso modello di pianificazione e va per la stretta connessione con il governo delle città e
sviluppo del territorio; del territorio.
-- il rafforzamento delle RETI (anche digitali)
e delle relazioni; In questo senso occorre:
-- la valorizzazione delle differenze in termini -- fare pressione sul Governo per ottenere la
di identità e vocazione dei territori; “restituzione” delle risorse impegnate
-- la visione unitaria del territorio attraverso dal Governo Prodi e tagliate da questo
la necessaria coerenza tra i diversi livelli della esecutivo. Per l’Emilia-Romagna si tratta
pianificazione settoriale; di 32 milioni di euro che, insieme alle risorse
-- la maggiore competitività territoriale regionali e degli enti locali, consentirebbero la
interna al sistema e ‘del’ sistema (per un costruzione di circa 1800 alloggi
maggiore sviluppo della qualità). -- chiedere ai Comuni, che nella nostra regione
sono proprietari del patrimonio pubblico, di
Hanno particolare rilevanza: evitarne la vendita e di facilitare, attraverso Acer
-- l’aggiornamento del Piano delle Acque; e non solo, la realizzazione di nuove offerte per
-- la piena attuazione del Piano di Risanamento costruire “abitazioni con impronta sociale”,
della Qualità dell’aria; per accrescere l’offerta di abitazioni
-- il raggiungimento di un necessario equilibrio (destinate soprattutto alla locazione) a
all’interno del Piano delle Attività Estrattive condizioni più favorevoli per le fasce con redditi
(PIAE) tra autosufficienza e utilizzo del territorio medio bassi
a fini estrattivi. -- sostenere le modifiche della legge regionale
20/2000 per ottenere uno sviluppo del territorio
inclusivo, dove il 20% delle abitazioni siano di
Completare il processo di Governance edilizia residenziale sociale; ciò permetterà di
sostenere, con livelli di perequazione seri, parte
Occorre proseguire l’azione politica per conseguire pro- del costo sociale e ottenere una società più
cessi di riordino della governance territoriale, giungen- integrata e solidale
do a nuove Unioni dei Comuni, e affrontando il tema
della riorganizzazione degli enti. Contestualmente, è Le costruzioni, anche quelle di edilizia sociale, dovranno
necessario riflettere su temi come quello della gestione conformarsi ai seguenti principi:
dei parchi, che deve diventare più funzionale. In sostan- -- qualità energetica dei nuovi fabbricati e
za servono meno enti ma più efficienti, per assicurare rigenerazione della città esistente
“la cura vera del territorio” (a volte anche più ampio di -- qualità dell’edilizia e necessità di innovazione
quello amministrato, come accade per le aste fluviali di dei progetti
Secchia e Panaro). -- gestione corretta delle risorse primarie e
dei rifiuti aumentando la raccolta differenziata.

Tutele dei centri storici e politiche della casa Concordiamo con le richieste poste dal Pd nazionale,
chiedendo provvedimenti per:
-- tassare il reddito da affitto non ad aliquota
Aspetto fondamentale è la tutela dei centri storici
marginale, ma ad aliquota fissa
delle grandi città e dei piccoli borghi: beni culturali e pa-
-- consentire la detraibilità di una quota fissa
esaggio rappresentano, infatti, un patrimonio culturale
dell’affitto pagato
diffuso nel nostro territorio.
-- aumentare la quota fiscalmente detraibile
Saranno prioritari:
della rata sui mutui relativi all’acquisto
-- tutela e valorizzazione del patrimonio
della casa di abitazione
storico
-- assicurare le risorse per il fondo per
-- qualità urbana, con un uso accurato
l’affitto
degli spazi, città più verdi, riduzione
dell’inquinamento luminoso con una migliore
illuminazione pubblica e l’uso dove possibile di Migliorare la mobilità
lampadine ad emissione zero
-- realizzazione delle Aree produttive
ecologicamente attrezzate E’ necessario garantire il completamento delle in-
frastrutture viarie: la Cispadana, prima autostrada
Vogliamo concentrarci, inoltre, sulla casa, che rappre- regionale, e i relativi interventi complementari; la Pe-
senta al contempo il centro degli affetti di ogni indivi- demontana; la “bretella” Campogalliano-Sassuolo; il
completamento dello scalo merci Cittanova-Marzaglia-
15
Sviluppo sostenibile

Dinazzano; i collegamenti tra i centri della provincia e le ra, dal campo alla tavola. Il valore produttivo insieme al
tangenziali (Nonantola, ecc...); gli assi di penetrazione valore ambientale è fattore distintivo delle produzioni
verso la montagna. agricole, anche di tipo biologico, che accrescono la cre-
dibilità e la forza dei nostri prodotti tipici.
Allo stesso tempo è prioritario assicurare una maggiore
efficienza e appetibilità al mezzo pubblico, potenziando Un gioco di squadra per affrontare le
il Trasporto Pubblico Locale attraverso una decisa
politica di trasporto pubblico urbano ed extraurbano, trasformazioni delle politiche agricole
che prenda le mosse da piani della mobilità innovativi in
ogni Comune. Serve uno sforzo straordinario per utilizzare al meglio le
risorse del Piano di sviluppo rurale e operare, già da ora,
Va potenziato il sistema ferroviario regionale: a per affrontare le trasformazioni delle politiche agricole.
Modena ciò significa potenziare e qualificare la ferrovia Basti pensare agli indirizzi in elaborazione in Europa
Modena/Sassuolo/Reggio Emilia e studiarne l’innesto che trovano conferma nelle scelte di abrogare dal 2015
verso Maranello, la Vignola – Bologna e - attraverso FER il regime delle quote latte attraverso il loro progressivo
- assicurare migliori collegamenti con Carpi, utilizzan- aumento lineare annuo del 2% con l’abolizione del set-
do sistemi moderni e agendo con coerenza rispetto alle aside; nel superamento degli OCM settoriali per arrivare
scelte fatte riguardo alla destinazione degli spazi e alla ad una unica Organizzazione Comune dei Mercati che
qualità dei progetti delle reti e dei luoghi. li comprenda tutti. Scelta che impone di definire nuovi
scenari e programmi per rilanciare la nostra agricoltura.
E’ importante giungere al completamento della rete Si tratta di una trasformazione che richiede un forte gio-
di piste ciclabili, sia quelle urbane, che nelle città col- co di squadra, dalle imprese alla politica, per superare
legano le aree residenziali produttive e di servizi, sia le chiusure e steccati e progettare alleanze per una nuova
ciclabili extraurbane. Particolare attenzione andrà po- agricoltura.
sta sulle ciclabili che collegheranno Modena a Castel-
franco Emilia, Modena-Mirandola (con la realizzazione Nel nostro Paese il rapporto giovani-anziani in agricol-
del collegamento Bastiglia-Medolla), il “Percorso natura tura è di uno ad otto, mentre in Europa scende da uno
Tiepido” e le altre previste nel PTCP, La Bologna – Verona a quattro. La priorità è favorire il ricambio genera-
valorizzando il sedime della vecchia ferrovia. zionale in agricoltura attraverso una politica concre-
tamente attenta alle esigenze dei giovani, che devono
Per quanto riguarda la rete digitale, vogliamo far ces- poter contare su misure che permettano un più facile
sare entro il 2010 il digital divide e cablare la rete accesso alla terra e al credito.
di tutta l’Emilia-Romagna. Lo spostamento di infor-
mazioni e servizi deve avvenire dovunque sia possibile Ci concentreremo inoltre sulla riduzione dei costi pro-
tramite le reti informatiche anziché le reti materiali, per duttivi, degli oneri sociali e sull’indennità compensativa
risparmiare tempo, risorse economiche e tutelare l’am- fino ad arrivare a finanziamenti e interventi propulsivi
biente. per sostenere imprese moderne e multifunzionali.

Una nuova agricoltura di qualità Turismo e ambiente: un binomio vincente

Il Piano di Sviluppo Rurale è decisivo per azioni di svilup- Nel modenese esistono tutte le condizioni per raffor-
po e promozione del sistema agricolo. Sarà fondamen- zare l’economia turistica in un’ottica di piena soste-
tale nei prossimi anni assicurare la migliore promo- nibilità ambientale. Bisogna garantire le condizioni per
zione dei nostri prodotti, incentivando la produzione una permanenza sul territorio dei giovani volenterosi e
di tipicità ed eccellenze come il parmigiano reggiano, e sostenere il turismo attraverso l’aggiornamento della
i progetti di “filiera” finanziati dal primo asse del Piano di legge sugli agriturismi, il turismo rurale, ecc.
Sviluppo Rurale.
Occorre ragionare su una proposta di montagna ami-
In un contesto di progressiva apertura dei mercati e di ca del turismo, che assuma in pieno il nuovo modello
liberalizzazione commerciale, la strategia del nostro si- vincente, quello del “turismo delle motivazioni” (supe-
stema agroalimentare dev’essere basata sulla compe- rando il precedente, c.d. “delle destinazioni”). La monta-
tizione di qualità, valorizzando il nostro patrimonio gna ha forti potenzialità di rilancio in un turismo dei 365
enogastronomico, un paniere di prodotti di grande qua- giorni e delle 4 stagioni.
lità. Dobbiamo chiedere con forza un’azione congiunta
Stato-Regioni per affrontare le difficoltà del comparto Si tratta di puntare su un turismo orientato agli aspet-
suinicolo e del parmigiano reggiano. ti agroalimentari ed enogastronomici, ma anche sul
wellness: il turismo che offra benessere e sport, relax e
Modena ha tutti gli “ingredienti” per affrontare la sfida divertimento. Un turismo che valorizzi le tante bellezze
della competitività, per la capacità di tutto il settore dei di questo territorio: dai centri come Modena e Carpi,
distretti agroalimentari ed agroindustriali di assumere all’Appennino verde e bianco (il “valore Cimone”), dalle
il metodo della progettualità di filiera per valorizzare e oasi della Bassa al “turismo culturale”, sulla scia di
far crescere il nostro sistema produttivo. Siamo inoltre eventi come il Festival della Filosofia ed il Poesia Festi-
all’avanguardia per la sicurezza alimentare e i control- val, e di specifiche vocazioni del territorio come “Terra di
li che i nuovi regolamenti hanno esteso a tutta la filie-
16
Motori”. razionalizzare e rafforzare le risorse e gli interventi
nel settore. Questo anche con la collaborazione
Per promuovere il nostro territorio e la nostra economia, della Camera di Commercio, Industria, Artigianato
dobbiamo cogliere le opportunità del sistema fieristico e Agricoltura.
regionale.
2) Contenere le tariffe dei servizi comunali quanto
Servono progetti concreti e di qualità, che assicurino oc- più possibile per l’anno 2009 – e comunque al di
cupazione e innovazione, e che siano in grado di conqui- sotto dell’inflazione reale – al fine di non aggrava-
stare quote di mercato turistico. E’ importante ottenere, re di ulteriori costi i bilanci di famiglie e imprese. E’
e utilizzare al meglio, le risorse comunitarie, nazionali e quanto stanno facendo diversi Comuni – tra que-
regionali per sostenere questi progetti e assicurare inve- sti si segnala quello di Modena, che ha raggiunto
stimenti. E’ un settore che può garantire crescenti quote un’importante intesa con le parti sociali – e quanto
di mercato e offrire importanti prospettive per i giovani, intendiamo chiedere a tutti i nostri amministrato-
in termini di buona e stabile occupazione. ri.
3) Favorire l’internazionalizzazione delle nostre
Allegato 1 imprese in forma singola e aggregata, come op-
portunamente stanno facendo la Camera di Com-
Il decalogo anti-crisi del Pd di mercio di Modena e la Regione. La globalizzazione,
checché ne dica Tremonti, è una grande opportuni-
Modena tà per le economie – come quella modenese – che
sanno innovare e competere sui mercati interna-
Garantire il credito alle piccole e medie imprese, contenere ret- zionali. Ad esempio nel settore della meccanica:
te e tariffe, investire sulle energie rinnovabili, sull’internazio- dobbiamo ringraziare il boom cinese se le nostre
nalizzazione e la cooperazione tra università e imprese aziende aumentano l’export di macchine al ritmo
del 30-40 per cento in un anno.
Di fronte alla crisi che colpisce anche a Modena le impre-  
se, i consumi delle famiglie e l’occupazione di migliaia
di lavoratori, le politiche del governo si rivelano ancora 4) Promuovere il risparmio energetico e la produ-
una volta insufficienti e inadeguate, con misure dell’or- zione di fonti rinnovabili e naturali, avviando le
dine dello 0,3 per cento del Pil contro il 7 per cento di imprese lungo la strada della green economy, ovvero
altri grandi Paesi. Mentre i governi di Stati Uniti e Cina di un’economia che unisca sviluppo, lavoro e am-
puntano su politiche espansive in Italia si attua una ma- biente. Le nostre piccole e medie imprese hanno
novra deflattiva che non difende i redditi medio-bassi e l’intelligenza, le competenze e la flessibilità per in-
non rilancia la domanda. vestire nel campo delle energie rinnovabili e delle
nuove tecnologie ambientali. Senza dimenticare,
La solidità del tessuto produttivo modenese sembra in cosa che il Pd ha sostenuto, che la nostra regione è
grado di resistere meglio di altre aree del Paese, tuttavia stata la prima ad adottare la certificazione energe-
anche nella nostra provincia cominciano a farsi sentire i tica degli edifici. Apprezzabile, da questo punto di
pesanti contraccolpi della crisi, come dimostra l’aumen- vista, la strada tracciata dalla Provincia di Modena,
to esponenziale delle ore di cassa integrazione negli ul- che sta programmando i suoi interventi sulla base
timi tre mesi. Alla crisi economica e ai modi per contra- delle direttive regionali di utilizzo dei fondi struttu-
starla anche in sede locale è dedicato l’ordine del giorno rali per lo sviluppo di aree produttive industriali e
approvato dalla segreteria del Partito democratico di artigianali ecologicamente attrezzate. Ora più che
Modena che contiene dieci proposte per rilanciare l’eco- mai occorre spingere con forza in questa direzione.
nomia, favorire l’innovazione, difendere l’occupazione.
Ecco di seguito il decalogo anti-crisi. 5) Promuovere e consolidare filiere efficienti, che
minimizzino i costi, valorizzino la specializzazione
1) Consolidare il rapporto banca-impresa, soste- dei segmenti e assicurino prodotti di qualità con un
nendo in modo efficiente l’utilizzo del sistema del- rapporto virtuoso con il territorio, con particolare
la garanzia pubblica ed introducendo strumenti riferimento al comparto agricolo e agroalimentare
finanziari innovativi per sostenere la crescita delle di qualità, da valorizzare, nella nostra provincia. 
imprese, con particolare attenzione a quelle piccole
e medie che operano sul nostro territorio (coopera- 6) Favorire una stretta cooperazione tra imprese,
tive, artigiani, commercianti, pmi, industrie) e sono Università e centri/laboratori di ricerca per lo
la vera forza della nostra economia. Il Pd considera sviluppo condiviso di nuovi progetti e tecnologie
in questo senso positivo, e da rilanciare, l’impegno nella ricerca industriale, nella formazione, nell’in-
della Regione, che ha già destinato 50 milioni di novazione e nello sviluppo pre-competitivo. Valo-
euro a sostegno del credito agevolato a favore del- rizzare i centri per il trasferimento tecnologico: il
le imprese, e le azioni della Provincia e dei Comuni Pd ritiene che la definizione di un progetto di tecno-
modenesi volte a facilitare l’accesso a finanziamenti polo modenese tra Regione, Provincia, Università,
agevolati destinati alle imprese che fanno innova- Camera di Commercio, Comune, Democenter-Sipe
zione tecnologica, organizzativa e commerciale e e rappresentanze economiche, interpreti bene que-
per le nuove imprese. Rafforzare le sinergie tra Pro- sta esigenza. 
vincia e Comuni modenesi, a partire già dalla predi-
sposizione dei bilanci previsionali per il 2009, tese a 7) Promuovere modalità innovative nell’operato
17
Sviluppo sostenibile

degli Enti Locali e della Pubblica Amministra- come punto di riferimento.


