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Domenica 25 Marzo 2012

L'ARENA

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MEMORIALE. Un exdiplomaticorievoca ildramma degli asilados

ILCONSOLE CHESFID PINOCHET


EmilioBarbarani fuinviato dopoilgolpe aSantiago dovelambasciataitaliana eradiventatarifugio peri ricercati.Morte eamori in unregime daincubo
Gabriele Colleoni Un giovane diplomatico italiano, ad inizio carriera, sul finire del 1974 si ritrova nell'epicentro della crisi per antomomasia, al tempo: il golpe in Cile. Nella Santiago presidiata da militari e da servizi segreti della dittatura, il trentenne console, di idee liberali, deve giostrarsi tra le pieghe di un regime spietato, per portare in salvo, fuori dal Cile, centinaia di uomini, donne e bambini rifugiatisi nellambasciata italiana per sottrarsi alla repressione scatenata da Pinochet. A quasi 40 anni di distanza, Emilio Barbarani, smessa la feluca dopo una brillante carriera, ricostruisce sul filo di una memoria dalla straordinaria freschezza lesperienza che lo ha segnato sul piano umano e professionale, raccontando quei due anni trascorsi pericolosamente a Santiago, in Chi ha ucciso Lumi Videla?, seconda prova letteraria dopo il riuscito esordio, anchesso autobiografico, di Adios pampa querida. E li racconta evitando gli scogli di suggestioni letterarie alla console onorario di Graham Greene, o apologetiche del proprio operato. Il titolo si richiama ad un caso che mise in difficolt la rappresentanza italiana in Cile. La notte del 4 novembre 1974 il corpo di Lumi Videla, 25 anni, una dirigente del Movimiento de la Izquierda Revolucionaria (Mir), in clandestinit dopo il golpe contro Allende, viene ritrovato nel giardino della residenza diplomatica di calle Miguel Claro, assediata dai carabineros di Pinochet. L'ambasciata pur se ufficialmente non attiva, perch lItalia non aveva riconosciuto il regime militare restava uno dei pochi rifugi possibili per gli esponenti del deposto governo e per i militanti di sinistra, braccati dopo il golpe dell11 settembre 1973. Come possibile che quel cadavere sia finito nel giardino? Il sospetto immediato dei diplomatici italiani che vi sia stato gettato dai servizi segreti di Pinochet, per far passare il delitto come l'esito di un'orgia o di un regolamento di conti fra i 250 asilados, i rifugiati, tra i quali vi sono comunisti ed esponenti della frammentata sinistra cilena, ma anche gente dal passato poco raccomandabile. Lesito comunque che quella morte apre un drammatico contenzioso con le autorit cilene. BARBARANI, pur senza accredito, viene inviato da Buenos Aires a Santiago per dare una mano all'ambasciatore Tomaso de Vergottini in una situazione complicata dalla mancanza di direttive ufficiali da Roma, se non lindicazione di salvare i perseguitati. Come spiega nella prefazione Giorgio Galli, il governo di centrosinistra italiano in una fase segnata dalle stragi neofasciste, dalle prime ombre del terrorismo rosso e da un Partito comunista in ascesa non vuole complicazioni politiche n esser accusato di legittimare Pinochet, senza per entrare in collisione con gli alleati americani, la cui sagoma si intuisce tra le quinte del golpe. Daltra parte, proprio per scongiurare il rischio cileno, Enrico Berlinguer sta elaborando lidea del compromesso storico tra Dc e Pci. Il detto comune vuole che gli italiani diano il meglio nelle emergenze, grazie alla flessibilit di fronte agli imprevisti e alla fantasia nel trovare soluzioni. quanto riesce a Barbarani, non senza difficolt, in giorni di tensione e paura. A Santiago la colonna sonora non sono le canzoni degli Inti Illimani, che dall'esilio in Europa si battono contro il regime: il silenzio surreale del coprifuoco, sono i pesanti messaggi trasversali dei servizi cileni, o la richiesta di aiuto per un fuggiasco che nella notte arriva dalla Vicaria de Solidaridad, l'organismo della diocesi del cardinal Silva Henriquez, baluardo nella difesa dei diritti umani... Contatti a tutto campo, inclu-

