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L’ALTERNATIVA ENERGETICA PULITA

La riduzione delle forniture di gas metano dalla Russia ha riportato all’attenzione degli italiani il
grave problema della scarsità delle fonti energetiche.
Il modo di vivere dei cd. paesi civilizzati è fortemente energivoro e questo aspetto da noi è
particolarmente sentito dato che siamo legati alle importazioni di fonti fossili per un 85% del nostro
fabbisogno di energia. Il nostro paese ha peraltro sottoscritto nel 2002 il protocollo di Kyoto per la
riduzione dei gas serra che alterano il clima del pianeta ma le emissioni anziché ridurre del 6,5%,
obiettivo per il 2012, sono aumentate del 13% rispetto al 1990 mentre altri paesi europei hanno già
raggiunto i loro obiettivi.
Tutto questo dovrebbe indurre i politici ad un’accesa discussione in merito: in realtà dal
centrodestra ma anche da qualche politico di centrosinistra arrivano solo misure tampone tese ad
abbassare di alcuni gradi il riscaldamento nelle case. Si vocifera poi sottovoce, visto il periodo
preelettorale, di un ritorno al nucleare in base all’assurda tesi che l’uranio è una fonte energetica in
linea con il Protocollo di Kyoto perché i reattori atomici non emettono anidride carbonica.
Premesso che l’uranio è, al pari del petrolio, in via di esaurimento e che, salva la Finlandia, nessuno
in Europa ed America costruisce più centrali nucleari c’è da sottolineare che nessuno ha ancora
risolto il problema delle scorie radioattive: non si può certo spedirle in Africa come è stato fatto in
passato dimostrando ancora una volta la brutale sudditanza del sud del mondo nei confronti
dell’industrializzato nord.
Noi Verdi cerchiamo di introdurre nel programma dell’Unione un serio piano energetico basato in
primis sul risparmio energetico ed in secondo luogo sullo sviluppo delle fonti rinnovabili: questa è
l’unica strada percorribile per raggiungere il duplice obiettivo di riduzione dei gas serra e di
maggior indipendenza dai paesi fornitori di gas e petrolio. Questi paesi vivono spesso, proprio per
l’esistenza dei giacimenti petroliferi, problemi di stabilità interna per non parlare del rischio che
parte delle somme ricavate dalla vendita di petrolio vengono dirottate, di nascosto, ad Al Queda e
altre formazioni terroristiche col risultato aberrante che il nostro sfrenato consumo di “oro nero”
ingrassa il terrorismo fondamentalista.
Un primo intervento “illuminato” che il futuro governo dell’Unione dovrebbe porre in essere è un
piano di restauro in senso energetico di tutti gli edifici pubblici in modo tale da ridurre gli sprechi
(tantissimi) e dare il buon esempio ai privati. I soldi risparmiati per i minori acquisti di petrolio,
oscillante tra i 60 e 70 $ a barile, potranno essere investiti nella Ricerca e nello Sviluppo e quindi
ingenerare un circuito virtuoso di nuova occupazione.
Un secondo intervento “illuminato” è quello di modificare la normativa in materia edilizia in modo
tale da rendere obbligatoria quanto meno l’installazione sui tetti delle nuove costruzioni i pannelli
solari termici che non hanno un costo eccessivo e possono incidere di molto sul consumo di metano
per il riscaldamento delle case. Il leader spagnolo Zapatero ha deciso, proprio pochi giorni fa, di far
applicare la tecnologia del solare termico in tutti i nuovi edifici o soggetti a ristrutturazione (e la
Spagna non è certo più soleggiata del Belpaese).
Altro profilo di intervento è quello della formazione culturale delle categorie interessate: costruttori,
architetti, idraulici, elettricisti, agenzie immobiliari: attualmente infatti la stragrande maggioranza
delle nuove case nascono già obsolete ed energivore.
La legge 10/1991 stabilisce per il riscaldamento delle abitazioni una forbice massima tra 150 e 200
Kw/mq/anno mentre in Germania non si possono consumare per legge più di 70 Kw/mq all’anno ed
esistono addirittura le cd. “case passive” in cui non si superano i 15 Kw/mq/anno. Le nostre case
insomma consumano da due a tre volte tanto e da noi il clima è anche più mite.
Occorre insomma capire che il maggior costo delle case costruite secondo criteri di bioarchitettura
può essere ammortizzato in pochi anni, dopodiché la casa genererà degli indubbi benefici economici
per il risparmio sulle bollette di gas, elettricità ed acqua.
Insomma non vogliamo far tornare gli italiani alle candele, non siamo contrari alla tecnologia,
vogliamo anzi più tecnologia nelle case. Un buon esempio di bioedilizia è stato realizzato in via
Gatta a Zelarino da parte della ditta “La Combustione”: un’impresa che, fortunatamente, ha sempre
creduto nella costruzione di edifici in sintonia con la tutela dell’ambiente.
Un terzo intervento “illuminato” dovrebbe essere quello di escludere dai finanziamenti statali
riservati alle risorse rinnovabili gli impianti di termovalorizzazione che bruciano rifiuti urbani (cioè
la parte secca non differenziata) perché altrimenti, come succede attualmente, si incentiva la
costruzione di questi tipi di impianto e si disincentiva la raccolta differenziata. Si pensi che qui in
Veneto esistono già cinque di questi stabilimenti ma se ne vogliono creare altri tre. Una insensatezza
visto che basterebbe aumentare la percentuale di raccolta differenziata per renderli inutili.
Queste idee, vantaggiose anche sotto il profilo economico, aspettano solo di essere realizzate…e ai
pessimisti vorrei ricordare che Schopenhauer ha detto: “Tutte le verità attraversano tre fasi: prima
vengono ridicolizzate, poi sono attaccate violentemente e infine vengono accettate”.

Venezia, 27.01.2006
Davide Scano
Consigliere dei Verdi
Municipalità di Mestre - Carpenedo

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