zione per assicurare più efficienza e maggiore sem-
plificazione. In questo senso rilanciamo i processi Intendiamo rafforzare la nostra azione operativa sul
di aggregazione amministrativa già positivamente tema del credito (per assicurare un rapporto banche/
avviati in questi anni tra i nostri Comuni (Unioni di imprese tale che queste ultime possano ricevere la liqui-
Comuni), puntando a completare, già per il 2009, dità necessaria per investire, aggiornarsi, dare lavoro di
l’intera riorganizzazione provinciale e a trasferire qualità), della competitività (aprendo sempre di più il
nuove funzioni e competenze ai soggetti di area nostro sistema al mercato, sostenendo l’internaziona-
vasta. Al tempo stesso intendiamo procedere nel lizzazione delle nostre imprese, puntando su qualità e
quadro di semplificazione istituzionale avviato dal- innovazione dei prodotti e dei processi, investendo su
la riforma regionale per ridurre enti ed agenzie.  ambiente ed energia) e delle infrastrutture (abbiamo in-
dicato priorità condivise: collegamento tra Cittanova/
8) Valorizzare e diffondere buone pratiche di re- Marzaglia e Dinazzano, completamento Pedemontana,
sponsabilità sociale d’impresa nel tessuto avvio Cispadana, assi viari verso la montagna, con una
produttivo, come elemento di innovazione e com- mobilità sempre più intermodale ferro/gomma).
petitività del sistema imprenditoriale e fattore fon-
dante di una economia che mette al centro dei suoi Il nostro compito è quello di far crescere – nonostante il
interessi la persona e la sostenibilità ambientale e momento di difficoltà – le imprese che hanno fiducia nel
sociale del territorio.  futuro e nelle nuove opportunità, favorendo qualità del-
le produzioni e qualità del lavoro, ed operando perché a
9) Assicurare una migliore mobilità, sostenibile ed livello nazionale vengano sostenuti i lavoratori oggi più
integrata, al fine di garantire una risposta al tema a rischio, come gli atipici e i precari.
degli spostamenti dei cittadini e delle merci, soste-
nendo il trasporto pubblico locale, valorizzando Crescita economica e coesione sociale sono per Modena
il nuovo servizio ferroviario (Alta Capacità e tratta un binomio inseparabile: si tengono per mano e si raf-
Bologna – Verona) e realizzando le infrastrutture forzano a vicenda. Vogliamo quindi rilanciare le “quattro
programmate (asse Campogalliano-Cittanova- C”: competitività, conoscenza, concorrenza, coe-
Marzaglia-Sassuolo; Pedemontana; Cispadana, sione.
assi di penetrazione della montagna, ecc.). Più in
generale occorre modificare il patto di stabilità in- Conoscendo e apprezzando la responsabilità degli enti
terno e rimettere i Comuni nelle condizioni di inve- locali, della Provincia di Modena, e delle forze imprendi-
stire in opere pubbliche legate al territorio. E’ que- toriali e sociali, riteniamo che esistano oggi le condizioni
sto un modo rapido ed efficace per contrastare il per “fare squadra”. Non possiamo attardarci ancora una
crollo della domanda e riattivare il circolo virtuoso volta discutendo dei “tavoli”: dobbiamo mettere insieme
investimenti-domanda-consumo-occupazione. da subito tutti gli attori istituzionali e sociali più rappre-
sentativi del territorio, e agire insieme per questa “alle-
 10) Proporre azioni concrete per limitare i con- anza per Modena”, chiedendo a ciascuno responsa-
traccolpi della crisi sui lavoratori, assicurando bilità ed un impegno aggiuntivo. Oggi l’economia ha la
i fondi per la cassa integrazione, gli interventi a so- febbre, ma Modena ha gli antibiotici giusti. Lavoriamo
stegno dei lavoratori precari e le misure di sostegno al meglio per superare questo momento di difficoltà e
delle famiglie. Importante, ad esempio, l’accordo prepariamoci a giocare le nostre chance per quando ri-
raggiunto tra Regione e istituti di credito per con- partirà l’economia, e per assicurare nuove opportunità
sentire alle aziende di far fronte ai pagamenti a bre- di sviluppo e di lavoro al nostro paese. Il compito della
ve e garantire la cassa integrazione. politica è sostenere nello stesso tempo famiglia, lavoro,
imprese.
 
Allegato 2

Competitività, conoscenza,
concorrenza, coesione
I quattro pilastri sui quali costruire risposte all’altezza della
gravità della crisi.

Il Partito Democratico è impegnato in serrati confron-


ti con gli attori del sistema economico-sociale della
Provincia di Modena per proporre e sostenere le azioni
prioritarie per affrontare la crisi in corso. E’ una scelta di
responsabilità per governare insieme le difficoltà, con-
sapevoli che il nostro sistema economico-sociale è ro-
busto, e può guardare al futuro con più fiducia di altri.
E’ essenziale però fare sempre più gioco di squadra, con
uno spirito di collaborazione ed unità di intenti tra tutti i
protagonisti, e con un continuo confronto istituzionale
18
Diritti di
piena attività.

Infanzia, welfare e terzo


cittadinanza settore
Le premesse: che welfare
vogliamo
Analizzando il ruolo del welfare locale in questa fase sto-
rica si contano diverse declinazioni della sua rilevanza
economica, sociale, politica e delle sue relazioni con lo
Coordinatore forum:
sviluppo economico. Secondo alcuni punti di vista il wel-
Maria Cecilia Guerra
fare è, e deve essere, funzionale alla crescita economica.
Quest’ultima viene quindi vista come una precondizione
Responsabili forum settori:
per la produzione delle risorse che il welfare potrà avere
Marco Bondi, Paolo Bosi, Cecile Kyenge, Francesca Ma-
a disposizione.
letti, Adriana Querzè, Giovanna Zanolini
A questa analisi si contrappone l’idea che il welfare non
La società modenese è in una fase di rapido mutamento: il
sia un costo, ma sia invece complementare alla crescita.
mito della società ricca e uguale mostra segni di appanna-
La nostra riflessione parte da questo secondo punto di
mento; pur mantenendo un elevato livello di benessere la
vista, introducendo alcune importanti qualificazioni. La
disuguaglianza sociale ed economica cresce infatti in modo
dinamica delle economie, alla luce della crisi economica
significativo. Tra le cause principali del fenomeno vi sono la
mondiale in atto, ha confermato la tenuta del settore
stagnazione dei redditi da lavoro dipendente e il processo di
manifatturiero locale e una buona capacità di un sot-
immigrazione che ha portato a Modena una componente di
toinsieme di imprese nel reggere le sfide della globaliz-
stranieri il cui livello di vita è nettamente inferiore a quello de-
zazione. Gli importanti risultati raggiunti dal settore
gli autoctoni. La prospettiva di una società poco coesa e stra-
manifatturiero, che devono essere rafforzati attraverso
tificata rappresenta quindi un pericolo molto forte.
le politiche pubbliche, non sono tuttavia scontati per il
futuro e, in ogni caso, possono solo comportare il man-
Nelle politiche di welfare nazionali, intraprese con i primi atti
tenimento dei livelli occupazionali, non certo una loro
del governo e prospettate dal libro verde presentato dal mini-
espansione. I settori tradizionali sono dunque destinati
stro Sacconi, emerge con evidenza il rischio della deriva verso
a un ripiegamento. Ai nostri occhi si presenta oggi un’oc-
un welfare residuale, caratterizzato da un’ attenzione punta-
casione storica per avviare un processo di modifica del-
ta quasi esclusivamente sulla povertà assoluta e da misure
la struttura della domanda e dell’offerta produttiva. La
di tipo assistenziale. Scarsa o nulla è l’attenzione ai diritti di
tenuta della domanda aggregata del sistema nazionale
cittadinanza. Si tagliano risorse agli enti locali, rischiando di
e locale necessita di un forte contributo interno, che, in
compromettere l’offerta di servizi nelle città e nei paesi che,
considerazione delle tendenze demografiche (invecchia-
come quelli della nostra provincia, si sono fatti carico negli
mento e immigrazione), comporta un riorientamen-
anni delle esigenze e dei diritti dei propri cittadini. Il governo
to dell’offerta da beni privati a beni pubblici, sancendo
non percepisce il coinvolgimento del terzo settore come volon-
quindi un ruolo della spesa pubblica molto più intenso
tà di fare rete, ma discende dall’imperativo di tagliare i costi
rispetto al passato.
dei servizi e di affidarne il più possibile la gestione a soluzioni
private. Tutto questo senza che sia comunque il settore pub-
Il welfare, secondo il nostro punto di vista, non è quin-
blico a contrattare i termini dell’erogazione dei servizi a garan-
di solo compatibile con la crescita, ma è un ele-
zia della qualità e della loro adeguatezza al soddisfacimento
mento indispensabile per garantire la sostenibilità
dei bisogni della popolazione. Le politiche nazionali, inoltre,
del sistema locale anche sotto il profilo strettamente
non considerano il complesso intreccio che lega immigrazione
economico.
e welfare. Limitando il tema dell’immigrazione al solo profilo
della “sicurezza”. Il tutto mentre incombe una crisi economi-
Il mondo di domani ha bisogno di implementare i servizi
ca senza precedenti, che paralizza le aziende e impoverisce le
alla persona e, per perseguire tale obiettivo, è necessario
famiglie.
che il settore pubblico apporti un incisivo contributo alla
creazione di figure professionali adeguate in un conte-
Il Partito Democratico ha un progetto di società opposto.
sto di ‘welfare mix’ in cui le forme di lavoro irregolare de-
Welfare e crescita non solo non sono in contrapposizione ma,
vono essere bandite. Le imprese devono essere aiutate
come è avvenuto a Modena e in Emilia nel secondo dopoguer-
nel comprendere che nei servizi sociali, e in generale del
ra, possono sostenersi a vicenda. Solo una comunità coesa,
welfare, si presentano importanti occasioni di profitto
capace di includere e offrire opportunità a tutti – a partire da
anche investendo sul progresso tecnico e organizzativo.
giovani e donne – può essere competitiva e in grado di cre-
scere. E la spesa sociale - se opportunamente riorganizzata
La necessità di un’ulteriore riflessione, strettamente
- soprattutto in un momento di crisi può rappresentare l’in-
collegata alla precedente, è motivata dalla crisi finan-
vestimento più forte per una società della conoscenza e della
19
Diritti di cittadinanza

ziaria in atto. Davanti ad un possibile assestamento dei Riteniamo che a queste sfide il welfare locale possa dare
mercati finanziari, si dovrà comunque registrare una risposte decisive
perdita significativa dei valori patrimoniali investiti dal-
le famiglie e ciò presenterà inevitabili ripercussioni sulla Le politiche per l’infanzia
domanda di consumo e quindi di investimenti privati. In
questo periodo stiamo assistendo a una ripresa di punti Nel settore dell’infanzia la politica locale ha raggiunto ri-
di vista keynesiani: richieste di intervento pubblico nel sultati significativi per qualità e quantità degli interven-
sostegno alle imprese finanziarie; le imprese dell’eco- ti. Per i bambini fino a tre anni e per quelli da tre a cinque
nomia reale; le famiglie in difficoltà. Le risorse messe in anni d’età il potenziamento dell’offerta ha reso possibile
campo per queste finalità sono di proporzioni gigante- raggiungere e superare gli obiettivi fissati dalla U.E. per
sche (pari al 30% del prodotto interno per alcune eco- il 2010. Questo ha consentito di:
nomie europee), anche se in gran parte rappresentano
fondi atti a svolgere una funzione di garanzia e assicura- -- creare condizioni protettive rispetto
zione rispetto ad andamenti sfavorevoli dei mercati. In all’insuccesso scolastico
ogni caso è fatale che la crisi finanziaria – già il centro de- -- creare condizioni favorevoli
stra utilizza massicciamente questo argomento – possa all’integrazione socio-culturale
essere usata per sacrificare il welfare. -- facilitare la partecipazione delle madri al
mercato del lavoro
Il Partito democratico propone l’opposto: la tempora-
nea rimozione dei vincoli di finanza pubblica deve Questi risultati tuttavia non devono indurre a ritenere
essere utilizzata in primo luogo per realizzare che il sistema locale di welfare per l’infanzia sia immune
quelle riforme del welfare che sino ad ora non è da criticità, né che possa continuare ad ampliarsi per far
stato possibile attuare, a partire dagli ammortiz- fronte alle sempre maggiori richieste di servizi rimanen-
zatori, dando un ruolo di primo piano anche allo svi- do a condizioni invariate.
luppo di servizi a favore delle famiglie, al sostegno del-
le responsabilità familiari e alla cura delle persone non Le esigenze di affidamento e cura dei bambini da zero a
autosufficienti. La spesa per un nido in più (come quella sei anni e la sempre maggiore consapevolezza delle op-
per investimenti di riduzione della produzione di CO2) portunità formative che i servizi offrono fanno aumen-
non deve essere percepita come un costo e, comunque, tare di anno in anno le domande di accesso, ben più di
presenta un potenziale di stimolo della domanda aggre- quanto non avvenga per l’incremento demografico mol-
gata del sistema sostanzialmente identico all’incentivo to contenuto. Il costo del servizio, soprattutto quello
alla rottamazione di un’auto. L’unica differenza è che nel dei nidi d’infanzia, è molto elevato e risulta tendenzial-
primo caso si ha un asilo in più, nel secondo un’auto in mente sempre più scarsa la capacità delle famiglie di far
più. fronte agli oneri richiesti, che risultano comunque sem-
pre molto bassi rispetto ai costi effettivi. Vanno quindi
La realizzazione di questa opportunità richiede natural- individuate forme integrate di sostegno al welfare per
mente un ridisegno delle forme di finanziamento e un la prima infanzia individuabili in una batteria ampia di
ruolo pubblico più ampio. Diventa quindi politicamen- strumenti da mettere in campo:
te fondamentale la linea che dovrà essere sostenuta in
tema di federalismo. Quest’ultimo dovrà condurre a -- orientamento delle scelte di bilancio degli
un abbassamento della pressione fiscale a livello nazio- enti locali e riequilibrio delle priorità: non
nale (accompagnata da una sua ricomposizione a favo- si può ritenere di offrire più servizi a parità di
re del lavoro dipendente) per distribuire maggiori risorse investimenti
a livello decentrato, cioè dove i servizi del welfare sono -- contenimento dei costi della gestione
offerti. Questo non deve avvenire penalizzando le real- diretta: ad esempio attraverso il progressivo
tà in cui l’offerta è più ampia, ma piuttosto dando una appalto dei servizi ausiliari e di pulizia in quanto
chance, accompagnata da un attento monitoraggio, servizi non didattici
alle realtà più arretrate. -- incremento delle forme di gestione
convenzionate e aziendali che vedano il
La coerenza politica di questa coraggiosa impostazione Comune svolgere una funzione di governo del
deve però puntare anche sulla realizzazione di elevati sistema
livelli di efficienza del settore pubblico, soprattut- -- elaborazione di un vero e proprio patto
to organizzativi. In questo modo si depotenziano gli cittadino per l’infanzia in cui le imprese
argomenti tipici della destra che giustificano i tagli indi- partecipino alla definizione dell’offerta,
scriminati alla spesa con l’esistenza di spazi di migliora- comunque guidata dalla regolamentazione
mento dell’efficienza. pubblica
-- attivazione di interventi tesi a ridurre ogni
Le politiche che proponiamo residua differenza nella definizione degli
standard dei servizi a gestione pubblica e
Passando all’individuazione delle linee di intervento, convenzionata
emergono i nuclei problematici più importanti:
-- invecchiamento della popolazione Il governo locale deve avere la consapevolezza che le po-
-- estensione sempre più rapida ed litiche di integrazione richiedono grandi sforzi: si devono
accentuata dell’immigrazione contrastare non solo i vincoli costituiti dalla condizione
economica delle famiglie di immigrati con minori, ma
20
anche costruire le modalità per intercettare stili di ac- anziano e con la rete familiare e/o amicale.
cudimento ed educativi non sempre coerenti con quelli
praticati nei nostri servizi. È necessario supportare l’anziano e/o la famiglia di rife-
rimento in questo percorso, soprattutto legato all’ac-
I governi locali non devono dunque essere lasciati soli. cesso ai servizi ed alla presa in carico. La rete, oltre a
Sono necessari anche interventi centrali tesi a far servizi di supporto e di sollievo (periodi in residenza;
sì che i costi del sistema di welfare per l’infanzia, soprat- centri diurni; assistenza domiciliare sociale e sanitaria;
tutto nella fascia da zero a tre anni, non ricadano esclu- centri anziani; centri territoriali; pasti a domicilio ecc),
sivamente sull’ente locale, rendendo molto difficoltoso deve prevedere contributi economici (assegno di cura
l’ampliamento dell’offerta in territori già dotati di servizi ecc.) e una grossa integrazione tra livello sanitario
ed impossibile il decollo di questi servizi in aree del paese e sociale, tra ospedale e territorio.
che ne sono ancora completamente sprovvisti.
Va ricordato che questo sistema non reggerebbe se non
Anziani e diversamente abili: le politiche per ci fossero le collaboratrici familiari le quali accudisco-
no l’anziano e ne portano il “peso” maggiore. Si tratta
la non autosufficienza nella maggior parte di donne immigrate, a conferma
Nella nostra Provincia si assiste ad un aumento signifi- del fatto che l’intreccio fra welfare e immigrazione pone
cativo della popolazione anziana determinato dall’au- compiti molti difficili, che solo in parte il potere locale
mento dell’aspettativa di vita: può affrontare. A questo riguardo occorre affrontare
-- la popolazione ultrasessantacinquenne non solo il tema di formazione, tutoraggio e super-
raggiunge quasi il 25% della popolazione visione di queste figure professionali, ma anche quello
residente; della loro dignità, della loro integrazione e del loro in-
-- - gli ultrasettantacinquenni superano il 10% quadramento lavorativo. Non possiamo negare, infatti,
della popolazione residente; con un incremento che molte di loro non hanno un contratto regolare e, in
costante che, secondo i dati in possesso, si base alle leggi vigenti, spesso sono clandestine e non po-
presenterà anche nei prossimi anni. trebbero neanche essere regolarizzate. Da una recente
ricerca svolta in Provincia, e dai dati sui numeri delle col-
Nonostante la maggior parte di queste persone sia tut- laboratrici che si rivolgono agli sportelli del Centro per
tora una risorsa per la propria famiglia e per la comunità l’impiego di Modena, emerge che c’è un ritorno di donne
nella quale risiede, il rischio di non-autosufficienza cittadine italiane (10% del totale) che si propongono per
(sia per patologie biologiche che comportamentali e de- questi lavori di cura. Per quanto riguarda le straniere è
mentigene) nella popolazione anziana è crescente con il prevalente il caso della persona che rimane in Italia per
crescere dell’età media e della speranza di vita. Per dare raggiungere con il proprio lavoro la somma necessaria
risposte a questi bisogni individuali e familiari, i sette ad acquistare un appartamento nella città di origine o
Distretti della Provincia, in base alle diverse specificità e per fare studiare i figli, ma non è intenzionata a pensare
peculiarità, hanno attivato specifiche reti di servizi che, il proprio futuro in Italia, prevedendo ricongiungimenti
oltre alle azioni volte alla prevenzione, si articolano in di propri familiari. Questa specificità ci obbliga a riflette-
due macro filoni: la residenzialità e la domiciliarità. re su modalità diverse di integrazione e di tutela.
Questi ampliamenti qualitativi e quantitativi di servi-
zi si sono potuti verificare grazie ad aumenti di risorse Occorre poi affrontare il tema di come aiutare le fami-
comunali e all’istituzione,da parte della regione Emilia glie/datori di lavoro a fare emergere il lavoro nero (quan-
Romagna, del Fondo Regionale della Non Autosuffi- do possibile), compensando il gap tra contratto regolare
cienza. Grazie anche alle risorse messe a disposizione ed irregolare, che comprende ferie, tredicesima, liquida-
dalla Regione si è potuto raggiungere l’obiettivo del 3% zione e contributi. Lo scorso anno, quando il Contratto
di posti letto rispetto alla popolazione residente over Collettivo Nazionale è stato rinnovato prevedendo una
75 anni, attraverso la rete di Case Protette e Residenze maggiorazione dei salari, molte famiglie/datori di la-
Socio Assistenziali gestite direttamente dal pubblico o voro si sono trovate in grossa difficoltà a coprire questo
appaltate o convenzionate o gestite da Asp. Siamo però ulteriore costo. Questo problema andrebbe chiaramen-
consapevoli che riuscire a mantenere questo livello di te affrontato a livello nazionale, ma dal governo non
servizi residenziali, che con l’aumento degli anziani pre- giungono notizie rassicuranti in merito. A livello locale si
vede un numero rilevante di posti in più all’anno, risulti può comunque operare cercando di fiscalizzare inte-
molto difficile per gli Enti Locali e per l’Azienda Sanitaria gralmente per la famiglia gli oneri sociali dei ser-
perché richiederebbe l’utilizzo di somme ingenti a fronte vizi di cura, sradicando quindi l’incentivo al lavoro
di una riduzione di entrate e di trasferimenti. irregolare. Su questa base occorre impostare un po-
tenziamento delle attività del tipo Serdom, finalizzate a
In questi ultimi anni la domiciliarità è stata assunta creare un mercato del lavoro dei servizi di cura regolare
come priorità sia per garantire il più possibile una mag- e qualificato, eliminando le discriminazioni contrattuali
giore qualità di vita all’anziano e alla sua rete familiare, tra chi opera nel settore pubblico, nel terzo settore e nel
sia per la necessità di modulare il più possibile l’offerta mercato non regolare.
dei servizi riducendo l’accesso in strutture. Gli anziani
sono seguiti attraverso Progetti Assistenziali Individua- Occorre anche prevedere servizi di tipo “innovativo”,
lizzati per rispondere meglio alle loro, diverse, necessità come alloggi per anziani, che, oltre ad essere privi di
e per evitare il più possibile sprechi di risorse; elaboran- barriere architettoniche e dotati di ausili specifici, pre-
do progetti condivisi, quando è possibile, con lo stesso vedano luoghi di socializzazione comuni, portierati so-
ciali e altre forme di servizi dedicati. In questo contesto
21
Diritti di cittadinanza