Lambasciatore Emilio Barbarani,in unafotografia giovanile

Ilgenerale Pinochetnella foto scattata subito dopoilgolpedel1973

Ilcadavere diunamilitante rivoluzionaria fugettatodentro lambasciata peraprirelacrisi DaRomaintanto noncerano ordiniscritti,ma iperseguitati premevanosenza altresperanze

si quelli affettivi con una donna vicina ai servizi e con la figlia del ministro degli Esteri, ma anche con quella di un rifugiato; pazienza e capacit di persuasione sia con i capi della famigerata polizia segreta Dina, sia con gli impazienti asilados; qualche riuscito bluff all'italiana, ma anche la salda convinzione evangelica, ereditata dalla madre e dalla formazione salesiana, sull'attenzione a chi soffre ed oppresso, verso chi in Cile chiamato con sprezzo roto: ecco gli strumenti cui Barbarani ricorre per districarsi e uscire, personalmente incolume, dal labirinto di Santiago, scagionando i rifugiati dall'omicidio di Lumi e avviando verso Paesi ospitali oltre 700 cileni. I fatti si dipanano in una narrazione senza enfasi, vivacizzata da episodi allapparenza collaterali, ma egualmente essenziali per chi visse quei giorni: dalla complessa gestione di una convivenza quotidiana in un rifugio-prigione ai ricevimenti di gala; dai frangenti di paura alle liaison amorose che il giovane console non si risparmia; dalla gioia quando un rifugiato entra nell'aereo che lo porter libero allestero, al dolore per i giovani trovati uccisi, in attesa di entrare in ambasciata. O, ancora, la messa di Natale con gli asilados. Beato il Paese che non ha bisogno di eroi, ha scritto Bertolt Brecht. Ma la normalit del vivere umano, per esser tale, ha bisogno che ogni giorno delle persone compiano dei gesti individuali di eroismo, o pi semplicemente, di coraggio, magari con un po di incoscienza. Gesti come quelli compiuti da Barbarani a Santiago, e, negli stessi anni, dal suo amico e collega Enrico Calamai a Buenos Aires dove si consumava la tragedia dei desaparecidos argentini. O come quelli compiuti, trent'anni prima, in ben altro contesto e con ben altri rischi, da Giorgio Perlasca, che a Budapest, spacciandosi per console spagnolo, salv migliaia di ebrei. Barbarani lascer di tutta fretta il Cile, perch minacciato dalla Dina, ma sapendo che ad aver ucciso Lumi Videla erano stati gli agenti di Pinochet. Torner nel 1998 da ambasciatore. Nel 2008 un tribunale cileno per quel delitto condanner a dieci anni il generale Manuel Contreras e con lui altri quattro membri dellormai dissolta Dina.

L11settembre73

Aereicontro laMoneda diAllende


Dal2001il giornoche ha cambiatoilmondo, ma dal 1973sulladata dell11 settembreimpressounaltro sfregio:quelloinfertoin Cile dalgolpe contro ilpresidente SalvadorAllende.Un golpe orchestrato,lo attestala documentazionestorica, dallamministrazioneUsa di RichardNixoned Henry Kissingercon le Forze armate cileneguidatedaAugusto Pinochet.Anche diquell11 settembrerestanole immagini diaerei,quellichebombardano ilpalazzo dellaMoneda di Santiagodoveil primocapo di Statosocialistadel Cilesi era asserragliato.Allende siuccide. Pinochetassume la guidadel Cile:virester dapresidente defacto finoal 1990, cacciatodal nonelreferendum sullaCostituzionechegli avrebbegarantito il poterea vita.L11 marzo1990 il neopresidentePatricioAylwin sirifiuter diricevere la fascia presidenzialedal generale: Pinochetla dovr consegnare alleader dellanuova Camera, JosAntonioViera-Gallo, chela passer innome delpopolo cilenoal presidenteeletto.

Ilconsole Barbarani conalcuni rifugiatinella nostra ambasciatachehanno ottenutoilvistoper lespatrio

Illibro
RETROSCENAdelloscura mortediuna venticinquenne militante dellestremasinistra cilenaaffiorano nellibro di EmilioBarbarani Chiha uccisoLumi Videla? (Mursia,304 pagine, 19 euro).Barbarani, ex diplomaticodicarriera di originiscaligere (lasua famiglia legataa quella delpi importante poeta dialettaleveronese,Berto Barbarani)rievoca ilclima angoscianteincui avvennelamortedella militante.Illibro dedicatoalricordo dilei, lacui vitafu spezzatanel fioredegli anni.E ditutti colorocheperloro idee sonostatiperseguitati.

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