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L'ARENA
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Ilcadavere diunamilitante rivoluzionaria fugettatodentro lambasciata peraprirelacrisi DaRomaintanto noncerano ordiniscritti,ma iperseguitati premevanosenza altresperanze
si quelli affettivi con una donna vicina ai servizi e con la figlia del ministro degli Esteri, ma anche con quella di un rifugiato; pazienza e capacit di persuasione sia con i capi della famigerata polizia segreta Dina, sia con gli impazienti asilados; qualche riuscito bluff all'italiana, ma anche la salda convinzione evangelica, ereditata dalla madre e dalla formazione salesiana, sull'attenzione a chi soffre ed oppresso, verso chi in Cile chiamato con sprezzo roto: ecco gli strumenti cui Barbarani ricorre per districarsi e uscire, personalmente incolume, dal labirinto di Santiago, scagionando i rifugiati dall'omicidio di Lumi e avviando verso Paesi ospitali oltre 700 cileni. I fatti si dipanano in una narrazione senza enfasi, vivacizzata da episodi allapparenza collaterali, ma egualmente essenziali per chi visse quei giorni: dalla complessa gestione di una convivenza quotidiana in un rifugio-prigione ai ricevimenti di gala; dai frangenti di paura alle liaison amorose che il giovane console non si risparmia; dalla gioia quando un rifugiato entra nell'aereo che lo porter libero allestero, al dolore per i giovani trovati uccisi, in attesa di entrare in ambasciata. O, ancora, la messa di Natale con gli asilados. Beato il Paese che non ha bisogno di eroi, ha scritto Bertolt Brecht. Ma la normalit del vivere umano, per esser tale, ha bisogno che ogni giorno delle persone compiano dei gesti individuali di eroismo, o pi semplicemente, di coraggio, magari con un po di incoscienza. Gesti come quelli compiuti da Barbarani a Santiago, e, negli stessi anni, dal suo amico e collega Enrico Calamai a Buenos Aires dove si consumava la tragedia dei desaparecidos argentini. O come quelli compiuti, trent'anni prima, in ben altro contesto e con ben altri rischi, da Giorgio Perlasca, che a Budapest, spacciandosi per console spagnolo, salv migliaia di ebrei. Barbarani lascer di tutta fretta il Cile, perch minacciato dalla Dina, ma sapendo che ad aver ucciso Lumi Videla erano stati gli agenti di Pinochet. Torner nel 1998 da ambasciatore. Nel 2008 un tribunale cileno per quel delitto condanner a dieci anni il generale Manuel Contreras e con lui altri quattro membri dellormai dissolta Dina.
L11settembre73
Illibro
RETROSCENAdelloscura mortediuna venticinquenne militante dellestremasinistra cilenaaffiorano nellibro di EmilioBarbarani Chiha uccisoLumi Videla? (Mursia,304 pagine, 19 euro).Barbarani, ex diplomaticodicarriera di originiscaligere (lasua famiglia legataa quella delpi importante poeta dialettaleveronese,Berto Barbarani)rievoca ilclima angoscianteincui avvennelamortedella militante.Illibro dedicatoalricordo dilei, lacui vitafu spezzatanel fioredegli anni.E ditutti colorocheperloro idee sonostatiperseguitati.
www.senoeseno.it
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