vanno valorizzate iniziative pionieristiche nel campo statali.


della tecnologia dei servizi sociali (si pensi all’housing
sociale) che possono porre le premesse di apertura di La politica che proponiamo è di deciso contrasto alla
settori produttivi più consoni alle caratteristiche della tendenza delle politiche nazionali ad una riduzione del
domanda futura e compatibili con iniziative imprendi- numero delle prestazioni dei servizi in direzione di un
toriali economicamente attraenti e sostenibili. welfare solo per i più poveri e per le emergenze (non
autosufficienza e bambini), a scapito della prevenzione
Nella nostra Provincia vi è un aumento dei cittadini e dei livelli intermedi. Occorre allora, analogamente a
diversamente abili maggiore di altri territori. Questo quanto si è detto per le politiche sull’infanzia, fare una
non è imputabile a cause biologiche o legate al territo- seria riflessione e delle scelte precise che riguardino:
rio, ma ai seguenti motivi: -- il presidiare il cammino del federalismo
-- aumento dell’aspettativa di vita, fiscale a livello nazionale, per assicurare ai
-- aumento delle disabilità acquisite, Lep, opportunamente definiti, un adeguato
-- buon livello dei servizi sociali, sanitari ed finanziamento;
educativi che determina una migrazione nei -- il ridefinire gli standard dei servizi (anche se i
nostri territori margini sono molto limitati);
-- il rivedere i modelli gestionali, ampliando, ove
Nei sette distretti della provincia vi sono servizi specifici possibile, le gestioni esterne;
legati alla fascia 0-18 anni, prevalentemente in carico ad -- il riconsiderare le priorità della spesa all’interno
Azienda Usl attraverso la Neuropsichiatria Infantile e i dei bilanci delle amministrazioni;
servizi educativi, e dai 18 in avanti gestiti, tranne alcu- -- l’aumentare, ove possibile, la
ne specificità, come accade per gli anziani rispetto alla compartecipazione dei cittadini (rette).
rete dei servizi residenziali e domiciliari. Sono previsti,
inoltre, percorsi di accesso al lavoro, ad attività socio- Nel compiere queste scelte occorre tenere presente che
occupazionali e ad attività legate al tempo libero. Anche il welfare produce sviluppo sia direttamente (occupazio-
per i diversamente abili è utilizzato il Fondo Regionale ne di migliaia di persone che lavorano nell’area servizi,
per la non autosufficienza. sia nel pubblico impiego che nel terzo settore) che indi-
rettamente ( aumentano i consumi e di conseguenza la
Rispetto alla compartecipazione delle famiglie alla rete produzione di un determinato territorio). Inoltre occorre
dei servizi, in alcuni distretti essa si basa solo sul reddito tenere ben presente che lasciare diminuire nei territori i
della persona, in altri sul reddito del nucleo di apparte- livelli di prevenzione e di coesione sociale significa meno
nenza. sicurezza sul territorio.

Trovare le risposte ai bisogni evidenziati, e a tanti altri Politiche per la casa e immigrazione
che per brevità non vengono qui citati, è il compito che
spetta alla Regione Emilia Romagna ed ai diversi Enti Il tema delle politiche per la casa viene analizzato nel do-
locali impegnati per la elaborazione dei Piani della sa- cumento “Sviluppo sostenibile”. Ma il problema trova un
lute e dei Piani sociali e sanitari del triennio 2009-2011. suo rilievo anche per come si intreccia strettamente con
Questo percorso, oltre ad analizzare i bisogni e i servizi quello delle politiche per l’immigrazione. Vanno infatti
di ogni singolo territorio distrettuale e provinciale, deve riconsiderati i costi e i vantaggi dell’immigrazione.
avere la capacità di programmare un welfare del futuro,
universalistico non residuale; deve porsi l’obiettivo di va- E’ ragionevole ritenere che ai vantaggi per le imprese di
lorizzare le capacità residue delle singole persone e delle forza lavoro a basso costo corrispondano costi elevati
famiglie e non essere invece di tipo assistenzialista; deve per gli stessi immigrati in termini di minor benessere ri-
mettere in rete diversi ambiti di intervento (lavoro, casa, spetto alla popolazione autoctona, che può disporre di
trasporti, ecc) oltre all’integrazione tra sociale, sanitario reti sociali di sostegno più robuste. Costi elevati si pre-
ed educativo. sentano anche per le amministrazioni pubbliche, che
devono investire risorse per il sostegno di aree crescenti
Occorre compiere un’analisi sul modello gestionale di di popolazione in condizione di povertà. E’ invece impor-
welfare che vogliamo. Partendo dalla legge 328/00 e tante che tutte le parti sociali, a partire dalle imprese,
dalla L.R. 2/03, che indicano la sussidiarietà come valore siano chiamate a farsi carico dei maggiori costi del wel-
aggiunto, e dalle esperienze dei diversi territori nei quali fare, in particolare nel settore della casa.
sembra che il modello prevalente sia il welfare mix, è ne-
cessario trovare una diversa integrazione con le nuove Le imprese devono apportare un contributo più ampio,
direttive regionali sull’accreditamento che aggiungono mentre il governo locale deve compiere sforzi più inten-
un ulteriore elemento a questi diversi modelli. Nuovo si (proseguendo sulla linea dell’agenzia casa) per fornire
dato di questa programmazione è il ruolo assunto dal strumenti di garanzia economica a chi è costretto alla
terzo settore che deve essere coinvolto, fin dalle prime ricerca di case in affitto. Progetti di coinvolgimento delle
fasi, su analisi di elaborazione a livello regionale, provin- imprese in settori importanti del welfare sono in corso
ciale e distrettuale. Altro elemento fondamentale è dato di sperimentazione nella nostra provincia (es. progetto
dalla sostenibilità del welfare: se da un lato le famiglie scuola-Confindustria).
faticano sempre di più ad arrivare alla quarta settima-
na, aumentano i bisogni e, di conseguenza, occorrereb-
be implementare sia i servizi che i contributi economici,
dall’altro lato calano i finanziamenti ed i trasferimenti
22
Il terzo settore: una ricchezza per la nostra motore di crescita a cui anche le imprese devono con-
correre condividendone i costi, individuando nella tec-
provincia nologia dei servizi sociali un nuovo motore di crescita
La Provincia di Modena presenta una realtà molto ricca economica.
di associazioni di volontariato, di promozione sociale e
di cooperative che contraddistingue la generosità e la
coesione sociale del territorio. Questi enti, inoltre, sono
soggetti fondamentali per il welfare mix locale, fornen- Cooperazione
do un contributo alla rete dei servizi che ormai è acquisi-
to da anni. Molti di questi enti aderiscono a realtà nazio-
nali, altri, invece, sono sorti da piccoli gruppi di persone
internazionale
per rispondere a bisogni specifici. La regione Emilia Ro-
magna, proprio per riconoscerne il ruolo esercitato, ha
Contesto nazionale
previsto una specifica concertazione con tali enti rispet- La Cooperazione e la lotta alla povertà sono parte essen-
to alla nuova programmazione triennale. Questi diversi ziale della politica estera italiana e di tutti i paesi occi-
filoni del Terzo Settore sono normati da leggi e regola- dentali. La Campagna delle Nazioni Unite per gli Obiet-
menti diversi volti a valorizzare e tutelare la specificità tivi del Millennio è una linea guida ineludibile se si vuole
rispetto alle attività, ai requisiti dei soci e degli organi avere un ruolo attivo nello scenario internazionale.
dirigenziali, ai regimi fiscali, ecc. La legislazione vigente
è sia di livello nazionale che regionale. Nel 2007 il governo Prodi ha realizzato un notevole
sforzo per migliorare la situazione della Cooperazione.
Senza una legge quadro questa pluralità di leggi rischia Purtroppo sembra che il governo Berlusconi sia deciso
di non essere sufficientemente attenta all’evolversi delle a stroncare drasticamente questi buoni propositi. Il de-
dinamiche dei rapporti con le Istituzioni e con i sogget- creto legge di giugno del ministro Tremonti dedica in-
ti privati. E’ necessario inoltre rivedere la specificità, ma fatti due linee dell’Art 60 alla voce “aiuto allo sviluppo”
soprattutto la rappresentatività e l’efficacia, dei nume- che prevedono un cambio di rotta allarmante: l’aiuto
rosi organi di rappresentanza (Forum del Terzo Settore, pubblico a favore dei Paesi più bisognosi sarà ridotto
Comitato Paritetico del Volontariato, Centri di Servizi di 170 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2009.
del Volontariato, Consulte, Forum, ecc). Questo significa che le risorse gestite dal Ministero degli
Affari Esteri per gli aiuti saranno ridotte quasi alla metà,
Il settore vive inoltre grosse difficoltà determinate da il che porterebbe i proventi a disposizione nel 2011 a soli
esigenze sempre più forti di produttività della commit- 393 milioni di euro. E’ evidente che la misura allontana il
tenza imprenditoriale, e della stessa amministrazione, nostro paese dagli obiettivi concordati con i partner oc-
nei confronti delle aree della cooperazione sociale. Il cidentali; penalizza pesantemente la posizione dell’Ita-
problema va affrontato esplicitamente nella definizione lia nello scenario internazionale e mette in questione il
di più corretti standard qualitativi e nella definizione di nostro ruolo di guida nel G8 della Maddalena nel 2009.
forme contrattuali non discriminate tra pubblico, terzo
settore e privato. A peggiorare la situazione contribuisce la mancata rifor-
ma della legge 49 del 1987. I nostri aiuti già sono pochi
I nodi da affrontare: e, in più, i nostri interventi risultano poco incisivi per la
mancata riforma del quadro legislativo.
-- Specificità e chiarezza dei quattro soggetti
-- Motivazione del volontariato (gratuità, ecc) La cooperazione internazionale necessita di nuovi stru-
-- Crisi del volontariato (riduzione del numero dei menti che permettano di attuare interventi più efficaci e
volontari ma soprattutto dei dirigenti) adeguati ai tempi. Essa deve rimanere nell’agenda poli-
-- Ruolo di rappresentanza e semplificazione dei tica di un partito come il Pd, che pone tra i propri com-
numerosi organismi piti quello di sensibilizzare soprattutto le giovani gene-
-- Rapporti con le Amministrazioni razioni a tematiche come lo sviluppo sostenibile,la lotta
alla povertà,l’ aiuto ai paesi in via di sviluppo. Per fare ciò
Concludendo il Pd, anche a livello locale, ha ampi margini di manovra,
attuando una strategia politica che sia in grado di ap-
Le politiche indicate sono complesse e costose, ma non poggiare l’associazionismo locale nei suoi vari progetti.
esistono scorciatoie. La loro realizzazione trova moti-
vazione non certo nella riproposizione di “un vecchio
modello di welfare oggi non è più sostenibile” (frase
Idee e proposte
troppo spesso pronunciata dai politici anche del centro Fra le più rilevanti politiche che possono essere intrapre-
sinistra), ma nella consapevolezza che un welfare, che se a livello locale si ricordano le suguenti:
dipenda solo dalle risorse maturate dalla crescita eco- -- Dialogo con le associazioni dei migranti
nomica indotta dall’export delle imprese private, non e le comunità religiose: in questo senso va
rappresenta più la soluzione in un mondo in cui il patto sostenuto il progetto alla Diaspora Africana
sociale del passato (export, profitti reinvestiti, occupa- -- Cooperazione politica, istituzionale ed
zione, ricchezza, risorse pubbliche) va ridefinito. intergovernativa: gemellaggio con il Partito
Laburista israeliano. Questo gemellaggio
La spesa sociale deve avere un ruolo autonomo come deve essere portato avanti dal PD modenese
23
Diritti di cittadinanza

in modo indipendente dal programma per le superare le politiche emergenziali ed evitare l’isolamen-
amministrative del 2009 che i Forum andranno to di famiglie di immigrati (un esempio concreto è dato
a comporre dalle Feste del vicinato, istituite per abbattere i muri di
-- Sviluppo di gemellaggi con i Partiti politici diffidenza che spesso si creano nelle nostre città, soprat-
dei migranti che risiedono a Modena (tra le tutto nelle periferie).
prime comunità contattate si contano Nigeria e
Costa d’Avorio) Il mondo dell’istruzione è uno dei settori più colpiti dal
-- Sostegno a progetti di migranti che fenomeno migratorio: si è passati infatti dal 2% di alun-
aiutano la comunità d’origine ni stranieri nell’anno scolastico 1997/1998 ad un 10,7%
-- Cooperazione e multiculturalità: nell’anno scolastico 2006/2007. E’ quindi fondamenta-
sostenere iniziative che rafforzino l’approccio le favorire l’inserimento scolastico, formare e sostenere
multiculturale delle istituzioni e degli insegnanti che valorizzino in classe le possibilità di con-
operatori sociali. Favorire lo sviluppo di figure fronto culturale di cui sono portatori i ragazzi.
culturalmente competenti che sappiano cogliere
l’importanza della multiculturalità, favorendo Le cosiddette seconde generazioni rappresentano una
corsi di aggiornamento per operatori sociali. grande opportunità di integrazione (si pensi ad esempio
alle associazioni di studenti stranieri della nostra univer-
sità) e, agendo con politiche culturali e sportive, si può
operare in ambiti fortemente integrativi (esempio posi-
Immigrazione tivo è il torneo di calcio che ha visto coinvolte le comuni-
tà di stranieri residenti nel comune di Modena). Oltre ad
Contesto nazionale avere un ruolo fondamentale come agente di sviluppo
economico, il migrante deve rappresentare un’opportu-
Secondo gli ultimi studi nel 2030 quattro bambini su nità a livello socio-culturale per la nostra città e provin-
dieci (40%) avranno genitori immigrati; ogni anno nel cia, per evitare che gli immigrati siano visti solamente
mondo dell’istruzione vi sono 70mila iscritti stranieri in come portatori endogeni di insicurezza.
più (arriveranno al 40% nel 2030). Bastano questi dati
per comprendere come il fenomeno migratorio sia irre- Idee e proposte
versibile.
Altri temi di particolare rilevanza su cui porre attenzio-
L’Emilia Romagna è tra le regioni più interessate: al ne:
1°gennaio 2007 i residenti di origine straniera nella no- -- Un paese culturalmente competente non può
stra regione erano 317.888, destinati a divenire più di un permettersi di escludere dalla partecipazione
milione nel 2030. Nella nostra provincia il fenomeno mi- politica attiva una sempre più larga parte
gratorio è particolarmente accentuato ed in costante di cittadini. Per questo è importante,
crescita: Modena è il terzo comune per residenti stranie- anche a livello locale, promuovere il
ri (18.710) e tra i primi 15 comuni per residenti stranieri voto amministrativo agli immigrati
compaiono Carpi (9° con 6047), Sassuolo (12°, 4.181), Mi- (almeno come attestato, anche simbolico di
randola (15°,2.418). partecipazione cittadina) per favorire l’inclusione
sociale. In questa direzione si può ipotizzare un
In settori vitali per la nostra economia come l’edilizia, il graduale superamento delle Consulte attraverso
meccanico e le carni, i lavoratori stranieri rappresenta- un percorso di formazione politica e civile
no più del 25% della forza lavoro. Il fenomeno va quindi che porti al voto amministrativo
governato con misure strutturali, non semplicemente -- Seconde generazioni (coinvolgere le
cavalcando la paura e il disagio sociale che spesso ven- associazioni di studenti, favorire la reciproca
gono associati all’immigrazione, come è accaduto con conoscenza tra diverse culture attraverso
l’ultimo decreto sulla sicurezza licenziato dal governo. conferenze, seminari, incontri nelle scuole).
-- Sport e tempo libero. Lo sport deve essere
Se, come la realtà impone, Modena diventerà una città visto anche come veicolo di aggregazione, in
multietnica e multiculturale occorrerà dotarsi di stru- particolare tra le giovani generazioni (si pensi
menti d’intervento, su più livelli, e operare con politiche alla cosiddetta ‘diplomazia del ping-pong’ che ha
integrate. favorito il riavvicinamento di Cina e Stati Uniti
nei tardi anni Settanta)
La sfida maggiore è oggi quella per i diritti dei migran- -- Collaboratrici familiari, (badanti): favorire la
ti: una democrazia che estromette dalla partecipazione socializzazione delle collaboratrici domestiche
alla “res-pubblica” una percentuale sempre maggiore dei attraverso le strutture esistenti sul territorio;
propri cittadini è un’assurdità; si deve incidere cultural- sostenere i corsi di insegnamento della lingua
mente sui fattori che hanno spinto parte dell’elettorato italiana.
ad un voto “protezionista” di certezze e di diritti solo per
pochi. A questi temi se ne possono ovviamente affiancare al-
tri, non meno importanti, quali il tema delle violenze
Tra gli altri interventi vi è la necessità di combattere il contro le donne e quello del diritto al lavoro per gli im-
lavoro nero e la clandestinità. A favore delle famiglie de- migranti. E’ importante sottolineare che, oltre a formu-
gli immigrati si deve, se si vuol governare il fenomeno, lare proposte specifiche, occorre mantenere alta l’at-
tenzione sugli episodi di intolleranza e xenofobia,
24
affinché il Pd possa esprimersi nel condannare e repri- dro è preoccupante. I meccanismi della legge delega lo
mere, come sempre ha fatto, la deriva intollerante che hanno trasformato, per ora, in poco più che in una ban-
purtroppo sta portando l’Italia ai margini dell’UE (deriva diera elettorale per la Lega. Al suo interno sono conte-
che il Pd deve arginare, attraverso un’adeguata politica nute, sotto forma di slogan fortunati come quello del
che coniughi diritti e doveri dei migranti). Occorre poi “costo standard” delle prestazioni, alcune proposte che
impegnarsi per “fare cultura” anche su temi apparente- se non adeguatamente pesate (sull’efficienza; sulla qua-
mente distanti dal contesto locale come la politica este- lità; sul contesto demografico molto diverso tra regioni
ra e le tematiche internazionali. Modena è una città di italiane), possono a loro volta risultare, e risulteranno se
molte immigrazioni (sono rappresentate 127 nazionalità attuate, dirompenti.
solamente nell’area comunale): conoscere le storie, i
luoghi, le culture che questi nuovi cittadini portano con
sé rappresenta una possibilità di arricchimento cultura-
Le linee programmatiche per la
le unica per tutta la cittadinanza. sanità provinciale
In questo contesto normativo di logiche politiche e di
rapporti istituzionali, vanno collocate le linee program-
Salute matiche di fondo per lo sviluppo della sanità provinciale.
La prima considerazione condivisa riguarda l’unicità
Occorre riaffermare e consolidare l’irrinunciabilità del della sanità provinciale in tutti i suoi componenti
diritto alla salute, di tutti i cittadini, e sostenere (AUSL, AOU, Spedalità privata, Nuovo Ospedale di Sas-
con forza che tutte le politiche debbono essere coerenti suolo). La conseguenza è il concorso di tutti alla elabora-
con tale affermazione. zione ed alla attuazione programmatica.

I nuovi bisogni espressi da una società che cambia con Capisaldi di questa politica devono essere il governo del
grande rapidità, sono sempre più articolati e comples- territorio, la riorganizzazione della rete ospedaliera e la
si, e non consentono risposte settoriali, ma pretendono ulteriore definizione dei percorsi che interconnettono
risposte unitarie che considerino la persona nella sua territorio ed ospedale. Obiettivo generale da raggiunge-
interezza. re è la prevenzione diffusa e il miglioramento della pro-
mozione della salute.
L’obiettivo da raggiungere e’ quello di una società solida-
le, in cui i diritti siano esigibili da parte di tutti i cittadini, Lo strumento ineludibile è a nostro avviso la clinical go-
ed in cui venga tutelata e rafforzata quella coesione so- vernance, intendendo con ciò le strategie cui le organiz-
ciale che da tempo caratterizza i nostri territori. In altre zazioni sanitarie complesse si affidano per promuovere
parole occorre continuare a garantire risposte sempre l’efficienza, l’efficacia, l’appropriatezza (vedi per esempio
più personalizzate in logica di integrazione ed ottimiz- la gestione delle liste d’attesa ed il collegato problema
zazione dei servizi offerti. Debbono cioè essere consoli- del consumo delle prestazioni di base e specialistiche). Il
date le reti assistenziali a cui partecipano servizi diversi tutto in un contesto che vede al centro il cittadino tute-
e che coinvolgono enti locali, aziende sanitarie, privato lato anche attraverso politiche di controllo del rischio e
profit e non, superando la logica della semplice offerta di tutela della riservatezza personale.
di prestazioni a favore di una effettiva presa in carico
del cittadino e dei suoi bisogni. In altre parole, il diritto E’ sul territorio che sempre più devono essere imple-
alla salute che poniamo come obiettivo da perseguire e mentati, da tutti gli attori coinvolti, (Regione; Comu-
raggiungere, deve essere considerato assieme a quello ni; Conferenza territoriale socio sanitaria; AUSL, con le
al lavoro, all’istruzione, alla abitazione, alla sicurezza ed sue articolazioni distrettuali) i nuovi strumenti per una
alla salubrità dell’ambiente. governance unitaria sociale, socio sanitaria e sanitaria.
Tra questi va senz’altro ricordato il Profilo di Comunità,
Per poter garantire tale diritto, occorre che i servizi - fi- da utilizzare per una lettura integrata dei bisogni e dei
nanziati anzitutto dalla fiscalità generale - siano pro- determinanti di salute, correlati alle specificità delle di-
grammati per rispondere ai bisogni di prevenzione; verse realtà distrettuali.
quindi alla presa in carico complessiva del cittadino
come persona: non solo nella fase acuta di malattia, ma Obiettivo prioritario è quello di strutturare rapporti
anche e soprattutto nella cronicità, vera e propria sfida ospedale/territorio e territorio/ospedale in grado di
di questo settore. ottimizzare l’utilizzo delle risorse messe complessiva-
mente in campo. Lo strumento dei percorsi integrati,
Il quadro politico nazionale gestiti secondo i criteri del case e del disesase manage-
ment, deve rappresentare il momento in cui si assume la
La legge 133/08, a valenza pluriennale, rappresenta la cura del cittadino malato, in particolare di quelli affetti
sintesi di una linea politica di smantellamento del SSN da patologie croniche (non autosufficienti, dementi, ne-
universalistico e solidaristico, finanziato con la fiscalità oplastici), con l’obiettivo di evitare sempre più i buchi, a
generale. Sulla sanità si abbatte una scure di oltre 9 mi- volte ancor presenti, della presa in carico complessiva. Il
lioni di euro, a partire dal 2010, in grado di disarticolare risultato duplice deve essere quello di garanzie sempre
dalla base il SSN ponendo le premesse per quella sanità più adeguate ai bisogni individuali e di supporto sempre
a due velocità che è il vero obiettivo del centro destra. più forte per le famiglie spesso drammaticamente coin-
Anche per quanto riguarda il federalismo fiscale il qua- volte.
25
Diritti di cittadinanza

Il Dipartimento di cure primarie te Piano Attuativo Locale che decise di mantenere una
vasta rete di stabilimenti ospedalieri per una sa-
All’interno di questa rete di servizi organizzata secondo nità vicina ai cittadini. L’organizzazione della rete è
livelli d’intensità di cura (ospedale per acuti, post-acu- stata pensata secondo il modello hub & spoke.
zie, lungo assistenza territoriale), che richiede in primis
ricognizione, riorganizzazione, condivisione di regole Tale organizzazione, che richiede una profonda integra-
e di meccanismi di funzionamento di servizi diversi po- zione tra tutti i presidi presenti, ha fino a oggi ben fun-
sti in capo sia alle aziende sanitarie che agli enti locali zionato ed i cittadini hanno dimostrato di gradirla. Essa
territoriali, si colloca in posizione di assoluta rilevanza il presenta tuttavia alcune importati criticità quali gli alti
dipartimento di cure primarie al cui potenziamento costi di gestione, con conseguente forte disavanzo della
e riorganizzazione la legge regionale 29/04 dedica par- AUSL; difficoltà in una serena programmazione strate-
ticolare risalto. gica e strozzature sulla gestione presente e del breve pe-
riodo. Persistono altresì duplicazioni e concrete possibi-
All’interno del dipartimento deve essere completato il lità di risposte qualitativamente differenti per i cittadini
dispiegamento di nuovi ruoli e funzioni sia dei professio- dai diversi punti di erogazione dei servizi. L’organizzazio-
nisti dipendenti che di quelli convenzionati, sia, in par- ne è inoltre gravata da una non sufficiente circolazione/
ticolare, delle professioni infermieristiche sempre più osmosi tra i professionisti e sconta un perdurante diffi-
centrali per le competenze gestionali e per quelle clinico cile rapporto tra gli stabilimenti stessi ed il territorio su
assistenziali. cui insistono

I Nuclei di cure primarie, articolazione operativa dei Le criticità summenzionate riguardano i rapporti con
dipartimenti, devono trasformarsi da aggregazione il territorio, sia nel senso della scarsa appropriatezza
funzionale/clinica ad aggregazione strutturale/fisica dell’uso della risorsa ospedale, specie per quanto riguar-
che renda chiaramente visibili ai cittadini i professionisti da i ricoveri in ambiente internistico, sia, al contrario,
coinvolti (medici ed infermieri delle attività distrettuali,. per la problematicità delle dimissioni protette ( quelle
MMG, PLS, specialisti ambulatoriali e della continuità che riguardano soprattutto i pazienti anziani, con rela-
assistenziale) e garantisca attraverso l’integrazione tra tiva non autosufficienza preesistente o acquisita, e forte
di loro, migliori livello di appropriatezza clinico-organiz- carico assistenziale residuo, specie di nursing infermieri-
zativa e più ampi spazi di accessibilità ai servizi. stico), per la lunghezza dei tempi delle stesse anche a se-
guito delle diverse organizzazioni della lungo assistenza
territoriale.
La centralità del territorio emerge anche per altri
obiettivi di salute fondamentali quali le politiche di pre-
Nella prospettiva di una sempre più ampia integrazione
venzione per il mantenimento dell’autosufficienza e la
sociale e sanitaria, vanno dunque perseguiti obiettivi
scelta forte della domiciliarità anche attraverso forme
che garantiscano tra comuni ed AUSL l’effettiva opera-
innovative di sostegno alle famiglie, nonché la tutela
tività di programmi condivisi di dimissioni protette; di
della fragilità anche in età pediatrica.
continuità assistenziale; di presa in carico dei ma-
lati attraverso l’accompagnamento delle famiglie
Per quanto attiene alla prevenzione e promozione della nella fase di rientro dall’ospedale. In questa ottica l’uti-
salute, in tema di sicurezza sul lavoro occorre garan- lizzo delle risorse messe a disposizione dal Fondo Re-
tire una forte integrazione tra le attività di vigilanza e gionale per la Non Autosufficienza (FRNA) rappresenta
di assistenza previste dalla normativa, indirizzando gli uno strumento fortemente innovativo di sussidiarietà
sforzi verso quei settori, come l’edilizia, dove sono più per l’obiettivo del mantenimento a domicilio delle per-
alti i rischi per gli operatori. Si affianca a questo l’obietti- sone a vario titolo non autosufficienti. In questo con-
vo, reso più pressante anche dall’incremento percentua- testo è dunque indispensabile un coordinato lavoro di
li dei commerci da aree ad alto rischio, della sicurezza ricognizione, riqualificazione e condivisione di percorsi
alimentare e della salute pubblica veterinaria. e di modalità operative della pur vasta rete della lungo
assistenza territoriale. Ad essa andranno anche affian-
Si pone la necessità poi, per la nostra provincia, in cui cate sempre più frequentemente nuove modalità di in-
insistono strutture private dedicate all’assistenza psi- tervento quali il portierato sociale, gli appartamenti
chiatrica, di proseguire nel percorso di integrazione e di protetti ed altre modalità di interventi modulati sulle
controllo delle medesime anche attraverso il completa- diverse realtà e risorse distrettuali (vedi capitolo Welfare).
mento delle attività per il loro accreditamento
La riorganizzazione della rete
La rete ospedaliera: la situazione ospedaliera
provinciale Per perseguire l’obiettivo, anche recentemente ribadito,
In provincia esiste una situazione caratterizzata da: 8 di mantenere l’attuale rete di ospedali della nostra pro-
stabilimenti ospedalieri (Finale Emilia; Mirandola; Car- vincia, occorre intraprendere un arduo percorso di ma-
pi; Castefranco Emilia; Vignola; Pavullo-Fanano; Sas- nutenzione della rete stessa, che punti all’obiettivo
suolo S.p.A; Nuovo Ospedale di Baggiovara; Azienda di ottimizzare lo sfruttamento delle sinergie consentite
Ospedaliera Universitaria Policlinico; Spedalità privata dal modello hub & spoke, garantendo nel contempo in
convenzionata). Tale situazione è il frutto del preceden- via prioritaria la stessa qualità a tutti i cittadini e le me-
26
desime opportunità ai professionisti.
Sostenibilità della spesa
Occorre pertanto programmare mission differenzia- Va ribadito, in premessa, il concetto di Welfare, e quin-
te dei diversi stabilimenti ospedalieri, con il consen- di anche di sanità, quale volano di sviluppo economico
so dei cittadini; dei professionisti e delle loro rappresen- attraverso il ruolo autonomo della spesa sociale come
tanze; degli enti Locali territoriali (Comuni ed Unioni di motore della crescita locale.
Comuni, trattandosi frequentemente di dimensioni lar-
gamente sovracomunali), dell’AOU e della Facoltà me- Quanto poi alle linee politiche direttamente connesse al
dica della Università di Modena e Reggio Emilia. Questo contenimento della spesa, particolare attenzione deve
garantendo in tutti i punti della rete il soddisfaci- essere dedicata alla spesa farmaceutica. La continua
mento qualitativamente omogeneo dell’esigenza immissione in commercio di farmaci innovativi, specie
di base dei cittadini, preservando nel contempo al nel settore delle patologie neoplastiche ed autoimmuni,
servizio di tutta la comunità provinciale le eccel- comporta infatti, frequentemente, incrementi di spesa
lenze presenti in periferia. Tali eccellenze infatti, non notevolissimi. Divengono pertanto sempre più necessa-
infrequentemente, sono frutto di risorse anche ingenti, ri interventi di governo del settore attraverso il controllo
reperite e messe a disposizione dalle stesse comunità della appropriatezza prescrittiva ospedaliera; l’adesione
locali. diffusa ai prontuari provinciali; la prescrizione di farmaci
con brevetto scaduto, e la distribuzione diretta e quella
Strumento indispensabile per garantire la qualità a tutti per conto.
i cittadini della provincia è l’adozione condivisa di linee
guida e di percorsi diagnostico terapeutico assistenziali Sempre in questo ambito e nel capitolo della rete ospe-
da seguire congiuntamente e sui cui riversare le medesi- daliera vengono indicati provvedimenti di riorganizza-
me risorse organizzative e gestionali. zione e rimodulazione della stessa, integrazione fun-
zionale con la AOU, l’ospedalità privata e l’ospedale di
Occorre superare la rigida organizzazione degli ospedali Sassuolo, che attraverso la diminuzione delle sovrappo-
per specialità, per addivenire a modelli diffusi di gestione sizioni e delle duplicazioni devono portare a forte impat-
del paziente ricoverato, per intensità di cura. L’ospedale to di razionalizzazione della spesa.
rimodulato, organizzato intorno al bisogno del pazien-
te, cerca e realizza economie di scala e di scopo, adot-
tando una struttura organizzativa basata sull’incrocio
Partnership coi i paesi in via di
tra responsabili di unità funzionali graduate per intensi- sviluppo
tà e per natura assistenziale e responsabili di area inte-
grate in equipe multidisciplinari e multiprofessionali. La ricchezza delle esperienze di volontariato nei nostri
territori ha reso e rende tuttora possibili numerose for-
me di cooperazione per la salute con diverse realtà del
La rete riorganizzata terzo mondo. Al riguardo si propone di consolidare e
sostenere, tra queste attività, quelle maggiormente ca-
La riorganizzazione della rete comporterà la separazio- ratterizzate da vere e proprie esperienze di partenaria-
ne tra la piattaforma logistica e le responsabilità clini- to, con lo scopo di garantire scambi di professionisti e di
che e si baserà sempre più su una organizzazione che esperienze in grado di fare crescere in loco le conoscenze
passa dai saperi all’intensità di cura/assistenza. Si tratta e le capacità di intervento.
di un percorso non breve e non semplice che presuppo-
ne capacità innovative ed onestà intellettuale da parte
di tutti gli attori coinvolti e che comporta in progress Conclusioni
una riorganizzazione strutturale degli stabilimen-
ti ospedalieri al loro interno, con concentrazione dei In definitiva pertanto, nel confermare le linee pro-
letti specialistici, con circolazione hub & spoke grammatiche sancite dall’ultimo PAL in previsione del
dei professionisti, con nuovo dimensionamento prossimo, si dettaglia la consapevolezza di profonda
dei letti per acuti, per post acuti e lungodegenti manutenzione della rete dei nostri ospedali e di stretta
ospedalieri. integrazione ospedale-territorio. Quest’ultimo rimo-
dulato sulla centralità del cittadino e sulla sua presa in
carico complessiva.
Occorre sanare una grave carenza: la mancanza di ri-
sposte adeguate per la terminalità neoplastica e dege-
nerativa. Occorre dedicare intelligenza e risorse al pro-
blema della gestione integrale del dolore cronico sia
in fase di ospedalizzazione che in fase di domiciliarità.
Per la terminalità in particolare si ritiene preferibile una
organizzazione che veda la presenza di piccole strutture
dislocate nelle diverse realtà distrettuali della provincia
affidate alla gestione dei MMG, del volontariato sociale,
nell’ambito del percorso di riorganizzazione delle cure
primarie.
27
Conoscenze e saperi

Conoscenze e Senza cultura non c’è


futuro
saperi Premessa
Le “comunità naturali”, cioè i paesi e le città così come
noi le abbiamo conosciute, sono morte o moribonde.
La globalizzazione, una diversa percezione del tempo
e dello spazio, l’irruzione massiccia della tecnica nella
vita quotidiana, i grandi fenomeni migratori, stanno
cambiando radicalmente il nostro stesso concetto di
Coordinatore forum: comunità. Per costruire nuove comunità, tra diversi, la
Roberto Franchini cultura, le culture, sono essenziali.

Responsabili forum settoriali: Eppure, l’orizzonte dei valori contemporanei e la tonalità


Roberto Alperoli, Carlo Maria Bertoni emotiva dominante della nostra epoca non attribuisco-
no valore adeguato, né sociale né individuale, al merito,
Conoscenza e sapere sono la chiave d’accesso al futuro. alla competenza, ai saperi ed alla cultura. Anzi, nella co-
Attraverso quella porta si aprono spazi inediti di sviluppo e mune gerarchia dei valori - così come nel sistema dell’in-
prosperità per le persone più preparate e i sistemi più avanzati. formazione e della comunicazione e più in generale nei
Per chi rimane fuori è precluso il progresso economico e comportamenti diffusi - cultura, capacità e talento non
sociale.  sono considerati importanti. Un “merito”, in verità, trova
riconoscimento pubblico quasi unanime, e valorizzazio-
Assicurare ai nostri figli e alla nostra comunità un futuro di ne sociale e retributiva: quello di fare soldi e farli fare.
prosperità non inferiore a quello goduto dalle generazioni
passate e presenti è un nostro compito, prima ancora che Per noi, merito e competenza sono la capacità di discer-
politico, morale. Solo il sapere può garantire competitività nere, di cogliere differenze, e quindi di esprimere valuta-
al nostro sistema produttivo, innovando costantemente zioni e giudizi. Quando la cultura è carente, quando non
prodotti e processi; solo la scienza e la ricerca possono rendere si sa pensare, cioè attivarsi criticamente, si è nell’impos-
lo sviluppo sostenibile sul piano ambientale e migliorare la sibilità di capire il valore, la qualità. Carenza di cultura,
qualità della vita; solo la conoscenza può rendere i nostri figli in altre parole, significa vivere nell’indifferenza e nell’in-
capaci di misurarsi con quelli degli altri paesi più avanzati. differenziato.
Solo conoscenza e sapere possono rendere i cittadini più forti
e più consapevoli.  Il rapporto tra cultura e vita sociale si è fortemen-
te indebolito: presso la grande maggioranza dei
Il centrodestra ha inaugurato il suo governo con tagli cittadini, la cultura è oggi priva di “autorità”. Non
indiscriminati a scuola, università e ricerca - al solo scopo se ne capisce il valore, il ruolo. Tutto ciò si collega al ge-
di fare cassa - definendo questi provvedimenti “riforme” per nerale scadimento del dibattito politico e del discorso
l’efficienza e contro gli sprechi.  pubblico tutto. Ma si collega anche al più ampio scadi-
mento della qualità della vita: la ricchezza non soppe-
Il Partito democratico ha un progetto opposto che si fonda su risce alla mancanza di cultura; da sola, la ricchezza non
un’idea opposta di società e sviluppo. Occorre ridare centralità basta a godere dei piaceri, delle cose belle… tutt’al più
al nostro sistema educativo e formativo: merito personale le compra. Quindi, malgrado le apparenze, questa non
e qualità di sistema devono diventare i criteri selettivi per è neanche una società del piacere, dell’edonismo ma, al
spendere meglio, non per spendere meno.   massimo, del consumo, indiscriminato e rozzo. Tutto
questo è un ingrediente fondamentale della regressione
A Modena come in Emilia Romagna, uno dei territori più forti e e depressione contemporanea del nostro paese.
avanzati d’Europa, occorre più istruzione, più formazione, più
università, più ricerca: è l’investimento più forte che possiamo Non siamo all’“anno zero”
fare sul futuro dei nostri figli e della nostra comunità.
Naturalmente non siamo all’“anno zero”: le istituzioni
educative, la scuola, i centri di formazione, le Università,
gli enti pubblici e privati con scopi culturali, il vasto mon-
do delle associazioni, sono vivi, e le iniziative culturali
sono comunque aumentate negli ultimi anni.

Segnaliamo in particolare il ruolo essenziale che hanno


assunto negli anni le Fondazioni, come promotrici o
co-promotrici di iniziative, attività e di cultura nell’acce-
zione più ampia e piena.
28
Nonostante tutto, però, la cultura ha un ruolo parzia- tro che pacifico, vista la modestia assoluta delle risorse
le, spesso episodico, o peggio casuale. In sostanza, se ci destinate dallo Stato.
sono risorse economiche “si fa cultura”, in caso contrario
nessuno si straccia le vesti. Troppo spesso la cultura Non parliamo solo di attrattività turistica legata alla
resta ancora una “voce di spesa”, non se ne com- notorietà degli eventi: se aumenta la reputazione del
prende in pieno il valore di risorsa e di investimen- territorio, e la cultura è uno strumento formidabile in
to. Anche in conseguenza di questo, talora ci si lascia questo senso, aumenta anche il valore competitivo delle
guidare nella scelta degli eventi e delle attività da criteri sue aziende. La cultura, infatti, sta diventando la mate-
di “intrattenimento” ed “abbellimento”, di impronta tele- ria prima di quel sistema di contenuti che crea valore in
visiva. tutti i comparti.

Ci sono però segnali positivi, a partire dalla consapevo- In questo senso, anche la Camera di Commercio,
lezza che dobbiamo costruire insieme la città ma- le associazioni di categoria, le singole aziende, de-
teriale e quella immateriale, cioè la città delle rela- vono avere maggiore consapevolezza e un ruolo
zioni, dell’anima e dei luoghi, del benessere emotivo e più attivo negli investimenti culturali.
relazionale. E’ la cultura, soprattutto, che costruisce la
città immateriale, che rafforza il senso di ospitalità ed Per una cultura Democratica
accoglienza.
Fatte queste premesse, si pone il problema della scel-
ta, del discernimento: tutto va bene? Quale cultura
Il ruolo della cultura vogliamo? Si può ancora parlare di cultura “critica”? Ci
La cultura è un ingrediente fondamentale del ci- accontentiamo delle piazze e delle sale piene, ottenute
vismo, allarga l’“io” e ricostruisce il “noi” in questi anni di scimmiottando stereotipi televisivi? Quali sono i criteri/
privatizzazione della vita, incattivimento sociale, crollo valori sulla base dei quali orientare le scelte?
dell’etica pubblica. La cultura è un pezzo importan-
te del welfare. E’ un antidoto contro l’affievolimento Il punto non è solo aumentare il numero dei fruitori/
delle relazioni, può costruire una socialità intelligente, consumatori di cultura, ma stimolare la partecipazione
e un’intelligenza dei luoghi. Aiuta a sviluppare prossimi- e gli interessi, facilitare la comprensione, allargare l’oriz-
tà, coesione sociale, vitalità e solidarietà, il principio del zonte delle conoscenze.
rispetto e dell’ascolto degli altri, il senso del bene comu-
ne. Di certo, a noi sembrano centrali alcuni temi: la cultura
della vita pubblica e del mondo comune; l’educazione
all’altro e alle pari opportunità; la cultura ambientale e
La cultura è uno dei motori della vita pubblica, perché
quella della legalità; il civismo contro il cinismo; la laici-
favorisce le condizioni di incontro tra le persone, costru-
tà; un rapporto creativo con le tradizioni e il territorio;
isce e ricostruisce le condizioni del dialogo alla luce della
un’alfabetizzazione contemporanea in grado di garan-
rinnovata composizione sociale delle nostre realtà. For-
tire a tutti il possesso delle tecniche e dei linguaggi.
nisce alle persone la possibilità di fare esperienze creati-
Questi ci sembrano i riferimenti guida per la scelta e la
ve, rimette in moto le energie di una città, di un territo-
costruzione delle proposte culturali dell’insieme degli
rio, rinnovando e valorizzando il suo capitale sociale, la
enti pubblici, senza dimenticare un altro aspetto essen-
sua etica pubblica.
ziale del loro ruolo: la valorizzazione ed il sostegno delle
iniziative e della creatività dei singoli e delle associazioni
La cultura ha anche una sua dimensione fisica, ha del territorio.
a che fare con spazi, luoghi e nomi. Collocare “al posto
giusto” i nomi significa costituire una geografia senti- I bilanci di questi anni ci invitano a valutare i rapporti
mentale della comunità, rafforzando l’autostima di un del pubblico con il privato e le associazioni. E’ necessa-
territorio, l’orgoglio di un’appartenenza aperta, il suo rio trovare nuovi strumenti, legislativi ed economici, per
patrimonio immaginario. La cultura può generare fidu- coinvolgere questi soggetti. La crescita culturale, per
cia, anima, sogno, può dare profondità al tempo. Con- essere equilibrata, necessita di un coinvolgimento largo
tribuisce così a creare una dimensione di piacevolezza della società. Non si tratta di delegare, ma di governare
dello stare e dell’abitare che aiutano anche la sicurezza le risorse e le capacità propositive che sono presenti nel-
ed il senso di sicurezza. le nostre città. La ricchezza culturale del nostro territo-
rio deve molto a questa vitalità diffusa e plurale.
La cultura è capace di produrre il bene più impor-
tante di una società, il senso dello stare insieme,
quel “sentimento comune” che è, in estrema sin-
tesi, una città, una comunità. Il ruolo di Modena
Per dimensioni, ruolo istituzionale, numero di abitanti,
La cultura come investimento centralità geografica, oltre che per la storia di questi de-
Gli economisti ci dicono che gli investimenti immateriali cenni, Modena merita una menzione a sé.
sono quattro volte più produttivi degli investimenti ma-
teriali. Questo significa che la cultura va presa sul se- Già dal Dopoguerra, una città depressa economicamen-
rio anche come fattore determinante di sviluppo te ha saputo riscattarsi in forza del lavoro, certo, ma an-
economico. Un concetto, questo, che in Italia è tutt’al- che di un’intensa attività culturale e formativa, senza la
29
Conoscenze e saperi

quale non si sarebbe raggiunta nessuna delle eccellenze sono nati diversi coordinamenti ed associazioni, ma il
che hanno portato al benessere ed alla vitalità di oggi. E’ panorama sembra ancora frammentato e poco chiaro.
indubbia la centralità del capoluogo come punto di La politica deve rendere evidenti le peculiarità del nostro
riferimento, motore, polo d’attrazione e promozione di territorio, investendo in modo efficace e comunicativo.
tutta la provincia anche in ambito di politiche culturali.
I vantaggi sarebbero molteplici: minore dispersione e
Non sono mancati negli ultimi anni esempi virtuosi in competizione tra iniziative di centri vicini, maggiore
questo senso, dove il capoluogo è stato compartecipe possibilità di valorizzare gli eventi principali in una di-
di eventi policentrici come il Festival della Filosofia, il Fe- mensione nazionale, condivisione di competenze ed
stival delle Bande Militari, VIE – Scena Contemporanea esperienze. Questo, senza nulla togliere al valore delle
Festival. Manifestazioni di elevata qualità e richiamo, tante iniziative, radicate nella tradizione e nella memo-
giocate tra il capoluogo e altre realtà della provincia. ria dei territori.
Sicuramente un esempio da replicare anche per altre at-
tività con attenzione in particolare a moduli formativi, Un tale coordinamento necessariamente deve essere
laboratori e percorsi educativi. Anche Modena, infatti, svolto dall’ente provinciale, la sola istituzione che può
non deve abdicare a un concetto di cultura intesa solo avere il necessario sguardo d’insieme, e la potenzialità di
come produzione di eventi rivolta al “consumo”, ma im- interagire con tutti i Comuni del territorio modenese. Il
pegnarsi a seminare e coltivare la diffusione dei saperi. cuore di questa prospettiva è la capacità di produrre e
diffondere i saperi, accumulandoli in un capitale sociale
Per i “contenitori” culturali, sui quali bisognerebbe su cui investire con convinzione e lungimiranza.
aprire una riflessione a parte, per il rapporto stretto
con le principali Fondazioni, in quanto sede principale
dell’Ateneo e di tante istituzioni di tradizione e valore ri-
conosciuti, Modena non può che essere un riferimento
obbligato anche per la costruzione di politiche culturali
per tutta la provincia.
Investiamo sulle
Centrale è infine il ruolo di Modena città per la costru- persone.
zione di offerte turistiche intelligenti, che siano il cuore
di un sistema di promozione esteso all’intero territorio
provinciale.
Investiamo sulla
(un elaborato più dettagliato su Modena è stato realizzato
dal forum per la cultura cittadino)
formazione
Serve uno sguardo d’insieme L’istruzione pubblica risulta strumento decisivo affin-
ché ogni persona possa godere pienamente dei diritti di
La nostra provincia è caratterizzata da servizi e spazi cittadinanza: imparare a convivere con gli altri, ridurre
creati per favorire una socialità intelligente (da quelli gli eventuali condizionamenti dipendenti dalle proprie
consolidati, come le biblioteche ed il sistema museale, origini, migliorare il proprio reddito, concorrere alla defi-
fino ai centri giovani ed ai centri stranieri, …). nizione delle scelte che lo riguardano e al miglioramento
della comunità cui appartiene.
Scuole di ogni ordine e grado, un Ateneo di qualità e con
numerosi corsi di laurea, pur capaci di esprimere au- L’istruzione pubblica, dunque, come per altro il sistema
tonomamente talenti e iniziative di valore, raramente di welfare nel suo complesso, non può essere considera-
sono coinvolti in modo significativo. ta un costo ma una elemento complementare alla cre-
scita sociale, civile ed economica del Paese.
E’ importante compiere delle scelte organiche e di indi-
rizzo che trovino applicazione in tutto il territorio provin- In una economia sempre più basata sulla conoscenza il
ciale. Ad esempio, la scelta della gratuità dei servizi possesso e il mantenimento di competenze di base e di
e delle iniziative non è più da considerarsi scontata, ma competenze tecnico-professionali sono condizione indi-
va contestualizzata in questo quadro. La non omogenea spensabile per un esercizio attivo della cittadinanza, per
applicazione di questo principio sul territorio provincia- inserirsi in modo qualificato del mondo del lavoro, per
le potrebbe risultare incoerente e non equilibrata per il sostenere lo sviluppo e la crescita professionale. La ca-
cittadino utente. Più in generale, occorre porsi in modo pacità di imparare per tutta la vita è condizione in-
coordinato e più stringente il problema dell’accessi- dispensabile per rimanere nel mondo del lavoro in modo
bilità dei servizi offerti, essendo questo una problema competente e per restare attivi il più a lungo possibile.
reale di democrazia, efficacia.
Il Governo sostiene che il nostro sistema scolastico co-
sti troppo (troppi fannulloni, troppe scuole, più bidelli
E’ indispensabile un coordinamento adeguato
che carabinieri…) e interviene con tagli destinati a fare
Va rafforzata la capacità di razionalizzazione delle risorse cassa, agendo in modo indiscriminato ed indifferenzia-
e degli eventi, in relazione al calendario ed alla geografia to senza indicare criteri e punti d’arrivo se non quello del
del territorio. Ma soprattutto occorre un coordina- risparmio.
mento sulle strategie del territorio. In questi anni
30
Sappiamo che la configurazione della spesa del sistema -- l’autonomia delle scuole, quando sostenuta da
di istruzione è correlata al numero degli insegnanti per monitoraggio e valutazione
alunno che, a sua volta, dipende da molteplici fattori: la -- gli esami centralizzati e standardizzati
numerosità delle classi, le caratteristiche della rete sco- -- la formazione dei docenti
lastica nel territorio, la diffusione di scuola dell’infanzia, -- le forme integrative e differenziate di
del tempo pieno e prolungato che funzionano col dop- retribuzione dei docenti
pio organico, le modalità di integrazione dei disabili, il -- le risorse per attrezzature e materiali didattici
numero complessivo degli indirizzi. Dal punto di vista
dei costi, esistono margini per rendere più efficiente il si- Occorre, quindi, investire a sostegno dell’autono-
stema scolastico, ma occorre intervenire in modo diffe- mia anche finanziaria delle scuole, supportando il mo-
renziato, premiando i territori virtuosi e definendo una nitoraggio delle azioni ed introducendo forme di valuta-
organizzazione più efficace. zione.

Per fare ciò, occorre coinvolgere tutti i soggetti che han- Quello della valutazione di sistema è un tema molto
no responsabilità nella definizione della rete e che sono delicato che ha creato diffidenza e tensioni nelle scuole
precisamente individuati nel Titolo V della Costituzione relativamente alla sua efficacia, quando non addirittura
(La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle alla sua stessa utilità. Sappiamo che sistemi nazionali di
Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato), ancora lar- valutazione possono creare meccanismi perversi nelle
gamente inapplicato. L’attuale Governo si sta limitando scuole e addirittura impoverimento nell’azione didatti-
ad una proposta di politica finanziaria con tagli indiffe- ca, tesa solo a far superare i test e a emarginare gli stu-
renziati di risorse umane e finanziarie, senza rispettare denti più deboli. Sappiamo altresì che non è possibile
le disposizione del Titolo V. Mancano un progetto e una prescindere da un sistema serio di valutazione,
proposta organica che definiscano obiettivi, percorsi, partendo dalla costruzione di un sistema nazionale au-
tempi e modalità di coinvolgimento delle parti interes- torevole ed intervenendo a livello di ogni singola scuola
sate. a partire dagli standard effettivi di funzionamento per
costruire percorsi valutativi orientati al miglioramento
E’ fondamentale definire in maniera uniforme quale continuo. Questo potrebbe servire per riconsegnare ai
sia lo standard di sapere che vogliamo garantire per Collegi dei Docenti la effettiva titolarità della program-
i nostri ragazzi e i livelli appropriati di prestazioni che le mazione e della valutazione degli interventi.
nostre scuole devono garantire in maniera uniforme in
tutto il Paese. Sulla base di questa definizione occorre
L’altro tema centrale è quello formazione dei docenti,
stabilire quali siano le risorse necessarie e non limitan-
da collegarsi necessariamente all’incremento della loro
dosi a inseguire le emergenze, non razionalizzando la
retribuzione media, ancora troppo modesta, e agli in-
spesa.
terventi sulle forme della progressione retributiva che,
in Italia, è troppo lenta e, soprattutto, indipendente dal
A nostro parere occorre operare affinché: merito.
-- lo Stato rafforzi il suo ruolo di garante dei diritti
all’istruzione di tutti i cittadini, definendo In un progetto che vuole guardare lontano, al futuro
appunto lo standard di sapere uniforme che si dei nostri giovani e delle nostre imprese, ma nello stes-
vuole raggiungere; so tempo tenere lo sguardo all’altezza delle persone,
-- le Regioni assumano effettivamente la le priorità devono essere i giovani e i lavoratori.
competenza nella programmazione territoriale Come Pd dobbiamo avere la capacità di investire risor-
della rete scolastica, a partire dalle risorse se, energie e le nostre migliori intelligenze in istruzione,
umane e finanziarie stabilite in modo rigoroso formazione e sapere: dai nidi all’Università, dalla forma-
dallo Stato; zione professionale all’educazione degli adulti.
-- le istituzioni scolastiche possano giovarsi di
una piena autonomia didattica, organizzativa, La qualità dell’apprendimento dipende in grandissi-
di sperimentazione e ricerca , mai di fatto ma parte dalla precocità dell’intervento educativo e dal
decollata; sapere della popolazione adulta. E’ per questo che, so-
-- nei territori si faccia sempre più ampio ricorso prattutto in una fase di grave crisi economica, al centro
a patti, reti, accordi che vedano scuole ed enti delle politiche e delle strategie del PD, vanno posti gli
locali dialogare nella cogestione del sistema di investimenti nei servizi educativi per la prima infanzia,
istruzione, come già accade con buoni risultati nel sistema dell’istruzione e della formazione professio-
di tenuta nella nostra provincia. Allo stesso nale e nell’Università, perché l’investimento in un futuro
modo anche insegnanti, genitori, studenti possibile passa attraverso la valorizzazione delle risorse
dovranno essere coinvolti in questa forma larga umane.
di governance, in quanto ciascuno di questi
soggetti non è identificabile solo come utente La persona, i bisogni che esprime e le sue caratteristiche,
ma è portatore di interessi verso il sistema di cui vanno assunti come elemento cardine, se si vuole inve-
fa parte. stire sul mantenimento e il miglioramento della compe-
titività delle imprese e del sistema economico.
Le ricerche internazionali ci dimostrano che, nel miglio-
ramento dei sistemi scolastici, hanno un peso determi- Nel nostro territorio il sistema scolastico presenta anco-
nante: ra una buona tenuta, sia sul piano quantitativo che sul
31
Conoscenze e saperi

piano qualitativo. Gli obiettivi quantitativi relativi alla istruzione e formazione professionale, significa
percentuale di popolazione che entra nel sistema sco- assicurare a tutti le competenze necessarie per
lastico, fissati da Lisbona per i Paesi membri, sono rag- leggere, interpretare e comprendere la realtà
giunti ed in qualche caso superati. Per quanto riguarda lavorativa, politica, culturale e sociale, in modo
gli obiettivi qualitativi (risultati di apprendimento, di- da poter esercitare a testa alta e in maniera
spersione e abbandoni) il nostro territorio si colloca a competente il proprio diritto di cittadinanza,
livello delle aree europee più avanzate. Questo, grazie a per affrontare l’apprendimento per tutta
un pluridecennale intervento degli enti locali sulla qua- la vita, prevenire l’abbandono dei percorsi
lificazione del sistema scolastico, sulla costruzione di formativi, permettere scelte adeguate alle loro
rapporti interistituzionali, sugli investimenti in edilizia competenze e capacità, favorire un inserimento
scolastica e sul sostegno al funzionamento delle scuole. qualificato nel mondo del lavoro;
Ad esempio, si può citare la questione dell’integrazio- -- quest’ultimo obiettivo va visto come condizione
ne dei ragazzi disabili, che nei nostri territori viene per prevenire fenomeni di espulsione
sostenuta sempre di più dai comuni con sforzi ingenti dal sistema produttivo ma anche
e problemi sempre più gravi di sostenibilità. E, ancora, come strumento per sostenere, tramite la
la riduzione del tempo scuola, che colpirà le classi fun- valorizzazione del capitale umano, l’innovazione
zionanti a tempo pieno e prolungato e produrrà nuova e l’adattabilità delle imprese;
domanda sociale oltre che educativa: tale domanda non -- innalzare l’obbligo di istruzione fino a 16
potrà che ripercuotersi su enti locali nuovamente in dif- anni per qualificare le competenze di base per
ficoltà. tutti i ragazzi e portare l’85% degli studenti a
diplomarsi e comunque garantire il diritto ad
Il Partito Democratico ritiene indispensabile investire uscire dal sistema formativo almeno con una
maggiormente risorse culturali, umane e finanziarie qualifica spendibile;
con l’obiettivo di qualificare, migliorare e integrare i si- -- in continuità con le proposte del governo
stemi d’istruzione, di formazione professionale e di edu- di centro-sinistra, riordinare il sistema
cazione permanente. di istruzione secondaria superiore,
potenziando e rilanciando gli istituti
Proponiamo pertanto di: tecnici e professionali, strutturati
-- sostenere l’espansione dell’offerta di organicamente sul territorio attraverso
posti nido per i bambini da 0 a 3 anni, nella collegamenti stabili con il mondo del lavoro, con
consapevolezza che un inserimento precoce in la formazione professionale, con l’università e la
percorsi educativi di qualità è protettivo rispetto ricerca;
a situazioni di insuccesso scolastico e facilita -- snellire il numero degli attuali indirizzi di
i processi di inclusione dei bambini stessi e studio con appositi regolamenti ministeriali;
delle loro famiglie, anche migranti, attraverso -- ridurre il monte ore portandolo ad una
il supporto ad una genitorialità competente definizione sostenibile per gli studenti: già
e capace di utilizzare e allo stesso tempo il precedente Governo aveva previsto una
promuovere reti; riduzione da 40 a 36 ore settimanali;
-- rendere effettiva la generalizzazione -- investire nella programmazione e qualificazione
della scuola dell’infanzia per i bambini da dell’offerta di alta formazione tecnico-
3 a 5 anni, funzionale allo sviluppo della loro scientifica, innalzando e qualificando
identità, delle loro autonomie e competenze; le competenze tecniche e scientifiche;
questo obiettivo dovrà essere perseguito sia potenziare l’investimento sull’innovazione e
attraverso una richiesta forte di impegno dello sul capitale umano per favorire i processi di
Stato, sia attraverso l’ulteriore implementazione trasferimento delle alte competenze tecnico
di sistemi misti pubblici-privati governati - nel scientifiche e degli esiti della ricerca applicata al
rispetto delle differenti autonomie gestionali - sistema delle imprese e garantire competitività
dall’ente locale attraverso convenzioni, forme di all’intero sistema nella prospettiva di una
supporto, centri unici di iscrizione; economia della conoscenza;
-- garantire il supporto alle scuole primarie e -- dare attuazione alla costituzione dei Centri
secondarie di primo grado salvaguardando provinciali per l’istruzione degli adulti,
le quote di classi attualmente funzionanti a previsti dalla legge finanziaria 2007, per
tempo pieno e prolungato e dando risposta assicurare il diritto di accesso al sistema di
ad eventuali ulteriori richieste delle famiglie; istruzione e formazione a un numero sempre
il tempo pieno e il tempo prolungato, da non maggiore di adulti, sostenendo lo sviluppo più
considerarsi come meri ampliamento del ampio e organizzato del sistema attraverso il
tempo scuola, sono invece da intendersi come coordinamento e la riorganizzazione della rete
modelli organizzativi e didattici, funzionali dei servizi e dell’offerta.
al raggiungimento degli obiettivi formativi,
al contenimento dell’insuccesso scolastico,
al sostegno della socialità, alle pratiche di
convivenza fra diversi;
-- aiutare i giovani dai 14 e i 18 anni, in una
fase in cui l’esperienza formativa è al centro
del personale progetto di vita, con percorsi di
32
Rilanciare l’Università anche dove nel triennio la preparazione è orientata alla
specializzazione. Anzi la domanda esterna pare preferire
la formazione di base, ad ampio spettro e metodologica
per rilanciare il paese e non è chiaro se il nuovo profilo 3+2 sia stato accettato
o assimilato o compreso. Allo stesso tempo – oltre a non
garantire un inserimento più precoce nel mondo del la-
La situazione dell’Università e della Ricerca in Italia di- voro – pare che le nuove carriere negli studi non abbiano
viene decisamente critica. Nonostante che da quasi un risolto il protrarsi dell’iter di studio oltre i tempi lega-
decennio i governi che si sono succeduti abbiano espres- li. Anzi, con le conseguenze ora positive ora negative,
so impegni programmatici rivolti alla società della cono- sembra che i nuovi corsi favoriscano l’abbinamento tra
scenza e allo sviluppo della ricerca come motore dell’in- lo studio e le esperienze lavorative anche temporanee
novazione e della competitività, la politica concreta ha od occasionali.
visto completamente disattesi gli impegni sottoscritti.
Anzi le risorse sono calate e le ultime decisioni (DL 112, Con i suoi quattro atenei di origine storica la Regione
trasformato nella L. 133) impongono drastici tagli so- Emilia-Romagna ha visto una drastica ridefinizione dei
prattutto all’Università, in risorse e personale. percorsi formativi. A Modena e Reggio, negli ultimi 15
anni, si è raddoppiato il numero delle Facoltà ed è cre-
Sono così vistosamente violati gli accordi di Lisbona sciuta la gamma di corsi di studio e - anche se si sono
(2000) per quanto riguarda la quota del PIL da dedicare evitate le produzioni di corsi eccessivamente estempo-
alla ricerca (ormai ad uno scarso 1% contro la conclama- ranei ed effimeri come avvenuto in altre sedi – si è giunti
ta esigenza di raggiungere il 3% in tutti i Paesi Europei). al limite di quanto si possa garantire in termini di risorse
Se poi consideriamo che alcuni Paesi hanno superato il di docenti e di un adeguato e sensato equilibrio rispet-
livello del 3%, in Italia siamo i fanali di coda del sistema to al numero degli studenti iscritti ai vari corsi di studi.
europeo, di cui contribuiamo ad esasperare le differen- L’azione di orientamento degli studenti è certamente
ze. carente, come pure è drammatica la mancanza di una
adeguata – anche se al più possibile non coercitiva – pro-
E’ evidente che tale scelta accompagna ormai il declino grammazione degli accessi.
industriale italiano, il basso tasso di crescita ed innova-
zione, la nostra tendenziale rinuncia ad occupare i seg- Le future carenze di personale docente, anche quando
menti produttivi dell’alta tecnologia. in posizioni strategicamente necessarie, costituiscono
un mix distruttivo per una sensata programmazione del
Nel frattempo il sistema universitario era già stato forte- futuro dell’ateneo. Le responsabilità di questa situazio-
mente messo alla prova dal riordinamento – effettuato ne ricadono sulla casualità della riduzione del turn-over,
a più riprese - dei percorsi didattici (le strategie interna- combinata con i requisiti minimi quantitativi e qualita-
zionali condivise, dette di Bologna ed attuate nell’ordi- tivi sul numero di docenti stabiliti dai decreti Mussi del
namento a più cicli: laurea triennale, lauree magistrali, predente governo, decreti risultati a volte anche ecces-
dottorato di ricerca, divenuto quest’ultimo solo in que- sivi.
sti ultimi anni con evidente chiarezza il terzo ciclo di studi
universitari). Negli ultimi mesi si è abbattuto sull’Uni- Ciò interpella profondamente non solo il governo dell’uni-
versità, nella delicata fase di messa a punto di tale tra- versità, ma anche gli enti pubblici territoriali, chiamati
sformazione, il taglio drastico delle risorse finanziarie. a rapportarsi secondo modalità nuove e responsabilità
maggiori, se lo stato vien meno alla funzione di soste-
Le risorse dell’Università pubblica italiana ammontano gno e governo espresse in precedenza. Non è pensabile
a 12 miliardi di €. Di questi, 8 provengono dallo stato di che la Regione limiti il suo impegno al solo trasferimen-
cui 7 costituiscono il Fondo di Funzionamento Ordina- to tecnologico o alle interazioni dell’università con la
rio (FFO), 1,5 dalle tasse degli studenti, il resto da altre organizzazione sanitaria – pur importantissimi – o che il
fonti prevalentemente pubbliche e in parte private, con Comune si rivolga prioritariamente al pur importantis-
particolare rilievo dei programmi e progetti di ricerca e simo campo delle risorse edilizie ed immobiliari. I poteri
sviluppo. Per raggiungere gli standard europei servivano pubblici territoriali dovranno affrontare i proble-
ulteriori risorse (3 miliardi), mentre si prevede una forte mi sollevati dal fatto che l’intervento pubblico di
riduzione in tre anni di 1,0 o 1,5 miliardi nel contributo base non è più coperto interamente dallo stato.
dello stato, che si tradurrà principalmente in riduzione Allo stesso tempo le organizzazioni imprendito-
del personale (docente e non) attraverso una forte limi- riali si troveranno ad avere come partner un’università il
tazione del turn-over. Non è chiaro chi possa compen- cui metabolismo di base non è più garantito dallo stato.
sare o sostituire l’intervento dello stato, per evitare un Un serio campo di confronto tra università e società è
pericoloso ridimensionamento, o quali strumenti esco- poi costituito dalla definizione delle specifiche della for-
gitare. mazione dei due cicli, e delle successive specializzazioni
(master, ecc. ecc.) che l’amministrazione pubblica e le
Con i suoi 60.000 docenti, 50.00 tecnici ed ammini- imprese richiedono e che l’università può offrire.
strativi, 1.800.000 studenti, l’Università Italiana si è
profondamente modificata negli ultimi anni e non ha Si pensi al problema della formazione degli insegnanti
trovato ancora un equilibrio tra i nuovi percorsi formati- (con i problemi di programmazione e di migrazioni in-
vi e l’inserimento dei suoi laureati nel mondo produttivo. terregionali indotte), messo a tacere, insieme a tutti i
A parte alcune eccezioni, il profilo del laureato triennale suoi problemi, con la soppressione della SSIS, a dispetto
non pare in generale utilizzabile nel mondo del lavoro, dell’ugual trattamento dei cittadini, che per semplice
33
Conoscenze e saperi

ragione anagrafica possono trovare precluso l’accesso In ogni caso, il PD attiverà una sede di confronto tra
all’insegnamento. tutti gli attori sociali, pubblici e privati, su alcuni temi
che rivestono particolare importanza per il nostro ter-
Non va dimenticato il terzo ciclo (dottorato) e l’attività di ritorio.
ricerca post-dottorale di borsisti e assegnatisti di ricer- -- I nuovi curricula dopo la prima revisione
ca, che si prolunga oltre i trentacinque e fino ai quaranta del Bologna Model. Per comprendere anche a
anni. Nell’Università italiana vi sono 38.000 dottoran- Modena (benché una larga parte della soluzione
di di ricerca; raggiungono il titolo ormai 12.000 dottori sia attivabile con un processo nazionale) se
l’anno (più di metà di loro nelle discipline scientifiche, e come “funzionano” corsi, formazione di
nell’ingegneria o nelle materie umanistiche, meno nel- base e quella specialistica. Per comprendere
le figure più professionali). Accanto a 13.500 assegnisti come entra nel mondo del lavoro chi esce
universitari, vi sono borsisti di ogni specie; contrattisti dall’università.
pagati da associazioni non-profit (ricerca bio-medica); -- Università, ricerca, sviluppo e
borsisti e assegnisti degli enti di ricerca che lavorano nei trasferimento tecnologico. Questo tema
dipartimenti universitari. Sono non solo percorsi ad alta coinvolge Istituti, enti e consorzi per la ricerca,
specializzazione (formazione attraverso la ricerca) ma oltre ai ricercatori ad alta qualificazione.
anche posizioni lavorative e produttive di alto profilo. Riteniamo fondamentale un confronto sul loro
Sono reali lavoratori, che meritano un trattamento retri- inserimento nella pubblica amministrazione e
butivo e previdenziale adeguato al livello della specializ- nel sistema delle imprese. Per fare del nostro
zazione, anche se non a tempo indeterminato. Queste territorio un sistema avanzato occorre che
figure, spina dorsale della moderna ricerca scientifica, l’università sia più contigua e sappia “fare
sono presenti in tutte le istituzioni scientifiche del mon- sistema” con questo contesto.
do ma in Italia sembrano non avere sbocchi occupazio- -- La rinascita e l’evoluzione a Modena e Reggio
nali esterni al mondo accademico e sono identificati con del segmento umanistico (scienze della
il nome di precari. E’ chiaro che buona parte dei dotto- cultura, storia, giacimenti culturali, patrimonio
randi dei borsisti e dei ricercatori a tempo determinato storico-artistico). E’ un segmento ancora
non accederanno ai ruoli docenti universitari, anche “giovane” e che deve trovare una propria identità,
nell’ipotesi di vaste improbabili assunzioni future. Alcuni una propria maturità. Gli Enti Locali debbono
di loro faranno carriera in università, laboratori o impre- proseguire il lavoro intrapreso assieme alle
se stranieri. Ma non è garantito un inserimento nel lavo- Istituzioni culturali per contribuire a definire le
ro in posizione qualificate al di fuori dell’università. Que- direzioni che dovrebbe prendere l’ala umanistica
sto mostra una fragilità del nostro sistema produttivo, dell’Ateneo.
che non valorizza il merito e i curricula più dotati e non -- L’integrazione regionale del sistema
offre posizioni nei quadri superiori – a differenza di altri universitario. Il federalismo prossimo venturo,
paesi –a queste persone già messe alla prova nel lavoro, pur nell’incertezza dell’attuale dibattito
riconoscendone qualità e anzianità. Questo è un nodo politico e parlamentare, assegnerà nuovi ruoli
centrale del rapporto università – impresa e univer- ai poteri pubblici territoriali. E’ necessario
sità – pubblica amministrazione, anche nel nostro anticipare il nuovo assetto avendo un occhio
territorio; riguarda tutta la filiera alta formazione – alle esigenze di un sistema moderno, avanzato
ricerca – innovazione – industria. Il nostro sistema e in rapida trasformazione e l’altro rivolto alla
italiano pare non aver bisogno di profili ad alta qualifica- razionalizzazione forzata delle risorse.
zione e svolge il reclutamento solo ai livelli iniziali! -- Diritto allo studio, mobilità e studenti
fuori-sede. Riguarda la connotazione
Il dibattito sul futuro dell’Università nel nostro territorio universitaria nelle nostre città e un’università
e l’elaborazione di alcune proposte a livello locale sono che bene o male è strumento di integrazione
pesantemente condizionati da quanto sta avvenendo nazionale e inserisce nel nostro contesto
nel nostro Paese, come riflesso ai provvedimenti del Go- produttivo e civile molte persone che
verno Berlusconi. I decreti della Ministra Gelmini stan- provengono tuttora da altre regioni.
no, inoltre, producendo l’effetto di indirizzare il dibattito -- Internazionalizzazione dell’università. E’
e la conseguente protesta inevitabilmente sul problema un fenomeno in crescita, non solo nelle storie
dei tagli finanziari, senza permettere una riflessione re- personali degli studenti, ma nella vocazione
ale sulla qualità, sulla funzione, sul valore del sistema dell’ateneo. Così come lo sono state le imprese
universitario italiano. in passato, l’università ha grandi occasioni di
apertura soprattutto nel mondo extraeuropeo
Per quanto riguarda l’Ateneo di Modena e Reggio Emi- (estremo oriente, est europeo, America latina).
lia, appare necessario istituire un organismo perma-
nente di confronto (e possibilmente di governo) della
formazione universitaria, che veda partecipi l’Università,
gli Enti Locali, le associazioni economiche, le Fondazioni
bancarie, i rappresentanti delle maggiori istituzioni cul-
turali.

La natura “a rete” dell’Ateneo deve spingere le istituzioni


locali delle due Province di Modena e di Reggio Emilia a
trovare forme stabili di coordinamento.
34
Sicurezza e
e il Partito Democratico non ha alcun imbarazzo a misu-
rarsi fino in fondo sui temi della sicurezza.

Nel nostro territorio si è sviluppata infatti una profonda

legalità
attenzione e una ricca iniziativa da parte delle istituzioni
locali, del sindacato, delle associazioni del volontariato
ed economiche, che ha prodotto novità ed azioni positi-
ve. E’ maturata la consapevolezza che maggiore sicurez-
za non si produce solamente destinando maggiori risor-
se alle forze dell’ordine (uomini, mezzi e strutture) ma
anche lavorando efficacemente per il controllo e lo svi-
luppo ordinato del territorio; investendo costantemen-
te su coesione ed integrazione sociale; contrastando le
vecchie e le nuove povertà, le emarginazioni e i fenome-
ni di solitudine (soprattutto fra gli anziani); opponendo-
Coordinatore forum: si ai moderni fenomeni di sfruttamento dell’imigrazione
Graziano Pattuzzi clandestina (lavoro nero, caporalato, ecc.).

Costruire una comunità forte, sicura e solidale. Fondata sul- Le amministrazioni locali e il governo ragionale si oc-
la certezza di diritti e doveri uguali per tutti attraverso regole cupano attivamente di questi problemi già da quindici
condivise. E’ questa la nostra idea di società ed è questo il no- anni. A Modena, nel ’98, abbiamo sperimentato il primo
stro progetto per Modena. Patto per la sicurezza sottoscritto nel nostro Paese; nel
2001 il primo Accordo tra una Regione e il Governo.
Le persone si sentono insicure quando non si riconoscono più
nella comunità in cui vivono. Quando le regole si appannano
e si crea una frattura tra diritti e doveri. E le insicurezze au- Sicurezza: il primo compito dello
mentano nel momento in cui il futuro appare più incerto e le
aspettative positive lasciano spazio alle paure.
Stato
Modena e il suo territorio rappresentano una delle realtà
Il centrodestra alimenta il suo consenso soffiando su queste più ricche del panorama europeo: è naturale che sia di-
paure, personali e collettive: alimentandole e accarezzandole, venuta nel tempo un centro d’attrazione per quell’immi-
per poi rispondere in modo demagogico e irresponsabile, sen- grazione (in passato dal mezzogiorno, oggi dai paesi più
za un progetto alternativo di società che non sia quello di una poveri) che cerca un’opportunità di vita più dignitosa.
riduzione dei diritti e delle libertà individuali, della discrimi- Sono le nostre stesse aziende ad aver richiamato flussi
nazione, del rifiuto della diversità, della chiusura. La negazio- più o meno costanti di mano d’opera esterna, per sop-
ne, in definitiva, della comunità stessa. perire talora la carenza, talora l’inidsponibilità di quella
locale. E ai bisogni delle aziende si sono più di recente
Il Partito democratico a Modena ha affrontato il problema aggiunti quelli delle famiglie, per i servizi di cura.
della sicurezza e delle sicurezze in modo opposto: promuo-
vendo crescita e sviluppo attraverso il lavoro e l’impegno di Ma la ricchezza del territorio ha costituito anche un ter-
tutti; coniugando diritti e doveri in un patto di cittadinanza reno fertile per la penetrazione della criminalità organiz-
che si rinnova includendo tutti attraverso regole di convivenza zata e per l’insorgere di quella diffusa, egualmente insi-
pacifica e serena; contrastando i fenomeni di illegalità, orga- diose per la vita serena e pacifica di cittadini e imprese.
nizzati e diffusi, attraverso investimenti adeguati in forze e
strumenti. Ecco dunque che in una comunità in piena trasforma-
zione si sono manifestate crescenti problematiche di
Quello alla sicurezza è il primo diritto di ogni persona. Costru- sicurezza urbana. Occorre per questo potenziare e ag-
ire una comunità in cui tutti possano vivere serenamente è la giornare un politica di sicurezza che metta in campo
precondizione per l’esercizio effettivo di ogni libertà e diritto. tutte le azioni e gli strumenti necessari per garantire le
Le nostre proposte sono, nel contempo, un progetto di comu- sicurezze individuali e collettive di cui ha bisogno la no-
nità sicura e una sfida al centrodestra – culturale e politica stra comunità.
- per un’idea di società diversa.
Il primo compito dello Stato è quello di garantire la si-
Non siamo all’anno zero curezza dei cittadini. Con la collaborazione istituziona-
le più stretta e sinergica da parte degli Enti Locali e dei
Nel 1995, in Emilia-Romagna, solo una persona su dieci territori, anche in forme e modalità innovative che per
pensava che la criminalità nella propria zona fosse un primi abbiamo sperimentato: i Patti. La precondizione
problema abbastanza serio; nel 2007, tredici anni dopo, è in ogni caso la corretta dotazione delle forze di polizia
le persone che la pensano così sono più che raddoppia- (uomini e mezzi) e il loro razionale impiego. Per questa
te. Quanto alla preoccupazione “sociale” per la criminali- ragione abbiamo chiesto a più riprese una moderna ri-
tà comune, questa passa dal 10% del ‘95 al 35% del 2007: forma degli apparati di sicurezza nazionali (tanto
aumenta cioè tre volte e mezzo. al centro quanto sul territorio) e un reale coordina-
mento tra i diversi corpi. Ad oggi non si registrano
Nella nostra Regione, e in particolar modo nella provin- passi in avanti su nessuno dei due fronti.
cia di Modena, però, la politica non è rimasta a guardare
35
Sicurezza e legalità

Modena resta una realtà sottodotata per uomini e mez- avanzava anche la possibilità sperimentale di trasferire
zi. Non si tratta di un giudizio sommario: è quanto emer- queste funzioni alle amministrazioni locali: ritenia-
ge dall’oggettivo raffronto tra questa e altre realtà; dal mo che occorra procedere con forza e determinazione
fatto che gli organici assegnati sono ancora quelli della su questa strada. E in un’adeguata compensazione di
fine degli anni ’80; e dagli stessi impegni istituzionali as- trasferimento di funzioni/risorse, tutti i comuni debbo-
sunti dallo Stato in forma ufficiale. Nel luglio del 2007 i no essere pronti a fare la propria parte.
Comuni di Modena e Sassuolo hanno sottoscritto rispet-
tivamente il proprio Patto per la sicurezza con lo Stato:
tra le garanzie offerte v’era quella sostanziale di un po-
Gli obiettivi e i progetti per
tenziamento di 25 unità degli organici della Polizia (10), Modena
dei Carabinieri (10), della Finanza (5). Questo impegno è
ancora lettera morta e la situazione rischia di aggravarsi E a Modena abbiamo dimostrato che è possibile eser-
ulteriormente coi pesanti tagli economici per il prossimo citare dal basso significative funzioni autonome in ma-
triennio della finanziaria (risorse per mezzi e strumenti) e teria di sicurezza, senza per questo degenerare nella
il blocco inaudito del turn-over del personale. frammentazione istituzionale (che produce sprechi,
sovrapposizioni e duplicazioni) e nell’ideologica rispo-
La stessa risposta dei militari nel CPT, per la quale non sta “fai da te” in una materia tanto delicata su cui spetta
abbiamo opposto nessuna preclusione ideologica, non senz’altro allo Stato e alle sue forze di polizia un preci-
appare né adeguata, né tantomeno esaustiva: inade- puo ruolo istituzionale.
guata perché si tratta di personale addestrato per altre
funzioni e quindi non in gradi di sollevare completamen- Abbiamo potenziato gli organici delle Polizie Municipali
te il personale di polizia dei compiti assegnati per quelle e adeguato le macchine comunali per meglio rispondere
funzioni; decisamente insufficiente perché si tratta co- alle mutate esigenze. Qui è stata riorganizzata la polizia
munque di una risposta provvisoria, a tempo (presumi- locale, investendo sulla dimensione distrettuale, supe-
bilmente molto breve), alla lunga più dispendiosa. rando i piccoli corpi a favore di strutture intercomuna-
li più grandi ed efficienti. E’ avvenuto tanto a Sassuolo
Sconcerta infine che i provvedimenti contenuti nella fi- quanto a Carpi, dove i comuni del distretto ceramico e
nanziaria, ben lungi dall’essere supportati da qualsivo- delle Terre d’Argine vantano ora strutture con un centi-
glia progetto di riforma e razionalizzazione delle forze naio di operatori ciascuna. La costituzione di corpi inter-
di polizia, abbiano avuto come unico obiettivo quello comunali di polizia municipale rappresenta a sua volta
di fare cassa: quantomeno inspiegabile per un Governo la premessa essenziale per lo sviluppo di un sistema in-
che della sicurezza ha fatto solo pochi mesi fa un caval- tegrato di sicurezza, attraverso nuove forme di collabo-
lo di battaglia (invero vincente) della propria campagna razione e sinergia con le altre forze di polizia e gli attori
elettorale. Da qui la nostra mobilitazione nazionale e istituzionali e sociali del territorio.
locale nei mesi scorsi e lo stato di agitazione unitario
(cosa mai accaduta) di tutte le sigle sindacali delle forze Occorre assumere un duplice obiettivo per il prossimo
dell’ordine. futuro: da un lato adeguare compiutamente gli or-
ganici agli standard regionali, affinché più forte e
Come si diceva, anche sul fronte del coordinamento del- incisiva sia l’azione di polizia di prossimità sul territorio;
le diverse polizie poco o nulla è stato fatto. Non si tratta dall’altro proseguire sulla strada della costituzione di
di misconoscere il lavoro quotidiano degli operatori im- corpi intercomunali in tutti i territori, superando le
prontato alla leale collaborazione e all’obiettiva dispo- piccole e anacronistiche dimensioni che ancora perman-
nibilità a supportarsi a vicenda sul campo. Registriamo gono in molti comuni. Si tratta del primo ed essenziale
anzi un accresciuto spirito di collaborazione anche con sforzo da perseguire nella prossima legislatura, sapendo
gli agenti di Polizia Municipale. Quel che davvero man- che i comuni dovranno misurarsi con la difficile compa-
ca, al centro come in periferia, è la l’elaborazione di una tibilità delle risorse e le non poche resistenze campanili-
strategia di sicurezza complessiva, la programmazione stiche che proprio il centrodestra alimenta nei centri più
coordinata e continuativa degli interventi, la condivisio- piccoli e più fragili.
ne di strumenti operativi realmente efficaci e unitari (a
partire dalle centrali operative). Una politica debole e di E’ poi necessario rafforzare il sistema dei controlli, a
corto respiro non ha permesso in questi anni reali passi 360 gradi, dotando le Polizie locali di strumenti innova-
in avanti e se è pur vero che la quantità di risorse umane tivi. Non solo di quelli per la sicurezza stradale, pure es-
e finanziarie destinate dall’Italia al comparto sicurezza senziali; la Polizia Municipale deve poter integrare le for-
è in linea con quella degli altri paesi europei, non si può me di controllo proprie dell’amministrazione comunale
certo dire lo stesso per gli standard di qualità, efficacia con quelle dello Stato. Due esempi concreti: occorre at-
ed efficienza. trezzare anche le strutture di polizia locale di postazioni
di foto-segnalamento, affinché l’identificazione delle
Riformare significa anche ridefinire compiti e funzio- persone possa essere fatta anche dalla polizia di prossi-
ni ai vari livelli. A partire dall’attività amministra- mità; e occorre interfacciare i sistemi di videosorveglian-
tiva ancora inopinatamente in capo alle Questure circa za affinché tutte le forze dell’ordine possano avvalersi
la gestione delle pratiche connesse ai cittadini stranieri: costantemente e congiuntamente di questi strumenti.
una mole di lavoro che ormai poco o nulla ha a che fare Si tratta di sperimentazioni già in atto che vanno estese
con la sicurezza e che finisce per assorbire ogni anno a tutto il territorio.
di più le energie e il tempo di operatori indispensabili
invece nel lavoro sul territorio. Nel patto richiamato si Abbiamo contrastato le “ronde”, definendole una ri-
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sposta sbagliata ad un problema giusto: il bisogno dei fino in fondo i contenuti di questa proposta e al Governo
cittadini di avere più sicurezza ed essere coinvolti nella e al Parlamento di recuperare il tempo perduto.
costruzione della legalità diffusa. Per questa ragione, in
forza di una legge regionale, oggi abbiamo centinaia di
volontari che collaborano con la polizia locale in attività
Una politica matura per
civiche importantissime (sicurezza stradale davanti alle governare l’immigrazione
scuole, presidio delle regole nei parchi, informazione e
supporto alla cittadinanza, ecc.), sgravandola di compi- Abbiamo discusso del tema immigrazione in altra sede
ti fungibili perché possa maggiormente dedicarsi ad at- programmatica (Diritti di cittadinanza). Qui occorre re-
tività specifiche e professionali in materia di sicurezza. cuperare la questione sotto il suo innegabile profilo di si-
Si tratta di una risposta civica improntata a legalità e re- curezza e legalità, non sottraendoci ma anzi aggreden-
sponsabilità che può e deve essere valorizzata ed estesa do la questione per come i cittadini e la nostra comunità
quanto più possibile ad ogni realtà. ce la propongono quotidianamente.

La polizia municipale e i suoi agenti sono stati via via Premettendo che il Pd – per sua natura profonda, cultu-
dotati di tutti gli strumenti necessari per difendere loro rale e politica - non può che contrastare apertamente e
stessi e i cittadini. Non è stato un “armamento ideolo- con decisione le derive xenofobe o apertamente razziste
gico”, ma un adeguamento necessario e funzionale ai che trovano spazio (e spesso sono alimentate) in fran-
mutati compiti professionali. ge non marginali del centrodestra. Perché gli immigrati
sono componente imprescindibile di quel progetto di
Enti locali e Regione hanno attivato nuovi strumenti per comunità forte, sicura e solidale che non vogliamo co-
far fronte alle mutate necessità. Se nel 2000 era nata la struire. E perchè costruendo muri, costruiremo nuova
prima Scuola specializzata di Polizia locale per iniziativa insicurezza per noi e per i nostri figli.
del Comune di Modena e della Regione E.R. - per rispon-
dere alle esigenze di formazione della Polizia locale del Il PD deve riprendere l’iniziativa politica su questo tema,
territorio - quest’anno è divenuta un ente sovraregiona- a partire dalla necessità di una legislazione matura e
le, coinvolgendo anche Toscana e Liguria. Un’eccellenza pienamente europea che permetta di venire davvero nel
nazionale divenuta il punto di riferimento formativo di nostro Paese attraverso fluidi e governati flussi regola-
tutto il Paese. Così, su altro fronte, nel 2004 è nata la ri, anziché per le vie dell’illegalità. La Bossi-Fini produce
Fondazione Emiliano-Romagnola per le vittime dei reati esattamente il contrario: restringendo i canali regolari
più gravi. ottiene dilagante clandestinità.

Nella crisi economica in atto, una legge già sbaglia-


I nuovi strumenti necessari ta in sé, rischia davvero di offrire il suo volto peggiore:
con l’espulsione dal mercato del lavoro, migliaia di stra-
Il Parlamento, riprendendo un vecchio testo di Amato,
nieri rischiano di essere estromessi dalla legalità. Se a
ha approvato una legge che amplia i poteri di ordinanza
questo si aggiunge la conclamata inefficacia dei nostri
dei Sindaci, estendendone l’ambito e la potestà anche in
strumenti di espulsione (che il reato di clandestinità,
materia di sicurezza urbana. Il nostro giudizio, anche in
così come concepito dal Governo, finisce per aggravare
questo caso, non è stato ideologico: abbiamo apprezza-
ulteriormente), siamo di fronte a uno scenario davvero
to l’estensione responsabile delle prerogative, criticato
inquietante sia sotto il profilo della sicurezza, sia – cosa
il mancato adeguamento delle risorse per sostanziare
non meno seria – sotto quello della civiltà. E’ la ragione
queste azioni, vigileremo con l’esperienza concreta e nel
per quale chiediamo al Governo di sospendere almeno
merito che l’indirizzo del Ministero e il controllo preven-
in via provvisoria la legge stessa.
tivo delle prefetture non si traduca in una maggior su-
bordinazione dei Comuni allo Stato.
I sindaci si sforzano tutti i giorni di arginare irregolarità
e clandestinità, ma sappiamo bene che questa si ripro-
Nulla è invece cambiato per quanto riguarda la possibili-
duce a getto continuo per effetto della legislazione na-
tà dei Sindaci di concorrere alle decisioni relative all’im-
zionale. E l’immigrazione irregolare e clandestina porta
piego tecnico - operativo delle forze di polizia statali.
con sé, inevitabilmente, maggiore esposizione al rischio
Una modifica delle attribuzioni e della composizione del
criminalità. Più in generale l’espansione del lavoro nero
Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica
e delle evasioni contributive e fiscali, crescenti rischi di
sarebbe quanto mai necessaria. Così come nulla è stato
gravi incidenti ed infortuni sul lavoro. E’ cronaca quoti-
fatto per assicurare risposte più certe e veloci ai cittadi-
diana.
ni.
Una presenza irregolare - e quindi non governata – di cit-
Alla polizia i Sindaci chiedono tutti i giorni di fare cose
tadini stranieri incide in modo fortissimo sulla percezio-
nuove, ma con una legislazione vecchia di venti anni.
ne di sicurezza dei cittadini. Perché si associa spesso a
Non sembra che il Governo abbia alcuna intenzione di
fenomeni di illegalità; più in generale perché le persone,
porre rimedio a questa situazione. Al contrario c’è una
a partire da quelle più deboli (socialmente, economica-
proposta di legge, di cui è primo firmatario il senatore
mente, culturalmente), si sentono (e spesso sono) più
modenese del Pd Giuliano Barbolini, che affronta que-
esposte e meno preparate ad accettare il cambiamento
sti temi. Non un’idea solitaria ma il distillato di quanto
della comunità in cui vivono.
Regioni e Comuni hanno via via elaborato e condiviso.
Chiediamo al Pd nazionale di assumere politicamente
Occorre pertanto agire con una iniziativa tesa ad inci-
37
Sicurezza e legalità

dere positivamente sulla cosiddetta “percezione di insi- ne ed il senso di appartenenza (in alternativa alle ron-
curezza”. Anzitutto va ristabilito e realizzato il diritto ad de, alle iniziative spontanee, ecc.): consulte comunali
una informazione corretta ed oggettiva sui dati reali: sia e/o di quartiere; punti di ascolto/sportelli per “filtrare”
quelli sociali (presenza, accesso ai servizi e alle gradua- suggerimenti, preoccupazioni, denunce, ecc. Si tratta di
torie, ecc.) che quelli correlati alla violazione della legge strumenti attivi e positivi di legalità in assenza dei quali
(che il Comitato Provinciale per la Sicurezza dovrebbe subentrano modalità più pericolose e di scontro.
rendere noti).

Occorrono poi più controlli, anche sotto il profilo for-


Contrastare l’illegalità
male, da parte delle pubbliche amministrazioni. Nelle E’ indispensabile, d’altro canto, porre in essere azioni
situazioni di cambiamento i legami sociali tendono ad di prevenzione e repressione dei reati commessi nei con-
allentarsi e con essi il controllo informale ovvero quelle fronti dei cittadini più deboli, quali anziani, minori, don-
strutture e relazioni sociali che inducono comporta- ne, specializzando la Polizia Municipale anche su questo
menti compatibili con la vita sociale di una città. Oltre fronte.
un certo livello questo stato di “disordine dei comporta-
menti” non è più compatibile con la vita delle città. Per Occorre infatti tenere conto che la questione sicu-
sopperire a questo deficit è inevitabile potenziare il con- rezza è anche una questione di genere. Gli autori di
trollo formale, che nella sua espressione più evidente reato sono per il 90% maschi: questo significa che tutti i
coincide con il rafforzamento delle strutture di polizia, reati con contatto, quando la vittima è donna, si carat-
sia nazionale che locale. Che debbono essere efficienta- terizzano anche come potenziale aggressione sessua-
te e snellite per non incidere negativamente sui diritti e le. Che la maggior preoccupazione delle donne non ha
le libertà delle persone stesse. niente di irrazionale. Che la presenza delle donne nello
spazio pubblico produce sicurezza, mentre una presen-
Evitare gli addensamenti di situazioni problema- za unicamente maschile, insicurezza (pensiamo ad una
tiche è un’altra priorità, volta a rendere compatibile la strada o a un autobus di sera).
convivenza civile e la graduale integrazione. Diluire i
problemi non significa allontanarli, né rimuoverli, ma Sicurezza, però, non significa solamente avere a che
migliorare la sicurezza e la sua percezione dove questa fare con l’immigrazione illegale. Recenti rilevazioni ed
entra in crisi, attraverso progetti specifici e risorse fina- esplicite affermazioni dell’Autorità giudiziaria ed in-
lizzate. vestigativa, hanno confermato una presenza ancora
fortemente radicata in provincia di una criminalità or-
In questo quadro particolare rilevanza meritano la cura ganizzata di matrice camorristica e mafiosa, che si an-
e la (ri-)qualificazione dello spazio pubblico. Il disor- nida prevalentemente nei settori dei grandi lavori e dei
dine o il semplice “non riconoscersi” negli spazi pubblici cantieri in edilizia, ma anche infiltrando ingenti flussi di
è per ciascuno di noi la conferma “materiale” della legit- risorse nei settori dei servizi. Attività come il caporala-
timità della nostra insicurezza o semplice insofferenza to o la “fornitura” di mano d’opera tramite cooperative
verso il cambiamento. Appropriarsi degli spazi collettivi, fittizie nell’edilizia, nell’agricoltura, nella lavorazioni del-
qualificare i luoghi degradati con appositi progetti urba- le carni, ecc. e la richiesta del “pizzo” in attività come la
nistici e architettonici, riempire di funzioni e contenuti ristorazione, lavanderie e sub-appalti in edilizia, sono
positivi gli spazi, i luoghi, gli edifici deve essere una cifra sempre più all’ordine del giorno.
e una preoccupazione costante del nostro progettare la
città. Di qui anche la proposta che ci sia in ogni comu- La inevitabile commistione di tutte queste presenze
ne un unico soggetto (politico e tecnico) per la gestione con attività come la prostituzione e lo spaccio favorisco-
dello spazio pubblico (polizia locale, commercio al det- no la marginalizzazione di una parte del territorio.
taglio, pulizia, animazione dello spazio pubblico, inter-
venti sociali in strada, manutenzione ecc.). La progettazione di grandi infrastrutture può rappre-
sentare un’occasione appetibili per queste organizzazio-
Non da oggi il PD propone di estendere il diritto di elet- ni. Molte di queste imprese, talvolta modenesi, vincitrici
torato attivo e passivo agli stranieri residenti (da un cer- di appalti, non hanno dipendenti operai a libro paga e
to numero di anni) per il voto amministrativo. E’ tuttavia ricorrono sistematicamente al subappalto: è proprio in
necessario a questo provveda una legge nazionale. Non- questa fase e nelle forniture che si inserisce la crimina-
dimeno, nel quadro di iniziative volte alla promozione di lità organizzata.
una maggiore integrazione e partecipazione, occorre
valorizzare e sostenere - a livello locale - l’auto organiz- Con la firma del Protocollo Appalti nel 1999 e la cre-
zazione (democratica) delle rappresentanze delle comu- azione dell’Osservatorio Appalti presso Promo, si è
nità degli stranieri. Solo il coinvolgimento attivo delle negli anni strutturato un percorso che ha permesso di
persone e delle comunità nelle politiche di integrazione tenere monitorato il settore degli appalti pubblici (il
e responsabilizzazione può concorrere all’inclusione at- problema più serio è però sempre stato quello della non
tiva nella Comunità. adesione di molti comuni al Protocollo). Questo ha cre-
ato cultura e prevenzione, permettendo di raggiungere
Così come investire su progetti ed idee per accresce- l’obiettivo principale: far capire che chi voleva lavorare a
re una positiva cultura alla sicurezza e alla convivenza Modena nel pubblico o era serio o non trovava terreno
civile fra i cittadini e fra le comunità diverse di cittadini fertile.
nel medesimo territorio; favorire ed incentivare tutte le
sedi e i momenti che possono allargare la partecipazio-
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Un primo obiettivo politico da porsi è quello di conti-
nuare a lavorare su questo terreno, sollecitando i comu-
ni che fino ad oggi non l’hanno fatto ad aderire al Proto-
collo Appalti.

Il problema era ed è più complicato con il settore pri-


vato. Il lavoro svolto dal Comune di Modena ha dato
l’esempio, non ancora seguito dagli altri comuni. A tale
scopo, un forte elemento di spinta ed indirizzo potrebbe
venire dal Comitato Provinciale per la Sicurezza.

Occorre, su questa strada, che tutti i comuni del-


la provincia contribuiscano alla formazione di nuclei
specializzati di agenti di PM in materia di sicurezza dei
cantieri. Considerata poi la legislazione attuale, occor-
re potenziare i controlli congiunti tra PM, AUSL, DPL. E’
necessario fare sistema, unire le competenze per affron-
tare questi temi sotto una pluralità di profili: la sicurez-
za dei lavoratori, la regolarità del lavoro, il rispetto delle
normative contributive ed assicurative,ecc. L’evidenza
empirica da cui partire è quella che, solitamente, una
ditta “irregolare”, per prima cosa, non rispetta la norma-
tiva sulla sicurezza. Verificare l’applicazione delle norme
quindi permette di avere altri elementi di riscontro ed in
base alle risultanze dei sopralluoghi indirizzare le visite
degli organi ispettivi. Questa esperienza, abbastanza
unica a livello nazionale, dovrebbe essere estesa a tutto
il territorio provinciale.

Altro strumento per mettere sotto “osservazione” il


settore edilizio privato e delle cosiddette cooperative
spurie nei servizi, potrebbe essere l’incrocio dei dati a
conoscenza dei Comuni (DIA, Permessi di costruzione,
DURC, ecc.) con quelli degli altri enti (istituti di previden-
za, ispettivi e della prevenzione) per costruire, come si è
fatto per il pubblico, una banca dati del settore e un
Osservatorio sulla Edilizia Privata. L’ideale sarebbe
posizionare l’Osservatorio presso le Casse Edili che sono
direttamente in grado di fornire elementi di conoscenza
sulle ditte e di permettere di verificare le reali situazioni
delle stesse.
059 582811
PD Modena

info@pdmodena.it
www.pdmodena.it
In collaborazione con i Gruppi consiliari del PD della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e del Comune di Modena

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